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Ufficio stampa Rassegna stampa domenica 29 aprile 2012 Pagina 1 di 117

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Page 1: Rassegna stampa...Hiromi Uehara, il jazz emotivo 29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 42 Di Marco: «Cabaret come psicanalisi» 29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 44 Stalking,

Ufficio stampa

Rassegna stampadomenica 29 aprile 2012

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

INDICE

Sicurezza al femminile (prima pagina Lugo)29/04/12 Prima pagina 6

La forza del destino (prima pagina)29/04/12 Prima pagina 7

"Senz'auto piazza Kennedy darà nuove occasione id lavoro"29/04/12 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 8

«INCOERENTE E PARADOSSALE»29/04/12 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 10

Parcheggio o area verde? Cittadini divisi29/04/12 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 11

«UNO SGUARDO SUL FUTURO»29/04/12 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 12

Sempre più furbetti nella rete delle Fiamme Gialle29/04/12 Cronaca, Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 13

«Danno alla Seaser da due milioni»29/04/12 Economia e Territorio 14

Materne, più iscritti a quelle cattoliche29/04/12 Istruzione 15

Interrogazione Pdl sul mercato coperto29/04/12 Economia e Territorio 16

«Indispensabile una rete di defibrillatori»29/04/12 Sanità e Politiche sociali 17

Mercato coperto, occhio a stravolgere la tradizione29/04/12 Economia e Territorio 18

Il valzer delle poltrone29/04/12 Politica 19

La ricetta di Bucci su bilancio e Imu: ‘Aliquote più leggere con tagli alle spese’29/04/12 Agricoltura, Turismo, Cultura, Spettacoli, Economia e Territorio 20

Il piccolo mondo antico splende sulla tela Fascino e nostalgia nella mostra di Palanti29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 21

In volo con la forza del destino29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 22

Forza ragazzi, domani si ride29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 23

Crossroads giapponese E c’è Tamburini29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 24

Travolto in bici mentre torna da scuola (prima pagina)29/04/12 Prima pagina 25

Il sindaco esalta Marcegaglia La Fiom lo attacca29/04/12 Economia e Territorio, Lavoro 26

«Chiarezza sul bando»29/04/12 Economia e Territorio 27

Mercato coperto, resa dei conti vicina29/04/12 Economia e Territorio 28

«Salvare il Parco delle lucciole, no al parcheggio»29/04/12 Edilizia e Infrastrutture 30

Pioggia di critiche al restyling dalle opposizioni consiliari29/04/12 Economia e Territorio, Lavoro 31

Festa all’insegna di legalità, equità e crescita29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 32

«Dai falsi agriturismi concorrenza sleale»29/04/12 Economia e Territorio, Lavoro 33

«Defibrillatori nelle scuole, palestre e stabilimenti balneari»29/04/12 Sanità e Politiche sociali 34

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La Voce di Romagna Ravenna

Pdl: «Ennesime nomine esclusivamente politiche»29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli, Politica 35

Plauso a Steno, la Fiom attacca29/04/12 Economia e Territorio, Lavoro 36

«Anche il folklore e la tradizione fanno parte di Ravenna capitale29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 37

L’esempio di Zac nell’Italia dell’anti politica29/04/12 Politica 38

Gli ecologisti: «Agricoltori penalizzati dall’applicazione dell’Imu29/04/12 Agricoltura, Economia e Territorio 39

Ravenna come Chicago, anzi meglio29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 40

Le opere di Palanti in mostra ai Magazzini del sale29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli, Economia e Territorio 41

Hiromi Uehara, il jazz emotivo29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 42

Di Marco: «Cabaret come psicanalisi»29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 44

Stalking, derby in tribunale tra le donne di Aletti (prima pagina)29/04/12 Prima pagina 45

Bagni pubblici Pochi e fuori dal centro29/04/12 Edilizia e Infrastrutture 46

“Piazza Kennedy rischia di diventare un deserto”29/04/12 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 47

Parco delle lucciole Il WWF attacca il Comune29/04/12 Edilizia e Infrastrutture 48

Degrado a due passi dalla tomba di Dante29/04/12 Economia e Territorio 49

Una domenica con stridoli e fave29/04/12 Agricoltura 50

Oggi all’Alighieri il jazz di Hiromi29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 51

Pulizia civica alla Rocca29/04/12 Ambiente 52

“Piazza Kennedy Meglio posticipare”29/04/12 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 53

Mancano i soldi per mettere in sicurezza l’incrocio-killer29/04/12 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 54

MARINA: PER IL BARETTO RINVIO INAUGURAZIONE CON POLEMICA29/04/12 Edilizia e Infrastrutture 55

Dal web la soata anti-evasore Ravenna primeggia29/04/12 Economia e Territorio 56

Lavoro e buche nei pensieri dei neo-diciottenni ravennati29/04/12 Politica 57

Il programma dei sindacati29/04/12 Economia e Territorio, Lavoro 58

Crollano le iscrizioni alle superiori Alle materne bimbi in forte aumento29/04/12 Istruzione 59

I primi 30 anni de LaPineta29/04/12 Economia e Territorio 60

‘Battaglia di Ravenna Occasione persa’29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 61

Ravenna capitale a ritmo di mazurka29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 62

La Fiom scrive al sindaco: “Ricordi a Marcegaglia il rispetto delle regole”29/04/12 Economia e Territorio, Lavoro 63

Comitato per l’Unità dei Popoli Europei29/04/12 Sanità e Politiche sociali 64

CASO TERREMERSE FIAMMA TRICOLORE CONTRO PDL E LEGA29/04/12 Economia e Territorio 65

Il Pdl chiede lumi sul nuovo bando29/04/12 Economia e Territorio 66

In tour per Ravenna seguendo una pigna29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 67

A un anno dall’addio l’omaggio di S.Pietro in Vincoli a Vera Vasi29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 68

Laboratori del vivere civico29/04/12 Politica 69

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Corriere della Sera

Il Resto del Carlino

Il Sole 24 Ore

Giovedì al liceo artistico “Croma” I colori della mente ottica29/04/12 Istruzione 70

Antiche tradizioni di Romagna in vetrina alla Festa del Primo Maggio29/04/12 Politica 71

“Segnaletica stradale quasi invisibile” Il consigliere Villa era stato buon profeta29/04/12 Politica 72

Il tratto di Palanti in 160 opere29/04/12 Economia e Territorio 73

Lotta serrata all’abusivismo artigianale29/04/12 Economia e Territorio 74

Orchestra delle meraviglie29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 75

Il fenomeno Hiromi al Teatro Alighieri di Ravenna29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 76

I contribuenti da rispettare29/04/12 Economia Nazionale 77

Polillo: Abbattere l'Imu? Non si può fare29/04/12 Pubblica Amministrazione, Politica Nazionale 78

Taglio della spesa, l'obiettivo è evitare di innalzare l'Iva29/04/12 Economia Nazionale 79

Comuni in rosso da Nord a Sud Una voragine da 50 miliardi29/04/12 Pubblica Amministrazione, Politica Nazionale 81

Nel censimento l'esodo di un milione di immigrati29/04/12 Sanità e Politiche sociali 83

Fornero: riforma complessa29/04/12 Lavoro, Politica Nazionale 84

Legge elettorale, intesa sul sistema spagnolo-tedesco29/04/12 Politica Nazionale 85

Alleanze variabili e lotte fratricide: è un voto transgenico29/04/12 Politica Nazionale 86

Il Pdl chiama Carroccio e Udc Grillo il sorvegliato speciale29/04/12 Politica Nazionale 88

Crescere e investire in tempi difficili La sfida di Obama e la lezione all'Europa29/04/12 Economia Nazionale 89

Per gli italiani è sempre l’ora degli spinaci Boomdi consumi: 42mila tonnellate nel 201129/04/12 Agricoltura 90

La Riviera pensa positivo «Attese 450mila presenze»29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 92

La cedolare secca debutta nel 73029/04/12 Pubblica Amministrazione 93

L’Imu non schiaccerà il mattone. Mai prezzi restano bassi29/04/12 Edilizia e Infrastrutture, Pubblica Amministrazione 94

Un futuro con tecnici e politici29/04/12 Politica Nazionale 96

Livello di tassazione non più ragionevole29/04/12 Economia Nazionale 97

Licenziamenti disciplinari, meno discrezionalità ai giudici29/04/12 Lavoro 98

Tolta qualche garanzia di pochi29/04/12 Lavoro 99

Napolitano: servono equità e solidarietà29/04/12 Lavoro 100

Il vero rischio? Il disinteresse29/04/12 Politica Nazionale 101

Le tradizioni politiche, una trappola per la sinistra29/04/12 Politica Nazionale 102

Carceri, detenuti sempre più «disoccupati»29/04/12 Lavoro, Sanità e Politiche sociali 103

Il Manifesto adottato dai sindaci29/04/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 104

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La Repubblica

La Stampa

Unità

La rabbia sociale male del secolo29/04/12 Politica Nazionale 106

Scuole, ministeri, tribunali partono i tagli anti deficit29/04/12 Economia Nazionale, Politica Nazionale 108

UN TIFONE ELETTORALE SULL’EUROPA29/04/12 Politica Nazionale 109

“Risparmi per 30milioni accorpando le prefetture”29/04/12 Politica Nazionale 111

Da rifiuti e strade in arrivo una stangata da quasi due miliardi29/04/12 Pubblica Amministrazione, Politica Nazionale 113

«Dalla crisi si esce a sinistra, il nostro vero avversario è la sfiducia»29/04/12 Politica Nazionale 115

Pedalata per 50mila Il popolo delle bici: «Italia, cambia strada»29/04/12 Trasporti, Viabilità 117

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« A pagina 17 a. A pagina 20

Faenza

Profughi aiutano a ripulire il verde

w. A pagina 20

L'iniziadva aperta ai volontari verrà ripetuta ogni mese

«À pagina 16

Faenza

Pdl vuole `teMono amico' dedicato agli anziani

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LEVIGATURA E LUCIDATURA PAVIMENTI E SCALE

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press LIETE 29/04/2012

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La pizza con i genitori, poi lo schianto Emozione a Faenza per la tragica morte del meccanico Marco Coroni SerAzic

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Caste( Bolognese

Centro di cultura islamica, è polemica «A pagina 17

Lugo

Tan e iniziative alla Festa c.i S. Francesco «A pagina 19

Riconoscimento

Lugo riceverà la Targa d'Europa :W A pagina 20

Bagnacavatto

Torna la Corte di Bacco «A pagina 20

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Rovenno Feafivat, omaggio a Verd e trionfo por Mou

«Piazza Kennedy nvivrà» Cervellati. 'papà' del discusso progetto: «Cambiare farà bene» Servizi

a Alle pagine 2-3

press LIETE 29/04/2012

il Resto del Carlino

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Domenica 29 aprite 2012

L'INTERVENTO di ANNA SPIZUOCO

LA TRADIZIONE DEL MERCATO

MEN NA era una città d'acqua tante eMPO le t'tv

al acqua che attraversavano il suo territorio giungendo fino al cuore della città. Un importante passaggio su queste vie era il ponte di San Michele, posto davanti all'omonima chiesa: un ponte bicipite di collegamento sopra i corsi del cosiddetto Flamisellum e del Padenna. Sorgeva qui, nei pressi di un'ansa del Padenna, la famosa Casa Madia, corporazione di coloro che detenevano i diritti tli enfiteusi sulle Dalli, i cosiddetti Sp rocani, minutanti del pesce 'a pezzi', ossia spezzato. brechen-rompere, che provvedevano alla vendita al minuto del pescato qui trasportato .sulle barche. Ci piace ricordare, afronte della casa .Alatha e seovo il ponte Marino, proprio per l'importanza commerciale del luogo, che qui sia stato costruito il grande 'Mercato coperto', un ampio immobile cinse le esposizioni della merce da vendere, come accade in tutti i mercati tradizionali d'Europa, sano oggetto di meraviglia. in passato, l'accesso al mercato avvertiva tramite imbarcazioni che percorrevano le vie d'acqua; poi, con l'interramento della città, vi giungevano i carri per via di terra e ancora oggi vi Univano le due ruote tanto care ai ravegnani. 1V/in manca molto al compimento del secolo per questa struttura; certamente i ravegnani risono molto alfrzionati poiché da sempre ha rapprese.12tato il luogo di incontro, nonostante l'imperversare dei centri commerciali,

[Continua a pagina 14]

Milano Marittima

Nullatenente ma ricca Caccia alla Turbetta'

Alle pagine 4-5

Rivalta, che gol «Ho sconfitto un tumore» e Nello Sport

OGGI SU wwwilrestodelcarlinotir esente

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Ravenna Festival, ,tkl guarda te immagini

FUMGALLERY h. cA Carri armata in parata

fra i bimbi a Cervia

COMMENTO Piazza Kennedy,

k\‘‘ cosa ne pensi?

Russi, è grave

Ragazzino travolto fuori dalla scuola

A pagina 7

Sentenza del tribunale

«Un danno da due milioni alla Seaser» vìApagtna 9

CERVIA RIEVOCAZIONE STORICA

LA COLONNA DELLi- LIBERTÀ a A pagina 21

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press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

«Senz'auto piazza Kennedy darà nuove occasioni di lavoro»

GLI SPAZI L L VERDI

Questo non é un parco. Non Lo è mai stato. Poi abbiamo a disposizione uno spessore Limitato per La posa dei tubi

di MARCELLO PETRONELU

CONSULENTE della Fondazio-ne del Monte per il restauro di Pa-lazzo Rasponi dalle Teste, Pierlui-gi Cervellati ha affiancato i tecni-ci comunali nel progetto prelimi-nare di riqualificazione di piazza Kennedy. Professor Cervellati, si aspetta-va una reazione così negativa dei commercianti alla chiusura del parcheggio? «Bisogna capire che l'intervento urbanistico è un arricchimento anche per il commercio. Abbia-mo oggi un luogo che dà solo la possibilità di fare delle soste. Di-venterà un punto di incontro per le persone, da cui possono partire per fare lo shopping o per fermar-si nelle attività presenti in zona». Basteranno le panchine per atti-rare la gente? «La nuova piazza funzionerà. Pro-viamo a pensare a come sarà nelle sere estive con gli spettacoli. Sarà un luogo molto più attrattivo di

un parcheggio». Allora i negozianti sbagliano? «Bisogna capire che il commercio ha bisogno di elementi attrattivi. Sono convinto che rivitalizzare piazza Kennedy e palazzo Raspo-ni sia elemento di vitalità e non negativi. La qualità di una città si

vede da quanto non è privatizzata dalle auto». Ma i nuovi parcheggi sarebbero più distanti... «Seguendo questa logica dovrem-mo crearne uno nel prato di San Vitale». Alcuni elementi del progetto

hanno suscitato scetticismo. Pensa sia possibile far parteci-pare la comunità alle scelte defi-nitive? «La partecipazione dei cittadini è importante, tanto più in un caso come questo in cui non abbiamo una piazza storica, ma un largo

PINO SPAGNUOLO ex vicesindaco

R classico disegno moderno di concepire l'architettura, troppo freddo e senza alcun carattere ravennate

PAOLO TRABATTI consulente immobiliare

Buona occasione per í cittadini di riscoprire il piacere di usare La bicicletta e di andare a piedi

LA VO CAZ O MERCANTIL L\

Bisogna assolutamente recuperar a. Le bancar portano vita: voci, color merce esposta sono es stessi un'attrazione

URBANISTA Cervellatì cura anche H restauro dì Palazzo Basponì

ARCHEO A MAMENTO L'AREA DISPONE OGGI DI 174 POSTI AUTO A PAGAMENTO NEL CUORE DEL CENTRO STORICO PER LA SOSTA MEDIO-BREVE

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LIMITI Poca disponibilità ad accrescere gli spazi alberati

press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

creato attraverso lo sventramento di un isolato preesistente. Questi caratteri vanno richiamati». Sembra un no... «Affitto, Ci sono varie idee, varie possibilità, di fare un disegno di restauro urbano. Credo che l'am-ministrazione possa essere dispo-

nibile a discutere delle scelte. Fat-ti salvi i puliti fermi discussi an-che con la Sovrintendenza». Molti chiedono più verde, che in centro storico è una rarítà. «Attenzione, questo non è un par-co. Non lo è mai stato. C'era una porzione dell'area adibita a frutte-

to e orto, all'interno di mura, Per-ché storicamente a Ravenna i giar-dini erano privati e ricavati all'in-terno dei palazzi dei signori». Quindi dovremo accontentarci di sei alberi in tutto? «Nel progetto ci sono zone di ver- de e per la sosta e non prati. An-

che perché abbiamo a disposizio-ne uno spessore abbastanza limi-tato in profondità per le tubazio-ni. Questo luogo deve continuare a svolgere la sua funzione di piaz-za, consentendo in due aree a 180 persone e a 400, sedute, di seguire gli spettacoli. Si potrebbero forse ridurre le arene. Ma gli spazi ver-di resterebbero comunque picco-li». Pensa sia utile recuperare an-che una funzione mercantile? «Assolutamente sì. Le bancarelle portano vita: voci, colori, merci esposte creano grande vitalità e sono essi stessi un'attrazione. Ve-do questo luogo in futuro come una potenzialità di lavoro. Se ci robotizziamo tutti, rinunciando a fare due passi in più, smettiamo di vedere la città. E questo produ-ce degrado. Vediamo questo inter-vento come un modo per usufrui-re della città in modo più colletti-vo, come un bene di tutti. E non solo di chi possiede una macchi-na».

ERRA E ROBERTO ravennati

Questo progetto potrebbe essere il punto di partenza per ravvivare it centro storico, ormai vuoto

, LA SCH IAVITÙ L L DELLE AUTO

La qualità di una città si vede da quanto non è privatizzata dalle auto: con il progetto La piazza torna bene collettivo

ROBERTO E VANESSA ravennati

La comodità detta sosta in piazza Kennedy è innegabile non solo per i cittadini, ma in special modo per i turisti

FOND.'ZONE LA RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAllA E A CARICO DELLA FONDAZIONE DEL MONTE DI BOLOGNA E RAVENNA: COSTA 1,2 MILIONI DI EURO

SPETLAMLI IL PROGETTO PREVEDE LA POSSIBILITÀ DI ALLESTIRE DUE DIVERSE 'ARENE' CON 180 E CON 400 POSTI A SEDERE

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«SeLialto razza :(C311Ceb, dua

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Utta-bri Ovi

press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

S PAD o C; LA GIUNTA

«IN a )ERENTE E PARADOSSALE» «Un padre prima di arredare, il salotto di casa, deve preoccuparsi della sopravvivenza dei propri cari». Gianfranco Spadoni„ consigliere pminciak Udc, usa una metafora per contrastare il progetto di chiusura del parcheggio di piazza Kennedy. Una scelta «sbagliata», perché rischia di indebolire la rete commerciale che attraversa una fase di forte difficoltà. Ma anche una soluzione «incoerente e paradossale»: la giunta si avvia a varare un intervento di riqualificazione della piazza che prevede solo «qualche macchia di verde qua e là» e, al tempo stesso, trasferisce parte dei posti auto attuali nell'ex vivaio «smantellando un'area verde di pregio naturalistico». Spadoni infine bacchetta il vicesindaco Mingozzi. «E' determinato nel tener conto delle esigenze degli imprenditori quando è ospite dei commercianti: dovrebbe essere conseguente afferma anche quando la giunta decide».

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press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

Parcheggio o area verde?

Cittad. divisi Ancora commenti sul progetto

LA NECESSITA' di riqualifica-re piazza Kennedy è ormai diffu-sa per cittadini ravennati. O al-meno di coloro che, abbandonate le speranze di mantenere il par-cheggio, ora vogliono dire la loro sul progetto. «Mi sembra il classi-co disegno moderno di concepire l'architettura afferma Tino Spagnuolo — molto freddo e sen-za nulla che lo contraddistingua, nessuna caratteristica che riman-di alle lipicità della nostra città». «Per di più ad oggi non c'è anco-ra un'alternativa valida per la so-

sta: il Parco delle lucciole non sopperirà alla mancanza e il mul-tipiano di via Nino Bixio è asso-lutamente un obbrobrio», anche oggi il comitato Felix ha raccolto altre 374 firme contro l'autosilo.

«SARA LA ROVINA dei com-mercianti che hanno il loro nego-zio in centro — commentano Ro-berto Bonefio e Vanessa Rossi — la comodità di questo parcheggio è innegabile, non solo per noi che vogliamo fare acquisti nel centro città, ma soprattutto per i turisti che in questo modo non ri-

schiano di perdersi per l'astrusa a viabilità ravennate». C'è però chi apprezza la nuova immagine che avrà la piazza, nel-la speranza che possa diventare un luogo di aggregazione sia per le passeggiate del fine settimana, che per la sera. «Di spazi per vive-re la città Ravenna non ne ha tan-ti — afferman.o Roberto e Erika — questa iniziativa potrebbe es-sere il punto di partenza per rav-vivare il centro storico che, nell'ultimo periodo, è fortemen-te in crisi», «Non se ne può più di vedere una piazza del centro ri-

dotta in questo stato — dice Pao-lo Trabatti — è giusto chiudere il parcheggio e riqualificarla. Mi dispiace solo che, viste le foto del progetto, si sia persa l'occasione per creare una bella zona verde. Ancora una volta c'è troppa ce-mentificazione. D'altro canto questa potrebbe essere una buo-na occasione per i raven nati di ca-pire che non possono parcheggia-re sono al negozio; riscoprire il piacere di andare in bicicletta o a piedi sarebbe anche molto più sa-lutare».

Alessandro C i cogn ani

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press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

WWF 1FEND E L PARCO DELLE LUCCIOLE

DO SUI < FUTURO» La petizione residenti della zona di via PorfAurea per fermare la trasformazione de vivaio in parcheggio ha raggiunto quota .1800 firme. E in consiglio comunale pendono diversi ordini del giorno con cui si chiede ai gruppi di prendere posizione sul progetto della giunta. àVel frattempo, il Wwf scende in campo a difesa di quello che è stato battezzato 'parco delle lucciole'. «Vogliamo anche noi una città che sappia emozionare i cittadini afferma l presidente Davide Emiliani e quindi chiediamo a tutte le forze politiche

ragionevoli in consiglio comunale di difendere il parco perché anche se gli interessi dei commercianti sono importanti, gli interessi dei .nostri figli, e dei loro figli sono quelli di vedere salvaguardate le poche aree verdi rimaste nel centro storico. futuro sono i nostri giovani e non la cetnentificazione e forse uno spazio verde invoglia a venire in centro piìa di un parcheggio».

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press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

Sempre più furbetti nella rete delle Fi e Gialle

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CONTROLLI MONITORAGGI sYsl"ai , §§>

i controlli non riguardai, solo il terziario: anche settori produttivi sono

nel mirino al fine d individuare gli evasori

totali o parziali. S intensificano infatti te

cosiddette verifiche fiscali in aziende e studi

Nel corso del 2011 te Fiamme Gialle hanno

scoperto in provincia di Ravenna sessantatrè persone con notevoli

redditi, me completamente

sconosciute al fisco non avendo mai fatto denunce

egli ultimi mesi sono frequentissimi i blitz delta Guardia di Finanza e del personale dell'Agenzia delle Entrate nei negozi,

oranti e altri locali a intatto col pubblico

onitoraggio anche nel ttore delta fusione

dette società dove si annidano inghippi. Il caso del, "imprenditore bagnacavattese con reddito zero, ma che veva appena regalato La

Ferrari al figlio

DA QUALCHE mese a questa parte ponti e week end, per la guardia di finanza hanno un so-lo significato: superlavoro. Nel senso che scatta-no i blitz, in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate, per colpire gli esercenti che evadono il fisco. Da ieri, ad esempio, sono in corso in tutta Italia controlli a tappeto negli agriturismi. In-somma, non c'è settore del terziario in cui non venga portata avanti l'attività canti evasione, uno degli obiettivi primari del nuovo governo. Ma

non è solo il terziario ad essere controllato: sono sempre più numerose le verifiche totali alle atti-vità produttive e agli studi professionali. Secon-do i dati forniti dal Gruppo provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna, nel 2011 ad esempio sono stati accertati 63 evasori totali mentre i ricavi non dichiarati hanno raggiunto quota 170 milioni di curo. Per quanto riguarda gli esercenti, i controlli svolti in questi ultimi mesi hanno portato ad accertare che la metà o

anche più dei commercianti (sei su dieci) non ri-lasciano lo scontrino e il significato è evidente: oltre la metà dell'incasso viene sottratto alla tas-sazione. Ed è anche emerso che per non inso-spettire il cliente, molti esercenti rilasciano uno scontrino che di fiscale non ha nulla, ma è sem-plicemente un resoconto della spesa. I controlli della Guardia dì finanza interessano comunque svariati fronti. Sono infatti aumentate anche le analisi in tema di fusioni societarie al fine di ac-

certare l'esatta applicazione della normativa on-de evitare che 'nelle pieghe' rimangano nascosti fondi cospicui. Come é stato scoperto recente-mente: la fusione di due società era stata orche-strata in modo di far sparire 700mila curo di utili. Da ultimo ricordiamo la scoperta a Bagnacaval-lo, nel dicembre scorso, di un imprenditore edile che nel 2007 aveva dichiarato 'zero' redditi nono-stante un volume di affari di due milioni e mezzo e il regalo di una Ferrari '360 Modena' al figlio.

I MILIONI DI EURO NON DICHIARATI NEL CORSO DEL 2011

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favorite E stato accertato che t'ex amministratore aveva effettuato operazioni che avevano favorito proprie società

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Seaser è la società concessionaria di Marinare. Caravita da 1)arte s è indagato per crac detta Cmr

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press LinE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA 2N7MSA IL TRIBUNALE HA VALUTATO NEGATIVAMENTE LA GESTIONE D CARAVITA

«D. o alla Seaser da due oni» Era stato un socio di minoranza a ricorrere ai giudici un anno fa

IL TRIBUNALE civile di Raven-na ha riconosciuto la responsabili-tà dell'allora amministratore del-la Seaser (concessionaria di Mari-nara), Bruno Caravita, nella causa-zione di un danno da due milioni di euro alle casse della società. La denuncia per gravi irregolarità era stata avviata nella primavera dello scorso anno da un socio di minoranza della Seaser, ovvero il. ferrarese Luigi Vitali.

A SEGUITO dell'azione, il giudi-ce, ovvero il presidente del tribu-nale Bruno Gilotta, riconoscendo la fondatezza degli argomenti pro-posti e finalizzati a evidenziare una gestione degli asset che aveva finito per danneggiare le casse stesse della società, aveva dispo-sto una ispezione contabile nomi-

avevano finito per danneggiare la cassa della concessionaria a lutto vantaggio delle altre.

SEASER è la società concessiona-ria di Marinara, il porto turistico realizzato da Cmr (poi fallita), di cui Caravita era all'epoca diretto-re generale, ed è detenuta per il 72.5 per cento dalla curatela del fallimento Cmr, per il dieci per cento da Luigi Vitali e per il 17.5 da Sorgeva. Recentemente sono stati nominati nuovi amministra-tori in Seaser e proprio all'inizio dell'anno è stato deciso di stringe-re un accordo con 'Italia Navigan-do' per la gestione di Marinara, una struttura che, per una lunga serie di motivazioni, ancora ha difficoltà a decollare.

cm.

nando il commercialista Enrico Montanari.

LA SENTENZA, assunta dal col- legio presieduto dal giudice Gilot- ti, ha fatto proprie le conclusioni

dell'ispettore giudiziale che, in sintesi, aveva concluso per un dan-no di due milioni di euro arrecato alle casse della Seaser attraverso una serie di operazioni fra la Sea-ser e altre società di Caravita che

CONCESSIONARIA Una inirrsagine del porto turistico di Marinara di cui è concessionaria Seaser

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pressunE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

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Materne, più iscritti a quelle cattoliche GLI ISCRITTI alla scuola paritaria cat-tolica dell'infanzia sono cresciuti a Ra-venna più che in tutte le altre province dell'Emilia Romagna. Con 3.169 bambi-ni, gli istituti del nostro territorio segna-no quest'anno un più 4,79 per cento ri-spetto al 2011, percentuale quasi doppia rispetto alla media regionale. Calano in-vece gli iscritti nelle scuole cattoliche di-verse dalle materne: con 1.758 iscritti, la flessione a Ravenna è del 3,01 per cento.

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press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

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11, GRUPPO consiliare del Pdl, alla ce delle riotizie relative alla querelle ix

tto tra Comune, Coop Adriatica e opera-ori del mercato coperto di piazza An- .ea Costa in relazione al bando per la

tturazione del complessa ha pre- l'iato un'interrogazione al sindaco, i nsiglierì di opposizione chiedono al

indaco di riferire in aula sullo stato di vmuz.amento della procedura e sulle M-enzioni della giunta circa l'eventuale

er lssone di un nuovo bando di gara.

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a Resto del Carlino

RAVENNA CUORE ANCISI CHIED DI ') ARTIRE SUBITO, RICORRENDO EVENTUALMENTE A SPO NSOR

«Indispensabile una rete di defibrillatori» La proposta riguarda scuole, impianti sportivi e stabilimenti balneari

PRENDENDO spunto dall'improvvisa morte del calciatore Piermario Morosini, avvenuta poco tem-po dopo quella, sentitissima a Ravenna, del pallavoli-sta Vigor Bovolenta, Alvaro Ancisi chiede che venga avviato subito un programma di diffusione dei defi-brillatori semiautomatici nelle scuole, negli impian-ti sportivi e negli stabilimenti balneari. Anche per-chè, ricorda il capogruppo di Lista per Ravenna, il decreto del ministero della Salute datato 18 marzo 2011, «non molto conosciuto e ancor meno applica-to», prevede proprio la costituzione di una 'rete' di apparecchi «in grado di favorire la defibrillazione en-tro quattro, cinque minuti dall'arresto cardiaco, se necessario prima dell'intervento dei mezzi di soccor-so sanitari».

CON un'interrogazione, Ancisi propone un pro- gramma di prima diffusione dei defibrillatori da pro-

porre alla Regione. Ma comunque, prosegue, «non va escluso un avvio rapido con l'uso di risorse locali, ricorrendo anche a contributi e sponsorizzazioni di fondazioni bancarie, associazioni imprenditoriali e aziende». Mentre per gli stabilimenti balneari po-trebbero essere, ad avviso del capogruppo 'civico', i concessionari stessi a farsi carico dell'iniziativa, «co-minciando da quelli dove si svolgono le feste da bal-lo ad alta frequentazione», oppure le loro associazio-ni, «in modo da insediare una prima rete di defibril-latori sul litorale già dalla prossima stagione estiva». Tra l'altro, il costo di un apparecchio semiautomati-co si aggira sui mille, millecinquecento el/170, dun-que non eccessivo». E «la formazione degli operatori richiede la frequentazione di corsi non particolar-mente impegnativi, anche perchè le operazioni che debbono compiere sono relativamente semplici». In sostanza, chiede il capogruppo di Lista per Raven-na, cosa pensa di fare il sindaco?

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press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino RAVENNA

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a Resto del Carlino

RAVENNA

Noi ravennati di ANDREA DEGIDI

Il valzer delle poltrone DUNQUE il socio di maggioranza di termi-nal Container, una società pubblica al 100%, classico esempio nel quale un ente pubblico si prende discutibilmente l'incari-co di fare un mestiere che toccherebbe ai pri-vati, procede a nominare i nuovi componen-ti del cda. Ed ecco che — come se l'indigna-zione popolare sulle nomine politiche in en-ti pubblici non fosse al suo culmine — il so-cio Sapir che già vede come suo presidente Matteo Casadio (Pd ex Margherita, già con-sigliere comunale poi assessore) nomina co-me consiglieri lo stesso Casadio (che ne di-venta presidente pro-tempore), Luisa Babi-ni che forse lo diventerà (Pri, già consiglie-re comunale e regionale) e Roberto Rubboli (Pd ex Ds già consigliere comunale nella scorsa consiliatura) Di questi, l'unico ad avere oltre ad una nota appartenenza politi-ca, anche specifiche competenze per un si-mile incarico è solo quest'ultimo. Ci doman-diamo: qual è il limite dì faccia tosta e di impunità oltre il quale la sinistra che tutto

può e tutto governa nel nostro territorio in-tende fermarsi?

Alberto Ancarani Presidente Commissione società

partecipate Nereo Foschini Capogruppo Pdl

IL VALZER di poltrone citato dal Pd1 non è passato inosservato, l'impressione però è che qualche escluso non abbia digerito bene i nomi snocciolati e abbia compiuto una mossa molto netta (e pubblica) per palesare chiarissimamente il proprio malcontento. Quando c'è in gioco una nomina, sottotraccia si gioca sempre una partita a scacchi.

ancirea.deMi@iltariinaner

Le letiere (m 15 righe) vanno indirizzate o:

il Resto del Corfino ve Seiere, 40 - 48100 RUM NA

tel. 0544 249611 - fax 0544 39019

crence.rtivenn ilearlimeet

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OPPOSIZIONE La tua Faeriza-Udc ha presentato diverse proposte sull'Innu, riguardanti tra l'altro i terreni agricoli

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a Resto del Carlino

RAVENNA

La ricetta di Bucci su bilancio e Imu: Aliquote più leggere con tagli alle spese

Proposte di La tua Faenza-Udc per ten-eni agricoli e fabbricati PIÙ tagli alla spesa per alleggerire

Gilberto Bucci, consigliere comunale per Udc-La tua Faenza, ha presentato i suoi emendamenti al bilancio di previsione, che sarà votato in consiglio il 14 maggio. Secondo l'Udc, per mitigare l'im-patto del tributo su alcune catego-rie basterebbe 'tagliare' complessi-vamente 400mila euro. La prima proposta è alleggerire l'imposta sui terreni agricoli, che la giunta ha fissato all'8,3 per mille «La stes-sa attenzione dedicata ai fabbricati strumentali, per i quali l'aliquota è stata ridotta dal 2 all'I per mille — spiega Bucci — andrebbe riserva-ta ai terreni: riducendo l'imposta al 5,5, il Comune perderebbe circa 200mila euro, dato puramente in-dicativo». Secondo il consigliere di opposizione, la minore entrata potrebbe essere coperta per metà da un aumento dei proventi delle multe (da 1,4 a 1,5 milioni) e per metà da minori spese correnti nel-la funzione Viabilità.

11, SECONDO fronte è quello dei fabbricati in comodato gratuito, che spesso vengono messi a dispo-

sizione dei figli: la legge li equipa-ra a seconde case sfitte e quindi, a Faenza, i proprietari dovrebbero pagare l'aliquota massima del 10,6 per mille. «Il Comune farebbe be-ne ad applicare la stessa aliquota delle prime case, ovvero il 5,8 per mille», sostiene Bucci. In questo

caso, secondo le stime dell'Udc, en-trerebbero i SOMila euro in meno, da coprire con una revisione della spesa per i servizi sociali (un pun-to, questo, su cui aveva insistito an-che il Pd1). Infine, il caso delle abi-tazioni di proprietà di anziani che vivono in casa di riposo: questi ul-

timi sono obbligati a prendere la residenza nella struttura che li ac-coglie e quindi sono automatica-- mente considerati proprietari di seconda casa sfitta. Secondo il ca-pogruppo Udc, questi alloggi do-vrebbero invece essere considerati abitazioni principali: «La minore entrata sarebbe di soli 5Ornila eu-NW.

BUCCI si sofferma anche sul fron-te della spesa: Al Museo interna-zionale delle ceramiche (che do-vrebbe subire un taglio di finanzia-menti da 620mila a 500mila euro, ndr) è a rischio. Purtroppo i pro-- getti faraonici degli anni passati hanno creato le condizioni per la sua chiusura. Inoltre questa giun-ta ha ereditato dalla precedente amministrazione alcune patate bollenti, come lo scalo merci, che difficilmente vedrà la luce, e Terre Naldi, che rischia lo smembramen-to». «Per non parlare — aggiuge il compagno di partito Aldo Scapoli — delle scelte strategiche sbaglia-te, come il Piano sosta e l'Unione dei Comuni: un carrozzone inuti-le che non produrrà vantaggi per almeno 10 anni».

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ARTE DAL 13 MAGGIO Al MAGAZZINI DEL SALE DI CERVIA

11 piccolo mondo antico splende sulla tela Fascino e nostalgia nella mostra di Palanti

BEN 160 OPERE di Giu-seppe Palanti saranno in mostra dal 13 maggio al 30 agosto ai Magazzini del Sa-le di Cervia. La più grande retrospettiva dedicata all'artista milanese — pit-tore, grafico, costumista e scenografo, soprattutto ide-atore della città vacanza mutuata dalla city garde n h owardiana — segna l'api-ce di eventi inaugurati all'Urban Center di Mila-no per il centenario della Città Giardino, Un percor-so espositivo pensato da

Anna Villari, curatrice del-la mostra del Quirinale per il 150' dell'Unità d'Italia, dove la vicenda poetico esi-stenziale di Milano Marit-tima si fonde con quella del suo demiurgo Palanti (1881 -- 1946) e col salnitro delle mura degli antichi. `Magazzeni'. I bozzetti, le tele, le scenografie e i costu-mi per la Scala; le vele al terzo, gli scorci di pineta, i nudi virenti come l'Ermio-ne dannunziana; le nature morte e i ritratti, quelli di. Pio XI e di Mussolini, co-

me quelli che immortala-no il gusto di una nuova piccola borghesia e l'inti-mità di famiglia nel ritrat-to della nipote Paola Roma-gnoli Motta.

TANTE STANZE senza pareti, libere come la pro-spettiva Palanio dalla catte-dra dell'Accademia di Bre-ra, nell'epoca in cui avanza-va la guerra e le avanguar-die, mentre ancora lumeg-giava il simbolismo, il tar-do romanticismo, l'impres-sionismo. Palanti è il sog-

getto della mostra cervese inserita nella biennale de-dicata al '900 dei Musei San Domenico di Forlì. La mostra è patrocinata dal Comune di Milano e or-ganizzata dal Comune di Cervia, con la collaborazio-ne della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, il so-stegno della Cassa di Ri-sparmio di Ravenna, della Regione Emilia Romagna, della Provincia e della Ca-mera di Commercio di Ra-ven.na.

Veronica Tondelli

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a Resto del Carlino

RAVENNA

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pressunE 29/04/2012

il Resto del Carlino RAVENNA

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press LIETE 29/04/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

Forza ragazzi, dom ride » si »

Da Cevoli a Giacobazzi: al Pala De Andrè parata di comici SI RIDE, e non poco, domani sera al Pala De Andrè (ore 21) con Ra-

Ridens che vede in scena co-mici come Giuseppe Giacobazzi, Paolo Cevoli, Marco della Noce, Rocco il Gigolò, I Mancio e Stig-ma, Andrea di Marco e Andrea Va-sumi nella doppia veste di comico e presentatore.

REDUCI dai grandi successi rime-diati a Zelig, il gruppo di comici presenterà i suoi personaggi più fa-mosi. Con un occhio di riguardo a Giuseppe Giacobazzi che a Raven-no è praticamente di casa e che è nato 'poveta' narratore e dispensa-tore di buoni consigli sulla vita di coppia. Senza dimenticare i suoi straordinari racconti sulla vita quotidiana dei paesini della pro-vincia nostrana. Non mancherà

neppure l'altro emiliano-romagno-lo doc, ovvero Paolo Cevoli con il suo assessore Palmiro Caligini da Roncofritto e non solo. Ultimo arrivato nel gruppo, ma non certo meno conosciuto è Mar-co Della Noce, ideatore di perso-naggi esilaranti come Oliano Fer-rari, il capo meccanico ai box della Rossa di isnaranello o il comandan-te delle squadre speciali dei Nocs. Da non trascurare la comicità de-menziale dell'ex tutina Rocco il Gigolò con il suo inseparabile me-gafono ma anche I Mancia e Stig-ma, al secolo Marco Mancin, Patri-zia Cammarota e Angelo Grasso. Ideatori degli Emo, hanno fatto impazzire il pubblico televisivo che ne ha apprezzato battute e infi-niti doppi sensi. Per infh tel. 0544-421211, oppure 0543-607338 oppure visitare il sito www.vidiaelub.com.

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press LIETE 29/04/2012

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ornere di Ravenna Faenza-Lugo e Imola

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Domani, i comici di al Pala De André

28 Aget, missione impossibile sul campo di Re a 'o Emilia '

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Anche Castagnetti a Ravenna per ricordare Zaccagnini (Foto M. Fiorentini) SERVIZIO a pagina 8

Sindacati allarmati

press LinE 29/04/2012 ~ere

di Ravenna

REDAZIONE E P41E842149: VIODEGISPERI.5 - RAVENNA- TEL 1544-218262 FAX: 054431791 SPEDIZIONE IN A.P. 351103 (CONV. IN L 27102, 104j ART. I COMMA 1-1.13B FORI3 ALTRE SEDI: R V191(0541154111). FORLI (0543-35520), CESENA (0547-611900),RENZA-LOGO(0546-2312), IMOLA (0542-25780),R5M(0549-995147)- E-MAIL RAVENNAdCORRIEREROMAGNA.IT- IN ABBINAMENTO CON LA STAMPA

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DOMENICA 29 APRILE 2012

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Travolto in bici mentre torna da scuola Scontro con auto, tredicenne ferito E' ricoverato al Bufalini di Cesena RUSSI. Un ragazzino di soli 13 an- quale sta indagando la Polizia mu-

ni è rimasto gravemente ferito do- nicipale - è avvenuto poco dopo le po essere stato travolto da un'auto 13 di ieri in via Ungaretti, non lon-mentre stava tornando a casa in bi- tano dallo stadio di Russi. cicletta da scuola. L'incidente - sul

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Chiarezza sul bando» Pdl polemico dopo le dichiarazioni di Corsini

Continua il braccio di ferro tra negozianti e Comune sul nuovo mercato coperto

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RAVENNA. Il Pdl ha pre-sentato un'interrogazione al sindaco in merito alle re-centi dichiarazioni dell'as-sessore Corsini che a pro-posito del Mercato coperto ha paventato l'ipotesi di un nuovo bando, senza però prevedere il diritto di pre-lazione per gli operatori.

• SERVIZIO a pagina 5

Zaccagnini, il suo esempio e il suo ricordo Nel centenario della sua nascita la commemorazione di Castagnetti

Primo Maggio A Imola i sindacati

temono altri esuberi

L'ex patron giallorosso parte civile insieme alla fiamma di allora, Cristina De Angelis

Aletti e l'ex moglie , match in tribunale Cominciato il processo, tra le accuse stalking e calunnia

Il sindaco esalta Marcegaglia

La Fiom lo attacca IMOLA. La Festa

dei lavoratori si avvicina in un cli-ma di grande dif-ficoltà e tensioni. Lo testimoniano i segretari dei mag-giori sindacati i-molesi, che temo-no stia per allar-garsi il fronte della crisi.

• SALOMON I a pagina 13

FORLI'. A processo per stalking e calunnia. Fiam-metta Riceputi, ex moglie del proprietario del Ravenna Calcio Sergio Aletti, si è pre-sentata l'altro giorno di fron-te al giudice monocratico del tribunale di Forlì per difen-dersi dalle accuse formulate a suo carico dall'ex marito e da Cristina De Angelis.

• SERVIZIO a pagina 3

Imola, Osservanza emita di pubblico ieri per Guccini

• GIORGI a pagina 16

RAVENNA. Il plauso del sindaco verso l'operato di Marcegaglia non piace alla Fiom che ribatte: «Matteuc-ci si ricordi la recente con-danna per comportamento antisindacale. Creare lavo-ro è importante, difenderne la dignità fondamentale». Replica del sindaco: «Vi in-vito a un incontro».

• SERVIZIO a pagina 7

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Il sindaco esalta Marcegaglia

La Fiom lo attacca RAVENNA. Il plauso del

sindaco verso l'operato di Marcegaglia non piace alla Fiom che ribatte: «Matteuc-ci si ricordi la recente con-danna per comportamento antisindacale. Creare lavo-ro è importante, difenderne la dignità fondamentale». Replica del sindaco: «Vi in-vito a un incontro».

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«Chiarezza sul bando» Pdl polemico dopo le dichiarazioni di Corsini

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RAVENNA. Il Pdl ha pre-sentato un'interrogazione al sindaco in merito alle re-centi dichiarazioni dell'as-sessore Corsini che a pro-posito del Mercato coperto ha paventato l'ipotesi di un nuovo bando, senza però prevedere il diritto di pre-lazione per gli operatori.

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29/04/2012

Interrogazione del Pdl sulle dichiarazioni di Corsini che paventava un nuovo bando senza diritti di prelazione

Mercato coperto, resa dei conti vicina Raccomandata del Comune con sapore di ultimatum ai 12 operatori rimasti

RAVENNA. Il Pdl ha presentato un'interroga-zione al sindaco Mat-teucci in merito alle re-centi dichiarazioni dell'assessore Corsini che a proposito del Mer-cato coperto ha paventa-to l'ipotesi di un nuovo bando, senza però preve-dere il diritto di prelazio-ne per gli operatori che vogliono restare e gli in-centivi per chi vuole la-sciare.

Com'è noto Coop A-driatica si è aggiudicata il bando per la riqualifi-cazione del mercato co-perto, presentando un progetto da 7 milioni di euro che prevede, tra l'altro, la presenza di un bar, ristoranti, una li-breria su due piani e un piccolo supermercato, oltre naturalmente agli spazi per gli operatori che decideranno di resta-re.

Ne è nato un braccio di ferro, che ormai dura dall'estate scorsa, tra Amministrazione comu-nale e Coop Adriatica da una parte e gli operatori dall'altra, per quanto ri-guarda la ristrettezza de-gli spazi predisposti, l'o-nerosità dei costi e la possibile concorrenza del nuovo supermerca-to.

«La querelle in corso pare sia giunta ormai a un punto cruciale - affer-ma il gruppo Pdl che sie-de in consiglio comunale -: se non si giungerà ad una soluzione contrat-

tuale in tempi brevi, Coop Adriatica potrebbe recedere dal bando e il Comune si troverebbe a doverne indire uno nuo-vo. Nel frattempo il 10 a-prile il Comune ha invia-to una raccomandata a-gli operatori intimando loro di liberare l'immo-bile entro 60 giorni».

Per questo nell'inter-rogazione del Pdl si chie-de espressamente di co-

noscere lo stato di avan-zamento della procedura e «le intenzioni della Giunta in caso di emis-sione di un nuovo ban-do».

Dal canto loro gli ope-ratori auspicano un in-contro con l'Ammini-strazione, che dovrebbe fare chiarezza sulle reci-proche intenzioni.

In prima battuta, però, i 12 operatori rimasti

(sui 22 originari) devono decidere se far valere il loro diritto di prelazio-ne, come ha spiegato Giacomo Costantini di Confesercenti, e quindi accordarsi sulle modali-tà del loro trasferimento in piazza Anastagi, come proposto a suo tempo dal Comune, oppure su un benefit nel caso scelgano di lasciare il mercato co-perto.

«La prossima settima-na dobbiamo incontrarci con gli operatori - ha ag-giunto Costantini - per capire chi e con quale modalità è disposto a tra-sferirsi temporaneamen-te in piazza Anastagi e dare una risposta scritta all'Amministrazione, che poi dovrà impegnar-si negli atti dovuti rela-tivi anche all'occupazio-ne del suolo pubblico.

Non va infatti dimenti-cato che gli operatori del mercato coperto sono de-gli ambulanti, che non pagano un affitto, ma u-na tassa di occupazione del suolo pubblico più i costi di gestione per l'im-mobile. Ma a differenza dei colleghi, ad esempio, di piazza Sighinolfi, han-no strutture fisse, con banconi e celle frigorife-re onerosi da spostare».

Per quanto riguarda l'ipotesi che Coop Adria-tica si ritiri dal progetto, è lo stesso Costantini a spiegare che si tratta sempre di una possibili-tà in mancanza di un ac-cordo tra le parti o di uno slittamento del progetto troppo oltre i tempi pre-visti. «Del resto è già ac-caduto altrove, e non di-pende certo dalla lettera inviata dal Comune, che resta un atto dovuto do-po che la concessione è scaduta l'anno scorso».

Si avvicina quindi il tempo per gli operatori del mercato coperto di prendere una decisione, che comunque non appa-re così semplice. «Sul tappeto ci sono richieste divergenti - ha affermato il presidente di Confeser-centi Graziano Parenti -. Stiamo lavorando per trovare una linea condi-visa. Da parte dell'Am-ministrazione c'è dispo-nibilità all'incontro, ma deviando solo legger-mente da • l'elio che è il progetti Pagina 5

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. . _ Mercato coperto, resa dei conti vicina

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Confcommercio: «Sul tappeto

ci sono richieste divergenti

Stiamo lavorando per trovare

una linea condivisa»

Confesercenti: «La prossima settimana dobbiamo incontrarci con gli operatori per fornire una risposta»

Pagina 5 Crona. Raverna

. . _ Mercato coperto, resa dei conti vicina

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«Salvare il Parco delle lucciole , no al parche RAVENNA. Il Wwf di Ravenna dell'area, dello stesso comitato

incalza l'assessore Corsini e la cittadino del Parco delle Lucciole, giunta sul "parco delle lucciole", l'ex ma soprattutto di oltre 1.800 cittadini vivaio nel centro storico che si che hanno firmato la petizione». progetta di convertire a parcheggio: L'area in questione, ricordano gli «Quanto valgono le opinioni di oltre ambientalisti, «di oltre 2.000 metri 1.800 cittadini e delle associazioni quadri, gode di un habitat ambientaliste, tese a difendere particolarmente privilegiato dal un'area verde sulla quale, caso più punto di vista ambientale essendo unico che raro, è possibile ammirare protetta da una parte dalle mura le lucciole nella calde serate estive? storiche e dall'altra dalle carceri, ma Quanto conta dimostrare che quei 70 soprattutto perché in disuso da oltre posti auto costeranno alla collettività un decennio. Condizioni più di 4.000 euro ognuno visto che quest'ultime favorevoli metà di piazza della Resistenza è all'affermarsi di una interessante vuota? Perché si continua a ignorare naturalità, un patrimonio per i i risultati dell'indagine che ha cittadini». Il Wwf rammenta poi che dimostrato come i parcheggi, anche «esistono in Comune due mozioni adiacenti l'area in oggetto, sono (una di Lista per Ravenna contro il sottoutilizzati». Il Wwf denuncia che parcheggio e una del Movimento 5 «le istituzioni si sono prese gioco di

Stelle a favore del Parco delle

noi, di Legambiente che con noi si è

Lucciole) che devono essere ancora impegnata molto sulla difesa votate dal Consiglio».

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Festa all'insegna di legalità, equità e crescita

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di Ravenna ~ere press LinE

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Pioggia di critiche al restyling dalle opposizioni consiliari

RAVENNA. «Netta con-trarietà alla chiusura di piazza Kennedy, che rap-presenta un "crocevia strategico" d'incontro e di facile accesso al cen-tro storico» arriva da Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale Udc. Il consigliere ritie-ne via siano «almeno due variabili insormon-tabili prima della tra-sformazione dell'area: manca la soluzione im-mediata finalizzata a compensare i posti di so-sta eliminati e, soprat-tutto, non si tiene conto che rispetto agli atti pre-liminari in discussione, ci troviamo nel bel mez-zo di una crisi fortissi-ma». Spadoni è contra-rio alla soluzione dell'ex vivaio, perché «smantel-lerebbe un'area verde di pregio naturalistico per creare un parcheggio", mentre «paradossal-mente nel restyling di piazza Kennedy si tenta di inserire qua e là mac-chie di verde». Quanto all'ipotesi caserma «pas-seranno sicuramente al-

Spadoni: «Commercio già duramente colpito dalla crisi»

ti. Altrettanto negativi

ma ancor più sferzanti sono i giudizi che arri-vano da Maurizio Buc-ci, albergatore e consi-

gliere comunale del Pdl: «Reso noto il progetto per la nuova sistemazio-ne di piazza Kennedy, i cittadini hanno compre-so che è veramente brut-

to». Bucci da parte sua lo trova «decisamente tri-ste e senza anima» e la piazza così strutturata «non avrà alcuna utilità per la collettività». La bocciatura arriva su tut-ta la linea: «Brutte e i-nutili sono quelle pensi-line in ferro, triste è la quantità di pavimenta-zione inserita, banale è la volontà del progetti-sta di inserire l'attività per la produzione della piadina». Il consigliere di opposizione è comun-que convinto che «la po-litica che qui domina e decide in modo autorita-rio e totalitario tirerà dritto e il progetto sarà realizzato fregandosene delle attività commer-ciali, private dell'unico accesso con sosta al cen-tro storico, fregandose-ne delle critiche sulla qualità architettonica, tutto da copione; perché questa non è una fiaba ma la realtà dettata da amministratori miopi e incompetenti che impe-rano da decenni nel no-stro Comune».

Bucci: «Spazio senza anima che non avrà alcuna

utilità per la collettività» cuni anni prima di un possibile utilizzo». Va considerata poi «la crisi e il calo dei consumi» che già hanno colpito du-ramente i commercian-

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Festa all'insegna di legalità, equità e crescita

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Festa all'insegna di legalità, equità e crescita Dal tradizionale ritrovo dei Giardini alle iniziative di Russi , Lugo e Faenza

RAVENNA. Quest'anno la festa del Primo Maggio per Cgil, Cisl e Uil di Ravenna sarà all'insegna della "Le-galità. Equità, crescita", con una se-rie di iniziative che verranno realiz-

zate un po' in tutta la provincia. A Ra-venna la festa dei lavoratori si cele-bra ai giardini pubblici, di viale Santi Baldini, a partire dalle 12, con la tra-dizionale distribuzione dei garofani.

Alle 15, Gianluigi Tar-taull proporrà i "Canti del lavoro" mentre alle 16 prenderà la parola Alber-to Morselli, segretario generale nazionale della Filctem Cgil. Seguirà lo spettacolo itinerante dei Musicanti di San Crispi-no. Ai giardini è prevista anche un'esposizione di disegni su temi del lavoro degli alunni delle scuole e-lementari di Ravenna. Il pomeriggio sarà caratte-rizzato anche dal centro di animazione laborato-rio per bambini con truc-cabimbi, baby dance, gio-chiamo e coloriamo con merenda ai giardini. All'interno della festa sa-rà possibile anche man-giare in un punto ristoro e in un gazebo gestito dalla cooperativa delle donne della Life con il loro cate-ring che propone piatti et-nici. A Russi, i sindacati dei pensionati e il centro sociale Porta Nova festeg-giano, dalle 14, nel parco antistante il centro socia-le. Sarà presente l'asso-ciazione Grama di San Pancrazio con il percorso "Dalla canapa alla tessitu-ra"; ci saranno inoltre: la-vorazione delle scope di saggina, l'esposizione

dell'associazione Mater di Russi, e la musica e i canti del gruppo "I Maggiaioli" di Popolano (Marradi). Il pomeriggio sarà allietato da uno stand gastronomi-co e per tutti i bambini è previsto il battesimo della sella con i pony del centro turismo equestre di Rus-si. A Faenza, invece, l'ap-puntamento è in piazza del Popolo, a partire dalle 9, con la distribuzione di dolci, bevande ed il tradi-zionale garofano rosso. Contemporaneamente, è prevista l'esibizione dei Musicanti di San Crispi-no, ed alle 10.15 l'interven-to di Riberto Neri, segre-tario generale di Uil Ra-venna. Seguirà, alle 11, lo spettacolo di burattini "Le avventure di Fagioli-no e Sganapino" a cura di di Riccardo Pazzaglia. A Lugo, il Primo Maggio si festeggerà, dalle 9 alle 12.30, in Largo della Re-pubblica, al Pavaglione, con la settima edizione di "Un altro mercato è possi-bile", un'iniziativa all'in-segna della solidarietà a cui parteciperanno le as-sociazioni equo-solidali, oltre all'esposizione dei lavori degli ospiti del Sas-soli, Diurno Rsa S.Dome-

nico e Casa della Carità. La musica di Vittorio Bo-netti sarà protagonista al-le 10 e il gruppo Aquiloni di Coop Adriatica costrui-rà aquiloni per i bambini. Alle 11,30 sarà poi la volta del sindaco di Lugo Raf-

faele Cortesi, che pre-mierà gli alunni delle scuole elementari Ghe-rardi-Baracca per un con-corso sul lavoro minorile (fino al 2 maggio le opere saranno esposte nella sala "Le pescherie" di Lugo).

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«Dai falsi agriturismi concorrenza sleale» La denuncia Confesercenti dopo i controlli della Finanza

RAVENNA. Ora che anche gli agriturismi sono entrati nel mirino dei controlli su lavoro nero ed evasione fiscale della Guardia di Finanza, per Confesercenti è finalmente arrivata l'occasione per riflettere su una materia che rischia di generare una concorrenza sleale nei confronti dei pubblici esercizi già colpiti dalla crisi e dalla contrazione dei consumi per le famiglie italiane.

I dati resi noti dalla Finanza sui controlli effettuati negli ultimi quattro mesi in Provincia, hanno (come riferito ieri dal Corriere) riguardato anche gli agriturismi, alcuni dei quali sono stati trovati con personale irregolare o colti nell'erogare "scontrini non fiscali". «Questi dati - ha commentato Giacomo Costantini, responsabile provinciale Pubblici esercizi di Confesercenti - sono la dimostrazione che quando si tolgono dei paletti normativi solo ad alcune categorie, in questo caso aziende agricole autorizzate a svolgere attività ristorative, si creano situazioni di concorrenza sleale nei confronti di quei pubblici esercizi, che svolgono le loro attività nel rispetto delle norme, dall'Haccp, un

sistema di controllo che previene i pericoli di contaminazione alimentare, alla sicurezza antincendio e così via».

Gli agriturismi sono in sostanza aziende agricole alle quali una legge regionale del 2009 consente di vendere i propri prodotti anche attraverso un servizio di ristorazione, su cui è previsto un minore impegno fiscale e minori vincoli normativi dal momento che va ad integrare il reddito dell'agricoltore, un po' come accade per la vendita a chilometri zero dei prodotti ortofrutticoli nei cosiddetti "mercati contadini". «Ma se all'interno di un agriturismo il ristorante è aperto tutti i giorni - ha aggiunto con una punta di provocazione Costantini - chi si occupa dell'azienda agricola? E' possibile verificare in quale percentuale i prodotti dell'azienda agricola finiscono effettivamente sulla tavola dell'agriturismo che porta lo stesso nome? Per non penalizzare la categoria dei pubblici esercizi, occorre incrociare anche per gli agriturismi dati differenti, come la merce in magazzino, i posti a sedere, il numero di dipendenti».

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29/04/2012

«Defibrillatori nelle scuole, palestre e stabilimenti balneari» Interrogazione al sindaco: «È possibile attingere risorse già finanziate dalla Regione»

RAVENNA. «L'improvvisa morte di Morosini durante una partita ha richia-mato l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità che si dia corso, nei luoghi di aggregazione cittadina e di grande frequentazione, a una diffusione graduale e capillare dei defibrillatori semiautomatici, in modo da costituirne una rete in grado di favorire la defibrillazione entro 4-5 minuti dall'arresto cardiaco, se necessario prima dell'intervento dei mezzi di soccorso sanitari».

Il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Anci-si riporta quanto scritto nel decreto del ministero della Salute in data 18 marzo 2011, «non molto conosciuto e ancora meno applicato, che ha come ti-tolo Determinazione dei criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillato-ri automatici esterni».

Il decreto, fa sapere An-cisi, ha dato seguito a una norma della Finanziaria 2010, «che autorizza la spesa di 4 milioni di euro per il 2010 e 2 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012, finalizzata a finan-ziare presso le Regioni e i Comuni la diffusione di defibrillatori esterni». E a Ravenna, non manca di ri-cordare il consigliere, «il problema è sentito anche con maggior intensità, per via della morte recen-te del campione di palla-volo Vigor Bovolenta, ra-vennate di adozione, a causa di un malore duran-te una partita».

Il decreto assegna alle Regioni il compito di in-trodurre nei territori pro-grammi di diffusione dei defibrillatori e di forma-zione degli operatori, coinvolgendo i servizi d'e-

mergenza locali e potendo autorizzare l'installazio-ne di un sistema automa-tico di allertamento del 118.

A Ravenna, suggerisce Ancisi, «un programma comunale di prima diffu-sione dei defibrillatori, da proporre alla Regione, po-trebbe riguardare struttu-re pubbliche, come gli im-pianti sportivi e le scuole; ma anche gli stabilimenti balneari». Ma non esclude «in attesa di una favorevo-le risposta della Regione, un avvio rapido del pro-gramma con l'uso di risor-se locali, ricorrendo an-che a contributi e sponso-rizzazioni di privati, co-me fondazioni bancarie, associazioni imprendito-riali, aziende».

Mentre per gli stabili-menti balneari, «potrebbe farsene carico loro stessi, cominciando da quelli do-ve si svolgono le feste da ballo ad alta frequentazio-ne, o le loro associazioni, in modo da insediare una prima rete di defibrillato-ri sul litorale già dalla prossima stagione estiva. Il costo di un defibrillato-re si aggira sui 1.000-1.500 euro, dunque non eccessi-vo. La formazione degli o-peratori richiede la fre-quenza di corsi non parti-colarmente impegnativi, anche perché le operazio-ni che devono compiere sono relativamente sem-plici».

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Plauso a Steno, la Fiom attacca

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di Ravenna ~ere press LinE

29/04/2012

LA POLEMICA

Pdl: «Ennesime nomine esclusivamente politiche» Terminal container, per Ancarani e Foschini «un assist del Pd all'antipolitica» RAVENNA. Il Pdl si scaglia contro le nomine

«esclusivamente politiche» nel cda del Terminal container Ravenna. «Dunque il socio di maggio-ranza di Tcr, una società pubblica al 100 % - clas-sico esempio nel quale un ente pubblico si prende discutibilmente l'incarico di fare un mestiere che toccherebbe ai privati - procede a nominare i nuovi componenti del cda», ricostruiscono i con-siglieri Alberto Ancarani e Nereo Foschini. «Ed ecco che il socio Sapir, che già vede come suo presidente Matteo Casadio (Pd ex Margherita, già consigliere comunale poi assessore) nomina come consiglieri di amministrazione lo stesso

Casadio (che ne diventa presidente pro-tempore), Luisa Babini che forse lo diventerà (Pri, già con-sigliere comunale e regionale) e Roberto Rubboli (Pd ex Ds, già consigliere comunale nella scorsa consiliatura). Di questi, l'unico ad avere oltre a una nota appartenenza politica, anche specifiche competenze per un simile incarico è quest'ultimo - sottolineano -. Ci domandiamo: qual è il limite di faccia tosta e impunità oltre il quale la sinistra intende fermarsi? Fino a che punto il Pd e i suoi alleati vogliono regalare consensi all'antipoliti-ca proseguendo pratiche e metodi che sono ormai intollerabili per l'opinione pubblica?».

Container al porto

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di Ravenna ~ere press LinE

29/04/2012

Plauso a Steno, la Fiom attacca «Caro sindaco non basta creare

lavoro, bisogna rispettarlo» RAVENNA. L'amicizia dichiarata e ostentata del sin-

daco Matteucci col cavaliere Steno Marcegaglia e le sue recenti parole di ringraziamento all'imprendito-re, non sono piaciute alla Fiom che ieri - a pochi gior-ni dal 1° maggio e pochi mesi da una condanna dello stesso Marcegaglia per comportamenti antisindacali - ha voluto ricordare a Matteucci che il lavoro non solo va creato, ma anche difeso nella sua dignità.

«Caro sindaco, condivi-diamo con lei - scrivono in una nota congiunta il se-gretario provinciale della Fiom Milco Cassani e tre delegati Rsu, Andrea Giu-liani, Michele Iannantuo-ni e Igor Lelli - il fatto che la crescita di questa azien-da sia un fatto straordina-riamente positivo per l'in-tero tessuto economico provinciale. Partendo pro-prio dalla sua amicizia di-chiarata con il Cavaliere (inteso come Steno Mar-cegaglia, n-dr), non le sarà impossibile alla pri-ma occasione dirgli che un conto è ringraziarlo per le assunzioni fatte ma dall'altro sarebbe oppor-tuno chiedergli anche il pieno e totale rispetto del-le norme contrattuali e le-gislative, visto che nel me-se di giugno 2011, ha rice-vuto una condanna per condotta antisindacale dal Tribunale di Ravenna, in quanto nella sua azien-da erano stati assunti 40 ragazzi in maniera illecita e solo grazie all'azione sin-dacale della Fiom, hanno potuto trovare la stabiliz-

zazione in azienda e il ri- conoscimento del danno e- conomico arrecato agli stessi. Come organizzazio- ne sindacale, crediamo che non sia sufficiente il fatto che qualcuno offra un lavoro per esservi rico- noscenti, perchè per ga- rantire buona occupazio- ne nel territorio ed evitare fenomeni di degrado è im- portante anche garantire diritti e tutele nel pieno ri-

spetto delle norme legi- slative e contrattua- li».

Non si è fatta attendere la replica del sindaco: «Caro Cassani e cari delegati, vi ringrazio di cuore per la vostra lette- ra, per i suoi toni e i suoi contenuti. Concordo con voi: è un fatto molto positi- vo che il Gruppo Marcega- glia investa nella nostra cit- tà. Così come concordo sul ruolo essenziale delle orga- nizzazioni sindacali e sul fatto che il tema dei diritti dei lavoratori è essenziale in tutte le aziende nessuna esclusa. Anche in tempi di crisi». Il sindaco propone poi alla Fiom un incontro nei prossimi giorni.

i replica: amoci per aree»

Matteucc «Incontri

parl

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P aaso a Steno, a Fiom affama

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«Anche il folklore e la tradizione fanno parte di Ravenna capitale»

RAVENNA. Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi ha pre-sentato ieri mattina al ristoran-te Cà erbosa di Bastia, la 20' e-dizione della maratona intitola-ta al maestro Secondo Casadei, in programma il 6 maggio. Min-gozzi ha ricordato come «la tra-dizione musicale romagnola, il liscio e il folklore, che hanno a-vuto in Casadei un grande pro-tagonista», facciano parte «della cultura della nostra popolazio-ne» e vadano riconosciuti come «una componente del nostro vi-vere civile e della tradizioni po-polari». «A tale proposito - ha annunciato - stiamo organizzan-do un incontro in Municipio con tutte le associazioni e gli appas-sionati che si dedicano a questo spaccato della nostra storia mu-sicale e del ballo, affinché la me-moria, la documentazione e le testimonianze che Ravenna può offrire non vadano disperse, an-che in relazione alla nostra can-didatura a capitale europea del-la cultura». Mentre ad alcuni do-centi della facoltà di Conserva-zione dei beni culturali, che con-templa un esame di storia degli strumenti musicali, Mingozzi ha chiesto di collaborare a que-sta iniziativa «per dare conti-nuità all'importante espressio-ne del nostro folklore anche da un punto di vista didattico e scientifico». Le associazioni presenti hanno assicurato la lo-ro collaborazione.

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Plauso a Steno, la Fiom attacca

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L'esempio di Zac nell'Italia dell'anti politica Il ricordo di Pierluigi Castagnetti:

«Per lui servire gli elettori era tutto» RAVENNA. Zaccagnini

riteneva che fosse «com-pito dei laici maneggiare la storia» e che il valore dello Stato fosse quello di garantire la giustizia, «occuparsi dei deboli e far stare meno male le persone». Pierluigi Caste-gnetti, parlamentare del Pd, ultimo segretario del Ppi, è intervenuto nel po-meriggio di ieri alla sala Muratori della Biblioteca Classense per partecipa-re al convegno - indetto da Centro Studi Donati con Acli, Azione Cattolica, Confcooperative, Cisl, Coltivatori Diretti, coor-dinato da Livia Molducci, presidente del consiglio comunale - in occasione del centenario della na-scita dello statista raven-nate: «Zaccagnini si con-siderava un rappresen-tante del popolo e per lui non c'era altra espressio-ne che il servizio».

Nell'interessarsi al be-ne della collettività, «non si sentiva mai appagato. La politica non è quello che si crede oggi. Può non esserlo».

La cosiddetta "Seconda Repubblica" sta finendo sotto le macerie della cor-ruzione, così come la "Prima Repubblica". Nell'attuale fase della vi-ta pubblica, la politica è non da pochi ritenuta un'«occasione per au-mentare le convenienze personali», e la «furbizia» e l'interesse privato tro-vano largo spazio. Una si-tuazione talmente radica-ta - ha proseguito l'ex lea-der del Ppi - che è ormai caratterizzata dall'assue-

fazione: «Ad un certo mo-mento, non ce ne siamo più scandalizzati».

Ma - ha puntualizzato Castagnetti - sarebbe gra-vissimo errore quello di cedere alla tentazione dell'antiparlamentari-smo. Certo, la «democra-

zia è un'esperienza fatico-sa», ma l'alternativa alla rappresentanza delegata ai partiti e al Parlamento fa naufragare le istituzio-ni, come già accadde in Germania, dove la fragile Repubblica di Weimar ce-dette il passo al regime

nazista, o nella stessa Ita-lia, dove la debolissima classe dirigente liberale degli anni Venti su sop-piantata dal fascismo, ri-tenuto inizialmente an-che da illuminate perso-nalità della cultura e dell'economia uno stru-

mento utile per riportare pace sociale e ordine in un paese vulnerato da cri-si, incertezze e divisioni.

Zaccagnini - ha sottoli-neato Castagnetti - fu elet-to segretario politico del-la Dc nel 1975, all'indoma-ni della storica sconfitta

A sinistra "Zac"; al centro

Molducci, Castagnetti e

Matteucci; sotto in prima fila

i familiari (Foto M. Fiorentini)

dello Scudocrociato al re-ferendum sul divorzio: il partito di maggioranza relativa ormai non sem-brava più in grado di in-tercettare i sentimenti dell'opinione pubblica, urgeva una svolta per ri-generarne le fondamenta ideali e l'«onesto Zac», su proposta di Moro, fu de-signato come l'uomo giu-sto per la sua credibilità e per l'entusiasmo che sa-peva suscitare fra le gio-vani generazioni di mili-tanti. La sua figura - per i principi personalmente vissuti, più che proclama-ti - si differenziava da una classe dirigente autorefe-renziale ormai ripiegata sul mero esercizio del po-tere.

«Ricordo quando Zacca-gnini fu eletto segretario della Dc», ha affermato il sindaco Fabrizio Mat-teucci, evocando un atto che fu all'insegna del «co-raggio rivoluzionario del cambiamento»: coraggio che servirebbe ancor og-gi, per dare nuovo spirito alla vita delle istituzioni e per respingere le insi-nuanti sirene dell'antipo-litica.

«Il cristianesimo di Zac-cagnini era senza integra-lismi né chiusure», ha so-stenuto Natalino Guerra: «Sapeva dialogare con tutti. Anche oggi, il suo e-sempio è segno di con-traddizione».

L'ex deputato Aldo Pre-da ha portato il saluto di Ernesto Olivero, di cui e-ra stata annunciata la presenza ma che è stato impossibilitato a rag-giungere Ravenna.

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di Ravenna CCorriere press LinE

29/04/2012

Gli ecologisti: «Agricoltori penalizzati dall'applicazione dell'Imu» LUGO. Per gli ecologisti locali della Bassa Romagna l'applicazione dell'Imu al settore agricolo da parte del governo, così come è stata formulata, è assolutamente penalizzante mei confronti di un settore già in forte crisi. «L'agricoltura, a fronte di un reddito basso, richiede un alto capitale di terreni e immobili. Tassare i fabbricati a uso strumentale, come vecchie stalle, magazzini, fienili, tettoie per il ricovero degli attrezzi, ecc., edifici

spesso fatiscenti, che da soli non producono reddito, significa introdurre una doppia tassazione, visto che già viene pagata l'Irpef sui terreni». Oltre a ritenere sbagliata la scelta del governo, gli ecologisti chiedono una corretta attribuzione delle aliquote Imu del settore agricolo della Bassa Romagna, più coerente coi redditi prodotti, vale a dire: 1,06% per i terreni destinati a colture energetiche e impianti

fotovoltaici, «visto che snaturano il ruolo dell'agricoltura»; 0,86% per i terreni condotti da coloro che non sono imprenditori agricoli a titolo principale; 0,66% per i terreni coltivati da imprenditori agricoli a titolo principale; 0,46% per i terreni coltivati da imprenditori agricoli a titolo principale con reddito imponibile inferiore a 7.500 euro; per questi ultimi anche 0,2% per la prima casa e 0,1% per i fabbricati strumentali.

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«Critiche sconcertali

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29/04/2012

Ravenna come Chicago, anzi meglio Muti dirige la sua orchestra americana davanti al Pala De Andrè in visibilio

RAVENNA. A guardare dall'alto pochi minuti prima dell'inizio del con-certo, il Pala de André sembrava un enorme for-micaio: brulicante di 4300 persone intente a prender posto per ascol-tare l'imperdibile tappa ravennate della Chicago Symphony Orchestra -già ordinatamente schie-rata sul palcoscenico -che qui, nella città in cui vive il suo direttore, il maestro Riccardo Muti, chiudeva venerdì sera la sua tournée europea e al tempo stesso dava il via all'edizione 2012 di Ra-venna Festival.

E non c'è da stupirsi, perché la fama della grande orchestra ameri-cana, insieme a quella del maestro - ma anche all'affetto che lega i ra-vennati a Muti -, non po-teva che muovere il pub-blico delle grandi occa-sioni: basti pensare che questo solo concerto è stato seguito da un nu-mero di spettatori pari a quello che complessiva-mente vi ha assistito nel-le precedenti tappe ita-liane del tour, Roma, Na-poli e Brescia.

E per una volta, utiliz-

zare la parola "evento" non è fuori luogo; e nem-meno accostarvi l'agget-tivo "popolare": per il ca-lore di una platea stermi-nata, assistita da due me-ga schermi pronti a resti-tuire le immagini del maestro e dell'orchestra anche ai posti più lonta-ni dal palcoscenico, e so-prattutto per la forza co-municativa che gli inter-preti hanno saputo espri-mere. Con una qualità musicale ed una coesio-ne espressiva al di sopra

di ogni aspettativa. Evi-denti fin dal repentino srotolarsi dell'attacco della Suite Sinfonica da "Il Gattopardo" di Nino Rota che Muti ha scelto per aprire il concerto, e nell'atmosfera decaden-te che ne attraversa la partitura, esaltata dalla densità degli impasti timbrici di un'orchestra che conferma pienamen-te la sua fama di perfetto meccanismo sonoro. La levigatezza timbrica di o-gni sua singola sezione,

la compattezza e la po-tenza sonore e la sensibi-lità dinamica che la ani-mano sono strumenti im-pareggiabili nelle mani di Muti per sondare poi le profondità del "Tod und Verklarung" di Ri-chard Strauss. Il poema sinfonico interpretato lungo il filo tesissimo di inquiete pulsazioni in-terne, di un lavorio na-scosto, eppure limpido, illuminato dall'emerge-re di timbri isolati, fino al turgore drammatico dell'aurora finale.

Una tensione che attra-versa anche l'ultima pa-gina in programma, la Quinta Sinfonia op. 47 di Dmitrij Sostakovic, ope-ra dall'insondabile mes-saggio, di cui Muti arri-va a scoprire ogni detta-glio interno, ogni recon-dita piega, come ad illu-strarne, in miracolosa sincronia, la vena ironi-co-parodistica e quella tragica, il detto e il non-detto. E infine: "Al-trove lo presento, qui non serve..." dice il mae-stro. È a Verdi, la sua "lingua madre", che ri-serva il bis, la sinfonia de "La forza del destino".

Susanna Venturi

Muti dirige la Chicago Symphony Orchestra

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29/04/2012

Conto alla rovescia per la mostra del Centenario

Le opere di Palanti in mostra ai Magazzini del sale

CERVIA. La mostra del Centenario, che caratterizzerà tutta l'estate ai Magazzini del sale, non poteva che essere dedicata a Giuseppe Palanti. Oltre che pittore, urbanista e illustratore, l'artista milanese fu intatti l'ideatore della "Città giardino", su ispirazione di Ebenezer Howard. Per celebrarlo, il Comune investe 150mila euro e si allea con i Musei forlivesi del San Domenico. L'appuntamento è per sabato 12 maggio alle 17.30, quando andrà in scena il vernissage. Poi le opere de "e nostar pitor" - come lo chiamavano i cervesi - saranno visibili fino al 30 agosto.

«Sarà la più grande mostra su Palanti mai realizzata - preannuncia il sindaco Roberto Zoffoli -: ha ricevuto anche il sostegno della Cna, e vede Confcommercio impegnata a promuovere le visite alla mostra su Wild, di cui fa parte. Tutte queste iniziative, valorizzano l'identità del territorio». Divisi in sezioni, verranno esposti le pitture, i ritratti, i manifesti, le riviste, i bozzetti, gli studi grafici, i documenti inediti, provenienti da musei e collezioni private.

«Con questa evento - afferma il coordinatore Gianfranco Brunelli - si ripercorre l'intera vicenda poetica, esistenziale e artistica di questo poliedrico personaggio. L'allestimento si fonde con le 160 opere presenti, è una carezza nell'ambiente che le esalta. Palanti si confrontò con le correnti del Novecento, anche in qualità di insegnante dell'Accademia di Brera, dove nascevano le nuove tendenze. E' certo un grande pittore,

che ha ripreso lo stile del tardo romanticismo, passando poi all'avanguardia parigina e all'impressionismo dell'ultima stagione. Ed ha vissuto nella città che sale, come diceva Boccioni. A Milano, allora, nacquero il progressismo e la reazione fascista, oltre che l'industria. Ma lui capì che l'artista non era più solo quello che sta davanti al cavalletto, ma deve guardare alla vita sociale ed economica, immortalando il gaudio della borghesia nascente. Non a caso ha fatto il pubblicitario, oltre che lo scenografo della Scala, e il disegnatore di capi per l'abbigliamento. Fra i primi intuì quanto fosse strategica la comunicazione, abbinata al bello. La sua filosofia era legata al vivere ed essere felici».

L'amore verso Cervia viene testimoniato dalle tante vele al vento, dal mare e dalle pinete, che ha ritratto con grande maestria e dovizia di colori. Un capitolo a parte della sua cifra stilistica riguarda le figure umane e i nudi femminili. Uno dei dipinti che fa da manifesto alla mostra è l'etereo Vestito turchese, del 1928. Ma Bozzetto in azzurro (1940) e Ritratto di donna seduta (1921) sono un inno alla «spensierata giovinezza». E con Selva di vele, par di sentire il profumo di salsedine che le permea. Sono le immagini di una mondanità che si coniuga alla tradizione, passando attraversi i villini che lui fece costruire a Milano Marittima. Il biglietto di ingresso costa 5 euro, 4 per i residenti.

Massimo Previato

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Le ofidi Palanti inm^^slea ai Magazzini del.*

Un'opera

di Palanti

e gli spazi

espositivi

ai Magazzini

del sale,

dove sarà

allestita

la mostra

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CROSSROADS Hiromi Uehara, il jazz emotivo

All'Alighieri il Trio Project della pianista giapponese

RAVENNA. È uno dei concerti più importanti dell'intera edizione 2012 di Crossroads, il festival jazz regionale che porta all' Alighieri di Ravenna oggi alle 21 il Trio Project di Hiromi, giovane piani-sta giapponese già rile-vante personalità del jazz mondiale.

Nata a Shizouka nel 1979, Hiromi Uehara fu scoperta a diciassette an-ni da Chick Corea, che la volle a fianco a sé nel tour giapponese; tre anni più tardi si trasferì a Boston per frequentare il Berklee College of Music, la più importante scuola mon-diale per la musica jazz. Con l'aiuto dei suoi inse-gnanti Richard Evans e Ahmad Jamal ha pubbli-cato nel 2003 il primo al-bum Another mind, che mescolava musica classi-ca e fusion. Con la band Sonicbloom, da lei fonda-ta, si è spostata verso so-norità jazz elettriche, pre-senti anche nel più recen-te album Voice, del 2011. Dal vivo si presenta in trio o da sola al piano; da ricordare lo storico duet-to live con Chick Corea. L'abbiamo intervistata.

E stato difficile imporsi a livello in- t e rnaz i o- na l e par- tendo dal Giappone, paese piut- tosto peri- ferico ri- spetto alla scena jazz.

«Direi che non è stato molto difficile farsi nota-re come musicista, ma piuttosto la difficoltà è stata nell'adattarsi ad u-no stile di vita totalmente differente da quello giap-ponese, anche perché ave-vo solo vent'anni quando mi sono trasferita a Bo-ston».

Come è percepito il jazz in Giappone?

«Ci sono molti appassio-nati del genere, e molte occasioni per vedere bei concerti; ci sono impor-tanti festival con i più grandi jazzisti mondiali, e il Blue note Japan a To-kio, locale leader della scena jazz nipponica. La gente apprezza molto il jazz, e negli ultimi anni c'è stato un aumento di

interesse». Quando si pensa al

pianoforte e al Giappo-ne, a molti viene in mente Ryuichi Sakamo-to: lo conosce personal-mente, e pensa di avere qualcosa in comune con lui?

«Lo conosco, ma non penso di avere niente a che fare con lui artistica-mente: il mio stile è molto differente, più orientato all'improvvisazione, mentre lui, soprattutto negli ultimi anni, si è av-vicinato molto alla musi-ca classica contempora-nea».

Come definirebbe il suo stile?

«È una domanda molto difficile: trovo molto più facile suonare che spiega-re come suono. Potrei di-re che è emotivo, energe-tico e improvvisato».

Hiromi Uehara

giovane pianista giapponese

di grande successo

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di Ravenna ~ere press LinE

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Il gruppo con cui la vedremo, con Antho-ny Jackson al basso e Simon Phillips al-la batteria, viene pre-sentato co-

me un trio elettrico: è corretto?

«Non lo chiamerei "elet-trico", perché, a parte il basso, non usiamo altri strumenti elettrici».

Ci può dire qualcosa in più del concerto?

«È basato sul cd Voice, ma suoniamo anche qual-che pezzo vecchio e un paio d'inediti. La scaletta però cambia ogni sera, perché a me piace arriva-re in un teatro, respirar-ne l'atmosfera, toccare il pianoforte che userò, e la-sciarmi ispirare dall'u-more che la città mi pro-voca, quindi decido ogni giorno cosa e come suona-re, in relazione all'am-biente e ai materiali che ho in quel posto».

Biglietti a 15 e 20 euro (ridotti a 12 e 18).

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Hiromi Ueliara, 'm emotii o

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di Ravenna ~ere press LinE

29/04/2012

Ravenna Ridens. Domani sera sul palco del Pala De Andrè, i grandi comici di "Zelig"

Di Marco: «Cabaret come psicanalisi» Il musicista-cabarettista e il suo approccio tra parodia e caricatura

RAVENNA. L'attesa è fi-nita. Domani sera sul pal-co del Pala De Andrè dalle 21, salgono Andrea di Mar-co, Giuseppe Giacobazzi, Paolo Cevoli, I Mancio e Stigma, Rocco il Gigolò, Marco della Noce e An-drea Vasumi nella doppia veste di comico-presenta-tore. In poche parole il me-glio di "Zelig" tutto in una sola sera. Oggi conoscia-mo un altro dei protagoni-sti, Andrea Di Marco. Andrea prende le canzoni, le strappa, le stropiccia e le incasina come fa un bambino con il pongo...

Andrea cosa faceva prima di cominciare a

fare cabaret? «Facevo l'insegnante in

un istituto professionale e l'impiegato in azienda di telecomunicazioni. Prima è venuta la passione per la musica, poi, durante uno spettacolo dei Cavalli Marci, quella per il caba-ret»

Come è nata l'idea di storpiare le canzoni, a cominciare da Povia?

«La comicità utilizza la parodia e la caricatura. Io

sono un musicista e quin-di ho associato le due cose. La musica come veicolo di memoria ed emozioni, non hai bisogno di tante parole. Se canto Baglioni, mi permette di essere a-vanti nel racconto. Io ci metto la chiave di lettu-ra...».

C'è anche Sergio Sgril-li che fa qualcosa di si-mile: cosa vi differen-zia?

«Sgrilli verrà ucciso da

un mio sicario! Ci differ-nzia il fatto che io sono un genovese introverso e lui un toscano verace sangui-gno. Ma il genovese ha più cervello. Invece siamo cal-vi entrambi...».

Don Giorgione e gli al-tri personaggi? Come li sceglie e perchè?

«Sono personaggi che sono un po' dentro di me, bisogna aspettare che ma-turino per portarli fuori. Il cabaret come forma di p-

sicanalisi...». Sta studiando qualco-

sa di nuovo? «Ho in mente un cantau-

tore 15enne che fa canzoni per amici e per X factor ed è un teeenager molto bra-vo, ha i genitori che si fan-no le canne, lui invece è un secchione».

Progetti per il futuro? «In questo momento sto

pensando a un nuovo spet-tacolo che mi faccia non abbandonare ma mettere in disparte la chitarra, per usare più la parola e il rac-conto. Ma sempre intera-gendo con la musica».

• Info e prevendite 0544 421211 e 0543 60738

Pagina 28 Speftaca —

Na:,SWB Hiromi Uehara, il jazz emotivo

Andrea Di Marco

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T ra crollata sportiva e romanzo rosa. Così si

diritte l'universo clic gira intorno a Sergio

Alletti, uno dei personaggi più controversi della storia recente del calcio professionistico in

Romagna. Ex vicepresidente del Cesena, patroni di un Ravenna

in enormi difficoltà e presiden-te-lampo di una Triestina fallita, Aletti è ora alle prese, in quanto

penuria offesa, coltura spiace-vole vicenda sentimental-giu-diziaria. La sua ex moglie, l'al-bergaiiice Eimmuella Reciputi,

è infilai alla sbarra insieme ad altre quattro persone con l'ac-cusa di calunnia e stalking ai

danni della nuova compagna di Aletti, Cristina lle Angelis e del-lo stesso patron giallorosso.

L'accusa, per l'exmoglie, è di a-vere ripetutamente molestato

I Sergio Aletti, patron del Ravenna con la compagna Cristina De Angelis

con telefonate e scampanellate

notturne sia l'ex mari Lo che la sua nuova compagna, nonché di avere tentato di investire con •

jluraha l'auto quesCullma. A pagina 15

il direllore

COOP CERAMICA IMOLA DOPO 24 ANNI DI LAVORO Incidente Ragazzino investito

in bici davanti a scuola A pagina 21

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CUORE A SPILLI L'ex moglie alla sbarra insieme ad altre quattro persone per calunnia e molestie nei confronti del patron e della nuova compagna

S talking, derby in tribunale tra le donne di Aletti COMMENTI

La crisi L'aristocrazia della moneta alla conquista del mondo E lo fa con le nuove armi: HFT e 10C

Sacchini a pagina 39

Nuovo Beato L'insegnamento di Toniolo: la vera democrazia è cristiana

Morra a pagina 38

Lo scriba Dalla spazzatura zampillerà a cqua e dalle idee la storia

Fornaciari a pagima 39

Mistica Che strana terra è la Romagna Nella patria dei mangiapreti migliaia di persone vengono a pregare

Gambi a pagina 38

ALL'INTERNO

commerciale icenziato. Marco Maglia, 52 anni, ha passato gli ul-

timi 24 in Cooperativa Ceramica. l'ultimo da direttore

commerciale: un ruolo non stabilissimo, visto che è saltato per tre volte negli ultimi tre an-

ni e mezzo. Chi si siede su quella poltrona si può sentire come sulla panchina dell'Inter:

c'è sempre il rischio che si arri-vi presto ai saluti. Detto, fatto:

1' "esonero" è arrivato anche per Mastria: "Porto con me gli

attestati di stima ricevuti an-che dopo il mio licenziamento - dichiara - Ho lasciato uda-

tienila, ma anche molti affetti" A pagina 24

Venite a visitare il nuovo showroom di Ravenna via Faentina, 212/C • Tel. 0544 501477 • Aperto: lunedì:15-19, martedì - venerdì:9-1230, 15-19, sabato:9-12,15-18

Trovato dopo 5 giorni di ricerche Borgo Tossignano Salvato Scarpelli, agricoltore di 41 anni. Le riprese di una videotrappola per lo studio dei lupi hanno indirizzato i soccorritori

ieto fine per la vicenda che ha tenuto col fiato sospeso

Luna Borgo Tossignano negli ultimi giorni. Dario Scar- elli, l'agricoltore 41enne di cui non si avevano notizie

d-1 domenica scorsa, è stato ritrovato ieri pomeriggio, a

pochi chilometri di distanza dal suo podere di Rio Mescola, men- tre riposava sotto uni albero probabilmente in stato confusionale. t'rasporlalo al pronto soccorso di Imola è stalo visitato e medi- cato. Nei prossimi giorni, probabilmente, si riuscirà a capire me-

glio quali sono stati i motivi del suo allori Lamunento. Scarpelli era stato ripreso casualmente da una videotrappola posizionata da una agricoltore all'incrocio tra le località Rio Mescola e Mn

Masolino, per mormorare la fauna selvatica, in particolare i lupi. A pagina 27

Degrado in piena zona dantesca RAVENNA Latrine a cielo

aperto e atti vandalici a due passi dalla tomba di Dante. Un problema, quel-

lo del degrado nel 'salotto buono' cittadino e in parti-colare sotto i portici di via Gordini e via Corrado Ricci

- nottetempo utilizzati co-me bagni pubblici e casso-netti - che pare presentar-

si da parecchi mesi. Nelle ultime settimane, però, la

situazione - come denun-ciano alcuni commercianti della zona - sembra dav-

vero divenuta insostenibi-le. Con gli esercenti che si dicono "esasperati". A mal

"Sì alla sicurezza no alla moschea"

CASTEL BOLOGNESE La Lega ha raccolto centi-

naia di firme per bloccare il progetto di un Centro i-slamico in via Serraglio.

"Se i cittadini la vogliono noi ci faremo da parte. Ma non vogliamo che venga imposta in una fase cosi

delicata per la città". A pagina 19

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press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

L'ENIGMA

Bagni pubblici Pochi e fuori dal centro RAVENNA Un problema di vec-chia data ma ancora irrisolto. Stiamo parlando della scarsità di servizi igienici pubblici in città. E in particolare in centro storico. Sono appena sei i punti in cui i servizi sono situati: in via Mura di Porta Serrata, piazza Baracca, via Pasolini, via Eraclea, piazzale Al-do Moro e nella Rocca Brancaleo-ne. "Troppo pochi" - come più volte sottolineato dal capogrup-po di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi che in diverse interroga-zioni al sindaco aveva ribadito come "Il centro storico, meta del-la massima parte del turismo, contasse appena tre toilette pub-bliche, peraltro collocate in posi-zione abbastanza decentrata". Non a caso il civico aveva chiesto al Comune di intervenire: "Alme-no in vista della candidatura a Capitale europea della Cultura -scriveva Ancisi - auspico che l'amministrazione intenda realiz-zare un piano di adeguamento e potenziamento dei servizi igieni-ci, in modo che siano presenti al-meno nei punti di maggiore af-fluenza o transito dei turisti". Da allora, tuttavia, nessuna novità. E i disagi e il degrado aumentano. Una prima risposta verbale era giunta dall'assessore al turismo e commercio Andrea Corsini: "L'o-stacolo insormontabile c'è, e non è di ordine economico - afferma-va Corsini - nella zona monumen-tale infatti è impossibile installare bagni pubblici, perchè ci sono molti vincoli di posizionamento posti giustamente dalla Soprin-tendenza". Per ora, dunque, di soluzioni neanche l'ombra.

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Degrado a due passi dalla tomba di Dante

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Ravenna

MOVIMENTO 5 STELLE Critiche al progetto presentato dal Comune "Non caratterizza lo spazio e non ne rende invitante l'utilizzo"

"Piazza Kennedy rischia di diventare un deserto" RAVENNA I 'Grani' contesta-no apertamente il progetto per la riqualificazione di piazza Kennedy presentato dal Co-mune: "Tanti temi si intreccia-no in questa vicenda; quelli a nostro avviso più importanti -scrivono i 'Grillini' riguardano il piano del traffico e l'uso che verrà fatto della piazza liberata dalle auto. Il progettato allon-tanamento delle auto è a no-stro avviso, necessario, ma -mettono in guardia i 'Grillini -ci pare evidente che una simi-le mossa debba essere ben ge-stita, altrimenti si rischia di far morire in tutti i sensi il nostro già asfittico centro". Il Movi-mento 5 Stelle vorrebbe, dun-que, che alla chiusura al traf-fico della piazza si associasse un vero piano della mobilità: "Per ora - invece - affermano i 'Grillini' si è solo parlato di di-rottare le auto sia verso la po-co distante area dell'ex-caser-ma, sia sacrificando l'adiacen-te "parco delle lucciole", una delle pochissime aree verdi su-perstiti all'interno delle vec-

`Prima di chiudere la piazza alle auto serve un vero piano della mobilità urbana"

chie mura. Nel mare delle as-surdità - proseguono i 'Grillini' l'unica cosa positiva che ab-biamo udito dall'assessore Corsini riguarda la richiesta di maggior utilizzo del parcheg-gio di proprietà provinciale e-sistente in via Port'Aurea". Traffico a parte, il Movimento 5 Stelle contesta anche il pro-getto pensato per la piazza:

"Per riqualificare una piazza di quel tipo, con spazi molto am-pi, priva di presenze commer-ciali rilevanti in grado di atti-rare persone e posta al di fuori dei percorsi turistici usuali è necessario - dicono i 'Grillini' - caratterizzare lo spazio, ren-derne invitante l'utilizzo". O-biettivo che, a detta del 5 Stel-le, "il progetto attuale, "algido e scostante", non riuscirà pro-prio a centrare". I 'Grillini' au-spicano che i cittadini possa-no "riappropriarsi visivamente e fisicamente di questa piazza" e ritengono che "un milione di euro per un progetto di questo tipo, che corre il serio rischio di fare rimpiangere il parcheg-gio, sia francamente troppo". Secondo il 5 Stelle "sarebbe sufficiente creare spazi di ag-gregazione per concerti ed e-venti e dotare la piazza di ver-de e di ombra. Idee molto semplici e funzionali che, a nostro avviso, erano molto be-ne espresse nell'accogliente e gradevole progetto secondo classificato".

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Degrado a due passi dalla tomba di Dante

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press unE LAVOCE.:4s- 29/04/2012

Rovenna

Parco delle lucciole Il WWF attacca il Comune RAVENNA "Quanto valgono le opinioni di oltre 1800 cittadini e delle associazioni ambientaliste, tese a difendere un'area verde sulla quale, caso più unico che raro, è possibile ammi-rare le lucciole nella calde serate estive? Quanto conta dimo-strare che quei 70 posti auto che costeranno alla collettività più di 4000 euro ognuno visto che metà della piazza della Resistenza è completamente vuota? Perché si continua ad i-gnorare i risultati dell'indagine che ha dimostrato come i parcheggi, anche quelli adiacenti all'area in oggetto, sono sottoutilizzati e andrebbero invece migliorati?". Sono le do-mande che il WWF di Ravenna pone all'assessore Corsini ed alla giunta ravennate che, forse forte della maggioranza as-soluta in consiglio, non vuole ascoltare chi sta difendendo l'ultima area verde del centro storico, ossia il Parco delle Luc-ciole. Una lotta lunga e civile nel pieno rispetto delle istitu-zioni e dei processi democratici che sono messi a disposi-zione dei cittadini per proporre in modo costruttivo progetti utili per la città. "Nonostante questo - afferma l'associazione ambientalista - le istituzioni si sono prese gioco di noi, di Le-gambiente che con noi si è impegnata molto sulla difesa dell'area dello stesso comitato cittadino ma soprattutto di oltre 1800 cittadini che hanno firmato la petizione". L'area che vogliono cementificare, di oltre 2.000 metri quadri, gode di un habitat particolarmente privilegiato dal punto di vista ambientale essendo protetta da una parte dalle mura stori-che e dall'altra dalle carceri, ma soprattutto perché in disuso da oltre un decennio. Condizioni quest'ultime favorevoli al-l'affermarsi di una interessante naturalità, un patrimonio per i cittadini. Ma l'assessore Corsini la vuole trasformare in un parcheggio. "Non riusciamo a capire come l'assessore possa tranquillamente affermare che il parcheggio sorgerà nell'ex vivaio quando - prosegue il WWF - esistono in Comu-ne due mozioni (una di Lista per Ravenna contro il parcheg-gio e una del Movimento 5 Stelle a favore del Parco delle Luc-ciole) che devono essere ancora votate dal Consiglio. Forse grazie alla maggioranza assoluta del Pd si sente più tranquillo nell'affrontare queste votazioni?".

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Degrado a due passi dalla tomba di Dante

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RAVENNA

press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

CENTRO STORICO La denuncia di alcuni esercenti di via Gordini e Corrado Ricci "Ogni mattina questi portici ridotti a porcile"

Degrado a due passi dalla tomba di Dante Latrine a cielo aperto e atti vari-

dalici a due passi dalla tomba di Dante. Un problema, quel-lo del degrado nel 'salotto

buono' cittadino e in particolare sotto i portici di via Gordini e via Corrado Ricci - nottetempo utilizzati come ba-gni pubblici e cassonetti - che pare presentarsi da parecchi mesi. Nelle ul-time settimane, però, la situazione -come denunciano alcuni commer-cianti della zona - sembra davvero di-venuta insostenibile. Tanto che, ogni mattina - "e soprattutto nel fine setti-mana" - alla riapertura delle proprie attività gli esercenti si troverebbero costantemente alle prese con spetta-coli a dir poco raccapriccianti. "Ormai - racconta Adele, titolare dell'edicola all'angolo tra via Gordini e Corrado Ricci - all'olezzo di urina non ci fac-ciamo più nemmeno caso, quello è il male minore. Il vero problema è che questi portici ogni mattina - tra deie-zioni umane, vomito, rifiuti abbando-nati e vetri rotti ovunque - sembrano sempre più simili ad un porcile". L'e-dicolante ha tentato di porre rimedio alla situazione piazzando alcuni car-telli nei quali invitava gli incivili habi-tué a rispettare la città e a mostrare un briciolo di educazione: "Tentativo -

racconta Adele, ormai rassegnata a pulire ogni mattina il pavimento del portico con straccio e mocio - andato purtroppo a vuoto. Anzi, uno di questi maleducati cittadini ha scambiato l'accesso alla mia edicola come il pro-prio bagno personale". Ancora peggio sembra andare alla ti-tolare del Bar Byron di via Gordini: "Non sappiamo più che fare - ammet-te candidamente Ana che da 9 anni gestisce il locale - ogni mattina qui fuori è una tragedia, trovo vetri rotti ovunque, cartacce, macchie di vomi-to, urina, sangue. E' uno schifo, un ve-ro schifo" - ammette sconsolata la ba-rista. I segni del degrado sarebbero ancora più evidenti nel fine settimana: "Qui vicino ci sono diversi locali, nel weekend molto frequentati - afferma Ana - evidentemente tra chi frequenta questi posti c'è gente maleducata che non sa cosa sia il decoro urbano". Ma la barista, oltre a fare i conti con la scarsa pulizia del portico, si trova spesso alle prese con atti di vandali-smo: "È capitato più volte che le no-stre sedie siano state rotte o bruciate durante la notte - racconta - per non parlare poi dei nostri vasi con fiori e piante che troviamo regolarmente ro-vesciati o spaccati". La difficile situa-

zione è stata più volte segnalata a sin-daco e assessore: "Sinora, però - affer-mano all'unisono le due commercian-ti - non abbiamo notato sia stato as-sunto alcun provvedimento, come ad esempio l'installazione di qualche ba-

gno pubblico. Lo stessa dicasi per He-ra - concludono Adele e Ana - dato che paghiamo i servizi come tutti i cit-tadini saremmo grate se i portici ve-nissero tenuti in ordine e lavati".

Andrea Conti

Commercianti inferocite "Servono soluzioni al degrado urbano del centro"

Degrado a due passi dalla tomba di Dante

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press unE lAVOCLot: 29/04/2012 Ravenna

Una domenica con stridoli e fave Torna oggi "Madra", la fiera dedicata ai sapori della nostra terra, che avrà come protago-nisti gli stridoli e le fave, ai

quali è dedicato (ore 11) il la-boratorio dell'Alexander Risto-rante. Tutte le altre specialità

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Co, TUPAbike più tempo e meno stress `,"-=

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press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

Oggi all'Alighieri il jazz di Hiromi

Questa sera (ore 21) all'Alighie-ri, il concerto jazz della piani-sta giapponese Hiromi (nella foto), che si esibirà nell'ambito del Festival Crossroads. Hiromi presenterà il suo Trio Project, con Anthony Jackson al basso e Simon Phillips alla batteria.

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press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

Pulizia civica alla Rocca

Questa mattina, dalle 9.30, un gruppo di cittadini volontari nato su Facebook si è dato ap-puntamento alla Rocca Bran-caleone per ripulirne l'area verde. Alla "Giornata per la Rocca" - armati di palette e scope offerte da Nera - potrà partecipare chiunque vorrà. Durante la giornata è previsto anche un momento di ristoro al Bar Roka che fornirà piadina e salsiccia al prezzo di 3 euro.

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press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

SPADONI (LIDO

"Piazza Kennedy Meglio posticipare" "L'amministrazione comunale dovrebbe soffermarsi un attimo e riflettere con grande atten-zione. Perché piazza Kennedy può attendere. Meglio iniziare con il recupero di palazzo Ra-sponi e procrastinare la trasfor-mazione della piazza in mo-menti meno bui sul piano eco-nomico, rispetto a quelli attua-li". E' la proposta del consiglie-re provinciale Udc Gianfranco Spadoni, che chiede dunque di sospendere il restyling di piaz-za Kennedy. Spadoni sottolinea che "manca la soluzione imme-diata finalizzata a compensare i posti di sosta eliminati e, so-prattutto, non si tiene conto che rispetto agli atti preliminari in discussione, ci troviamo nel bel mezzo di una crisi fortissi-ma". All'assessore Corsini Spa-doni controbatte infine che la soluzione alternativa di par-cheggio dell'ex vivaio "sarebbe incoerente e paradossale. In pratica si smantella un'area ver-de di pregio naturalistico per creare un parcheggio, mentre nel restyling di piazza Kennedy si tenta di inserire qua e la' macchie di verde".

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Degrado a due passi dalla tomba di Dante

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Mancarmi soldi per mettere in sicurezzatincrocio-killer

press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

Mancano i soldi per mettere in sicurezza l'incrocio killer Martedì scorso, nell'intersezione tra via Dismano e la S16, la morte del 23enne Alessandro Zanchini. Il sindaco ammette: "E' un punto critico"

F4uno dei punti più pericolosi della viabilità ravennate. L'in-crocio tra Dismano e Statale 16,

così come avviene nella poco distante intersezione con la Ravegnana, si attraversa sempre con un pizzico di apprensione in più. C'è il semaforo, cer-to. Ma il numero di incidenti che avven-gono in quei due "punti neri" delle stra-de ha portato il Comune negli ultimi an-ni a chiedere all'Anas (ente competente) di intervenire. Senza aver in cambio nes-suna risposta.

Martedì sera in via Dismano è morto, proprio in quell'incrocio, il 23enne Ales-sandro Zanchini (domani i funerali). Forse all'origine di quella tragedia c'è un rosso bruciato al semaforo (indaga la Municipale sulle responsabilità), ma la questione sulla sicurezza rimane: "Non c'è dubbio - ammette il sindaco Fabrizio Matteucci - che, in quel punto, ci sia un grosso problema. Come Comune abbia-mo chiesto più volte un intervento. In generale io credo che il Governo dovreb-be investire di più sulla sicurezza strada-le, specialmente ora che le casse di enti locali e Anas sono vuote".

A ricordare quanto fatto negli anni tra-scorsi da Palazzo Merlato è Gabrio Ma-raldi, oggi assessore all'Urbanistica, ma per due legislature alla scrivania di de-legato ai Lavori Pubblici. Il progetto più

importante era quello tra la Ravegnana e la Statale 16 dove si proponeva una ro-tatoria o un sottoppasso: "Abbiamo pre-sentato due progetti, studiati dai nostri tecnici. Purtroppo sono rimasti lettera morta. E se non c'erano i soldi anni fa, dubito che ce ne siano oggi". La crisi ha fatto restare nel cassetto altri disegni confezionati dal Comune per lo Stato. Eccone una carrellata: "Sicuramente c'è il progetto della variante di Mezzano", ri-corda Maraldi. La frazione continua ad essere invece attraversata dall'Adriatica. Insieme alla Provincia era "stato studiato un ampliamento della 309 dir". Anche in questo caso, nulla da fare. E via Disma-no? "Il discorso in quel tratto è più com-

plicato. L'incrocio è molto stretto e non c'è lo spazio per una rotatoria adeguata". Così la messa in sicurezza dell'interse-zione killer veniva ricompresa in un pro-getto ancora più ampio: quello dell'E55. In sostanza si prevedeva di alleggerire il punto dal traffico utilizzando la nuova Statale. Anche qui, nel guazzabuglio di carte che è quel discorso chiamato E55, si può dire - a voler essere ottimisti - che i tempi non potranno essere brevi. In fondo il discorso della sicurezza stradale può essere riassunto spesso così: i pro-getti ci sono, i soldi no. Nel frattempo, meglio fermarsi al giallo e sperare che gli altri facciano altrettanto.

Alessandro Montanari

Tra progetti nel casset-to ed omissioni, croni-storia di un tipico "caso italiano"

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L'incrocio tra Dismano e Statale 16, uno dei punti più pericolosi della viabilità ravennate

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press unE lAVOCEC4'' 29/04/2012 Ravenna

MARINA: PER IL BARETTO II C IO INAUGUMZIONE CON POLEMICA

MARINA DI RAVENNA L'an-nuncio era comparso su Fa-cebook qualche settimana fa. Lo storico Baretto di Ma-rina di Ravenna pronto a riaprire i battenti. Il taglio del nastro - annunciava il ti-tolare - è fissato per il pri-mo maggio. Burocrazia permettendo. Ma la burocrazia, stando sempre a quanto riporta il titolare - questa volta sia sul social network che con un cartello affisso sulla por-ta del locale, non ha con-sentito l'apertura. Il cartello, infatti, recita "chiuso per ri-

tardo permessi". I permessi in questione sarebbero quelli che deve rilasciare

Autorità portuale e che, e-videntemente, non sono ancora arrivati. Su Facebook il titolare del locale - chiuso dal 2008 e trasferitosi definitivamente

tra il bacino pescherecci e il molo per via dei lavori por-tuali - si scusa così con i clienti per la mancata inau-gurazione: "Mi dispiace ma le autorita non si faranno vive prima del 2 maggio, speriamo quindi di poter a-prire sabato 5". Il program-ma dell'inaugurazione resta invariato: dalle 18, un dop-pio concerto: suoneranno prima i Lipidi e poi, alle 20.30, i People For The Sun (tribute band dei Rage A-gainst The Machine), dove canta Luca Bezzi, già voce dei Livello Zero.

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press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

Dal web la soffiata anti-evasore Ravenna primeggia

La soffiata anti-evasore? Arriva dal web. In uno dei "day-af-ter" più imbarazzanti per l'immagine di Ravenna - due

milioni di euro evasi da una mediatri-ce commerciale e blitz, con esiti sconfortanti, negli agriturismi della provincia contro il lavoro nero - la no-tizia rimbalza come una pallina da ping p ong. Anche perchè, se è vero che la nostra provincia annovera un piccolo esercito di "furbetti" che non batte lo scontrino e compila i 740 con l'onestà di Pinocchio, è altrettanto ve-ro che, a tanti evasori "stanati", corri-spondono spesso altrettante segnala-zioni. Insomma, se da una parte ci so-no i ravennati furbetti, dall'altra sgo-mita una milizia di onesti cittadini che denuncia, compila esposti, digita il 117 della Finanza e... si collega al suo smartphone. Già, avete capito bene. La nuova forma di coscienza civica ag-giornata all'era del web 2.0 parte pro-prio dagli iPhone, o meglio da un'ap-plicazione che serve per segnalare chi non emette lo scontrino o la fattura, evadendo così le imposte. Si chiama Tassa.li, si scarica gratuitamente, s'in-stalla su iPhone o smartphone e si può subito cominciare ad usarla. Già nella prima schermata è possibile inserire l'importo "distratto" al Fisco e la cate-goria commerciale dell'evasore, men-tre il Gps provvede automaticamente alla localizzazione. Non è possibile in-serire il nome del locale o della ditta, ma dalla mappa - con via, numero ci-vico e tipologia dell'esercizio - è facile capire se lo stesso soggetto in prece-denza sia già stato "segnalato". Ebbe-ne, tra le 84mila segnalazioni attuali (per un totale di 13 milioni di euro po-tenzialmente evasi), qualche migliaia provengono proprio da Ravenna, una delle province più presenti in questo Risiko di furbetti. Insomma, le facce della medaglia sono due: deprimia-moci per i tanti episodi di evasione, ma rallegriamoci per quei cittadini o-nesti che non si rassegnano davanti ad un reato.

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IORENNI DAL SIND CO

Lavoro e buche nei pensieri dei neo-diciottenni ravennati In ossequio ad un rito ormai consolidato, venerdì scor-so, il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci ha incon-trato in Municipio i giovani che hanno compiuto diciotto anni in questo mese di aprile. Durante l'incontro pome-ridiano (sempre in programma l'ultimo venerdì del me-se), si è parlato soprattutto dei problemi legati al mon-do del lavoro e di buche nelle strade, una delle più tipi-che criticità ravennati. L'incontro si è concluso, come sempre, con un brindisi augurale.

I neo-maggiorenni di aprile in Municipio col sindaco

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Ravenna

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Havenna capi tale mirino di mannim

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press unE lAVOCEC4'' 29/04/2012

Ravenna

PRIMO MAGGIO

Il programma dei sindacati

Cgil, Cisl e Uil della provincia di Raven-na, nel solco di una tradizione ormai de-

cennale, organizzano diversi appuntamenti in tutto il ter-ritorio per festeggiare il Primo Maggio (festa dei lavoratori) che quest'anno, come noto, viene dedicato ai temi "Lega-lità. Equità, crescita".

A Ravenna l'appuntamento è ai giardini pubblici di viale Santi Baldini, dove dalle ore 12 prenderà il via la tradizio-nale distribuzione dei garofa-ni. Alle 15 Gianluigi Tartaull proporrà i "Canti del lavoro", mentre alle 16 prenderà la pa-rola Alberto Morselli, segreta-rio generale nazionale della Filctem Cgil.

Alle 16,30 la musica torna protagonista con lo spettaco-lo itinerante dei Musicanti di San Crispino. Ai giardini è prevista anche un'esposizione di disegni su temi del lavoro realizzati dagli alunni delle scuole elementa-ri di Ravenna. Il pomeriggio sarà caratterizzato anche dall'animazione per l'infan-zia, con laboratori, trucca bimbi, baby dance, giochia-mo e coloriamo con merenda ai giardini. All'interno della festa sarà possibile anche mangiare; sa-ranno infatti presenti un pun-to ristoro ed un gazebo gesti-to dalla cooperativa delle donne della Life con il loro catering che propone preliba-ti piatti etnici.

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Havenna capi tale mirino di mannim

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press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

SCUOLE CATTOLICHE

Crollano le iscrizioni alle superiori Alle materne bimbi in forte aumento

Ai

nche le scuole paritarie vacillano di fronte alla crisi, con le superiori n maggiore difficoltà: in un anno anno perso 1'8% degli iscritti a li-

vello regionale. A questo si aggiunge il fatto che "molti istituti versano in una difficile situazione economica". A lanciare l'allarme è l'Agesc, l'Associazione genitori scuole cat-toliche, in occasione del convegno svoltosi ieri a Bologna sul legame tra famiglia e scuola. A livello regionale, il sistema della scuola paritaria nell'anno scolastico 2011-2012 ha fatto registrare una lieve flessione: 21.262 iscritti contro i 21.394 alunni dell'an-no precedente. Le scuole elementari cre-scono dell'i% (11.600 alunni), le medie so-no quelle che stanno meglio (+2,6% iscritti, per un totale di 5.141 allievi), mentre le su-periori appunto soffrono un calo dell'8% (4.521 studenti). La situazione a livello pro-vinciale - considerando tutti i gradi scola-stici - è questa: Bologna +1,9% (6.386 allie-

vi); Ferrara e Forlì -23% (343); Cesena -0,15% (1.338); Modena -6,7% (2.791); Parma +3,6% (2.603); Piacenza -9,5% (618); Raven-na -3% (1.758); Reggio Emilia +6% (2.211); Rimini -1,3% (3.310 studenti). Non hanno problemi invece le scuole materne parita-rie, che fanno segnare una crescita dell'1,4% con 37.095 bambini frequentanti, circa 500 in più dell'anno scorso. Ecco il quadro a livello provinciale: Bologna +1% (6.520 bambini); Ferrara +1,6% (3.991); For-li' e Cesena -1,8% (2.050); Modena +0,8% (6.150); Parma +2%; Piacenza +1,6% (2.501); Ravenna +4,8% (3.169); Reggio Emilia +0,7% (6.055); Rimini +2% (2.824 alunni). Presente al convegno Elena Ugolini, sotto-segretario all'Istruzione, che parla di una "mancata parità" tra scuola pubblica e pa-ritaria. "I genitori - sostiene - vedono solo un riconoscimento giuridico, ma non so-stanziale, della loro possibilità di scegliere la scuola per i loro figli".

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NON SOLO CRISI

I primi 30 anni de LaPineta Quando un'azienda raggiunge i 30 anni di vita, soprattutto di questi tempi, è sempre una bella notizia. Lo storico tragurado l'ha appena tagliato LaPineta, nata nel 1982 ed oggi leader in Roma-gna nella distribuzione di prodot-ti da forno. L'azienda di Ponte Nuovo brinderà ai 30 anni in maggio ma, in quell'occasione, da festeggiare non ci sarà solo la ri-correnza anagrafica. LaPineta, in-fatti, ha ampliato il suo organico (oggi vi lavorano 25 addetti), il fatturato 2011 ha superato i 6 mi-lioni di euro e l'espansione ha raggiunto anche Marche e Abruz-zo. Degli esordi è rimasta solo la filosofia di fondo: 'Una spiccata propensione commerciale - sot-tolinea il direttore generale, Bar-bara Moregola (nella foto) - che si abbina alla capacità di sceglie-re i prodotti migliori e di fornire al cliente servizi rapidi e validi'.

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Ravenna

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press unE lAVOCEL 29/04/2012

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TURISMO

'Battaglia di Ravenna Occasione persa'

Anniversario della Batta-glia di Ravenna, che occa-sione persa. La pensa così l'albergatore e presidente Asshotel Filippo Donati che in una nota non rispar-mia bordate all'amministra-zione: "Per il 500° della Battaglia siamo quasi riu-sciti a nascondere la ricor-renza. Cerimonia comme-morativa, dal vago sapore del "diciamocelo tra di noi quanto siamo bravi", la pubblicazione di qualche libro, legata più alla lode-vole iniziativa personale dei soliti poco noti, qual-che convegno/simposio, ri-servato agli addetti del settore... ed ecco, tutto qui. La sola iniziativa che non passerà inosservata (e qui chi di dovere ha avuto gio-co facile, semplicemente non opponendosi alla co-sa) sarà l'installazione di u-na copia della Colonna in Piazza del Popolo. Abbia-mo perso l'ennesima occa-

sione per "turisticizzare" questa data, quindi per renderla volano di svilup-po, di lavoro, per creare u-na nuova ed originale oc-casione per visitare Raven-na e per parlarne, in tutta Europa. Certe occasioni non tornano e con la crisi devastante in atto, ogni oc-casione deve diventare un momento di crescita, di ar-ricchimento. Ravenna vor-rebbe essere città di turi-smo (e non voglio tirare in ballo quello che sogna di diventare nel 2019) ma se non impara a sfruttare cer-te opportunità che la storia le ha regalato sarà difficile affidarsi solo allo sbarco dei crocieristi, alla notte ro-sa o altre invenzioni più consone a città senza sto-ria e personalità. Di storia e personalità Ravenna ne a-vrebbe da vendere ma se manca il manico altro che Battaglia di Ravenna. Bisognerà attendere un al-tro secolo per evitare di perdere nuovamente l'oc-casione. Arrivederci quindi nel 2112, e in bocca al lupo ai ravennati del futuro, che non traggano insegnamen-to dai ravennati di oggi".

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Salviamo il liscio l'appello del vicesindaco Mingozzi

Ravenna capitale a ri lmo

press unE lAVOCEL 29/04/2012 Raciernla

Ravenna capitale a ritmo di mazurka L'APPELLO Il vicesindaco: "Il patrimonio del

liscio carta da giocare per la candidatura"

T ra i tanti assi che la città di Ravenna può mettere sul piatto per aspirare al titolo di

Capitale europea della cultura c'è di sicuro anche la tradizio-ne musicale del liscio. Ne è più che convinto il vicesinda-co Giannantonio Mingozzi, per il quale "il liscio romagno-lo inventato da Secondo Casa-dei deve entrare a far parte della candidatura a capitale della cultura al pari dell'arte musiva e di quella contempo-ranea". L'appello a "considera-re il patrimonio del liscio un valore aggiunto alla candida-tura per Ravenna 2019" è stato lanciato dal vicesindaco in oc-casione della presentazione della 20a edizione della mara-tona intitolata al maestro Se-condo Casadei, in programma il prossimo 6 maggio. Ringra-ziando i tanti volontari pre-senti alla Cà Erbosa di Bastia, Mingozzi ha ricordato come la tradizione musicale romagno-la, il liscio e il folklore, che hanno avuto in Casadei un grande protagonista, "sono parte integrante della cultura della nostra popolazione e va-dano perciò riconosciuti come una componente del nostro vivere civile e della tradizioni popolari". Una battaglia, quel-la per la valorizzazione e pre-servazione del patrimonio fol-cloristico del liscio, che il vice-

4" sindaco sta conducendo da tempo e che, nell'ottica della candidatura a Capitale della Cultura, trova nuovo vigore: "Stiamo organizzando un in-contro in municipio con tutte le associazioni del liscio e del ballo romagnolo - ha afferma-to Mingozzi - la memoria, la documentazione e le testimo-nianze che Ravenna può offri-

re non devono andare perdu-te". Ma non è tutto, perché il liscio e la lezione di Casadei potrebbero presto sbarcare all'università: "Con alcuni do-centi della facoltà di Conser-vazione dei beni culturali sia-mo al lavoro per inserire que-sto aspetto del nostro patri-monio folcloristico all'interno del programma di studi".

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Ravenna

DOPO L'INCONTRO FRA SINDACO E CAVALIERE, L'ALA "DURA" DELLA CGIL RICORDA "LA CONDANNA PER CONDOTTA ANTISINDACALE DEL GIUGNO 2011"

La Fiom scrive al sindaco: "Ricordi a Marcegaglia il rispetto delle regole"

quelli della Fiom Cgil le foto di protocollo fra il Cavalier Steno

arcegaglia ed il sin- daco Matteucci, sorridenti co- me sincronette dopo il ren- dez-vous in Municipio, non sono piaciute per niente. In u- na lettera al sindaco di Ravve- na - firmata dal Segretario Cassani e dai delegati Giuliani, Iannantuoni e Lelli - la Fiom, pur condividendo le parole del sindaco sul fatto "che la cresci-

ta di questa azienda sia un fat-to straordinariamente positi-vo", chiedono proprio a Mat-teucci di "ricordare al Cavalie-re il pieno rispetto delle norme contrattuali e legislative visto che, nel giugno 2011, ha rice-vuto una condanna per con-dotta antisindacale dal Tribu-nale di Ravenna, in quanto nella sua azienda erano stati assunti 40 ragazzi in maniera illecita e, solo grazie all'azione della Fiom, hanno potuto tro-

vare il riconoscimento del danno economico arrecato a- gli stessi". Per la Fiom "non ba-

sta il fatto che qualcuno offra un lavoro per essere ricono-scenti", bisogna anche "garan-tire diritti e tutele nel pieno ri-spetto delle norme. Troppe si-tuazioni irregolari - denuncia il sindacato - sono presenti anche nella nostra provincia". Tempestiva la replica del sin-daco che, ieri in una nota, do-po aver ringraziato la Fiom per "toni e contenuti della lettera", propone un incontro "da fis-sare nei nei prossimi giorni".

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press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

Comitato per l'Unità dei Popoli Europei

Venerdì (ore 18), alla libreria Alef di via Ravegnana, il Co-mitato per l'Unità dei Popoli Europei organizzerà il primo di una serie di incontri. Al primo di questi, oltre a Ce-sare Sama (Ravenna Radica-le), prenderanno parte Mari-sa lannucci (Donne musul-mane Life), Angelo Morini (Movimento Federalista Eu-

ropeo), Arrigo Bonnes (pa-store della Chiesa Evangeli-ca Valdese) ed il noto attore Marco Cavalcoli. Il Comitato nasce per unire tutti coloro che, a dispetto del proprio credo politico e religioso, sono convinti che l'attuale crisi potrà essere superata solo con l'unione politica dell'Europa e, sopratutto, con un profondo cambia-mento interiore.

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Ravenna

CASO TERREMERSE FIAMMA TRICOLORE CON-TRO PDL E LEGA

Presunto scandalo Terremerse. Fiamma Tricolore chiede "co-me mai i consiglieri regionali del PdL e della Lega non chie-dano le dimissioni del governatore Er-rani. Forse per timo-re di perdere lo sti-pendio?"

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MERCATO COPERTO

Il Pdl chiede lumi sul nuovo bando Il Pdl ha presentato un'interro-gazione al sindaco in merito alle ultime indiscrezioni relative al mercato coperto, per il quale sembra non si escluda l'ipotesi di un nuovo bando che di fatto potrebbe escludere il diritto di prelazione per gli operatori oggi all'interno della struttura. Ipote-si che non piace affatto al Pdl che a riguardo ha presentato l'interrogazione "per avere com-pleta conoscenza dello stato di avanzamento della procedura in atto; per conoscere quali siano le intenzioni della giunta in caso di emissione di un nuovo bando; se sarà escluso o meno il diritto di prelazione per gli operatori interessati". Il gruppo d'opposi-zione chiede risposte rapide an-che in considerazione del fatto che per gli operatori del merca-to - che hanno sostanzialmente ricevuto una sorta di avviso di sfratto entro 60 giorni - il tem-po stringe.

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Mercato coperto con giallo

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Giovanni Zaccherini [email protected]

hi tour per Havennaseguendo

Un'immagine tratta da "Una pigna per Ravenna", miniguida per ragazzi della città, edita da Longo

press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

In tour per Ravenna seguendo una pigna C'ERA UNA VOLTA Da non perdere la miniguida della

città per ragazzi. In 60 pagine un percorso millenario

finite parvulos venire ad me. Lasciate anche che gli adulti leggano e facciano leggere "Una pigna per Ravenna", miniguida per ragazzi della

città, edita da Longo, con testi di Silvia Togni, grafica e illustrazioni di Enrico Rambaldi.

Noi adulti e magari anche studiosi della materia, che pensiamo di saper tutto sulla nostra città e la sua storia, dobbiamo, con un atto d'umiltà, ac-costarci a questo libricino di meno di 60 pagine, con simpatiche e multico-lori illustrazioni, che ci coinvolge in un millenario percorso dove protagonista è la pigna, pègna, quando è piena di pinoli, sgobola quando ne è vuota.

In passato erano stati fatti altri ten-tativi di proporre guide ad usum delphini, come quella del 1985 di W-ladimiro Bendazzi, opera dottissima ed esauriente, ma che dubito un gio-vane possa seguire fino in fondo; qui, invece, la leggerezza delle descrizioni e l'accattivante trovata di far da "cice-rone" a una pigna sono la carta vin-cente per avvincere e convincere i par-vulos.

Come ha scritto Silvia Togni, l'obiet-tivo era quello di sfatare la nomea di Ravenna come luogo, per secoli, im-merso tra paludi e zanzare e "far capire che è sempre stata, e sarà, un luogo meravigliosamente unico e, soprattut-to, appassionare i suoi visitatori al punto da renderla così viva che perfi-no le pigne potessero camminare e parlare... ".

Giusto rivolgersi anche ai visitatori, a tutti quei turisti che la incontrano e la conoscono per la prima volta, senza appesantirli troppo di date e di nomi, ma anche i ravennati e i romagnoli di lunga data avranno senz'altro qualco-sa da imparare da queste vivaci pagi-ne.

Ad esempio, sapevate che uno dei più raffinati e nello stesso tempo sfrut-tati simboli della città, la stella a otto punte, deriva dal numero 8 che, da

qualunque parte si giri, è sempre u-guale a sé stesso e quindi è simbolo di infinito e perfezione? Infatti anche altri edifici, religiosi e non della città, han-no pianta ottagonale, come i due bat-tisteri, S.Vitale, la cupola di S.Maria in Porto e la sala centrale della Banca po-polare di Ravenna. E, sempre per ri-manere in tema iconografico, sapevate che la svastica, presente nei mosaici dei nostri edifici religiosi, al di là di o-gni lugubre connotazione politica, rappresenterebbe la rotazione del sole emanante una scia luminosa simile a una specie di croce con la coda, o un-cinata?

Poi, tutta quella serie di vegetali e a-nimali che popolano i nostri mosaici non sono li a caso, a quei tempi era in-concepibile la teoria dell'"arte per l'ar-te" e allora i pavoni significavano im-mortalità per la lunga conservazione delle loro carni, le pecorelle i fedeli cri-stiani, i grappoli di datteri, i martiri.

Ma la nostra loquace pigna ci fa an-

che scoprire o riscoprire meriti civili e sociali della città e di suoi personaggi, a cominciare da Teodorico, che nel pe-riodo aureo del suo regno, riuscì a far convivere senza grossi problemi aria-ni, cattolici ed ebrei. Non tutti sanno, poi, che un nostro vescovo, Rinaldo da Concorezzo, amico di Dante, anticipò addirittura la sconfessione della tor-tura portata avanti, nel '700, dagli Illu-ministi e Cesare Beccaria, stabilendo che: "Devono essere considerati inno-centi coloro per i quali è possibile di-mostrare che hanno confessato solo per timore della tortura. E' innocente anche chi ha ritirato la confessione e-storta con la violenza...".

Poi, altri due ravennati, Corrado Ric-ci e Luigi Rava, per primi posero il pro-blema della salvaguardia e della con-servazione del patrimonio artistico e naturalistico, cominciando a tutelare i nostri monumenti e la nostra pineta.

Quella pineta dove è nata la pigna che ci fa da guida e che è essa stessa

simbolo dell'inesauribile ciclo della vi-ta, perché da lei nascono i pinoli che, oltre a far germinare nuovi pini, sono un toccasana per la nostra salute, gra-zie al loro contenuto energetico e an-tiossidante.

Non solo, ma la pigna rappresenta bene anche altre caratteristiche di Ra-venna e dei Ravennati; il reticolato del-la sua corazza, infatti, assomiglia mol-to ad una composizione musiva, poi, inizialmente, si presenta chiusa, come l'atteggiamento di molti nostri concit-tadini, ma basta un raggio di sole per farla schiudere, come la riconosciuta ospitalità verso turisti ed immigrati.

"La prossima volta che mi incon-trate sul vostro cammino non datemi un calcio, ma raccoglietemi... lascia-temi al sole e quando mi aprirò chissà quali altri magnifici segreti avrò da svelarvi su questa bellissima città e-terna!".

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Ravenna

IL 1' MAGGIO LO SCOPRIMENTO DI UNA LAPIDE PER RICORDARE LA "PASIONARIA" DEL CIRCOLINO

A un anno dall'addio l'omaggio di S.Pietro in Vincoli a Vera Vasi

Un anno fa, esattamente il primo maggio 2011, ci lasciava Vera Vasi, storica socia fondatrice dell'associa-zione culturale il Circolino di San

Pietro in Vincoli che, martedì prossimo, la ri-corderà con una breve cerimonia e lo scopri-mento di una lapide a memoria di quanto "la Vera", come tutti la conoscevano, ha fatto per l'Associazione e per il paese. Una cerimonia semplice, ma dall'alto valore emotivo per non disperdere gli insegnamenti di chi, con l'esem-pio e la difesa dei suoi principi, ha offerto un con-tributo importante allo svi-luppo della coscienza civi-ca, non solo di un circolino, ma di un'intera comunità.

Alla fine degli anni '90, un gruppo di cittadini che si riconoscevano nei valori della libertà, della tolleran-za e dell'amicizia, volle da-re vita ad una associazione nuova e, nel cercare la sede in cui riunirsi periodica-mente, incontrarono Vera che, condividendo gli stessi principi, ne fu talmente entusiasta, da mettere lei stessa a disposizione i rinnovati locali dell'an-tica piazzetta delle Erbe.

L'associazione nel tempo si è consolidata ed è cresciuta, aumentando in numero di soci e di prestigio, in particolare grazie alle tante serate dedicate, in questi anni, alla cultura locale e all'attualità o ai temi della politica e dell'eco - nomia. Vera era sempre presente alle iniziative del circolino ed i frequentatori dell'associazione

ne ricordano, ancora oggi, la perspicacia e la ca- pacità dall'alto della sua esperienza di dare sug- gerimenti e valutazioni capaci di cogliere sem- pre, con semplicità, l'essenza delle situazioni.

Volle, con forza caparbia, mantenere sempre aperto il Circolino come una luce di libertà nel buio delle idee e come rifugio per tutti coloro che cercavano e cercheranno un luogo dove e- sprimere i proprio pensieri senza la paura di essere giudicati o messi al bando.

L'Associazione ha quindi deliberato, di ricor- darla con una lapide nei lo- cali del Circolino chiaman- do a presenziare alla ceri- monia il Consigliere regio- nale del Pdl Gianguido Bazzoni, l'onorevole Gian- carlo Mazzucca e altri e- sponenti del consiglio pro- vinciale e comunale che ne condivisero le idee e la pas-

11IF sione politica. La storia di Vera è quella

di una donna "contro" che seppe affrontare con co- raggio ed orgoglio la vio- lenza di chi non condivide- va le sue idee, conquistan- done alla fine, con la sua

coerenza, la stima e la fiducia. "Vera Vasi - si legge in una nota degli organiz-

zatori - ha saputo dimostrare come la passione politica non debba essere discriminatrice quan- do è una passione convinta e come si possa camminare sempre a testa alta quando si è ac- compagnati dalla forza dell'onestà delle proprie idee: questo di Lei vogliono ricordare i soci del Circolino".

Storia di u contro" ch per i suoi id

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Ravenna

Laboratori del vivere civico

"Laboriosamente Idee e a-zioni socialmente utili" è la denominazione del progetto che il Comune presenterà ai Piani di Zona per la salute e il benessere. Un progetto che racchiude progetti par-tecipati di sussidiarietà civi-ca, attività socialmente utili e percorsi di educazione alla manutenzione civica. L'ini-ziativa, ideata dai volontari di Ravenna Centro Sorico, piace all'assessore ai servizi sociali e volontariato Gio-vanna Piaia, che parla di "i-dea da elogiare, al pari di tutte quelle iniziative che diffondono la collaborazione fra cittadini e pubblico per-ché le persone sono e si sentono portatrici non solo di bisogni, ma anche di idee e capacità da mettere a di-sposizione".

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Ravenna

Mix fra note e immagini col fotografo Casadei e i musicisti Calvano e Ravaglioli

Giovedì al liceo artistico "Croma" I colori della mente ottica

Il Liceo "Nervi-Severini", il più completo polo artistico ravenna-te, ha arricchito già da tre anni l'offerta formativa attraverso atti-

vità musicali. Grazie alle numerose collaborazioni e convenzioni (Istituto Musicale "G. Verdi", Fondazione "Ra-venna Festival" e Associazione Musi-cale "Angelo Mariani") e dell'attrezza-tura musicale acquistata grazie anche a contributi della "Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna", giovedì prossimo, il Liceo artistico ospita, nella sua Aula Magna, lo spettacolo "Croma. I colori della mente ottica".

Lo spettacolo, che nasce dall'idea del fotografo Leonardo Casadei e del percussionista Stefano Calvano, pre-senta una fusione fra musica e imma-gini, fra sensazioni ed emotività dove non c'è confine fra il reale e l'irreale, dove la mente viene invasa dai suoni e dalle immagini, un trasporto di mu-siche e colori che ci fa risaltare quello che ci circonda, lo stato d'animo di chi ci vuole lasciare un messaggio veloce. Le fotografie di murales scattate da Leonardo Casadei e raccolte nel corso degli anni in varie parti d'Italia si fon-dono con i suoni originali del percus-sionista Stefano Calvario e del musici-sta polistrumentista Cristian Ravaglio-li.

Leonardo Casadei, fotografo A. FIAP,

con oltre 200 concorsi fotografici na-zionali e internazionali, collabora con i Beni Culturali di Bologna per i quali ha condotto una ricerca sui graffiti, poi sfociata in una mostra fotografica nel 2007 e una pubblicazione nel 2011 sul-la rivista IBC. Con Stefano Calvano è stato in concerto al Ravenna Festival giugno 2011.

Stefano Calvano, musicista percus-sionista con collaborazioni a livello na-zionale ed internazionale, ha frequen-

Stefano Calvano musicista percussionista di fama internazionale

tato oltre 30 seminari con i più impor-tanti musicisti, batteristi e percussio-nisti internazionali. Si è esibito in di-versi spettacoli teatrali, con numerose orchestre, diverse compagnie Teatrali, compagnie di Danza e ha collaborato con tantissimi musicisti, tra cui Riki Portera, Paolo Fresu, Enrico Rava, par-tecipando a Festival importanti (nel 2011 è stato in tour con Anna Oxa).

Cristian Ravaglioli, musicista poli-strumentista, diplomato in pianoforte e oboe, vanta collaborazioni ed espe-rienze a livello nazionale ed interna-zionale, tra cui quelle con la "Fonda-zione Santa Cecilia di Roma", il Teatro alla Scala di Milano, sotto la direzione del maestro Riccardo Muti, l'orchestra "Giorgio Strehler" di Milano e l'orche-stra del "North Texas University" di Dallas, l'Orchestra "Arturo Toscanini" di Parma. Ha collaborato con scrittori come Alessandro Bergonzoni e Stefa-no Benni, ed attori come Ivano Mare-scotti. Ha suonato con musicisti italia-ni e stranieri come Trilok Gurtu, Marc Ribot, David Hidalgo, Michael Marcus, Vinicio Capossela, Jovanotti e Anna Oxa.

Lo spettacolo, aperto alla cittadinan-za, comincerà alle ore 10.30 e verrà re-plicato alle 12.30 per permettere a pubblico più numeroso di partecipare all'importante evento jazzistico.

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tour per Ilavelma seguendo O unapigna n 2"

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Ravenna

SAN PIETRO IN VINCOLI

Antiche tradizioni di Romagna in vetrina alla Festa del Primo Maggio

Torna a San Pietro in Vincoli la Festa del Primo Maggio organizzata dalla Pro loco Decimana e dal Comitato cittadino. La manifestazione si svolge nella Piazza del Foro Boario e nei Giar-dini pubblici. Il programma della manifestazio-ne prevede l'esposizione di bestiame, macchi-ne agricole, auto e moto d'epoca. Tra le inizia-tive pensate per i più piccoli va ricordato mar-tedì, dalle 15, "Tutti giù per terra", laboratorio artistico condotto da Stefania Salti (rivolto ai bimbi fino ai 5 anni) e, sempre martedì (iscri-zioni ore 14.30) è prevista l'iniziativa "Alla sco-perta del paese, caccia al tesoro under 13.

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Francesco Villa del Pdl

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Ravenna

INTERPELLANZE IL RAPPRESENTANTE DEL PDL AVEVA DENUNCIATO LA SITUAZIONE IN UNA INTERROGAZIONE PRIMA DELLA TRAGEDIA-CERONI. IL COLLEGA GRILLINI LANCIA L'SOS ANZIANI

"Segnaletica stradale quasi invisibile" Il consigliere Villa era stato buon profeta

Iconsiglieri del Pdl,

Francesco Villa e Ales-sio Grillini, hanno presentato due diver-

se interpellanze a sindaco e giunta.

Partiamo da quella di Vil-la, presentata nei giorni scorsi, che riguarda le stra-de di Faenza "molte delle quali al limite della pratica-bilità". Villa, denunciando "pericoli per gli utenti cau-sa la segnaletica: quella sul-la strada in molti casi non è visibile, anzi è quasi can-cellata", è stato purtroppo buon profeta: nel tratto di strada in via Oberdan dove venerdì sera si è verificata

una tragedia (impatto tra una moto e un fuoristrada) la riga in mezzo alla strada - siamo andati a verificare -forse un tempo c'era ma di sicuro oggi non si vede pra-ticamente più. E ciò nella dinamica dell'incidente (ne riferiamo sopra) potrebbe avere molta importanza.

Villa segnala strade gra-vemente dissestate "come via Vittorio Veneto, o ancor più via Cantinelli dove so-no ormai più le buche che il tratto di strada asfaltato, con molto pericolo per chi transita in bici" e chiede quando "si vorrà risolvere definitivamente la proble-

matica". L'interpellanza di Grillini

è una richiesta d'aiuto per anziani e disabili: un 'nu-mero verde di emergenza' per tutelarli. "Con l'arrivo dell'estate le fasce deboli

della popolazione hanno più difficoltà per il proble-ma della solitudine e della difficoltà a trovare aiuto e risposta ai disservizi. Oc-corre un servizio su misura per loro". Grillini interroga per chiedere "se sia possi-bile istituire un numero verde che serva da regia e da richiamo per i servizi di necessità o emergenza, ma anche da 'telefono amico' per chi è solo e in diffi-coltà".

Pagina 18 FAENZA E= L

11 mio Marco, lxmacei ■me e altruisia"

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Il tratto di Palanti in 160 opere

press unE lAVOCLot: 29/04/2012 Ravenna

N on poteva non orbi-tare attorno al no-me di Giuseppe Pa-lanti l'evento clou

della stagione artistica cervese, dedicato al Centenario di Mi-lano Marittima. La figura del personaggio milanese, ideato-re e tra i più convinti artefici della nascita di Milano Marit-tima, si manifesterà a tutto tondo nell'esposizione a lui dedicata dal titolo: "Giuseppe Palanti. Pittore, urbanista, illu-stratore", che rivivrà ai Magaz-zini del Sale dal 12 maggio al 30 agosto. Un omaggio fortemente voluto dal Comune di Cervia, in col-laborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì e i Musei San Domenico, curata da Anna Villari con il coordina-mento di Gianfranco Brunelli per celebrare un artista polie-drico, estremamente versatile, la cui arte rappresenta il punto d'incontro tra varie tendenze del Novecento, tra simbolismo e tardo romanticismo. Un arti-sta che impersonifica la voca-zione della città del sale, la Mi-

lano avanguardia delle innova-zioni a livello ideologico, poli-tico, dell'industrializzazione, della moda, del gusto nascente della borghesia cittadina che si esprime in maniera eloquente nelle scenografie teatrali del Teatro alla Scala. Giuseppe Palanti è un pittore trasversale che, da alcuni qua-dri anche inediti, lascia trape-lare il grande amore per Cervia nei suoi aspetti paesaggistici, nel suo rapporto con il mare e-spresso attraverso il tema delle vele, nella bellezza della figura umana, perché "dipingere la bellezza — per questo artista —è scavare nel segreto delle pose e degli accostamenti" che si sublimano nei suoi numerosi nudi femminili. Ma la sua pit-tura è anche scoperta dell'in-timo familiare, attraverso i volti di quella borghesia milanese per la quale nutre il sogno di u-na vacanza da incastonare in un contesto suggestivo quale la pineta di Milano Marittima dando vita, secondo quell'in-novativo concetto urbanistico nato in Inghilterra per opera di

Howard, di una città giardino, quale soluzione di contrasto al degrado urbano seguito all'in-dustrializzazione milanese. Le 160 opere esposte, prove-nienti da musei pubblici, col-lezionisti privati per lo più mi-lanesi e torinesi, dal Teatro alla Scala e dall'Archivio Ricordi danno testimonianza della e-strema varietà del linguaggio artistico di Palanti, dalle tele ai bozzetti, dalle illustrazioni ai manifesti pubblicitari, fino ai disegni e ai progetti urbanisti-ci. Un artista della "vita", per-ché le sue figure, le donne ri-denti colte nel pieno di una spensierata giovinezza, le na-ture morte carnose, i paesaggi assolati interpretano con taglio psicologico-mondano una modernità permeata di quel-l'ottimismo di cui il paradiso

vacanziero della "sua" Milano Marittima rappresenta l'em-blema. La mostra di Palanti - "e nostar pitor", come lo chiamavano i cervesi - rappresenterà il fiore all'occhiello della stagione cul-turale della città ed un valido veicolo di promozione dell'of-ferta turistica della riviera ro-magnola. Il "vernissage" avrà luogo saba-to 12 maggio alle 17.30. Orari: dal 13 maggio al 15 giu-gno dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 al-le 18.30, dal 16 giugno al 30 a-gosto dal martedì alla domeni-ca dalle 17.30 alle 23, sabato e domenica anche dalle 9.30 alle 12.30. Chiuso il lunedì. Ingresso: 5 euro interi; 4 euro ridotti.

Beppe Grilli

Il tratto di Palanti in 160 opere LA MOSTRA Ai Magazzini del Sale espone l'arte dell'ideatore di Milano Marittima, evento clou del Centenario

5".

Vestito turchese Una delle 160 opere di Giuseppe Palanti in mostra al Magazzino del Sale

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press unE lAVOCLot: 29/04/2012 Ravenna

Lotta serrata all'abusivismo artigianale CNA E CONFARTIGIANATO Le associazioni di categoria hanno incontrato l'amministrazione per mettere a punto un'attività di contrasto da mettere in campo contro i furbetti

CERVIA Prosegue il confronto fra Cna, Confartigianato e l'amministrazione comunale sulle tematiche legate all'a- busivismo artigianale e commerciale. Si è infatti svolto nei giorni scorsi un incontro fra i rappresentanti delle due associazioni dell'artigianato, l'assesso-re Gianni Grandu, l'assessore Luca Coffari, il delegato al verde Riccardo Todoli e il responsabile dell'ufficio Po- lizia Commerciale della Pm, Davide Lotta all'abusivismo artigianale Tombetti. "Abbiamo evidenziato come - spiegano Cna e Confartigianato - l'attenzione e la tutela al sistema diffuso delle piccole e medie imprese presenti sul territorio passa anche dal contrastare tenacemente il fenomeno dell'abusivismo e, quindi, dalla salvaguardia delle aziende regolari che stanno affrontando una crisi epocale, con una contrazione dei fatturati e della redditività importanti. L'abusivismo, soprattutto nel settore artigianale, dai servizi alla persona ai trasporti, fino alla manutenzione del verde, è un fe-nomeno che non si limita ai soli mesi estivi, ma è diffuso tutto l'anno per cui è necessario una costante attenzione e un'opera di contrasto e di prevenzione. E' bene sottolineare che oltre al danno economico per l'erario e per le imprese sane, dietro il fenomeno dell'abusivismo si celano anche gravi pericoli per la salute dei consumatori, in particolare per tutte quelle attività legate ai servizi alla persona, se sono svolte in locali privi di idoneità dal punto di vista igienico sanitario e con prodotti non rispondenti alla normativa vigente. Eamministra-zione ha confermato l'impegno e l'attività di contrasto che continuerà a mettere in campo e, nel contempo, si farà punto di riferimento per tutte le segnalazioni che possono pervenire dalle nostre associazioni, provvedendo anche ad attivare la collaborazione di tutte le forze dell'ordine presenti sul territorio".

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Il tratto di Palanti in 160 opere

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Orchestra delle meraviglie

press unE LAVOCE.,.' 29/04/2012

Ravenna

Tre autori lontani per motivi geografici, culturali e cronologici: tutti leggibili, però, in un'ottica postromantica. Nel concerto della Chicago Symphony Orchestra, evento inaugurale del Ravenna Festival, Riccardo Muti ha idealmente ricondotto a una stessa matrice un compositore tardo ottocentesco come Richard Srauss, il sovietico Dmitrij Shostakovich — dove gli echi di quella stagione si possono scorgere in filigrana — e Nino Rota, di una generazione ancora successiva, ma che per i suoi commenti alle immagini cinematografiche sembra ispirarsi al secolo precedente. I magnifici strumentisti americani hanno messo a disposizione della lettura di Muti la loro impareggiabile professionalità e una duttilità stupefacente; il direttore, da parte sua, ha offerto all'orchestra la possibilità (davvero rara in anni come questi, segnati da una totale omologazione, seppure perseguita a livelli altissimi) di essere protagonisti di una lettura di segno italiano, basata su una concezione architettonica dei brani d'impianto piuttosto narrativo e un'articolazione del fraseggio sempre teatralissima. La serata si è aperta con la Suite sinfonica da "Il Gattopardo", composta nel 1963, a seguito dello splendido film di Visconti, da Rota: il più americano fra i compositori i-taliani, e non certo per le caratteristiche della sua scrittura, ma per la fama raggiun-ta attraverso le colonne sonore di capola-vori cinematografici popolarissimi in tutto il mondo. Risale invece al 1890 Tod und Verkliirung (Morte e trasfigurazione), uno dei più noti poemi sinfonici di Strauss: le grandi pro-porzioni dell'orchestra americana si sono rivelate ideali nell'evidenziare sia la rifles-sione interiore sia una più ampia dimen-sione cosmica, senza però mai perderne di vista — e qui più si avvertiva l'intenzionalità di Muti — il potente effetto teatrale. Peccato solo per la fastidiosa amplificazione utiliz-zata nel Palazzo Mauro De André, seppure sottoposto a restyling, che ha alterato so-prattutto il timbro di strumenti come l'ar-pa, dando qua e là una sensazione artifi-ciale. Nella immaginifica e splendida orchestra-zione della Quinta sinfonia in re minore di Shostakovich (1936) la Chicago ha avuto modo di sfoggiare una tavolozza timbrica d'inesauribile ricchezza: grazie a fiati — e

ottoni in particolare — di ammaliante bel-lezza, percussioni impareggiabili per rigore e precisione, archi morbidissimi e dà suo-no avvolgente. Il ragguardevole spessore fonico impresso dalla bacchetta di Muti ha permesso di esaltare un suono sontuoso e, al tempo stesso, perfettamente calibrato nei suoi equilibri. Il direttore ha voluto infine regalare à pub-blico ravennate un consistente bis, di tutt'altro segno, come la sinfonia della For-za del destino, una delle più grandi pagine strumentali di Verdi: assai congeniale a Mu-

ti, che ne ha dato una lettura emozionante, è stata anche l'ennesima dimostrazione della versatilità della Chicago e delle sue potenzialità operistiche. Nella geografia del Muti sinfonico ci sono stati numerosi sodalizi importanti, a co-minciare da quello con la Philharmonia Orchestra di Londra, di cui — succedendo a Klemperer — è stato direttore principale dal 1972 al 1982. Fortunatamente per noi, questo rapporto ha avuto anche qualche risvolto operistico: indimenticabile l'inci-sione discografica di Aida (1974) con la Ca-

ballé e Domingo. Lo stesso è accaduto ol- treoceano, quando Muti è stato a capo del- la Philadelphia Orchestra, di cui fu direttore principale ospite da11977 e direttore stabile dal 1980: tra i risultati memorabili spicca nel '92, ultimo anno della sua collaborazio- ne con quell'orchestra, proprio la Quinta di Shostakovic, mentre una delle incisioni più importanti fu Tosca, primo incontro fra il direttore e Puccini. Chissà se, sulle orme di queste esperienze, non ci sia un titolo o- peristico nel futuro di Muti con la Chicago.

Giulia Vannoni

Nel programma del concerto ravennate a Palazzo De André "Morte e trasfigurazio-ne" di Richard Strauss, la "Quinta sinfonia" di Dmitrij Shostakovic e la "Suite dal Gattopar-do" di Nino Rota: tre generazioni di compositori che abbracciano un ampio arco novecentesco Nell'immagine in basso una caricatura di Nino Rota disegnata da Federico Fellini

UN PALCO ALL'OPERA Il concerto diretto da Muti a capo della Chicago Symphony ha inaugurato il Ravenna Festival

Orchestra delle meraviglie

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press unE IÀ RL 29/04/2012

Ravenna

L3evento II fenomeno Hiromi al Teatro Alighieri di Ravenna Funambolica, pazzesca, incredibile. Aggiungete l'aggettivo che vi pare, tanto non riuscirete a dar-vi ragione del fenomeno Hiromi, la pianista giap-ponese che incanta il mondo. Questa sera alle 21 è al Teatro Alighieri di Ravenna, nell'ambito del cartellone "Crossroads". Info: te1.0544/249244.

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Orchestra delle mermiglie

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SPESA PUBBLICA, SPRECHI E IPOCRISIE

I C01\ TRIBUENTI 1)A RISPETTARE di FERRUCCIO DE SORTOLI

'`':•.•\ aggio sarà un ,„" mese decisivo

per il governo.

Monti ha fatto in gran parte bene, ma si è indebolito: ha bisogno di nuovo slancio. Se la crescita è l'obiettivo primario, è necessario che già dalla prossima settima-na ii governo dia segnali concreti. Non generici impe-gni a ridurre la spesa o di-scorsi cattedratici sulle vir-tn della spending review, che tradotto vuol dire: cer-chiamo di capire almeno do-ve finiscono i soldi pubbli-ci. Come prima cosa, an-drebbe detto che la pressio-ne fiscale, oggi vicina al 45 per cento, non aumenterà più. Anzi, diminuirà appena possibile, specie sul lavoro, scrivendolo a chiare lettere nel prossimo disegno di leg-ge delega sulla riforma fisca-le. Poi: che la clausola di sal-vaguardia, introdotta già dal precedente governo (si alza riva a ottobre se la spe-sa non si è ridotta), sarà semplicemente rovesciata. Il pareggio di bilancio d'ora in poi si raggiungerà solo con la compressione delle uscite. impossibile? No. La spesa pubblica è stata pari nel 2011 a quasi 8o0 miliardi (50,5 per cento del Pii). Tol-ti stipendi, pensioni e inte-ressi passivi, restano circa 200 miliardi in acquisti di beni e servizi e varie.

Ognuno applichi la pro-pria percentuale di rispar-mio pensando a una fami-glia o a un'impresa. Il getti-to atteso dal prossimo ritoc-co dell'Iva per il 2012 è di 4 miliardi, l'intera Irtm ne va-le 21. Come hanno spiegato su queste colonne [desina e Glavazzi, le tasse hanno un effetto recessivo, i tagli mi-rati alla spesa pubblica no. Certo, hanno costi politici e personali più elevati. I desti-

natari dei tagli hanno nomi, facce e corporazioni. I con-tribuenti sono tanti e senza volto. Gli italiani sopporta-. no sacrifici rilevanti e non capiscono perché l'azienda Stato, che spesso non paga gli arretrati, non riesca a ri-sparmiare come l'impresa nella quale lavorano, avver-tendone peraltro tutti i dolo-rosi segni, o come il loro stesso nucleo familiare.

Il ministro Giarda si sta dando da fare, tua siamo si-curi che tutti nel governo e nell'alta dirigenza si compor-tino allo stesso modo? La Ra-gioneria, che forse detiene libri e conosce i conti, è con-vinta e coinvolta? E negli en-ti locali, responsabili di me-tà della spesa, vi è un uguale senso dell'urgenza o molti si difendono guardando in ca-sa dell'altro e intanto ade-guano le addizionali?

A volte si ha la sensazione che la spesa pubblica sia un immenso fiume carsico del quale si intuisce a malapena la portata, ma, peggio, che sia considerata una sorta di res nullius, della quale di-spone a Dlacimento, Qualco-

li sa di cui 'a a fine non si deve rendere conto a nessuno. Tanto è sempre andata così, ci si poteva indebitare e sca-ricare l'onere dell'inefficien-za, attraverso le tasse, sulle famiglie e le imprese. Metà delle pratiche pubbliche so-no inutili se non dannose. Con quelle non si fa crescita. Intere regioni, come hanno dimostrato le inchieste del Corriere, non sanno nemme-no quanto spendono per la sanità. Lo scandalo è tutto drammaticamente qui: nel-l'incapacità ipocrita e nella volontà apparente con cui ci si misura con quell'immen-sa discarica abusiva dei no-stri difetti nazionali che è la spesa pubblica.

RPRODUZ1ONE RISERVATA

Pagina 1 CORRIERE pfg.4A SERA

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press LITE 29/04/2012 CORRIERE DELLA SERA

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Intervìsta 11 sottosegretario all'Economia: «Il problema è che si lavora poco. Serve un patto: meno ferie, più soldi»

«Abbattere l'Imu? Non si può fare» «Dalla spending review una base solida Stop agli sprechi anche dagli enti locali»

ROMA — Forse si potrà evitare l'anniento dell'Iva„ oltre a garantire il rispetto degli obiettivi di bilancio del 2013. Ma aspettarsi di più dalla speri-(ling review, «almeno in questa fase e considerato l'orizzonte temporale d'impegno del governo, credo sia sbagliato» dice il sottosegretario al-l'Economia, Gianfranco Polillo. «La revisione integrale della spesa pub - blica, del resto, non è un'operazione una fanfara, ma un processo. Che per essere incisivo presuppone un'analisi molto attenta e scelte poli-tiche importanti».

Che il governo Monti non vuole prendere?

«Stiamo mettendo a punto un me-todo. Il nostro obiettivo è quello di creare un pavimento solido, sul qua-le nella prossima legislatura si potrà cominciare a costruire. Lo abbiamo fatto con le pensioni, il pareggio di bilancio, la riforma del lavoro, le libe-ralizzazioni, la delega fiscale. Costru-iamo una base più solida di quella che c'era e soprattutto condivisa, co-si magari chi vince, domani, non sen-tirà il bisogno di smontare tutto, co-me accaduto fin qui».

Ma qualche risorsa effettiva po-

trò pur venire fuori per fronteggia-re l'aumento delle tasse...

«I risparmi serviranno per blin-dare il pareggio del 2013, ma forse potrà esserci lo spazio per evitare l'aumento dell'Iva, in tutto o in par-te».

Allora addio all'abbattimento

«Non si può fare. Ma stiamo già ra-gionando sulla tassazione degli im-

«Intanto bisogna chiarire che il processo deve coinvolgere anche gli enti locali, sennò non ha senso. Ciò premesso, bisogna intervenire sui consumi intermedi, visto che gli ac-quisti centralizzati attraverso Consip coprono una quota troppo bassa del-la spesa. Dovremo trasformare la struttura amministrativa, razionaliz-zare gli affitti, vendere gli immobili di pregio e spostare gli uffici in altri di minor valore, ridi-segnare la rete della giusti-zia, dei consolati, delle am-basciate. Ed eliminare le so-vrapposizioni tra i vari livel-li di governo che sono rima-ste, dare una bella potata al-le società controllate dai Comuni che sono 8.5oo con almeno 25 mila consi-glieri d'amministrazione. Ma i veri vantaggi della spending review sono nel metodo e si vedranno nel tem-po».

Ci spieghi come... «Si rivoluziona la logica di costni-

zione del bilancio. Da quella incre-mentale delle voci di spesa, si passa allo "zero base budgeting". Si valuta ogni spesa di bilancio, non il suo au-mento o la sua riduzione, ma la sua attualità, la sua efficacia, la sua sostenibilità. E questo presuppone la mappatura delle 25 mila voci di spesa del bilancio, che corrispondono ad al-trettante leggi che dovranno essere confermate, abrogate o modificate. E

così ci eviteremo un bel problema». Ovvero? «Nessuno, ministro, sindaco, go-

vernatore, a fronte di un obiettivo di riduzione della spesa, potrà dire che è costretto a tagliare i servizi es-senziali quando ci sono sprechi o si finanziano cose superflue».

il taglio della spesa sembra una strada lunga, la crescita è urgente...

«I conti a posto sono la premessa essenziale. Il deficit di bilancio lo ab-biamo abbattuto aumentando le tas-se, che hanno inciso sui consumi. Ma abbiamo anche un deficit delle partite correnti e dunque stiamo an-cora vivendo sopra le nostre possibi-lità. Il vero problema italiano è la pro-duttività del lavoro».

Ma anche quello è un problema Che non si risolve in un anno...

«Non è detta In Italia si lavora po-co, in media 9 mesi l'anno, tra ferie, permessi retribuiti, 150 ore, congedi, malattie, assenteismo. Nei contratti aziendali si potrebbe fare un patto: meno ferie e più soldi».

Mario Sensini C RIPRODUZIONE RISERVATA

mobili nella delega fiscale. Se c'è un'imposta sulla proprietà non ha senso il prelievo sulle compravendi-te. Anzi è controproducente, perché blocca il mercato, e con esso la mobi-lità delle persone che ha un impatto enorme sulle spese familiari e sui consumi».

Torniamo alla «spencling re-view». Che margini ci sono nell'im-mediato?

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Taglio dalla 9esa,

L'incarico Gí'anfranco •olilio, •8 anni, è sottosegretnrio

ai trirústero dell'Ecori•rnia

press LITE 29/04/2012 CORRIERE DELLA SERA

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Taglio della spesa l'obiettivo è evitare di alzare ilva Il piano Giarda: da recuperare 4 miliardi

ROMA Il governo si ap- presta a un'accelerazione sul-la spending review (revisione della spesa). I primi tagli po-trebbero essere operativi già. a giugno: accorparnenti di en-ti, dismissioni, non solo di im-mobili, operazioni di efficien-tamento che dovrebbero ave-re l'obiettivo «minimo» di evi-tare l'innalzamento da 21% al 23% tra ottobre e di-cembre prossimi e che, per questo, dovranno valere alme-no 4 miliardi.

Sembra questo il primo pas-saggio operativo della spen-ding review che il ministro dei Rapporti con il Parlameli-

tu, Piero Clan] a, dovrebbe proporre domani al consiglio dei ministri nella sua prima. relazione intitolata «Elementi per la revisione della spesa pubblica».

Le aspettative sono ormai molto elevate, quelle del mon-do politico si fanno pressanti, come dimostrano le dichiara-zioni del segretario del Pdl, Angelino Affari°, che ieri ha reclamato un taglio dell'Imu, la nuova tassa sulla casa, a va-lere proprio sui risparmi della spending review. Anche per questo la proposta di Giarda dovrebbe essere quella di strutturare l'operazione alme-no in due tempi: un primo in-

tervento, probabilmente per decreto, a giugno, per blocca-re le aliquote :Iva. A giugno sa-rà il momento anche per una prima verifica del Def (Docu-mento di economia e finan-za), che come è noto contiene la previsione confermata dei 13 miliardi di tagli fissati dal-le precedenti manovre. Si ca-pirà se sono realizzabili o se sarà necessario un assesta-mento di bilancio.

Si partirà da quei numeri per dare seguito al lavoro di verifica su tutti i centri di spe-sa, che nel frattempo sarà an-dato avanti. In questo modo, nella seconda parte dell'anno,

si entrerà nel vivo della spending re-view, utilizzando una strumentazio - ne legislativa mol-to più ampia che ha anche l'obietti-510 di coinvolgere di più il Parlamen-to. Sarà inevitabile

che i partiti di maggioranza si esprimano, visto che si tratte-rà di interventi pesanti che do-vrebbero cambiare il volto del-la macchina della pubblica amministrazione.

A lavorare su tutto questo Giarda non sarà più solo: dal premier dovrebbe ottenere quella raskforce che ha richie-sto nei precedenti incontri. Il lavoro da fare, quello di lungo periodo, è immane e richiede una ricognizione completa che è appena iniziata e che sta proseguendo ministero per ministero. Ma non basterà, se la decisione sarà quella di pro - cedere sulla strada di una spending_, review che cambi.

meccanismi di spesa non sol-- tanto per l'oggi ma anche per il domani.

Sarà tutta da scoprire intan-to la reazione dei ministri nel Consiglio di domani dopo le polemiche degli scorsi giorni. Difficile che il premier si lasci sfuggire l'occasione di richia-mare tutti i responsabili dei dicasteri a un superiore senso di responsabilità. Ma anche a una maggiore collaborazione, a partire da quello che Monti dirige, visto che Giarda ha più volte denunciato la pro-pria «solitudine» in questo primo lavoro di ricognizione, che avrebbe dovuto svolgersi in coordinamento con la Ra-gioneria dello Stato.

Negli scorsi giorni il vicemi-nistro all'Economia, Vittorio Grilli, aveva avuto modo di esprimere il proprio pensiero circa la spending review, ricor-dando che tagli sovradimen-sionati sono «recessivi» e co-munque che, se l'obiettivo è rivoluzionare il meccanismo della spesa, il passaggio parla-mentare è imprescindibile.

Finora a favore di una revi-sione della spesa profonda si è schierato apertamente sol-tanto il ministro dello Svilup-po economico, Corrado Passe-ra, convinto della necessità di mettere mano ai centri di spe-sa pii] periferici e a capitoli corposi, come quello della spesa sanitaria. L'incontro dì domani finalmente farà emer-gere le posizioni in campo evi-tando a Monti lo stillicidio quotidiano delle indiscrezio-ni.

Antonella Baccaro Z RIPRODUZIONE RISERVATA

metodo Due i passaggi: prima una verifica del Documento di economia e finanza, poi l'analisi di tutti i centri di spesa

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i tre ministeri nei mirino

interne

«Vorrei ridurre del 10 per cento i dipendenti civili dei ministero, grazie a uno scivolo, un pensionatnento anticipato, senza traumi. Dopodiché, invece di riassumere una quota pari al 30 per cento del personale, come potremmo fare in astratto con la cifra risparmiata, ne riassumeremmo solo II 10 per cento. Il resto dei soldi verrebbe accantonato». Questo il piano di risparmi del ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri: «lo sono pronta: se il governo mi dà l'ok, vado dai sindacati»

Il ministero degli Esteri è nei mirino della spendingreview, ma si difende e lamenta tagli già molto pesanti definiti dalle precedenti manovre, in particolare quelle messe in atto dal governo Berlusconi.«Dal 2008 al 2012 ha scritto al Corriere il portavoce del ministro Giulio Terzi di Sant'Agata — il bilancio del ministero degli Esteri si è ridotto da oltre 2,5 a poco più di 1,6 miliardi di curo. La relazione dei Nucleo di valutazione della spesa pubblica segnala però ancora problemi sui debiti progressi

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il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ricorda di aver messo in piedi quella che ritiene «la riforma più incisiva» della struttura militare seconda solo, a suo dire, a quelle della leva, e che comporterebbe tagli «consistenti della spesa», Una riforma peraltro approvata in Consiglio dei ministri e inserita dallo stesso primo ministro Mario Monti nel Piano nazionale delle riforme. Ma il nudeo di valutazione della spesa pubblica si è soffermato sul problema dei debiti fuori bilancio del ministero per gli esercizi finanziari 2009-2010

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L ciilfr ll te secondo E dati di una ecento ricerca dell'Ano

l e imprese controllate i Comuni sono 4.206,

dì cui 3.766 attive. ori patrironio dì 27 miliardi di curo La mappa ita i, na II 79% delle società locali pubbliche é al Nord, il 21% al Sud li confronto

Ecco raffronto con le . . imprese :private de li stessi settori. Vaioi -e aggiunto per addetto: 60.600 euro contro 98,000. M1arg operativo: 30,3% del valore aggiunto contro il 57,2%. Redditività, íl 3% del capitale iitvestito contro f11,2% Le tadffe Tra il 2004 e 2009 le

• tariffe dei servizi pubblici locali (esclusi gas e luce) sono aumentate del 28%. Considerando . _ _ _ LUÌint ['azione cunìulata del 10,4%, il rincaro reale è stato dei 17,5%

press LITE 29/04/2012 CORRIERE DELLA SERA

h stada Dai corsi d bicicletta per immigrate d Bolzano al boom delle società locali pubbliche

® in rosso da Nord a Sud Una voragine da 50 miliardi Il caso di Siena: bilancio bocciato per colpa dello scontro nel Pd

Vanno in bici anche in Perù o in India? Si, ma non alla bolzanina. L'ultima volta la commissione municipale ha detto no. Prova provata che ormai la crisi morde anche i Comuni tradizionalmente meno sparagnini...

11 fatto è che, in attesa di vedere quale sarà il gettito dell'Imo, sono nei guai anche quei Comuni convinti storicamente di essere in una botte di fer-ro. Come Siena, Dove l'altra sera, per la prima vol-ta, lo scontro fratricida all'interno del Pd ha porta-to alla clamorosa bocciatura del bilancio consunti-vo. Da sempre fatto con la serenità di chi sapeva di contare sul Monte dei Paschi, la grande banca le cui mammelle parevano dover buttare latte per l'eternità come quelle dell'egizia Vacca Celeste, emersa dalle acque reggendo fra le corna il sole. Macché, le mammelle non buttano più come pri-

ma. Colpa della crisi, di certe scelte sbagliate, del progressivo sbandamento dell'Istituto. Per con-trollare il quale le due anime democratiche si so-no scontrate con una cattiveria agonistica che manco i fantini al Palio. Finché, appunto, la com-ponente margheritina ha deciso di votare con l'op-posizione di destra contro il bilancio presentato dalla maggioranza di cui fa parte. Una sterzata che ha mandato su tutte le furie i diessini, fino a senti-re risuonare l'insulto: «Siete peggio di Scilipoti!».

Che la situazione si stesse deteriorando era chia-ro da un pezzo. Tanto che alla manifestazione di marzo dei dipendenti del «Monte» c'era un cartel-lo che invocava l'arrivo ai vertici della rockstar cit-tadina: «Gianna Nannini presidente!». Meglio lei, piuttosto che lo spettacolo offerto dalla rissa fra il

Comune, guidato dall'ex diessino Franco Ceccuzzi, e la. Fondazione Montepaschi, presieduta dall'ex margheritina Gabriella Mancini. Una scazzottata così violenta da costare ll posto al direttore de La

Nazione Mauro Tedeschini, saltato per avere dato conto d'un comunicato ufficiale della Fondazione che non dava per scontato il sostegno all'emissio-ne di certi Buoni comunali fondamentali per il Mu-nicipio. Una telefonata dell'editore Andrea Riffe-ser, racconta Tedeschini, l'aveva raggiunto sul Frec-ciarossa per Bologna; «Passi in amministrazione. C'è una busta per lei». Dentro, la lettera di licenzia-mento. Chi tocca i fili muore.

E i fili sono, appunto, quelli che collegano il Monte dei Peschi al Comune. Siena è il Monte e il Monte è Siena. Basta un numero; in una città di 50 mila abitanti, settemila prendono lo stipendio dal-la banca. Fra questi, anche gli uomini che di volta in volta si sono alternati alla guida della città e del-la politica cittadina. E che magari sono poi finiti anche in Parlamento. Il Monte è tutto: la squadra di basket, la squadra di calcio, il Palio. Tutto.

A lungo, prima della traumatica cessione di una quota che ha fatto scendere l'azionista pubblico sotto il 51%, il Comune ha dominato la Fondazio-ne, a sua volta padrona del pacchetto di maggioran-za del gruppo bancario. E a lungo questa è stata una sicurezza: male che andasse, c'era il Montepa-selli, Oggi non più. Anzi, il controllo della politica sulla banca si rovescia squassando la politica. Ag-giungendo crisi a crisi.

Certo, anche trai Comuni, nonostante siano esposti per 50,2 miliardi (rapporto Bankitalia) c'è chi rifiuta di prendere atto della crisi. Si pensi a Co-mitini, il paese siciliano finito sul New York Times per il record planetario di un impiegato comunale ogni 14 abitanti e tornato in prima pagina un paio di mesi fa per la scelta di regalare una crociera ai vecchi e agli scolari di terza media. Né mancano esempi poco virtuosi al Nord. Racconta. Il Ga.zzeffl- no che il sindaco di Porto Viro Geremia Gennari e

altre nove persone stanno per volare a Veranapolis, una città brasiliana. popolata da nipoti di emigranti polesani. Costo del viaggio: 11.132 euro. Somma. che porterebbe il conto finora pagato per il gemel-laggio, accusano le opposizioni, a 50 euro.

Per non parlare del capitolo dei gettoni di pre-senza: com'è possibile che per fare lo stesso lavoro nella stessa regione i consiglieri di Padova prenda-- no 46 curo a seduta, quelli di Treviso 92 e quelli di Verona:16o? E accettabile che il consiglio comuna-le di Bolzano spenda 7.500 euro di gettoni e spese varie per riunirsi avendo all'ordine del giorno il «Festival del camminare»? Dobbiaino rassegnarci all'andazzo di Palermo dove a febbraio i soli getto-ni di presenza sono costati 141.219 curo per una media di 2.824 curo a consigliere?

Ma c'è soprattutto un altro gigantesco capitolo di spesa. Mentre lo Stato privatizzava, in periferia. scoppiava la febbre delle imprese pubbliche. Al punto che, dice un'indagine And, le sole imprese controllate dai Comuni sono 4.206, di cui 3.766 at-tive. Un patrimonio di 27 miliardi di euro senza considerare i pezzi forti: le società quotate in Bor-sa. Dall'Hera all'Acca, alla A2A. Se guadagnano si

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fanno quadrare i bilanci, se perdono pazienza. In ogni caso, c'è l'utile politico. Come la sistemazione dei trombati. La Corte dei conti, nel marzo 2009, aveva censito 38 mila poltrone. Con il risultato che «in media 12 persone occupano i posti di coman-do» in ogni municipalizzata. Se la dimensione me-dia è di 68 dipendenti, c'è un generale ogni 5,6 sol-dati.

Il 79% delle società locali pubbliChe è al Nord, ii 21% al Sud. Impietoso il raffronto con le imprese private negli stessi settori. Il valore aggiunto per addetto è inferiore di quasi il 40%; 60.60o euro con-tro 98.000. Il margine operativo è appena superio-re alla metà: 30,3% del valore aggiunto contro il 57,2%, La redditività è poco più che un quarto: il 3% del capitale investito contro 1'11,2%. E i rischi, talvolta, sono enormi. Valga il caso dell'Arnia di Pa-lermo, sprofondata in una voragine di 120 milioni, con ripercussioni drammatiche.

Il fatto è che tetti Comuni, grazie a questo mec-canismo infernale, sono diventati delle multinazio-nali. Politiche. Roma Capitale ha 62 mila dipenden-ti. 125 mila «comunali» più gli stipendiati delle so-cietà controllate o partecipate, che occupano tanti addetti quanti ne lavorano per l'Eli& dal Brennero a Lampedusa: 37 mila, Più 1,409 «fuori ruolo».

Secondo l'Ifel, il centro studi dell'Associazione dei Comuni, i «comunali» italiani sono 459,591, cioè 7,59 ogni mille abitanti, A Roma 9,1o, A Mila-no, stando ai dati del 30 settembre 201 o, addirittu-ra di più; 12,15, Ma mentre in Lombardia il nume-ro via via si riduce, intorno al Colosseo ha conti-

Sono i digghdenti di Roma pitale: di gOésti 25 mila sono

JomiinalWmentre gli altri o SI", society

ntr, mate. Con A i e rnanno arnie delle aziende capitoline è cresciuto di 3.500 unità

.P(ADlea. traspareIua

+23 Giorni dall'impegno dei presidenti

delle Camere per la riforma dei. finanziamento ai partiti

nuato ad aumentare. Grazie, appunto, alle società. Il Campidoglio ha 21 partecipazioni dirette, ma at-traverso queste detiene altri 140 pacchetti aziona-ti. Comprese la Adir (Assicurazioni di Roma) e una società costituita per capire quello che succede nel-le altre società. Da quando si è insediato Gianni Alemanno, il boom: il personale delle aziende capi-toline sarebbe cresciuto di almeno 3,500 unità. A fine 2010, dopo un'impennata di 684 assunzioni in due anni, l'Atac era a 12.817 dipendenti: quanti Ali-talia. A dispetto di un quadro da far accapponare la pelle: un buco di un miliardo. Sempre alla fine del 2010, dicono i bilanci, i dipendenti dell'Ama (rifiu-ti) erano 7.840. Dopo un incremento in due anni di 1.518 unità. Quanto all'Acea, paga 6.822 stipen-di. Alcuni a Santo Domingo, dove ha sede l'Aceti Dominicana, altri in Colombia, dov'è Aguazul Bo-gota... Perché una municipalizzata va a investire dall'altra parte dell'Atlantico? Misteri...

Inarrivabile, però, è il record di «Risorse per Ro-ma», la società di «advisor» (testuale!) d.ell'ammi-nistrazione. Per consigliare gli amministratori a ge-stire bene, ha sul libro paga 565 persone: 338 più di quante ne avesse nel 2008. Un aumento del :1 48,9%.

Sergio Rizzo Gian Antonio Stella

(4 — Fine. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 25, 26 e e8 aprile)

C RIPRODUZIONE PSEPVATA

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» N rapporto sull'Italia Lo scarto nei numeri tra la rilevazione dell'ottobre 2011 e una ricerca sempre a cura dell'Istat

Nel censimento l 'esodo di un milione di immigrati demogratb: effetto-crisi, la maggior parte è tornata al Paese d'origine

ROMA Che fine hanno fatto? «I conti non tornano, in effetti» ., os-serva preoccupato il professor Gian Carlo Blangiardo, demografo della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla Eilultietnicità.) e profes-sore all'università Milano-Bicocca. Sul suo tavolo i dati provvisori del-l'ultimo censimento generale della popolazione — ottobre 2011 — se-condo cui gli stranieri residenti in Italia sarebbero 3 milioni e 800 mi-la. Un bel numero, sicuramente, an-zi un vero e proprio boom dell'im-migrazione rispetto al dato del cen-simento 2001: un milione e 300 mi-la persone. Già, ma il professor Blangiardo ha davanti agli occhi an-che la statistica del settembre 2011, appena un mese prima cioè della rilevazione dell'ottobre scor-so, Una ricerca intitolata «La popo - lazione straniera residente in Ita-lia», sempre denstat, secondo cui però gli stranieri iscritti all'anagra-fe ammonterebbero a 4 milioni e 570 mila. A cui poi andrebbero ag-giunti i ;397 mila regolari ma non residenti (fonte Carita.sNigran-tes), cioè quelli muniti solo di un visto per motivi di lavoro, fami-glia, studio. Totale: 4 milioni 968 mila. Rispetto ai 3 milioni e 800 mi-la appena censiti, dunque, ne man-ca più di un milione. Dove sono fi-niti? Che fine hanno fatto?

Il demografo dell'Ismu è cauto, dati istat sono ancora provvisori, ma la sua impressione è che la maggior parte di questo milione che manca all'appello se ne sia an-data. Abbia lasciato cioè, anche so-lo temporaneamente, il nostro Pae-

se. Un esodo clamoroso, insomma. Il motivo? La crisi economica, cer-to. Il crollo dell'offerta di lavoro e delle retribuzioni. «Qualcuno, sca-duto il permesso, decaduto il titolo di soggiorno, si sarà pure nasco-- sto, sarà diventato irregolare e quindi è chiaro che non si è fatto beccare dal censimento — ragiona il professore —. Ma il vero proble-ma è che è fallito per moltissimi il progetto migratorio, non essendo-ci più condizioni di lavoro adegua-te, penso alla crisi dell'edilizia per esempio, così tanti romeni, tanti al-banesi, hanno preferito tornare in-

Splegazloni Solari (Fondazione Moressa): i polacchi si sono resi conto di guadagnare molto meglio in patria

dietro, rientrare in patria, pensan-do "poi si vedrà"...».

«Il nostro contintia Blangiar- do —è un Paese di accoglienza, gli episodi di razzismo sono davvero isolati, eppoi i matti nel mondo ci sono ovunque, perciò non c'entra

la xenofobia e non è neppure colpa di Monti se la crisi economica mor-de in questo modo. E chiaro però che tutti questi "missing" costitui-scono un fenomeno allarmante».

Stefano Solari, direttore scientifi-co della Fondazione «Leone Mores-sa», istituto nato nel 2002 che sfor-na ogni anno statistiche interessan-ti legate alla presenza degli stranie-ri in Italia, condivide l'analisi cupa dello scienziato dell'Ismu: «Per fa-re un esempio dice Solari i polacchi si sono resi conto ormai di guadagnare molto meglio in pa-tria che da noi. E anche tanti rome-

ni, che avevano lasciato a casa le fa-miglie ed erano venuti in Italia in cerca di lavoro, hanno concluso che visto che qui c'è disoccupazio-ne tanto vale fare marcia indietro e aspettare tempi migliori. Molti nor-dafricani, invece, hanno prosegui-to la strada verso il nord: la Fran-cia, la Germania. Così se ne sono andati anche loro».

Attenzione, però. «Il censimento 2011 si è Svolto un po' al risparmio

— osserva Solari — perciò non è detto che proprio tutti gli stranieri siano stati raggiunti dai rilevatori dellistal...». «Non solo — nota Pao-lo Ciani, della Comunità di Sant'E-gidio Vanno considerati anche alcuni fattori specifici legati pro-prio all'immigrazione: per esem-pio, l'estrema mobilità. Nel senso che se uno straniero non trova più lavoro in un posto, logicamente se lo va a cercare altrove e dunque di-venta difficile da rintracciare. Nelle grandi città, poi, è diffuso il feno-meno degli affitti irregolari, dei su-baffitti, perciò alla fine in molti pre-

feriscono non farsi censire...». La conferma diretta arriva da Bachcu, presidente dell'associazione dei bengalesi a Roma «Dlitiumcatti», con quasi 9 mila iscritti: «Molti im-migrati non hanno partecipato vo-lutamente al censimento — dice Bachcu — Lo hanno fatto per pau-ra, per evitare problemi con le Asl e i municipi di zona, perché spesso vivono in 10-12 dentro una stessa. casa, in «nero», senza contratti d'af-fitto regolari. Però è anche vero che molti sono andati via: negli ul-timi tre anni per colpa della crisi molti capifamiglia, di Paesi africa-ni, asiatici, hanno rimandato a ca-sa le mogli e i figli. Un terzo degli stranieri che manca all'appello, se-condo me, è costituito da donne».

Marco Marcocci, stu- dioso di Eiligra.nt banking, cui ha dedica- to un libro e poi anche un sito (www.migran- tiebancheoit), dice che il fenomeno cominciò nel 2008 in America e ora si sta riproducendo fedel- mente da noi: «Non c'è più lavoro, la gente così torna a casa, molti mi- granti che nel vecchio censimento del 2001 erano regolari ora son

diventati clandestini. Nel 2011 per la prima volta da noi il flusso delle rimesse è calato, perché gli stranie-ri non riescono più a mettere i sol-di da parte per spedirli in patria. Addirittura, in America, dove la cri-si è stata davvero mortale, è succes-so che le famiglie del Messico, del - l'Ecuador, del Perù, si son viste co-strette a mandare loro dei soldi ne-gli Usa per aiutare i propri congiun-ti anziché il contrario. Ecco, alme-no questo speriamo che in Italia. non succeda».

Fabrizio Caccia ER RIPRODUZIONE VS[PVI\ Th

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Fornero: riforma complessa Articolo 18 non smantellato Gasparri: modifiche o diremo no. Casini: niente bizze

TORINO Non ci sono gli squatter dei centri sociali ad at-tendere Elsa Fornero, Le conte-stazioni di una settimana fa non si ripetono. E il ministro del Lavoro può prendere la pa-rola al convegno sulla crisi del welfare organizzato dall'Udc torinese. Presente anche il lea-der Casini. «Stiamo togliendo qualcosa all'articolo 18 esor-disce il ministro —, la garanzia che impediva il licenziamento attribuendo al giudice un auto-matico reintegro del lavorato-re, ma non lo abbiamo sman-tellato».

Parole accolte da applausi ti-midi, 'l'atmosfera è surreale nel salone «Fabbrica delle E», nel-la palazzina che negli anni Ot-tanta Gianni Agnelli donò a don Luigi Cotti. Infatti, dietro il caseggiato che ospita la sede del Gruppo Abele, in via Fab-briche, venerdì un muratore cinquantenne rimasto senza la-voro si è impiccato in cantina, il secondo caso in città in po-che settimane. Il ministro scan-disce le parole: «L'articolo 18 è una cittadella riservata a pochi lavoratori e da cui sono stati esclusi sistematicamente i gio-vani e spesso te donne. Abbia-mo cercato — continua — di fare mi ragionamento sull'area. della gestione dell'impresa, che può avere un motivo eco-nomico autentico per licenzia-re una persona e indennizzarla senza potere di reintegro da parte del giudice».

Tra i temi affrontati durante l'intervento, il sostegno al red-

Le proposte

d Pii fessN3à

.44,/ Il Pdl è c:ontrario alle norme che regolano in modo più rigido la flessibilità in entrata e ha avanzato proposte su contratti a termine e partite lva. Il sì è legato alla correzione di questi «errori»

a VE, dual, dii' Pd -se

Pd si ritiene soddisfatto delle correzioni

dito dei disoccupati («ma con-dizionato al fatto di essere atti-vi») e la proposta di separare assistenza da previdenza. Un taglio netto, «finanziato con tassazione progressiva perché il sistema di previdenza pubbli-co deve essere trasparente». Prima dell'introduzione del metodo contributivo, constata. il ministro del Lavoro, «non lo era affatto, e da qui derivano i molti privilegi. Se lo Stato pen-sa solo a offrire una pensione generosa a tutti, l'unico modo è la tassazione. Ma occuparsi di chi ha meno è compito del-l'assistenza e questa la si pre-sta se viene finanziata con tas-se che non possono che essere progressive». Secondo il mini-stro sarebbe questo «lo spirito della riforma delle pensioni che, proprio per la sua durez-za, incoraggia la trasparenza e il lavoro».

Ma sulla riforma invocata da Elsa Fornero non cessano le obiezioni e i distinguo dei par-titi. li presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri riba-disce il pensiero già espresso venerdì: «Sulla riforma non ci sono né manovre politiche né giochi di partito. C'è un proble-ma di merito. Il Pdl non ha fat-to dell'articolo 18 la sua priori-tà. Quello è un duello tra Mon-ti, che si è arreso, e la Cgil, lan-da dei dinosauri». E poi preci-sa: «Noi abbiamo detto al go-verno che le norme che rendo-no difficili le assunzioni sono sbagliate e vanno corrette. Ab-biamo avanzato proposte su

apportate nella fase finale della trattativa. Il relatore Tiziano Treu: «L'equilibrio raggiunto, seppur con grandi difficoltà, sembra accettabile»

contratti a termine, partite Iva ed altro. Dialoghiamo con il go-verno con spirito costruttivo. Se gli errori saranno corretti, diremo sì. In caso contrario di-remo no».

Stempera la polemica Pier Ferdinando Casini: «Sulla fles-sibilità in entrata si può miglio-- rare l'impianto, lo sa anche il ministro. Ma la legge passerà, non facciamo storie. Monti è riuscito a imporre il tema del rilancio in Europa, non è il mo-mento di fare bizze. Non creia-mo difficoltà. Monti è lì solo da tre mesi. Ci salveremo se do-po il rigore si seguirà la strada dello sviluppo. Stiamo cercan-do di fare l'impossibile in una situazione disperata. Il Pdl. avrà senso di responsabilità:

Le minacce Marcenaro, senatore pd: «La minaccia di una crisi di governo? Pdi non potrà metterla in pratica»

nessuno vuole prendersi la col-pa di portare il Paese nel bara-tro». La riforma, però, non pia-- ce al leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro che sul suo profilo Facebook usa toni duri: «Il ministro Fornero vuole es-sere ricordato per la legge sui licenziamenti facili. Noi lottia-mo per un nuovo governo che faccia una legge per le assun-zioni facili». Non ha dubbi, in-vece, Pietro Marcenaro, senato-re Pd e già segretario regionale piemontese di Cgil e Eiorre «Sull'articolo 18 la discussione è stata lunga e travagliata, ora abbiamo trovato il punto di equilibrio e non votare la rifor-ma sarebbe da irresponsabili. Ga.sparri. conclude IMarcena- ro minaccia una crisi di go- verno, ma sono minacce che non potrà mettere in pratica».

Marco Bardesono R,PRODUZZNE R!SERVATA

ministro

li leader

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LaaCì àìdacaC modnzhe

/ Anchei sindacati sono convinti che la riforma, pur imperfetta, vada approvata cosi com'è. Ieri Bonanni (Osi) ha detto che Fornero «fa bene a difendere l'impianto» della norma sul mercato del lavoro

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il possibile accade e io sfida tra imutitl

Il sistema di voto che potrebbe trovare d'accordo i partiti è un mix tra quello spagnolo e quello tedesco e si basa sulla competizione tra partiti e non più tra coalizioni

Legge elettorale, intesa sul sistema spagnolo-tedesco E Berlusconi: non mi candido al Colle

ROMA L'idea è quella di presentare la bozza di intesa sulla legge elettorale subito do-po il primo turno delle ammini-strative, per consegnarla ai lea-der e al dibattito nei partiti. E l'optimum sarebbe — dicono i saggi al lavoro — cominciare ad esaminarla in Parlamento dopo l'approvazione in una del-le due Camere della riforma co-

stituzionale, a fine maggio. Al di là delle liti pubbliche, il

cammino della legge elettorale è molto più avanzato di quanto si pensi e il più felice sembra es-sere Silvio Berlusconi. E lui che, nell'ultima riunione con i vertici Pdl, ha dato l'okay per-ché si arrivi alla stretta sull'ac-cordo che prevede un sistema spagnol-tedesco basato sulla competizione tra partiti e non. più tra coalizioni, con corretti.-

vi in senso bipolare, ma che prevede che le maggioranze si formino in Parlamento più che nelle urne.

«Per cambiare davvero l'Ita- lia occorre qualcosa di eccezio- nale, un accordo tra maggioran- za e opposizione che, profittan- do di un comune sostegno a. un governo di tecnici, realizzi quelle riforme che una parte

politica da sola non può realizzare», è d'altra parte il desi- derio dell'ex pre- mier, affidato a un'intervista a Gen- te. Dove assicura an- che che non è sua. intenzione candi-

darsi per 11 Quirinale, perché il suo «impegno in politica» po- trebbe «concludersi con il suc- cesso» di un grande cambia- mento istituzionale. Insomma, il suo sarà un ruolo da padre nobile, è il messaggio, non da protagonista: quella di chi, an- cora in questi giorni, non es- sendosi «mai pentito di aver so- stenuto Monti» ritiene che la Grande Coalizione potrebbe es- sere la soluzione per l'Italia an-

unisaminall e lo sbarramento al 5%

I parlamentari sarebbero eletti per metà in collegi uninominali e per metà in liste bloccate. Soglia di esclusione al 5% e recupero dei resti nelle circoscrizioni

che nella prossima legislatura. E dunque, via libera ad una

legge che nella sostanza i lea-der hanno già fatto propria, considerando — come fa Gaeta-no Quagliariello che «l'inten-zione non è quella di liquidare il bipolarismo ma di costruire il bipolarismo possibile». Quel-lo di un Paese in cui «non ci so-no più le vecchie coalizioni, ma nemmeno gli induci». Già, ma quali garanzie ci sono per-ché tutto non si risolva in quel ritorno alla prima Repubblica paventato da una parte del Pdl e (la Prodi? 11 premio di maggio-ranza attribuito al partito vin-cente ---- replicano i saggi che garantisce al premier indicato, e solo a lui, di ricevere l'incari-co di formare il governo pur non avendo già una maggioran-za numerica ma dovendosela cercare in Parlamento.

La legge infatti prevede che parlamentari vengano eletti per metà in collegi uninomina-li e per metà in liste bloccate. La soglia di esclusione sarebbe al 5%, il recupero dei resti av-verrebbe nelle singole circoscri-zioni, l'indicazione del premier

sarebbe obbligata (l'idea è di non permettere che forze che si presentano separate sosten-gano lo stesso candidato) e per chi arriva primo c'è un premio che potrebbe attestarsi al 5% dei seggi, anche se le proposte oscillano tra il e e il 6%.

Si tratta insomma di un pre-mio più simbolico che decisi-vo, un «premietto» che fa sì

che chi vince non prende tutto. E questo renderà possibile (a meno di exploit di un partito che arrivi al 45%) o il formarsi di maggioranze con partiti mi-nori affini (nel caso del Pd, Idv e Sel e del Pdl la Lega), o con un partito centrista (Pdl. o Pd con l'Udc) o di una grande coa-lizione tra i due principali parti-ti oppure, come oggi, fra i mag-

giori tre. Ipotesi diversissime, che preoccupano i bipolaristi convinti dell'uno o dell'altro schieramento, nel Pdl soprat-tutto gli ex An. Ma La Russa, che con Quagliariello è delega-to a scrivere la legge per 11 suo partito, fa opera di realismo: «Questo era l'unico impianto possibile per arrivare a un ac-cordo, ma sia chiaro che noi su

questi punti non arretriamo: servono collegi grandi, il pre-mio al primo partito non può essere interiore al 5% e nei col-legi almeno il 50% devono esse-re attribuiti ai migliori perden-ti». Tre nodi che dividono, e che toccherà ai segretari scio-gliere.

Paola Dì Caro

«premila-top Nella bozza l'idea di assegnare a chi arriva primo un premio del 5%, ma le ipotesi vanno dal 2 al 6

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n L'indicazione del premier sarebbe obbligatoria e per chi arriva primo c'è un premio che potrebbe attestarsi al 5% dei seggi (con proposte tra il 2 e il 6%)

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Ge ana e -elezoni al tempo della Osi: eX avversari che corrono insieme e forrna?ioni che, di città in città, appoggiano candidad d colore opposto

Alleanze variabili e lotte fratricide: è un voto lransgenico Da, Parma all'Aquila, fino al laboratorio Puglia Enrico Letta: «Sari il trionfo dei ballottaggi»

ROMA — li «Mario Monti» di Poz-zallo, 19.222 abitanti in provincia di Ragusa, si chiama Roberto Ammatu - na e ha conquistato una certa noto-rietà anche oltre i confini del picco-lo comune siciliano per aver messo insieme, nella stessa coalizione, il Partito democratico di Bersani e il Popolo della libertà di Berlusconi e Alfano.

L'alleanza anomala di Pozzallo, che per alcuni è un «inciucio» e per altri un lodevole modello di «salvez-za comunale», riproduce su piccola scala le colonne portanti della coali-zione che sostiene il governo nazio-nale. E può essere presa a simbolo di elezioni amministrative che sono lo specchio del travaglio dei partiti, dopo la fine del berlusconismo e in un'epoca di fortissime pulsioni anti-politiche.

Oltre nove milioni di italiani stan-no per andare alle urne e dovranno fare i conti con geometrie variabili e alchimie politiche mai sperimenta-te prima. La frammentazione è tale che alcuni casi sembrano un inno al «famolo strano», mentre nelle gran-di città è evidente il tentativo di te-stare soluzioni vincenti per le prossi-me elezioni politiche.

Si scopre così che post-comuni-sti ed ex fascisti possono stare sotto le stesse insegne, che pidiellini e le-ghisti non possono (al momento) ri-congiungersi e che il neonato Terzo polo è già diviso, Casini, Fini e Ru-tal sono riusciti a stringere un pat-to-a-tre soltanto in otto casi su ven-tisette, Il leader dell'Api ha scelto quasi ovunque il centrosinistra, ma a Verona si è schierato con il leghi-sta Flavio Tosi. E pazienza se Eli e Udc hanno deciso di appoggiare Lui-gi Castelletti, candidato del Pdl.

E il trionfo della realpolitik, che spinge i partiti a cambiar pelle man-dando in soffitta totem e pantheon e, in molti casi, costringe a superare antichi odi per stringere amicizie prima impensabili. Nella Parma commissari-ala, la camaleontica Udc corre da sola e un pezzo di Futuro e libertà sostiene Vincenzo Bernazzoli. assieme a democratici, ldv e comu-nisti del Pdci. Finiani «rossi» e finia-ni «neri» litigano tra loro e i comuni-

sii di Oliviero Diliberto sono furiosi contro il candidato sindaco, accusa-to di «imbarcare tutti» pur di con-quistare la fascia tricolore.

La ricostruzione de L'Aquila stra-ziata dal terremoto, invece, ha fatto soffrire l'Udc locale. Finché Casini, gran sperimentatore di alleanze anti-tetiche, ha scelto di appoggiare non

il sindaco uscente Massimo Cialen-te del Pd, ma il candidato del centro-destra Giorgio De Malteis, cx scout ed ex pallavolista sostenuto anche dall'Udeur di Mastella e dall Mpa di Lombardo.

Con il quadro nazionale destina-to a modificarsi ancora è difficile az-zardare previsioni in vista delle Poli-

tiche, eppure il risultato in alcune città-laboratorio avrà un valore di bussola per i partiti. Angelino Alfa-no, costretto in 23 città principali al-la sfida solitaria, guarda con partico-lare attenzione al test di Gorizia, uni-co capoluogo dove resiste l'antica al-leanza Pdl-Lega-Udc. Per il resto, Umberto Bossi ha tagliato i ponti e Casini ha stretto accordi con il Pcll solo in altre tre città, Verona, Paler-mo e Isernia.

Ma è Pier Luigi Bersani il leader che ha riposto in queste elezioni le maggiori aspettative. Lo schema preferito dai democratici sul piano

«Monti sidilano» A Pozzallo (Ragusa) Roberto Amrnatuna mette assieme il Pd e H Pdl

La foto d Vasto li Partito democratico è in coalizione con Idv e Sei in 16 dei Comuni principali

locale è la cosiddetta foto di Vasto, cioè l'alleanza con Vendola e Di Pie-tro. In sedici capoluoghi, tra cui Ge-nova, Verona, Lecce e Catanzaro, gli aspiranti sindaci democratici corro-no nella formazione a tre punte, Pd-Sel-idv. Ma forse il dato più inte-ressante verrà ancora una volta dal-la Puglia, che già in passato è stata. laboratorio di nuove soluzioni poli-tiche. A Lecce, infatti, i finiani si smarcano dal Terzo polo e, a Taran-to, i centristi di Casini e quelli di Ru-teli sostengono il sindaco uscente Ippazio Stefitno dello Ezio, comuni-sta dichiarato. Sempre a Taranto, la coalizione di centrosinistra si allar-go ali' Udc e lo stesso accade a Brin-disi, dove però Di Pietro (come a Carrara, Palermo, Trapani e Frosino-ne) ha scelto di correre senza allea-ti. «La mia previsione — azzarda il vicesegretario del Partito democrati-

co, Enrico Letta — è che per la pri-ma volta dopo vent'anni le ammini-strative si svolgeranno tutte al se-condo turno. Vista la frammentazio-ne del centrod.estra, o vinciamo noi al primo colpo o si va al ballottag-gio».

Uno dei dati simbolici più eviden-ti di queste elezioni, che qualcuno ha definito «transgeniche», è la soli-tudine di un Pdl rassegnato a un ri-sultato non esaltante. «Nove milio-ni di elettori non sono tanti — ridi-mensiona la sfida Maurizio Lupi —, Per noi sono interessanti tre cose. Dimostrare che il Pdl tiene, convin-cere la Lega che al Nord non può vincere da sola, e far vedere a Casini che, se si sposta a sinistra, perde consensi». E ci sono città dove, an-data in pezzi l'alleanza ufficiale, ha vinto la nostalgia. A Monza, Piacen-za e Verona, per esempio, alcuni frondisti del MI hanno scelto di ap-poggiare la Lega. A costo di farsi cac-ciare dal partito.

Monica Guerzon t!PRODUZICNE RISERVATA

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Dal calcolo sono esclusi i due capoluoghi sardi, Oristano e Lanusei, dove si vota il 10 e 1'11 giugno anziché 6 e il 7 maggio

PartiìPhernowatico

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a corsa dei partiti nei capoluoghi al voto

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il Pdl chiama C. occio e Udc Grillo il «sorvegliato speciale» Partiti verso le urne del 6-7 maggio. Bersani: uniti contro il populismo

ROMA Si avvicinano le amministrative, punto di svol-ta per decidere le alleanze e per testare la forza dei partiti in vista delle elezioni politi-che. Tutti giurano che non ci saranno urne anticipate e che il governo Monti arriverà fino alla fine della sua scadenza na-turale, nel 2013. Ma la campa-gna elettorale prevede cambi di strategie continui e decisivi saranno il posizionarnento del-l:Ude e le scelte della Lega Nord. Oltre alle mosse che farà il movimento Cinque Stelle, ispirato da Beppe Grillo, in cre-scita nei sondaggi e nei timori dei partiti tradizionali.

Si vota il 6 e 7 maggio (tran-ne che in Sardegna, io e li giu-gno, e in 4 Comuni fra 'Frena-no Allo Adige e Valle d'Aosta, dove si va alle urne il 20 e il 27 maggio): circa 9 milioni di elet-

tori per oltre 1Am Comuni, tra i quali 28 capoluoghi. Il Pdl continua il pressing Senza considerare esaurito il rapporto con la Lega, come ha dello ieri il segretario Angeli-no Alfano in Veneto: «Noi ab-biamo dato al Paese stabilità e riforme governando con 1-a Le-ga e non abbiamo mai ritenuto chiuso del tutto il nostro rap-porto con il Carroccio, nono-stante la Lega abbia scelto di se-pararsi da noi per queste am-ministrative non già per un problema relativo alle singole comunità locali ma per una scelta politica nazionale. Per-ché noi abbiamo deciso di so-stenere il governo Monti e loro no». Poi l'apertura a Carroccio e «Noi non riteniamo chiuso il rapporto con la Lega così come non lo riteniamo chiuso con i segmenti modera-

ti del sistema politico italiano, perché faremo una grande of-fensiva diplomatica per riuni-re i moderati italiani e far sì che possano tornare a governa-re insieme il Paese». Pier Ferdi-nando Casini però mantiene le distanze: «Abbiamo una con-vergenza a sostenere il gover-no con il Pdl e il Pd. Il giorno in cui ci presenteremo alle ele-zioni ci sarà una nuova offerta politica che stiamo costruen-do. 11 Pdl farà il suo percorso». Quanto alla Lega, Roberto Ma-roni si dice «molto curioso» di sapere cos'è «l'iniziativa rivo-luzionaria» annunciata per do-po le amministrative dal Pdl. Ma aggiunge che per ora «la quasi totalità dei militanti ha condiviso la scelta di andare da soli alle amministrative».

Il fronte dei partiti sembra compatto solo contro quella che viene definita da molti «an-tipótitica» e contro Grillo, che intanto polemizza con i con-duttori dei talk show («sono in simbiosi con i politici come paguri»). Pier Luigi Bersani in-vita tutti i democratici a unirsi contro il «populismo». Casini dice di non temere Grillo ma «l'insieme di populismo e sme-

moratezza». E per Italo Bocchi-no Cgli) «un Paese guidato da. Grillo sarebbe la catastrofe».

Quello che è chiaro a molti è che i partiti devono cambiare, se non vogliono essere travol-ti. Per \Tannino Chiti «la politi-ca deve tifondarsi», mentre Ro-si Bindi ammette: «C'è chi, tra noi, ha sbagliato e, pur non avendo pendenze penali, si ser-ve della politica e non la serve. Detto questo, i cittadini sapr.an-

La polemica E il comico genovese attacca i conduttori di talk show: «Sono in simbiosi con i politici come paguri»

no scegliere». Tra i pochi a chiedere il voto anticipato, con la Lega, è Antonio Di Pie-tro. Che spiega: «Per l'Idv pri-ma si va alle urne e meglio è, purché si vada con una nuova. legge elettorale. La riforma elettorale e quella del finanzia-mento ai partiti sono precondi-zioni per andare al voto».

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CAMPAGNE ELETTORALI I

Crescere e investire in tempi difficili La sfida di Obama e la lezione all'Europ a di FARI '11) 11K ARI A

questo dolce manca un te - \ ma di fondo!», disse un

giorno Winston Churchill riferendosi al suo dessert.

.„‘.. Lo stesso si potrebbe dire della campagna per la rielezione di Barack Obama, partita in grande stile con il discorso sullo Stato dell'Unione di gennaio e poi proseguita senza una chiara meta. Ora sembra aver finalmente trovato un tema di fondo... ma è quello sbagliato. Negli ultimi tempi il presidente degli Stati Uniti e i suoi consiglieri hanno concentrato l'attenzione sulle tasse per i ricchi e sulla lotta alle disuguaglianze, La riforma della tassazione dei redditi milionari, meglio nota come «13uffett Rule», è diventata il simbolo della campagna di Obama. li una proposta ragionevole, ma non merita l'attenzione che il presidente le sta tributando. L'imposta sui ricchi consentirebbe di raccogliere 47 miliardi di dollari nell'arco dei prossimi dieci anni: una cifra irrisoria, visto che nello stesso periodo il governo federale spenderà 45 mila miliardi. E aggiunge un ulteriore livello burocratico a quello che già ora è il sistema fiscale più complesso e corrotto del mondo industrializzato. Se vuole dimostrare la propria audacia, ii presidente potrebbe proporre una generale riforma fiscale ed eliminare le centinaia di detrazioni, esenzioni, agevolazioni e scappatoie legali che il Congresso elargisce in cambio di contributi elettorali. Nel lungo periodo, inoltre, l'enfasi sulla «Buffett Rule» è politicamente svantaggiosa. Ai momento i sondaggi indicano che funziona, ma gli americani sono in genere ambiziosi, non invidiosi. Con ii passare degli anni, gli elettori tendono a sostenere un governo che mira a creare nuove opportunità, piuttosto che a ridurre le diseguaglianze. La grande impresa di Bili Clinton e Tony Blair fu quella di affermarsi come progressisti favorevoli a] mercato e alla crescita. E l'immagine di una sinistra nuova e moderna, conquistata a fatica, può essere perduta facilmente. Paradossalmente, Obama ha cambiato approccio proprio quando gli eventi offrono un argomento perfetto per la campagna elettorale. Da quattro anni siamo alle prese con la crisi finanziaria. Negli Stati Uniti, il governo ha agito

in modo rapido e incisivo per stimolare la ripresa economica, ricorrendo a misure fiscali e monetarie. in Europa i governi si sono affrettati ad adottare programmi di austerity, tagliando la spesa per ridurre i disavanzi di bilancio. risultati sono ben noti: quest'anno l'economia

statunitense registrerà un tasso di crescita stimato tra il 2 e il 3 per cento, mentre quella dell'eurozona subirà una contrazione dello 0,3 per cento. Per la prima volta dopo quarant'anni, economie importanti come la Spagna e la Gran Bretagna sono entrate ufficialmente in una recessione a W. Secondo le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale (Fini), di qui al 2017 l'economia statunitense crescerà più velocemente rispetto ai principali Paesi europei. E persino il tasso di crescita medio

della Germania sarà pari ad appena il 40 per cento di quello degli Stati Uniti. Le preoccupazioni dei governi europei per deficit e debito sono fondate. Usare questi problemi di medio e lungo termine come giustificazione per imporre drastici tagli alla spesa nel pieno della peggiore crisi economica degli ultimi ottant'anni, tuttavia, è stato un errore. La politica economica migliore è quella anticidica: tagliare nelle fasi di espansione e spendere in tempi di crisi. L'Europa sta facendo il contrario, con l'effetto di un peggioramento dei disavanzi di bilancio. Nella maggior parte dei Paesi europei, i tagli alla spesa hanno determinato un rallentamento della crescita, una riduzione del gettito fiscale e, di conseguenza, un aumento del deficit. La Spagna e la Gran Bretagna registrano disavanzi ben superiori alle previsioni. Obama ha salutato il nuovo anno parlando di

«un'economia fatta per durare». Dovrebbe riproporre questo tema e impostare la campagna elettorale come una scelta tra investimenti e tagli di bilancio. d partito repubblicano è saldamente fedele all'idea che tagli di bilancio su vasta scala bastino rimettere in moto l'economia, E la retorica del presidente non è priva di sostanza. Obama ha proposto diverse iniziative di investimento: un piano infrastrutturale da 476 miliardi di dollari, un aumento del 5 per cento della spesa per la ricerca e lo sviluppo, programmi di formazione per assistere chi ha perso il posto di lavoro, incentivi al settore industriale fondi per ampliare il bacino di studenti e laureati in materie tecniche e scientifiche. Dovrebbe chiedere ai cittadini statunitensi di scegliere tra la teoria secondo cui questi

investimenti innescheranno una crescita economica a lungo termine e l'idea clic i tagli al bilancio siano sufficienti per rilanciare crescita e occupazione. Nel 1990 l'economista David Aschauer calcolò che il 57 per cento della perdita di produttività registrata dall'economia statunitense a partire dagli anni Settanta era dovuto a] calo degli investimenti in infrastrutture pubbliche. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che anche la spesa per l'istruzione ha un importante effetto moltiplicatore. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ha contribuito a promuovere l'innovazione per cui l'economia statunitense è famosa. Eppure, quella voce di spesa ha subito

una notevole riduzione nel corso degli ultimi decenni. Si tende a pensare che la macchina pubblica stia diventando sempre più ingombrante, ma in realtà sono i trasferimenti di risorse senza contropartita (la previdenza sociale e l'assistenza sanitaria agli anziani) ad essere cresciuti a dismisura. A partire dagli anni Settanta, gli investimenti pubblici nell'istruzione, nella ricerca scientifica e nelle infrastrutture in percentuale del Pii sono diminuiti. Warren Buffett ha dichiarato che, nel pieno della crisi economica, la sua strategia è stata quella di investire negli Stati Uniti. E questa la «regola di Buffett» che ()barna dovrebbe seguire.

(Traduzione di Enrico Dei Seri:) Copyright 2012, Washington Post

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VERDURA PIÙ DELLA META DEL PRODO I O È SURGELATO: EMILIA ROMAGNA LEADER NAZIONALE

Per gli italiani è sempre l'ora degli spinaci Boom di consu e . 42mila tonnellate nel 2011

Claudio Ferri BOLOGNA

LA GRANDE attrattiva dello spi-nacio nasce da un difetto di comu-nicazione, anzi, per l'esattezza prende origine da un errore di bat-titura. Siamo nei primi anni del Novecento quando una distratta segretaria, nel riportare in una ta-bella i dati di un'analisi qualitati-va dello spinacio, alla riga `iron' (ferro) inserisce — complice una virgola mancante— 30 milligram-mi anziché 3, ogni 100 grammi di prodotto fresco: errore che poi fu corretto dopo anni. Intanto, però, lo spinacio, grazie anche al carto-on Braccio di Ferro, conquistò il primato di ortaggio più ricco di ferro.

NON CHE non lo sia, tant'è che re-sta tra le verdure più consumate in Italia, e di gran lunga sotto for-ma di surgelato, e secondo i dati 2011 dell'Osservatorio degli ac-quisti ortofrutticoli delle famiglie italiane di Macfrut di Cesena, 13,4 milioni di nuclei familiari hanno comperato spinaci, ovvero il 55,3% del totale famiglie, per un volume di 42.000 tonnellate,

spendendo 100 milioni di curo, con una media annua di 3,1 kg per famiglia. Più della metà del prodotto è surgelato ed è proprio grazie alla tecnologia del freddo, che consente di portarlo sulle ta-vole tutto l'anno, che questa ver-dura non vede flessioni sostanzia-

iiwNTÀ Li acquista una famiglia su due: ft consumo medio è di 3,1 kg all'anno

li nei consumi. A livello nazionale lo spinacio da mercato fresco occupa una super-ficie di circa 5.800 ettari, ma è in Emilia Romagna che trova tutte le condizioni pedoclimatiche fa-vorevoli alla coltivazione: nell'an-nata 2010 ne sono stati coltivati 945 ettari. Loris Cappelli di San

Martino in Fiume, nel Cesenate, è un produttore storico che quest'anno coltiva circa 8 ettari di spinacio per l'industria della sur-gelazione e tra pochi giorni inizie-rà la raccolta. «Facciamo due rac-colti all'anno spiega Cappelli — in primavera e in autunno, con se mine differenziate. Se va bene posso produrre anche 200 quinta-li ad ettaro, una condizione indi-spensabile affinché la coltura si redditizia».

LO SPINACIO per l'industria si può meccanizzare completamen-te e i prezzi variano a seconda del-la classificazione. «Si va da 13 fi-no a 21 centesimi di euro al chilo-grammo — precisa Cappelli —, e le classificazioni tengono conto del gambo più o meno lungo e dall'abbondanza di foglia. Ti pro-dotto extra, ad esempio, deve ave-re molta foglia e poco gambo». Proprio per-

ché nello spinacio c'è una mecca-nizzazione spinta, è importante la preparazione del terreno «che de-ve drenare bene ed essere livellato perfettamente, ma soprattutto per ottenere qualità è importante fare frequenti rotazioni colturali». Cappelli è un un socio del Grup-

COLTIV:UMNE Loris Cappelli: «Per ottenere un'atta qualità bisogna livellare bene il terreno»

po Orogel, ai quale da anni confe-risce il prodotto che viene destina-to alla su rgelaz io n e. «Producia-mo, con i nostri soci che per 1'80% sono in'Emi-ha da marzo fino a

maggio in Romagna, mentre da ottobre a novembre fino a marzo in Basilicata e Puglia» chiarisce Luca Pagliacci, direttore marke-ting del Gruppo Orogel.

«LAVORIAMO e surgeliamo il prodotto direttamente nei nostri stabilimenti — aggiunge —, e col-tiviamo 650 ettari di spinacio in Romagna e 450 tra Basilicata e Pu-glia: nel 2011 ne abbiamo prodot-to 25 tonnellate». L'azienda, che con questa verdura a foglia detie-ne una quota del 24% del merca-to, è la principale produttrice e la-vora anche per conto di imporuan-ti insegne della grande distribu-zione. «Se teniamo conto di que-sto aspetto, oltre la metà degli spi-naci surgelati è prodotto da Oro-gel», osserva infine Pagliacci.

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LA N‘en-A,

La pasta perfetta 'Made in Italy'

ROMA A FOGGIA è nata la pasta 'perfetta' Made in Italy. E' quella prodotta con la varie-tà' di grano duro PR22DS9 che miscela in modo equilibrato quattro elementi fondamentali: quantità e qualità delle proteine, colore della semola e capacità di produzione. Si tratta dell'ultima crea-zione di Natale Di Fonzo.

PROGETTO

Giovani afficol on Una via per il Rituro

RAVENNA GLI 'UNDER 40" dell'Agia, l'associazio-ne dei giovani imprenditori agricoli, hanno presentato un progetto per favori-re il passaggio di testimone dagli agricol-tori senior alle nuove leve, per le quali l'ingresso nell'agricoltura è difficile per i costi elevati della terra e della bassa redditività del settore. Così Stefano Francia, imprenditore agricolo venti-duenne di Ravenna, ha raccontato, du-rante un incontro promosso da Cm Emi-lia Romagna, il suo progetto vincente. «Al centro — ha detto Francia — c'è la stipula di patti di relazione tra cedente e giovane, costruendo forme contrattuali o societarie in grado di comprendere le reciproche e future convenienze»

c .

«Catena alimentare, coop decisive»

BOLOGNA CONCENTRARSI «sull'intersettorialità cooperativa per ottenere una catena ali-mentare più equa e competitiva». Que-sta la linea tracciata da Paolo Bruni, pre-sidente del Cogeca, alla conferenza cooperative assieme verso una catena ali-mentare più equa e competitiva', orga-nizzata a Bruxelles da Cogeca e E uroco-op. Bruni ha inoltre ricordato che «le co-operative agricole giocano un ruolo cru-ciale, permettendo agli agricoltori d uni-re le proprie forze per immettere efficace-mente la produzione sul mercato, rica-vandone un reddito adeguato. In più so-no fondamentali anche per permettere agli agricoltori una migliore gestione del rischio e un adeguato livello di inve-stimenti in ricerca e sviluppo».

‘`\\ Prove e studi „ ràer ta quatita

Lo SPINACIO è originario della Persia. V. Crpv (Centro

ricerche produzioni vegetali) di Cesena ha costituito un consorzio con undici diversi enti di ricerca a livello interregionale per la reaUzzazìone dì una serie di prove su concimazione e

• moistica di raccolta, che enzano gli aspetti

íùàlitativ La sperimentazione variatale

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Li ultimi anni, infine, si etanno sviluppando anche coltivazioni cormdòtte col metodo biologico.

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ROMAGNA GLI ALBERGATORI: CI ASPETTAVAMO DI PIÙ

La Riviera pensa positivo «Attese 450mila presenze»

LE VIE del Signore sono infinite. Ma spesso portano a Rimini... Do-po i 26mila arrivati la settimana scorsa per gli esercizi spirituali di Cl, ecco gli oltre 20mila sbarcati in Riviera in questo weekend per il ra-duno annuale di Rinnovamento dello Spirito. Tra i turisti della fe-de, e quelli arrivati in Romagna da ieri per godersi la prima 'tintarella' di stagione, il bilancio del primo vero assaggio d'estate negli hotel della Riviera si annuncia positivo. Bene, ma non benissimo per gli ol-tre 2mila hotel aperti da Cervia fi- no a Cattolica. Secondo le previsioni Sandro Le-pri, dall'osservatorio sul turismo di Trademark Italia, «le presenze da ieri fino a martedì compreso sa-ranno circa 450mila. La crisi e il ca-ro benzina si fanno sentire». Il caldo degli ultimi giorni ha fatto ripartire le prenotazioni. «Si è lavo-rato molto con il lasi minute — con-fermano Patrizia Rinaldis e Bruno Bianchini, presidenti rispetiva-mente degli albergatori di Rimini e Riccione Fino a pochi giorni fa le richieste scarseggiavano: il meteo questa volta ci ha aiutato». Costringendo, rivela la Rinaldis, «molti alberghi stagionali che era-

no ancora chiusi ad aprire i batten-ti in questi giorni, viste le prenota-zioni che arrivavano».

A RIMINI gli hotel aperti superano l'80% di riempimento. Solo i parte-cipanti al raduno di Rinnovamen-to dello spirito (oggi alla Fiera dì Rimini è atteso il cardinale Berto-ne) garantiranno in questi giorni più di 60mila presenze. E poi ci so-no i soliti russi. «Ma la stragrande maggioranza dei turisti arrivati per il weekend è ita-liana, naturalmente — conferma Paola Batani di Select hotel, il gruppo che gestisce tra gli altri il Palace a Milano Marittima e il Grand hotel di Rimini—. Ci aspet-tavamo qualcosa in più, a dire il ve-ro: invece le richieste sono state in-feriori alle attese. Ma il bilancio di questo lungo ponte, alla fine, sarà comunque positivo». Sempre che il tempo non si metta a fare i capricci: dopo il caldo di ieri (oltre 22 gradi a Rinúni), oggi le condizioni meteo prevedono un leggero peggioramento. Tutti al mare, allora, ma solo per fare una passeggiata o due colpì a beach ten-nis. Per l'abbronzatura meglio ri-passare da metà maggio in poi.

Manuet Spadazzi

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La cedolare secca debutta nel 730 Ecco come calcolare e dichiarare il prelievo fisso sui canoni di *io

Luca Azzalli*

DEBUTTA in dichiarazione dei redditi la cedolare secca sugli affit-ti. L'aliquota della cedolare è fis-sa, pari al 21% sui canoni liberi e al 19% su quelli concordati. Que-ste aliquote piatte vanno applicate su tutto il canone contrattuale, senza le deduzioni forfettarie pre-viste con il regime ordinario, e la convenienza scatta per i redditi di-chiarati dal secondo scaglione Ir-pef in poi (cioè oltre 15mila curo annui) per chi affitta a canone di mercato e dal terzo scaglione in poi (oltre i 28 mila euro) per chi affitta a canone concordato.

DA NON trascurare il fatto che con la cedolare secca le detrazioni d'imposta CVerl tualmen te spettan-ti (per esempio per spese mediche, ristrutturazioni e interessi sui mu-mi) potrebbero essere perse se l'imposta dovuta sul reddito (affit-to escluso) fosse troppo bassa, per-ché questi bonus non possono es-sere sottratti dalla cedolare. Il ca-none assoggettato a cedolare, pur non concorrendo alla formazione del reddito complessivo, deve esse-re considerato per il calcolo di al-tre detrazioni tra cio i carichi di fa-miglia. Il proprietario che sceglie la cedolare, deve rinunciare agli aggiornamenti del canone, com-preso l'adeguamento Istat annua-le. L'opzione per la cedolare, per il 2011, si esprime in sede di regi-strazione del contratto o nelle di-chiarazioni dei redditi. IN DICHIARAZIONE l'opzione va espressa per i contratti in corso

nel 2011, scaduti oppure oggetto di risoluzione volontaria alla data del 7 aprile 2011, nonché per i contrat-ti in corso al 7 aprile per i quali era già stata eseguita la registrazione e per i contratti prorogati per i quali al 7 aprile era già stato effettuato il relativo pagamento. L'opzione in dichiarazione deve essere espressa anche per i contratti per i quali non sussiste l'obbligo di registra-zione (quelli di durata non superio-re ai 30 giorni annui), salvo regi-strazione volontaria del contratto

in data antecedente alla presenta-zione della dichiarazione.

IN ENTRAMBI i casi di opzione (in dichiarazione o alla registrazione del contratto), nella Sezione I del quadro B del modello 730, vanno indicati i dati dell'immobile locato e va barrata la casella di colonna 11 Cedolare Secca. Nella Sezione II quadro B devono essere indicati gli estremi di registrazione del con-tratto (per quelli di durata non su-periore a 30 giorni e non registrati va barrata la casella Contratti non superiori a 30 giorni nella colonna 7 della Sezione II).

DOPO aver indicato la rendita cata-stale nella colonna I dei righi del quadro B e aver messo a colonna 3 e 4 rispettivamente il periodo e la

percentuale di possesso, nella co-lonna 5 — denominata codice ca-none deve essere indicato il co-dice 3 per chi opta per la cedolare secca e nella colonna 6, sempre per chi opta per la cedolare, va indica-to il canone di locazione al 100% indipendentemente dalla quota di possesso dell'immobile. La casella di colonna 11 recante l'opzione per la cedolare secca può essere barrata solo se nella colonna 2, 'utilizzo', è stato indicato uno dei seguenti co-dici: 1 per immobile in parte utiliz-zato come abitazione principale e in parte in locato; 3 immobile loca-to in regime di libero mercato; 4 immobile locato in regime di equo canone; 8 immobile locato a cano-ne concordato; 14 immobile locato in Abruzzo; 16 immobile locato di interesse storico/artistico. Li co-lonna 8 infine, v a compilata se nel corso dell'anno è variato l'uti- lizzo dell'im- mobile (abita- zione princi- pale, a dispo- sizione, loca- ta con tassazione ordina- ria, con cedolare) o la quota di pos-sesso e si è quindi obbligati a com-pilare più righi, uno per ogni situa-zione.

CHI presta l'assistenza fiscale do-vrà calcolare sul reddito imponibi-le l'imposta considerando che do-vrà essere tassato il maggiore im-porto tra il 100% del canone annuo maturato e la rendita catastale riva-lutata. Nelle colonne 6, 7 del rigo Fi della Sez. I del quadro F devo-

no essere indicati gli importi versa-ti autonomamente nel 2011 con modello F24, rispettivamente per il primo e secondo o unico acconto con i codici tributo 1840 e 1841. In colonna 8 deve essere indicato il credito d'imposta utilizzato in compensazione a seguito del paga-mento in eccesso dell'acconto dell'85% in luogo del 68% previsto in un secondo momento (dpcin del 21. novembre 2011).

NELLA Sez. V del quadro F, colon- ne 5 e 6, andranno indicati, rispetti- vamente, la possibilità eventuale di non effettuare acconti nel 2012 e eventualmente la minore somma che deve essere trattenuta dal sosti- tuto d'imposta nel 2012 se si ritie- ne che sia dovuto un minore accon- to a titolo di cedolare secca pari, per il 2012, al 92% del totale impo-

sta dovuto. A colonna 7 andrà infine indicato,

eventualmen- te, in quante rate si vuole frazionare il versamento (da 2 a 5) a tito- lo di saldo e pri- ma rata d'accon-

to della cedoUre secca. Agli accon- ti dovuti per quest'anno, con il sal- do 2011, provvederà il sostituto d'imposta. In caso di mancata o parziale indicazione del canone, le sanzioni sono state raddoppiate. E se passerà il progetto di finanziare parte della riforma del lavoro ridu- cendo dal 15% al 5% lo sconto for- fettario dell'imponibile Irpef sui redditi da locazione, la cedolare ri- sulterà .maggiormente appetibile.

* dottore commarialista

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L'Imu non schiaccerà il mattone. Ma i prezzi restano bassi Secondo gli addetti ai lavori, l'imposta avrà e, etto solo sulle seconde case. E per chi vuole comprare il momento è da saldi

AchtLe Perego MILANO

L'IMU non farà esplodere La bol-la immobiliare. Se la nuova stanga-ta del Fisco sul mattone non farà certo bene a un mercato immobilia-re già in crisi (quest'anno le compra-vendite arriveranno a fatica a sfiora-re quota 600mila, oltre 200mila in meno di quelle antecedenti alla cri-si cominciata nel 2007) l'allarme lanciato dal Censis su un crollo dei prezzi del 20% con punte addirittu-ra del 50% per le seconde case sareb-be del tutto esagerato. Certo, il peso del Fisco si farà sentire su un setto-re già depresso, ma non provocherà un crollo così drammatico.

«L'IMPATTO che avrà l'Imu — spiega Dario Castiglia, presidente di Re/Max Italia che conta su una rete di circa 200 agenzie affiliate — non porterà a un crollo così drasti-co dei prezzi degli immobili». Gli ef-fetti della crisi, del resto, si sono già fatti sentire con un calo del valore del mattone del 20-30% negli ulti-mi quattro anni e non del 3-4% co-me sostiene il Censis. Quindi, sotto-linea sempre Castiglia, è impossib le pensare che ci sarà un ulteriore crollo dal 20 al 50%. Al massimo è da prevedere un aggiustamento al ribasso nell'ordine del 5-10%. Pro-babilmente impatterà sul mercato delle seconde case e degli investimenti immobiliari. L'analisi di Castiglia è condivisa an-che da Fabiana .Megliola, responsa-bile dell'ufficio studi di Tecnocasa. Più che l'Imu, a frenare l'acquisto della prima casa sono la diminuzio-ne del potere d'acquisto delle fami-glie e la difficoltà a farsi finanziare dalle banche. E questo detertninerà anche per quest'anno un nuovo ca-lo dei prezzi, quantificabile però in una forbice tra lo zero e il 2% con punte di ribasso del 5%. Le quota-zioni tengono di più nelle grandi città e nei centri storici, meno nelle

periferie e nei centri più piccoli. Lo stesso vale per le seconde case dove le località più rinomate e ricercate sia al mare (come la riviera roma-gnola) sia in montagna hanno mo-strato una maggiore stabilità delle quotazioni rispetto ai centri turisti-ci meno conosciuti. Ai quali però,

QUOTAZIONI Caleranno ancora un po' sull'onda della crisi Rlpresina rinviata al. 2013

sottolinea sempre Megliola, in que-sti ultimi anni si è indirizzata la do-manda di chi aveva da investire 150-18Ornila euro per una seconda casa e non poteva, con queste dispo-nibilità, comprare un appartamen-to in località vip. Non c'è dubbio che l'effetto maggiore dell'Imu sarà sulle seconde case, dove, conclude la responsabile dell'ufficio studi di Tecnocasa, si sta assistendo a un du-plice comportamento: la disponibi-lità ancora a investire da parte di chi vuole approfittare della discesa dei prezzi e l'incertezza di chi teme il peso delle tasse.

ai

In uno scenario a tinte grigie, ma non drammatiche, si inseriscono anche alcune note positive. Sia sul fronte dei prezzi, sia su quello della propensione verso l'acquisto.

NEL PRIMO trimestre dell'anno, se-condo Immobiliare.it, la propensio-ne degli italiani a investire nel mat-tone è cresciuta di quattro punti dal 45 al 49%. Dopo sei mesi di stallo (seconda metà 2011.) la ripresa dell'indice di fiducia dei consuma-tori nella casa, sottolinea Carlo Giordano, ad di Immobiliare.it, conferma «la ripresa di una progettualità delle .famiglie». Sul fronte delle quotazioni, invece, in base alle ultime rilevazioni di Ideali-stalt, il principale portale europeo di annunci immobiliari, l'inizio d'anno è stato all'insegna della so-stanziale tenuta dei prezzi nelle principali città con una crescita ad-dirittura a Torino (+2,2% a 2.241 euro medi al metro quadro) e Mila-no( 1 - 1,7% a 4.147 curo). Per Firen-ze e Bologna, inserite per la prima volta nell'analisi di Idealista.it, non ci sono raffronti con l'anno scorso ma solo i prezzi. medi del primo trimestre 2012: rispettivamente 3.933 e 2.944 euro al metro quadro.

CHE PRIMA del ritorno dell'Imu si stesse assistendo a una piccola «ti presina» dei valori in alcune città lo confermano anche i dati di Scenari Immobiliari: a gennaio Bologna mostrava un +0,9%, Firenze +2,7% e Milano +1,2%. Ma questa ripresa sarà stroncata dall'Imu e dal-la rivalutazione degli estimi catasta-li? «Nell'ultimo biennio abbiamo giù vissuto un calo degli scambi del 20% — risponde Mario Breglia, pre-sidente di Scenari Immobiliari e si è indebolita la propensione all'ac-quisto della casa, soprattutto se non per uso diretto, Ma non credo che ci saranno impatti particolari né sui prezzi, né sugli scambi». La ripresa però è come minimo rimandata al 2013.

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L'Imu joi s2Eacierà matto.,

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press LinE 29/04/2012 il Resto del Carlino

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Un futuro con tecnici e politici di Pier Ferdinando Casini

entile direttore, Le chiedo ospitalità perché l'arti- colo di Sergio Fabbrini, da lei pub-

blicato venerdì con il titolo «La politica e le ragioni dell'Italia», ha descritto con precisione le ansie e le preoccupazioni, ma anche le speranze, che mi hanno re- centemente convinto a lanciare il proget- to di un nuovo partito, moderato e rifor-

mista, capace di consolidare nella storia italiana, anche dopo il 2013, l'esperienza del governo Monti, che non è e non può restare una parentesi. Perchè, purtroppo, la crisi dell'Europa non è una parentesi. Le analisi di Fabbrini mi consentono di spiegare meglio cosa ho in mente.

Continua ► pagina 8

press LinE 29/04/2012

Il Sole12

Mi lasci, però, prima precisa-re che soltanto tre righe di quell'articolo, per il resto luci-dissimo, mi sono sembrate ap-prossimative. Laddove si affer-ma che «l'anomalia italiana rap-presentata da una destra popu-lista, da una sinistra oligarchi-ca e da un centro indefinito, ci ha fatto pagare un costo altissi-mo in termini di influenza poli-tica in Europa». Fabbrini capi-rà che avendo nel 2008, io e il mio partito, rischiato l'estinzio-ne per combattere da soli tanto la destra populista che la sini-stra oligarchica, ci sia rimasto un po' male a sentir parlare di un centro «indefinito». Anche perché abbiamo sostenuto pub-blicamente le tesi di Fabbriní che, francamente, indefinite non sono. Senza quella nostra scelta di allora e senza la nostra insistenza (rifiutando ogni lu-singa di potere) nel proporre, riproporre e proporre di nuo-vo un «governo di responsabili-tà nazionale», con tutta proba-bilità, oggi Mario Monti non sa-rebbe a palazzo Chigi. È un me-rito che non rivendico per me, ma in nome del riscatto di una politica che torni a farsi guida-re dall'interesse nazionale.

Proprio per questo le argo-mentazioni di Fabbrini mi han-no assai confortato nei giorni in cui l'Udc azzera i suoi vertici e lancia un nuovo progetto. Che cosa vogliamo realizzare? La politica italiana, per la se-conda volta in vent'anni, è di fronte ad una sorta di undici settembre. Intrappolata nella gabbia di una nuova crisi di si-stema. I partiti, così come so-no, non vanno più. Del resto, nella Seconda Repubblica essi sono stati pensati solo come "cartelli elettorali", giganti al momento delle elezioni, nani di fronte alla sfida del governo. È capitato a Prodi, è capitato a Berlusconi. Le "coalizioni ob-bligate" non hanno prodotto governo. Ma non voglio ora tor-nare sulle motivazioni che ci hanno spinto a contestare que-sto «bipolarismo all'italiana». Ricordo solo che sognavamo di trovarci a Washington, a Pa-rigi, a Berlino e invece ci siamo

svegliati in una sorta di Beirut, rissosa e inconcludente.

Ma questo «ventennio spre-cato» ci ha anche insegnato che non è utile a salvare l'Italia neanche l'appello alla "mitica" società civile, o peggio l'affidar-si al famoso «uomo solo al co-mando» Nell'era globale, infat-ti, l'obiettivo di qualsiasi orga-nizzazione, degli Stati come dei partiti, delle imprese come delle banche, non è l'individua-zione del solista, ma del gioco di squadra. La forza'di una rete di competenze, di una classe di-rigente nella quale la "tecnica" di ciascuno valorizzi il proget-to di tutti.

Ecco dunque il nostro pro-getto: superare l'attuale assur-da dicotomia tra "tecnici" e "politici". Oggi essa ha senso perché la politica si è isolata e inaridita. Ma nella nostra sto-ria i grandi partiti sono sem-pre stati abitati, oltre che dai professionisti politici, anche dalle migliori competenze del Paese. A quella eccellenza dobbiamo tornare. Vogliamo un partito che, fin dal suo atto di nascita, esibisca l'integra-zione tra le migliori compe-tenze del Paese e l'esperienza di una classe politica che ritro-vi il passo delle migliori stagio-ni della storia nazionale. No, non servono nuovi spot di marketing. Servono partiti ve-ri, con la testa in Europa e il corpo in Italia. Con il corag-gio di usare il linguaggio, spes-so impopolare, della verità.

È esattamente ciò che scrive Fabbrini. Non so se ce la fare-mo. Ma so che noi ci stiamo già mettendo in discussione. E ci offriamo come sponda per tut-ti quei movimenti civili e perso-nalità politiche che, comunque collocati, sentono la drammati-cità del momento. Nel 2013 la politica non può tornare al suo indecoroso punto di partenza. Non possiamo permettercelo. Perciò ci vuole un partito che assimili lo "spirito" e lo "stile" del governo Monti e lo faccia diventare la colonna sonora dell'Italia dei prossimi anni Non c'è tempo da perdere.

Pier Ferdinando Casini

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La Spagna stringe sullabadbank

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«Livello di tass one non più ragionevole» Squinzi: la media italiana è ormai superiore al 50% Daniele Lepido MILANO

i‘m «Tutto ciò che può aiutare le imprese a contrastare le ina-dempienze dello Stato è da pren-dere in considerazione, lo dico come imprenditore e cittadino. Qualsiasi misura che vada in questa direzione, quindi, è da va-lutare come via possibile per da-re ossigeno al mondo produtti-vo». Giorgio Squinzi, presiden-te designato di Confindustria («Ma come leader degli indu-striali sono in silenzio stampa fi-no al 23 maggio»), interpellato dal Sole 24 Ore interviene sulla proposta, targata Angelino Alfa-no, di un provvedimento che consenta agli imprenditori-cre-ditori dello Stato di non pagare le tasse fino all'ammontare del loro credito. «Perchgnon è pos-sibile - ha spiegato ieri il segreta-rio del Pdl in un incontro eletto-rale a Conegliano (Treviso) -che lo Stato sia esattore velocis-simo e pagatore lentissimo».

Quello delle compensazioni non è un tema nuovo ma una proposta che continua a rispun-tare e che già era stata ventilata anche nel corso dello scorso Go-verno da associazioni come Re-te imprese Italia, senza tuttavia ottenere risposte certe e risulta-ti concreti. Più in generale è il mondo delle aziende, soprattut-to le piccole e medie, che chiede la possibilità di rendere com-pensabili i crediti commerciali e delle pubbliche amministra-zioni coni debiti tributari.

E se il gioco "a somma zero" sembra ancora di là da venire, il nodo del fisco torna in primo piano. «Il nostro Paese è tartas-sato da una pressione fiscale che ha raggiunto un livello non più ragionevole», ha sostenuto Squinzi intervenendo sempre ieri al convegno La rivoluzione dei produttori a Milano organiz-zato a Palazzo Marino dal grup-

SUL TERRITORIO Maroni: «No studiamo una compensazione sul gettito mancante» Pisa pia: «Il tema è sollevabile a livello costituzionale»

NODO BUROCRAZIA Coro di richieste per snellire le regole: un certificato ambientale in Italia richiede tre anni, nel Canton Ticino 60 giorni

po consiliare della Lega Nord e al quale sono intervenuti il sin-daco Giuliano Pisapia, Roberto Maroni, Matteo Salvini e Oscar Giannino. Squinzi ha ricordato come la media dell'imposizione fiscale nei Paesi dove la sua azienda è presente, la Mapei, sia del «34% mentre in Italia non si riesce a scendere sotto il 50% e questo anche grazie a un'impo-sta malvagia come l'Irap».

Eppure la via per il rilancio ci sarebbe, ha spiegato il ne o eletto presidente di Viale dell'Astro-nomia: «Si prenda un Paese co-me il Canada, che negli anni Set-tanta era un esportatore di mate-rie prime. Oggi grazie a un pia-no di incentivi dedicati, guarda caso, alla ricerca, per ogni dolla-ro investito si parla di ritorni pa-ri a due dollari e mezzo, numeri che dovrebbero far riflettere».

Puntare sulla crescita è strate-gico ma alla base di qualsiasi in-tervento ci deve essere prima una riforma importante legata alla semplificazione normativa, ha continuato Squinzi. «Siamo ancora il secondo Paese manifat-turiero al mondo per valore pro-capite ma dobbiamo lavorare af-finché gli investitori esteri non ci mettano, come purtroppo suc-cede, all'8o esimo posto nelle va-rie classifiche legate all'attratti-vità dei capitali stranieri, pro-prio per colpa di una burocrazia che rischia di stritolare le ener-gie imprenditoriali sotto una cappa di piombo».

E se in Italia ci vogliono «tre anni per avere un certificato di impatto ambientale - continua il numero uno della Mapei - nel Canton Ticino bastano 6o gior-ni. È possibile una tale inefficien-za?». Senza dimenticare, altro capitolo di scontento, il costo dell'energia nel nostro Paese, tra i più cari, «visto per esempio che su undici progetti di rigassi-ficatori in Italia ne sono entrati in funzione solo due».

Squinzi è intervenuto anche sul tema della disoccupazione giovanile («Con una media del 30% significa che stiamo per-dendo una generazione») e sul-la necessità di reali7zare le gran-di infrastrutture («I veti contro la Tav non sono tollerabili»). E infine il nodo del credito: «Per i finanziamenti alle imprese sipo-trebbe pensare a un ruolo della Cassa depositi e prestiti - ha concluso Squinzi - che ha miliardi di depositi liquidi».

Intanto si rafforza il fronte po-litico anti-Imu, insieme con la scelta di alcuni comuni di disdi-re il contratto con Equitalia per la riscossione dei tributi. Dalpal-co del Comune di Milano l'ex mi-nistro dell'Interno, Roberto Ma-roni, ha precisato che l'idea le-ghista non è quella di «una sem-plice obiezione fiscale che po-trebbe mettere a rischio i cittadi-ni maura proposta che compen-si la diminuzione del gettito at-traverso risorse alternative, 3 miliardi di euro non sono una ci-fra impossibile da recuperare».

E sull'eventualità di disdire il contratto con Equitalia íl sin-daco Pisapia "benedice" i pic-coli comuni che lo hanno già fatto «ma ho qualche dubbio che sia applicabile anche a Mi-lano». Invece sul parziale dirot-tamento allo Stato centrale del-le risorse derivanti dall'Imu, il primo cittadino ritiene che la questione «sia sollevabile a li-vello costituzionale».

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4. Wolk, di uss2zinne non più,,rionequle.

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Il Sole12

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Riforma. Settimana decisiva al Senato, verso intesa su emendamenti

Licenzi enti disciplinari, meno discrezionalità ai giudici ROMA

Per il Ddl sulla riforma del mercato del lavoro si apre la settimana decisiva: per avvia-re le votazioni la Commissione lavoro che ha concluso l'esa-me dei 1.048 emendamenti at-tende il parere sulla copertura economica dalla Commissio-ne bilancio che si riunirà il maggio. «In due o tre giorni sia-mo in grado di terminare le vo-tazioni - spiega uno dei due re-latori, Tiziano Treu (Pd) -. Co-me partiti di maggioranza, at-traverso un'attenta opera di se-lezione, accorperemo la gran parte degli emendamenti. Ne resteranno circa 4-500 presen-tati da Lega e Idv; il loro atteg-giamento potrà avere ripercus-sioni sui tempi di approvazio-ne del testo».

L'orientamento dei partiti di maggioranza è quello di chiude-re tutta la partita al Senato, quin-di nei prossimi giorni dovran-no trovare una mediazione su modifiche che possano reggere anche alla Camera, dove per qualcuno sarà sicuramente dif-ficile resistere alla tentazione di apportare qualche ulteriore correzione, con il rischio di al-lungare i tempi di approvazio-ne della riforma. Sull'articolo 18, l'intesa politica raggiunta dai partiti della maggioranza con l'Esecutivo sembra al sicu-ro: «non si tocca» ha detto l'al-tro relatore, Maurizio Castro (Pdl), sottolineando che non vi sono state proposte di modifica su questo fronte da Pdl, Pd e Udc, oltre quelle su cui sta lavo-rando l'Esecutivo.

È probabile un emendamen-to del governo "correttivo" dell'articolo 14 che prevede che il giudice disponga la reintegra-zione del lavoratore, annullan-

do il licenziamento per motivi disciplinari, se accerta che non ricorrono gli estremi del giusti-ficato motivo soggettivo o della giusta causa addotti dal datore di lavoro per «insussistenza dei fatti contestati, o perché il fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa nelle previsioni della legge, dei contratti collettivi o dei codici disciplinari» L'intenzione del governo e dei relatori sembra essere quella di tornare allaver-sione originaria, oggetto dell'in-

IN 031Kissio NE, Treu (Pd): «In 2-3 giorni possiamo terminare le votazioni, con una selezione delle proposte di modifica da parte della maggioranza»

tesa con le parti sociali (esclusa la Cgil), eliminando il riferimen-to alle previsioni della legge, che - hanno denunciato le im-prese - ampliano di molto la di-screzionalità dei giudici.

Il governo, nella persona del ministro Severino (Giustizia), deve ancora decidere se acco-gliere con un emendamento un'osservazione che arriva dai tecnici del Senato, che avrebbe l'effetto di garantire maggiori tutele ai lavoratori nei ricorsi per licenziamenti economici. La richiesta di modifica riguar-da il comma 3 dell'articolo 19 del Ddl, secondo cui la Corte d'appello «alla prima udienza può sospendere l'efficacia della sentenza se ricorrono gravi mo-tivi». Secondo le norme attuali, tuttavia, la sentenza con cui vie-ne disposto il reintegro non so-lo è provvisoriamente esecuti-

va, «ma è stata ritenuta - spiega-no i tecnici del Senato - dalla giu-risprudenza non soggetta all'inibitoria» prevista dall'arti-colo 431 del Codice di procedu-ra civile che riguarda l'esecuti-vità della sentenza.

Sembra certo, inoltre, un emendamento del governo per modificare una decina di artico-li compresi tra il Capo VI (poli-tiche attive e servizi per l'impie-go) e il Capo VII (apprendi-mento permanente) del Ddl che vanno riformulati secondo le osservazioni della Conferen-za unificata, visto che le Regio-ni hanno la competenza su que-ste materie.

Sull'altro tema "caldo", quel-lo della flessibilità in entrata, i due relatori stanno lavorando per trovare una mediazione con le richieste di modifica sol-lecitate dal Pdl, dall'Udc e dalle imprese, tenendo conto però delle posizioni di Pd e sindaca-ti. Sembra profilarsi un allenta-mento della stretta sul ricorso alle Partite Iva e ai contratti a termine negli emendamenti che i partiti di maggioranza do-vrebbero concordare nei pros-simi giorni. Il Pdl intende garan-tire quei soggetti «privilegiati» - come i creativi, i designer, gli informatici - che con le norme del Ddl vedrebbero modificato il rapporto di lavoro da autono-mo a collaborazione continuati-va «contro il loro desiderio». Si sta ragionando anche sulla lun-ghezza delle pause che devono intercorrere tra un contratto a termine e il successivo: oggi so-no previsti io giorni di stop, che il Ddl porta a 9o. Anche in questo caso si sta cercando una mediazione.

G. Pog. al RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Sole12

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«Tolta qualche gar la di pochi» Fornero: l'articolo 18 non è stato smantellato - Impedire l'uso distorto delle partite Iva

Giorgio Pogliotti ROMA

r1,- «Stiamo togliendo qualco-sa all'articolo i8, ossia la garan-zia che impediva il licenziamen-to consentendo al giudice di reintegrare il lavoratore, ma non lo abbiamo smantellato».

Il ministro del Lavoro, Efsa Fornero, intervenendo ad un convegno dell'Udc a Torino, ie-ri ha difeso l'impianto della ri-forma del mercato del lavoro, nei capitolipiù "spinosi" - quel-lo della flessibilità in uscita e in entrata - oggetto di numerosi emendamenti in commissione Lavoro al Senato, dove è in cor-so l'esame del Ddl. Per Fornero l'articolo i8 dello Statuto dei la-voratori è «una cittadella riser-vata a pochi e da cui sono stati esclusi sistematicamente i gio-vani e spesso le donne». Sull'al-tro tema "caldo" - quello della flessibilità in entrata - Fornero ha spiegato che l'operazione promossa dal governo mira a due obiettivi, «mantenere fles-

sibilitàma allo stesso tempo im-pedire l'uso distorto di certi contratti», come nel caso delle partite Iva: per chivuole svolge-re il lavoro autonomamente «sono sacrosante e quindi non le vogliamo eliminare», ma «bi-sogna evitare che troppe perso-ne siano costrette a lavorare co-sì perchè o mangiano quella mi-nestra o niente».

Altro caposaldo del Ddl è il nuovo sistema di strumenti di sostegno al reddito: «La vera ri-voluzione per l'Italia - ha ag-giunto Fornero - sarebbe una modifica del sistema di ammor-tizzatori sociali in cui non va protetto il posto di lavoro, ma il lavoratore nel mercato del lavo-

LE REAZIONI DEI PARTITI Casini: la legge passerà, non faremo le bizze Lupi: cambiamenti per favorire la creazione di posti di lavoro perì giovani

ro». Il nuovo sistema poggia su uno schema di assicurazione so-ciale per l'impiego, in cui «il di-soccupato si deve attivare per trovare una nuova occupazio-ne», ma «lo Stato non lo lascia solo con politiche cliriqualifica-zione, formazione e servizi per l'impiego».

Tuttavia sull'iter del Ddl al Senato pesa l'aut aut del Pdl, che sollecita modifiche sul te-ma della flessibilità, minaccian-do in caso contrario di negare ìl sostegno al governo. Il leader dell'Udc, Pierferdinando Casi-ni, si è detto convinto che la leg-ge sul lavoro «passerà, non fac-ciamo storie», il Pdl «avrà sen-so di responsabilità», perchè non è il momento di «fare biz-ze».Secondo Casini «per la fles-sibilità in entrata ci sono margi-ni di miglioramento» e «il mini-stro Fornero lo sa bene», mal'in-vito è a «non creare difficoltà a questo governo che sta facendo bene». Nella replica Maurizio Lupi (Pdl), sostiene che «il Pdl

Articolo 18 Finora, in caso di

licenziamento illegittimo, il giudice stabiliva il reintegro. Con la riforma, nel licenziamento disciplinare o per motivi economici, il giudice potrà stabilire anche solo un'indennità

ANSA

Vincoli a flessibilità in entrata Con la riforma, per evitare che

una partita Iva nasconda abusi, il contratto sarà considerato collaborazione coordinata e continuativa se dura oltre 6 mesi in un anno o il lavoratore ha oltre i175% dei redditi dall'impresa

continuerà a muoversi con sen-so di responsabilità», aggiun-gendo però che «avere senso di responsabilità, significa miglio-rare e modificare la legge favo-rendo la creazione di lavoro in particolare per i giovani». Il messaggio del Pdl, in sostanza, è: «serve una buona legge, non qualsiasi legge».

Le richieste di modifica del Pdl preoccupano il sindacato. Il numero uno della Cisl, Raffae-le Bonanni, ha chiamato in cau-sa il ministro: «Fa bene a difen-dere l'impianto della riforma», ma «ci aspettiamo la stessa de-terminazione del governo an-che in Parlamento dove sotto la spinta delle lobby, si sta cercan-do di stravolgere il testo fatico-samente concordato con le par-ti». Per Bonanni «si vogliono annacquare le parti cruciali del-la riforma che riguardano i gio-vani, come la lotta alle false par-tite iva e ai contratti di compar-tecipazione».

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Ministro del Lavoro. Elsa Fornero, ieri al convegno dell'Udc a Torino

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i. capo detto Stato. «Imprescindibili nella crisi»

Napolitano: servono equità e solidarietà ROMA

I «Giustizia e solidarietà nel-la società, equità e collaborazio-ne internazionale sono esigenze e punti di riferimento imprescin-dibili» di fronte alla «grave crisi economica e sociale in atto». Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna a par-lare della difficile congiuntura che sta attraversando il Paese e lo fa nel messaggio augurale in-viato ieri al segretario del Psi, Riccardo Nencini, in occasione della manifestazione organizza-ta a Genova per celebrare i izo anni. Un richiamo a esigenze «sempre vive» che il Capo dello Stato ha legato strettamente allo spirito e alle idee del socialismo.

«La vostra iniziativa non rap-presenta solo un contributo alla celebrazione di una lunga e glo-riosa tradizione politica, intrec-ciata intimamente alla storia del nostro Paese, alle battaglie per il progresso economico e civile e alle conquiste democratiche e sociali» ha sottolineato nel suo messaggio Napolitano. Che ha

ricordato come il filone del pen-siero socialista, profondamente radicato nel nostro continente, «costituisceunpatrimonio diva-lori e di idee la cui attualità è da approfondire» in rapporto pro-prio alle esigenze di giustizia, so-lidarietà ed equità, «punti di rife-rimento» da cui non si può pre-scindere difronte anche «ai mu-tamenti e alle tensioni del mon-do d'oggi». Un viatico per tutti i partecipanti alle celebrazioni cui Napolitano ha rivolto ap-prezzamento per la «vostra vo-lontà di concorrere attivamente alla vita politica e al confronto democratico».

Palcoscenico della celebra-zioni la Sala Sivori, la stessa che il 15 agosto del1892 vide nascere il partito dei lavoratori italiani, sintesi dell'esperienza del Parti-to operaio italiano, della Lega so-cialista milanese, d'ispirazione riformista,fondatanel1889 daFi-lippo Turati e delle organizza-zioni operie.

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LA CRISI DEI PARTITI

Il vero rischio? Il disinteresse In un mondo privo di classi dirigenti il pericolo non è l'antipolitica di Carlo Carboni

on il nuovo collasso della politi- ca, sempreinciampata sumanca- te decisioni che la riguardano, con le nuvole che si addensano

sul futuro dell'economia e con la crisi mo-rale che incombe da unventennio, si torna a parlare di classi dirigenti. Però, qualche paletto andrebbe messo in questo dibatti-to. Primo: occorre distinguere l'élite, "ciò che si è" (un vertice), da classe dirigente, "ciò che si fa" con visione e competenza. L'avvento della democrazia ha reso le éli-tespiùnumeroseeplurali, maleclassi diri-genti sono diventate più rare, come i lea-der capaci di interpretare gli eventi, tra-smetterenuove idee, aprirenuovevie.I ca-ratteri dei leader dei tempi andati (deciso-ri /moralizzatori) hanno esaurito la loro missione negli anni 6o quando l'Italia era un altro mondo. Il contesto è ora più com-plesso e non c'è più lo "scudo Atlantico": è perciò più comodo crogiolarsinell'esser-ci" e pensare in segreto che riformare un grande paese siaunapiaillusione.

Secondo: ovunque nel vecchio mondo occidentale, siamo nel mezzo di una crisi della democrazia rappresentativa. Il ma-lessere democratico è acutizzato dalla cri-

si economica, ma non riducibile a essa, vi-sto che se ne scrive da due decenni. Quan-to alla rappresentan za politica, l'Occiden-te é a corto di leader capaci di tenere ilpas-so delle veloci trasformazioni e dell'enor-me quantità d'informazione. L'incerta e strana" Europa dei tempicorrenti è segno della caduta di pensiero strategico dei principali leader, formatisi all'ombra del tradizionale combinato disposto milita-re, nazionale e industriale del XX secolo, a sua volta al tramonto in un mondo eco-nomicamente policentrico e plurale in quanto a società e potere. Perciò, nel mi-gliore dei casi la gerontocrazia, che in Eu-ropa guida due grandipaesicome Germa-nia e Italia, guarda alpassatoper farei con-ti con il presente e scivola sul piano incli-nato degli interessi autoreferenziali. Il vecchio mondo è a corto di poteri intelli-genti. Lo dimostra l'enorme crescita sen-za nuove regole della finanza, acni oggi fa capoil reticolo deipoteri checontano.An-che le recenti vicende che in Italia hanno investitoiverticileghisti (ma non solo) di-mostrano quanto siano finanziarizzati i partitiridottia cartelli elettoralipreda del-la "filosofia del denaro". A corto di argo-menti, la politica europea ha preferito stregareconilpopulismo piuttosto che re-

stituire speranza e identità, anticipando gli eventi per controllarli e regolarli.

Terzo: ci consoliamo sostenendo che l'Italia è un laboratorio, ma in realtà è un'esasperazione dell'incertezza euro-pea:unpaese in cuisi cambiano aripetizio-nepartiti eleggi elettorali, manon le élites. Né il ricambio procede tra gli imprendito-ri, né vameglio traiprofessionistisottopo-stianch'essi allagerontocrazia.L'attenzio-ne

è però attratta dai politici perché sono

laclasse eletta, che dovrebbeseguirepreci-se regole di ricambio. I partiti-etichetta svuotatidahnilitantie inmano ad ammini-stratori eletti e nominati e delle clientele, non garantiscono ricambio del personale enonlo formano, creandoselezioneavver-sa al merito. Manca una formazione inter-nazionale dei nostri leader e il loro provin-cialismopesa alcospetto delleproblemati-che europee o di quelle imposte dai merca-ti globali. Una strategia di lungo periodo per ricostruireipartitidovràgarantdrefor-mazione e ricambio contro le incrostazio-ni clientelari che si creano quandosiperse-guonointeressiautoreferenziali e ilmodel-lo del politico "dalla culla alla bara".

Quarto: i partiti personalizzati, profes-sionalizzati, finanziarizzati e mediatizzati si curano con un rinnovato interesse dei

cittadini alla polis, con la voice e non l'exit. Nona caso,ilmalessere democratico simi-sura con tre indicatori, da vent'anni in ca-dutalibera:iscrizione aipartiti, indice di fi-ducia in essi, elettori votanti. L'indifferen-za sociale èstataincoraggiata dall'informa-zionemediale che ha disincentivatolapar-tecipazione, ma il fenomeno era stato già intuito da Durkhei m con la formula dell'integrazione senza consenso" pro-pria delle società moderne caratterizzate daindividualismo conFonnista elealtàpas-siva.Altro che antipolitica:letre crisi (poli-tica, economica e morale) derivano non da protesta o intolleranza, ma da indiffe-renza e defezione sociale. Il rischio si chia-ma democrazia "minima" per cui gli inte-ressi dei rappresentanti si specchiano nel disinteresse deirappresentatiTraicittadi-nilatita la disponibilità ali.' impegno civico di occupare gli spazi che la democrazia of-fre. Tra le élites, manca la volontà di coin-volgere cittadinanza attiva e competente, che i partiti dovrebbero formare e selezio-nareper garantire unricambio regolato. A causa di questo doppio deficit-lo abbiamo imparato dai 150 anni di storia unitaria -ogni zo-3o anni l'albero viene scosso e chi è sopra cade aterratramille risentimenti.

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Le tradizioni politiche, una trappola per la sinistra di Giuseppe Berta

u Alcide De Gasperi a coniare l'espressione "una specie di laburismo cristiano", in una lettera del 1952 a papa Pio XII. Il

leader della Dc si riferiva all'alternativa che era serpeggiata nel suo partito e che si richiamava a Giuseppe Dossetti e alla sinistra interna di "Cronache Sociali" La definizione era felice perché individuava l'orientamento di un'area cattolica che effettivamente praticava una serie di opzioni, dal rilievo accordato all'azione sindacale alla preferenza per l'economia mista, in cui era visibile una matrice laburista, non foss'altro per l'interesse verso l'esperienza di governo di Clement Attlee nel Regno Unito fra il 1945 e il '51.

In questo contesto, il laburismo non suona affatto come un'evocazione forzata o, peggio, un'allusione strumentale. Coloro che si sono soffermati sulla storia della sinistra cattolica fra il dopoguerra e gli anni 6o hanno rintracciato un imprinting cui non era estranea una traccia laburista in senso proprio. La programmazione economica e il keynesismo, l'azione dinamica del sindacato nello sviluppo e la politica dei redditi, hanno innervato una linea politica e sociale, rendendola meno provinciale.

Non sempre il linguaggio politico si rivela altrettanto aderente alla natura dei problemi. Anche ora, in Italia, sono di moda il "laburismo" e i "laburisti", ma con una torsione che toglie a questi termini il significato originario. Nel Pd la tendenza è a contrapporre la componente "laburista", filo sindacale, fondamentalmente contraria a modificare alcune regole del mercato del lavoro (a cominciare dal famigerato articolo 18), rispetto all'anima "liberale" del partito, assai meglio disposta. Il richiamo al laburismo si ritrova nelle conclusioni del saggio che il responsabile

economico del Pd, Stefano Fassina, ha appena pubblicato (Il lavoro prima di tutto. L'economia; la sinistra, i diritti, Donzelli, pp.191, ei6,5o). Fassina parla di un «neo-umanesimo laburista» capace di guidare la politica del Pd in materia di lavoro. Osserva che «le tradizioni socialista, socialdemocratica, laburista e del comunismo italiano sono state, nell'Europa occidentale, motori di promozione di dignità dell'uomo, quindi fattori di progresso, di civilizzazione del lavoro e di costruzione delle democrazie effettive». Quest'amalgama dovrebbe confluire con la tradizione e le posizioni del cattolicesimo, in special modo nella versione dell'enciclica Caritas in veritate, per dare luogo a una visione della «persona che lavora». Fassina sposa le parole di Benedetto XVI con quelle di Mario Tronti, per dimostrare che la "persona" (soprattutto se è la "persona che lavora") non coincide con l"'individuo", sostantivo troppo esaltato da quel "liberismo" che è la bestia nera del suo pamphlet.

Così però i lineamenti del laburismo storico si smarriscono del tutto. È vero che il Labour Party è impegnato in una revisione critica della sua recente esperienza di governo. Ed è vero anche che nelle istituzioni culturali che lo fiancheggiano si torna a parlare di diseguaglianze sociali e di rappresentanza sindacale. Ma basta scorrere il documento più recente della Fabian Society (The Economie Alternative) per accorgersi che i laburisti inglesi si misurano col futuro, senza pensare a un recupero della tradizione. Quanto ai valori di derivazione religiosa e alla loro traduzione in politica, si legga ciò che un giovane deputato laburista, lo storico Tristram Hunt, ha scritto paragonando la carriera di due "socialisti cristiani", il protestante ed esponente dell'ala sinistra Tony Benn e il cattolico iper-modernista Tony Blair.

Il confronto col laburismo e con le politiche che il laboratorio della socialdemocrazia europea sta mettendo a punto sarà tanto più importante per la sinistra italiana quanto più sarà di merito e avrà l'occhio rivolto al futuro, perché essa ha bisogno di una prospettiva per il domani più che del conforto delle tradizioni culturali.

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It rapporto «Antigone». COn la crisi ridotti i fondi: lavoro solo per un detenuto su cinque e mini-stipendi

Carceri, detenuti sempre più «disoccupati» Donatella Stasio ROMA

Il carcere dovrebbe essere il tempio della legalità ma continua ad essere, nonostante gli sforzi re-centi, il luogo in cui si consuma la più grave delle illegalità, quella costituzionale. Al punto che chi lo dirige, il capo del Dipartimen-to dell'Amministrazione peniten-ziaria Giovanni Tamburino, pro-nunciaparole quasi di resa: «Con-dizioni di urgenza, come il sovraf-follamento nelle carceri, posso-no richiedere soluzioni d'urgen-za, come fu per il 41 bis contro la criminalità organizzata». Quel che è certo è che la crisi economi-ca sta rendendo ancora più dram-matica - e fuorilegge - la situazio-ne carceraria. Basti pensare al la-voro: ùn diritto dei detenuti (non un privilegio né tanto meno un premio), un obbligo per lo Stato; eppure il lavoro sta scomparen-do. I «lavoranti» sono appena il 20% (13.961 su 66.897); gli altri stanno «in ozio», come si dice in gergo. Ma anche per chi lavora so-no tempi durissimi: i drastici ta-gli di sp es a non consentono di p a-gare «la mercede» a chi lavora al-le dipendenze del carcere

(1'83%), come «scopino», «spesi-no», «portavitto», «tabelliere» (le buste paga da 3o euro stanno diventando la norma) né di soste-nere le imprese o le cooperative che assumono detenuti (2.261, so-lo il 16%). La commissione Bilan-cio della Camera ha bloccato, per mancanza di copertura finanzia-ria, la proposta di legge che punta-va al reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro attraverso sgravi fiscali alle imprese. Molti, quindi, perderanno il lavoro, cioè il principale incentivo a un con-creto reinserimento sociale.

I numeri del disastro - ormai non è più un'emergenza - si pos-sono leggere nell'ultimo Rappor-to sul carcere di Antigone, Asso-ciazione da sempre in prima li-nea. Lì c'è anche il primo bilancio del decreto-Severino sul sovraf-follamento, quello che secondo

SOVRAFFOLLAMENTO Con la «svuotacarceri» usciti solo in 312 ma tremila ingressi in meno. Tamburino (Dap): soluzioni d'urgenza come per 41 bis

la Lega e PIdv sarebbe stato un in-dulto mascherato, un pericolo per la sicurezza degli italiani, per-ché avrebbe rimesso in libertà pe-ricolosi delinquenti. Ebbene, do-po tre mesi e mezzo di vita, la co-siddetta «svuota carceri» ha svuotato poco e niente visto che i detenutipassati dal carcere ai do-miciliari sono stati solo 312, non le migliaia che qualcuno paventa-va, o sperava (a seconda dei punti di vista). È andata un po' meglio sul fronte degli ingressi, poiché con le nuove norme c'è stata una riduzione di 3mila detenuti che avrebbero scontato una penabre-ve o brevissima (da 19.212 a 16.663), anche se la tendenza alla riduzione era già in corso. Ben più significativo, su questo fron-te, l'apporto dell'Europa con la sentenza della Corte di Giustizia dell'anno scorso: i giudici di Lus-semburgo hanno di fatto spazza-to via la norma della Bossi-Fini sull'arresto degli extracomunita-ri non in regola con i documenti, che disobbedivano all'ordine di allontanamento del Questore. E così, rispetto ai 24.954 stranieri detenuti alla fine del 2011, a mar-zo di quest'anno se ne contavano

24.123, cioè 831 in meno, quasi l'equivalente della decrescita dell'intera popolazione carcera-ria registrata nell'ultimo anno.

Il sovraffollamento aggrava la violazione dei diritti che si consu-ma in carcere. Secondo i dati uffi-ciali, i posti regolamentari sareb-bero 45.743 (in realtà meno, poi-ché molti reparti sono chiusi per manutenzione e si usano spazi co-muni come celle), quindi 20.952 meno di quelli richiesti dalle pre-senze (66.695).1140,4% dei dete-nuti (2 su 5) è in custodia cautela-re; il 36,2% sono stranieri. In teo-ria, il tasso di affollamento è del 145% e già questo ci colloca al ver-tice della lista nera dei Paesi euro-pei. Certo, gli Stati uniti stanno peggio poiché detengono il poco invidiabile record del 25% della popolazione carceraria del piane-ta, coni loro 2,4 milioni di detenu-ti, nonostante negli ultimi 20 anni il tasso di criminalità sia diminui-to di oltre il 4o%. Miracoli della «tolleranza zero»! La Corte su-prema americana ha definito il so-vraffollamento dei penitenziari della California una «punizione crudele e insolita» ordinando al-lo Stato, l'anno scorso, di tagliare di 3omila detenuti la popolazio-ne carceraria. E chissà se Tambu-rino, parlando di «soluzioni d'ur-genza», non pensi ad un epilogo analogo a quello.

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VERSO LA COSTITUENTE DELLA CULTURA

Il Manifesto adottato dai sindaci

olti candidati sindaco alle prossime elezioni amministrative del 6 e 7 maggio hanno messo la cultura al centro del-la campagna elettora-

le, raccogliendo l'appello pubblicato su que-ste pagine domenica scorsa e facendo pro-pri i cinque punti del Manifesto per la cultu-ra lanciato dal domenicale il 19 febbraio. I futuri amministratori locali che hanno sot-toscritto il Manifesto condividono l'idea che investire in cultura sia una via indispensabi-le per ritrovare la crescita, e che un'azione capillare dal basso sia il metodo migliore per far ripartire lo sviluppo del Paese. L'evi-denza della diminuzione di investimenti da parte dello Stato nei beni culturali ha porta-to i candidati a interrogarsi su quali debba-no essere le strategie dedicate allo sviluppo culturale del territorio da promuovere nei prossimi cinque anni di governo locale.

La voce cultura occupa i13,4% della spe-sa corrente degli ottomila comuni italiani. Dalle casse delle amministrazioni comuna-li, ogni anno, per la sola cultura escono in media 2,4 milioni di euro, che salgono a 22

milioni se si sommano turismo (0,7% del bilancio di spesa), istruzione pubblica (10,1%), territorio e ambiente (17,4%). A que-sto si aggiunge la spesa gestita con le com-petenze miste, che coinvolge contributi sta-tali, regionali e provinciali pari ad altri 20

milioni di euro (elaborazione Ifel su dati ministero dell'Interno e Istat). Una voce di

bilancio non da poco che si merita il giusto spazio nei programmi politici di chi si can-dida sindaco. E mentre il governo medita sugli investimenti in opere pubbliche e grandi infrastrutture, i candidati che pun-tano a una poltrona in consiglio comunale investono su quelle che sono le infrastrut-ture necessarie a ogni processo di sviluppo economico e civile, ovvero la cultura decli-nata nelle sue molteplici forme.

I primi a sottoscrivere il Manifesto, saba-to 21 aprile, sono stati i candidati di Vero-na, in un incontro organizzato da Chiara Stella, delle Madri insieme, che la settima-na precedente aveva invitato il responsabi-le di questo supplemento, Armando Massa-renti, a presentare alla città i punti del Ma-nifesto. Dal nordest l'esempio si è diffuso in tutta Italia e in meno di una settimana sono arrivate in redazione adesioni di can-didati che hanno firmato il Manifesto e hanno fatto del titolo «Niente cultura, nien-te sviluppo» un vero e proprio slogan elet-torale, inserendo nei loro programmi poli-tici i punti del documento che ha già raccol-to migliaia di consensi.

Palermo. Per Alessandro Aricò Mpa, Api e movimenti civici, Mps, Palermo Avvenire, Chiamalacittà), il punto di par-tenza dovrà essere l'Università: «Abbiamo pensato di affidare l'assessorato con dele-ga all'Innovazione, alla ricerca e allo svilup-po direttamente all'Ateneo palermitano e non a un singolo docente. I giovani della nostra città saranno ambasciatori della cul-

tura palermitana nel mondo». Secondo Fabrizio Ferrandelli (Ora Paler-

mo lista Ferrandelli, Palermo per Ferrandel-li con Vendola, Pd e Riformisti per Paler-mo), il Manifesto è condivisibile in ogni sin-golo punto «perché trasforma la cultura da costo in risorsa, in uno strumento, cioè, in grado di promuovere un rinnovato senso di cittadinanza fondato sulla consapevolezza del proprio patrimonio culturale, materiale e immateriale e in grado di attrarre un turi-smo di qualità, di incentivare la ricerca e l'in-novazione e di muovere l'economia cittadi-na».II candidato sindaco Tommaso Dragot-to (presidente del Movimento Impresa Pa-lermo) afferma che «il lento degrado delle

politiche ha di fatto ingessato la valorizza-zione dei nostri beni culturali e delle nostre arti teatrali ed è necessaria un'inversione per dare un importante segnale di rivaloriz-zazione del ruolo che le città sono tenute a svolgere».

Per Massimo Costa (Terzo Polo) la cultura è un asset strategico dell'economia• «Sono molti — dice — gli edifici culturali bloccati da cantieri infiniti, cui basterebbe solo un ge-sto di vera volontà per essere conclusi».

L'Aquila. Pierluigi Properzi (Popolo della libertà e dalla lista civica "Domani L'Aqui-la") sostiene che «la cultura e la conoscenza, se gestite attraverso una programmazione di lungo periodo, possono costituire un for-

Dall'Aquila a Genova, da Palermo a Castrocaro Terme: i cinque punti di «Niente cultura, niente sviluppo» entrano a far parte dei programmi elettorali

di Silvia Bernardi

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midabile stimolo alla crescita della società e dell'economia di una città. Questo vale anco-ra di più all'Aquila, dove il terremoto di tre anni fa ha distrutto non solo gli edifici ma anche le relazioni e le abitudini, sociali e cul-turali, dei cittadini».

Per Massimo Cialente, sindaco dell'Aqui-la e candidato per il centrosinistra, «la cono-scenza costituisce la base migliore per arri-vare a un'autentica e consapevole promo-zione del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Una risorsa che, per i più giovani, può e deve trasformarsi in una con-creta prospettiva di crescita e di lavoro».

Genova. Marco Doria (centrosinistra) par-te dalla valorizzazione del patrimonio loca-

le: «Dobbiamo lavorare per la diffusione di una consapevolezza divivere in un museo a cielo aperto. Pubblico e privato devono colla-borare per la promozione di eventi in grado di incentivare da un lato flussi turistici di qualità, e dall'altro la possibilità di fruizione privata dei singoli cittadini».

La Spezia. Il sindaca Massimo Federici (candidato per il centrosinistra) del Mani-festo condivide impostazione di fondo e proposte conseguenti. «Ne ho tratto spun-to anche nella redazione del mio program-ma — dice —. Senza cultura non c'è svilup-po. Educazione, istruzione, ricerca, cono-scenza, cultura sono le chiavi per crescere, creare lavoro, senso di comunità, coesio-ne, civiltà urbana».

Mettere la cultura al centro dell'azione di governo locale non è una priorità solo delle grandi città. Anche i piccoli comuni sento-no di giocare un ruolo determinante nella tutela, gestione e controllo dell'immenso patrimonio materiale e immateriale del Pa-

A Galatina (Lecce) tutti e quattro gli aspiranti primi cittadini hanno aderito al Manifesto, convinti che la cultura sia la leva per rilanciare l'economia locale

ese. Tutti i candidati sindaco di Galatina, comune in provincia di Lecce con meno di 3omila abitanti, hanno aderito al Manife-sto per la cultura del Sole 24 ore come si leg-ge sul sito www.galatina.it: Cosimo Monta-gna, Carlo Gervasi, Giancarlo Coluccia e An-tonio Pepe hanno riconosciuto nei punti programmatici del Manifesto una sintesi ideale per il rilancio della cultura e dell'eco-nomia locale. Luigi Pieraccini, candidato del centrosinistra nel comune di Castroca-ro Terme (Forlì-Cesena, 6mila abitanti) in-fine pone l'accento sulla cultura come valo-rizzazione del territorio: «L'intera zona rac-chiude in sé tutte le caratteristiche e le po-tenzialità per diventare centro di studio, di divulgazione scientifica purché opportuna-mente valorizzato dall'incontro trale risor-se messe a disposizione dagli enti pubblici e quelle investite dai privati». Questo l'im-pegno programmatico, che i candidati elet-ti dovranno tradurre in azione.

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Per intervenire e aderire al Manifesto: http://24o.it/ManifestoCultura

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LARA1111.SOCL EDEL SECOLO

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press LITE 29/04/2012

la Repubblica LA RABBIA SOCIALE MALE DEL SECOLO

EUGENIO SCALFARI

L 5 ONDATA dell'antipo-litica si sta ingros sando e proviene da destra,

da sinistra e anche dal profondo della società, indipendente-mente dalle etichette politiche di originaria appartenenza.

L'ondata ricorda lo "tsuna-mi", si verifica a lunghi interval-li, è capace di produrre distru-zioni e danni enormi ma con la stessa velocità con cui arriva si placa lasciando tuttavia dietro di sé un cumulo di rovine.

L'onda lunga è invece quella degli oceani, un moto naturale delle acque che alimenta la vita del mondo marino e terrestre e dell'atmosfera che ci circonda e ci sovrasta. Se vogliamo utiliz-zare questi fenomeni per me-glio comprendere quanto sta accadendo da qualche anno nelle economie dell'Occidente, possiamo dire che allo "tsuna-mi" dell'antipolitica fa riscon-tro l'onda lunga della politica. Ma dobbiamo anche aggiunge-re che in alcuni paesi l'ondata antipolitica è più frequente che in altri. L'Italia è uno di questi; l'antipolitica da noi è quasi un fatto permanente e minaccioso d'una so cietà che ha conosciuto assai tardivamente lo Stato e lo ha visto sempre come una po-tenza ostile da combattere e da frodare.

I democratici di buona vo-lontà dovrebbero dunque sfor-zarsi di rinnovare e rafforzare l'onda lunga della politica, cioè di una consapevole visione del bene comune da opporre allo "tsunami" dell'antipolitica. Accade invece che la politica galleggi su acque stagnanti e paludose, infestate da miasmi e malarie.

SEGUE A PAGINA 23

(segue dalla prima pagina)

Idemocratici di buona volontà si tro-vano insomma a dover combattere l'ondata dell'antipolitica e la palude della politica. In Italia la situazione è

questa e se guardiamo all'Europa come al progetto di un futuro Stato federale, le co-se stanno più o meno allo stesso modo. Anche la politica europea galleggia infatti su acque stagnanti e paludose. Non c'è un'opinione pubblica seriamente euro-peista, non ci sono interessi forti che spin-gano verso la federazione e tanto meno valori egemoni che servano da punti di ri-ferimento. Ci sono soltanto minoranze elitarie, non sufficienti a mutare l'acqua stagnante in onda lunga e vitale.

* * * Ho più volte ricordato in questi mesi

che c'è un punto preliminare da cui dob-biamo prender le mosse: l' economia glo-bale ha messo in contatto tra loro le mas-se di persone che vivono in paesi di anti-ca opulenza e le masse che abitano paesi di antica povertà.

Questi due campi di forze così diversi e finora refrattari tra loro sono entrati in comunicazione ormai permanente e crescente e questa comunicazione ha creato un improvviso squilibrio nell'uno e nell'altro campo. La tendenza ad un nuovo equilibrio crea un trasferimento inevitabile di benessere dai paesi ricchi a quelli poveri o meno ricchi e quel trasfe-rimento è destinato a continuare fino a quando l'equilibrio tra i due campi non sarà stato raggiunto.

Ci sono molti strumenti economici e p olitici p er ridurrei costi sociali di questo percorso che tuttavia resta un dato di fondo al quale è del tutto inutile ribellar-si.

* * * Ribadita questa premessa, veniamo ai

fatti rilevanti di questa fase. L'evento principale è la vittoria del socialista Hol-

lande al primo turno delle presidenziali francesi, la forte probabilità della sua ele-zione al secondo turno e la contempora-nea comparsa del neo-lepenismo di massa (18 per cento deivoti espressi) che potrà notevolmente influire sul formarsi d'una nuova destra populista e anti- eu-ropea.

Se Hollande sarà proclamato Presi-dente della Repubblica domenica pros-sima, sappiamo già che il suo primo in-contro dopo la formazione del governo sarà quello con Angela Merkel con l'o-biettivo di costruire su nuove basi il pat-to di amicizia che legale due maggiorina-zioni europee.

Hollande punta sulla crescita dell'e-conomia europea, ma anche la Merkel punta sulla crescita. Prima lo diceva con voce sommessa, ora lo dice con voce alta e sicura. Conia stessa voce alta e sicuralo dice anche Mario Draghi e anche il no-stro Mario Monti, sostenuto in questa sua linea da tutti e tre i partiti che appog-giano il suo governo. E perciò crescita crescita crescita. Ma con quali strumen-ti per ottenerla? E con quali tempi neces-sari a vederne gli effetti?

* * * Gli strumenti proposti da Hollande

sono di ottenere l'esenzione delle spese per investimenti dal patto di stabilità fi-scale voluto dalla Germania e approvato dalle Autorità europee; ottenere l'emis-sione di " proj ect bond" per finanziare in-frastrutture europee; accrescere le risor-se del bilancio europeo amministrato dalla Commissione di Bruxelles e au-mentare le risorse della Banca d'investi-mento (Bei) destinate anch'esse a speci-fici progetti di infrastrutture inter-fron-taliere.

Le richieste francesi sono in larga mi-sura condivise dalle Autorità di Bruxel-les. La Germania - e la B ce di Draghi - ne condividono alcune ma escludono i "project bond" e sono molto caute sugli investimenti della Bei. Mario Monti si

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LARA1111.SOCL EDEL SECOLO

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Rtgarddr.

press LITE 29/04/2012

la Repubblica colloca a metà strada tra le richieste di Hollande e le probabili risposte negative della Merkel ad alcune di esse. In più Monti aggiunge la richiesta dei diciotto paesi dell'Unione di aumentare l'inten-sità delle liberalizzazioni sul mercato dei servizi in tutta l'area dell'Unione.

Il negoziato - sempre che Hollande vinc a il secondo turno delle presidenzia-li - avverrà tra l'8 maggio e le riunioni dei vertici europei di fine giugno. Un com-promesso positivo è molto probabile. Per quanto riguarda l'Italia 1' esito del ne-goziato ha grande importanza ma non esaurisce i nostri problemi politici, eco-nomici e sociali. Restano infatti da risol-vere le maggioritutele sociali (eso dati) , la tenuta dei partiti della "strana maggio-ranza" e i loro reciproci conflitti; l'esito politico delle amministrative del 6 e 7 maggio; la riforma della legge elettorale; gli strumenti da adottare nella lotta con-tro la recessione; l'approvazione della riforma del lavoro; la "governance" della Rai. E scusate se è poco.

* * * Tralascio di approfondire i temi di

questo lungo elenco che sono stati già ampiamente esaminati su queste pagine nei giorni scorsi. Ma ce n'è uno che tutti li contiene e può determinarne l' esito; ri-guarda l'atteggiamento dei partiti che appoggiano l'attuale governo. Essi te-mono che l' ondata antipolitica, già pro s-sima ad intercettare i120 per cento deivo-ti stando ai sondaggi, p ossa ulteriormen-te crescere fino a rappresentare un quar-to dei voti espressi e a creare anche una diffusa astensione, tale da ridurre fino al 60 per cento il numero degli elettori che andranno alle urne. Il combinato dispo-sto tra astensioni e voti antipolitici pro-durrebbe un colpo estremamente grave per i partiti "costituzionali" (chiamia-moli impropriamente così) e mettereb-be in serio p eriglio la stessa sopravviven-za della democrazia parlamentare.

La tentazione di anticipare il voto al

prossimo ottobre traluce ormai da ripe-tute sortite e rende più incerta l'azione del governo e l'andamento dei mercati. D'altra parte la preoccupazione dei par-titi è comprensibile. L'"imp asse" in cui si trovano è di difficilissima soluzione: an-ticipare il voto rischia di squalificarli an-cora di più e getterebbe il paese in una fa-se d'insicurezza assai grave; aspettare ancora un anno fino alla scadenza natu-rale della legislatura prolungherebbe però la loro cottura a fuoco lento. Qual è dunque la soluzione del rebus?

Una soltanto: i partiti che chiamiamo costituzionali votino intanto una legge elettorale che abolisca il premio di mag-gioranza o lo faccia scattare soltanto per chi superi il 40 per cento dei voti, ponga una soglia alta (5 per cento) per entrare in Parlamento, vieti le coalizioni elettorali, abolisca dalla scheda elettorale il nome del leader, prenda a modello la legge elet-torale tedesca applicata a collegi di pic-cole dimensioni come previsto dalla leg-ge spagnola.

Nel frattempo il governo, ricevuta l' as-sicurazione formale e solenne della sua p ermanenzain caricafino al termine del-la legislatura, adotti una serie di provve-dimenti capaci di accrescere le tutele so-ciali estendendone la durata e amplian-done la sfera d'applicazione, tagli le spe-se improduttive e persegua- come sta già energicamente facendo - il recupero del-l'evasione fiscale; cartolarizzi una parte del patrimonio pubblico vendibile e mandi avanti il pagamento del debito pregresso verso le imprese fornitrici.

Con le risorse prodotte con questi in-terventi, diminuisca le imposte sul lavo-ro, aumenti i crediti d'imposta per inve-stimenti destinati a innovazioni e ricer-ca, rilanci l'apertura dei cantieri edilizi e introduca sgravi d'imposta sui redditi medio-bassi del lavoro dipendente.

Le risorse recuperabili dalle fonti so-pra indicate possono arrivare sicura-mente a 80 miliardi, forse a cento e quin-di sono in grado di produrre un allenta-

mento della tensione sociale in attesa che le liberalizzazioni e la riforma pen-sionistica producano gli attesi effetti sul gettito delle entrate.

Questi interventi-ponte sono oltre-modo necessari e urgenti per diminuire o almeno non far aumentare il tasso di rabbia sociale che, se lasciato alla deriva, può creare uno sconvolgimento econo-mico con i relativi effetti sui mercati fi-nanziari.

Chi si preoccupa soltanto dello "spread" e consideralarabbia sociale co-me un fenomeno marginale e sopporta-bile, non coglie un aspetto fondamenta-le del problema. La "polis" deve tenere nello stesso conto le leggi economiche e le dinamiche sociali da esse provocate; non a caso i classici della scienza econo-mica, a cominciare daAdam Smith, inse-gnavano filosofia morale. Chi si procla-ma "smithiano" dovrebbe almeno stu-diare il pensiero e la formazione cultura-le del suo autore di riferimento prima d'impegnarsi sui precetti del liberismo senza se e senza ma.

Un'ultima osservazione: il presidente Monti punta giustamente sull'aumento della produttività delle imprese e sullalo - ro competitività. Mi auguro che non ca-da nell'errore di far coincidere l'aumen-to della produttività con la diminuzione del costo del lavoro. Quest'ultimo è sol-tanto uno dei componenti d'una mag-giore produttività e neppure il più im-portante. I più importanti sono l'innova-zione dei prodotti e dei processi di pro-duzione e dipendono sia l'uno che l'altro dagli imprenditori e non dai lavoratori. Quanto al costo del lavoro dipendente esso deriva in buona p arte dalla differen-za tra salario lordo e salario netto. In que-sto caso la sua diminuzione si verifica con un taglio del cosiddetto cuneo fisca-le e cioè con la fiscalizzazione dei contri-buti. Sono sicuro che il professor Monti queste cose le conosce molto meglio di me e agirà quindi di conseguenza.

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press LITE 29/04/2012

la Repubblica

Scuole, ministeri, tribunali partono i tagli arati deficit Così il governo cerca di evitare la stangata Iva

ROBERTO PETRINI

ROMA — Il ministro Piero Giarda ha lavorato al suo rapporto sulla spending review fino a tarda not-te. Lo ha battezzato "Elementi per una revisione della spesa pubbli-ca": lo p orterà domani al consiglio dei ministri e, subito dopo lo illu-strerà alla stampa. «Nel rapporto nessuna cifra complessiva, maso-lo un metodo», dice Giarda in una rapida telefonata. Le cifre dovrà metterle la collegialità del gover-no operando scelte e opzioni sul-la base degli "Elementi". Le indi-cazioni su come utilizzare le risor-se siprofilano a due stadi: in prima battuta il consolidamento del pa-reggio di bilancio nel 2013 e, solo se ci saranno maggiori risorse, la retromarcia sull'aumento dell'I-va previsto per fine anno.

M'MU ULM:MU Oggetto dell'opera di setaccio

di Giarda i b astioni della spesa più difficili e delicati da attaccare. In prima fila il ministero degli Inter-ni: il tema della riduzione delle Prefetture è sul campo. Oggi sono unaperprovincia, intotale gli "Uf-fici territoriali del governo" sono 103. L'obiettivo è quello di lasciar-ne uno ogni 350 mila abitanti. Nel mirino anche iVigili del Fuoco, gli acquisti di beni e la questione de-gli affitti: il Viminale spende circa 30 milioni l' anno perle locazioni e si studia l'utilizzo di immobili de - maniali.

HHCM Legata a doppio filo c'è la que-

stione della Difesa che condivide con gli Interni le forze che gesti-scono l'ordine pubblico: da una parte i Carabinieri e dall'altra la

Polizia. Le sovrapposizioni ci so-no, ad esempio con i 5 mila presi-di dell'arma presenti sul territo-rio. Ma il tema, sebbene prospet-tato, è assai delicato. Come pure la sistemazione dei 30 mila mare-scialli dell'Esercito ritenuti in esu-bero in combinata con il piano di riduzione degli effettivi da 180 mi-la a 150 mila entro il 2024 stilato dal ministro della Difesa Giam-paolo DiP aola.

Wn'NM;MA: L'occhio del ministro per i Rap -

porti con il Parlamento incaricato della spending review si è rivolto anche all'amministrazione peni-tenziaria: aumenteranno i posti de-tentivi, ma si tenterà una ra-zionalizzazione della sorveglian-za. Tagli anche ai giudici di pace e ai piccoli tribunali (con un recu-pero di 5.900 amministrativi e 950 toghe).

SWW., .RWM& Analizzato anche il comparto

della scuola: il grosso della spesa (circa il 90 per cento) è destinato agli stipendi. Restano tuttavia margini per aggredire una massa di un miliardo destinata a beni e servizi: con un intervento della Consip (la società di Stato per gli acquisti) si potrebbe risparmiare il 15 per cento . Ap erto, fino all'ul-timo momento, anche il tema del

ministero dei Trasporti dove si prevederebbe un intervento sul-la motorizzazione.

Quanto si potrà risparmiare? Giarda non fa cifre. Ma il ragiona-mento del Rapporto corre sul filo di necessità non prorogabili, nel-lo stile del governo Monti. Il pri-mo obiettivo che il "Rapporto" si pone con la spending review è quello di blindare il pareggio di bilancio del 2013. Il Def (Docu-

mento di economia e finanza) ha fissato il rapporto deficit-Pil allo 0,5 per cento, prossimo al pareg-gio, ma siamo sulla soglia di ri-schio soprattutto perché molte delle misure delle tre manovre de12011 che valgono 48,9 miliar-dip er quest' anno devono ancora essere applicate.

LMM In ballo e in forse ci sono parte

dei 13 miliardi di tagli lineari messi in atto dalle manovre di Tremonti per il biennio 2012-2013 che potrebbero produrre ef-fetti di rimbalzo e lasciare i conti scoperti. Dunque sono necessa-rie risorse per superare l'asticella del pro ssimo anno senza inciam-p are nel giudizio dei mercati.

Il secondo stadio, anche se non esplicitato nel "Rapporto", è la diminuzione delle tasse. La

pressione fiscale si avvia a supe-rare il 45 per cento, come dicono Bankitalia e Corte dei Conti, mentre le tasse locali suscitano disagio. L'obiettivo implicito, se si troveranno risorse attraverso un intervento più incisivo sulla spesa, è quello di recuperare 4 miliardi per disinnescare il te-muto aumento dell'Iva al 23 per cento previsto da ottobre, in coincidenza con quei vaghi bar-lumi di ripresa che potrebbero manifestarsi verso il Natale.

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• • • Fomeroammette:"Toltegaranzie matarucolo lRnonegnandlato -

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press LinE 29/04/2012 LA STAMPA

UN TIFONE ELETTORALE SULL'EUROPA

Verso un voto cruciale ENZO BETTIZA

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

on è possibile sottrarsi alle ombre di una situazione ecce- zionale e piena, per tanti aspetti, di insidie rischiose. Il clima, le emozioni, i risenti-

menti, le delusioni, i calcoli, dopo la gior-nata di un voto così diffuso, saranno de-stinati a marcare in profondità la sorte di un continente che, unito a parole, non è poi riuscito ad unirsi per affrontare nella realtà la globalizzazione e i baratri della recessione occidentale. In quale specie di «casa comune» ci ritroviamo ad abitare oggi? Anche se costa una certa fatica am-metterlo, ci ritroviamo ammucchiati o stretti in una sorta di conglomerato di 27 Stati (talora 26, o 25, se consideriamo l'assenza valutaria e spesso politica del-l'Inghilterra con qualche corifeo). Fino al-l'altroieri i 25 avevano almeno una busso-la puntata ad un approdo ormai divenuto miraggio lontano e forse evanescente: dalla moneta unica europea ad una politi-ca di unità europea, competitiva al-l'Ovest con l'America e all'Est con gigan-ti consolidati come il Giappone o emer-genti come la Cina e l'India. Quel che ve-diamo invece è un insieme di Stati in pro-cinto di slegarsi dalla matrice europea de-gli Anni 50, Ceca, Euratom, Mec, Cee, trattato di Roma eccetera. La cupola di questo paziente work in progress federa-tore, non privo di prestigio internaziona-le e di successi straordinari (basti pensa-re agli anni d'oro dell'Irlanda), doveva di-ventare infine un'eurozona inserita al centro della Comunità trasformata e pro-clamata Unione Europea nel 1993.

Certo, gli Stati che compongono l'en-tità sovranazionale si dichiarano anco-ra sempre, con buone ragioni storiche, membri di un'Unione che però, alla vigi-lia del tifone elettorale in arrivo, vedia-mo uscire sfinita, divisa e delusa dalla belle époque semifederalista svoltasi al-l'egida del suffragio diretto, dei trattati di Maastricht e dell'allargamento ai Pa-esi ex comunisti. L'impressione odierna è che grandi Stati come la Francia, o mi-nori come la Grecia, continuino per ma-teriali necessità di sostegno o di sussi-dio a definirsi membri dell'Unione, men-tre le opposizioni estremiste di destra e di sinistra, in continuo vantaggio, rifiu-tano tutto ciò che odora di sovranazio-nalità: l'euro considerato contagioso un-tore pestifero, la Commissione di Bru-xelles rinnegata come usurpatrice, le frontiere aperte criticate come inviti al-l'immigrazione selvaggia.

Un nascente neonazionalismo posteu-ropeista, che ha già inquinato le urne francesi del primo turno con l'abnorme riconferma del voto lepenista, si sta dif-fondendo e rafforzando ben al di là della Senna. Gli euronegazionisti non francesi, anarchici, fascistoidi, postcomunisti, dan-no quasi tutti l'impressione di volersi la-

ENZO BETTIZA

Ci sarà poco da scherzare il 6 mag-gio. La data batte ormai alle porte della travagliata

Unione Europea, non più con i toni trionfali della Nona di Be-ethoven, ma con quelli fatidici e minacciosamente interroga-tivi della Quinta. Dopo l'inno alla Gioia, che risuonava nel 1979 all'inaugurazione a Stra-sburgo della prima assem-blea europea eletta a suffra-gio universale, ci verranno piuttosto in mente, domenica prossima, le note incalzanti di una Quinta molto severa e ostinata, molto germanica, dalla quale sembrano erompe-re e crescere senza posa l'au-sterità e l'enigma di un desti-no sempre più oscuro.

Domenica si abbatterà da ogni parte d'Europa, anche non comunitaria, un vero e proprio tornado elettorale. In un'atmosfera di crisi rivelata e di irritazione quasi psicoti-ca i francesi torneranno alle urne per il secondo turno. I greci vi andranno sfiduciati e stizzosi per eleggere un nuo-vo Parlamento. I serbi, che aspiravano all'Europa e oggi ne osservano con perplessità i guasti, dovranno in una sola volta nominare un presiden-te, scegliere un nuovo Parla-mento e nuove assemblee provinciali e regionali. I tede-schi affronteranno le regiona-li nello Schleswig-Holstein e più in là quelle nel Nord-Re-no-Vestfalia. Perfino i votanti italiani andranno a tastarsi il polso con provinciali a scarta-mento ridotto. Seguiranno a settembre le inattese quanto difficili votazioni in un'Olan-da denudata, di sorpresa, sot-to l'apparente virtuosità cal-vinista, nelle sue tre vulnera-bilità. La falsità economica, l'instabilità politica, l'ambi-guità ideologica.

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UN TIFONI PII TORAL I SULE I q5ROPA

sciare influenzare dalla deriva dell'immi-nente ballottaggio francese, tra un Sarkozy che rincorre ansimante i cani sciolti dell'ultradestra nazionalista e un Hollande sicuro di recuperare per intero il 10 per cento della gauche di Mélenchon e una buona fetta del voto di protesta ope-raio confluito sul Front National. L'an-tieuropeismo, che per ragioni di cassetta ormai accomuna negli ultimi discorsi Sarkozy e Hollande, ha già provocato la caduta della coalizione governativa di centrodestra in Olanda; già mette in peri-colo la rielezione del presidente serbo Ta-dic, che ha esaltato nel suo programma l'ingresso in Europa; si fa sentire con for-za crescente in Belgio e in Danimarca e non risparmia neppure il nordismo leghi-sta in Italia. Il grande rischio, incremen-tato dalle sferzate d'austerità del cancel-liere Merkel perfino nell'Olanda filotede-sca, umiliata da un deficit pubblico pari al 4,7 del prodotto interno (più alto di quello italiano del 3,9), è che il voto di maggio sfoci in una sorta di referendum più o meno velato sul rimanere o non ri-manere nella zona euro o, in senso più la-to, nell'Unione europea in quanto tale.

Non piace più a nessuno, neanche ai governanti francesi in carica che l'aveva-no approvato, il temibile «Compact» fi-scale che la Germania, la sola ricca fra troppi poveri, ha imposto un po' a tutti: dalla Spagna in bolletta, con un esercito esplosivo di disoccupati, alla Grecia in

rovina dove la maggioranza degli eletto-ri potrebbe decidere di uscire dall'euro e tornare alla dracma. Anche un'altra sor-presa potrebbe verificarsi ad Atene. Al-l'interno dei due partiti maggiori - la con-servatrice Nuova democrazia e il Pasok socialista, destinati a rimettersi insieme al governo - potrebbero rafforzarsi con l'aiuto di formazioni estremiste le cor-renti antieuropee che vedono il salvato-re in Vladimir Putin: il Gazprom al posto dell'ente petrolifero nazionale, un terzo e più del debito sovrano coperto dall'oro di Mosca, il tutto provvidenzialmente be-nedetto dall'antico abbraccio ortodosso fra prelati greci e russi.

Intanto, se Atene piange, Sparta non ride. Per la prussiana Merkel il 6 maggio sarà l'inizio di una settimana di fuoco che si concluderà il 13 con il voto nel Nord-Reno-Vestfalia: un Land da 18 mi-lioni di abitanti, determinante sul piano elettorale, dove il possibile crollo degli alleati liberali della cancelliera cristiano-democratica potrebbe mandare all'aria il governo di coalizione a Berlino. Una deviazione di rotta non da poco, per la punitiva politica di rigore inflitta dalla Germania merkeliana soprattutto agli europei del Sud: per i quali la solidarietà dovrebbe contare più dell'austerità da Kriegswirtschaft, o economia di guerra, che da tempo sembra prevalere per vo-lontà tedesca fra i banchieri di Franco-forte e gli eurocrati di Bruxelles.

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"Risparmi per 30 milioni accorpando le prefetture" Il ministro Cancellieri: "Un'unica sede per tutti gli uffici dello Stato"

FRANCESCO GRIGNETTI ROMA

Aveva un sogno nel casset-to, la ministra dell'Interno Annamaria Cancellieri. Da-re il buon esempio e sforbi-ciare d'un colpo il persona-le prefettizio del 10 %. Si trattava di passare d'un col-po da 21 a 19 mila dipenden-ti in uno dei tre settori in cui è diviso il suo dicastero (gli altri sono agenti di poli-zia e vigili del fuoco). Ma ci ha dovuto rinunciare. «È un sogno irrealizzabile. An-che se mi sarebbe piaciuto dare un riscontro immedia-to», dice. Non si può fare per la riforma delle pensio-

ni. Nessuno scivolo straordi-nario, dunque. La riduzione del personale prefettizio co-munque ci sarà, ma attraver-so il blocco del turn-over, e nel giro di 5-6 anni.

Verrà eliminato un dirigente su quattro fra quelli in servizio presso il Viminale

Sarà investito dalla severa «spending review» dell'Inter-no, invece, il numero dei suoi dirigenti: prefetti, questori, co-mandanti provinciali dei vigili del fuoco, direzioni centrali

del ministero. Il governo ne vuole lasciare a casa uno su quattro. È confermato l'accor-pamento di 25-30 prefetture alla sede più vicina. «Ma senza cancellare - spiega la ministra - la circoscrizione amministra-tiva. Dove oggi c'è un prefetto e una prefettura, domani ci sa-rà uno sportello per i servizi al pubblico, ma dipendente dalla vicina prefettura-madre».

Da ogni accorpamento di prefetture si calcola il rispar-mio immediato di 1 milione di euro. Due milioni dal dimagri-mento della sede centrale.

La rivoluzione più significa-tiva che la ministra ha in serbo e di cui si inizierà a parlare do-

mani al consiglio dei ministri, primo step della spending re-view coordinata dal ministro Giarda, si chiamerà Ufficio ter-ritoriale del governo. In sigla, Utg. Significa che in una sola sede, generalmente presso la prefettura, verranno accorpa-ti tutti gli uffici periferici dello Stato. Ne verranno grandi eco-nomie di scala e anche una centrale unica di acquisto. «Aumenterà l'efficienza, dimi-nuiranno le spese».

L'effetto più immediato sa-ranno i traslochi di tanti uffici. Molti centralinisti e molti por-tieri, per dire, saranno adibiti ad altri incarichi. E molti palaz-zi verranno dismessi. In teoria,

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"Risparmi per 30 milioni accorpando le prefetture"

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Il ministro Anna Maria Cancellieri con il Capo della Polizia Antonio Manganelli

"Risparmi per 30 milioni accorpando le prefetture"

prossimamente ci sarà un lun-go elenco di immobili da mette-re sul mercato o da restituire ai legittimi proprietari. Ovvio che sul medio-lungo periodo i ri-sparmi saranno consistenti. «Siamo in continuo contatto con il Senato, la Prima commis-sione, dove è in discussione la Carta delle autonomie. In quel ddl, sono già previsti gli Utg. Non intendiamo entrare in con-traddizione con una riforma in avvicinamento, ma al contra-rio, recepirla in tempo reale».

Il principio dell'Utg è che molti servizi verranno unifica-ti. Si prevede un risparmio di scala che va moltiplicato per le oltre cento provincie.

La ministra, inoltre, ripone grandi speranze di risparmi ir un vero coordinamento tra le forze di polizia. «Con Di Paola per quanto riguarda i Carabi-nieri, con Passera per la Guair-

Presto un tavolo per evitare le sedi doppione fra Finanza,

Carabinieri e Polizia

dia costiera e con il presidente del Consiglio per la Guardia di Finanza, ho già parlato. Siamc tutti d'accordo». Si tratta di ri-vedere tutti assieme la geogra-fia dei presidi di polizia, ma so-

prattutto affrontare certe du-plicazioni ormai anacronisti-che. Non ha più tanto senso che ogni corpo di polizia abbia il proprio settore elicotteristi-co o di motovedette. In questo campo si profilano risparmi notevoli. «Non possiamo per-metterci di arretrare nemme-no d'un passo quanto alla sicu-rezza. Il cittadino ha diritto a vedersi tutelato. Ma una cen-trale unica di appalto per quanto riguarda le forniture ai corpi di polizia, questa sareb-be una grande riforma». Nelle forniture in comune, che siano divise o automobili, pistole o computer, si potrebbero avere risparmi corposi.

IL MINISTERO DELL'INTERNO

Il personale prefettizio

Tagliarlo del 10% e passare da 21 mila a 19 mila dipendenti è un sogno irrealizzabile Anche se mi sarebbe piaciuto dare un riscontro immediato

Le sedi provinciali

Non cancelleremo la circoscrizione amministrativa Dove oggi c'è una prefettura, domani ci sarà uno sportello per i servizi al pubblico ma dipendente dalla prefettura-madre

Le forze dell'ordine

Non possiamo permetterci d'arretrare nemmeno d'un passo quanto alla sicurezza Il cittadino ha diritto a vedersi tutelato Ma una centrale unica di acquisto per le forniture sarebbe una grande riforma Pagina 2

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Roma

Fírenze

Pagina 6 I "Niente lmu nei Comuni I 'sii"

ia rirn di e strade L alli,' una stangata

da quasi due miliardi

press LinE 29/04/2012 LA STAMPA

Da rifiuti e strade in arrivo una stangata

da quasi due miliardi Spunta l'imposta sullo smaltimento e altri servizi

La simulazione Centimetri LA STAMPA

;Imu prima casa A/2

\ Aumento complessivo della tassazione sulla prima casa

~Tassa rifiuti attuale

\\ Tassa rifiuti e servizi

IN PERCENTUALE

i scrive «Res» e si legge

pp Tributo sui Rifiuti e

Servizi. Ma si traduce anche in una nuova stangati-na sulla casa nascosta tra le pieghe del decreto Cresci-Italia. Che poi tanto "ina" non sarà, visto che come mi-nimo varrà un miliardo di eu-ro. Somma destinata prati-camente a raddoppiare con le maggiorazioni che quasi sicuramente applicheranno i Comuni per coprire i costi, non solo del servizio di rac-colta e smaltimento rifiuti ma anche di quei servizi co-siddetti "indivisibili", come l'illuminazione e la gestione delle strade, la sicurezza, la manutenzione degli impianti fognari ed altro ancora. Quindi una botta da quasi due miliardi che dal prossi-mo anno colpirà tanto chi abita nella casa di proprietà che gli affittuari.

Un colpo non da poco, se si pensa che la famigerata Imu sulla prima casa vale 3,8 mi-liardi di euro. Fatte le somme poi il conto della stangata sul mattone arriva minimo a quota 13,6 miliardi, senza contare quello che potranno prelevare i Comuni con addi-zionali e maggiorazioni. Il Sunia, sindacato inquilini della Cgil, ha messo insieme gli effetti di Imu e la futura Res sulla prima casa e, solo calcolando le maggiorazioni comunali del nuovo tributo sui rifiuti (in assenza del de-

309,28 \ 341,28

209,76 241,76

373,44 -I 405,44 i

•.: 143,00 175,00

R‘3ws"-‘£---1:: 459,78 -1 •491,78 i

353,60 385,60

439,87 471,87

207,65 239,65

Torino

creto attuativo che determine-rà le tariffe base) nelle princi-pali città il colpo maggiore lo subirà Roma, dove per un ap-partamento di 80 mq in zona semi-centrale si pagheranno

Milano

anolì

Genova

527,47 559,47 '

181,68 213,68

N.B. CaPPartamento Preso in considerazione 'è di 80 mq. in seimPeriferia. Per le città che determinano la tassa sui rifiuti tenendo conto sia della superficie che del numero degli occupanti, è stata Presa a riferimento una famiglia di tre Persone, Non sono state considerate le agevolazioni Per alcune categorie di cittadini previste dai Comuni sulla tassa rifiuti. Per la città di Napoli si è ipotizzata una aliquota per la prima casa del '4 per mille. ll calcolo della RES è fatto considerando l'importo massimo determinabile dai Comuni (0.40 al mq)

851 euro in più. A Milano 647, a Torino 559, mentre Napoli si attesta a 491 euro ma con una tassa rifiuti record di 385 euro che grida vendetta, viste le emergenze "immondizia" che

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ia riril di e strada in alli,' tura stangata

da quasi due miliardi

press LinE 29/04/2012 LA STAMPA

si sono susseguite negli anni. A Genova e Firenze si paghe-ranno invece rispettivamente 471 e 405 euro.

Ma tutto questo senza ag-giungere al menu l'Imu bis, la tassa di scopo per finanziare opere pubbliche di interesse collettivo, che nessun sindaco dice di voler applicare ma che il Parlamento ha comunque approvato e la diminuzione dal 15 al 5% della quota del canone d'affitto esentasse, con-tenuta nel dise-gno di legge sul-la riforma del lavoro. Una ma-novra a tena-glia, che da un lato rischia di strangolare i proprietari di casa e far implodere un mer-cato immobiliare già depres-so e dall'altro minaccia gli af-fittuari, sui quali i proprietari potrebbero far ricadere l'au-mento della tassazione e che comunque dovranno vederse-la dal 1° gennaio del 2013 con la nuova Res, che manda in soffitta la vecchia Tarsu.

Il tributo «è dovuto da chiunque possieda, occupi o

detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte (...) suscettibili di produrre rifiuti urbani», è scritto nel decreto che lo isti- tuisce. Per ora si sa che la Res avrà una componente fissa, relativa al servizio di gestione dei rifiuti e una variabile, per la copertura dei servizi "indi- visibili". La tariffa sarà com- misurata alla quantità e quali- tà medie dei rifiuti prodotti e sin da ora è stabilito che i Co-

muni possano applicare una maggiorazione di 30 o 40 cente- simi a metro quadro, gradua- ta in ragione del-

la tipologia dell'immobile e della zona dove è ubicato. Per sapere esattamente quanto dovremo pagare bisognerà pe- rò aspettare il decreto attuati- vo, che entro il 30 ottobre prossimo dovrà stabilire i cri- teri per l'individuazione del costo dei servizi di gestione dei rifiuti e, quindi, determina- re la relativa tariffa. Le prime bozze del decreto parlano di una aliquota di partenza del 2 per mille. Quel che si sa sin da

ora è che comunque la Res co-sterà ben più della vecchia tassa sui rifiuti, visto il mag-gior gettito atteso e che il tri-buto sarà applicato sull'80 per cento della superfice catastale dell'immobile. I Comuni po-tranno comunque prevedere delle riduzioni tariffarie per abitazioni con un unico occu-pante, case stagionali o co-munque di uso discontinuo, di-more occupate da persone che risiedono per più di sei mesi all'anno all'estero, fabbricati rurali ad uso abitativo.

Brutte nuove per i locatori, che dovranno pagare il tributo se l'immobile o il locale è affit-tato per meno di sei mesi. Pe-santi le penalizzazioni per chi tenterà di sfuggire al balzello: si paga dal 100 al 200 per cen-to del tributo non versato, con un minimo di 50 euro Sanzio-ni da 500 a mille euro sono infine previste per chi invece non risponderà ai questionari che i Comuni potranno inviare per raccogliere le informazio-ni sull'abitazione o il locale ne-cessarie a determinare l'im-porto da pagare. I soliti furbi sono avvisati.

LA NUOVA RES

Coprirà i costi delle amministrazioni

comunali

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"Niente lmu nei Comuni I 'sii"

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«Dalla crisi si esce a sinistra, i nostro vero a ersario è a sfiducia» «R„a r35pz msa :Là sono della destra liberista, ora misure per la crescita O governo Monti? Lo sosterremo responsabilmente per tutta la legislatura»

~IONE COLLI

scollini@unftait

principale avversario non è il centrodes tra ma la sfiducia dei cittadini. E un avversario sicu ramente più insidioso del cen- trodestra, ormai del tutto pri-

vo di credibilità, in profonda crisi, scosso da divisioni interne e non in grado di presentare una proposta politica al Paese. C'è la sensazione di fare una campagna nel vuoto. Ci siamo noi e poi c'è un pesante senso di sfiducia». Crispino, Torremaggio-re, Rodi Garganico, Apricena. In queste ore Massimo D'Alema fa la spola lungo le strade di Puglia per sostenere i candidati del centrosini-stra alle amministrative. Comuni grandi e piccoli dove si sfidano an-che dieci o più aspiranti alla carica di sindaco. «Dicono tutti che la poli-tica fa schifo e poi si candidano in centinaia», ironizza. Ma il discorso è serio, vista la fase che sta attraver-sando il Paese: «il rischio di una frammentazione e di una profonda confusione è fortissimo. E in questo quadro si congiungono anche due fattori molto preoccupanti, che si ali-mentano a vicenda: un grande ma-lessere sociale e la sfiducia nella po-litica. Noi ci troviamo a rappresenta-re l'unica proposta politica in cam-po, l'unica ipotesi di governo». / Pd però è tutfaltro che immune da

quel sentire e sostiene un governo che impone pesanti sacrifici: sicuri che stiate facendo dò che va fatto? «L'Italia è un Paese dalla memoria corta. Le persone non possono di-menticare come siamo arrivati fin qui e perché si sono resi necessari questi sacrifici, di cui noi, volendo il governo Monti e appoggiandolo, giustamente ci siamo assunti la re-sponsabilità. Quando dici che Berlu-sconi era al governo sei mesi fa le persone ti guardano come se stessi parlando di vicende del secolo scor-so. No, va ricostruita la memoria. An-che insistendo sul fatto che se c'è un disprezzo per la politica giudicata co-me arraffa-potere, ciò non può ri-guardare il Pd, per il quale il discor-so è esattamente l'opposto. Noi, in fondo, potevamo chiedere le elezio-ni, che avremmo ragionevolmente vinto. Invece, sostenendo il governo Monti, ci siamo assunti una grande responsabilità e nessun potere, E chiaro che questo ci pone in una posi-zione estremamente delicata, ci può rendere bersaglio del malessere so-ciale. Ed è grave che qualcuno pensi di aggredirci in questa :fa.se„ proprio nel momento in cui cerchiamo di sal-vare il Paese». Ciò potrebbe far cambiare la vostra posizione verso il governo? «No, questo ci spinge a sostenere il governo trasmettendogli la acutez-

za della crisi sociale e la necessità di costruire delle risposte adeguate, an-che nell.'immediato». Ad esempio? «Servono subito misure per la cresci-ta, bisogna rendere flessibile il Patto di stabilità interno per consentire ai Comuni di realizzare opere, accelera-re i pagamenti della Pubblica ammini-strazione alle imprese, premere sul si-stema creditizio. Il rischio di un inde-bolimento della rete delle imprese, il susseguirsi di fallimenti, potrebbe portarci, nel momento della ripresa, a una debolezza della struttura econo-mica del Paese. E poi il tema degli eso-dati, delle pensioni, non può essere lasciato irrisolto per troppo tempo. Così come il tema del lavoro e dell'ar-ticolo 18: in una situazione delicata come quella in cui ci troviamo non si possono fare passi indietro rispetto ai compromessi raggiunti».

Dice Berlusconi che Pd, con lei in te-sta, vuole far cadere Monti e votare ad ottobre. «Berlusconi cerca di attribuire ad altri l'obiettivo verso cui è incalzato dai suoi, che non reggono più. I problemi per il governo vengono dalle difficol-tà in cui è il Pdl, che possono essere rese più acute da una sconfitta alle amministrative. Noi non abbiamo il disegno di far cadere il governo e vo-tare ad ottobre. Nessuno ragionevol-mente può prendersi la responsabili-tà di far cadere il governo. E un com-plotto che non esiste, anche se qual- Pagina 6

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che velina è stata messa in giro. Ma ciò fa parte della disinformazione». Non vede rischio che si possa fare a meno della politica, se l'esperienza dei tecnici avrà successo di fronte a a crisi, anche la prossima legislatura? «Si dice: la politica è responsabile del-la crisi, eliminiamo la politica così usciamo dalla crisi. Ma no, non è così. All'origine della crisi c'è la politica di destra, conservatrice, antisvil:uppo, subalterna ai mercati finanziari. E l'uscita dalla crisi è in un cambio di po-litica, quella che con espressione anti-ca si definirebbe una svolta a sinistra. Il nostro compito è costruire una pro-posta per il Paese, che guardi non solo al piano nazionale. Infatti serve una. correzione di indirizzo delle politiche Ue che vada in un senso più europei-sta, ma anche verso una netta svolta progressista sul terreno economico e sociale. Bisogna insistere su sviluppo, lavoro, contenimento della specula-zione finanziaria e del predominio del capitalismo finanziario internaziona-le attraverso nuove regole e nuovi strumenti. Penso alla tassazione delle transazioni finanziarie, al ruolo attivo della Bce in chiave antispeculazione... Per far questo occorre una buona poli-tica, non la sua rimozione. Come han-no dimostrato le elezioni francesi. La speranza di un nuovo scenario è arri-vata dalla possibilità che la sinistrava-da al governo, cioè da un cambiamen-to politico, non tecnico». L'elezione di Hollande come potrebbe incidere sulle vicende italiane? «Sicuramente sarebbe un'opportuni-tà anche per Monti, che potrebbe spe-rare di realizzare misure per la cresci-ta in un contesto più favorevole rispet-to a quello caratterizzato dal patto Merkel-Sarkozy». La frase "i partiti a Monti" torna spes-so: non c'è rischio, per com'è oggi la situazione, che i partiti vengano perce

piti come delle corporazioni? «I partiti a Monti è una frase che con-tiene una falsificazione. In realtà all'interno della maggioranza arriva-no molto spesso verso Monti sollecita-zioni opposte, com'è normale per una fase di responsabilità nazionale. Sul-la riforma dei lavoro noi e il Pdl abbia-mo posizioni diametralmente oppo-ste. E allora non c'è il fronte dei partiti da una parte e Monti dall'altra. C'è Monti e poi ci sono destra e sinistra, che pongono a Monti problemi con-trapposti».

«Casini vuoi creare il partito della nazione. Un partito della nazione C'è: siamo noi Nel Pd si impegnino tutti a superare dispute inutili»

E la crisi dei partiti, non sosterrà che si tratta di un'altra falsificazione? «Certamente c'è una grave crisi della politica e del rapporto tra politica e cittadini, ma non la definirei crisi dei partiti. Semmai è la crisi del sistema politico della seconda Repubblica, che non è fondato sui partiti ma sul. personalismo e sul leaderismo. Dopo la crisi dei partiti, negli anni '90, c'è stato l'avvento di un ceto che ha occu-pato le istituzioni, molto spesso mos-so dall'idea che la politica fosse un ca-nale di promozione sociale. Ora che viene alla luce la fragilità di questo si-stema bisogna stare attenti perché, se si fa un'analisi appropriata della situa-zione, si possono cercare i rimedi giu-sti. Altrimenti si rischia di arrivare a conclusioni che peggiorano il male. Quando si dice che la risposta consi-ste nel creare macchine elettorali al servizio del leader non ci si rende con-to che è proprio quel che è stato fatto,

e che è all'origine della crisi attuale. Si indica come rimedio il male». La legge elettorale a cui lavorano Vio-lante e deputati Pd i e Udc mette al cen-tro partiti anziché le alleanze ma, ha scritto Parisi su l'Unità, non permette ai cittadini di scegliere governi. «Al contrario, quella legge semplifica il quadro politico e dà forza ai partiti, soprattutto a quelli maggiori. E i go-verni si fanno attorno al partito che vince le elezioni. Esattamente come avviene in Germania, dove i cittadini hanno il potere di indicare da quali forze e candidati cancellieri essere go-vernati. Inoltre, se si prevedesse, co-me noi proponiamo, la sfiducia co-struttiva, non ci sarebbe instabilità né ritorno alla prima Repubblica. Quella legge può dar vita a governi di legisla-tura sicuramente meglio di quanto non sia riuscito a fare il sistema attua-le, fondato sul voto alle coalizioni, che non ha dato stabilità., non ha ridot-to la frammentazione ed è clamorosa-mente fallito. E poi, se volevamo un sistema elettorale che non fosse fo:n-dato sui partiti, perché abbiamo crea-

to il Pd? Allora dovevamo rimanere con l'Ulivo, trasformandolo in un grande comitato elettorale. È contrad-dittorio fondare un nuovo partito e poi battersi per una legge elettorale che non gli consente di presentarsi al-le elezioni. Noi abbiamo dato vita al Pd per fare un salto di qualità e passa-re da un sistema fondato su coalizioni politico-elettorali a uno fondato su grandi partiti a vocazione maggiorita-ria. E questa operazione va completa-ta con una legge elettorale che dia lo-ro più forza, altrimenti non ha senso ciò che abbiamo fatto». Secondo lei ha senso l'operazione di rinnovamento a cui lavora Casini? «Casini vuole creare il partito della na-zione. Io direi che per ora un partito della nazione c'è, siamo noi. Non so se lui ne creerà un secondo, ma è un tentativo di cui capisco il significato. Tornando al Pd, vorrei che noi fossi-mo consapevoli del nostro ruolo, del-le nostre responsabilità. E il momen-to di impegnarsi tutti per superare personalismi e dispute inutili. Questo richiede la crisi del Paese».• Pagina 6

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Pedalata per 50mila Il popolo delle bici: «Italia, cambia strada»

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Successo per "Salvaiciclisti". In 50mila con Nei, ma anche a pie-di, hanno invaso i Fori imperia-li a Roma. Chiedono «più piste ciciabili e più rispetto per le due ruote». «L'Italia cambi strada».

MASSIMO FRANCHI

Qui dove quasi ogni mattina le macchine si bloccano proprio da-

vanti ad uno del pii grandi spa2 archeologici del mondo, ieri pomi riggio c'era un altro ingorgo. Sen pre di ruote si trattava. Questa voi ta però senza motore, senza tubi scappamento. Solo sudore, gamb e pedali. Cinquamila ciclisti, cent: mila ruote hanno intasato i Fori In pei (ali. "Salvaiciclisti", la prima ma nifestazione nazionale per chic& re dignità e rispetto per la parte pi

debole degli utenti delle strade de Belpaese è stata un successo ina spettato. Nata dal basso, dall'intui zinne di alcuni blogger-ciclisti, cresciuta pian piano riuscendo, nell'impresa di riempire il corso più famoso d'Italia, da piazza Venezia fino al Colosseo, davanti agli incre-duli turisti.

Un primo appuntamento conclu-so da un flash mob con tutti i parte-

dipana che alle 16,15 precise si so-no sdraiati a terra a ricordo degli oltre 2.500 ciclisti morti in:h:alla. ne-gli ultimi dieci anni, l'ultimo vener-dì notte a Giugliano, in provincia di Napoli, e «con una tendenza in au-mento forte dall'inizio dell'anno». Come Eva Bohdaldva, la giovane ci-clista uccisa da un taxi mentre tor-nava a casa proprio qui ai Fori Impe-riali nel novembre 2009. Il minuto di silenzio si è concluso con la voce di una bambina che dal palco im-provvisato ha urlato: «L'Italia. cam-bia strada!».

Il variegato mondo dei ciclisti è presente in ogni sua forma. Ci sono famiglie con i figli e le bici a rotelle, ci sono gli "impeccabili" con ca-schetti e catarinfrangenti a norma di codice stradale, ci sono i cani sciolti con le bici comprate a due soldi nelle Ciclofficine o a Porta Por-tese, ci sono tante associazioni che combattono ogni giorno per dare spazio alle due ruote, ci sono alcuni ragazzi della "Criticai mass", ci so-no improbabili signori su due ruote

gigantesche, gente in cerca di noto-rietà e, udite udite, qualche politi-co venuto solo a partecipare e ad ascoltare, senza voler parlare o met-tersi in mostra. Ben 56 di loro, assie-me a tanti sindaci, hanno sottoscrit-to e presentato un disegno di legge che riporta le richieste di "S aivaiciclîsti".

E poi ci sono tanti pedoni. Giova-ni, anziani, bimbi nei passeggini che coni ciclisti hanno in comune la richiesta del rispetto dei più debo-li e dei più lenti, l'idea che se tutti andassimo più piano le nostre città sarebbero più belle e sicure.

Tutti mettono da parte polemi-che (l'unica è con la Gazzetta dello Sport che si è appropriata indebita-mente, dicono, della campagna) e cercano di essere costruttivi. Il pic-colo palco fatto con qualche mobile riciclato accoglie i racconti degli or-ganizzatori, dei ciclisti arrivati da tutt'Italia (Torino, Milano, Puglia), le storie (messe in musica da tanti

anni) dal "nostro" Andrea Sana, la lettura del decalogo, In otto punti "Salvaiciclisti" chiede sicurezza (autocarri con segnaletica sonora quando curvano, incroci sicuri, li-mite a 30 km/h nelle zone residen-ziali senza piste ciclabili), informa-zione (un'indagine nazionale sui ci-clisti), formazione (test di guida in. bici per la patente), investimenti (2% budget Anas per nuove piste ciclabili), politiche (nomina di un commissario alla cicltfbilità in ogni città). Al centro dunque la richiesta di più piste ciclabili. Perché nel no-stro Paese sono poche, corte e spes-so abbandonate all'incuria e al de-grado, come ha denunciato Legam-biente. Solo otto città italiane infat-ti hanno percorsi adatti alle due

ruote lunghi più di :100 km.

«DIVENTEANIO OLANDESE» Si trattava di una manifestazione gemella rispetto a quella, origina-ria, di Londra ("Cities fit for cycling") lanciata dal Times dopo la morte di una giornalista-ciclista schiacciata d.a un autocarro Sulle rive del Tamigi si è pedalato da Park Lane fino a Blackfriars allo slo-gan "Love London go Dutch", "Ama Londra, diventa olandese", con rife-rimento alla patria («diventata gra-ziea scelte precise, non nata così», sottolinea:no gli organizzatori italia-ni) della bicicletta.

Soddisfazione tra gli organizza-tori, come spiega Rotafixa al seco-lo Paolo Bellino, uno di loro. «E qualcosa di straordinario, mai acca-duta in Italia una cosa simile. Or-mai la strada è sempre più un posto feroce. Serve un'attenzione mag-giore ai non detto, basterebbero buon senso e interventi normativi per evitare le stragi stradali. Stia-mo parlando di cittadini che vanno ùi bici, e non di ciclisti». L'appunta-mento ora è per gli Stati generali della bici che si terranno a Reggio Emilia tra qualche mese.

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