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Rassegna Stampa di venerdì 14 febbraio 2014
SNALS / CONFSAL Bresciaoggi 14/02/2014 PENSIONI: PRATICHE AL PATRONATO E L'INPS? ORA SMISTA TRAFFICO Il Tempo - Cronaca di Roma
14/02/2014 CINQUANTA SCUOLE SENZA PRESIDE
la Stampa - ed. Torino 14/02/2014 UNA CLASSE DI PRESIDI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI La Tribuna di Treviso 14/02/2014 I PRESIDI OGGI IN SCIOPERO Lastampa.it 14/02/2014 UNA CLASSE DI PRESIDI SULLORLO DI UNA CRISI DI NERVI Virgilio.it 14/02/2014 UNA CLASSE DI PRESIDI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI La Voce di Rovigo 14/02/2014 IN BREVE - LA CONFSAL UNSA SPEGNE 60 CANDELINE Testate on line 14/02/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 14/02/2014 PIENO DI ISCRITTI AGLI ISTITUTI PROFESSIONALI Corriere della Sera 14/02/2014 "RISCHIAMO GROSSO, CI GIOCHIAMO TUTTO" ORA IL SINDACO DEVE
TRATTARE CON GLI ALLEATI Italia Oggi 14/02/2014 LAZIO, FINANZIABILI I PROGETTI EDUCATIVI NELLE SCUOLE il Messaggero 14/02/2014 LAVORO, SCUOLA, VINCOLI EUROPEI SCOSSA ENTRO I PRIMI DUE MESI il Messaggero 14/02/2014 SUBITO LA SCOSSA: JOBS ACT E BATTAGLIA SUI VINCOLIUE Avvenire 14/02/2014 "COMPLETO DISACCORDO SU QUESTA INIZIATIVA" il Gazzettino 14/02/2014 IN MIGLIAIA CONTRO LE SCUOLE SPORCHE il Gazzettino 14/02/2014 "LA DONAZIONE E' LIBERA E SERVE A COLMARE CARENZE FORMATIVE" Il Tempo - Cronaca di Roma
14/02/2014 OSSIGENO ALLE PERIFERIE, ARRIVANO 110 MILIONI
Corriere della Sera 14/02/2014 L'UNIVERSITA' ITALIANA SEMPRE PIU' VECCHIA la Stampa 14/02/2014 PER STUDI PIU' RAZIONALI il Mondo 21/02/2014 NON PROFIT SENZA SOLDI? CHIEDI IN UNIVERSITA' il Mondo 21/02/2014 ROMA, DOPO FRATI TOCCA AI FRATINI? il Mattino 14/02/2014 Int. a G.Galli: "L'ACCADEMIA E' TROPPO CHIUSA" il Venerdi' (la Repubblica)
14/02/2014 UNA PROTESTA INDIAVOLATA ALL'UNIVERSITA'
Sette (Corriere della Sera)
14/02/2014 MACCHE' BARONI IN PENSIONE "ANCORA AL LAVORO, MA GRATIS"
Libero Quotidiano 14/02/2014 BRAY, MOAVERO, TRIGILIA, CARROZZA: I MINISTRI A NOSTRA INSAPUTA
Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 14/02/2014 RIFORME, 478 DECRETI NEL GUADO il Sole 24 Ore 14/02/2014 PER IL LAVORO AI GIOVANI UNA RISPOSTA CI SAREBBE il Sole 24 Ore 14/02/2014 MOBILITA' ANCHE PER I DIRIGENTI Corriere della Sera 14/02/2014 L'EUROPA: ORA LA CASSA INTEGRAZIONE PER I DIRIGENTI la Repubblica 14/02/2014 Int. a S.Fassina: "E ORA TEMO LA SVOLTA A DESTRA SUL PROGRAMMA" la Repubblica 14/02/2014 TASSE ACCORPATE E STOP ALLA BUROCRAZIA COSI' MATTEO VUOLE
SEMPLIFICARE L'ITALIA la Stampa 14/02/2014 SALARI, SERVE UNA SVOLTA COME TRENT'ANNI FA MF - Milano Finanza 14/02/2014 RENZI NON FRENA ALITALIA-ETIHAD L'Unita' 14/02/2014 LAVORO E TAGLI ALLA POLITICA ECCO IL PIANO DEL SINDACO L'Unita' 14/02/2014 SQUINZI BENEDICE IL RICAMBIO "LE IMPRESE VOGLIONO RISPOSTE" L'Unita' 14/02/2014 DISOCCUPAZIONE GIOVANILE ITALIA AI VERTICI IN EUROPA il Tempo 14/02/2014 CRESCONO I "NEET" GIOVANI NULLAFACENTI il Mattino 14/02/2014 Int. a P.Rinaldi: RINALDI SFIDA I PM: IO CONSIGLIERE STO CON I
PRECARI CONTRO I TEOREMI Corriere della Sera 14/02/2014 IL GOVERNO DELLA DECADENZA DI BERLUSCONI CHE NON HA
VOLUTO CORRERE SULL'ECONOMIA la Repubblica 14/02/2014 AL QUIRINALE DOPO LA CONDANNA BERLUSCONI SFIDA NAPOLITANO
GUIDERA' LA DELEGAZIONE FORZISTA
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Data 14-02-2014
Bresciaoggi Pagina 21 Foglio 1
ORZINUOVI. Dubbi tra i cittadini sugli uffici: domande solo su web, chi non ha il pc deve rivolgersi ai sindacati
Pensioni: pratiche al patronato E rInps? Ora smista il traffico
li sindaco: «Agli sportelli previdenza c'è sempre coda: quindifimzionano» Però spesso uno solo dei tre è aperto per le esigenze dirette del pubblico
Riccardo Caffi
Qual è l'ufficio più adatto per avviare la pratica della pensione, verificare la propria posizione contributiva, presentare richiesta di disoccupazione? «Lo sportello Inps, in teoria», rispondono molti pensionati e disoccupati di Orzinuovi e dintorni. Ma quando, nella pratica, si recano all'ufficio orceano della Previdenza Sociale, all'uscita non nascondono il loro disappunto perché spesso, anche se non sempre, vengono invitati a rivolgersi al Patronato, per avere spiegazioni circa i propri «dossier»,
.. SE NON MI DÀ RISPOSTE circa la mia pensione, che cosa fa l'Inps a Orzinuovi? A cosa serve questo ufficio?» chiedono i cittadini delusi ai delegati sindacali che smistano le pratiche ai Patronati. La risposta dei delegati di Cisl, Cgil, Acli è abbastanza scoraggiante:
«Unps non fa più niente, nel senso che gli operatori non
fanno pratiche, perché i dati relativi agli utenti ormai viaggiano on line».
Però per Vito Caldarese, responsabile della sezione rm:!i!!! e per Ermanno Entratici, responsabile Patronato alla Camera del Lavoro orceana, è giusto che sia cosÌ. «La lamentela c'è, ma non è giustificatapuntualizza Entratici -. Ormai il cittadino può svolgere da sé le varie operazioni per via telematica, oppure può passare al Patronato che lo aiuta gratuitamente, secondo l'accordo nazionale tra questa realtà e l'Inps - aggiunge Entratici -. Non tutti usano il computer, perciò le impiegate inviano coloro che ne sono privi a recarsi al Patronato. Noi scannerizziamo i documenti e li spediamo con la posta certificata. All'Inps compete solo la parte finale».
Spiegazione che convince solo a metà gli utenti, che insisto-
no: «Se i nostri dati vengono trasmessi per via telematica, a che serve nella pratica l'Inps di Orzinuovi?». Maleistituzioni suggeriscono di allargare la
Dei tre sportelli spesso uno soltanto è aperto al pubblico
riflessione a un ambito più ampio. «Se si pone questa perplessità su Otzinuovi, allora credo lasi debba porre per altre realtà a livello provinciale e regionale - commenta l'assessore ai Servizi sociali Michele Scalvenzi -. Diciamo che il Punto Inps è un supporto che colma le lacune di molti cosiddetti "analfabeti informatici". For-
se in futuro si dovrà trasfonnare in qualcos'altro, questa opzione ovviamente non laescluderei».
La nascita del Punto Inps è piuttosto recente: l'ufficio è stato aperto due anni fa nei locali di palazzo Codagli, a conclusione di un percorso avviato dal Comune sin dalla metà degli anni '90: è un ufficio particolare che, nell'ambito di una sperimentazione provinciale, accoglie sotto lo stesso tetto anche il Centro per l'impiego. «Non è affatto assurdo
che, nel rapporto di partnership sempre più stretto tra Inps ed Enti di Patronato, per specifiche situazioni, si sia indicato nel Patronato un inter-
locutore qualificato per l'utenza» ammette il direttore provinciale Antonio Maria Di Marco Pizzongolo. «il Punto Inps di Orzinuovi non è un internet point, ma è un ufficio pubblico fortemente voluto dal territorio e apprezzato dagli utenti che fruiscono dei servizi resi - spiega Di Marco Pizzongolo-. Thleufficioèaggiuntivo rispetto alle Agenzie di Manerbio e Chiari e, come tale, non fornisce tutti i servizi che sono resi da un ufficio maggiormente strutturato e dotato di personale come l'Agenzia».
IL PUNTO INPSfornisce dunque informazioni su problematiche specifiche, rilascial'estratto conto assicurativo, i duplicati dei modelli Cud e ObisM, accredita il servizio militare, inserisce variazioni anagrafiche e di indirizzo. «Al Punto Inps c'è sempre coda, ciò significa che funziona», osserva il sindaco Andrea Ratti, senza tener conto che, dei tre sportelli, spesso uno solo è aperto al pubblico .•
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ILTEIIPO
Itl']~U Scuola 50 istituti senza ccguida» Oggi presidi in sciopero II1II Sono almeno cinquanta le scuole sottodimensionate del Lazio. Avranno un preside <<in condominio» con un altro istituto. Intanto i dirigenti scolastici sono sul piede di guerra. Oggi scioperano contro la decisione del Ministero di decurtare il loro stipendio di 250 euro mensili bloccando i contratti regionali di due anni.
Poggi ~ a pagina 22
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"::::ià Oggi in sciopero i 700 dirigenti laziali: «Ci vogliono tagliare 250 euro al mese»
Cinquanta scuole senza preside Con meno di 600 alunni hanno un reggente in «condominio» con altro istituto
Natalia Poggi [email protected]!
• Scuole sotto dimensionate, si replica. Quest'anno saranno all'incirca una cinquantina gli istituti del Lazio che dovrebbero ritrovarsi con meno di 600 alunni. E di conseguenza per effetto della legge sul dimensionamento gli alunni
. chele frequenteranno non potranno avere un dirigente scolastico, un preside, tutto per loro ma «in condominio» con un'altra scuola. In realtà le «reggenze», di cui almeno una quarantina solo nella Capitale, sono ancora sotto osservazione. Parliamo di scuole che sono sotto di una cinquantina di alunni. Visto che le iscrizioni onlille alle prime classi Han sono ancora tenllinare potrebbedarsicheinchiusurariescano a raggiungere le 600 (e oltre) unità: in tal caso arriverà un preside. Magari nuovo di zecca direttamente dalla graduatoria dell'ultimo concorso.
Ma questi, in generale, sono tempi duri, per i presidi di scuola. La categoria, dopo almeno dieci anni, è tornata sul piede di guerra. Oggi i 700 dirigen ti scolas tici laziali, insieme ai colleghi delle altre regioni,
Con uno stipendio __ _
di 2500 euro siamo
i meno pagati dallo Stato_
sono tìMnc;)ero. Cisl Uil e !BmIJ! hanno in programma una manifestazione alle ore 11 davanti al Ministero dell'Istruzione a Trastevere. «Già come dirigenti statali noi del settore cinque abbiamo sempre avuto un trattamento speciale, ma adesso ci sentiamo presi in giro» spiega Maria Rita De Santis responsabile !BmIJ!rtmml!mLazio. In pratica «il nostro stipendio si attesta sui 2500 euro netti mensili -continua De Santis - mentre un dirigente d'altra fascia ad esempio ministeriale prende 150.000 euro lordi all'armo, circa 7000 al mese. Adesso ci vogliono pure tagliare i contratti regionali, una voce presente in busta paga come Ria (indennità di risultato) e che, tra l'altro, è pensionabile». Dunque cosa succederà al vostro stipendio se si mette in pratica la sforbiciata? «Una decurtazione di 250 euro al mese, stiamo parlando di tremila euro all' anno». N eanche un mese fa c'era stato il tentativo di togliere ai docenti gli scatti di anzianità del 2014 portandogli via 150 euro al mese: non ci sono riusciti. Adesso ci provano con voi? I dirigenti sono diminuiti di 3.000 unità rispetto al 2008 (meno 31 %) e comunque riescono a gestire lo stesso sistema scolastico, questo taglio di stipendio non sembra quasi una pWlizione? «In questa vicenda ci sono delle ragioni che sfuggono alla nostra comprensione. Secondo me comealsolito si sta applicando la regola
lIlI1l limI iBl I.
Il Ministero bloccherà
i contratti regi.onali __ _
del2012e2013
del due pesi e due misure. Per le ritenute sei dirigente, per un adeguamento dellaretribuzione che è forse la più bassa di tutte non lo sei più». Ma perché tagliare proprio il Ria? «Si tratta di fondi regionali che vengono calcolati annualmente in base al numero dei dirigenti in servizio in ogni regione Il Ministero ha intenzione di bloccare i contratti sia del 2012 che deI20l3». .
I presidi cosiddetti reggenti percepiscono una retribuzione più alta? «È giusto, hanno un.notevole aumento di responsabilità per il quale hanno un indennità al netto di 350 euro. Alla fine non so neanche quanto convenga perché illavaro, già oneroso per unascuola, raddoppia». Quante ore lavora di media un preside d'istituto? «Sicuramente più delle 36 ore di contratto. Faccio un esempio pratico. Sono preside e sono entrata a scuola stamattina alle 8.45. Non ne uscirò prima delle 18. Ci sono degli appuntamenti in cui siamo insostituibuilì come le riunioni di bilancio e quelle delle autonomie» Poi ci sono i consigli di classe? «Quello è illavoro vero, quello che siamo chiamati a svolgere e che, mi creda, facciamo volentieri».
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LA STAMPA TORINO I
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Una classe di presidi sull'orlo di una crisi di nervi Sciopero e manifestazione a Roma contro tagli di stipendio e burocrazia
P arIano di umiliazione e di abbandono i dirigenti scolastici che oggi scioperano in tut
ta Italia. Sciopero «storico», il secondo dopo quello del 2008, indetto da Fie Cgil, CisI, ViI e rmmm per motivazioni economiche. Ragioni che però è impossibile separare dalle difficoltà in cui versa la scuola e dalle enormi responsabilità che i presidi si trovano a fronteggiare: sicurezza, trasparenza, certificazioni e via accumulando.
«l colleghi sono veramente arrabbiati perché l'amministrazione sembra non rendersi conto di quanto il nostro ruolo nel tempo sia cambiato, si sia caricato di incombenze», dice Lorenza Pa-
IL DIRIGENTE
«Agli altri dipendenti hanno bloccato i salari a noi vogliono ridw'lo»
IL SINDACALISTA
«Siamo carichi di incombenze ma
siamo abbandonati»
triarca, coordinatrice dei dirigenti Uil. A fronte di questo sovraccarico, sui presi-di incombe la decurtazione degli stipendi. «A tutte le altre categorie hanno bloccato i salari - dice Enzo Pappalettera, già segretario regionale Cisl Scuola, preside all'Istituto Galilei di Avigliana - ai presidi invece vogliono ridurre lo stipendio tagliando il fondo nazionale che finanzia due voci della busta paga e che viene ripartito tra le regioni». Per questo, dal Piemonte come da tutta Italia, i presidi stamane si ritrovano a Roma, per protestare davanti al ministero. Nelle stt!sse ore la Fie Cgil incontra il direttore dell'Ufficio S('olastico del Piemont.e; Giuliana Pupazzoni.
Categoria decimata «Dal 2008 a oggi la categoria ha perso il m% delle sue forze, la retribuzione media dei dirigenti è in costante calo dal 2010. Eppure in questi anni abbiamo
dirigenti Tanti sono i dirigenti
scolastici in Piemonte, 300 dei quaU nella sola
provincia di Torino .
avuto un insostenibile aumento di lavoro dovuto al processo di dimensionamento che ha accorpato le scuole», dice Emanuela Zoia, responsabile Fie Cgil. Ancora: «l dirigenti sono continuamente gravati di nuovi adempimenti, caricati di responsabilità penali, messi in difficoltà da risorse finanziarie insufficienti. E non riescono più ad occuparsi della loro vera funzione: il diritto all'istruzione degli alunni».
Maria Teresa Furci, preside della scuola media Antonelli, sottolinea «la burocratizzazione di qualsiasi evento. Tutto questo dover scrivere, immettere dati, ruba forze fisiche e impedisce di essere presenti là dove bisognerebbe esserci, nei momenti che toccano la crescita dei nostri alunni. Penso ai casi di dispersione scolastica che richiedono tempo ed energie». Una vita a ostacoli Responsabilità enormi sul fronte sicurezza, senza risorse da spendere per intervenire. Ma non solo. L'elenco spazia tra mille complicazioni, piccole e grandi. «Per esempio, dobbiamo chiedere ai fornitori -dice Lorenza Patriarca - un certificato di regolarità nel pagamento delle imposte che va poi pubblicato in una piattaforma dell'ammini-strazione. Che pe-rò non accetta i nostri file: biso-
neoassunti Centossettanta dei 589
presidi del Piemonte sono ivincitof'i del éoncorso
di tre anni fa
gna nscnvere tutto. Il registro elettronico? Per le scuole ha significato spese enormi: non abbiamo nessuno per l'assistenza tecnica. Teniamo presen-te, tra l'altro, che rispetto a due anni fa, del fondo d'istituto è rimasto il 25%, il resto è sfumato». Far arrivare i presidi in viale Trastevere significa che davvero non ne possono più. «Oltre alla professione - aggiunge la coordinatrice Uil- andiamo a difendere la scuola. Tutti gli studi internazionali dicono che per la qualità degli apprendimenti, la qualità del dirigente è seconda solo alla qualità della classe ... ». Sergio Arduino, coordinatore dei dirigenti scolastici Cisl in-siste: «In fatto di regole e prescri-zioni i nostri pove-ri uffici vengono trattati alla stre-gua di colossi co-me Inail o Inps. Siamo carichi di incombenze, ma a differenza di altri dirigenti dello Stato non siamo messi nelle condizioni di lavorare. Ci sentiamo completamente abbandonati. Tra noi c'è moltissimo malumore e, a causa di questa vicenda salariale, una sensazione di vera mortificazione».
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la triBuna Pagina 17 Foglio 1
I presidi oggi in sciopero Dirigenti scolastici contro i tagli alla scuola e alla busta paga Giornata di sciopero dei dirigenti scolastici contro i tagli ai fondi della scuola, "la dieta" decisa dal ministero sulle risorse all'istruzione che lascia a bocca asciutta pure i presidi. Incrociano così oggi le braccia anche i dirigenti d'istituto trevigiani, aderenti alle sigle sindacali della scuola Cgil, Cis!, Uil e~per rivendicare l'annunciata riduzione della cosiddetta "indennità di posizione e risultato", una retribuzione integrativa allo stipendio, assegnata in base a criteri fissati, come ad esempio il numero degli alunni o la quantità di se-
di della scuola da gestire. Dopo il danno giunge la beffa: la ventilata riduzione dello stipendio d'indennità fa seguito infatti alla firma del contratto, con tanto di cifra già pattuita, avvenuta esattamente un anno fa: «Il contratto nazionale dei presidi, riferito all'anno scolastico 2012-13 è stato firmato nel febbraio del 2013 per circa 15 milioni di euro. Doveva essere registrato, ma a questo punto si sono accorti che non c'era copertura di fondi. Quindi, essendoci meno soldi, diminuisce pure l'indennità. Il contratto è stato bloccato», spiega Claudio
Baccarini, responsabile regionale dirigenti della Cgil scuola. Di taglio in taglio i presidi si trovano così da quest'anno la busta paga d'indennità "limata" di una cifra pari a duemila euro. Ma se lo stipendio cala, la scuola lievita, di alunni. In Veneto il numero delle scuole è diminuito negli ultimi cinque anni del 20%, passando da 714 a meno di 600, per effetto dei trasferimenti delle scuole primarie agli istituti comprensivi. O per gli accorpamenti tra più istituti superiori.
Alessandra Vendrame ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Una classe di presidi sull’orlo di una crisi di nervi Sciopero e manifestazione a Roma contro tagli di stipendio e burocrazia MARIA TERESA MARTINENGO Parlano di umiliazione e di abbandono i dirigenti scolastici che oggi scioperano in tutta Italia. Sciopero «storico», il secondo dopo quello del 2003, indetto da Flc Cgil, Cisl, Uil e Snals per motivazioni economiche. Ragioni che però è impossibile separare dalle difficoltà in cui versa la scuola e dalle enormi responsabilità che i presidi si trovano a fronteggiare: sicurezza, trasparenza, certificazioni e via accumulando. «I colleghi sono veramente arrabbiati perché l’amministrazione sembra non rendersi conto di quanto il nostro ruolo nel tempo sia cambiato, si sia caricato di incombenze», dice Lorenza Patriarca, coordinatrice dei dirigenti Uil. A fronte di questo sovraccarico, sui presidi incombe la decurtazione degli stipendi. «A tutte le altre categorie hanno bloccato i salari - dice Enzo Pappalettera, già segretario regionale Cisl Scuola, preside all’Istituto Galilei di Avigliana - ai presidi invece vogliono ridurre lo stipendio tagliando il fondo nazionale che finanzia due voci della busta paga e che viene ripartito tra le regioni». Per questo, dal Piemonte come da tutta Italia, i presidi stamane si ritrovano a Roma, per protestare davanti al ministero. Nelle stesse ore la Flc Cgil incontra il direttore dell’Ufficio Scolastico del Piemonte, Giuliana Pupazzoni. Categoria decimata «Dal 2008 a oggi la categoria ha perso il 31% delle sue forze, la retribuzione media dei dirigenti è in costante calo dal 2010. Eppure in questi anni abbiamo avuto un insostenibile aumento di lavoro dovuto al processo di dimensionamento che ha accorpato le scuole», dice Emanuela Zoia, responsabile Flc Cgil. Ancora: «I dirigenti sono continuamente gravati di nuovi adempimenti, caricati di responsabilità penali, messi in difficoltà da risorse finanziarie insufficienti. E non riescono più ad occuparsi della loro vera funzione: il diritto all’istruzione degli alunni». Maria Teresa Furci, preside della scuola media Antonelli, sottolinea «la burocratizzazione di qualsiasi evento. Tutto questo dover scrivere, immettere dati, ruba forze fisiche e impedisce di essere presenti là dove bisognerebbe esserci, nei momenti che toccano la crescita dei nostri alunni. Penso ai casi di dispersione scolastica che richiedono tempo ed energie». Una vita a ostacoli Responsabilità enormi sul fronte sicurezza, senza risorse da spendere per intervenire. Ma non solo. L’elenco spazia tra mille complicazioni, piccole e grandi. «Per esempio, dobbiamo chiedere ai fornitori - dice Lorenza Patriarca - un certificato di regolarità nel pagamento delle imposte che va poi pubblicato in una piattaforma dell’amministrazione. Che però non accetta i nostri file: bisogna riscrivere tutto. Il registro elettronico? Per le scuole ha significato spese enormi: non abbiamo nessuno per l’assistenza tecnica. Teniamo presente, tra l’altro, che rispetto a due anni fa, del fondo d’istituto è rimasto il 25%, il resto è sfumato». Far arrivare i presidi in viale Trastevere significa che davvero non ne possono più. «Oltre alla professione - aggiunge la coordinatrice Uil - andiamo a difendere la scuola. Tutti gli studi internazionali dicono che per la qualità degli apprendimenti, la qualità del dirigente è seconda solo alla qualità della classe...». Sergio Arduino, coordinatore dei dirigenti scolastici Cisl insiste: «In fatto di regole e prescrizioni i nostri poveri uffici vengono trattati alla stregua di colossi come Inail o Inps. Siamo carichi di incombenze, ma a differenza di altri dirigenti dello Stato non siamo messi nelle condizioni di lavorare. Ci sentiamo completamente abbandonati. Tra noi c’è moltissimo malumore e, a causa di questa vicenda salariale, una sensazione di vera mortificazione».
Scuola: testate nazionali
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formair!o,ne, Toccano quota 300mila, il 18% in più dell'anno scorso
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Pieno di iscritti agli istituti professionali ROMA
C'è un rirmovato interesse per la cultura tecnico-professionale. Ma anche scelte dei ragazzi, in uscita dalle medie, orientate verso percorsi di qualificazione più brevi e che offrono la possibilità di un ingresso anticipato al lavoro.
E così gli iscritti ai percorsi di istruzione e formazione professionale (Ifp) nel 2012-2013 segnano una crescita a doppia cifra. Toccano quota 300mila unità, il 18% in più rispetto all'anno prima. L'aumento è del 52% nel confront02010-2012. Un trend positivo do-
vuto, essenzialmente, all'incremento di giovani che scelgono gli istituti professionali (cioè le scuole che in regime di sussidiarietà possono dare al ragazzo dopo tre anni una delle 22 qualifiche professionali oggi esistenti nel repertorio nazionale). Nel giro di un anno gli iscritti sono passati da 120mila a 162mila unità.
Meno marcata è invece la crescita degli alunni delle istituzioni formative (vale a dire i centri accreditati). Qui si passa da 125mila a 128mila iscritti. Il monitoraggio sugli Ifp nell'anno formativo 2012-2013 resto noto ieri
dall'Isfol evidenzia anche come le scelte dei giovani si siano polarizzate verso la figura dell'operatore della ristorazione (i futuri camerieri e cuochi), con quasi Bomila iscritti, e verso la figura dell'operatore di benessere (in primis, estetisti), con oltre 32mila iscritti. C'è poi uninteresse crescente per la partecipazione al quarto armo per l'acquisizione del diploma professionale (opzione però attivata fmora in 7 regioni). La preferenza degli iscritti per il diploma quadriennale va a 5 figure che insieme valgono il 5302% delle scelte, e cioè: tecnico
300mila Studenti In crescita gli iscritti 2012 ai percorsi di istruzione e formazione professionale. In un anno l'aumento è stato de118%
80mila Futuri cuochi e camerieri La prima scelta dei ragazzi è andata verso la figura di «operatore della ristorazione»
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di cucina, dell'acconciatura, dei trattamenti estetici, dei servizi di impresa e di tecnico elettrico,
li 46% degli iscritti agli Ifp ha 14 anni, a testimonianza come questa strada sia una "prima scelta". Ma rimane alta la quota di coloro che scelgono gli Ifp dopo precedente insuccessi scolastici, «confermando la vocazione antidispersione della filiera», sottolineaEmmanuele Crispolti, responsabile Isfol del monitor aggio Ifp. Nonostante la crescita di alunni (e di interesse) per la fIliera resta stabile l'impegno fmanziario: per il2012 è paria poco più di511milioDi li ministero del Lavoro stanzia ogni anno circa 189 milioni. Il resto viene messo dalle regioni.
CI. T.
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ItaliaOggi
AIUTI FINO AL 70%
Lazio, finanziabili i progetti educativi nelle scuole
Sono ancora due le scadenze valide per partecipare al bando per la concessione di contributi economici a sostegno di progetti da attuare nelle scuole del Lazio. I fondi, stanziati inizialmente per 2,1 milioni di euro, previsti dalla deliberazione della giunta regionale n. 307 del 3/1012013 finanziano progetti per il potenziamento, la qualificazione e l'innovazione dell'offerta scolastica. I progetti possono riguardare temi come dispersione scolastica, innovazione, qualificazione e internazionalizzazione dell'offerta scolastica, inclusione sociale, orientamento all'imprenditorialità, disabilità, salute, prevenzione, benessere scolastico. Inoltre, possono riguardare orientamento permanente, alfabetizzazione al linguaggio cinematografico, televisivo, érossmediale, orientamento e consapevolezza di genere, integrazione e lotta alla discriminazione e al bullismo, progettisusecondegenerazioni,educazione ambientale. Gli enti pubblici possono ottenere un contributo fino al 70% della spese ammissibili &0 ad un importo massimo di 15 mila euro per ciascun progetto. Una recente determina regionale ha modificato il bando originario, per cui anche le domande già presentate possono essere riformulate. Thtti gli interventi dovranno essere realizzati nelle scuole del Lazio. Le strutture scolastiche in cui si realizzano i progetti possono essere scuole primarie, scuole secondarie di primo grado, scuole secondarie di secondo grado. Gli interventi possono riguardare sia scuole pubbliche che paritarie. Gli interventi autorizzati, di norma, non dovranno protrarsi oltre i dodici mesi dal momento della notifica dell'approvazione.
~RiproduzÌDTIR riservata___.
Data 14-02-2014 Pagina 36 Foglio 1
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Lavoro, scuola, vincoli europei Scossa entro i primi due mesi ~Il piano del sindaco per Palazzo Chigi: diplomazia diretta
Mario Ajello così s'intitola. Discorso di giornata in cui è diventato quasi
U Matteo Renzi alla Direzione del premier del Pd.
n blitz. Una «Velocità» che partito che dura poco più di dieci Continua a pago 2 sembra quella del quadro fu- minuti. «Ricordate Breznev? Be- Amoruso, Bertoloni Meli, turista di Giacomo Balla che ne, io sono l'opposto», ha scher- Cifoni, Pezzini, Posteraro e
zato il leader democrat nella Ventura da pago 2 a pago 9
Strappo Renzi: via da~lalJalud.e ~La direzione del Pd approva con l36 sì e 16 contrari un documento che dichiara esaurita l'esperienza di questo governo
~Il segretario: «Nessun processo, ma si cambia. Grazie a Enrico, adesso un'altra squadra per arrivare al 2018»
~Alfano in allarme: se l'asse si sposta a sinistra non ci stiamo, programma decisivo. Vendola chiude, SeI si spacca
Il PERSONAGGIO
segue dalla prima pagina
E il tutto in un vorticoso molti. plicarsi di riunioni lampo, conversari speed, incontri come quello della minoranza del Pd che spalanca le ipotesi al governo Matteo. E il Rubicone che andava superato, il Matteo da Smart car lo ha attraversato sull'aliscafo. «Gli italiani si sono rotti le scatole della lentocrazia, o facciamo le cose in fretta e bene oppure ci prendono a fischi».
E dunque ci vuole tanto ad andare a Palazzo Chigi? Macchè. Basta una manovra lampo. E si riesce a liquidare un governo amico - «Letta ha fatto quello che poteva» - e entrare nella stanza dei bottoni che sta per subire il trasloco del suo predecessore. Corre Matteo, ben sapendo di correre un grande rischio: «Ma il coraggio o si ha o non si ha e io ce l'ho ma ce lo dobbiamo avere tutti. L'Italia non ci sta ad aspettare».
Renzi, citando non a caso il film «L'attimo fuggente», ha compiuto una mossa inusuale per la politica italiana, sottraendo il suo esercito alla «palude» degli stanchi rituali partitocratici e sdoganando a sinistra il concetto deU'«impavida ambizione». Dal Colle gli arrivano notizie rassicuranti. Il non arrivo di Letta alla riunione al Na-
zareno viene giudicato dal sindaco-segretario-quasipremier un buon segno: «Enrico ha deciso di non scatenare una sfida inutile e dannosa per tutti». La Provvidenza, cui si è rivolto l'altro giorno, ha spinto Letta a evitare lo scontro e la sua nuova natura zen lo ha consigliato ad adottare una strategia meno belligerante.
IL BLITZ Il blitzkrieg renziano funziona così: «Nessun processo al governo, anzi dobbiamo ringraziare Letta perchè ce l'ha messa tutta. Dobbiamo però, e subito, uscire dalla palude. Serve una nuova squadra, ristretta e forte. Un nuovo inizio, per arrivare fino al 2018». Il documento con cui viene superata l'esperienza Letta e deciso il cambio di cavallo è stato approvato al Nazare no con l36 voti favorevoli e 16 contrari. L'intero partito, tranne appunto qualcuno, è stato renzizzato da Matteo con una facilità superiore al previsto. E a molti Renzi è sembrato Craxi. Per la forza con cui ha sbaragliato i dubbi dei dubbiosi. Ma fuori dal Pd, mentre il Pd fa fuori Letta, Angelino Alfano mette avanti i suoi distinguo, gioca di tattica e pianta paletti. «Se la nuova maggioranza parlamentare è di sinistra - avverte illeader del Nuovo Centrodestra -noi non ci stiamo. Per noi, a questo punto, è dirimente il
programma. E' essenziale vedere come sarà e che benefici potrà portare al Paese».
Secondo alcuni democratici e vendoliani, il governo Renzi si prospetta più o meno come una sciagura. «E' una via di mezzo tra Prima Repubblica e Shining», attacca quasi solitario Pippo Civati. Il quale la butta anche in poesia, con Dante nel canto quinto di Paolo e Francesca: «Il modo ancor m'offende». Ossia: troppa brutalità contro Letta da parte di Renzi e troppo trasformismo e vigliaccheria e paura di offendere il nuovo padrone da parte di tutti gli altri non renziani ma renzizzati più o meno obtorto collo. Così come capita a quelli di SeI. Vendola dice che Renzi ha resuscitato il Cavaliere. Tra i suoi quelli che sanno di poter avere (forse) futuro e seggio solo portando acqua al nuovo padrone del Pd (e del governo) dicono che il rospo Matteo si può baciare. Un bacio che in Senato potrà essere utile al nuovo governo, perchè numericamente si ha bisogno di tutti.
Dei dubbi che circolano Renzi non si cura. Anche se quelli di Ncd hanno il loro fondamento serio e nascono da un cruccio: riusciremo a governare insieme al Pd e poi andare alle elezioni con Berlusconi? In realtà non con Berlusconi loro vorrebbero andare alle elezioni ma da soli·come il vero Centrodestra mentre quello del Cava-
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liere - da qui al 2018 - potrebbe essersi dissolto tra opposizione e inchieste giudiziarie.
TWITTER Ma eccoci alla serata. E il vincitore del giorno si festeggia così, via Twitter: «Un Paese semplice e coraggioso, proviamoci», è il grido di battaglia di Renzi. Di fatto, la sua arma principale è stata la maggioranza bulgara con cui la Direzione del partito gli ha dato carta bianca (hanno votato contro la sua relazione solo i civatiani). Gli alleati di Letta si sono liquefatti e il volto scuro di lettiani come la De Micheli dice tutto a chi lo ha dolentemente guardato. Il prerriier in pectore mette tutti davanti al bivio: una legislatura costituente o il ritorno alle urne, invocato da 5 Stelle, Lega e, con molta meno convinzione, da Forza Italia. Ne] movimento berlusconiano c'è anche chi promette collaborazione (Sandro Bondi) e la·fine dell'opposizione «alla Santanchè». Quindi, Matteo ha fatto bingo. Per ora. E i suoi alleati però non brindano al suo trionfo. «Il Pd può cambiare il presidente del Con-
Le curiosità
BISOGNA RISCHIARE TROVAI NEL BOSCO DUE STRADE DI fRONTE A ME E SCELSI LA MENO BATTUTA
siglio, ma non la natura del governo. Non si può passare da un esecutivo di intese con la sinistra ad un governo di sinistra». Così scrivono, in una nota, i Popolari per l'Italia e rUdc.
Matte<), ancora una volta, non fa una piega. Sia a questi sia agli altri rilievi critici che gli arrivano. «Qualcuno ha scritto in queste ore di ambizione smisurata di Renzi - dice Matteo alla Direzione - e di ambizione smisurata del Pd. Vi aspetterete che io smentisca. Non lo farò. lo non lo smentisco: c'è un'ambizione smisurata che ciascuno di noi deve avere che è quella di pensare che l'Italia non può continuare a vivere nell'incertezza, instabilità, nella palude e nel tentennamento». Applausi.
E ancora lui, che non dice mai «ora tocca a me» ma in realtà lo dice continuamente nei dieci minuti e passa di discorso e in tutti i colloqui che intrattiene: «Lo sport preferito degli ultimi giorni è dire che è tutta colpa del Pd, ma oggi dobbiamo decidere e dalle forze di coalizione ci si chiede che il Pd assu-
Srns in diretta
MERAVIGLIOSO ARRIVA UN MESSAGGIO DA LA1: "SIAMO IN PUBBLICITÀ ASPETTA" lASCIAMO STARE
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ma ]e sue responsabilità». Quanto ai rimproveri di quelli che in queste settimane sottolineano le contraddizioni di Matteo - diceva di non volere mandare a casa Letta ma proprio questo ha fatto - l'eroe della giornata se la cava così invocando, senza nominarlo, ]0 spirito di necessità: «Diventare adulti significa anche smettere di fare solo le cose che ti piacciono». Poi: «Ci sono momenti in cui chi ha responsabilità di guida all'interno di una comunità, di un partito politico, è chiamato a nascondersi, in altri ad ascoltare, in altri a camminare con il passo dell'ultimo. In altri siamo chiamati a un duplice impegno: da un lato la franchezza totale, dall'altro !'indicazione di una proposta». E noi «di proposte ne abbiamo tante». Basta concretizzarle subito da Palazzo Chigi - «Nei primi sessanta giorni ci giochiamo tutto» - sennò questa strana mattanza dentro il Pd a scapito del premier del Pd non sarà facile da far dimenticare agli elettori del Pd.
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«Potrebbe pagare cara la pugnalata a Enrico» «La pugnalata pubblica che Renzi ha inflitto a tetta potrebbe un giorno tornare a tormen tarlo» Lo scrive il Financial Times online
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Subito la scossa: jobs act E battaglia sui vincoli Ve ~ Il governo di Matteo: i primi 60 giorni decisivi, regge il patto con FI sull'Italicum
~ In cima all' agenda scuola e nomine di manager di profilo internazionale
GLI SCENARI ROMA Matteo Renzi non sta ancora a Palazzo Chigi, ma sta già preparando la renzizzazione dello stile (<<Saremo l'esecutivo dell'ambizione smodata»), della politica neo-decisionale e neo-decisionista (<<Non è vero che nella stanza dei bottoni non ci sono i bottoni. Sennò perché ci andrei?») e del metodo .di governo. «Farò come sempre. Alzo H telefono - così ha detto ieri ai suoi del cerchio magico - e mi organizzo H viaggio da solo». Il viaggio nelle cancellerie europee è da subito una delle priorità del premier in arrivo. Siccome «H toro va preso per le corna», come Matteo non fa che ripetere in queste ore fatali, la battaglia per superare H vincolo del 3 percento nel rapporto deficit-pil- «Solo così possiamo ridare fiato all'Italia» -battendo i pugni sul tavoli di Bruxelles e di Berlino è quella su cui Renzi è deciso a giocarsi tanto. Sa che non sarà facHe. Ma sa anche che su questo «dovremo andare avanti come tori» - ed è confermato per ora H suo viaggio a Bruxelles per la prossima settimana -perché i cittadini si sentono strozzati dal rigorismo «stupido» e l'atteggiamento della GermaQia è quanto di meno popolare quaggiù. Ecco, un modo con cui H P~lazzo (Chigi) prova a entrare lO
sintonia con H Paese (reale). In questa chiave, ossia nella mediazione con il presidente della Bce, Mario Draghi, la nomina di Lucrezia Reichiln a ministro dell'Economia va prendendo sempre più piede nel programma di Matteo eri: sulta preziosa non solo perche una donna per la prima volta ricopre H dicastero di gran lunga pi~ importante ma anche perche SI tratta di una donna dotata di grandi relazioni internazionali e forte
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di un rapporto di stima vero con Draghi. E comunque così ieri mangiando per cena una cosa rapida «<La velocità» di Giacomo Balla sarebbe il quadro futurista prefetto che Matteo dovrebbe appendere nello studio di Palazzo Chigi) il quasi premier ha ragionato con i suoi amici più stretti: «I primi due mesi saranno decisivi. Conteranno la squadra, la stiamo facendo molto ristretta con 4 o 5 top player, e i provvedimenti da avviare immediatamente». E ancora. Se questi primi sessanta giorni saranno scoppiettanti, nel piglio mostrato in Europa e nelle cose da fare subito in Italia e H Jobs act per Matteo è la priorità delle priorità, «tutti poi si dimenticheranno - è H Renzi pensiero - le beghe del Pd e le parolacce tipo staffetta. E se H governo funziona, il partito segue».
Uno choc emotivo, ma del genere politicissimo e non emozionale, è ciò che Letta non aveva - «Dobbiamo essere delle bestie, buone ma determinate», è H grido di battaglia in queste ore del subentrante - e che gli italiani hanno un bisogno forte di provare secondo i nu~vi campioni della «smodata ambIzione». A cena l'altra sera al QuirinaIe, con Giorgio Napolitano e la moglie, è stata soprattutto la signora Clio a fare le domande. E tutte di tipo contenutistico. «Ma se lei va a Palazzo Chigi, che cosa vuole fare? E mi dice anzitutto che cosa intende fare sul lavoro?». Renzi ha raccontato il suo Jobs Act: «Da lì comincerei». E questo mix tra le proposte di !chino e di Boeri-Garibaldi, che rappresenta una discontinuità forte rispetto alla linea Giovannini-Letta (infatti l'attuale ministro ha detto: «E i soldi per il Jobs act dove li prende Renzi?»), pare abbia colpito positivamente la coppia presidenziale.
La legge elettorale, con Berlusconi. è l'altra via maestra. Già im-
boccata da segretario, da premier Matteo ha intenzione di percorrerla con la velocità con cui è entrato nel cortile di Palazzo Chigi a bordo della Smart. «Con Berh,lsconi ho un accordo di ferro», assicura H Renzi a un passo dalla stanza dei bottoni, «e ce l'ho anche con Verdini. Il problema però è che c'è ancora Alfano nella maggioranza e l'Italicum, se non viene modificato, è fatto apposta per fare fuori H Nuovo Centrodestra. Ma Matteo non si fa tanti problemi: «Alfano? Sa che il mio è l'ultimo governo della legislatura. Dopo di me, ci sono le elezioni!».
L'INGLESE Un chiodo fisso di Matteo è
quello della scuola. Molto blairiano «<Education education education», era H mantra dell'ex premier inglese). La lotta all'abbandono scolastico, al rivalutazione meritocratica e di reddito degli insegnanti, la messa a punto dell'edilizia scolastica sono materie in cima all'agenda di Renzi. n quale H viaggio nelle scuole italiane, che stava preparando in veste di segretario del Pd, lo confermerà in qualità di premier. Ora Palazzo Chigi deve fare una serie di nomine importanti nelle principali aziende pubbliche. Renzi ha cominciato a maneggiare i dossier. E ha scelto la linea, almeno quella di princi-
pio che gli piacerebbe riuscire ad applicare in qualche caso: «Servono manager di grande profilo internazionale. Anche stranieri». E cita, H segretario next-premier, il caso inglese: «Sapete che il governatore della Banca d'InghHterra è un canadese?». Non sarà facHe spuntarla anche su questo, i boiardi sono sempre boiardi, ma nella «scossa necessaria» c'è anche questa forte voglia di sprovincializzare. Il che rientra nel programma più generale che vede, insieme al-
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la riforma elettorale e del lavoro, il rilancio degli investimenti e la ripartenza delle opere pubbliche. Si può!!' «Se non ci riusciamo noi, la palude Italia ci inghiotte a tutti», osserva Mateo.
OLTRETEVERE Il viaggio negli Stati Uniti, gran
de classico dei nuovi presidenti del Consiglio italiani, non rappresenta una difficoltà agli occhi di Renzi. Con Obama, il suo idolo, e con il governo di Obama - si veda l'amicizia tra Matteo e l'ambasciatore americano a Roma, John Phillips - il feeling è naturale. E verrà bissato il faccia a faccia che Matteo ebbe con Obama alla Casa
I numeri della maggioranza
Bianca, insieme a una delegazione di sindaci. Nel cuore dell'amministrazione Usa, Renzi può arrivare con facilità tramite il segretario di Stato, John Kerry. Con !'inglese Cameron, basta una telefonata. Con Merkel è tutto più complicato: ma la realpolitik della Cancelli era e quella del sindaco-segretario-presidente italiano avranno modo per trovare una convivenza. Così come è ancora da costruire, ma tra Bergoglio e il cattolicesimo democratico di Matteo il quid è comune, il rapporto con il Vaticano. Il Papa c'è da meno di un anno, il segretario di Stato, Parolin, è appena arrivato, e anche Renzi è nuoyo e nuovista: e ciò li rende simili. Mentre la vicinanza al cardinale
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Scola, a Cl, alle Acli, agli scout e a tutto il resto della rete politico-ecclesiale è un patrimonio che torna utile a Renzi anche nella sua postazione di Palazzo Chigi. Dove - e qui siamo al sindacato - «con me gli inutili e infiniti tavoli di concertazione sindacale non si vedranno più». Renzi ne è arciconvinto. Ma nella sua nuova veste dovrà trovare, e qui sarà l'alchimia del suo successo, un format che contenga sia il suo profilo da semplificatore per eccellenza, allergico a riti barocchi e a indecisionismi vari, sia la modica quantità di mediazione senza la quale si rischia troppo.
Mario Ajello NiDO Bertoloni Meli
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ALLACAMERA
Misto*'-----------------, 23
Nuovo Centrodestra ------" 29
Per l'ltali!l--...... _ .. ~------,, 20
Scelta civica ---.------.., 26
Pd 293
Totale
r---- Fratelli d'Italia 9
,-------lega Nord 20
37
~--Fi
67
Mov.5 Stelle
106
AL SENATO
Ex 1455 4
Nuovi fuoriusciti M5S 5
Senatori il vita 2 (Piano, Ciampi.---~ Sono nel misto)
Per ('Italia --------, 12 Scelta civica ---""" 8 (più il senatore a vita
Per le autonomie 12 (più i senatori a vita Cattaneo e Rubbia)
PII ----, 108
Totale
Nuovo centrodestra 31
forza Italia 60
lega 15
Gal 11
SeI 7
M5S
MAGGIORANZA OPPQSIZIONE MAGGIORANZA OPPOSIZIONE
391 239 ~.fl!ro Democratico, 4 Maie, 5 mi n, Iin!l::~Psi·PIi, 5 nessuna componente ..
PRONTO AL BRACCO DI FERRO IN EUROPA PER SUPERARE IL LIMITE DEl 3% DEL RAPPORTO TRA DEFICIT E PIL
NUOVO STILE A PALAZZO CHIGI «FARO COME SEMPRE ALZO IL TELEFONO E ORGANIZZO TUTTO DA ME»)
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Il segretario di Stato Vaticano Monsignor Pietro Parolin
Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea
Clio Napolitano, consorte del Capo dello Stato
Ritaglio
Angela Merkel, la cancelli era tedesca è nel mirino di Renzi
Tony Blair, l'ex premier inglese è il modello di Renzi
Barack Obama ha varato il Jobs Act americano
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Data 14-02-2014 Pagina 5 Foglio 3/3
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Data 14-02-2014 Pagina 8 Foglio 1
«Completo disaccordo su questa iniziativa» DAVIDE RE MIIANO
egione Lombardia guarda l'evolversi di questa situazione e al momento op
portuno valuteremo il da farsi. Comunque non credo chiederanno alle Regioni, ma si rivolgeranno direttamente alle scuole. Noi staremo attenti». Così l'assessore all'Istruzione, alla Formazione e al Lavoro di Regione Lombardia, ValentinaAprea ha chiarito a riguardo di quanto sta accadendo aRoma. Ovvero dell'iniziativa intrapresa dall'Unar - organismo del ministero delle Pari Opportunità -, che ha affidato all'Istituto Beck, l'elaborazione di una serie di opuscoli sull' omofobia, che una volta pronti saranno distribuiti in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Sei senatori del Cen-trodestra (Roberto Formigoni, Carlo Gio-vanardi, Maurizio Sacconi, Luigi Com-pagna, Federica Chia-varoli e Laura Bianco-ni) hanno chiesto il blocco della distribu-
l'assessore all'Istruzione Valentina Aprea: c'è la
volontà di sostituirsi alla famiglia nell'indicare ai
ragazzi la propria identità Inaccettabili i giudizi sulla
morale cristiana
Palazzo Lombardia
zione degli opuscoli presentandoun'interpellanza al presidente del Consiglio, Enrico Letta. Ma in discussione non c'è 'T omofobia", bensì il volersi sostituire alla famiglia nel indicare ai figli "la propria identità", guarda caso diversa da quella naturale. Gli opuscoli, infatti, professerebbero la teoria "gender", esprimendo inoltre anche una serie di giudizi inaccettabili sulla «morale cristiana». «Sono in completo disaccordo con questa iniziativa - dice ancora l'assessore Aprea -. Non credo ci possano essere scorciatoie per affermare alcune scelte. Le campagne di sensibilizzazione non posso prescindere dal comune sentire». E in discussione c'è molto di più. «Non può essere un ministero - spiega ancora la numero del-la Scuola in Lom-bardia - , seppur delle Pari Oppor-tunità' quindi il governo naziona-le, a prendere del-le iniziative di questo genere se non c'è una ri-chiesta esplicita
da parte dei cittadini' del popolo italiano, che deve prima di tutto trovare risposte in una cornice giuridica. Le minoranze non posso imporre il loro punto di vista». Secondo l'assessore regionale della Lombardia i piani di lettura di questa vicenda sono due. Il primo riguarda la lotta alla omofobia, cosa che va condannata, «perché la violenza non è accettabile e molti ragazzi vanno tututelati». Un conto invece, è usare la lotta alla orno fobia per introdurre modelli di diversi, sfruttando così il fattore educativo che offre la scuola, marginando la famiglia, a cui in realtà spettano -naturalmente - compiti come quelli legati all'identità. «Non stiamo parlando dell' orno fobia, ma dell' educazione e di argomenti che riguardano la cornice in cui si muove la famiglia», dice ancora l'assessore. Aprea conferma che comunque la situazione rimane sotto la lente d'ingrandimento di Regione Lombardia e chiude con una battuta: «Ma c'è una buona notizia, in pratica è caduto il governo. Speriamo che il prossimo ministro delle Pari opportunità sia più saggio e maggiormente rispettoso del comune sentire del Paese».
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IL GAZZETTINO Data 14-02-2014 Pagina X Foglio 1 /2
In migliaia contro le scuole sporche Domani a Venezia la manifestazwne: un "maxi girotondo" con genitori, sindacati e lavoratori
Marco Dori MESTRE
Il giorno della manifestazione dei genitori è arrivato. Domani mattina, l'appuntamento è per le 10.30 alla stazione Santa Lucia, sono attese migliaia di persone, pronte a protestare contro le scuole sporche e i tagli alla pubblica istruzione. A fianco dei genitori «arrabbiati» sfileranno anche i sin-dacati e le lavora-trici delle pulizie, che proprio do-mani riceveran-no il loro primo stipendio da Ma-nutencoop. Per molte di loro, la busta paga varrà anche il 50% in meno di quanto preso fino allo scorso dicembre. Vn grande fronte comune, al quale potrebbero partecipare anche alcuni ragazzi delle superiori, unito per chiedere al Governo nuovi fondi per la scuola e per salvare i posti di lavoro e l'anno scolastico in corso.
Nonostante il clima di forte malcontento, gli organizzatori hanno comunque scelto di manifestare con garbo e fantasia,
anche per la presenza di fami- dovaldo Ruffato, e ai capigrupglie e bambini. Il simbolo della po in Consiglio, per chiedere un protesta saranno i palloncini incontro nel quale affrontare il «tristi», ma gli organizzatori tema del nuovo appalto di pulipuntano anche a creare una zia nelle scuole veneziane. L'inmega catena umana, una sorta tento, neppure tanto velato, è di di grande girotondo che dalla chiedere alla Regione di ripeteStazione passerà per piazzale re quanto fatto nel 2009, quando Roma e terminerà al ponte il Consiglio decise di stanziare degli Scalzi. Davanti alla stazio- 800mila euro in favore delle ne ci sarà un presidio, con le scuole. Questa volta, però, servifamiglie pronte ad offrire la rebbero molti più soldi, ma i merenda ai passanti. Pronti an- sindacati contano comunque in che numerosi striscioni da un intervento della Regione, esporre sul Canal Grande. anche per mettere ulteriore
Domani si vedrà anche quali pressione a Roma. e quanti saranno i parlamentari Intanto il consigliere comunaveneti che avranno risposto le Beppe Caccia della lista "In «presente» all'appello dei geni- Comune" ha chiesto al sindaco tori, che in una lettera avevano Giorgio Orsoni di dare seguito a chiesto ai deputati di partecipa- quanto votato dal Consiglio la re alla manifestazione, con pro- scorsa settimana proponendo poste e idee per superare il che l'amministrazione veneziaproblema delle scuole sporche. nasi schieri a fianco dei genito-
I sindacati continuano intanto ri delle scuole mettendo a dispola pressione istituzionale. Dopo sizione le competenze dell'Avvoil nuovo incontro interlocutorio catura Civica per individuare di ieri alla direzione regionale quale sia la forma più efficace del ministero del Lavoro, duran- di azione legale nella situazione te il quale Manutencoop ha che si è creata, magari con un detto che sono ancora una de ci- sostegno anche economico. Cacna gli istituti che non hanno cia chiede anche che si verifichi richiesto gli atti aggiuntivi, la possibilità che il. Comune Cgil, Cisl e Vil hanno deciso di stesso si costituisca in giudizio
"ad adiuvandum" del ric:orso inviare una lettera al presiden-te del Consiglio Regionale, Clo- che sarà presentato dai genito
ri. © riproduzione riservata
-. SANTA lUCIA e CASO MAROTECO"
Pronta una lettera ..élllélR~giq~g .p~rçQi~q~r~
fondi aggiuntivi.
Palloncini "tristi" .......................... ~ ... ~QPr~?iQjq
tra la Stazione e piazzale Roma
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IL GAZZETTINO
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CACCIA «Anche il Comune ricorra al Tar»
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Il consigliere beppe Caccia chiede che si verifichi la possibilità che il Comune stesso si costituisca in giudizio "ad adiuvandum" del ricorso che sarà presentato dai genitori.
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COBBIEBE DELLA SEBA
SEllE eli non aver nostalgia», racconta, «ed è stato decisivo il poter mantenere il rapporto con gli studenti e non disperdere lill patrimonio che è dell'università». Nell'ateneo che fu di Galileo hanno dato a queste figure un ruolo preciso: docente senÌor. Sono un bel numero, 95, di. cui una settantina «cessati dal ruolo», secondo l'arida espressione burocratica, negli ultimi tre armi. Bei nomi: dal filosofo Umberto Curi a Giovanni Costa, che si elivide fra le lezioni eli Strategie eli impresa, la presidenza della Cassa di risparmio del Veneto e la vicepresidenza del consiglio eli gestione dì Intesa Sarlpaolo. Un record, quello padovano, ma non sono pochi neppure i 27 docenti dell'Università eli Torino, fra cui il noto avvocato penali sta Carlo Federico Grosso. C'è chl l'ha fatto «per piacere», come ammette Robelto Genesio, fiorentino, classe 1940, docente di Automatica a Ingeb'lleria. «Qualcuno dice per narcisismo», ci scherza su, «ma, lasciando, mi pareva che IIri mancassero le braccia e le gambe. E poi, c'era da dare una mano al nùo gruppo eli ricerca». Lui continua a insegnare, far ricerca, senza l'assillo di molti adempimenti accademici: <<Mantengo il cervello in attività e nù pare un elissolvimento più lento, una marùera
pih decorosID>. Fondamentale, anche per lui, 1'0pPOltunità eli rimanere in contatto coi giovani e la scoperta, un po' sbigottita che, dopo la pensione i docenti scompaiono persino dai portali intemet: «Una cosa bizzarra», osserva, «da un giomo all'altro, dopo anni di impegno, non ci sei pih». Da Trento, gli fa eco Aldo Fontana, fisico sperimentale e pensionato "giovane", essendo del 1947, uno dei sette docenti a riposo che, in quell'ateneo, hanno deciso di restare: «La ricerca è un piacere intellettuale, non è una catena di montaggio o fare sempre un po' le stesse cose». li rapporto con studenti e dottoraneli è il centro della questione anche nel suo caso: «Solo che non faccio pih gli esperimenti», aggiunge, «adesso li fanno loro e io li seguo».
Per discutere COI1l i giovillni. E del fascino della relazione docente-eliscente parla anche Enzo Boschi, il famoso sismologo, nato ad Arezzo 72 anni fa. Anche lui è rimasto in cattedra, a Bologna, a insegnare Vulcanologia nella laurea magistrale di fisica, «per il piacere eli eliscutere coi ragazzi». Nel suo corso, gli studenti sono pure aumentati, lui prntecipa ai progetti di ricerca ed è convinto che l'età pensionabile dovrebbe scendere ai 65 anni «per dare più spazio ai giovatù», ricordando che in Giappone è a 60. Per un altro di questi volontari eli alto profilo, Paolo Matthiae, archeologo della Sapienza eli Roma, oggi 74enne, famoso in tutto il mondo per i suoi scavi a Ebla, in Siria, il si-
stema precedente, col passaggio "fuori ruolo" negli ultilIÙ tre anni «permetteva un'apprezzabìle gradualità», che è venuta meno oggi. <<Nel mio elipartimento», esemplifica, «stueliosi come Andrea Carandini, Mario Liverani, Fausto Zeyj spariscono eli colpo, non si vedono più nemmeno fra loro: è evidente che c'è una perdita secca. Sono moeli. bruschi», conclude, «che non giovano». Restare, come ha deciso di fare lui, pone però Wl problema di convivenza con gli altri: c'è il risclùo che i maestri che rimangono in elipartimento finiscano per inlpedire ai nuovi di essere liberi. Ultimamente eli fare appieno la loro carTiera. «Ci vogliono metoeli eliversi e innovativi», confenna Matthiae, «per non turbar'e psicologicamente ì successori. Bisogna fiancheggiarli, con prudenza e cautela, e assicurando in un modo eliscreto la continuità». A Siena, Romano Dallai, entomologo, classe 1938, si sarebbe accontentato «di un ufficetto qualwlque», racconta, «e di un posto in laboratOlio». Sono stati loro, ì colleghi, a in·· sistere che rimanesse nel suo ufficio. «Sa», continua, «ho fatto tanti anni il preside: credo sia una forma eli riconoscenza». Dallai, in pensione dal 2010, stuelia degli insetti di tutto il mondo e passa al dipartimento eli BiOlogia evolutiva le sue giornate, «a volte anche qualche mattina della domenica perché Inia moglie, vedendomi Ìn uggia mentre riassetta casa, me lo dice», confessa sonidendo. Ma eli amatoriale c'è solo la passione, «la stessa da 50 anni a questa parte», anzi dal punto eli yjsta della ricerca le soddisfazioni maggiori sono aITÌvate «a riposo». «il prestigioso e ultra.selettivo Ioumal oJ entomolog)/, mi ha chiesto recentemente eli pubblicare unlIÙo stuelio», racconta soddisfatto. Antonino Pullia, 78 anni, in pensione da tre, fisico sperimentale all'Università Bicocca eli lV1ilarlO, fra qualche mese si sposterà nei laboratori del Gran Sasso per frn:e i suoi esperimenti. Solo due anni fa è stato insignito del prelIÙo Enrico Fermi. Per lui, che ha stueliato i neutrini anche col Cem di Ginevra, la quiescenza ha portato una sfida nuova: «Guido un gmppo eli ricerca dell'IsUtuto nazionale eli fisica nuc!eare-Infn sulla materia oscura», racconta, (,per me è una seconda giovinezzID>. Aveva fatto una scelta opposta Miklos Boskoyjtz, uno (lei massimi esperti di stOlia dell'arte r1nascimentale, ordinar'io a Firenze, scomparso a fine 2011. Andato in pensione, deelicava due pomeriggi a settimana alla piccola biblìoteca di facoltà, in via della Pergola: indossata lilla gabbanella, passava ore a riorelinare i l11armali di FedeIico Zeri, di Carlo Ragghianti, eli Mina Gregoli e, inevitabilmente, suoi.
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LA PROPOSTi:\.
14-02-2014 42/44 2/4
Un buon modello? Collège de Flwu.:c
Studiosi di talento, internazionalmente stimati, personalità vivaci e
ancora dinamiche: è ragionevole spegnere di colpo le loro ricerche e grandi capacità divulgative con la pensione? Non sarebbe il caso di creare ambiti in cui docenti di livello, seppure a riposo, potessero continuare a far ricerca e a diffondere la cultura scientifica? «Ipo·· tesi ragionevole», risponde l'archeologo Paolo Matthiae, purché «non sia un "vegliardeto", e magari confederando tre quattro atenei di città vicine». Luoghi deputati all'alta divulgazione, ma anche alla cura dei dottorandi migliori. Per Matthiae il modello è il Collège de France a Parigi: 54 professori di varie discipline: gran parte dello sci bile, dall'etnologia alla chimica. <,Sarebbe la terza missione dell'uni· versità di cui si parla poco: la divulgazione nel territorio», concorda il sociologo Paolo Trivellato, «che è sempre stata vista con un certo sussiego da tutti. All'estero invece si legittima spesso anche nel supporto all'industria». Per l'antichista Eva Cantarella sarebbe «una grande idea», in un Paese, come il nostro, in cui l'esistenza di un'età legale per il ritiro «che fa sì che restino inattive o sottoimpegnate persone ancora perfettamente in grado di svolgere i loro compiti e che vorrebbero farlo». A Padova, spiega Saveria Chemotti, c'è qualcosa già qualcosa di simile con la Schola del Bo, dal nome dell'antico palazzo che ospita il rettorato. (,C'è stato un ciclo di lezioni di alto livello tenute al Teatro Zante, a due passi dall'ateneo. in accordo col municipio. Un modo per rinsaldare il rapporto con la città». Stefano Zamagni la definisce «idea tutt'altro che balzana». Secondo l'economista potrebbe «rivitalizzare le tante accademie che nell'ultimo secolo sono morte o ridotte a riunioni gerontocrati che». Insomma un ateneo speciale eppure autentico, non un'università dell'età libera a rovescio.
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COBBIEBE DELLA SEBA
SEllE Da Letl:ere
dasslche a Vulcl'.llnologia
Eva Cantarella, fino al 2010 è
stata professore ordinario di Istituzioni di
diritto romano e di diritto greco
antico all'Università statale di Milano. A destra, il fisico Enzo Bosclli, già direttore
dell'Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia. Sotto, il filosofo Umberto
Curi, docente a Padova. Nomi di
peso in università dopo la pensione.
Lo chiamano "volontarlato accademico" Sopra, Giovanni Costa, docente di Strategie di impresa a Padova, presidente della Cassa di risparmio del
Veneto e e vicepresidente del Cdg di Intesa Sanpaoh In alto a destra, Stefano Zamagni, professore di economia politica a Bologna; sotto, Vera Negri, storica dell'economia all'ateneo felsineo.
Data 14-02-2014 Pagina 42/44 Foglio 3/4
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COBBIEBE DELLA SEBA
SEllE
L'impegno continua Da sinistra, Saveria Chemotti, docente
di letteratura italiana a Padova; Paolo
Matthiae, archeologo e storico dell'alte;
Antonino Pullia, nsico e vincitore del premio
Enrico Fermi; Carlo Federico Grosso,
docente di diritto penale e famoso awocato,
Data 14-02-2014 Pagina 42/44 Foglio 4/4
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Maria Chiara Carrozza
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I desaparecidos dell'esecutivo
BraYr Moaveror Trigiliar Carrozza: i ministri a nostra insaputa
Data 14-02-2014 Pagina 8/9 Foglio 1 /2
liani, non sufficiente per una indagine fermato in quel ruolo dal vicepresidente ::: PAOLO EMILIO RUSSO statistica. Era riuscito giusto qualche gior - piddino. Non propriamente amante delle _-.:R..:..:::.O:..:..::..MA-'---___________ no fa a portare in Consiglio dei ministri il telecamere, è letteralmente scomP?Is~
documento «Ricerca e Innovazione nelle dai radar. Ha diramato trenta comunIcati Il.~II ?~ qt? a qualche ora non. saranno imprese» che prevede misure di sostegno st~~a ~al~'~ns:diame~t~ in poi; per due pm mmlstn. Avranno qualche gIorno per immediato alle attività innovative, sbloc- terzI nfenbill a «mcontrI bIlaterali» con alfare gli scatoloni, portare via tutto, can~el- cato alcuni finanziamenti (già stanziati) tri capi di Stato. Nei mesi scorsi l'ex funlare email arretrate e passare ad altrI la per L'Aquila e messo a punto una bozza di zionario dell'Unione europa avrebbe ~_ poltrona. Matteo RenzI ha r.ott~ato an-accordo per l'uso dei fondi strutturali eu - che incrinato il rapporto col senatore a VI-z~t~rn.Po una n~ova ~atego~a dI ~erso~e, ropei, che, però, chiuderà qualcun altro. ta. . . ... . clOe l membn dell esecutivo dI EmIco Stessa sorte è toccata a Massimo Bray. Un altro rmmstro che non e maI nusClLetta. Avevano giurato davanti al capo Storico all'istituto dell'Enciclopedia Ita _ to a raggiungere - almeno grazie alla nodello Stato giusto dieci mesi fa, il 28 aprile liana direttore della rivista del think tank tori età - le classifiche di gradimento e fi-2013, chiamati in fretta e furia dall~ allora dale~iano Italianieuropei, aveva conqui _ ducia è nientemeno quello dell'Istruziovice segretario del Pd, assumendosI la re- stato nientemeno che il ministero dei Be- ne e dell'Università. Maria Chiara Carsponsabilità del potere esecutivo. Qual- ni Culturali e del Turismo due settori de- rozza aveva un curriculum lunghissimo e cuno di loro, come, per esempio, Emico 'importantissimo, è stata rettore della Giovannini, lo ha fatto lasciando un posto cisivi per il nostro Paese. È riuscito a tirarsi Normale di Pisa. Tutti si aspettavano non proprio di second'ordine, come la addosso le ire del sindaco di Napoli Luigi moltissimo da lei, ma è finita sulle prime presidenza dell'Istat. Molti di loro da que- De Magistris (<<Sul San Carlo ha scassato pagine dei giornali soltanto per avere sto pomeriggio saranno in carica solo tutto», disse), dei dirigenti di Pompei e, chiesto indietro dei soldi agli insegnanti «per il disbrigo degli affari correnti» e, do- addirittura, di Gino Paoli (in qualità di italiani (già sottopagati), firmando il po il passaggio di consegne coniloro suc- presidente Siae), ma sul web (e nella sto- prowedimento «senza accorgersene» e cessori, dovranno cercarsi un altro lavoro ria) restano soltanto le condoglianze per scaricando la responsabilità sul collega e vedranno spegnersi i riflettori. un po' di artisti scomparsi e i suoi com-all'Economia, Fabrizio Saccomanni. Per
Dieci mesi non sono molti, ma sono menti al crollo delle presenze turistiche non parlare di alcune sue dichiarazioni bastati, per esempio, a Silvio Berlusconi nel nostro Paese. Difficilmente gli italiani critiche _ e non motivate da dati scientifici per scendere in campo e diventare pre- ne sentiranno la mancanza. _ contro le università telematiche italiane, mier, a Matteo Renzi per correre alle pri - Il ministro del Lavoro e Politiche socia - che le hanno immediatamente rinfacciamarie e, probabilmente, entrare a Palazzo li, Enrico Giovannini, voleva essere un to di avere a sua volta conquistato la doChigi. Nello stesso lasso di tempo, invece, "colpaccio" di Emico Letta, e, per ricopri - cenza attraverso un concorso di una uniquasi metà dei ministri uscenti non sono re quell'incarico, aveva lasciato la poltro- versità telematica. Questi autogol le sono nemmeno riusciti a toccare palla, andare na non proprio scomoda di presidente costati ripetute richieste di dimissioni. Ha oltre qualche dichiarazione sui giornali e dell'Istat. Viste le deleghe, succedendo annunciato otto mesi fa che il «2014 sarà una intervista qua e là. Metti Carlo Trigi.- all' esperienza non proprio felice di Elsa l'anno dei ricercatori italiani», ma, nel lia, ministro per la Coesione Territoriale. Fornero, avrebbe certamente potuto la-frattempo, i ricercatori continuano ad esAveva un curriculum di tutto rispetto e fu sciare il segno. E invece è riuscito appena sere pochi, precari e sottopagati. Anche se voluto - da Massimo D'Alema - alla guida a risolvere la questione degli esodati e a le cose dovessero mettersi meglio nei di un dicastero che avrebbe potuto essere bocciare senzaleggerlo - cosa che gli è co- prossimi mesi, certamente non sarà lei a decisivo. Sociologo di fam~, aveva d.e~i: stata il posto - il job act del leader Pd, fi - potersi rallegrare dalla poltrona del minicato molta parte della sua VIta ad «attIVIta nendo travolto dalle dimissioni del presi - stero di viale Trastevere. di studio e ricerca ai temi dello sviluppo dente dell'Tnps, Antonio Mastrapasqua. territoriale e dell'innovazione in Italia e in Lascia sul sito del suo ministero un grafi-Europa», come si legge nella sua biogra - co che rappresenta la curva dell' occupa-fia. Professore ordinario di Sociologia zione in Italia e che non è proprio un ri-economica dell'Università degli Studi di sultato di cui andare fieri. Firenze, ha insegnato anche ad Harvard, Un altro che è stato -per la seconda volche fosse al governo non se n'è mai accor - ta consecutiva - ministro della Repubblito nessuno. Tanto che gli istituti di son - ca, ma nessuno se ne è accorto, è Enw daggi - tutti - non mai sono riusciti ava - Moavero Milanesi. Era il braccio destro di lutare il livello di fiducia che i cittadini Mario Monti che l'aveva promosso titolaav~v~o. in .lui perché rientra nell' :lenco re della delicata delega degli Affari eurodel rmmstn che «non hann~ dati suffi - pei _ anche per via dei suoi ottimi rapporti cienti per essere rappresentati». Tradotto con Bruxelles dove aveva lavorato e codal linguaggio scienti~co: ~on? cono~~iu - nosciuto il su~ "padrino" - ed è stato conti da una percentuale mfimteslmale di lta -
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Data 14-02-2014 Pagina 8/9 Foglio 2/2
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la Repubblica I
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14-02-2014 7 1
Tasse accorpate e stop alla burocrazia cosìMatteo vuole semplificare l'Italia Nel programma il taglio alle indennità dei consiglieri regionali
SlMONAPOU
ROMA - Velocità e semplicità. Eccole le parole chiave del programma di governo che Renzi sta preparando in queste ore. Il "sindaco d'Italia" sogna un paese in cui ciascun cittadino riceverà a casa un modulo comprensibile da compilare per pagare tutte le sue tasse in una volta sola, senza complicazioni né trappole lessicali. L'inefficienza della macchina burocratica è il primo vero ostacolo da abbattere. Basta con le lentezze, i rinvii, i doc~enti che prendono polvere sulle scrivanie per anni. La pubblica amministraZione sarà travolta dal ciclone Renzi, soprattutto nelle sue alte sfere. I dirigenti statali saranno valutati in base agli obiettivi raggiunti, i contratti dei nuovi assunti non saranno più a tempo indeterminato, ogni giorno sarà un esame, vietato perdere tempo. Tutte le spese saranno controllate, comprese quelle delle Regioni, e verranno definiti costistandard per
servizi e forniture, sul modello giàadottatopersanitàetrasporto locale. Una decisione che, nei
Tnli progetti il trasferin1.emo ai Co:rm.'U.IÙ deDe ex
r~b~e, se~o~do i ~~coli de~ t~c- collaboratori Renzi ha spiegato mCi renztam, addmttura Vlcma che molte di queste multe sono ai 4.000 miliardi di euro, circa il legateatardiveomancaterispodoppio del de bito pubblico. ste inviate aBruxelles alle richie
Renzi punta molto, e lo ha ste di accertamento sui dati. Un spiegato nel tour delle primarie, altro spreco che va eliminato, arazionalizzarel'impiegodeifi- insomma. Così come saranno nanziamenti europei, che nei ridotti gli enti di consulenza delprossimi sette anni porteranno le istituzioni, come ad esempio
casenne: ~ in Italia 58 miliardi di fondi Fesr il Cnel. Ridimensionati bruscatrasfonnate in case acuisiaggiungon055miliardidi mente anche i costi della politi-
fondi interni per lo sviluppo. Nel ca. Le indennità dei consiglieri pacchetto precedente ben 32 regionali non potranno più su
piani di Renzi, dovrebbe porta-miliardi erano stati "persi" da al- perare quelle del sindaco del care a risparmi notevolissimi. cune regioni per mancanza di poluogodellaregioneeicontrt-
Unadelleprioritàrestaillavo- progetti. A Bruxelles durante il butiaigruppipoliticisubiranno ro. Oltre alla lotta al precariato semestre europeo Renzi conta uno stop. contenuta nel jobs act, Renzi di risolvere altre due questioni Altra priorità, le infrastruttupensa a un taglio dell'Irap per le che gli stanno a cuore. La ridefi - re. Il premier è rimasto a bocca imprese che le aiuti a far entrare nizione del limite del 3 per cen- aperta quando Erasmo D'Angegiovani al primo impiego.Risol- to imposto all'Italia dal patto di lis, uno dei pochi trai suoi uomiverebbealmenoinpartel'emer- stabilità e la gigantesca mole di ni fidati operativi nel governo genza abitativa !'idea di sbloc- sanzioni che il paese è costretto Letta,gliharaccontatocheciso~are. ~i u:nmobi~ ~ello St~to a pagare per le infrazioni alle no ~ mlllarQ~ e ?~U mlllom Ol';lCTI?-utillZZatl nelle Citta, a comm- procedure in tema di pagamen- catl .dal~a pignZla b~rocratl(?a ciaredallecaserme, chedovreb- ti ritardati ai fornitori privati da destmati alle opere di messa m bero essere trasferiti ai Comuni parte della pubblica ammini- sicure~za per il dissesto idroeri.strutturatiperfarnec~seouf- strazione,sicurezzadeitraspor- geolo~i~o e b~n 1.1~0 ~?TItieri fiCl. Il calcolo del costo di questa ti, sovraffollamento delle carce- pubbliCi fermi. «Mal plU», ha partita rimasta ferma finora sa- ri e altri settori pubblici. Ai suoi giurato Renzi. Ora questa è la
sua scommessa.
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Lavoro e previdenza
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Data 14-02-2014
LA STAMPA Pagina 27 Foglio 1
SALARI, SEIlVE UNJ\ SVOLTA COME 1l REN1l 'ANNI FA
embra passato un secolo. La chiamavano la spirale prezzi-salari, una corsa sfrenata per il potere d'acquisto, fermata con un atto di imperio trent'anni fa. Allora c'era la scala mobile,
ora parliamo di cuneo fiscale e welfare aziendale. Fu lo storico accordo di San Valentino del 14 febbraio 1984, tra il presidente del Consiglio Bettino Craxi e Cisl e UiI, contraria la Cgil, a sterilizzare la scala mobile. L'inflazione galoppava a due cifre, al 17%, e la gara perpetua con le buste paga creava effetti devastanti e incontrollabili. Solo nove anni prima nel 1975 era stato firmato l'accordo sul punto unico di contingenza tra Luciano Lama, Bruno Storti e Lido Vanni con Gianni Agnelli, allora presidente della Confindustria, mentre Guido Carli governava la Banca d'Italia. Il successivo accordo di San Valentino decretò invece la fine della concezione del salario come variabile indipendente, faro economico e ideologico di un sindacato redistributivo. Otto anni dopo arrivò l'abolizione dell'indicizzazione dei salari (1992) decretata dal governo Amato, benedetta da nuove relazioni industriali e dall'accentramento della contrattazione. Il rapporto prezzi-salari è sempre stato la spina nel fianco di economisti e governanti. La moderazione salariale avviata 'con il patto del 1993 e durata lungo questi ultimi vent'anni ha compresso i salari. Oggi purtroppo a tenere a bada l'inflazione è la recessione, un'ipoteca che non crea benefici e deprime l'eco no~ia, ma resta intatto l'obiettivo della salvaguardIa del potere d'acquisto di salari e stipendi, la cui immobilità deprime a sua volta i consumi in una spirale perversa. Il tema non è per nie~te
accademico e, anche se l'agenda oggi è sommersa dai rivolgimenti politici e istituzionali, dovrà tornare presto alla ribalta e fare da baricentro insieme a occupazione, lavoro e crescita. Se c'è un freno all'economia, tutti concordano la colpa è del cuneo fiscale, che disincentiva le 'imprese dall'assumere. Anche gli incentivi temporanei non allettano più, se poi !'impresa deve pagarne il prezzo pieno. In Italia siamo riusciti a realizzare un doppio record unico al mondo: quello di avere gli stipendi netti più bassi d'Europa e il costo del lavoro più alto dei paesi Ocse. Una tassazione al 54% sulle retribuzioni e sul lavoro immobilizza la domanda delle aziende e la creazione di posti di lavoro. Occorre un intervento strutturale per dare ossigeno a lavoratori e imprese. Quando poi si riavvierà la ripresa, dovrà tornare al centro dell'attenzione l'adeguatezza degli strumenti per la copertura dei redditi da lavoro: l'inflazione programmata su indici Ipca, esclusi i prodotti energetici, non basta più e non soddisfa imprese e lavoratori. L'anniversario dell'accordo di trent'anni fa può servire così non da detonatore per la nascita di una nuova scala mobile ma per introdurre innovazioni nelle retribuzioni: non solo nei meccanismi di comprensione e gestione delle buste paga, che chiedono semplificazione e trasparenza, ma anche nel rapporto tra stipendi fissi e stipendi di risultato; senza un ancoraggio alla produttività e ai profitti le retribuzioni diventano appiattimento e zavorra. Un'altra strada per dare valore ai salari è quella del rapporto tra parte monetaria e parte in natura: qui il welfare aziendale dovrà t~ovare ll1!a nuova stagione di sviluppo, dai buom spesa al benefit previdenziali. Infine, l'agenda rimetterà all'ordine del giorno la questione degli ammortizzatori sociali e le paghe di chi perde il lavoro, in vista di quel reddito minimo universale, che molti paesi hanno e che noi ci ostiniamo a ignorare.
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rUnità Data 14-02-2014 Pagina 2 Foglio 1
Lavoro e tagli alla politica Ecco il piano del sindaco
Un piano straordinario sul lavoro. un colpo d'accetta sui costi della politica, a cominciare dall'eliminazione degli enti
inutili, diritti civili e la battaglia contro il tetto del 3% una squadra nuova e con nomi di spicco, a cominciare da Andrea Guerra di Luxottica. La pattuglia ministeriale avrà poche conferme rispetto all'attuale e sarà parecchio rosa. Tante donne in giunta e in segreteria è un tratto distintivo del Renzi sindaco e poi segretario del Pd.
Dunque, nel bosco ingarbugliato della situazione politica nostrana, Renzi ha scelto (memore dell' Attimo Fuggente) la strada più rischiosa. Almeno per se stesso e di conseguenza anche per il Pd. Anche perché pare deciso ad imboccarla a velocità parecchio sostenuta. L'ambizione del resto è «smisurata», come ammette lui stesso. Scommettere tutto il patrimonio accumulato nelle due battaglie delle primarie (quella persa contro Bersani e l'ultima vincente) su l'attuale tavolo della politica italiana non è una giocata facile. Per questo «smisurata» dovrà essere, awerte il segretario, anche l'ambizione del Pd.
Anche perché il banco è quello deciso dal voto dello scorso febbraio e quello è il Parlamento con cui Renzi si dovrà confrontare. Anche per questo il documento della direzione fa esplicito riferimento alla «attuale coalizione di governo» come se non ci fosse l'intenzione né di modificarla né di allargarla. In realtà vanno avanti i contatti con Sei (tre senatori vendoliani potrebbero votare la fiducia) e con i grillini da cui si starebbero staccandosi verso Renzi una decina di parlamentari. E pure la Lega Nord pare intenzionata a dare una fiducia in bianco per far partire il Renzi L
Il rischio comunque resta alto. «È talmente alto che io onestamente l'ho sconsigliato» ammette Davide Faraone. È vero che l'altra strada, quella delle elezioni, pur più attraente, di fatto non c'era. Votare senza una legge elettorale che garantisce
VLADIMIRO FRULLETTI [email protected]
un chiaro vincitore avrebbe riprodotto il pantano. Ma è anche vero che pur obbligata, la via del governo di legislatura fino al 2018, è si più lunga, ma anche più impegnativa: la promessa di cambiare in profondità l'Italia va mantenuta. Nel progetto Renzi owiamente resta l'impianto delle riforme costituzionali: dal Titolo V alla trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie. E resta anche l'Italicum che però, Renzi, già ieri in direzione ha iniziato a legare (come chiede la minoranza) al superamento del bicameralismo. Ma a queste si affiancheranno nuove «regole del gioco» sia sul lavoro che sulla de-burocratizzazione della pubblica amministrazione.
L'impresa è complessa sia perché i rapporti di forza, appunto, non sono frutto di una vittoria elettorale. Sia perché in quel popolo che con quasi 2 milioni l'hanno fatto trionfare alle primarie di un mese e mezzo fa (sembra passato parecchio tempo in più) affiora un mi-
Subito una profonda spending review a Palazzo Chigi e la fine del Cnel
sto di paura e delusione. E Renzi lo sa. Per questo una volta salito a Palazzo Chigi non potrà che mandare messaggi forti. «Fra l'opinione pubblica avrà da recuperare un oggettivo danno di immagine - spiegano i renziani - e quindi dovrà far capire da subito che è lì per fare sul serio». Quindi anche le prime risposte che fornirà da premier dovranno essere parecchio convincenti. «Se il governo funziona la gente farà il tifo per noi e il modo in cui è nato passerà in secondo piano. Tutto dipenderà dalla qualità delle riforme e dai tempi rapidi nell'attuarle» ragiona Faraone. Renzi su questo fornisce scarne indicazioni. Non parla molto in direzione. Poco meno di 25 minuti. Incassato l'ampio sì di tutto o quasi il Pd evita anche laconsueta replica. Non c'è l'atteso Ok CarraI. Anche perché Letta resta a Palazzo Ch igi per consentire, dice, la discussione più franca possibile. E poi il finale è scontato. Già si guarda a domani. Oggi Letta si dimette e poi toccherà a Renzi. Ma non sarà un passaggio di testimone. Renzi promette cambio di ritmo e di percorso. <<Vi chiedo a tutti insieme di uscire dalla palude», l'appello del segretario al partito. Un «cambiamento radicale» come chiede l'Italia a cui, dice, solo il Pd può rispondere. Tanto che il programma ("Impegno Italia") elaborato dal premier (oramai uscente) viene assunto come «contributo». Nel programma Renzi ci saranno lo ius soli per i figli degli stranieri e la regolamentazione delle unioni civili, ma i primi messaggi all'opinione pubblica arriveranno dalle misure per la crescita (incentivi e disboscamento della burocrazia), l'occupazione (il famoso jobs-act) e sulla scuola dove come prima mossa cercherà i soldi per realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Sui tagli ai costi della politica. Renzi comincerà da casa sua, a Palazzo Chigi dove s'attendono una profonda spending rewiev. I suoi collaboratori danno per scontati come primi atti i tagli degli enti inutili (ad esempio il Cnel), la riduzione delle indennità ai consiglieri regionali e l'azzeramento dei contributi ai gruppi. Da qui comincerà a realizzare quel «paese semplice e coraggioso» che s'auspica via twitter.
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14-02-2014 4 1
Squinzi benedice il ricambio «Le imprese vogliono risposte» • Parti sociali pronte alla svolta, ma senza elezioni Imprese: oggi flash mob davanti a Montecitorio
BIANCA DI GIOVANNI ROMA
Sia chiaro: per loro non è una questione di nomi. Parlano di svolta, di scossa, di discontinuità, ma non certo nell'organigramma di governo. Chiedono azioni, misure concrete. Su questo sindacati e Confindustria suonano la stessa musica ormai da parecchio tempo. Ad aprire le danze sono stati gli imprenditori, con una raffica di giudizi scarni ma efficaci da parte di Giorgio Squinzi, il quale ieri ha messo la pietra tombale sull' esperienza dell'attuale esecutivo. «Da Letta c'è stata una buona analisi dei problemi, ma non sono arrivate le risposte che ci aspettavamo», ha sentenziato. Né illeader di Viale dell' Astronomia, né le segreterie sindacali, si espongono esplicitamente sulle futuribili «alchimie» politiche: tutti aspettano di vedere l'evoluzione tecnica di questa ennesima crisi politica. Sicuramente però nessuno nei piani alti delle associazioni dei lavoratori e delle imprese punta sulle urne.
Resta il fatto che la «questione sociale», quella della disoccupazione che colpisce quasi un giovane su due, quella delle tasse che spingono le aziende a delocalizzare, quella dei redditi impoveriti, dei consumi stagnanti, della domanda interna ai minimi storici è entrata anche nella direzione del Pd, nel discorso del segretario, nella mozione votata «<un programma aperto e negli interventi di altri big, a partire da Piero Fassino e Debora
Serracchiani. Due nomi che richiamano due storie industriali allarmanti per il sistemaPaese: la Fiat che espatria in Olanda, la Electrolux che minaccia di trasferire la produzione in Polonia.
IL MALESSERE Il presidente degli industriali esprime il disagio acuto dei suoi associati che ieri si è manifestato drammaticamente nel suicidio di un imprenditore del padovano. Le imprese sono fiaccate da 5 lunghi anni di crisi, con la perdita di 9 punti di Pii (162 miliardi) anche le zone più produttive del Paese. Il quotidiano dell'associazione annotava ieri un dato da brividi: in 15 anni soli il Pii pro capite italiano è calato (-3%): persino Portogallo e Grecia hanno fatto meglio nello stesso periodo. Ieri gli imprenditori piemontesi hanno annunciato una manifestazione davanti a Montecitorio (oggi alle 11), che prevede unflash mob ideato per attirare l'attenzione del mondo politico, sentito oggi come assente e lontano. Il loro motto è pungente: «Amo !'Italia, ma ora basta». Le aziende annunciano da Torino una «marcia digitale dei 40mila». Citazione storica che rinvia a un episodio chiave della vita delle rappresentanze sociali, che per la verità scrisse uno dei capitoli più neri nella storia delle relazioni sindacali. Stavolta però l'interlocutore non è il sindacato, ma i partiti politici. Squinzi ha «battezzato» il movimento piemontese ieri presenziando una riunione straordinaria di 600 delegati nel capoluogo piemontese. Un fatto importante per l'associazione degli industriale, che tor-
Le aziende piemontesi sul piede di guerra rievocano perfino la «nlarcia dei 4Omila»
na a mostrarsi compatta nel sostenere le sue richieste. «Il Piemonte aveva votato per Bombassei al momento della scelta del nuovo presidente - spiega una voce vicina all'Unione industriale di Torino -Ma Squinzi è riuscito a ricucire un'unità interna, grazie alle sue doti di uomo pragmatico. Ha subito varato una riforma profonda dell'associazione, che oggi è più snella e meno costosa. Ecco perché non possiamo accettare lezioni dalla politica che non sa tagliare la spesa improduttiva».
Il pregio di Squinzi è stato quello di unire gli imprenditori e di cercare con ostinazione anche l'intesa con i sindacati. Con lui al vertice della Confindustria una marcia dei 40mila vecchio stile sarebbe impensabile. Il primo documento unitario per chiedere interventi tangibili nella legge di Stabilità, a partire dal taglio del cuneo fiscale, è partito proprio dalle stanze di Viale dell'Astronomia. Oggi si fanno i conti con le ripetute delusioni ingoiate anche con l'esecutivo Letta. Ieri Squinzi ha parlato di «cultura anti-industriale, che ormai da qualche decennio è diventa prevalente nel nostro Paese». Non è un problema di questo o quel governo: c'è bisogno di un cambio radicale. Una posizione parallela a quella di Camusso, che appena 48 ore fa dichiarava: «Dal punto di vista delle politiche non vedo differenza tra l'ultima stagione del Governo Berlusconi, quello Monti e Letta. Ci vogliono proposte in discontinuità con le ultime politiche economiche». Più felpato l'atteggiamento di Raffaele Bonanni, che non ha mai avanzato critiche nei confronti dell'attuale premier. Il leader Cisl parla di «classe dirigente imbelle e litigiosa» e di un'emergenza economica e sociale che richiede invece «unità d'intenti». Duro Luigi Angeletti: <<Serve un leader che dica con chiarezza cosa vuoi fare e che lo faccia in poco tempo».
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Disoccupazione giovanile: l'Italia in cima all'Europa
MATTEUCCI A PAG. 15
Data 14-02-2014 Pagina 15 Foglio 1 /2
Disoccupazione giovanile Italia ai vertici in Europa • Primato europeo per i Neet, i giovani che non lavorano né studiano. Bee: ripresa ancora debole mentre i rischi per le prospettive di crescita «continuano a essere orientati al ribasso» LAURA MATTEUCCI MILANO
Ripresa economica ancora con il fiato corto in Europa, mentre i rischi per le prospettive di crescita «continuano a essere orientati al ribasso». Il bollettino mensile della Banca centrale europea sottolinea come pesino le incertezze dei mercati mondiali, in particolare dei Paesi emergenti, ed anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le attese. Ma, soprattutto, la Bce lancia l'allarme sulla disoccupazione giovanile, il cui tasso resta altissimo soprattutto in Italia, Grecia e Spagna. L'Italia detiene pure il triste primato di essere il Paese dell'eurozona con il maggior numero di giovani Neet (persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non sono né occupate, né impegnate in attività di studio o formazione): dal 2007 al 2012 i Neet italiani sono passati da circa il 16% a oltre il 21% del totale, con un incremento percentuale inferiore solo a quelli di Grecia, Spagna e Irlanda (che sono oltretutto sotto il 20%).
ALTROVE GLI OCCUPATI CRESCONO Per il tasso di disoccupazione generale, le previsioni per quest'anno restano invariate al 12,1%, riviste al rialzo per l'anno prossimo (all'1l,7%), con un piccolissimo ridimensionamento per il 2016. In questi numeri aggregati del mercato del lavoro, si nasconde il dramma della disoccupazione giovanile. «Dall'awio della crisi finanziaria - scrive l'Eurotower - il tasso di disoccupazione giovanile, definito come il rap-
porto tra il numero dei giovani 15-24enni disoccupati, e la forza lavoro nella stessa fascia anagrafica, ha registrato un aumento considerevole nell'area euro, dal 15% circa nel 2007 al 24% nel 2013». In Italia il tasso è al 40%, peggio di noi solo Spagna e Grecia.
«L'evoluzione del tasso di disoccupazione giovanile cela notevoli differenze fra Paesi», ricorda il bollettino, e «mentre in Austria e a Malta l'incremento è
TI Paese ha un rapporto debitojPil tra i più elevati deH'eurozona, le imprese sono poco indebitate
stato moderato e in Germania si è persino registrato un calo, il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato in maniera particolarmente marcata nei Paesi soggetti a tensioni di mercato, portandosi nel 2013 su valori compresi fra il 50% e il 60% in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al 40% in Italia, Portogallo e Cipro e al 30% in Irlanda».
L'analisi della Bce si sofferma poi sull'evoluzione del debito delle imprese. Se !'Italia presenta uno dei rapporti debito/Pii più elevati (intorno al 133%, peggio sta solo la Grecia), al contrario le imprese, pur dipendenti dal credito bancario, presentano un rapporto tra i più bassi dell'Unione. Nel quadro disegnato dal bollettino, confermato poi un livello di inflazione basso nell'area euro (1,1% nel 2014 e all'l,4% per il 2015), mentre si ribadisce che i tassi di interesse «resteranno ai livelli attuali o più bassi per un prolungato periodo di tempo» e si chiede ai governi di «non vanificare gli sforzi di risanamento».
Gli indicatori economici dell' eurozona, sostiene la Bce, «suggeriscono, nel complesso, il protrarsi della moderata ripresa nell'ultimo trimestre del 2013». Ma con rischi che «continuano a essere orientati al ribasso. Ci si attende un lento recupero del prodotto nell'area dell'euro, in particolare si dovrebbe concretizzare un certo miglioramento della domanda interna, sostenuto dall'orientamento accomodante della politica monetaria, da condizioni di finanziamento più favorevoli e dai progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali». Inoltre, chiude !'Istituto di Francoforte, «i redditi reali beneficiano della minore inflazione relativa alla componente energetica», e «l'attività economica dovrebbe altresì trarre vantaggio da un graduale rafforzamento della domanda di esportazioni dell'area».
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TERMINI IMERESE DOPO LA CHIUSURA DELLA FIAT
Dipendenti in Cig fino al 30 giugno 2014
Lavoratori dell'indotto (molti in Cig)
1.200 su 1.600
fine2011 14 o Data di chiusura
dell'impianto effettuata dalla Fiat
Proposte Progetti attuati di riconversione di riconversione
giunte al Governo
Termini Campofelice Im~rese di Roccella
,. • -Lascari Sciara. -Gratteri ·Pollina
Aliminusa. Montemaggiore Belsito • I
Castell2lha • Sicula!
\:
Petralia Sottana . \
• Petralia Soprana
\
Tutta la città in piazza per salvare il lavoro Rinviato il tavolo al ministero dello Svilupo Termini Imerese si è fermata ieri per la protesta organizzata da Fiom, Fim e Uilm per sollecitare una risposta alla vertenza dell'ex stabilimento Fiat e dell'indotto. Circa 5000 persone hanno partecipato alla manifestazione, ma il tavolo prebisto per oggi al ministero dello Sviluppo è stato rinviato a data da destinarsi. A 1.200 operai a giugno scadrà la Cig, in più sono senza futuro 174 già licenziati da Lear corporation e Clerprem. Il corteo è sfilato da piazza Stazione fino al Duomo con lavoratori, cittadini, piccoli imprenditori, studenti
e parroci che, qualche giorno fa, con una lettera ai fedeli, hanno chiamato a raccolta la comunità. «Vi chiediamohanno scritto i sacerdoti con in testa l'arciprete della città, Francesco Anfuso - di partecipare e far partecipare le persone che incontrerete, certi che il Signore non delude le speranze del popolo che lo invoca con fiducia». AI passaggio dei manifestanti i commercianti, in segno di solidarietà, hanno abbassato le saracinesche. In piazza anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, come presidente dell' Anci Sicilia.
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-IL IL LITI l E~~.;../ \-1 ~)' __ II r"" 1--'
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Crescono i ccNeet" Giovani nullafacenti Dossier Bee: non studiano e non lavorano In Italia sono più del 21 %. Hanno 15-24 anni
Laura Della Pasqua [email protected]
1& Non hanno un lavoro e nemlnenolocercano,nonstudiano e non seguono corsi di formazione. Eppure sono giovanissimi con un' età compresa trai 15 e i24 anni, una fascia anagrafica in cui si dovrebbero gettare le basi delfuturo professionale. È il nuovo aspetto, forse più drammatico, deJla disoccupazione in Italia. Gli anglosassonihanno coniato il termine «Neet» per indicare questa marea montante di delusi precoci, di inattiVi, che nel giro di pochi anni, dal 2007 al 20 12 sono passati da circa il 16% a oltre il 2 l % deltotale. Una percentuale inferiore solo a Grecia e Irlanda.
Il quadro emerge dal Bollettino mensile della Bce che insiste sull'alto tasso di disoccupazione giovanile in Italia, GreciaeSpagna.Eilmiglioramento non è dietro l'angolo. La ri-
presa «moderata» così come si è manifestata nell'ultimo trimestre del 2013, continuerà a lungo e con il «rischio di volgere al ribasso». Le previsioni indicano un «lento recupero del prodotto nell'area dell'euro, in particolare, si dovrebbe concretizzare un certo miglioramento della domanda interna, sostenuto dall'orientamento accomodante della politica monetaria, da condizioni di fInanziamento più favorevoli e dai progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturalÌ». La Bce conferma un livello di inflazione basso nell'area euro (l,l % ne12014 e all'I,4% per il 2015) ribadisce che i tassi di interesse «reste" ranno ai livelli attuali o più bassi per un prolungato periodo di tempo».
L'Eurotower chiede quindi ai governi di <<Hon vanificare gli sforzi di risanamento» e di proseguire in «modo risoluto»
! nHII!I. . ( J
Classifica L'ltaliaèal terzo posto in Europa dopo Grecia e Irlanda per maggior numero di senza lavoro
L. r.pr.~ ____ _ Moderata e con rischi
Pesano le manovre --~_.~_.~---.. --. sui conti pubblici.... __ _
le riforme dei mercati dei beni e servizi e del lavoro. Queste contribuiranno a migliorare il potenziale di crescita dell'area dell'euro. Iredditireali beneficiano della «minore inflazione relativa alla componente energetica», e l'attività economica dovrebbe trarre vantaggio da un graduale rafforzamento della domanda di esportazioni dell'area».
Allo stesso tempo però «seppure in fase di stabilizzazione, la disoccupazione resta elevata nell'area dell' euro e i necessari aggiustamenti di bilancio nei settori pubblico e privato continueranno a pesare sulritmo della ripresa». Sono i giovani' secondo la Bce, i più colpiti dalle ricadute occupazionali della crisi, in detenninati casi a causa di «norme restrittive in materia di tutela del posto di lavoro, che avrebbero favorito l'emergere di un mercato del lavoro duale caratterizzato da divari fra quanti detengono un
contratto a tempo indeterminato e chi, specie tra i giovani, ha un contratto a termine». Il bollettino sottolinea che nel 2007 il 50% dei giovarli occupati nell'area dell'euro aveva un contratto a termine.
La disoccupazione giovanile è a macchia di leopardo nell'Eurozona. Anzi si può dire che c'è un'Europa a due velocità. Mentre in Austria e a Maltal'aumentoèstatomoderato e in Germania si è persino registrato un calo, il tasso di disoccupazione giovanile è aumen tato in maniera particolarmente marcata nei Paesi soggetti a tensioni di mercato, portandosinel 2013 su valori compresi fra il 50% e il 60% in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al40% in Ita-1ia' Portogallo e Cipro e al 30% in Irlanda. La Bce però fa anche notare che anche prima della crisi questi Paesi avevano tassi di disoccupazione elevati.
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IL~MA.TTINO
Rinaldi sfida i pm: io consigliere sto con i precari contro i teoremi Gerardo Ausiello
« I o sto con i Bros, basta con i teoremi e le manipolazioni dei magi
strati». Pietro Rinaldi, awocato e consigliere comunale di Federazione delle sinistre, è un po' come l'ultimo giapponese sull'isola che, a guerra finita, non voleva arrendersi: nel giorno in cui i corsisti Bros vengono accusati di associazione a delinquere, se la prende con la Procura. La politica ha mollato i Bros. È rimasto solo lei a difenderli. «lo ho presentato un ordine del giorno, che spero venga presto discusso in aula, in cui chiedo alle forze politiche di affrontare il problema. Del resto due settimane fa il Consiglio ha approvato all'unanimità una mozione che va proprio in questa direzione. Non si può fingere che la questione non esista, come fa l'assessore regionale Severino N appi». Le sembra giusto che si chieda un lavoro utilizzando la violenza? «I diritti a lavorare e a vivere sono sanciti dalle leggi, sulla base delle quali la piazza fa le sue rivendicazioni. Per questo è inaccettabile che la difesa di un diritto venga dipinta come un' estorsione». Non mi dirà ora che sono pure eroi. «Parliamo di gente esasperata, che attende uno sbocco lavorativo da 17 anni. Ma non si possono confondere legittime rivendicazioni con i metodi camorristici. È assurdo, insomma, ipotizzare regie occulte. E poi non capisco: quando gli operai licenziati scendono in piazza si parla di vertenza, se lo fanno i Bros è associazione a delinquere. Tanto vale bruciarli vivi in piazza del Plebiscito». Allora per lei i magistrati hanno preso un abbaglio? «Credo che in questa circostanza la magistratura sia un po' incline a fare il lavoro sporco della politica. L'ho detto pubblicamente e lo ripeto. Quando fui eletto, mi capitò di incontrare una delegazione dei Bros. Dopo poco venni chiamato dai pm: volevano conoscere i contenuti del colloquio. Ma in che Paese viviamo?». L'ordine del giorno non può bastare. In concreto, cosa fare?
«Ci sono 7,5 milioni a disposizione della Campania, che però la Regione non vuole. lo dico: partiamo da questi soldi per creare nuovi percorsi occupazionali». Altre risorse da aggiungere allungo elenco di sprechi? «Iniziamo a recuperarli, sono fondi che spettano al nostro territorio. Poi toccherà alla politica trovare le soluzioni visto che i Bros sono stati creati e utilizzati proprio dalla politica e in particolare da un fronte bipartisan composto da Regione, Provincia, Comune e Governo».
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