rassegna stampa settimanale 8-12 luglio 2013

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Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB Anno IV - Roma,8-12 Luglio 2013 A cura di Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione Contact Center Collaborazione Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino

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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI

RASSEGNA STAMPA

SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO

DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB

Anno IV - Roma,8-12 Luglio 2013

A cura di

Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione

Contact Center

Collaborazione

Monica D’Arcangelis,

Alessandro Tudino

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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Quattro gay aggrediti

a cinghiate al Valentino

12 luglio 2013

L'episodio l'altra notte a un bar del parco cittadino: denunciati

quattro giovani di Nichelino

UN'AGGRESSIONE omofoba in piena regola. Prima gli

insulti, "Quelli sono dei ricchioni", poi l'inseguimento, le

botte e le cinghiate. E' accaduto nella notte tra

domenica e lunedì al Valentino, verso le 3, dopo la

serata "Queever" che ogni fine settimana viene

organizzata al Cacao e che quella sera in particolare

prevedeva l'elezione di Mister Gay Piemonte. Le vittime

sono quattro giovani, così come i loro aggressori, tutti

di Nichelino, fermati e denunciati per lesioni dalla

Questura, che è intervenuta con tre volanti. Le lesioni (occhi neri, colpi di cinghia, lividi, calci e

pugni) non sono superiori ai 20 giorni di prognosi, e dunque i responsabili saranno perseguiti su

querela, dato che è stata presentata una formale denuncia nei loro confronti.

"Siamo preoccupati - dice Marco Giusta, presidente di Arcigay Torino - perché il clima in città sta

cambiando. L'episodio di domenica, molto grave, non è l'unico. Altre persone ci hanno raccontato di

essere state aggredite ai Giardini Reali con lancio di sassi da parte di un gruppo di adolescenti dopo

un concerto del Beethoven Festival, mentre una coppia ci ha riferito di insulti in piazza Vittorio

perché passeggiava mano nella mano. La consapevolezza e la collaborazione delle forze dell'ordine

sono invece pienamente soddisfacenti, ed è importante che anche in questo caso la polizia sia

intervenuta prontamente, dimostrando di capire ciò che era accaduto". Daniele Viotti,

dell'associazione Quore (la stessa che nei mesi scorsi ha organizzato simbolicamente trenta

matrimoni gay in contemporanea a Torino) è tra gli organizzatori di Queever. "Siamo choccati -

dice - Non c'era mai stato nulla del genere al termine delle serate torinesi".

(fonte 1

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/07/12/news/quattro_gay_aggrediti_a_cinghiate

_al_valentino-62832652/)

(fonte2

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/07/12/news/insulti_botte_e_inseguimenti_una_notte

_di_grande_paura-62833157/)

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Omofobia: M5S, Pd vuole legge mutilata o

tutela diritti?

Testo base e' monco, tutela

omosessuali,ma non altri orientamenti

12 luglio 2013

ROMA ''Il Pd vuole una legge mutilata con il Pdl o una reale tutela dei diritti? Cosi' la

proposta di legge con primo firmatario Ivan Scalfarotto, sottoscritta anche dai deputati a 5

stelle, per il riconoscimento della tutela della comunita' Lgbt, da pietra miliare per

consentire all'Italia di allinearsi agli altri paesi occidentali, e' diventata una timida soluzione,

che non colma affatto il vuoto normativo e che lascia il Paese indietro nel campo dei diritti

civili''. La denuncia e' dei deputati del MoVimento 5 Stelle.

''Il testo base - si legge in un comunicato del gruppo cinque stelle - e', infatti, giunto

monco in commissione giustizia, dopo l'abbinamento con la proposta firmata dal

capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, che ha ammesso l'estensione della cosiddetta ''legge

Mancino'' ai soli omosessuali, tagliando fuori gli altri orientamenti sessuali e di genere.

Inoltre, in maniera del tutto irresponsabile, sono state escluse fattispecie critiche quali la

propaganda, l'incitamento all'odio e l'istigazione alla violenza. Insomma, una legge

assolutamente inefficace, che non copre il vuoto normativo, e che risulta offensiva non

solo nei confronti della comunita' Lgbt, ma di tutti i cittadini che credono nel principio

enunciato dall'articolo 3 della Costituzione: l'uguaglianza dei cittadini. Per questo, le

deputate della commissione Affari sociali, Giulia Di Vita, e della commissione Giustizia,

Francesca Businarolo, hanno lanciato un appello al Pd affinche' torni sui suoi passi e

fornisca il Paese di una legge giusta e necessaria.

(ANSA).

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CALCIO: CLUB TEDESCO ST. PAULI

DIVENTA IL PRIMO "GAY-FRIENDLY"

12 luglio 2013

Berlino - Il St. Pauli, club di Amburgo che milita in seconda divisione, e' diventata la prima

societa' calcistica tedesca ufficialmente aperta ai gay, con la bandiera dell'arcobaleno che

sventolera' in modo permanente sul suo stadio. "Il club e' attivo da molti anni contro

l'omofobia e la discriminazione", ha spiegato il vicepresidente Gernot Stenger, "questa

bandiera significa che diamo grande importanza a queste tematiche". Il St.Pauli e' noto per

la sua colorita tifoseria che sventola i vessilli dei pirati ed e' spesso associata all'estrema

sinistra. Era stata la stessa cancelliera Angela Merkel, a settembre, a invitare i calciatori gay

che militano nei campionati tedeschi a non aver paura di dichiarare i propri orientamenti

sessuali. (AGI)

Caserta, arrivano i ricevimenti per

le coppie gay: «Sarà una festa»

12 luglio 2013

CASERTA - «Qualunque sia la vostra idea di matrimonio, da noi sarà una festa». Una ditta

casertana specializzata in ricevimenti di nozze sceglie un'immagine inconsueta per la sua

pubblicità: sui manifesti, affissi oggi anche a Napoli, compaiono infatti tre coppie , una

etero e due gay.

La pubblicità ha attirato l'attenzione e diviso i commenti: c'è chi ritiene che sia fuori luogo,

ma altri apprezzano un segno di modernità e di apertura culturale nel messaggio scelto

dall'azienda.

(fonte

http://www.ilmattino.it/avellino/caserta_ricevimenti_gay_festa_omosessuali/notizie/303

310.shtml)

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Peschici, lunedi 29 la notte arcobaleno

12 luglio 2013

Lunedì 29 luglio il Comune di Peschici, si farà promotore di un dibattito aperto

sull´omosessualità e sulla transessualità, ospitando un convegno su diritti e tutele delle

persone lgbt, (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in collaborazione con il comitato

provinciale di Arcigay Foggia "Le Bigotte". L´evento, che ha ricevuto il riconoscimento e

patrocinio da parte dell´UNAR (ufficio nazionale antidiscriminazioni), si terrà in piazza Pertini

(Villa Comunale) a partire dalle 21.

Nel corso della manifestazione interverranno politici e personaggi dello spettacolo, allo scopo di

sensibilizzare l'opinione pubblica su i diritti civili per tutti e tutte. Al termine del convegno le

strade della cittadina ospiteranno la "Notte Arcobaleno" con performance musicali e aperture

straordinarie degli esercizi commerciali fino a notte fonda.

L'evento mira ad essere un'occasione per superare indugi e tabù che ancora oggi

caratterizzano, purtroppo, il nostro Paese, e cercando di dare il proprio contributo informando e

condividendo un messaggio di richiesta di uguaglianza giuridica di ogni cittadino e cittadina,

rispettando e valorizzando le differenze che ognuno e ognuna porta con sè.

(fonte http://www.teleradioerre.it/news/articolo.asp?idart=80388)

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Ambulante senegalese massacrato di

botte, tre denunciati 12 luglio 2013

L’episiodio è avvenuto la scorsa notte ad Alghero. Infastiditi dall’insistenza del

venditore lo hanno preso a calci e pugni. La vittima dell’aggressione, a cui sono

stati assegnati 30 giorni di cure, ha 35 anni e vive a Sassari

ALGHERO. Sono stati denunciati per lesioni

personali tre clienti di un bar sul lungomare di

Alghero che hanno aggredito con calci e pugni un

venditore ambulante senegalese, infastiditi dalla sua

insistenza nel proporre i suoi articoli, bracciali e

collanine. L’episodio è accaduto attorno a

mezzanotte davanti ad altri avventori del bar «Mar del Plata», che hanno visto i tre - due

ventenni e un cinquantenne - colpire l’ambulante al viso e all’addome.

Alcuni clienti sono intervenuti per difendere la vittima, che ha 35 anni e risiede a Sassari.

Nel frattempo una segnalazione al 112 ha consentito l’arrivo di una pattuglia dei

carabinieri, che hanno identificato i responsabili del pestaggio. Il senegalese è stato

accompagnato al pronto soccorso da un’ambulanza del 118 e i medici gli hanno assegnato

una prognosi di 30 giorni di cure.

(fonte http://lanuovasardegna.gelocal.it/alghero/cronaca/2013/07/11/news/ambulante-

senegalese-massacrato-di-botte-tre-denunciati-1.7402746)

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Sono una donna di colore. Se siete

allergici ai neri, non entrate!

12 luglio 2013

Ancora, e purtroppo, esistono problemi legati al pregiudizio razziale. La proprietaria di un

cafè, Martha-Renée Kolleh, ha dichiarato che, spesso, i clienti passano dal suo locale e non

hanno il coraggio di entrare. Il problema non sono i prezzi alti o l’arredamento poco

piacevole, ma il razzismo: la donna ammette che a molte persone non piace essere servite

da una donna di colore.

Così, Miss Kolleh ha deciso di affrontare la dura situazione, esponendo un avviso davanti

al locale, che afferma: “attenzione! Siate consapevoli che sono una donna di colore e lo

sarò sempre. Se siete allergici ai neri, non entrate. Ma se preferite piatti genuini di qualità,

in un ambiente piacevole e pulito, entrate. Non mordo!”.

Madre single di due figli ha raccontato che alcuni clienti non entrano nel suo locale, dopo

averla vista e, una volta, si è sentita dire da una famiglia passante: “questo è il posto

sbagliato”. Ha, anche provato, nell’inserire una donna bianca come membro del personale,

per servire i clienti, mentre lei aspettava sul retro. Ha dichiarato: “lei era molto brava e

abbiamo avuto un sacco di clienti, ma non appena mi mettevo dietro il bancone, nessuno

entrava”.

Purtroppo, se la situazione continua, la donna dovrà chiudere i battenti: “questa è la mia

vita. Ho bisogno di sostenere me e i miei figli. Se i miei affari non migliorano in questi

mesi, dovrò fare le valigie” - e tutto questo, a causa delle discriminazioni razziali.

(fonte http://www.pinkdna.it/sono-una-donna-di-colore-se-siete-allergici-ai-neri-non-

entrate/)

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Commissione Pari Opportunità,

presentate le linee guida

Alla seduta del consiglio dell’Unione il nuovo organo

permanente ha esposto le finalità per i prossimi 4 anni di

mandato 12 luglio 2013

Valdera - Donne, lavoro, formazione, diritti,

bambini, salute. Questi i temi che toccherà la

commissione pari opportunità dell’Unione

Valdera nelle azioni e nelle iniziative che

avvierà nei prossimi 4 anni. Un vero e

proprio organo permanente, il primo che

copre l’intero territorio della Valdera, che è

stato presentato nella sua interezza alla

seduta del consiglio dell’Unione mercoledì scorso.

La Commissione avrà funzioni conoscitive, consultive e di proposta. In altre parole

approfondirà, dialogherà e interrogherà direttamente con il consiglio dell’Unione su particolari

tematiche di genere. Nove politici e undici rappresentanti della società civile lavoreranno

suddivisi in 7 gruppi di lavoro: Identità femminile, linguaggio, comunicazione di genere e

partecipazione, Violenza di genere, Diritti dei disabili, Cittadinanza per tutti, Donne e lavoro,

Omofobia e Diritti dei bambini. Sotto la guida di un presidente (Chiara Bini) e di un

vicepresidente (Maria Anna Abbondanza), la Commissione mapperà il lavoro svolto dalle

commissioni comunali ancora esistenti o da poco chiuse e dovrà presentare ogni anno un

programma di proposte politiche e di iniziative che intende realizzare per favorire il

monitoraggio del percorso intrapreso.

(fonte http://quivaldera.corrierenazionale.it/politica/2013/07/12/news/39805-Commissione-Pari-Opportunita-presentate-le-linee-guida)

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Stasera in TV, Sotto la stessa luna, su Rai

1, trailer e trama

Minoranze etniche, minoranze sociali, emarginazione: anche se

viviamo sotto la stessa Luna la vita non è uguale per tutti noi...

12 luglio 2013

Un film destinato a far discutere, per le implicazioni sociali del tema trattato: Rom,

zingari, sinti, qualunque etichetta si voglia attaccare ai “nomadi” la loro esistenza è

peculiare e spesso sono protagonisti delle cronache per fatti legati alla malavita. Sotto la

stessa luna (2005) di Carlo Luglio è un film coraggioso, che si distacca sia dai pregiudizi

del razzismo sia dalle edulcorate e grottesche atmosfere di Chocolat e The Snatch.

Numerose, le analogie col posteriore ma più conosciuto Là-bas - Educazione

criminale, di Guido Lombardi. Camorra, campi nomadi, povertà, emarginazione,

impossibilità a cercare un futuro migliore a causa delle costrizioni sociali che affondano le

proprie radici in consuetudini tribali secolari. Stile documentaristico, attori non

professionisti, la camera che si adatta ai volti e alle movenze di chi vive per strada: crudo,

realistico, al di là della retorica. Anche questa è l’Italia.

Cast

Franco Melone

Oliver Andelkovic

Samanta Andelkovic

Trama

Scampia, Napoli: due ragazzi Rom devono confrontarsi ogni giorno con una società che

non accetta i diversi e il degrado morale che li circonda, oltre a subire le prepotenze del

giovane boss camorrista che comanda nel quartiere. Oltre a loro troviamo Franco che

dopo aver scontato la sua pena è uscito dal carcere e vuole ricominciare tutto da capo.

Infine Nino, il saggio, il barista del campo nomadi, sorta di educatore che cerca di

indirizzare i giovani verso una vita lontano dalla delinquenza.

(fonte http://www.cineblog.it/post/275957/stasera-in-tv-sotto-la-stessa-luna-su-rai-1-trailer-e-trama)

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Rifugiato sudanese accoltellato, Sel:

"Aggressione razzista"

12 luglio 2013

L'episodio di violenza lunedì sera a Mortise, vittima il 30enne Omar Oudad,

inseguito, picchiato e ferito con un coltello da un gruppo di tre ragazzi. Per Sinistra

Ecologia e Libertà si è trattato dell'"ennesimo caso di xenofobia" in città

Omar Oudad, 30enne sudanese, rifugiato politico da un

paio d'anni a Padova e da qualche tempo impegnato

lavorativamente all'interno dell'associazione Amissi del

Piovego, è rimasto vittima di una brutale aggressione,

lunedì sera, a Mortise.

PICCHIATO E ACCOLTELLATO. Di ritorno da

un incontro sulla violenza contro le donne organizzato

da Sinistra Ecologia e Libertà al chiosco estivo Mekong

alle chiuse di Voltabarozzo, Omar era in sella alla sua

bici quando, in via Perosi, praticamente investito da una Volkswagen Golf, è rimasto a

terra mentre tre ragazzi sulla trentina, probabilmente italiani, dopo esser scesi dall'auto

hanno iniziato a infierire su di lui con calci e pugni. Riuscito a sfuggire alla presa, il

sudanese è stato inseguito e nuovamente raggiunto in via Beethoven dal gruppo di

picchiatori, armati anche di coltello a serramanico, che lo hanno ferito a una natica e al

mento.

SEL: "XENOFOBIA". Sul caso ora indaga la questura di Padova. Da chiarire il movente

di tanta brutalità e da individuare i colpevoli. Per Sel, però, non ci sono dubbi sulle ragioni:

xenofobia. "Condanniamo con forza l'ennesimo episodio di violenza razzista avvenuto

nella nostra città - commenta Mariateresa Di Riso, coordinatrice di Sinistra Ecologia e

Libertà di Padova - Auguriamo ad Omar di guarire presto, gli siamo vicini, confidiamo che

le forze dell'ordine possano individuare quanto prima i tre aggressori e ci impegnamo a

tenere sempre viva l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema; non va mai sottovalutata o

sminuita la pericolosità non solo delle azioni, ma anche delle esternazioni a sfondo razzista,

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sessista, omofobo, soprattutto quando provengono da esponenti delle istituzioni, come nei

recenti casi dei leghisti Valandro e Boso. Nessuno si senta escluso".

(fonte http://www.padovaoggi.it/cronaca/rifugiato-sudanese-accoltellato-padova-sel-

aggressione-razzista.html)

Cile, 19enne perde la gamba a causa di un

attacco omofobo

12 luglio 2013

Un ragazzo gay perderà la sua gamba a causa di un attacco omofobo a

colpi di machete. L’aggressione è avvenuta in Cile ai danni di Esteban

Navarro, 19 anni, che fino a qualche giorno fa lottava tra la vita e la

morte nell’ospedale in cui è stato ricoverato con ferite multiple. Il 23

giugno è stato assalito a Peñalolen da un gruppo di sei persone armate

di coltelli, spranghe di metallo e machete. Secondo i racconti, gli aggressori avrebbero

chiamato continuamente il ragazzo “maricón”, frocio. I medici hanno già amputato il suo

piede e tra 15 giorni toccherà all’intera gamba.

La famiglia Navarro ha parlato ai media tramite un portavoce:

Speriamo nella punizione con aggravante dei responsabili. La vita di Esteban è cambiata in modo

drammatico.

Intanto gli attivisti LGBT non placano le polemiche e incalzano con accuse nei confronti

delle autorità, secondo loro colpevoli di scarso impegno e interventi non idonei nei casi di

aggressioni omofobe. Oscar Rementeriá dell’organizzazione MOVILH critica inoltre

l’assenza di dichiarazioni da parte della polizia:

Un giovane ha perso la gamba. Lo scorso maggio una ragazza transgender di 16 anni ha perso un occhio.

Tutte le autorità hanno mantenuto il silenzio sui due casi: è vergognoso.

Le morti menzionate dall’attivista rappresentano infatti il prodotto di un fenomeno in

rapida espansione nel paese dell’America Latina, ossia l’estremismo di destra. Tra il 2002 e

il 2012 si sono contati 965 casi di discriminazione, tra cui 20 omicidi.

(http://www.digayproject.org/Archivio-notizie/cile_19enne.php?c=6207&m=15&l=it)

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Di seguito il testo base della legge contro omofobia

e transfobia presentata in Commissione giustizia

11 luglio 2013

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Che i gay vengano a unirsi a Taormina

11 luglio 2013

In mancanza di una legge che autorizzi i matrimoni omosessuali, un assessore suggerisce

"una semplice pergamena per ricordare il momento".

Un gentile assessore di Taormina, Pina Raneri, fa un appello a favore delle unioni gay "in

considerazione delle tradizioni della città". E siccome in Italia non c’è una legge che

consenta il matrimonio tra persone dello stesso sesso suggerisce di dare "magari una

semplice pergamena per ricordare il momento".

Taormina come pronuba di coppie omosessuali, versione modernizzata dei vecchi riti

taorminesi. Gli scopritori del posto "dove fioriscono i mandorli mentre l’Etna è ancora

coperto di neve» furono nel 1860 il pittore tedesco conte Ottone Geleng e il fotografo,

pure tedesco, barone Wilhelm Von Gloeden, ma entrambi non erano omosessuali. Quelli

vennero dopo: Oscar Wilde, l’autore del «Ritratto di Dorian Gray", Truman Capote, i

francesi Gide e Peyrefitte. All’epoca i gay sceglievano i luoghi più belli, anche Capri

cominciò così. Consolidata la sua fama, Taormina ebbe ospiti regnanti, banchieri, grandi

artisti, re Umberto, re Edoardo d’Inghilterra, il re del Siam, il re d’Egitto, Guglielmo di

Prussia figlio del Kaiser, e poi Vanderbilt, Krupp, Morgan, Rotschild, e Baudelaire,

Thomas Mann, Gabriele D’Annunzio, Greta Garbo e Eleonora Duse, ma rimase una

piccola capitale gay. Sfarzo, ricchezze, poesia e amori all’ombra dell’Etna e dentro gli

alberghi 5 stelle lusso di cui Taormina detiene un record, ne ha undici: ultimi nati il San

Pietro, El Jabel e il Metropol.

E ciascuno di questi ha una storia interessante come quella che riguarda il San Domenico

raccontata in un bel libro di Luciano Mirone. In origine era un convento donato alla

Chiesa nel 1400 da Damiano Rosso principe di Cerami, discendente da Ruggero il

Normanno. Passarono i secoli, fin quando nel 1866 il governo piemontese lo requisì, ma

un fraticello scovò il testamento di Damiano Rosso in cui era scritto che se un giorno la

destinazione del convento fosse cambiata, esso doveva tornare alla famiglia originaria.

Dopo vent’anni di cause il testamento venne rispettato. Per la luna di miele dei gay c’è solo

la difficoltà della scelta.

(FONTE HTTP://WWW.LASICILIA.IT/INDEX.PHP?ID=101819/SICILIA/CHE-I-GAY-

VENGANO-A-UNIRSI-A-TAORMINA&TEMPLATE=LASICILIAIT)

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I pediatri insistono: "Miope negare

assistenza ai figli degli irregolari”

11 luglio 2013

La SIP sulla scelta della Lombardia: “A rischio la salute dei bambini,

ma anche l’efficienza del sistema sanitario. Arriveranno negli ospedali

in condizioni peggiori”

Roma – ''Una scelta miope. Una decisione in contrasto

con le principali norme nazionali e internazionali a tutela

della salute del bambino e che rischia di avere anche

ricadute negative in termini di efficienza sanitaria''.

La Società Italiana di Pediatria (Sip) critica duramente

la decisione del Consiglio Regionale della Lombardia di negare ai figli di immigrati

irregolari il diritto all'assistenza sanitaria di base garantita dal pediatra di libera scelta. Una

decisione attaccata qualche giorno fa anche dalla Federazione italiana medici pediatri

(Fimp), che disattende anche un impegno sottoscritto lo scorso dicembre da tutte le

regioni italiane.

“Garantire il diritto alle cure primarie ai gruppi piu' vulnerabili non significa solo ridurre le

diseguaglianze sociali, ma anche migliorare l'efficienza sanitaria'' sottolinea il presidente

Sip Giovanni Corsello. L'accesso all'assistenza del pediatra, prosegue, ''permetterebbe

infatti una piu' efficace attivita' di prevenzione e di diagnosi precoce, riducendo

significativamente l'utilizzo improprio dei Pronto Soccorso, i ricoveri ospedalieri e le

complicanze croniche, con conseguente minor onere a carico della spesa sanitaria

pubblica''.

Citando i dati elaborati dalle Regioni, la Sip ricorda che ''il valore tariffario medio dei

ricoveri pediatrici degli immigrati 'non residenti' e' nettamente superiore (circa il 70%)

rispetto a quello dei ricoveri pediatrici degli italiani e degli immigrati regolarmente residenti

iscritti al SSN. Anche la durata media della degenza e' maggiore, quasi doppia”.

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Si tratta di “costi che restano esigui in termini di impatto generale sulla sanita' pubblica (i

ricoveri di bambini extracomunitari non in regola rappresentano appena lo 0,7% di tutti i

ricoveri pediatrici) ma che testimoniano, in maniera inequivocabile conclude la Sip - come

in assenza di una rete efficace di cure primarie, i minori non regolarmente residenti

arrivano al ricovero in peggiori condizioni e pertanto occorre un maggiore impegno di

risorse per garantire loro adeguate cure''

(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-

i_pediatri_insistono_miope_negare_assistenza_ai_figli_degli_irregolari_17461.html)

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Provincia: bando borse di studio

università di Foggia

“Università di Foggia: borse di studio per gli iscritti, il bando della

Provincia”

11 luglio 2013

Due riguardano il corso di laurea in Giurisprudenza,

l’altra i corsi di laurea del dipartimento di Studi

Umanistici

La Consigliera di Parità della Provincia di Foggia, avv.

Antonietta Colasanto, ha istituito tre borse di studio

destinate a laureandi e laureati, italiani e stranieri, regolarmente iscritti all’Università di

Foggia nell’anno accademico 2012/2013. Il progetto nasce con la finalità di proporre

modelli di realizzazione basati sul rispetto reciproco, favorendo così la diffusione dei temi

della Parità e delle Pari Opportunità, promuovendo e stimolando la ricerca e la riflessione

sul tema della discriminazione nel mondo del lavoro, nel pieno riconoscimento della parità

fra uomini e donne. Il bando prevede l’assegnazione di tre borse di studio di cui due a

favore di studenti laureandi e laureati del corso di laurea magistrale a ciclo unico in

Giurisprudenza. L’importo previsto per ciascuna borsa di studio è di 2mila euro mentre la

tesi di laurea, in Diritto del Lavoro, dovrà avere come oggetto la “discriminazione di

genere nel mondo del lavoro”. Una borsa di studio a favore di studenti laureandi e

laureanti dei corsi di laurea del dipartimento di Studi Umanistici. La tesi di laurea dovrà

avere come oggetto la “discriminazione di genere nel mondo del lavoro”.

La domanda di ammissione al bando: clicca qui

http://www.provincia.foggia.it/files/File/consigliera_parita/2013/BANDO.pdf

(fonte http://www.foggiatoday.it/economia/borse-di-studio-universita-foggia-bando-

provincia.html)

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CALCIO: RAZZISMO. LA ROMA ADERISCE

AL PROGRAMMA "DON'T CROSS THE

LINE"

11 luglio 2013

PALERMO (ITALPRESS) - La Roma sara' al fianco della Major League Soccer nel

programma "Don't Cross the Line", il progetto lanciato negli Stati Uniti per combattere

ogni forma di discriminazione. Lo comunica, sul proprio sito ufficiale, la societa'

giallorossa. La Lega americana e il club romano saranno impegnati nella promozione di

messaggi utili a diffondere i principi del rispetto, del fair play e dell'uguaglianza nel mondo

dello sport, con l'obiettivo comune di coinvolgere gli appassionati di calcio ed

esortarli a schierarsi contro i pregiudizi.

L'At&t Mls All-Star Game di Kansas City, che vedra' il 31 luglio la Roma sfidare in

amichevole le stelle del calcio americano, sara' l'occasione per rilanciare la lotta agli abusi.

Ma gli sforzi del club romano non si concentreranno esclusivamente negli Stati Uniti: la

squadra si fara' infatti portatrice dei messaggi di "Don't Cross the Line" anche in Italia,

durante la prossima stagione. Per sensibilizzare l'intera comunita' calcistica italiana,

diffondere l'invito a ribellarsi alle discriminazioni e promuovere il rispetto, la Roma sara'

protagonista di speciali video.

"La Major League Soccer e' orgogliosa del grande sostegno ricevuto per 'Don't Cross the

Line'", ha affermato Joann Neal della Mls. "Non vediamo l'ora di poter lavorare con la

Roma, che avra' un ruolo importante nel divulgare nel mondo del calcio il messaggio che

qualsiasi forma di discriminazione e' inaccettabile", ha aggiunto.

“L'At&t Mls All-Star Game di Kansas City, che vedra' il 31 luglio la Roma sfidare in

amichevole le stelle del calcio americano, sara' l'occasione per rilanciare la lotta agli abusi.

Ma gli sforzi del club romano non si concentreranno esclusivamente negli Stati Uniti: la

squadra si fara' infatti portatrice dei messaggi di "Don't Cross the Line" anche in Italia,

durante la prossima stagione. Per sensibilizzare l'intera comunita' calcistica italiana,

diffondere l'invito a ribellarsi alle discriminazioni e promuovere il rispetto, la Roma sara'

protagonista di speciali video. "La Major League Soccer e' orgogliosa del grande sostegno

ricevuto per 'Don't Cross the Line'", ha affermato Joann Neal della Mls. "Non vediamo

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l'ora di poter lavorare con la Roma, che avra' un ruolo importante nel divulgare nel mondo

del calcio il messaggio che qualsiasi forma di discriminazione e' inaccettabile", ha aggiunto.

I giocatori della Mls e quelli della Roma, per il test del 31 luglio, avranno stampato sulle

proprie maglie lo stemma di "Don't Cross the Line". "Siamo onorati di poter partecipare al

programma 'Don't Cross the Line' al fianco della Major League Soccer. La Roma sara'

sempre impegnata in campagne per la sensibilizzazione del mondo dello sport e dei suoi

fruitori su tematiche sociali come la lotta al razzismo e a qualunque altra forma di

discriminazione", ha dichiarato, infine, il presidente della Roma, James Pallotta. (AGI)

Messina: nasce un network tra operatori

per l’inclusione sociale dei Rom

L’iniziativa è promossa nell’ambito del progetto Com.In.Rom -

Accrescere le competenze degli operatori sul fenomeno Rom.

11 luglio 2013

Nasce a Messina un network di operatori pubblici e del terzo settore impegnati

nell’integrazione delle comunità rom.

Presentato lo scorso 20 giugno, l’iniziativa è frutto del progetto Com.In.Rom - Accrescere

le competenze degli operatori sul fenomeno Rom che ha riunito in un tavolo di lavoro

operatori pubblici e funzionari della Prefettura, enti locali, operatori privati del terzo

settore, del volontariato e dell’associazionismo.

La costituzione del network tra gli operatori del settore, che include anche una

rappresentanza della comunità Rom locale, favorirà il rispetto dei diritti delle minoranze

per quanto riguarda: la casa, l’istruzione, la salute e il lavoro.

Il progetto è stato finanziato nell’ambito del Programma operativo nazionale FESR

“Sicurezza per lo Sviluppo Obiettivo Convergenza 2007-2013 ASSE 2 Diffusione della

legalità” - Obiettivo operativo 2.6 “Contenere gli effetti delle manifestazioni di devianza”.

(fonte www.immigrazioneoggi.it)

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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Parcheggi a strisce blu gratis per i disabili

Parcheggi a pagamento gratuiti per i portatori di handicap

Delibera della Giunta Capacci: un bollino da mettere sull’auto per chi ha un reddito

annuo fino a 6500 euro

11 luglio 2013

IMPERIA - Parcheggi a pagamento gratis per i portatori di handicap con il reddito più

basso. Un contributo alla qualità della vita delle persone più sfortunate. Anzi un gesto di

civiltà. Va letta in quest’ottica la decisione presa ieri mattina dalla Giunta comunale con

una delibera, su proposta del sindaco Carlo Capacci. In pratica i disabili di Imperia

appartenenti alla Fascia 1 Isee, ovvero con un reddito annuo fino ai 6500 euro, potranno

posteggiare nelle strisce blu senza preoccuparsi del parcometro. In dotazione avranno

infatti un bollino adesivo da applicare sul cruscotto della loro auto o di quella di un

componente del loro nucleo familiare.

«Questa possibilità mi era già stata chiesta personalmente quando ero presidente della

società “Imperia Servizi” che si occupa dei parcheggi. Del resto la crisi economica

continua a crescere ed è giusto avere un’attenzione particolare per le fasce più deboli.

Sarebbe stato eccessivo estendere il bollino a tutti gli invalidi. In passato ci sono stati

spiacevoli abusi da parte di famigliari e si toglierebbero di fatto posti a chi ne ha invece

diritto. È stata fatta una scelta più mirata», ha spiegato il sindaco. Ha aggiunto l’assessore ai

Servizi e alle Politiche sociali Fabrizio Risso: «E’ un’iniziativa meritevole. L’approccio di

questa Amministrazione è quello di una sensibilità verso le persone che hanno più bisogno

e appartengono alle fasce più deboli. E’ una forma di attenzione verso di loro, per

migliorare la qualità della vita. Del resto è sempre più difficile parcheggiare e i posti per i

disabili sono pochi».

Intanto, sempre durante la riunione di Giunta di ieri mattina, è stata varata una seconda

delibera. Riguarda l’ambito socio-culturale. Spiega l’assessore alla Cultura Sara Serafini:

«Saranno organizzati diversi eventi serali in biblioteca Lagorio. Il primo, in collaborazione

con il Civ, è in programma giovedì 18 luglio e si terrà in piazzetta dell’Olmo. Si tratta della

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presentazione del libro “Un bel sogno d’amore” di Andrea Vitali, edito da Garzanti. Il

volume sarà introdotto dalla professoressa Anna Maria Larcher».

Seguiranno giovedì 25 luglio, nella sala convegni della biblioteca, la presentazione del

volume «Zoo a due», una serie di racconti di Marino Magliani e Giacomo Sartori, con

letture a cura dello storico Alessandro Giacobbe. Mercoledì 7 agosto, sempre in biblioteca,

si parlerà della rivista «Papel 2» (appuntamento curato da Magliani e Giacobbe e

dall’associazione «Imperia Parla»). Conclude l’assessore Serafini: «Ci sarà anche il ciclo

“AlLeggeriamoci Estate”, ovvero incontri di lettura in biblioteca rivolti ai ragazzi, curato da

Gianna Grandi e Bruna Pizzi dell’associazione “Apertamente”. Il 24 luglio alle 18 sarà la

volta di “Io e te” di Niccolò Ammaniti e il 7 agosto di “Il diavolo custode”, il libro dal

quale è stato tratto il film francese “Quasi amici”».

Infine è stato fissato il prossimo Consiglio comunale: martedì 23 luglio alle 18,30.

(http://www.lastampa.it/2013/07/10/edizioni/imperia/parcheggi-a-strisce-blu-gratis-per-

i-disabili-4Gq4cEf95Kvsn9WpUKhtFO/pagina.html)

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SAN GALLO

Docente accusato di razzismo da una

collega

La collega "Ha offeso più volte gli allievi stranieri che si trovano nella

mia classe con commenti razzisti"

11 luglio 2013

MELS (SG) - Un docente avrebbe offeso per anni i suoi allievi con commenti razzisti, fino

a che è scoppiata la lite durante la festa di scuola.

Nella scuola superiore di Mels, giovedì scorso, si sarebbe dovuto festeggiare. Invece, è

scoppiata una lite. Diversi allievi della terza media hanno tirato un brutto tiro a un docente,

durante una pièce di teatro. Quando la direzione ha notato che il testo della

rappresentazione era stato cambiato, ha fermato lo spettacolo. «Gli allievi volevano

prendere in giro il docente», spiega il rettore, Edi Scherrer. Dopo l’interruzione della

rappresentazione, i ragazzi hanno iniziato a distribuire volantini sui quali veniva diffamato

il docente. Secondo il rettore, i ragazzi sono stati istigati da un’altra insegnante. Inoltre, in

gennaio, alcuni di loro avavano imbrattatto l’auto del docente in questione.

Contattata da “20 minuti“, la professoressa smentisce di avere aizzato i suoi allievi.

Tuttavia accusa pesantemente il suo collega. «Ha offeso più volte gli allievi stranieri che si

trovano nella mia classe con commenti razzisti». Per esempio chiamando un ragazzo di

colore «testa di cioccolato». Queste accuse sono confermate da un altro docente che lavora

nella scuola di Mels. La docente ha parlato dei casi di razzismo con il direttore e con la

direzione dell’istituto. Ma nessuno ha ritenuto opportuno prendere dei provvedimenti. Il

rettore conferma che se ne è discusso. «In seguito, però, non ci sono più stati casi di questo

tipo», spiega Scherrer.

La docente, che aveva solo un contratto a tempo determinato, non continuerà a lavorare

nella scuola. Ora ha deciso di difendersi contro l’istituto con un avvocato. Il docente che

avrebbe espresso giudizi razzisti non si è voluto esprimere sui fatti.

(fonte http://www.tio.ch/News/Svizzera/744705/Docente-accusato-di-razzismo-da-una-collega/)

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IMMIGRATI: BOSO 'CONTENTO SE

BARCONE AFFONDA', DA SEL ESPOSTO IN

PROCURA

FURFARO, LEGHISTA ISTIGA A ODIO

RAZZIALE

10 luglio 2013

( link audio http://video.corriere.it/frase-choc-leghista-boso-contento-se-affonda-

barcone/f8b17130-e8d2-11e2-ae02-fcb7f9464d39)

Roma. - "Se un barcone affonda sono contento". "Non me ne frega niente del Papa".

"Chiedo al Papa soldi e terreno per mettere dentro gli extracomunitari". Parole del leghista

Erminio Boso a La Zanzara su Radio 24 che provocano la reazione di Sinistra ecologia e

liberta'. Dal partito di Nichi Vendola infatti parte un esposto in procura per istigazione

all'odio razziale.

Page 27: Rassegna stampa settimanale 8-12 luglio 2013

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''Il leghista Boso, lo stesso che il 3 maggio scorso con orgoglio si definiva 'razzista' e

invitava il ministro Kyenge 'a stare a casa sua in Congo' -ricorda Marco Furfaro,

responsabile immigrazione di Sel- oggi dichiara la sua felicita' ogni volta che in mare

affonda un barcone e muoiono persone. Gli esponenti della Lega Nord non sono nuovi a

attacchi razzisti. Gli stessi che in questi anni hanno governato in nome di una rivoluzione

mai arrivata, di un 'celodurismo' che serviva solo a riempire le casse di Belsito, le lauree del

Trota, i diamanti o altre amenita', sono gli stessi che hanno messo in atto politiche e leggi

come la Bossi-Fini che portano la responsabilita' delle tante persone morte in mare e dei

trattamenti disumani che subiscono chi arriva nel nostro Paese''.

''Dovrebbe avere il pudore di tacere l'esponente leghista e di chiedere scusa per aver

pronunciato frasi cosi' violente che istigano e propagandano idee fondate sull'odio razziale.

Visto che non lo fara' - conclude l'esponente di Sel - ci riserviamo di presentare un esposto

alla procura per istigazione all'odio razziale''. (Adnkronos)

Page 28: Rassegna stampa settimanale 8-12 luglio 2013

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IMMIGRATI: KYENGE A BORGHEZIO,

CONGO LI ESPELLE? IO MINISTRO

ITALIANO

SI E' SCUSATO? FORSE NON HO SENTITO, MA

PER ME NESSUN PROBLEMA

10 luglio 2013

Bruxelles - Solo un pacato e botta risposta, ma nessuno scontro acceso tra il ministro per

l'Integrazione Cecile Kyenge e l'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio,

espulso il mese scorso dal gruppo Efd per gli insulti razzisti a lei rivolti, durante

l'audizione alla commissione Liberta' civili del Parlamento. Dopo aver riconosciuto al

ministro "chiarezza, lealta' e cortesia, anche nei confronti di chi l'ha attaccata", Borghezio,

parlando dei clandestini, sostiene che bisognerebbe espellerli, "come fa giustamente il suo

Paese di origine (la Repubblica democratica del Congo, ndr), che e' molto piu' severo". "Io

sono un ministro italiano - replica - e rispondo nella veste di ministro per l'Integrazione

della Repubblica italiana. La domanda sui respingimenti la dovrebbe fare alla Repubblica

democratica del Congo". Alla domanda se non abbia la doppia nazionalito', la Kyenge

risponde secca: "Ho una sola nazionalita' ed un solo passaporto". Provocazione finale di

Borghezio, che cade nel vuoto: l'Italia "proibisce la poligamia che lei esalta". Al termine

dell'audizione, ai giornalisti che le chiedono se ci sia stato un chiarimento con

l'europarlamentare, dice: "Io non ho nessun problema con nessuno, lui e' un deputato

europeo, e' dentro il Parlamento e come tale per me non e' alcun problema. Io sono sopra

le parti, devo salutare chiunque, devo parlare con chiunqe, per me il problema non si

pone". Ma si e' scusato? "Forse non ho sentito, ma per me il problema non si pone".

(Nap/Ct/Adnkronos)

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Insulti razzisti, Said Chaibi denuncia

Gentilini e la Lega Nord

Il neo consigliere comunale insieme

all'avvocato Pretty Gorza dichiarano guerra al

Carroccio a causa di alcune offese a sfondo

razzista

10 luglio 2013

Said Chaibi e Pretty Gorza sono pronti a denunciare

Giancarlo Gentilini, la Lega Nord e il portale

www.tuttiicriminidegliimmigrati.it.

Lo hanno dichiarato martedì pomeriggio i due neo

consiglieri comunali, probabilmente stanchi dei continui

insulti razzisti subìti dal periodo di campagna elettorale ad

oggi. Said Chaibi, 22enne di origini marocchine, aveva

subito alcuni attacchi da parte della Lega Nord,

(link http://www.trevisotoday.it/politica/elezioni/comunali-2013/lega-insulti-chaibi-sel-

treviso.html) soprattutto per le sue argomentazioni sulla libertà di culto e un’ipotesi di

apertura di moschee in città. Il Carroccio aveva risposto con alcuni volantini e con offese

mediante i social network..

Said Chaibi chiude ogni ulteriore polemica e si dichiara pronto a seguire le vie legali per

porre fine agli insulti.

(fonte http://www.trevisotoday.it/politica/said-chaibi-denuncia-gentilini-e-lega-

nord-9-luglio-2013.html)

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L’incredibile articolo del Foglio sugli

stupri dei bianchi e dei neri

10 luglio 2013

(link articolo il foglio http://www.ilfoglio.it/zakor/1038) A volte leggi cose che ti fanno sobbalzare sulla sedia. E’ successo nei giorni scorsi riguardo

la polemica degli short femminili, succede oggi con questoarticolo? editoriale? fondo? del

Foglio, il cui tema si può così riassumere in due punti:

1) Le femministe che non dicono niente sugli stupri degli sporchi immigrati solo perché

non sono bianchi

2) Chi difende gli immigrati è peggio di loro, ed ecco perché difende gli immigrati con il

beneplacito delle femministe

Ma analizziamolo con calma e, ove possibile, senza pregiudizio alcuno (al contrario dello

scrivente), questo articolo:

Chi si ricorda di Lara Logan? Gridava “Ebrea! Ebrea!” l’orda famelica di egiziani che al Cairo violentò

la giornalista americana nel febbraio del 2011. L’affascinante reporter era in Egitto per raccontare “la

rivoluzione”. Fu l’inizio del falso mito di “piazza Tahrir” e due anni e mezzo dopo siamo ancora lì,

allo stupro come rito religioso collettivo e agli oppositori di Morsi gettati dai palazzi.

Page 31: Rassegna stampa settimanale 8-12 luglio 2013

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Falso mito di cosa? Gli stupri di piazza Tharir sono (e sono stati) ampiamente riportati

dalla stampa italiana e non, e ovviamentee stigmatizzati non solo dalle femministe, ma da

tutte le persone di buon senso. Non si capisce poi, perché lo stupro di Lara Logan venga

citato e “teatralizzato” in questo modo, mentre gli stupri delle donne egiziane no, liquidati

con un link, come se cento egiziane non valessero una Logan, come se – doh! – lo stupro

di una donna “occidentale” sia più vergognoso di quello delle donne orientali. Ma

sicuramente non era questo che voleva dire il nostro eroe, vero? Anche perché il prode

continua:

Purtroppo non ci soccorrerà in aiuto l’ipocrita retorica femminista. Sarà perché il maschio aggressore in

questo caso non è bianco, coloniale e borghese ma arabo, decolonizzato e povero?

Per fortuna che la retorica razzista non delude mai. Ma spiace deludere l’estensore

dell’articolo, “l’ipocrita retorica femminista” ha avuto il suo bel dire anche su Pizza Tharir

e non solo, scoprirà il buon Meotti, ma anche su tutti i casi di violenze sulle donne in

Medioriente. Forse Meotti era distratto. Ma ora viene il bello:

Chi si ricorda di Bertrand Cantat, la rock star francese che esattamente dieci anni fa ammazzò di botte la

sua compagna, Marie Trintignant? Noir Désir, il gruppo rock di cui Cantat era icona, non aveva

mancato una delle grandi battaglie progressiste, dagli immigrati maghrebini ai sans papiers, dal

subcomandante Marcos ai palestinesi. In quella camera d’albergo il famoso sogno di “un altro mondo è

possibile” finì con una scarica di pugni sul volto di una giovane donna libera, erede di quello stesso

femminismo. La storia mise in luce l’insopportabile arroganza morale di chi si proclama cittadino di un

mondo pulito in un mondo sporco. E che oggi chiude gli occhi sulla barbarie che viene dai custodi della

sharia.

Con una supercazzola degna del miglior Amici Miei, Meotti infila un caso di violenza sulle

donne “bianca” al fine di dimostrare che chi si difende i diritti degli immigrati è spesso

“peggio di loro” (ovviamente agli occhi del Meotti), e in un orgiastico finale non sense,

arriva ad accusare chi difende l’immigrazione di essere o violento, o razzista al contrario. E

ovviamente difeso da quelle femministe che se la prendono solo con l’uomo

bianco, catife, difendendo le violenze quando vengono dalle parti del mondo che a Meotti

non piacciono. Per carità, non dite al Meotti che da anni si combattono le violenze sulle

donne (e non solo) in ogni parte del mondo. Rischiate pure di passare per razzisti nel

farlo.

(fonte http://www.giornalettismo.com/archives/1022645/lincredibile-articolo-del-foglio-

sugli-stupri-dei-bianchi-e-dei-neri/)

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Il papa va a Lampedusa e sui media i

“clandestini” ritornano migranti

Le principali testate online e televisive hanno

preferito non usare termini stigmatizzanti in

occasione della storica visita del Santo Padre. Una

clamorosa inversione di rotta rispetto al classico

“sbarco di clandestini” in voga da anni

10 luglio 2013

Nella giornata storica del primo viaggio apostolico di Papa Francesco, un piccolo

“miracolo” è già avvenuto. Le persone che arrivano dal Mediterraneo rischiando la vita su

mezzi di fortuna per avere protezione o un futuro degno di questo nome in Europa, si

sono trasformate da pericolosi “clandestini” in “migranti”, “vittime di una tragedia” che

reclama giustizia per gli oltre ventimila “morti in mare”. È con queste parole e con questa

cornice semantica che è stata data la notizia della visita del Santo Padre a Lampedusa dalle

principali testate italiane, considerando i due mezzi di informazione più seguiti in Italia in

termini numerici, la televisione e il web.

È una clamorosa inversione di rotta che riguarda le notizie sull’immigrazione, solitamente

date dai mass media italiani con un approccio allarmistico ed emergenziale, inquadrando i

migranti nella cornice comunicativa della “sicurezza”, messa in pericolo da un’invasione

che in realtà non esiste. Redattore Sociale lo ha raccontato ampiamente con il volume

“Parlare civile”, edito da Bruno Mondadori, raccogliendo molti esempi di titoli delle

principali testate. Da anni si parla di “strage di clandestini nel Mediterraneo” e di un’

“ondata infinita di clandestini”.

Questa parola deriva dal latino e significa “colui che si nasconde alla luce del giorno”. Ha

un significato connotato negativamente perché indica qualcosa di moralmente o legalmente

vietato. Nelle notizie sull’immigrazione è diventata sinonimo di immigrato tout court. E

nella maggioranza dei casi l’uso di questo termine si rivela scorretto perché chi arriva dal

mare, i cosiddetti “boat people” e fa richiesta di asilo politico non è imputabile per

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l’ingresso irregolare in Italia, in quanto non esistono vie legali di accesso sul territorio per

un profugo o un richiedente asilo.

Ma Papa Francesco non ha incontrato clandestini nel suo viaggio, ha conosciuto solo

“migranti”, “immigrati”, “profughi” ed “emigrati”. Sono questi i termini preferiti da

Repubblica.it, dal Corriere.it e da LaStampa.it.

Per quanto riguarda i telegiornali nazionali della Rai all’edizione delle 13 di ieri, la rotta

seguita da conduttori e inviati è la stessa. Fa eccezione solo il Tg2, con il vaticanista inviato

che parla di Lampedusa in apertura come “l’isola degli sbarchi, l’isola dei clandestini”. E

afferma che “al molo Favarolo anche stamattina sono sbarcati i clandestini”. Tuttavia, nel

seguito del servizio, lo stesso corrispondente dice che il papa incontra gli “immigrati”, non

i clandestini. Ad accogliere il Santo Padre per la messa sono “isolani e immigrati”. Lo

stesso telegiornale manda in onda a seguire altri due servizi in cui il termine “clandestino”

non viene mai usato. Il giornalista Enzo Romeo, nel terzo servizio in ordine di tempo, fa

anche una riflessione sul linguaggio che coinvolge gli immigrati: “quelli che ci ostiniamo a

chiamare extracomunitari, facendo finta di non capire che ormai non c’è più un’extra e

un’intra perché tutto nel mondo globalizzato si compendia”.

Secondo Romeo, dopo la visita del Papa a Lampedusa cambierà lo sguardo occidentale

sugli sbarchi, e tutti capiranno che l’immigrazione non è un’emergenza ma un fenomeno

stabile.

Il Tg1 sceglie un termine molto soft, come “migranti” che sembra anche meno

stigmatizzante di “immigrato”. La prima rete Rai parla di “tragedia dei migranti” e di

“incontro del Papa con i migranti”. Anche il Tg3 usa lo stesso tipo di linguaggio.

Resta da chiedersi se ora che il Santo Padre ha lasciato l’isola, l’informazione italiana

continuerà su questa linea, vicina a quella suggerita da “Parlare Civile” o se i “migranti”

torneranno di nuovo a essere solo dei “clandestini”. C’è poi un’eccezione nel panorama

mediatico sull’evento del viaggio papale. Si tratta di “Oggi”, seguito periodico femminile,

che sul suo sito si lancia in un accostamento curioso: “Storica visita del Pontefice sull'isola.

Subito, il primo incontro con i migranti clandestini”. Speriamo non faccia scuola.

(Raffaella Cosentino)

(fonte http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/441499/Il-papa-va-a-

Lampedusa-e-sui-media-i-clandestini-ritornano-migranti)

Page 34: Rassegna stampa settimanale 8-12 luglio 2013

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"Basta razzismo", in marcia gli ambulanti

senegalesi

10 luglio 2013

"Basta razzismo, basta repressione". Non c'era nessuna borsa finto Vuitton, nessun

lenzuolo con magliette ed elefantini di legno, ieri pomeriggio sotto il faccione del Nettuno

del galeone di Polanski al Porto Antico. Erano tutti in marcia, i venditori ambulanti

senegalesi: un centinaio, bandiere gialle, megafono e striscioni, da Caricamento a via San

Lorenzo fino alla Prefettura. Per diventare visibili, e non relegate ad essere lo sfondo delle

passeggiate dei turisti davanti all'Acquario. E riprendersi la città: "Genova è anche la

nostra, chiediamo solo rispetto. Di poter vivere e lavorare con dignità, senza sopportare

continue aggressioni"(testo di Erica Manna)

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(fonte http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/07/09/foto/basta_razzismo_in_marcia_gli_ambulanti_senegalesi-62696271/1/#1)

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Figli naturali come figli legittimi, presto

testo da governo

In arrivo decreto legislativo, completa legge

varata fine 2012

10 luglio 2013

ROMA - Il governo sta lavorando al completamento della normativa sull'equiparazione dei

figli naturali, ossia nati fuori dal matrimonio, e dei figli legittimi e non e' escluso che gia' al

prossimo Consiglio dei ministri possa essere presentato un testo, frutto del lavoro della

Presidenza del Consiglio e di piu' ministeri: Interni, Giustizia, Politiche sociali, Economia.

La notizia, anticipata dal sito Repubblica.it, trova conferma da fonti governative.

Il testo, un decreto legislativo, discende dalla legge n. 219 del 2012. La normativa che

equipara i figli naturali a quelli legittimi, infatti, c'e' gia' ed e' stata approvata in via definitiva

dalla Camera il 27 novembre dello scorso anno, a larga maggioranza: il testo ottenne infatti

366 voti a favore, 31 contrari e 58 astensioni. ''La parentela e' il vincolo tra le persone che

discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia ''all'interno del

matrimonio, sia nel caso in cui e' avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio e'

adottivo'', dispone la norma, che indica anche diritti e doveri dei figli e, inoltre, all'articolo

2, affida al governo una delega per la revisione, da approntare entro 12 mesi, delle

disposizioni vigenti in materia di filiazione.

Il governo era chiamato a intervenire per sostituire in tutta la legislazione vigente i

riferimenti ai figli naturali e a quelli legittimi, a modificare la disciplina del riconoscimento

dei bambini nati fuori dal matrimonio, a unificare le disposizioni che disciplinano i diritti e

i doveri nei confronti dei figli legittimi o naturali che siano. E soprattutto ad adeguare la

disciplina delle successioni e delle donazioni al principio di unicità dello stato di figlio. Su

questi punti - che mirano ad eliminare, come richiesto nella delega, ogni discriminazione

tra i figli, compresi quelli adottivi – si concentrerà il decreto legislativo che il governo si

appresta a presentare, con un testo che comporterà modifiche a leggi vigenti e ad articoli

del codice civile e penale. (ANSA).

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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Approvata dal Senato la “Legge europea

2013”. L’iter ora si sposta alla Camera dei

Deputati

Accesso al pubblico impiego anche per

lungosoggiornanti, familiari di cittadini italiani o

UE, rifugiati e titolari di protezione sussidiaria,

nonchè diritto dei lungosoggiornanti all’assegno

famiglie numerose.

10 luglio 2013

Il testo del disegno di legge A.S. 588 (legge europea 2013)

(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/ddl_as_588.pdf)

Il testo dell'ordine del giorno n. G7.100 (sen. Uras e altri) approvato dal Governo

come raccomandazione nella seduta del Senato dell'8 luglio 2013

(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/ordine_giorno_g7_100.pdf)

Nella seduta dell’8 luglio scorso, il Senato della Repubblica ha approvato il testo del

disegno di legge n. 588 (Legge europea 2013). L’iter del provvedimento si sposta ora, per la

definitiva approvazione, alla Camera dei Deputati.

Il disegno di legge contiene, tra l'altro, disposizioni sull'accesso dello straniero al lavoro alle

dipendenze della pubblica amministrazione. Precisamente, l'art. 8 del disegno di legge

recita:

1. All'articolo 38, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate

le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, dopo le parole: «Unione europea» sono inserite le seguenti: «e i loro

familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di

soggiorno o del diritto di soggiorno permanente»;

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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b) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

«3-bis. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 si applicano ai cittadini di Paesi terzi che

siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano

titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria».

2. All'articolo 25, comma 2, del decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251, dopo la

parola: «rifugiato» sono inserite le seguenti: «e dello status di protezione sussidiaria».

Il disegno di legge trae origine dalle osservazioni rivolte alle autorità italiane dalla

Commissione europea nell’ambito dei procedimenti preliminari di infrazione EU Pilot

1769/11/JUST e 2368/11/HOME, in base ai quali i quali la prassi generalizzata di

esclusione dai concorsi pubblici dei cittadini di Paesi terzi familiari di cittadini UE, dei

rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e dei lungo soggiornanti, sarebbe in contrasto

con rispettivamente le direttive europee 2004/38, 2004/83 e 2003/109. Tali procedimenti

hanno avuto con ogni probabilità origine dall’esposto inoltrato dall’ASGI alla

Commissione europea in data 31.10.2009 e dall’interrogazione proposta dalla Parlamentare

europea Debora Serracchiani, alla quale aveva risposto in forma scritta la Commissaria

europea Ms. Malmström il 26 marzo 2010 (doc. n. E-6422/09EN, disponibile al link:

http://www.europarl.europa.eu/plenary/en/parliamentary-questions.html#sidesForm e

trascritto in lingua italiana al link: http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=911&l=it ).

Il disegno di legge intenderebbe dunque adeguare la normativa interna sul pubblico

impiego e l’accesso ai concorsi e alle selezioni pubbliche agli obblighi derivanti dal diritto

dell’Unione europea, evitando dunque il procedimento di infrazione del diritto UE che

altrimenti la Commissione europea potrebbe promuovere ai sensi del Trattato UE.

Il disegno di legge non intende invece adeguare formalmente la normativa sul pubblico

impiego al principio di parità di trattamento previsto a favore della generalità dei

lavoratori migranti regolarmente soggiornanti in Italia dall’art. 2 c. 3 del d.lgs. n. 286/98,

facente riferimento alla Convenzione OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) n.

143/1975.

Oggi la giurisprudenza di merito e' decisamente orientata a riconoscere il diritto di

partecipazione ai concorsi pubblici allo straniero titolare di un permesso che abiliti allo

svolgimento di attivita' lavorativa, in relazione a quegli impieghi che non comportino

l’esercizio di pubblici poteri o che attengano alla tutela dell’interesse nazionale, fondando

tale diritto sugli obblighi internazionali alla parità di trattamento scaturenti dall’adesione e

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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ratifica alla Convenzione OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) n. 143/1975 [da

ultimo Tribunale di Como, ordinanza 15 maggio 2013).

Resistono, in senso contrario, un'isolata sentenza della Corte di Cassazione (n.

24170/2006), un parere del Consiglio di Stato (n. 2592/2003) e un parere del Dipartimento

della Funzione pubblica (n. 196/2004).

La Corte Costituzionale, per parte sua, con l'ordinanza 139/2011 ha rigettato per

inammissibilità un ricorso in materia, invitando il giudice ad adottare un'interpretazione

delle norme costituzionalmente orientata, e questo invito e' stato interpretato giustamente,

da successive sentenze di merito, come un implicito sostegno all'orientamento "aperto".

Tale disegno di legge, dunque, se approvato dal Parlamento, non risolverebbe interamente

il contenzioso relativo all’accesso degli stranieri di Paesi terzi ai rapporti di pubblico

impiego.

La maggioranza parlamentare, tuttavia, non ha avuto il coraggio di fare chiarezza e di

riformare la normativa specifica sul pubblico impiego nella direzione di chiarire la piena

valenza degli obblighi scaturenti dall’adesione e ratifica alla Convenzione OIL n. 143/1975

e dunque della piena legittimità dell’accesso ai rapporti di pubblico impiego degli stranieri

regolarmente soggiornanti e titolari di un permesso di soggiorno valido per motivi di

lavoro e non solo di quelli protetti dal diritto UE ovvero i lungosoggiornanti, i familiari di

cittadini italiani o UE e i rifugiati e titolari della protezione sussidiaria.

L'unico aspetto positivo e' che il Governo ha accolto come raccomandazione un ordine del

giorno (n. G. 7/100), presentato dai Senatori Uras et al., in cui si invita il Governo a fare

chiarezza, con estrema urgenza, su tale materia, anche intervenendo con una

interpretazione autentica che espliciti che, ai lavoratori dei paesi terzi, regolarmente

soggiornanti sul territorio nazionale e titolari di permesso di soggiorno, occorre garantire

parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani, secondo le

norme espressamente previste ai sensi dei commi 2 e 3, dell'articolo 2, del decreto

legislativo n. 286 del 1998.

L’ ASGI si augura che tale ordine del giorno/raccomandazione non resti lettera morta, e

che il suo accoglimento da parte del Governo non resti un fatto meramente formale.

Il disegno di legge n. AS 588 (“Legge europea 2013”) approvato dal Senato della

Repubblica mira a risolvere anche la questione dell’incompatibilità con gli obblighi europei

derivanti dalla direttiva 2003/109 della normativa e prassi italiane neganti l’accesso dei

lungosoggiornanti all’assegno INPS nuclei familiari numerosi.

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L’assegno per i nuclei familiari numerosi è una prestazione sociale di natura economica

annuale che i Comuni concedono alle famiglie che hanno almeno tre figli minori e un

reddito basso e che poi viene erogato dall’INPS sulla base dell'art. 65 della l. n. 448/1998

(D.M. 21.12.2000, n. 452). La domanda per l'erogazione del beneficio deve essere

presentata al Comune di residenza da uno dei due genitori, entro il termine perentorio del

31 gennaio dell'anno successivo a quello per il quale è richiesto il beneficio. I Comuni

sono dunque titolari del potere concessorio del beneficio, il quale tuttavia viene

successivamente erogato dall'INPS sulla base degli elenchi dei nominativi trasmessi dai

Comuni.

La normativa citata di cui all’art. 65 della legge n. 448/1998 e successive modifiche e

norme applicative prevedono il requisito della cittadinanza italiana o comunitaria ai fini

dell’accesso al beneficio. Con circolare n. 9/2010, successiva al d.lgs. n. 251/07, l’INPS ha

riconosciuto anche ai cittadini di Paesi terzi, titolari dello status di rifugiato o di protezione

sussidiaria, il diritto di ricevere il beneficio sociale.

Nonostante la previsione sulla parità di trattamento in materia di prestazioni di assistenza

sociale contenuta nella direttiva europea n. 109/2003, recepita con il d.lgs. n. 3/2007,

l’Inps e le autorità ministeriali non hanno inteso estendere espressamente anche ai cittadini

di Paesi terzi lungosoggiornanti il diritto al beneficio sociale dell’assegno famiglie

numerose. Ne è derivata una lunga lista di contenziosi giudiziari che, nella quasi totalità dei

casi, si è risolta nel riconoscimento da parte dei giudici della titolarità dei lungosoggiornanti

a beneficiare della prestazione sociale e conseguente condanna dei Comuni e dell’INPS

soccombenti al pagamento delle spese legali

(per quanto concerne le ultime, si veda al

link: http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2741&l=it ).

L’art. 14 del disegno di legge n. AS 588 intende risolvere questa questione, alla luce anche

del fatto che, nel frattempo, la Commissione europea ha avviato al riguardo una formale

procedura di infrazione del diritto UE (n. 2013/4009), giunta alla fase di messa in mora ex

art. 258 TFUE.. Anche in questo caso, tale procedura di infrazione è stata avviata con ogni

probabilità a seguito dell’esposto inviato dal Servizio antidiscriminazioni dell’ASGI

nell’aprile del 2011.

L’art. 14 del disegno di legge, se approvato dal Parlamento, equiparerà i lungosoggiornanti

ai cittadini italiani e comunitari nell’accesso alla prestazione sociale e, a tale scopo, prevede

una copertura finanziaria a decorrere dalla data del 1 luglio 2013.

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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Di seguito il testo dell’art. 14:

Art. 14.

(Disposizioni volte al corretto recepimento della direttiva 2003/109/CE relativa allo status

dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo. Procedura di infrazione

2013/4009)

1. All’articolo 65, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, le parole: «cittadini

italiani residenti» sono sostituite dalle seguenti: «cittadini italiani e dell’Unione europea

residenti, da cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo, nonché dai

familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di

soggiorno o del diritto di soggiorno permanente».

2. All’onere derivante dall’attuazione del comma 1, valutato in 15,71 milioni di euro per il

periodo dal 1º luglio 2013 al 31 dicembre 2013 e in 31,41 milioni di euro a decorrere

dall’anno 2014, si provvede:

a) quanto a 15,71 milioni di euro per l’anno 2013, a valere sulle risorse del fondo di

rotazione di cui all’articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183;

b) quanto a 4,41 milioni di euro a decorrere dal 2014, mediante corrispondente riduzione

delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del

bilancio triennale 2013-2015, nell’ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della

missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle

finanze per l’anno 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al

Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

c) quanto a 15 milioni di euro a decorrere dal 2014, mediante corrispondente riduzione

dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, n.

328;

d) quanto a 12 milioni di euro a decorrere dal 2014, mediante riduzione dell’autorizzazione

di spesa di cui all’articolo 47, secondo comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222,

relativamente alla quota destinata allo Stato dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle

persone fisiche.

3. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali provvede ad effettuare il monitoraggio

degli effetti finanziari derivanti dall’attuazione delle misure di cui al comma 1 e riferisce in

merito al Ministro dell’economia e delle finanze. Nel caso in cui si verifichino o siano in

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al presente articolo, il

Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro del lavoro e delle politiche

sociali, provvede, a decorrere dall’anno 2013, con proprio decreto, alla riduzione lineare,

nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dal

monitoraggio, delle dotazioni finanziarie disponibili iscritte a legislazione vigente in termini

di competenza e di cassa, nell’ambito delle spese rimodulabili delle missioni di spesa del

Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di cui all’articolo 21, comma 5, lettera b), della

legge 31 dicembre 2009, n. 196.

4. Il Ministro dell’economia e delle finanze riferisce senza ritardo alle Camere con apposita

relazione in merito alle cause degli scostamenti e all’adozione delle misure di cui al comma

3.

5. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti,

le occorrenti variazioni di bilancio.

(fonte http://www.asgi.it/)

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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Razzismo: Commissione contro il

razzismo e l’intolleranza del Consiglio

d’Europa (Ecri) “preoccupata” per i

numerosi reclami riguardanti il

Portogallo.

Pubblicate in questi giorni le valutazioni sul livello di razzismo in

alcuni Paesi del continente.

10 luglio 2013

Sono state pubblicate ieri dalla Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del

Consiglio d’Europa (Ecri) le valutazioni sul livello di razzismo in alcuni Paesi del

continente.

Particolare preoccupazione emerge “dalla situazione dei vari gruppi vulnerabili in

Finlandia, dalla legislazione sulla cittadinanza e dall’assenza di leggi globali di lotta contro la

discriminazione a San Marino, e, infine – si legge in una nota – dalle numerose procedure

di reclamo riguardanti la discriminazione razziale in Portogallo”.

Dai rapporti emergono anche una serie di raccomandazioni rivolte alle autorità, al fine di

migliorare gli sforzi per combattere la discriminazione e di promuovere il dialogo e la

tolleranza. Pur riconoscendo degli sviluppi positivi in ??ciascuno dei tre Paesi, l’Ecri

intende effettuare, nel giro di due anni, una valutazione di follow-up riguardanti le

raccomandazioni chiave.

L’Ecri ha, inoltre, pubblicato le conclusioni in merito all’attuazione di una serie di

raccomandazioni prioritarie assunte nel 2010 verso la Francia, la Polonia e la ex Repubblica

jugoslava di Macedonia. Tale Commissione ha infatti il ruolo di “monitorare i problemi di

razzismo, di discriminazione per motivi di origine etnica, cittadinanza, colore, religione e

lingua, così come casi di xenofobia, antisemitismo e intolleranza”.

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Discriminazione: firmato accordo per

sostenere donne immigrate

9 luglio 2013

L'AQUILA - La Regione fa squadra con le

associazioni per sostenere le donne immigrate.

Questa mattina l'assessore con delega alle Pari

Opportunità, Federica Carpineta, ha firmato a

Pescara un accordo di collaborazione tra la

Regione Abruzzo e 31 associazioni che operano

per l'assistenza alle donne immigrate, tra di esse anche il Comitato regionale della Croce

Rossa Italiana, la Caritas di Pescara e quella di Chieti.

"Ringrazio tutte le associazioni che hanno collaborato attivamente al trattamento ed alla

gestione dei casi legati alla discriminazione ed alla violenza di genere - ha detto l'assessore

Carpineta - In soli sei mesi sono state assistite 50 vittime, per metà di loro c'e' stata

risoluzione del caso e per l'altra parte l'indicazione del percorso amministrativo e legale da

seguire. La discriminazione etnica e la violenza verbale e domestica da un lato ed il

supporto e la mediazione culturale dall'altro - ha continuato l'assessore - sono le due

tipologie in cui rientrano i casi trattati". La mediazione culturale è stata utile per risolvere le

problematiche connesse alla corretta interpretazione delle norme e dei procedimenti

amministrativi, molto spesso legate alla non conoscenza della lingua italiana. Il lavoro degli

operatori dello Sportello ha permesso a numerose donne di trovare ospitalità presso case

di accoglienza, altre invece hanno ottenuto diversi colloqui di lavoro. L'accordo permetterà

allo Sportello Antidiscriminazione, di operare in sinergia con la rete delle associazioni per

la promozione della propria attività presso le comunità di immigrati, per la rilevazione di

casi di discriminazione ed il successivo trattamento e per la promozione dei principi di non

discriminazione e pari opportunità. L'Assessore ha ringraziato il Direttore della ASL di

Pascara e la dott.ssa Minna, responsabile di settore per il supporto dato allo sportello, che è

ospitato all'interno dei locali del Consultorio Familiare di Pescara Sud e presso il quale

lavorano a supporto delle donne immigrate un sociologo, un mediatore culturale ed un

esperto legale.

(fonte http://www.ilcorrieredabruzzo.it/laquila/politica-laquila/30366-discriminazione-firmato-accordo-per-sostenere-donne-immigrate.html)

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A Reggio l’osservatorio provinciale

contro il fenomeno dell’omofobia

9 luglio 2013

"La lotta alle discriminazioni si inserisce a buon diritto nel principio che già al livello

altissimo della nostra Carta Costituzionale impegna la Repubblica a rimuovere ogni

ostacolo di ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, libertà e eguaglianza dei

cittadini “impedisca il pieno sviluppo della persona umana”. E' quanto si legge in una nota

di Paolo Patanè, presidente emerito Arcigay nazionale.

"Così - continua Patanè - all'articolo 3 è scritto e scolpito il Principio di Eguaglianza. Siamo

dunque di fronte ad una svolta a modo suo storica nella provincia di Reggio Calabria, in

Calabria e in larga parte a livello nazionale: la costituzione di un Osservatorio per l’analisi

dei fenomeni discriminatori e di violenza omofobica e transfobica infatti, nell’affrontare la

realtà di una serie dicircostanze e fenomeni drammatici, e spesso di estrema crudeltà, che

purtroppo colpiscono tantissime persone omosessuali e transessuali solo in ragione della

loro naturale modalità di essere,violando brutalmente il loro diritto all’autodeterminazione,

finisce per descrivere uno strumento che, di fatto, contribuendo all’ affermazione del

principio di Eguaglianza tra tutti i cittadini, per chi, come in questo caso, è oggettivamente

povero di diritti in ragione di assenza di tutele specifiche e riconoscimenti normativi,

potenzia l’effettività di quel principio per ogni uomo e donna che guardi con fiducia alla

nostra Costituzione, pretendendone in modo sacrosanto la scrupolosa applicazione. E

questo, a prescindere da orientamento omosessuale ed eterosessuale e dall’ identità di

genere, è un fatto straordinario per la libertà e l’eguaglianza di tutti, senza distinzioni. In

tempi di crisi disperata e di sfibramento della fiducia nel futuro e nella capacità di

governance della nostra classe dirigente, qualunque investimento politico e culturale su

strumenti di coesione civile, che restituisca centralità alla dignità umana ed al rispetto

reciproco, contribuisce a ricomporre fede civile e orizzonti e scrive una pagina bella di

politica ed amministrazione della cosa pubblica. Vi è poi un ulteriore elemento che

contribuisce a fare di questa “nascita” un momento su cui vale la pena soffermarsi: l’

Osservatorio si realizza in piena applicazione di un principio di sussidiarietà orizzontale

che, impegnando insieme Istituzioni e associazione , e dunque la società civile, coinvolge l’

associazione nell’ amministrazione e definisce un patto tra l’una e l’altra nella battaglia per

la giustizia e la libertà. Ancora una volta emerge uno spazio per riaffermare l’

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 8-12/07/2013

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Amministrazione “insieme ai cittadini” che faccia della solidarietà un motore del progresso

per il nostro Paese. Per restituire orizzonti alla stessa ripresa economica, oggi, è questa la

molla anche emotiva che può rivelarsi vincente: senza diritti non si alimentano sogni e

senza sogni non è probabile lottare per il futuro. La crescita economica che non aspiri a

diventare progresso complessivo non ha gambe né lunghe né forti. L’ Istat, nella sua

ricerca su “Gli omosessuali in Italia del 2012", ci dice che il 73% degli italiani ritiene che l’

omosessualità e la transessualità siano modalità naturali di essere uomini e donne: dunque

ancor più come si spiega che , unico tra i Paesi dell’ Unione europea insieme alla Grecia

sbranata dalla crisi, non abbiamo uno straccio di legge contro le violenze omofobiche e

transfobiche? Eppure basterebbe estendere la legge Mancino, che già c’è e prevede la

fattispecie di reato, e relative sanzioni, per diversi fattori di discriminazione, a tutte, ma

proprio tutte, le discriminazioni: non sarebbe un atto di giustizia civile? In realtà l‘Italia non

soffre solo di una cronica difficoltà del Parlamento ad adeguare le norme alla realtà sociale

ma anche di una cronica assenza di dati per fotografare i fenomeni sociali stessi. L’Italia è il

Paese dell’ Unione con meno dati sulle violenze a danni di omosessuali e transessuali. Ma è

anche il Paese dell’ Unione con meno denunce, a conferma di uno stato di diffusa paura,

insicurezza e sfiducia, e con il maggior numero di persone transessuali assassinate ogni

anno. Primati disonorevoli per qualunque Paese. L’Osservatorio calabrese avrà dunque la

possibilità di diventare tra i pochissimi strumenti a livello nazionale in grado di

scoperchiare quella botola, spessa e dura,che separa la giustizia dalla sua realizzazione:

ignorare l’esistenza della violenza significa rimuovere vite, sogni, speranze, dolori e

solitudini, e dunque rendere lo Stato assente per un numero incredibile di persone.

Riconoscere questi fenomeni, e renderli visibili e intellegibili significa restituire visibilità ed

autorevolezza allo Stato e restituire a ragazzi, adolescenti, giovani o meno giovani, uomini

e donne, la possibilità di partecipare davvero alla costruzione del Bene comune

ricominciando a sentirsi “cittadini dentro”. Il silenzio di chi non aiuta le persone colpite da

violenza - conclude Patanè - è grave e terribile tanto quanto la violenza stessa e uccide la

verità che tutti dovremmo rispettare : l’ identità delle persone è un diritto irrinunciabile. Si

può impedire a qualcuno di amare per come sente? Scriveva Michel de Montaigne: “Se mi

si chiede di dire perché l’amavo, sento che questo non si possa esprimere che rispondendo:

perché era lui … perché ero io”.

(fonte http://www.cn24tv.it/news/71350/a-reggio-l-osservatorio-provinciale-contro-il-fenomeno-dell-omofobia.html)

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Al via il corso ‘Cultura di genere e delle

pari opportunità’

9 luglio 2013

PERUGIA – C’è tempo fino al 15 luglio per

presentare le domande al corso “Cultura di

genere e delle pari opportunità”, promosso

dall’Università degli Studi di Perugia e finanziato

dal Dipartimento per le Pari Opportunità,

d’intesa con il Ministero dell’Istruzione,

dell’Università e della Ricerca. L’iniziativa

prevede anche la collaborazione del Centro

Regionale per le Pari Opportunità, il Comune di Perugia, AIDDA Umbria e la Rete

Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni (RE.A.DY). Il Corso si

propone di fornire conoscenze a carattere interdisciplinare relativamente agli studi di

genere, per accrescere la consapevolezza dei diritti di cittadinanza, per prevenire e

contrastare le discriminazioni di genere e i fenomeni di violenza nei confronti delle donne.

E’ gratuito ed avrà inizio il 19 settembre 2013 per una durata di 76 ore formative in aula.

Ricordiamo che favorire la partecipazione a questo corso e, più in generale, a tutti quelli

che promuovono la cultura di genere, è tra gli obiettivi previsti dalla Provincia di Perugia

nel suo Piano triennale di Azioni Positive 2012-2014.

(Fonte http://www.umbriajournal.com/)

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Fondo europeo per l’integrazione:

approvati 85 progetti territoriali per il

programma annuale 2012.

I finanziamenti ammontano ad oltre 15,5 milioni di euro.

9 luglio 2013

L’Autorità responsabile del Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi

(Fei), con decreto n. 4291 del 5 luglio 2013, ha approvato le graduatorie dei progetti

ammissibili al finanziamento a seguito degli Avvisi pubblicati il 2 ottobre 2012 a valere sul

Fei.

Il numero di progetti finanziati ammonta a 85 per un importo complessivo di 15,512

milioni di euro.

Di seguito i progetti finanziati ripartiti per singola Azione:

Azione 1 - Formazione linguistica ed educazione civica – 10 progetti

Azione 2 - Orientamento al lavoro e sostegno all’occupabilità – 12 progetti

Azione 3 - Progetti giovanili – 20 progetti

Azione 5 - Mediazione interculturale – 12 progetti

Azione 6 - Mediazione sociale e promozione del dialogo interculturale – 17 progetti

Azione 7 - Capacity building – 14 progetti.

Le graduatorie on-line al seguente link:

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/26/2013_07_

08_Graduatorie_definitive_Avvisi_2012_05_07.xls

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Disabili e Ztl

LIBERI DI ENTRARE OVUNQUE CON

UN'APP

9 luglio 2013

Chi è titolare di un pass per disabili lo sa bene: ogni volta che deve spostarsi in un comune

che non è quello di residenza e che gli ha rilasciato il permesso, deve richiedere

l'autorizzazione per accedere alle zone a traffico limitato contattando i vigili oppure

mandando un fax o una e-mail. Non essendoci un'anagrafe nazionale, infatti, ogni comune

rilascia i propri tagliandi, che vengono associati alla targa dell'auto del titolare. Le

informazioni, però, restano solo presso quel comune e dunque il riconoscimento

automatico da parte delle telecamere che sorvegliano le Ztl avviene solamente nella città in

cui è stato emesso il pass. Se l'auto entra nel centro di un'altra località, il sistema di

videocontrollo non può sapere che a quella targa è associato un pass e, in mancanza di una

comunicazione, invia la relativa sanzione.

Basta lo smarthphone. Per ovviare a queste incombenze, che complicano la vita già

impegnativa di chi ha problemi di mobilità, oggi c'è un'app da scaricare sullo smartphone.

Si chiama Henable Ztl, è disponibile per i sistemi iOs e Android e promette di facilitare la

richiesta delle autorizzazioni presso i comuni. Basta registrarsi, inserire i dati del titolare e

del pass (aggiungendo la foto e le immagini dei documenti), selezionare la città in cui si

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vuole andare e indicare la data dell'ingresso: il sistema provvede a inoltrare

automaticamente la richiesta all'amministrazione. In caso di contestazione, all'utente, così

come nel server di Henable ZTL, rimane la prova dell'invio della richiesta. Il servizio ha un

costo annuale di 3,59 euro. Sono giù 180 i comuni che hanno aderito al progetto e gli

ideatori contano di allargare ulteriormente la rete grazie all'ampliamento della community

di utenti.

Nata dall'esperienza. Il progetto Henable Ztl nasce dall'esperienza quotidiana del suo

ideatore, Ferdinando Acerbi: 47 anni, ex olimpionico di equitazione, Acerbi ha perso l'uso

degli arti inferiori in seguito a un incidente che gli ha causato una lesione del midollo

spinale. Un'esperienza che non gli ha tolto la voglia di fare e di misurarsi con nuove sfide:

in questo caso, quella di abbattere le barriere, architettoniche e non solo, che chi si muove

su una sedia a rotelle deve affrontare.

Un tour per promuoverla. Acerbi ha dato vita così a Henable.me, una piattaforma per

studiare nuove tecnologie che aiutino chi convive con la disabilità. Quest'app è solo la

prima di una serie di iniziative che Acerbi vuole lanciare. E per promuoverla a breve partirà

un tour che attraverserà l'Italia per un mese: un'elettrica Renault Fluence, che ha libero

accesso alle zone a traffico limitato, andrà dal Veneto al Piemonte, dalla Toscana alla Sicilia

fino alla Riviera adriatica per far conoscere al pubblico la nuova app.

Laura Confalonieri

(fonte http://www.quattroruote.it/notizie/speciale-patenti/disabili-e-ztl-liberi-di-entrare-

ovunque-con-un-app?comeFrom=box_mondoMotori)

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Cioni del Pdl Schio denunciato per

xenofobia ed istigazione all'odio razziale

8 luglio 2013

Vicenza Lo fa sapere lo stesso Alex Cioni, che dichiara che "non si

lascia intimidire e di essere pronto a farsi processare se l'associazione

"Osservatorio 21 luglio", che ha come mission la tutela dei nomadi

procedesse nell'iniziativa

In queste ore il coordinatore vicario del Pdl scledense, nonché membro dell'esecutivo

provinciale, Alex Cioni, è venuto a conoscenza che un'associazione che si occupa della

tutela dei minori rom e delle loro comunità attraverso la salvaguardia dei loro diritti, lo ha

segnalato agli organi competenti per "aver contribuito ad alimentare sentimenti xenofobi e

comportamenti discriminatori". "Siamo al paradosso e al ridicolo" - è il commento a caldo

di Cioni, che ha un passato nelle file dell'estrema destra vicentina - "questi signori se

avessero veramente a cuore la sorte di quei bambini che vivono in condizioni igienico

sanitarie indecenti e senza un minimo di istruzione dovrebbero fare un uso più utile delle

loro vite, invece fanno gli sbirri del web alla caccia di presunti istigatori dell'odio razziale.

Non esiste discriminazione verso chi rispetta le regole, - continua l'esponente del Pdl –

quindi è evidente che gli zingari si discriminano già molto bene da soli rifiutando ogni più

elementare processo di integrazione che preveda dei doveri precisi oltre che dei diritti".

Cioni comunque non si lascia intimidire e annuncia di essere pronto a farsi processare se

l'associazione “Osservatorio 21 luglio” procederà per vie legali: "Le mie iniziative e le mie

parole non hanno niente a che vedere con l'odio ma sono volte a determinare dei principi

di buon senso. Perciò non ho motivo di ritrattare su nulla, anzi rivendico ogni parola e

ogni virgola poiché non c'è stata nessuna voluta generalizzazione ma la precisa volontà di

difendere, prima di ogni altra cosa, gli italiani onesti e quei cittadini scledensi che da anni

subiscono impotenti i bivacchi degli zingari oltre che i comportamenti violenti come

accaduto a Ss. Trinità”.

(fonte http://www.vicenzatoday.it/politica/nomadi-alex-cioni-pdl-denuncia-odio-razziale-

xenofobia.html)

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FRASI ANTISEMITE NEL TEMA: "PROF

COMUNISTA CHE DIFENDE GLI EBREI"

Accade a Sassari, una studentessa bocciata insulta tutto il corpo

docente e finisce denunciata

8 luglio 2013

Un compito di fine anno finito tra insulti e

offese ai docenti. E 'accaduto in una scuola

superiore di Sassari dove una studentessa

aveva pensato di riportare nel tema sul

razzismo e la persecuzione degli ebrei

alcune teorie antisemite scrivendo a chiare

lettere che quella ebrea "è una razza

inferiore", così al momento della correzione l'insegnante gli ha contestato il compito

appioppandogli un bel insufficiente. Come racconta L'unione Sarda, la ragazza però non si

è data per vinta e si è ripresentata a scuola con degli opuscoli in cui erano spiegate le teorie

riportate nel compito, ma la docente li ha rigettati spiegando che erano teorie dalle basi

inconsistenti. A questo punto la ragazza non soddisfatta del voto ha iniziato a scagliarsi

contro la prof su Facebook con una lunga serie di epiteti e insulti alla "insegnante

comunista del c... che difende gli ebrei".

Il chiarimento sfociato in insulti al corpo docenti - Venuta a conoscenza della cosa, come

racconta La nuova Sardegna, la professoressa convoca la ragazzina al consiglio di classe per

un chiarimento e per valutare l'eventuale adozione di provvedimenti disciplinari. Il dialogo

tra professori e studentessa però non finisce bene e la ragazza si rivolge con offese e insulti

pesanti anche agli altri insegnanti tanto che questi decidono prima di darle un cinque in

condotta, un voto che significa bocciatura, e infine di denunciarla per ingiurie ai carabinieri

che ora stanno indagando sul caso.

(fonte

http://www.cadoinpiedi.it/2013/07/07/frasi_antisemite_nel_tema_prof_comunista_che_

difende_gli_ebrei.html)

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Maraventano, la leghista di Lampedusa

attacca la Kyenge: "Se fossi in lei tornerei

in Congo per liberare la sua gente"

8 luglio 2013

L'ex vicesindaco dell'isola: "Qui non parliamo di immigrati

ma di clandestini. Che non vivono dignitosamente"

Se fossi il ministro Kyenge andrei proprio nella mia terra a lottare per liberarla. Questa per

me è dignità". Angela Maraventano, ex vicesindaco di Lampedusa ed ex senatrice della

Lega Nord, sa di cosa parla quando si tratta di immigrazione e clandestinità, e alla Kyenge

non le manda certo a dire. Intervistata dalla trasmissione 24 Mattino condotta da

Alessandro Milan su Radio24, precisa: "Non voglio rispedire la Kyenge in Congo, lei è

stata bravissima a fare tutto quello che ha fatto e ad arrivare dove è arrivata ma oggi

secondo me è arrivato anche il momento di poter liberare la gente del Congo".

Guarda il video su Libero TV

(http://tv.liberoquotidiano.it/video/111882/Mar

aventano___Se_fossi_la_Kyenge_tornerei_in_Co

ngo_.html#.UdPlVm1EHRY)

Il problema, aggiunge la Maraventano, è che in

questi casi non parliamo di "emigrati" ma di

"clandestini" che poi finiscono in "centri di accoglienza intasati" in "condizioni di vita

terribili". E "mi dispiace che sono così dura ma dietro a questa situazione c'è un traffico di

carne umana. Io sono sempre stata sull'isola e so che il 90% sono clandestini. Io auspico

per queste persone di poter vivere nella loro terra dignitosamente".

(fonte http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1272480/Maraventano--la-leghista-

di-Lampedusa-attacca-la-Kyenge---Se-fossi-in-lei-tornerei-in-Congo-per-liberare-la-sua-

gente-.html)

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Pescara: nasce lo Sportello regionale

contro la discriminazione e la violenza di

genere verso le donne immigrate.

Iniziativa della Regione Abruzzo, con la Asl di Pescara, la Croce rossa,

le Caritas e le associazioni di immigrati.

8 luglio 2013

Verrà ratificato questa mattina a Pescara il protocollo d’intesa per l’implementazione dello

sportello regionale contro la discriminazione e la violenza di genere verso le donne di

comunità immigrate e di minoranze etniche. L’iniziativa, promossa dalla Regione Abruzzo,

vede coinvolti anche la Asl di Pescara, il comitato regionale Croce rossa italiana, le

associazioni di immigrati e le Caritas diocesane di Chieti e Pescara che hanno supportato lo

sportello dei primi sei mesi di vita collaborando attivamente alla individuazione e

trattamento dei casi legati alla discriminazione e alla violenza di genere. L’attività dello

sportello rientra nelle azioni del progetto Simple finanziato dal programma di

cooperazione transfrontaliera Ipa Adriatico.

(fonte www.immigrazioneoggi.it)

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Dare del ''picchiatore fascista'' ad ex

militante di estrema destra non è reato

8 luglio 2013

Cassazione penale , sez. V, sentenza 08.01.2013 n° 745 (Mirella Pocino)

La sentenza in commento si inserisce nell’alveo di quel filone giurisprudenziale volto

all’analisi e alla delimitazione dei rapporti tra l’esercizio del diritto di critica ex art. 51 c.p.

ed il reato di diffamazione ex art. 595 c.p.

Nel caso di specie l’imputato era stato condannato per il reato di diffamazione ex art. 595,

comma III, c.p. per avere offeso la reputazione del danneggiato definendolo “ex

picchiatore fascista”, condotta posta in essere a mezzo di una comunicazione informatica

su un sito web. Di contro la Suprema Corte ha ritenuto di non confermare la sentenza

della Corte di Appello di Roma in quanto non ha ravvisato la sussistenza dell’esercizio

antigiuridico del diritto di informazione, del quale il diritto di critica costituisce una

specifica dimensione, nei confronti dell’imputato il quale, benchè sia ricorso all’utilizzo di

espressioni non gratificanti ma pienamente correlate e proporzionate al tema e al livello

della polemica, ha descritto un dato storico in maniera ineccepibile.

Precisamente l’art. 595, comma III, c.p. sanziona penalmente quelle condotte che

offendono il bene giuridico dell’altrui reputazione “Se l’offesa è recata col mezzo della

stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della

reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione.”

Non può non osservarsi come sia ben possibile perpetrare tale delitto nel contesto,

attualmente notevolmente diffuso, della comunicazione telematica attraverso il web. Difatti

il diffuso ricorso allo strumento di internet consente una maggiore e più immediata

diffusione di notizie o fatti che possano ledere l’altrui dignità e, quindi, una maggiore

propagazione degli effetti lesivi dell’illecito che dal mondo virtuale trasmigrano al mondo

reale e viceversa. Inoltre la giurisprudenza è concorde nell’affermare che detto reato può

essere commesso anche per via telematica o informatica poiché l'azione di immissione del

messaggio "in rete" è idonea a ledere il bene giuridico dell'onore (Cass. Pen. Sez. V, 27

dicembre 2000, n. 4741).

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Volgendo l’attenzione sulle connotazioni morfologiche del reato di diffamazione ex art.

595 c.p. occorre osservare che esso è volto a tutelare il bene giuridico della reputazione

personale altrui. Tale è quell’insieme di opinioni o attestazioni di stima riconosciuti in capo

ad un individuo nell’ambito della realtà sociale in ragione di proprie qualità morali,

professionali o generalmente attinenti all’esplicitazione della propria personalità nella

dimensione sociale di appartenenza, costituzionalmente tutelata dall’art. 2 Cost. (Corte di

Cassazione 5 dicembre 1956).

Inoltre il reato di diffamazione appartiene alla categoria dei reati di evento e si consuma in

quel dato luogo (anche virtuale) o in quel dato momento in cui i terzi vengano a

conoscenza dell’espressione ingiuriosa. Per quanto concerne la specifica dimensione della

attuazione della condotta diffamatoria attraverso il ricorso a frasi o immagini immesse nel

web, occorre tener conto del momento in cui viene attivato il collegamento (Corte di

Cassazione 25 luglio 2006, n. 25875).

In ordine alla configurazione dell’elemento psicologico nel delitto di diffamazione la

giurisprudenza ritiene necessaria la sussistenza del dolo generico, cioè della volontà

consapevole di ricorrere all’utilizzo di espressioni lesive dell’altrui reputazione. Pertanto il

dolo può essere tanto generico che eventuale (nell’ipotesi di accettazione del rischio

dell’offesa). Di contro non è ritenuto necessario l’animus diffamandi, ovvero dell’intenzione

di offendere la reputazione della persona cui si attribuiscono determinati fatti, azioni o

circostanze (Corte di Cassazione 6 giugno 1988, n. 6671). Il tentativo è ipotesi ritenuta

pacificamente configurabile.

Contestualizzando la fattispecie diffamatoria nell’ambito della specifica ipotesi di reato di

diffamazione a mezzo stampa di cui all’art. 595 co. 3, c.p., occorre osservare che questa

trova un limite nella’esercizio del diritto di critica ex art. 51 c.p., comma I, il quale così

recita ““L’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un

ordine legittimo della pubblica Autorità esclude la punibilità”.

La scriminante dell’esercizio del diritto di cui all’art. 51 c.p. è espressione del principio qui

iure sui utitur naeminem laedit e del principio di non contraddizione in ragione dei quali il

nostro ordinamento non può sanzionare una condotta la quale benchè sia astrattamente

sussumibile in una fattispecie di reato, tuttavia si sostanzi nell’esercizio di una facoltà

riconosciutagli dall’ordinamento.

Il rimando operato da tale disposizione ad altre norme dell’ordinamento attributive di

diritti o facoltà ne connotano la struttura di norma penale in bianco, pertanto l’organi

giudicante chiamato a dirimere la controversa dovrà ricorrere al principio del

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bilanciamento degli interessi coinvolti laddove si renda necessaria la sua applicazione al

caso di specie.

Per quanto concerne l’esercizio del diritto ex art. 51 c.p., comma I, occorre evidenziare

come sia connotato da limiti interni ed esterni. I primi sono relativi al quomodo

dell’esercizio del diritto riconosciuto in capo ad un soggetto, nella sua dimensione di

posizione giuridica soggettiva attributiva di poteri teleologicamente orientati alla

realizzazione di un proprio interesse. I secondi (limiti esterni) trovano riscontro in altre

norme di pari dignità del nostro ordinamento, le quali riconoscono in capo ai consociati

ulteriori interessi alla stregua dei quali l’organo giudicante deve operare un giudizio di

bilanciamento in relazione alla prevalenza o meno del diritto esercitato ex art. 51 c.p.,

comma I.

Ai fini del commento della sentenza della Suprema Corte in oggetto occorre porre

l’attenzione sull’esercizio del diritto di cronaca e di critica quali scriminanti del reato di

diffamazione. Precisamente tali diritti trovano copertura costituzionale nell’art. 21 Cost. e

presentano una duplice dimensione esplicativa: l’una dimensione è relativa alla garanzia del

singolo consociato all’esercizio del proprio diritto di espressione del pensiero. L’altra

involge la finalità teleologica del diritto de quo che si sostanzia nella relativa natura di

strumento di partecipazione democratica alla vita sociale della comunità di riferimento.

Più specificatamente il diritto di critica si differenzia da quello di cronaca in quanto attiene

all’espressione di un giudizio o di una opinione di cui non può non ammettersi l’ontologica

attinenza a una interpretazione soggettiva della realtà. Di contro il diritto di cronaca si

sostanzia nella narrazione di fatti alla stregua dei canoni della verità, pertinenza e

continenza. Alla luce di quanto affermato l’esercizio del diritto di critica può essere limitato

solo in una ottica di tutela dell’interesse pubblico e sociale della critica stessa (Corte di

Cassazione 3 luglio 1993, n. 6493).

Per quanto concerne il tema della diffamazione a mezzo stampa la giurisprudenza della

Suprema Corte ha ribadito più volte il principio di diritto in virtù del quale la verità del

fatto, l’interesse pubblico alla conoscenza dei fatti e la continenza nell’esposizione degli

stessi siano requisiti imprescindibili per il corretto esercizio del diritto di critica, che pur

trova apposita copertura costituzionale ex art. 21 Cost. (Corte Cassazione, 4 Luglio 2008,

n. 35646).

Più precisamente la verità del fatto che si pone alla base della condotta di critica consiste

nel divieto di attribuire ad un determinato soggetto un fatto o una dichiarazione o uno

specifico comportamento dallo stesso mai tenuto o espresso e che, pertanto, non trovi

rispondenza nella realtà sia attuale sia passata come nel caso de quo.

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Inoltre l’interesse pubblico alla conoscenza dei fatti ricorre qualora essi riguardino

personalità o circostanze fattuali di pubblico dominio ma che non possono legittimare una

illegittima esposizione degli stessi al giudizio critico.

Da ultimo, non in ordine di importanza, rileva il carattere della continenza delle espressioni

verbali utilizzate, che attiene al quomodo dell’esercizio del diritto di critica da parte del

giornalista. Difatti esso ne costituisce un vero e proprio limite che deve essere ritenuto

travalicato laddove le espressioni utilizzate siano connotate dal carattere denigratorio e non

siano proporzionate rispetto al fine della cronaca e criticità del fatto in oggetto. Pertanto il

diritto di cronaca del giornalista deve essere posto in essere adottando un linguaggio

adeguato che si attenga all’accertamento della verità del fatto riportato o alla

proporzionalità dei termini adottati in relazione all’esigenza di narrare un fatto connotato

da profili di pubblico interesse (Cassazione 4 luglio 2008, n. 35646).

La Corte di Cassazione, inoltre, ha affermato che anche nelle ipotesi di intensa polemica su

temi politici e di notevole rilievo sociale (espressione del principio ex art. 21 Cost.), essa

non può e non deve degenerare in attacchi arbitrari alla dignità della persona cui ci si

riferisce (Cassazione 4 luglio 2008, n. 35646).

(Altalex, 31 maggio 2013. Nota di Mirella Pocino)

(fonte http://www.altalex.com/index.php?idnot=63146)

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Tribunale di Trieste: Illegittima l'esclusione

degli infermieri extracomunitari dai concorsi

pubblici 8 luglio 2013

Con decreto d'urgenza ex art. 700 c.p.c. riammessa al concorso

pubblico un’infermiera straniera lungosoggiornante.

Tribunale di Trieste, sez. lavoro, decreto ex artt. 700 e 669 c.p.c. d d.04.07.2013

(http://www.asgi.it/public/parser_download/save/tribunale_trieste_decreto04072013.pdf)

ll giudice del lavoro del Tribunale di Trieste, con decreto dd. 4 luglio 2013, ordina

all’Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Melegnano (prov. di Milano) di ammettere

alle prove del concorso pubblico per un' infermiera professionale pediatrico una cittadina

di Paese terzo non membro dell'UE lungosoggiornante in Italia e dunque titolare del

permesso di soggiorno CE di cui all’art. 9 d.lgs. n. 286/98 di recepimento della direttiva

2003/109; infermiera che era stata esclusa dal concorso per mancanza del requisito della

cittadinanza italiana o comunitaria.

Il giudice del lavoro del Tribunale di Trieste ha accolto la richiesta di un provvedimento

d’urgenza ex art. 700 cpc proposto dall’ infermiera professionale di nazionalità serba che si

era vista escludere dal concorso pubblico dall’Azienda Ospedaliera. Il giudice ha ritenuto la

sussistenza tanto della fondatezza prima facie del ricorso proposto, quanto del periculum

in mora in quanto i tempi necessari per l’instaurazione del giudizio previsto dall’art. 44 del

d.lgs. n. 286/98, anche nelle forme del rito sommario di cognizione, successivamente ad

una formale comunicazione delle date e sedi delle prove concorsuali, avrebbero potuto

pregiudicare l’affermato diritto della ricorrente alla partecipazione.

Nel decreto, il giudice del lavoro di Trieste considera che il diritto dei cittadini stranieri di

Paesi terzi non membri dell’UE regolarmente soggiornanti in Italia a partecipare ai

concorsi pubblici si fonda innanzitutto sugli obblighi internazionali scaturenti

dall’adesione e ratifica alla Convenzione OIL 143/1973, richiamata anche dall’art. 2 c. 3 del

d.lgs. n. 286/98. Ugualmente, essendo la ricorrente titolare del permesso di soggiorno CE

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per lungosoggiornanti, vengono a soccorrere anche le particolari disposizioni in materia di

parità di trattamento nell’esercizio di attività lavorativa subordinata o autonoma contenute

nella direttiva 109/2003 (art. 11). Nel caso specifico, il decreto del Tribunale di Trieste

ricorda come la stessa normativa interna preveda espressamente la possibilità per lo

straniero extracomunitario titolare dell’equipollenza del titolo di studio di infermiere

professionale, di essere assunto a tempo indeterminato presso le strutture sanitarie

pubbliche (art. 40 c. 21 d.P.R. n. 394/99).

Il giudice del lavoro di Trieste ha fissato udienza per la discussione nel merito del ricorso

alla data del 23 luglio prossimo.

Il ricorso è stato presentato dinanzi al Tribunale di Trieste, in quanto l’azione giudiziaria

antidiscriminazione si radica nel tribunale del luogo in cui il ricorrente ha domicilio, ai

sensi di quanto previsto dall’art. 28 c. 2 d.lgs. n. 150/2011.

(Fonte http://www.asgi.it)

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Corte Costituzionale: Illegittimi i requisiti di

anzianità di residenza e del permesso di

soggiorno CE per lungosoggiornanti per

l’accesso ad una prestazione sociale per

persone non autosufficienti

8 luglio 2013

Bocciata una normativa della provincia autonoma di Trento

Corte Costituzionale, sentenza n. 172 dd. 04.07.2013

(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/corte_cost_172_2013.pdf)

Con la sentenza n. 172 depositata il 4 luglio 2013, la Corte Costituzionale ha dichiarato

l’illegittimità costituzionale della norma della legge della Provincia Autonoma di Trento 24

luglio 2012, n. 15 (art. 9 c. 1), che aveva introdotto un requisito di anzianità di residenza

triennale nel territorio della Provincia autonoma di Trento ai fini dell’accesso ad un

“assegno di cura” a favore delle persone non autosufficienti, così come aveva limitato

l’accesso degli stranieri di Paesi terzi non membri dell’UE a tale prestazione sociale,

prevedendone la fruizione soltanto a quelli titolari del permesso di soggiorno CE per

lungosoggiornanti.

Nel dichiarare l’illegittimità costituzionale della norma, la Corte Costituzionale ha avuto

modo di ribadire il proprio orientamento, oramai consolidato, secondo cui la valutazione

della legittimità di una disparità di trattamento tra cittadino e straniero deve essere

effettuata secondo il canone della ragionevolezza, al fine cioè di verificare se vi sia una

ragionevole correlazione tra la condizione prevista per l’ammissione al beneficio e gli altri

peculiari requisiti che ne condizionano il riconoscimento e definiscono la ratio ovvero lo

scopo e le finalità del beneficio (sentenza Corte Cost. n. 432/2005). In altre parole, non è

possibile presumere che gli stranieri immigrati nel territorio regionale da meno di cinque

anni, versino in uno stato di bisogno minore rispetto a chi vi risiede o dimora da più anni.,

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per cui l’unico criterio di riferimento rimane quello di cui all’art. 41 del T.U. immigrazione,

che prevede il requisito ai fini dell’accesso alle prestazioni di assistenza sociale del requisito

del permesso di soggiorno della durata di almeno un anno. Tali concetti erano stati già

espressi dalla Corte Costituzionale in diverse pronunce precedenti (sentenza n. 40/2011,

sentenza n. 2/2013, sentenza n. 4/2013, sentenza n. 133/2013).

Riguardo all’anzianità di residenza, la Corte Costituzionale ribadisce che tale requisito

differenziale non appare pure rispettoso dei principi di ragionevolezza ed uguaglianza ed

è dunque arbitrario, non risultando una correlazione tra la durata della residenza e le

situazioni di disagio e di bisogno, riferibili alla persona in quanto tale, che costituiscono il

presupposto della provvidenza sociale in questione.

(fonte www.asgi.it)

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Legge sulla cittadinanza e diritto di voto agli

extracomunitari: da Grosseto le richieste del

Tavolo Immigrazione

8 luglio 2013

GROSSETO - Le associazioni del

Tavolo Immigrazione della Provincia di

Grosseto hanno inviato un documento

al Senato della Repubblica e alla Camera

dei Deputati affinché in questa

legislatura sia affrontata la riforma della

legge sulla cittadinanza, per prevedere

l’introduzione del cosiddetto “ius soli

temperato” a favore dei figli di cittadini stranieri nati e residenti in Italia. Al Parlamento il

Tavolo immigrazione chiede, inoltre, che sia riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni

amministrative ai cittadini extra comunitari, con la ratifica del Capitolo C -Parte seconda,

della Convenzione di Strasburgo del 5 febbraio 1992.

Il documento è stato inviato anche al presidente della Provincia di Grosseto affinché siano

attivate iniziative per far conoscere le ipotesi di riforma all’esame del Parlamento e affinché

siano attivati corsi di formazione per il contrasto al razzismo e alle discriminazioni rivolti

alle associazioni di stranieri e per stranieri.

Ai sindaci del territorio provinciale il Tavolo chiede che siano sottoscritti protocolli

d’intesa per la creazione di antenne territoriali per il contrasto al razzismo e alle

discriminazioni; che sia concessa la cittadinanza italiana onoraria ai figli minori di cittadini

stranieri residenti, sia valutata l’opportunità di introdurre istituti di rappresentanza per i

cittadini stranieri, sulla base di esperienze maturate in altri Comuni; siano previsti corsi di

formazione ad hoc per il personale delle amministrazioni comunali.

Infine il Tavolo rivolge un appello al provveditore agli studi di Grosseto perché con il

ruolo attivo degli insegnanti siano promosse iniziative per promuovere tra gli studenti la

conoscenza della normativa che regola la cittadinanza (istituti – soggetti – procedure di

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acquisto, perdita riacquisto della cittadinanza); la legislazione anti razzista e anti

discriminatoria nazionale , europea e internazionale. Il Tavolo immigrazione, inoltre, ha

partecipato attivamente alla Campagna “L’Italia sono anch’io”, con tante iniziative sul

territorio di sensibilizzazione e informazione sul tema della cittadinanza e del diritto di

voto agli stranieri. E ha espresso piena solidarietà alla neo ministra all’integrazione Cécile

Kyenge vittima di gravi episodi di intolleranza

(fonte http://www.ilgiunco.net/)

No alle discriminazioni razziali, Comune

aderisca a “RE.A.DY.”

L'iniziativa proposta dall'assessore alle pari Opportunità Marilena

Sovrani: "Ringrazio il sindaco e la giunta per la sensibilità dimostrata"

8 luglio 2013

Il Comune di Latina contro le discriminazioni razziali. La giunta municipale, con

deliberazione del 27 giugno, ha infatti aderito alla Rete RE.A.DY. “Rete Nazionale delle

Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per l’orientamento sessuale e

l’identità di genere”.

Questa delibera, promossa dall’assessore alle Pari Opportunità Marilena

Sovrani (nella foto) che ha sottoposto l’argomento alla Giunta, segna

un importante passo avanti del Comune di Latina.

“Ringrazio il sindaco e la giunta per la sensibilità dimostrata – ha

commentato l’assessore alle Pari Opportunità, Marilena Sovrani che ha

promosso l’iniziativa e sottoposto l’argomento alla giunta -. Questa

deliberazione rappresenta un passo importante verso la tutela delle pari

dignità e il godimento dei diritti e delle libertà spettanti a ciascuno, senza alcuna

discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, lo opinioni

politiche o di altro genere”.

Tra gli obiettivi Rete RE.A.DY., come spiega la stessa sovrani, quelli “di individuare e

diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali,

transessuali e transgender (LGBT) tra le pubbliche amministrazioni, nonché contribuire

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alla diffusione delle buone azioni su tutto il territorio nazionale e supportare le pubbliche

amministrazioni nella realizzazione di attività rivolte alla promozione e al riconoscimento

dei diritti delle persone LGBT”.

“Già più di quaranta comuni in Italia partecipano alla Rete RE.A.DY, oltre

all’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI) che ha espresso il suo impegno a

partecipare e ha invitato i restanti comuni a prenderne parte. Questa amministrazione ha

anche sottoscritto la Carta di Intenti che definisce in maniera dettagliata le attività che

l’amministrazione dovrà intraprendere per diffondere la cultura dell’inclusione sociale e del

rispetto di tutte le diversità, valori che l’Assessorato alle Pari Opportunità da tempo

propone di diffondere insieme alla cultura delle differenze e del rispetto dell’altro

attraverso iniziative rivolte alla cittadinanza, ai giovani e alle scuole”.

Tra i compiti delle amministrazioni aderenti alla Rete RE.A.DY. “c’è quello di avviare, ove

possibile, azioni per favorire l’emersione dei bisogni della popolazione LGBT, sviluppare

azioni positive sul territorio, partecipare alla Rete condividendo e comunicando le

esperienze realizzate e avviare una comunicazione interistituzionale tra diversi livelli di

governo locale. In conclusione, il mio impegno per l’approvazione di questa deliberazione

e nella sottoscrizione della Carta di Intenti è finalizzato a promuovere, sul piano locale,

politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone LGBT, contribuendo a

migliorarne la qualità della vita e creando un clima sociale di rispetto e di confronto libero

da pregiudizi”.

(fonte http://www.latinatoday.it/cronaca/discriminazioni-razziali-comune-latina-desione-

rete-ready.html)

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Omofobia, parte il corso di autodifesa per

gay e lesbiche

Il programma di allenamento è stato elaborato dal personal trainer

vicentino Andrea Carollo sull’onda degli ultimi episodi violenti

8 luglio 2013

VICENZA. E' il primo in Italia e farà discutere. Si tratta di un

corso di autodifesa contro insulti e aggressioni omofobiche,

dedicato espressamente alla comunità lgbt sempre più vittima di

episodi di intolleranza e violenza come dimostrano gli ultimi dati.

L'Italia in particolare è il paese dell'Unione Europea con il

maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale. Troppo anche per il personal

trainer dei vip (ha lavorato tra gli altri con Madonna) e maestro di arti marziali Andrea

Carollo, che ha pensato quindi di lanciare un corso di autodifesa, aperto a tutti, ma

dedicato specificamente ai gay. In una realtà come quella veneta dove la comunità LGBT è

molto attiva (ad esempio il Padova Village, che replica l'omonima kermesse romana),

parallelamente sono numerosissimi gli episodi di intolleranza e ghettizzazione.

Il risultato di questo progetto sarà la realizzazione di un report col duplice intento di

diffondere i dati e supportare azioni di advocacy. “Di fronte a questa spaventosa deriva –

spiega Carollo – mentre i politici discutono ancora circa l'opportunità di promulgare una

legge anti-omofobia ho pensato che non potevo più restarmene con le mani in mano e

che, vista anche l’attuale perdurante latitanza legislativa, sia giunta l’ora di offrire uno

strumento pratico di difesa a tutte quelle persone che rischiano ogni giorno di essere

aggredite a causa del loro orientamento sessuale”. Il corso è basato su un mix di semplici

regole di attenzione e di difesa personale. La prima sessione sarà focalizzata specificamente

sui rischi che possono correre gli omosessuali e si concentrerà quindi sulle tecniche base di

auto-difesa, sul riconoscimento dei segnali di pericolo e sulla definizione dello spazio

personale. Carollo aggiunge: “I gay notoriamente sono attenti alla forma fisica e questo

certamente aiuta. Per cui alla base del corso, la cui durata sarà trimestrale, ci sarà un piano

di allenamento generale con particolare attenzione alla corsa, che resta una delle risorse

non violente per sottrarsi allo scontro. Per quanto riguarda le arti marziali, le mosse

difensive saranno tratte dai fondamenti del ju jitsu. Una serie di mosse difensive mescolate

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a tecniche di attacco saranno illustrate e allenate nel terzo periodo del corso prendendo

spunto dallo “Shaolin Quan”, una boxe offensiva che è insieme terribile come un’arma e

utile come uno sport e le cui mosse comprendono esercizi con i calci, l’attacco, la lotta e la

cattura degli avversari e le cui caratteristiche sono i ripetuti cambiamenti, la velocità e la

continuità dei salti.

(fonte http://mattinopad ova.gelocal.it/cronaca/2013/07/06/news/omofobia-parte-il-

corso-di-autodifesa-per-gay-1.7377478)

Cécile, una madrina per i Mondiali

antirazzisti di Castelfranco Emilia

8 luglio 2013

CASTELFRANCO EMILIA

(Modena) - “Tornare nel mio territorio

da ministra ad una festa come i

Mondiali è una grande emozione. In

Italia c’è un cammino da fare tutti

insieme per rispondere con un

linguaggio nonviolento ai discorsi

razzisti, e i Mondiali sono un esempio

di buona integrazione attraverso lo

sport”. In effetti, è un atteso ritorno.

La ministra, qui, ai Mondiali antirazzisti, è di casa. “Cécile”, come la chiamano tutti, ci

veniva da anni da consigliere provinciale di Modena, e anche quest’anno non ha fatto

mancare la sua presenza, resa ancor più significativa dal ruolo istituzionale. Kyenge è

arrivata verso le 18 di sabato per partecipare ad un dibattito sul tema della cittadinanza

sportiva. Accolta come simbolo dell’antirazzismo, la ministra ha per prima cosa incontrato

la squadra di calcio Uisp di Busto Arsizio (Varese), dopo le polemiche di mesi fa, causate

dall’intemperanza razzista dei tifosi della squadra locale durante un’amichevole contro il

Milan, nei confronti di un giocatore nero. Poi, la festa.

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Il “tesoro” del Mondiali: i giovani. I vincitori. Centinaia di persone di ogni parte

d’Europa, ragazzi e ragazze organizzati con pullman, camper e tende. Così, girando tra il

campeggio e gli stand, si possono trovare striscioni di gruppi di Marsiglia o Grenoble, di

Gelsenkirchen o Offenbach, e di Parma, Bergamo, Genova, Modena, Bologna, Livorno e

molti altri. Come accade spesso tra tifosi, la birra la fa da padrona, ma bere insieme è più

che altro un pretesto per ridere, cantare e ballare. Poi c’è lo sport, quello giocato, con i

tornei che ieri hanno vissuto il momento più atteso, quello delle finali.

La squadra dei “Liberi Nantes” ha vinto il calcio a 7: un team composto da rifugiati politici

e richiedenti asilo, iscritto quest’anno anche ai campionati dilettantistici di calcio italiani.

“Liberi Nantes” ha infatti totalizzato 61 punti in classifica in terza categoria, ma la Figc

non ne ha riconosciuto il merito, togliendo tutti i punti perché i ragazzi non hanno la

cittadinanza. Per questa ragione “Liberi Nantes” ha vinto anche la Coppa “Invisibili” dei

Mondiali, riservata a chi non potrebbe partecipare per problemi di visti, e sono stati

premiati lo scorso 11 giugno a Roma dalla ministra Kyenge in persona. I Mondiali sono

così: vincere in campo è importante, ma ancor di più farlo fuori. Le coppe che contano

sono assegnate per attività che hanno a che fare con i diritti. Come la Coppa “Bagna”,

intitolata a Matteo Bagnarsi (tifoso del Parma morto in una trasferta della propria squadra)

che è andata a “Boycott Granarolo”, dipendenti dell’azienda che lottano in favore dei

lavoratori stranieri. Poi c’è la Coppa dei Mondiali, la più importante, vinta dalla “Rfc Lions

Caserta”, per le attività di ripristino di campi da gioco abbandonati nelle periferie delle

città, da destinare allo sport per bambini. (giovanni baiano)

(Fonte www.redattoresociale.it)

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Cecina (LI) - Meeting Internazionale

Antirazzista - XIX edizione

8 luglio 2013

La presentazione

La crisi dell'Europa è sotto i nostri occhi, così come la scarsa inadeguatezza delle

Istituzioni Europee a fronteggiarla. E siamo convinti che le politiche finanziarie e di

bilancio adottate, sotto il segno dell'austerità, abbiano impoverito gran parte della

popolazione e limitato la democrazia, e alimentano uno spirito antieuropeo. L'Arci, a oltre

dieci anni dal Social Forum Europeo di Firenze, torna a rivendicare la necessità di una

svolta verso un’Europa dei cittadini e delle cittadine. In questo contesto è emblematica la

condizione della popolazione migrante, che, pensiamo, sia stata l'obiettivo nell'ultimo

ventennio di una serie di politiche che, nate con lo scopo di regolare lo spazio di libera

circolazione, hanno generato in molti casi chiusure ingiustificate e alimentato paure. La

condizione di queste persone è caratterizzata da uno status di cittadinanza diseguale, e il

quadro legislativo dei paesi europei, fortemente disomogeneo sull’immigrazione, è

sostanzialmente basato su un approccio proibizionista di difesa fisica e identitaria di

frontiere nazionali. Questa condizione si riversa anche sulle seconde generazioni (bambini

e minori) e rischia di compromettere l'obiettivo dell’uguaglianza futura. Ciò è anche il

frutto di una strumentalizzazione politica del tema immigrazione da parte di alcuni partiti e

movimenti politici in diversi paesi europei, che hanno utilizzato e, in molti casi, continuano

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a utilizzare soprattutto in questa fase di crisi razzismo e xenofobia per raccogliere consensi

fra la popolazione più confusa e disagiata. Si tratta di scelte assolutamente sbagliate e

fallimentari. In Europa ci sono 32 milioni di immigrati, a cui vanno aggiunte circa 5 milioni

di persone senza documenti: quasi un decimo dell'intera popolazione. Circa un terzo sono

cittadini europei che migrano in altri paesi dell'Europa, gli altri (2/3) provengono da Paesi

che non fanno parte dell'UE. Tali 'numeri' non sono un fenomeno nuovo o di passaggio.

Parlano di una componente storica, strutturale e tendente ad alimentarsi con i flussi dei

prossimi decenni di mobilità fisiologica e patologica delle popolazioni dei paesi e

continenti in espansione demografica a paesi e continenti in declino demografico.

Contribuiscono a rendere l'Europa un grande spazio plurale ed interculturale. Ne segnano

la sua fisionomia. Per questo affermiamo che L'Europa non sarebbe tale senza di loro e

che quindi anche loro sono l'Europa. Il fenomeno migratorio è quindi un fenomeno

globale, che non può essere governato con la contrapposizione fra paesi d'immigrazione e

paesi di emigrazione, con norme nazionalistiche di difesa delle frontiere, bensì con norme

e politiche globali. In questo contesto, a un anno dalla scadenza delle prossime elezioni

europee, e dopo la mobilitazione per la campagna sui diritti di cittadinanza 'L'Italia sono

anch'io', vuole svolgersi la XIX edizione del Meeting Internazionale Antirazzista.

Rivendicare i diritti dei migranti, per rivendicare i diritti di tutti i cittadini europei. Per

questo, la 19esima edizione del MIA sarà una delle tappe del viaggio di una nuova

coalizione di organizzazioni, sindacati, associazioni e reti ssociali europee, riunitasi attorno

a ‘L’Europa sono anch’io’, una campagna politico-culturale rivolta da una parte ai giovani,

al mondo del lavoro ed all’insieme dei cittadini europei, dall’altra ai partiti e alle istituzioni

europee per rivendicare un diverso quadro legislativo su tre obbiettivi principali: ratifica

della Convenzione Onu del ’90 ‘sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie’,

ancora non ratificata da nessun paese europeo; omogeneizzazione da parte dell’Europa di

norme che riconoscano il diritto di voto agli immigrati alle elezioni amministrative e per il

Parlamento europeo; omogeneizzazione di norme che riconoscano la cittadinanza europea

agli immigrati stabilmente residenti ed ai loro figli nati in Europa o trasferitivisi in tenera

età e frequentanti la scuola.L’Europa e il suo progetto o sono fondati sui diritti o non

possono essere.

Vedi il programma

http://meeting.arcitoscana.it/2013/wp-content/uploads/mia2013-programma-

web.pdf

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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI

unar.it