rassegna stampa sul caso “amianto alla bormioli”. · dipendenti sono i primi clienti,...

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1 Rassegna Stampa sul caso “amianto alla Bormioli”. Aggiornata al 13 maggio 2007 Estratti dagli archivi on-line di Polis Quotidiano http://www.polisquotidiano.it/polis/Archivio/2006/Archivio2006.htm http://www.polisquotidiano.it/polis/Archivio/2007/Archivio2007.htm Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 13/05/2007 Ex Bormioli: incontro pubblico sulla bonifi ca dall'amianto Si svolgerà martedì 15 maggio alle 21, nell'Auditorium Toscanini di via Cuneo, l'incontro pubblico organizzato dal "Comitato di lotta per la difesa della salute e del territorio del Quartiere San Leonardo" rivolto ai candidati sindaco per un confronto sul tema "Bonifi ca amianto e sostanze nocive alla Bormioli Rocco e Figlio e progetti futuri di riqualifi cazione dell'area". I quasi 20.000 cittadini residenti nel quartiere San Leonardo avranno così l'occasione di essere informati dai candidati sulle loro scelte progettuali che caratterizzeranno i 180.000 mq dell'Area industriale Bormioli Rocco e Figlio, inquinata da amianto ed altre sostanze nocive, solo parzialmente bonifi cata. Aspetti cruciali non solo per il quartiere San Leonardo ma per l'intera città, in quanto la presenza di amianto friabile, sostanza altamente volatile, non è una problematica circoscritta ad una specifi ca zona, ma interessa aree geografi che di dimensioni molto maggiori. Il Comitato auspica che la riqualifi cazione dell'area consenta in futuro un utilizzo ed una progettazione che tenga in considerazione la storia e la tradizione produttiva che nell'ultimo secolo hanno caratterizzato tale area. estratto da PolisQuotidiano.it Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 12/05/2007 Bormioli Rocco: quaranta colletti bianchi rischiano il posto di lavoro Sindacati e azienda si sono incontrati per esaminare la bozza da sottoporre al Ministero per chiedere la cassa integrazione. Ma per Cgil e Cisl la proposta è ancora troppo generica Stato di agitazione e sciopero all'Althea La Bormioli Rocco di Fidenza sta vivendo mesi delicati, fatti di intense trattative tra le parti sociali per riorganizzare lo stabilimento vetrario in funzione di ben ponderati obiettivi occupazionali, di mercato e quindi di rilancio. Ancora ieri mattina, presso la sede dell'Unione parmense degli industriali, sindacati di categoria e proprietà si sono incontrati per valutare la bozza del documento che dovrebbe diventare una sorta di piattaforma per la richiesta al Ministero del Lavoro « del possibile utilizzo della cassa integrazione speciale », come rivela Sergio Marcelli , segretario provinciale della Femca, la categoria dei chimici Cisl. Documento che il sindacato non intende sottoscrivere senza prima adeguate e chiare garanzie su quelle che saranno le basi del rilancio industriale. La seduta si è conclusa con una fumata nera perchè « c'hanno proposto una bozza che stimiamo ancora troppo generica. Non sono messi nero su bianco gli impegni per la riorganizzazione del personale e in genere per la gestione dell'occupazione, le decisioni sugli investimenti e le relative previsioni di mercato. Non fanno numeri. Si sono impegnati a presentare qualcosa di più corposo all'incontro che dovrebbe essere fissato nei primi giorni della prossima settimana ». Il confronto tra sindacati e impresa non è facile perchè si scontrano due visioni agli antipodi: le organizzazioni dei lavoratori sono disposte a discutere e a misurarsi sul probema degli esuberi ma vogliono sapere come sarà riorganizzato il personale,

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Rassegna Stampa sul caso “amianto alla Bormioli”. Aggiornata al 13 maggio 2007 Estratti dagli archivi on-line di Polis Quotidiano http://www.polisquotidiano.it/polis/Archivio/2006/Archivio2006.htm http://www.polisquotidiano.it/polis/Archivio/2007/Archivio2007.htm

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 13/05/2007

Ex Bormioli: incontro pubblico sulla bonifi ca dall'amianto Si svolgerà martedì 15 maggio alle 21, nell'Auditorium Toscanini di via Cuneo, l'incontro pubblico organizzato dal "Comitato di lotta per la difesa della salute e del territorio del Quartiere San Leonardo" rivolto ai candidati sindaco per un confronto sul tema "Bonifi ca amianto e sostanze nocive alla Bormioli Rocco e Figlio e progetti futuri di riqualifi cazione dell'area". I quasi 20.000 cittadini residenti nel quartiere San Leonardo avranno così l'occasione di essere informati dai candidati sulle loro scelte progettuali che caratterizzeranno i 180.000 mq dell'Area industriale Bormioli Rocco e Figlio, inquinata da amianto ed altre sostanze nocive, solo parzialmente bonifi cata. Aspetti cruciali non solo per il quartiere San Leonardo ma per l'intera città, in quanto la presenza di amianto friabile, sostanza altamente volatile, non è una problematica circoscritta ad una specifi ca zona, ma interessa aree geografi che di dimensioni molto maggiori. Il Comitato auspica che la riqualifi cazione dell'area consenta in futuro un utilizzo ed una progettazione che tenga in considerazione la storia e la tradizione produttiva che nell'ultimo secolo hanno caratterizzato tale area.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 12/05/2007

Bormioli Rocco: quaranta colletti bianchi rischiano il posto di lavoro Sindacati e azienda si sono incontrati per esaminare la bozza da sottoporre al Ministero per chiedere la cassa integrazione. Ma per Cgil e Cisl la proposta è ancora troppo generica Stato di agitazione e sciopero all'Althea La Bormioli Rocco di Fidenza sta vivendo mesi delicati, fatti di intense trattative tra le parti sociali per riorganizzare lo stabilimento vetrario in funzione di ben ponderati obiettivi occupazionali, di mercato e quindi di rilancio. Ancora ieri mattina, presso la sede dell'Unione parmense degli industriali, sindacati di categoria e proprietà si sono incontrati per valutare la bozza del documento che dovrebbe diventare una sorta di piattaforma per la richiesta al Ministero del Lavoro « del possibile utilizzo della cassa integrazione speciale », come rivela Sergio Marcelli , segretario provinciale della Femca, la categoria dei chimici Cisl. Documento che il sindacato non intende sottoscrivere senza prima adeguate e chiare garanzie su quelle che saranno le basi del rilancio industriale. La seduta si è conclusa con una fumata nera perchè « c'hanno proposto una bozza che stimiamo ancora troppo generica. Non sono messi nero su bianco gli impegni per la riorganizzazione del personale e in genere per la gestione dell'occupazione, le decisioni sugli investimenti e le relative previsioni di mercato. Non fanno numeri. Si sono impegnati a presentare qualcosa di più corposo all'incontro che dovrebbe essere fissato nei primi giorni della prossima settimana ». Il confronto tra sindacati e impresa non è facile perchè si scontrano due visioni agli antipodi: le organizzazioni dei lavoratori sono disposte a discutere e a misurarsi sul probema degli esuberi ma vogliono sapere come sarà riorganizzato il personale,

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chi è in eccedenza, che fabbrica e che tipo di lavoro troveranno le maestranze dopo questa stagione di lacrime e sangue. Fatto sta, che per licenziare il suo (vincolante) via libera alla richiesta di cassa integrazione il sindacato chiede, in modo assolutamente unitario, che per lo stabilimento fidentino l'azienda faccia numeri e ipotesi concrete muovendo dal nuovo scenario prospettato, dove « non ci sono più esuberi tra gli operai, anzi, alcuni posti mancano. Negli ultimi mesi diverse decine di lavoratori hanno lasciato la fabbrica optando, almeno nel 99% dei casi, per il pensionamento. Tra le tute blu c'è insomma bisogno di riorganizzazione », non di licenziamenti. Personale in eccedenza viene invece diagnosticato « tra i colletti bianchi, negli uffici. L'azienda parla di 30-40 persone - in questo caso la stima è identica a quelle che circolavano a inizio anno - e "Dopo una lunga serie di incontri si rende necessaria un'azione di lotta a causa dell'insistenza aziendale nel voler ridurre il costo del lavoro a scapito dei lavoratori in generale e in special modo dei nuovi assunti - si legge in un comunicato sindacale -. Non siamo intenzionati a firmare nessun accordo al ribasso sui diritti e sul salario". Questi i motivi che hanno indotto Flai Cgil e Fai Cisl a proclamare uno sciopero di 8 ore e un presidio per la giornata di martedì 15 maggio. di questo gliene chiediamo conto ». Per Marcelli ça va sans dire che « l'accordo si farà solo quando troveremo scritto il quadro generale degli investimenti per una azienda che vogliamo con 3 forni, 8 linee di produzione e così via ». Sulla stessa lunghezza d'onda c'è Vincenzo Vassetta , leader provinciale della Filcem Cgil. « Con l'azienda abbiamo cominciato a disegnare un accordo quadro da presentare al Ministero, ma la bozza che ci hanno presentata è largamente insufficiente. Siamo andati al confronto dopo aver già fatto nei mesi scorsi importanti interventi di riorganizzazione e almeno all'interno dello stabilimento non è possibile vedere ulteriori spazi per nuove riorganizzazioni che impieghino in cose diverse le persone ». Esattamente come rilevato dall'esponente dalla Cisl, « resta invece confusa la situazione per chi lavora negli uffici ». Andrea Fellini , Rsu Filcem, osserva a sua volta che quella in corso a Fidenza « è una riorganizzazione molto pesante, la proprietà non può pensare di firmare un accordo senza entrare nel merito di quello che sta accadendo in stabilimento». L'azienda, al momento, sembra puntare i piedi per addivenire in tempi rapidi ad un accordo e Marcelli ricorda che il re sarà nudo entro « poche settimane », indicando la fine del mese prossimo come termine ultimo « per trovare la quadra ». Lorenzo Pietralunga

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 11/05/2007

Le cento idee del programma Guarnieri Liceale al Romagnosi, laureata con una tesi sul marketing dei prodotti Parmalat, sposata con due fi gli, assessore comunale alle Politiche sociali da nove anni: il prossimo passo, per Maria Teresa Guarnieri, potrebbe essere la poltrona di sindaco della città. Ecco cosa vorrebbe realizzare per Parma se conquisterà la fi ducia dei cittadini. PER IL TERRITORIO Un piano strategico territoriale, per mantenere la qualità di benessere raggiunta, attraverso una maggiore attrattività rispetto a investitori nazionali e internazionali e favorendo le imprese locali. Creare la marca del territorio, che veicoli l'identità, la tradizione, le specifi cità di Parma. PER LA CITTÀ Riqualifi care le periferie utilizzando il meccanismo della perequazione contenuto nel Psc ed evitando la frammentazione di risorse e decentrando nei quartieri funzioni signifi cative culturali ed economiche. Cinema di quartiere in sale monoschermo che offrano opportunità di aggregazione agli abitanti delle diverse fasce generazionali. Grandi interventi di riqualifi cazione, nelle aree delle ex vetrerie Bormioli Rocco, Amnu al Cornocchio, nell'ospedale Vecchio e nell'ex ospedale Stuard. Nominare un Town centre manager che realizzi un piano di rilancio commerciale del centro storico col contributo degli stessi operatori commerciali. PER LE FAMIGLIE Una revisione delle politiche tariffarie del Comune secondo criteri legati alla composizione famigliare. La predisposizione di servizi per l'infanzia più fl essibili e pensati per specifi che esigenze, come quelle delle famiglie monogenitoriali. Un piano dei tempi, dei trasporti e dei servizi più consoni alla famiglia, da decidere ad un tavolo di progetto con il mondo delle imprese. PER LA SICUREZZA Aprire un'agenzia della sicurezza, che superi la semplice sorveglianza ampliando la concezione della sicurezza. PER BIMBI E RAGAZZI Offrire a bambini e ragazzi opportunità di stare insieme in luoghi sicuri ricchi di stimoli, come centri di aggregazione, spazi gioco, l'apertura pomeridiana delle scuole... PER GLI ANZIANI Dotare le abitazioni degli anziani di sistemi di monitoraggio a distanza. Sostenere le reti private e le famiglie che si prendono cura degli anziani. PER L'AMBIENTE Una piattaforma logistica per lo smistamento

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delle merci e la razionalizzazione dell'approvvigionamento cittadino con mezzi ecologici per ridurre il congestionamento del traffi co e il carico inquinante. Aprire un Centro studi che lavori sul packaging alimentare per ridurre la produzione dei rifi uti. PER LA CULTURA Fondare la Città dei Bambini: un grande contenitore dedicato ai bambini e alle loro famiglie. Promuovere manifestazioni artistico- culturali come un Festival "Pianeta", dedicato alla multiculturalità. Chiamare a Parma importanti scultori perché decorino e abbelliscano il centro e la periferia. PER IL COMUNE Riorganizzazione il Comune come un'azienda dove i dipendenti sono i primi clienti, organizzando il lavoro per obbiettivi e funzioni e non più solo per settori. Più formazione del personale. Esternalizzazione dei servizi per garantire maggiore fl essibilità e fruibilità. Verifi care effi cacia ed effi cienza gestionale nelle società partecipate. PER LA PARTECIPAZIONE Aprire uno sportello Sociosanitario e Informastranieri. Aggiornare costantemente la cittadinanza sulle iniziative nate in seno all'Amministrazione. «E questa è solo una prima base concreta - aggiunge Guarnieri - che verrà implementata col confronto con i cittadini, le associazioni, gli imprenditori e tutti i soggetti che costituiscono il tessuto vitale della città».

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 09/05/2007

I 13 comandamenti di Parmaincomune Il programma della candidato sindaco Cinzia Ferraroni, per una città diversa e partecipata Vuole una città diversa, Cinzia Ferraroni, candidato sindaco di Parmaincomune. «Parma? Una città col sedere per terra. Una città che ha perso l´anima», dice citando Alberto Bevilacqua. Parmaincomune è la lista contro la Parma individualista, egoista, divisa fra consumismo sfrenato e precarietà, la città inquinata, corrotta, imbavagliata, videocontrollata. Ecco dunque la ricetta Ferraroni per una città diversa. 1. Una città compatta. Vogliamo una città dove si smetta di costruire strade e parcheggi per le auto e si costruiscano piazze per i cittadini, luoghi di incontro e case a prezzi accessibili, dice il programma di Parmaincomune. 2. L'acqua è un bene pubblico. Quindi, no alla privatizzazione dell'acqua. Sì a diminuire le perdite della rete idrica (oggi il 35% dei consumi va in perdite dei tubi). Sì a diminuire i nitrati nell'acqua dell'acquedotto (oggi 26 mgr/litro) per tornare a berla. 3. Aria pulita. Contenere il già inaccettabile inquinamento aereo dicendo no all'inceneritore. In alternativa, si possono produrre meno rifi uti e aumentare la differenziata. 4. Energia. Serve un regolamento edilizio rigoroso fi nalizzato al risparmio energetico e alla produzione di energia rinnovabile. 5. Stop a rotonde e righe blu e no secco alla metropolitana "Lunardi". Si costruisca invece un metrò di superfi cie che colleghi Parma con i comuni dell'interland. E per diminuire il traffi co, sconto del 30% dell'Ici ai residenti che non posseggono la macchina e m e z z i pubblici gratuiti. 6. Lotta al precariato in Comune, come esempio per tutti. 7. Frenare le esternalizzazioni nel settore dei servizi alla persona. 8. Sicurezza. Da realizzare non con la repressione di questi anni, che non ha dato risultati, ma una calda rete di relazioni sociali. La risposta migliore al senso di insicurezza dei cittadini è il recupero delle relazioni di vicinato e di prossimità, sostenendo associazioni, circoli e spazi autogestiti. 9. Sostenere il commercio di vicinato, che garantisce rapporti umani e integrazione, in particolare degli anziani. 10. Formazione, cultura, arte, scienza: sono queste le risorse principali su cui fare leva per contrastare la deriva verso l'omologazione di tutti al modello consumistico. Parmaincomune vuole conservare le nostre memorie e la nostra storia, evitare la distruzione di beni comuni come l'Ospedale Vecchio e il mercato storico della Ghiaia. 11. Estendere a tutta la città la connessione veloce ad internet e promuovere esperienze di cittadinanza digitale in cui i cittadini, soprattutto i giovani, possono diventare produttori di contenuti e condividerli grazie alla Rete. Servirà a combattere l'attuale controllo di pochi sull'informazione. 12. Democrazia partecipativa su organizzazione e pianifi cazione territoriale, invertendo l'esperienza frustrante dei Quartieri. 13. Questione morale: combattere gli intrecci fra politica e affari; eliminare ogni confl itto di interessi; garantire trasparenza assoluta; adottare un codice etico per amministratori e funzionari pubblici; sottoporre i funzionari negli enti di 2° grado ad un audit pubblico. Cizia Ferraroni parteciperà a questi eventi: Venerdì 11 maggio 2007 ore 21 Facoltà di Economia¬Via Kennedy, 5 conferenza del Prof. Salvatore D'Albergo: "POLITICA STATO COSTITUZIONE in GRAMSCI" con fi

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lmati su vita e opere di Gramsci. Martedì 15 Maggio 2007 ore 21 AREA BORMIOLI: BONIFICA AMIANTO E FUTURO DELL'AREA, Auditorium Toscanini in via Cuneo 3. Saranno presenti tutti i candidati sindaco.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 09/05/2007

Di Jorio (Prc): una metro di superficie A partire da oggi, Leonardo Di Jorio, candidato al Consiglio comunale per il Partito della Rifondazione Comunista, inizierà una campagna itinerante lungo tutto il percorso della prevista metropolitana soffermandosi in particolare nelle zone dove si pretendono di costruire le fermate di: Bormioli, San Leonardo, Trento, Stazione, Pace, Garibaldi, Caprazucca, Barbieri, Farnese. La metropolitana sotterranea, «la più imponente e costosa opera inutile» annunciata per Parma, costringerà decine di migliaia di cittadini a sopportare per anni enormi sacrifici e i disagi per la presenza di decine di cantieri. «Tutte le risorse dovrebbero invece essere destinate per sviluppare un trasporto non inquinante di superficie», sottolinea il candidato di Rifondazione Comunista.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 04/05/2007

"MI CONFRONTERÒ SUL CASO BORMIOLI" Maria Teresa Guarnieri raccoglie l'invito a partecipare all'incontro pubblico del 15 maggio (Auditorium Toscanini) sul caso dell'amianto alla Bormioli Rocco e della relativa bonifi ca del sito, esteso dal Comitato di cittadini del quartiere San Leonardo. «Parteciperò volentieri, dò la mia piena disponibilità, farò del mio meglio per potermi confrontare sui grandi temi della città».

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 04/05/2007

Antonio Boschi (Parmaincomune): Movida, la cultura del Comune Parma città d'arte. E gli artisti dove sono? Dove sono le giovani promesse? Ci sono ma non si vedono. Aspettano, tra delusione e rassegnazione, di potersene andare da questa città, dove l'unica opportunità per sentirsi qualcuno è l'eleganza fi rmata, l'automobile di lusso, l'allegria fi nta delle feste pacchiane, il sabato in discoteca, l'esibizione del consumo. Sono tanti, alla ricerca di un posto tutto per loro dove potersi

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confrontare, esprimersi e creare le cose che sanno fare, manifestare la propria arte. Pittura, scultura, musica, danza, poesia, teatro: identità culturale. Sono tanti, siamo in tanti a pensare che a Parma si può mettere in comune la cultura dell'arte. Basta valorizzare gli spazi, i luoghi, i posti che ci sono già. Monumenti del passato da usare nel presente, e non da distruggere in nome del futuro. Ospedale Vecchio, area ex Bormioli sono solo due dei luoghi che perfettamente potrebbero accogliere quello che dovrebbe essere la normalità per una città. Spazi organizzati e gestiti dal Comune dove l'arte, in tutte le sue forme espressive, può nascere, crescere e diffondersi in un progetto completo e gratuitamente, perché l'arte non deve aver prezzo. Spazi non d'elite ma dove chiunque può accedere, perché non dimentichiamo l'importanza che l'arte può avere nel fondamentale percorso di interscambio e integrazione multi etnica tra le varie realtà residenti nel territorio. Un investimento forse inizialmente non remunerativo ma, certamente, importantissimo per la crescita sociale della città. Ma intanto abbiamo la "movida", e ci deve bastare.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 03/05/2007

Amianto alla Bormioli: chiesto un confronto tra i candidati Il Comitato dei cittadini vuole mettere a confronto le posizioni dei 9 aspiranti sindaci Diciamolo: lo scandalo dell'amianto nell'ex vetreria Bormioli Rocco di via San Leonardo piano piano è fi nito sotto le ovattate coltri dell'insabbiatura, dove la memoria va fuori fuoco e dove restano in pochi ostinati e rompiscatole a voler a tutti costi sapere, informare, ricordare. I cittadini del Comitato di Lotta per la Difesa della Salute e la Tutela del Territorio sorto nel quartiere tentano perciò di chiedere un bagno di concretezza ai nove candidati sindaci che il 27 e 28 maggio prossimi si sfi deranno per la guida della città, tutti invitati il 15 maggio alle 21 presso l'Auditorium Toscanini di via Cuneo per un incontro pubblico in cui confrontare le diverse posizioni in merito allo stato della bonifi ca e sui progetti futuri legati alla riqualifi cazione dell'area. Iniziativa che indubbiamente risalta ancora di più in questi giorni dove partiti e i civismi di ogni tipo dipingono con generosità elettorale la città ideale e che potrebbe regalare ai parmigiani, non solo ai residenti del San Leonardo, un prezioso strumento di valutazione sulle idee di, in rigoroso ordine alfabetico, Arturo Balestrieri , Cinzia Ferraroni , Maria Teresa Guarnieri , Pierre Mbock , Massimo Moine , Alfredo Peri , Fiorenzo Sicuri , Pietro Vignali e Andrea Zorandi . Gli organizzatori, che due giorni or sono hanno spedito l'invito ai diretti interessati, sperano che nessuno si tiri indietro, dato che quello messo in piedi non è un agguato elettorale animato da una platea forcaiola ma solo la naturale esigenza di sapere quali linee concrete saranno messe in campo dal nuovo sindaco di Parma, dopo che è stato possibile intervenire su un'area altamente inquinata senza che, preventivamente, scattasse come stabilisce la legge una pianifi cata operazione di bonifi ca a tutela dei cittadini e dei lavoratori. Roba da intervento della Procura, come di fatto è accaduto nel novembre 2006, dopo tre mesi di demolizioni affi date ad una piccola ditta di rottamazioni che si approcciò all'impresa con gli stessi mezzi che può avere un idraulico per tappare una falla su un transatlantico. Tra le danze del consueto balletto delle responsabilità ha preso forma - una volta emersa la gravità della faccenda - un piano vero di bonifi ca dall'amianto e da tutte le altre sostanze nocive riscontrate nel sottosuolo, limitato, però, ad una sola porzione dell'intera superfi cie dell'ex colosso industriale, disposto su ben 180mila metri quadrati posti nel cuore della città, in futuro destinati ad ospitare un comparto residenziale. Dal dicembre scorso alcuni cittadini del quartiere San Leonardo hanno deciso di seguire in prima persona tutta questa vicenda, giustamente preoccupati per la loro salute, come hanno scritto pure nel nome del loro comitato. Hanno marcato stretto le istituzioni, studiato le leggi, preteso di sapere se sono stati esposti a dei rischi nel periodo in cui ogni regola era stata calpestata per smontare in fretta e furia il moloc del vetro. Erano presenti davanti ai cancelli Bormioli anche il 7 febbraio scorso quando i protettissimi operai della ditta Isovit hanno iniziato la rimozione in massima sicurezza dell'amianto. Hanno dialogato coi cittadini con due iniziative pubbliche dal piglio più che scientifi co e per questo non archiviabili con l'etichetta della faziosità. Soprattutto hanno chiesto alle autorità tanta informazione e partecipazione alle scelte future, ossia quanto di più logico in una comunità dove il governo della res pubblica dovrebbe essere perlomeno cristallino. Eppure, ancora oggi nessuno dal Comune ha messo nero su bianco un " si" od un " no" alla loro

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richiesta di istituire un Osservatorio Ambientale per vigilare insieme, cittadini e istituzioni, su questo delicato smantellamento. Richiesta pure avanzata all'unanimità anche dal Consiglio del Quartiere San Leonardo, retto da Civiltà parmigiana, il movimento della campana che suona e, soprattutto, del sindaco uscente. Gli uomini e le donne del Comitato restano in attesa e sperano di avere qualche indicazione dal confronto fra i candidati perchè, come hanno scritto ad ognuno di loro, " la situazione è tutt'altro che tranquilla, nessuno ha ancora risposto alle nostre domande e la proprietà scalpita per abbattere l'enorme e antico stabilimento dove tutto fa pensare che la questione amianto sia ancora sottovalutata, come lo è stata criminalmente l'anno scorso ". Più che in mille comizi o pubblicità elettorali, la politica tutta, quella di destra-centro-sinistra-civica, ora ha davvero la possibilità di dimostrarsi credibile e ancora capace di affrontare a viso aperto quelli che non sono solo elettori ma cittadini preoccupati. Se così non sarà, se le diserzioni abbonderanno, la nostra classe dirigente avrà di che rifl ettere. Lorenzo Pietralunga

estratto da PolisQuotidiano.i

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 03/05/2007

LE TAPPE DELLA VICENDA 2003: il censimento Arpa classifi ca la Bormioli Rocco come secondo sito più inquinato da amianto della provincia 5 maggio 2004: si spegne l'ultimo forno 12 gennaio 2006: Arpa chiede all'assessorato Ambiente del Comune che venga prodotta documentazione provante la corretta gestione dei rifi uti, la non contaminazione del suolo e offre il suo supporto tecnico al Comune; non riceverà mai risposta 8 giugno: la proprietà deposita in Comune la Dia 2295/06 per una "manutenzione straordinaria". 10 agosto: iniziano i lavori senza alcun piano di bonifi ca novembre: Dopo l'informativa di Arpa, la Procura sequestra il cantiere 18 dicembre: nasce il Comitato di Lotta 26 gennaio 2007: su Polis la denuncia di Marco Ablondi: gli operai impiegati nella demolizione Bormioli non erano protetti 29 gennaio: su richiesta di Giuseppe Massari, si riunisce un Consiglio di quartiere monotematico 7 febbraio 2007: comincia la bonifi ca di una parte dell'area 13 febbraio: Ablondi chiede l'Osservatorio ambientale. Il 28 lo farà all'unanimità il quartiere San Leonardo 17 e 18 marzo: Beppe Grillo si occupa del caso Aprile: partono i lavori di monitoraggio del sottosuolo antecedenti alla bonifi ca dei terreni.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 28/04/2007

Un incontro sul caso amianto Alla Giornata internazionale di lotta contro l'amianto che si terrà oggi a Sesto San Giovanni in provincia di Milano ci saranno anche i rappresentanti del comitato di San Leonardo sorto dopo il caso dello smantella mento della ex sede Bormioli. La manifestazione promossa dal Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni per ricordare i lavoratori della Breda, delle fabbriche di Sesto S. Giovanni e tutte le vittime dell'amianto. "La situazione è tutt'altro che tranquilla - spiega il comitato - la proprietà scalpita per abbattere l'enorme e antico stabilimento dove la questione amianto non è ancora

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chiusa, e potrebbe essere ancora una volta sottovalutata, come lo è stata l'anno scorso". Il Comitato di Lotta per la Difesa della Salute e del Territorio del Quartiere San Leonardo è nato dopo l'improprio smaltimento dell'amianto verifi catosi tra agosto e novembre 2006 nel cantiere della ex vetreria Bormioli Rocco. "Solo grazie all'operato del Comitato, che prosegue nel mantenere alta l'attenzione su questa vicenda per tutelare la salute di tutti i cittadini di Parma - denunciano i rappresentanti dei cittadini del quartiere - sta continuando questa battaglia civile nata spontaneamente dai cittadini e persevera nella richiesta dell'istituzione di un Osservatorio Ambientale, che veda la presenza della società civile e dei consigli di quartiere, a vigilanza di questo ed altri smantellamenti di realtà industriali parmigiane. Tale Osservatorio Ambientale è stato chiesto all'unanimità dal Consiglio di Quartiere San Leonardo e dal Consigliere comunale Marco Ablondi come organo misto formato dai cittadini, dal Consiglio di quartiere, dagli organi preposti alla vigilanza sanitaria, dai membri del Consiglio Comunale, ma non vi è ancora stata la sua formazione". Sulla vicenda dello smaltimento dell'amianto alla ex Bormioli il Comitato organizzerà un incontro pubblico fi ssato per martedì 15 maggio alle ore 21 presso l'Auditorium Toscanini di via Cuneo 3, rivolto ai candidati sindaci e alla cittadinanza.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 23/03/2007

Emergenza ambiente: 38 siti inquinati da bonifi care L'assessore provinciale Giancarlo Castellani: «Parma è una realtà fortemente compromessa». Dati allarmanti dal registro mesoteliomi « Parma è una realtà con una situazione ambientale fortemente compromessa. Abbiamo una trentina di siti da bonifi care (38, ndr) nel Comune e la questione ambientale non si esaurisce bonifi cando la Bormioli Rocco. Il problema c'era ieri e c'è oggi se nessuno si decide ad affrontarlo ». Queste parole non sono state pronunciate da un ambientalista radicale modello Greenpeace, ma dal mite assessore provinciale all'ambiente Giancarlo Castellani , intervenuto mercoledì scorso all'incontro pubblico organizzato, presso l'Auditorium Toscanini, dal Comitato di cittadini sorto a dicembre per far luce sulla vergognosa dismissione avviata all'ex vetreria Bormioli Rocco in barba a tutte le normative vigenti. Gli stessi che hanno chiesto a gran voce, mercoledì, di prevedere in città un piano economico per incentivare i privati ad eliminare l'eternit dai loro tetti e, all'uopo, l'istituzione di una discarica dove fare defl uire le coperture. Le parole di Castellani inchiodano l'intera città - quella dei governati e quella dei governanti - alle sue responsabilità pregresse e future, legate alla necessità di una bonifi ca ambientale di casi anche conclamati come « la Bormioli , le ceneri del Cornocchio e i rifi uti stoccati a Marore », per non dire di quelli già citati mercoledì pomeriggio, sempre da Castellani: « Manzini, Braibanti, Peziol, Althea, il gasomentro di via Trieste » e altri ex distributori di carburanti sparsi per la città. La vicenda della dismissione della ex vetreria Bormioli Rocco ha sortito l'effetto di catalizzare l'attenzione proprio sul problema delle bonifi che - dall'amianto, nel caso specifi co - imponendole come elemento di tutela improrogabile e trasparente. Soprattutto ha insegnato alla gente la prima regola d'oro: essere informati e non delegare ad altri la tutela della propria salute. Da qui l'urgenza di un convegno scientifi co come quello di mercoledì cui hanno preso parte, oltre a Castellani, Antonio Romanelli (coordinatore del registro mesoteliomi regionale), Ferdinando Cigala (direttore della medicina del lavoro), Laura Ciccolallo (epidemiologa) e la delegazione del comune di Casale Monferrato, territorio simbolo della lotta all'amianto. Qui, dove operava la più grande fabbrica di eternit d'Europa, sorgerà « una collina della memoria », per non dimenticare le vittime di una vera e propria ecatombe ambientale abbattutasi su 40 Comuni circa. Non c'era, invece, il comune di Parma che all'ultimo ha sfi lato il suo rappresentante inizialmente designato a sostituire Pietro Vignali . Fatto sta che l'assenza dell'assessore ducale - la seconda in pochi mesi, dato che anche ad un incontro a gennaio inviò un delegato - è stata rimarcata più volte. Per Castellani « è un dovere degli amministratori ascoltare e confrontarsi con chi ha un contributo da portare. La fatica della politica è quella di avere un atteggiamento di disponibilità per trovare le soluzioni più adatte. Così si può amministrare un territorio che non è fatto solo dell'apparire». Va da sé che «il caso della Bormioli è eclatante », ma « ci sono tanti altri siti », che testimoniano « le contraddizioni di una città che tende a

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nascondere ciò che non va bene». Allora, «è importante evidenziare i problemi » su cui « destinare risorse » e la Provincia « è disponibile a collaborare », fornendo « la propria competenza ». « Pensavo di venire a portare un livello di collaborazione al Comune che dovrebbe prendere con la massima serietà e scrupolo la bonifi ca » alla Bormioli, ha spiegato l'assessore casalese Riccardo Revello , a Parma coi suoi due tecnici già dal pomeriggio per un incontro in Provincia. « Restiamo disponibili - prosegue - ma è importante che un Sindaco abbia a cuore la salute dei cittadini, che non è né di destra né di sinistra e che venga garantita anche l'informazione a chi chiede la certezza di vivere non a rischio ». A chi ha accusato il Comitato di parlare d'amianto nel quartiere in modo terroristico, pareva dedicata l'analisi del dottor Romanelli, ricavata dai dati raccolti dal Registro mesoteliomi regionale, dalla sua apertura nel 1996 al 28 febbraio scorso. In tale lasso di tempo a Parma e provincia sono stati riscontrati 115 casi del raro cancro del Mesotelio, forma tumorale maligna strettamente connessa all'esposizione prolungata all'amianto caratterizzata da una latenza ultra ventennale che colpisce pleura, pericardio, peritoneo e testicolo (o la tunica vaginale), non lasciando scampo all'ammalato. Il picco di decessi è stato registrato nel 2005 (21 morti) - lo studio di J.Peto prevede però un nuovo tetto tra il 2010 e il 2020 - e le indagini eseguite hanno potuto individuare nell'industria conserviera-alimentare (10 decessi), le costruzioni edili (9 decessi), nella fabbricazione di strutture metalliche/macchine (9 decessi) e nella fabbricazione del vetro (4 decessi, ma molti dipendenti Bormioli Rocco provenivano da fuori provincia) le prime quattro attività professionali più esposte. Eccolo, spogliato di ogni valenza politica, il rischio dell'amianto. Numeri tragici che rilanciano la necessità di un Osservatorio ambientale, già richiesto nei giorni scorsi al Comune dal Comitato, dal Consiglio di quartiere (all'unanimità), dal consigliere comunale Marco Ablondi e auspicato come «necessario» anche dalla Provincia. Intanto, i cittadini si preparano ad interrogare i candidati sindaci su queste tematiche e incassano il primo successo: « Dalla fi ne di gennaio - ha spiegato Giuseppe Massari , capogruppo Ds al Consiglio di quartiere - il Comune ha cominciato a mettere nelle Dia delle prescrizioni » che illustrano gli obblighi cui attenersi in caso di recupero di amianto durante i lavori per un dato intervento. Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 23/03/2007

Io, operaio Bormioli: 25 anni tra l'amianto e nessuna pensione "Sulla bonifi ca dell'area ex Bormioli sono state dette e scritte tante parole e, giustamente, a favore degli abitanti del quartiere, ma nemmeno una a favore di quei poveri operai che hanno lavorato una vita a contatto con l'amianto, personalmente 25 anni, e non solo quello. Non una parola dai sindacati, specie quello tanto amico degli operai, nè dai patronati, nè dagli avvocati che hanno raccolto i ricorsi contro l'Inail. Tutto tace. Ho lavorato qualche anno in un capannone dove c'erano due macchine che saldavano il piede alla coppa per fare il calice, sapevamo quando pioveva, grandinava o nevicava perchè entrava dal tetto in eternit, tanto era rotto. Questo non spande quelle micro particelle? Ho lavorato al tunnel del vetro temperato, alla linea 2-1, era ricoperto di telo d'amianto. Poi il tunnel fu trasportato alla linea 5-1, anche qui ricoperto di telo d'amianto, dopo l'incendio che partì da questo tunnel e danneggiò gravemente il reparto scelta, alla fi ne del tunnel fu creata una cabina che fu rivestita di fi bra d'amianto con un legante come intonacato per uno spessore di circa 2 cm. Nel 1973 con il blocco del canale di Suez, per risparmiare energia, ricoprirono parte dei forni, l'entrata e l'uscita delle tempre, con telo d'amianto. Ho fatto domanda per avere l'indennizzo dall'Inail ma la domanda all'Inail non c'era. Ho rifatto domanda perchè ancora nei termini, ma è stata respinta perchè la Bormioli dice che dove lavoravo non c'era amianto, allora perchè fa la bonifi ca? E come la mia tante altre domande. Ma dopo tutte le ispezioni fatte dall'Ausl e dall'Arpa, ho visto questi tecnici personalmente parecchie volte, dal 1969 al 1994. Non sono stati fatti verbali? L'amianto in reparto non l'hanno mai visto? Se non c'era amianto, non c'è nemmeno ora, di cosa si preoccupa il quartiere San Leonardo? Questa cosa mi puzza parecchio. I reduci superstiti della guerra 15-18 hanno avuto una medaglietta e il cavalierato dopo 60 anni, i parenti dei morti nelle foibe hanno avuto in questi giorni qualche medaglietta dopo altri 60 anni. Io ho già 70 anni, posso sperare ancora? Spero che dopo la pubblicazione qualche autorità intervenga perchè sino ad ora tutti zitti". Mezzadri Pier Paolo Ferdinando Cigala - direttore

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della Medicina del Lavoro di Parma (Spsal) - ha avuto modo di sentir leggere questa toccante lettera all'incontro di mercoledì scorso. « Mezzadri, continui la sua battaglia », è stata la risposta, perchè « l'Inail si difende negando la realtà ». Cigala ha anche annunciato che « il Dipartimento di sanità pubblica metterà a disposizione la sua documentazione ».

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 23/03/2007

"La bonifi ca in Bormioli? Deve ancora cominciare" " Invito Ecogestioni, ma soprattutto la proprietà della Bormioli ad organizzare al più presto un incontro pienamente informativo, auspicabilmente sotto l'egida del costituendo Osservatorio ambientale. Osservatorio già chiesto uffi cialmente al Sindaco di Parma dal consiglio di quartiere San Leonardo, dalla Provincia, dallo Spsal e dall'Arpa ". Questa è la sfi da che lancia all'azienda del vetro l'ingegnere parmigiano Nicola Valenti , in un documento d'analisi in cui, pure, sono contestate le dichiarazioni rese alla nostra testata il 15 marzo scorso da Francesco Avanza , titolare della ditta Ecogestioni, incaricata dalla Bormioli per la presentazione del Piano di caratterizzazione dell'inquinamento dei terreni interni all'ex vetreria di via San Leonardo. Prima di tutto, la battaglia di Valenti è per la piena trasparenza degli atti. " Invito lo Spsal a divulgare i contenuti del Piano di Lavoro per la rimozione di materiali contenenti amianto (ex art. 34 del D.Lgs. 277/91) sottoposto dall'azienda " scrive, ricordando che " a Milano lo stato delle bonifi che si legge on- line (http:// ambiente.provincia.milano.it/bonifi cheonline)". Dati quanto mai utili, visto che non pare possibile al tecnico " considerare felicemente risolta " alla fi ne di aprile " la questione amianto alla Bormioli ". " Isovit, la ditta specializzata e certifi cata per bonifi che amianto, non terminerà a Pasqua la bonifi ca dell'intera area Bormioli, ma più probabilmente la bonifi ca dell'area posta sotto sequestro vale a dire un'area molto limitata rispetto ai 180.000 mq dell'intero complesso. Ricordano sia l'ARPA (Polis 26 gennaio) che la legge (Art 34 del D.Lgs. 277/91) l'obbligatorietà di un piano di lavoro predisposto dal datore di lavoro. Perché di questo piano non si parla più? Quanto amianto c'è dentro la Bormioli ? Dove è localizzato ? Che percentuale del totale sta smaltendo la ditta specializzata Isovit?". " Invece di porre pubbliche scuse alla cittadinanza per conto di chi lo stipendia, per il potenziale disastro ambientale dell'estate scorsa, Avanza afferma che "E' nostro parere che nessuno ha respirato fi bre di amianto in quel periodo". Peccato - scrive Valenti - che non esista una soglia minima di rischio nell'esposizione: anche una sola, infi nitesimale fi bra può provocare, in chi la inali - e ciò anche a distanza di decenni - un mesotelioma". Valenti porta come contributo anche un " particolare importante ": il " campionamento aerodisperso è solo uno dei due metodi previsti dal DM 06/09/94. Questa procedura, seppur doverosa, ha ovviamente dato un risultato confortante (cosa prevedibile essendo stato effettuato il monitoraggio in Dicembre, quando si è demolito in estate, e soprattutto dopo che il cantiere era stato messo in sicurezza dall'ARPA). Esiste però anche il "campionamento massivo". Si è proceduto a verifi care, e lo chiedo ai tecnici dell'ARPA e dell'AUSL, con campionamenti massivi eventuali tracce di amianto friabile nelle polveri stratifi cate non esposte agli agenti atmosferici dell'Asilo Archimede e sulle abitazioni circostanti (ad esempio sotto le tegole, sotto i cornicioni, sotto le grondaie) o ci si è limitati ad una mera ispezione visiva? " Il patron di Ecogestioni, poi, sottolineava che " è interesse di tutti intervenire rapidamente (...) per non lasciare un catafalco nel cuore della città ". Anche in questo caso, l'ingegnere si oppone. " L'unica ad avere fretta in questa storia è la proprietà della Bormioli. I cittadini vogliono che vengano prese le necessarie misure di sicurezza, illegalmente non prese in passato, che chi ha sbagliato paghi per quello che ha fatto e che poi, con tutto il tempo necessario, si proceda alla bonifi ca e all'eventuale trasformazione dell'area nell'ennesimo centro commerciale ". A queste obiezioni, si è aggiunto ieri l'intervento di Marco Ablondi , consigliere comunale da subito schierato a fi anco del Comitato civico dei cittadini del quartiere San Leonardo. « Auspico - ha detto - una più approfondita verifi ca perchè potrebbero essere sfuggite ulteriori presenze di amianto alla Bormioli ». (EllePi)

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 22/03/2007

Amianto nel parmense: si muove la Provincia L'assessore Castellani, dopo l'incontro con i cittadini del comitato Bormioli e la delegazione di Casale Monferrato, rilancia sulla necessità degli osservatori ambientali per monitorare le dismissioni critiche Un osservatorio ambientale per far fronte alle realtà critiche del parmense, coordinato dalla Provincia e con la presenza degli enti locali interessati, dell'Arpa, dell'Ausl, dei rappresentanti dei cittadini. Questa è la proposta avanzata ieri dal Comitato di lotta per la difesa della salute pubblica - sorto all'indomani dell' affaire amianto alla Bormioli Rocco di via San Leonardo, nel dicembre scorso - e recepita dall'assessore provinciale all'Ambiente Giancarlo Castellani . Speciale l'occasione del confronto: un tavolo tecnico - preparatorio all'incontro pubblico di ieri sera all'auditorium Toscanini - con la delegazione tecnico-politica del Comune di Casale Monferrato, guidata dall'assessore alla Tutela ambientale Riccardo Revello (Rifondazione Comunista), scesa a Parma su richiesta dei cittadini del quartiere San Leonardo per portare l'esperienza acquisita nella bonifi ca del suo territorio, contaminato per quasi un secolo - dal 1906 al 1986 - dal più grosso sito per la produzione di eternit, il noto pannello in cemento-amianto. Un vero e proprio disastro ambientale, quello consumato in quella parte di territorio piemontese e in altri 40 Comuni circa, da cui proveniva la forza lavoro impiegata nello stabilimento di proprietà di una multinazionale svizzera dal nome non proprio originale, la Eternit. « La proposta dell'osservatorio, così come è già stato fatto a Solignano per la Laterlite (vedi Polis Quotidiano del 14 febbraio scorso, ndr) è da sposare in pieno perchè rappresenta un fatto positivo e di approfondimento », Castellani se ne è detto certo. Tanto più che dal maggio-giugno scorso « la legge regionale ha delegato alle Province le competenze per le bonifi che ambientali ». Condizione temporale che di fatto nega, però, l'autorità all'ente di Piazzale della Pace di poter attivare un osservatorio anche per l'ex vetreria Bormioli Rocco su cui, pure, pendono le richieste al Comune di Parma - tutt'ora senza risposta - avanzate dal consigliere comunale Marco Ablondi , dal Consiglio di quartiere (all'unanimità) e più volte dai cittadini. Il "lavoro" da svolgere nel parmense non mancherà di certo, dato che esistono diverse altre realtà di dismissioni aziendali su cui occorre vigilare « attraverso una attenta valutazione delle loro condizioni ». Castellani fa alcuni esempi: « Manzini, Braibanti, Pezziol, Altea, il gasometro di via Trieste ». Gli fa eco Giuseppe Massari (capogruppo Ds presso il Consiglio del quartiere San Leonardo) che era al tavolo insieme ai Cittadini del comitato, a Ferdinando Cigala (direttore della medicina del lavoro di Parma), a Gabriele Alifraco (dirigente provinciale Servizi Ambiente) e ad un funzionario inviato a rappresentare l'assessore all'ambiente Pietro Vignali . Massari Ha chiesto proprio a quest'ultimo che « il Comune ora si doti degli strumenti di controllo e di concertazione tra i suoi uffi ci », per evitare che si ripeta quanto già successo il giugno scorso, quando con una semplice Dichiarazione di inizio attività, arenatasi sulle scrivanie dei due uffi ci competenti, la proprietà della Bormioli poté fare iniziare i lavori di smantellamento del secondo sito più contaminato da amianto dell'intera provincia da una piccola ditta di rottamazioni, che operò senza applicare le rigide normative di tutela, e dei cittadini e dei suoi lavoratori. Revello ha, in un certo senso supervisionato all'attività del tavolo di ieri, come tante altre volte ha avuto modo di fare in giro per l'Italia, chiamato a dare consulenze per gestire correttamente un percorso di dismissione e bonifi ca. L'esperienza che in quel Comune è stata maturata, del resto è notevole. Lì, l'ente pubblico, giusto a titolo esemplifi cativo, eroga un contributo anche ai privati per la rimozione dell'eternit dai tetti o dovunque sia posizionato - provvedendo al servizio di ritiro e trasporto gratuito in una discarica attrezzata realizzata sul territorio - in misura pari al 50% del costo totale di intervento. La fi losofi a che anima l'azione dell'Amministrazione piemontese è semplice quanto effi cace: « Ogni singola fi bra d'amianto resta in aria per tanto tempo, con effetti che alla lunga sono letali per l'uomo. La politica si deve fare carico dell'informazione ai cittadini », su questo Revello non transige. Così come « il sindaco di una città è il massimo responsabile della sanità del Comune e se c'è un rischio minimo deve fare i necessari approfondimenti ». Parole che pesano come un macigno se si considera che, stando alle segnalazioni pervenute dai Cittadini del Comitato, il Comune di Parma ieri sera ha sfi lato all'ultimo momento, dal dibattito pubblico all'Auditorium, il funzionario che aveva delegato a partecipare « su indicazione del suo superiore », rileva Massari. « Posso solo dire - chiosa - che ancora una volta il Comune non sarà presente quando si vogliono affrontare i problemi in maniera costruttiva da parte di un Comitato e di una Circoscrizione ». Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 21/03/2007

Convegno sull'amianto nel San Leonardo "Bonifi ca amianto a Parma: esperienze a confronto" Tutela della salute, procedure di smaltimento questo il titolo dell'incontro che si svolgerà questa sera alle 21 all'Auditorium Toscanini di via Cuneo 3 organizzato da "Comitato di lotta per la tutela della salute pubblica e Associazione Futura con il Patrocinio del Quartiere San Leonardo. "Il convegno - spiega il consigliere di quartiere Giuseppe Massari - è un'iniziativa patrocinata dal Quartiere San Leonardo, con un documento votato all'unanimità. Si parte dallo smaltimento dell'amianto alla Bormioli, che è stato trattato ampiamente nella seduta del Consiglio di Quartiere monotematico del 29 gennaio scorso". L'incontro vuole essere un momento di confronto tra l'amministrazione comunale di Monferrato, già coinvolto in queste problematiche, con le amministrazioni comunali e provinciali di Parma, con rappresentanti e responsabili di AUSL, Arpa, Registro Mesoteliomi. Moderatori saranno la dottoressa Laura Ciccolallo (Fondazione IRCCS, Istituto Tumori Milano) ed il dottor F. Aurora (segretario Associazione Italiana Esposti Amianto).

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 17/03/2007

Il Comitato :«Chiediamo solo di essere informati» In seguito ad uno scandalo ambientale come quello consumato a Parma, nel cuore della città, con il secondo sito più contaminato da amianto della provincia smantellato per circa tre mesi - tra agosto e ottobre - in spregio alle normative, ci si aspetterebbe la corsa delle istituzioni a spiegare ai cittadini cosa è successo e cosa si sta facendo, ora. Invece, informare a Parma resta diffi cile. Luciana Bellini , portavoce del Comitato di lotta per la difesa della salute pubblica, a capo dell'iniziativa del 21 marzo, si aspettava di trovare « un coro unanime di adesioni » ma « l'adesione entusiasta arriva dai relatori che vengono da fuori Parma ». « La percezione è che, nonostante sia stato richiesto all'unanimità dal quartiere San Leonardo un Osservatorio Ambientale sul caso Bormioli, e malgrado esista un piano regionale di protezione dall'amianto, a fatica otteniamo il diritto ad essere informati ». Colpisce come una raffi ca di mitraglia la lista delle autorità assenti : « Arpa ha detto che non ci sarà. Siamo riusciti a ritirare dentro per i capelli Maurizio Impallomeni e Ferdinando Cigala ( Ausl, ndr ). Pietro Vignali (assessore all'ambiente, ndr) non ci sarà ( al suo posto un dirigente comunale, ndr) , si riconferma troppo impegnato per diventare sindaco. Se dimostrasse più sensibilità sarebbe meglio. La sua, è una grande assenza, segno che non gli importa nulla del nostro caso». «Il dottor Magnani, referente del piano regionale di protezione dall'amianto, sarà in sala ma non parlerà». Che dire? « Questa gente non ci deve fare un favore. Informare è solo uno dei loro compiti istituzionali». Ci sarà, invece, a moderare gli interventi e a rappresentare il suo quartiere - in nome « della battaglia de i cittadini» - Giuseppe Massari, capogruppo Ds al San Leonardo e attivista della protesta civica. (Ellepi)

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 17/03/2007

Convegno sul "caso amianto" Mercoledì prossimo un gruppo di tecnici informerà i cittadini sui modi e tempi della bonifi ca nell'area ex-

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Bormioli. E il Quartiere San Leonardo patrocinerà l'iniziativa Che ci sia un problema amianto anche a Parma, più precisamente nell'area ex-Bormioli e in via De Ambris, quartiere San Leonardo, è cosa su cui tutti sono d'accordo. Sui tempi e sui metodi di bonifi ca e di smaltimento dei materiali cancerogeni, invece, le posizioni divergono radicalmente. Con l'intento di informare la cittadinanza sulle esperienze di smaltimento e di tutela della salute, il neonato comitato di lotta e salute e l'associazione "Futura" hanno organizzato per la serata di mercoledì 21 marzo un convegno dal titolo "Bonifi ca amianto a Parma, esperienze a confronto" , nell'auditorium Toscanini di via Cuneo. E c'è già chi parla del rischio che l'incontro si trasformi in «una bomba a mano» : così si è espresso il Consigliere del Quartiere San Leonardo, Marco Agnetti , di Civiltà parmigiana, preoccupato di una diffusione di «allarmismo» . «Sono d'accordo sull'iniziativa, ma la mia paura è nella prospettiva in cui il convegno sarà strumentalizzato. Va benissimo l'informazione, ma così si punta il dito contro alla Bormioli». I relatori invitati all'incontro di mercoledì non avranno tuttavia l'aspetto di agitatori: sono state chiamate fi gure che ricoprono incarichi istituzionali, come l'assessore all'Ambiente della Provincia, Giancarlo Castellani , il direttore del servizio prevenzione e sicurezza della medicina del lavoro, Ferdinando Cigala , l'assessore all'ambiente del Comune di Casale Monferrato e altre personalità del settore scientifi co. È stato invitato, ma non parteciperà, anche l'assessore all'Ambiente del Comune di Parma Pietro Vignali . Al suo posto sarà presente Michele Venturi, dirigente del Settore ambiente del Comune, che pure presenziò come delegato dell'assessore al precedente incontro del 29 gennaio. L'assicurazione della partecipazione di dodici relatori istituzionali - messa in risalto dal consigliere Luciano Trombini (Ds) - ha placato le polemiche, tanto che il Consiglio ha votato all'unanimità il patrocinio al convegno. «Aiutare l'iniziativa di questi abitanti, nell'acquisire e divulgare informazioni, è quello che il quartiere è chiamato a fare e che dovrebbe cercare di fare più spesso per essere vicino alle richieste delle persone che rappresenta» ha auspicato Cristina De Bernardis , consigliere di minoranza del San Leonardo. «Si tratta di un convegno tecnico che non vuole creare allarmismi - ha assicurato il capogruppo dei Democratici di sinistra Giuseppe Massari -. Prenderci cura di questa iniziativa signifi ca tenere viva l'attenzione sulla questione Bormioli. Occorre monitorare anche le altre problematiche legate all'amianto della città: Il patrocinio è il primo passo in questa direzione». Infi ne, anche per il presidente Mario Cesari (Civiltà parmigiana), si è trattato di un provvedimento per «dare voce ai cittadini». Enrico Gotti

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 17/03/2007

Dal Comune via libera al piano di caratterizzazione Si è riunita la conferenza dei servizi, convocata dal Comune di Parma, per discutere con i proprietari dell'area ex Bormioli Rocco di via San Leonardo del piano di caratterizzazione depositato nei giorni scorsi. " Comune, Provincia, Asl e Arpa hanno valutato positivamente il piano della Bormioli - rileva un comunicato uffi ciale diffuso ieri dal Municipio - avanzando tuttavia alcune ulteriori richieste e mostrando alcune perplessità. I vari enti, infatti, hanno presentato alcune prescrizioni, che i proprietari dell'area si sono già detti disponibili ad accogliere. In particolare il Comune di Parma ha avanzato la richiesta di un maggior approfondimento delle analisi e un ampliamento dei siti di rilevamento ". In vista della dismissione dell'area, infatti, il Comune di Parma, in accordo con gli altri enti componenti la Conferenza dei servizi, " ha chiesto che venisse presentato un piano di analisi e ricerca con l'obiettivo di rilevare le eventuali zone inquinate comprese nell'area . Un primo passo per valutare e quindi intervenire con il necessario risanamento, che sarà effettuato dai proprietari con il monitoraggio dei diversi enti preposti al controllo ". In particolare saranno effettuati " carotaggi, scavi e sondaggi per stilare una vera e propria mappa informativa dell'inquinamento presente in un sito, fi no a qualche anno fa sede di un impianto industriale ". Intanto " vanno avanti i lavori di smaltimento dell'amianto rinvenuto sempre nell'area ex Bormioli. L'area, tuttora sotto sequestro, vedrà la conclusione delle opere di bonifi ca entro Pasqua ".

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 15/03/2007

Bormioli Rocco: ad aprile partono le analisi del suolo Il piano per la ricerca degli agenti chimici che hanno inquinato il sottosuolo è stato approvato ieri. Comincerà appena conclusa la bonifi ca dall'amianto Inizieranno fra poco più di un mese, alla fi ne di aprile, le analisi dei terreni dell'ex vetreria Bormioli Rocco di via San Leonardo, ultimo passo prima dell'avvio della bonifi ca defi nitiva. Occorrerà solo attendere la fi ne delle attività di rimozione dell'amianto dal sito industriale, per cui sta operando dal 7 febbraio scorso la ditta specializzata Isovit. I lavori di monitoraggio sono dettagliatamente illustrati nel "piano di caratterizzazione" presentato alla Conferenza dei servizi - il tavolo multi istituzionale che riunisce Comune di Parma, Provincia, Arpa, Ausl e in questo caso Enìa, competente in materia di falde acquifere - già nel febbraio scorso dalla ditta bresciana Ecogestioni, incaricata dalla Bormioli a dicembre, e sostanzialmente approvato ieri nel corso di un nuovo incontro al Duc, durato circa due ore. Mancano solo alcune minime integrazioni che saranno comunque apportate nei prossimi giorni. Il Piano, 80 pagine circa, nasce con l'obiettivo di analizzare, come ricorda l'ingegnere Francesco Avanza , titolare della Ecogestioni - azienda già partner di Enel, Parmalat, Saiwa, Danone Italia e Avio Group -, « tutte le sostanze chimiche presenti nel sottosuolo all'interno del perimetro industriale » e contiene, all'uopo, delle ipotesi sulla dislocazione di questi elementi, redatte anche grazie alla collaborazione delle memorie storiche « dei vecchi funzionari Bormioli in pensione ». Fra poco, quindi, partirà una « indagine a spettro largo che se confermerà queste ipotesi darà il via libera al piano di bonifi ca ». In caso contrario, potrebbe rendersi necessaria « una seconda fase d'investigazione ». Praticamente in tutta l'area della Bormioli si procederà con delle indagini che ricorreranno a dei « carotaggi » che scenderanno ad una « profondità di 6 metri », oltre che a delle « trincee con escavatrice per l'analisi, ad una profondità di circa 3 metri, del primo strato d'argilla ». Saranno quindi 40 i punti di prelievo, scelti « in base alla storia dell'azienda » e si provvederà anche all'installazione di « sei piezometri a monte e a valle per verifi care lo stato delle falde ». Si punta al ritrovamento « sostanzialmente di idrocarburi (nafta), perchè ci sono un paio di aree potenzialmente inquinate » - il deposito delle botti di nafta era « al centro dell'ex area produttiva » -, ma per altre zone del sito si parla della possibile presenza di « fl uoruri, metalli pesanti e cloruri ». « Dall'analisi storica risulta che non siamo davanti ad un petrolchimico », tranquillizza però Avanza, pronto ad assicurare che « la situazione è assolutamente sotto controllo. So che ci sono timori, ma Parma per fortuna ha un bello zoccolo d'argilla sotto i piedi », che dovrebbe aver impedito la penetrazione degli agenti inquinanti troppo in profondità. Per il tecnico, resta comunque il fatto che « è interesse di tutti intervenire rapidamente per rendere l'area sfruttabile dal punto di vista urbanistico e per non lasciare un catafalco nel cuore della città ». Il patron della Ecogestioni ha le idee chiare anche sul rischio che possono aver corso i cittadini del quartiere San Leonardo quando, dal 10 agosto all'ottobre scorso una piccola ditta di rottamazioni mise mano, prima dello stop decretato dalla Procura, allo smantellamento del sito industriale senza le benché minime misure atte a non sprigionare amianto. « E' assolutamente nostro parere, mio e di Isovit, che nessuno ha respirato fi bre di amianto in quel periodo», dato che era stipato «per il 90% in locali chiusi e i lavori fatti non hanno creato le condizioni, grazie anche alle favorevoli condizioni climatiche, per una dispersione tale da allarmare i cittadini. Che fosse doveroso procedere in modo diverso sono il primo a dirlo - chiosa Avanza - ma constato ugualmente il fatto che non ci sono stati rischi ». A suffragio del suo ragionamento porta, non a caso, le « analisi perimetrali fatte dall'Ausl prima dell'avvio dei lavori di bonifi ca da amianto, che non hanno trovato traccia » del temuto elemento. Quindi, tutto procede secondo le tabelle di marcia, sotto il completo controllo delle autorità preposte, Arpa e dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl di Parma, cui dovrà obbligatoriamente essere segnalato l'avvio dei lavori di monitoraggio del suolo, subordinati anche al dissequestro da parte della Procura delle porzioni di area industriale bloccate l'ottobre scorso. Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 28/02/2007

Amianto alla Bormioli: il quartiere chiede l'osservatorio ambientale Accesa seduta del San Leonardo. Il consigliere Marco Agnetti (Civiltà Parmigiana) attacca Polis Quotidiano. Per dire sì pretende di stralciare il nome della testata dalla mozione di richiesta Tanta carne al fuoco lunedì sera alla riunione del Consiglio del Quartiere San Leonardo. E la seduta, che ha visto tra l'altro la presenza anche di alcuni cittadini, è stata molto animata. Sono stati due gli argomenti trattati importanti non solo per il quartiere, ma per tutta la città di Parma: l'analisi del documento per l'istituzione di un osservatorio ambientale sulla bonifi ca dell'area ex Bormioli, presentato dal consigliere Giuseppe Massari dei Democratici di sinistra, e la richiesta da parte del "Comitato Rione Colombo" di un incontro pubblico per discutere il piano di viabilità alternativa realizzato dal Comune. Sul primo punto Massari, leggendo la sua mozione, ha dapprima ripercorso tutto l'affaire Bormioli. Premessa che ha dato fastidio al consigliere di Civiltà Parmigiana Marco Agnetti . Due i punti della mozione al centro della diatriba. Il primo è quello in cui si spiegava che solo tramite " un 'articolo di stampa apparso su Polis Quotidiano si apprendeva quanto successo ". Il secondo, invece, e quello in cui si evidenziava una mancata inadempienza da parte degli uffi ci comunali e degli assessorati invece, e quello in cui si evidenziava una mancata inadempienza da parte degli uffi ci comunali e degli assessorati interessati. Su quest'ultima questione, però, come ha spiegato tra gli altri Giuseppe Trombini dei Ds « tutto è già stata risolto il 29 gennaio scorso dagli stessi dirigenti comunali che hanno ammesso difetti di comunicazione tra gli assessorati» . Quindi, tutta la polemica si è spostata sul nostro giornale, messo all'indice dal consigliere di Civiltà Parmigiana. Lo stesso Agnetti ha minacciato che non avrebbe votato il documento se non fosse stato tolto il nome della testata. Ma cosa chiedeva il documento? E perché così tanta acredine nei confronti di Polis? Il documento chiedeva semplicemente al sindaco di Parma, Elvio Ubaldi , "un impegno preciso perché sia istituito uno specifi co osservatorio che possa seguire tutte le attività di smantellamento della fabbrica Bormioli". E Polis Quotidiano, che c'entra? Il giornale è stato to uno specifi co osservatorio che possa seguire tutte le attività di smantellamento della fabbrica Bormioli". E Polis Quotidiano, che c'entra? Il giornale è stato accusato, neanche troppo velatamente, di faziosità dal consigliere Agnetti. Faziosità nell'aver dato la notizia della presenza di amianto nella ex area industriale? No, affatto. Secondo Agnetti, la faziosità di Polis risiederebbe nel fatto che il giornale non ha attaccato adeguatamente la Provincia, responsabile, secondo il consigliere, al pari del Comune per il mancato rispetto della normativa relativa allo stoccaggio di sostanze defi nite pericolose, la Direttiva Seveso. Anche su questo argomento, però, i due enti si sono già chiariti da tempo. Forse Agnetti, prima di parlare, avrebbe dovuto leggersi più attentamente l'edizione di Polis Quotidiano del 13 gennaio scorso. Alla fi ne, e vista l'importanza dell'osservatorio vien da dire per fortuna, dopo aver deppennato il nome della testata "faziosa", il testo è stato così approvato all'unanimità dagli otto consiglieri presenti. In attesa di una risposta da piazza Garibaldi, Alberto Dalla Fiora , membro del "Comitato di lotta per la tutela della salute pubblica", ha precisato che «o sservatori di questo tipo servono a tutelare la popolazione e sono stati istituiti anche in altre zone industriali con forte presenza di amianto, per esempio a casale Monferrato». «Il comitato - continua Dalla Fiora - crede sia d'obbligo l'istituzione dell'osservatorio e chiede di farne parte» . La riunione è stata molto accesa anche sul dibattito relativo al piano di mobilità alternativo per il rione Colombo. Piano che secondo Massari è « decisamente scarso e raffazzonato, sia perché privo dei controlli sul fl usso di traffi co, sia perchè non si da una risposta sul sottopasso ciclopedonale di via Benedetta richiesto a gran voce dagli abitanti». Il Comune - ha continuato il consigliere diessino - ha impiegato tre mesi per stilare una mezza paginetta dopo essere stato sollecitato più volte dal sottoscritto, probabilmente voleva darci un contentino». Su questo punto il Consiglio ha chiesto al Comune una documentazione più adeguata da valutare insieme ai cittadini durante un incontro pubblico da svolgersi prima di Pasqua. Sui due temi discussi, quindi, non rimane che aspettare le risposte da piazza Garibaldi.

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Chissà, forse in periodo di campagne elettorali i tempi della politica saranno più tempestivi. Massimiliano Brunetti Su quest'ultima questione, però,

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 28/02/2007

La Cgil: "Basta minimizzare il problema" Il sindacato di categoria degli edili appoggia la costituzione dell'osservatorio, bacchetta Comune e Bormioli S.p.a. e avverte: "Stop ai rischi per i lavoratori in nome del profi tto" Anche la Cgil di Parma interviene sulla dismissione e la bonifi ca dell'ex vetreria Bormioli Rocco di via San Leonardo. Fabrizio Ghidini , segretario provinciale della Fillea, la sigla che rappresenta i lavoratori del ramo edilizio, ha redatto un duro j'accuse all'indirizzo del Comune di Parma e della Bormioli Spa, appoggiando la mobilitazione dei cittadini e chiedendo uffi cialmente che il suo sindacato sia " rappresentato e coinvolto " dall'Osservatorio ambientale, già richiesto nei giorni scorsi, senza riscontri positivi, peraltro, dai consiglieri Ds del quartiere - guidati dal capogruppo Giuseppe Massari -, dal consigliere comunale di minoranza Marco Ablondi e dai cittadini del Comitato di lotta per la difesa della salute pubblica. " I lavori di bonifi ca ambientale dell'area Bormioli di San Leonardo, per gli abitanti del quartiere e per i lavoratori coinvolti, sono iniziati nel peggiore dei modi ", scrive Ghidini, riferendosi per quel che riguarda il Comune di Parma e la Bormioli Spa, all'avvio l'estate scorsa - correva il 10 agosto - dei lavori di demolizione della fabbrica, certifi cata da Arpa nel 2004 come il secondo sito più inquinato da amianto dell'intera provincia. Lavori condotti da una piccola azienda di rottamazioni del milanese - senza il rispetto delle rigidissime normative previste a tutela e dei lavoratori e dei numerosi cittadini residenti a ridosso dello stabilimento - bloccata dall'intervento della Procura nel mese di ottobre. " La Società Bormioli ha affrontato la questione - osserva il sindacalista - come si trattasse di intonacare un paio di uffi ci e non, invece, di un'opera di notevole complessità che necessita di elevata professionalità da parte delle imprese e dei lavoratori che vi saranno impiegati. Bonifi care un sito produttivo di grandi dimensioni e di antico insediamento costa molto. Partiamo da qui. Farlo al massimo ribasso di costi signifi ca scaricare su lavoratori, abitanti e ambiente oneri che sono invece della società vetraria". In virtù di tutto ciò " la Fillea Cgil non accetta che la salute dei lavoratori, già gravata da una tipologia di lavoro a rischio, venga ulteriormente messa a repentaglio da logiche di mero profi tto ". Dal sindacato, quindi, piovono pietre sull'azienda del vetro e pure sul Municipio, cui Ghidini si rivolge in modo più che chiaro: " Non si capisce l'atteggiamento del Comune di Parma che, minimizzando la questione con malcelata suffi cienza, non fa altro che alimentare l'allarme e i sospetti dei cittadini. Cosa deve avere a cuore un Comune se non la salute e le legittime preoccupazioni della sua comunità? ". E' la stessa angosciosa domanda che, perlomeno dall'intervento della Magistratura, si stanno ponendo i cittadini del Comitato di lotta per la difesa della salute pubblica insieme ad un numero crescente di uomini e donne, più che mai preoccupati di scoprire, ora che i lavori di bonifi ca sono ripresi per mano di una ditta specializzata e sotto la strettissima sorveglianza di Arpa e Medicina del lavoro, quanto amianto hanno respirato nei mesi in cui, indisturbati, proseguivano i lavori di demolizione nello stabilimento di via San Leonardo. La saldatura tra sindacato e cittadini rafforza evidentemente, la necessità di costituire un Osservatorio ambientale. Tanto più ora che anche il Consiglio di quartiere s'è mosso in tale direzione. " Esperienze partecipative di questo genere - conclude Ghidini - sono state già sperimentate in altre città (a Solignano se si guarda nella nostra provincia, ndr) e sono convinto, in termini più generali, che il tema della partecipazione dei cittadini, dell'apertura delle istituzioni locali a un confronto non formale con la comunità, oltre alla questione e delle regole certe che si devono stabilire, dovrebbe essere al centro del confronto politico amministrativo in una città che si avvia al voto ". Allora, " a fronte di un problema oggettivamente rilevante" , quella avanzata è "una legittima istanza "di trasparenza e partecipazione" , cui il Comune "non dovrebbe chiudersi ". Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 17/02/2007

A fi ne mese la Bormioli presenta il suo piano Servirà per la valutazione della presenza di contaminanti nel suolo e nel sottosuolo Le operazioni di indagine ambientale e bonifi ca nell'area Bormioli Rocco di via San Leonardo - il secondo sito più inquinato da amianto dell'intera provincia - disegnano una situazione che " è stata ed è correttamente gestita, secondo le norme in vigore e tramite le più corrette e scrupolose procedure in materia ". Sta scritto in una nota uffi ciale diffusa ieri dall'assessorato all'Ambiente del Comune di Parma. Per " evitare inutili allarmismi ", l'Ente ricorda che la bonifi ca dall'amianto ora è in mano ad " una ditta specializzata, incaricata dalla Bormioli" , per "tutte le operazioni di bonifi ca necessarie" , nel rispetto "dei protocolli operativi vigenti e delle prescrizioni espresse da Arpa ed Asl che vigilano su tutte le fasi operative ". " La stessa Asl - si legge - ha comunicato che le analisi effettuate il 7 febbraio durante i lavori di rimozione non hanno rilevato presenza di fi bra d'amianto ". L'indagine ambientale, nota come " Piano di caratterizzazione " - richiesta dal Comune " in data 29 novembre 2006 " - sarà presentata il prossimo 28 febbraio ed i cui " contenuti tecnici " sono stati defi niti " il 7 febbraio " durante " un incontro al quale hanno preso parte Arpa, Asl e Provincia di Parma". La " completezza e congruità" del piano sarà oggetto "di valutazione da parte degli enti preposti, che dovranno esprimersi nel merito ". " Non sussistono motivi di preoccupazione - scrive l'assessorato Ambiente - e la società civile, le sue organizzazioni e i singoli cittadini hanno a disposizione tutti gli strumenti per vigilare ". Poche righe che sembrano cassare la richiesta di istituire un Osservatorio ambientale che coinvolga autorità competenti e cittadini, depositata attraverso una mozione da discutere in Consiglio comunale dal consigliere di Rifondazione Marco Ablondi , il 13 febbraio scorso. Inoltre, ora i controlli ambientali sono rigorosi ma, senza nessun tipo di allarmismo, i cittadini continuano a voler sapere cosa hanno effettivamente respirato tra il 10 agosto e il mese di ottobre, quando la Procura stoppò una ditta di rottamazioni impegnata a smantellare lo stabilimento senza le precauzioni che oggi sono invece così rigorose. Su quel lasso di tempo il Comune non interviene. ( EllePi )

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 14/02/2007

«Bormioli, un osservatorio per l'emergenza amianto» Il consigliere comunale Marco Ablondi con una mozione chiede uno strumento di monitoraggio sullo smantellamento dell'ex vetreria di San Leonardo Un " Osservatorio " per il controllo costante e partecipato dai cittadini dello smantellamento dell'ex vetreria Bormioli Rocco in via San Leonardo. Questa è la richiesta avanzata ieri con una mozione da Marco Ablondi , consigliere comunale di minoranza in quota Rifondazione comunista, che riprende il suggerimento di Giuseppe Dallara , direttore generale di Arpa, lanciato il 29 gennaio scorso durante la pubblica seduta del Consiglio di quartiere. La mozione - iscritta all'ordine del giorno del Consiglio comunale convocato per il 19 febbraio - chiede che il parlamentino ducale si impegni ad esprimere " un indirizzo al Sindaco" affi nché l'Osservatorio sia istituito e " partecipato da rappresentanti del Quartiere e dei cittadini che, in collaborazione con Arpa, Medicina del lavoro e servizio comunale Ambiente possa costantemente seguire tutte le attività di controllo dello smaltimento della fabbrica Bormioli ". Ablondi propone anche che il Consiglio esprima "apprezzamento per l'operato degli Organi istituzionali (Arpa e Medicina del lavoro, ndr) preposti alla vigilanza e tutela della sicurezza e della salute delle persone e dell'ambiente". Si tratta di una richiesta che diffi cilmente potrà essere accolta dalla maggioranza, considerando le premesse poste sul documento dall'esponente di Rifondazione, che ripercorre con precisione le tappe che hanno portato all'avvio di una roccambolesca demolizione della Bormioli nell'estate scorsa, ed in cui mette bene in evidenza alcuni malfunzionamenti della macchina comunale. Ad esempio, " in data 10 agosto 2006 le ditte esecutrici dei

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lavori hanno iniziato l'attività di smantellamento impianti nella inerzia dei preposti servizi comunali nonostante i responsabili di Arpa avessero comunicato al Settore Mobilità e Ambiente del Comune, fi n dal 12 gennaio 2006, che la Bormioli utilizzava e stoccava sostanze classifi cate come pericolose e che l'Azienda era sottoposta alla Direttiva Seveso sulle aziende a rischio ". Nello stesso documento, ricorda Ablondi, l'Agenzia regionale consigliava anche di " verifi care" che la Bormioli Rocco avesse messo in atto "misure idonee alla dismissione del sito, dichiarandosi a disposizione per l'eventuale supporto tecnico ". " Non risulta - scrive il consigliere - che gli uffi ci comunali abbiano riscontrato la lettera di Arpa né che abbiano svolto attività di verifi ca per accertare se la ditta avesse o meno messo in atto idonee misure di sicurezza ". Lacuna evidente, questa, nel momento in cui " in data 8 giugno 2006 la Bormioli Rocco e Figlio Spa ha presentato al Comune una Denuncia di inizio attività per i lavori di manutenzione straordinaria e smantellamento di impianti e forni ". Non a caso, Michele Ventura , responsabile del servizio Ambiente comunale, sempre il 29 gennaio scorso, dichiarò durante i lavori del Consiglio di quartiere cui presenziò al posto dell'invitato assessore Pietro Vignali che «il problema di comunicazione fra i vari servizi è noto e c'è da sempre. Rimane un margine di diffi coltà nel momento in cui c'è la volontà di bypassare le norme. Resta il fatto che questo è un caso eclatante». Occhi puntati, dunque, sulla seduta consiliare del 19 febbraio prossimo per capire se e come gli eletti sugli scranni del Consiglio comunale vorranno cimentarsi nella discussione della mozione presentata da Ablondi. D'altro canto, come scrive lo stesso esponente della minoranza, " la accertata rilevante presenza di amianto ha generato diffusa e giustifi cata preoccupazione tra gli abitanti e le persone operanti nella zona circostante che, prontamente, si sono attivate per sollecitare le più opportune forme di controllo dello stato di fatto esistente e delle eventuali attività future a tutela della sicurezza del lavoro e della salute pubblica". Affrontare l'argomento amianto senza spirito di parte è senza dubbio un gesto dovuto dal punto di vista politico, non foss'altro per il fatto che sul tavolo c'è la corretta gestione del secondo sito più inquinato da amianto dell'intera provincia. In materia di Osservatorio Ambientale, un piccolo Comune come Solignano sta facendo scuola. Parma, capitale dichiarata del nuovo Rinascimento, non è in grado di replicare la stessa esperienza? Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 13/02/2007

Nuovo caso di amianto in città In via De Ambris una lunga fi la di pannelli in eternit sono appoggiati ad una rete a pochi metri dalla scuola "Archimede". Massari (Ds): «Vanno tolti». Bellini (Comitato dei cittadini): «Problema sottovalutato» Resta alto il livello di guardia sull'amianto presente nel quartiere San Leonardo. A meno di una settimana dall'avvio della bonifi ca nel sito dell'ex vetreria Bormioli Rocco, la presenza del pericolosissimo elemento torna ad affacciarsi sulla vita del quartiere con un nuovo caso sospetto, stavolta localizzato all'inizio di via De Ambris, all'altezza del civico numero 2. Appoggiati lungo la recinzione perimetrale di un capannone in via di ristrutturazione, stanno numerosi pannelli di eternit - realizzati in cemento amianto - provenienti dal rifacimento del tetto del fabbricato industriale. Esattamente dall'altra parte della strada si trova, invece, la scuola dell'infanzia "Archimede" da cui, per ironia della sorte, partì nell'ottobre scorso la segnalazione ai Vigili del fuoco che ha portato, con una sorta di reazione a catena, al blocco dei cantieri di demolizione della Bormioli Rocco. La vicinanza dei pannelli alla scuola ha ovviamente messo nuovamente in allarme il Comitato di lotta per la salute, in cui siedono anche diversi genitori di bimbi iscritti alla Archimede. La portavoce Luciana Bellini ha prontamente allertato il Comune di Parma, che a sua volta ha attivato Arpa, intervenuta il 2 febbraio scorso. « Mi hanno detto che quell'eternit è in buono stato anche se in più punti è spezzato, e che sarà rimosso quando fi niranno i lavori nel cantiere », afferma la Bellini evidentemente non soddisfatta né tanto meno rassicurata dalla risposta ottenuta. D'altro canto una pubblicazione scientifi ca del 1991 realizzata da Girolamo Chiappino (all'epoca nel Centro Studio e Ricerca sugli Effetti Biologici delle Polveri Inalate) e Ida Venerandi (Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Milano), pubblicata dalla rivista bimestrale meneghina "La Medicina del Lavoro", dimostrava senza possibilità di fraintendimento che " le coperture in cemento amianto si deteriorano ad opera degli agenti atmosferici in modo tale da costituire

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una importante fonte di dispersione di fi bre di amianto ". Il degrado della copertura in cemento è favorito dagli sbalzi termici, " poiché la trasformazione in ghiaccio dell'acqua contenuta nelle cavità presenti nella struttura del cemento provoca microfratture che rendono la superfi cie più permeabile all'acqua ". Incidono enormemente le piogge acide, l'effetto corrosivo della pioggia battente e del vento, " che divengono tanto più importanti quanto più la superfi cie ha subito alterazioni chimico-fi siche prodotte dalle piogge acide e dal gelo modifi canti gli strati esterni ". Pure gli organismi vegetali " come muffe e licheni ", contribuiscono al logorio superfi ciale , "in quanto trattengono a lungo le acque acide a contatto con il cemento ". Tutto questo per dire, insomma, che un vecchio pannello in cemento amianto è sottoposto a fenomeni di corrosione intensi che contribuiscono al rilascio di fi bre cancerogene. Per questo Giuseppe Massari , capogruppo Ds nel Consiglio di quartiere, sostiene che « il caso di via De Ambris dove i pannelli sono stati appoggiati ad una recinzione, rappresenta un uso improprio di eternit che erano collocati altrove. Il buon senso e la buona tecnica dovrebbero obbligare alla loro rimozione ». Effettivamente, in Italia nessuna legge costringe chi ancora ha sui tetti pannelli in cemento amianto alla loro sostituzione. Ma dal momento in cui vengono smantellati, come nel caso di via De Ambris, e decade la loro operatività - ecco il buon senso cui si riferiva Massari - andrebbero considerati come rifi uti speciali da smaltire in modo appropriato. Invece, nonostante una scuola sia negli immediati paraggi, i pannelli « in buono stato » resteranno al loro posto, appoggiati alla recinzione fi no alla fi ne dei lavori. Data sconosciuta, tra l'altro, dato che, specifi ca Massari, « manca lungo tutto il perimetro del fabbricato in questione il cartello dei lavori con il relativo numero della Dichiarazione di Inizio Attività». Cartello che va esposto obbligatoriamente, ai sensi del Regolamento edilizio comunale (articolo 19). « L'impressione è che ancora una volta il tema dell'amianto venga sottovalutato - lamenta la Bellini -. C'è carenza informativa e ogni giorno di più rileviamo che casi come questo sono tantissimi. Inoltre, lo studio di Chiappino e Venerandi è del 1991 e per lo meno da allora sappiamo che anche l'eternit che resta sui tetti produce ugualmente un danno e nonostante questo manca una legge che obblighi al suo smaltimento. E' una situazione che davvero giustifi ca il percorso di auto-informazione che il Comitato sta portando avanti ». Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 08/02/2007

«Vigileremo ancora sul cantiere» Puntuali come gli operai che ci lavoravano, Maurizio Vescovi (consigliere comunale della Margherita), Giuseppe Massari (capogruppo Ds nel Consiglio del quartiere San Leonardo) e Luciana Bellini (portavoce del Comitato dei cittadini) si sono presentati ieri mattina, alle 8.30, davanti ai cancelli della Bormioli Rocco di via San Leonardo, per vigilare sull'avvio dei lavori di bonifi ca dall'amianto del sito. « Mi ha rassicurato la serietà dell'impresa (la milanese Isovit, ndr) - ha detto la Bellini -, anche se mette tristezza constatare con quanta attenzione si tratta ora il problema dell'amianto e, di rifl esso, con quanta leggerezza lo si è gestito nei mesi scorsi. Mi auguro che questa ditta si occupi della successiva fase di bonifi ca totale ». « Sono rimasto colpito dalle dimensioni dell'area - evidenziava invece Vescovi -, veramente imponenti. Si fa fatica a pensare e persino a credere come sia stato possibile avviare la demolizione a suo tempo, in maniera così inopportuna, sulla base di una semplice Dia ». L'esponente della Margherita, inoltre, punta la sua attenzione « sulla bellezza della palazzina costruita nel 1903, che merita d'essere restituita alla città, dopo la bonifi ca su cui terremo tutti quanti gli occhi aperti ». Massari s'è detto convinto che l'avvio dei lavori di rimozione dell'amianto, all'insegna del rispetto delle procedure più rigorose, sia « una grande vittoria dei cittadini organizzati nel Comitato di Lotta e del Consiglio del quartiere San Leonardo, che hanno voluto mettere il naso dentro questa vicenda ». Il raid effettuato ieri « è solo l'inizio di un lungo percorso di osservazione dei lavori di bonifi ca alla Bormioli Rocco, vera e propria bomba ecologica esplosa in città ». Una constatazione: a parte questi tre cittadini e il consigliere comunale Marco Ablondi (Rifondazione Comunista, ieri fuori mura) da mesi in prima linea, nulla è dato sentire o leggere sul pensiero degli altri eletti sugli scranni del Consiglio comunale ducale. E dire che l'affaire amianto in Bormioli non ha proprio le caratteristiche del miraggio. (EllePi)

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 08/02/2007

Amianto alla Bormioli: arrivano le tute bianche Da ieri operai al lavoro con misure di sicurezza blindate per la rimozione dell'amianto dal piano terra e dal primo piano della vetreria Operai in tuta bianca, guanti e calzature di protezione, respiratori e occhialoni. Movimenti al rallentatore. Sembrano astronauti i lavoratori che ieri hanno iniziato la bonifi ca dall'amianto dell'ex vetreria Bormioli Rocco di via San Leonardo. Sono super specializzati, « dotati di un patentino regionale e della abilitazione sanitaria », dice Massimo Vitale , rappresentante della Isovit, la ditta specializzata che si è aggiudicata l'appalto per la bonifi ca. Sorvegliati a vista da un funzionario della Medicina del Lavoro - che sarà dislocato sul sito per tutta la durata dell'intervento, stimata in quasi due mesi - hanno cominciato un lungo e delicato lavoro che li vedrà impegnati - organizzati in squadre formate dalle 6 alle 10 persone - soprattutto nella raccolta del coibentante in amianto ampiamente utilizzato come protezione delle tubature per la gestione del calore all'interno della vetreria. Non prima, però, di aver ripulito l'area cortilizia dello stabilimento adiacente a via Genova (identifi cato come Zona C nel piano di bonifi ca). « Bonifi cheremo alcune zone, al piano terra e al primo piano. Ce le hanno fatte vedere - commenta Vitale - e abbiamo proceduto con le analisi, decidendo dove intervenire. Al secondo piano dello stabilimento, invece, i campionamenti massivi fatti su alcuni tubi non hanno invece rivelato la presenza di amianto ». L'intervento di bonifi ca basa la sua effi cacia sulla capacità di non sollevare particelle/fi bre di amianto dalle tubazioni. All'uopo è stata così predisposta nel piano dei lavori una rigida procedura - inviata da Ferdinando Cigala (direttore della Medicina del Lavoro) alla Isovit - che norma ogni passo degli operatori. Le condutture vengono dapprima ricoperte con una sostanza a base vinilica di colore rosso per "incapsulare" l'amianto e poi avvolte da teli di polietilene. A questo punto gli operatori possono tagliare le tubazioni alle due estremità con la tecnica del glovebag: il posizionamento sul tubo di una cella ermetica dotata di guanti interni, per effettuare le procedure di cesura senza che sfuggano residui di amianto. I tubi potranno essere così trasportati in sicurezza all'interno di uno dei cinque punti in cui effettuare la rimozione del coibentante. « Si tratta di casette tutte chiuse, realizzate con teli di polietilene all'interno di fabbricati già esistenti sul sito. Al loro interno l'aria è messa in depressione con fi ltri assoluti che effettuano ricambi d'aria quattro o cinque volte all'ora ». I "laboratori" devono essere assolutamente ermetici e a questa verifi ca provvede « l'Ausl attraverso due test ». Il personale che opererà in queste strutture dovrà essere, una volta uscito, immediatamente decontaminato. Inoltre, ogni giorno saranno fatti dei prelievi all'interno e all'esterno dei laboratori attraverso una verifi ca gestita da Isovit con analisi Mocf (microscopia attiva), inviate nelle 24 ore successive all'Ausl che, comunque, potrà effettuare controlli a sorpresa durante l'attività lavorativa. Il materiale contaminato raccolto e separato dal ferro dentro ognuno dei cinque punti sarà « messo in sacchi neutri, a loro volta collocati in altri sacchi bianchi siglati con la "A" di amianto e sistemati all'interno di big-bag da un metro cubo ». Questi contenitori fi niranno in una discarica autorizzata, pare localizzata in Lombardia. Eccole qua, dunque, le misure di massimo rigore approntate per gestire correttamente la demolizione del gigante industriale inattivo dal 2004. In un grande porzione del cortile interno, dal lato di via Genova, giace ancora una montagna di rottami accatastati alla rinfusa, uno sopra l'altro. Disordine che richiama la tristezza di un paesaggio lunare e che mal si concilia con la precisione super controllata degli operai in tuta bianca indaffarati lì vicino. Scena che rappresenta il manifesto dello scempio amministrativo che ha consentito ad una piccola ditta di rottamazioni di iniziare a demolire con fi amma ossidrica e olio di gomito - tra il 10 agosto e l'ottobre scorso - il secondo sito più contaminato da amianto dell'intera provincia. Nessuna protezione per gli operai, visti da alcuni cittadini lavorare a mani nude, in calzoncini e con calzature sportive. Nessuna protezione per i cittadini del quartiere. In Comune era stata depositata solo una semplice Dichiarazione di inizio attività. Del piano di bonifi ca che oggi viene così rigorosamente applicato - forse, anche ostentato alla cittadinanza - nemmeno l'ombra e nessun funzionario comunale ha mai chiesto conto alla Bormioli Rocco e Figlio Spa di produrlo. «Il problema di comunicazione fra i vari servizi è noto e c'è da sempre. Rimane un margine di diffi coltà nel momento in cui c'è la volontà di bypassare le norme. Resta il fatto che questo è un caso eclatante», ha dichiarato il 29 gennaio scorso Michele Ventura , dirigente del Servizio ambiente comunale. Così, il puro e semplice caso ha fermato gli irregolarissimi lavori: la segnalazione fatta dal corpo docente della scuola materna Archimede - dirimpettaia alla Bormioli - ai Vigili del Fuoco circa un odore, acre e pungente, che aveva reso irrespirabile l'aria. Da qui è partita una reazione a catena che ha portato al blocco del cantiere da parte della Procura della Repubblica. Le misure di sicurezza messe in campo oggi non fugano, però, i dubbi di Luciana Bellini , portavoce del

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Comitato dei cittadini nato il 18 dicembre scorso: « Cosa abbiamo respirato prima dello stop della Magistratura? Non abbiamo ancora ricevuto una risposta chiara e accettabile. Per questo cercheremo di ottenerle altrove, rivolgendoci ad altri esperti ». Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 07/02/2007

Bormioli: al via la bonifi ca dall'amianto Cominciano oggi i lavori previsti dal piano apposito, sotto sorveglianza di Arpa e Ausl Oggi inizieranno i lavori di bonifi ca dall'amianto nel sito della Bormioli Rocco di via San Leonardo, premessa indispensabile ai successivi interventi di demolizione dell'ex vetreria. Il piano degli interventi presentato dalla proprietà la scorsa settimana ha ricevuto il via libera dagli organismi di vigilanza - Arpa e Medicina del Lavoro (Spsal) - che ora ne sovrintenderanno passo passo l'esecuzione, affi data alla Isovit di Paderno Dugnano, nel milanese. Si tratta di una azienda altamente specializzata, iscritta all'Albo nazionale costruttori, in possesso delle necessarie certifi cazioni di qualità - UNI EN ISO 9001:2000 e l'Attestato di qualifi cazione SOA - e già impegnata, tra gli altri, nei cantieri di Enel Produzione Spa, Edison Spa, General Electric International Inc, Eni Spa e Dow Chemical Spa. Un pedigree, sulla carta, eccellente, come del resto richiede la gestione della Bormioli Rocco, vera e propria bomba ecologica nel cuore della città. Bomba la cui pericolosità è stata clamorosamente sottovalutata nel momento in cui una piccola ditta di rottamazione, pure proveniente dal milanese, ha potuto iniziare indisturbata, il 10 agosto scorso, i lavori di demolizione grazie ad una semplice Dichiarazione di inizio attività depositata - correva l'8 giugno - dalla proprietà. Neanche se ad essere smantellata fosse una bottega artigiana e non il secondo sito più inquinato da amianto dell'intera provincia, come Arpa ha pure certifi cato nel 2004. Situazione, questa, che ha messo a nudo una mancanza di comunicazione tra uffi ci comunali, già allertati da Arpa il 12 gennaio precedente, affi nché richiedessero alla Bormioli una serie di indagini geognostiche, utili alla stesura di un piano di bonifi ca che invece non verrà mai presentato. Il piano arriva oggi, dopo che la Procura di Parma ha bloccato il cantiere nell'ottobre scorso, ultimo atto di una segnalazione partita dalle maestre della scuola dell'infanzia Archimede, limitrofa alla vetreria (Polis Quotidiano del 23 novembre 2006). E, soprattutto, dopo che un Comitato di cittadini, appoggiato dal gruppo consiliare Ds del Quartiere San Leonardo, ha prima preso coscienza del problema e poi organizzato una effi cace protesta, raccogliendo fi rme, promuovendo incontri e mettendo alle strette il Comune di Parma. Stavolta, quindi, al contrario di quanto accaduto nei mesi scorsi - quando da agosto ad ottobre cittadini ed operai vissero e operarono sprovvisti delle necessarie misure di sicurezza - la bonifi ca sarà rigorosa. Non a caso, tanto all'Amministratore delegato del gruppo Bormioli Rocco che al direttore di stabilimento, è già stato consegnato un elenco con le disposizioni cui attenersi, che Arpa e Medicina del Lavoro andranno puntualmente a verifi care. La durata dei lavori, stimata in poco più di un mese, vedrà la presenza fi ssa di un operatore della Medicina del Lavoro e saranno costanti le rilevazioni effettuate per controllare la qualità dell'aria durante gli interventi. Tra le tecniche in campo anche quella del "glove-bag" (celle ermetiche di polietilene, dotate di guanti interni per l'effettuazione del lavoro), particolarmente indicata per interventi su tubazioni rivestite in amianto. Garantita la massima sicurezza anche durante la fase del trasporto del materiale contaminato, che verrà depositato entro grandi sacchi di gomma sigillati e collocati in un apposito mezzo per il conferimento in una discarica attrezzata - pare sita in Lombardia - per i rifi uti speciali. E' « soddisfatto » per il livello di sicurezza messo in campo Giuseppe Massari , capogruppo dei Ds nel consiglio del Quartiere San Leonardo. « La rapidità dell'intervento di questa bonifi ca è una vittoria del movimento di cittadini che hanno lottato perchè si facesse chiarezza attorno a quello che succedeva vicino alle loro case ». Luciana Bellini , portavoce del Comitato di lotta, sposa queste parole ribadendo però che « continueremo a mantenere un livello di attenzione molto alto. Non demanderemo più la vigilanza - dice decisa - solo agli organi preposti, data anche la consistenza di questa bonifi ca ». L'impressione è che serviranno parecchie "bonifi che" prima che i cittadini del quartiere ritrovino la fi ducia persa nelle istituzioni. La politica ci rifl etta sopra, almeno ora che è tempo di campagna elettorale. Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 31/01/2007

Amianto alla Bormioli: sotto accusa azienda e istituzioni L'area civile che gravita intorno all'ex vetreria Bormioli Rocco di via San Leonardo oggi non è contaminata da amianto. Lo ha annunciato lunedì scorso Maurizio Impallomeni , dirigente dell'Igiene pubblica dell'Ausl, intervenendo ai lavori del Consiglio di quartiere monotematico riunitosi all'Auditorium Toscanini, su richiesta del gruppo consiliare Ds. Nel dicembre scorso, campioni di aria « effettuati nei quattro punti cardinali posti sul confi ne della Bormioli », ha detto Impallomeni, hanno certifi cato una situazione « perfettamente a norma. Mi sento di dire che l'inquinamento atmosferico non c'è. Il problema grosso è quello di saper sorvegliare una operazione di lavorazione pericolosa (quella della bonifi ca, ndr) per la quale l'azienda presenterà un piano in settimana. Nel momento in cui non ci sono rischi per i lavoratori, non esistono pericoli nemmeno per la popolazione esterna ». Nel corso della seduta i cittadini del San Leonardo, accorsi numerosi, hanno incassato rassicurazioni a raffi ca, non ultima quella di Ferdinando Cigala (medicina del Lavoro) e Giuseppe Dallara (direttore generale dell'Arpa di Parma), pronti a garantire che i lavori di demolizione dell'ex vetreria non ricominceranno fi no a quando la proprietà - Bpi di Lodi - non presenterà un piano di bonifi ca a norma di legge, da applicare rigorosamente, alla stregua di conditio sine qua non per riprendere lo smantellamento del colosso industriale inattivo dal maggio del 2004. Il piano, rivela Cigala, potrebbe giungere già oggi. Parecchio apprezzata anche la proposta di Dallara di dar vita ad un osservatorio che unisca, nel nome della trasparenza e del pieno accesso alle fonti, i cittadini, i consiglieri, le istituzioni, Arpa e Ausl. Ora che lo scandalo ambientale della Bormioli Rocco è defl agrato la gente del quartiere vuole però capire come è stato possibile che tra il 10 agosto 2006 e l'ottobre scorso una piccola ditta di Magnago, nel milanese, abbia potuto iniziare i lavori di demolizione di una fabbrica - segnalata da un censimento di Arpa del 2004 come il secondo sito più inquinato da amianto dell'intera provincia - grazie ad una semplice Dichiarazione di inizio attività - al pari di quelle che i normali cittadini compilano per i piccoli lavori domestici nelle loro dimore - depositata dal legale rappresentante della Bormioli Rocco & Figlio Spa. Tra l'altro, in quella Dia « è stato dichiarato il falso », perchè « l'uffi cio comunale ha ricevuto una dichiarazione che non sottolineava nessun tipo di pericolo. Oggi questi signori hanno una denuncia penale: volevano vendere velocemente l'area ma ora non so quanti mesi o anni ci vorranno ». Lo ha spiegato Michele Ventura , dirigente dell'uffi cio ambiente comunale, unico rappresentante del Comune di Parma venuto in Consiglio di quartiere, nonostante fossero stati invitati uffi cialmente gli assessori competenti, Pietro Vignali (ambiente) e Giancarlo Terzi (Sanità). Oggi, quindi, si annuncia rigore e severità contro una ditta « che ha cercato di bypassare le norme dichiarando il falso » e che pure non ha mai presentato il piano di bonifi ca, che la normativa vigente all'epoca così chiaramente prescriveva. Ugualmente occorre chiedersi come mai il Comune non ha mai risposto alla lettera del 12 gennaio 2006, con cui Arpa consigliava di chiedere alla Bormioli una serie di indagini geognostiche. Tanto più che era ben chiaro a tutte le istituzioni - soprattutto a Comune e Provincia - che la Bormioli è sottoposta alla legge Seveso, che impone particolari restrizioni, valide anche nella fase di gestione post mortem, alle attività considerate pericolose. Invece, ancora l'8 giugno, quando la Dia venne depositata, nessuno andò a chiedere alla proprietà ulteriori documentazioni e i lavori inziarono indisturbati. Per Ventura « il Comune non si è immediatamente attivato perchè i controlli previsti dalla Seveso erano di competenza della Provincia ». Peccato che l'assessore all'Ambiente di Piazzale della pace, Giancarlo Castellani (Margherita), il 12 gennaio scorso avesse già risposto - e ieri l'ha ribadito - ad un medesimo rilievo fatto in Consiglio comunale il 10 gennaio dal vicesindaco forzista, Paolo Buzzi : la Provincia non è Ente competente in materia. Immancabilmente, come nei più classici gialli italiani, il balletto delle responsabilità ha fatto capolino anche in questa vicenda. Resta il fatto incredibile, comunque, che nessun uffi cio comunale abbia ritenuto di approfondire le intenzioni della Bormioli dopo la presentazione di una Dia che annunciava una " manutenzione straordinaria per demolizione e smantellamento impianti e forni " su una ditta a Parma da più di 100 anni e ben nota per le sue problematiche ambientali. Evidenza riconosciuta (con coraggio) anche da Ventura: « Il problema di comunicazione fra i vari servizi è noto e c'è da sempre. Rimane un margine di diffi coltà nel momento in cui c'è la volontà di bypassare le norme. Resta il fatto che questo è un caso eclatante ». Parole sante. Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 31/01/2007

Amianto alla Bormioli: Non ci lasceremo mai più sorprendere Auditorium Toscanini, lunedì scorso. Una data da ricordare nella storia dell'impegno civile di Parma. Il piccolo Consiglio del quartiere San Leonardo ha messo in piazza con coraggio una vi- cenda dai contorni poco chiari, a tratti inquietanti. Una vicenda che ha visto iniziare i lavori di demolizione dell'ex vetreria Bormioli Rocco nel più totale dispregio di norme e procedure, come se la salute di operai e cittadini contasse poco o nulla. Tutto questo è stato possibile con una semplice Dichiarazione di inizio attività, al pari di quelle che si presentano per i piccoli lavori di manutenzione domestica. Irregolare, come dice il Comune di Parma. Ma anche avvantaggiata da una scarsa comunicazione tra gli uffici comunali competenti. Dettaglio certifi cato da Michele Ventura, dirigente dell'uffi cio ambiente inviato a sostituire i pluri-invitati assessori Giancarlo Terzi e Pietro Vignali. Manco l'amianto e la demolizione in modi, tempi e forme demenziali fosse affare non politico, da delegare ad un tecnico. I cittadini si sono organizzati, documentati e molti di loro hanno formato un Comitato di lotta. Già, perchè la salute pubblica, diritto costituzionale, nella ricca Parma si difende sembra un ossimoro, lottando. Tornando ad appendere cartelloni e striscioni come quelli apparsi all'auditorium: "Nessun compromesso, nessuna omissione sulla salute pubblica". "Diritto alla salute rompiamo il silenzio". Andando agli incontri e mettendo alle strette autorità e istituzioni che hanno preso sottogamba la gestione di una vera e propria bomba ecologica nel cuore della città. Mamme, professionisti, sin- dacalisti, normalissimi cittadini pretendono di sapere cosa hanno respirato da agosto ad ottobre, quando la magistratura ha bloccato il cantiere e la demolizione fantozziana che si stava compiendo. Stop partito non dai sensori accesi o dalle leggi che pure ci sono, ma dal naso delle maestre della scuola materna Archimede, che hanno segnalato ai Vigili del fuoco un odore repellente che attaccava gola e occhi. Oggi le analisi dicono che tutto è a posto, ma le fi bre di amianto, leggerissime, non aspettano le carte bollate per farsi trascinare dal vento. E dei poveri operai in scarpette da tennis hanno maneggiato a loro insaputa e senza protezioni cose pericolose. Lunedì Maurizio Impallomeni dell'Igiene Pubblica è stato chiaro: «Sono abbastanza tranquillo nel dire che una grossa esposizione della popolazione non c'è stata». Non nessuna esposizione. Una piccola esposizione. E scusate la differenza non sottile tra i due concetti. Lo scenario è triste ma i cittadini non si arrendono e portano a casa le prime vittorie. Come la proposta del numero uno di Arpa di creare un osservatorio permanente, perchè quando i grandi interessi incalzano e l'area in pieno centro dell'ex vetreria è un grande interesse solo l'unione fa la forza. Non dimentichiamo che la bonifi ca del sito e dei macchinari contaminati sarà lunga. Ora esigono la massima serietà e trasparenza dalle istituzioni le madri che hanno bimbi iscritti nelle tre scuole limitrofe alla Bormioli e che non sanno se mandare l'anno prossimo i loro pargoli in quegli edifi ci, i parmigiani che affollano ogni giorno i vicini poli commerciali, i semplici cittadini che sono corsi a sostenere Giuseppe Massari (capogruppo Ds) e gli altri protagonisti della lotta con- tro la sottovalutazione del rischio amianto: Lucina Bellini (portavoce del Comitato di lotta), i con- siglieri comunali Marco Ablondi (Rifondazione Comunista) Maurizio Vescovi (Margherita). A tutti loro si è rivolto Ferdinando Cigala, della Medicina del Lavoro: «La mia sensazione è che l'attuale direzione della Bormioli fatta da banche, non si serva delle memorie storiche» degli ex lavoratori. «Non c'è solo amianto, ci sono altre sostanze», per questo «serve una caratterizzazione di tutti i rischi chimici. Abbiamo verifi cato che la piccola azienda di Magnago non sapeva che andava a toccare strutture contaminate e ora il dipartimento di sanità pubblica non si lascerà mai più sorprendere: l'azienda non muoverà più una paglia senza l'assenso di un operatore». (EllePi)

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 31/01/2007

L'abc di un assessore Il primo dovere di un amministratore è quello di rendere conto alla collettività, rispondendo anche degli eventuali errori nella gestione della res pubblica . E' una legge della trasparenza e del buon senso. E' una legge politica. Da tre mesi i cittadini del Quartiere San Leonardo hanno scoperto che la demolizione della Bormioli Rocco è cominciata nell'assoluta irregolarità e da allora chiedono alle istituzioni chiarezza, perchè il diritto alla salute non si difende con la paura ma bensì con le certezze e i comportamenti esemplari. Al Consiglio di lunedì scorso erano stati invitati con largo anticipo anche gli assessori comunali Giancarlo Terzi e Pietro Vignali, ma nessuno dei due, s'è fatto vivo. Il primo ha spedito poche righe: " L'Assessore è spiacente comunicare l'impossibilità di partecipare all'incontro. Distinti saluti ". Vignali nemmeno questo. In nome e per conto loro è venuto un coraggioso funzionario che s'è fatto carico degli strali dei cittadini e, pur scagionando il suo Ente, ha ammesso che gli uffi ci della macchina comunale non hanno funzionato a dovere. Soprattutto Vignali, titolare della delega all'Ambiente, molto attento alla cura della sua azione amministrativa, da lunedì deve una risposta a chi aspettava un suo commento. « Esprimo molto rammarico perchè al tavolo non ci sono gli assessori - ha detto il capogruppo Ds Giuseppe Massari - . Ho l'impressione che manchi la volontà di misurarsi con problemi spinosi. Per certi assessori è molto più semplice promuovere la propria immagine tra una messa e l'altra ed è avvilente che un amministratore che passa sulla stampa come molto attento e che magari potrebbe anche candidarsi a sindaco (Vignali, ndr) , mandi un funzionario al suo posto ». Il caloroso applauso riscosso da questo j'accuse dovrebbe far rifl ettere gli assenti, ben oltre la tentazione di liquidare in un batter di ciglia il malcontento popolare come una manipolazione della sinistra, cui pure appartiene Massari. Mario Cesari, presidente del Quartiere, ha avuto il coraggio di chiedere scusa, perchè « dopo aver preso coscienza del problema sono d'accordo con i miei consiglieri che mi hanno accusato di leggerezza » nel gestire il problema. Peccato che al suo fi anco non ci fossero i consiglieri del quartiere di An e Forza Italia, tutti assenti. Quasi che il problema dell'amianto a Parma sia meno importante che altrove.

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 28/01/2007

Amianto: «Preoccupa la corsa a minimizzare» Gentile direttore, innanzitutto vorremmo ringraziare la testata per l'opera di informazione e di servizio che sta svolgendo sul problema amianto alla Bormioli; purtroppo non possiamo dire altrettanto delle altre testate, responsabili di un grave defi cit informativo nei confronti dei cittadini di Parma. Nel quartiere San Leonardo, la questione amianto è fonte di grandissima preoccupazione: non c'è genitore dei bambini frequentanti le scuole del quartiere (il nido e le materne, poste nelle vicinanze della Bormioli, e le elementari e le medie), o cittadino residente che, una volta informato della presenza di amianto nello stabilimento e della diffi cile situazione creatasi con lo smantellamento/trasferimento di parti di impianti della fabbrica Bormioli, non sia fortemente preoccupato . L'amianto, chiamato anche asbesto, è ormai acclarato dalla comunità scientifi ca come pericolosissimo per la salute; non esiste una soglia minima di rischio: bastano anche poche fi bre di questa sostanza per causare gravi patologie, prevalentemente all'apparato respiratorio; è pericoloso sia per chi lo maneggia - i lavoratori coinvolti nelle lavorazioni -, sia per cittadini che inalano l'aria contenente questa sostanza. Da questa premessa muove l'opera del comitato recentemente costituitosi a tutela della salute del San Leonardo: ora vogliamo sapere ! Assistiamo attoniti ad una corsa alla minimizzazione, da parte degli Enti preposti, del rischio corso da tutti gli abitanti del quartiere e dai lavoratori coinvolti nelle operazioni di smantellamento e/o trasferimento di parti degli impianti dello stabilimento. Dobbiamo ricordare che è stata, incredibilmente, una segnalazione attuata dalla scuola materna prospiciente lo stabilimento Bormioli a produrre una verifi - ca da parte degli organi sanitari di controllo e,

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successivamente, una segnalazione di Arpa alla Procura della repubblica di Parma, che, ravvisati gli estremi, ha disposto il blocco giudiziario del cantiere . Pare in atto una corsa per tranquillizzare prima sui rischi in essere e poi, di fronte all'evidenza, al chiamarsi fuori da ogni responsabilità di omesso controllo, di autorizzazioni amministrative concesse in modo leggero o meramente burocratico, per un intervento in un sito che può essere defi nito tra i più pericolosi della città, per l'utilizzo nei cicli produttivi di sostanze altamente tossiche sia in forma liquida, solida o gassosa, che quasi certamente hanno dato origine a fenomeni di contaminazione degli impianti fi ssi e del sottosuolo. Ci pare di intravedere una sorta di "scarico di responsabilità" posto in essere, sostanzialmente, dal Comune di Parma, anche alla luce di quanto evidenziato in Consiglio comunale dalle interrogazioni dei consiglieri Maurizio Vescovi e Marco Ablondi, che hanno denunciato non solo i forti rischi a cui sono stati esposti i cittadini e i lavoratori, ma anche una carenza di attenzione e raccordo tra gli Enti preposti ala salute pubblica, prefi gurando una sorta di grave atto omissivo, in ordine sia al rilascio delle autorizzazioni amministrative, sia alla successiva opera di richiesta di chiarimenti alla ditta Bormioli, che non è stata oggetto di sanzioni economiche per grave nocumento della salute pubblica, come crediamo fosse doveroso . Ora, offriamo l'occasione per colmare queste mancanze: domani alle ore 21si terrà all'Auditorium un Consiglio di quartiere monotematico sulla questione, richiesto dal gruppo Ds del San Leonardo, al quale sono stati invitati l'assessore all'Ambiente Pietro Vignali, l'assessore alla Sanità Giancarlo Terzi, Arpa , il Dipartimento di Igiene pubblica, il dirigente del servizio Ambiente della Provincia . Chiederemo loro di chiarire una volta per tutte ai cittadini lo stato attuale di sicurezza della zona, oltre che di chi sono le responsabilità di questa situazione: - del committente Bormioli, che ha prodotto una documentazione e comportamenti inappropriati al tipo di intervento in un luogo fortemente a rischio ? - del comune di Parma, che ha rilasciato una D.I.A. su un sito fortemente inquinato già segnalato dagli organi sanitari? - di Arpa, che non ha prescritto interventi o opere adeguate per mettere in sicurezza l'area? - del Dipartimento di Igiene pubblica, per gli stessi motivi ? Ci auguriamo che fi nalmente sia fatta chiarezza. Luciana Bellini, Portavoce Com. per tutela salute pubblica Giuseppe Massari, consigliere di Q.re S. Leonardo Inviate i vostri interventi (al massimo 4.000 battute) all'indirizzo e-mail [email protected] o via fax al numero 0521.223322

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 27/01/2007

La Popolare italiana chiude l'affare Bormioli Bpi mette la parola fi ne all'affaire Bormioli. Archiviata senza successo l'asta per vendere la pluricentenaria azienda vetraria di Parma, il tandem Lodi-Efi banca ha strutturato un leverage della Bormioli Rocco e fi glio (Bre) con l'ingresso al 21,3% del fondo Quadrivio e nuovi fi nanziamenti della Popolare di Milano. In pratica il fondo torinese guidato dall'ad Walter Ricciotti sottoscrive un aumento di capitale riservato per 60 milioni della Bormioli fi nanziaria, la holding interamente posseduta da Partecipazioni italiane (ex-Necchi, del gruppo Bpi) che a sua volta ha il 65,7% dell'azienda vetraria in condominio con il restante 31% in mano a Efi banca, la merchant bank del gruppo bancario lodigiano. Ai 60 milioni di Quadrivio si aggiungono le linee di credito che Popolare Milano e la stessa Efi banca erogheranno alla holding e l'intera dotazione così raccolta servirà a Bormioli fi nanziaria per comprare quel 31% dalla banca d'affari di Bpi guidata da Enrico Fagioli. Il duplice scopo dell'intera manovra (si concluderà con la fusione Bormioli fi nanziaria-Bre) è rafforzare il patrimonio dell'azienda e consentire a Efi banca di vendere senza perdite la propria quota. Infatti post-aumento il gruppo vetrario avrà debiti netti per 160 milioni, compatibili col reddito delle vetrerie (2,5 volte i 67,2 milioni di debiti dell'esercizio scorso, su un fatturato di 522). Mentre Efi banca uscirà dal capitale senza incorrere in perdite, visto che la sua quota verrà pagata 118 milioni. Cioè sulla base di un valore d'impresa di 380 milioni che non era stato raggiunto nell'asta.

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 26/01/2007

Lunedì se ne parla al San Leonardo Lunedì 29 gennaio si terrà al'auditorium Toscanini di via Cuneo la riunione del consiglio del Qurtiere San Leonardo, richiesto in forma pubblica dal capogruppo Ds Giuseppe Massari, uno degli animatori della protesta dei cittadini contro la coltre di silenzio calata sull'affaire amianto. Chiare le motivazioni alla base della richiesta: si esige dal presidente Mario Cesari (Civiltà Parmigiana) una discussione "sui problemi connessi allo smantellamento di alcune parti di impianti presso lo stabilimento della Bormioli Rocco, di ordine sanitario per la salute dei bambini frequentanti le scuole dell'infanzia attigue allo stabilimento, ma anche della popolazione di tutto il quartiere San Leonardo". Massari e gli altri 4 consiglieri della quercia hanno chiesto la presenza degli assessori comunali all'Ambiente Pietro Vignali e alla Sanità, Giancarlo Terzi, oltre che del responsabile del Servizio Ambiente della Provincia, di Arpa e del Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro dell'Ausl.

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 26/01/2007

I forni dovevano andare in Pakistan I forni della vetreria di via San Leonardo dovevano fi nire in Pakistan. Sta scritto nel verbale Arpa numero 02MLDP del 14 novembre 2006, redatto in occasione del prelievo di quattro campioni dai forni stessi. L'analisi richiesta indica la dicitura "ricerca amianto su ognuno dei 4 pezzi". Il blocco dei cantieri deciso dalla Prefettura nell'ottobre scorso ha però congelato lo spostamento dei forni. Giuseppe Dallara, direttore generale dell'Arpa di Parma, è chiaro: a monte delle attività demolitorie serviva «un piano dei lavori» - quello di cui ha evidenziato la mancanza in prima persona, insieme al consigliere Marco Ablondi - per mappare lo stato di contaminazione «degli impianti meccanici», tra cui i forni in questione, perchè «potrebbero esserci residui di materie prime dentro agli impianti» per i quali doveva scattare una «analisi di ingegneria ambientale professionale». «Vanno bonifi cati i terreni, i macchinari, tutto, come è disposto dalla Ronchi in poi», considerando che «su quell'area, dopo la demolizione, dovrebbero sorgere insediamenti civili. Non vogliamo che fra 20 anni emerga un cimitero di materie prime» impiegate durante i vari cicli produttivi che si sono susseguiti. La domanda è sempre la stessa: se alla Bormioli non si fosse ritrovato amianto queste attrezzature contaminate avrebbero potuto spostarsi indisturbate per porti, aeroporti, autostrade senza nessun tipo di controllo e/o segnalazione alle autorità competenti? (EllePi )

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 26/01/2007

Storia di una paura lunga 12 mesi La scoperta dell'amianto nell'ex vetreria sta segnando la vita del quartiere San Leonardo La questione sollevata da Ablondi, Vescovi e Dallara verte sulla tutela della salute dei soli lavoratori. Lo stesso decreto 277 - sostituito dal 26 settembre scorso, comunque a lavori già iniziati, dal non meno rigido decreto 257/2006 - è stato concepito a questo scopo. La mancanza del piano lavori evidenziata dai consiglieri è però l'ennesimo tassello di una vicenda dai contorni tutt'altro che chiari, iniziata il 12 gennaio 2006, quando Arpa propone al Comune di verifi care che la proprietà dell'ex vetreria "abbia messo in atto misure idonee alla dismissione del sito ed in particolare che venga prodotta documentazione provante la dismissione in sicurezza degli impianti, la corretta gestione dei ri- fi uti e l'assenza di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee". Inoltre, l'Agenzia si mette "a disposizione per l'eventuale supporto tecnico". Dal Municipio, come ha evidenziato Ablondi nel Consiglio comunale del 10 gennaio scorso, non giungerà mai nessun segnale, tanto meno una risposta. Nemmeno dopo l'8 giugno, quando Francesco De Bartolomeis, legale rappresentante della Bormioli Rocco e Figlio Spa, protocolla la Dia. Da quel momento scattano i 30 giorni - previsti dal Dpr 380/2001 (articolo 23) e dalla Legge regionale 31/2002 (articolo 10) - entro i quali il Comune può attivare l'intervento di Arpa e Spsal (la nuova sigla della Medicina del Lavoro). Nell'estate i lavori di demolizione invece cominciano indisturbati e proseguiranno fi no ad ottobre, quando, dalla scuola dell'infanzia Archimede parte una segnalazione ai Vigili del Fuoco. Questa la testimonianza agghiacciante resa da una maestra il 22 novembre scorso: parla di «un forte odore che entrava all'interno dell'edifi cio. Un odore acre e acido, che assomigliava a quello della gomma bruciata. L'aria era irrespirabile e anche gli occhi si irritavano». I Vigili intervengono e attivano, come da protocollo operativo, Arpa. L'Agenzia scopre così eternit non smaltito correttamente, inviando una informativa alla Prefettura, che determina il blocco dei cantieri. Blocco che permane a tutt'oggi, come conferma una nota del Comune del 3 gennaio scorso, in cui si annuncia pure l'avvio di un "procedimento amministrativo nei confronti della Bormioli, volto ad ottenere una caratterizzazione della situazione ambientale del sito". Il vicesindaco Paolo Buzzi - rispondendo ad una comunicazione urgente di Ablondi - conferma in Consiglio comunale queste linee il 10 gennaio. Sostiene inoltre che la normativa Seveso - «che sottopone a particolare vigilanza le aziende pericolose» - è «di competenza della Provincia» cui pure Buzzi spiega di avere «già chiesti tutti gli espletamenti della normativa» senza che nessuna risposta sia pervenuta. Meno di 48 ore dopo l'assessore all'Ambiente Giancarlo Castellani gela il Comune, smentendo clamorosamente il vicesindaco. «L'affermazione non è corretta in quanto la Provincia, pur non essendo Ente competente in questo specifi co caso, ha fornito al Comune tutte le indicazioni utili per la corretta gestione della problematica già all'incontro dell'8 novembre ». Indicazioni ribadite per iscritto «il 10 gennaio scorso». In poche parole, la Seveso la doveva applicare il Comune di Parma. Ci sono infi ne i cittadini, che non sono stati a guardare. Il 5 dicembre, pochi giorni dopo la notizia del ritrovamento di amianto, alcuni genitori della scuola Archimede raccolgono 190 fi rme di residenti nel quartiere San Leonardo per una "richiesta di chiarimenti" - indirizzata al Comune, alla Provincia, all'Arpa, all'Ausl - in cui si riscontra "con grave amarezza la poca comunicazione e gli scarsi controlli preventivi a discapito della salute e della sicurezza". Nasce un Comitato di lotta e salute che partecipa ad un'assemblea pubblica il 15 dicembre scorso. «Non ci sentiamo tutelati, per questo nasce il Comitato, unico strumento valido per far arrivare in alto la voce dei cittadini del quartiere San Leonardo. I nostri bambini hanno già respirato troppe schifezze». Così Luciana Bellini, portavoce, illustra il 6 gennaio le ragioni costitutive del Comitato. Tutto questo, in attesa del Consiglio di quartiere monotematico di lunedì prossimo all'auditorium Toscanini, chiesto da Giuseppe Massari, capogruppo della pattuglia Ds. Sorprende, non c'è dubbio, che la gestione di una vera e propria bomba ecologica qual'è la Bormioli Rocco di via San Leonardo - secondo la mappatura effettuata da Arpa nel 2003/2004 è il secondo sito più contaminato da amianto dell'intera provincia -, sia scattata solo grazie alla preoccupazione di alcune maestre di una scuola dell'infanzia e non per l'effi cacia dell'attività delle istituzioni che dovrebbero proteggere la salute pubblica. (EllePi)

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 26/01/2007

Bormioli: operai al lavoro tra l'amianto senza protezione La denuncia shock arriva dal consigliere Marco Ablondi e dal direttore generale di Arpa. Chi demoliva l'ex vetraria non ha presentato il piano di rilievo e protezione previsto dalla legge Gli operai impiegati nella demolizione della Bormioli Rocco di via San Leonardo - sul cantiere bloccato dalla Prefettura nell'ottobre scorso per il ritrovamento di amianto friabile -, hanno lavorato senza le necessarie protezioni previste dalla legge. La denuncia shock arriva da Marco Ablondi - consigliere comunale di minoranza a Parma, in quota Rifondazione Comunista - ed è destinata ad aprire un nuovo fronte sulla tormentata dismissione dell'ex vetreria cittadina. «Da veri fi che effettuate presso gli organi di vigilanza (Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro e Arpa, ndr) non risulta essere stato presentato preventivamente - afferma Ablondi - il piano lavori, obbligatorio laddove c'è amianto friabile». Tesi confermata anche da Giuseppe Dallara, direttore generale dell'Arpa di Parma. «E' mancato un piano - dice - in cui l'azienda facesse una analisi dei cicli produttivi che si sono susseguiti ». Serviva cioè «una analisi di ingegneria ambientale professionale », premessa indispensabile prima di muovere allo smantellamento della Bormioli. Invece, «l'azienda - sottoposta alla Seveso (normativa che impone una particolare vigilanza sulle attività riconosciute pericolose dal punto di vista ambientale, ndr) - ha presentato una semplice Dia, come facessero un garage». Il piano mancante è quello che doveva contenere tutte le rilevazioni dei materiali contaminati, oltre alla predisposizione di misure di protezione dei lavoratori operanti a contatto con ambienti inquinati da amianto, così come indicato dal decreto legislativo 277 del 1991. In particolare, all'articolo 34 - che disciplina i "lavori di demolizione e di rimozione dell'amianto" - sta scritto che "il datore di lavoro predispone un piano prima dell'inizio della demolizione o rimozione dell'amianto, ovvero dei materiali contenenti amianto, dagli edifi ci, strutture, apparecchi e impianti, nonché dai mezzi di trasporto". Il piano, di cui è stata denunciata la mancanza, prevede "la rimozione dell'amianto ovvero dei materiali contenenti amianto prima dell'applicazione delle tecniche di demolizione"; "La fornitura ai lavoratori di appositi mezzi individuai di protezione"; "adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato dei lavori"; "adeguate misure per la protezione dei terzi per la raccolta e lo smaltimento dei materiali". Una copia del piano, prescrive l'articolo del decreto in questione, va "inviata all'organo di vigilanza" unitamente a informazioni sulla "natura dei lavori e loro durata presumibile"; "luogo dei lavori"; "natura dell'amianto contenuto nei materiali di coibentazione nel caso di demolizioni". Una lunga serie di adempimenti più che mai necessari dato che, fi no a prova contraria, l'esposizione prolungata all'amianto può anche uccidere. Mancando il piano si prefi gura così una palese violazione dei diritti di chi, dalla scorsa estate, è stato impegnato nella "manutenzione straordinaria per demolizione e smantellamento impianti e forni all'interno della Bormioli Rocco", così come recita la Dichiarazione di Inizio Attività (Dia) protocollata in Comune l'8 giugno scorso. Maurizio Vescovi - consigliere di minoranza, in quota alla Margherita, fi rmatario dell'unica interpellanza fi no ad ora presentata per far luce sulla presenza di amianto dentro e fuori dall'ex vetreria - non a caso ha detto che «come medico e consigliere sono fortemente preoccupato perchè la rimozione di materiale pericoloso è avvenuta con uomini che non erano a conoscenza del materiale che stavano trattando. Certe carenze - dice deciso - sono imperdonabili perchè hanno pesanti ripercussioni sulla salute. Comunque, andremo fi no in fondo». L'augurio è che questa non sia solo una promessa.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 13/01/2007

Ex-Bormioli: Castellani chiarisce la posizione della Provincia Gli adempimenti amministrativi relativi alla bonifi ca e la verifi ca sulla ditta sono di esclusiva competenza del Comune

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La risposta del vicesindaco di Parma Paolo Buzzi, alla interrogazione del consigliere comunale Ablondi sulla situazione ambientale dell'area ex Bormioli Rocco di Via San Leonardo, attribuisce alla Provincia, così come si evince dagli articoli di stampa usciti in questi giorni, presunti ritardi di comunicazione e di indirizzo sulla normativa per la gestione di questa problematica (cosiddetta normativa Seveso). "L'affermazione non è corretta in quanto la Provincia, pur non essendo Ente competente in questo specifi co caso, ha fornito al Comune con spirito collaborativo tutte le indicazioni utili per la corretta gestione della problematica già in occasione dell'incontro che si è tenuto l'8 novembre. Tali indicazioni su successiva richiesta del Comune sono state ribadite per iscritto in una lettera del 10 gennaio scorso. - precisa l'assessore all'Ambiente Giancarlo Castellani - La Provincia non è responsabile, quindi, di alcun ritardo, al contrario e con assoluto senso di responsabilità ha fornito la propria collaborazione al Comune fi n dal momento in cui si è manifestato questo diffi cile e delicato problema". L'assessore, attraverso un comunicato, ha fornito ieri poi alcune informazioni in merito alle tre principali tematiche riferite al problema, e cioè: regolamentazione del rischio industriale con la cosiddetta normativa "Seveso"; gestione di rifi uti contenenti amianto; normativa per la bonifi ca di siti inquinati. Tali temi sono diversi e gestiti con normativa diverse. "Relativamente alla cosiddetta normativa "Seveso", la Ditta Bormioli, in base a quanto previsto all'art. 5, comma 3 del Dlgs 334/1999, doveva predisporre una relazione contenente le informazioni relative al processo produttivo, alle sostanze pericolose presenti, alla valutazione dei rischi di incidente rilevante, all'adozione di misure di sicurezza appropriate, all'informazione, formazione, addestramento ed equipaggiamento di coloro che lavorano in situ , nonché di una scheda di informazione e la predisposizione di un piano di emergenza interno con le modalità ed i contenuti minimi previsti dall'articolo 11. In adempimento a tale norma, la Ditta Bormioli ha presentato nel 2000, quanto dovuto, all'allora Autorità competente che era individuata nella Regione. Tale adempimento è stato poi abrogato dal Dlgs 288/2005, successivo alla chiusura dell'Azienda. Risulta quindi evidente che, relativamente alla Ditta Bormioli di Via Genova, 1 in Comune di Parma, la Provincia, non ha e non ha avuto competenze in merito. Tutto ciò è stato comunicato al Comune di Parma nel corso di un incontro svoltosi l'8 novembre 2006 ed in forma scritta, su richiesta dello stesso Comune, il 10 gennaio 2007. Relativamente alla gestione dei rifi uti contenenti amianto , la Provincia non ha specifi che competenze. Occorre che tale gestione sia condotta da ditta a ciò autorizzata. Relativamente al tema della bonifi ca di siti inquinati , la Provincia il 1 dicembre 2006, ha comunicato al Comune di Parma di ritenere lo stesso autorità competente sulla materia così come stabilito dalla normativa regionale vigente. Tale considerazione è stata condivisa anche dal Comune, il quale con nota del 22/12/200, lo ha comunicato alla Ditta". "Quindi - conclude Castellani - gli adempimenti amministrativi relativi alla bonifi ca del sito Bormioli e la verifi ca sugli adempimenti in capo alla ditta stessa sono di esclusiva competenza del Comune".

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 11/01/2007

Amianto alla Bormioli: «Il Comune sapeva tutto» La Bormioli Rocco di via San Leonardo " utilizzava e stoccava nel proprio ciclo produttivo sostanze sia in forma solida che liquida classifi cate come pericolose ai sensi della vigente normativa". In virtù di questo, l'ex vetreria " era sottoposta alla disciplina della direttiva Seveso sulle aziende a rischio di incidente rilevante ". Non sono i commenti di qualche allarmata associazione ambientalista o di qualche Comitato, bensì le valutazioni tecniche che Arpa ha inviato il 12 gennaio 2006 a Comune, Provincia, Prefettura e Servizio di Igiene Pubblica. Inoltre l'Agenzia regionale proponeva di " verifi care " la " corretta gestione dei rifi uti, l'assenza della contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee e la dismissione in sicurezza degli impianti " della Bormioli. Lo ha rivelato ieri al Consiglio comunale di Parma Marco Ablondi , attraverso una comunicazione urgente. L'esponente di Rifondazione comunista è certo che sull'affaire amianto esistano delle « responsabilità » dell'Amministrazione: nonostante Arpa avesse offerto all'uopo " il supporto tecnico " necessario, le verifi che del caso sono state, secondo il consigliere, tardivamente compiute solo alla fi ne del 2006. Cioè, dopo l'interrogazione del collega della Margherita Maurizio Vescovi e le proteste di un Comitato di residenti. Secondo Ablondi, esisteva invece la possibilità che il Comune realizzasse i controlli già in sede di rilascio della Dichiarazione di inizio attività, nel mese di giugno, alle ditte

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impegnate nella demolizione dell'ex vetreria. Il vicesindaco Paolo Buzzi ha voluto, invece, « stigmatizzare l'allarmismo posto su una situazione di una ditta che opera a Parma da oltre un secolo », giudicando « ingeneroso attribuire al Comune ogni responsabilità ». Buzzi ha confermato che l'intervento di Arpa alla Bormioli dell'ottobre scorso, attivato da una segnalazione partita dalla scuola materna Archimede, « evidenzia la presenza di amianto friabile all'interno e all'esterno della fabbrica », ricordando, però, che quanto fi no ad oggi fatto consente di « escludere pericoli per la salute pubblica ». Il numero due del Comune, specifi cando che è stata « avviata la caratterizzazione del sito per individuare ogni tipo di sostanza inquinante », ha evidenziato che l'applicazione della legge Seveso - « che sottopone a particolare vigilanza le aziende pericolose » - è « di competenza della Provincia ». All'ente di piazzale della Pace sono stati già chiesti « tutti gli espletamenti della normativa ma non è ancora giunta risposta». Suona come un monito la chiosa di Buzzi: « Restiamo in attesa ». (EllePi)

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 06/01/2007

«Temiamo ci sia anche arsenico» Non ci sarebbe solo amianto nell'area in cui sorgeva la ex vetreria Bormioli Rocco di via San Leonardo. Come spiega Giuseppe Massari, potrebbe essere concreto il rischio che nel sottosuolo siano fi niti «arsenico» oltre che varie «perdite di idrocarburi, come la nafta usata per il riscaldamento». Anche Maurizio Vescovi teme che «oltre al problema dell'amianto ci sia quello dell'inquinamento da altre sostanze utilizzate negli anni dell'attività industriale». La portavoce del Comitato dei residenti di via San Leonardo, Luciana Bellini, parla non a caso della necessità di un'opera di bonifi ca «che sarà costosa», ma ugualmente imprescindibile: al posto della fabbrica dovrà sorgere, infatti, un insediamento abitativo.

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 06/01/2007

Amianto alla Bormioli: «Difendiamo i nostri fi gli» Tutta la paura del Comitato sorto dopo il ritrovamento del materiale cancerogeno all'interno dell'ex vetreria. «Il presidente del quartiere non ci ha ascoltato»

«Non ci sentiamo tutelati, per questo nasce il Comitato, unico strumento valido per far arrivare in alto la voce dei cittadini del quartiere San Leonardo. I nostri bambini hanno già respirato troppe schifezze». Queste sono le dure parole di Luciana Bellini, portavoce del comitato sorto per far luce sul ritrovamento di amianto nell'area dell'ex vetreria Bormioli Rocco. La rabbia e la determinazione degli abitanti del quartiere è così esplosa, scuotendo Parma "la sonnolenta" e lanciando un dibattito che, piano piano, si sta allargando a tutta la città. Coinvolgendo gente comune, esperti, forze politiche. D'altro canto la vicenda è grave, gravissima: durante i lavori di demolizione della fabbrica di via San Leonardo è stato trovato, nell'ottobre scorso, amianto. E, quel che è peggio, è stato rinvenuto per puro caso, grazie alla segnalazione delle maestre della scuola materna Archimede di via De Ambris che, stanche e preoccupate di respirare un odore acre e pungente hanno allertato i vigili del fuoco.In questo modo, è partita una reazione a catena in cui è subentrata Arpa che, indagando sul fenomeno, ha scoperto amianto stoccato alla meno peggio. Inevitabile l'informativa alla Procura e il successivo blocco del cantiere. Oggi, i più attivi tra la gente del San Leonardo si sono organizzati nel Comitato, per «difendere - dice la Bellini - il diritto costituzionale alla salute pubblica, per noi e per tutti». Come biasimare, allora, dei cittadini che scoprono di vivere in una zona in cui si trova uno degli elementi cancerogeni più noti al mondo, solo dopo «la segnalazione partita da una maestra»?

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Eppure, Mario Cesari (Civiltà Parmigiana), presidente del quartiere San Leonardo, non è stato tenero con loro. Giovedì scorso, evidenziava, con riferimento al Comitato, che «su certe questioni non serve l'allarmismo ». Aggiungendo che «abbiamo un assessorato all'Ambiente (Pietro Vignali ne è il titolare, ndr) molto attento e le istituzioni stanno lavorando da tempo». Tutto sotto controllo, dunque, per Cesari. Questa è la vera scintilla che ha mandato su tutte le furie i cittadini: a loro modo di vedere, rappresenta un inopportuno tentativo di minimizzare, di nascondere la reale portata del problema. «Siamo tutt'altro che rassicurati - asserisce la Bellini -. Se Cesari si fosse degnato di partecipare all'incontro pubblico del 15 dicembre scorso, avrebbe potuto sentire da esperti e medici che non esiste un livello minimo di sicurezza in riferimento all'amianto. Già la sua presenza è pericolosa. Cesari argomenta che l'assessore Vignali è attento. Certo che, se lo fosse stato, avrebbe dovuto sapere da un po' che nel sito della Bormioli l'amianto c'era. Anche sul sito della Regione si può trovare questa informazione. E, ancora prima di Vignali, queste sono cose che sanno bene la Medicina del Lavoro e un sacco di lavoratori della fabbrica, che hanno già ricevuto degli indennizzi. L'amianto non uccide solo chi ci lavora a contatto, ma anche chi risiede nella zona dove ci sono alcune delle più grandi concentrazioni della città». Il pensiero della Bellini corre, allora, a tutti i silenzi che hanno circondato la vicenda dell'amianto. I più assordanti sono stati, probabilmente, quelli della classe politica perché, dice, «la cosa scandalosa è che chi ha iniziato a parlare di queste questioni sono mamme e papà del quartiere, che non sono tinti di alcun colore. Vogliono solo difendere la loro salute e quella dei loro fi gli». Per questo, «chiederemo di partecipare al tavolo con Medicina del Lavoro, Comune e proprietà aziendale». Fino ad oggi, non a caso, due soli sono gli uomini di partito che hanno preso una posizione in favore dei cittadini del San Leonardo: il consigliere comunale margheritino Maurizio Vescovi e Giuseppe Massari, capogruppo Ds nel Consiglio di quartiere. Il primo è il fi rmatario della, per ora, unica interrogazione sulla vicenda amianto, depositata in Comune mercoledì scorso. Sollecitando il suo ente a compiere il "preciso dovere" di "acquisire dati e informazioni attendibili", ha chiesto che gli assessori competenti - Vignali e Giancarlo Terzi (delega alla Sanità) - si esprimano uffi cialmente. Ieri ha aggiunto che «questa vicenda dimostra come l'attenzione di tutti debba essere molto alta sempre, nel senso che non deve valere il principio della delega agli esperti sulle questioni ambientali. C'è l'assoluta necessità che tutti si esumano le responsabilità da cittadini in una città come Parma». La Bellini, così, lo ha ringraziato «per aver iniziato a portare in Comune il sospetto che si stia minimizzando tutto». Il secondo - che ha chiesto di ospitare nella sede del quartiere le attività del Comitato - giovedì scorso ha depositato la richiesta di convocazione "urgentissima" di una "seduta monotematica da tenersi in forma pubblica all'auditorium Toscanini entro il 20 gennaio". Nel suo documento, Massari defi nisce "impropria e superfi ciale" l'esternazione di Cesari, ricordandogli che i cittadini che lì si sono organizzati vogliono solo "capire cos'è successo, dove sono i buchi di informazione e soprattutto quali rischi ci siano sulla popolazione". Tutto questo "senza minimizzazioni superfi ciali: se il cantiere è stato bloccato dalla magistratura qualcosa di sbagliato c'era". Così come fatto da Vescovi, anche il diessino esige che Vignali e Terzi partecipino al Consiglio di quartiere, con "il responsabile del servizio ambiente della Provincia, di Arpa e della Medicina del Lavoro". Ora, non resta che sperare che la macchina della mobilitazione popolare non perda colpi. Sarebbe delittuoso, ancorché tatticamente sbagliato: alla vigilia delle elezioni amministrative nessuno, almeno fi no a maggio, potrà gettare nel dimenticatoio l'affaire Bormioli.

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 05/01/2007

Errata corrige A differenza da quanto indicato nell'articolo "Amianto alla Bormioli: botta e risposta tra Margherita e Comune" pubblicato sull'edizione di ieri di Polis Quotidiano, il presidente del Quartiere San Leonardo Mario Cesari è esponente di Civiltà parmigiana e non dei Democratici di sinistra. Sempre sull'edizione di ieri, nell'articolo "Ghiaia, il prefetto riapre i giochi", il nome del sovrintendente ai beni architettonici risultava incompleto; si tratta di Luciano Serchia. Ce ne scusiamo con i diretti interessati e con i lettori.

estratto da PolisQuotidiano.it

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 04/01/2007

Amianto alla Bormioli: botta e risposta tra Margherita e Comune Il ritrovamento di amianto nei cantieri di demolizione della vecchia vetreria Bormioli Rocco di via San Leonardo continua a tenere banco. A poco più di un mese dalla sospensione dei lavori, decretata dalla Procura di Parma in seguito ad una informativa di Arpa, ieri è andato in scena un botta e risposta tra il Comune e Maurizio Vescovi , consigliere margheritino di minoranza. Di prima mattina, quest'ultimo diffonde il testo della sua interrogazione, in cui spiega che " il timore che in alcune zone possano essere presenti tracce e residui di materiali potenzialmente cancerogeni o comunque altamente patogeni non può continuare a gravare sui cittadini più direttamente coinvolti da questa eventualità, ma deve divenire preoccupazione primaria e oggetto di attenzione responsabile da parte dell'Amministrazione municipale ". Vescovi, ovviamente, si riferisce ai cittadini del quartiere San Leonardo, " recentemente costituitisi in Comitato pubblico al fi ne di sensibilizzare la comunità e le istituzioni circa il rischio che l'area della ex vetreria sia pesantemente contaminata da amianto ". Tutte buone ragioni, quindi, per chiedere « al Sindaco e agli assessori all'Ambiente ( Pietro Vignali ) e alla Sanità ( Giancarlo Terzi )», di adempiere al " preciso dovere " di " acquisire dati e informazioni attendibili circa la presenza di amianto e di altre sostanze nocive" in grado di " interessare la più ampia area del quartiere ". Detto in altre parole, Vescovi vuole informazioni, dati concreti in grado di rassicurare i cittadini e, per ottenere tutto questo, sollecita " ogni tempestivo sforzo da parte dell'Amministrazione ". I toni dell'interrogazione evidenziano, quindi, una tirata d'orecchi al Comune per l'eccessiva lentezza con cui ha trattato l'intera vicenda. Nel giro di poche ore, però, dai Portici del Grano arriva un comunicato uffi ciale, che ribatte ai rilievi del consigliere comunale. Innanzi tutto, si conferma che il cantiere di demolizione della Bormioli " tuttora rimane bloccato " e che è stato " avviato un procedimento amministrativo nei confronti della Bormioli ", volto ad ottenere tutte quelle informazioni pretese poche ore prima da Vescovi. " Attraverso il procedimento sono state richieste indagini geognostiche e storiche che consentiranno - asserisce il comunicato - di individuare la presenza di altre eventuali criticità e, in tal caso, di prevenire ogni potenziale pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente ". Il Comune precisa anche che " è in attesa di conoscere dalla Provincia se la Bormioli è assoggettata alla Seveso, direttiva che impone procedure ancora più rigorose di smaltimento ". Insomma, l'Amministrazione allontana da sé l'immagine di un apparato lento nella gestione dell' affaire amianto. Come prova, il comunicato ricorda che " lo scorso 4 dicembre " i dirigenti del settore Ambiente hanno illustrato i provvedimenti adottati " ai responsabili della scuola Archimede (dal cui corpo docente partì nell'ottobre scorso la prima segnalazione che, con una reazione a catena, portò al blocco dei lavori di demolizione, ndr) e ad alcuni genitori, rassicurandoli dell'assenza di rischi per la salute ". Il consigliere della Margherita, contattato, precisa però di non accontentarsi di un semplice comunicato stampa. Continua ad esigere, piuttosto, «un intervento di Vignali e Terzi». Sulla vicenda si è speso anche Mario Cesari , presidente diessino del quartiere San Leonardo. « Vescovi - dice - ha fatto bene a far dire all'Amministrazione cosa sta facendo ». Cesari è un po' meno d'accordo, invece, con l'azione del Comitato pubblico dei cittadini: « Su certe questioni non serve l'allarmismo », a Parma « abbiamo un assessorato all'Ambiente molto attento e le istituzioni stanno lavorando da tempo ».

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 31/12/2006

Inquinamento alla Bormioli, interpellanza in Consiglio Maurizio Vescovi, Margherita, chiede alla giunta di fare chiarezza sulla presenza di eternit all'interno del cantiere

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Il caso dell'inquinamento da amianto nel cantiere della Bormioli Rocco sta per sbarcare in consiglio comunale. Sull'episodio del ritrovamento di lastre di eternit all'interno dell'area industriale in fase di smantellamento dell'ex vetreria di San Leonardo, ritrovamento che ha portato al blocco da parte della magistratura del cantiere, ha presentato un'interpellanza nei giorni scorsi il consigliere comunale della Margherita Maurizio Vescovi. "La tutela della salute pubblica rappresenta un ambito di attività, nonché di peculiare e prioritario impegno intorno al quale devono e possono essere valutate l'effi cacia e l'effi cienza delle pubbliche amministrazioni, ad ogni livello - scrive Vescovi nel suo documento -. La presenza sul territorio di eventuali fonti, materiali e sostanze che, inquinando l'ambiente o venendo a contatto con le persone, possano causare - direttamente o indirettamente - danni alla salute dei cittadini, deve pertanto essere accertata in modo sicuro e scrupoloso, attraverso una costante e puntuale attività di analisi e monitoraggio ambientale. In particolare, il timore che in alcune zone della città possano essere presenti tracce e residui di materiali potenzialmente cancerogeni o comunque altamente patogeni non può continuare a gravare sui cittadini più direttamente coinvolti da questa eventualità, ma deve divenire preoccupazione primaria e oggetto di attenzione responsabile da parte dell'Amministrazione municipale". "Nel caso specifi co dell'allarme lanciato da numerosi abitanti del quartiere di San Leonardo - prosegue Vescovi - recentemente costituitisi in Comitato pubblico al fi ne di sensibilizzare la comunità e le istituzioni circa il rischio che l'area della ex vetreria Bormioli Rocco sia pesantemente contaminata da amianto, è perciò indifferibile una precisa assunzione di responsabilità ed un intervento mirato ed immediato da parte comunale. La necessità di acquisire dati e informazioni attendibili circa la presenza di amianto e di altre sostanze nocive provenienti dal sito industriale suddetto, tali da interessare la più ampia area del quartiere - che ospita fra l'altro alcune scuole materne - confi gura un preciso dovere della Amministrazione, cui questa non può e non deve sottrarsi, sia per un obbligo di trasparenza nei confronti dei cittadini, sia in quanto garante della difesa della salute pubblica". Alla luce di queste considerazioni, il consigliere comunale della Margherita chiede al sindaco Elvio Ubaldi e agli Assessori all'Ambiente e alla Sanità "se non ritengano assolutamente improcrastinabile un concreto impegno in questa direzione. Impegno che non può prescindere dalla promozione di ogni utile sinergia con le autorità sanitarie locali e con i soggetti istituzionali competenti, al fi ne di garantire la corretta applicazione delle norme vigenti in materia di prevenzione e tutela della salute e dell'ambiente. In questo senso si sollecita ogni tempestivo sforzo da parte dell'Amministrazione per verifi care e attivare gli opportuni canali di conoscenza dell'effettiva presenza di siti inquinanti nel quartiere San Leonardo e in altra zone della città, più volte ricordate da associazioni e gruppi ambientalisti, predisponendo i necessari percorsi di accertamento e bonifi - ca, a norma di legge".

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 17/12/2006

Amianto alla Bormioli, un silenzio assordante Lettera di protesta dei genitori dei bambini dell'asilo Archimede, la struttura che confi na con l'ex area industriale contaminata: "Vogliamo essere informati" Presenza ingombrante quella della Bormioli Rocco di via S. Leonardo, una fabbrica che nel bene e nel male ha rappresentato un pezzo di storia di questa città. Ingombrante, ma anche pericolosa, vista la presenza nei suoi centoottantamila metri quadri di superfi ce di notevoli quantitativi di eternit - una mistura di cemento e fi bre di amianto utilizzato fi no agli anni '80 per produrre lastre, tubi cisterne ed altro materiale usato nell'industria edile -. L'amianto è stato ritrovato dai Vigili del Fuoco e dall'Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente (Arpa), per puro caso, grazie ad una segnalazione giunta dal personale della scuola d'infanzia Archimede. Le maestre e i bambini erano allarmati da un forte odore presente nella zona. L'odore, a dire il vero, c'entra poco con l'amianto ma dopo questa segnalazione la magistratura ha potuto bloccare i lavori di demolizione dell'ex vetreria Bormioli. Dopo il provvedimento, cautelativo e temporaneo, emesso dal Gip, le rappresentanze sindacali "Rdb - Cub" facendo proprie le preoccupazioni dei genitori e degli abitanti della zona hanno organizzato un assemblea pubblica per informare i cittadini. All'iniziativa, organizzata venerdì sera presso l'auditorium Toscanini, hanno partecipato Michele Michelino presidente del "Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio"di Sesto S.Giovanni e Fulvio Aurora presidente di

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medicina democratica. Ad introdurre l'incontro è stata Laura Bergamini delle Rdb-Cub spiegando che " come promotori dell'assemblea non abbiamo l'intenzione di fare allarmismo, ma non abbiamo neanche l'intenzione di tacere. E il silenzio su questa vicenda è assordante". La Bergamini ha anche constatato la totale assenza dell'Amministrazione comunale " che avrebbe avuto il dovere di partecipare. Infatti, il Sindaco quale primo responsabile della salute pubblica dovrebbe attuare tutte quelle iniziative ed assumere tutti quei provvedimenti che possano concorrere a scongiurare qualsiasi rischio per la popolazione e per l'ambiente." Aurora ha, invece, spiegato i rischi e le malattie causate dalla inalazione delle fi bre di amianto - fi bre che si producono una volta che l'eternith viene rimosso o si disgrega per cause naturali - . L'asbestosi - malattia polmonare cronica - e mesoteliomi - tumori della pleura - sono le tipiche patologie provocate dall'amianto. Michelino, con alle spalle decenni di attività politica sindacale alla Breda di Sesto S. Giovanni, ha raccontato l'esperienza del comitato che dal 1996 si sta battendo per ottenere giustizia per i lavoratori morti, i lori familiari i malati e quanti si ammaleranno in futuro a causa dell'amianto. Il presidente del comitato ha poi aggiunto che " ognuno di noi ha la consapevolezza del pericolo rispetto alla maniera in cui è informato, vi invito, quindi, a mantenere sempre alta l'attenzione perché è spesso successo che i lavoratori e i cittadini si trovino soli ad affrontare questi gravi problemi" Al dibattito, che ha visto una buona partecipazione, sono intervenuti anche Giuseppe Massari dei Democratici di sinistra e Leonardo Di Jorio di Rifondazione comunista. Massari, dopo aver ringraziato le Rdb-Cub " per aver fi nalmente squarciato il muro di silenzio che copriva la questione Amianto - Bormioli " , ha dichiarato la propria disponibilità a seguire la vicenda. Di Jorio ha invece constatato che "in una questione così delicata brilla l'assenza delle istituzioni e della politica impegnata negli equilibri del potere e disattenta ai problemi della gente e ai programmi per migliorare la vita dei nostri concittadini. La politica "alta" deve occuparsi di queste situazioni. Deve rompere il silenzio che grava sulla città". Tra il pubblico erano presenti anche molte mamme dei bambini della scuola Archimede le quali, preoccupate per la salute dei propri fi gli, manderanno a breve una lettera al Sindaco di Parma Elvio Ubaldi, chiedendo spiegazioni sulla vicenda. Nella lettera riscontrano "con grave amarezza la poca comunicazione e gli scarsi controlli preventivi a discapito della salute e della sicurezza dei cittadini, con particolare riferimento ai più giovani. Un tale progetto avrebbe dovuto vedere l'attenzione in modo preventivo degli assessorati interessati e degli organi di controllo preposti. Noi genitori vogliamo essere informati di ciò che accade ed accadrà in un'area che si trova a due passi dai luoghi in cui ogni mattina portiamo i nostri fi gli. Non vogliamo sottomettere la sicurezza e la salute pubblica a ben altri interessi che si giocano a fronte di queste grosse riqualifi cazioni".

estratto da PolisQuotidiano.it

Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 13/12/2006

Venerdì assemblea pubblica sull'amianto alla Bormioli di via San Leonardo Lo scorso novembre il Giudice per le Indagini Preliminari, su segnalazione dell'Arpa di Parma, aveva bloccato i cantieri di demolizione della vecchia Bormioli Rocco in via San Leonardo, per il ritrovamento di eternit - la copertura industriale in amianto ora fuorilegge - non smaltito correttamente. Al ritrovamento si giunse per puro caso, partendo dalle segnalazioni dei docenti della vicina scuola dell'infanzia "Archimede", che avevano riscontrato più volte, nei giorni precedenti, un'aria irrespirabile dall'odore acre e pungente. Il fatto sarà al centro di una assemblea pubblica organizzata per il 15 dicembre - Auditorium Toscanini di via Cuneo, ore 21 - dal sindacato di base RDBCUB. L'organizzazione sollecita, " l'attivazione delle istituzioni e degli organi preposti affi nché - tra le altre cose - forniscano tutte le informazioni utili ai cittadini e attivino tutte le musure necessarie a garantire la sicurezza di chi ha lavorato e di chi abita attorno all'area della Bormioli Rocco ".

estratto da PolisQuotidiano.it

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 13/12/2006

Amianto: maxi ricorso dei dipendenti Bormioli Trecentosettanta operai dei due gruppi vetrari della provincia chiederanno il riconoscimento dei danni subiti per l'esposizione al pericoloso inquinante Amianto e lavoro, un binomio sinistro che torna a far discutere anche a Parma, coinvolgendo le vetrerie dell'ex colosso Bormioli (Luigi e Rocco). La Filcem Cgil (sindacato che rappresenta i lavoratori del ramo chimico) e il patronato Inca, infatti, sono pronti a presentare un maxi ricorso, teso a ottenere i benefi ci pensionistici di legge per tutti i lavoratori dei poli di Fidenza, Parma e Solignano deputati a mansioni in cui c'è stato il contato con amianto e che, nel 2004, videro la loro domanda respinta. Il diniego venne dall'Inps, sulla base dei pareri elaborati dal Contarp, la task force scientifi ca dell'Inail che si occupa dell'accertamento dell'esistenza del rischio professionale. I numeri sono da capogiro, come ricorda Bruno Bertorelli , del patronato Inca. « Abbiamo 150 persone alla Bormioli Luigi, 220 solo alla Bormioli Rocco di Parma - dice - . Sul numero di Fidenza e Solignano continuiamo a sollecitare il Contarp per conoscere il numero delle domande giacenti ». Domande che, comunque, dovevano pervenire all'Inps entro il 15 giugno scorso. Il ricorso, che verrà depositato presso il tribunale di Parma, contrapporrà la Filcem Cgil e il patronato Inca all'Inps, perchè tocca all'ente previdenziale erogare le maggiorazioni previste dalla legge a tutte le maestranze che hanno, continuativamente, operato a diretto contatto con l'amianto, per almeno 10 dieci anni e 8 ore al giorno. Fissata anche la misura dell'intensità del contatto: 100 fi bre/litro. I benefi ci in palio, d'altro canto, sono notevoli, visto che si parla dell'abbuono di 5 anni riconosciuti nel conteggio pensionistico. L'azione congiunta di sindacato e patronato mira a dimostrare che c'è una grande quantità di lavoratori, esclusi da ogni benefi cio, che comunque, nel corso della propria esperienza lavorativa, hanno operato a contatto con l'amianto. Ovviamente, la diffi coltà sta tutta nel riuscire concretamente a stabilire che l'esposizione è avvenuta nei tempi e nei modi indicati dalla legislazione in materia. I due soggetti ricorrenti non hanno certo improvvisato la loro azione, dato che la richiesta di riconoscimento all'Inps dei benefi ci pensionistici risale agli inizi del 2006 e tutto il ricorso sarà basato su un approccio rigoroso all'argomento amianto, teso a certifi care che sono molti di più, rispetto a quelli fi no ad oggi accertati, i lavoratori che hanno operato continuativamente, secondo i parametri fi ssati dalla legge. Come ricorda Andrea Rizzi - ex segretario provinciale della Filcem e neo responsabile della Cgil per la zona di Langhirano - « per prima cosa abbiamo fatto degli studi con tecnici e consulenti sui singoli stabilimenti, intervistando i lavoratori adibiti alle mansioni più esposte, per ricostruire lo scenario lavorativo . Poi abbiamo discusso con i legali, per capire quali mansioni portare avanti per il ricorso e scegliendo, tra tutte, quelle che avevano più possibilità e necessità. Infi ne - conclude Rizzi - ora parleremo in assemblea coi lavoratori». L'inchiesta condotta dal sindacato ha impegnato quasi un anno e mezzo, portando alla luce un microcosmo di assurdità. Innanzi tutto, per la burocrazia sembra che il rischio amianto sia diverso nelle fabbriche Bormioli, deputate, attenzione, alle stese identiche attività. Alla Rocco i componenti delle squadre in organico all'offi cina - quelle cioè destinate alla sostituzione sui macchinari degli stampi, in amianto, modellanti il vetro fuso e al loro successivo ripristino - hanno visto riconoscersi i 5 anni di abbuono sulla pensione. Questo perché, spiega Bertorelli, « quanto meno la Rocco ha indicato i dati con cui il Contarp ha potuto decidere» . Le stesse squadre con le medesime funzioni impiegate alla Luigi, invece, non hanno avuto accesso ad alcun benefi cio, a causa «dei dati errati forniti dall'azienda ». Oltre ai componenti delle squadre addette agli stampi nella Bormioli Luigi, il maxi ricorso contro l'Inps sarà costituito, per la stragrande maggioranza dei casi, dalle « fi gure addette alle macchine automatiche - specifi ca Rizzi -. Non manipolavano direttamente l'amianto come la squadra cambi ma, secondo i nostri studi, venivano a contatto ugualmente con l'elemento cancerogeno perché in quella sede gli stampi si deterioravano. Ebbene, questi macchinisti ad oggi non hanno avuto nessun riconoscimento ». Non resta che attendere, dunque, la presentazione del ricorso per capire se e quanti operai potranno conquistare il diritto ad un benefi cio pensionistico. Certo è, dice Rizzi, che « non esiste sicuramente di recente e per queste motivazioni » memoria di un ricorso capace di portare avanti le ragioni di centinaia di lavoratori. Quella del sindacato e del patronato Inca è una battaglia di civiltà, che riafferma i diritti di categorie professionali particolarmente a rischio ma che, a ben guardare, pone le basi per una più solida cultura della sicurezza sui posti di lavoro. Argomento su cui fi occano da sempre le buone intenzioni ma dove, invece, le prevenzioni concrete difettano. Lorenzo Pietralunga

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 03/12/2006

Bormioli, adesso la banca non vuole più vendere La Banca popolare italiana, scaduti i termini delle offerte vincolanti per l'acquisto del gruppo, ha deciso di mantenere il controllo dell'azienda e cedere solo il 15 per cento delle quote azionarie Nessuna offerta vincolante per l'acquisto della Bormioli e quindi a questo punto la banca, la Bpi Lodi proprietaria del gruppo vetrario di Fidenza, ha deciso di annullare tutto e di tenere per sé, contrariamente a quanto deciso nei mesi scorsi, il pacchetto di maggioranza. "Sembra una storia senza fi ne quella di Bormioli, l'azienda controllata da Partecipazioni Italiane (Bpi) con il 70% e da Efi banca (merchant di Lodi) con il 30 per cento. Nell'asta per la vendita del gruppo di Parma l'unica offerta ritenuta valida, quella dell'imprenditore Luciano Vinella delle Vetrerie Meridionali, non ha raggiunto le aspettative (380 milioni) della Banca Popolare Italiana. Tanto che Bpi ha deciso di non vendere più Bormioli". Così spiegava ieri il Sole 24 Ore il vero e proprio colpo di scena nel futuro della Bormioi Rocco. L'azienda infatti era stata inserita mesi fa dal cda della banca di Lodi del dopo Fiorani tra le partecipazioni non strategiche e da dismettere in tempi rapidi. "Ma il dietro-front non dovrebbe fermare ritocchi nell'azionariato. Ora il gruppo di Lodi sarebbe intenzionato a cedere una minoranza - spiegava ieri il quotidano di Confi ndustria - Si parla del 15%, la metà della quota di Efi banca. In corsa, fra gli altri, ci potrebbe essere il fondo Quadrivio che ha già fatto la due diligence in fase di asta, anche se al momento non ci sarebbero contatti uffi ciali". Un'operazione che, sempre secondo il quotidiano di Confi ndustria, potrebbe essere il preludio al ritorno in pista di un vecchio progetto della banca: quello di quotare la Bormioli in Borsa. "L'ingresso di un private equity con una minoranza potrebbe essere preludio a una Ipo (offerta pubblica iniziale, uno dei primi passi uffi ciali per la quotazione a Piazza Affari, ndr). Del resto - scrive il Sole - la società sta andando bene con un fatturato di 520 milioni, un Mol di 67 e una posizione fi nanziaria netta di 75 milioni". Un'ipotesi, quella della Borsa, alla quale stava già lavorando la banca anche all'epoca di Fiorani quando, a questo scopo, aveva dato il via alla fusione con la Necchi di Pavia. Un progetto franato nel giro di qualche mese. Ma tutte le ultime vicende legate alla Bormioli sono state caratterizzate da continui alti e bassi. In primo luogo quelle legate alla vendita del gruppo, con continue voci di una prossima chiusura delle trattative sempre rimandata e candidati che si sono susseguiti in maniera vorticosa. Una sorta di doccia scozzese che si è risolta in un nulla di fatto. Alla stretta fi nale, cioè alla scadenza del 10 novembre scorso, infatti nessuna proposta vincolante d'acquisto era arrivata sul tavolo della Banca popolare italiana. Così Efi banca, che ha seguito per conto della propria capogruppo l'operazione, si era presa altro tempo per chiudere la trattativa di vendita del gruppo vetrario di Fidenza facendo slittare il termine della gara alla fi ne del mese scorso. Nella sede dell'istituto di credito di Lodi infatti erano sino ad allora arrivati alcuni plichi contenenti le proposte di acquisto ma nessuna con carattere vincolante. Una situazione che pareva aver riaperto i giochi. Poi la svolta di questi ultimi giorni quando la banca pare essere ritornata sui suoi passi decidendo di tenere per sè la maggiornaza del gruppo vetrario. Nell'ultimo mese era sfumata l'ipotesi che a mettere le mani sulla Bormioli potessere essere la multinazionale francese Saint Gobain il che pareva aver lasciato campo libero all'unica vera cordata intenzionata a mettere le mani sul gruppo: quella che faceva capo a Luciano Vinella, azionista di Vetrerie Meridionali di Bari. L'imprenditore pugliese, storicamente vicino al mondo delle Coop e socio del gigante yankee Owen Illinois, poteva vantare infatti al proprio fi anco due alleati di tutto rispetto come Unipol e Bnl, con il ruolo di fi nanziatori. Ma il mancato accordo sul prezzo d'acquisto aveva già messo in forte discussione, già nelle fasi preliminari della trattativa, la buona riuscita dell'operazione. La base d'asta decisa da Efi banca per tutto il gruppo Bormioli - nove stabilimenti tra Italia, Francia e Spagna con ben 2900 dipendenti - era di 380 milioni di euro, ai quali andavano aggiunti i 75 milioni di indebitamento. Vinella invece aveva avanzato a suo tempo una proposta da 350 milioni di euro: sessantasei di persona, 20 di Unipol e altri 20-25 del fondo Quadrivio (lo stesso che dovrebbe rientrare in scena nell'ipotesi in cui la banca mantenesse il controllo della società). «La cordata - aveva spiegato sempre al Sole 24 Ore lo stesso Vinella - potrebbe scendere in campo con circa 120 milioni di cassa propria. Poi ci sarà un prestito ponte di 160 milioni». L'imprenditore secondo l'ipotesi che aveva anticipato al quotidiano economico avrebbe puntato ad acquisire l'81% del capitale, lasciando un pacchetto pari al 15% a Bpi e il 4% ad alcuni vecchi soci del gruppo vetrario. Un quadro che però, alla luce degli ultimi

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sviluppi, pare essersi completamente ribaltato con la banca che intenzionata a rimanere ancora arbitra del destino del gruppo vetrario. (m.o.)

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 23/11/2006

Amianto nei cantieri Bormioli La magistratura blocca i lavori L'Arpa, indagando su strani odori che a ottobre hanno interessato il quartiere San Leonardo, ha individuato quantitativi di eternit non ancora smaltiti La magistratura di Parma, dopo il ritrovamento nei giorni scorsi di eternit non smaltito, ha bloccato i lavori di demolizione dell'ex vetraria Bormioli Rocco, in via San Leonardo. Il provvedimento cautelativo e temporaneo è stato assunto dal Gip, che ha convalidato la richiesta avanzata dalla Procura, sulla base dell'informativa depositata dall'Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente (Arpa). Al ritrovamento si è giunti per caso, partendo da tutt'altra situazione. Corre il mese di ottobre, infatti, quando alla scuola dell'infanzia "Archimede", adiacente alla Bormioli, i bambini e il personale della scuola avvertono, «per tre volte», come ricorda una delle insegnanti, «un forte odore che entrava all'interno dell'edifi cio. Un odore acre e acido, che assomigliava a quello della gomma bruciata. L'aria era irrespirabile e anche gli occhi si irritavano». Dalla scuola parte una segnalazione ai Vigili del Fuoco, che si attivano e chiedono anche l'intervento di Arpa. «E' una procedura prevista nel loro protocollo operativo per sospetti problemi ambientali», ha spiegato ieri Giuseppe Dallara, direttore generale dell'Arpa di Parma. Intanto, indagando sull'olezzo sospetto, gli uomini di Dallara scoprono qualcosa di più, ossia i pannelli in eternit - le coperture realizzate in amianto, altamente cancerogene, in voga nell'edilizia industriale dagli anni '30 fi no agli anni '80, quando vennero bandite - non ancora smaltiti. «Abbiamo riscontrato alcuni problemi nella fase di demolizione, mandando - prosegue Dallara - una informativa alla Procura della Repubblica. Intanto, i nostri tecnici hanno messo in sicurezza l'area, nell'attesa che riprendano i corretti lavori di bonifi ca». Ora il passaggio è obbligato: il blocco temporaneo del cantiere decretato dal Gip consente di avviare le procedure per lo smaltimento dell'amianto in sicurezza, dopodichè le attività demolitorie potranno ripartire. Rimane, però, da capire la genesi del puzzo che ha colpito la scuola Archimede e altre zone del quartiere San Leonardo. Il sospetto principale verte sulla distruzione delle vecchie camere di combustione dei forni della vetraria, abbattuti - come ricorda Giorgio Giliotti, membro del Gruppo Medaglie d'oro Bormioli Rocco - «senza bagnare le polveri, che così il vento ha sparso in giro». Tuttavia, l'elemento cogente che ha portato Arpa ha richiedere di fermare le attività di demolizione, non è tanto il problema dei cattivi odori, su cui pure ora si indagherà, bensì la presenza preoccupante dell'amianto. A tal proposito, Dallara specifi ca che «è chiaro e ovvio che essendo lo stabilimento all'interno della città, le procedure di bonifi - ca devono essere rigorose, sia per garantire gli addetti che per la doverosa prevenzione per i cittadini che lì risiedono». Ragionamento che non fa una grinza, questo del Direttore generale di Arpa, a maggior ragione se si considera che sull'area della fabbrica, una volta che questa sarà demolita, partiranno iniziative urbanistiche di tipo residenziale. Se non altro, ora alla scuola Archimede non si avvertono più cattivi odori e, dopo lo spavento, ci si scherza sopra. «In futuro - dicono le insegnanti - preferiremmo sentire, noi e i bambini, gli odori degli hot dog che fanno qua vicino».

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Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 17/09/2006

Bormioli, ultime battute per la vendita del gruppo Entro la metà di ottobre dovrebbero essere formalizzate le offerte vincolanti dei potenziali acquirenti. Ma lo scenario è ancora aperto

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Si stringono i tempi per la vendita della Bormioli. Entro la metà di ottobre infatti Partecipazioni italiane, la società di proprietà della Banca popolare di Lodi che controlla il gruppo vetrario, dovrebbe avere in mano le offerte vincolanti per l'acquisizione della vetreria fi dentina giudicata a suo tempo una partecipazione non più strategica dall'istituto di credito di Lodi del dopo Fiorani. Tra un mese, quindi, dovrebbe avere un nome e un volto il nuovo proprietario della Bormioli. Dovrebbe perché già più di una volta le scadenze fi ssate da Lodi per la dismissione sono state disattese. La decisione di vendere Bormioli infatti fu presa subito dopo la fi ne dell'era Fiorani dai nuovi vertici della banca. Venne fatta una prima cernita dei soggetti interessati che avevano presentato offerte preliminari e non vincolanti. Tanti i dossier spediti a Lodi anche se per la banca è sempre rimasto sul tappeto un nodo non secondario da sciogliere: vendere la partecipazione in Bormioli Rocco e Figlio, detenuta tramite Bormioli Finanziaria (pari al 65,74%), o dismettere direttamente la partecipazione detenuta in Bormioli Finanziaria (pari al 99,85%). Un dubbio che non è stato ancora sciolto perché la banca, dopo l'iniziale corsa alla vendita, sta in realtà ancora valutando se e come uscire dal mercato del vetro. Comunque, entro la metà del prossimo mese, anche la terza e ultima fase dell'operazione dovrebbe concludersi, quando cioè sul tavolo di Bpi dovrebbero arrivare le offerte vincolanti di chi è interessato a rilevare la Bormioli Rocco. E quindi, in base a quanto contenuto in quei dossier il Consiglio di amministrazione di Partecipazioni italiane, cioè Bpi, "dovrà esprimersi circa l'opportunità e la convenienza per la società di procedere alla dismissione della partecipazione", recita l'ultimo bilancio di Partecipazioni Italiane. Questi ultimi mesi sono serviti infatti ad assottigliare il gruppo delle pretendenti. Intanto, secondo voci sempre più insistenti, "Vetrerie meridionali" che era data in passato, con l'appoggio di Unipol, in pole position nella corsa a rilevare Bormioli, per problemi interni, si sarebbe sfi lata. Sarebbero invece rimasti della partita altri due o tre fondi di investimento, mentre nel quadro generale si sarebbero inseriti due nuovi fattori. Primo: le voci di possibili sinergie future con un gruppo vetrario toscano, la Calp a suo tempo quotato in Borsa, nel cui pacchetto azionario è presente Monte dei Paschi di Siena la banca che da tempo viene indicata come uno dei possibili punti di approdo della Banca popolare italiana. Un fattore che spingerebbe Lodi a non accelerare troppi i tempi della fuoriuscita dal mercato del vetro. Secondo fattore: l'ipotesi, mai defi nitivamente tramontata, di una possibile acquisizione della Bormioli Rocco da parte della Bormioli Luigi. Si tratterebbe in questo caso, ovviamente, di un'acquisizione parziale, centrata sulle sole attività presenti nella nostra provincia, e che aprirebbe per Bpi la non semplice questione di cosa fare di tutto il resto del gruppo vetrario di Fidenza. Un gioco ad incastri che comunque, stando all'ultima semestrale di Partecipazioni italiane, si dovrebbe risolvere entro la metà del prossimo mese. (m.o.)

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