regolamento ue 1357/2014 decisione ce 955/2014 · identificato come pericoloso mediante riferimento...
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REGOLAMENTO UE 1357/2014 DECISIONE CE 955/2014
NUOVE REGOLE PER LA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI
Perché classificare i rifiuti?
Che cosa significa classificare un rifiuto?
La classificazione consiste in una valutazione che deve portare all’attribuzione del codice CER e, laddove il rifiuto è pericoloso, anche all’individuazione delle
caratteristiche di pericolo H, nonché all’individuazione dell’idoneo impianto di recupero/smaltimento.
La classificazione è obbligo (e responsabilità) del produttore/detentore.
CHI DEVE CLASSIFICARE?
Art. 188 comma 1
Il produttore iniziale o altro detentore conserva la responsabilità per l’intera catena di trattamento,
restando inteso che qualora il produttore iniziale o il detentore trasferisca i rifiuti per il trattamento
preliminare ad uno dei soggetti consegnatari di cui al presente comma (intermediari, commercianti, enti o
imprese autorizzati al recupero/smaltimento dei rifiuti), tale responsabilità, di regola, comunque
sussiste.
CHI DEVE CLASSIFICARE?
ATTENZIONE: ART. 193 comma 3
Il trasportatore non è responsabile per quanto indicato nella scheda SISTRI- Area movimentazione o nel formulario di identificazione dal produttore o dal detentore dei rifiuti e per le eventuali difformità tra la descrizione dei rifiuti e la loro effettiva consistenza, fatta eccezione per le difformità riscontrabili con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico.
PRODUTTORE: RESPONSABILITA’
ATTENZIONE: art. 258 comma 4
Si applica la pena di cui all’art. 483 del codice penale (reclusione fino a due anni per falso in atto pubblico) a CHI nella predisposizione di un certificato di analisi dei rifiuti fornisce false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a CHI fa uso di un certificato falso durante il trasporto.
PERCHE’ CLASSIFICARE BENE I RIFIUTI ?
TUTTO QUELLO CHE FACCIO PER GESTIRE IL RIFIUTO IN AZIENDA DAL MOMENTO IN CUI IL RIFIUTO VIENE PRODOTTO DIPENDE DALLA CLASSIFICAZIONE.
• UNA CLASSIFICAZIONE SCORRETTA PUO’ DETERMINARE UNA GESTIONE SCORRETTA…E QUINDI…TALVOLTA SANZIONABILE….TALVOLTA… SEMPLICEMENTE DISECONOMICA
UN ESEMPIO…SANZIONABILE
DIVIETO DI MISCELAZIONE ART 187 COMMA 1
E’ VIETATO MISCELARE RIFIUTI PERICOLOSI AVENTI DIVERSE CARATTERISTICHE DI
PERICOLOSITA’, OVVERO RIFIUTI PERICOLOSI CON RIFIUTI NON PERICOLOSI
(DEPOSITO TEMPORANEO, OVVERO NEL LUOGO DI PRODUZIONE)
UN ESEMPIO….SANZIONABILE
OLI USATI ART 216 BIS
Il deposito temporaneo, la raccolta e il trasporto degli oli usati sono realizzati in modo da tenere costantemente separate, per quanto tecnicamente possibile, tipologie di oli da destinare a processi di trattamento diversi tra
loro.
E’ fatto comunque divieto di miscelare gli oli minerali usati con altri tipi di rifiuti o sostanze
UN ESEMPIO…SANZIONABILE
COME POSSO RISPETTARE IL DIVIETO DI MISCELAZIONE IN DEPOSITO
TEMPORANEO SE NON CONOSCO LE CARATTERISTICHE DI PERICOLO DEI
RIFIUTI ?
Sanzione: arresto da sei mesi a due anni congiunto ad ammenda, da 2.600,00 a 26.000,00 euro, se trattasi di rifiuti pericolosi
UN ESEMPIO…SANZIONABILE
art 183 comma 1 lettera bb) punto 4
In deposito temporaneo ……devono essere rispettate le norme che disciplinano l’imballaggio e l’etichettatura delle sostanze pericolose….cioe’……..????
TRASPORTO RIFIUTI
ATTENZIONE
ART 193 COMMA 4
DURANTE LA RACCOLTA E IL TRASPORTO I RIFIUTI PERICOLOSI DEVONO ESSERE
IMBALLATI ED ETICHETTATI IN CONFORMITA’ ALLE NORME VIGENTI IN
MATERIA DI IMBALLAGGIO ED ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE
PERICOLOSE (ADR).
L’APPOSIZIONE DELL’ETICHETTA E’ A CARICO DELLO SPEDITORE
SANZIONI
Si applica la pena di cui all’art. 483 del codice penale (reclusione fino a due anni per falso in atto pubblico) a CHI nella predisposizione di un certificato di analisi dei rifiuti fornisce false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimici-fisiche dei rifiuti e a CHI fa uso di un certificato falso durante il trasporto.
UN ESEMPIO… ECONOMICO Attività che ha originato il rifiuto: lavorazione superficiale (carteggiatura) di un
serbatoio in lega metallica che ha contenuto idrocarburi (operazione post bonifica).
Stato fisico del rifiuto: polvere metallica Codice CER attribuito all’origine: 160709 – rifiuti contenenti altre sostanze
pericolose . Effettuata analisi di caratterizzazione: SI Il rifiuto è risultato H7- cancerogeno per la presenza di una percentuale di
nichel superiore allo 0,1%, ma l’analisi non ha rilevato tracce di idrocarburi. Costo dell’analisi sostenuto dall’azienda: 500 euro Costo di smaltimento per impianto di incenerimento: 850 euro/ton. Costo di trasporto (ADR): circa 2000 euro Tonnellate/anno smaltite: 10 ton per un totale di circa 11000 euro di spesa.
UN ESEMPIO… ECONOMICO Qualche riflessione….. 1. Il nichel è stato rilevato nel test di cessione sull’eluato, che non
dovrebbe essere un’analisi finalizzata alla classificazione. 2. Il rifiuto è una lega metallica…..quindi si può applicare il par. 8
dell’allegato D che cita “come dichiarato nei consideranda della direttiva 99/45/CE occorre
riconoscere che le caratteristiche delle leghe sono tali che la determinazione precisa delle loro proprietà mediante i metodi convenzionali attualmente disponibili può risultare impossibile: le disposizioni di cui al punto 3.4 non trovano dunque applicazione per le leghe di metalli puri (ovvero non contaminati da sostanze pericolose)…..”
3. l’analisi deve determinare in ogni caso la presenza di idrocarburi,
ovvero della sostanze pericolosa CONTAMINANTE
RICOMINCIAMO?.
UN ESEMPIO… ECONOMICO 1. Rifatta analisi su campione di particolato sulla presenza di
idrocarburi…
2. L’esito dell’analisi è stato negativo ed il rifiuto è stato classificato come non pericoloso sotto il codice 120101 -limatura e trucioli di materiali ferrosi
3. L’analisi è stata rifatta per più campioni, risultando comunque sempre negativa.
4. Risultato: le analisi sono costate complessivamente 2.000 euro; 5. Il rifiuto è stato destinato, in quanto non pericoloso, ad un impianto
di recupero con una drastica riduzione dei costi 6. I costi di trasporto sono diminuiti perché è stato possibile diradare
la periodicità degli asporti
7. Totale risparmiato: circa 7.000 euro!!!
NON MALE VERO?
COME CLASSIFICARE ?
I rifiuti sono classificati, secondo l’origine in rifiuti urbani e rifiuti speciali e secondo le caratteristiche di pericolosità in rifiuti pericolosi e non pericolosi.
COME CLASSIFICARE ?
RIFIUTI URBANI
o Rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione.
o I rifiuti non pericolosi provenienti da luoghi diversi dai domestici ma assimilati agli urbani per qualità e quantità.
o Rifiuti da spazzamento strade. o Rifiuti giacenti su aree pubbliche. o Rifiuti vegetali da aree verdi (giardini, parchi, cimiteri). o Rifiuti da esumazioni/estumulazioni e attività cimiteriali (escluso
il verde).
COME CLASSIFICARE ?
RIFIUTI SPECIALI
a) Rifiuti da attività agricole e agro-industriali (definite dall’art. 2135 c.c., ovvero “attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione, che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge”).
COME CLASSIFICARE ?
RIFIUTI SPECIALI
b) I rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo (se non sono sottoprodotti).
c) I rifiuti da lavorazioni industriali. d) I rifiuti da lavorazioni artigianali. e) I rifiuti da attività commerciali. f) I rifiuti da attività di servizio. g) I rifiuti derivanti da attività di recupero e smaltimento rifiuti, i
fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque, dalla depurazione delle acque, dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento dei fumi.
COME CLASSIFICARE ?
RIFIUTI SPECIALI
h) I rifiuti derivanti da attività sanitarie (soggetti a Dlgs 254/2003).
Soppresse dall’elenco dal 205/20l0 e seguenti
tipologie di rifiuti: - Macchinari obsoleti (diventano RAEE o rifiuti
industriali/artigianali). - Veicoli a motore fuori uso (soggetti a Dlgs
209/2003).
COME CLASSIFICAVAMO ?
Le origini:
DPR 915/82 : rifiuti distinti in speciali e tossico-nocivi;
Unica analisi da effettuare : test di cessione eluato;
Codici rifiuto (distinzione unicamente merceologica)
COME CLASSIFICAVAMO ?
LA PRIMA RIVOLUZIONE COPERNICANA:
LA DECISIONE 532/2000 E L’ELENCO DEI CODICI CER (DIRETTIVA MINISTERIALE 9
APRILE 2002)
LA DECISIONE CONTIENE ANCHE LE REGOLE PER L’ATTRIBUZIONE DEL CODICE.
COME CLASSIFICAVAMO ?
LA SECONDA MODIFICA:
Il Dlgs 205/2010 recepisce la direttiva 98/2008, “accorcia” e modifica gli allegati
D e I al Dlgs 152/2006 (eliminati gli allegati G e H, che contenevano le
“famiglie” di rifiuti potenzialmente classificabili come pericolosi)
COME CLASSIFICAVAMO ?
“ALLEGATO D pre-205” “ALLEGATO D post 205”
Punto 5. Se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose e come non pericoloso in quanto diverso da quello pericoloso (voce a specchio) esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate concentrazioni
Punto 5: Se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose (…) esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate concentrazioni, tali da conferire al rifiuto in questione una o più delle proprietà di cui all’allegato I
COME CLASSIFICAVAMO ?
“ALLEGATO D pre-205” ALLEGATO D post -205
Punto 5. Per le caratteristiche da H3 a H8, H10,H11 si applicano i valori limite di cui al punto 4 (che non c’è….) mentre le caratteristiche H1,H2,H9,H12,H13 e H14 non devono essere prese in considerazione, in quanto mancano i criteri di riferimento sia a livello comunitario che nazionale e si ritiene che la classificazione di pericolosità possa comunque essere correttamente effettuata applicando i criteri di cui al punto 4. La classificazione di un rifiuto identificato da una voce a specchio e la conseguente attribuzione del codice sono effettuate dal produttore/detentore del rifiuto.
Periodo soppresso
COME CLASSIFICAVAMO ?
“ALLEGATO I pre-205
Legge 28/2012 (marzo 2012)
Se un rifiuto e' identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose, esso e' classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate concentrazioni (ad esempio, percentuale in peso), tali da conferire al rifiuto in questione una o piu' delle proprieta' di cui all'allegato I. Per le caratteristiche da H3 a H8, H10 e H11, di cui all'allegato I, si applica quanto previsto al punto 3.4 del presente allegato.
Per le caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14, di cui all'allegato I la decisione 2000/532/CE non prevede al momento alcuna specifica. Nelle more dell'emanazione da parte del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di uno specifico decreto che stabilisca la procedura tecnica per l'attribuzione della caratteristica H14, sentito il parere dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), tale caratteristica viene attribuita ai rifiuti secondo le modalita' dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7.». ))
COME CLASSIFICAVAMO ?
“ALLEGATO I pre 205 ALLEGATO I post 205
Metodi di prova
I metodi di prova sono intesi a conferire un significato specifico alle definizioni di cui all'allegato I. I metodi da utilizzare sono quelli descritti nell'allegato V della direttiva 67/548/CEE, nella versione modificata dalla direttiva 84/449/CEE della Commissione o dalle successive direttive della Commissione che adeguano al progresso tecnico la direttiva 67/548/CEE. Questi metodi sono basati sui lavori e sulle raccomandazioni degli organismi internazionali competenti, in particolare su quelli dell'OCSE.
Metodi di prova
I metodi da utilizzare sono quelli descritti nell’allegato V della direttiva 67/548 e in altre pertinenti note del CEN
COME CLASSIFICAVAMO… METODO DELLE
CONCENTRAZIONI
Sostanze e
Concentrazione (rif all.I)
Classificazione rifiuti Classificazione preparati
Xi R36/37/38= o > 20% H4- irritante (senza via di
esposizione)
Xi R 36/37/38 (non
gassosi)
Xn (senza via di
esposizione) = o > 25%
H5- nocivo (senza via di
esposizione)
Xn (con via di
esposizione (n.g.)
T+ (senza via di
esposizione) = o > 0,1%
H6- tossico (senza via di
esposizione)
Xn R68 (n.g.)
T (senza via di
esposizione) =o > 3%
H6- tossico (senza via di
esposizione)
Xn (con via di
esposizione) n.g
Cancerogena (categoria 1
o 2) = o > 0,1%
H7- cancerogeno (senza
via di esposizione)
Cancerogeno con R45-
R49 (n.g.)
Cancerogena (categoria
3) = o > 1%
H7- cancerogeno (senza
via di esposizione)
Xn R 40 (cat. 3)
COME CLASSIFICAVAMO… METODO DELLE CONCENTRAZIONI
Sostanze e
Concentrazione (rif all.I)
Classificazione rifiuti Classificazione preparati
Corrosivo con R35
= o > 1%
H8 Xi R 36/38 (n. g.)
Corrosivo con R 34
= o > 5%
H8 Xi R 36/38 (n. g)
Tossica per la
riproduzione cat 1 – 2 (r
60- 61 = o > 0,5%
H10 Tossico ripr. R 60 o 61
Tossica per la
riproduzione cat 3 (R 62-
63) = o > 5%
H10 Tossico ripr. R 62 o 63
Mutagena cat. 1 -2 R46
= o > 0,1%
H11 Mutageno R46
Mtagena cat. 3 R 68
= o > 1%
H11 Mutageno R 68
Classificare con il metodo delle concentrazioni
Esempio: Classifichiamo una miscela di composti organici
(miscela di solventi CER 140603*): - stirene(H3B-R10; H4- Irritante –R38- Nocivo H5
–R20/21: 95000 mg/kg (9,5%) - Xileni (H3B-R10; Irritante H4 (R38) Nocivo H5
(R20/21): 50000 mg/kg (5%) - Trimetilbenzene (H3B-R10; Irritante H4
(R36/37/38); Nocivo H5 (R20): 90000 mg/kg (9%)
Classificare con il metodo delle concentrazioni
Se le sostanze vengono considerate singolarmente:
Il rifiuto risulterà solo infiammabile, ma non irritante e non nocivo perché la CL non si raggiunge (20% per H4 e 25% per H5).
Se però considero la sommatoria supero il limite del 20% e il rifiuto viene classificato anche irritante. Infatti:
50000 mg/kg+95000 mg/kg+ 90000 mg/kg= 235.000 mg/kg (23,5%).
Non si applica H5 (nocivo) perché la concentrazione, anche in sommatoria, non supera il 25%.
Le caratteristiche chimico fisiche
L’allegato D riporta i soli criteri per la verifica dell’infiammabilità (H3)…. Punto di infiammabilità > 55°
Le norme sulle sostanze e i preparati pericolosi riportano anche i criteri per la determinazione delle proprietà esplosive (H1) e comburenti (H2): è corretto usarle per analogia?
H12 (A contatto con l’acqua sprigiona gas tossici o molto tossici); è definito solo (e in parte) dalla normativa sul trasporto di merci pericolose (non richiamata negli allegati, ma all’art. 193)
H9: definita dalla normativa sul trasporto: caratterizzazione basata esclusivamente sull’origine.
Classificare con il metodo delle concentrazioni
• H13 Sensibilizzanti: non sono menzionati nella nota di cui all’allegato I….ma sono classificabili in base al metodo delle concentrazioni…quindi???
Se nel rifiuto c’è > 1% di sensibilizzanti (R42/43) allora anche il rifiuto è H13 (criterio non legalmente vincolante derivato dalla normativa sulla classificazione dei preparati).
COME CLASSIFICHIAMO OGGI ?
TERZA MODIFICA
LEGGE 116/2014 DI CONVERSIONE DL 91/2014. Vigente dal 18 febbraio 2015…..
UNA NORMA TUTTA ITALIANA che ripristina parzialmente la situazione precedente il Dlgs 205/2010.
COME CLASSIFICHIAMO OGGI decisione 532/2000
Le regole da ricordare per la scelta del codice CER:
- Identificare, all’interno delle 20 rubriche, l’attività che ha originato il rifiuto, consultando le rubriche da 01 a 12 o da 17 a 20.
- Poi scegliere, all’interno della rubrica, in base alla composizione merceologica, il codice più adatto (ferro, vetro, trucioli…etc).
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
Importante: i rifiuti di imballaggio vanno classificati alla voce 15 e non alla voce 20.(abolito dal giugno 2015)
Se nessuno dei codici dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 si
presta per la classificazione occorre esaminare le rubriche 13, 14, 15 e solo alla fine 16.
I codici che terminano con 99 sono utilizzabili unicamente quando il procedimento sopradescritto non ha dato alcun esito.
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
Una volta identificato il codice CER possiamo avere tre principali situazioni:
1. rifiuti caratterizzati da un codice CER con asterisco senza codice specchio - denominati pericolosi in “assoluto” – vanno considerati sempre come pericolosi, a prescindere dalla concentrazione di sostanze pericolose che contengono. Le proprietà di pericolo, definite da H1 ad H15, possedute dal rifiuto, devono tuttavia spesso essere determinate al fine di procedere alla sua gestione (trasporto secondo la normativa ADR, valutazione della ammissibilità in discarica).
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
Una volta identificato il codice CER possiamo avere tre principali situazioni:
2. i rifiuti caratterizzati da un codice CER privo di asterisco, senza che esista un
corrispondente analogo codice (“a specchio”) con asterisco (denominati non pericolosi in “assoluto”) – vanno considerati sempre come non pericolosi, a
prescindere dalla concentrazione di sostanze pericolose che contengono. Questa conclusione – che in un primo tempo era stata posta in discussione
da alcuni Enti di controllo – deriva inequivocabilmente dall’art. 7 della Direttiva 2008/98/CE, in forza del quale l’elenco dei rifiuti “è vincolante
per quanto concerne la determinazione dei rifiuti pericolosi”. Può comunque in casi selezionati essere necessaria un’analisi, per necessità
connesse alla gestione del rifiuto (per esempio in relazione alla sua ammissibilità in discarica).
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
Una volta identificato il codice CER possiamo avere tre principali situazioni:
.3. rifiuti caratterizzati da codici CER speculari (“a specchio”), uno
pericoloso ed uno non pericoloso. In questo caso, per stabilire se il rifiuto è pericoloso o non pericoloso debbono essere determinate le proprietà di pericolo che esso possiede.
Le indagini da svolgere per determinare le proprietà di pericolo che un
rifiuto possiede sono le seguenti:
a) individuare i composti presenti nel rifiuto attraverso la scheda informativa del produttore, la conoscenza del processo chimico, il campionamento e l’analisi del rifiuto;
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
B ) determinare i pericoli connessi a tali composti attraverso la normativa europea sulla etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi, le fonti informative europee ed internazionali, la scheda di sicurezza dei prodotti da cui deriva il rifiuto;
c) stabilire se le concentrazioni dei composti contenuti comportino che il rifiuto presenti delle caratteristiche di pericolo mediante comparazione delle concentrazioni rilevate all’analisi chimica con il limite soglia per le frasi di rischio specifiche dei componenti, ovvero effettuazione dei test per verificare se il rifiuto ha determinate proprietà di pericolo
(esempio: batteria di tre test ecotossicologici ai fini della valutazione di ecotossicità –
classe di pericolo H14 – ovvero del test di Young della riserva acido-alcalina e del saggio di irritazione in vitro per i rifiuti caratterizzati da PH estremo – classi di pericolo H4 e H8).
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
Casi particolari: 1. I componenti di un rifiuto sono rilevati dalle analisi chimiche solo in
modo aspecifico, e non sono perciò noti i composti che lo costituiscono. In questo caso, per individuare le caratteristiche di pericolo del rifiuto
devono essere presi come riferimento i composti peggiori (cd. “composti virtuali”), in applicazione del principio di precauzione.
Esempio: in un composto la presenza di un metallo (es: nichel) viene
individuata dall’analisi chimica solo nella forma elementare del metallo. Ciò è compatibile con la presenza del metallo in composti (ad esempio ossidi) fra loro assai diversi per tossicità. In assenza di informazioni più precise, si deve tener conto del composto più pericoloso, riferendo ad esso – attraverso un calcolo stechiometrico – la concentrazione del metallo rinvenuta in sede di analisi.
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
Casi particolari:
2. Quando le sostanze presenti in un rifiuto non sono note o non sono determinate con le modalità stabilite
nei commi precedenti, ovvero le caratteristiche di pericolo non possono essere determinate, il rifiuto si
classifica come pericoloso, in applicazione del principio di precauzione
COME CLASSIFICHIAMO OGGI?
Problemi: 1. Il disposto della legge 116 deriva da una serie di indicazioni date dall’ISS (a partire
dai noti pareri n. 36565 del 5 luglio 2006 n. 32074 del 23 giugno 2009 e n. 35653 del 6 agosto 2010 sui rifiuti contenenti idrocarburi)e da enti di controllo che NON hanno carattere legalmente vincolante;
2. Non è invece allineato con il disposto della direttiva 98/2008, che non prevede l’obbligatorietà di un’analisi per i codici specchio;
3. La legge 116 sembrerebbe supporre che tutte le proprietà di pericolo dei rifiuti, da H1 a H15, debbano essere considerate, quando invece per alcune di esse (in particolare H1, H2, H12, H13, H15) mancano previsioni normative e scientifiche univoche a livello europeo;
4. La considerazione come sempre pericolosi dei rifiuti contenenti sostanze non note appare come una applicazione estrema ed unilaterale del principio precauzionale, che invece – secondo le precise indicazioni del diritto europeo e nazionale – deve sempre essere contemperato dai principi di proporzionalità e ragionevolezza. Questo aspetto è stato sottolineato recentemente con particolare forza, in Italia, dalla sentenza n. 85/2013 della Corte costituzionale.
COME CLASSIFICHEREMO DOMANI ?
QUARTA MODIFICA
DAL 1 GIUGNO 2015 DUE NUOVI PROVVEDIMENTI UE HANNO MODIFICATO LE REGOLE DI CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI PUR NON MODIFICANDO L’ELENCO DEI CODICI CER, CHE RESTA INVARIATO
PERCHE’?
COME CLASSIFICHEREMO DOMANI?
PER ADEGUARE LE REGOLE DI CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI A QUELLE GIA’ IN VIGORE PER LE SOSTANZE DAL 2010 E PER LE MISCELE DAL 1 GIUGNO 2015
(REGOLAMENTO 1272/2008 –CLP
UN PO’ DI CLP
UN PO’ DI CLP
PERICOLI CHIMICO- FISICI
PERICOLI SALUTE
PERICOLI AMBIENTE
DEFINIZIONI
CLASSE DI PERICOLO: la natura del pericolo fisico, per la salute o per l’ambiente; CATEGORIA DI PERICOLO: la suddivisione dei criteri entro ciascuna classe di pericolo, che specifica la gravità del pericolo (numerate da 1 a 4) PITTOGRAMMA DI PERICOLO: composizione grafica comprendente un simbolo e altri elementi grafici, ad esempio un bordo, motivo o colore di fondo, destinata a comunicare informazioni specifiche sul pericolo in questione; INDICAZIONE DI PERICOLO: frase attribuita a una classe e categoria di pericolo che descrive la natura del pericolo di una sostanza o miscela pericolosa e, se del caso, il grado di pericolo
H222 – aerosol altamente infiammabile H226 – liquido e vapori infiammabili
H319 – provoca grave irritazione oculare
DEFINIZIONI
DEFINIZIONI
VALORE SOGLIA: soglia di ogni impurezza, additivo o singolo costituente classificati presenti in una sostanza o in una miscela al di sopra della quale la loro presenza è presa in considerazione per determinare se la sostanza o la miscela debba essere classificata; LIMITE DI CONCENTRAZIONE: valore limite di ogni impurezza, additivo o singolo costituente classificati presenti in una sostanza o in una miscela che può comportare la classificazione della sostanza o della miscela.
CATEGORIE DI PERICOLO
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TOSSICITA’ ACUTA: proprietà di una sostanza o miscela di produrre effetti nocivi che si manifestano in seguito alla somministrazione per via orale o cutanea di una dose unica o di più dosi ripartite nell’arco di 24 ore, o in seguito ad una esposizione per inalazione di 4 ore. Proprietà di una sostanza/miscela di produrre effetti nocivi immediati si reversibili che irreversibili. Si differenzia in tossicità acuta per via orale, cutanea e per inalazione
CATEGORIE DI PERICOLO
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Per tossicità specifica per organi bersaglio – STOT (esposizione singola) s'intende una tossicità specifica e non letale per organi bersaglio, risultante da un’unica esposizione a una sostanza o miscela. Sono compresi tutti gli effetti significativi per la salute che possono alterare la funzione, reversibili o irreversibili, immediati e/o ritardati, esclusa la tossicità acuta e i CMR. Esempio: irritazione delle vie respiratorie.
Per tossicità specifica per organi bersaglio – STOT (esposizione ripetuta) s’intende una tossicità specifica per organi bersaglio risultante da un’esposizione ripetuta a una sostanza o miscela. Sono compresi tutti gli effetti significativi per la salute che possono alterare la funzione, reversibili o irreversibili, immediati e/o ritardati, esclusa la tossicità acuta e i CMR
CATEGORIE DI PERICOLO
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COME CLASSIFICHEREMO DOMANI?
Nuove indicazioni di pericolo Reg. 1357/2014 • HP 1- Esplosivo • HP2 – Comburente • HP3 - Infiammabile • HP4 - Irritante – irritazione cutanea e lesioni oculari • HP5 – Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/Tossicità in caso di
aspirazione • HP6 – Tossicità acuta • HP7 – Cancerogeno • HP8 - Corrosivo • HP9 - Infettivo • HP10 - Tossico per la riproduzione • HP11- Mutageno • HP12 – Liberazione di gas a tossicità acuta • HP13 - Sensibilizzante • HP14 – Ecotossico • HP15 – rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di
pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente.
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
SCOMPAIONO DALLA TERMINOLOGIA DEI
RIFIUTI I TERMINI “TOSSICO” E “NOCIVO”.
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
1. HP3- Infiammabile- modificata la definizione, che ora include anche i
solidi e i gas e non è più legata al punto di infiammabilità.
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
1. HP3- Infiammabile- modificata la definizione, che ora include anche i
solidi e i gas e non è più legata al punto di infiammabilità.
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
1. HP3- Infiammabile- modificata la definizione, che ora include anche i
solidi e i gas e non è più legata al punto di infiammabilità.
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
1. HP3- Infiammabile- modificata la definizione, che ora include anche i
solidi e i gas e non è più legata al punto di infiammabilità.
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
Introdotto il concetto di valore soglia - si applica solo ad HP4-HP6-HP8
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
Decisione 955/2014
Nel valutare le caratteristiche di pericolo dei rifiuti si applicano i criteri di cui all’allegato III della direttiva 98/2008 (leggi reg. 1357/2014) . Per le caratteristiche di pericolo HP4-HP6 e HP8 ai fini della valutazione si
applicano i valori soglia per le singole sostanze come indicato nell’allegato III direttiva 98/2008. Quando una sostanza è presente nei rifiuti in quantità inferiori al suo valore soglia NON VIENE PRESA IN CONSIDERAZIONE
per il calcolo di una determinata soglia (limite di concentrazione). Laddove una caratteristica di pericolo è stata valutata sia mediante prova
che utilizzando le concentrazioni di sostanze pericolose prevalgono i risultati della prova.
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014 HP4 Irritanti- H8-corrosivi
Pericolo componente/i Valore soglia ai fini della considerazione
Limite di concentrazione per classificazione rifiuto
H314 Skin corr (sommatoria)
>1% >1% HP4-irritante
H318 (Eye Dam 1-sommatoria)
>1% >10% HP4-irritante
H315-H319 (skin/eye irrit 2)-sommatoria
>1% >20% HP4-irritante
H314 (sommatoria) >1% > 5% HP8 -corrosivo
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014 HP5 STOT/Tossicità in caso di aspirazione
Pericolo componente/i Valore soglia ai fini della considerazione
Limite di concentrazione per classificazione rifiuto
H370 (sostanza singola) STOT SE1
------ > 1% -HP5
H371 (sostanza singola) STOT SE2
-------- >10%- HP5
H335 (sostanza singola) STOT SE 3
-------- >20%-HP5
H372 (sostanza singola STOT RE1
----------- >1%- HP5
H373 (sostanza singola) STOT RE2
---------- >10%-HP5
Asp Tox 1 (sommatoria)
--------------- >10% -HP5 solo se viscosità cinematica del rifiuto <20,5 mm/s2 (40°C)- liquido volatile
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014 HP6 –Acutamente tossici
Pericolo componente/i Valore soglia Limite di concentrazione per classificazione rifiuto
H300 Acute Tox 1 (orale)
> 0,1% >0,1% HP6
H300 Acute Tox 2 (orale)
> 0,1% >0,25% HP6
H301 Acute tox 3 (orale)
>0,1% >5% HP6
H302 Acute Tox 4 (orale)
>1% >25% HP6
H310 acute Tox 1 (dermica)
> 0,1% >0,25% HP6
H310 acute Tox 2 (dermica)
>0,1% >2,5% HP6
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014 HP6 –Acutamente tossici
Pericolo componente/i Valore soglia Limite di concentrazione per classificazione rifiuto
H311 Acute Tox 3 (dermica)
> 0,1% >15% HP6
H311 Acute Tox 2 (dermica)
> 1% >55% HP6
H330 Acute tox 1 (inalatoria)
>0,1% >0,1% HP6
H330 Acute Tox 2 (inalatoria)
>0,1% >0,5% HP6
H331 acute Tox 3 (inalatoria)
> 0,1% >3,5% HP6
H332 acute Tox 4 (inalatoria)
>1% >22,5% HP6
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014 HP6 –Acutamente tossici
OVVERO…….. 1 si somma con 1, 2 con 2, 3 con 3, 4 con 4 ????
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014 ALTRE CARATTERISTICHE DI PERICOLO senza
sommatoria
Pericolo componente/i Valore soglia Limite di concentrazione per classificazione rifiuto
H350 (carc 1 a-1B) --------- > 0,1% HP7
H351 (carc 2) ----------- >1% HP7
H360 (Repr 1 A-1B) ------- >0,3% HP10
H361 (Repr. 2) ------ >3% HP10
H340 (muta 1 a-1B) ----- >0,1% HP11
H341 (muta. 2) ---- >1% HP11
NOVITA’ PRINCIPALI DEL REG. 1357/2014
HP13 Sensibilizzati- stabilita la soglia e il valore limite
Pericolo componente/i Valore soglia Limite di concentrazione per classificazione rifiuto
H317 (sensibilizzante pelle)
---- 10% HP13
H334 (sensibilizzante vie respiratorie)
---- 10% HP13
COME CLASSIFICHEREMO DOMANI?
Come attribuire le caratteristiche di pericolo HP conoscendo le caratteristiche di pericolo H di almeno un componente?
• PER ATTRIBUIRE UNA O PIU’ CARATTERISTICHE DI PERICOLO HP AI RIFIUTI E’ NECESSARIO CONOSCERE IL PROCESSO CHE HA ORIGINATO I RIFIUTI MEDESIMI.
• SE CONOSCIAMO LA COMPOSIZIONE ORIGINARIA E’ PIU’ FACILE, APPLICANDO LE TABELLE DEL REGOLAMENTO 1357/2014 , RIUSCIRE A DETERMINARE LE CARATTERISTICHE DI PERICOLO DEL RIFIUTO
COME CLASSIFICHEREMO DOMANI?
COME CLASSIFICHEREMO DOMANI?
Una volta stabilito il codice CER posso avere sostanzialmente quattro situazioni: 1. Conosco il processo e so per certo che il rifiuto non è pericoloso…il CER scelto non è pericoloso… Classificazione conclusa 2. Conosco il processo e so per certo che il mio rifiuto contiene almeno una sostanza pericolosa------classifico secondo reg. 1357/2014 verificando soglie e limiti di concentrazione. 3. Mi trovo di fronte ad un codice specchio: -----------classifico secondo Reg. 1357/2014. 4. Mi trovo di fronte ad un CER con asterisco – pericoloso assoluto (es: oli esausti) --------------- classifico secondo Reg. 1357/2014.
Esercizi:
Se le sostanze vengono considerate singolarmente il rifiuto risulterà solo infiammabile, ma non irritante e non nocivo perché la CL non si raggiunge (20% per H4 e 25% per H5). Se però considero la sommatoria supero il limite del 20% e il rifiuto viene classificato anche irritante. Infatti: 50000 mg/kg+95000 mg/kg+ 70000 mg/kg= 215.000 mg/kg (21,5%). Non si applica H5 (nocivo) perché la concentrazione, anche in sommatoria, non supera il 25%.
Acido citico impaccato in contenitore….CER…
• COME CLASSIFICHIAMO IL PRODOTTO SCADUTO IMPACCATO NEL SUO CONTENITORE?
• FACCIAMO RIFERIMENTO AL REG. 1357/2014 CHE CITA:
• “SE LA SOMMA DELLE CONCENTRAZIONI DI TUTTE LE SOSTANZE CLASSIFICATE CON I CODICI H315 E H319 è pari o superiore al 20% il rifiuto è classificato pericoloso di tipo HP 4 (irritante)”
E questo?
• Il prodotto combustibile contenuto nella bottiglia è classificato H304.
• In base al reg. 1357/2014 (tabella 4) va classificato HP 5 se il contenuto supera il 10% in peso sul contenitore. Viscosità????
Contenitore vuoto non scolato- CER 150110*
Ancora esempi: acque reflue di lavaggio macchine da stampa-CER 080119*-080120
Reflui di lavaggio macchina da stampa CER 080119*-080120
• In questo caso il rifiuto è da classificare HP11 (mutageno) se il colorante
classificato supera la concentrazione 1%sul refluo, mentre è anche da
classificare HP13 (sensibilizzante) se supera il 10%.
Ancora esempi: residui di vernici o sverniciatori –CER 080121*
Residui di vernici o sverniciatori CER 080121*
• In questo caso il rifiuto è da classificare HP3.
• PER LE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE (INFIAMMABILITA’,
COMBURENZA, ESPLOSIVITA’) NON E’ APPLICABILE IL METODO DELLE
CONCENTRAZIONI E VANNO QUINDI FATTE, EVENTUALMENTE, ANALISI PER
DECLASSIFICARE IL RIFIUTO.
Residui di vernici o sverniciatori CER 080121*
Abbiamo finito con questo rifiuto?
Residui di vernici o sverniciatori CER 080121*
• In realtà no….
Il punto 2.2 della sds mi dice che è anche H314, ovvero corrosivo e se il residuo è superiore all’1% ma < al 5% il rifiuto è classificato HP4, mentre se è superiore al 5% il rifiuto è classificato HP8.
- Stirene H226; H315- H332-H319: 95000 mg/kg (9,5%); - Xileni H226; H315; H312-H332: 50000 mg/kg (5%); - Trimetilbenzene H226; H315;H319; H332; H335: 90000
mg/kg (9%)
Ultimo esempio: riprendiamo la nostra miscela di solventi CER 140603* …… cambia la
classificazione?
- SOLUZIONE
Ultimo esempio: riprendiamo la nostra miscela di solventi CER 140603* ……cambia la
classificazione?
Infiammabilita IRRITAZIONE
TOSSICITA’ ACUTA
STOT
STIRENE H226 H315-319 H332
XYLENE H226 H315 H312-332
TRIMETILBENZENE
H226 H319 H332 H335
140603* HP3 >20% (SOMMAT
ORIA) HP4
>22,5%
(SOMMATORIA) HP6
<20%
HP14-ECOTOSSICI
Il Dlgs 205/2010 ha posto per la prima volta il problema dei criteri per classificare un rifiuto H14. La legge 28/2012 cambia, dopo il Parere Ispra Iss del giugno 2011 i criteri di attribuzione della caratteristica H(P)14, vincolandoli a quelli dell’ADR Legge 28/2012 (marzo 2012) Per le caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14, di cui all'allegato I la decisione 2000/532/CE non prevede al momento alcuna specifica. Nelle more dell'emanazione da parte del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di uno specifico decreto che stabilisca la procedura tecnica per l'attribuzione della caratteristica H14, sentito il parere dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), tale caratteristica viene attribuita ai rifiuti secondo le modalita' dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7.». ))
HP14-ECOTOSSICI
QUINDI DAL 2012, ALMENO IN ITALIA, ESISTE UN PERFETTO ALLINEAMENTO TRA LA CLASSIFICAZIONE DI PERICOLOSITA’ AMBIENTALE DI UN RIFIUTO, DI UNA MERCE PERICOLOSA E DI UNA SOSTANZA/MISCELA CHIMICA, AVENDO L’ACCORDO ADR COMUNQUE GIA’ RECEPITO I CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DEL CLP.
MA…IL REG. 1357 STUPISCE ANCORA!!!!!
HP14-ECOTOSSICI
E QUESTO SIGNIFICA CHE……SI TORNA INDIETRO!!!!!
La direttiva 67/548 non ha in effetti definito i criteri di pericolosità ambientale che sono stati invece introdotti per la prima volta dalla direttiva
99/45. In ogni caso queste norme definiscono il pericolo ambientale solo in base alla tossicità acquatica acuta e non alla tossicità
cronica, come ADR e CLP.
HP14- ECOTOSSICI
LA LEGGE 28/2012 PUO’ CONSIDERARSI ANCORA VIGENTE
DOPO IL 1 GIUGNO 2015?????
COME COMPORTARSI CON I CODICI SPECCHIO dal 1 giugno 2015
DECISIONE 955/2014
Ai rifiuti cui potrebbero essere assegnati codici di rifiuti pericolosi e non pericolosi si applicano le
seguenti disposizioni:
- l’iscrizione di una voce nell’elenco armonizzato dei rifiuti contrassegnata come pericolosa con un
riferimento specifico o generico a sostanze pericolose è opportuna solo quando questo
rifiuto contiene sostanze pericolose pertinenti che determinano una o più caratteristiche di
pericolo da HP1 a HP15.
COME COMPORTARSI CON I CODICI SPECCHIO dal 1 giugno 2015
DECISIONE 955/2014
Una caratteristica di pericolo può essere valutata utilizzando la concentrazione di
sostanze nei rifiuti o, se non diversamente specificato nel reg. 1272/2008 (CLP)
eseguendo una prova conformemente al regolamento CE 440/2008 o altri metodi di
prova e linee guida riconosciuti a livello internazionale…….
QUINDI……E’ IMPERATIVO….
1. ACQUISIRE PIU’ INFORMAZIONI POSSIBILI SUL PROCESSO/LAVORAZIONE DI ORIGINE DEL
RIFIUTO
2. FARE UNA BUONA valutazione preliminare o STRATEGIA DI TESTING…(se sono necessarie le
prove).
3. VERIFICARE LA COERENZA DEI RISULTATI CON LE INFORMAZIONI DISPONIBILI SUI
PROCESSI……………
4. DOCUMENTARE SEMPRE IL PROCESSO DI CLASSIFICAZIONE……………….
L’ANALISI E’ OBBLIGATORIA ?
Quale analisi?
Nella pratica un’analisi può essere mirata a ricercare 4 diverse categorie di parametri:
- di classificazione (ricerca di sostanze/proprietà pericolose);
- Di caratterizzazione (conformità al recupero, conformità a discarica…)
- Tecnologici (parametri che hanno a che fare con il funzionamento dell’impianto es: cloro totale, potere calorifico, ph, cod…)
- Prescrittivi (specifici dell’impianto di destinazione).
Quale analisi?
• l’analisi di laboratorio può svolgere almeno due diverse funzioni:
- serve a classificare il rifiuto;
- serve a verificare la “compatibilità’” fra il rifiuto e l’impianto di destinazione.
Se ho già classificato il rifiuto con il metodo delle concentrazioni devo fare comunque un’analisi?
Dipende: a seconda del tipo di impianto cui destino il rifiuto può essere
necessaria un’analisi di “compatibilità”
Un esempio: il test di cessione sull’eluato
Certificato di analisi o rapporto di prova?
• Rapporto di prova: consiste esclusivamente e semplicemente nell’analisi del campione effettuata applicando un metodo unificato e nell’attestazione del risultato raggiunto.
• Certificato di analisi La certificazione analitica richiede che il responsabile della stessa : - assuma la responsabilità del campionamento e della preparazione del
campione; - identifichi ed indichi i metodi da applicare; - interpreti criticamente i risultati; - proceda all’eventuale ripetizione di prove o all’integrazione delle stesse; - certifichi in ultimo i risultati.
L’analisi ai fini della classificazione
Le indagini da svolgere per determinare le proprietà di pericolo che un rifiuto possiede sono le seguenti:
a) individuare i composti presenti nel rifiuto attraverso: • la scheda informativa del produttore; • la conoscenza del processo chimico; • il campionamento e l'analisi del rifiuto; b) determinare i pericoli connessi a tali composti attraverso: • la normativa europea sulla etichettatura delle sostanze e
dei preparati pericolosi; • le fonti informative europee ed internazionali; • la scheda di sicurezza dei prodotti da cui deriva il rifiuto
L’analisi ai fini della classificazione
• c) stabilire se le concentrazioni dei composti contenuti comportino che il rifiuto presenti delle caratteristiche di pericolo mediante comparazione delle concentrazioni rilevate all'analisi chimica con il valore limite per le indicazioni di pericolo specifiche dei componenti, ovvero effettuazione dei test per verificare se il rifiuto ha determinate proprietà di pericolo.
L’analisi ai fini impiantistici
Rifiuto da avviare a recupero (Dm 5 febbraio 1998- impianti autorizzati in procedura semplificata)
Art. 8 (Campionamenti e analisi). • Il campionamento dei rifiuti, ai fini della loro caratterizzazione
chimico fisica,e‘ effettuato sul rifiuto tal quale, in modo tale da ottenere un campione rappresentativo secondo le norme UNI 10802, "Rifiuti liquidi, granulari,pastosi e fanghi - Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli eluati".
Il campionamento e le analisi sono effettuate a cura del titolare
dell'impianto dove i rifiuti sono prodotti almeno in occasione del primo conferimento all'impianto di recupero e, successivamente, ogni 24 mesi e, comunque, ogni volta che intervengano modifiche sostanziali nel processo di produzione.
L’analisi ai fini impiantistici
Alcuni esempi: rottami ferrosi • 3.1 Tipologia: rifiuti di ferro, acciaio e ghisa [120102] [120101]
[100210] [160117] [150104] [170405] [190118] [190102] [200140][191202] [200140][191202] e, limitata-mente ai cascami di lavorazione, i rifiuti identificati dai codici [100299]e [120199].
• 3.1.1 Provenienza: attività industriali, artigianali, agricole, commerciali e di servizi; lavorazionedi ferro, ghisa e acciaio, raccolta differenziata; impianti di selezione o di incenerimento di rifiuti; attività di demolizione.
• 3.1.2 Caratteristiche del rifiuto: rifiuti ferrosi, di acciaio, ghisa e loro leghe anche co-stituiti da cadute di officina, rottame alla rinfusa, rottame zincato, lamierino, cascami della lavorazione dell'acciaio, e della ghisa, imballaggi, fusti, latte, vuoti e lattine di metalli ferrosi e non ferrosi e acciaio anche stagnato; PCB, PCT <25 ppb, ed eventualmente contenenti inerti, metalli non ferrosi, plastiche, etc., <5% in peso, oli <10% in peso; non radioattivo ai sensi del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230.
L’analisi ai fini impiantistici
Alcuni esempi: rifiuti plastici • 6.2 Tipologia: sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre
sintetiche [070213] [120105] [160119] [160119] [160216] [160306] [170203].
• 6.2.1 Provenienza: industria, della produzione o trasformazione delle materie plastiche e fibre sintetiche, impianti di recupero degli accumulatori esausti, attività di autodemolizione autorizzata ai sensi del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modifiche e integrazioni, attività di autoriparazione e industria automobilistica,altre attività di recupero di altre apparecchiature e manufatti; attività di costruzione e demolizione.
• 6.2.2 Caratteristiche del rifiuto: granuli, trucioli, ritagli, polveri, manufatti fuori norma,ecc. Eventuale presenza di altri polimeri, cariche, pigmenti, additivi, Pb <3%, KOH <0,3%, Cd <0,3%.
L’analisi ai fini impiantistici
Conferimento in discarica Articolo 2- DM 27/09/2010 Caratterizzazione di base 1. Al fine di determinare l'ammissibilità dei rifiuti in ciascuna categoria di
discarica, così come definite dall'articolo 4 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, il produttore dei rifiuti è tenuto ad effettuare la caratterizzazione di base di ciascuna tipologia di rifiuti conferiti in discarica. Detta caratterizzazione deve essere effettuata prima del conferimento in discarica ovvero dopo l'ultimo trattamento effettuato.
2. La caratterizzazione di base determina le caratteristiche dei rifiuti
attraverso la raccolta di tutte le informazioni necessarie per lo smaltimento finale in condizioni di sicurezza. La caratterizzazione di base è obbligatoria per qualsiasi tipo di rifiuto.
3. La caratterizzazione di base è effettuata in corrispondenza del primo
conferimento e ripetuta ad ogni variazione significativa del processo che origina i rifiuti e, comunque, almeno una volta l'anno.
L’analisi ai fini impiantistici
Articolo 5- DM 27/09/2010 Conferimento in impianti di discarica per rifiuti inerti Sono smaltiti nelle discariche per rifiuti inerti i rifiuti inerti che a
seguito di caratterizzazione di base presentano un eluato conforme alle concentrazioni fissate nella tabella 2 del DM 27/9/2010. Non contengono contaminanti organici in concentrazioni superiori a quelle indicate nella tabella 3 del presente.
È vietato il conferimento in discarica per inerti di rifiuti che contengono Pcb, come definiti dal decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 209, in concentrazione superiore a 1 mg/kg e che contengono diossine e furani in concentrazione superiore a 0,0001 mg/kg.
Per gli altri inquinanti organici persistenti si applicano i limiti di cui all'allegato IV del Regolamento (Ce) n. 850/2004 e successive modificazioni.
L’analisi ai fini impiantistici tabella 2
L’analisi ai fini impiantistici tabella 3
L’analisi ai fini impiantistici Conferimento in discarica per rifiuti non pericolosi
L’analisi ai fini impiantistici Conferimento in discarica per rifiuti non pericolosi
tabella 5
L’analisi ai fini impiantistici Conferimento in discarica per rifiuti pericolosi
L’analisi ai fini impiantistici Conferimento in discarica per rifiuti pericolosi
tabella 6
L’analisi ai fini impiantistici Rifiuti solidi destinati a termovalorizzazione
L’analisi ai fini impiantistici Rifiuti liquidi destinati a trattamenti depurativi
QUINDI…….
NON CHIEDETE SEMPLICEMENTE
UN’ANALISI DEL RIFIUTO, MA OCCORRE SPECIFICARE ANCHE QUALE ANALISI
VOLETE…. E QUALI PARAMETRI CARATTERISTICI RICERCARE…ALTRIMENTI
L’ANALISI NON SERVIRA’ A NIENTE……ANCHE SE FORSE VI COSTERA’
MENO
GRAZIE PER L’ATTENZIONE