relazione del nucleo di valutazione - unito.it · 2.7 performance dell’attività didattica, 16...
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Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 1
RELAZIONEDEL NUCLEO DI VALUTAZIONE
Anno 2000
1 Considerazioni introduttive, 3
2 La didattica, 42.1 L’offerta didattica dell’Ateneo, 42.2 L’offerta dei corsi di dottorato, 52.3 L’offerta di altre attività didattiche
post-lauream, 52.4 La domanda di istruzione universitaria, 52.5 Gli scambi internazionali, 122.6 L’organizzazione didattica:
risorse umane e distribuzioneper Facoltà, 12
2.7 Performance dell’attività didattica, 16
3 La valutazione delle opinioni degli studenti sullaqualità della didattica, 20
4 Produzione scientifica, 224.1 Entrate dei dipartimenti, 224.2 Confronto tra produzione scientifica ed entrate
dei dipartimenti, 224.3 Produzione scientifica come indicatore dello
stato generale dell’Università, 28
5 Gestione amministrativa, 305.1 Normativa interna, 305.2 Il Personale, 32
5.3 L’applicazione del nuovo CCNL, 335.4 La Formazione, 345.5 Personale docente, 345.6 Analisi di bilancio, 355.7 Le Pari Opportunità, 39
6 Interventi per il diritto allo studio, 436.1 Premessa: un quadro normativo in movimento, 436.2 Gli esoneri da tasse e contributi, 436.3 Gli interventi attuati dalla Regione Piemonte, 46
7 Orientamento e Tutorato, 517.1 Premessa, 517.2 La situazione in essere, 517.3 Nota e commento, 53
AppendiciI La valutazione delle opinioni degli studenti sulla
qualità della didattica, 57I.1 Premessa, 57I.2 L’evoluzione delle indagini, 59I.3 I risultati delle indagini: prime indicazioni, 69I.4 Conclusioni, 88
II Tabelle di dettaglio della didattica, 91
III Risultati dell’attività di ricerca anno 2000, 103
aprile 2000
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 20002
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 3
1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
La relazione del Nucleo di valutazione dell’Universitàdi Torino per l’anno 2000 è centrata, secondo una li-nea già sperimentata nelle relazione precedenti, suiseguenti argomenti:
• Didattica• Valutazione delle opinioni degli studenti• Produzione scientifica dei dipartimenti• Gestione amministrativa• Interventi per il diritto allo studio• Orientamento e tutorato
La mancanza nella relazione 2000 di un capitolo desti-nato espressamente all’analisi delle prospettive strate-giche dell’Ateneo non è casuale, ma il frutto della con-siderazione che tale analisi non può, per sua natura,avere cadenza annuale.Per quanto riguarda il capitolo sulla didattica, un aspet-to da segnalare espressamente all’attenzione del letto-re riguarda la comparazione della situazione 2000/2001con quella degli anni precedenti. Sulla base di questidati è possibile valutare complessivamente l’evoluzio-ne della struttura didattica dell’Ateneo torinese in ter-mini di numero di studenti, numero di laureati e lorodistribuzione tra le diverse facoltà e composizione delpersonale docente nel periodo 1998/99 – 2000/2001.Attraverso questa analisi temporale è possibile coglie-re appieno l’evoluzione della struttura didattica del-l’Ateneo in questo periodo di rapidi cambiamenti.La valutazione delle opinioni degli studenti sulla qua-lità didattica rappresenta il capitolo più corposo dellarelazione, che è stato pertanto riportato in appendice.Con questa analisi dettagliata il Nucleo ha inteso for-nire al Comitato Nazionale e alle Autorità Accademi-che dell’Ateneo indicazioni tempestive, chiare e cor-
rette sui risultati sino ad ora ottenuti con l’indaginepromossa mediante le schede informative distribuitedalle varie Facoltà nell’anno 2000/2001. Il quadro ri-sultante, per quanto variegato e complesso, rappresentail primo tentativo valutativo della qualità didattica dicarattere generale fatto presso il nostro Ateneo ed ècertamente un’indispensabile base verso l’introduzio-ne di un sistema di valutazione più omogeneo e condi-viso. Di non trascurabile importanza è anche la com-parazione tra le caratteristiche delle indagini sulla qua-lità didattica dell’Università di Torino con quelle di altre37 università italiane. Da questo quadro risulta che laposizione occupata dall’Università di Torino nel pa-norama degli atenei italiani non è confortante.La valutazione e la comparazione della produzionescientifica dei Dipartimenti costituisce il quarto capi-tolo di questa relazione. Essa si basa su una indaginecapillare fatta presso i Dipartimenti ed ha lo scopo didocumentare in termini quantitativi la produzione diconoscenze. Nessun tentativo è stato fatto in questarelazione per una valutazione qualitativa dei prodottiscientifici, poiché essa rappresenta un tema estrema-mente complesso e non completamente condiviso dal-le varie componenti della comunità accademica. Unaspecifica novità presente in questa relazione riguardal’analisi delle entrate dei Dipartimenti, che si configu-rano come le uniche strutture in grado di portare rag-guardevoli e permanenti risorse aggiuntive al bilanciodell’Ateneo. Un altro elemento da segnalare in questarelazione riguarda il tentativo di comparazione dei prin-cipali indicatori dell’Università di Torino con quelli dellealtre università italiane di dimensione paragonabile.Il capitolo dedicato alla gestione amministrativa si com-pone dei paragrafi relativi al personale tecnico ammi-nistrativo ed alla sua articolazione, al personale docente,all’incidenza della spesa per il personale sul FFO, al-
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 20004
l’analisi del bilancio (articolata nell’analisi di alcuniindicatori finanziari e della capacità previsionale). An-che in questo caso è presente una comparazione con lasituazione di altre università italiane.I capitoli riguardanti gli interventi per il diritto allo stu-dio e orientamento e tutorato chiudono la relazioneannuale del nucleo. Particolare attenzione è posta inquesta relazione all’evoluzione temporale delle borse distudio erogate dall’Ateneo negli ultimi tre anni e all’evo-luzione, nello stesso periodo, delle collaborazioni a tem-po parziale degli studenti. L’analisi dell’intervento dellaRegione è anche riportato e discusso in dettaglio. Inparticolare l’evoluzione temporale delle borse di stu-dio, dei servizi abitativi, dei contributi affitto e dei ser-vizi di ristorazione EDISU viene discussa rimarcando-ne (come fatto nelle relazioni precedenti) alcuni aspettidi ritardo rispetto alla situazione di altre regioni.
2. LA DIDATTICA
In questa parte si prendono in esame i dati relativi al-l’a.a. 2000/01 utilizzando le rilevazioni trasmesse all’Uf-ficio Statistico del MIUR. I dati, riferiti al 31/01/01,sono confrontati – utilizzando, per quanto possibile,dati che si riferiscono ad uno stesso periodo di rileva-zione – con quelli degli anni precedenti in modo dacogliere alcuni aspetti dinamici dei fenomeni in esame.Le tabelle inserite si riferiscono per lo più a dati aggre-gati a livello di Ateneo e di Facoltà; il dettaglio a livellodi Corso di laurea, là dove sia significativo, compareeventualmente in appendice.Lo schema di presentazione dei dati ricalca in parte leRelazioni degli anni precedenti, concentrandosi su al-cuni obiettivi di maggior significato: analisi dell’offer-ta didattica dell’Ateneo; andamento delle iscrizioni edistribuzione degli studenti tra le Facoltà (con osser-vazioni sulla situazione dell’Ateneo attraverso il calco-lo di indicatori: studenti equivalenti; docenti equiva-lenti; rapporto studenti/docenti; percentuale di fuoricorso; tasso di prosecuzione degli studi); laureati (conriferimento agli indicatori previsti dal Comitato nazio-nale di valutazione – CNVSU –; tasso di laurea).Per solito, i dati presi in esame in questa parte dellaRelazione si riferiscono agli a.a. 1998/99, 1999/00 e2000/01.
2.1 L’offerta didattica dell’Ateneo
L’evento principale nel corso del 2000 è stato l’avvio dellariforma dei cicli didattici universitari (D.M. 03.11.1999n. 509; D.M. 04.09.2000). Dalla decisione di dare corsoall’attuazione della prima fase della riforma – ossia al-l’attivazione delle lauree “triennali” – utilizzando pre-cocemente il periodo concesso dal legislatore (18 mesi)
è derivata infatti una modificazione profonda nella strut-tura e nell’orizzonte dell’offerta didattica.Con delibera del 5 giugno 2000, ratificata con deliberadel 27 giugno 2000, il Senato Accademico dell’Ateneotorinese ha infatti approvato l’attivazione di 21 corsidi laurea di primo livello:
Facoltà di Agraria:– Corso di laurea in Produzioni vegetali;– Corso di laurea in Tecnologie alimentari;– Corso di laurea in Viticolture ed enologia;
Facoltà di Lettere e filosofia:– Corso di laurea in Lettere;– Corso di laurea in Filosofia;– Corso di laurea in Scienze della comunicazione
(2 corsi: sedi di Torino e di Ivrea);– Corso di laurea in Storia;
Facoltà di Scienze della formazione:– Corso di laurea in Discipline delle arti, della musi-
ca e dello spettacolo;– Corso di laurea in Corso di laurea in Scienze del-
l’educazione;
Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali:– Corso di laurea in Chimica;– Corso di laurea in Chimica industriale;– Corso di laurea in Fisica;– Corso di laurea in Scienza dei materiali;– Corso di laurea in Scienze biologiche;– Corso di laurea in Scienze naturali;
Facoltà di Scienze politiche:– Corso di laurea in Servizio sociale (3 corsi: sedi di
Torino, Biella, Cuneo);– Corso di laurea in Statistica;
Scuola universitaria per le Biotecnologie:– Corso di laurea in Biotecnologie.
Nella successiva adunanza del 3 luglio 2000 il SenatoAccademico ha provveduto all’approvazione del nuo-vo Regolamento didattico di Ateneo, che recepisce lemodifiche imposte dall’adeguamento alla normativasull’autonomia universitaria (L. 341/90 e D.M. 509/99), e presenta elementi di particolare rilievo, tra cui:• la previsione di nuovi Regolamenti di Facoltà e di
appositi regolamenti particolari per ogni singolocorso di studio, con speciale attenzione alle moda-lità di fissazione e di attribuzione dei crediti ad ogniinsegnamento, e alla tipologia delle varie attivitàformative (artt. 3 e 4);
• l’enfasi posta sulla valutazione dell’offerta didatti-ca – anche sulla base delle relazioni del Nucleo divalutazione dell’Ateneo, con periodica disaminadella medesima (almeno ogni cinque anni: art. 7);
• il rapporto tra crediti assegnati alle attività formati-
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 5
ve e gli specifici obiettivi (artt. 10-11);• la previsione di più efficienti forme di orientamen-
to e tutorato (art. 12);• i meccanismi di verifica dell’attività didattica (art. 22),
con particolare riguardo alle funzioni dei “nuclei divalutazione interna” (le CAD, in primo luogo).
Il quadro dell’offerta didattica dell’Ateneo nel perio-do considerato si presenta dunque – di necessità – stra-ordinariamente composito: l’attuale compresenza dinuovi corsi di primo livello (lauree triennali) e di omo-nimi corsi di laurea o di diploma del passato ordina-mento è il segnale più vistoso del momento di transi-zione che l’Ateneo sta vivendo (in ogni caso, a propo-sito di questo segnale vale la pena di richiamare chel’omonimia e, di conseguenza, la duplicità di situazio-ni non scaturisce da volontà di sovrapposizione, marisponde a una precisa volontà del legislatore, il qualeha disposto che si potesse procedere a immediata atti-vazione, nell’a.a. 2000/01, di corsi del nuovo ordina-mento solo nel caso che essi recassero l’identico titolodi corsi e diplomi di laurea già attivi nell’a.a. 1996/97).La situazione è destinata da un lato a un’ulteriore for-te spinta innovativa – con l’avvio della “seconda par-te” della riforma dei cicli: l’attivazione delle lauree spe-cialistiche, con verosimili nuove sovrapposizioni, dal-l’altro a un graduale riassorbimento, a misura che i corsidel vecchio ordinamento si esauriranno.La Tabella 2.1.1 fotografa l’attuale struttura dell’offer-ta didattica.È indubbio che, pur compiuto il calcolo delle necessa-rie “detrazioni” (corsi del vecchio e nuovo ordinamentoaventi medesima denominazione e contenuto analogo)si debba comunque parlare, su scala triennale, di unarricchimento dell’offerta didattica, alla quale si è ag-giunta a partire dall’a.a. 1999/00 la Scuola Universita-ria in Scienze Motorie (ex ISEF).A fronte di questo incremento il numero complessivodegli iscritti all’Ateneo continua a calare: dai 63.005del 1998/99 si passa ai 62.291 del 1999/00 e, successi-vamente, ai 62.033 del 2000/01 (si veda oltre la Tabel-la 2.4.1, nei totali sono compresi gli iscritti delle Scuo-le universitarie ma non quelli della SAA). La diminu-zione dello 0,41% dal 1999/00 al 2000/01 (dopo il -2,52% del 1998/99 su 1997/98, dati riferiti a febbraio’98, e il -1,17% del 1999/00 su 1998/99) pare indicareun rallentamento del calo in atto da anni: ci si avvia,forse, a una stabilizzazione che conferma saldamentel’Università torinese nel novero dei grandi Atenei (ov-vero degli Atenei con più di 50.000 iscritti). Solo ladinamica dei prossimi anni potrà aiutare a compren-dere ciò che, finora, è affidato unicamente a congettu-ra: se cioè la decelerazione in atto nel calo degli iscrittisia frutto non solo di un fisiologico esaurirsi di un ci-clo negativo, ma anche di una maggiore capacità di
attrazione dei corsi derivante dall’innovazione e diver-sificazione dell’offerta didattica.
2.2 L’offerta dei corsi di dottorato
I corsi di dottorato di ricerca attivi nel XVI ciclo sono55 (a fronte dei 52 del XV ciclo). Complessivamenteessi rappresentano in modo significativo tutte le areedisciplinari dell’Ateneo. Dei 55 corsi attivati, 14 sonodi nuova istituzione, 2 risultano dall’accorpamento didottorati preesistenti: complessivamente, dunque, icontenuti dell’offerta sono stati rinnovati per il 25%.La Tabella 2.2.1 riepiloga l’offerta del XVI ciclo, conl’indicazione dei relativi Dipartimenti proponenti,“sede” naturale dell’attività dei singoli dottorati.
2.3 L’offerta di altre attività didattichepost lauream
L’offerta di formazione post-lauream relativa all’a.a.2000/01 si è estrinsecata anche attraverso 69 scuole dispecializzazione (contro le 67 dell’a.a. 1999/00), di cui55 appartenenti all’area medica.Il dato saliente riguarda la Scuola Interateneo di Spe-cializzazione per l’Insegnamento Secondario (S.I.S) chea due anni dalla sua istituzione (a.a. 1999/00) ha mes-so a disposizione 425 posti nel 1999/00 e 170 posti nel2000/01 (di cui 30 riservati alla sede di Aosta). È unapresenza considerevole, che risponde in maniera signi-ficativa ai compiti assegnati alle Università dalla rifor-ma dei cicli didattici in corso di completamento.Completano l’offerta formativa i 34 corsi di perfezio-namento (contro i 28 dell’a.a. 1999/00), 22 dei qualipertinenti alla Facoltà di Medicina e chirurgia (comel’anno precedente).
2.4 La domanda di istruzione universitaria
Gli iscritti alle FacoltàUn esame delle dinamiche degli ultimi 3 anni (1998/99, 1999/00, 2000/01)2 evidenzia come le tendenzedelle singole Facoltà si discostino tra loro in misuraanche significativa. Abbiamo un gruppo di Facoltà che,in un certo senso, rispecchia fedelmente la tendenzacomplessiva dell’Ateneo a un decremento pressochécostante degli iscritti: Giurisprudenza, Lettere e filo-sofia, Psicologia, Scienze MFN, Scienze politiche. Unaltro gruppo include Facoltà che mostrano, nel trien-nio considerato, una sostanziale tenuta, con oscillazio-ni del tutto trascurabili in un senso o nell’altro: Eco-nomia (il cui numero di iscritti è da considerarsi com-
2 Per omogeneità di confronto sono stati utilizzati i dati derivanti dallerilevazioni Murst – “Il Sistema Universitario Italiano” riferiti al 31 gen-naio di ciascun anno.
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Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 9
Tabella 2.2.1 – Offerta dei corsi di dottorato di ricerca del XVI ciclo
Dipartimenti proponenti Corsi di dottorato
Biologia animale e dell’uomo Biologia evoluzonistica e conservazione della biodiversità
Biologia animale e dell’uomo Scienze bio-chimicheBiologia vegetale Biologia e biotecnologia dei funghiChimica IFM Scienze e tecnologie dei materialiChimica IFM; Chimica analitica; Chimica GOA Scienze chimicheDiscipline artistiche, musicali e dello spettacolo AnglisticaDiscipline artistiche, musicali e dello spettacolo Discipline del cinema e del teatroDiscipline filosofiche Filosofia ed ermeneutica filosoficaDiscipline ginecologiche ed ostetriche Scienze clinicheDiscipline medico-chirurgiche Radioimmunolocalizzazione dei tumoriEconomia Studi economici europeiEconomia aziendale Economia aziendaleEconomia; Sc. giuridiche Scienze giuridiche – Diritto civileFilologia, linguistica e tradizione classica Filologia e letteratura greca, latina e bizantinaFisica generale; Fisica sperimentale; Fisica teorica FisicaGenetica, biologia e biochimica Biochimica e biotecnologia cellulareGenetica, biologia e biochimica Biologia umana: basi molecolari e cellulariGenetica, biologia e biochimica Genetica umanaInformatica InformaticaMatematica MatematicaMedicina e oncologia sperimentale Patologia sperimentale e molecolareMedicina interna Fisiopatologia medicaMorfofisiologia veterinaria Scienze di base e biotecnologie veterinarieNeuroscienze FisiologiaNeuroscienze NeuroscienzeOrientalistica EbraisticaPatologia animale Scienze cliniche veterinarieProduzioni animali, epidemiologia ed ecologia Produzioni animaliPsicologia Psicologia clinica e delle relazioni interpersonaliPsicologia Psicologia sociale e dello sviluppo in una prospettiva
applicativaPsicologia Scienze cognitiveSc. antropologiche, archeologiche e storico-territoriali ArcheologiaSc. antropologiche, archeologiche e storico-territoriali Scienze antropologicheSc. biomediche e oncologia umana Oncologia umanaSc. biomediche e oncologia umana Scienze e tecnologie cellulariSc. cliniche e biologiche Farmacologia e terapia sperimentale e clinicaSc. cliniche e biologiche Immunologia e biologia cellulareSc. del linguaggio e lett. moderne comparate Letterature comparate, Filologia romanza e RomenisticaSc. del linguaggio e lett. moderne comparate Lingue, culture e società nel mondo slavoSc. della terra; Sc. Mineralogiche e petrologiche Scienze della terraSc. dell’educazione e della formazione Scienze dell’educazione e della formazioneSc. e tecnologie del farmaco Scienza del farmacoSc. giuridiche Filosofia del diritto, teoria delle sc. normative
e dell’ordin. intern.Sc. giuridiche Scienze giuridiche – Diritto penale italiano e comparatoSc. giuridiche Scienze giuridiche – Diritto pubblicoSc. letterarie e filologiche FrancesisticaSc. letterarie e filologiche ItalianisticaSc. pediatriche e dell’adolescenza Pediatria sperimentaleSc. sociali; Informatica Scienze e progetto della comunicazioneScienze sociali Ricerca sociale e comparataStoria Istituzioni, società, religioni dal tardo antico
alla fine del medioevoStoria Storia della società europea in età modernaStoria Storia delle società contemporaneeStudi politici Studi politici europei ed euro-americaniValorizzazione e protezione risorse agroforestali Scienze agrarie forestali e agroalimentari
Sono indicati in grassetto i corsi di nuova attivazione e sottolineati quelli ottenuti dall’accorpamento di corsi affini già esistenti.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200010
Tabella 2.3.1 – La struttura dell’offerta didattica post lauream
Facoltà Tipo di corso e denominazione
Scuole di specializzazione Corsi di perfezionamento
AGRARIA Parchi e giardini Parchi, giardini e aree verdi
AGRARIA Scienze viticole ed enologiche Conserv. e riequilibrio pedo-ambientale in territ. montano
FARMACIA Farmacia ospedaliera Preparazioni topiche farmaceutiche e cosmetiche
GIURISPRUDENZA Diritto degli scambi transnazionali
GIURISPRUDENZA,ECONOMIA eSC. POLITICHE Amministrazione pubblica (2)
LETTERE E FIL. Archeologia Antropologia culturaleLINGUE Didattica della lingua tedesca
MEDICINA E CHIR. Allergologia ed immunologia clinica Affezioni tiroidee e paratiroidee
MEDICINA E CHIR. Anatomia patologica Alcologia e problemi alcolcorrelati
MEDICINA E CHIR. Anestesia e rianimazione I Chirurgia ambulatoriale e chirurgia a degenza breve
MEDICINA E CHIR. Anestesia e rianimazione II Chirurgia laparoscopicaMEDICINA E CHIR. Audiologia Chirurgia orale
MEDICINA E CHIR. Audiologia e foniatria Criminalistica medico-legale
MEDICINA E CHIR. Biochimica e chimica clinica Cure palliative
MEDICINA E CHIR. Cardiochirurgia Diagnosi e terapie delle malattie dell’esofagoMEDICINA E CHIR. Cardiologia Implanto portesi
MEDICINA E CHIR. Chirurgia generale I Le malformazioni fetali: diagnosi e trattamento
MEDICINA E CHIR. Chirurgia generale II Metodologia clinica delle cefalee e delle nevralgie craniche, ricerca e terapia
MEDICINA E CHIR. Chirurgia generale III ParodontologiaMEDICINA E CHIR. Chirurgia maxillo-facciale Patologia e medicina orale
MEDICINA E CHIR. Chirurgia odontostomatologica Promozione/educazione alla salute
MEDICINA E CHIR. Chirurgia pediatrica Psichiatria transculturale
MEDICINA E CHIR. Chirurgia toracica Psiconcologia
MEDICINA E CHIR. Chirurgia vascolare Psicopatologia forense e psicologia giudiziariaMEDICINA E CHIR. Dermatologia e venereologia Terapia del dolore: presidi farmacol. Tecnici e fisici
MEDICINA E CHIR. Ematologia Terapie espressive
MEDICINA E CHIR. Endocrinologia e malattie del ricambio Diagnostica molecolare in medicina
MEDICINA E CHIR. Foniatria Patologie vascolari neurochirurgicheMEDICINA E CHIR. Gastroenterologia ed endoscopia digestiva Medicina di montagna
MEDICINA E CHIR. Genetica medica
MEDICINA E CHIR. Geriatria
MEDICINA E CHIR. Ginecologia ed ostetriciaMEDICINA E CHIR. Igiene e medicina preventiva
MEDICINA E CHIR. Malattie dell’apparato respiratorio
MEDICINA E CHIR. Malattie infettive
MEDICINA E CHIR. Medicina del lavoro
MEDICINA E CHIR. Medicina dello sportMEDICINA E CHIR. Medicina fisica e riabilitazione
MEDICINA E CHIR. Medicina interna I
MEDICINA E CHIR. Medicina interna II
MEDICINA E CHIR. Medicina legale e delle assicurazioni
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 11
MEDICINA E CHIR. Medicina nucleareMEDICINA E CHIR. Microbiologia e virologiaMEDICINA E CHIR. NefrologiaMEDICINA E CHIR. NeurochirurgiaMEDICINA E CHIR. NeurologiaMEDICINA E CHIR. Neuropsichiatria infantileMEDICINA E CHIR. OftalmologiaMEDICINA E CHIR. OncologiaMEDICINA E CHIR. OrtognatodonziaMEDICINA E CHIR. Ortopedia e traumatologiaMEDICINA E CHIR. OtorinolaringoiatriaMEDICINA E CHIR. Patologia clinicaMEDICINA E CHIR. PediatriaMEDICINA E CHIR. PsichiatriaMEDICINA E CHIR. Psicologia clinicaMEDICINA E CHIR. RadiodiagnosticaMEDICINA E CHIR. RadiologiaMEDICINA E CHIR. RadioterapiaMEDICINA E CHIR. Scienza dell’alimentazioneMEDICINA E CHIR. UrologiaMEDICINA E CHIR Chirurgia plastica ricostruttivaMEDICINA E CHIR.
e PSICOLOGIA PsicogeriatriaM. VETERINARIA Sanità animale,allevamento prod. Zootecn.M. VETERINARIA Ispezioni degli alimenti di origine animaleM. VETERINARIA Patologia biotecnologicePSICOLOGIA Psicologia clinicaPSICOLOGIA Psicologia della saluteSC. FORMAZIONE Didattica dell’italiano (PERFIL 1)SC. FORMAZIONE Didattica dell’italiano (PERFIL 2)SCIENZE MFN Applicazioni biotecnologiche Fisica e astrofisica nucleare e subnucleareSCIENZE MFN Fisica sanitariaSC. POLITICHE Peacekeeping e interventi umanitariSC. POLITICHE Analisi comparata e valutazione delle politiche
sociali e del lavoroS.I.S (1) Indir.dell’arte e del disegnoS.I.S (1) Indir.delle lingue straniereS.I.S (1) Indir.economico-giuridicoS.I.S (1) Indir.fisico-inform.-matematicoS.I.S (1) Indir.linguistico-letterarioS.I.S (1) Indir.tecnologicoS.I.S (1) Indir.delle scienze naturaliSCUOLA UNIV.
DI PSICOLOGIAAPPLICATA Psicologia della salute
(1) Scuola Specializzazione per la Formazione degli Insegnanti della Scuola Secondaria.(2) Il corso di Amministrazione pubblica si tiene presso la Scuola di Amministrazione Aziendale.
Tabella 2.3.1 – La struttura dell’offerta didattica post lauream
Facoltà Tipo di corso e denominazione
Scuole di specializzazione Corsi di perfezionamento
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200012
prendendo anche le Scuole universitarie in Commer-cio estero e Management d’impresa), Medicina veteri-naria (per quest’ultima Facoltà va tenuto conto, ovvia-mente, dell’esistenza di un limite di accesso alle iscri-zioni) e Farmacia.In quattro Facoltà gli iscritti appaiono in crescita: Agra-ria, Lingue, Medicina e chirurgia e Scienze della for-mazione.Se si considera rigidamente la classificazione delle Fa-coltà in base al numero di iscritti, nel novero delle gran-di Facoltà – quelle con iscritti compresi fra 6.000 e12.000 – rientrano 5 Facoltà dell’Ateneo (Economia,Giurisprudenza, Lettere e filosofia, Scienze della for-mazione, Scienze politiche); Medicina e chirurgia, Psi-cologia e Scienze MFN appartengono alle Facoltàmedie (quelle che contano tra i 3.000 e i 6.000 iscritti).Le altre Facoltà (Agraria, Farmacia, Lingue, Medicinaveterinaria) rientrano nelle Facoltà di piccole dimen-sioni (fino a 3.000 iscritti).
I corsi di diplomaQuesto tipo di percorso didattico costituiva finora laprincipale risposta ad alcuni dei problemi evidenziatidalla formazione universitaria tradizionale: in partico-lare, l’elevata durata degli studi, con alto numero diabbandoni. Come già accennato, si tratta di un percor-so che la riforma dei cicli didattici avvia a progressivaestinzione, prevedendone, a regime, la sostituzione at-traverso le lauree triennali.La Tabella 2.4.1 in esame riassume anche la situazionedei diplomi universitari nell’Ateneo negli aa. aa. 1998/99, 1999/00, 2000/01. Nell’appendice II le tabelle II.1e II.2 e II.3 forniscono per i medesimi anni accademicii dati distinti per corso di laurea, corso di diploma elauree triennali.
2.5 Gli scambi internazionali
Nel corso degli ultimi anni l’Università degli studi diTorino ha operato attivamente per lo sviluppo dei pro-cessi di mobilità degli studenti nell’intento di realizza-re una formazione superiore di respiro internazionale.In quest’ottica si è lavorato per realizzare i diversi pro-getti patrocinati dall’Unione europea che favorisconogli scambi internazionali (da e verso l’Europa), in par-ticolare l’ufficio Mobilità internazionale ha curato di-verse attività:La partecipazione ai progetti Socrates e Leonardo cheprevedono periodi di studio e lavoro all’estero, com-pletamente integrati nel percorso di studi accademico.Corsi estivi di lingua e cultura italiana per stranieri.Partecipazione ai programmi Tempus e Alfa che riguar-dano rispettivamente la cooperazione trans-europea nelsettore dell’istruzione superiore e la cooperazione coni paesi dell’America latina.
Partecipazione a programmi di sviluppo di rapporti dicooperazione nell’ambito dell’istruzione superiore edella formazione con i seguenti paesi: Stati Uniti, Ca-nada e CinaLe tabelle riassumono il contributo delle singole Fa-coltà dell’Ateneo al progetto Socrates-Erasmus neglia.a. ’98/99, ’99/00 e 2000/01 con riferimento, rispetti-vamente, agli studenti italiani in movimento nei paesiUE e agli studenti stranieri in soggiorno di studio inItalia. La dinamica è crescente per quanto riguarda glistudenti in uscita con un significativo incremento perla Facoltà di Lingue. Negli ultimi due anni invece èper lo più stabile il numero degli studenti in arrivo cheè nettamente più basso rispetto a quelli in uscita. Que-sto può voler dire che occorre un ulteriore sforzo percreare migliori condizioni a favore degli studenti stra-nieri che intendono studiare presso l’Università. Infat-ti il confronto con i dati di alcune università simili perdimensioni al nostro Ateneo dimostra che, seppure inquesti anni si sia realizzata una maggiore mobilità de-gli studenti, i numeri sono più bassi in termini assoluti(nel 2000/01 gli studenti in uscita sono stati a Bologna987, a Firenze circa 600 e a Padova 677).
2.6 L’organizzazione didattica: risorse umane edistribuzione per Facoltà
La tabella 2.6.1 mostra la situazione del personale do-cente per Facoltà, con riferimento agli aa. aa. 1998/99,1999/00, 2000/01. Il dato di Ateneo mostra come, com-plessivamente, il personale docente continui a cresce-re (+5,4% rispetto all’anno precedente nel 1999/00,+3,5% nel 2000/01).Nell’Ateneo è aumentato il numero dei professori di Ifascia (+14% nel 2000/01 rispetto al 1998/99) e deiricercatori (+26,4% nel medesimo periodo), diminui-to quello dei professori di II fascia (-12,2% nel mede-simo periodo): è una dinamica su cui, tra altri fattori,incidono sia gli attuali meccanismi concorsuali sia le“politiche di bilancio” dell’Ateneo e delle sue singoleFacoltà.Nella tabella 2.6.2 compaiono i dati ottenuti mediantela ponderazione nota con il nome di “docente equiva-lente” (fissato pari a 1 il costo di un professore ordina-rio, il costo di un professore associato è pari a 0,76 e ilcosto di un ricercatore è pari a 0,44).La graduatoria delle Facoltà dell’Ateneo sulla base delnumero di “docenti equivalenti” calcolati secondo ilnuovo algoritmo ridefinito e pubblicato dal Comitatonazionale per la valutazione del sistema universitarionel documento DOC 9/99 – è, nella sostanza, identicaa quella stilata in base al numero assoluto di. Come giàin passato, la Facoltà con il maggior numero di docen-ti equivalenti è Medicina e chirurgia (308,8) e quellacon il minor numero è Psicologia (34).
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1/01
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200014
Tabella 2.5.1 – Numero di studenti italiani che hanno preso parte al progetto Erasmus
Facoltà Studenti italiani
1998/99 1999/00 2000/01 Prev. 2001/02
Agraria 5 22 20 24Economia 81 87 77 109Farmacia 7 14 4 10Giurisprudenza 53 31 43 39Lettere e Filosofia 154 158 110 117Lingue - 29 75 98Scienze della Formazione 37 40 31 50Medicina e Chirurgia 6 14 18 21Medicina Veterinaria 4 9 7 8Psicologia - 29 26 23Scienze M. F. N. 30 36 30 35Scienze Politiche 61 111 93 84Scuola Univ. Sc. Motorie - - - 9
Totale 438 580 534 627
Fonte: Area Ricerca e Rel. Internazionali - Mobilità internazionale
Tabella 2.5.2 – Numero di studenti stranieri che hanno preso parte al progetto Erasmus
Facoltà Studenti italiani
1998/99 1999/00 2000/01 Prev. 2001/02
Agraria 12 18 16 10Economia 33 49 56 74Farmacia 8 9 7 6Giurisprudenza 39 45 37 40Lettere e Filosofia 69 70 55 50Lingue 34 43 57 61Scienze della Formazione 2 4 4 16Medicina e Chirurgia 5 0 7 5Medicina Veterinaria 3 9 3 2Psicologia 6 11 12 9Scienze M. F. N. 27 25 30 19Scienze Politiche 44 37 42 30Non Specificata - - - 15
Totale 282 320 326 337
Fonte: Area Ricerca e Rel. Internazionali - Mobilità internazionale
Tabella 2.6.1 – Personale docente e Ricercatore aa.aa. 1997/98, 1998/99, 1999/2000
Facoltà Totali Prof. di I fascia Prof. di II fascia Ricercatori
98-99 99-00 00-01 98-99 99-00 00-01 98-99 99-00 00-01 98-99 99-00 00-01
Agraria 108 112 115 27 25 30 45 45 40 36 42 45Economia 115 124 137 31 31 37 46 46 46 38 47 54Farmacia 54 62 60 12 13 13 24 23 21 18 26 26Giurisprudenza 116 109 110 46 44 49 22 16 12 48 49 49Lettere e Filosofia 193 206 211 67 64 70 55 56 49 71 86 92Lingue 74 75 80 16 16 18 31 29 33 27 30 29Medicina e Chirurgia 425 429 436 131 124 141 146 131 117 148 174 178Medicina Veterinaria 75 80 83 23 22 22 22 24 26 30 34 35Psicologia 38 41 51 11 12 15 13 12 10 14 17 26Scienze della Formazione 73 84 94 19 22 32 29 28 28 25 34 34Scienze M.F.N. 374 423 428 111 107 129 147 148 126 116 168 173Scienze Politiche 147 145 152 33 34 45 50 45 45 64 66 62Torino 1792 1890 1957 527 514 601 630 603 553 635 773 803
Dati 97/98 al 31.12.97; Dati 98/99 al 31.12.98; Dati 99/00 al 31.12.99; Dati 00/01 al 21.12.00
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 15
Tabella 2.6.2 – Docenti equivalenti
Facoltà Prof. TotaleProf. Associati Ricercatori Docenti
Ordinari (equivalenti) (equivalenti) Equivalenti
Agraria 30 30,4 19,8 80,2Economia 37 35,0 23,7 95,7Farmacia 13 16,0 11,4 40,4Giurisprudenza 49 9,1 21,6 79,7Lettere e Filosofia 70 37,2 40,9 148,2Lingue 18 25,1 12,8 55,8Medicina e Chirurgia 141 88,9 78,3 308,2Medicina Veterinaria 22 19,8 15,4 57,2Psicologia 15 7,6 11,4 34,0Scienze della Formazione 32 21,3 14,5 67,8Scienze M.F.N. 129 95,8 76,1 300,9Scienze Politiche 45 34,2 27,3 106,5Torino 601 420,3 353,3 1.374,6
Docenti equivalenti (al 31.12.00) calcolati considerando PO=1, PA=0,76 e RU=0,44 (Comitato nazionale di valutazine, DOC 9/99)Fonte: “Rilevazione del CNVSU - Nuclei2001”. Elaborazione: Ufficio Valutazione.
Tabella 2.6.3 – Le graduatorie delle Facoltà per consistenza di docenti ponderati (DE) al 31.12.2000 e di studenti incorso nell’a.a. 2000/2001
N. ord. 1) 2) 3)
docenti stud. in stud. inFacoltà equiv. Facoltà corso Facoltà corso/DE
1 Medicina e chirurgia 308,8 Scienze della formazione 5.759 Psicologia 91,9
2 Scienze M.F.N. 300,9 Economia * 5.466 Scienze della formazione 84,93 Lettere e filosofia 148,2 Lettere e filosofia 4.096 Economia 57,1
4 Scienze politiche 106,5 Scienze M.F.N. ** 3.620 Giurisprudenza 39,1
5 Economia 95,7 Scienze politiche 3.567 Farmacia 37,5
6 Agraria 80,2 Medicina e chirurgia 3.420 Lingue 37,17 Giurisprudenza 79,7 Psicologia 3.128 Scienze politiche 33,5
8 Scienze della formazione 67,8 Giurisprudenza 3.118 Lettere e filosofia 27,6
9 Medicina veterinaria 57,2 Lingue 2.069 Agraria 17,0
10 Lingue 55,8 Farmacia 1.515 Scienze M.F.N. 12,0
11 Farmacia 40,4 Agraria 1.364 Medicina e chirurgia 11,112 Psicologia 34,0 Medicina veterinaria 576 Medicina veterinaria 10,4
Facoltà di T orino 1.374,6 Facoltà di T orino 37.698 Facoltà di T orino 27,4
Fonti: “rilevazione del CNVSU - Nuclei2001”; Servizio Autom. Segreterie Studenti. Elaborazione: Uff. Valutazione.*compresa la Scuola Univ. in Biotecnologie;**compresi i diplomi della SUMI e della Scuola Univ. in Comm. Estero
Anche le altre posizioni della graduatoria per l’anno 2000coincidono con quelle degli ultimi due anni considerati(1998 e 1999), a ulteriore conferma dell’inerzia di talunisquilibri, e dell’urgenza di adeguate politiche correttive.Rapportando i valori a quelli degli studenti in corso(colonna 2, da cui si rileva come la Facoltà con il piùalto numero di studenti in corso è Scienze della forma-zione, mentre quella che ne ha meno è Medicina vete-
rinaria, con 576) si ottengono i valori riportati in co-lonna 3. Rispetto a un valore medio di Ateneo di 27,4spiccano i casi di Facoltà quali Psicologia e Scienzedella formazione – che fanno registrare valori superio-ri di oltre 3 volte al valore medio – e, all’estremo oppo-sto, di Scienze SMN, Medicina e chirurgia e Medicinaveterinaria con valori inferiori a 1/2 della media diAteneo.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200016
2.7 Performance dell’attività didattica
Per garantire omogeneità con i dati storici e realizzareun sufficiente livello di dettaglio, i dati utilizzati inquesto paragrafo per il calcolo degli indicatori proven-gono da una diversa fonte rispetto a quelli utilizzatiper la Tabella 2.4.1 e con un diverso riferimento tem-porale. Ogni tabella riporta a margine la fonte del dato.Il numero degli studenti “equivalenti” si calcola divi-dendo il numero complessivo di esami superati in unanno accademico, in ciascuna Facoltà, per il numeromedio di esami previsto in quella Facoltà in ciascunanno di corso.
È interessante osservare alcuni dati che emergono dalconfronto tra le annualità superate nell’a.s. 1999 e quel-le superate nell’a.s. 2000 (qui i dati sono ancora prov-visori). La situazione di Ateneo indica un netto calo
Tabella 2.7.1 – Studenti equivalenti per Facoltà
Facoltà a.s. 1999 a.s. 2000
Studenti Studenti Studenti Studentiequivalenti equivalenti regolari equivalenti equivalenti regolari
Agraria 933,3 466,4 1.114,1 898,0Economia 4.104,3 2.072,3 3.988,1 1.893,7Farmacia 915,3 592,6 954,5 578,7Giurisprudenza 2.834,2 1.051,8 2.726,6 1.902,8Lettere e Filosofia 4.443,0 2.306,5 3.782,4 2.537,7Lingue e Letteratura Straniere 438,7 437,5 981,9 973,5Medicina e Chirurgia 2.735,3 2.127,2 3.011,4 1.868,2Medicina Veterinaria 536,9 281,8 531,3 321,4Psicologia 2.407,3 1.207,5 2.150,8 1.359,8Scienze della Formazione 3.764,1 1.937,6 2.371,0 1.801,6SMFN 2.930,3 1.524,9 2.871,5 1.934,0Scienze Politiche 2.500,8 1.270,3 2.152,7 939,7Suism - - 496,6 492,6TOTALE 28.543,4 15.276,6 27.132,9 17.501,6
Fonte: a.s. 1999 Rilevazione MIUR “Indagine Universitaria 2000”; a.s. 2000 Rilevazione MIUR “Indagine Universitaria 2001”Elaborazione: Ufficio valutazione.
Tabella 2.7.2 – Tassi di proseguimento di Ateneo
FACOLTÀ CON SEDE A TORINO
matric. tasso dal tasso dal tasso dalI al II anno II al III anno III al IV anno
1991/92 100 69,01 46,37 43,701992/93 100 66,68 43,89 47,441993/94 100 65,12 47,88 48,161994/95 100 73,19 51,42 52,451995/96 100 74,01 56,89 60,671996/97 100 77,3 75,86 52,291997/98 100 76,24 65,11 59,911998/99 100 74,25 63,78
Fonte: Ripartizione Segreterie Studenti dell’Università degli Studi di TorinoElaborazione: Ufficio valutazione.
degli “studenti equivalenti”, da oltre 28.500 circa a27.100 circa (-5%), a cui fa riscontro un aumento de-gli “studenti regolari”, ovvero degli studenti iscritti daun numero di anni inferiore o uguale alla durata legaledei relativi corsi, che passano da 15.276 a 17.502(+14,6%).Dunque mentre le annualità superate complessivamen-te diminuiscono – fenomeno che ha alla base una seriedi fattori diversi, tra cui senza dubbio il calo degli iscrittie il radicamento dei fuori corso, sembra per controacquistare maggior consistenza la figura (statistica)dello studente che compie con regolarità il percorsoprescelto: fenomeno, comunque lo si analizzi, positi-vo. Anche qui occorrerà attendere gli sviluppi deglianni immediatamente a venire per verificare se, e inquale misura, questa dinamica virtuosa sia frutto del-l’avvio della riforma dei cicli didattici (i dati relativi
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 17
Tabella 2.7.3 – Laureati suddivisi in base all’anno accademico di immatricolazione
Facoltà Laureati 1998 Laureati 1999 Laureati 2000
AGRARIA 59 83 89ECONOMIA 1.026 1.050 1.036FARMACIA 122 94 149GIURISPRUDENZA 614 681 708LETTERE E FILOSOFIA 1.005 990 1.024LINGUE E LETTERATURE STRANIERE 0 1 0MEDICINA E CHIRURGIA 348 368 350MEDICINA E VETERINARIA 73 99 102PSICOLOGIA 597 612 593SCIENZE DELLA FORMAZIONE 413 423 462SCIENZE M.F.N. 816 787 733SCIENZE POLITICHE 636 676 584TOTALE 5.709 5.864 5.830
Fonte: dati a.s. 1998 MURST -”Il Sistema Universitario Italiano a.a.1998/99"; dati a.s. 1999 MURST-UStat “Indagine IstruzioneUniversitaria 2000”; dati a.s. 2000 MURST-UStat “Indagine Istruzione Universitaria 2001” .
Tabella 2.7.4 – Diplomati all’Università di Torino aa. ss. 1998, 1999 e 2000 per Facoltà
Facoltà diplomati 1998 diplomati 1999 diplomati 2000
AGRARIA 16 31 38ECONOMIA - 53 89LETTERE E FILOSOFIA - 39 71MEDICINA E CHIRURGIA 93 95 268MEDICINA E VETERINARIA 13 6 8SCIENZE DELLA FORMAZIONE 0 1 0SCIENZE M.F.N. 0 39 38SCIENZE POLITICHE 81 78 119TOTALE 203 342 631
Fonte: dati a.s. 1998 MURST -”Il Sistema Universitario Italiano a.a.1998/99"; dati a.s. 1999 MURST-UStat “Indagine IstruzioneUniversitaria 2000”; dati a.s. 2000 MURST-UStat “Indagine Istruzione Universitaria 2001” .
alle Facoltà dell’Ateneo in cui già nell’a. a. 2000/01 sisono attivate le nuove lauree triennali non sono utiliz-zabili: ovviamente, il numero di annualità superate daglistudenti iscritti al nuovo ordinamento è, per ora, deltutto trascurabile). La conferma, in quest’ambito, di
un ruolo realmente incisivo del nuovo ordinamento distudi dovrà venire soprattutto da una significativa ecostante diminuzione del numero dei fuori corso. (cfr.Tabella 2.7.6).Nella tabella che segue sono presentati valori e para-
Tabella 2.7.5 – Tasso di laurea per studenti in corso e fuori corso da X+2 anni. (Con X durata legale del corso in anni)
Tasso di laurea
Immatricolati X+2 anni prima Immatricolati X anni prima
Facoltà CDL 4 anni CDL 5 anni CDL 6 anni CDL 4 anni CDL 5 anni CDL 6 anni
Agraria - 30,48 - - 1,60 -Economia 42,92 - - 1,79 - -Farmacia - 29,86 - - 0,77 -Giurisprudenza 29,55 - - 1,02 - -Lettere e Filosofia 55,08 63,32 - 0,88 8,26 -Scienze della Formazione 28,14 - - 0,87 - -Medicina e Chirurgia - 112,50 74,57 - 27,50 38,72Scienze M.F.N. 52,99 44,26 - 1,95 5,30 -Medicina Veterinaria - 77,86 - - 6,61 -Scienze Politiche 33,74 - - 0,81 - -Ateneo di Torino 38,40 73,11 74,57 1,11 4,92 38,72TOTALE 45,2 3,1Fonte: Servizio Automazion., Elaborazione Ufficio Valutazione
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200018
Tabella 2.7.6 – Andamento studenti fuori corso iscritti ai corsi di laurea a.a 1998\99 - 2000/01
Facoltà A.A. 1998/99 A.A. 1999/2000 A.A. 2000/2001 3
Iscritti Fuori % di Iscritti Fuori % di Iscritti Fuori % ditotali corso f.c. totali corso f.c. totali corso f.c.
Agraria 1.487 403 27,1 1.476 470 31,8 1.621 474 29,2Economia 8.257 3.644 44,1 7.888 3.469 44,0 7.477 3.251 43,5Farmacia 1.903 381 20,0 1.851 467 25,2 1.816 348 19,2Giurisprudenza 8.065 4.684 58,1 7.515 4.355 58,0 7.059 3.941 55,8Lettere e filosofia 9.902 3.990 40,3 9.315 4.729 50,8 8.603 4.585 53,3Lingue 1.265 1 0,1 1.634 11 0,7 2.062 48 2,3Medicina e chirurgia 2.892 767 26,5 2.932 769 26,2 2.890 788 27,3Medicina veterinaria 862 316 36,7 845 339 40,1 838 305 36,4Psicologia 5.685 1.306 23,0 5.049 1.589 31,5 4.601 1.473 32,0Scienze della formazione 7.306 2.014 27,6 7.630 2.514 32,9 8.226 2.467 30,0Scienze M.F.N. 6.413 2.609 40,7 5.490 2.602 47,4 4.968 2.104 42,4Scienze politiche 6.130 2.946 48,1 5.990 2.711 45,3 5.848 2.579 44,1Facoltà di Torino 60.167 23.061 38,3 57.615 24.025 41,7 56.009 22.363 39,9Sc. Univ. Interfac. Biotecnologie 305 10 3,3 349 18 5,2Sc. Univ. Interfac. Sc. Motorie 906 0 0,0 966 0 0,0Scuole Universitarie 1.211 10 0,8 1.315 18 1,4Ateneo 60.167 23.061 38,3 58.826 24.035 40,9 57.324 22.381 39,0
Fonte: Dati a.a. 98/99 MURST “Il sistema universitario italiano a.a. 1998/1999” al 31/1/99;Dati a.a. 99/00 MURST “Il sistema universitario italiano a.a. 1999/2000” al 31/1/00;Dati a.a. 00/01 MIUR “Rilevazione iscritti, immatricolati e corsi ad accesso limitato a.a. 2000-2001” al 31/1/01.
Tabella 2.7.7 – Tasso di abbandono tra il I e il II anno per gli immatricolati nel 1998 e 1999
Facoltà Iscritti 1998/99 (Leva 1999) Iscritti 1999/00 (Leva 2000)
Tasso di abbandono I e II anno Tasso di abbandono I e II anno
Agraria 25,17 26,98Economia 23,75 21,90Farmacia 21,15 21,03Giurisprudenza 18,84 10,68Lettere e Filosofia 27,97 21,59Lingue 10,76 6,12Medicina e Chirurgia 8,06 9,16Medicina Veterinaria 16,67 8,33Psicologia 17,67 15,63Scienze della Formazione 31,64 28,13Scienze M.F.N. 43,05 30,61Scienze Politiche 28,15 31,96Totale 25,75 21,87Fonte: Servizio Automazione. Elaborazione: Ufficio Valutazione
metri che risultano necessari e funzionali al raggiungi-mento della laurea e cioè quelli relativi al tasso di pro-seguimento degli studenti da un anno di corso al suc-cessivo.
2.8.1 Il conseguimento dei titoliIl compimento degli studi e il conseguimento del tito-lo finale è indubbiamente l’obiettivo primario della stra-grande maggioranza degli iscritti all’Università.Contemporaneamente, il medesimo dato fornisce unaprima misura della produttività didattica di un Ate-
neo e di ciascuna delle sue Facoltà. Il numero di lau-reati e diplomati e la variazione nel tempo di tali va-lori, debitamente rapportato al numero di studentiiscritti, aiuta infatti a misurare il risultato dell’Uni-versità almeno nella sua funzione di “certificazione”dei saperi e delle competenze da far valere nel mon-do del lavoro.
3 Sono stati conteggiati gli iscritti totali ai Corsi di Laurea e quelli deinuovi Corsi di laurea triennali attivati in via sperimentale.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 19
L’indicatore in questione può essere ulteriormente ela-borato rapportando il numero di laureati e diplomatial numero degli studenti iscritti n anni prima, dove n èpari al numero di anni previsto dai piani di studio perconseguire la laurea o il diploma, o, meglio ancora,calcolando lo scarto tra il tempo medio per conseguireil titolo di studio e quello previsto.La Tabella 2.7.3 riassume i dati relativi agli anni solari.1998, 1999, 2000, dati che si possono considerare so-stanzialmente in linea con le tendenze emerse negli anniprecedenti.È importante conoscere il valore dei principali indica-tori relativi ai “tassi di laurea”. Il tasso di laurea, senzaaltre specificazioni, misura quanti tra gli studenti iscrittiraggiungono la laurea. Questo rapporto, che è il com-plemento a 1 del tasso di abbandono, non è calcolabi-le con esattezza, per la sua stessa natura, in quanto ilnumero di anni in cui uno studente può rimanere fuo-ri corso è limitato solo dalle leggi biologiche: un’accet-tabile approssimazione è raggiungibile prendendo inconsiderazione periodi di tempo molto lunghi e calco-lando semplicemente il rapporto tra laureati nell’inte-ro periodo e iscritti nel medesimo periodo.Per effettuare invece valutazioni nel breve periodo ènecessario rapportare il numero dei laureati al numerodegli iscritti riferendosi a una certa data predetermi-nata (arbitrariamente, salvo che in un caso). Il caso nonarbitrario è quello in cui i laureati in corso sono rap-portati al numero degli iscritti di tanti anni prima quantiprevisti dal corso di laurea: si calcola così il tasso dilaurea degli studenti in corso: si veda la tabella 2.7.5riassuntiva (la tabella II.4 dell’appendice fornisce ildettaglio a livello dei corsi di laurea).La ben nota difficoltà degli iscritti a completare il cor-so di studio negli anni previsti, risulta, con rare ecce-zioni, dai modestissimi valori percentuali dei laureatiin corso.Un’alta percentuale di studenti fuori corso sul totaledegli iscritti va indubbiamente valutata in modo nega-tivo, pur tenendo debito conto di alcuni argomenticorrettivi (innanzi tutto il ruolo quantitativamente nontrascurabile degli studenti lavoratori).
I dati relativi all’incidenza degli studenti fuori corsosul totale degli iscritti sono presentati nella tabella 2.7.6Il confronto con i due anni pregressi evidenzia la rot-tura di un trend pluriennale di aumento degli studentifuori corso sul totale degli iscritti. La decelerazione dal40,9% del 1999/00 al 39,0% del 2000/01, anche senon determinante in quanto deve essere comunqueponderata con la contemporanea flessione degli iscrit-ti, è comunque apprezzabile.Va considerato che con l’ingresso a regime della rifor-ma dei cicli didattici l’incidenza degli studenti fuoricorso sul totale degli iscritti perderà progressivamenteogni significato in quanto nei nuovi ordinamenti di-dattici non è più contemplata la figura dello studentefuori corso.La tabella 2.7.7 presenta il quadro del tasso di abban-dono tra il I e il II anno per gli studenti immatricolatinel 1998 e 1999. Sono dati che fanno riflettere, nono-stante l’Ateneo abbia registrato un calo del fenomeno.Ancora una volta – occorre ammetterlo – giustificanoforti preoccupazioni sulla capacità complessiva del si-stema universitario di intervenire preventivamente at-traverso un’azione di orientamento che eviti vocazionimalriposte (causa frequente di abbandono), e di inter-cettare poi le difficoltà che insorgono nel rapporto deglistudenti con la didattica del percorso prescelto.La tabella evidenzia un tasso di abbandono tra il primoe il secondo anno particolarmente elevato nella mediadi Ateneo: 25,75%. Uno sguardo alla dinamica di me-dio-lungo periodo – il tasso di abbandono registratoper la leva 1991 è del 30,99% – mostra un migliora-mento sensibile, ma per nulla esaltante: un calo del 5%in quasi dieci anni; per converso, la dinamica recenzio-re – 1997: 23,76%, 1998: 23,12%, 1999: 25,75%, 2000:21,87% – evidenzia come, dopo il momento di controtendenza nel 1999 (con un aumento del tasso di abban-dono rispetto all’anno precedente) il 2000 confermal’andamento decrescente riallineandosi al trend deglianni 97 e 98 e con un calo dal 1991 di oltre 9 puntipercentuali. Comunque, dopo il primo anno di espe-rienza universitaria, l’abbandono di uno studente sucinque è ancora un segnale, e un costo, molto grave.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200020
3 LA VALUTAZIONE DELLE OPINIONI DEGLISTUDENTI SULLA QUALITÀ DELLA DIDATTICA
In allegato alla relazione, che è stata redatta in formatopiù sintetico degli anni passati, si presenta un’ampiaanalisi sui risultati delle rilevazioni condotte dalle fa-coltà dell’Ateneo sull’opinione espressa dagli studentisulla qualità della didattica.L’analisi è stata condotta da Andrea Scagni ed è riccadi contenuti, di riferimenti e di confronti con altre re-altà universitarie.Nell’ambito delle recenti attività del Nucleo di valuta-zione riveste ruolo rilevante l’analisi dei metodi e deirisultati delle indagini sulla qualità della didattica at-tuate dalle facoltà.Il tema della qualità della didattica è tanto centrale nellareputazione complessiva dell’Ateneo e delle sue sin-gole facoltà quanto complesso, coinvolgendo un am-pio spettro di fattori, in parte di natura strutturale (aule,orari, laboratori, localizzazione delle sedi) e in parte dicarattere personale (per quanto riguarda le capacità,l’impegno, la disponibilità e la metodologia didatticadei docenti). Esso può essere visto come un problemadi valutazione di customer satisfaction, e quindi sostan-zialmente di esame delle attitudini degli studenti a taleriguardo. Questo approccio – pur ragionevole – non ètuttavia sufficiente per un corretto inquadramento dellaqualità della didattica. Infatti, per le peculiarità del-l’università rispetto ad una generica organizzazioneproduttrice di beni o servizi, l’opinione del cliente-stu-dente non può rappresentare l’unico parametro su cuibasare il giudizio. Devono essere prese in considera-zione anche le esigenze e le aspettative di altri portato-ri di interesse – in primo luogo le imprese e il mondodel lavoro in generale – che si attendono dai laureatiun contributo di competenze elevato e flessibile. Inol-tre occorre tenere presente che la percezione dellaqualità della didattica da parte dello studente è inevi-tabilmente connessa anche al diverso grado di interes-se per le singole discipline e al livello delle proprie ca-pacità intellettive.Va infine ricordato che la rilevazione delle opinionidegli studenti sulla didattica non può che essere svoltasu campioni significativamente distorti rispetto all’uni-verso degli iscritti ad un corso di laurea. Per ottenereinformazioni realmente fondate sull’esperienza direttadel rispondente, infatti, le indagini devono essere rea-lizzate verso la fine dei corsi o a corsi conclusi. Ne ri-sultano esclusi quindi non solo coloro che avevanoprogrammato sin dall’inizio di non frequentare, maanche tutti gli studenti che avevano iniziato a frequen-tare, salvo poi desistere per motivi di insoddisfazionedi qualsiasi natura – spesso legati proprio a una quali-tà della didattica giudicata insoddisfacente (dal puntodi vista strutturale e/o personale).
Nonostante i limiti impliciti nelle modalità correnti diverifica della qualità percepita della didattica, il dif-fondersi delle iniziative finalizzate all’interrogazionedelle opinioni degli studenti, utenti primi ma non uni-ci dei servizi didattici resi dalle facoltà, costituisce unaprima iniziativa apprezzabile nella direzione giusta euna necessaria risposta dell’Università alle generali at-tese verso la qualità dei servizi consumati che la socie-tà oggi esprime. Una accresciuta sensibilità delle fa-coltà verso l’esigenza di sentire, in modo strutturato,le opinioni dei propri studenti, è quindi importanteanche al fine di ridurre i rischi di autoreferenzialitàsempre in agguato.Alle ragioni generali se ne aggiungono oggi due con-tingenti:• l’attuazione della riforma universitaria, delle cui in-
novazioni è cruciale che lo studente si senta nonutente passivo ma coinvolto fruitore critico. La va-lutazione in itinere della rispondenza del processodi riforma alle aspettative della popolazione studen-tesca è quindi importante per poterne individuaree rimuovere le criticità in modo tempestivo e con-sapevole;
• la tendenza generalizzata alla competizione tra leuniversità per il reclutamento della clientela studen-tesca. Ciò rende improrogabile il passaggio dallavecchia mentalità, propria di chi produce un “ser-vizio pubblico indifferenziato” a quella di chi pro-duce invece un servizio “personalizzato” e apprez-zato in quanto ritenuto migliore (o per lo meno noninferiore) di quello offerto da altri.
Il Nucleo di valutazione è direttamente investito dallanormativa da compiti di controllo e raccolta di infor-mazioni a questo riguardo. È inoltre evidente che l’at-tività di valutazione della didattica è essa stessa un ele-mento centrale della più generale attività di valutazio-ne del sistema università da parte del Nucleo. Da talipresupposti è stata motivata l’opera di sensibilizzazio-ne, informazione e proposta sull’argomento che ilNucleo ha svolto negli ultimi anni. Inizialmente, taleiniziativa può essere distinta in due fasi:• l’esercizio di un forte stimolo indirizzato a tutte le
facoltà e le strutture didattiche dell’ateneo verso ladiffusione capillare dell’attività di indagine sulleopinioni degli studenti;
• l’elaborazione di proposte per favorire il passaggioda un’organizzazione autonoma e “volontaristica”delle indagini da parte delle singole strutture di-dattiche ad un lavoro coordinato e in parte unifica-to nell’organizzazione, pur nel rispetto delle speci-ficità locali legate ai differenti ambiti disciplinari emetodi di lavoro.
È possibile affermare che la prima fase è ora sostan-zialmente conclusa: le facoltà in precedenza inattive si
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 21
sono anch’esse mosse nella direzione richiesta e oggitutta l’Università di Torino svolge indagini sulla didat-tica nella percezione dei suoi studenti.La seconda fase, che discende dal dettato normativoche richiede espressamente al Nucleo una valutazionedei risultati delle indagini (e una loro trasmissione alComitato Nazionale di Valutazione del Sistema Uni-versitario), risulta invece ancora sostanzialmente darealizzare.Nell’attuale situazione il Nucleo, infatti, incontra dif-ficoltà non totalmente sormontabili nell’effettuare unalettura omogenea e coerente dei dati forniti dalle sin-gole facoltà, che ostacolano la lettura unitaria e la com-parazione dei risultati delle rilevazioni. Le difformitàosservate sembrano tuttavia discendere più dalle (purrecenti) consuetudini locali che dal peso di effettiveesigenze diversificate: in quanto tali quindi, risultanosuperabili, se vi è la volontà di farlo.In questa sede si vuole quindi riproporre l’urgenza discelte chiare a tale riguardo, anche a fronte di un pa-norama nazionale che è ormai significativamente piùavanzato, in special modo per le grandi università. Tral’altro è importante osservare che nei contatti tra ilNucleo e le facoltà si evidenzia per queste tematichenella maggior parte dei casi un interesse e una disponi-bilità alla collaborazione, arrivando spesso anche allarichiesta al Nucleo di indicazioni e linee guida sullequali la competenza del Nucleo non è espressamenteprevista dalla normativa né è mai stata definita conchiarezza a livello locale.Si ritiene quindi vi siano i presupposti perché un’azio-ne incisiva, rispettosa delle esigenze diversificate chelocalmente possono emergere ma che offra supportoalle facoltà per attuare i cambiamenti necessari possaavere successo, contribuendo al buon governo dell’ate-neo, all’immagine che esso presenta nei confronti del-la collettività e delle altre università, nonché alla rile-vanza e qualità del lavoro del Nucleo di Valutazione.A tale azione il Nucleo è disponibile a offrire il pro-prio contributo, non soltanto in termini di valutazionee monitoraggio in corso d’opera (che pure gli compe-tono), ma anche dal punto di vista progettuale, ver-sante sul quale esso ha già lavorato cercando nelle Re-lazioni degli ultimi anni di definire il quadro di riferi-mento e di delineare le possibili concrete iniziative daintraprendere.Una terza fase richiede di essere esplicitamente affron-tata, anche in tale caso adottando linee guida comunitra le varie facoltà. È la fase dell’utilizzo esplicito deirisultati delle rilevazioni, da parte dei singoli docenti edelle facoltà. Ad oggi gli utilizzi, come le modalità didiffusione delle informazioni acquisite, sono molto di-versificati. Da un lato la maggior parte delle facoltà
incentivano più o meno fortemente l’utilizzo diretto eprivato da parte del singolo docente, mediante acces-so diretto alle schede compilate, dalle quali egli può,se vuole, trarre spunti e indicazioni per migliorare leeventuali criticità relative alle proprie prestazioni di-dattiche, quando ne ricorrano le circostanze. Partico-larmente utili si dimostrano, a tale fine, le sezioni libe-re dei questionari (quando previste), ove gli allievi tro-vano spazio per formulare commenti e valutazioni edesprimere suggerimenti. Tuttavia la discrezionalità co-munque presente nelle scelte dei docenti a tale riguar-do non sempre contribuisce a risolvere i casi più criti-ci, dato che spesso i docenti valutati meno positiva-mente sono anche quelli che sistematicamente nonconsultano i questionari compilati nel proprio corso.All’estremo opposto si collocano le analisi aggregatea livello di facoltà, che possono confrontare tra loro irisultati dei propri corsi, o valutare complessivamen-te le risposte in base a diverse ipotesi di aggregazioneparziale, sia di natura strutturale – ad esempio peranno di corso, per ambito disciplinare, per corso dilaurea all’interno delle grandi facoltà – sia di naturasocio-demografica, come rispetto al sesso, alla condi-zione lavorativa, alla tipologia dei precedenti studi,ecc. La natura di tali analisi si traduce di solito in fi-nalità di tipo conoscitivo e comparativo, con possibiliricadute solo sulle strategie di governo complessivodella struttura.Il quadro complessivo è quindi di nuovo eterogeneo, eprobabilmente meno suscettibile di essere riorganiz-zato in modo puntuale e coordinato per l’Ateneo nellasua interezza. Per l’immediato, sia per preparare even-tuali innovazioni generalizzate sia perché ciò pare po-sitivo di per sé, oltre che coerente con lo spirito deitempi, il Nucleo auspica che le facoltà diano avvio amodalità innovative di utilizzo dei risultati delle inda-gini. Esse potrebbero riguardare le modalità di appro-fondimento delle cause delle criticità eventualmenteemergenti nei confronti dell’insegnamento impartitoda singoli docenti, la pattuizione di impegni individualiper superarle nei confronti della facoltà di appartenen-za, il sostegno istituzionale per facilitare ciò e, infine, ilriscontro degli impegni assunti nei risultati dell’inda-gine relativi all’anno seguente. Va da sé che tali opera-zioni presentano profili attuativi assai delicati, doven-dosi ovviamente preservare – a prova di ogni possibiledubbio – il principio della libertà di insegnamento cherichiede tuttavia di essere coniugato, in forme accetta-bili, con la resa complessiva dell’insegnamento stesso.È una delle sfide, certo non tra le meno impegnative,che il personale docente e le istituzioni universitarieitaliane, non prime nel mondo occidentale, sono chia-mate a fronteggiare.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200022
4 PRODUZIONE SCIENTIFICA DEI DIPARTIMENTI
I due compiti istituzionali di ogni docente sono la di-dattica (o trasmissione delle conoscenze) e la ricerca(o produzione delle conoscenze). Se la didattica fa capoprincipalmente alle Facoltà, la ricerca fa capo ai Di-partimenti. Essi sono infatti le strutture deputate a for-nire ai docenti gli strumenti, gli spazi e i servizi neces-sari per lo svolgimento di questa attività. Secondo que-sta logica è stata condotta presso i Dipartimenti l’usualeindagine sull’attività scientifica.1
I risultati dell’indagine, basata sulle risposte dei Di-partimenti, in termini di articoli e di attività totale (ar-ticoli, comunicazioni a congressi, etc) sono paragonatiin Figura 4.0.1. I dati complessivi relativi a ciascundipartimento sono stati divisi per il numero di docentiafferenti al Dipartimento stesso ottenendo così dati ri-feriti al singolo docente.Naturalmente produzione totale per docente e produ-zione di articoli per docente non sono identiche, es-sendo la seconda un sottoinsieme della prima.I dati riportati nel diagramma ricalcano quelli già pub-blicati nella relazione precedente e non se ne discosta-no significativamente. Essi non verranno analizzati indettaglio, poiché un esame sufficientemente dettaglia-to e completo della produzione scientifica dei Diparti-menti (così come dei problemi incontrati nella lorocomparazione) è già stato fatto nella relazione prece-dente.
4.1 Entrate dei dipartimenti
La produzione di conoscenza originale (ricerca scien-tifica), oltre ad avere un grande valore strategico, è uncosto per l’Università e rappresenta una parte non in-differente del suo bilancio. Risulta pertanto di grandeinteresse l’esame e il paragone delle entrate dei dipar-timenti (sempre calcolate pro capite) in quanto posso-no dare una idea dei costi della attività di ricerca sia intermini complessivi che area per area. Le entrate deiDipartimenti sono state classificate in due modi: en-trate totali (incluse entrate da donazioni, contratti conenti esterni, etc) e entrate “per ricerca” (solo 60% +40% + CNR). I due dati non sono ovviamente sovrap-ponibili essendo le entrate “per ricerca” un sottoinsie-me delle entrate totali.I dati relativi ai vari Dipartimenti dell’Università diTorino (divisi in entrate totali per docente ed entrateper ricerca per docente) sono illustrati nella Figura4.1.1.
Dall’esame dei dati riportati in figura emergono alcu-ne considerazioni che è utile commentare.In primo luogo emerge come le entrate dei Diparti-menti relativi alle Scienze della Natura (incluse Medi-cina e Veterinaria) siano assai maggiori rispetto a quel-le delle Scienze Umane. Ciò è ovviamente imputabileai maggiori costi necessari per l’acquisto ed il funzio-namento delle strumentazioni ed al costo dei servizinecessari a garantire l’efficienza delle attrezzature.Dall’analisi dei risultati si può dedurre inoltre che ilcosto totale della ricerca scientifica (pro capite) nellearee delle Scienze della Natura è oltre 8 volte quellonelle aree delle Scienze Umane.Un secondo dato che può essere dedotto dall’esamedella figura riguarda la capacità di attrazione di fondiesterni posseduta, in media, dai Dipartimenti comededotta dal confronto tra entrate totali ed entrate perricerca (media di ateneo). Tale capacità, calcolata comerapporto tra entrate totali ed entrate per ricerca è paria 26,3%. Questo indica che i Dipartimenti dell’Uni-versità di Torino hanno una buona capacità di attrarrefinanziamenti.Tale capacità di attrarre finanziamenti deve essere con-siderata un valore da incrementare ed incoraggiare.Spiccano particolarmente come capacità di attrazionedi fondi diversi da quelli classici per la ricerca (40%,60% e CNR):i) alcuni dipartimenti delle Scienze Mediche che pos-
sono usufruire di fondi aggiuntivi di altre agenziedi ricerca
ii) alcuni dipartimenti delle scienze agrarieiii) alcuni dipartimenti delle scienze chimiche
I dati riportati in figura non possono essere considera-ti come completi. Infatti mancano i contributi di Isti-tuti quali INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nuclea-re), INFM (Istituto Nazionale di Fisica della Materia)e Consorzi (dei Materiali e dell’Ambiente) che hannogestioni autonome che non fanno capo ai Dipartimen-ti. Tuttavia, poiché essi finanziano la attività di ricerca,dovrebbero essere considerati. E’ certo che qualorapotessero essere presi in considerazione, essi contri-buirebbero ad innalzare l’entità delle entrate totali deiDipartimenti Fisici e in minore misura dei DipartimentiChimici.
4.2 Confronto tra produzione scientifica edentrate dei dipartimenti (totali e di ricerca)
Il confronto tra entrate totali e produzione scientificatotale (in termine complessivo o di soli articoli) puòessere interessante al fine di verificare la produttivitàdei Dipartimenti e per verificare se a maggiori entratecorrisponde maggiore produzione scientifica.Questo confronto è riportato in Figura 4.2.1.
1 In appendice sono riportate le schede dei dipartimenti sulle attività diricerca nell’anno 2000.
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Biologia Animale
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Anatomia, Farm. e Med.Leg.
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4,5 Informatica Matematica
Fisica Generale
Fisica Sperim
entaleFisic
a Teorica
Chimica Analitica
Chimica GeneraleChimica I.F
.M.
Scienze Merceologiche
Agronomia e SelvicolturaColture Arboree
Economia ed Ingegneria Agraria
Scienze Zootecniche
Valorizzazione Risorse
Agrofor.
Scienze della Terra
Scienze Mineralogiche
Biologia Animale
Biologia Vegetale
Anatomia, Farm. e Med.Leg.
Discipline Ginecologiche
Discipline Med. C
hirurgiche
Fisiopatologia Clinica
Genetica e Biologia
Medicina ed Oncologia Sperimentale
Medicina InternaNeuroscienze
Sanità Pubblica
Scienze Biomediche
Scienze Cliniche e Biologiche
Scienze Pediatriche
Traumatologia
Scienza e Tecnologia del Farmaco
Morfofisi
ologia Veterinaria
Patologia Animale
Produzioni Animali
Discipline Artistiche
Filologia Linguistica
Orientalistica
Scienze Antropologiche
Scienze del Linguaggio
Scienze Letterarie
Discipline FilosoficheStoria Psicologia
Scienze dell’Educazione
Diritto dell’E
conomia
Scienze Giuridiche Economia
Economia Aziendale
Scienze Economiche e Finanziarie Statistica
Scienze SocialiStudi Politic
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Territorio Interateneo
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ocsc. matematiche e informatiche
sc. fisiche
sc. chimiche
sc. agrarie
sc. della terra
sc. biologiche
sc. mediche sperimentali e cliniche
sc.dell'anrtichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
sc. storiche e filosofiche
sc. pedagogiche e psicologiche
sc. giuridiche
sc. economiche e statistiche
sc. politiche e sociologiche
sc. farmaceutiche
sc. veterinarie
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(-0,3)
(-0,46)
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200028
Dall’esame della figura si desume che la correlazionetra entrate totali e prodotti scientifici complessivi (perdocente) è piuttosto debole ed incerta.La correlazione è un po’ più marcata quando si con-frontano finanziamenti per la ricerca (40% + 60% +CNR) con i prodotti scientifici complessivi (Figura4.2.2) e diviene più evidente quando si confrontano ifinanziamenti per la ricerca con gli articoli prodotti(Figura 4.2.3), che forse rispecchiano più fedelmentela produzione scientifica veramente significativa.Questo può significare che i fondi che portano allamaggiore produzione di prodotti di ricerca sono quel-li che provengono dalle agenzie classiche per il finan-ziamento della ricerca e che gli altri fondi che entranonei dipartimenti producono ricerca applicata che nonsi esplicita, di preferenza, in articoli, libri o comunica-zioni a congressi.
4.3 Produzione scientifica come indicatore dellostato generale dell’Università
Seguendo un’impostazione già seguita nella relazioneprecedente, risulta utile riassumere i dati fondamenta-li dell’Università di Torino e i dati quantitativi riguar-danti la produzione scientifica, per verificare se vi siauna relazione tra produzione della conoscenza e fun-zionamento generale dell’Università.
In questa tabella sono riportati i valori (percentualenazionale) di studenti, docenti, tecnici-amministrativi,FFO, finanziamento MIUR dei PRIN, numero di co-ordinatori PRIN, numero di assegni, cofinanziamentoministeriale assegni, borse di dottorato, finanziamen-to MIUR per borse post-lauream (dottorati, specializ-zazioni e post-doc) e prodotti scientifici. Questi ultimisono ottenuti dal data base ISI e riguardano solo unaparte delle aree scientifico-disciplinari dell’Università(sono escluse in blocco quelle afferenti alle facoltàumanistiche, economiche e di giurisprudenza). Que-sto dato è l’unico esistente che permetta di ottenere unadato percentuale significativo rispetto alla produzionenazionale.Nonostante riguardi solo una parte delle aree del sa-pere, questo dato parziale è stato utilizzato ugualmen-te per il confronto con i dati nazionali sulla base dellaragionevole assunzione (già discussa nella relazioneprecedente) che la produttività dell’Università di Tori-no nelle aree delle Scienze della natura, delle Scienzemediche e veterinarie sia sostanzialmente equivalentea quella delle altre aree non censite da ISI.Da un breve esame dei dati (e dal loro paragone conquelli degli anni precedenti) si possono trarre le se-guenti conclusioni:• i dati percentuali riguardanti studenti (3,47%), do-
centi (3,84%), coordinatori PRIN (3,66%), dotto-
Tabella 4.3.1 – Dati percentuali Univ. Torino rispetto al totale nazionale anno 2000
Studenti Docenti tec-amm FFO cofin. n° n° cofin. n° fin. ProdottiPRIN PRIN assegni assegni dottorati post-L (ISI)
3,47% 3,84% 3,05% 3,33% 3,21% 3,66% 3,17% 1,46% 3,74% 3,24% 4,33%
Fonte: database Rilevazione Nuclei2001/CNVSU. Dati al 31/12 eccetto studenti, rilevati al 31/07 (Ustat).Elaborazione: Ufficio Valutazione
Tabella 4.3.2 – Alcune grandi università italiane rispetto al totale nazionale (anno 2000)
n° fin.coord cofin. n° cofin. n° borse MIUR prodotti
Università Studenti Docenti tec-amm FFO PRIN PRIN assegni assegni dottorato post-L ISI
Torino 3,5% 3,8% 3,0% 3,3% 3,7% 3,7% 3,2% 1,5% 3,7% 3,2% 4,3%Bologna 5,8% 5,5% 5,7% 5,2% 6,7% 12,1% 5,5% 4,3% 2,6% 6,2% 6,7%Firenze 3,4% 4,3% 4,1% 3,3% 6,3% 5,4% 7,8% 9,7% 2,3% 4,7% 5,4%Milano 3,8% 3,9% 4,7% 4,1% 4,6% 5,0% 5,0% 4,6% 5,9% 4,5% 9,8%Napoli 5,7% 5,4% 9,7% 5,9% 5,5% 4,8% 3,9% 2,1% 9,5% 5,8% 7,1%Palermo 3,5% 3,6% 4,9% 3,8% 1,8% 5,3% 4,5% 5,9% 5,1% 3,0% 1,7%Padova 3,7% 4,2% 3,8% 4,0% 6,0% 5,3% 3,5% 1,3% 3,0% 3,8% 6,7%Pisa 2,8% 3,6% 3,5% 2,8% 6,5% 5,1% 4,4% 4,1% 4,8% 3,7% 4,7%Sapienza 8,4% 8,3% 13,5% 8,9% 7,3% 7,3% n.d. 5,5% 11,7% 10,8% n.d.
Fonte: database Rilevazione Nuclei2001/CNVSU. Dati al 31/12 eccetto studenti, rilevati al 31/07 (Ustat).
Elaborazione: Ufficio Valutazione
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 29
rati (3,74%) sono sostanzialmente in linea tra diloro e nella media. Rispetto alla precedente rileva-zione (anno 1999), è da notare una diminuzione delnumero di studenti, che passa dal 3,79% al 3,47%.
• i dati riguardanti FFO, tecnici amministrativi, fi-nanziamento PRIN, assegni, finanziamento assegnie finanziamento borse dottorato sono tutti sotto lamedia nazionale. Tutti questi indicatori sono ov-viamente connessi con la ricerca, poiché ne sono iprerequisiti fondamentali.
• la produzione scientifica (4,43%) è sopra la medianazionale. Ciò indica una buona laboriosità di baseanche in assenza di condizioni al contorno favore-voli per la ricerca (quali quelle citati in precedenzae quelle rappresentate da una adeguata rete di cen-tri di ricerca pubblici, di cui il Piemonte è assoluta-mente carente).Rispetto alle rilevazione del decennio precedente(5,24), si verifica tuttavia una tendenza verso la fles-sione. Questa tendenza deve preoccupare le autoritàaccademiche.Questa flessione può significare che la presenza dimolti fattori negativi riguardanti le risorse per laricerca (in termini di persone dedicate direttamen-te o indirettamente alla ricerca e fondi provenientidal MIUR), la persistente carenza di iniziative diricerca pubbliche (ad es. del CNR) e la contempo-
ranea flessione dell’occupazione nei centri di ricer-ca privati porta inevitabilmente ad una sostanzialemarginalizzazione del sistema scientifico centratoattorno all’Università di Torino.Questo allarme è rinforzato dalla comparazione deidati dell’Università di Torino con quelli delle Uni-versità di dimensione paragonabile.
Da questa tabella si evince immediatamente che se molti i-ndicatori sono comparabili con quelli delle Universitàprincipali (ad esempio quelli riguardanti docenti eFFO), lo stesso non si può certo dire di PRIN, assegni,dottorati, personale tecnico amministrativo, sia in ter-mini numerici che in termini di finanziamento MIUR.Alcuni indicatori, quali ad esempio quelli relativi alpersonale tecnico amministrativo, al numero di assegnied al loro cofinanziamento o al numero di borse di dot-torato, mostrano un ritardo preoccupante che deve es-sere attentamente valutato dalle autorità accademiche.
Si può ragionevolmente ritenere che la tendenza osser-vata verso una flessione della produzione scientifica tro-vi qui una parziale spiegazione, che deve essere somma-ta alla complessiva debolezza della rete piemontese deicentri di ricerca pubblici. Ciò mostra ancora una voltache la salute di una università si misura anche attraver-so la valutazione della sua efficienza nel produrre cono-scenza.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200030
5 GESTIONE AMMINISTRATIVA
L’attività dell’Ateneo di Torino nel corso del 2000 si èsviluppata su più fronti con evidenti ricadute in ambi-to organizzativo, amministrativo e gestionale. La ne-cessità di rispondere con rapidità alla richiesta di am-pliamento e di diversificazione dell’offerta didattica,unitamente agli sforzi per lo sviluppo di un vasto pro-gramma di contatti con partner nazionali ed interna-zionali, ha impegnato gli organi di governo e conse-guentemente le strutture operative in termini di ripen-samento dell’apparato organizzativo, di adeguamentonormativo e di revisione di procedure. In tema di or-ganizzazione infatti si è compiuto un ulteriore svilup-po del progetto iniziale (c.d. Brusa) di riassetto del-l’amministrazione centrale mediante l’istituzione di dueDivisioni: 1) Divisione Attività istituzionali, 2) Divi-sione risorse, cui afferiscono le “vecchie” aree ammi-nistrative e a cui se ne aggiungono due nuove, l’unarelativa alla gestione dei rapporti con le cliniche uni-versitarie, l’altra relativa alla gestione della riforma degliordinamenti didattici. In staff alla Direzione ammini-strativa sono costituite due funzioni di cui una (SIAC– Sistemi Informativi Amministrazione Centrale) è ilrisultato del riassetto e della formalizzazione di un’at-tività preesistente, l’altra – Funzione Programmazione
e Controllo, invece, è totalmente nuova. Queste scelteorganizzative, sintetizzate nell’organigramma di segui-to riportato, riflettono il mutato panorama in cui l’uni-versità si muove che richiede sia un potenziamento deglistrumenti e del livello di conoscenza delle tecnologieinformatiche, sia una maggiore attenzione all’analisi deiprocessi amministrativi. Quest’ultimo aspetto è allabase dell’attività della Funzione Programmazione eControllo che ha avviato numerose iniziative di revi-sione di processi in uso nei diversi settori operatividell’Ateneo.
5.1 Normativa interna
Un secondo aspetto caratterizzante il cambiamentorealizzatosi nel corso del 2000 è costituito dalla con-clusione del lavoro di revisione del regolamento am-ministrativo-contabile e dall’avvio dello studio finaliz-zato alla modifica complessiva dello Statuto di Ateneo.Nel luglio 2000 si è proceduto alla sola modifica del-l’art. 39 del testo vigente che ha avuto significativi ri-flessi sul piano amministrativo: infatti il nuovo artico-lo prevede l’attribuzione ai Presidi delle competenze“certificative ed amministrative della carriera degli stu-denti” e di conseguenza lo spostamento della gestionedelle segreterie studenti alle singole Facoltà. Questo
Direttore amministrativo
DivisioneAttività Istituzionali
DivisioneRisorse
Area Personale Area Servizi Patrimoniali
Area Ricerca Area Servizi Finanziari
Area NPD Area Servizi Tecnici
Area Gestione Cliniche Area Servizi Studenti
Servizio Igiene e SicurezzaServizio Prevenzione e Prot.
Rettore
FunzioneSIAC
FunzioneProgrammazione e
Controllo di Gestione
DirettoreAmm.vo
Supplente
UfficioStudi
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 31
cambiamento, se, da un lato, ha determinato un mag-gior collegamento tra segreteria e facoltà a vantaggiodell’utenza studentesca, dall’altro ha comportato unosforzo nel passaggio di competenze che è risultato an-cora più impegnativo in un momento delicato comequello all’attuazione della riforma didattica.Le modifiche del Regolamento di amministrazione, fi-nanza e contabilità, sono il risultato di un lungo lavoroche ha visto coinvolte tutte le strutture dell’Ateneo.Si considera positivamente l’obiettivo che l’Ammini-strazione si è posta nel procedere alle modifiche diadeguamento del quadro normativo interno alle nuo-ve esigenze di flessibilità e rapidità operativa dell’azio-ne amministrativa. Tra gli aspetti innovativi vi è la pre-visione di un bilancio basato su principi di contabilitàeconomico-patrimoniale (art. 57), novità che ponel’Ateneo di Torino in linea con iniziative già avviate inaltre università, seppure in via sperimentale1: parteci-pa infatti ad un progetto, che vede coinvolti diversiAtenei, mirato all’attivazione della contabilità econo-mica all’interno delle strutture universitarie. L’Univer-sità di Torino ha il compito, in particolare, di sviluppa-re una logica di “derivazione” dalla contabilità finan-ziaria.Tale previsione regolamentare, che costituisce un’an-ticipazione rispetto al futuro sviluppo della contabili-tà universitaria, impegna l’Ateneo ad un’attività pro-gettuale che riguarda: a) scelta tra coesistenza delle duecontabilità e passaggio graduale alla contabilità eco-nomica in vista di un abbandono totale della contabi-lità finanziaria; b) scelta della procedura informatica asupporto del nuova contabilità; c) definizione delleregole contabili.Al riguardo si evidenzia l’opportunità di valutare at-tentamente i diversi scenari e di procedere ad una spe-rimentazione su un campione rappresentativo di cen-tri di gestione per verificare l’impatto e le problemati-che connesse al cambiamento.Si ritiene, infatti, che la funzione autorizzatoria oggiesplicata dalla contabilità finanziaria verrebbe menocon il passaggio alla contabilità economica e pertantouna scelta in tal senso dovrebbe prevedere parallela-mente l’introduzione di adeguati processi gestionali(budget) che garantiscano il monitoraggio costantedella “cassa dell’ateneo”.È importante che l’introduzione di un nuovo sistemacontabile coincida con l’adozione di modelli gestiona-li innovativi: individuazione di obiettivi da assegnarealle singole strutture che dovranno essere monitoratiattraverso i dati forniti dalla contabilità economica eda altri indicatori (di processo, qualità etc.). Appareindispensabile che il cambiamento, più o meno drasti-
co (integrazione o passaggio alla contabilità economi-ca “pura”) avvenga con la consapevolezza della neces-sità di modificare le attuali logiche di gestione.Con queste premesse il cambiamento di sistema di con-tabilità può risultare fondamentale per migliorare laqualità dei processi decisionali e gestionali.
Nell’ambito dell’interazione che il Nucleo ha stabilitocon i responsabili degli uffici nel corso degli anni, alfine di diffondere anche tra il personale amministrati-vo la percezione della valutazione come momento diriflessione sull’attività svolta e di elaborazione di stra-tegie di miglioramento degli standard, sono state ac-quisite le relazioni dei responsabili delle seguenti strut-ture: Direzione Amministrativa, Funzione Programma-zione e Controllo, Funzione SIAC, Area Gestione Cli-niche, Area Percorsi Didattici, Area Tecnica, Area Per-sonale, Sezione Formazione.Non tutti hanno aderito alla richiesta del Nucleo. Sep-pure diverse nell’ampiezza e nei contenuti, le relazioniacquisite evidenziano l’impegno con cui l’Amministra-zione svolge la propria attività.
Di particolare interesse, per gli ampi effetti sull’attivi-tà di tutta l’Amministrazione e dei Centri di gestioneautonoma, è apparsa la relazione presentata dal respon-sabile della “Funzione programmazione e controllo digestione” avviata nel luglio 2000. L’attività della strut-tura si è focalizzata su:• Analisi dei processi (in particolare analisi delle uten-
ze, gestione delle borse di studio, etc).• Analisi organizzativa di tutte le strutture dell’Am-
ministrazione centrale• Analisi organizzativa di un campione di Dipartimen-
ti finalizzata a definirne struttura, criticità e possi-bilità di miglioramento;
• Rielaborazione dei rendiconti consuntivi 1999 deiCGA
• Manuale del piano dei conti• Elaborazione del costo del lavoro per struttura• Elaborazione del modello per la programmazione
del costo del lavoro;• Analisi del sistema bibliotecario di Ateneo• Analisi dei fondi di finanziamento della ricerca• Analisi della contribuzione studentesca• Analisi spese di affitto locali• Analisi spese di manutenzione• Analisi centri di servizio autonomi• Analisi delle strutture didattiche speciali• Avvio analisi per l’adozione contabilità economi-
co-patrimoniale.L’ampiezza delle tematiche trattate dimostra l’effica-cia della scelta organizzativa di avvalersi di una strut-tura che può offrire un significativo supporto alle de-cisioni degli Organi di Governo.
1 Fra le poche Università che hanno adottato la contabilità economicavi sono l’Università di Trento e Milano-Cattolica.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200032
tica di aumento solo numerico dell’organico risulte-rebbe anacronistica in relazione alla variabilità dellefunzioni che il personale stesso è chiamato a svolgerein un quadro normativo, organizzativo e gestionale invivace cambiamento. Vanno quindi privilegiati altristrumenti, alternativi almeno in parte a nuove assun-zioni: qualificare e valorizzare il personale in serviziocon adeguati e costanti interventi formativi, favorire –o addirittura pretendere – la flessibilità operativa, pre-vista dal CCNL entrato in vigore 9/08/2000, ricono-scendo l’assunzione di responsabilità e la qualità deiservizi resi attraverso gli strumenti remunerativi che lostesso contratto nazionale prevede, distinguere le fun-zioni strategiche dai servizi acquisibili in outsourcingo con l’utilizzo di altre forme innovative di supporto alfunzionamento dell’Ateneo.È evidente che questo approccio implica un cambia-mento di mentalità a tutti i livelli: nessun turn-overautomatico e scontato, revisione dei processi e sempli-ficazione delle procedure, massiccio utilizzo di supportiinformatici e tecnologici, definizione di nuove profes-sionalità.Nel corso dell’anno 2000 l’Ateneo ha fatto ricorso apersonale a tempo determinato come risulta dalla ta-bella 5.2.3.Il personale semestrale è stato utilizzato per sostitu-zioni di personale assente e per picchi di attività: lostrumento appare utile ma di efficacia limitata e l’Ate-neo lo ha correttamente utilizzato per professionalitànon superiori all’ex VI livello. Benché coinvolga unnumero minore di unità di personale, risulta più inci-sivo sul funzionamento delle strutture universitarie ilricorso da un lato al personale a tempo determinato exart.19 del CCNL, di cui alla stessa tabella, in quanto ilcontratto nazionale ne consente il trattenimento in ser-vizio fino a 5 anni con indubbia efficacia sulle attivitàdell’Ateneo, e dall’altro a personale esterno per rico-prire profili che richiedono specifiche professionalitàtramite contratti di collaborazione ai sensi del Regola-mento Contabile d’Ateneo (art.104).
Tabella 5.2.1 – Consistenza del personale tecnico amministrativo per livello e sede – 1998/2000
categorie 1998 1999 2000
AC Dip Fac Bib Ctr Tot. AC Dip Fac Bib Ctr Tot. AC Dip Fac Bib Ctr Tot.
B (da II a V) 123 232 37 4 9 405 117 235 39 4 5 400 65 136 37 1 3 242
C (VI e VII) 276 372 38 28 21 735 264 377 41 28 20 730 217 346 93 20 20 696
D (VIII) 57 173 12 10 7 259 51 160 15 9 8 243 118 299 49 18 12 496
EP (IX e R.S) 16 25 1 5 47 15 32 1 2 3 53 16 34 2 1 2 55
Dirigenti 2 2 2 2 1 1
Totale 474 802 87 43 42 1448 449 804 96 43 36 1428 417 815 181 40 37 1490
Fonte: Area Personale – Consistenza al 31/12.
Tabella 5.2.2 – Rapporto personale TA/docenti in alcu-ne università italiane
Università TA/Doc
Torino 0,75Milano 1,15Bologna 0,97Firenze 0,90Genova 0,81Padova 0,85Napoli 1,70Bari 1,41media fra gli atenei confrontati 1,07media nazionale* (università statali) 1,01
Fonte: Rilevazione Nuclei/MIUR. Dati al 31/12/2000*Fonte: UStat/MIUR. Dati al 1/01/2000
Dalla lettura delle relazioni fornite al Nucleo di Valu-tazione si conferma che per l’efficacia dell’attività am-ministrativa è necessario assumere scelte politiche dilungo respiro e costanti nel tempo, al fine di non im-plementare attività che impegnano il personale senzaapprezzabili ricadute.
5.2 Il Personale
Nelle precedenti relazioni si erano rilevate le carenzedi personale amministrativo e tecnico. L’anno 2000 haregistrato un aumento di 62 unità pari al 4% del per-sonale in servizio.Benché il rapporto tra personale tecnico-amministra-tivo e docente risulti il più basso rispetto alle altreUniversità di analoga dimensione (Tabella 5.2.2), nonsi ritiene che sia necessario rincorrere modelli la cuiefficacia è comunque da verificare, quanto piuttostoche sia essenziale focalizzare l’attenzione sulla qualitàdel personale in servizio e di quello da assumere. Oltreche per i noti gravi effetti di irrigidimento del bilancionel tempo a fronte della spesa del personale, una poli-
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 33
Tabella 5.2.3 – Personale a tempo determinato per sede di servizio
Semestrali Art.19 CCNL(V-VI liv) (VII-VIII liv) Totale
Amministrazione Centrale 69 24 93Dipartimenti 55 9 64Facoltà 9 9 18Biblioteche 4 0 4Centri 8 10 18Totale 145 52 197
Fonte: Area Personale – Sez. Tempo Determinato. Consistenza al 31/12/2000Elaborazione: Ufficio Valutazione
Tabella 5.2.4 – Personale tecnico-amministrativo dell’Amministrazione centrale
Aree Art.19 Art.104 Totale % su totale Variazionidell’Amministrazione CCNL RAFC personale pers. ruoloCentrale struttura (D e EP)
Rettorato + Div. Attiv.Istituz. 1+0 0+3 4 7% +9 +11Direzione Amm. (Funzioni) 7 3 10 26,5% -4Finanza 4 0 4 12,9% +10Patrimonio + Div. Risorse 0 0+8 8 10,5% +4 +4Personale + Gest. Cliniche 3+0 2+2 7 6,2% +14 +4Ricerca 2 0 2 10,5% +1Studenti + Perc. Didattici 1+2 8+1 12 15,4% -2 +7Tecnica 4 5 9 18% +10Totale 24 32 56 11,8% +68
Fonte: Area Personale. Consistenza al 31/12/2000Elaborazione: Ufficio Valutazione
L’Ateneo si è avvalso di questo recente strumento con-trattuale in misura ampia durante il 2000, in particola-re per ricoprire alcune posizioni cruciali definite con ilnuovo assetto organizzativo dell’amministrazione cen-trale. Nella Tabella 5.2.4 si nota che il personale non diruolo laureato è stato utilizzato soprattutto nelle strut-ture di nuova costituzione, mentre in parallelo vi è sta-ta una modifica rilevante nella consistenza del perso-nale di ruolo delle aree riorganizzate.
5.3 L’applicazione del nuovo CCNL
La gestione del personale tecnico-amministrativo nel2000 è stata contrassegnata da un forte impegno, deri-vante dall’applicazione del CCNL entrato in vigore il9 agosto 2000, dal duplice punto di vista delle nuovemodalità di gestione del personale e dei vincoli posti
nel reperimento dei fondi destinati all’applicazionedegli istituti contrattuali.Sul piano operativo si è provveduto ad inquadrare ilpersonale in servizio secondo le corrispondenze tra leex qualifiche e le nuove categorie ed aree funzionali,attribuendo nel contempo gli incrementi tabellari sti-pendiali secondo le decorrenze previste.Sono state applicate le disposizioni concernenti il rein-quadramento a far tempo dal 9 agosto 2000 nella posi-zione iniziale della categoria superiore che ha interes-sato complessivamente 189 unità di personale di variolivello (Tabella 5.3.1).Sempre in attuazione del nuovo contratto l’Ammini-strazione ha posto in essere le necessarie iniziative perla definizione, quantificazione e destinazione delle ri-sorse, nonché per l’individuazione dei criteri di riparti-zione e di corresponsione del trattamento accessorio.
Tabella 5.3.1 – Passaggi a seguito di reinquadramento ex CCNL
da B1 a B2 da ex V a C1 da ex VII a D1 da ex VIII a EP1 totale passaggi88 43 57 1 189
Fonte: Area Personale – Conto annuale 2000
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200034
L’applicazione del nuovo contratto, al di fuori degliautomatismi stipendiali, è risultata complessa e fatico-sa a Torino come in tutte le università italiane, in quantointroduce notevoli innovazioni soprattutto in terminidi attribuzione e riconoscimento delle responsabilità edelle posizioni organizzative. Gli effetti dell’applica-zione del contratto stesso saranno di conseguenza og-getto di valutazione nella relazione 2001.
5.4 La Formazione
L’attività di formazione del personale nel corso del 2000si è sviluppata anche per effetto di un’autonoma strut-turazione (in quanto “sezione”) nell’ambito della Di-visione Attività istituzionali.Rispetto all’anno precedente, è migliorata la capacitàdi programmazione, mantenendo comunque la flessi-bilità necessaria a rispondere a richieste “congiuntura-li” ed imprevedibili, come le varie procedure connessead applicazioni contrattuali derivanti da accordi sinda-cali. Infatti l’anno 2000 è stato caratterizzato da unasessione dedicata al corso-concorso che ha riguardatocirca il 75% del personale tecnico-amministrativo inservizio, impegnando gli uffici in modo significativo.Si riportano di seguito i dati riepilogativi relativi alleattività di formazione realizzate nel 2000 (Tabella 5.4.1).Il Nucleo ritiene estremamente positivi gli investimen-ti sul fronte della formazione del personale ammini-strativo e tecnico e raccomanda di proseguire con co-stanza ed impegno in questa direzione.
5.5 Personale docente
Anche nei confronti dell’organico del personale do-cente si ritiene di suggerire un atteggiamento pruden-
Tabella 5.4.1 – Corsi di formazione anno 2000
N. Corso Edizioni Partecipanti Ore n. Docentie Relatori
1 Orientamento documentazione europea 6 121 24 22 Comunicazione in pubblico/Dizione 2 50 56 13 Informatica corsi “GISS” 8 108 80 14 Lingue straniere (inglese, francese, russo) 8 157 400 65 Obiettori di coscienza – 1^ modulo 2 47 45 136 Obiettori di coscienza – 2^ modulo 3 64 32 57 Sistema di catalogazione “Easy Cat” 1 64 24 28 informatica corsi W.I. , W.W.E, Wi 4 72 111 39 Contratti per l’accesso a risorse elettroniche;
nuova legge sui diritti d’autore 1 50 6 110 Corsi-concorso personale T.A. (ex Liv. IV, V, VI, VII) 4 812 134 3211 Corso (obbligatorio, ex CCNL) passaggio ex III liv. a ctg.B2 1 88 12 1411 TOTALE CORSI INTERNI 1.633 924 8040 CORSI ESTERNI 70 ca. 540
Fonte: Div. Attività Istituzionali – Sezione Formazione
te per l’analoga incidenza sul bilancio dell’Ateneo nellungo periodo.L’anno 2000 ha visto un aumento di 39 docenti di I eII fascia e di 30 ricercatori.Il rapporto studenti-docenti del nostro Ateneo apparesostanzialmente in linea con la media nazionale. Ri-spetto ad alcuni atenei italiani che presentano caratte-
Tabella 5.5.1 – Differenze nella consistenza del perso-nale docente
Personale docente Variazioni
Professori Ordinari 88Professori Associati -49Ricercatori 30Assistenti (r.e.) - 4
Fonte: Area Personale – Conto annuale 2000
Tabella 5.5.2 – Rapporto personale studenti/docenti inalcune università italiane
Università stud/doc
Torino 29,13Milano 32,13Bologna 33,74Firenze 25,81Genova 20,87Padova 28,20Napoli 34,11Bari 27,80
media fra gli atenei confrontati 33,17media nazionale (università statali) 28,97
Fonte docenti: RilevazNuclei/MIUR. Dati al 31/12/2000Fonte studenti: UffStatistico/MIUR. Dati al 31/07/2000
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 35
Tabella 5.5.3 – Dinamica della spesa per stipendi (in ml. di lire)
1998* 1999 2000
Docenti 182.113 171.104 179.832Ricercatori 62.985 55.858 63.026Tecnico-amm.vo 68.361 66.826 71.262Totale 313.459 293.788 314.120
Fonte: Rendiconti Consuntivi *Include il Piemonte Orientale
Tabella 5.5.4 – Copertura delle spese per stipendi (in ml. di lire)
1998* 1999 2000
FFO assegnato 384.355 346.897 372.900Spese per stipendi 313.460 293.788 314.120Rapporto stipendi/FFO 81,6 84,7 84,2
Fonte: Rendiconti Consuntivi *include il Piemonte Orientale
ristiche abbastanza omogenee in termini di dimensio-ni, il valore dell’Università di Torino è più basso dicirca 4 punti percentuali.Se, da un lato, un maggior numero di docenti dovreb-be assicurare, in linea di principio, una migliore didat-tica, dall’altro la riforma dell’offerta formativa univer-sitaria potrebbe incidere sugli equilibri o squilibri esi-stenti modificando l’attrazione degli studenti per i tra-dizionali corsi di laurea.Di conseguenza, in attesa di monitorare gli effetti dellariforma, andrebbero privilegiati interventi leggeri e fles-sibili non necessariamente legati ad un turn-over auto-matico.Le tabelle 5.5.3 e 5.5.4 evidenziano le dinamiche dellaspesa per il personale negli anni 1998-2000 e l’anda-
Figura 5.5.1 – Incidenza della spesa per il personale sul FFO
mento del rapporto della spesa per stipendi sul fondodi finanziamento ordinario. Si evidenzia che la percen-tuale di aumento 1998-2000 è abbastanza contenuta(0.21%). La riduzione che si riscontra tra il 1998 e il1999 è dovuta alla costituzione dell’Università del Pie-monte orientale che in parte ha assorbito il personaleche già lavorava presso le sedi decentrate.La figura 5.5.1 evidenzia il rispetto del vincolo del 90%delle spese per stipendi sul FFO previsto dalla L. 449/97 art. 51 co.4: infatti il valore degli ultimi due anni èdi circa l’85%.
5.6 Analisi di bilancioL’obiettivo di questo capitolo è quello di consentire daun lato una lettura immediata del bilancio dell’Ateneo,
Fonte: Rendiconti Consuntivi
314.1202000
1999
1998
372.900
293.788
346.897
313.460
384.355
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200036
attraverso figure e tabelle riferite alle voci di bilancioopportunamente aggregate, dall’altro quello di valuta-re le scelte dell’Ateneo in termini di impiego delle ri-sorse disponibili.L’analisi delle tabelle richiede alcune considerazionigenerali.La gestione del bilancio 2000 è avvenuta utilizzando lanuova procedura di contabilità CIA (Contabilità Inte-grata di Ateneo) la cui entrata a regime ha determina-to alcune difficoltà legate alla gestione sia da un puntodi vista di formazione del personale che da un puntodi vista più strettamente informatico. Alcune opera-zioni contabili, infatti, hanno richiesto adeguamenti initinere della procedura creando nel transitorio delleincertezze operative e dei ritardi. Tuttavia l’adozionedella nuova procedura dovrebbe mettere l’Ateneo nellecondizioni di migliorare la propria capacità di controllosull’allocazione delle risorse.Va segnalato, inoltre, che a seguito dell’entrata in vigo-re del nuovo Regolamento di Amministrazione e Con-tabilità, la struttura del bilancio ha subito radicali tra-sformazioni per cui non è agevole comparare le diffe-renze tra le risultanze 2000 con quelle del 1999, sia a
livello di titoli che di categorie. Tale modifica derivadall’adeguamento della disposizione regolamentare aquanto previsto dal decreto interministeriale del luglio1999 che fissa i criteri per l’omogenea redazione deiconti consuntivi delle Università finalizzata ad agevo-lare il consolidamento dei conti del settore pubblicoallargato.Nel commento alle tabelle che verranno di seguito ri-portate si evidenzieranno i cambiamenti più significa-tivi apportati all’interno del bilancio.
5.6.1 Composizione delle entrate e delle usciteL’analisi delle entrate evidenzia la riduzione di circa il6,5% nella voce entrate da tasse e contributi studenti:questo scostamento derivante dalla riduzione dellapopolazione studentesca (minori immatricolazioni oaumento del numero dei laureati in corso) meritasenz’altro un approfondimento vista l’incidenza diquesta componente sul bilancio dell’Ateneo e la va-lenza negativa o positiva di tale fenomeno.Una seconda considerazione riguarda i trasferimentiper investimento provenienti dal MURST (edilizia ericerca): si è passati infatti dai 24 miliardi del 1999 ai
Tabella 5.6.1 – composizione entrate 1998/2000
Fonte: Rendiconti Consuntivi
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 37
circa 11 del 2000 con una riduzione del 54% nei dueesercizi. Va precisato tuttavia che tale riduzione è soloapparente in quanto è il risultato della diversa struttu-ra del piano dei conti che ha compreso tra “le entratefinalizzate da attività convenzionate” gran parte deiprecedenti trasferimenti per investimento.Per quanto riguarda le spese si segnala l’aumento dellevoci relative agli stipendi e assegni fissi al personalepari al 7% circa con incidenza di circa il 50% sullespese complessive (al netto delle partite di giro).Le spese per investimento non risultano facilmenteconfrontabili per quanto detto sopra, tuttavia si puòevidenziare che l’impegno dell’Ateneo su questo fron-te è sempre significativo: i pagamenti per investimen-to, infatti, in termini di competenza e residui sono dicirca 50 miliardi.
5.6.2 Analisi di alcuni indicatori finanziariL’analisi del bilancio può essere semplificata attraver-so l’utilizzo di indicatori che rappresentano sintetica-
Tabella 5.6.2 – composizione uscite 1998/2000
mente i fatti gestionali: tali indici sono stati calcolatisulla base delle risultanze dei rendiconti consuntividegli ultimi tre anni e tenendo conto, ove possibile,dei cambiamenti del piano dei conti nel corso del peri-odo in esame.Si ritiene opportuno commentare complessivamentequanto deriva dalla lettura degli indicatori sofferman-dosi più sulle situazioni che presentano un trend ano-malo o comunque non facilmente interpretabile.La Tabella 5.6.3 consente di evidenziare alcuni feno-meni: 1) tendenza, seppure contenuta, all’aumentodell’incidenza dei trasferimenti statali sulle entrate cor-renti (da un lato infatti aumenta l’incidenza del FFOsulle entrate da trasferimenti correnti, dall’altro dimi-nuisce il peso delle contribuzioni studentesche sulleentrate correnti totali), se si considera che il fondo difinanziamento ordinario è destinato per il suo 85% acoprire spese fisse di personale si può dedurre che talecircostanza può rendere il bilancio più rigido; 2) signi-ficativa riduzione degli indici che riguardano le entra-
Fonte: rendiconti consuntivi.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200038
Tabella 5.6.3 – Gestione di competenza. Confronto indici 1998/2000
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 39
te in conto capitale dovuta in parte alla revisione delpiano dei conti che ha determinato l’inserimento dialcuni capitoli relativi a trasferimenti per investimentinell’ambito della categoria “entrate finalizzate da atti-vità convenzionate”. Un esempio in tal senso è datodai fondi derivanti dall’accordo di programma con ilMinistero che ammontano a circa 26 miliardi destinatialla realizzazione del piano edilizio; 3) andamento de-crescente delle spese per la ricerca scientifica che pas-sano dai 14 mld del 1999 ai 12,7 del 2000.; 4) inciden-za delle spese in conto capitale sulle spese totali a con-ferma della significativo investimento dell’ateneo sulfronte dell’edilizia.
5.6.3 Indicatori di capacità previsionaleGli indicatori di seguito riportati consentono di verifi-care il grado di attendibilità delle previsioni effettuatee il livello di realizzazione di entrate ed uscite sia intermini di cassa che di competenza.
La lettura degli indici evidenzia una situazione comples-sivamente soddisfacente e costante rispetto ai precedentiesercizi con alcune eccezioni in senso positivo – miglio-ramento dell’indice relativo al grado di pagamento del-le spese in conto corrente e capitale – ed in senso nega-tivo – flessione degli indici di riscossione delle entratein conto corrente e in conto capitale. L’indice relativoall’equilibrio di cassa rimane per lo più invariato.
5.6.4 La gestione dei residui ed i margini di bilancioLa Tabella 5.6.5 evidenzia un miglioramento comples-sivo della gestione dei residui con particolare riferi-mento allo smaltimento dei residui passivi che dal41,7% del 1998 arriva al 60,7% dell’esercizio 2000.
5.7 Le Pari Opportunità
L’Università di Torino ha intrapreso da circa un de-cennio un percorso atto a favorire condizioni appro-
Tabella 5.6.4 – Capacità previsionale 1998/2000
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200040
Tabella 5.6.5 – Gestione dei residui. Indicatori 1998/2000
priate alla realizzazione di una parità effettiva tra uo-mini e donne, sia nel riconoscimento delle capacità la-vorative, sia nell’accesso alle risorse.Nell’ateneo operano infatti un Comitato Pari Oppor-tunità ed un Centro Interdipartimentale di Studi delleDonne (CIRSDe) che hanno proposto e realizzato unaserie di importanti iniziative e concrete azioni positiveper favorire il riequilibrio della presenza femminile nelleattività lavorative e nelle posizioni di responsabilità,quali ad esempio i progetti miranti a conciliare le re-sponsabilità familiari con la partecipazione al lavoro.Il Comitato Pari Opportunità durante il 2000 ha ela-borato e proposto, primo caso in Italia, un codice eticodi comportamento, approvato dagli Organi di Gover-no al principio del 2001, con il quale l’amministrazionesi impegna a rimuovere ogni ostacolo all’attuazione deldiritto ad essere trattati con dignità e rispetto, in mododa garantire un ambiente di lavoro e di studio sereno.Il CIRSDe ha il compito di promuovere la ricerca e laformazione con una prospettiva di genere e, con la sua
interdisciplinarietà, costituisce un punto di riferimen-to da un lato per studenti interessati ad integrare ilproprio percorso formativo con un’attenzione a que-sta prospettiva, e dall’altro per docenti che intendanocollaborare a progetti comuni o per enti esterni conspecifiche richieste formative o di ricerca.Si riportano di seguito alcune tabelle con la distribu-zione della presenza delle donne all’interno dell’Ate-neo di Torino, con riguardo sia ai vari gradi della car-riera e dell’organizzazione universitaria, sia ai fondi diricerca, ai corsi di laurea e ai diplomi post-laurea.Le Tabelle di seguito riportate evidenziano, tra l’altro,che le donne hanno brillanti risultati negli studi uni-versitari e che sono attratte dai percorsi formativi post-laurea mirati alla ricerca universitaria. È tuttavia anco-ra ampio il gap da colmare all’interno della carrieraaccademica, ove da una situazione mediamente vicinaalla parità a livello di ricercatore si passa a percentualimolto basse nelle posizioni di professore associato e,soprattutto, di professore ordinario.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 41
Tabella 5.7.1 – Personale tecnico-amministrativo per genere e livello
categorie/livelli unità di cui donne
B2 (IV) 112 78 70%B3 (V) 130 74 57%C1 23 10 43%C2 (VI) 291 174 60%C4 (VII) 382 254 66%D1 43 29 67%D2 (VIII) 266 151 57%D3 187 116 62%EP (IX e R.S) 55 22 40%Dirigenti 1 0 0%Totale 1490 908 61%
Fonte: Area Personale – Conto annuale 2000
Tabella 5.7.2 – Personale a tempo determinato per genere e tipologia contratto
n° di cui % durata mediacontratto contratti donne donne (anni, mesi)
uomini donne
Art.19 CCNL (cat. D) 52 30 57,7% 3,8 3,5Semestrali 145 118 81,4% di cui ex V liv (cat. B) 79 67 84,8% di cui ex VI liv (cat. C) 66 51 77,3%
Fonte: Area Personale – Sez. Tempo Determinato. Dati al 31/12/2000Elaborazione: Ufficio Valutazione
Tabella 5.7.3 – Progetti di ricerca di interesse nazionale
PRIN 2000 totale di cui donne % donne
n. progetti 127 29 22,8%-di cui n. coord. naz 31 2 6,5%importo assegnato 12.957 2.387 18,4%
Fonte: Area Ricerca
Tabella 5.7.4 – Percentuale donne Università di Torino: laurea e post-laurea
DottoriLaureati di cui Diplomati di cui di ricerca di cui Assegnisti di cui
anno 2000 donne anno 2000 donne anno 1999 donne anno 2000 donne
totale 5.976 3.687 917 608 127 79 167 110% donne 62% 66% 62% 66%
Fonte: Ustat
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200042
Tabella 5.7.5 – Distribuzione percentuale docenti donne per settore disciplinare nell’Università di Torino
Macro-Settore di cui di cui di cui totaledisciplinare PO donne PA donne RU donne donne
scienze matematiche 22 22,7% 30 40,0% 43 58,1% 42scienze fisiche 33 18,2% 20 23,8% 31 32,3% 21scienze chimiche 38 15,8% 39 35,9% 52 51,9% 47scienze della terra 15 13,3% 19 15,8% 24 41,7% 15scienze biologiche 55 23,6% 41 53,7% 58 44,8% 61scienze mediche 112 11,6% 108 25,7% 157 32,5% 92scienze agrarie 30 16,7% 40 17,5% 51 43,1% 34ingegneria civ. e architettura 1 0 % 1 0 % 1 100 % 1ingegneria industriale 1 0 % 0scienze informatiche 13 15,4% 13 46,2% 19 31,6% 14sc. antichità, filol-letterarie e art. 71 29,6% 61 60,7% 98 59,2% 116sc. storiche, filosofiche, pedag. e psic 60 11,7% 63 46,0% 86 51,2% 80scienze giuridiche 57 1,8% 25 20,0% 59 47,5% 34scienze economiche 38 10,5% 34 23,5% 45 46,7% 33scienze politiche e sociali 31 16,1% 27 11,1% 41 39,0% 24scienze statistiche 6 16,7% 9 33,3% 11 18,2% 6scienze veterinarie 19 15,8% 22 23,8% 27 63,0% 25totali 601 15,6% 553 33,8% 803 45,7% 645 (33%)
Fonte: base dati MIUR-Ustat. Docenti al 31/12/2000
Tabella 5.7.6 – composizione percentuale iscritti a.a. 1999/2000 per genere e facoltà
CORSI DI LAUREA DIPLOMI UNIV.
FACOLTÀ di cui di cuitotale donne % totale donne %
Agraria 1.397 556 39,8% 318 119 37,4%Economia 7.260 3.558 49,0% 480 283 59,0%Farmacia 1.762 1.299 73,7% 22 17 77,3%Giurisprudenza 7.037 4.292 61,0%Lettere e filosofia 8.521 5.817 68,3% 138 123 89,1%Lingue e letterature straniere 1.422 1.216 85,5% 59 56 94,9%Medicina e chirurgia 2.840 1.575 55,5% 1.148 924 80,5%Medicina veterinaria 820 511 62,3% 54 31 57,4%Psicologia 4.558 3.621 79,4%Scienze della formazione 6.890 5.572 80,9% 5 5 100,0%Scienze matematiche, fisiche e naturali 5.483 2.688 49,0% 536 148 27,6%Scienze politiche 5.426 2.651 48,9% 341 270 79,2%Scienze motorie 396 159 40,2% 1.121 517 46,1%Scuola di amministrazione aziendale 1.180 448 38,0%
TOTALE 53.812 33.515 62,3% 5.402 2.941 54,4%
Fonte dati: Ustat/MIUR
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 43
6 INTERVENTI PER IL DIRITTO ALLO STUDIO
6.1 Premessa: un quadro normativo inmovimento
Ferme restando le principali competenze in tema di azio-ni a sostegno del diritto allo studio definite dalla leggequadro n. 390 del 1991 (che assegnò alle Regioni le fun-zioni principali: borse, servizi abitativi e di ristorazione;altre funzioni significative alle università: esenzioni, tu-torato; allo Stato la funzione di coordinamento, pro-grammazione e cofinanziamento), il D.P.C.M. del 9 apri-le 2001 ha, da ultimo, introdotto alcune modifiche.Le novità principali riguardano il dimensionamento del-le borse all’intero ciclo di studi anziché al singolo anno,l’incentivazione alla conclusione degli studi entro la du-rata legale degli stessi e alla partecipazione ai programmidi mobilità internazionale, l’estensione della platea deibeneficiari (agli iscritti alla didattica di terzo livello - cor-si di specializzazione e dottorato, agli studenti stranierinon UE), l’estensione dei riferimenti per il calcolo dellasituazione economica del nucleo familiare dei beneficia-ri (ai patrimoni posseduti all’estero), il riferimento ai cre-diti formativi invece che agli esami nella valutazione delmerito, l’adeguamento degli importi minimi delle borse.
6.2 Gli interventi attuati dall’Ateneo
6.2.1 Gli esoneri da tasse e contributiCome è noto e puntualmente documentato dalle Rela-zioni degli anni scorsi, a partire dall’ a.a. 1998-99 an-che l’Ateneo torinese ha introdotto un sistema di con-tribuzione differenziata per fasce di reddito, in con-formità al disposto dalla legge 537/93 e del D.P.C.M.30 aprile 1997. Il sistema prevede fasce plurime di con-tribuzione (sette), individuate sulla base di un indica-tore di condizione economica (ICE) e di un indicatoredi condizione patrimoniale (ICP), entrambi riferiti alnucleo familiare dello studente.L’ammontare delle tasse per gli studenti in corso variada facoltà a facoltà, da un minimo di £ 500.000 per laprima fascia ad un massimo che oscilla tra £ 1.800.000(facoltà umanistiche) e £ 2.800.000 (i corsi di diploma
di Economia) per la settima ed ultima fascia.L’esonero contributivo totale è concesso ai beneficiaridi borse E.DI.S.U, a chi svolge il servizio militare ocivile, alle studentesse madri e a chi sia costretto adinterrompere gli studi a causa di infermità prolungate.Sono previsti esoneri a favore degli studenti con han-dicap invalidante (esonero totale, se l’handicap è su-periore al 66%; se l’handicap è pari o inferiore vi èl’inserimento nella fascia di contribuzione più bassa).È previsto, infine, il rimborso di tasse e contributi (li-mitatamente all’ultimo anno d’iscrizione) per i laurea-ti in corso, con votazione di almeno 105/110 e senzaiscrizioni in qualità di fuori corso e/o ripetente.La Tabella 6.2.1 consente di valutare la consistenza e ladinamica totale e delle singole categorie di esonero. Dopola flessione registrata nel 1998/99, il numero degli esone-ri totali è ora in crescita, relativamente sostenuta nell’ul-timo anno (+15% sul 1999/2000, +18% sull’anno base).Tra i beneficiari, i borsisti E.DI.S.U, sempre prevalen-ti, sembrano diventare la categoria dominante (oltre il97% delle esenzioni nel 2000/01), quantunque l’ap-parente sparizione dei laureati in corso con votazionedi almeno 105/110 sia il frutto di un’anomalia nel si-stema di rilevazione dati, che non è stato possibile sa-nare.Accanto agli esoneri totali, è prevista la graduazionedel debito contributivo complessivo, determinata sul-la base della situazione reddituale e patrimoniale dellafamiglia dello studente, secondo i parametri in vigore.L’impatto complessivo del sistema di contribuzioneparziale e di esonero è raffigurato nella Tabella 6.2.2,che riporta i valori del 2000/01 a confronto con quellidei due anni precedenti1. Nel complesso, oltre la metàdegli iscritti è sottoposta a contribuzione parziale (il40,5%, come nell’anno precedente: nel 1998/99 era-
Tabella 6.2.1 – Esoneri totali da tassazione
1997/98 1998/99 1999/2000 2000/01
Borsisti E.DI.S.U. 4691 4373 5255 6119Laureati “in corso” con votazione >105/100 412 9 38 0Portatori di handicap >66% 200 181 173 180Altri 48 34 36 0Totale: valori assoluti 5351 4597 5502 6299Totale: n. indice (1997/98 = 100) 100 86 103 118
Fonte 1997/98-1999/2000: Segreterie Studenti.Fonte 2000/01: Rilevazione Ustat/MIUR sul Sistema Universitario a.a. 2001/02. Dati provvisori al 31/7/01.
1 Il totale per il 1999/2000 è inferiore rispetto agli studenti iscritti nellostesso accademico indicati nelle tabelle del cap. 2 sulla Didattica in quan-to riflette gli iscritti ufficialmente risultanti al momento in cui i datisono stati oggetto di comunicazione ufficiale al Murst e riguardano isoli studenti in regola con il pagamento della seconda rata.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200044
no il 35,3%) oppure è esonerata dal pagamento(l’11,5%, erano meno del 7% nel 1998/99): dal con-fronto risulta che solo quest’ultimo dato è in aumentodi ben 4 punti percentuali rispetto al passato.Quale valutazione può essere espressa sull’impatto delnuovo e rinnovato sistema contributivo? Dal punto divista dell’apprezzamento della contribuzione studen-tesca come fonte di finanziamento dell’Ateneo, essaassolve un ruolo sostanziale. Ma dal punto di vista chequi più direttamente interessa, che è quello della valu-tazione dell’impatto della politica a sostegno del dirit-to allo studio, nei confronti “…dei capaci e meritevoli,anche se privi di mezzi” (art. 134 Cost.), che giudiziopuò essere espresso?Il Nucleo ritiene di non disporre degli elementi neces-sari per tentare una risposta a una domanda così im-pegnativa. Da un lato, sembra giusto dare atto alle au-torità accademiche di avere dedicato risorse di atten-zione alla messa a punto del sistema, in particolare diavere introdotto correttivi al meccanismo contributi-vo inizialmente proposto, al fine di renderlo più ade-rente a criteri di equità condivisi. L’intenzione di ga-rantire una maggiore modularità al sistema pare quin-di evidente. Se ciò, tuttavia, risponda alle intenzioni erappresenti un sistema coerente con gli obiettivi di-chiarati è questione complessa, che richiederebbe diessere analizzata mediante un’apposita ricerca.Il Nucleo di valutazione non è in grado di svolgerlacon le sue sole forze, ma è disponibile a collaborarealle iniziative che auspicabilmente le autorità accade-miche vorranno intraprendere in quella direzione,magari utilizzando i contributi di conoscenza che l’Os-servatorio regionale per il Diritto allo studio, se debi-tamente sollecitato, sarebbe certamente in grado difornire.Le borse assegnate dall’Università hanno carattere pre-miale, in quanto la loro concessione è legata prevalen-temente al merito dei beneficiari. Nella quasi totalitàsi tratta di borse a finanziamento pubblico: per la fre-quenza di scuole di specializzazione, per quasi totalitàmediche, finanziate direttamente dal MIUR (le altre,
Tabella 6.2.2 – I numeri della graduazione nella contribuzione studentesca
1998/99 1999/2000 2000/01numero % numero % numero %
Studenti soggetti a contribuzione piena 39.797 58,0 28.030 49,6 26.139 48,0Studenti soggetti a contribuzione parziale 24.213 35,3 22.863 40,4 22.019 40,4Esoneri parziali - - 171 0,3 41 0,1Esoneri totali 4.597 6,7 5.502 9,7 6.244 11,5Totale 68.607 100 56.566 100 54.443 100
Fonte 1997/98-1999/2000: Segreterie Studenti.Fonte 2000/01: Rilevazione Ustat/MIUR sul Sistema Universitario a.a. 2001/02. Dati provvisori al 31/7/01.
per le scuole non mediche, sono invece finanziate dal-l’Ateneo); per attività di “post-dottorato” (l’ultimoanno vede un incremento del loro numero, da 84 a 91e un leggero aumento dell’importo unitario); per per-fezionamento all’estero (che non risultano bandite ne-gli ultimi due anni considerati). Limitato resta il nu-mero delle borse finanziate da privati (fondazioni, as-sociazioni senza scopo di lucro, imprese che concepi-scono le borse come un incentivo alla realizzazione distudi, progetti e ricerche in ambiti di loro interesse),anche se nell’a.a 2000/2001 risultano in aumento diben 13 unità.Questa situazione evidenzierebbe una forte debolezzadel sistema di collaborazione dell’Ateneo con l’univer-so delle imprese e, in generale, con sponsor esterni al-l’ambito pubblico, che costituirebbe un segnale pre-occupante se non dovesse essere integrata con le pro-spettive di collaborazione aperte dalle attività di jobplacement e di stage, che sono invece in espansione edelle quali si dà conto nell’ultimo capitolo di questaRelazione.
6.2.2 Le borse per collaborazioni part-time degli stu-denti (ex art. 13 l. 390/1991)L’impiego degli studenti in attività lavorative part-timepresso le strutture dell’Ateneo costituisce un interven-to di successo e in rapida espansione negli ultimi anni,a cui in un’epoca più recente si sono aggiunte le colla-borazioni previste dall’art.52 dello Statuto a sostegnodella didattica. Nella Relazione 1999, a cui si rimanda,si è dato ampiamente conto delle diverse tipologie diutilizzo di queste collaborazioni secondo quanto indi-cato dall’apposito regolamento di Ateneo per le colla-borazioni part-time.Si ricorda tuttavia che l’attività di collaborazione puòessere svolta presso l’amministrazione centrale e peri-ferica oppure direttamente presso le strutture di facol-tà (presidenza, laboratori), presso i dipartimenti e lebiblioteche. I concorsi per l’assegnazione sono banditiannualmente dall’Ateneo e dalle singole facoltà e leborse sono finanziate sui rispettivi bilanci (una proce-
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 45
Tabella 6.2.3 – Borse di studio erogate dall’Ateneo negli ultimi quattro anni (importi in milioni di lire)
1997/98 1998/99 1999/00 2000/01
Lasciti di privatiNumero 7 12 16 29importo medio 2 3,75 n.d. 3.56totali 16 45 n.d. 103
Borse per scuole di specializzazione (ex lege 398/89)Mediche:
numero 901 987 1171 1114importo unitario 20,467 22,467 22,467 22,467totali 18.441 22.175 26.309 26.991
Non mediche:numero 119 180 176 180importo unitario 13 13 13 13totali 1.547 2.340 2.288 2.340
Borse di post-dottoratonumero - 60 84 91importo unitario - 20 10,15 25499*totali - 1.200 853
Borse per perfezionamento all’esteronumero - 33 ** **importo unitario - 15totali - 495
Fonte: Area Studenti – Sez.Formazione Superiore e Sostegno alla Formazione*dato comprensivo di IRAP **borse non bandite nell’a.a.
dura particolare è prevista per le borse di assistenza astudenti disabili). Le collaborazioni a sostegno delladidattica sono chiaramente svolto nell’ambito delleFacoltà.La Tabella 6.2.4 riporta i dati relativi alle borse “150ore” erogate dalla sola sede centrale (per le quali sidispone di informazioni relative all’ultimo quadrien-nio) e alle borse di sostegno alla didattica.La dimensione quantitativa del fenomeno è ampia: delle595 borse disponibili per la Sede centrale ne sono sta-te assegnate 512. La maggioranza relativa dei compitiassegnati riguarda la collaborazione “per lo svolgimentodi compiti applicativi relativi ad attività amministrati-ve”, categoria nella quale si condensano gli incarichiassegnati dalla sede centrale.
Le collaborazioni a tempo parziale sono uno strumentomolto popolare tra gli studenti, che apprezzano l’op-portunità loro offerta di beneficiare di un reddito, sep-pure esso non sia in assoluto elevato e sia incompatibilecon altre forme di retribuzione, in cambio di una pre-stazione lavorativa che viene evidentemente giudicataquantitativamente e qualitativamente accettabile, soprat-tutto se confrontata con le alternative di mercato.Non vi è dubbio che il ricorso alle collaborazioni part-time degli studenti abbia consentito alle strutture uni-versitarie (centrali e periferiche) di garantire un livellodi servizio migliore di quello altrimenti possibile a causadella nota, grave e perdurante carenza di personaletecnico-amministrativo del nostro Ateneo, documen-tata altrove, anche in questa relazione.
Tabella 6.2.4 – Collaborazioni a tempo parziale degli studenti assegnate dall’Università
1996 1997 1998 1999 2000
150 oren. collaborazioni 232 348 470 496 512Retribuzione oraria media (£) 15.000 15.000 15.000 16.000 15.000Spesa totale impegnata (mln. £) 513 778 1.046 957 966
Attività di sostegno a didattican. collaborazioni — 368 268 259 150Retribuzione min. (mln. £) — 3 3 3 3Retribuzione max. (mln. £) — 12 12 12 10
Fonte: Area Studenti – Sezione Formazione Superiore e Sostegno alla Formazione Rendiconto consuntivo 1999
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200046
Scelte di questo tipo, tuttavia, per quanto comprensibilie in parte necessitate dalle circostanze, hanno un costo:per gli studenti (per i quali le collaborazioni prestate nel-le condizioni da ultimo richiamate difficilmente possonorappresentare una forte occasione di esperienza e cresci-ta professionale, mentre altre sembrano più adatte a que-sto scopo, quali ad esempio le collaborazioni alla prepa-razione di materiali didattici, previste per alcune borseassegnate da alcune facoltà e dipartimenti) e per l’Ate-neo (le cui necessità di base trovano sollievo solo tempo-raneo, con probabile sproporzione tra tempi - e costi - diaddestramento e rendimenti lavorativi, stante la praticaimpossibilità di garantire una crescita graduale in qualitàalle prestazioni rese: il meccanismo del learning by doingdifficilmente trova qui modo di realizzarsi).
6.3 Gli interventi attuati dalla Regione Piemonte
L’impegno finanziario complessivo della Regione è sin-tetizzato dal bilancio dell’E.DI.S.U, i cui valori com-plessivi di entrata e spesa sono rappresentati dalla ta-bella che segue.Le risorse che la Regione Piemonte mette correntemen-te a disposizione degli atenei piemontesi tramitel’E.DI.S.U sono dunque, negli ultimi tre anni, in calo.In particolare si osserva nel 2000 una caduta verticaledei finanziamenti stanziati su risorse proprie (scesi da22 a 8,2 miliardi di lire), che vanifica la maggiore di-sponibilità di finanziamenti integrativi statali (aumen-tati da 4,4 a 14,2 miliardi di lire), mentre continua, sep-pure rallentata, la crescita dei proventi tariffari.
Tabella 6.3.1 – E.DI.S.U. Piemonte: fonti ed impieghi (importi in milioni di lire)
1998 1999 2000
FONTIGettito tassa per il D.S.U. 15.242 15.430 15.535Fondo integrativo statale 6.636 4.433 14.218Contributo regionale (da fondi propri) 22.000 22.000 8.204Proventi da tariffe 1764 3009 3.175di cui: * servizi abitativi 395 929 1.732
* servizio di ristorazione 1.291 2.003 1.443* altri servizi 78 77 n.d.
totale 45.642 44.872 41.132numeri indice 100 98,3 90,1
IMPIEGHIBorse di studio 23.678 26.092 37.957Mobilità internazionale 150 300 300Sussidi straordinari 124 75 375?Sussidi affitto 64 188 ?Servizi residenziali 3.100 4.035 4.258Servizi mensa 4.800 5.086 5.800Investimenti 12.331 7.803 n.d
totale 44.247 43.579 n.dnumeri indice 100 98,5
Fonte: E.DI.SU. “Relazione illustrativa sulla gestione dell’esercizio finanziario, anno 1999” e Prospetto dati attività 2001.
La spesa corrente pro-capite (per studente regolare) ero-gata dalla Regione Piemonte figura (con riferimento al-l’a.a. 1999-2000) al terzultimo posto tra le regioni italia-ne: circa 738 mila lire, 210 mila in meno rispetto alla medianazionale, circa la metà di quanto erogato dalle cinqueregioni più generose (la Provincia autonoma di Trento,la Calabria, la Toscana, la Basilicata e la Sardegna).Quantunque tale risultato medio sia frutto di compor-tamenti difformi nei diversi comparti di spesa e rispet-to all’anno precedente esso consenta il recupero di unaposizione nella graduatoria delle regioni, non si puòevitare di osservare che la politica di spesa assai pru-dente seguita dalla Regione Piemonte costituisca, nelsuo insieme e ad oggi, un oggettivo handicap per leuniversità piemontesi, che è tale soprattutto nel nuovocontesto competitivo nazionale.In quanto segue si analizzeranno e commenteranno,ove possibile in prospettiva comparatistica con le altreregioni italiane, i principali interventi realizzati dallaRegione Piemonte, aderendo alla classificazione pro-posta dall’Osservatorio regionale2, che distingue gliinterventi in tre gruppi:• a favore degli studenti “capaci e meritevoli privi di
mezzi”• destinati alla generalità degli studenti;• riservati a studenti con specifiche necessità.
2 Le informazioni sono perlopiù tratte da Laudisa F. (a cura di), Il dirit-to allo studio universitario: interventi, risorse e spesa in Piemonte, Osser-vatorio regionale per l’Università e il diritto allo studio universitario,Torino, novembre 2001. Quando non diversamente specificato, i datifanno riferimento all’a.a. 1999-2000.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 47
Tabella 6.3.2 – Le Borse di studio E.DI.S.U (importi in milioni di lire)
1998/99 1999/00 2000/01
Richiedenti 7.973 10.068 11.759Idonei 6.550 7.976 9.602Beneficiari: n. 6.550 7.976 9.602 % richiedenti 82,2 77,4 81,7
Ice= 2/3 Ice >2/3Importi medi 3,502 3,843 4,0 3,15Importi minimi 1,83 2,9 3,8 3,05Importi massimi 6.610 7,0 7,0 5,8
Fonte: E.DI.S.U. Piemonte
6.3.1 Gli interventi a favore degli studenti “capaci emeritevoli privi di mezzi”Le borse di studioUna caratteristica positiva della politica regionale (pre-miata in sede di distribuzione del fondo integrativo sta-tale) è la capacità, costante negli ultimi cinque anni, digarantire la borsa alla totalità degli idonei. A livellonazionale il tasso di copertura è in crescita (dal 55%del 1996-97 a quasi l’80% del 1999-00) ma resta infe-riore; nel 1999-00 altre quattro regioni ottengono ilmedesimo risultato (Friuli Venezia Giulia, Toscana eProvince autonome di Bolzano e Trento), ma nessunalo otteneva negli anni precedenti.Beneficia di borsa regionale nelle università della nostraregione il 14% degli studenti “regolari”: 2 punti in piùdella media nazionale. Esclusa la Provincia autonoma diBolzano (che assicura la borsa a circa un terzo degli stu-denti), la performance piemontese, seppure nona nellagraduatoria regionale, si colloca solo di pochi punti al disotto delle altre sette regioni che fanno meglio.La spesa media piemontese per studente non fuori cor-so, pari a circa 537 mila lire, si colloca appena al di sottodella media nazionale: ciò dipende dall’ammontare me-dio delle borse erogate che, con circa 3,83 milioni dilire, è di circa 900 mila lire al di sotto della media nazio-nale non perché i valori delle borse siano inferiori3 inciascuna delle tre tipologie di destinatari (studenti fuorisede, pendolari, in sede), ma per una anomala prevalen-
za delle borse (di valore inferiore) assegnate ai pendola-ri (il 44% del totale, contro il 33% nazionale, quota su-perata tra le regioni settentrionali solo dalla Lombardia).Pare evidente che a determinare il risultato da ultimosegnalato concorra l’elevato numero, tra i meritevoli diborsa, degli studenti pendolari, stante la persistente de-bolezza dell’offerta di abitazioni che continua a caratte-rizzare la politica piemontese per il diritto allo studio.Con riferimento all’a.a. 2000-01, 6.321 borse su 9.602(il 66% circa) sono state assegnate a studenti iscritti alnostro Ateneo, 2.517 a studenti del Politecnico e 656 astudenti del Piemonte Orientale (altre 108 sono andatea iscritti ad altre istituzioni di formazione superiore).
I servizi abitativi dell’E.DI.SU.I posti letto offerti dall’E.DI.S.U. sono passati dai 497del 1996 ai 734 del 2000 (+48%), grazie alla recente aper-tura di nuove residenze in Torino. Per effetto della leggen. 388/2000 (che ha stanziato 60 miliardi di lire a livellonazionale) e, soprattutto, della legge regionale n. 29/1999,che ne ha stanziati 105 per il quinquennio 2000-2004, sonoprevisti progetti di acquisizione e ristrutturazione di ulte-riori immobili in Torino (per un totale di oltre 300 postinel prossimo triennio), di altri a Vercelli e Novara perl’Università del Piemonte Orientale (per circa 140 posti).Ai posti messi a disposizione dall’E.DI.S.U. vanno ag-giunti i circa 750 dell’Ente Collegio Renato Einaudi,tutti in Torino e quindi destinati a studenti dell’Ate-neo e del Politecnico. Essi sono messi in palio sullabase del merito e l’assegnazione ha durata corrispon-dente a quella del corso di studio, subordinatamenteal mantenimento di requisiti di merito, con una gra-duazione delle rette secondo condizione economico-
Tabella 6.3.3 – Riparto borse E.DI.S.U Piemonte a.a.2000/01 per tipologia
Ateneo Borse concesse a Borse concesse a Borse concesse astudenti fuori sede studenti pendolari studenti in sede
Università di Torino 29,9% 46,0% 24,2%Politecnico di Torino 52,6% 30,2% 17,2%Università Avogadro 14,0% 70,6% 15,4%
Fonte: Osservatorio Regionale “Il diritto allo studio universitario” – Marzo 2001. Dati EDISU Piemonte.
3 I valori medi fissati dal Piemonte sono piuttosto vicini alla media na-zionale: 7 milioni contro 6,88 per i fuori sede, 3,9 milioni (come la me-dia nazionale) per i pendolari e 2,8 milioni (in questo caso contro 3,24)per gli studenti in sede.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200048
patrimoniale della famiglia dell’assegnatario (da unminimo di 2,25 a un massimo di 6,75 milioni di lire;ogni anno il Collegio finanzia una trentina di borsegratuite, assegnate agli studenti migliori).Nonostante la recente crescita, superiore alla medianazionale, i posti letto disponibili in Piemonte restanoscarsi, sia in valore assoluto che relativamente agli stu-denti iscritti e alle domande di alloggio presentate, lacui dinamica supera quella dell’offerta. Al 1999-2000,la graduatoria della capacità di garantire copertura alledomande presentate vede il Piemonte (con la sua quo-ta del 39,1%) in sensibile ritardo rispetto a tutte le re-gioni del Nord (in testa figura la Lombardia conl’80,3%, mentre la Liguria è penultima, ma ben avantiil Piemonte, con il 50,2%) e alla media nazionale (parial 58,4%, quasi 20 punti percentuali in più).Tenendo conto dell’offerta aggiuntiva garantita dall’Ei-naudi, il grado di copertura sale al 50%, ma resta an-cora nettamente inferiore ai valori registrati altrove.Il dato relativo all’anno successivo registra un peggio-ramento del tasso di copertura (tab. 6.3.3), che - nono-stante l’offerta sia aumentata a 725 posti - scende al disotto del 32%. In effetti, quella della cronica scarsitàdell’offerta abitativa resta una criticità nella qualitàpercepita dell’offerta complessiva realizzata dalle uni-versità piemontesi ed un loro handicap nel nuovo sce-nario competitivo tra grandi atenei italiani, come im-pietosamente messo in luce dalla seconda indagineCensis-La Repubblica, che relega l’Università di Tori-no al 9° posto su 11 per quanto riguarda l’area di valu-tazione “Servizi”, a comporre la quale concorrononumero e qualità dei posti letto offerti (oltre che deipasti e degli impianti sportivi).
Sarà solo grazie all’occasione straordinaria offerta dal-le opere per le Olimpiadi invernali del 2006 e all’im-pegno di destinare a residenze universitarie parte delleabitazioni che saranno realizzate per gli ospiti di quel-l’evento che gli atenei piemontesi potranno pienamen-te recuperare il ritardo, portando a circa 2.500 postiletto l’offerta complessiva che, in costanza di doman-da, garantirebbe una copertura vicina all’80%.Due ultime osservazioni:• la spesa media sostenuta dall’ E.DI.S.U. per posto
letto è in costante contrazione (dai quasi 11 milionie mezzo del 1998/99 ai 5,9 circa del 2000/01), adindicare paralleli miglioramenti dell’efficienza ge-stionale. La valutazione positiva deve essere tutta-via temperata da due osservazioni: che la spesa re-sta comunque superiore a quella media nazionalee, ancora di più, a quella degli enti delle regionisettentrionali (con l’eccezione della Lombardia);che essa resta vicina a quella dei Collegi Einaudi,che offrono tuttavia ai propri ospiti una gamma as-sai più ampia di servizi.
• l’E.DI.S.U. fa ricorso crescente alle entrate tariffa-rie, la cui copertura dei costi vede una brusca im-pennata nell’ultimo anno, salendo dal 23 a quasi il43 per cento.
I contributi affittoMisura complementare all’assegnazione di residenza,il contributo è stato erogato agli studenti fuori sedevincitori di borsa che hanno richiesto il posto letto senzaottenerlo per mancanza di disponibilità. I numeri sonofinora modesti ed irregolari nel tempo, come si puòosservare dalla tabella 6.3.5.
Tabella 6.3.5 – I contributi affitto E.DI.S.U. (importi in milioni di £)
Domande Domande Tasso % di Spesa Importopresentate accolte copertura totale medio
a.a. 1998/99 74 74 100 64 0,8a.a. 1999/00 477 88 18 188 2,1a.a. 2000/01 292 264 90 132 0,5
Fonte: E.DI.S.U. Piemonte
Tabella 6.3.4 – I servizi abitativi E.DI.S.U. (importi in milioni di £)
1997/98 1998/99 1999/00 2000/01
Posti 576 584 678 725Domande 1.204 1.144 1.733 2292Posti su domande (%) 47,8 51,0 39,1 31,6Spesa totale 6.067 6.700 4.035 4.258Costo per posto 10,533 11,473 5,951 5,873Entrate da tariffe 1.641 795 930 1.732Copertura tariffaria della spesa (%) 27,0 11,9 23,0 40,7
Fonte: E.DI.S.U. Piemonte
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 49
Le collaborazioni a tempo parziale degli studentiAnche la Regione finanzia collaborazioni part-timedegli studenti presso gli enti regionali, per un massimodi 150 ore, remunerate a 17.000 lire l’ora.Il numero dei beneficiari piemontesi è in calo negli ul-timi due anni (dai 170 del biennio 1998 e 1999, ai 142del 2000, ai 139 del 2001), così come la spesa comples-siva, mentre l’importo erogato ad un beneficiario “pie-no” è tra i più elevati tra le regioni italiane (2,55 milio-ni di lire, più del doppio della media nazionale che,nel 1999-00 era di 1,142 milioni di lire). La quota deibeneficiari sugli iscritti regolari (2,5%) è appena supe-riore alla media nazionale (2,3%).
I contributi alla mobilità internazionaleLa Regione Piemonte mette a concorso contributi perpartecipare ai programmi di mobilità internazionaledell’UE, cumulabili con quelli erogati dall’Unione ed,eventualmente, anche dalle Università. Il contributo,parametrato alla durata (da tre a dodici mesi) e al co-sto della vita nel paese di destinazione, ha un valoremassimo di 5 milioni.Il valore medio dei contributi erogati nel 1999-00 èstato di 2,7 milioni di lire (350 mila lire in più dellamedia nazionale). Il Piemonte eroga contributi dal1998-99 e i numeri interessati sono modesti: 71 do-mande e 64 beneficiari nel 1998-99, 119 domande e111 beneficiari l’anno successivo. Il numero dei bene-ficiari per iscritto regolare nel 1999-00 è stato di 2 su100, di poco superiore alla media nazionale (1,7%); leregioni più generose sono la Provincia di Trento (conil 9,2% dei beneficiari), la Sicilia (con l’8,3%) e la Ba-silicata (con il 7,5%).
6.3.2 Gli interventi destinati alla generalità degli stu-dentiI servizi di ristorazioneI servizi ristorativi garantiti dall’E.DI.S.U. continuanoa presentare due criticità principali:• una bassa fruizione da parte degli studenti (erano 8
per iscritto regolare nel 1999, contro una medianazionale di 20 e valori superiori a 30 in quattroregioni, superiori a 40 in due e di oltre 60 in Tosca-
na; l’incremento di circa 50 mila unità erogate nel2000 porta il valore per iscritto a circa 10);
• un costo medio di produzione elevato (nel 1999 diquasi 12 mila lire, contro le circa 10 mila della me-dia nazionale: tra le regioni settentrionali solo Li-guria e Lombardia presentano costi superiori), cuisi accompagna un prezzo medio di circa 4.700 lire(di 500 lire inferiore alla media delle regioni setten-trionali).
Il servizio dunque, quantunque sia relativamente co-stoso, ha una scarsa diffusione, indice sicuro di bassogradimento; esso sembra quindi faticare ad andare ol-tre l’obiettivo di fornire pasti a prezzi politici agli stu-denti meno abbienti.Il permanere dei motivi di criticità (che nel 2000/01 simanifestano con un aumento della spesa e dei costiunitari e con una sensibile contrazione delle entratetariffarie: cfr. Tabella 6.3.6) impone di suggerire al-l’E.DI.SU. di studiare a fondo le ragioni dell’insucces-so, che sono palesi, nonostante i segni in contrariomanifestatisi nell’anno precedente (con il temporaneomiglioramento dell’equilibrio economico nella gestio-ne e la più ampia copertura della capacità produttivadel servizio).
Altri serviziLa spesa sostenuta per ulteriori servizi (sale di letturaattrezzate, soprattutto) è stazionaria intorno a poco piùdi 500 milioni negli ultimi tre anni. L’Ente regionale con-tribuisce alle attività culturali, ricreative e sportive deglistudenti piemontesi erogando contributi a loro organiz-zazioni e sollecitando, mediante concorso, la predispo-sizione di progetti in questi ambiti da parte studentesca.Nel 2000 la spesa regionale in tale ambito è più che rad-doppiata: 822 milioni di lire, contro 375 nel 1998 (manel 1999 il finanziamento era sceso a 285 milioni).Mediante il Centro di Medicina Preventiva e di Ricer-che in Scienze Motorie, convenzionato con l’E.DI.S.U,sono previste visite di medicina preventiva per gli stu-denti. L’assistenza è gratuita per gli studenti che risul-tino vincitori o idonei nella graduatoria per le borse distudio e per quelli che possiedono i requisiti economi-ci e di merito richiesti.
Tabella 6.3.6 – I servizi di ristorazione E.DI.S.U. (importi in milioni di £)
1996/97 1997/98 1999/00 2000/01
n° pasti forniti 306.387 322.721 427.539 474.555Spesa totale 4.000 4.800 5.086 5.800Costo medio per pasto 13.055 14.874 11.896 12.221Entrate da tariffe 1.093 1.291 2.004 1.443Copertura tariffaria della spesa (%) 27,3 26,9 39,4 24,9
Fonti: E.DI.S.U. Piemonte
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200050
Presso il Centro è possibile sottoporsi anche a visitespecialistiche ed esami ecografici.Nel 2000 hanno usufruito del servizio 4.346 studenti,contro i 3.965 dell’anno precedente (+9,6%), con unaspesa di 561 milioni di lire.
6.3.3 Gli interventi destinati a studenti con esigenzespecificheGli studenti con handicap o invalidità grave e quellicolpiti da eventi gravi (morte dei genitori, malattia gra-vissima) possono richiedere contributi straordinari,dell’importo massimo di 4,8 milioni (handicap) o di 6milioni (eventi gravi). Negli ultimi due anni le richie-
ste (e i contributi erogati) sono stati una cinquantinaper anno, con una spesa salita dai 186 milioni del 1999/00 ai 222 del 2000/01.Con la legge n. 40/1998 agli studenti stranieri extraUE, muniti di visto di ingresso e in regola con il per-messo di soggiorno, è concesso di concorrere in con-dizioni di parità con i residenti all’erogazione di borsedi studio e all’assegnazione di alloggio.Mentre questa possibilità era stata sfruttata in misurapoco più che simbolica nei primi due anni, nel 1999/00 157 studenti stranieri hanno presentato domandadi borsa di studio, 140 l’hanno ottenuta e 13 beneficia-no di posto alloggio.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 51
7 ORIENTAMENTO E TUTORATO
7.1 Premessa
Si ritiene che in un futuro molto prossimo gli Ateneidebbano attribuire attenzione crescente alle funzionidi orientamento e tutorato, sia al fine di sviluppare l’as-sistenza agli studenti prima e durante il loro ciclo distudi universitari, sia al fine di evitare che risorse in-genti, impiegate nella produzione di questi sevizi, pos-sano venire utilizzate in modo inefficiente o che, addi-rittura, possano essere utilizzate in modo non confor-me agli obiettivi previsti.Per quanto riguarda il primo aspetto, le note carenzeformative della scuola dell’obbligo e dell’istruzionesecondaria hanno infatti posto il sistema universitariodinanzi a una scelta precisa, benché difficile. Per unverso l’Università può riparare alle deficienze di pre-parazione delle matricole diluendo i contenuti dei pro-pri corsi e proponendosi come una sorta di ponte –con accentuati contenuti professionali – fra la scuolasecondaria e il mondo del lavoro.Per altro verso gli Atenei potrebbero fare scelte di ec-cellenza, rendendo tuttavia di fatto impossibile a un gran-de numero di giovani proseguire gli studi oltre la scuolamedia secondaria. Non c’è dubbio che la recente rifor-ma del cosiddetto “tre più due”, che però non ha aboli-to né il valore legale del titolo di studio, né una visioneprogettuale e gestionale fortemente accentrata, abbiadato un forte impulso a favore della prima opzione.In questa prospettiva è allora probabile che l’unica viaofferta agli Atenei che vorranno contenere il decadi-mento della propria offerta formativa sarà quella diselezionare i candidati all’entrata, motivandoli e dan-do loro informazioni e strumenti idonei per evitarescelte sbagliate di percorso; e poi di seguire il loro per-corso di studi assistendoli con attività (il tutorato) checonsentiranno loro di recuperare almeno in parte lecarenze di base ereditate dagli anni precedenti e postein evidenza da contenuti universitari di qualità ade-guata. In questo senso è dunque possibile affermareche solo gli Atenei in grado di sviluppare attività diorientamento e tutorato appropriate potranno aspira-re a mantenere livelli didattici soddisfacenti, e talvoltaperfino di eccellenza, a beneficio anche dell’attività diricerca. È infatti noto che la richiesta di contenuti di-dattici elevati stimola l’attività di ricerca, senza la qua-le i docenti non sarebbero in grado di venire incontroalle curiosità intellettuali e alle necessità di approfon-dimento manifestate degli studenti più brillanti, soprat-tutto nel biennio di laurea specialistica.L’importanza-chiave che si ritiene di attribuire in que-sta sede alle attività sopra menzionate sottolinea la ne-cessità di limitare, per quanto possibile, gli errori. Peresempio, non si può escludere che le attività di orien-tamento talora diano luogo alla diffusione di informa-
zioni ambigue e perfino fuorvianti, volte ad attrarrestudenti verso specifici corsi di studio, sottraendonead altri; né si può dimenticare che ogni euro speso perl’orientamento è un euro sottratto ad altre attività, peresempio di didattica e ricerca. Risorse eccessive dedi-cate all’orientamento (rispetto ai risultati effettivamenteconseguiti) non sono uno spreco di denaro pubblico;sono risorse arbitrariamente sottratte ad altre aree im-portanti della vita universitaria.Considerazioni analoghe valgono per il tutorato, chepotrebbe essere scambiato per servizi di sostegno allesegreterie o ai docenti dei corsi, più che di assistenzaallo studente.Per evitare sprechi o – peggio – abusi sarà pertantonecessario un monitoraggio adeguato. Il sistema deiprezzi costituirebbe certamente lo strumento con mi-nori imperfezioni: in tale prospettiva sarebbe oppor-tuno che i beneficiari delle attività - gli studenti - con-fermassero l’utilità e la qualità dei servizi in oggettoattraverso la propria disponibilità ad acquistarli.Qualora ciò non fosse possibile, perché in contrastocon la normativa nazionale e non si desiderasse svolge-re pressione a favore di modificazioni della normativa,gli Organi di Governo di Ateneo dovrebbero esplici-tare gli obbiettivi e renderli oggetto di valutazionequantitativa (per esempio, si può far riferimento al tas-so di abbandono al termine del primo anno di studi)1;mentre le Facoltà dovrebbero essere chiamate a ren-dere conto delle risorse impiegate e degli traguardiconseguiti in relazione agli scopi perseguiti dall’Ate-neo, definiti in precedenza.
7.2 La situazione in essere
Orientamento• Attualmente l’orientamento si esplica attraverso• Le Giornate per l’Orientamento (organizzate a li-
vello d’Ateneo);• L’attività della Commissione dei Delegati per
l’Orientamento;• Le presentazioni svolte dalle singole Facoltà con
l’appoggio del CEASCO, della Provincia di Tori-no, del Provveditorato agli Studi, dell’IRRSAE;
• Iniziative autonome delle singole Facoltà (per esem-pio, punti di informazione e accoglienza, pubblica-zioni e realizzazione di portali Internet), anche incollaborazione con organizzazioni studentesche.
1 Si ricorda come il tasso abbandono medio di Ateneo, fra primo e se-condo anno, sia del 21.87%, con punte di oltre il 30% nelle Facoltà diScienze Politiche e di Scienze M.F.N.I recenti dati sugli iscritti di Ateneo – che segnalano un aumento deicosiddetti “studenti regolari” a fronte di un sensibile calo degli “stu-denti equivalenti”, nonché un incremento nei tassi di proseguimento -non sono sufficienti per confermare la qualità delle attività di orienta-mento e tutorato dell’Ateneo torinese negli ultimi anni; costituisconotuttavia un segnale senza dubbio incoraggiante.
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Tale gamma di servizi non sembra aver posto in evi-denza carenze significative.Per contro, il progetto di orientamento promosso dalSenato Accademico ed elaborato nel 2000 propone lacostituzione di un “Servizio di coordinamento delleattività di orientamento”, con lo scopo di:• favorire il collegamento fra Università e Scuola Se-
condaria Superiore (SSS), mediante la realizzazio-ne di un’attività di osservatorio/monitoraggio an-nuale con questionari somministrati alle quinte clas-si SSS;
• sviluppare di opportuni cambiamenti nei percorsiformativi, sia dell’Università, sia delle SSS;
• offrire una “visione coesa della specificità della no-stra istituzione accademica”.
Tale progetto prevede l’impiego di esperti delle singo-le discipline, psicologi dell’orientamento, specialistiesterni, un apposito corpo di studenti orientatori. I costisono stimati intorno ai 240 milioni di lire annui a regi-me, più una spesa iniziale fissa intorno ai 250 milioni.
TutoratoA oggi sono in essere servizi di tutorato a sé stanti (col-legati all’attività didattica, ma distinti dalle normali at-tività di ricevimento-studenti normalmente svolta daidocenti e dai ricercatori) solo presso le Facoltà di Eco-nomia e di Scienze Politiche2.Per contro, il servizio di tutorato della Facoltà di Giu-risprudenza e della Facoltà di Medicina Veterinaria èsvolto esclusivamente da docenti e ricercatori. Anchepresso le altre Facoltà che hanno fornito informazionisul tema oggetto di queste osservazioni (Agraria, Let-tere e Filosofia, Lingue, Scienze MFN e Farmacia) ilservizio di indirizzo e assistenza agli studenti propriodel tutorato è affidato ai docenti e ricercatori; in questiultimi casi tuttavia, la loro opera è di frequente inte-grata da borsisti, collaboratori esterni, studenti.Per quanto riguarda l’oggetto delle attività di tutorato,la Facoltà di Psicologia si impegna soprattutto in un’at-tività di informazione, cui si aggiungono esperienzepratiche guidate e assistenza nel corso di tirocini post-lauream. La Facoltà di Scienze Politiche attua invecein prevalenza attività di assistenza didattica gli studen-ti del primo anno; mentre le Facoltà di Agraria, di Let-tere e Filosofia, di Lingue, di Farmacia prevedono pro-grammi strutturati di esercitazioni, corsi propedeuticie di sostegno. In alcuni casi tali corsi sono svolti esclu-sivamente da docenti o ricercatori. In altri i corsi sonosvolti anche da figure esterne (ad esempio borsisti).
La Facoltà di Farmacia estende il tutorato all’assisten-za per la preparazione delle tesi di laurea e di dottora-to, nonché per iniziative di formazione permanente;mentre l’attività di tutorato presso la Facoltà di Scien-ze MFN, oltre all’assistenza-tesi, comprende interven-ti di sostegno di natura psicologica.Con riferimento ai programmi già attivati nelle Facoltàsopra menzionate (Medicina e Scienze della Formazionenon hanno infatti fornito i dati, ancorché più volte ri-chiesti) è tuttavia impossibile stabilire quanto essi sianoeffettivamente apprezzati dagli interessati, sia perché nonsono state ancora attivate procedure formali di monito-raggio ex post, sia - e soprattutto - perché il finanziamen-to di tali iniziative non grava sul singolo studente.Le valutazioni complessive espresse dalle suddette Fa-coltà sembrano tuttavia confermare la grande utilitàdei servizi di tutorato, anche se i margini di migliora-mento appaiono consistenti. Il fatto che si tratti di un’at-tività apprezzata da chi ne fruisce non deve infatti fardimenticare che il numero di studenti effettivamenteinteressati potrebbe essere modesto.Per quanto riguarda i costi, per la Facoltà di Farmaciaessi ammontano a circa 680 milioni annui (circa 1.900studenti iscritti); per la Facoltà di Economia (circa8.000 studenti iscritti) i costi si aggirano invece intor-no ai 700 milioni annui. Per le altre Facoltà non sonodisponibili dati adeguati.Il progetto presentato nell’ambito della programmazio-ne triennale di Ateneo, coerente con le esperienze a oggimaturate dalle singole Facoltà, si propone di agevolarele condizioni degli studenti nella fase di accesso e in-gresso al mondo universitario, di assisterli durante il loroiter formativo. Secondo gli autori della relazione illu-strativa, gli studenti sembrano, infatti, soffrire a causa:• del confronto con nuove regole comportamentali e
di apprendimento,• del rapporto con nuovi insegnanti,• di mancanze affettive.
In particolare, l’obiettivo individuato dagli autori del-la relazione è contribuire in misura efficace alla ridu-zione del tasso di abbandono, particolarmente elevatonel primo anno di studi.In tal senso, il progetto proposto prevede:1) il potenziamento delle attività di tutorato svolte già
ora dalle singole Facoltà, con funzioni di coordina-mento a livello di Ateneo;
2) il varo di progetti di formazione a beneficio dei tu-tor e di aggiornamento sulle tecniche didattiche afavore dei docenti.
Anche queste ultime iniziative sarebbero promosse ecoordinate da enti centrali di Ateneo.Il costo per studente legato alla realizzazione di tali ini-ziative è stimato intorno alle 200.000 lire annue per lematricole, e alle 150.000/250.000 lire annue per gli stu-
2 Come è noto, tali servizi sono disciplinati dal Regolamento d’Ateneosul tutorato approvato nel novembre del 1999; Regolamento che asse-gna la responsabilità per tali iniziative ai Presidi o, quando esistono, aiPresidenti dei Corsi di Laurea o di Diploma.
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denti degli anni successivi al primo, a seconda che siaprevisto o meno il tutorato di formazione professionale(avviamento al lavoro), che tuttavia non può conside-rarsi come facente parte del servizio di tutorato in sen-so stretto. A ciò vanno aggiunti i costi relativi alla for-mazione di tutor e docenti, la quale comporta una spe-sa per circa 100 milioni annui (per l’intero Ateneo).
7.3 Nota a commento
Per quanto riguarda l’Orientamento, dalla documen-tazione raccolta non sembra emergere l’esigenza dicambiamenti radicali nell’attività attualmente svolta, alivello centrale o a livello locale. Anche se esistono spaziper migliorare l’informazione per gli studenti degli ul-timi anni delle Scuole Superiori, sembra opportuno chele Facoltà raccolgano eventuali sollecitazioni in meritoe, se ritengono che iniziative di Ateneo siano preferi-bili a iniziative periferiche, le Presidenze interessateprendano i necessari contatti con gli Uffici Centrali edeventualmente gli Organi Collegiali.Per quanto riguarda il Tutorato, attualmente la mag-gior parte delle Facoltà che hanno fornito le informa-zioni richieste percepisce tale servizio come un elemen-to importante dell’offerta didattica complessiva. In al-cuni casi l’esperienza accumulata è già rilevante e con-sente di trarre utili indicazioni sulle aree di interesseper gli studenti.Va tuttavia ricordato come per un verso tali indica-zioni andranno riviste alla luce del Nuovo Ordina-mento Didattico, non ancora completamente attua-to; per altro verso esse andranno integrate da indica-tori oggettivi sul numero di studenti effettivamenteinteressato. Non è infatti da escludersi, come già ac-cennato in premessa, che in alcuni casi il tutorato sia
inteso, all’interno di alcune Facoltà o aree disciplina-ri, come assistenza per la preparazione del materialedidattico del docente, o come surrogato di attivitàdidattiche che solo i docenti o i ricercatori sono ingrado di svolgere, o come integrazione e sostegno dellavoro di segreteria.Al momento attuale nessuno dei due progetti presen-tati dalle competenti Commissioni di Ateneo - orien-tamento e tutorato - ha avuto un seguito; né i progettiformulano obiettivi specifici, che possano essere og-getto di una futura valutazione quantitativa.In ogni caso l’eterogeneità delle esperienze maturatenell’ambito delle singole Facoltà sembra suggerire l’op-portunità di lasciare ampia autonomia alle Facoltà stesse– sicuramente per quanto riguarda il tutorato, che na-turalmente dovrà tenere anche conto delle esigenzedegli studenti stranieri, il cui numero si spera crescanegli anni prossimi; autonomia che probabilmente do-vrà essere tale anche per quanto riguarda l’orientamen-to. Inoltre, non è evidente la necessità di assegnare fon-di specifici alle singole Facoltà, vincolandone l’uso allarealizzazione o al potenziamento delle iniziative ogget-to di queste osservazioni. Sembra piuttosto preferibileconsentire alle Facoltà ampia libertà di scelta sul comeimpiegare le risorse destinate all’offerta didattica. Se intaluni casi può essere opportuno migliorare l’informa-zione, il supporto psicologico o il sostegno in fase dijob placement, in altri può essere più utile privilegiarele attività didattiche tradizionali. Ben difficilmente l’Am-ministrazione Centrale sarà in condizione di decidereal posto delle Facoltà, che in ogni modo sono ancoravincolate dall’impossibilità di monitorare la qualità dellapropria offerta attraverso un meccanismo di prezzo esono ancora costrette, laddove ciò avviene e in man-canza di meglio, a fare affidamento a questionari.
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Appendici
APPENDICE ILa valutazione delle opinioni degli studenti
sulla qualità della didattica
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Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 57
LA VALUTAZIONE DELLE OPINIONI DEGLISTUDENTI SULLA QUALITÀ DELLA DIDATTICA
1 Premessa
L’applicazione della legge 370/1999 ha sicuramentecontribuito a dare un forte impulso allo sviluppo del-l’attività di valutazione della didattica a livello univer-sitario, divenuta tematica di attualità presso tutte leuniversità italiane. Infatti l’obbligo per i Nuclei di Va-lutazione degli Atenei di raccogliere regolarmente leinformazioni sull’opinione degli studenti riguardo allaqualità dell’offerta didattica ha innescato un positivoprocesso di attivazione, revisione e miglioramento delleindagini svolte dagli atenei, dalle singole facoltà e daisingoli corsi di studio.Ciò si è verificato anche a Torino, ateneo presso cui lasituazione già complessivamente positiva descritta dallaRelazione 1999 del Nucleo è andata ulteriormente mi-gliorando, sia per quanto riguarda la copertura dellapopolazione studentesca, che sta raggiungendo la to-talità dell’ateneo, sia rispetto all’impostazione dei me-todi di indagine.L’urgenza di dotarsi di un affidabile strumento di rile-vazione delle opinioni è oggi accentuata dalla realtàtransitoria che l’università sta vivendo nel contestodell’applicazione della riforma. Il monitoraggio costan-te del “polso” dell’organismo universitario diventa in-fatti prezioso per orientare le scelte inevitabilmentesperimentali che l’ateneo è chiamato a fare per il pros-simo anno accademico. Le indagini sulle opinioni de-gli studenti assumono dunque in questo periodo unadoppia valenza, aggiungendo alla periodica valutazio-ne del grado di soddisfazione per l’offerta didattica laverifica in itinere del processo di riforma in atto dalpunto di vista della componente studentesca.L’Università di Torino ha già da diversi anni avviatoprogetti di indagine sistematica sul livello di soddisfa-zione che la propria offerta didattica genera nella po-polazione studentesca. Ad esempio le Facoltà di Eco-nomia e di Scienze Politiche hanno svolto il primo cen-simento sistematico delle opinioni degli studenti fre-quentanti già nel 1994-95. L’iniziativa in tal senso è statatuttavia fino all’anno 1998-1999 lasciata alla sensibili-tà delle singole facoltà o corsi di laurea, portando quindiad una forte eterogeneità sia nei metodi di rilevazione(periodicità dell’indagine, tipo di questionario, identi-ficazione dei soggetti interessati, ecc.) che nei conte-nuti informativi ricavati. Alcune facoltà, inoltre, nonavevano fino a tale anno accademico attivato azioni si-stematiche di indagine. La Relazione 1999 del Nucleoha cercato di fornire un quadro dettagliato di tale si-tuazione.Il Nucleo di Valutazione dell’Ateneo ha, sin dalla suanascita, prestato notevole attenzione alle tematiche in
oggetto. Già nell’a.a. 1998-99 esso aveva predispostoun proprio questionario, sulla base dei modelli in usopresso le Facoltà dell’Ateneo e avvalendosi anche dimodelli adottati presso altre Università. Ciò anche conl’obiettivo di stimolare le facoltà presso cui non eranostate ancora assunte iniziative in tal senso. Con l’a.a.successivo, in base ai dettami della L. 370/1999, ilNucleo aveva intensificato la propria azione sia in ter-mini di acquisizione di informazioni sulle indagini esi-stenti, sia in termini di incentivo all’attivazione siste-matica delle indagini da parte di tutte le facoltà.Per quanto riguarda il primo aspetto il Nucleo avevasvolto per la prima volta una rilevazione dettagliata suimetodi di organizzazione e attuazione dell’indagine daparte di tutte le facoltà. L’analisi delle informazioniraccolte aveva evidenziato una situazione sostanzial-mente positiva, con indagini fondamentalmente cor-rette dal punto di vista statistico per metà delle facoltàdell’ateneo, indagini attivate ma con alcuni problemidi rappresentatività statistica delle informazioni otte-nute per una altro 30% e casi di mancato svolgimentodi indagini per due sole facoltà.Grazie anche a tale azione capillare del Nucleo, nel-l’a.a. 1999-2000 attualmente in esame (e ancor più perquanto riguarda l’a.a. 2000-2001) la situazione com-plessiva è ulteriormente migliorata, in primo luogo conl’avvio di indagini sistematiche da parte delle due ulti-me facoltà che non si erano ancora attivate, portandoad oggi a una copertura di tutte le facoltà.Inoltre alcune facoltà hanno avviato processi di ristrut-turazione dei metodi di indagine impiegati al fine dialleviare le problematiche statistiche precedentemen-te presenti, riguardanti fondamentalmente le tecnicheper l’ottenimento di adeguati tassi di risposta, la sceltadel momento ideale di rilevazione per fenomeni in con-tinua evoluzione, nonché i metodi di analisi dei datiricavati. Tutte le facoltà hanno tra l’altro compilato lascheda informativa sulle metodologie di indagine pro-posta dal Nucleo e qui allegata ai dati disaggregati atale livello.In base a tali considerazioni si può affermare che l’Ate-neo nel suo complesso risulta oggi ottemperare alledisposizioni normative in argomento. Resta tuttaviaproblematico per il Nucleo di Valutazione effettuareun’analisi complessiva sui risultati che scaturisconodalle indagini, data la permanente libera iniziativa la-sciata alle facoltà su tutti gli aspetti attinenti. Anchequando i questionari sono uguali o simili, infatti, scel-te diverse di organizzazione della rilevazione (tempi,luoghi, personale incaricato, ecc.), nonché l’eteroge-neità di impostazione delle relazioni che le facoltà fan-no pervenire al Nucleo rendono spesso non corretta-mente comparabili i risultati.In base a tali considerazioni il Nucleo ha individuatonell’eterogeneità di impostazione e attuazione delle
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indagini a livello di Facoltà (e talvolta anche di singoloCorso di Studi) uno dei fattori che ne limitano l’utilitàin termini di valutazione e impiego dei risultati per unmigliore governo dell’Ateneo. Il Nucleo stesso sta quin-di sensibilizzando con successo gli organi di governodell’Ateneo affinché si orientino, nella riprogettazionecomplessiva delle metodologie di rilevazione delle opi-nioni degli studenti che accompagnerà l’attuazionedella riforma universitaria, verso la definizione di unastruttura unificata dell’indagine, che tenga tuttaviaconto delle specificità di contenuto e di metodo che lesingole facoltà richiedono.Muoversi in tale direzione permetterà in primo luogoal Nucleo di fornire al Comitato Nazionale di Valuta-zione indicazioni tempestive, chiare e corrette sui ri-sultati ottenuti con l’indagine. Inoltre metterà a di-sposizione degli organi centrali di governo dell’ate-neo informazioni preziose per l’accrescimento del-l’efficienza e dell’efficacia del sistema universitariotorinese.Con l’intento di contribuire ad un rapido avvio delleiniziative di riorganizzazione delle indagini sulla quali-tà della didattica il Nucleo ha inoltre redatto, in formadi appendice alla Relazione 1999, una proposta di pro-getto guida a tale riguardo.Nell’attesa dell’auspicata ristrutturazione, per quest’an-no il Nucleo ha richiesto alle Facoltà di produrre, comebase informativa minima ma sistematica:a) una scheda informativa aggiornata sui metodi di or-
ganizzazione delle indagini simile a quella dell’an-no precedente;
b) stante le differenze spesso significative esistenti trai diversi questionari utilizzati (domande diverse, ri-sposte diverse alle stesse domande, ecc.), una sche-da in forma libera contenente le distribuzioni difrequenza per tutte le domande a risposte chiusepresenti nel proprio questionario, qualunque essesiano, in termini di frequenza percentuale per ognimodalità di risposta prevista.
A tale base informativa minima alcune Facoltà hannoaggiunto ulteriori analisi o indicazioni, che il Nucleo haesaminato con uguale attenzione. Nonostante i ristrettitempi disponibili e gli accresciuti impegni delle facoltànella progettazione e nell’organizzazione dei nuovi cor-si di laurea triennali e specialistici, è stato possibile di-sporre delle informazioni richieste con soddisfacentecapillarità e con ritardi contenuti e comunque compati-bili con la stesura della presente Relazione.
Le finalità del presente lavoro sono quindi:1. aggiornare il quadro presentato nella precedente
Relazione 1999 per quanto riguarda le metodologiedi indagine, evidenziando i progressi già registratio di prossima realizzazione in tale ambito;
2. tentare un primo esame complessivo dei risultatiottenuti dalle indagini, senza porre inappropriatiobiettivi di comparazione esplicita tra le diverserealtà, ma al fine preliminare di proporre un qua-dro d’insieme della nostra Università agli occhi dellapopolazione studentesca.
Infine, è doveroso ricordare che le indagini statistichesulle opinioni degli studenti costituiscono solo unodegli strumenti necessari per una corretta gestione del-l’organizzazione didattica. Ciò per diverse ragioni:• La partecipazione dei studenti alle rilevazioni non
è mai completa, fermandosi per definizione ai solistudenti frequentanti. Anche avendo riguardo ai solifrequentanti, non vengono in genere svolte azionispecifiche con l’obiettivo di raggiungere una coper-tura totale della popolazione, sia perché si preferi-sce mantenere comunque una almeno formale vo-lontarietà della risposta, sia perché chi risulta perqualsiasi motivo assente al momento della distri-buzione dei questionari (cioè in genere chi è assen-te in un certo giorno di lezione) pur essendo di so-lito o comunque con una certa periodicità frequen-tante, non ha più possibilità di essere recuperato.
• Non tutte le informazioni rilevanti posso essere ot-tenute con le modalità prevalenti di indagine. Adesempio, come già rilevato nella relazione dell’an-no passato, le attività didattiche di valutazione delprofitto (gli esami e la discussione della tesi di lau-rea) restano nell’ombra, pur trattandosi di serviziche l’università fornisce a tutti gli studenti, frequen-tanti e non frequentanti; ancora, le motivazioni dellamancata frequenza di una certa quota di studenti(spesso rilevante o addirittura maggioritaria) nonsono note, e in particolar modo non è noto se taliragioni siano legate a fattori esogeni rispetto all’uni-versità (impegni lavorativi, ecc.) o invece alle com-petenze specifiche del singolo docente, piuttostoche ai dettagli dell’organizzazione didattica in ter-mini di orari, spazi disponibili, ecc.
• Ancora avendo riguardo allo svolgimento degli esa-mi di profitto, oltre a non conoscere le opinioni de-gli studenti, non sono in genere disponibili neancheinformazioni oggettive e aggiornate sulle percentua-li di superamento di ciascun esame al primo, secon-do o successivo tentativo, sulle preferenze degli stu-denti rispetto alla collocazione dei diversi esami nel-l’arco della loro carriera (pur nei limiti dei vincoli dipropedeuticità che spesso sussistono), sulle eventualiregolarità che caratterizzano le carriere degli studentisignificativamente fuori corso in termini di esami nonancora sostenuti o falliti più volte.
• La valutazione dei carichi di lavoro che gli studentidevono affrontare negli studi universitari, fattoredi cruciale importanza per la ridefinizione dei pia-
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ni didattici in base al sistema dei crediti nell’ambi-to della riforma universitaria, resta un tema su cuila discussione è spesso fondata su conoscenza ap-prossimativa dei fatti. In realtà quasi tutte le inda-gini svolte sulle opinioni degli studenti contengo-no qualche domanda al riguardo; si tratta tuttaviadi valutazioni nella migliore delle ipotesi di tipoprevisivo, in cui lo studente inferisce dalla difficol-tà percepita del corso che sta frequentando qualepossa essere il carico di lavoro complessivo che ènecessario svolgere per superare il relativo esame.
Coscienti di tali problematiche, e tenendo conto delleincrementate necessità informative che la realizzazio-ne di un piano di riforma coerente ed efficace richie-de, i Nuclei di Autovalutazione della Didattica (NAD)o altre strutture direttive di molte facoltà hanno inizia-to, in termini ancora prevalentemente sperimentali, adattivare indagini e rilevazioni sulle tematiche sopra in-dicate, che si differenziano dalle indagini sulle opinio-ni degli studenti anche rispetto alle modalità organiz-zative scelte. Alcuni esempi specifici in tal senso ver-ranno forniti nel paragrafo seguente, dove all’analisidettagliata del caso torinese verrà affiancata una brevepresentazione del quadro nazionale a cui occorre fareriferimento per una valutazione delle tematiche in esa-me oggettiva e aggiornata.
2 L’evoluzione delle indagini
2.1 La situazione dell’Università di TorinoCome già accennato nella premessa, l’a.a. 2000-2001ha visto l’estensione delle procedure di rilevazione si-stematica e anonima delle opinioni degli studenti a tuttele Facoltà dell’Ateneo. Infatti nei due casi critici se-gnalati dalla precedente Relazione 1999, corrispondentialle Facoltà di Psicologia e Scienze della Formazione,si sono quest’anno svolte indagini, per la prima volta aScienze della Formazione e per la seconda volta a Psi-cologia che aveva già effettuato una rilevazione di ca-rattere isolato nel 1995. Inoltre entrambe le facoltà ci-tate hanno fornito al Nucleo esauriente documenta-zione al riguardo in tempi contenuti; in particolareScienze della Formazione ha attuato un piano gradua-le di intervento, svolgendo un’indagine parziale pilota(solo su alcuni corsi e direttamente gestita dal NADdella facoltà) nel primo semestre dell’a.a. 2000-2001,estendendo in via sperimentale l’indagine a tutti i cor-si nel secondo semestre con un questionario rivisto allaluce dell’esperienza precedente. Dopo un’ulteriore re-visione e ottimizzazione della procedura e del questio-nario, l’indagine prenderà avvio in modo stabile conl’a.a. 2001-2002.Completato così il quadro delle dodici Facoltà, restaper ora inattiva solo la Scuola Universitaria Interfacol-
tà in Scienze Motorie (ex ISEF), presso cui è tuttaviain fase avanzata la progettazione dell’indagine che do-vrebbe partire l’anno prossimo, con una scheda-que-stionario generale riguardante la qualità delle struttu-re (elemento di grande importanza per la S.U.I.S.M.),e una scheda unica di valutazione della didattica perciascun corso, il cui dettaglio viene poi riportato suuna scheda personale destinata al “feedback” per il sin-golo docente. Presso la Scuola di AmministrazioneAziendale (SAA), anch’essa struttura minore non con-siderata lo scorso anno, si svolge invece da tempo unarilevazione a carattere annuale su tutti i corsi organiz-zata da una figura non esistente presso le facoltà, cioèquella del Coordinatore didattico. Presso la SAA lacompilazione dei questionari (uno per ciascun corsoseguito) avviene in un unico momento prefissato riu-nendo a tale fine tutti gli studenti in un unico luogoper un’ora.Volendo delineare alcuni elementi prevalenti di ten-denza rispetto ai metodi di indagine impiegati, si pos-sono citare:• la tendenza verso lo “snellimento” delle procedure
e dei questionari;• la tendenza verso un’organizzazione meno decen-
trata che in passato.In particolare, sia ad Agraria che a Scienze M.F.N., cioèproprio presso due delle facoltà dove maggiore era finoad oggi la diversificazione e il decentramento della ge-stione, i progetti per il prossimo anno prevedono l’im-piego di questionari meno impegnativi da compilareper gli studenti e maggiormente simili tra i diversi cor-si di studio. A Scienze M.F.N., inoltre, approfittandodella brevità della scheda per ciascun corso si farà com-pilare un solo questionario per tutti i corsi seguiti du-rante un anno, il giorno dell’inizio del successivo peri-odo didattico. Anche presso la Facoltà di Economia,pur in assenza di indicazioni definitive, sembra preva-lere un orientamento simile.Tali indicazioni vanno valutate complessivamente inmodo positivo: rispetto al minore decentramento per imotivi esposti in precedenza, mentre per quanto riguar-da il questionario impiegato la sua semplificazione puòavere effetti significativi sull’attendibilità dei dati otte-nuti nella misura in cui si diminuisca significativamen-te il “fastidio statistico” imposto ai rispondenti.È infatti noto che l’immagine che gli studenti si forma-no delle indagini sulla didattica a cui sono chiamati apartecipare non è sempre positiva, sia perché in appa-renza dalle indagini non derivano evidenti conseguen-ze pratiche, sia semplicemente per la quantità consi-derevole di informazioni che vengono loro richieste,con diverse pagine di domande a cui rispondere perciascun corso frequentato. Senza ignorare la comples-sità della questione e la molteplicità di fattori che in-fluiscono sulla qualità dei dati raccolti, è chiaro come
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possa essere preferibile disporre di poche informazio-ni affidabili piuttosto che di grandi database in cui icaratteri sono riportati in modo distorto, con forte in-cidenza di dati mancanti o di risposte fornite in mododisattento o provocatorio.Riguardo a tale aspetto alcune facoltà hanno sperimen-tato recentemente delle azioni volte a migliorare la vi-sibilità e l’immagine delle indagini tramite strumentiinformativi appositamente progettati. Ad esempio,presso la Facoltà di Scienze Politiche l’indagine sulleopinioni degli studenti vanta ormai una lunga tradi-zione, ma essa è sempre stata proposta “in sordina” inmodo così sommesso da rischiare di suscitare presso irispondenti l’impressione che si tratti di un’operazio-ne di importanza marginale, un mero adempimentoformale di natura prevalentemente burocratica.Per ovviare a ciò per l’indagine dell’a.a. 2000-2001 èstato deciso di organizzare una “campagna promozio-nale” che desse importanza e significato all’indaginecome momento costruttivo di confronto tra studenti edocenti.A tale scopo un mese prima dello svolgimento dell’in-dagine sono stati distribuiti dei pieghevoli informativi(Fig. 2.1 e Fig. 2.2), con l’obiettivo di dare trasparenza
all’operazione, chiarendone le fasi attuative, invitandogli studenti a formulare osservazioni e suggerimenti,evidenziando l’anonimato garantito al rispondente ela rilevanza pratica dei risultati per la commissione in-caricata, il preside e i presidenti di indirizzo.Un diverso fattore, di natura più tecnica, che può mo-tivare una semplificazione del questionario è la suapredisposizione per la lettura ottica automatizzata deirisultati, come è avvenuto presso la Facoltà di Veteri-naria. Tale soluzione permette un netto risparmio dirisorse economiche rispetto alla registrazione manualesu supporto informatico dei dati, ed è ormai in usopresso numerose altre università italiane.Sempre riguardo all’impiego di supporti informatici,ma in questo caso ai fini di rilevazione iniziale dei dati,va registrata l’intenzione della facoltà di Scienze dellaFormazione di offrire dal prossimo anno agli studentila possibilità di compilare il questionario tramite la reteInternet. Anche il C.d.L. in Fisica (Facoltà di ScienzeM.F.N.) si sta muovendo nella stessa direzione; in talesede, tuttavia, le dimensioni compatte del questiona-rio e il ridotto numero di studenti (tutti caratterizzatida adeguata alfabetizzazione informatica) semplifica-no nettamente la procedura e permettono di prevede-
Figura 2.1 – Pieghevole informativo, indagine 2000-2001 a Scienze Politiche (facciata esterna)
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 61
re elevati tassi di risposta. L’opzione “on-line” permet-terebbe di ottenere risposte anche da tutti quegli stu-denti che per problemi di varia natura o semplicemen-te per caso non erano presenti al momento della rile-vazione in aula, garantendo quindi un censimento piùcapillare.Le esperienze condotte in tal senso a livello naziona-le 1, tuttavia, sono concordi nell’indicare che ad ogginon è possibile sostituire interamente la rilevazione tra-dizionale con quella via Internet pena un peggioramen-
to significativo del tasso di risposta e in parte anchedell’attendibilità delle risposte. D’altro canto il coor-dinamento tra la rilevazione tradizionale e quella viaInternet, qualora vengano attivate entrambe le moda-lità, appare di una certa complessità anche in relazio-ne ai vincoli di anonimato del rispondente.Un altro elemento importante è la tendenza all’abban-dono degli approcci in cui l’elemento soggettivo assu-me un’importanza rilevante nell’attuazione dell’inda-gine. Questo è oggi ancora sicuramente il caso di Me-dicina e Chirurgia, dove il singolo docente, che riceveun certo numero di copie del questionari dagli ufficididattici, è libero di organizzare la compilazione, laraccolta e la valutazione dei questionari in modo auto-nomo - al limite può anche non fare alcun uso dei que-stionari ricevuti (va ricordato tuttavia che negli ultimianni il numero di docenti che hanno fatto uso dei que-stionari è notevolmente aumentato, avvicinandosi al-l’unanimità). Conseguenza di ciò è anche la non di-sponibilità di dati aggregati in alcuna forma, dato cheil docente non è tenuto a trasmettere ad alcuno le in-formazioni sui dati raccolti. Un altro caso, rivelatosiparticolarmente critico, è quello della Facoltà di Lin-gue dove la restituzione dei questionari compilati è stataaffidata alla buona volontà dello studente che doveva
1 Fabbris L., Giusti A., 2001, Il progetto EXPERTUM: sperimentazionedi sistemi computer-assisted per la rilevazione della qualità della didatticae dell’inserimento professionale dei laureati, Atti del convegno interme-dio SIS 2001 “Processi e metodi statistici di valutazione”, Roma, 4-6giugno, 295-298. Il progetto Expertum è nato per iniziativa del Comita-to Nazionale per la valutazione del Sistema Universitario. L’indaginesperimentale, condotta a Padova e Firenze presso le facoltà di Sc. Stati-stiche, Sc. Politiche ed Economia, ha evidenziato come il 30% circadella popolazione studentesca abbia a tutt’oggi difficoltà tecniche o lo-gistiche nell’impiego della rete Internet (con una certa eterogeneità,con percentuali anche superiori a Sc. Politiche ma inferiori a Sc. Stati-stiche). Inoltre la relativa complessità delle procedure di ingresso nelsistema, dovute tra l’altro alla necessità di garantire la privacy e l’anoni-mato, è ulteriormente disincentivante, richiedendo tempi medi di ac-cesso (momento in cui inizia la sua compilazione) al questionario dicirca 15 minuti dall’avviamento del sistema.
Figura 2.2 – Pieghevole informativo, indagine 2000-2001 a Scienze Politiche (facciata interna)
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200062
recarsi presso la Segreteria studenti per la consegna.In assenza di controlli, la percentuale di questionari(distribuiti ai frequentanti durante una lezione) resti-tuiti è stata bassissima (il 3% circa), portando al so-stanziale fallimento dell’indagine. In entrambi i casimenzionati, tuttavia, le facoltà hanno in progetto per ilprossimo anno sostanziali modificazioni delle proce-dure. Nel caso di Medicina è previsto il passaggio adun’organizzazione dell’indagine maggiormente accen-trata (gestita dal Centro Didattico di facoltà) e non piùlegata alla iniziativa del singolo docente; la coperturadovrebbe nel contempo aumentare (attualmente lamaggior parte dei numerosi diplomi universitari non ècoinvolta). Essendo inoltre prevista la lettura automa-tizzata dei questionari con apposite apparecchiature,anche a Medicina lo schema di questionario verrà snel-lito e in parte semplificato. Nel caso di Lingue è inprogramma l’adozione delle tecniche di raccolta deidati più diffuse presso le altre facoltà, che prevedonoin genere la compilazione immediata del questionarioe subito dopo la sua riconsegna al personale che lo hadistribuito. Presso la Facoltà di Lingue, inoltre, conl’occasione fornita dalla disponibilità per la prima vol-ta di dati attendibili per valutare la situazione della di-dattica, verrà anche istituita una effettiva Commissio-ne di autovalutazione, che non esisteva finora.Tra le novità di natura più tecnica, ma di una certarilevanza sotto il profilo metodologico, vi è il diffon-dersi della consapevolezza che le indagini come oggistrutturate hanno una natura multilivello in cui un pri-mo livello individuale (lo studente rispondente) si so-vrappone gerarchicamente a un secondo livello (il cor-so di lezioni). La classificazione in base al primo livellonon è nota, e ciò lascia sullo stesso piano questionaricompilati dallo stesso studente o da studenti diversi. Èperò evidente che l’esigenza di rigoroso anonimato delrispondente, spesso fortemente sentita, deve esserecomunque soddisfatta. Due facoltà stanno sperimen-tando soluzioni a tale riguardo:• a Scienze Politiche l’indagine per l’a.a. 2000-2001
ha inserito nel questionario la richiesta di due ca-ratteri ausiliari (la data di nascita del padre e le ini-ziali del nome della madre) che pur mantenendol’anonimato del rispondente, presentassero combi-nazioni di modalità quasi certamente uniche perogni individuo e permettessero quindi di abbinarei questionari compilati dallo stesso studente perdiversi corsi;
• a Psicologia è in progetto per l’anno prossimo l’as-segnazione di un codice segreto a ciascuno studen-te, che riportato sui questionari ne permetta l’abbi-namento pur senza rendere possibile l’identifica-zione della persona.
Il successo di tali sperimentazioni - e quindi l’attendi-bilità degli abbinamenti ottenuti - dipende fondamen-
talmente dalla capillarità ed efficacia dell’informazio-ne fornita allo studente riguardo al significato dell’ope-razione e al mantenimento del proprio anonimato. Sitratta comunque di metodi che altre università italiane(ad esempio Padova) hanno già implementato e valu-tato positivamente.Come accennato nel precedente paragrafo, l’esistenzadi esigenze conoscitive che le indagini sulle opinionidegli studenti così come oggi strutturate non possonosoddisfare è tra i motivi che stanno portando alcunestrutture a sperimentare altri e diversi momenti di in-dagine statistica. A titolo di esempio si può citare laFacoltà di Scienze Politiche, presso cui due diverse ri-levazioni sono state avviate in questi ultimi due annisu iniziativa della Direzione Didattica del 1° biennio.In entrambi i casi si tratta per ora di progetti di naturaesplorativa e sporadica, in parte legati alla volontà dicontribuire ad un più razionale passaggio dal vecchioal nuovo ordinamento universitario, e quindi non ne-cessariamente in previsione di una loro ripetizione pe-riodica.Le tematiche affrontate sono rispettivamente:• l’effettiva quantificazione del carico di lavoro sop-
portato dagli studenti per ciascun corso e relativoesame di profitto;
• la verifica dell’impatto dell’istituendo servizio di tu-toraggio per gli studenti del primo anno, anche inrelazione all’entità e alla natura delle difficoltà daquesti percepite nell’iniziare il proprio percorso distudi.
La prima indagine ha per ora riguardato solo alcunedelle discipline fondamentali dei primi due anni delCorso di Laurea in Scienze Politiche (Economia politi-ca, Politica Economica, Inglese e Statistica). Tra gli stu-denti frequentanti i corrispondenti corsi è stato sceltoun campione le cui dimensioni e caratteristiche sonostate definite in larga misura dal singolo docente; tut-tavia sono stati forniti i supporti per agevolare la co-struzione di un campione stratificato rispetto ad alcu-ne rilevanti variabili ausiliarie (età, diploma di maturi-tà, condizione lavorativa).Agli studenti così individuati è stata consegnata unaapposita scheda su cui riportare, dal giorno di iniziodel corso fino al giorno di superamento dell’esame, ladurata giornaliera in ore dell’impegno relativo alla di-sciplina in esame, differenziando tra lezioni, esercita-zioni e studio personale.Si tratta di un’indagine che richiede ai rispondenti unimpegno continuativo non irrilevante se si vuole che idati siano attendibili (non essendo previsto alcun con-trollo intermedio lo studente potrebbe infatti anchecompilare l’intera scheda alla fine del periodo, in modoinevitabilmente approssimativo), e il tasso di rispostaè risultato molto diverso a seconda dell’insistenza con
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 63
cui il docente ha ricordato agli studenti prescelti sia dicontinuare la compilazione della scheda durante il pe-riodo del corso, sia di restituire la scheda al momentodel sostenimento dell’esame. Sono emerse tuttavia al-cune prime indicazioni riguardanti la diversità dell’im-pegno di studio implicato da corsi a cui la facoltà inprima approssimazione ha invece assegnato un egualenumero di crediti con criteri puramente formali. Sa-rebbe tuttavia importante verificare l’eventuale esisten-za di connessione dei tempi di studio individuali con ilvoto ottenuto poi all’esame; data la natura nominativadella scheda (l’indagine era volontaria e chi vi prende-va parte ne accettava le modalità di svolgimento) taleanalisi dovrebbe essere possibile con il ricorso ai solidati amministrativi di segreteria.La seconda indagine citata, svolta di nuovo su iniziati-va della Direzione Didattica del 1° biennio, e riguar-dante anch’essa il solo C.d.L. in Scienze Politiche (inparticolare gli immatricolati), fa parte del lavoro preli-minare per il progetto di istituzione di un servizio re-golare di tutorato rivolto agli studenti del primo anno,attivato in via sperimentale nel secondo semestre del-l’a.a. 2000-2001. La rilevazione ha natura campionariaper la limitatezza delle risorse disponibili, ma la dimen-sione del campione casuale è pari a oltre il 50 % degliimmatricolati. Inoltre, data la suddivisione degli stu-denti tra diversi corsi sdoppiati in base alla collocazio-ne alfabetica del proprio nome, il campione è stato stra-tificato in base agli stessi criteri. In tal modo tutte lecombinazioni possibili di corsi del primo anno sonostate coperte in proporzioni equivalenti. Le intervistesono state svolte nel giugno del 2001.Durante l’intervista, per ciascun dei sei corsi previstiviene richiesto se il corso è stato frequentato, se l’esa-me è stato sostenuto (e l’eventuale voto ottenuto), se èstato utilizzato il supporto di teleinsegnamento via In-ternet disponibile per la prima volta quest’anno per icorsi di primo anno. Infine una domanda aperta invitaa riportare le eventuali difficoltà di qualsiasi natura (in-formative, didattiche, rispetto alle conoscenze preli-minari necessarie, di studio, di orario o di spazi, ecc.)che lo studente ha percepito e che quindi il servizio ditutoraggio deve prepararsi ad affrontare. Dalle inter-viste già condotte ad oggi emerge in prima approssi-mazione un quadro caratterizzato da un certo grado di
“disorientamento” degli immatricolati che iniziano glistudi universitari. Vi sono quindi ragionevoli premes-se perché il servizio di tutoraggio possa svolgere unafunzione positiva, utile in particolare per attenuare l’in-cidenza degli abbandoni al primo di studi.Ancora allo stadio di progetto, ma importante perchécostituisce una novità per l’Università di Torino, è in-fine un’indagine prevista per il prossimo anno dallafacoltà di Psicologia sulla valutazione da parte dei ne-olaureati del processo di assegnazione, preparazione ediscussione delle tesi finali di laurea. Nel lavoro pre-paratorio per la relazione dello scorso anno il Nucleoaveva richiesto a tutte le facoltà indicazioni su even-tuali iniziative conoscitive in tal senso, riscontrandoneperò la sostanziale assenza. Quella citata appare quin-di un’innovazione sostanziale in un panorama dove lagestione coordinata delle tesi di laurea viene vista alpiù come un problema di equità nella distribuzionedel carico di lavoro ai docenti.
2.2 Il quadro nazionale di riferimento per le indaginisulla didatticaPer l’analisi della situazione dell’università italiana ri-spetto agli adempimenti della L. 370/99 sono stati con-siderati 37 atenei scelti arbitrariamente in base a con-siderazioni di rilevanza dimensionale e/o geografica,storica e istituzionale. Per ciascun ateneo è stato fattoriferimento alla documentazione sul tema in esame chei Nuclei di Valutazione (o gli organismi equivalenti)hanno fatto pervenire al Comitato Nazionale per laValutazione del Sistema Universitario per l’anno 2000(rilevazione “Nuclei 2001”). Tale documentazione èrisultata nella maggior parte dei casi esauriente e det-tagliata, presentando quasi sempre le linee storiche estrategiche di sviluppo delle indagini sulla valutazionedella didattica presso l’ateneo, e in molti casi ancheuna valutazione analitica dei più importanti risultatiaggregati della più recente rilevazione di riferimento(a.a. 1999-2000).La Tabella 2.1 riporta l’elenco degli atenei consideratie, in forma schematica, i tratti salienti delle indagini ivisvolte; le Note riportano alcune indicazioni sulle even-tuali particolarità che caratterizzano le singole sediuniversitarie. A titolo comparativo è stata inclusa an-che l’Università di Torino.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200064
Tabella 2.1 – Caratteristiche delle indagini sulla qualità della didattica in 38 università italiane2
Ateneo Iscritti Copertura Gestione a Lettura Note99-2000 di tutte le livello di ottica
facoltà Ateneo
Roma Sapienza 151.986 Sì Sì Sì La rilevazione segue un regolamento del Senato; ilNucleo coordina i Nuclei di facoltà mentre i risulta-ti sono elaborati dal Centro di Calcolo. La distribu-zione dei questionari è affidata ai docenti, il cui ruoloè preminente. I Nuclei di facoltà possono aggiun-gere domande dopo quelle standard ma non cam-biare l’organizzazione della rilevazione.
Bologna 99.279 Sì Sì Sì Caso unico, i punteggi di risposta sono su scala per-centuale.
Napoli Federico II 89.783 Sì Sì Sì L’indagine è organizzata dal Nucleo insieme all’Uf-ficio pianificazione strategica e valutazione, forma-to da 4 laureati. Nel 99-2000 è stata attuata unafase sperimentale che ha portato al progetto stabileche verrà utilizzato dall’anno successivo. Esisteva-no comunque anche negli anni precedenti indaginidello stesso tipo.
Milano statale 64.349 Sì Sì La rilevazione è diventata coordinata dal 2000-2001,in precedenza era svolta separatamente da 6 su 8facoltà. Il coordinamento è partito dal Nucleo e hacoinvolto i presidi delle facoltà portando alla for-mazione della Commissione di valutazione della di-dattica di ateneo, che ha definito le linee metodolo-giche della successiva indagine.
Torino 62.969 Sì No No
Palermo 59.000 Sì Sì Sì Iniziata nell’aa 1999-2000; è stato istituito apposi-tamente il Servizio Informativo Statistico e Control-lo di Gestione, che ha effettuato elaborazioni suindicazioni del Nucleo.
Bari 58.478 Sì Sì Sì È in progetto l’affidamento della rilevazione a per-sonale esterno con apposita voce di spesa nel bilan-cio di Ateneo.
Padova 57.347 Sì Sì Sì Il Nucleo ha promosso la costituzione del CentroInformativo d’Ateneo per la parte operativa e di unaCommissione d’ateneo formata dai Presidi o da lorodelegati per definire il progetto insieme al Nucleo.È uno dei casi di migliore e più efficiente organiz-zazione dell’indagine in Italia.
Firenze 56.924 Sì Sì Sì Il Nucleo svolge un ruolo centrale nel coordinamen-to dell’indagine insieme al Dipartimento di Statisti-ca dell’università.
Catania 51.904 Sì Sì Sì
(segue)
2Le caselle vuote corrispondono a casi nei quali non è risultato possibi-le accertare il dato in base alla documentazione disponibile.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 65
Tabella 2.1 – Caratteristiche delle indagini sulla qualità della didattica in 38 università italiane (continuazione)
Ateneo Iscritti Copertura Gestione a Lettura Note99-2000 di tutte le livello di ottica
facoltà Ateneo
Pisa 48.248 Sì Sì Non si Il progetto di indagine è del Prorettore alla valuta-zione e approvato dal Senato, “recepito” dal Nu-cleo e attuato dall’Ufficio Statistico di Ateneo; pre-vede molti questionari mirati a esaminare i diversimomenti del processo formativo. Sono previsti que-stionari anche per i docenti in parallelo a quelli pergli studenti. La raccolta dati è on-line e i pres. deicdl mettono a disposizione strutture dove gli stu-denti non attrezzati possano compilare i questiona-ri. La compilazione da parte degli studenti è facol-tativa, ma con vasta informazione e incentivi anchein termini di premi.
Cagliari 39.857 Sì Sì Sì È partita solo recentemente e da subito in formacoordinata sull’intero ateneo, organizzata dal Nu-cleo.
Milano 39.354 Sì Sì Aveva tentato la somministrazione per via telemati-ca facoltativa senza successo 5-6 anni fa; dal prossi-mo anno la rilevazione è unica e in outsourcing pertutto l’ateneo.
Genova 36.893 Sì Sì Svolta dalla Commissione di ateneo per la didattica;il questionario è unico ma l’attuazione dell’indagi-ne è demandata alle facoltà con modalità anche dif-ferenziate.
Salerno 35.756 Sì Sì Il questionario unico verrà usato per la prima voltanel 2000-2001, elaborato dal Nucleo; in preceden-za le facoltà procedevano in modo parziale e auto-nomo.
Perugia 30.525 Sì Sì Sì Il Senato accademico ha fissato le linee metodolo-giche dell’indagine. I 150 ore che distribuivano iquestionari non erano della facoltà in cui lavorava-no; ciò ha provocato molte difficoltà organizzativee previsione di maggior coinvolgimento dei presi-denti di C.d.L.
Parma 28.442 Sì Sì Sì Questionario predisposto dal Nucleo e sommini-strato per prima prima volta nel febbraio 2001; inprecedenza alcune facoltà avevano attuato iniziati-ve di indagine autonome (Ingegneria e Economia).I dati sono stati elaborati dal Servizio pianificazionee controllo dell’ateneo.
Roma 26.844 Sì Sì Sì Già dal 1996 svolgeva indagini coordinate, a cui orapartecipano tutte le facoltà; la parte organizzativa èstata svolta dall’Ufficio statistico di Ateneo, con i do-centi che distribuivano i questionari. In outsourcingè invece la lettura e registrazione dei dati. L’elabo-razione è di nuovo competenza dall’Uff. Statistico.
(segue)
Politecnico
Terza Università
applica
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200066
Tabella 2.1 – Caratteristiche delle indagini sulla qualità della didattica in 38 università italiane (continuazione)
Trieste 26.418 Sì Sì Sì Era già svolta da alcune facoltà ma dal 2000 è obbliga-toria per tutto l’ateneo su decisione del Senato, coordi-nata dal Nucleo e dalla Commissione per la valutazionedella didattica appositamente istituita; al Nucleo è espli-citamente affidato il compito dell’analisi dei risultati.
Torino Politecnico 23.680 Sì Sì Sì La distribuzione tramite docenti dei questionari è rite-nuta insoddisfacente, è in progetto il passaggio alla com-pilazione on-line. Tra l’altro comporta un basso tassodi risposta (50% circa). A fronte di tale dato il questio-nario è stato snellito, dapprima solo per alcuni corsi distudio.
Pavia 22.086 Sì Sì Medicina non ha partecipato alla rilevazione coordina-ta. I presidi devono inviare al Nucleo una relazione suicorrettivi attuati in relazione alle criticità emerse dal-l’indagine per la propria facoltà, anche se molte rela-zioni sono apparse superficiali. Esiste anche un’indagi-ne sugli esami.
Urbino 21.668 Sì Sì L’indagine è campionaria e svolta per avere informazio-ni attendibili solo a livello di facoltà (9,4% degli iscrit-ti, circa il 20% dei frequentanti); è stata svolta per laprima volta nel 2000 e ripetuta in modo analogo nel2001.
Roma Tor Vergata 20.751 Sì Sì Sì Appena iniziata l’indagine predisposta dal Nucleo; perora ha avuto un tasso di risposta molto basso, non sonochiare le ragioni di ciò.
Milano Bicocca 18.079 Sì Sì Sì L’indagine per il 99-2000 è stata svolta all’inizio del-l’anno successivo sui frequentanti il corso più affollato,e organizzata dal Nucleo con la forte collaborazionedegli organi di governo dell’ateneo. Il Nucleo si è mos-so subito con grande iniziativa dopo l’uscita della legge370/99.
Verona 17.008 Sì Sì Sì L’indagine dall’a.a. 2000-2001 è diventata standard perdecisione del Senato Accademico; in precedenza erasu base volontaria e lasciata all’iniziativa dei singolidocenti. Nelle classi piccole (<15) la parte personalenon viene fatta compilare per motivi di privacy.
Venezia 16.727 Sì Sì L’indagine è coordinata già dal 1996 e per il 2000-2001il questionario è stato adeguato a quello del CNVSU;dal 1999 anche i laureandi compilano un questionario.I risultati sono analizzati dal Nucleo e dalla Divisionestudi programmazione e ricerca per il rapporto presen-tato annualmente all’inaugurazione dell’a.a. Il Nucleoconsulta anche studenti e docenti per affinare le moda-lità di indagine.
Trento 14.154 Sì Sì Sì L’indagine è coordinata già dal 1996 ed è svolta da unastruttura apposita. Si consegnano questionari separatianche per gli esercitatori.
Modena 13.979 Sì Sì No L’indagine è svolta solo su un campione a scelta “ragio-nata” di corsi per ciascuna facoltà; la somministrazionedei questionari è affidata ai singoli docenti disponibili.
(segue)
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 67
Tabella 2.1 – Caratteristiche delle indagini sulla qualità della didattica in 38 università italiane (continuazione)
Napoli Navale 13.183 Sì Sì No Indagine di tipo campionario.
Ancona 13.036 Sì No No
Udine 12.944 Sì Sì Sì Il Senato nel 1996 ha reso obbligatoria la rilevazione pertutto l’ateneo, che è organizzata dal Centro Programma-zione, sviluppo e valutazione. Per i 150 che distribuisco-no i questionari è stata redatto un codice scritto di com-portamento. È auspicato un abbandono controllato del-l’anonimato dei rispondenti con la rilevazione della ma-tricola. Le competenze del Nucleo, del Senato e del Cen-tro programmazione rispetto all’indagine sono chiara-mente definite.
Bocconi 12.158 Sì Sì Sono previsti 3 momenti di valutazione: a) facoltativa dimetà corso; b) riunioni periodiche tra docenti e rappre-sentanti di classe; c) valutazione obbligatoria di fine cor-so (differenziata per il 1° anno e i successivi). I risultativengono valutati a più livelli in modo organizzato fino aun apposito Comitato incaricato di provvedere nei casicritici.
Brescia 12.020 Sì Sì Il Nucleo ha progettato la rilevazione coordinata, conuna commissione allargata comprendente un rappresen-tante di ciascuna facoltà. In precedenza le indagini era-no isolate e parziali. Ancora il Nucleo ha dato in appaltoesterno l’organizzazione e attuazione dell’indagine.
Siena 11.700 Sì Sì Dal 1998 è organizzato in modo unitario in base alle in-dicazioni del Nucleo; è stato costituito un apposito Co-mitato di gestione del questionario studenti, formato dadocenti rappresentanti le facoltà che consente di tenereconto delle singole specificità. Il Nucleo verifica che ilfeedback dei risultati su facoltà e docenti sia sempre piùsignificativo.
Cassino 11.623 Sì Sì Sì La somministrazione dei questionari, dal 2000 a letturaottica, è curata dalla Segreteria amministrativa. Il Nucleoha analizzato il rapporto tra il grado di soddisfazione ealcune caratteristiche degli studenti.
Piemonte orientale 7.738 Sì Sì Questionario redatto dal Nucleo, elaborazione dell’Uf-ficio Rilevazioni Statistiche e Supporto Organi di Control-lo Interno dell’Ateneo.
Bergamo 7.212 Sì No No Non viene svolta un’analisi complessiva per l’incompa-rabilità dei dati delle facoltà.
Insubria 5.908 Sì Sì Sì La gestione dei dati e la loro disponibilità per i docentisono gestite direttamente dal team di supporto del Nu-cleo.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200068
Molteplici sono le indicazioni che emergono dall’esamedel quadro complessivo. In primo luogo, antecedente-mente alla L. 370/99 la valutazione sistematica delleopinioni degli studenti sulla didattica non era una pra-tica generalizzata nelle università italiane, pur sussisten-do in casi isolati iniziative al riguardo aventi in genereorigine verso la metà del decennio. L’effetto positivodella normativa risulta evidente considerando la nettaaccelerazione e diffusione delle attività di valutazionedella didattica rilevabile tra l’a.a. 1998-99 e il 1999-2000.Presso alcune realtà l’assenza di precedenti esperienzeha probabilmente facilitato la progettazione e organiz-zazione in tempi contenuti di indagini coordinate a li-vello di ateneo, non essendo necessario procedere aduniformare diverse attività di rilevazione già consoli-date a livello di facoltà o C.d.L. Tale fattore non vatuttavia sopravvalutato; sono numerosi (ad es. Brescia,Napoli, Trieste, Verona) anche i casi in cui si è riuscitiad armonizzare e coniugare le precedenti esperienzein tempi brevi e con risultati soddisfacenti.Oggi la situazione si è quindi capovolta, e in tutti gli ate-nei considerati le indagini di valutazione della didatticacoprono tutti i corsi di studio (unica eccezione Pavia,dove la facoltà di Medicina non ha finora partecipato3),come si desume dalla terza colonna in Tabella 2.1. Nondovunque, tuttavia, si riesce ad ottenere un tasso soddi-sfacente di copertura della popolazione degli studenti fre-quentanti. A parte i pochi casi di indagine volutamentecampionaria (Modena, Napoli Navale, Urbino), non èinfrequente che le modalità di somministrazione dei que-stionari o lo scarso controllo sulle operazioni demandatealla singole facoltà portino a tassi di risposta che posso-no scendere anche a solo il 50% della popolazione (adesempio Roma Tor Vergata, Torino Politecnico). Tra lecause più rilevanti vanno annoverati il ruolo preminente(e la relativa libertà di azione) che spesso hanno i docentinella pratica attuazione della rilevazione, nonché la com-pilazione telematica dei questionari che lascia alla buonavolontà dello studente la scelta se ottemperare o menosenza l’incentivo legato all’esistenza di un momento e unluogo collettivo destinato alla compilazione.Anche per quanto riguarda il coordinamento delle in-dagini a livello di ateneo la situazione appare oggi sod-disfacente: tra quelle considerate restano solo tre sediove le attività restano scollegate e sviluppate a livellodi facoltà o di corso di Laurea: Ancona, Bergamo eTorino. Nella maggior parte degli altri casi il Senatoaccademico stesso ha stabilito con proprio decreto l’ob-bligo di investigare sulla valutazione degli studenti dellaqualità didattica, anche se spesso il Nucleo di Valuta-zione ha assunto un ruolo fortemente attivo in tal sen-
so incaricandosi della progettazione dell’indagine etalvolta, tramite il suo ufficio di supporto, anche degliaspetti generali della sua attuazione pratica (per esem-pio presso l’Università dell’Insubria, a Brescia, MilanoBicocca, Cagliari, Firenze, Napoli Federico II).Molto frequente è inoltre la costituzione di uffici, grup-pi di lavoro e Commissioni appositamente per la pro-gettazione, il coordinamento e lo svolgimento delle ri-levazioni: ad esempio il Comitato di gestione del que-stionario studenti (Siena), la Commissione per la valu-tazione della didattica (Milano statale, Trieste), il Cen-tro Informativo d’Ateneo (Padova), il Servizio Informa-tivo Statistico e Controllo di Gestione (Palermo). In sin-tesi, tutti i grandi atenei e la maggior parte di quelli dimedie dimensioni hanno dovuto impiegare risorse alivello di amministrazione centrale per l’attuazione delleindagini. L’affidamento a società specializzate di tuttoo parte del lavoro è invece una scelta oggi poco diffusa(tra gli atenei considerati è adottata solo a Brescia,Milano Politecnico e Roma Terza Università e pressoqualche facoltà dell’Università di Torino), anche seappare realistico prevedere per il prossimo futuro losviluppo di una nicchia di mercato in questo senso (an-che l’Università di Torino ha ricevuto offerte commer-ciali per l’outsourcing dell’intero processo).Dal punto di vista tecnologico, infine, va rilevata la no-tevole diffusione delle procedure automatizzate di let-tura elettronica dei questionari, grazie a cui è possibileabbattere significativamente i tempi e i costi necessariper la registrazione delle risposte su supporto informa-tico. Su tale aspetto non sempre la documentazione of-ferta dagli atenei fornisce precise indicazioni (cfr. nota2 alla Tabella 2.1), ma tra i casi in cui ciò avviene ben 21adottano la lettura ottica, mentre solo 5 (compresa l’Uni-versità di Torino) non lo hanno ancora fatto.Per quanto riguarda infine l’effettiva capacità di rico-noscere le criticità emergenti dalle indagini e indivi-duare appropriati correttivi, a fronte di una generalescarsità di meccanismi e competenze dirette in tal sen-so possono essere citati i casi di Pavia, dove le singolefacoltà devono presentare relazione scritta al Nucleodi Valutazione di ateneo su tale aspetto, della U.C.Bocconi, dove alla sommità di una precisa strutturagerarchica definita a tale scopo è nominato un apposi-to Comitato, e di Siena, dove il Nucleo di Valutazioneha lo specifico incarico di verificare l’efficienza del fe-edback sul governo delle facoltà e l’attività dei singolidocenti dei risultati delle indagini sulla didattica.In conclusione, l’Università di Torino si colloca oggi nelcontesto nazionale in una posizione di debolezza e forteritardo, a fianco di poche piccole università di recenteistituzione (Ancona, Bergamo). Se se ne considerano ladimensione in termini di studenti iscritti e la rilevanzastorico-istituzionale, l’ateneo torinese appare poi un veroe proprio caso isolato. Pur essendo tra quelli presso cui
3In realtà anche a Torino e Salerno la situazione si è normalizzata conuna anno di ritardo rispetto al periodo di riferimento generale, cioèl’a.a. 2000-2001.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 69
la sperimentazione di metodologie sistematiche di valu-tazione della didattica ha avuto inizio ben prima della L.370/99, la mancata assunzione di decisioni strategicheha sostanzialmente lasciato sino ad oggi immutata lo statodi fatto antecedente l’entrata in vigore della legge citata.A livello disaggregato questo ha causato tra l’altro unaprogressiva divaricazione tra le facoltà che, forti di unalunga esperienza nel campo, operano ormai con meto-dologie evolute e affinate, e le facoltà presso cui non ve-nivano in precedenza effettuate indagini sistematiche,per le quali la necessità di adeguamento in tempi rapidiha talvolta portato a scelte progettuali affrettate e inade-guate che hanno reso inattendibili i risultati ottenuti.
3 I risultati delle indagini: prime indicazioni
La preparazione dei datiCome già accennato nella premessa, la richiesta di in-formazioni sui risultati delle indagini più recenti svol-te dalle facoltà è stata in linea generale soddisfatta, sesi eccettuano i casi in cui la richiesta non aveva di persé senso (in particolare nei casi di Medicina e chirur-gia, dove i dati non vengono raccolti in modo aggrega-to, restando a disposizione del solo docente interessa-to, e di Lingue, dove il sostanziale fallimento dell’in-dagine in termini di tasso di risposta ha reso irrilevan-te l’esame dei risultati ottenuti).L’eterogeneità dei dati a disposizione del Nucleo restatuttavia sensibile per diverse ragioni:• numerose e diversificate sono risultate le formulazio-
ni delle domande anche su tematiche del tutto simili;• le modalità di risposta proposte sono diverse non solo
nel numero (oscillando tra 2 e 10 a fronte di doman-de pressoché equivalenti), ma anche nelle sfumaturedel loro significato. Ad esempio a fronte di un ugua-le numero di risposte possibili (3) per la valutazionedella presenza di un servizio, si possono avere duesemplici risposte contrapposte (come “sì” o “sem-pre” e “no” o “mai”) associate a una terza rispostaneutra “non so”, piuttosto che associate ad una ri-sposta di valutazione solo parzialmente positiva o soloparzialmente negativa (come “quasi sempre” o “qual-che volta”). Nella valutazione della qualità di un ser-vizio le risposte sono talvolta numeriche (nell’otticadi assegnazione di un “voto” o di una percentuale diavvicinamento all’“ottimalità”) o utilizzano aggettivieterogenei in sostituzione o per meglio evidenziarela valenza dei numeri. Ciò comporta in particolaredifficoltà nell’uniformare il livello con cui si passa dagiudizi in parte negativi a giudizi in parte positivi 4.
Inoltre nello stesso questionario viene talvolta pro-posto un diverso numero di risposte e/o allocuzioniverbali diverse per domande simili senza che traspa-iano motivazioni evidenti in tal senso5;
• la sintesi dei risultati ottenuti è stata fornita tal-volta in modo parziale (omettendo la distribuzio-ne delle risposte ad alcune domande pur presentinel questionario) o con modalità diverse da quel-le richieste dal Nucleo. Ad esempio da molti corsidi laurea della facoltà di Scienze M.F.N. sono per-venuti solo i valori medi dei punteggi numericiassegnati alle modalità di risposta possibili, anzi-ché le frequenze di risposta per ciascuna modali-tà 6. Per includere nell’analisi tale facoltà sarebbeallora necessario rinunciare al maggior dettaglioinformativo offerto dalle distribuzioni di frequen-ze e calcolare valori medi anche per tutte le altrefacoltà 7;
• anche supponendo che per tutto l’ateneo vengaimpiegato un questionario del tutto identico,l’estrema eterogeneità nelle modalità di esecuzio-ne dell’indagine (diverso ambito programmato dicopertura - tutti gli iscritti o solo quelli iscritti aparticolari anni; diverso grado effettivo di coper-tura in ragione della percentuale di iscritti effetti-vamente frequentanti; diverse modalità di conse-gna e ritiro dei questionari, ecc.) comporta un for-te grado di incertezza nel valutare la confrontabi-lità dei dati;
• infine, il periodo di svolgimento delle indagini a cuiviene fatto riferimento non è uniforme ma varia dafacoltà a facoltà tra l’a.a. 1998-99 e l’a.a. 2000-2001.
In conseguenza di ciò, nella maggior parte dei casi, an-che su tematiche coperte dalla totalità delle indagini sisono rese necessarie modifiche e manipolazioni dei ri-sultati di alcune facoltà, generalmente volte ad incre-
5Ad esempio presso la facoltà di Economia la valutazione della puntua-lità alle lezioni dell’esercitatore prevede le quattro risposte “per nulla”,“poco”, “abbastanza”, “molto”; la valutazione della presenza dello stes-so a ricevimento prevede invece le tre risposte “no”, “abbastanza”, “sì”,quando ciascuno dei due set di risposte risulta ragionevolmente appli-cabile a entrambe le domande. Analogamente, presso la facoltà di Agra-ria, la valutazione dell’orario del corso prevede le cinque risposte “ina-datto”, “migliorabile”, “abbastanza adeguato”, “adeguato”, “ottima-le”, mentre quello delle caratteristiche dell’aula di lezione ne prevedesolo tre: “inadeguate”, “appena sufficienti”, “adeguate”. Inoltre in que-sto caso si evidenzia una “estensione” verso l’alto del livello dei giudizipossibili con la prima scala rispetto alla seconda, dove l’ultima modalità(“adeguato”) corrisponde alla penultima della precedente.
6Presso tale facoltà l’indagine viene organizzata autonomamente da ognicorso di laurea. Non esistendo un momento di sintesi complessiva anche idati di sintesi forniti dai vari corsi di studio presentano forti eterogeneità.
7In conseguenza di ciò la maggior parte delle elaborazioni che seguono fan-no formalmente riferimento a Scienze M.F.N. ma presentano dati del soloC.d.L. in Biologia, a cui in qualche caso si aggiunge quello di Informatica.
4La facoltà di Agraria propone ad esempio una scala di risposta a cinquepunti nettamente sbilanciata “verso l’alto”, con le seguenti risposte: “insuf-ficiente”, “sufficiente”, “buono”, “più che buono”, “ottimo”, dove solo laprima opzione è chiaramente negativa e non esiste valutazione strettamen-te “neutra”, a fronte di quattro possibili risposte di significato positivo.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200070
mentarne la genericità e diminuire il dettaglio infor-mativo, ottenendo per contro due risultati:• definire un minimo denominatore comune a tutti i
casi studiati effettivamente confrontabile;• evitare eccessive trasformazioni arbitrarie dei dati
che non ne rispettino il significato o ne distorcanosignificativamente le indicazioni.
Tali trasformazioni si concretizzano in genere nel cal-colo di valori medi tra i diversi punteggi numerici as-sociati a valutazioni di qualità o efficienza (perdendoinevitabilmente, come già osservato, parte dell’infor-mazione), o nell’accorpamento di più modalità di ri-sposta ad una domanda per giungere al numero piùbasso registrato nelle diverse indagini (rendendo ne-cessaria in alcuni casi l’equiparazione di risposte nondel tutto equivalenti dal punto di vista linguistico).Infine, va sempre ricordato che l’analisi parte da datigià fortemente aggregati rispetto a tutti i corsi di ciascu-na facoltà. Ciò comporta due ordini di conseguenze:• le differenze tra le facoltà risulteranno quasi sem-
pre di modesta entità, dato che i valori confrontatisono a loro volta medie spesso di centinaia di casi,e su molte domande (quelle che riguardano più davicino le caratteristiche personali e professionali deidocenti) si ha una sostanziale esogeneità rispettoalle leve di governo della facoltà;
• l’analisi può nascondere situazioni di eccellenza an-che consistenti (per esempio un corso di laurea) perl’aggregazione con casi al contrario più negativi.
Tabella 3.1 – Disponibilità dei dati riguardanti caratteristiche socio-demografiche per facoltà
Facoltà Sesso Età Tipo di Voto di Dimora Situaz. Anno di Regolarità didiploma diploma abituale lavorativa corso frequenza
Agraria X X X XEconomiaGiurisprudenza X X X X XLettere* X X X X X X XScienze M.F.N. X X X X X X4 X3
Scienze Politiche X X X X X X XVeterinaria X X X X X1 XPsicologia X X X X2 XSc. Formazione X X X X X X X5 XFarmacia
Note :* La Facoltà di Lettere è l’unica a richiedere agli studenti indicazioni sulle proprie future aspirazioni professionali, proponendo l’insieme di
risposte chiuse: “Insegnamento e Formazione”, “Ricerca”, “Attività nei beni culturali”, “Giornalismo, editoria, comunicazione”, “Altro” e“Non so ancora”.
1 Vengono solamente distinti gli studenti in corso da quelli ripetenti o fuori corso.2 Vengono considerati separatamente l’anno di iscrizione e la posizione regolare o fuori corso.3 Disponibile solo per il c.d.l. di Biologia, presso il quale la domanda viene formulata separatamente per le lezioni e le esercitazioni.4 Risulta desumibile dal conteggio dei questionari compilati per ciascun corso, ma non viene richiesto allo studente. Per i corsi facoltativi degli
ultimi anni non è quindi possibile distinguere l’anno esatto, che è stato stimato.5 I dati riguardano solo il secondo semestre (a.a. 2000-2001), rendendone incerta la comparabilità con i dati delle altre facoltà nel caso l’organiz-
zazione didattica sia differenziata tra i semestri in base all’anno di corso (per esempio nell’ultimo anno di corso vi potrebbe essere un allegge-rimento del carico didattico per dare maggior spazio alla stesura della tesi di laurea).
3.2 I dati sulle caratteristiche socio-demografiche epersonaliIn molti casi i questionari richiedono a tutti o a unaparte dei rispondenti (per esempio solo quelli iscrittial primo anno) una breve serie di indicazioni socio-demografiche e personali. Si tratta in quasi tutti i casidi dati desumibili dagli archivi amministrativi dellesegreterie studenti; la loro rilevazione può tuttavia averesenso nell’ambito delle indagini in oggetto per l’inte-resse a:• una valutazione comparativa delle caratteristiche so-
cio-demografiche dei frequentanti rispetto a quelledell’intera coorte di iscritti, laddove i due gruppisono ben lontani dal coincidere;
• un impiego di tali caratteri per verificare l’influen-za delle caratteristiche socio-demografiche sulle ri-sposte più direttamente riguardanti la qualità delladidattica.
Il primo punto non è rilevante in questa sede mentre,data la disponibilità delle distribuzioni delle rispostesolo a livello univariato, non risulta possibile svolgereun’analisi come indicato al secondo punto. La compa-razione dei dati di questo tipo riveste quindi un inte-resse puramente informativo, e può risultare facilmen-te distorta dal diverso tasso di frequenza delle facoltà.Inoltre, come si evince in dettaglio dalla Tabella 3.1,alcune facoltà non richiedono nessuna informazionedi questo tipo mentre tutte le altre le richiedono inmodo parziale.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 71
Tabella 3.2 – Sesso dei frequentanti
Sesso maschi femmine
Lettere 30,2 69,8Scienze M.F.N. 31,7 68,3Scienze Politiche 43,5 56,5Veterinaria 30,3 69,7Sc. Formazione 20,5 79,5
Tabella 3.3 – Scuola secondaria di provenienza
Facoltà Agraria Giurispru- Scienze Lettere Scienze Scienze Veterinaria PsicologiaScuola denza Formazione M.F.N. Politiche
Liceo classico 15,8 36,8 11,8 32,9 6,8 15,9 16,6Liceo scientifico 23,6 34,7 27,3 36,5 57,7 35,8 65,6 71,9Altri licei 2,8 14,7 13,8 10,2 10,3 1,5Ist. tecnico geometri 9,0 2,1 2,4 0,9 2,5 2,6 0,9Ist. tecnico ragionieri 4,7 3,2 8,9 7,3 11,6 18,3 1,6 15,9Altri istituti tecnici 41,2 2,1 4,1 2,2 14,3 6,5 4,5(Industriale, Agrario)Magistrali 0 2,1 19,0 4,6 3,5 1,7 10,6Altre scuole 2,9 4,2 12,8 5,5 7,1 7,0 7,6 1,6
SessoLa Tabella 3.2 evidenzia la presenza maggioritaria fem-minile tra i frequentanti, spesso ancora più rilevanteche per gli iscritti. Va ricordato che per la facoltà diScienze M.F.N. i dati sono parziali e rispecchiano co-munque realtà molto differenziate tra i diversi corsi dilaurea (ad esempio presso il C.d.L. in Informatica imaschi sono la maggioranza con il 78% dei rispon-denti8).
EtàData la diversa popolazione di riferimento per buonaparte delle facoltà (solo primo anno piuttosto che tuttigli anni, una selezione di corsi non uniformemente di-stribuiti nell’arco del quadriennio, ecc.) non si dispo-ne di dati ragionevolmente confrontabili.
Scuola secondaria di provenienzaLa classificazione della scuola secondaria di provenien-za dei rispondenti è avvenuta con criteri molto similiper tutte le facoltà (ad eccezione di Psicologia, che haindicato unicamente la divisione tra licei istituti tecnicie istituti magistrali, e di Scienze M.F.N. che ha accorpa-to l’istituto magistrale e eventuali licei diversi dallo scien-tifico nella voce residuale “altre scuole” 9 - le corrispon-denti caselle vuote in Tabella 3.3 indicano che gli even-tuali valori sono accorpati alla voce residuale).Mentre i licei si confermano le scuole di più forte vo-cazione universitaria, risalta la provenienza fortemen-te settoriale per Agraria (dagli istituti tecnici di uguale
indirizzo) e, seppure in minore misura, di Scienze del-la Formazione. Tra le due tipologie di studi liceali sievidenzia la prevalente destinazione umanistica dei clas-sici (Giurisprudenza e Lettere e Filosofia), mentre in-teressante è anche l’antitesi tra le destinazioni preva-lenti dei diplomati presso gli istituti tecnici tra ScienzeM.F.N. e Scienze Politiche con percentuali complessi-ve molto simili (28,5% e 27,5% rispettivamente).
Voto di diploma di maturitàAnche in questo caso l’eterogeneità dei dati disponibi-li (anche per la recente revisione della scala di punteg-gio utilizzata) impedisce l’analisi.
Dimora abituale durante l’anno accademicoSi evidenziano la perdita di attrazione rispetto alla Lom-bardia della Facoltà di Psicologia dopo la creazione dellafacoltà equivalente a Milano, e la nettamente maggiorediversificazione di provenienza degli studenti di Agra-ria, per cui l’ambito strettamente cittadino ha un’im-portanza inferiore al 30%. Il dato risulta ancor più si-gnificativo considerando che si tratta non di sempliciiscritti (che potrebbero recarsi a Torino saltuariamen-te) ma di effettivi frequentanti. Inoltre alcuni D.U. diAgraria rilevano la provenienza non dalla sola Torinoma dalle aree urbane delle tre città principali (Torino,Asti e Cuneo), in contrasto con la provenienza dal terri-torio delle tre province esclusi i capoluoghi; ciò sminu-isce ulteriormente il valore 28,7%, che in parte si rife-risce non alla sola Torino ma anche a Asti e a Cuneo.Meno marcata è tale tendenza per l’altra facoltà consi-derata per cui l’attività professionale dovrebbe essere
8Il dato riguarda in realtà solo gli iscritti al primo anno del c.d.l. e deld.u. in Informatica.
9Inoltre i dati riguardanti il c.d.l. in Biologia, dove il dato si limitava alladicotomia licei - altre scuole, hanno dovuto essere parzialmente stimati.Per assegnare un valore distinto per ciascun liceo è stata calcolata laquota media allocata ai diversi licei rispetto alla loro totalità per tutti glialtri c.d.l. disponibili a Scienze M.F.N., in base alla quale è stato suddi-viso il totale licei di Biologia. Ad esempio al liceo classico gli altri c.d.l.assegnano circa l’11% dei rispondenti provenienti da licei; il valore %(rispetto a tutti i rispondenti) stimato per Biologia è allora l’11% del76,9% rilevato per tutti i licei , cioè l’8,1%. Criterio analogo viene uti-lizzato per le quote riguardanti le altre scuole.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200072
più diffusa sul territorio, cioè Veterinaria. La città diTorino resta infatti importante, e si evidenzia la provin-cia del capoluogo a discapito del resto del Piemonte.
Situazione lavorativaÈ stata mantenuta la più diffusa classificazione in quat-tro modalità di risposta; per alcune facoltà sono stateaccorpate due delle quattro modalità in modo da avvi-cinarsi quanto possibile al significato delle tre risposteoriginariamente proposte.Va ricordato che, trattandosi di dati riguardanti studentifrequentanti, le differenze tra le facoltà sono attenuatedall’esclusione degli studenti che si recano in universitàsolo per sostenere gli esami, maggiormente presenti inalcune facoltà rispetto ad altre. Ne sono riprova le quo-te ovunque basse di lavoratori a tempo pieno, con l’ec-cezione di Scienze Politiche (11,1%) dove la forte pre-senza di iscritti con regolare attività di lavoro è storica-mente nota, seguita da Scienze della Formazione (7,6%).All’opposto estremo, gli studenti che si dedicano esclu-sivamente agli studi sono una minoranza ad Agraria,dove quasi il 60% dei frequentanti svolge attività sal-tuarie o part-time, probabilmente legate all’agricoltura,data anche la già notata provenienza dal territorio ester-no alle aree urbane di molti studenti. Anche presso la facoltà di Psicologia è notevole la quo-ta di frequentanti impegnati in altre attività; conside-rando sia il lavoro a tempo pieno che part-time essa sicolloca sullo stesso piano di Scienze Politiche (il dato
Tabella 3.4 – Dimora abituale durante l’anno accademico
Area di dimora Psicologia Scienze Formazione Veterinaria Giurisprudenza Agraria
Torino 51,3 48,3 45,4 50,0 28,7Resto della Prov. di Torino 29,0 34,7 46,1 39,0 37,4Resto del Piemonte 16,4 15,0 7,7 10,0 24,4Altre regioni 3,2 2,0 0,9 1,0 9,6
Tabella 3.5 – Situazione lavorativa
Situazione lavorativa Giurispru- Scienze Psicologia Scienze della Agraria Lettere Scienzedenza Politiche Formazione M.F.N.
Non lavora 61,6 50,3 45,9 41,2 35,9 57,7 70,1Lavora saltuariamente 25,3 29,9 33,3 40,7 44,7 32,7 23,9Lavora part-time 10,1 8,7 10,5 13,8 7,6Lavora a tempo pieno 3,0 11,1 20,8 7,6 5,6 2,0 6,1
per i soli lavoratori a tempo pieno non è disponibile).La motivazione è forse da ricercarsi nella presenza dimolti studenti impegnati in attività di assistenza socia-le e volontariato per i quali la Laurea in Psicologia co-stituisce un importante strumento di miglioramento econsolidamento professionale.
Anno di iscrizioneLa variabile anno di iscrizione può fornire interessantiindicazioni per comprendere quanto varino le sceltesulla frequenza con il passare degli anni di carriera ac-cademica (tenendo conto naturalmente che il numerodi iscritti via via diminuisce per gli abbandoni). Dato iltrattamento diverso che viene attribuito alla condizio-ne di fuori corso nei questionari non si può che rilevar-ne la forte presenza nelle facoltà umanistiche (nell’or-dine a Giurisprudenza, Scienze Politiche e Lettere eFilosofia), presso cui tale dato viene sempre rilevato.In quasi tutte le facoltà si evidenzia una maggiore pre-senza di studenti frequentanti del primo anno rispettoai successivi, e in generale un decremento delle pre-senze di studenti iscritti agli anni via via successivi. Atale tendenza generale fanno eccezione Giurispruden-za, dove l’incidenza dei quattro anni è molto simile,probabilmente per il maggiore interesse alla frequen-za che presentano i corsi specialistici finali rispetto aicorsi istituzionali di diritto del primo anno, e gli ultimidue anni di Psicologia, dove l’introduzione del nume-ro programmato ha limitato rispetto al passato il nu-mero di studenti immatricolatisi negli ultimi 2-3 anni.
Tabella 3.6 – Anno di iscrizione
Anno di Giurispru- Lettere Scienze Scienze Scienze Veterinaria Psicologiaiscrizione denza M.F.N. Politiche Formazione
1 23,2 37,1 40,3 32,85 33,6 31,22 17,2 20,6 23,9 21,17 30,7 96,95 14,93 20,2 17,1 13,7 17,25 19,5 12,74 17,2 17,6 16,3 14,34 11,2 21,45 5,8 19,7
f.c. 22,2 7,6 14,4 5,0 3,05
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 73
Regolarità di frequenzaÈ questo il primo esempio di carattere ove il confron-to è reso difficile dalla eterogeneità delle risposte chiu-se proposte nei questionari. Il numero delle modalitàpuò essere 3, 4, 5 o 10; in alcuni casi si fa esplicitoriferimento ad una percentuale rispetto alla totalità delcorso, mentre in altri le modalità sono puramente ver-bali e lasciate all’interpretazione del rispondente. L’uni-ficazione delle risposte è attuata facendo riferimentoal numero minimo di risposte originarie (3), con le classipercentuali “0-50%”, “50-75%” e “75-100%”; alcuniaggiustamenti di approssimazione si sono comunqueresi necessari 10.Nella tabella che segue le facoltà sono in ordine decre-scente di regolarità di frequenza; si nota come le trefacoltà più classicamente umanistiche di Scienze Poli-tiche, Giurisprudenza e Lettere abbiano registrato lapiù elevata “fedeltà” dei frequentanti, mentre all’op-posto estremo si trovano facoltà di ambito scientificocome Agraria e Scienze M.F.N. (ma solo per il c.d.l. inBiologia), dove una consistente minoranza (circa il10%) segue meno della metà delle lezioni. Tale risulta-to va probabilmente motivato considerando che men-tre presso le facoltà scientifiche la frequenza è spessodi fatto obbligatoria, presso quelle umanistiche citateper molti corsi i frequentanti sono una minoranza ri-spetto agli studenti che sosterranno l’esame. In questeultime quindi chi frequenta compie in genere una sceltaesplicita basata sull’interesse per la disciplina o sui si-gnificativi vantaggi che la frequenza garantisce in ter-mini di preparazione all’esame; presso le facoltà scien-tifiche, invece, le lezioni vengono frequentate ancheda studenti che, se fossero iscritti a facoltà umanisti-che, non frequenterebbero del tutto e quindi non par-teciperebbero all’indagine. In sostanza l’apparentemen-
te strano dato scaturisce dalla natura diversa che assu-me la frequenza presso le facoltà dove essa è nei fattiquasi obbligatoria per poter sostenere l’esame, e quin-di coinvolge tutti gli studenti, rispetto alle facoltà dovela frequenza identifica in un certo senso un’“élite” chevive l’università in modo particolarmente attento epartecipato.
3.3 La valutazione delle strutture e dell’organizzazioneSono qui riunite le variabili che identificano le condi-zioni strutturali e organizzative in cui l’attività didatti-ca si svolge, che di solito costituiscono uno stato difatto su cui il singolo docente non ha modo di incide-re. Tutte le facoltà dedicano un certo spazio a questetematiche, in genere in maggior misura presso le facol-tà scientifiche dove la didattica è maggiormente vinco-lata da fattori che esulano dalla semplice eloquenza deldocente.Le domande formulate sono in generale piuttosto si-mili, anche se non presenti in tutti i questionari. Letematiche principali riguardano le aule di lezione, gliorari di lezione, i laboratori e le altre attrezzature di-sponibili per la didattica. In alcuni casi l’argomentoviene approfondito più in dettaglio: a Psicologia vienerichiesto di valutare l’aula separatamente per l’affolla-mento, la visibilità e l’acustica, e di valutare l’orarioseparatamente per segnalare eventuali casi di sovrap-posizione e rispetto al coordinamento generale degliorari; a Lettere e Filosofia viene chiesto di valutareanche le biblioteche e gli spazi disponibili per i perio-di di intervallo tra le lezioni presso la sede dell’attivitàdidattica11.Nella Tabella 3.8 sulla disponibilità dei dati di con-fronto i tre aspetti della valutazione dell’aula a Psico-logia vengono mediati e accorpati.A fronte di una sostanziale omogeneità nella tipologiadi domande, si evidenzia nuovamente la forte eteroge-neità delle possibili risposte incontrata per la Regolari-tà di frequenza. Il loro numero può essere due (sempli-10In particolare, nel caso di Lettere e Filosofia le classi “71-90%” e “91-
100%” sono state considerate approssimativamente equivalenti alla clas-se “75-100%”; nel caso di Scienze della Formazione la valutazione èespressa in decimi senza alcun riferimento a una percentuale di lezioniseguite - i valori sono stati arbitrariamente attribuiti alle tre classi unifi-cate come segue: 10, 9, 8 >”75-100%”, 7, 6, 5 >”50-75%” e 4, 3, 2, 1>”0-50%”.
11Presso tale facoltà riguardo all’orario il questionario prevede solo laverifica di eventuali sovrapposizioni con altri corsi.
Tabella 3.7 – Regolarità di frequenza
Regolarità di frequenza fino a 50% da 50% a 75% oltre 75%
Scienze Politiche 1,9 3,9 94,2Lettere 1,9 5,5 92,6Giurisprudenza 2,0 9,1 88,9Sc. Formazione 3,1 18,6 78,3Veterinaria 5,7 19,1 75,2Psicologia 4,8 22,5 72,7Agraria 11,3 10,6 77,0Scienze M.F.N. (solo Biologia) 8,7 31,9 59,4
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200074
ce dicotomia tra giudizio positivo e negativo o presen-za/assenza di difficoltà al riguardo), tre, cinque oppu-re dieci (in base alla assegnazione di un voto in deci-mi). Generalmente in questa sede si è impiegata unaterna di risposte, indicando frequenza nulla alla mo-dalità intermedia quando il dato è organizzato su duesole risposte possibili12 e accorpando i voti in decimicome indicato in precedenza nella nota 7 13.
Adeguatezza dell’aula di lezioneI dati presentati nella Tabella 3.9 costituiscono una rie-laborazione di quelli originari che, pur nell’intento diintrodurre la minima distorsione, non garantisce l’as-soluta attendibilità dei confronti. Tenendo costante-mente presente tale considerazione, si evidenzia tutta-via la situazione fortemente critica di Farmacia, unicafacoltà dove solo una minoranza dei frequentanti con-
siderano adeguate le aule di lezione. Inoltre, al datopiù basso per tale risposta (41%) si affianca la percen-tuale più alta di studenti che ritengono categoricamenteinadeguata la dotazione di aule di lezione (20,4%).All’estremo opposto si trovano le facoltà di Lettere ePsicologia con percentuali molto elevate (intorno all’85-90%) di soddisfatti e molto basse di insoddisfatti (in-torno al 5%). La distinzione tra facoltà scientifiche eumanistiche non sembra tuttavia rappresentare unachiave di lettura soddisfacente, dato che nell’ordine ledue tipologie di facoltà si trovano sostanzialmente ac-cavallate in modo casuale.
Adeguatezza orario di lezioneLa valutazione dell’orario di lezione viene di solito sol-lecitata senza indicare precisi criteri in base ai qualieffettuarla; può quindi essere presente una più accen-tuata componente di soggettività nelle risposte. In li-nea generale gli orari di lezione sembrano non soddi-sfare le esigenze degli studenti in molti casi, con per-centuali di piena soddisfazione sensibilmente inferioriai valori corrispondenti per le aule di lezione. Psicolo-gia, ad esempio, che otteneva positive valutazioni perla dotazione di aule, riesce a soddisfare pienamente soloil 32% dei frequentanti per quanto riguarda gli orari.Ancora minore la quota di pienamente soddisfatti aVeterinaria, che presenta tuttavia una percentualemolto più bassa di fortemente insoddisfatti (6,3% con-tro il 12,8% di Psicologia).In ogni caso nessuna facoltà tra quelle per cui il dato èdisponibile riesce ad andare oltre l’80% di soddisfatti
Tabella 3.8 – Disponibilità dei dati riguardanti le strutture e l’organizzazione per facoltà
Agraria Econo- Giurispru- Lettere Scienze Sc. Veteri- Psico- Sc. Farma-mia denza *** M.F.N* Politiche naria logia Forma- cia
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Adeguatezza X X X X X X X X X Xaula di lezioneValutazione X X X** X X X X Xorario(disposizionenell’arcodella giornata)Adeguatezza X X X Xauleesercitazionio laboratoriAdeguatezza X X X X X Xattrezzaturese previste
* La disponibilità è limitata al c.d.l. in Biologia. Per gli altri corsi della facoltà i dati non sono disponibili o sono stati forniti in una forma nonutilizzabile (ad esempio in “giudizi globali” che sintetizzano le opinioni fornite dai rispondenti su diversi aspetti).
** Viene richiesto unicamente se sussistono sovrapposizioni di orario con altri corsi che lo studente può/deve frequentare nello stesso periodo.*** A Lettere vengono richieste informazioni aggiuntive anche riguardo all’”Adeguatezza delle biblioteche” e all’”Adeguatezza dei luoghi di
intervallo”, non riportate nella tabella comparativa.
12 Nel caso in cui la domanda richieda di indicare la presenza o assenzadi difficoltà riguardo all’orario, non sarebbe coerente assegnare tutte lerisposte alla terza modalità “buono” quando la seconda modalità è “noncrea inconvenienti importanti”, dato che molti studenti trovandosi inquest’ultima situazione avrebbero indicato assenza di difficoltà. In man-canza di ulteriori indicazioni la frequenza della risposta “assenza di dif-ficoltà” è stata suddivisa in due parti uguali tra le modalità “non creainconvenienti importanti” e “buono” della terna.
13 Vengono inoltre ignorate le lievi differenze esistenti sul significatodella modalità intermedia nella scala a tre risposte, che non risulta maineutra, ma può esserne più o meno lontana (valutazione “sufficiente” o“appena sufficiente”). Nel caso di cinque risposte la trasformazione interna avviene formando la prima modalità della terna accorpando leprime due, identificando il secondo elemento della terna con il secondoelemento originario e accorpando gli ultimi due elementi originari performare l’ultima modalità della terna.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 75
Tabella 3.9 – Adeguatezza dell’aula di lezione
Facoltà Inadeguata Sufficiente o appena sufficiente Adeguata
Lettere 6,5 0,0 93,6Psicologia 3,5 12,7 83,8Agraria 3,6 14,5 81,9Veterinaria 7,6 18,4 74,1Economia 18,2 0,0 81,8Scienze Politiche 19,3 0,0 80,7Scienze della Formazione 9,4 31,1 59,5Giurisprudenza 13,1 24,2 62,6Scienze M.F.N. 11,9 26,8 61,3Farmacia 20,4 38,6 41,0
Tabella 3.10 – Adeguatezza orario di lezione
Facoltà Pessimo Non crea inconvenienti importanti Buono
Agraria 10,4 11,3 78,3Lettere 17,0 6,2 76,8Scienze Politiche 13,2 43,4 43,4Giurisprudenza 11,1 50,5 38,4Veterinaria 6,3 67,0 26,7Psicologia 12,8 55,3 31,9Scienze Formazione 20,4 41,6 37,9Scienze MFN 15,1 54,4 30,5
(erano 5 su 10 nella valutazione delle aule), e per Scien-ze della Formazione le valutazioni negative sono piùdi un quinto del totale. Va ancora osservato che in molticasi l’orario inadeguato costituisce una barriera o co-munque un forte disincentivo alla frequenza; ne deri-va la tendenziale sovrastima della valutazione dell’ora-rio, che non tiene conto di chi non frequenta per moti-vi di orario e darebbe quindi una valutazione negativasu tale aspetto se interpellato14.
Adeguatezza aule esercitazioni o laboratoriSi tratta di un dato disponibile solo per poche facoltà;le valutazioni piuttosto negative si registrano sia inambito umanistico (a Lettere, dove un cospicuo 44%ritiene inadeguate le strutture di esercitazione e labo-
Tabella 3.11 – Adeguatezza aule esercitazioni o laboratori
Inadeguate Sufficienti o appena sufficienti Adeguate
Economia 22,7 0,0 77,3Veterinaria 8,0 33,2 58,7Scienze M.F.N. 11,6 29,6 58,8Lettere 44,4 0,0 55,6
14Tale osservazione vale in realtà per tutti le domande legate a fattoriche costituiscono disincentivi alla frequenza, come l’aula troppo affol-lata o con altri problemi di acustica e visibilità, o la scarsa chiarezzaespositiva del docente, ecc. Tra queste comunque l’orario rappresentaspesso un fattore per cui lo studente non sceglie, ma è costretto a nonfrequentare, incidendo quindi probabilmente in modo potenzialmentepiù significativo sulla frequenza.
ratorio) che scientifico (con una percentuale di piena-mente soddisfatti che non riesce ad arrivare al 60%, econ più di un decimo dei rispondenti decisamente in-soddisfatti). Le valutazioni sono nettamente inferiori aquelle per le aule di lezione nel caso di Lettere, sostan-zialmente simili invece negli altri casi.
Adeguatezza attrezzature se previsteNella Tabella 3.12 si evidenziano due casi estremiimportanti anche perché riferiti a facoltà dove le at-trezzature di supporto all’attività didattica sono dirilevante importanza. Si tratta di Agraria con oltretre quarti degli studenti rispondenti pienamente sod-disfatti delle attrezzature disponibili, e all’oppostodi Veterinaria dove la corrispondente quota è inve-ce inferiore alla metà. Elevato anche il valore negati-vo per Lettere, per cui tuttavia le risposte dicotomi-che assegnate agli estremi della scala ternaria porta-no inevitabilmente ad una certa distorsione in ecces-so su questi ultimi.A conclusione del paragrafo si può osservare che ri-spetto ai dettagli aggiuntivi richiesti presso la facoltà
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200076
Tabella 3.12 – Adeguatezza attrezzature se previste
Inadeguate Appena sufficienti Adeguate
Agraria 6,2 16,4 77,4Psicologia 9,4 31,8 58,8Scienze M.F.N. 13,7 24,5 61,8Scienze della formazione 10,9 33,8 55,3Lettere 27,0 0,0 73,0Veterinaria 13,9 37,1 49,0
di Lettere si evidenzia una positiva valutazione dellasituazione delle biblioteche (adeguate per l’84% deirispondenti) assieme ad una meno convinta approva-zione dell’adeguatezza degli spazi di disimpegno e in-tervallo (adeguati per il 59% dei rispondenti).
3.4 Aspetti generali del corsoRientrano in questo ambito tutte le tematiche che purriguardando la valutazione del corso in esame, non ri-sultano direttamente concernenti l’attività didattica deldocente, la cui trattazione è rinviata al successivo pa-ragrafo. Tra i più diffusi esempi si possono ricordarel’interesse per la disciplina, la sua variazione a frontedell’effettiva frequenza delle lezioni, la percezione daun lato della difficoltà del corso e dall’altro della suautilità in termini culturali, professionali e di migliora-mento delle prospettive di superamento dell’esame, lavalutazione del carico di lavoro implicato dal corso inassoluto e in relazione agli impegni complessivi di stu-dio, l’adeguatezza dei testi consigliati come supportoper la frequenza e poi la preparazione all’esame.La Tabella 3.13 evidenzia, come in precedenza, i datidisponibili su tali tematiche per ciascuna facoltà, ri-portando tutte le domande che vengono formulatepresso almeno due di esse. In calce alla tabella sonoinvece annotate le domande presenti in un solo que-stionario di facoltà o C.D.L.Dal primo sguardo alla Tabella 3.13 si evince come nonvi sia nessuna domanda che è presente nelle indaginidi tutte le facoltà. Le tematiche più diffuse (su otto
15Ad esempio, ad Economia sono previste la valutazione della chiarezzadei testi e della loro corrispondenza ai contenuti presentati a lezione; es-sendo entrambe caratteristiche positive misurate sulla stessa scala a quat-tro risposte, viene calcolata la media delle percentuali per ciascuna rispo-sta. La distribuzione così ottenuta viene considerata come un indice com-plessivo di validità dei libri di testo. Il metodo viene esteso alle altre fa-coltà considerando di volta in volta le domande sul tema ivi presenti.
facoltà ciascuno) sono “Utilità della frequenza”, “Dif-ficoltà della materia” e “Variazione interesse”. Nel se-guito vengono considerate in dettaglio le domandepresenti in almeno quattro diverse indagini. Per quan-to riguarda la “Valutazione complessiva dei libri di te-sto”, dato che alcune facoltà propongono una diversi-ficata batteria di domande sul tema, si è calcolato unindice complessivo mediando con pesi uniformi le ri-sposte ottenute sui vari aspetti15.
Interesse all’inizio del corsoL’analisi dell’interesse per la disciplina in sé vede lafacoltà di Scienze M.F.N significativamente avvan-taggiata16, probabilmente in relazione alla specificitàdei corsi che attira prevalentemente studenti forte-mente interessati alle tematiche coinvolte. Sorpren-dente risulta invece il dato di Psicologia, facoltà lacui scelta è in genere sorretta da forte motivazione,dove quasi il 20% degli rispondenti dichiara un in-teresse nullo per gli argomenti su cui vertono i corsi.Si osservi tuttavia che, date le modalità di raccolta eaggregazione dei dati, non è possibile valutare quan-to tale quota si concentri su specifici corsi (che risul-terebbero quindi visti come “corpi estranei” rispet-to alle tematiche su cui si è orientata la scelta dellafacoltà), piuttosto che su una ristretta coorte di stu-denti (che rispondono negativamente per tutti i cor-si frequentati in quanto consapevoli di avere sceltoun indirizzo di studi in realtà non coincidente con leproprie inclinazioni).
16Occorre di nuovo tenere presente che il dato presentato si riferisce inrealtà al solo corso di laurea in Biologia, per l’indisponibilità o la nonconfrontabilità dei dati per gli altri corsi di studio.
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Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 79
Variazione interessePiù diffusa – forse giustamente, data la maggiore con-nessione con la qualità della didattica – è la domandasulla eventuale variazione nel livello di interesse indot-ta dalla partecipazione alle lezioni. Interessante è no-tare il capovolgimento della situazione per Psicologia,dove a fronte di uno scarso interesse iniziale le lezionigarantiscono stimoli aggiuntivi nella grande maggio-ranza dei casi. Anche il dato di Giurisprudenza, facol-tà dove la frequenza è storicamente un fatto minorita-rio, è positivo, anche se proprio per quanto detto rife-rito a una “élite” di studenti probabilmente fortemen-te motivati. L’altro risultato migliore (Agraria) va valu-tato con maggiore cautela data la presenza di una scaladi risposte diversa da quella riportata in Tabella 3.15 efortemente asimmetrica a favore dell’incremento diinteresse 17, che potrebbe inficiare la comparabilità deidati con le altre facoltà per le maggiori possibilità difornire risposte positive da parte dello studente.Per ultimo emerge di nuovo un contrasto con la prece-dente domanda nel caso di Economia, ma in sensoopposto a Psicologia: qui l’interesse iniziale piuttostoelevato si scontra con una rilevante quota di delusi (piùdel 16%) che all’atto pratico non ricevono stimoli ade-guati dalla frequenza ai corsi. Anche in questo caso i
Tabella 3.14 – Interesse all’inizio del corso
Facoltà Nullo Moderato Grande interesse
Scienze 1,6 43,2 55,2M.F.N.Economia 5,4 49,8 44,8Lettere 12,4 38,6 49,0Scienze 16,4 42,8 40,8PolitichePsicologia 19,1 50,2 30,7
Tabella 3.15 – Variazione interesse
Facoltà Diminuito Invariato Cresciuto
Psicologia 5,2 23,4 71,4Agraria 13,9 24,1 62,0Giurisprudenza 9,0 34,0 57,0Lettere 9,7 45,1 45,2Farmacia 11,0 46,4 42,6Scienze Politiche 14,9 47,6 37,5Veterinaria 15,6 48,2 36,3Economia 16,2 49,3 34,5
17Le modalità di risposta possibili ad Agraria sono “diminuito”, “rima-sto costante”, “leggermente aumentato”, “aumentato”, “molto aumen-tato”. In tal caso l’accorpamento delle modalità su una scala ternarianon può che attuarsi equiparando le ultime tre modalità insieme allaterza risposta “aumentato” della scala meno fine.
dati disponibili non permettono tuttavia di individua-re se i corsi per cui l’interesse è via via diminuito eranocaratterizzati da interesse iniziale già scarso o se invecesi trattasse di corsi che non hanno “retto” alle troppoelevate aspettative iniziali 18.
Difficoltà della materiaSebbene la difficoltà della disciplina sia un aspetto inastratto indipendente dalla qualità della didattica, nerisulta inevitabilmente influenzata all’atto pratico, spe-cie nel caso in cui lo studente la affronti per la primavolta durante il corso in esame nel questionario. In talcaso infatti la valutazione è basata in larga parte sullapercezione che il docente ha offerto della disciplinainsegnata. Quando invece l’ambito disciplinare è giànoto, studi condotti per alcune facoltà mostrano unasignificativa discordanza tra interesse e valutazionedella difficoltà: quando l’interesse dello studente è ele-vato la disciplina viene vista come non terribilmentedifficile (è cioè più facile studiare ciò che si apprezza).Ciò posto i dati disponibili vedono tra le facoltà dovepiù difficili sono le materie impartite Economia (uneccezionale 31% di casi molto difficili), seguita (macon forte distacco) da Farmacia, dove si nota piutto-sto l’assenza di discipline “molto facili” e la presenza
Tabella 3.16 – Difficoltà della materia
Facoltà Molto facile Facile Impegnativa Difficile Molto difficile
Economia 1,8 3,6 19,6 43,8 31,2Farmacia 0,4 5,9 43,6 35,3 14,8Giurisprudenza 1,0 7,0 49,0 33,0 10,0Psicologia 2,6 2,6 52,1 34,8 7,9Agraria 9,6 19,2 27,6 20,8 22,8Veterinaria 3,7 17,8 41,5 27,3 9,6Scienze Politiche 0,5 9,2 66,7 16,1 7,5Lettere 2,4 13,0 68,0 9,2 7,4
18A tale fine sarebbe necessario disporre della distribuzione congiuntadei due caratteri descriventi l’interesse iniziale e la variazione di interesse.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200080
19Come in altri casi la scala di risposta ad Agraria si differenzia per unaesplicita asimmetria, usando la modalità “media” come secondo gradi-no (invece che come terzo) di una scala a cinque risposte.
comunque del 50% di materie perlomeno “difficili”.Agraria si evidenzia invece per la forte eterogeneità,con discipline a tutti i livelli di difficoltà con un pesodi almeno il 10%. Infine emerge la forte concentra-zione dei giudizi a Scienze Politiche e Lettere sullamodalità “impegnativa” (circa i 2/3 del totale), che puòtuttavia essere motivata anche dalla specifica termino-logia impiegata: una disciplina impegnativa è infattipercepita come più vicina ad essere “difficile” rispet-to alla modalità intermedia adottata da altre facoltà,come “difficoltà media” o una semplice indicazionequantitativa (ad esempio “dal 40 al 60 % della diffi-coltà massima”) 19.
Utilità della frequenzaLa valutazione dell’utilità della frequenza è anch’essainfluenzata da diversi fattori, e in primo luogo se nepotrebbe sospettare la prevalenza nelle facoltà ove icorsi forniscono competenze maggiormente “operati-ve”. Il quadro che emerge non segue tuttavia in modouniforme tali linee; si notano in particolare valori sor-prendentemente bassi per Veterinaria (contesto in cuigli aspetti operativi dell’attività didattica e poi profes-sionale sono evidenti) e anche per Farmacia (ma inmisura minore). Un ruolo gioca anche l’obbligatorietàdella frequenza (come proprio a Veterinaria e Farma-cia), che coinvolge nell’indagine anche studenti conmotivazioni spesso non legate a vocazione personalema a progetti di proseguimento di attività familiari esimili. Resta il fatto che nel caso peggiore meno dellametà dei rispondenti ritiene che la frequenza sia chia-ramente utile.Ancora una volta ad Agraria viene utilizzata una scaladi risposte fortemente asimmetrica, in cui la modali-tà inferiore “costringe” lo studente ad assegnare al-meno “un poco” di utilità alla frequenza (non sonopreviste risposte che le neghino ogni utilità). Le ri-sposte dalla seconda alla quinta corrispondono tuttea valutazioni almeno sufficienti. È inevitabile sospet-tare che una tale scala incentivi l’assegnazione di giu-dizi positivi rispetto alla semplice terna “no”, “par-zialmente”, “sì” della maggior parte delle altre fa-coltà.Tra i risultati maggiormente positivi, infine, se il datoper Scienze M.F.N. appare prevedibile, più interessanteappare il primato di Psicologia, dove tuttavia la scaladi risposte binaria (senza possibilità di attribuire unaparziale utilità alla frequenza) accresce artificialmentela preminenza delle risposte positive.
Motivazioni della frequenzaSi tratta in questo caso in realtà di una serie di doman-de separate a risposta dicotomica (no/sì) di cui si man-tiene la comunanza perché in tal modo vengono pre-sentate in tutte le facoltà. L’ordine con cui vengonoriportate in tabella è quindi del tutto casuale. Le moti-vazioni proposte sono tuttavia in parte diverse da fa-coltà a facoltà; nella Tabella 3.18 le caselle vuote indi-cano che la motivazione suggerita sulla riga di appar-tenenza non viene proposta presso la facoltà indivi-duata dalla colonna (ad esempio la frequenza legataalla preparazione della tesi in quella disciplina vieneproposta solo a Lettere e Scienze Politiche). I dati ri-portati indicano invece la percentuale sul totale dei ri-spondenti che ha indicato come rilevante la motiva-zione associata.Emerge innanzitutto una certa sovrapposizione del-le indicazioni ottenibili con altre domande: ad esem-pio la motivazione “per interesse” è connessa alla do-manda sull’interesse per la disciplina, così come “ora-rio comodo” presenta ovvi punti di contatto con ladomanda che chiede di valutare l’orario stesso. Ri-guardo all’incentivo alla frequenza dovuto ad inte-resse per le lezioni si contrastano valori piuttosto bassia Lettere, Scienze Politiche e anche Economia (in tuttii casi meno del 30% dei frequentanti si trova a lezio-ne perché attirato dalla partecipazione all’attività di-dattica in sé) con dati più soddisfacenti (ma che co-munque superano a fatica il 50%) a Veterinaria eGiurisprudenza. È evidente poi l’inversa correlazio-ne con la percezione delle lezioni come necessarieper una buona preparazione dell’esame, fortissimaproprio nelle facoltà dove l’interesse era meno rile-vante, arrivando addirittura all’unanimità di Lettere.Inferiore agli altri invece risulta il dato di Veterina-ria, in linea con la scarsa “utilità della frequenza” ri-levata per tale facoltà.Tra le altre indicazioni - meno significative - si puòancora citare una certa percezione (comunque mino-ritaria) del frequentante come “facilitato” all’esame aEconomia e Giurisprudenza.
Tabella 3.17 – Utilità della frequenza
No Parziale Sì
Psicologia 5,4 0,0 94,6Scienze M.F.N. 2,4 13,9 83,8Agraria 8,7 16,5 74,8Scienze Formazione 3,3 29,3 67,5Economia 5,1 27,5 67,4Giurisprudenza 5,1 28,3 66,7Farmacia 5,1 34,7 60,2Veterinaria 16,2 39,1 44,7
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 81
Tabella 3.18 – Motivazioni della frequenza
Motivazioni Economia Farmacia Giurisprudenza Lettere Sc. Politiche Veterinaria
Per interesse 27,2 39,0 48,0 20,8 24,1 54,9Ritenute necessarie 65,9 65,5 58,0 100,0 80,1 52,5per una buona preparazioneCi sono facilitazioni 20,5 6,1 22,0 7,9per frequentantiUtilità appunti 47,7 37,0 44,2Frequenza di fatto obbligatoria 7,8 17,5Orario comodo 2,3 4,9Tesi docente 5,7 2,8
Adeguatezza numero di ore di lezioneTra le poche facoltà che richiedono tale informazione sievidenzia ancora una volta Veterinaria, caratterizzatadalla più elevata quota di studenti che ritengono addi-rittura eccessive le ore di lezione svolte (opinione assen-te nelle facoltà umanistiche di Economia e Giurispru-denza), ma anche da una forte quota che all’opposto ri-chiede invece un incremento nella durata dei corsi. Suquest’ultimo aspetto è comunque Giurisprudenza ademergere con la metà dei rispondenti a cui non bastanole lezioni attualmente svolte. In tal caso è probabile chela natura disciplinare di molti corsi renda impossibileuna copertura effettivamente esaustiva della normativaesistente; va ricordato comunque che si tratta della metàdi una minoranza degli iscritti a Giurisprudenza, dove lafrequenza è un fenomeno strettamente minoritario.
Tabella 3.19 – Adeguatezza numero di ore di lezione
Facoltà occorrerebbero sono sonopiù ore adeguate eccessive
Farmacia 19,7 77,1 3,2Veterinaria 24,0 69,4 6,6Economia 28,9 71,1 0,0Giurisprudenza 48,5 50,5 1,0
più problematico che in altri casi per l’estrema etero-geneità delle scale di risposta, che in alcuni casi haportato ad omettere alcune modalità e in altri ad equi-parare modalità descritte verbalmente in modo diver-so. È inoltre doveroso sottolineare che la risposta a taledomanda è legata a fattori esterni al corso, in parteoggettivi (il carico di lavoro imposto dai corsi conco-mitanti) e in parte soggettivi (gli impegni e le attivitàdiverse dallo studio del rispondente, nonché la con-nessa velocità di svolgimento degli studi universitariche lo studente si è posta come obiettivo).È comunque sorprendente il primato di Scienze dellaFormazione, con oltre il 20% di risposte che indicanouna sostanziale impossibilità nel sostenere il ritmo dilavoro imposto. All’opposto si trova Veterinaria doveuna quota simile (15%) valuta come estremamente leg-gero il carico di lavoro (si noti anche il distacco dallealtre facoltà, dove tale valore non sale mai oltre il 3%).
Chiarezza delle modalità d’esameAnche in questo caso il numero ridotto di facoltà coin-volte e le differenze nelle scale di risposta rendono diffi-cile qualunque analisi comparativa. Alcune scale ternariesono “pessimiste” (presentano cioè due modalità di valu-tazione negativa e una sola di valutazione positiva), altresono al contrario “ottimiste” (una sola modalità di valu-tazione negativa e due di valutazione positiva). Altre infi-ne arrivano ad escludere in partenza che vi possa essereuna insufficiente informazione sulle modalità d’esame.
Tabella 3.20 – Carico di lavoro
Facoltà uno dei medio- medio pesante ma compatibile pesante e incompatibilepiù leggeri leggero con il lavoro complessivo con il lavoro complessivo
Scienze della Formazione 2,0 2,9 22,4 52,0 20,6Scienze M.F.N. 21,2 66,9 11,9Psicologia 21,9 70,9 7,2Farmacia 2,8 8,7 41,7 38,7 8,0Giurisprudenza 3,0 10,1 47,5 30,3 9,1Veterinaria 15,0 52,2 26,1 6,6
Carico di lavoroIl confronto tra le distribuzioni riguardanti il carico dilavoro a cui è sottoposto lo studente dal corso è reso
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200082
Tabella 3.21 – Chiarezza delle modalità d’esame
Facoltà no in modo in modo in modo totalmentesufficiente accettabile soddisfacente
Giurisprudenza 17,2 58,6 24,2Farmacia 16,6 60,9 22,5Scienze M.F.N. 22,2 27,8 49,9Psicologia 4,7 26,7 68,6
Tabella 3.22 – Sovrapposizione dei contenuti con altri corsi
per nulla un po’ sì
Psicologia 84,9 12,6 2,5Veterinaria 84,8 15,2Giurisprudenza 29,3 49,5 21,2Farmacia 22,4 52,2 25,3Economia 39,4 60,6
Sovrapposizione dei contenuti con altri corsiRisulta chiaro il contrasto tra Psicologia e Veterinariada un lato (con corsi fortemente differenziati e senza“zone grigie” di intersezione) e le tre facoltà rimanentidove la maggioranza ritiene presenti inutili sovrappo-sizioni20.
20Il dato di Economia, che a prima vista può apparire particolarmentesignificativo, è però legato alla scala dicotomica di risposta al posto diquella ternaria di Giurisprudenza e Farmacia. In presenza di una scalaternaria è ragionevole supporre che anche ad Economia la percentualedi “sì” sarebbe risultata inferiore.
21Contrariamente al caso precedente, la scala dicotomica di risposta nondovrebbe essere qui rilevante, data la “distanza” di significato esistentetra la risposta “sì” e la risposta intermedia “non molto” disponibile pressole altre facoltà.
Il corso si collega con altri insegnamentiIl livello di coordinamento tra i corsi è un fattore chepuò essere connesso all’impostazione più o meno mul-tidisciplinare del corso di studi.L’obiettivo di valutazione dell’esistenza di un efficacelavoro di organizzazione e coordinamento dell’attivitàdidattica complessiva ne risulta quindi in parte inficia-to. Forse in parte a ciò va ascritto il forte risultato diEconomia 21, facoltà sostanzialmente monodisciplina-re, e all’opposto quello di Psicologia, dove quasi la metàdei rispondenti vede i corsi come eventi sostanzialmen-te isolati e a sé stanti.
Tabella 3.23 – collegamento con altri insegnamenti
Facoltà no non molto sì
Economia 9,7 90,3Scienze M.F.N. 6,2 34,5 59,3Agraria 14,9 21,0 64,1Psicologia 10,9 37,1 51,9
Valutazione dell’utilità del corso per la propria for-mazione culturale e professionaleLe valutazioni riguardanti l’utilità generale del corsocome strumento di crescita culturale o di affinamentodelle competenze professionali vengono richieste solopresso alcune facoltà umanistiche. In tale contesto sipone in evidenza Scienze della Formazione, dove lepotenzialità offerte dai corsi in termini di affinamentoculturale sono sottolineate quasi unanimemente (oltrel’88% di valutazioni sopra la media), e anche quellelegate alla formazione della specifica professionalitàsono positivamente valutate (75% di giudizi analoghiai precedenti). Su quest’ultimo aspetto meno soddi-sfacenti risultano invece i giudizi a Scienze Politiche eLettere 22
Valutazione complessiva libri di testoCome accennato in precedenza, le distribuzioni ripor-tate in Tabella 3.25 sono il frutto di una sintesi dellerisposte riguardanti aspetti non sempre coincidenti trale diverse facoltà, accomunati dal riferimento ai libridi testo. In alcuni casi invece il giudizio richiesto è giàin origine una valutazione globale. Il confronto è resoproblematico inoltre dalle consuete differenze di scaledi risposta (la scala è dicotomica dove la casella cen-trale è vuota in tabella). Si evidenziano comunque inmodo significativo i casi estremi di eccellenza (Econo-mia) e criticità (Giurisprudenza). Nel primo gli stu-denti ritengono molto validi i testi loro propostinell’86% dei casi; nel secondo invece un terzo dei que-stionari li boccia in modo altrettanto netto. Va segna-lato che nei due casi in cui le risposte sono dicotomi-che (Lettere e Scienze Politiche) il livello di “bocciatu-ra” dei testi è equivalente a quello di Giurisprudenza,e l’assenza della modalità intermedia (che è asimmetri-ca e più vicina al giudizio positivo che a quello negati-
22Le valutazioni riportate devono essere lette tenendo conto delle dif-formità come di consueto presenti nelle scale di risposta: a 4 modalitàper Psicologia, a 5 per Scienze politiche e Lettere e a 10 per Scienzedella Formazione. L’unificazione sulla scala a 5 modalità viene ottenutaassociando i 10 valori numerici per quest’ultima facoltà a coppie conti-gue, mentre per Psicologia, dato che le quattro modalità di rispostapreviste coincidono con le prime quattro della scala a 5 adottata, lafrequenza per la quarta modalità è stata scorporata in due parti ugualisulla quarta e quinta modalità
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 83
Tabella 3.24 – Utilità culturale e professionale
Utilità culturale Molto poco Poco Abbastanza Molto Moltissimo
Sc. Formazione 1,1 1,4 9,3 36,5 51,7Psicologia 1,1 4,4 32,8 30,8 30,8Lettere 1,8 4,2 33,2 42,3 18,5Scienze Politiche 2,5 6,2 33,7 40,7 16,8
Utilità professionale Molto poco Poco Abbastanza Molto Moltissimo
Sc. Formazione 3,5 5,5 15,8 38,3 36,8Psicologia 1,0 7,6 32,1 29,6 29,6Scienze Politiche 5,0 16,3 37,0 29,7 12,1Lettere 7,3 17,3 38,7 26,5 10,1
vo) fa probabilmente convergere sulla risposta “buo-no” molti studenti che avrebbero invece scelto “ac-cettabile” se fosse stato possibile. Tuttavia, si noti chele tre facoltà citate sono anche quelle che richiedonoesplicitamente la valutazione di elementi, come il prezzoe la reperibilità, probabilmente non considerati daglistudenti a cui viene chiesto direttamente un giudizioglobale, che tende plausibilmente a concentrarsi sullafruibilità e utilità per l’apprendimento della materia.
Tabella 3.25 – Valutazione complessiva libri di testo
insufficiente accettabile buonoo ottimo
Economia 2,5 11,6 85,9Scienze della 4,8 26,1 69,1FormazionePsicologia 8,0 37,2 54,7Scienze Politiche 28,5 71,5Scienze M.F.N. 13,4 30,5 56,0Lettere 33,4 66,6Giurisprudenza 33,2 37,4 29,5
ressata per alleviare anche le criticità più evidenti, spe-cie nel caso di docenti di lungo corso; inevitabilmenteconnesse alle caratteristiche motivazionali prevalentinei singoli corsi di studio molte delle risposte. La cau-tela già necessaria nell’esaminare i risultati proposti neiprecedenti paragrafi deve quindi rafforzarsi sia per ilrispetto comunque dovuto al personale operante pres-so tutte le facoltà, sia perché il fatto che insegnare siaugualmente difficile in tutti i contesti disciplinari e or-ganizzativi non costituisce una certezza assoluta.A fronte dell’eterogeneità e del numero di domandeproposte su questi temi dai diversi questionari, unapossibilità era quella di costruire un indice sintetico diqualità didattica sintetizzando per ciascuna facoltà tuttele informazioni raccolte al riguardo. Anche in base alleprecedenti considerazioni tale opzione è stata tuttaviascartata, preferendo presentare un quadro forse piùframmentario ma maggiormente approfondito, mini-mizzando il rischio (pure inevitabilmente presente) ditrarre conclusioni arbitrarie su tematiche così delica-te. Si è adottata tale procedura invece per la valutazio-ne dei collaboratori/esercitatori, dove l’eterogeneitàdegli approcci presso le facoltà (molto maggiore cheper il trattamento del docente) non fa emergere nessu-na domanda come largamente diffusa e quindi utiliz-zabile per confrontare un numero significativo di strut-ture. In generale il trattamento degli esercitatori oscil-la tra l’equiparazione con il docente (come a Econo-mia, cfr. note della ), che porta a riproporre le doman-de su quest’ultimo anche per essi, e all’opposto unascelta di marginalità, che considera gli esercitatori solocome uno degli aspetti collaterali.
Chiarezza espositivaSe si dovessero identificare le tematiche centrali delleindagini in base alle domande più diffuse, la chiarezzaespositiva sarebbe destinata a rappresentarne il fulcro,essendo l’unica domanda presente in tutti i questiona-ri considerati (non solo rispetto alla valutazione diret-ta del docente, ma in assoluto). E il primato appare in
La valutazione diretta del docenteA conclusione dell’analisi svolta vengono presentati irisultati della valutazione della diretta attività del do-cente a lezione ed eventualmente durante gli orari diricevimento studenti. Ad essa in genere si affianca, macon livelli molto diversi di approfondimento, la valu-tazione degli eventuali collaboratori, esercitatori e as-sistenti di laboratorio.Le domande considerate costituiscono per certi aspet-ti la parte cruciale dell’indagine; è importante tuttaviaricordare che si tratta anche della parte più soggettivadell’indagine, dipendente dalla personalità individua-le sia del rispondente che del docente. Scarsi o inesi-stenti sono i termini di riferimento oggettivi, presentiinvece per la maggior parte delle altre tematiche di in-dagine; problematici se non del tutto inefficaci gli stru-menti a disposizione del governo della struttura inte-
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200084Ta
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Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 85
effetti ragionevole: scopo primario dei questionari èsostanzialmente verificare se la didattica in universitàè utile, e a tale fine la sua fruibilità è prerequisito indi-spensabile e intuitivo.La Tabella 3.27 riporta i risultati al riguardo e affiancaa quelle contenenti le percentuali di risposta per cia-scuna delle cinque modalità considerate una colonnacon dei valori medi, calcolati associando i primi 5 nu-meri interi alle modalità verbali di risposta. Tale elabo-razione aggiuntiva viene presentata per tutte le tabelleriguardanti domande sulle caratteristiche del docente,sia perché in molti casi le modalità di risposta richiestesono già in origine “voti”, sia perché si riscontra unasostanziale omogeneità nelle scale di risposta (quasisempre a cinque modalità) e un’assenza di scale ano-male o asimmetriche.L’esame della tabella corrispondente evidenzia risulta-ti sensibilmente positivi per Scienze della Formazione;tuttavia occorre tenere presente che in tale caso i datiriguardano solo il secondo semestre, la cui rappresen-tatività dell’intera attività didattica della facoltà nonrisulta verificabile23.
23Allo scopo di avviare un primo progetto pilota sperimentale il Nucleodi Valutazione della Didattica di tale facoltà ha organizzato nel primosemestre dell’a.a. 2000/2001 l’indagine sugli studenti solo presso i corsidi cui i membri del Nucleo stesso erano titolari. Successivamente il que-stionario è stato revisionato (aggiungendo alcune domande precedente-mente assenti, come quelle sull’utilità culturale e professionale del corsoe sull’adeguatezza dell’orario) e l’indagine è stata effettuata in modo esau-stivo per il secondo semestre 2000/2001. Mentre per i dati ricavati conl’indagine pilota l’alta levatura dei docenti (a cui la facoltà ha affidato ildelicato compito di valutazione della didattica) potrebbe riflettere an-che un livello qualitativo superiore a quello complessivo dell’intera of-ferta didattica di facoltà, tale distorsione appare meno probabile consi-derando il secondo semestre come “campione” dell’intero anno accade-mico. Tuttavia l’esperienza suggerisce che spesso gli studenti tendono aprogrammare l’attività di ciascun anno seguendo i corsi più impegnativiprevalentemente nel primo semestre; una (più modesta) distorsione “pereccesso” dei risultati ottenuti nel solo secondo semestre appare quindipossibile. Inoltre Scienze della Formazione è l’unica facoltà che propo-ne una scala di valutazione decimale per tutte le domande; la sua ridu-zione a cinque modalità, ottenuta accorpando quelle originarie a due adue, potrebbe indurre ulteriori elementi distorsivi.
Tabella 3.27 – Chiarezza espositiva
Facoltà Molto scarsa Scarsa Sufficiente Buona Molto buona medie
Scienze Formazione 0,8 1,4 7,4 29,7 60,7 4,48Economia 4,4 4,7 13,0 33,2 44,7 4,09Psicologia 1,5 4,8 17,0 37,7 39,0 4,08Lettere 2,4 6,8 16,2 41,1 33,5 3,96Scienze M.F.N. 6,1 6,1 22,8 32,5 32,5 3,79Agraria 8,8 9,7 15,8 27,9 37,8 3,76Scienze Politiche 3,9 9,8 21,0 42,9 22,3 3,70Giurisprudenza 5,1 11,2 23,5 30,6 29,6 3,68Farmacia 5,4 13,1 24,7 29,4 27,4 3,60Veterinaria 7,8 13,1 26,8 30,2 22,1 3,46
Più contenuto il divario tra le altre facoltà, con Econo-mia e Psicologia tra le più soddisfacenti e Farmacia masoprattutto Veterinaria che non riescono a stare al pas-so con le facoltà migliori.Focalizzando in particolare l’attenzione sulla quota dirisposte chiaramente insoddisfatte (chiarezza scarsa omolto scarsa) è possibile identificare un gruppo di quat-tro le facoltà dove tale tasso di criticità è forte, convalori superiori al 15%: in primo luogo le due già cita-te (Veterinaria con il 20,9% e Farmacia con il 18,5%),ma anche Agraria (di nuovo 18,5%, ma che detiene ilprimato delle sole risposte “molto scarsa” con l’8,8%24)e Giurisprudenza (16,33%).
Puntualità e regolarità di presenzaRispetto alle valutazioni sulla chiarezza espositiva,quelle riguardanti la regolarità di presenza (che im-plica sia puntualità che un non eccessivo ripetersi diassenze) si caratterizzano per la molto minore inci-denza dei giudizi negativi (che per nessuna facoltàsalgono oltre il 5% del totale). Certo su tale aspetto,riflesso più pratico e immediato del “senso del do-vere” del docente, possono essere considerate pro-blematiche anche valutazioni di sufficienza, dietro lequali è facile immaginare casi in cui il docente faticaquotidianamente a rispettare il quarto d’ora accade-mico. Insoddisfacenti in tal senso sono i risultati diFarmacia in special modo (34,4% di casi di suffi-cienza), ma anche di Giurisprudenza e ScienzeM.F.N. (si tratta comunque delle facoltà caratteriz-zate anche dalle massime quote di casi scarsi o moltoscarsi). All’estremo opposto si evidenziano di nuovoScienze della Formazione, il cui risultato tuttavia vavalutato in base alle stesse considerazioni del puntoprecedente, e Agraria.
24Come osservato già in altri casi, Agraria presenta una forte eteroge-neità di risposte; a fronte di quote significative di casi di insoddisfazio-ne, infatti si osserva invece una percentuale elevata di valutazioni moltobuone (quasi il 38%, paragonabile solo alle facoltà migliori come Eco-nomia e Psicologia).
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200086
Tabella 3.28 – Puntualità e regolarità di presenza
Facoltà Molto scarsa Scarsa Sufficiente Buona Molto buona medie
Scienze Formazione 2,2 1,6 6,5 21,8 68,0 4,52Agraria 2,0 2,4 7,4 20,0 68,1 4,50Scienze Politiche 0,8 1,7 6,2 30,4 60,9 4,49Psicologia 0,3 1,4 7,3 31,7 59,3 4,48Lettere 0,5 2,1 8,4 33,3 55,3 4,40Economia 1,3 4,8 16,8 16,8 60,3 4,30Scienze M.F.N. 2,7 2,7 24,9 34,8 34,8 3,96Giurisprudenza 2,5 2,5 28,3 33,3 33,3 3,92Farmacia 2,2 2,2 34,4 30,6 30,6 3,85
Capacità di suscitare interesseLa capacità del docente di attirare l’interesse e l’atten-zione, se non indispensabile, risulta comunque fattoremolto utile per garantire un buon grado di assorbi-mento dei contenuti proposti nelle lezioni. La tabellacorrispondente (Tabella 3.29) mostra un andamentodel tutto simile a quello della precedente chiarezza espo-sitiva, con le stesse facoltà nei primi e negli ultimi quat-tro posti. Spiccano tuttavia il caso negativo di Veteri-naria (in un terzo dei casi la capacità in oggetto vienereputata assente) e all’opposto (oltre a Scienze dellaFormazione, le cui elevate valutazioni in tutte le do-mande di valutazione diretta del docente potrebberorisentire della necessità di conversione della scala dirisposte da 10 a 5 modalità, ma restano comunque estre-mamente soddisfacenti) quello positivo di Psicologia(la valutazione è almeno buona al 70%).
Disponibilità al colloquio con gli studentiIl concetto, di per sé vago, viene inoltre presentato condue dizioni non del tutto equivalenti, una legata all’ideagenerica di colloquio e l’altra alla più particolare forni-tura di chiarimenti e risposte esaurienti alle domandedegli studenti. Oltre al dato come di consueto positivoper Scienze della Formazione (con ad esempio solo un2% di valutazioni fortemente negative - si confronti ildato corrispondente di Economia, con una quota parial 7,5%, pure a fronte di valutazioni complessivamen-te soddisfacenti) si evidenziano valori non brillanti per
Tabella 3.29 – Capacità di suscitare interesse
Facoltà Molto scarsa Scarsa Sufficiente Buona Molto buona medie
Scienze Formazione 1,3 2,6 12,8 32,4 51,0 4,29Psicologia 3,8 8,0 18,2 29,5 40,5 3,95Lettere 3,5 9,5 24,2 38,3 24,6 3,71Economia 9,8 7,2 19,2 29,8 34,0 3,71Scienze M.F.N. 8,7 8,7 24,6 29,0 29,0 3,61Giurisprudenza 7,1 12,1 23,2 30,3 27,3 3,59Scienze Politiche 6,1 13,8 27,5 35,9 16,7 3,43Farmacia 8,4 15,1 26,7 26,6 23,2 3,41Veterinaria 15,5 17,0 26,5 21,4 19,7 3,13
Scienze M.F.N. (come altrove riferiti in realtà al soloC.d.L. in Biologia), che è tuttavia l’unica facoltà per laquale le risposte rilevate su scala ternaria sono state“esplose” su cinque modalità assegnando metà dellafrequenza per la prima risposta originaria a ciascunadelle prime 2 modalità della scala in tabella, e operan-do nello stesso modo per la terza modalità originaria.
Preparazione e organizzazione delle lezioniAnche le indicazioni che si possono trarre dalla distri-buzione della valutazione sulla preparazione e orga-nizzazione delle lezioni vanno valutate tenendo pre-sente che sono state accomunate due dizioni diverse(buona preparazione delle lezioni da un lato e buonastrutturazione del corso dall’altro, cfr. note alla Tabella3.3.26). Ciò posto la Tabella 3.31 presenta valori similialle precedenti per alcune facoltà (come Veterinarianuovamente su posizioni non soddisfacenti, con oltreil 17% di valutazioni negative, cioè di lezioni che dan-no allo studente l’impressione di essere state malamentepreparate se non sostanzialmente improvvisate) unita-mente a posizioni migliori che in precedenza per Let-tere e Scienze Politiche, dove probabilmente la gran-de cultura generale e l’eloquenza di molti docenti con-tribuisce a suscitare negli studenti comunque un’im-pressione positiva su questo aspetto. Anche in questocaso il dato di Scienze della Formazione appare piut-tosto staccato dal resto dell’ateneo (con quasi la metàdi valutazioni eccellenti).
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 87
Tabella 3.30 – Disponibilità al colloquio con gli studenti
Facoltà Molto scarsa Scarsa Sufficiente Buona Molto buona medie
Scienze Formazione 0,7 1,4 7,4 28,9 61,7 4,49Economia 4,1 3,4 9,8 23,6 59,0 4,30Scienze Politiche 0,8 2,8 13,1 43,2 40,0 4,19Agraria 4,0 7,9 13,6 20,6 54,0 4,13Psicologia 2,7 7,8 23,2 33,8 32,5 3,85Lettere 3,1 10,4 19,1 34,9 32,5 3,83Scienze M.F.N. 6,9 6,9 25,6 30,3 30,3 3,70
Disponibilità e reperibilità del docente nell’orario diricevimentoLa valutazione del servizio di ricevimento studenti vie-ne effettuata da buona parte delle facoltà nell’ambitodell’indagine sulla didattica; ciò appare ragionevole con-siderando tale servizio una parte integrante dell’offertaformativa, e associando il ricevimento di ciascun do-cente al corso tenuto. Tuttavia l’utilizzo del servizio daparte degli studenti sembra essere un fenomeno stretta-mente minoritario: presso le tre facoltà dove viene chie-sto se il rispondente è mai stato a ricevimento dal do-cente del corso in esame (Economia, Giurisprudenza eFarmacia) la risposta è affermativa solo nell’11% deicasi, scendendo addirittura al 3,8% nel caso di Farma-cia. Anche se si può ipotizzare (ma solo ipotizzare) chegli studenti non frequentanti si rechino a ricevimentoin una percentuale superiore per ottenere informazionie chiarimenti sui programmi e gli appelli d’esame chenon possono ricevere a lezione, resta il fatto che la valu-tazione di tale aspetto suggerisce un sostanziale ritrosiadegli studenti rispetto all’utilizzo del servizio.Difficoltà nel rapporto diretto tra docenti e studenti,soggezione che il docente incute, timore di suscitare inlui un’impressione negativa con domande ritenute risi-bili o superflue sono tra le probabili cause del sostan-ziale fallimento di tale servizio. A ciò si può aggiungerel’impressione di molti docenti che lo studente che puresi reca a ricevimento preferisca in genere limitarsi allarichiesta di informazioni di carattere amministrativo elogistico, evitando la discussione sui contenuti della di-sciplina oggetto del corso sempre nel timore di non “es-sere all’altezza” o di non poter pretendere dal docenteindicazioni di natura didattica a ricevimento.
Tabella 3.31 – Preparazione e organizzazione delle lezioni
Molto scarsa Scarsa Sufficiente Buona Molto buona medie
Scienze Formazione 0,8 2,1 9,5 38,3 49,3 4,33Lettere 0,8 2,5 12,7 51,6 32,4 4,12Scienze Politiche 1,5 3,8 15,8 52,7 26,2 3,98Farmacia 2,2 6,9 21,5 35,9 33,6 3,92Psicologia 1,3 5,1 27,0 43,5 23,2 3,82Scienze M.F.N. 4,7 4,7 26,9 31,9 31,9 3,82Veterinaria 6,5 10,7 27,7 32,2 22,8 3,54
Tale situazione riflette in buona parte la sostanziale inef-ficacia dell’università italiana come luogo aperto di di-scussione, crescita e confronto sulle tematiche scienti-fiche e culturali dove lo studente si senta coinvolto inmodo attivo nel processo di formazione delle propriecompetenze. A tale scopo sarebbe interessante (ma nes-suna facoltà considera tale aspetto25) affiancare alla ri-chiesta sull’uso del ricevimento una domanda che ri-chieda allo studente se ha mai fatto domande di chiari-mento o curiosità al docente durante le lezioni.Tornando alla Tabella 3.32 sulla disponibilità e reperi-bilità del docente a ricevimento si evidenziano solovalori forse non del tutto soddisfacenti per Giurispru-denza, oltre al caso di Scienze della Formazione dovecome già accennato la domanda tratta la generica “di-sponibilità a ricevere” rendendo non del tutto chiaraanche la lettura del dato.
Tabella 3.32 – Disponibilità e reperibilità del docentenell’orario di ricevimento
Facoltà mai o quasi semprequasi mai sempre
Veterinaria 6,2 93,8Economia 3,3 7,3 89,4Scienze Formazione 1,2 15,2 83,5Scienze Politiche 2,5 14,1 83,4Giurisprudenza 3,0 26,0 71,0
25Come visto in molti casi allo studente viene chiesto di valutare la di-sponibilità del docente a colloquiare e fornire chiarimenti; tale valuta-zione tuttavia può essere fatta anche in relazione solo alle domanderivolte al docente da altri studenti.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200088
Valutazione delle esercitazioniSulle esercitazioni i dati di sintesi presentati mostranodiscordanze ancora più forti che in precedenza, nono-stante la sostanziale similarità degli aspetti specifici divolta in volta coperti e qui sintetizzati. Si evidenzia unacerta spaccatura tra i casi in cui raramente le esercita-zioni risultano entusiasmanti (Farmacia, Scienze Poli-tiche e Veterinaria, con valutazione di eccellenza inmeno del 10% dei casi) e quelli dove tali collaborazio-ni sono fortemente apprezzate (Scienze M.F.N., Eco-nomia e Agraria).In contrasto a tale indicazione di fondo si può tuttavianotare che presso due delle facoltà migliori (Econo-mia e Agraria) la tematica in oggetto suscita in effettisentimenti fortemente differenziati, con la presenzadelle quote più elevate anche di giudizi nettamentenegativi (il 20% circa, superiori alla percentuale divalutazioni di sufficienza).Infine, non va dimenticato che la valutazione delle eser-citazioni confonde spesso due aspetti distinti, anche seinevitabilmente interconnessi nella percezione dellostudente: la maggiore utilità intrinseca dello svolgimentodi esercitazioni in determinati ambiti disciplinari e lecapacità didattiche di chi le tiene. In alcuni casi (comead esempio a Scienze Politiche) i questionari tentanodi distinguere richiedendo sia una valutazione dellaqualità che dell’opportunità di incrementare o dimi-nuire il numero di ore di esercitazioni, ma è chiaro cheè ad esempio difficile per uno studente negativamenteimpressionato dalla scarsa preparazione o chiarezzadell’esercitatore abbinare a tale valutazione una richie-sta di incremento del numero di ore di esercitazione.
4 Conclusioni
La prima e prevalente considerazione che può trarsidal quadro delineato nei paragrafi precedenti è certa-
mente il suo elevato grado di complessità. Nonostantel’unitarietà di intenti e di ambiti che a un osservatoreesterno potrebbe apparire elemento determinante (sitratta pur sempre della valutazione della didattica infacoltà dello stesso ateneo), le esperienze accumulate,i progetti, i sistemi logistici, i questionari, il personalecompetente o addetto a tutti i livelli, il grado e la tipo-logia di outsourcing attivata, le modalità di analisi e didiffusione dei risultati, i risvolti psicologici innescatinei rispondenti, ogni aspetto contribuisce a creare unvero e proprio caleidoscopio di combinazioni e sfu-mature che hanno reso fino ad oggi pressoché “intrat-tabile” il sistema complessivo.Dominare completamente tale complessità è oggi im-possibile. Di questo le pagine precedenti sono una elo-quente riprova; dalla loro sostanziale frammentarietà,dalla continua necessità di puntualizzare le inelimina-bili incertezze e arbitrarietà, dai distinguo ricorrenti incalce alle tabelle emerge chiaramente come l’unico sco-po per cui ne può essere utile la lettura è quello disuggerire i possibili ambiti di più urgente valutazione,di indicare direzioni di approfondimento lungo le qualiin futuro ben altro dettaglio di analisi dovrà essereimplementato.L’unica scelta programmatica che scaturisce in modoinequivocabile è l’opportunità di muoversi nella dire-zione della riduzione di tale complessità strutturale, solapolitica che potrà permettere di coniugare l’efficaciadella futura analisi con la sua efficienza in termini dirisorse impiegate. Su tale questione il Nucleo si è giàespresso ripetutamente (recentemente anche nell’im-portante ambito della cerimonia di inaugurazione del-l’Anno Accademico2001/2002). Il presente contribu-to rafforza tuttavia in modo sostanziale le motivazionigià portate a sostegno delle proprie proposte, fornen-do un quadro imparziale (e si potrebbe dire ancheimpietoso) di quanto poco può utilmente proseguire il
Tabella 3.33 – Valutazione delle esercitazioni
Molto scarsa Scarsa Sufficiente Buona Molto buona
Scienze M.F.N. 5,9 5,9 26,3 30,9 30,9Economia 11,6 7,6 18,3 27,4 35,1Agraria 14,4 6,8 19,3 20,8 38,8Farmacia 2,8 10,2 36,0 42,1 8,8Scienze Politiche 5,2 9,9 42,3 32,9 9,7Veterinaria 7,9 10,7 38,3 34,5 8,6
A Scienze M.F.N. l’indicatore è la sintesi delle domande su: disponibilità del collaboratore al colloquio con gli studenti, contributo delle eserci-tazioni alla comprensione, coordinamento con le lezioni, adeguatezza livello difficoltà delle esercitazioni.A Economia l’indicatore è la sintesi delle domande su: chiarezza espositiva, disponibilità al colloquio e capacità di suscitare interesse del collaboratore.Ad Agraria l’indicatore è la sintesi delle domande su: coordinamento delle esercitazioni con le lezioni e loro utilità per l’esame.A Farmacia l’indicatore è la sintesi delle domande su: contributo delle esercitazioni alla comprensione delle lezioni, loro coordinamento con lelezioni, puntualità del collaboratore.A Scienze Politiche l’indicatore è dato dalla sola domanda che valuta la qualità delle collaborazioni al corso.A Veterinaria infine l’indicatore è la sintesi delle domande su: coordinamento con le lezioni, adeguatezza frequenza delle esercitazioni, loro qualità.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 89
lavoro di valutazione dell’offerta didattica che è tra icompiti naturali del Nucleo.Non si tratta naturalmente solo di “far lavorare” ilNucleo di Valutazione del nostro ateneo e di riflessosoddisfare il Comitato Nazionale di Valutazione delSistema Universitario, a cui il Nucleo locale deve isti-tuzionalmente un contributo di informazione e di ana-lisi sui temi in esame. La “valutazione partecipata”, checostituisce il modello operativo del Nucleo, si basa sullamassimizzazione delle ricadute del proprio operatosull’agire individuale e collettivo delle strutture uni-versitarie centrali e periferiche. Non l’arroccamento inuna posizione di pretesa superiorità e distacco “inqui-sitorio” quindi, ma la fattiva collaborazione nell’inte-resse del bene comune e del miglioramento dell’uni-versità tutta, sola strada che permetterà di superare consuccesso le sfide presenti e future di una formazionesuperiore sempre più competitiva e multiforme.Va ribadita quindi la necessità che gli Organi di Gover-no dell’Ateneo e le singole facoltà siano insieme prota-
gonisti, nel rispetto dei ruoli loro assegnati, di uno sfor-zo di progettazione, coordinamento e organizzazionedi un nuovo modo di lavorare sul tema della qualitàdella didattica. Come più volte sottolineato negli indi-rizzi programmatici suggeriti dal Comitato Nazionaledi Valutazione del Sistema Universitario, la “culturadel dato” non è (e non deve essere) una delle sceltepossibili per affrontare le sfide poste all’università oggi;essa è tuttavia un prerequisito indispensabile a qualsia-si strategia consapevole di politica universitaria.Con queste premesse appare manifesta l’inopportu-nità della redazione di una “pagella” delle facoltà“buone” e “cattive” agli occhi degli studenti a sintesidel presente lavoro. Tale esercizio può naturalmenteessere compiuto dal lettore, pur se nella costante con-sapevolezza della componente di aleatorietà e sogget-tività insita in ogni possibile interpretazione.Ma il lavoro più impegnativo – trasformare e gover-nare un sistema coerente di valutazione – è per il mo-mento rimandato al prossimo futuro.
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 200090
Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 91
APPENDICE IITabelle di dettaglio della didattica
La presente appendice contiene le tabelle di dettaglio
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Tabella 3 - Iscritti all'Università di Torino nell'a.a 2000/2001a.a. 2000/01FACOLTA' E CORSI DI LAUREA 1°
LIVELLO Matricole Altri iscrittiin corso
Fuoricorso
Totali
Produzioni vegetali 71 2 0 73Tecnologie alimentari 107 0 0 107Viticoltura ed enologia 79 4 0 83Fac. Di AGRARIA 257 6 0 263Filosofia 161 2 0 163Lettere 403 5 0 408Storia 164 2 0 166Scienze della comunicazione (Torino) 276 7 0 283Scienze della comunicazione (Ivrea) 177 0 0 177Fac. di LETTERE E FILOSOFIA 1.181 16 0 1.197Scienze dell'educazione 974 0 0 974DAMS 934 44 0 978Fac. di SC. DELLA FORMAZIONE 1.908 44 0 1.952Chimica 50 0 0 50Chimica industriale 31 0 0 31Fisica 105 27 0 132Scienze naturali 117 22 0 139Scienze biologiche 281 31 0 312Scienza dei materiali 29 0 0 29Fac. di SCIENZE M.F.N. 613 80 0 693Servizio sociale (Torino, Cuneo, Biella) 103 0 0 103Statistica 58 1 0 59Fac. di SCIENZE POLITICHE 161 1 0 162TOTALE FACOLTA' DI TORINO 4.120 147 0 4.267Biotecnologie 80 0 0 80Scuola univ. interfac. di Biotecnologie 80 0 0 80Scienze motorie (Torino) 0 0 0 0Scienze motorie (Voghera) 0 0 0 0Scuola Univ. Interfac. di Scienze Motorie 0 0 0 0TOTALE ATENEO DI TORINO 4.200 147 0 4.347
Fonte: Miur "Rilevazione iscritti, immaticolati e corsi ad accesso limitato a.a. 2000-2001" al 31/1/01
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Relazione del Nucleo di Valutazione – Anno 2000 103
APPENDICE IIIRisultati dell’attività di ricerca anno 2000
La presente appendice contiene le tabelle di dettaglio
n. Dipartimento
Doc
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AteneoCofin MURST
Enti di Ricerca naz.
Altri enti pubbl. e priv. Naz.
Contratti UE ed enti esteri
1 1 Informatica 48 12 5 297.450 56.000 0 0 0
2 1 Matematica 95 11 4 654.750 223.500 10.000 8.990 23.137
4 2 Fisica Generale 36 11 4 359.100 128.108 157.000 178.606 1.675
3 2 Fisica Sperimentale 24 7 3 290.600 288.000 48.000 0 7.108
5 2 Fisica Teorica 25 2 3 291.600 0 86.000 34.205 187.525
6 3 Chimica Analitica 21 13 3 211.800 160.000 72.000 568.946 387.204
7 3 Chimica Gen. 26 10 2 272.836 280.000 0 308.740 0
8 3 Chimica I.F.M. 47 16 6 460.200 521.167 498.000 934.075 564.265
9 3 Sc. Merceologiche 7 1 1 67.100 0 0 145.000 0
10 4 Agron., Selv. e Gest. del Terr. 18 5 4 164.019 0 188.000 1.681.324 637.388
11 4 Colture Arboree 10 12 4 94.054 56.000 0 212.490 158.126
12 4 Econ. ed Ing. Agraria Forest. e Amb. 31 10 4 270.066 95.000 0 488.535 48.447
13 4 Scienze Zootecniche 17 8 5 154.379 67.000 37.000 184.150 0
14 4 DI.VA.P.R.A. 38 23 8 376.005 100.000 44.000 1.797.174 797.190
15 5 Sc. della Terra 30 10 2 271.296 172.000 53.500 44.300 0
16 5 Sc. Mineral. e Petrol. 24 5 4 247.454 85.000 198.000 35.420 0
17 6 Biologia animale e dell'uomo 45 33 6 424.807 145.000 137.000 316.024 0
18 6 Biologia Vegetale 15 22 3 151.085 94.000 41.293 440.749 38.613
19 7 Anatomia, Farmac. e Med. Legale 34 18 4 244.707 185.000 0 567.981 42.038
20 7 Disc. Ginecologiche e Ostetriche 25 20 6 122.542 78.600 45.000 82.999 9.681
21 7 Disc. Medico Chirurgiche 70 38 21 0 0 0 0 0
22 7 Fisiopatologia Clinica 55 31 7 205.677 29.700 0 777.340 0
23 7 Genetica, Biologia e Chimica Medica 23 15 5 0 0 0 0 0
24 7 Medicina e Oncologia Sper. 31 15 8 288.881 263.300 59.000 391.230 0
25 7 Medicina Interna 42 23 5 315.254 252.000 50.000 675.110 253.094
26 7 Neuroscienze 41 18 7 286.289 434.000 247.000 510.700 43.488
27 7 Sanità Pubbllica e Microb. 24 11 5 167.926 36.000 52.100 208.476 0
28 7 Sc. Biomed. ed Oncol. Umana 30 21 6 396.639 928.000 325.374 648.226 1.062.689
29 7 Sc. Cliniche e Biologiche 48 11 4 556.865 727.000 109.300 693.963 281.470
30 7 Sc. Pediatr. e dell'Adolesc. 43 8 5 324.432 198.125 49.200 700.659 84.278
31 7 Traumat. Ortopedia e Med. del Lavoro 14 4 5 104.368 0 0 18.000 24.569
32 8 Disc. Artistiche mus. e dello spett. 43 6 3 0 0 0 0 0
33 8 Filologia Ling. e Trad. Classica 34 6 2 107.362 0 6.000 3.072 0
34 8 Orientalistica 13 3 1 66.262 0 3.500 0 0
37 8 Sc. Antrop., Archeol. e Storico-Terr. 23 4 5 93.963 77.000 111.000 75.000 0
35 8 Sc. del Linguaggio e Lett. Mod. 67 10 2 245.076 119.000 58.000 100.117 0
36 8 Sc. Lett. e Filologiche 61 9 3 253.723 0 25.000 15.000 0
38 9 Disc. Filosofiche 40 4 3 125.177 0 5.000 97.821 0
39 9 Storia 85 10 3 192.447 0 50.000 50.000 0
40 10 Psicologia 53 7 5 147.339 87.000 0 59.500 0
41 10 Sc. dell'Educazione 22 2 3 143.158 0 0 38.000 0
42 11 Diritto dell'Economia 25 3 44.779 0 0 3.820 0
43 11 Sc. Giuridiche 119 15 4 460.940 157.690 84.910 121.300 121.300
44 12 Economia 48 8 4 309.000 0 75.000 54.000 10.502
45 12 Economia Az. 34 2 166.000 0 0 34.900 0
46 12 Sc. Economiche e Finanziarie 38 1 4 198.000 0 0 0 0
47 12 Stat. e Mat. Applicata alle Sc. Umane 26 2 4 293.927 66.000 0 0 0
48 13 Sc. Sociali 56 7 3 212.667 235.000 10.000 142.000 44.711
49 13 Studi Politici 38 3 3 143.894 35.000 6.000 135.837 3.873
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PersonaleFinanziamenti per la ricerca
Bilancio 2000 (in migliaia di lire)
n. Dipartimento
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AteneoCofin MURST
Enti di Ricerca naz.
Altri enti pubbl. e priv. Naz.
Contratti UE ed enti esteri
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PersonaleFinanziamenti per la ricerca
Bilancio 2000 (in migliaia di lire)
50 14 Sc. e Tecnologia del Farmaco 36 12 4 315.829 272.000 0 186.840 0
51 15 Morfofisiologia Veterinaria 16 5 1 148.023 122.000 0 26.000 0
52 15 Patologia Animale 42 18 5 450.530 0 0 121.643 55.479
53 15 Prod. Animali,Epidem. ed Ecologia 24 7 2 211.122 0 12.000 135.098 0
54 Territorio Interateneo 14 7 0 0 0 0 0TOTALE 1.994 590 228 12.401.398 6.773.190 2.953.177 14.053.359 4.887.851MEDIA 37 11 4 229.656 125.429 54.688 260.247 90.516
n. Dipartimento
1 1 Informatica
2 1 Matematica
4 2 Fisica Generale
3 2 Fisica Sperimentale
5 2 Fisica Teorica
6 3 Chimica Analitica
7 3 Chimica Gen.
8 3 Chimica I.F.M.
9 3 Sc. Merceologiche
10 4 Agron., Selv. e Gest. del Terr.
11 4 Colture Arboree
12 4 Econ. ed Ing. Agraria Forest. e Amb.
13 4 Scienze Zootecniche
14 4 DI.VA.P.R.A.
15 5 Sc. della Terra
16 5 Sc. Mineral. e Petrol.
17 6 Biologia animale e dell'uomo
18 6 Biologia Vegetale
19 7 Anatomia, Farmac. e Med. Legale
20 7 Disc. Ginecologiche e Ostetriche
21 7 Disc. Medico Chirurgiche
22 7 Fisiopatologia Clinica
23 7 Genetica, Biologia e Chimica Medica
24 7 Medicina e Oncologia Sper.
25 7 Medicina Interna
26 7 Neuroscienze
27 7 Sanità Pubbllica e Microb.
28 7 Sc. Biomed. ed Oncol. Umana
29 7 Sc. Cliniche e Biologiche
30 7 Sc. Pediatr. e dell'Adolesc.
31 7 Traumat. Ortopedia e Med. del Lavoro
32 8 Disc. Artistiche mus. e dello spett.
33 8 Filologia Ling. e Trad. Classica
34 8 Orientalistica
37 8 Sc. Antrop., Archeol. e Storico-Terr.
35 8 Sc. del Linguaggio e Lett. Mod.
36 8 Sc. Lett. e Filologiche
38 9 Disc. Filosofiche
39 9 Storia
40 10 Psicologia
41 10 Sc. dell'Educazione
42 11 Diritto dell'Economia
43 11 Sc. Giuridiche
44 12 Economia
45 12 Economia Az.
46 12 Sc. Economiche e Finanziarie
47 12 Stat. e Mat. Applicata alle Sc. Umane
48 13 Sc. Sociali
49 13 Studi Politici
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Donazioni
importo tot(in ml di lire) du
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importo medio(in ml di lire)
Dati fuori Bilancio (in ml di ilre)
3.682.481 1,79067 122.749 803.658
3.704.550 2,4 926.138 0
433.865 3 433.865 861.000
107.100 1,33333 35.700 3.615.000
508.815 4 254.407 383.000
2.879.124 2,25 359.890 0
292.686 1,45 29.269 0
1.793.457 1,47125 56.046 658.000
239.600 0,58429 34.229 0
3.909.109 2,24577 150.350 0
158.300 1 17.589 0
1.844.953 0,85258 27.954 0
369.360 1,8 73.872 0
5.995.493 2,06786 214.125 0
1.316.027 2,5 164.503 0
120.000 2 120.000 0
814.200 1,4575 50.888 127.000
835.317 2,09091 75.938 0
1.023.000 1,75 255.750 371.000
21.600 1 21.600 0
0 0 0 0
1.788.000 0 94.105 0
0 0 0 0
100.000 3 100.000 200.000
1.925.154 1,85714 137.511 0
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Convenzioni ultimi 3 anni
n. Dipartimento
Are
a
50 14 Sc. e Tecnologia del Farmaco
51 15 Morfofisiologia Veterinaria
52 15 Patologia Animale
53 15 Prod. Animali,Epidem. ed Ecologia
54 Territorio InterateneoTOTALEMEDIA
Donazioni
importo tot(in ml di lire) du
rata
med
ia
importo medio(in ml di lire)
Dati fuori Bilancio (in ml di ilre)
Convenzioni ultimi 3 anni
388.792 1,5 55.542 0
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n. Dipartimento
1 1 Informatica
2 1 Matematica
4 2 Fisica Generale
3 2 Fisica Sperimentale
5 2 Fisica Teorica
6 3 Chimica Analitica
7 3 Chimica Gen.
8 3 Chimica I.F.M.
9 3 Sc. Merceologiche
10 4 Agron., Selv. e Gest. del Terr.
11 4 Colture Arboree
12 4 Econ. ed Ing. Agraria Forest. e Amb.
13 4 Scienze Zootecniche
14 4 DI.VA.P.R.A.
15 5 Sc. della Terra
16 5 Sc. Mineral. e Petrol.
17 6 Biologia animale e dell'uomo
18 6 Biologia Vegetale
19 7 Anatomia, Farmac. e Med. Legale
20 7 Disc. Ginecologiche e Ostetriche
21 7 Disc. Medico Chirurgiche
22 7 Fisiopatologia Clinica
23 7 Genetica, Biologia e Chimica Medica
24 7 Medicina e Oncologia Sper.
25 7 Medicina Interna
26 7 Neuroscienze
27 7 Sanità Pubbllica e Microb.
28 7 Sc. Biomed. ed Oncol. Umana
29 7 Sc. Cliniche e Biologiche
30 7 Sc. Pediatr. e dell'Adolesc.
31 7 Traumat. Ortopedia e Med. del Lavoro
32 8 Disc. Artistiche mus. e dello spett.
33 8 Filologia Ling. e Trad. Classica
34 8 Orientalistica
37 8 Sc. Antrop., Archeol. e Storico-Terr.
35 8 Sc. del Linguaggio e Lett. Mod.
36 8 Sc. Lett. e Filologiche
38 9 Disc. Filosofiche
39 9 Storia
40 10 Psicologia
41 10 Sc. dell'Educazione
42 11 Diritto dell'Economia
43 11 Sc. Giuridiche
44 12 Economia
45 12 Economia Az.
46 12 Sc. Economiche e Finanziarie
47 12 Stat. e Mat. Applicata alle Sc. Umane
48 13 Sc. Sociali
49 13 Studi Politici
Are
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Art. su riviste ISI e non ISI C
ap. d
i lib
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Com
unic
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cong
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Libri a carattere scientifico E
dito
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Rapporti finali di ricerca pubblicati attraverso un Ente
Bre
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52 4 66 1 0 11 1
113 34 125 4 6 0 0
68 8 44 0 0 0 0
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Produzione
n. DipartimentoA
rea
50 14 Sc. e Tecnologia del Farmaco
51 15 Morfofisiologia Veterinaria
52 15 Patologia Animale
53 15 Prod. Animali,Epidem. ed Ecologia
54 Territorio InterateneoTOTALEMEDIA
Art. su riviste ISI e non ISI C
ap. d
i lib
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Com
unic
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cong
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i
Libri a carattere scientifico E
dito
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Rapporti finali di ricerca pubblicati attraverso un Ente
Bre
vetti
Produzione
43 3 49 2 0 0 0
10 10 13 8 1 0 0
48 0 41 0 1 0 0
15 6 46 0 2 0 0
0 0 0 0 0 0 02.454 736 2.272 294 115 52 145 14 42 5 2 1 0
n. Dipartimento
1 1 Informatica
2 1 Matematica
4 2 Fisica Generale
3 2 Fisica Sperimentale
5 2 Fisica Teorica
6 3 Chimica Analitica
7 3 Chimica Gen.
8 3 Chimica I.F.M.
9 3 Sc. Merceologiche
10 4 Agron., Selv. e Gest. del Terr.
11 4 Colture Arboree
12 4 Econ. ed Ing. Agraria Forest. e Amb.
13 4 Scienze Zootecniche
14 4 DI.VA.P.R.A.
15 5 Sc. della Terra
16 5 Sc. Mineral. e Petrol.
17 6 Biologia animale e dell'uomo
18 6 Biologia Vegetale
19 7 Anatomia, Farmac. e Med. Legale
20 7 Disc. Ginecologiche e Ostetriche
21 7 Disc. Medico Chirurgiche
22 7 Fisiopatologia Clinica
23 7 Genetica, Biologia e Chimica Medica
24 7 Medicina e Oncologia Sper.
25 7 Medicina Interna
26 7 Neuroscienze
27 7 Sanità Pubbllica e Microb.
28 7 Sc. Biomed. ed Oncol. Umana
29 7 Sc. Cliniche e Biologiche
30 7 Sc. Pediatr. e dell'Adolesc.
31 7 Traumat. Ortopedia e Med. del Lavoro
32 8 Disc. Artistiche mus. e dello spett.
33 8 Filologia Ling. e Trad. Classica
34 8 Orientalistica
37 8 Sc. Antrop., Archeol. e Storico-Terr.
35 8 Sc. del Linguaggio e Lett. Mod.
36 8 Sc. Lett. e Filologiche
38 9 Disc. Filosofiche
39 9 Storia
40 10 Psicologia
41 10 Sc. dell'Educazione
42 11 Diritto dell'Economia
43 11 Sc. Giuridiche
44 12 Economia
45 12 Economia Az.
46 12 Sc. Economiche e Finanziarie
47 12 Stat. e Mat. Applicata alle Sc. Umane
48 13 Sc. Sociali
49 13 Studi Politici
Are
aConferenze ad invito
Editorial Boards di riviste ISI
Comitati scientifici di congressi
20 8 12
56 19 20
20 8 5
7 2 5
28 2 7
8 7 9
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38 12 9
7 1 1
11 3 4
1 2 5
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6 0 3
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2 2 0
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14 2 5
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0 0 0
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0 0 0
2 0 1
0 0 0
48 10 7
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0 0 0
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25 18 2
3 4 1
29 24 2
6 1 1
Presenza nella comunità scientifica
n. Dipartimento
Are
a
50 14 Sc. e Tecnologia del Farmaco
51 15 Morfofisiologia Veterinaria
52 15 Patologia Animale
53 15 Prod. Animali,Epidem. ed Ecologia
54 Territorio InterateneoTOTALEMEDIA
Conferenze ad invitoEditorial Boards di riviste ISI
Comitati scientifici di congressi
Presenza nella comunità scientifica
13 4 5
1 0 0
18 3 9
5 0 4
0 0 0831 277 21415 5 4
n. Dipartimento
1 1 Informatica
2 1 Matematica
4 2 Fisica Generale
3 2 Fisica Sperimentale
5 2 Fisica Teorica
6 3 Chimica Analitica
7 3 Chimica Gen.
8 3 Chimica I.F.M.
9 3 Sc. Merceologiche
10 4 Agron., Selv. e Gest. del Terr.
11 4 Colture Arboree
12 4 Econ. ed Ing. Agraria Forest. e Amb.
13 4 Scienze Zootecniche
14 4 DI.VA.P.R.A.
15 5 Sc. della Terra
16 5 Sc. Mineral. e Petrol.
17 6 Biologia animale e dell'uomo
18 6 Biologia Vegetale
19 7 Anatomia, Farmac. e Med. Legale
20 7 Disc. Ginecologiche e Ostetriche
21 7 Disc. Medico Chirurgiche
22 7 Fisiopatologia Clinica
23 7 Genetica, Biologia e Chimica Medica
24 7 Medicina e Oncologia Sper.
25 7 Medicina Interna
26 7 Neuroscienze
27 7 Sanità Pubbllica e Microb.
28 7 Sc. Biomed. ed Oncol. Umana
29 7 Sc. Cliniche e Biologiche
30 7 Sc. Pediatr. e dell'Adolesc.
31 7 Traumat. Ortopedia e Med. del Lavoro
32 8 Disc. Artistiche mus. e dello spett.
33 8 Filologia Ling. e Trad. Classica
34 8 Orientalistica
37 8 Sc. Antrop., Archeol. e Storico-Terr.
35 8 Sc. del Linguaggio e Lett. Mod.
36 8 Sc. Lett. e Filologiche
38 9 Disc. Filosofiche
39 9 Storia
40 10 Psicologia
41 10 Sc. dell'Educazione
42 11 Diritto dell'Economia
43 11 Sc. Giuridiche
44 12 Economia
45 12 Economia Az.
46 12 Sc. Economiche e Finanziarie
47 12 Stat. e Mat. Applicata alle Sc. Umane
48 13 Sc. Sociali
49 13 Studi Politici
Are
a
Assegni cofinanziati
Borse di studio
Dottorati in corso
Dottorati conseguiti
10 9 18 36
8 2 3 4
8 1 15 3
5 3 16 4
7 2 8 5
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6 17 35 3
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3 1 3 2
5 0 0 0
5 2 21 0
Capacità attrattiva risorse per la ricerca
n. Dipartimento
Are
a50 14 Sc. e Tecnologia del Farmaco
51 15 Morfofisiologia Veterinaria
52 15 Patologia Animale
53 15 Prod. Animali,Epidem. ed Ecologia
54 Territorio InterateneoTOTALEMEDIA
Assegni cofinanziati
Borse di studio
Dottorati in corso
Dottorati conseguiti
Capacità attrattiva risorse per la ricerca
3 7 12 3
1 2 1 1
3 0 21 4
3 1 4 3
0 0 0 0179 202 456 1413 4 8 3