relazione pza
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Zonizzazione acustica di Casoria
1.
INDICE
1 PREMESSE ......................................................................................................... 2
2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI NAZIONALI E REGIONALI IN
MATERIA DI INQUINAMENTO ACUSTICO ..................................................... 5
2.1 I LIMITI MASSIMI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE: IL DPCM 1/3/91 ..................... 5
2.2 LA LEGGE QUADRO SULL’INQUINAMENTO ACUSTICO .................................... 7
2.3 I DECRETI E I REGOLAMENTI D’ATTUAZIONE DELLA LEGGE QUADRO ........... 10
2.4 LE LINEE GUIDA PER LA ZONIZZAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE
DELLA REGIONE CAMPANIA .................................................................................... 15
3 DESCRIZIONE DEL TERRITORIO, DATI STATISTICI RILEVANTI E
TAVOLE DI ANALISI ........................................................................................... 19
4 CRITERI PER LA REDAZIONE PER PIANO DI ZONIZZAZIONE
ACUSTICA ............................................................................................................... 22
5 DESCRIZIONE DELLA NORMATIVA DI ATTUAZIONE DEL PIANO
DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA. ........................................................................ 31
Zonizzazione acustica di Casoria
2.
1 PREMESSE
Negli agglomerati urbani di grandi dimensioni, l’aumento delle
emissioni sonore legate alle attività produttive e alla motorizzazione di
massa e l'elevata densità di popolazione hanno generato livelli di
inquinamento acustico tali da far assumere al fenomeno carattere di
emergenza.
A fronte di tale situazione, nel 1995 è stata emanata in Italia la Legge
Quadro sull’inquinamento acustico (n. 447) che impone ai Comuni
l'attuazione di un programma di attività articolato in tre fasi
completamente distinte per finalità e per tempistica:
– la classificazione del territorio comunale in zone a diversa
destinazione d’uso cui sono associati i limiti massimi dei livelli
sonori equivalenti (Piano di Zonizzazione Acustica);
– il rilevamento dei livelli di rumore esistenti allo scopo di
confrontare i livelli massimi di rumore attribuito alle differenti zone
acustiche dal Piano di Zonizzazione Acustica (PZA) con i livelli di
rumorosità effettivamente misurati (Mappa del rumore);
– la redazione dei Piani di Risanamento Acustico (PRA) laddove
si verifica il superamento dei valori di rumore che segnalano la
presenza di un potenziale rischio.
Il primo passo che le Amministrazioni Comunali devono pertanto
compiere per realizzare il controllo dell’inquinamento acustico
ambientale è la predisposizione della zonizzazione acustica.
Per zonizzazione acustica si intende una divisione del territorio
comunale in unità territoriali individuate secondo i criteri di
classificazione riportati in una tabella predefinita, basata sull’uso - o
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3.
sulla destinazione d’uso - e su altre proprietà di ciascuna parte del
territorio.
A ciascuna tipologia di area, in cui è articolata la tabella, sono poi
attribuiti i valori limite di rumorosità stabiliti dalla normativa vigente.
Questa procedura rende la zonizzazione acustica una sorta di piano
regolatore generale del rumore in quanto stabilisce degli standard di
qualità acustica da conseguire come obiettivo a breve, medio e lungo
termine.
Quindi, lo scopo della zonizzazione acustica è
– stabilire gli standard di comfort acustico da conseguire nelle
diverse parti del territorio comunale;
– prevenire il deterioramento di zone non inquinate acusticamente o
per le quali la quiete sonica è elemento essenziale per la
fruizione;
– regolamentare le emissioni rumorose di attuali e nuove attività
produttive, ricreative, infrastrutture di trasporto;
– disciplinare le emissioni rumorose di attività temporanee;
– costituire riferimento per il successivo Piano di Risanamento
Acustico, consentendo l'individuazione delle priorità di intervento;
– costituire supporto all'azione amministrativa dell'Ente locale per la
gestione delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie.
La politica ambientale e di assetto del territorio rappresenta uno degli
strumenti prioritari all'interno delle azioni di governo intraprese
dall'Amministrazione Comunale di Casoria.
Con deliberazione di G.M. n.193 del 17.7.2000, il Comune di Casoria
ha inteso affidare l’incarico per la redazione del Piano di Zonizzazione
Acustica.
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4.
Conformemente a quanto richiesto nel disciplinare di incarico, è stato
elaborato un preliminare di piano che è stato sottoposto al
responsabile del procedimento ed agli Assessori all'Ambiente ed
all'Assetto del Territorio.
Il preliminare è stato recepito (lettera prot.u/51 AT del 10.1.2001) e si è
proceduto alla stesura dell'elaborato finale.
Il Piano di zonizzazione acustica è costituito dai seguenti
elaborati:
1. la relazione tecnica, corredata da elaborati grafici (tavole di analisi),
che riporta le caratteristiche del contesto urbano rilevanti ai fini
della zonizzazione, le previsioni degli strumenti urbanistici e di
governo della mobilità, vigenti e in itinere, i criteri adottati e le
scelte effettuate in sede di redazione del Piano;
2. la tavola di zonizzazione acustica, che riporta l’articolazione in
classi acustiche dell’intero territorio comunale;
3. la normativa di attuazione, che definisce gli effetti dell’adozione del
PZA sulla strumentazione urbanistica, fissa le modalità di
aggiornamento e revisione del Piano, disciplina le attività
rumorose, sia permanenti che temporanee, all’interno del territorio
comunale, stabilisce le attività di vigilanza e prescrive le
opportune sanzioni.
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5.
2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI NAZIONALI E REGIONALI IN MATERIA DI
INQUINAMENTO ACUSTICO
E' presentata di seguito una sintetica rassegna dei principali riferimenti
normativi, a livello nazionale e regionale, che hanno guidato la
redazione del Piano di Zonizzazione Acustica (PZA) per il Comune di
Casoria.
2.1 I Limiti massimi di esposizione al rumore: il DPCM 1/3/91
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che fissava i limiti
massimi di esposizione al rumore sia negli ambienti esterni che
nell’ambiente abitativo1 fu emanato in attuazione della legge 349/86
che, nell’istituire il Ministero dell’Ambiente, assegnava al Ministro
dell’Ambiente, di concerto con il Ministro della Sanità, il compito di
proporre al Presidente del Consiglio dei Ministri i limiti massimi di
accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativamente ad
inquinamenti di natura chimica, fisica, biologica e delle emissioni
sonore in ambienti esterni e interni.
Costituiscono parte integrante del Decreto due Allegati –l’uno che
fornisce l’insieme delle definizioni tecniche utili all’applicazione della
norma e l’altro che riporta le tecniche di rilevamento e di misurazione
dell’inquinamento acustico– e due Tabelle che forniscono,
rispettivamente, la classificazione in zone che i Comuni devono
adottare ai fini della determinazione dei limiti massimi dei livelli sonori
equivalenti e i limiti massimi dei livelli sonori equivalenti stabiliti in
ragione delle classi di destinazione d’uso del territorio.
1 D.P.C.M. 1° marzo 1991, “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e
nell’ambiente esterno”, Gazzetta Ufficiale n° 57 del 8/3/1991.
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6.
Il Decreto assegna alle Regioni il compito di provvedere, nell’arco di un
anno dalla sua entrata in vigore, all’emanazione di direttive per la
predisposizione, da parte dei Comuni, di opportuni piani di risanamento
acustico. La Regione è chiamata anche a predisporre un piano
annuale di intervento per la bonifica dall’inquinamento acustico, in
esecuzione dei quali i Comuni adottano i singoli piani di risanamento.
In attesa dell’articolazione in zone dei territori comunali sulla base delle
indicazioni contenute nel DPCM, vengono temporaneamente fissati i
limiti di accettabilità per le sorgenti sonore fisse in relazione alle zone
omogenee del DM 1444/68.
Per quanto riguarda la classificazione in zone, il Decreto propone
un’articolazione del territorio comunale in sei classi, definite in funzione
della destinazione d’uso prevalente, della densità abitativa e delle
caratteristiche del flusso veicolare:
– aree particolarmente protette, per le quali la quiete sonica
rappresenta un elemento di base per la fruizione;
– aree ad uso prevalentemente residenziale, caratterizzate da bassa
densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali
ed assenza di attività industriali ed artigianali;
– aree di tipo misto, interessate da traffico veicolare locale o di
attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza
di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività
artigianali e con assenza di attività industriali o, anche, aree
agricole interessate da attività che impiegano macchine operatrici;
– aree di intensa attività umana, interessate da intenso traffico
veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di
attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali o,
anche, le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di
linee ferroviarie, le aree portuali e quelle con limitata presenza di
piccole industrie;
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7.
– aree prevalentemente industriali, interessate da insediamenti
industriali e con scarsità di abitazioni;
– aree industriali, interessate esclusivamente da attività industriali e
prive di insediamenti abitativi.
La classificazione del territorio comunale proposta in sede legislativa è
finalizzata, dunque, alla definizione di ambiti omogenei per
l’applicazione dei limiti massimi, diurni e notturni, del livello sonoro
equivalente.
2.2 La Legge Quadro sull’Inquinamento Acustico
Nel 1995 viene emanata in Italia la prima legislazione organica in
materia di rumore, la Legge 4472. Essa si compone di 17 articoli e
fornisce un quadro di riferimento generale da specificare attraverso
Decreti Attuativi e Leggi Regionali.
Con la Legge Quadro viene introdotta una definizione del termine
“inquinamento acustico” di gran lunga più ampia rispetto a quella
fornita dal DPCM del ‘91 per il termine “rumore”. In particolare,
l’inquinamento acustico viene inteso come l’introduzione di rumore
nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, tale da provocare
fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute
umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali e dei
monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da
interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi. Oltre alla
definizione di inquinamento acustico, vengono fornite le definizioni di
ambiente abitativo, che riprende quella già contenuta nel DPCM del
‘91, e di sorgenti sonore fisse e mobili. Inoltre, rispetto al DPCM del ‘91
2 Legge 26/10/1995 n. 447, “Legge quadro sull’inquinamento acustico”, Gazzetta Ufficiale n° 254
del 30/10/1995 - Supplemento ordinario.
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8.
che fissava esclusivamente i limiti massimi di immissione in riferimento
alle classi di destinazione d’uso del territorio, la Legge Quadro
introduce i concetti di valori di emissione, attenzione e qualità (art.2
comma 1 lettere e,f,g e h ), in particolare li definisce in tal modo:
– Valore limite di emissione : il valore massimo di rumore che può
essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità
della sorgente stessa.
– Valore limite di immissione : il valore massimo di rumore che può
essere immesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente
abitativo o nell’ambiente esterno, misurato in prossimità dei
ricettori.
– Valore di attenzione : il valore di rumore che segnala la presenza
di un potenziale rischio per la salute umana o per l’ambiente.
– Valori di qualità : i valori di rumore da conseguire nel breve, nel
medio e nel lungo termine con le tecnologie e le metodiche di
risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti.
In merito alle competenze, va rilevato che la Legge individua una
nuova figura professionale, il tecnico competente, idoneo ad effettuare
le misurazioni, verificare l’ottemperanza ai valori definiti dalle vigenti
norme, redigere i piani di risanamento acustico e a svolgere le relative
attività di controllo.
Viene effettuata, inoltre, una puntuale ripartizione delle competenze tra
Stato, Regioni e Comuni. In particolare, allo Stato attengono le funzioni
di indirizzo, coordinamento e regolamentazione: ad esempio, tra i
compiti dello Stato è la determinazione dei valori limite di emissione e
di immissione, dei valori di attenzione e di qualità, delle tecniche di
rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico, dei requisiti
acustici delle sorgenti sonore, dei requisiti acustici passivi degli edifici
ma, anche, dei criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione
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9.
al livello di inquinamento acustico o per l’individuazione delle zone di
rispetto per le aree e le attività aeroportuali e dei criteri per regolare
l’attività urbanistica nelle zone di rispetto.
Le Regioni sono chiamate, entro il quadro di princìpi fissato in sede
nazionale, a promulgare proprie leggi definendo, in particolare, i criteri
per la predisposizione e l’adozione dei piani di zonizzazione e di
risanamento acustico da parte dei Comuni. Inoltre, in conformità con
quanto previsto dal DPCM ‘91, alle Regioni è affidato il compito di
definire, sulla base delle proposte avanzate dai Comuni e dei fondi
assegnati dallo Stato, le priorità di intervento e di predisporre un piano
regionale triennale di intervento per la bonifica dall’inquinamento
acustico.
Alle Province sono affidate, secondo quanto previsto dalla Legge
142/90, funzioni amministrative, di controllo e vigilanza delle emissioni
sonore.
Ai Comuni, infine, sono affidati compiti molteplici, tra i quali:
– la zonizzazione acustica del territorio comunale secondo i criteri
fissati in sede regionale;
– il coordinamento tra la strumentazione urbanistica già adottata e
le determinazioni della zonizzazione acustica;
– la predisposizione e l’adozione dei piani di risanamento;
– il controllo del rispetto della normativa per la tutela
dall’inquinamento acustico all’atto del rilascio delle concessioni
edilizie per nuovi impianti e infrastrutture per attività produttive,
sportive, ricreative e per postazioni di servizi commerciali
polifunzionali, dei provvedimenti comunali che ne abilitino l’utilizzo
e dei provvedimenti di licenza o di autorizzazione all’esercizio di
attività produttive;
– l’adeguamento dei regolamenti di igiene e sanità e di polizia
municipale;
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10.
– l’autorizzazione allo svolgimento di attività temporanee e
manifestazioni in luoghi pubblici, anche in deroga ai limiti massimi
fissati per la zona.
Ulteriori compiti dell’Ente Comunale sono fissati dall’art.7, relativo ai
piani di risanamento acustico: questi ultimi, predisposti a cura dei
Comuni, devono essere approvati dal Consiglio Comunale; per i
Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, inoltre, la legge
prevede la redazione, da parte della Giunta Comunale, di una
relazione biennale sullo stato acustico del territorio comunale, la cui
approvazione è anch’essa demandata al Consiglio Comunale. I
Comuni, infine, dovranno assicurarne il coordinamento tra il Piano di
Risanamento Acustico, il Piano Urbano del Traffico e gli altri piani
previsti dalla legislazione vigente in materia ambientale.
La Legge Quadro, dunque, introducendo la zonizzazione acustica del
territorio comunale –ossia la suddivisione del territorio in zone
caratterizzate da limiti massimi di esposizione al rumore definiti in
funzione delle attività svolte in ciascuna zona– sembra orientata alla
ricerca di un’armonizzazione tra le esigenze di protezione dal rumore e
gli aspetti inerenti la pianificazione urbanistica e dei trasporti,
evidenziando la necessità di affrontare il fenomeno dell’inquinamento
acustico attraverso “strategie d’area”, contrapposte alla logica
dell’intervento puntuale che ha a lungo guidato sia l’azione comunitaria
che quella nazionale.
2.3 I Decreti e i Regolamenti d’attuazione della Legge Quadro
Alla Legge 447/95 hanno fatto seguito numerosi Decreti Attuativi che
ne specificano i princìpi generali.
Valori limite
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11.
– il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14
novembre 1997 relativo alla “Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore”;
Impianti industriali
– il Decreto del Ministero dell’Ambiente dell’11 dicembre 1996,
relativo alla “Applicazione del criterio differenziale per gli impianti
a ciclo produttivo continuo”;
Rumore nei luoghi di intrattenimento danzante
– il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18
settembre 1997, relativo alla “Determinazione dei requisiti delle
sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante”;
– il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19
dicembre 1997, relativo alla "Proroga de termini per l'acquisizione
ed installazione delle apparecchiature di controllo e registrazione
nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo"
– il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 aprile
1999 n.215, relativo al "Regolamento recante norme per la
determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei
luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei
pubblici esercizi.
Rumore aeroportuale
– il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 31 ottobre 1997, relativo
alla “Metodologia di misura del rumore aeroportuale”;
– il Decreto del Presidente della Repubblica dell’11 dicembre 1997
n. 496, “Regolamento recante norme per la riduzione
dell’inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili”;
– il Decreto del Ministero dell'Ambiente del 20 maggio 1999, relativo
ai "Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il
controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli
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12.
aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in
relazione al livello di inquinamento acustico"
– il Decreto del Presidente della Repubblica n.476 del 9 novembre
1999, "Regolamento recante modificazioni al decreto del
Presidente della repubblica 11 dicembre 1997 n.496,
concernenete il divieto di voli notturni"
– il Decreto del Ministero dell'Ambiente del 3 dicembre 1999,relativo
a "procedure antirumore e zone di rispetto negli aeroporti"
Rumore ferroviario
– il Decreto del Presidente della Repubblica del 18 novembre 1998,
n. 459, “Regolamento recante norme di esecuzione dell’art.11
della legge 26 ottobre 1995, n. 447, in materia di inquinamento
acustico derivante da traffico ferroviario”.
Requisiti acustici passivi degli edifici
– il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre
1997 relativo alla “Determinazione dei requisiti acustici passivi
degli edifici”;
Tecniche di misura
– il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16 marzo 1998, relativo
alle “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento
acustico”
Tecnico competente in acustica
– il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31 marzo
1998, “Atto di indirizzo e coordinamento recante criteri generali
per l’esercizio dell’attività del tecnico competente in acustica”;
Piani di risanamento
– Il Decreto del Ministero dell'Ambiente del 29 novembre 2000,
relativo ai "Criteri per la predisposizione da parte delle società e
degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative
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13.
infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e
abbattimento del rumore"
Tra questi, sembra opportuno fornire alcune specificazioni relative al
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997
sulla “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”.
Quest’ultimo fissa, in relazione alle classi di destinazione d’uso del
territorio, i valori limite di emissione delle singole sorgenti sonore, siano
esse fisse o mobili (tabella B); i valori limite di immissione –che restano
invariati rispetto a quelli fissati dal DPCM del 1991– riferiti al rumore
immesso nell’ambiente esterno dall’insieme di tutte le sorgenti sonore
(tabella C) , i valori di qualità (tabella D) e, infine, i valori di attenzione.
Tutti i valori sono “espressi come livelli continui equivalenti di
pressione sonora ponderata A”, riferiti a specifici intervalli temporali.
Tabella B : valori limite di emissione - Leq in dBA (art.2)
Tempi di
riferimento
Classi di destinazione d’uso del
territorio
diurno
(6 -22)
notturno
(22-6)
I. Aree particolarmente protette 45 35
II. Aree destinate ad uso prevalentemente
residenziale
50 40
III. Aree di tipo misto 55 45
IV. Aree di intensa attività umana 60 50
V. Aree prevalentemente industriali 65 55
VI. Aree esclusivamente industriali 65 65
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14.
Tabella C : valori limite assoluti di immissione - Leq in dBA (art.3)
Tempi di
riferimento
Classi di destinazione d’uso del
territorio
diurno
(6 -22)
notturno
(22-6)
I. Aree particolarmente protette 50 40
II. Aree destinate ad uso prevalentemente
residenziale
55 45
III. Aree di tipo misto 60 50
IV. Aree di intensa attività umana 65 55
V. Aree prevalentemente industriali 70 60
VI. Aree esclusivamente industriali 70 70
Tabella D : valori di qualità - Leq in dBA (art.7)
Tempi di
riferimento
Classi di destinazione d’uso del
territorio
diurno
(6 -22)
notturno
(22-6)
I. Aree particolarmente protette 47 37
II. Aree destinate ad uso prevalentemente
residenziale
52 42
III. Aree di tipo misto 57 47
IV. Aree di intensa attività umana 62 52
V. Aree prevalentemente industriali 67 57
VI. Aree esclusivamente industriali 70 70
Per quanto attiene ai valori di attenzione, il DPCM del 14.11.1997
stabilisce che essi devono assumere i valori riportati nella Tabella C
aumentati di 10 dB nel periodo diurno e di 5 dB nel periodo notturno se
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15.
riferiti ad un’ora. Se relativi ai tempi di riferimento, essi devono
assumere i valori riportati nella Tabella C.
In particolare, per quanto riguarda i valori limite di immissione, il
Decreto precisa che per alcune infrastrutture, quali ad esempio quelle
stradali, ferroviarie, marittime e aeroportuali, tali limiti non si applicano
all’interno delle rispettive fasce di pertinenza, individuate dai Decreti
attuativi. All’esterno di tali fasce dette sorgenti concorrono al
raggiungimento dei limiti assoluti di immissione. Ancora, si specifica
che all’intero delle fasce di pertinenza le singole sorgenti sonore
diverse dalle infrastrutture precedentemente identificate, devono
rispettare i limiti assoluti di emissione fissati dal Decreto e, nel loro
insieme, i limiti di immissione fissati per la zona in cui la fascia ricade.
2.4 Le linee guida per la zonizzazione acustica del territorio comunale della Regione Campania
Nonostante la Legge Quadro abbia assegnato alle Regioni il compito di
legiferare in materia di inquinamento acustico, finora soltanto la
Regione Liguria ha emanato una propria Legge (L.R. 20 marzo 1988,
n. 12); numerose Regioni hanno invece predisposto, in ottemperanza
al DPCM del ‘91, proprie “Linee Guida” per la zonizzazione acustica
comunale. L’analisi comparativa delle linee guida regionali evidenzia
orientamenti eterogenei in relazione a numerosi fattori (scelta dell’unità
urbana minima di riferimento, criteri di classificazione delle
infrastrutture di trasporto, criteri di classificazione della viabilità urbana,
ecc.). Ciò che risulta evidente da tale lettura è l’assenza di un sistema
di regole o, meglio, di un preciso riferimento procedurale per l’azione
dei comuni. La messa a punto di un tale riferimento risulta
indispensabile non soltanto per rendere più agevole l’azione dei
comuni ma, anche, per garantire un medesimo livello di protezione
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16.
dall’inquinamento acustico alla popolazione e per semplificare, non di
poco, l’azione di controllo e validazione delle iniziative comunali da
parte delle Regioni.
L’Assessorato all’Ecologia e alla Tutela dell’Ambiente della Regione
Campania ha messo a punto, nel 1995, un Documento che fornisce le
“Linee guida per la zonizzazione acustica del territorio in attuazione
dell’art. 2 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1° marzo
1991. Il Documento, approvato dal Comitato Regionale contro
l’Inquinamento Atmosferico della Campania nella seduta
dell’11/12/1995 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione
Campania n. 11 del 22 febbraio 1996, si compone di sei parti e di tre
allegati.
Nella prima parte, viene precisata la finalità del Documento,
riconducibile alla necessità di fornire criteri unificanti per la mappatura
acustica e la misurazione dei livelli di rumore, offrendo alle
Amministrazioni Comunali uno strumento tecnico per la realizzazione
dei futuri piani regolatori, dei regolamenti edilizi e di igiene comunali.
Nella seconda parte, relativa all’attuazione della zonizzazione acustica
da parte dei Comuni, viene anzitutto specificato che la zonizzazione
acustica deve precedere la verifica fonometrica dei livelli di rumore
riscontrabili in ciascuna delle zone individuate; successivamente, sulla
base del confronto tra dati rilevati in ciascuna zona e valori limite fissati
dal Decreto, si procederà alla definizione delle aree in cui risulta
necessaria la redazione di piani di risanamento e alla definizione delle
priorità. Il Piano di Zonizzazione viene infine approvato dal Consiglio
Comunale e inviato entro 30 giorni alla Regione che entro tre mesi
dovrà comunicare l’esito della verifica.
Si consiglia, inoltre, che la redazione della zonizzazione acustica
venga affidata ad un gruppo multidisciplinare in cui siano rappresentate
competenze in materia acustica ma anche competenze urbanistiche, di
Zonizzazione acustica di Casoria
17.
igiene, di diritto amministrativo e in cui siano adeguatamente
rappresentate le organizzazioni imprenditoriali, i sindacati, le principali
associazioni ambientalistiche. Vengono quindi fornite puntuali
indicazioni sia in relazione alla scala che alle modalità di
rappresentazione grafica della zonizzazione. Ancora, viene evidenziata
la necessità di limitare al massimo le microsuddivisioni del territorio; di
evitare per quanto possibile l’accostamento tra zone acustiche
caratterizzate da una differenza dei limiti assoluti di rumore superiore ai
5 dB e, qualora ciò non fosse possibile, di prevedere delle fasce di
rispetto da inserire nelle aree meno tutelate dal punto di vista acustico.
Per evitare accostamenti tra aree ricadenti in classi acustiche non
contigue, si richiede anche il coordinamento tra Comuni limitrofi. Il
Documento individua infine la necessità, per i Comuni ad elevata
fluttuazione turistica stagionale, di predisporre la zonizzazione e di
effettuare le indagini fonometriche nella situazione più sfavorevole.
Nella terza parte viene fissato per la zonizzazione acustica da parte dei
Comuni il limite temporale di un anno dalla data di approvazione delle
Linee Guida regionali e l’obbligo, successivamente a tale data, di
includere il Piano di Zonizzazione Acustica quale elaborato necessario
per la richiesta di approvazione regionale di strumenti urbanistici e loro
varianti.
Nella quarta parte vengono fornite alcune indicazioni metodologiche
per la redazione dei piani di zonizzazione acustica; in particolare,
vengono definiti i parametri generali per l’assegnazione delle diverse
aree del territorio comunale alle sei zone acustiche identificate dal
DPCM ‘91. Nella quinta parte vengono precisati i criteri e i parametri da
utilizzare per l’assegnazione delle aree a ciascuna classe, con
particolare attenzione ai criteri per l’assegnazione delle aree alle tre
classi intermedie (zone ad uso prevalentemente residenziale, di tipo
misto e di intensa attività umana): in questo caso, infatti, i parametri di
Zonizzazione acustica di Casoria
18.
riferimento sono relativi non soltanto alla fruizione del territorio e alle
indicazioni degli strumenti urbanistici, come avviene per le classi
estreme ma, anche, alla densità di popolazione, di esercizi
commerciali, di uffici, di attività artigianali, al volume di traffico e viene
fornita una procedura per la valutazione ponderata dell’incidenza di tali
parametri.
Vengono inoltre individuate alcune tipologie di attività che determinano
l’assegnazione automatica di una data area ad una classe: è il caso,
ad esempio, delle aree portuali e aeroportuali, delle aree commerciali o
dei poli esclusivamente destinati al terziario.
Nell’ultima parte vengono forniti i criteri metodologici per la
classificazione della rete viaria e ferroviaria, che possono ricadere in
classi differenti da quelle relative alle aree che attraversano.
Gli Allegati, infine, costituiscono parte integrante del Documento e
forniscono il supporto tecnico per la fase di indagine fonometrica e per
il successivo confronto tra valori misurati e limiti di legge: in particolare,
il primo fornisce un insieme di definizioni, che riprendono in larga
misura quelle già contenute nell’Allegato A al DPCM del marzo 1991; il
secondo, sulla scorta delle indicazioni fornite dal DPCM, fornisce la
metodologia per la misura dei livelli di rumore e per le valutazioni; il
terzo propone i principali metodi di previsione del rumore da traffico.
In conclusione, sembra opportuno evidenziare la necessità di una
revisione delle Linee Guida della Regione Campania alla luce delle
indicazioni fornite sia dalla Legge Quadro che dai successivi Decreti
attuativi che hanno reso in alcuni casi obsolete le indicazioni fornite in
sede regionale.
Zonizzazione acustica di Casoria
19.
3 DESCRIZIONE DEL TERRITORIO, DATI STATISTICI RILEVANTI E TAVOLE
DI ANALISI
Il Comune di Casoria si estende su un territorio di 12,03 km2 con un
altitudine massima di 70 m e minima di 10 m s.l.m.. Il comune confina
a ovest con Casavatore, a nord-est con Arzano, a nord con
Frattamaggiore e Cardito, a nord-est e ad est con Afragola, a est con
Casalnuovo, a sud-est con Volla e infine a sud con Napoli.
La popolazione residente secondo il censimento ISTAT 1991 è pari
a 79.707 mentre i dati aggiornati al 1999 indicano una popolazione di
84.221 con un incremento percentuale di circa 5% in 10 anni. La
densità abitativa media è molto elevata e pari a 7.000 abitanti a km2.
Il grado di utilizzazione della superficie agricola è pari al 98%.
Risultano censite al 1996 n.3.251 imprese, n.3.471 unità locali e
n.524 unità locali artigiane. Al censimento ISTAT 1991 le unità locali
per il commercio erano pari a n.1.863 con 1.066 autorizzazioni al
commercio al minuto e n.521 autorizzazioni per commercio ambulante,
n.14 supermercati alimentari e n.1 grande magazzino.
Il territorio è suddiviso in 130 zone censuarie (tavola di analisi n.1).
Nella Tabella 1 è riportata l'estensione delle singole unità censuarie e
la densità abitativa corrispondente. Sono evidenti aree con
elevatissima densità (>50.000 ab./kmq).
La parte vecchia di Casoria si trova sulla statale 87 (sannitica), la
frazione di Arpino è situata sulla statale di Via delle Puglie, in continuità
con Napoli; Casoria è inoltre attraversata da una fitta rete di strade
extra-urbane e autostradali (lunghezza totale 15 km), da strade
urbane con elevato traffico (lunghezza totale 16 km) e da tre linee
ferroviarie (per un totale di 9 km di linee ferrate). La tavola di
analisi n.2 riporta in dettaglio l'ubicazione delle reti infrastrutturali viarie
e ferroviarie.
Zonizzazione acustica di Casoria
20.
Vaste aree del territorio comunale sono impegnate per attività
prettamente industriali (1,6 km2) e per attività commerciali a larga scala
(2,3 km2). Esiste un vasta area (0,25 km2), denominata area ex-ovulo,
circondata da strade extra-urbane la cui destinazione, al momento, è
ancora incerta. L'ubicazione delle diverse aree commerciali ed
industriali così come individuate dal PRG e da indagini in loco è
riportata nella tavola di analisi n.3.
Il Comune di Casoria confina anche con l'aeroporto di Capodichino.
La tavola di analisi n.4 riporta l'ubicazione di tutti i complessi
scolastici in sede propria compresi quelli in costruzione, l'ubicazione
dell'unico complesso con funzione ospedaliera e delle due aree
destinate a verde pubblico (nel centro ed alla frazione Arpino).
La quasi totalità del territorio di Casoria presenta una diffusa
commistione di aree abitative, commerciali, artigianali ed industriali. La
documentazione fotografica riportata nella tavola di analisi n.5
descrive sinteticamente quanto affermato. La fitta rete di infrastrutture
viarie primarie ha incentivato lo sviluppo di attività commerciali su
grande scala a cui spesso sono affiancate aree residenziali.
L'abusivismo edilizio ha, peraltro, determinato una chiara incongruenza
tra il PRG e lo stato di fatto, inoltre alcune aree industriali sono state
dismesse ed è necessario procedere ad una loro diversa destinazione.
Tutto ciò ha determinato una revisione del PRG che è attualmente in
corso di definizione.
Zonizzazione acustica di Casoria
21.
TAB.1 DENSITA' ABITATIVA
N° ZONA CEN.
Superficie mq.
Abitanti Densità ab./kmq.
N° ZONA CEN.
Superficie mq.
Abitanti Densità ab./kmq.
N° ZONA CEN.
Superficie mq.
Abitanti Densità ab./kmq.
1 2.829 15 5302 44 33.467 725 21663 87 122.580 6 49
2 23.857 694 29090 45 35.867 880 24535 88 122.445 686 5603
3 32.126 857 26676 46 17.648 834 47257 89 40.579 0
4 15.697 551 35102 47 21.674 352 16241 90 140.736 1267 9003
5 23.616 864 36585 48 24.302 6 247 91 45.856 0
6 33.383 534 15996 49 4.292 135 31454 92 6.260 245 39137
7 16.507 879 53250 50 126.959 8 63 93 17.321 358 20669
8 25.792 986 38229 51 60.869 600 9857 94 49.632 791 15937
9 29.120 710 24382 52 51.031 543 10641 95 140.146 436 3111
10 38.811 500 12883 53 175.357 444 2532 96 48.226 1120 23224
11 23.193 45 1940 54 241.769 857 3545 97 85.937 1142 13289
12 95.096 617 6488 55 210.559 763 3624 98 2.141.374 98 46
13 2.844 0 56 306.932 700 2281 99 801.391 13 16
14 9.829 699 71116 57 392.710 1727 4398 100 7.656 165 21552
15 17.200 667 38779 58 327.423 180 550 101 21.157 900 42539
16 22.376 795 35529 59 21.635 435 20106 102 4.464 3 672
17 28.827 820 28446 60 193.994 1382 7124 103 17.357 537 30939
18 9.780 447 45706 61 25.554 381 14910 104 24.163 561 23217
19 17.506 547 31246 62 120.812 1468 12151 105 61.613 277 4496
20 16.898 734 43437 63 26.798 348 12986 106 23.478 1114 47449
21 63.393 660 10411 64 29.027 417 14366 107 10.021 1089 108672
22 20.996 883 42056 65 183.534 1148 6255 108 35.642 1326 37203
23 32.167 486 15109 66 62.081 607 9778 109 17.019 1009 59287
24 16.814 649 38599 67 30.788 484 15720 110 30.502 936 30687
25 4.154 388 93404 68 53.394 746 13972 111 92.876 1312 14126
26 13.562 838 61790 69 34.777 395 11358 112 141.704 1161 8193
27 29.461 1066 36183 70 79.092 915 11569 113 21.161 165 7797
28 13.693 884 64559 71 37.049 540 14575 114 29.543 617 20885
29 9.489 838 88313 72 117.634 819 6962 115 61.330 698 11381
30 10.336 336 32508 73 104.414 0 116 66.693 1269 19027
31 8.557 634 74091 74 209.881 20 95 117 16.557 1115 67343
32 14.501 925 63789 75 111.904 36 322 118 12.573 522 41518
33 5.594 490 87594 76 5.172 0 119 125.362 470 3749
34 10.720 448 41791 77 19.820 504 25429 120 89.999 279 3100
35 24.634 868 35236 78 49.022 642 13096 121 41.593 923 22191
36 19.749 1123 56864 79 34.876 794 22766 122 58.323 551 9447
37 24.876 709 28501 80 17.372 355 20435 123 378.964 40 106
38 48.160 446 9261 81 161.023 3 19 124 248.927 510 2049
39 66.378 825 12429 82 101.506 826 8137 125 151.789 934 6153
40 16.178 741 45803 83 14.028 0 126 18.324 1260 68762
41 42.161 711 16864 84 42.743 611 14295 127 292.031 736 2520
42 1.838 0 85 55.197 850 15399 128 710.490 438 616
43 29.650 453 15278 86 53.719 85 1582 129 77.124 790 10243
130 206.126 0
Zonizzazione acustica di Casoria
22.
4 CRITERI PER LA REDAZIONE PER PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA
La metodologia scelta per la predisposizione del Piano di
Zonizzazione acustica del Comune di Casoria è stata quella riportata
nelle Linee Guida della Regione Campania.
Le priorità dello strumento urbanistico in vigore ed in itinere, sono
state integrate con i parametri, ed i relativi valori numerici, per la
descrizione dell’uso attuale del territorio.
Gli strumenti di base per la zonizzazione acustica del territorio
comunale sono classificabili in :
documenti urbanistici
rilevazioni sulla reale fruizione del territorio
Nella redazione del piano di zonizzazione acustica non si è tenuto
conto delle verifiche fonometriche dei livelli di rumore esistenti che
saranno invece necessarie per la successiva fase di redazione di
eventuali piani di bonifica e di scelta delle priorità di intervento.
Peraltro, un approccio al lavoro che contemplasse i dati di
immissione sonora rilevabili sul territorio per definire il piano di
zonizzazione acustica sarebbe certamente non corretto sia perché in
contrasto con l’art.4 della legge n.447, in quanto sarebbero ignorate le
destinazioni d’uso preesistenti, sia perché si verrebbe così a
determinare – e si accetterebbe - una suddivisione del territorio basata
solo sulla situazione rumorosa in essere.
Quanto affermato è coerente anche con quanto riportato nelle Linee
guida per la zonizzazione acustica del territorio della Giunta Regionale
della Campania- Assessorato all’Ecologia e alla tutela dell’Ambiente
(Bollettino Ufficiale della Regione Campania n.11 del 22 febbraio
1996). In tale documento è ribadito che l’individuazione delle
caratteristiche di ciascuna zona acustica è legata alla effettiva e
prevalente fruizione del territorio, tenendo conto delle destinazioni di
Zonizzazione acustica di Casoria
23.
piano regolatore - e delle eventuali varianti in itinere del piano
regolatore stesso - nonché della situazione topografica esistente.
Nella individuazione delle zone, è stata data priorità alla
identificazione delle classi a rischio maggiore ( V e VI) e di quella
particolarmente protette (I). In questi casi sono prevalenti i criteri di
fruizione del territorio e di destinazione del piano regolatore.
In particolare, per classe V si intende un’area con insediamenti di
tipo industriale e presenza di abitazioni, mentre per classe VI si intende
un’area monofunzionale a carattere esclusivamente industriale.
Per aree particolarmente protette si intendono le aree ad uso
scolastico, quelle ad uso ospedaliero (ospedali e case di cura), quelle
destinate a parco ed aree verdi e, comunque, tutte quelle per le quali la
quiete sonica é rilevante per la loro fruizione. Dalle aree verdi sono
escluse le piccole aree verdi di quartiere e le aree a verde per uso
sportivo. Per queste la quiete sonica non è un elemento strettamente
indispensabile per la loro fruizione. Fanno ugualmente eccezione le
strutture scolastiche o sanitarie inserite in edifici adibiti ad abitazioni o
ad uffici; tali strutture sono state classificate secondo l’area di
appartenenza degli edifici che le inglobano.
Sul territorio di Casoria non sono state individuati grandi parchi
(Classe Ic) e pertanto, al di fuori delle aree scolastiche, non esistono
aree dove la quiete acustica è elemento essenziale. Le aree comunali
a verde attrezzato di Casoria centro e Arpino sono di fatto aree verde
di quartiere di dimensione limitata, circondate da aree con intensa
attività umana. Per queste aree si è optato per la Classe II.
Per individuare l’appartenenza di determinati territori alle classi II
(aree destinate ad uso prevalentemente residenziale), III (aree di tipo
misto) e IV (aree di intensa attività umana), oltre a tenere conto dei
Zonizzazione acustica di Casoria
24.
criteri di fruizione del territorio e di zonizzazione urbanistica, sono stati
presi in considerazione anche i parametri seguenti:
* densità di popolazione
* densità di attività commerciali ed uffici
* densità di attività artigianali
* densità di attività industriali
* volume di traffico veicolare presente in zona.
La valutazione dei parametri citati è stata legata a valutazioni
statistiche parametrizzate. Ad esempio, i valori di ciascun parametro di
densità sono stati suddivisi in tre classi: bassa, media ed alta densità e
viene associato il valore 1 alla «bassa densità», il valore 2 alla «media
densità» ed il valore 3 alla «alta densità». L’assenza di esercizi
commerciali e di uffici, di attività artigianali o di traffico veicolare, ha
fatto assumere ai relativi parametri valore 0.
Tutte le zone o unità di divisione del territorio per le quali la somma
dei valori dei parametri associati è compresa fra 1 e 4 sono state
proposte per l’assegnazione alla Classe II, quelle per le quali la somma
dei valori dei parametri è compresa tra 5 e 8 sono state proposte per
l’assegnazione alla Classe III ed, infine, quelle per le quali la somma
dei valori dei parametri associati è compresa tra 9 e 12 sono state
proposte per l’assegnazione alla Classe IV. La presenza di piccole
industrie determina da sola l’appartenenza del corrispondente territorio
alla classe IV.
Per quanto concerne la densità abitativa è stato utilizzato un criterio
di confronto tra la densità abitativa (abitanti/ha) dell’area, o dell’unità
territoriale, e la densità abitativa (abitanti/ha) del Comune.
Le aree rurali hanno assunto una classificazione compresa tra la
Classe I (aree rurali residenziali) e la Classe III (aree rurali
caratterizzate da una utilizzazione relativamente frequente di macchine
agricole operatrici).
Zonizzazione acustica di Casoria
25.
Per quanto attiene alla classificazione della rete viaria e delle zone a
ridosso delle strade, si può ritenere che appartengono alla Classe IV le
strade ad intenso traffico (orientativamente oltre 500 veicoli/ora) e,
quindi, le strade primarie e di scorrimento, i tronchi terminali o passanti
di autostrade, le tangenziali, le strade di grande comunicazione, specie
se con scarsa integrazione con il tessuto urbano attraversato.
Appartengono alla Classe III, le strade di quartiere (orientativamente
con un traffico compreso tra 50 e 500 veicoli/ora) e quindi le strade
utilizzate prevalentemente per servire il tessuto urbano. Appartengono
alla Classe II le strade locali (orientativamente con un flusso di traffico
inferiore a 50 veicoli/ora) situate prevalentemente in zone residenziali.
Qualora le strade da classificare siano interne al tessuto urbano, la
zona ad esse propria è limitata dalle superfici degli edifici posizionati
sul fronte strada; in condizioni diverse e , comunque, qualora non
esista una continuità di edifici - schermo, la tipologia classificatoria di
zona della strada si estende ad una fascia di 30 metri a partire dal
ciglio della strada stessa.
Sia la legge quadro sull’inquinamento acustico sia le linee guida per
la zonizzazione acustica redatte dalla Regione Campania consigliano
di non porre a contatto diretto aree, anche appartenenti a Comuni
diversi, caratterizzate da differenza di limiti assoluti di rumore superiori
a 5 dBA. Qualora nell’individuazione delle aree già urbanizzate non sia
possibile rispettare tale vincolo a causa di preesistenti destinazioni
d’uso, si deve prevedere l’adozione di piani di risanamento. Nel
territorio di Casoria, come peraltro in molti comuni con una spiccata
urbanizzazione, non è stato possibile contemplare tale indicazione. La
commistione di zone residenziali con zone industriali è notevole. La
successiva verifica fonometrica individuerà le aree dove sarà
necessario intervenire con opere di risanamento per rispettare i limiti
imposti dalle normative.
Zonizzazione acustica di Casoria
26.
I passi salienti del piano di lavoro utilizzato sono riportati nella Fig.1.
(Fase di acquisizione dati e fase di classificazione).
FIG.1. Metodologia applicata per la zonizzazione acustica
FASE 1 : Acquisizione dati ed informazioni
Lettura dello strumento
urbanistico vigente PRG
Individuazione degli assi
stradali principali e della loro
densità di traffico veicolare
Dati ultimi censimento
ISTAT
Dati reperibili all’Ufficio
Statistica del Comune
RILIEVI IN SITU
Acquisizione dati :
popolazione, numero di
attività artigianali, esistenza
di attività industriali,
esistenza di servizi e di
attrezzature
Individuazione di aree protette :
ospedaliera, scolastica, verde pubblico, storico archeologica.
Zonizzazione acustica di Casoria
27.
FASE 2 : ZONIZZAZIONE ACUSTICA
Raggruppamento di unità con stessa classificazione in zone
acusticamente omogenee
Suddivisione del territorio in unità
In base alle indicazione del PRG ed alle attuali destinazioni d’uso,
il territorio è stato suddiviso in un certo numero di unità.
Attribuzione punteggi alle singole unità in base ai dati attuali e
futuri di :
densità di popolazione
densità di esercizi commerciali e di uffici
densità di attività artigianali
volume di traffico presente in zona
Classificazione delle unità in base al punteggio raggiunto
Classificazione delle strade in base al volume di traffico attuale e
futuro
Controllo della coerenza della classificazione con le
previsioni del PRG
Zonizzazione acustica di Casoria
28.
Nella stesura del piano zonizzazione acustica sono state individuate
alcune aree sulle quali sono in corso studi e progetti per la ridefinizione
della destinazione. Per queste aree l'Amministrazione ha fornito
indicazioni sulle elaborazioni progettuali in corso. Sulla base di tali
indicazioni è stato possibile definire una classificazione acustica che,
ovviamente, sarà operativa allorquando le aree avranno assunto la
nuova connotazione.
In particolare:
area ex Resia
Si tratta di un'area dismessa di circa 100.000 mq. di superficie a
prevalente destinazione urbanistica industriale, mentre circa 22.000
mq. sono destinate ad attrezzature collettive di livello comunale. L'area
è oggetto di un Piano di Insediamento Produttivo, nel quale sono
previste la localizzazione di are per piccola e media impresa e strutture
di servizio alle imprese. L'amministrazione comunale ha previsto di
dotare anche l'area a destinazione pubblica, di un Piano
Particolareggiato, sempre nell'ambito del P.I.P., in cui si prevede la
realizzazione di un parco pubblico, prospicente su via Bissolati. In
riferimento alle aree a destinazione produttiva, il Comune di Casoria
utilizzerà fondi regionali per la infrastrutturazione delle stesse aree.
A quest'area è stata assegnata la Classe IV (area di intensa attività
umana).
Area ex Rhodiatoce e ex Tubibonne
Si tratta di due aree dismesse, inserite nel tessuto urbano
consolidato, ad oggi hanno destinazione urbanistica di zona G,
terziario-commerciale; entrambe le aree sono oggetto di uno Studio di
fattibilità ad oggi in fase di espletamento. Nel richiamato Studio di
fattibilità l'amministrazione Comunale ha richiesto nel capitolato tecnico
di prevedere il recupero e la riqualificazione delle aree dismesse,
finalizzato alla realizzazione di strutture produttive ecocompatibili, di
Zonizzazione acustica di Casoria
29.
servizi e funzioni per la collettività. Quindi per entrambi le aree sono
previste funzioni integrate di piccole attività produttive, di attrezzature
pubbliche a scala urbana e di strutture terziario commerciali.
La descrizione non permette una chiara identificazione della Classe
acustica corrispondente. Se nel progetto esecutivo dell'intervento
saranno predominanti le funzioni di servizio alla collettività l'area
potrebbe ricadere nella Classe III (aree di tipo misto), se invece sarà
predominante la destinazione ad attività produttive l'area dovrà
ricadere nella Classe IV (aree di intensa attività umana). Per questo
motivo le aree sono state classificate come aree di transizione III-IV,
rimandando l'assegnazione definitiva nella fase di stesura dei piani
particolareggiati (art. 4 delle norme di attuazione del PZA)
Area Calcobit
L'area ubicata nei pressi dell'asse territoriale di collegamento della
Circumvallazione esterna ad oggi ospita ancora un'industria per la
produzione di calcestruzzo. Per essa è stato approvato
dall'amministrazione comunale un Accordo di Programma per la
delocalizzazione del complesso industriale ritenuto insalubre, la
realizzazione di un complesso multifunzionale per intrattenimento e
tempo libero, in cui è previsto, tra l'altro, la realizzazione di 11 sale
cinematografiche. Per la nuova destinazione e considerate le attività
previste all'area è stata assegnata la Classe IV.
Area P.E.E.P. Casoria centro
Si tratta di un comparto urbano a destinazione residenziale, sia di
tipo pubblico che agevolata. Per tale area sono in atto le procedure
relative ad un programma di riqualificazione urbana finalizzato alla
realizzazione di infrastrutture pubbliche.
Le indicazioni fornite dall'amministrazione permettono di prevedere
una destinazione dell'area coerente con la zona prevalentemente
Zonizzazione acustica di Casoria
30.
residenziale limitrofa. Pertanto all'area è assegnata la Classe II (aree
destinate ad uso prevalentemente residenziale).
Area Ovulo
L'area è situata al centro di un sistema di infrastrutture autostradali
ed è completamente inedificata. Il P.R.G. vigente individua l'area come
"Terminal Autostradale", in cui non sono ben specificate quali funzioni
dovrà accogliere. L'amministrazione ha inserito tale area all'interno
dello Studio di Fattibilità già citato per le aree ex Rhodiatoce ed ex
Tubibone, quindi si prevede di individuare per l'area una serie di
funzioni del tipo già descritto e, vista l'estensione dell'area, si prevede
anche la creazione di un parco pubblico.
Anche in questo caso non è possibile procedere ad una
classificazione acustica definitiva. Le funzioni previste potrebbero far
ricadere l'area nella Classe III o nella Classe IV a seconda degli
elementi predominanti. L'area è stata pertanto classificata come area
di transizione III-IV, rimandando l'assegnazione definitiva nella fase di
stesura de piano particolareggiato (art. 4 delle norme di attuazione
del PZA).
Area ex A.d.S.
Il complesso industriale dismesso dell'ex A.d.S. è stato
recentemente riattivato per la produzione industriale di tondini di
acciaio per l'edilizia, pertanto continuerà ad avere destinazione
esclusivamente industriale (classe VI).
Zonizzazione acustica di Casoria
31.
5 DESCRIZIONE DELLA NORMATIVA DI ATTUAZIONE DEL PIANO DI
ZONIZZAZIONE ACUSTICA.
Per una efficace applicazione del Piano di Zonizzazione Acustica,
quale primo elemento di una politica di difesa del territorio rispetto
all’inquinamento acustico e come supporto agli strumenti
programmatori, è necessario corredare il Piano con un regolamento di
attuazione nel quale sono specificate le finalità, gli obblighi, le
competenze, i soggetti promotori, gli organi per il controllo ed infine le
sanzioni.
Il regolamento del Piano deve contenere anche specifiche norme di
prevenzione. Infatti, prima di procedere ad un’opera di risanamento
acustico dell’esistente che richiede tempi mediamente lunghi, è
necessario porre le condizioni affinché lo sviluppo di nuove attività
produttive e di nuove infrastrutture non alteri o peggiori la situazione
esistente dal punto di vista dell’inquinamento acustico ambientale.
Un’opera di prevenzione è necessaria e deve essere articolata
attraverso l’introduzione di norme chiare ed efficaci alle quali i cittadini,
i soggetti imprenditoriali ed il governo politico amministrativo del
Comune devono attenersi.
E’ parte integrante del piano la normativa di attuazione che è articolata
in quattro capitoli.
Nel CAPO I, dedicato ai principi generali, sono riportate le definizioni
dei parametri acustici e delle zone corrispondenti alle diverse classi
(art.1); le finalità del Piano (art.2); gli effetti dell’adozione della
Zonizazione Acustica sugli strumenti urbanistici (art.3) e le modalità di
aggiornamento e revisione del Piano (art.4).
Il CAPO II introduce le norme di salvaguardia ambientale e disciplina le
attività rumorose. Nell’art.5 sono individuate le attività potenzialmente
responsabili di inquinamento acustico ai cui responsabili della gestione
Zonizzazione acustica di Casoria
32.
e/o utilizzazione compete il rispetto dei limiti massimi di rumorosità
riportati in allegato alle norme di attuazione. L’art.6 stabilisce i limiti alla
fruizione del patrimonio edilizio per attività funzioni e/o per
l’installazione di impianti in grado di dar luogo ad effetti di inquinamento
acustico. E’ introdotto il concetto della delocalizzazione delle attività
artigianali più rumorose, della non realizzazione di attività ad elevato
impatto acustico (ad es. dancing, attività commerciali polifunzionali)
all’interno di edifici destinati ad abitazioni; della localizzazione lontano
da aree abitative di complessi sportivi particolarmente rumorosi.
Norme specifiche sulla prevenzione sono introdotte negli articoli
successivi.
La domanda di nuove attività produttive (art.7) ed il progetto di nuove
infrastrutture e/o potenziamento di infrastrutture esistenti (art.9),
dovranno essere corredate da idonea documentazione (relazione di
impatto acustico) dalla quali deve risultare evidente il rispetto dei limiti
massimi di rumore stabiliti per le diverse aree e zone comunali.
Nell’art.8 è affrontato, sempre in maniera preventiva, il problema delle
difesa passiva dal rumore; nel progetto di nuove costruzioni (abitative,
scuole, ospedali, ecc.) e/o nella ristrutturazione di questi complessi si
dovrà contemplare la necessità di un adeguato fonoisolamento
utilizzando materiali e/o sistemi idonei. Nell’art.10 è posta la questione
dell’impatto acustico di Piani urbanistici esecutivi.
Il CAPO III è dedicato alla disciplina delle attività rumorose temporanee
il cui esercizio, seppur in deroga rispetto ai limiti di rumorosità stabiliti
dalla normativa, deve essere autorizzato dall’Amministrazione
Comunale. Sono esaminati i cantieri edili e stradali (art.12), le
manifestazioni all’aperto in luogo pubblico (art.13), l’utilizzo di
attrezzature rumorose ma con carattere temporaneo (art.14) (macchine
da giardino, altoparlanti, allarmi antifurto), la coltivazione delle cave dei
materiali (art.15), il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani (art.16).
Zonizzazione acustica di Casoria
33.
Per ognuna di tali attività temporanee sono stabiliti prescrizioni in
termini di livelli sonori massimi consentiti e limitazioni temporali.
Il CAPO IV è invece dedicato sia alla vigilanza del rispetto delle norme
sia alle sanzioni amministrative per l’inosservanza del regolamento.
I molteplici compiti di prevenzione e controllo affidati
all’Amministrazione Comunale, riportati nella normativa nazionale ed in
quella di attuazione del Piano di Zonizzazione Acustica, richiedono,
come peraltro già effettuato in altri comuni, l’istituzione di uno specifico
servizio con competenze appropriate.