relazioni d'amore. star bene con se stessi e con gli altri

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Cosa significa per me l’Altro? Questa è la domanda che ha prodotto in Cecilia Mariotto, psicologa e counselor, la necessità di scrivere questo libro che è dedicato a chi desidera osservare cosa c’è in quello spazio invisibile tra se, e le persone che si amano, come famiglia, figli, compagni, amici. Questo volume, in realtà, racchiude un viaggio dentro una parte profonda di se stessi, quella parte che non sempre si riesce a vedere, ma che si sente forte e vibrante. E’ un viaggio che vuole dare un senso possibile a quegli intrecci, a quei sentimenti che ci rendono parte di un mondo fatto di “Esseri Umani”.

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Prima Edizione: 2011

ISBN 9788889845530

© 2011 Edizioni Psiconline - Francavilla al MarePsiconline® Srl66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/ATel. 085 817699 - Fax 085 9432764Sito web: www.edizioni-psiconline.ite-mail: [email protected]

Psiconline - psicologia e psicologi in retesito web: www.psiconline.itemail: [email protected]

I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qual-siasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi.

Finito di stampare nel mese di luglio 2011 in Italia da Greco&Greco srl - Milano per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl)

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INDICE

Introduzione

Vivere bene ogni fase della vita1. I cinque passi verso la realizzazione personale2. I nostri due cervelliFrasi chiave

La relazione di coppia1. Il mito dell’androgino di Platone2. Che cos’è la coppia?3. Il punto di vista della psicologia4. L’importanza della scelta del partner5. Come scegliere un partner?Frasi chiave

La relazione in famiglia1. La famiglia biologica2. La famiglia di elezione3. La famiglia di aziendaFrasi chiave

La relazione con i fi gli1. Parlare e condividere ciò che si prova2. L’importanza della relazione tra i futuri genitori durante

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3. Stabilire un contatto con il fi glio4. L’approccio della PNL: i canali della comunicazioneFrasi chiave

Le relazioni con i genitori1. Il paradigma delle cinque feriteFrasi chiave

Come trasformare una ferita in un dono1. Il rifi uto trasformato in accettazione2. L’abbandono trasformato in presenza3. L’umiliazione trasformata in autostima4. Il tradimento trasformato in fi ducia5. L’ingiustizia trasformata in senso di giustizia6. I cinque punti di passaggio7. I cinque doni nelle relazioniFrasi chiave

Come superare i momenti di diffi coltà1. Il modello del meta-equilibrioFrasi chiave

Conclusione

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INTRODUZIONE

"Amatevi, ma non tramutate l'amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una sola coppa. Scam-biatevi il pane, ma non mangiate un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete a ciascuno di voi d'essere solo"

Ho voluto iniziare la prima pagina di questo libro con le parole di un autore che mi piace molto, Kalhil Gibran, che riesce ad espri-mere in poche righe uno dei concetti preponderanti che andremo a sviscerare all'interno di questo testo. Trovo che questo suo afo-risma ci introduca, letteralmente, nel vivo del discorso e nel per-corso attraverso il quale faremo il nostro viaggio in queste pagine. Il cuore di ogni relazione che costruiamo o che abbiamo costruito sta proprio nella bellezza di due o più persone che si scambiano qual-cosa, che comunicano, e che allo stesso tempo apprezzano il benes-sere del rapporto con se stessi. É un viaggio verso la consapevolezza di sé, perchè riuscendo a percepire il nostro benessere individuale, permettendoci questo, possiamo danzare felici insieme agli altri, ed essere felici insieme a loro. Questo libro nasce dall'idea di poterti

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dare uno strumento attraverso il quale raggiungere questo obiettivo: guardare dentro te stesso per migliorare il tuo benessere, per mante-nerlo, e per renderlo sempre più solido e intenso.

Come vedrai nelle pagine che seguiranno, osserveremo quanti sono gli aspetti che infl uiscono sulle nostre relazioni, sul nostro modo di rapportarci agli altri, dalla nostra nascita, fi no al nostro percorso verso la consapevolezza e il benessere. Andremo a guar-dare dentro di noi, ascoltando ciò che proviamo, anche attraverso un metodo pratico che avrai la possibilità di sperimentare alla fi ne del testo. Quindi ti suggerisco di tenere carta e penna a portata di mano! In questo percorso andremo a capire cosa può aver spinto, un grande autore come Gibran, a considerare questo aspetto delle relazioni, che ha saputo descrivere con dolcezza, delicatezza ed ele-ganza. Poiché, come tutti i grandi autori, parte dall'esperienza della vita per dar vita ai suoi scritti, e per lasciare un messaggio a chi ha il desiderio di coglierlo. Partiamo dunque per questo nostro viaggio, per questo nostro percorso, e che possa essere per te, come per me “un mare in movimento tra le sponde opposte delle nostre anime”

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VIVERE BENE OGNI FASE DELLA VITA

La nostra vita è un continuo susseguirsi di esperienze, l'una dentro l’altra, di fasi che si modifi cano in continuazione e che danno origine allo svolgersi e alla realizzazione della nostra vita. Tutto questo a partire dalla nostra nascita, che poi si trasforma in infanzia, in adolescenza, in età adulta, fi no ad arrivare alla vecchiaia. Insieme a queste fasi che potremmo defi nire “fi siologiche”, cambia tutto il nostro modo di relazionarci al mondo, alla famiglia, alla coppia. Ogni volta che passiamo da una fase ad un’altra non cambiamo solo fi sicamente, ma cambiamo anche interiormente, cambiano le nostre esigenze, le nostre relazioni, il nostro modo di vivere le emozioni, e di guardare al mondo. La cosa interessante è che nonostante le fasi mutino, e si trasformino, non necessariamente seguiamo tutti un ritmo prestabilito e scandito. A seconda delle esperienze che viviamo, dal modo in cui nasciamo, alla famiglia in cui cresciamo, alle relazioni che frequentiamo, ognuno di noi vive e si trasforma secondo un ritmo personale, individuale e unico. Non vanno però dimenticati tempi e ritmi più o meno standard, se così vogliamo chiamarli, che scandiscono in modo piuttosto omogeneo le tappe di crescita e trasformazione fi sica.Stiamo quindi suonando un primo tasto molto importante, ovvero il fatto che ciascuno di noi segue un proprio ritmo, ha i propri tempi per evolvere, trasformare e realiz-zare se stesso.

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Ciascuno di noi ha un proprio ritmo secondo cui evolve interiormente e vive le proprie emozioni e relazioni.

Riconoscere questa unicità e questa particolarità, che identi-fi ca ciascuno di noi, è un buon punto di partenza per conoscere se stessi sempre più in profondità. Ad esempio, se sei in contatto con te stesso, e prendi consapevolezza del tuo modo personale e parti-colare di relazionarti con la tua famiglia, genitori, fratelli, nonni, parenti, eccetera, sarà per te più facile capire anche il tuo modo di relazionarti con le persone al di fuori della tua famiglia. Vedremo, mano a mano che approfondiremo questo tema, come sia importante conoscere il nostro modo personale con cui ci relazioniamo, per poter realizzare al meglio le nostre relazioni, per conoscere i nostri punti di forza e i nostri punti di debolezza. Visto che impariamo il relazionarci ad altri esseri umani iniziando dalla nostra famiglia, è molto importante che ci soffermiamo ad “ascoltare” il modello di relazione che abbiamo imparato dal primo giorno della nostra vita. Una delle cose che ci può essere di grande utilità, in questo nostro viaggio chiamato vita, è conoscere noi stessi senza giudicarci, e accettare e amare ciò che siamo.

Riuscendo ad amare noi stessi, e in questo caso specifi co il nostro ritmo personale di evoluzione e trasformazione, staremo meglio con noi stessi e sapremo amare anche chi ci sta intorno, le persone a noi care, e con cui vogliamo condividere qualcosa di importante. Imparando ad ascoltare il nostro ritmo di trasformazione, emotiva e relazionale, e accettandola amorevolmente, saremo in grado di porci amorevolmente anche nei confronti degli altri esseri umani, e più riusciamo a relazionarci in modo amorevole, più ogni fase della nostra vita ci vedrà soddisfatti, felici e realizzati. Ci sono molti autori, che stanno emergendo in questi ultimi anni, che scrivono testi molto interessanti e signifi cativi sull’importanza di amare se stessi, per poter raggiungere un pieno benessere, una piena vitalità e delle relazioni positive nella nostra vita. La cosa interessante è che molto spesso questi testi sono scritti da autori che sono diventati “grandi” autori perché hanno vissuto le diffi coltà proprio nelle loro esperienze di vita, le hanno sofferte, ascoltate, affrontate, e trasfor-

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mate a tal punto da diventare uno strumento di supporto, di con-fronto, e di conoscenza per tutti i lettori.

Ritengo che ognuno di noi nella propria vita, a prescindere che scriva o meno un testo, abbia vissuto, stia vivendo, o vivrà diffi coltà nella sua vita. E ognuna di queste ha un signifi cato importante nella vita di ciascuno, poiché ogni esperienza che viviamo la viviamo al nostro ritmo, e di conseguenza anche esperienze, che possono sembrare apparentemente simili, hanno un signifi cato molto diverso per ogni persona che la vive. Ecco un altro motivo per cui è impor-tante conoscere e amare se stessi, perché ci invita a comprendere noi stessi, e anche gli altri. Amare noi stessi ci stimola ad una com-prensione del fatto che ciascuno di noi ha un proprio modo di vivere un’emozione, un’esperienza, una fase della propria vita, e il rispetto verso di noi e verso l’altro è una risorsa molto importante per rag-giungere ogni nostro obiettivo, per realizzare noi stessi.

Amare noi stessi, e il nostro modo di essere, è il primo passo per riuscire a relazionarci e ad amare l'altro.

Iniziamo a percorrere le diverse fasi in cui ci evolviamo, con-siderando in modo particolare l’aspetto delle relazioni. Possiamo considerare l’inizio del nostro “metterci in relazione” con la nostra nascita, ovvero il primo giorno della nostra vita fuori dall’utero materno. In realtà noi iniziamo molto prima una relazione molto stretta con la persona che ci porta nel suo grembo, una relazione fatta di un linguaggio molto particolare, più che altro vibrazionale, che infl uenzerà in modo determinante parte della nostra vita.

Il giorno della nostra nascita noi veniamo uffi cialmente al mondo, e iniziamo a respirare, a piangere, a muoverci, insomma abbiamo a disposizione tutti i mezzi, o quasi tutti, che gli esseri umani hanno per comunicare e relazionarsi. Non è più quindi solo una relazione silenziosa e vibrazionale, ma è una relazione più esplicita. I neo-nati quando hanno fame, o vogliono attirare l’attenzione sanno bene come farlo! E di certo non sono silenziosi! Iniziamo a relazionarci anche con le espressioni del viso, sorridendo, oppure piangendo, ini-ziamo a muovere le manine e i piedini, e iniziamo a cercare esempi

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attraverso cui “migliorare e implementare” il nostro modo di rela-zionarci. Cerchiamo quindi già da subito dei modelli attraverso cui imparare ad esprimere ciò che sentiamo, ciò di cui abbiamo bisogno, e ciò che vogliamo ottenere. Ecco che, come prima cosa, stabiliamo una relazione con uno schema stimolo-risposta, con le fi gure che da neonati, garantiscono la nostra sopravvivenza. Cosa signifi ca ciò? Signifi ca che, quando veniamo al mondo, abbiamo una capa-cità e sensibilità molto acuta attraverso cui apprendere pressoché immediatamente qual è il modo per noi migliore di attirare la nostra attenzione e vedere soddisfatti i nostri bisogni. Uno degli esempi maggiormente usati per spiegare questo concetto è il bambino che piange spesso o che si ammala spesso. Al di là dei signifi cati più specifi ci e particolari che possono stare dietro ad un pianto o ad una febbre, possiamo guardare, in senso più ampio e generale, il primo effetto “macro” che il neonato produce: attirare l’attenzione verso la sua cura.

Iniziamo a imparare a relazionarci da quando siamo nati, attraverso ciò che ci comunicano le fi gure che ci sono vicine.

Fin da quando siamo neonati impostiamo una relazione richiamo-risposta. Questo schema fonderà le sue fondamenta sul “richiamo” che nutrirà maggior successo tra le fi gure adulte che si prendono cura di noi. Possono essere svariati i nostri “richiami”, ad esempio il pianto, ma anche il sorriso, un abbraccio, rompere un oggetto, sbattere sul seggiolone ogni cosa che abbiamo in mano, ma anche iniziare a stare sulle due gambette, addormentarci con facilità, e tante altre piccole grandi cose. Ciò che apprendiamo a grande velo-cità è proprio il “richiamo” azzeccato per le nostre fi gure di riferi-mento. In questo caso i genitori, o le fi gure adulte che si occupano e si prendono cura di noi, in qualche modo decidono e ci instradano, più o meno consapevolmente, su quello che sarà il “richiamo” pre-ferenziale. E questa sarà una fase determinante, poiché su questa si fonderà la nostra base attraverso cui inizieremo, più o meno consa-pevolmente, ogni rapporto con le persone che incontreremo nella nostra vita.

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Come dicevamo, ognuno di noi sviluppa un proprio schema relazionale, che si modella all’interno del contesto familiare in cui nasce. Diffi cilmente esisterà uno schema uguale ad un altro, proprio perché ognuno di noi è unico, e vive a proprio modo ogni esperienza. Insieme allo schema che costruiamo in qualche modo condizionati dalla nostra famiglia di origine, esiste però una tendenza innata e naturale dentro di noi, che spesso, più cresciamo più perdiamo, che mira al nostro totale benessere, e al benessere di chi ci sta intorno.

In pratica ognuno di noi nasce con questa “luce interiore” che mano a mano si modifi cherà a seconda delle esperienze che viviamo, e dei legami e relazioni che impostiamo lungo il corso della nostra vita. Generalmente, arrivati ad un certo punto della nostra vita, ini-ziamo a sentire un grande desiderio di tornare in contatto con questa nostra essenza innata, con il nostro essere più profondo, che tradu-ciamo poi nelle azioni e situazioni che ci rendono veramente felici, e ci fanno sentire davvero realizzati come persone. É un po’ quella linea che ci indica cosa ci fa stare bene davvero e cosa no. Ma prima di riprendere il contatto con questo nostro punto di forza è neces-sario riprendere ad ascoltare noi stessi proprio come lo abbiamo fatto il giorno in cui siamo venuti al mondo: senza fi ltri. É molto rapida la ri-modulazione di questo nostro contatto con noi stessi, e molto spesso, dovendoci adattare a situazioni che possono essere diffi cili da superare, siamo portati ad allontanarci da questa nostra grande risorsa. Preciso che questa “deviazione” che molto spesso ci caratterizza è anche dovuta a necessità contingenti, e in qualche modo necessaria in determinate situazioni.

La cosa bella è che il nostro desiderio di rimanere in contatto con questa parte più autentica di noi prima o poi emerge nel corso della nostra vita, e abbiamo tutti gli strumenti per assecondare e appro-fondire questo nostro desiderio, al fi ne di raggiungere poi il nostro obiettivo, ovvero quello di essere persone autentiche, che sono in contatto con i propri desideri, i propri obiettivi, che sanno sorridere e realizzarsi nella propria vita.

Vivere bene ogni fase della nostra vita signifi ca viverla in modo autentico, riscoprendo il nostro contatto con noi stessi.

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Il nostro benessere, e quello delle persone che ci sono vicino, è quindi il principale obiettivo autentico che ciascuno di noi porta dentro di sé. Nel periodo in cui viviamo, ora, sono sempre di più gli strumenti che ci vengono offerti per metterci nuovamente in contatto con questa nostra parte vitale, creativa e positiva di noi stessi. Siamo partiti dal giorno della nostra nascita perché è proprio dall’inizio della nostra vita che iniziamo a impostare il nostro modo di entrare in contatto con il mondo. Il primo e più diffi cile passo che ci troviamo a compiere, nella nostra vita, è proprio quello di indivi-dualizzarci, ovvero di identifi carci in un individuo unico ed irripe-tibile, che procede verso una propria sempre maggiore autonomia e sempre maggiore realizzazione. Ma vediamo meglio cosa signifi ca.

Quando veniamo al mondo la primissima cosa che facciamo è respirare. Respirare è la prima funzione che iniziamo a fare da soli, e che ci consente un primo grande passo verso la nostra indivi-duazione e autonomia. Prima vivevamo come pesciolini nel ventre materno, alimentati e nutriti dalle nostre madri, e totalmente dipen-denti da loro. Quando usciamo alla luce iniziamo passo dopo passo ad individualizzarci sempre di più, ed ecco che uno dei primi step è proprio quello di garantirci ossigeno suffi ciente per la nostra soprav-vivenza. E tutto questo in modo del tutto naturale e istintivo.

Nessuno ci spiega come farlo, non ci viene dato un depliant illu-strativo in cui ci viene spiegato come aprire e chiudere i polmoni, come far entrare l’aria nelle nostre vie respiratorie, e come espellere l’anidride carbonica. Riusciamo, e basta! É tutto naturale, e molto più semplice di quanto si possa spiegare. Leggendo queste righe avrai intuito quanto sia determinante l’obiettivo dell’individualizzazione! É proprio questo nostro desiderio che ci spinge e ci sprona verso il nostro viaggio da esseri umani! Del resto, come scopriamo poi pro-cedendo nella nostra vita, la respirazione è un segnale che ci indica, in modo quasi infallibile, come stiamo in quel preciso momento, ed inoltre è la funzione del nostro sistema nervoso autonomo che siamo in grado di controllare, più o meno, facilmente.

Eccoci dunque, dopo il nostro primo respiro a pieni polmoni, ad aver compiuto il nostro primo passo verso la costruzione della nostra identità. Ora, torniamo al titolo di questo primo capitolo:

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vivere bene ogni fase della nostra vita. Credo sia importante innan-zitutto chiarire cosa si intende per “vivere bene” in questo preciso contesto. Partiamo dal presupposto che il nostro obiettivo sia pro-prio quello di vivere nel benessere, sotto ogni punto di vista, quindi economico, familiare, di coppia, relazionale, professionale, e tutto ciò che vogliamo aggiungerci. In questo caso ci sono molte inte-razioni che entrano in gioco all’interno di questi diversi contesti, e queste interazioni sono costituite dalle relazioni tra noi e gli altri.

In pratica il nostro obiettivo da raggiungere è quello di stare bene con noi stessi e con gli altri. La nostra individualità, che abbiamo iniziato a creare il giorno della nostra nascita si relaziona perciò a molte altre individualità, che sono le persone che incrociamo, per breve o lungo tempo, nella nostra vita. Ecco un punto che ci serve per chiarire sempre meglio cosa signifi ca “vivere bene” le fasi della nostra vita: rispettare la nostra individualità e la individualità dell’altro. Questo è un presupposto che ci consente di comprendere quanto sia importante riconoscere noi stessi e l’altro come individui, come mondi pieni di ricchezza, esseri in grado di ricevere e di dare.

Il rispetto per la nostra individualità ci consente di rispettare l’individualità dell’altro.

Ciò che signifi ca? Signifi ca che più siamo in contatto con noi stessi, più conosciamo come siamo, come reagiamo, che emozioni proviamo, e come ci mettiamo in relazione, più ci rispettiamo e ci amiamo. A questo punto saremo sempre più in contatto con la natu-rale tendenza a rispettare l’altro. Come individui nasciamo e cre-sciamo all’interno di sistemi, ovvero insiemi di persone tra loro unite da relazioni. Ognuno di noi nasce in una particolare famiglia, può capitare che non cresciamo nella famiglia che ci ha messo al mondo, ed ecco che il sistema di relazioni si allarga. Crescendo iniziamo ad avere sempre più contatti con persone esterne alla famiglia, prima i parenti, vicini e lontani, poi mano a mano il nido, la scuola materna, elementare, poi altri contesti come attività che iniziamo a svolgere per hobby, come la musica, lo sport, la danza, e tanto altro.

Ognuna di queste realtà è un sistema che ha le proprie regole, le

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