report lab sts napoli 14.05.13

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PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1 CAMPANIA Linea A.2 – PROGETTARE Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance REPORT LABORATORIO “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)” STS “F2 Area Flegrea” STS “B1 - Vallo di Diano” Workshop integrato: confronto tra i STS Area Flegrea e Vallo di Diano e individuazione di un modello organizzativo e delle possibili azioni da realizzare.

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Report del Laboratorio "Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo". Linea A.2 - PROGETTARE di Capacity SUD.

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PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1

CAMPANIA

Linea A.2 – PROGETTARE Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance

REPORT LABORATORIO

“Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)”

STS “F2 Area Flegrea” STS “B1 - Vallo di Diano”

Workshop integrato: confronto tra i STS Area Flegrea e Vallo di Diano e

individuazione di un modello organizzativo e delle possibili azioni da realizzare.

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INDICE

INTRODUZIONE .................................................................................................................... 3 

1.  L’organizzazione dei lavori .............................................................................................. 3 

2.  Gli interventi introduttivi ................................................................................................ 3 

3.  I lavori della giornata ....................................................................................................... 4 

3.1 I Sistemi Territoriali di Sviluppo Area Flegrea e Vallo di Diano a confronto ................... 5 

3.1.1 I risultati di sintesi del confronto .................................................................................... 7 

3.2 Tipologie e modalità di funzionamento del soggetto gestore di un Sistema Territoriale

di Sviluppo .............................................................................................................................. 8 

3.3 Quale organizzazione per gli STS Area Flegrea e Vallo di Diano? .................................. 11 

4.  Considerazioni finali ....................................................................................................... 12 

5.  Allegati ............................................................................................................................ 12 

•  Allegato 1 - Programma .................................................................................................. 12 

•  Allegato 2 - Elenco partecipanti ..................................................................................... 12 

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 INTRODUZIONE

Il workshop integrato fra i due STS, svoltosi il giorno 14 maggio 2013 presso il complesso “Terme Stufe di Nerone” a Bacoli (Na), ha rappresentato la terza giornata di attività del Laboratorio “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)” rivolto ai STS “Vallo di Diano” e “Area Flegrea”, all’interno del Progetto Capacity SUD - Linea Progettare.

Il Workshop è consistito in un confronto dei risultati delle analisi realizzate con i STS “Vallo di Diano” e “Area Flegrea” nelle prime due giornate e in un ragionamento finalizzato all’individuazione di un modello organizzativo che ne valorizzi appieno l’istituzione e delle possibili azioni da realizzare per la sua effettiva implementazione.

Complessivamente all’attività hanno partecipato 55 persone, di cui alcune rappresentative di soggetti istituzionali (comuni, comunità montane, soprintendenze, ecc) altre del partenariato economico e sociale (associazioni, fondazioni, ONLUS, ecc). Trattandosi di un percorso laboratoriale, quasi tutti i partecipanti avevano già preso parte ai lavori delle prime due giornate.

In allegato l’elenco completo dei partecipanti con indicazione dell’ente di appartenenza (All. 2).

1. L’organizzazione dei lavori

Il confronto tra le attività di analisi operate singolarmente nei due STS è stato finalizzato ad individuare caratteristiche comuni e differenze come base di partenza di una riflessione comune sulle possibili soluzioni organizzative relative alla definizione di un modello di gestione dell’STS funzionale ad un più efficace ricorso alle opportunità offerte dalla Programmazione comunitaria 2014-2020.

La prima parte della giornata è stata dedicata alla presentazione del territorio e dei risultati delle analisi SWOT realizzate nei primi incontri di laboratorio. Successivamente sono stati presentati i modelli organizzativi di enti e/o aggregazioni sovra comunali, messi a disposizione dal nostro ordinamento quali possibili modelli di gestione delle politiche di sviluppo integrato. Infine, l’ultima parte della giornata è stata dedicata all’individuazione dei passi operativi da compiere per andare avanti nella direzione di un’organizzazione riconosciuta per i due STS Area Flerea e Vallo di Diano.

La metodologia utilizzata è stata quella del Metaplan®, che ha permesso di visualizzare e clusterizzare le idee espresse in maniera partecipata da tutti i presenti all'attività.

Hanno condotto i lavori Serenella Paci, esperta facilitatrice e Rino Capezzuto, avvocato amministrativista.

2. Gli interventi introduttivi

Elena Tropeano, responsabile del progetto Capacity, Sud Linea A.2 – PROGETTARE apre i lavori ringraziando i presenti della partecipazione e la famiglia Colutta delle terme Stufe di Nerone per aver messo a disposizione la struttura. Sottolinea i risultati e il buon andamento che il progetto ha dimostrato ad oggi, grazie alla partecipazione attiva di tutti. Lascia quindi la parola a Maria Caristo, dirigente regionale.

Maria Caristo interviene ringraziando i presenti per la partecipazione e ripercorrendo brevemente gli incontri precedenti del percorso laboratoriale, avviato nell’ambito del Progetto

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Capacity Sud, al quale il Settore “Rapporti con Province, Comuni. C.M. Consorzi (EE.LL)” della Regione Campania ha aderito con convinzione al fine di supportare e migliorare le competenze del territorio, in particolare dei STS a confronto in previsione della nuova programmazione.

Presenta poi l’obiettivo del workshop e sottolinea l’importanza di una partecipazione attiva del territorio per il raggiungimento dello stesso.

3. I lavori della giornata

Serenella Paci, progettista/facilitatrice - consulente di FormezPA, ripercorrendo il percorso fatto negli incontri precedenti presenta la scaletta della giornata organizzata in tre sezioni:

1) I Sistemi Territoriali di Sviluppo Area Flegrea e Vallo di Diano a confronto

2) Tipologie e modalità di funzionamento del soggetto gestore di un Sistema Territoriale di Sviluppo

3) Quale organizzazione per i STS Area Flegrea e Vallo di Diano?

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Formez PAProgetto Capacity SudRegione Campania

Governance e organizzazione dei

Sistemi Territoriali di Sviluppo Area Flegrea e Vallo di Diano

Bacoli14 maggio 2013

regole di discussione

tutti gli interventi che si desidera, ma brevi

la discussione a voce è supportata dalla discussione per iscritto

si può dissentire...

...ed aggiungere argomenti

Ogni segmento della discussione si svolgerà attraverso:

confronto tra i diversi punti di vista

confronto tra la situazione auspicata e le situazioni reali

ricerca di una sintesi e di direttrici d’azione

un solo argomento in ogni cartoncino

più di una parola, non più di tre righe

agenda

Obiettivi del lavoro insieme:Aprire uno spazio partecipativo di confronto e discussione sul disegno organizzativo dei Sistemi Territoriali di Sviluppo Elaborare un’analisi strategica SWOT partecipata relativa agli STS Area Flegrea e Vallo di DianoIndividuare nuove prospettive e soluzioni operative anche in vista della nuova programmazione comunitaria 2014-2020

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3.1 I Sistemi Territoriali di Sviluppo Area Flegrea e Vallo di Diano a confronto

La prima parte della mattinata è stata dedicata alla presentazione dei STS da parte di Francesco Escalona, referente territoriale nel gruppo regionale per il STS Area Flegrea, che si è occupato in maniera continuativa delle problematiche connesse alla individuazione e perimetrazione dei STS in Regione Campania, nonché profondo conoscitore dei Campi Flegrei e Osvaldo Cammarota, consulente FormezPA, referente territoriale per il STS Vallo di Diano.

Francesco Escalona ha ripercorso la storia dei Campi Flegrei a partire dalla seconda metà degli anni novanta, momento in cui si è cominciato a parlare di programmazione negoziata. Ha sottolineato come sia stato in questo periodo storico che il territorio ha partecipato con forza al processo di rivalutazione e ripensamento della propria storia. Gli attori locali, fino a quel momento molto distanti tra loro, hanno iniziato a riunirsi per fare in modo che si ripensasse con coerenza alle caratteristiche di valore del territorio per disegnare progetti ed interventi che rispondessero alle reali esigenze dell’area flegrea.

Si è avviato allora il processo di costruzione del Patto Territoriale dei Campi Flegrei che sebbene non abbia avuto esiti particolarmente lusinghieri in termini di attuazione degli interventi, tuttavia è stato un momento strategico di trasformazione del territorio e ha contribuito a far crescere la diffusa convinzione che nell’area Flegrea, accanto ai molti problemi irrisolti, si concentrassero anche un gran numero di opportunità di sviluppo legate ai beni ambientali, culturali, paesaggistici. Questa crescente consapevolezza ha consentito di cominciare a disegnare una strategia di sviluppo possibile, sostenibile e fortemente concertata.

L’esperienza del Patto è stata poi riversata nel PIT Campi Flegrei (Progetti Integrati Territoriali) che prevedeva un sistema di interventi, materiali ed immateriali volti al restauro, recupero, riqualificazione e valorizzazione dei beni monumentali, delle aree archeologiche e dei percorsi storici di collegamento che erano state completamente abbandonate.

Ancora una volta, poi, con la costruzione degli accordi di reciprocità è emersa la forte volontà del territorio e degli attori locali di partecipare attivamente. Nonostante la Regione non abbia ritenuto di adottare lo strumento degli Accordi di reciprocità, una parte di esso è confluita nel Grande Progetto per la valorizzazione dei laghi a conferma che gli interventi passati, seppur non hanno avuto reale continuità hanno comunque contribuito a costruire un’idea di sviluppo dell’area flegrea basata sulla valorizzazione delle tante ricchezze di questo territorio.

Francesco Escalona ha ripercorso, poi, i punti di forza e di debolezza individuati attraverso l’analisi SWOT sottolineando che il principale problema da risolvere è quello della gestione del patrimonio, non solo culturale e paesaggistico ma anche di risultati raggiunti da interventi precedenti per evitare di vanificare le esperienze pregresse e partire da ciò che già stato prodotto e aspetta di essere messo a valore. Dalla riflessione emerge che il STS Area Flegrea ha bisogno di un soggetto intercomunale per la gestione e organizzazione del territorio e per la comunicazione esterna ed interna. Inoltre è necessario definire una modalità per fare entrare in gioco il partenariato locale e fare in modo che dialoghi in maniera costruttiva con le istituzioni.

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Osvaldo Cammarota interviene presentando le principali caratteristiche del Vallo di Diano, territorio con una grande ricchezza di risorse.

Nel STS Vallo di Diano è sempre stato forte il ruolo della Comunità Montana che ha portato i Comuni a poter usufruire dei fondi comunitari, nazionali e regionali e degli strumenti messi a disposizione dai diversi cicli di programmazione. Purtroppo, però, la più forte debolezza del territorio è data dal fatto che tutti questi strumenti non sono stati utilizzati nell’ambito di una strategia organizzativa. Non è stata consolidata una cultura organizzativa adeguata ad accompagnare nel tempo le politiche di sviluppo.

Soprattutto per questo motivo le risorse del territorio non hanno prodotto una ricchezza commisurata al loro valore e gli investimenti fatti non hanno dato i risultati attesi. Sottolinea, purtroppo, che la programmazione regionale non si è ancora attivata in maniera forte sulla necessità di un investimento non solo nella realizzazione delle opere ma soprattutto nella loro gestione, di fatto avvalorando la riflessione fatta da Francesco Escalona.

La direzione in cui muoversi, per risolvere queste criticità, è quella della coesione territoriale fra strutture amministrative, associazioni e strutture produttive per fare in modo che i singoli interventi convergano verso un obiettivo comune.

E’ necessario superare la scarsa propensione ad “unire le forze” poiché se non si dà concretezza alla coesione e alla integrazione di cui tanto si parla si avrà solo un’ulteriore dispersione di risorse. La soluzione auspicata è di mettere insieme le risorse endogene per utilizzare al meglio le risorse esogene.

Il STS Vallo di Diano, come è già stato sottolineato per il STS Area Flegrei, necessita di una struttura organizzativa che sia flessibile ma che garantisca continuità a prescindere dall’alternarsi dei governi e delle programmazioni.

Il laboratorio di progettazione partecipata, previsto dall’art.7 del Piano Territoriale Regionale

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(PTR) e istituito dalla Comunità Montana Vallo di Diano, può essere il luogo a cui far riferimento.

L’indicazione che viene dal Settore Enti locali della Regione Campania è di proseguire su questa strada, ma per fare ciò è necessario un documento di indirizzo.

3.1.1 I risultati di sintesi del confronto

Attraverso la metodologia Metaplan®, Serenella Paci, ha visualizzato gli elementi comuni e le differenze tra i due STS Area Felgrea e Vallo di Diano emersi dagli interventi dei due referenti, che si riportano di seguito.

Gli elementi comuni sono:

1) E’ stato sperimentato un percorso di progettazione partecipativa con i PIT

2) E’ stato sperimentato un percorso di progettazione partecipativa con Accordo di Reciprocità

3) Gli investimenti fatti non hanno dato i risultati attesi

4) Occorre attivare un’azione integrata per lo sviluppo

5) Occorre migliorare la coesione territoriale

6) E’ necessaria una struttura organizzativa permanente

Le differenze sono :

1) Nell’area Flegrea è stata avviata la sperimentazione di un ufficio comune per l’attuazione di un “Grande Progetto”

2) Nel STS Vallo di Diano è presente una forte struttura sovra comunale (la Comunità Montana) in cui è stato avviato il laboratorio di pianificazione territoriale partecipata.

In entrambi i casi si evidenzia la necessità di un assetto organizzativo stabile e di un luogo di confronto e partecipazione definito e con regole certe.

La Nuova Programmazione 2014-2020 offre ad entrambi i STS le opportunità descritte nei nuovi strumenti di programmazione e progettazione definiti:

SLOP: Sviluppo Locale Partecipativo

ITI: Interventi Territoriali Integrati

Tuttavia, la coesione è però una precondizione assoluta, e altrettanto chiaramente individuata, per l’accesso alle risorse (condizionalità ex ante).

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I Sistemi Territoriali di Sviluppo Area Flegrea e Vallo di Diano

Punti di forza

STS Area Flegrea

STS Vallo di Diano

Punti di debolezza

STS Vallo di Diano

STS Area Flegrea

AssociazionismoVisione strategica e volontà dei decisori

Partenariato economico e sociale

Patrimonio materiale ed immateriale

Esperienze di sviluppo locale

sostenibile

Risorse territoriali e qualità del territorio

Identità

Risorse umane

Qualità della vita

STS «Inconscio»

Specificità e prodotti tipici

Governance

Governance del territorio

Gestione del patrimonio

Sistema della mobilità

Comunicazione esterna

Progettazione di qualità

Valorizzazione del patrimonio

naturalistico

Valorizzazione dei beni culturali

Sistema produttivo agricolo

Sistema integrato di trasporto

Degrado del territorio

Criminalità

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Quali differenze possiamo evidenziare?

Quali elementi comuni possiamo evidenziare?

11 Obiettivi TematiciProgrammazione Comunitaria

2014-20

Coesione precondizione per

l’accesso alle risorse

Condizionalità ex ante

7 Innovazioni di metodo

«Documento Barca»

SLOP Sviluppo Locale

Partecipativo

Attivazione di un organismo che porti

avanti le progettualità

ITIInvestimenti

Territoriali Integrati

Percorso di progettazione del PIT

Percorso di progettazione

AdR

Gli investimenti fatti non hanno ancora dato i risultati attesi

Attivare un’azione integrata per lo

sviluppo

Le risposte alle criticità individuate devono essere di livello territoriale

STS ?

Forte spinta da parte delle imprese locali STS Area Flegrea

Occorre una struttura organizzativa permanente

ed una continuità d’azione (es: politiche

sociali)

Occorrono strumenti a livello legislativo

Occorre migliorare la coesione territoriale

per la programmazione e lo

sviluppo

Manca ancora l’interlocuzione con

l’Ente politico regionale

Occorre riconoscere gli ambiti degli STS

per le diverse politiche

Attuazione «Grande Progetto»

sperimentazioneArea Flegrea

Soggetto di governo sovracomunale

(Comunità Montana)Vallo di Diano

Ufficio Comune per l’attuazione del

Grande Progetto

GAL Vallo di Diano

Laboratorio di pianificazione

territoriale partecipato Vallo di Diano

Quali opportunità possiamo evidenziare?

anche oltre la Comunità Montana

Vallo di Diano

Incontri sui territori comunali per riflettere

sui risultati del ws

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Successivamente, è stato dedicato un ampio spazio alla discussione tra i partecipanti, dalla quale è

emerso che:

- Sul territorio manca una vera progettualità: spesso le risorse economiche dei fondi vengono utilizzate per interventi singoli o di natura ordinaria e non per la costruzione di progetti volti alla crescita del territorio.

- E’ necessaria una struttura organizzativa per la gestione del STS, bisogna creare un ufficio che rappresenti il STS e che, nel caso del Vallo di Diano, possa vivere a prescindere dalla Comunità Montana. E’ necessario garantire una continuità amministrativa che superi l’alternanza delle legislature.

- E’ necessario che dal territorio si faccia promotore di soluzioni concrete e che la Regione Campania si attivi nella predisposizione di un documento di indirizzo: non è sufficiente recepire i programmi, c’è bisogno di indicazioni chiare.

A tal proposito il presidente della Comunità Montana Vallo di Diano, Raffaele Accetta, legge un documento a firma congiunta di tutti i Comuni del STS Vallo di Diano indirizzato al Ministro per la coesione territoriale, all’Assessore Enti Locali, al presidente della Regione Campania e al presidente del Tavolo di Partenariato, in cui si comunica che il STS sta operando per presentare un programma di ITI con un ampio partenariato locale e parallelamente si sta impegnando per migliorare la Capacity Building attraverso la partecipazione attiva al laboratorio promosso nell’ambito del progetto Capacity Sud e chiede che la Regione Campania disponga gli atti necessari a rendere operativo il STS Vallo di Diano.

L’arch. Paola Canneva referente regionale del progetto, ricorda che l’amministrazione regionale si sta muovendo nella direzione della valorizzazione dei STS, ecco perché ha aderito al progetto Capacity Sud, indirizzandone l’attività sullo sviluppo e la crescita di due STS messi a confronto, sono state così evidenziate le criticità che in questi anni non hanno fatto decollare i STS.

Pertanto invita il STS Area Flegrea a predisporre un documento simile al Vallo di Diano per sollecitare dal basso le future iniziative.

3.2 Tipologie e modalità di funzionamento del soggetto gestore di un Sistema

Territoriale di Sviluppo

La seconda parte della giornata è stata dedicata alla presentazione dei possibili modelli di gestione delle politiche di sviluppo integrato da parte di Rino Capezzuto, avvocato amministrativista, secondo il quale pianificazione e progettazione sono due aspetti importanti per lo sviluppo dei territori (pianificare attraverso il STS e progettare insieme per la Nuova Programmazione).

Rino Capezzuto sottolinea che il fulcro della nuova programmazione è il concetto di “capacità amministrativa” perché le politiche pubbliche per lo sviluppo sono gestite dalla Pubblica Amministrazione. Tale capacità amministrativa, intesa come l’adozione di comportamenti in grado di realizzare con efficacia gli obiettivi, nel nostro paese, si scontra però con alcuni deficit strutturali che rappresentano dei forti elementi di criticità:

1) Riforma del titolo V della Costituzione (art 117).

2) Modifiche dell’organismo amministrativo: in Italia la PA ha subito molte modifiche, in particolare negli anni 90 sono state introdotte alcune variazioni nell’ottica di un passaggio “dall’ Atto al Servizio” intendendo con questo un avvicinamento dei servizi della PA al cittadino. Ciò ha significato un’importante conquista sotto l’aspetto della semplificazione poichè molti documenti prima obbligatori sono stati sostituiti dall’autocertificazione; si è trattato di un’aziendalizzazione della PA che doveva offrire il miglior servizio in termini di efficienza ed efficacia. Nel corso degli

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anni, però, si è assistito ad una snaturalizzazione di tutto ciò in quanto la privatizzazione della pubblica amministrazione ha sottratto alla contrattazione comune materie importanti contribuendo ad aumentare la sfiducia del cittadino verso la PA.

3) Eccessiva funzione di controllo: La PA è soggetta ad un forte controllo ma non esiste un preciso sistema di regole che ne definisca in maniera chiara i limiti di azione, nel senso che non è possibile discernere anticipatamente tra le violazioni che possono comportare giudizio innanzi alla Corte dei Conti e le violazioni che rientrano nei limiti delle decisioni ordinarie. Questo causa una sorta di reticenza all’assunzione di responsabilità e comporta, di conseguenza, una sorta di immobilismo.

Queste tre criticità rappresentano elementi sfavorevoli di cui si deve necessariamente tener conto nella definizione di possibili modelli di gestione della progettazione integrata.

In Campania la necessità di pianificare attraverso i STS richiede, da un lato, la costruzione di un organismo per gestire e amministrare questo percorso di sviluppo (la definizione di questo organismo è di carattere partenariale - es. Assemblea di sindaci - ed è il territorio che decide), dall’altro la necessità di definire un meccanismo di regole di funzionamento dell’organismo primario e del partenariato che siano semplici, condivise ed in grado di snellire i procedimenti amministrativi.

Dopo questa importante premessa, si passa a presentare le caratteristiche dei principali modelli di soggetti gestori. In particolare le soluzioni potrebbero essere varie:

- Unione di Comuni: è idealmente lo strumento migliore ma in genere poco utilizzato, forse perché il percorso che porta alla nascita dell’Unione di Comuni non può e non deve essere calato dall’alto ma deve essere maturato con convinzione dal territorio; per questo motivo sono più utilizzate forme intermedie quali le Agenzie di Sviluppo o i Gruppi di Azione Locale (GAL). L’importante è che siano strutture che abbiano professionalità e che il territorio le riconosca capaci di attuare politiche di sviluppo locale.

- Costituzione di un Ufficio che si occupi specificatamente delle politiche di sviluppo integrato: a tal proposito l’art. 30 del Testo Unico degli Enti Locali prevede due soluzioni possibili:

a) Ufficio Unico: prevede la delega delle funzioni da parte dei comuni associati ad uno di loro (ente capofila) per gestire il progetto di sviluppo integrato. Tale comune gestisce la delega attraverso un proprio ufficio già esistente, non c’è quindi la creazione di un apposito ufficio ex novo (delega intersoggettiva).

b) Ufficio Comune: Costituzione di un nuovo ufficio da parte dei Comuni associati.

Non c’è delega ad uno solo dei comuni ma tutti gestiscono paritariamente l’Ufficio (Delega interorganica). In questo caso bisogna individuare una sede e il personale che gestisce le diverse funzioni. Tale ufficio svolge le funzioni di Stazione Appaltante (funzioni di coordinamento, di amministrazione attiva, attività di progettazione, gare, collaudi, ecc..).

La soluzione più semplice è quella dell’Ufficio Unico ma la più utilizzata è quella dell’Ufficio Comune perché, non essendoci delega, rappresenta meglio i concetti di partecipazione e paritarietà.

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Necessità che il territorio maturi la consapevolezza

dell’utilità dell’Unione dei Comuni

Assemblea dei sindaci

Associazione tra comuni

Governance e organizzazione di un STS

Capacità amministrativa dei

territori

Si scontra con deficit strutturali

Regole di funzionamento

Chiare,Condivise,

snelle

Funzioni esecutive (strategiche)

Comitato di coordinamento

Ad esempio attivare strategie di marketing

territoriale

Unione dei comuni

Forme intermedie sono rappresentate

dalle Agenzie di Sviluppo

Soluzione migliore ma poco utilizzata

Capacità amministrativa vuol dire adottare

comportamenti in grado di realizzare con efficacia le cose

GOVERNANCEAssemblea di partenariato

II CRITICITA’

Ordinamento amministrativo che ha

subito molte trasformazioni

I CRITICITA’

Riforma del titolo V della Costituzione

e dall’esperienza dei GAL

Lo strumento più utilizzato è l’Ufficio Comune o Ufficio

Unico

III CRITICITA’

Funzione di controllo

UFFICIO COMUNECostituzione di un

Ufficio da parte di tutti gli Enti

Quali competenze per chi dirige l’Ufficio

Comune ?

Competenze tecniche

ProgettazioneGare d’appaltoCollaudi……………….

UFFICIO UNICO

Delega delle funzioni ad uno degli Enti ed

esercizio di tali funzioni

La soluzione più semplice è l’Ufficio

Unico

Occorre operare in un ottica non solo

«adempitiva» ma di sviluppo

Competenze nuove non solo

amministrative

Sviluppare professionalità

adeguate al progetto di sviluppo

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La discussione quindi si è spostata sul tema delle competenze che devono essere necessariamente presenti per la gestione ottimale dell’ufficio comune, ed è emerso che è necessario che tale Ufficio operi non solo in un’ottica “adempitiva” ma soprattutto di sviluppo. Proprio per questo è importante affiancare le competenze tecniche ed amministrative con nuove capacità professionali che siano in grado di gestire progetti sviluppo integrato del territorio (es. esperti di marketing, di comunicazione, ….).

A questo punto la domanda successiva è stata “Quale ruolo per i privati?”

Il privato si inserisce in un processo pubblico ed ha un ruolo di affiancamento alla politica, in particolare il partenariato pubblico privato partecipa alla costruzione del progetto di sviluppo, la partecipazione del privato a tale processo deve però seguire delle regole giuridiche che devono essere codificate in un regolamento. La prima e più importante regola è quella di accantonare ogni interesse particolare per agire nell’ottica del “bene comune”.

La scelta dei soggetti avviene a livello spontaneo in quanto uno dei principi fondanti è quello della partecipazione che deve però essere organizzata soprattutto per quanto attiene al flusso di comunicazione interno ed esterno fra i vari partenariati in modo da creare una reale sinergia sul territorio.

E’ necessario che il pubblico incentivi la partecipazione dei privati, in particolar modo nella veste delle associazioni, ma questi ultimi devono assumere consapevolezza delle proprie responsabilità nella costruzione del progetto di sviluppo.

Secondo Osvaldo Cammarota il partenariato è il luogo dove si integrano interessi pubblici e privati. Nel fallimento della precedente programmazione c’è una grande responsabilità del partenariato economico e sociale che ha perso quel ruolo attivo e importante che aveva. Con il nuovo ciclo di programmazione è necessario rafforzarne il ruolo. Secondo Capezzuto è necessario ragionare sulla partecipazione coordinata e organizzata dei diversi partenariati. E’ necessaria un’azione di sistema.

Page 15: Report LAB STS Napoli 14.05.13

Come deve avvenire la partecipazione dei

privati?

Quale ruolo per i privati?

In un contesto partenariale

rispetto ad interessi individuali

Partenariato Socio economico

Piano di regole inderogabili

Partenariato Istituzionale

Regole condivise e codificate in un regolamento

Le regole le fa il territorio con i suoi

organismi rappresentativi

I REGOLA

Il partenariato non deve avanzare

pretese

Partenariato regionale e

partenariati locali

La partecipazione avviene tramite

contributi concreti

Partenariato Pubblico/Privato

per la costruzione di progetti di sviluppo

locale

Flusso di comunicazione

interna nell’ambito dei vari livelli del partenariato

Principi della Governance

Libro Bianco UE 2001

Organizzare un flusso di comunicazione interna/esterna

Area FlegreaForum del Parco

costruzione di regole condivise

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3.3 Quale organizzazione per gli STS Area Flegrea e Vallo di Diano?

L’ultima parte della giornata è stata dedicata all’individuazione dei passi operativi da compiere per andare avanti nella direzione di un’organizzazione riconosciuta per i due STS Area Flegrea e Vallo di Diano.

Dalla discussione è emerso che:

- lo strumento da utilizzare potrebbe essere quello dell’Ufficio Comune; a tal proposito sarebbe auspicabile predisporre, al termine del percorso laboratoriale, un documento unico di proposta firmato dai due STS e che permetta di definire il partenariato pubblico - privato.

- Uno strumento che, per quanto riguarda l’area flegrea, dovrebbe essere rivalutato è il Forum del Parco che, nonostante in passato abbia funzionato bene non viene convocato da tempo.

- Bisogna puntare su “programmi a basso costo” cioè dare continuità a quegli interventi di valore che sono stati avviati con le programmazioni passate ma che non sono stati conclusi.

Page 17: Report LAB STS Napoli 14.05.13

Quale organizzazione per gli STS Area Flegrea e Vallo di Diano?

del lavoro svolto

Invito alla Regione!

e di una maggiore conoscenza tra

pubblico e privato

ed è necessario darsi una forma

organizzativa

Cominciamo innanzitutto a

diffondere i contenuti di questi workshopNon ripartiamo da

zero ogni volta!

Ripartiamo da ciò che è stato fatto

È necessaria un’azione di

riflessione e di autovalutazione

Documento firmato da tutti!

(pubblico e privato)

Necessità di un partenariato pubblico/

privato

Occorre migliorare la qualità dei progetti

Documento finale sulle soluzioni organizzative

Lavorare sull’organizzazione di

un Ufficio Unico o Comune

Messa in retee creare Portali per la

comunicazione interna ed esterna

Organizzare un sistema di

comunicazione in cui sviluppare contenuti

Documento di posizione fatto

insieme dai due STS

Creare un unico sistema flegreo ben

identificato

Vallo di DianoCreare un Tavolo di

confronto con gli attori locali

e contemporaneamente

un Tavolo di merito (visione progettuale

del territorio)

Incontro del Forum dei Campi Flegrei

Uomo rurale e pescatore rurale

Mantenimento di un paesaggio aperto e

fruibile

Conservazione delle culture e delle

tradizioni

Protezione delle risorse naturali

Regimentazione acque meteoriche

Salvaguardia delle infrastrutture semplici

(strade e sentieri)

Conservazione biodiversità

Mantenimento di un livello minimo di popolazione nei

piccoli insediamenti rurali

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4. Considerazioni finali La terza giornata del laboratorio ha avuto un esito positivo in termini di partecipazione ed interesse ed i presenti hanno manifestato la loro soddisfazione rispetto alla opportunità avuta di confronto tra STS che, seppur con dominanti e caratteristiche geomorfologiche diverse, hanno comunque esigenze ed obiettivi affini. Inoltre, molti sono rimasti favorevolmente colpiti dalla modalità di lavoro, che ha permesso a tutti di esprimere la propria opinione e di lavorare in maniera partecipativa.

5. Allegati • Allegato 1 - Programma

• Allegato 2 - Elenco partecipanti

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Allegato 1 - Programma

PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1

CAMPANIA

Linea A.2 – PROGETTARE Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance

 LABORATORIO

“Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)”

Terme Stufe di Nerone – Via Stufe di Nerone, 45 – Bacoli (NA)

14 maggio 2013 - ore 9.30 - 17.30

Il Laboratorio “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)” rappresenta la terza giornata di lavoro, aperta a tutti gli attori del territorio, di un percorso di progettazione partecipata avviato all’interno del Progetto Capacity SUD con l’obiettivo di sviluppare competenze di programmazione delle politiche, di progettazione degli interventi dei PO e di miglioramento organizzativo delle amministrazioni. Le metodologie e l’approccio utilizzati intendono valorizzare il raccordo con i territori, l’integrazione delle politiche e degli attori, l’innovazione gestionale, con uno sguardo attento agli orientamenti nazionali ed europei. Il Laboratorio intende: mettere a confronto due Sistemi Territoriali di Sviluppo Area Flegrea e Vallo di Diano, anche attraverso il raffronto delle analisi strategiche SWOT partecipate realizzate nei workshop precedenti; individuare caratteristiche comuni e differenze come base di partenza di una riflessione comune; approfondire le possibili soluzioni organizzative relative alla scelta del modello di gestione dell’STS in vista delle opportunità offerte dalla Programmazione comunitaria 2014-2020.

Programma

9.30 – 9.45 Welcome coffee e Registrazione dei partecipanti 9.45 – 10.00 Saluto e introduzione ai lavori

Pasquale Sommese – Assessore al Personale ed alle Autonomie Locali della Regione Campania Elena Tropeano – FormezPA

10.00 – 11.15 I Sistemi Territoriali di Sviluppo Area Flegrea e Vallo di Diano a

confronto. Presentazione dei risultati delle analisi SWOT e discussione facilitata.

Francesco Escalona - Regione Campania Osvaldo Cammarota – Formez PA Serenella Paci – consulente FormezPA

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11.15 – 11.30 Pausa caffè 11.30 – 13.30 Tipologie e modalità di funzionamento del soggetto gestore di un

Sistema Territoriale di Sviluppo Salvatore Capezzuto – consulente FormezPA

13.30 – 14.30 Light Lunch 14.30– 17.00 Quale organizzazione per gli STS Area Flegrea e Vallo di Diano?

Discussione facilitata. Salvatore Capezzuto – consulente FormezPA Serenella Paci – consulente FormezPA

17.00 – 17.30 Riflessioni conclusive e presentazione delle prossime giornate di

lavoro  

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 Allegato 2 - Elenco partecipanti

 

Cognome Nome Ente Ruolo

ACCETTA RAFFAELE COMUNE DI MONTE SAN GIACOMO SINDACO

AGOSTINIANO ANTONIO COMUNE DI BACOLI RESPONSABILE

BUONOCORE FRANCESCA LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI DELLA CAMPANIA RICERCATRICE

CANNEVA PAOLA REGIONE CAMPANIA ARCHITETTO

CANORO CRISTINA LEGAMBIENTE POZZUOLI CAMPI FLEGREI ONLUS PRESIDENTE

CAPUANO SALVATORE COMUNE DI BACOLI IMPIEGATO

CAPUANO EMANUELA

ASSOCIAZIONE SOSTENITORI OSPEDALE SANTOBONO ONLUS

COORDINATRICE FUND RAISING, COMUNICAZIONE E PROJECT MANAGEMENT

CAPUTO MATTEO COMUNE DI BACOLI RESPONSABILE

CARANNANTE MONICA ASSOCIAZIONE “VIVI L'ESTATE” RAPPRESENTANTE

CARANNANTE ANNA REGIONE CAMPANIA COLLABORATORE CARISTO MARIA REGIONE CAMPANIA DIRIGENTE

CARTOLANO ANTONELLA COMUNE DI SALA CONSILINA INGEGNERE

CECERE GIULIO COMUNE DI QUARTO DIRIGENTE

COGLIANO VINCENZO PROVINCIA DI AVELLINO (EX) RESPONSABILE TECNICO PI

COLUTTA PASQUALE STUFE DI NERONE PRESIDENTE COLUTTA ERNESTO STUFE DI NERONE CORCIONE GIOVANNI IMPRENDITORE DANIELE ANTONIO LA CITTA'FLEGREA PRESIDENTE DATO GIUSEPPE COMUNE DI BACOLI RESPONSABILE DE LUCA CONO COMUNE DI TEGGIANO RESPONSABILE P.O. DI BONITO CIRO COMUNE DI POZZUOLI TECNICO

DI COSTANZO GIULIO

ASSOCIAZIONE ALBERGATORI DEI CAMPI FLEGREI UFFICIO STAMPA

DI NOVELLA NICOLA C.M. VALLO DI DIANO RESPONSABLE SCIENTIFICO

DI SANTO ANNA

SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI SA-AV-BN-CE (MIBAC)

FUNZIONARIO ARCHEOLOGO DI ZONA

D'ORILIA FRANCESCANTONIO FONDAZIONE MIDA PRESIDENTE

FERRARI GAETANO SALA CONSILINA SINDACO

FERZOLA MICHELE SCUOLA M.T. CICERONE SALA CONSILINA

DOCENTE DI PROGETTAZIONE COSTRUZIONE IMPIANTI

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Cognome Nome Ente Ruolo

FLORIO ANTONIO DOMENICO PIANO DI ZONA SOCIALE RESPONSABILE

FRANCESE DANIELE COMUNE DI QUARTO ISTRUTTORE TECNICO

GIALANELLA COSTANZA

SOPRINTENDENZA SPECIALE BENI ARCHEOLOGICI NAPOLI E POMPEI DIRETTORE ARCHEOLOGO

GUARDASCIONE GIOVANNI COMUNE DI BACOLI

RUP AUTORIZZAZIONIPAESAGISTICHE

GUARDASCIONE FLAVIA COMUNE DI BACOLI ASSESSORE BENI CULTURALI

GUIDA DANILO COMUNE DI MONTE DI PROCIDA

SUPPORTO AGLI ORGANI DI DIREZIONE POLITICA

IACULLO EMANUELE

ORDINE DOTTORI AGRONOMI FORESTALI DI SALERNO DOTT.FORESTALE

IOVINE RAFFAELLA COMUNE DI QUARTO ARCHEOLOGA

LOMBARDI GELSOMINA ORDINE DEGLI ARCHITETTI PP.CC. RR. DI SALERNO DELEGATA CONSIGLIERE

MARINO ANGELO TEGGIANO RESP.PROC.AMM.LL.PP.

MAROTTA PASQUALE COMUNE DI MONTE SAN GIACOMO RESPONSABILE

MASTRANGELO ANTONIO CONSID CONSORZIO IMPRESE DIANO DIRETTORE TECNICO

MIRABELLA EMILIO CANTINE DELL'AVERNO TITOLARE

PADOVANO MASSIMO BRI - BANCA RISORSE IMMATERIALI ASSOCIATO

PANDOLFO DOMENICO BUSSENTO-LAMBRO E MINGARDO RESPONSABILE

PELUSO RUGGIERO RISTORANTE LA CUCINA DI RUGGIERO CHEF

PENNACCHIO DOMENICO COMUNE DI POZZUOLI CONSIGLIERE RIENZO MICHELE CM VALLO DI DIANO DIRETTORE TECNICO ROMANO ATTILIO CASALBUONO SINDACO RUSSO PIETRO REGIONE CAMPANIA WEBMASTER

SAPORITO GAETANO LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI DELLA CAMPANIA

SCOTTO LAVINA ANDREA COMUNE DI MONTE DI PROCIDA CONSIGLIERE DELEGATO

SCOTTO ROSATO ANTONIO PENSIONATO

TARATETA RAFFAELE ORDINE DEGLI INGEGNERI DI SALERNO CONSIGLIERE DELEGATO

TROISI ELIGIO SISTEMI TERRITORIALI ARL SOCIETA' DI INGEGNERIA

URBANI GIOVANNI COMUNE DI BACOLI RESPONSABILE MEDIAZIONE FAMILIARE

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Cognome Nome Ente Ruolo

VOCCA BRUNO COMUNE DI SALA CONSILINA COSIGLIERE COMUNALE

VOLPE RENATO COMUNE DI POZZUOLI FUNZIONARIO UNITA MONITORAGGIO INTERVENTI