resoconto stenografico dell'assemblea...social del movimento 5 stelle, sarebbe percepita, da...

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Atti Parlamentari – I – Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DI LUNEDÌ APRILE 2019 RESOCONTO STENOGRAFICO 153 SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI INDI DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA I N D I C E RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1 - 61 Missioni............................................................... 1 PRESIDENTE..................................................... 1 Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente........................................................... 1 PRESIDENTE..................................................... 1 Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.................... 2 PRESIDENTE..................................................... 2 Sull’ordine dei lavori.............................................. 2 PRESIDENTE................................................. 2, 3 BALDELLI Simone (FI)........................................ 2 N.B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sono pubblicati nell’Allegato A. Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicati nell’Allegato B. N.B. MOVIMENTO 5 STELLE: M5S; LEGA - SALVINI PREMIER: LEGA; PARTITO DEMOCRATICO: PD; FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE: FI; FRATELLI D'ITALIA: FDI; LIBERI E UGUALI: LEU; MISTO: MISTO; MISTO-CIVICA POPOLARE-AP-PSI-AREA CIVICA: MISTO-CP-A-PS-A; MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE: MISTO-MIN.LING.; MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI: MISTO-NCI- USEI; MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO: MISTO-+E-CD; MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO: MISTO-MAIE.

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Atti Parlamentari – I – Camera dei DeputatiXVIII LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019

RESOCONTO STENOGRAFICO

153

SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

INDI

DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1 - 61

Missioni...............................................................1PRESIDENTE.....................................................1

Annunzio della presentazione di un disegno di legge diconversione e sua assegnazione a Commissione in sedereferente........................................................... 1

PRESIDENTE.....................................................1

Modifica nella composizione della Commissioneparlamentare per le questioni regionali.................... 2

PRESIDENTE.....................................................2Sull’ordine dei lavori..............................................2

PRESIDENTE................................................. 2, 3BALDELLI Simone (FI)........................................ 2

N.B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera deideputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documentidi seduta (Vedi All. A).I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sono pubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicati nell’Allegato B.

N.B. MOVIMENTO 5 STELLE: M5S; LEGA - SALVINI PREMIER: LEGA; PARTITO DEMOCRATICO: PD; FORZA ITALIA - BERLUSCONIPRESIDENTE: FI; FRATELLI D'ITALIA: FDI; LIBERI E UGUALI: LEU; MISTO: MISTO; MISTO-CIVICA POPOLARE-AP-PSI-AREACIVICA: MISTO-CP-A-PS-A; MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE: MISTO-MIN.LING.; MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI: MISTO-NCI-USEI; MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO: MISTO-+E-CD; MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO:MISTO-MAIE.

Atti Parlamentari – II – Camera dei DeputatiXVIII LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019 – N. 153

Proposta di legge: Massimo Enrico Baroni ed altri:Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti trale imprese produttrici, i soggetti che operano nel settoredella salute e le organizzazioni sanitarie (A.C. 491-A)(Discussione)...................................................... 3

PRESIDENTE.....................................................3(Discussione sulle linee generali – A.C. 491-A).................3

PRESIDENTE..................3, 6, 10, 13, 14, 16, 17, 19, 23BARONI Massimo Enrico (M5S)............................ 19BARTOLAZZI Armando, Sottosegretario di Stato per laSalute............................................................... 6BARTOLOZZI Giusi (FI)..................................... 13BOLOGNA Fabiola (M5S)....................................17PAGANO Ubaldo (PD)..........................................6PANIZZUT Massimiliano (LEGA)...........................16PROVENZA Nicola, Relatore..................................3ROSTAN Michela (LEU)................................. 10, 12ZUCCONI Riccardo (FDI).................................... 14

(Repliche - A.C. 491-A)...........................................23

PRESIDENTE................................................... 23BARTOLAZZI Armando, Sottosegretario di Stato per laSalute..............................................................23PROVENZA Nicola, Relatore................................ 23

Discussione della mozione Braga, Muroni ed altri n. 1-00152 concernente iniziative in materia di cambiamenticlimatici e per la promozione della candidatura dell'Italiaquale Paese ospitante della COP 26 nel 2020.............23

PRESIDENTE................................................... 23

(Discussione sulle linee generali)............................... 23

PRESIDENTE.... 23, 26, 29, 32, 33, 36, 38, 39, 41, 42, 43, 44CHIAZZESE Giuseppe (M5S)................................39DEIANA Paola (M5S)......................................... 36D'IPPOLITO Giuseppe (M5S)............................43, 44FONTANA Ilaria (M5S)....................................... 27GOBBATO Claudia (LEGA)..................................32LICATINI Caterina (M5S).....................................38MAZZETTI Erica (FI)......................................... 29MORASSUT Roberto (PD)................................... 23MURONI Rossella (LEU)..................................... 33RICCIARDI Riccardo (M5S).............................42, 43ROSPI Gianluca (M5S)........................................ 41

(Intervento del Governo)..........................................44

PRESIDENTE................................................... 44MICILLO Salvatore, Sottosegretario di Stato per l'Ambientee la tutela del territorio e del mare...........................44

Discussione della mozione Mandelli ed altri n. 1-00085concernente iniziative volte a sostenere la candidatura

di Milano a sede di sezione specializzata del Tribunaleunificato dei brevetti.......................................... 44

PRESIDENTE................................................... 44

(Discussione sulle linee generali)............................... 44

PRESIDENTE................................ 44, 48, 49, 51, 55RIZZONE Marco (M5S).......................................51SENSI Filippo (PD)............................................ 49ZANETTIN Pierantonio (FI).................................. 45ZUCCONI Riccardo (FDI).................................... 48

Interventi di fine seduta.........................................55

PRESIDENTE.............................................. 55, 56DI STASIO Iolanda (M5S).................................... 56SENSI Filippo (PD)............................................ 55

Ordine del giorno della prossima seduta.................... 56

PRESIDENTE................................................... 56

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATAAUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCEAL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTAODIERNA: NICOLA PROVENZA (A.C. 491-A)..................................................................57

PROVENZA Nicola, Relatore................................ 57

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019 — N. 153

RESOCONTO STENOGRAFICO

PRESIDENZA DELVICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 14,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.Invito la deputata segretaria a dare lettura del

processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge ilprocesso verbale della seduta del 25 marzo2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni,il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell'articolo 46, comma 2, del Regolamento,i deputati Amitrano, Battelli, Benvenuto,Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni,Businarolo, Castelli, Castiello, Cirielli,Colucci, Comencini, Cominardi, DavideCrippa, D’Incà, D’Uva, Del Re, DelmastroDelle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio,Di Stefano, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti,Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro,Frailis, Galli, Garavaglia, Gava, Gelmini,Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo,Guerini, Guidesi, Invernizzi, Lollobrigida,Lorefice, Losacco, Manzato, Micillo, Molinari,Molteni, Morelli, Morrone, Occhionero,Parolo, Picchi, Rixi, Ruocco, Saltamartini,Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni,

Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa,Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione adecorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sonocomplessivamente settantanove, come risultadall'elenco depositato presso la Presidenza eche sarà pubblicato nell'allegato A al resocontodella seduta odierna (Ulteriori comunicazioniall'Assemblea saranno pubblicate nell'allegatoA al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegnodi legge di conversione e sua assegnazione

a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporticon il Parlamento e la democrazia diretta, conlettera in data 29 marzo 2019, ha presentatoalla Presidenza il seguente disegno di legge, cheè stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis,comma 1, del Regolamento, in sede referente,alla XIII Commissione (Agricoltura):

"Conversione in legge del decreto-legge 29marzo 2019, n. 27, recante disposizioni urgentiin materia di rilancio dei settori agricoli incrisi e di sostegno alle imprese agroalimentaricolpite da eventi atmosferici avversi dicarattere eccezionale e per l'emergenza nellostabilimento Stoppani, sito nel Comune diCogoleto" (1718) - Parere delle CommissioniI, II (ex articolo 73, comma 1-bis, delRegolamento, per le disposizioni in materia disanzioni), V, VI, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X, XI, XII e XIV e dellaCommissione parlamentare per le questioniregionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019 — N. 153

dell'espressione del parere previsto dal comma1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresìassegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella composizionedella Commissione parlamentare

per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidentedella Camera ha chiamato a far parte dellaCommissione parlamentare per le questioniregionali la deputata Enrica Segneri, insostituzione del deputato Carlo Ugo DeGirolamo, dimissionario.

Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare ildeputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie,Presidente Rampelli. Giovedì, da Washington,il leader del MoVimento 5 Stelle eVicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio,ha dichiarato che il MoVimento 5 Stellevoterà l’emendamento di Forza Italia, a primafirma della collega Zanella, sul revenge porn,nell’ambito dell’esame sul cosiddetto “codicerosso”.

Questa correzione di rotta, che, a nostroavviso, è intelligente e giusta, è statapossibile semplicemente grazie al fatto chequell’emendamento non è stato posto invotazione e non è stato respinto dallamaggioranza, che aveva dato, attraverso irelatori e il Governo, parere contrario; e nonè stato posto in votazione grazie ai numerosiinterventi delle deputate e dei deputati deigruppi di opposizione; e non è stato postoin votazione anche grazie al fatto che alcunedeputate dei gruppi delle opposizioni, compresele deputate – anzi, forse a partire dalle deputatedi Forza Italia – hanno invaso l’emiciclo e c’èstata, come Presidente lei sa, la sospensione deinostri lavori e una conferenza dei capigruppoconvocata dal Presidente Fico, all’interno dellaquale si sono aggiornati i lavori appunto a

questa settimana.Dico questo per ricostruire una storia

che, diversamente, leggendo i profili ufficialisocial del MoVimento 5 Stelle, sarebbepercepita, da chiunque la leggesse, in manieracompletamente diversa, perché sui social delMoVimento 5 Stelle c’è scritto che: “noivogliamo proteggere donne e bambini dallaviolenza sessuale, aumentando le pene per glistupratori e l’opposizione cosa fa? Festeggiae si batte il cinque” - vabbè, l’italiano, comesempre, è incerto – “perché sta bloccando lanostra legge contro la violenza su donne eminori. E, ancora: “lo vedete questo video? Unascena davvero triste, abbiamo una notizia perloro, non servirà a niente il loro ostruzionismo,perché questa legge verrà approvata e le donneitaliane, i loro bambini e le loro famigliesaranno più protette e anche il tema delrevenge porn lo stiamo già affrontando in modoserio con l’approfondimento che un tema cosìdelicato merita”.

In buona sostanza, per chi leggesse le notizieo non ascoltasse i TG o non leggesse i giornali,ma solo da questi profili, sembra che ci siaun’opposizione brutta, cattiva, favorevole aglistupratori, che vuole impedire che questa legge,così giusta e salvifica, venga approvata. Nulladi più falso. E tutto questo resta online anchedopo le dichiarazioni, doverose, giuste, chenoi condividiamo, del leader del MoVimento 5Stelle, Di Maio.

Ma soprattutto, Presidente, che cosasuccede? Che il popolo del Movimento 5Stelle giustamente si irrita e che cosa fa?Scrive cose di questo genere sui social:“sciatte figure, meglio se si trovano unmarciapiede, è il loro naturale lavoro” - riferendosi alle deputate che hanno presoposizione in questa sede -… “per fare cagnaraqueste oche sono sempre pronte”… “cheonorevoli signore, le lavandaie del mercato edell’immondizia”… “vorrei che “violentavano”le donne che stanno festeggiando e le “moglie”e figli dei parlamentari signori uomini chefesteggiano” (questo è chiaramente analfabeta,ma il concetto è chiaro)… “tutte queste

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019 — N. 153

mezze donne che festeggiano” - si riferiscealle deputate delle opposizioni – “sono a dirpoco squallide, vi auguro di essere fra levittime, forse solo allora vi renderete contodi quanto siete venduti”… “devono creparenel peggiore dei modi, bastarde”… “come mailo hanno bloccato? Forse a loro piace essere‘sturpate’… ‘strupate’”… “se proteggete glistupratori vuol dire che lo siete anche voi, fateschifo, tutti buffoni”. Questo per parlare delleparti sessiste, poi ci sono anche i difensori dellademocrazia, che dicono: “mi chiedo questoschifo di opposizione cosa ci fa nel Parlamentoitaliano, visto che non serve al popolo”…“speriamo che spariscano per sempre”… “sonocompletamente fuori di testa”… “in che manisiamo stati, si devono estinguere”… eccetera,Presidente, eccetera, eccetera, eccetera.

Allora, noi ci domandiamo - e su questo lapresidente Gelmini scriverà al Presidente Fico -: è possibile che i vertici del MoVimento 5Stelle non sentano il dovere, morale, politico, diprendere le distanze da questo schifo, da questavergogna? Noi facciamo appello al buonsenso,all’equilibrio del Presidente della Camera ecrediamo che un movimento degno di questonome, come il MoVimento 5 Stelle dovrebbeprovare ad essere, debba prendere le distanze daquesta vergogna, da queste campagne di odio,che si basano su bugie e mistificazioni messein campo in maniera scientifica per dipingerel’avversario come il peggiore dei mali e lorostessi come il migliore dei beni possibili.

Ecco, Presidente, tutto questo,nell’esprimere solidarietà alle colleghe e aicolleghi insultati da questa gentaglia, tuttoquesto, Presidente, dovrebbe terminare e nondovrebbe aver luogo in una democrazia degnadi questo nome (Applausi dei deputati deigruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente ePartito Democratico).

PRESIDENTE. Non le sfuggirà chel’argomento che ha trattato è argomento tipicodi battaglia e polemica politica, poco attinentecon l’ordine dei lavori. Comunque, abbiamoascoltato volentieri, anche per scaldare i motori

della seduta odierna.

Discussione della proposta di legge: MassimoEnrico Baroni ed altri: Disposizioni inmateria di trasparenza dei rapporti trale imprese produttrici, i soggetti cheoperano nel settore della salute e leorganizzazioni sanitarie (A.C. 491-A) (ore14,18).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca ladiscussione della proposta di legge n. 491-A: Disposizioni in materia di trasparenza deirapporti tra le imprese produttrici, i soggettiche operano nel settore della salute e leorganizzazioni sanitarie.

Avverto che lo schema recante la ripartizionedei tempi è pubblicato in calce al vigentecalendario dei lavori dell’Assemblea (Vedicalendario).

(Discussione sulle lineegenerali – A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta ladiscussione sulle linee generali.

Avverto che la XII Commissione (Affarisociali) si intende autorizzata a riferireoralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputatoNicola Provenza.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Grazie,Presidente. Onorevoli colleghi, l’Assembleaavvia oggi l’esame della proposta di leggen. 491, recante: Disposizioni in materiadi trasparenza dei rapporti tra le impreseproduttrici, i soggetti che operano nel settoredella salute e le organizzazioni sanitarie.

Prima di entrare nel merito delprovvedimento, voglio sottolineare che esso èil risultato di un lavoro ampio, approfondito,svolto presso la XII Commissione affari socialiin un clima di collaborazione fra tutti i gruppiparlamentari. Nel corso dell’esame preliminare,iniziato l’11 settembre del 2018 presso laCommissione, ha avuto luogo un corposo ciclo

Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati

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di audizioni al fine di approfondire i temiconnessi alla proposta di legge e di acquisireil punto di vista di diversi soggetti, qualiFederazione degli ordini dei medici, degliinfermieri e delle altre professioni sanitarie,sindacati degli operatori sanitari, associazioni efederazioni rappresentative delle aziende che sioccupano della produzione e della distribuzionedi farmaci e di dispositivi medici; inoltrel’Autorità nazionale anticorruzione, la Cortedei conti, esperti in sanità, associazioni efondazioni che svolgono la propria attivitàin questo settore. Ampio spazio è stato poidedicato alla fase dell’esame delle proposteemendative, che ha consentito di apportarenotevoli miglioramenti al testo anche attraversol’approvazione di emendamenti presentati daigruppi di opposizione.

Il provvedimento in esame, dunque, è voltoa perseguire l’importante obiettivo di realizzarela trasparenza dei dati di interesse collettivo neirapporti tra le imprese produttrici e gli operatorisanitari. La trasparenza tesa alla prevenzionee al contrasto della corruzione è condizione digaranzia delle libertà individuali e collettive,nonché dell’esercizio effettivo, in quantoinformato, dei diritti civili, politici e sociali. Laproposta di legge, per il suo contenuto, ha uncarattere sicuramente innovativo.

Va sottolineato che in altri ordinamentisono già state approvate alcune iniziativeche vanno nella medesima direzione. Adesempio, in Francia una legge del dicembre2011 ha imposto la trasparenza dei legamitra le industrie che operano nel settoredella salute e gli altri attori coinvolti,quali i professionisti della salute, le societàscientifiche, le associazioni e i media. NegliStati Uniti nel 2010 è stata approvata unalegge, entrata in vigore nel 2013, per accrescerela trasparenza delle relazioni finanziarie traoperatori, organizzazioni sanitarie e produttorifarmaceutici, denominata Physician PaymentsSunshine Act. Anche in Danimarca esiste unaserie di norme concernenti obblighi e doveri neirapporti tra professionisti sanitari e aziende delsettore.

Passando, quindi, al contenuto della propostadi legge, l’articolo 1 qualifica il diritto allaconoscenza dei rapporti tra imprese e soggettioperanti nel settore della salute quale livelloessenziale delle prestazioni. Più precisamente,per finalità di trasparenza, di prevenzionee contrasto della corruzione e del degradodell’azione amministrativa, le disposizioni delprovvedimento in esame intendono garantireil diritto alla conoscenza dei rapportiaventi rilevanza economica o di vantaggiointercorrenti tra le imprese produttrici difarmaci, strumenti, apparecchiature, beni eservizi, anche non sanitari, e i soggettiche operano nel settore della salute o leorganizzazioni sanitarie. L’articolo 2 chiariscele definizioni recate dal provvedimento,specificando dettagliatamente cosa si intendaper impresa produttrice, soggetti che operanonel settore della salute e organizzazionesanitaria. L’articolo 3 costituisce una delledisposizioni centrali del provvedimento,stabilendo quali azioni siano effettivamentesoggette a pubblicità e chi debba adempiere agliobblighi previsti in materia di pubblicità.

In particolare, tale disposizione prevede chesiano assoggettate a pubblicità le convenzionie le erogazioni in denaro, beni, servizi ed altreutilità effettuate da un’impresa produttrice infavore di un soggetto che opera nel settoredella salute, quando abbiano un valore unitariosopra i 50 euro o un valore complessivo annuomaggiore di 500 euro, e di un’organizzazionesanitaria, quando abbiano un valore unitariosopra i 500 euro o un valore complessivoannuo superiore a 2.500 euro. Faccio presenteche tali valori minimi sono stati innalzati nelcorso dell’esame in sede referente rispetto aquanto prevedeva il testo originario. Inoltre,sono sottoposti a pubblicità gli accordiche producono vantaggi diretti o indiretticonsistenti nella partecipazione a convegni,eventi formativi, organi consultivi o comitatiscientifici o nella costituzione di rapporti diricerca, consulenza e docenza.

La pubblicità delle erogazioni e degli accordiè effettuata a cura dell’impresa produttrice

Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati

XVIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 1° APRILE 2019 — N. 153

mediante comunicazione dei relativi dati, dainserire in un registro pubblico telematico di cuidirò in seguito. L’articolo 4, poi, pone anchel’obbligo della comunicazione per le impreseproduttrici delle partecipazioni azionarie, deititoli obbligazionari e dei proventi derivanti dadiritti di proprietà industriale o intellettuale.Per quanto riguarda le forme della pubblicità,l’articolo 5 prevede l’istituzione nel sito delMinistero della salute del registro pubblicotelematico denominato Sanità trasparente. Intale registro sono pubblicate le comunicazionie in sezioni distinte gli atti di irrogazione dellesanzioni di cui dirò successivamente.

Il registro è liberamente accessibileper la consultazione. Le comunicazionisono consultabili per cinque anni dallapubblicazione; decorso tale termine, sonocancellate. Con l’accettazione dell’erogazione odei vantaggi da parte dei soggetti operanti nelsettore della salute o di organizzazioni sanitarieovvero con l’acquisizione di partecipazioniazionarie o obbligazionarie, nonché deiproventi derivanti da diritti di proprietàindustriale o intellettuale, si intende prestatoil consenso alla pubblicità e al trattamentodei dati. Le imprese produttrici sonocomunque tenute a fornire un’informativa aisoggetti e alle organizzazioni, specificandoche le comunicazioni citate sono oggetto dipubblicazione sul sito Internet del Ministerodella salute.

È poi demandata a un decreto delMinistro della salute la definizione dellecaratteristiche tecniche del registro pubblicotelematico, nonché i requisiti e le modalitàper la trasmissione delle comunicazioni el’inserimento dei dati secondo determinaticriteri previsti dalla proposta in esame,quali facilità di accesso, semplicità dellaconsultazione, comprensibilità dei dati eomogeneità della loro presentazione.

L’articolo 5 prevede uno stanziamentoal fine di assicurare l’attivazione e ilfunzionamento del registro denominato Sanitàtrasparente. L’articolo 6, invece, concerne lefunzioni di vigilanza e stabilisce l’importo delle

sanzioni da comminare in caso di omissionedelle comunicazioni ovvero di comunicazioninon veritiere da parte dell’impresa produttrice.In caso di notizie incomplete nellecomunicazioni è stata introdotta, attraversoun emendamento approvato in Commissione,una possibilità di ravvedimento, in quanto èdata all’impresa produttrice la possibilità diintegrarle nel termine di 90 giorni; qualoral’integrazione non venga effettuata entro taletermine, si applica una sanzione amministrativapecuniaria.

A seguito di un emendamento approvatoin Commissione si prevede che all’impresaproduttrice con fatturato annuo inferiore a unmilione di euro le sanzioni si applichino inmisura pari alla metà, purché tale impresanon sia collegata o controllata o vincolatada rapporti di fornitura o subfornitura conaltre imprese produttrici. Con riferimento allefunzioni di vigilanza, esse sono attribuite,sempre all’articolo 6, al Ministero della salute,che si avvale del Comando carabinieri perla tutela della salute, cosiddetti NAS, eapplica le sanzioni amministrative, mentrel’amministrazione finanziaria e il Corpo dellaGuardia di finanza, nell’ambito delle attivitàdi controllo effettuate nei riguardi delleimprese produttrici, verificano l’esecuzionedegli obblighi previsti dalla proposta in esame.

L’articolo 7, infine, reca disposizionitransitorie concernenti i termini temporali perl’avvio delle comunicazioni contemplate dalprovvedimento in oggetto.

Nel corso dell’esame in Commissione è statoin qualche modo circoscritto un pregiudiziotalvolta espresso da alcuni, un pregiudizio circala volontà sottesa di criminalizzare la classemedica o comunque chi opera nel campo dellasalute.

È stato infatti ribadito, chiarito, assimilato,il fine proprio di tale proposta, che corrispondealla volontà di incidere sul contesto culturaledella salute, in modo tale che la trasparenzadei rapporti tra imprese e sanitari sia funzionaleagli stessi operatori della salute, nell’otticadi migliorare il loro rapporto con i cittadini

Atti Parlamentari — 6 — Camera dei Deputati

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e rinsaldarne la fiducia, in taluni casicompromessa proprio da certa opacità. L’esamein Commissione si è svolto in un climache definirò collaborativo, propositivo, sia daparte di tutte le forze di maggioranza che daparte delle forze di opposizione, e le diffusemodifiche apportate al testo, alcune delle qualianche sostanziali, sono state per la maggiorparte ampiamente condivise.

Il cuore di questa proposta di legge ècertamente rappresentato dalla prevenzione, dalcontrasto alla corruzione e dal diritto allatrasparenza, in risposta a un clima generaledi sfiducia nel Servizio sanitario nazionale,nonostante vi siano esempi virtuosi di medici,operatori della sanità, aziende pubbliche chequotidianamente sono al fianco degli ammalati,al fianco della sofferenza, e ai quali noi, oggi,da qui, guardiamo ancora una volta con estremafiducia e riconoscenza. Purtroppo, però, questoclima che citavo in precedenza non è unclima virtuale, non è un clima percepito, èqualcosa di reale, ed è sufficiente osservareche soltanto nel 2017 vi siano stati 97 episodidi corruzione svelati da inchieste giudiziarie.L’OCSE rileva che un quinto dei soldi spesiin sanità in Europa finisce in sprechi, abusi ocomportamenti illeciti.

Tenendo presente che nella legge di bilanciosono stati stanziati 115 miliardi per la sanità, sevolessimo attenerci soltanto ai dati dell’OCSE,dovremmo dire che 20 miliardi verrebberosostanzialmente sottratti, trafugati. L’idea èquella di restituire per reinvestire in sanità, enella nostra sanità pubblica, queste risorse. Laproposta di legge “sanità trasparente” nasce conlo scopo di impedire tutto questo, per restituirefiducia nel servizio sanitario, incentivandoatteggiamenti di correttezza proprio attraversola trasparenza. Allora - e mi avvio allaconclusione - chiamatela “Sunshine Act” - perché deriva anche da normative in corsoe in attuazione negli Stati Uniti -, chiamatela“sanità trasparente”, chiamatela in qualsiasimodo, ma sappiate che ci troviamo di fronte aduna proposta di legge scritta in modo chiaro,in modo definito. Ed è proprio la chiarezza di

questa proposta di legge che si pone in antitesirispetto alle ombre, rispetto alle opacità che, nelsettore della sanità - consentitemi - assumonopurtroppo dei connotati inqualificabili. Quindi,dopo aver illustrato i contenuti della proposta dilegge in esame e averne evidenziato le finalità,auspico che essa possa trovare apprezzamentoe condivisione da parte di questa Assemblea.Chiudo dicendo che consegnerò a breve unarelazione dettagliata.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha facoltà diintervenire il rappresentante del Governo, ilsottosegretario alla salute Bartolazzi.

ARMANDO BARTOLAZZI,Sottosegretario di Stato per la Salute.Presidente, confermo - perché ho partecipatopersonalmente ai lavori della XII Commissione - che questo è un disegno di legge veramenteinteressante e condiviso in maniera trasversale,quindi, la faccio breve: non posso che esseremolto contento e spero che possa trovare anchein questa prestigiosa Aula la stessa trasversalità,lo stesso interesse apolitico.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Presidente,onorevoli colleghi, la proposta in discussioneoggi in materia di trasparenza dei rapporti tra leimprese produttrici, i soggetti che operano nelsettore della salute e le organizzazioni sanitarieè stato accolto con favore da tutto il gruppo delPartito Democratico della XII Commissione,che infatti negli scorsi mesi, come ha raccontatopiuttosto puntualmente il relatore, si è dedicatocon spirito di assoluta collaborazione al suoesame. La proposta ha riscosso favorevoliconsensi anche da parte di altri soggetti auditi,che vanno ringraziati anche in questa sede perl’importante contributo che hanno fornito nelmigliorare l’impianto originario della legge.La materia, nonostante sia già stata oggetto didiversi strumenti di soft law quali il codice sullatrasparenza e l’EPA o i vari codici deontologici

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degli ordini professionali, non è mai stataoggetto di una vera e propria regolamentazioneorganica di legge. Sebbene dunque siaapprezzabile lo sforzo compiuto dall’industriae dalle associazioni farmaceutiche di estenderenuove regole di condotta agli operatoridel settore, innovare la materia con lostrumento della legge potrebbe certamenterendere i principi di etica professionale etrasparenza maggiormente cogenti e giovarealla loro effettiva applicazione, anche alla lucedell’introduzione di un sistema sanzionatorio,che ovviamente è un unicum che nei codici diautoregolamentazione non era prevedibile.

La proposta di legge, esplicitamente ispirataal “Sunshine Act” statunitense e ad altreleggi varate negli scorsi anni in diversi Statieuropei, va a colmare un vuoto normativonel nostro ordinamento, e si inserisce nelsolco già tracciato da alcune leggi volte apromuovere le buone pratiche, la trasparenzadelle pubbliche amministrazioni, e a contrastareil fenomeno corruttivo e l’opacità dell’azionepubblica, già approvate nella scorsa legislatura.Tra gli esempi più emblematici si può ricordarel’istituto dell’accesso agli atti della pubblicaamministrazione, introdotto con la legge n. 241del 1990, o la sua più compiuta estensione,ossia l’istituto dell’accesso civico, introdottodal cosiddetto “decreto trasparenza” del 2013,il decreto legislativo n. 33 del 2013: strumentivolti a rendere più aperto e trasparente l’agiredelle pubbliche amministrazioni che, da un lato,permettono ai cittadini di conoscere l’operatodegli amministratori pubblici, ed esercitare cosìun maggiore e più diffuso controllo, dall’altro,impongono veri e propri obblighi di pubblicitànei confronti di tutti gli uffici ed enti pubblici.Insomma, negli scorsi anni il nostro Paeseha fatto alcuni importanti passi avanti nellalotta alla corruzione, e un chiaro esempio diquesta volontà è rappresentato dall’istituzionedell’Autorità nazionale anticorruzione, che dal2014, ormai, fornisce il suo fondamentalesupporto alle amministrazioni pubbliche percontrastare e prevenire i fenomeni corruttivi,anche nel settore della sanità. È per questo che

ringrazio il presidente dell’Anac, anche per ilcontributo che ha fornito nel corso dell’esamedi questo provvedimento. Come detto, quindi,la proposta di legge oggi in discussione intendeestendere regole di trasparenza più stringentinel settore della sanità. Il suo obiettivo generaleè quello di rendere esplicite e controllatele relazioni di interesse intercorrenti tra glioperatori del settore sanitario, le impreseproduttrici di strumentazioni e apparecchiaturee le stesse organizzazioni sanitarie. Il fineprimario è ovviamente quello della promozionedi pratiche e procedure all’insegna dell’eticae della trasparenza, nonché il conseguentescopo di contrastare i fenomeni di corruzionee conflitto di interessi, innanzitutto tramiteattività di prevenzione. Insomma, il “SunshineAct” vuole intervenire con maggiore efficaciasui comportamenti clientelari e scorretti, siapunendo chi li produce o li agevola sia tutelandocoloro che li ostacolano o li denunciano.Non bisogna dimenticare, come ha sottolineatoqualcuno in audizione, come proprio in ambitosanitario, rispetto a qualsiasi altro settoredella pubblica amministrazione, i fenomenicorruttivi siano ancora più inaccettabili, perchécomportano di fatto la sottrazione di risorseda destinare alla cura dei pazienti e talvolta lamancata possibilità di offrire servizi di cura perchi ne ha diritto e bisogno.

Se la principale causa dei fenomeni dicorruzione in sanità risiede proprio nelcattivo funzionamento e nella mancanza ditrasparenza della macchina amministrativae tecnica di supporto alle cure, alloral’applicazione di questa legge potrà almenoparzialmente contribuire a ridurre i rischiconnessi alla cattiva gestione e magari adisinnescare l’improvvisazione amministrativa,l’opacità dei processi e l’indifferenza dichi, con il proprio silenzio, accompagna ipercorsi illeciti molto spesso perché privodi tutele. Combattere la pratica odiosa dellacorruzione è e deve continuare ad essereuno degli obiettivi principali delle azionidi tutti i Governi e del Parlamento. Perquesta ragione abbiamo ritenuto doveroso –

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sottolineo: doveroso - offrire la nostra pienacollaborazione e disponibilità a migliorare iltesto in Commissione, partendo proprio dalleosservazioni raccolte in sede di audizioni.

La proposta di legge originaria, infatti, sifondava già su un buon impianto e disciplinavavari aspetti direttamente o indirettamentecorrelati alla materia. Il testo però, anchesecondo l’opinione di molti soggetti auditi,presentava alcune criticità e partiva da un’ideaun po’ troppo severa e generalizzante neiconfronti degli operatori del settore. In alcunicasi si rivelava troppo pervasivo della sferadi autonomia professionale di cui gli operatorisanitari dovrebbero godere a beneficio dellasalute pubblica, in altri casi, al contrario,risultava incerta ed eccessivamente superficialenel definire elementi fondamentali comela relazione di interesse o le definizionidei soggetti coinvolti, escludendo importanticategorie di imprese, soggetti e organizzazionidall’ambito di applicazione della stessa. Traquesti le organizzazioni sanitarie private, isoggetti pubblici e privati che organizzanoattività di formazione continua in medicina, gliECM, i professionisti iscritti all’albo nazionaledei componenti delle commissioni giudicatricidi gara e gli intermediari delle organizzazionisanitarie, come anche erano escluse leimprese che non operano nel commercio difarmaci e strumentazioni ma nelle attivitàdi promozione di questi prodotti oppure leimprese che producono o commerciano prodottinutrizionali, beni non propriamente assimilabilia quelli sanitari ma altrettanto rilevanti ai finidella presente legge.

Tutte queste lacune sono statefortunatamente colmate da un buon lavoro inCommissione, grazie a un atteggiamento diapertura nei confronti delle nostre proposteemendative. Ma forse è nell’articolo 3,riguardante la comunicazione dell’erogazionedelle relazioni di interesse, che si riscontravanole maggiori criticità di tutta la proposta dilegge. Innanzitutto, in relazione agli importidelle erogazioni in denaro o altre utilità infavore degli operatori del settore della salute

e delle organizzazioni sanitarie ritenuti datutti eccessivamente bassi, soprattutto rispettoalla complessità degli adempimenti richiesti edelle sanzioni previste. Erano previsti valoriminimi unitari di 10 euro e valori annuicomplessivi superiori ai 100 euro per glioperatori, come anche valori annui maggioridi 1.000 euro per le organizzazioni. Conun po’ di buonsenso quei valori sono statirivisti al rialzo. Noi proponevamo che questopassaggio potesse essere fatto in un successivomomento tra le autorità che avrebbero potutofare una verifica e una validazione anche dellimite, ma in Commissione si è stabilito diaumentarli rispettivamente a 50 e 500 euroquali importi minimi per far scattare l’obbligodi comunicazione nel caso degli operatorisanitari e in 2.500 euro per le erogazioni eutilità in favore delle organizzazioni sanitarie.La modifica così fatta contribuisce comunquea evitare l’eccesso di burocratizzazione chesi sarebbe verificato con importi così bassie che avrebbe gravato prima sui soggettiinteressati dalla normativa e poi sulle pubblicheamministrazioni competenti al trattamento deidati. In secondo luogo, si dava una definizionedi relazione di interesse troppo vaga e ambiguache non aiutava di certo ad individuarecomportamenti illeciti. Anche questa è statarivista e meglio inquadrata anche grazieai suggerimenti avanzati dall’Anac, che piùdi chiunque altro conosce le logiche e ledinamiche del fenomeno corruttivo. Graziepoi all’approvazione di un emendamento, lapartecipazione a titolo onorifico o gratuitoa convegni, eventi e comitati non sarà piùsottoposta agli obblighi di comunicazioneintrodotti per le reali relazioni di interesse.

Un altro significativo problema sorgevain merito alla frequenza delle comunicazionidelle relazioni di interesse che il comma5 dell’articolo 3 stabiliva con cadenzatrimestrale. Erano stati diversi soggetti, tracui la stessa Corte dei Conti, a ritenereeccessiva la previsione della comunicazionetrimestrale, soprattutto perché avrebbe richiestoun esagerato sforzo da parte di tutti i

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soggetti coinvolti e da parte delle stessepubbliche amministrazioni. La nostra propostadi modifica della frequenza da trimestralea semestrale è stata ampiamente condivisae approvata dalla Commissione, anche seriteniamo ancora opportuno valutare l’idea diportare gli obblighi di comunicazione ad unacadenza annuale.

Per quanto ancora riguarda l’articolo 3,abbiamo provato a sollevare in Commissioneil problema legato ai crediti ECM, educazionecontinua in medicina, ossia il processoattraverso il quale il professionista della salutesi mantiene aggiornato per rispondere aibisogni dei pazienti, alle esigenze del Serviziosanitario e al proprio sviluppo professionale.Tutti gli operatori del settore della salutesono obbligati per legge a conseguire almeno50 crediti ECM all’anno o 150 nel triennioattraverso la partecipazione ad attività diaggiornamento professionale. Molto spesso,come segnalato da molte associazioni dicategoria, la partecipazione a congressi ocorsi di aggiornamento ha costi di trasfertae di soggiorno che, senza i contributiversati dai soggetti organizzatori, graverebbesu tutte le persone che vi partecipano.In Commissione abbiamo proposto unemendamento per esonerare dagli obblighi dipubblicità dell’erogazione delle relazioni diinteresse le attività di formazione continua inmedicina per permettere a medici, infermieri,operatori di partecipare senza ulteriori costia loro carico alle attività più attinenti allaloro professione. Il nostro emendamento èstato bocciato e il testo che arriva oggi inAula non tiene in dovuta considerazione leattività ECM che - è necessario ripeterlo - tutti gli operatori della salute sono obbligatia seguire. È per questo che vi rivolgiamoun ulteriore invito a riflettere sulla questione,affinché la legge si dimostri più sensibile neiconfronti delle esigenze di tutti i professionistiche dedicano la loro vita alla nostra salute.In particolare vorrei sottolineare il fattoche, senza un intervento ad hoc, la leggepotrebbe portare tutti i soggetti obbligati

a conseguire crediti ECM a partecipare adeventi e corsi più vicini geograficamente allaloro abituale residenza, invece che ad attivitàpiù attinenti alla loro professione. Questaeventualità provocherebbe un danno multiplo.Innanzitutto agli stessi professionisti che, persostenere costi talvolta rilevanti di trasferta esoggiorno, parteciperebbero ad attività estraneealla loro specializzazione pur di accumulare icrediti necessari. Il secondo luogo, ignorare iltema potrebbe praticamente svuotare di senso lalegge istitutiva dell’obbligo di conseguimentodei crediti ECM. In ultimo, sarebbe un dannoper tutti i cittadini e per l’intero sistemasanitario perché ai professionisti non sarebbepermesso di aggiornarsi e acquisire nuovecompetenze e, dunque, metterle in pratica peroffrire un’assistenza qualitativamente migliore.

Per quanto riguarda l’articolo 4, riguardantela comunicazione delle partecipazioniazionarie, abbiamo già segnalato inCommissione la necessità di un’ampiariformulazione. I motivi sono di facileintuizione. Gli obblighi sono molto pervasivi,sono basati su presupposti a volte pocorealistici, provocherebbero innanzitutto undannoso irrigidimento degli ambiti dicollaborazione tra il settore pubblico e quelloprivato, andando di fatto a danneggiare unrapporto fondamentale ai fini delle attività diricerca e sviluppo di nuovi prodotti farmaceuticie di strumentazioni sanitarie all’avanguardia.In più l’obbligo risulterebbe un vero e propriodramma per gli operatori del settore in quantodi difficilissima gestione, applicazione masoprattutto controllo.

In merito all’articolo 5, concernenteil registro pubblico telematico, le nostreperplessità si concentravano non tanto sullostrumento giustamente individuato, quantosulla previsione irrealisticamente ottimista dellasua neutralità finanziaria: non è possibileimmaginare un sistema complesso con obblighiche generano enormi quantità di dati enon prevedere in maniera contestuale unadotazione finanziaria per far fronte alle attivitàamministrative per gestirlo.

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In questo caso, il nostro monito è statoascoltato, seppur parzialmente, e si è modificatoil comma 9, prevedendo uno stanziamento di300 mila euro per il 2019, tutta la fase distartup, e 50 mila euro per gli anni successivi;risorse, lo voglio dire chiaro, che a noisembrano comunque insufficienti per garantirel’istituzione di un registro che funzioni, leattività di aggiornamento e manutenzione,nonché quelle legate all’assunzione di nuovopersonale da impiegare alla gestione dei daticonnessi. Sarebbe auspicabile, quindi, chiedereuna stima reale dei costi, magari alla Cortedei conti o alle stesse amministrazioni chedovranno occuparsi del registro e stanziareadeguate risorse in base a quelle stime, ancheprevedendo un monitoraggio annuale di talicosti.

L’articolo 6 del testo originario, infine,partiva da un approccio eccessivamente rigidonei confronti dei professionisti della sanitàe delle organizzazioni e imprese sanitariesotto il profilo della vigilanza e dell’entitàdelle sanzioni, un approccio più punitivoche preventivo e contraddistinto da troppapoca flessibilità. L’articolo, peraltro, nonspecificava nemmeno quale organo avrebbedovuto applicare le sanzioni previste nei casidi violazione di legge. Grazie all’attivitàemendativa e allo spirito di collaborazione chesi è creato in Commissione, siamo riuscitia inserire elementi di flessibilità, soprattuttoin favore delle imprese medio-piccole delsettore, e ad abbassare notevolmente le sanzionidraconiane inizialmente previste per impreseche hanno un’organizzazione molto limitata.

Quindi, signor Presidente, possiamoritenerci parzialmente soddisfatti del lavorosvolto in Commissione; ovviamente, restanoampi margini di miglioramento delprovvedimento che ci auguriamo col cuorepossano ridursi, fino alla sua definitivaapprovazione nei prossimi giorni, ma, inattesa che queste ulteriori criticità possanoessere risolte, sono certo che l’auspicio delrelatore possa essere raccolto da tutti i gruppiparlamentari.

Ci tengo a sottolineare un fatto quasi inedito,in questo primo anno di attività parlamentare,ossia che quando c’è disponibilità allacollaborazione e si dà modo a tutti dicontribuire e partecipare al miglioramento diuna proposta di legge i risultati finali sono digran lunga migliori e più condivisi, in un climaanche di ritrovata pacificazione nazionale,rispetto agli obiettivi di sistema sui quali nonpossiamo dividerci. Il mio auspicio è chequesto atteggiamento di apertura e di ascoltonon resti un’eccezione, ma possa rinnovarsianche nel prossimo futuro, a incominciare daquando andremo ad approvare concretamentequesto provvedimento (Applausi dei deputatidei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Michela Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie,Presidente. Colleghi, quando è cominciatala discussione in Commissione affari socialisul provvedimento in esame, come già haben ricordato il relatore, abbiamo deciso,pur essendo all’opposizione, di provare acollaborare al buon esito della legge, in ragionedi alcuni principi e, soprattutto, di alcuniobiettivi che ci sembravano e ci sembranocondivisibili. La trasparenza nei rapporti fraimprese produttrici e soggetti che operano nelsettore della salute e le stesse organizzazionisanitarie, ci sembra un obiettivo direi naturalein un sistema democratico, dove conoscereè un elemento irrinunciabile della libertà diazione, ma, soprattutto, della libertà di scelta.Le libertà individuali e collettive, in unademocrazia moderna, si coniugano, soprattutto,alla conoscenza e producono consapevolezza,perché le persone hanno il diritto di scegliere eper questo hanno anche il diritto di sapere. Nonè soltanto una questione che attiene al contrastoalla corruzione, come, invece, con molta enfasiè stato detto, facendo quasi adombrare unameccanica punitiva; è una questione che,a nostro giudizio, riguarda invece il diritto

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dei soggetti ad avere soprattutto relazioni ecollaborazioni e il contestuale diritto dellepersone a sapere, nel momento in cui compionouna scelta, come si strutturano le reti, tirandole loro convinzioni e, dunque, operando leloro scelte. Io credo che non si debbanomai temere la conoscenza e l’informazioneche, al contrario, costruiscono società libere e,soprattutto, persone consapevoli.

Ebbene, normative come quella che stiamoaffrontando – lo abbiamo già detto – delresto, esistono in molti Paesi occidentali; inFrancia esiste una norma dal 2011 che imponeun meccanismo di trasparenza di rapporti fraindustria, economia della salute, professionistidella salute, società scientifiche e, perfino,associazioni e mass media; cioè, tutti gli attoridel campo che stringono rapporti, relazionie collaborazioni fra di loro sono tenuti apubblicizzarli. Ma perché avviene tutto questo?Perché, in questo modo, si offrono alla pubblicaopinione tutti gli elementi per scegliere, percapire e per orientarsi. Anche negli StatiUniti, da qualche anno, esiste un meccanismoper garantire la trasparenza delle relazioni,soprattutto di natura finanziaria, tra operatoried economia della medicina e della cura; sichiama Sunshine Act ed è una norma chenon intende impedire le relazioni, ma portarleallo scoperto, mostrarle. Altri Paesi nei qualiesistono normative di questo tipo sono ilPortogallo e il Lussemburgo ed altri ancorasi stanno aggiungendo e si stanno adeguando,nella consapevolezza che anche la facilità direlazioni, dettata da globalizzazione e nuovetecnologie, rende stringente questa esigenza ditrasparenza.

L’obiettivo, sia chiaro, non è semplicementepunire, ma costruire banche dati, quindi,raccogliere informazioni e mostrarle, in mododa tirare fuori la relazione di eventuali benefici,di scambi, le collaborazioni da un’area diopacità, di detto e non detto, di allusionie di sospetti che, questi sì, non fannobene al rapporto fra soggetto che cura esoggetto che viene curato, rapporto che haalla base, come elemento fondamentale, la

fiducia, fiducia nella professionalità, fiducianella buona fede, fiducia nella persona e fiducianell’organizzazione.

Opportunamente, il testo di legge, al suoprimo articolo, fa riferimento alla Cartacostituzionale, si citano gli articoli 32 e 97della Costituzione. Con il primo, sappiamo,si tutela la salute e si assume la trasparenzacome parte integrante del diritto alla salute.Con il secondo, ci si riferisce alla pubblicaamministrazione, indicando come, peraltro, leregole di trasparenza siano già nel corpodel nostro ordinamento. Sul diritto alla saluteposto dalla Costituzione andrebbe, però, spesoqualche impegno in più, anche da partedi questa maggioranza. Va bene indicarloin una proposta di legge che si esprimesulla trasparenza dei rapporti fra i soggettiche operano nel settore, ma questo, cheè uno dei diritti sociali più significativi,viene mortificato continuamente anche daun assetto istituzionale che non semprefornisce quelle garanzie minime, quei dirittiesigibili su tutto il territorio nazionale, acui, invece, la nostra Carta costituzionalepunta. I livelli essenziali di assistenza inambito sanitario, individuati dal decreto delPresidente del Consiglio il 12 gennaio del 2017,includono anche il diritto all’informazionee alla conoscenza, soprattutto rispetto allerelazioni aventi rilevanza economica fra leimprese della salute e soggetti che operanonel settore. Definire nel dettaglio tali soggettinon è semplicissimo, ci prova l’articolo 2della proposta che fa un elenco piuttostopreciso quando si parla di organizzazioni, malascia, a nostro giudizio, spazio a qualchedifficoltà quando si individuano i soggettisingoli e, soprattutto, le individualità. Definiremeglio, con più precisione i soggetti interessatiavrebbe aiutato a gestire eventuali contenziosie sicure difficoltà organizzative ed operative,considerando anche che ampliare troppo laplatea non significa aumentare gli spazi ditrasparenza, ma far crescere probabilmente lamole di informazioni e, quindi, introdurre,soprattutto, elementi di confusione. A carico

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di questi soggetti viene intestato l’obbligodi rendere pubbliche tutte le transazionifinanziarie entro, chiaramente, alcuni limiti.

Le soglie fissate nella proposta originariaa noi sono sembrate troppo basse; loabbiamo subito detto ed evidenziato, 10 eurocome singola transazione, 100 euro l’annoper i soggetti singoli significava raccogliereinformazioni anche non significative caricandodi burocrazia il sistema e, al tempo stesso,costruendo una nebulosa sovraffollata diinformazioni che avrebbe ottenuto l’effettocontrario a quello auspicato: minore trasparenzanella fatica di orientarsi fra troppi dati inluogo di maggiore trasparenza che, invece,si persegue meglio con meno dati. Dunque,abbiamo presentato, in questo senso, diversiemendamenti per ritoccare al rialzo le soglie,sebbene in maniera non ancora del tuttosoddisfacente, e nelle Commissioni tali limitisono stati aumentati.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTEMARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 15)

MICHELA ROSTAN (LEU). L’adozione diuna legge in materia è sicuramente un’esigenzadel Paese e questo è chiaro. Tuttavia, nonmancano nella proposta che stiamo esaminandoelementi di criticità e molti di questi sono statisegnalati nel ricco e utile calendario di audizioniche già è stato ricordato. L’ordine nazionaledei medici ha rilevato, per esempio, che nonsi è all’anno zero nel nostro Paese nel settoredella trasparenza. Infatti, esiste il decreto delPresidente della Repubblica n. 62 del 2013con il codice di comportamento dei dipendentipubblici ed esistono codici deontologici delleprofessioni che rappresentano già da tempopunti di riferimento su cui, peraltro, propriogli ordini professionali vengono chiamati avigilare. Il conflitto di interessi, prima ancorache dinamiche corruttive, deve essere lapreoccupazione di tutti. Il codice di deontologiamedica, come è stato fatto opportunamentenotare soprattutto nelle audizioni, già prevededisposizioni in materia di conflitto di

interessi. Infatti, il medico è tenuto aevitare qualsiasi condizione di conflitto diinteressi subordinando alla sua deontologiaprofessionale indebiti vantaggi economici o dialtra natura. Mettere al centro, quindi, la salute egli interessi del paziente e l’onestà intellettualenel rapporto fiduciario sono già un cardine dellaprofessione e l’obbligo di dichiarare condizionidi conflitto di interessi nella ricerca scientifica,nella divulgazione scientifica e nello stessolavoro operativo è già attivo ed è a carico degliiscritti a tutti gli ordini professionali.

Sui pubblici dipendenti, poi come detto,opera un apposito codice di comportamentoche definisce un quadro chiaro di doveri, ilprimo dei quali è il perseguimento dell’interessepubblico senza abusare della posizione e deipoteri di cui è titolare e orientando l’azioneamministrativa alla massima economicità,efficacia ed efficienza. I dipendenti pubblicinon possono, peraltro, chiedere né sollecitareper sé o per altri regali o altre utilità, salvoquelli di valore inferiore ai 150 euro effettuatiin modo occasionale. C’è bisogno ora diuna legge che intervenga con una normativaulteriore? Nei termini proposti concentrarsisulla trasparenza e sull’informazione è unobbligo a nostro giudizio, ma è soprattuttoun’esigenza che si può comprendere nel sensoche la trasparenza non è mai abbastanza e tuttoquello che può servire a eliminare ogni dubbiosu interessi personali va bene, naturalmentea patto che non venga fatto con uno spiritodi criminalizzazione o di caccia a chissàquale meccanismo oscuro. Medici e operatoridella salute rispondono alle loro coscienze inprimis, rispondono alla scienza, alla fiduciadel paziente, alla deontologia personale dicategoria e anche a codici normativi esistentie non avranno difficoltà a rispondere anche aquesto nuovo obbligo. Alle istituzioni spetta ilcompito di promuovere, certo, normative cheinducono alla trasparenza e alla correttezza maanche a mettere in campo risorse per garantireservizi migliori e più efficienti, ricordandosi,per esempio, di finanziare la ricerca scientifica,che in questo Paese si affida molto agli

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investimenti privati e poco può fare affidamentosu risorse pubbliche, o alla formazione e agliaggiornamenti professionali, che spesso sonocollegati al settore privato per carenza di quellopubblico.

Trasparenza, dunque, mi piace ricordare,ma non criminalizzazione delle categorie;conoscenza e non demonizzazione dellerelazioni; più di tutto, investimenti emiglioramento dei servizi, perché l’obiettivofinale - ricordiamocelo sempre - deve essereil cittadino che deve conoscere per sceglierema anche avere a disposizione strutture eopportunità per scegliere meglio (Applausi deideputati del gruppo Liberi e Uguali e dideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie,Presidente Carfagna. SottosegretarioBartolazzi, colleghi, la proposta di leggeintroduce una serie di norme volte adassicurare una maggiore trasparenza dellapubblica amministrazione e, nello specifico,tra le imprese produttrici, le organizzazionisanitarie e i soggetti che a vario titolo operanonel settore della salute. L’obiettivo finale èquello di contribuire a contrastare i fenomeni dicorruzione e i conflitti di interesse, aumentandola trasparenza dei dati riguardanti i rapportitra le imprese produttrici di beni e servizisanitari e i professionisti che operano nell’areasanitaria o amministrativa nel settore dellasalute. Vero è che il conflitto di interessi e lacorruzione costituiscono un aspetto in gradodi influenzare costi, qualità della ricerca edell’assistenza. È per questo motivo che laproposta di intervenire con alcune disposizioninormative al fine di conseguire maggioretrasparenza nei rapporti che si instauranoin un delicato e complesso ambito qual èquello della salute ci vede favorevoli macontinuiamo a nutrire diverse perplessità equesto nonostante che l’esame in sede referentein Commissione, grazie anche al contributo

fattivo dei colleghi di Forza Italia, abbiamigliorato in qualche modo il testo di legge,testo che, per come è strutturato e pensato,rischia di far passare una cultura di pregiudizio edi demonizzazione nei confronti di un settore edi molte professionalità, a cominciare da quellamedica che quotidianamente opera nell’ambitodella sanità.

In nome della trasparenza si interviene conprevisioni e obblighi che non sempre rispettanoi principi di proporzionalità e correttezza ein diversi passaggi si muovono ai limiti delrispetto delle vigenti norme sulla privacy. Nonsempre il testo riesce a coniugare l’esigenzadi trasparenza e il diritto incomprimibile allaprotezione dei dati dei soggetti coinvolti.Nelle numerose audizioni che vi sono statein Commissione affari sociali la quasi totalitàdei soggetti auditi ha valutato positivamentele finalità della legge nel voler contrastare ifenomeni corruttivi in ambito sanitario, anchese è emersa con forza l’esigenza di migliorareil testo e di dover contemperare dette finalitàcon il rispetto dei soggetti coinvolti. Il cuoredel provvedimento prevede, infatti, l’obbligoper le imprese produttrici di rendere pubblichetutte le transazioni finanziarie sopra un certovalore effettuate verso un soggetto che operanel settore della salute, così come devono esseredichiarate anche le relazioni di interesse, diretteo indirette, consistenti nella partecipazione,anche a titolo gratuito od onorifico, a convegni,eventi formativi, comitati, commissioni, organiconsultivi o comitati scientifici. Tutti questidati vengono quindi caricati sul sito web delMinistero della salute nel registro pubblicotelematico e mantenuti per cinque anni.

Ho premesso che il provvedimento che verràall’esame dell’Aula è stato sotto alcuni aspettimigliorato e sono state eliminate evidenticriticità - alcune di queste - e questo grazieal contributo che anche il gruppo di ForzaItalia ha portato al testo, laddove siamoriusciti fattivamente a far passare alcunemodifiche e penso all’emendamento per ilquale, a garanzia e a tutela degli interessati, idati pubblicati nell’istituendo registro possono

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essere riutilizzati solamente alle condizionipreviste dalla normativa di matrice europeasul riuso dei dati pubblici e comunque, ove sitratti di informazioni riferite a persone fisiche,in termini compatibili con gli scopi originariper i quali le stesse sono state raccolte dalMinistero della salute. E ancora, in meritoalla pubblicazione per cinque anni nel registropubblico telematico dei dati con la modificaapportata in Commissione in sede referente danoi proposta si fa comunque salvo il dirittodei medesimi soggetti a ottenere la rettifica,la cancellazione o l’integrazione dei propridati. Una tutela importante per il soggettointeressato in linea e nel rispetto del quadronormativo europeo in materia di protezione deidati personali, come previsto dal regolamentoeuropeo n. 2016/679.

Mi auguro che l’esame dell’Aula consenta dimigliorare ulteriormente il testo riuscendo cosìa contemperare efficacemente le esigenze ditrasparenza con i diritti dei soggetti interessati.Come Forza Italia abbiamo presentato propriodegli emendamenti che vanno in questadirezione e, primo fra tutti, gli obblighidi pubblicità dei rapporti tra imprese e isoggetti operanti nel settore sanitario previstidal testo devono sempre avvenire nel rispettodei principi di proporzionalità, correttezza eminimizzazione, ma non sempre questo vienegarantito. Inoltre, crediamo che dal previstoobbligo di comunicazione e pubblicità debbaessere esclusa l’eventuale partecipazione aeventi formativi.

Non ci convince, infatti, che la semplicepartecipazione di un medico ad un’attivitàformativa debba rientrare nel monitoraggio,e non l’obbligo di comunicazione nelregistro. Vi è il rischio infatti che iprofessionisti che intendano aggiornarsi vipossano rinunciare per evitare che questi aspettidella propria vita professionale diventinoliberamente consultabili on line. Così comecrediamo che si debbano definire ed individuarele misure tecniche idonee a prevenire il rischiodi riproduzione, cancellazione o alterazione deidati resi pubblici tramite registro telematico,

anche in questo caso per tutelare e garantirerealmente i diritti dei soggetti interessati.

Un’ulteriore nostra proposta che spero chel’Aula possa accogliere, è quella di poterescludere la cosiddetta indicizzazione dei datipersonali pubblicati sul sito del Ministeroda parte di motori di ricerca generalisti,per evitare così la decontestualizzazionedei dati stessi: anche in questo casoa tutela stessa dei soggetti interessati,visto il rischio dell’indiscriminata reperibilitàin rete delle informazioni contenute nelregistro telematico suscettibili di determinareconseguenze negative.

Signor Presidente, concludendo, ciauguriamo che l’Aula possa miglioraresensibilmente un testo che lascia ancora qualcheperplessità per come è costruito, anche seassolutamente condivisibile nelle finalità chesi prefigge (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). SignorPresidente, il provvedimento di cui trattiamopromuove la trasparenza dei dati di interessepubblico e riguardanti le transazioni finanziariee le relazioni di interesse intercorrenti trale imprese e i soggetti operanti nel settoredella salute. Giova ricordare, com’è agli atti,che varie analisi approfondite sul conflittodi interesse sottolineano una situazioneabbastanza problematica: in particolare citiamola ricerca del CIPOMO, a cui hanno partecipatoappunto 321 oncologi ospedalieri: come è notoemerge che gran parte di loro ha ricevutopagamenti ed è in conflitto di interessi conl’industria; l’82 per cento rileva però come lamaggior parte della formazione oncologica, esappiamo quanto sia importante anche in questocampo, sia supportata dall’industria.

Trattando genericamente di questoprovvedimento, diciamo che Fratelli d’Italiaè naturalmente a favore di un provvedimentocome questo, anche se abbiamo rilevato - e

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ho sentito altri interventi in merito - alcunecriticità segnalate già in Commissione, e chepermangono. Venendo sommariamente quindiai vari articoli, che sono 7, del provvedimento,mi concentrerei in maniera particolare sul 3e sul 4. L’articolo 3 disciplina la pubblicitàdelle erogazioni e degli accordi: vengonoassoggettati a pubblicità le convenzioni ederogazioni in denaro, beni e servizi o altreutilità effettuate da un’impresa produttrice infavore di un soggetto che opera nel settore dellasalute, quando abbiano un valore unitario soprai 50 euro complessivo o annuo maggiore di500 euro, di un’organizzazione sanitaria quandoabbiano un valore unitario sopra i 500 euroo un valore complessivo annuo superiore a2.500 euro. Qui abbiamo appunto rilevato deiproblemi, di cui magari tratteremo poi quandoparleremo anche degli emendamenti che ilnostro gruppo ha presentato.

L’articolo 4 obbliga le imprese produttricie costituite in forma societaria a comunicareal Ministero della salute, entro il 31 gennaiodi ogni anno, i dati identificativi e il codicefiscale o la partita IVA; inoltre di quanti: a)siano titolari di azioni o di quote del capitaledella società, ovvero di obbligazioni dallastessa emesse, iscritti per l’anno precedente,rispettivamente, nel libro dei soci o nel librodelle obbligazioni; b) abbiano percepito dallasocietà, nell’anno precedente, corrispettivi perla concessione di licenze per l’utilizzazioneeconomica di diritti di proprietà industriale ointellettuale.

Abbiamo poi gli altri articoli, il 5, il 6 e il 7,che sono praticamente attuativi.

In merito al provvedimento in generale, cipreme fin d’ora segnalare che le proposte diemendamento che avanzeremo sono finalizzatea rendere più facilmente applicabili lenorme previste dalla proposta di legge, checorrettamente ha la finalità di aumentarela trasparenza nel settore sanitario ed inparticolare nei rapporti tra aziende produttricie organizzazioni ed operatori sanitari. Inparticolare, le proposte sono volte ad escluderedall’ambito di applicazione dell’obbligo di

comunicazione le attività che rientrano in unnormale rapporto commerciale tra azienda edoperatore: è il caso delle iniziative che vengonopromosse nell’ambito del rapporto contrattualetra aziende produttrici e farmacie, ad esempio,e che riguardano l’erogazione di benefit perlo svolgimento di attività di pharmaceuticalcare o di prevenzione e promozione dellasalute. Tali attività sono del tutto trasparenti inquanto appunto contrattualizzate. Ad escluderedal suddetto obbligo la partecipazione a titologratuito a convegni, congressi, commissioni,in quanto la comunicazione riguarderebbemigliaia di eventi e di iniziative che fanno partedella normale attività di professionisti sanitari,senza che ciò ne comporti un condizionamento.Ad escludere dall’obbligo di comunicazionea carico dell’operatore sanitario dell’eventualetitolarità da parte di congiunti fino al secondogrado di parentela di azioni o di quote delcapitale sociale o di obbligazioni di impreseproduttrici i casi nei quali la partecipazione sialimitata a quote ridotte, non sia qualificata aisensi del testo unico delle imposte sui redditie abbia quindi mero carattere di investimento.In generale poi proporremo quindi modificheper evitare che importi ancora così modesti(vedasi l’attuale articolo 3) generino una selvadi segnalazioni poco gestibili e siano anched’impaccio ad un sistema di relazioni che deveessere comunque consentito oggettivamente.

Segnalo in particolare che all’articolo 3,comma 1, dopo le parole “o altre utilità”abbiamo aggiunto le seguenti: “fatta eccezioneper le attività che rientrano in un rapporto di tipocommerciale regolarmente contrattualizzate”; epoi al comma 2 le parole “anche a titolo gratuitoed onorifico” sono sostituite dalle seguenti:“dietro compenso”.

Sono altresì soggette a pubblicità le relazionidi interesse dirette o indirette, consistentinella partecipazione, anche a titolo gratuitoed onorifico dietro compenso, a convegni,eventi formativi, comitati, commissioni, organiconsultivi o comitati scientifici, ovvero nellacostituzione di rapporti di consulenza, docenzao ricerca (questo è riformulato, chiaramente).

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All’articolo 4, comma 7, dopo le parole“al comma 1” sono aggiunte le seguenti: “conesclusivo riferimento, per quanto riguarda lalettera a), a condizioni che configurino unapartecipazione qualificata nelle società ai sensidi quanto previsto dall’articolo 67 del decretodel Presidente della Repubblica n. 917 del1986”.

Insomma, in sostanza, ricordava il relatorei casi anche recentemente emersi di corruzionein questo ambito. Volevo informarlo però chenelle mie zone è recentissima una sentenzache ha visto assolvere parecchi medici pediatriche erano stati accusati anni prima di svolgereun’attività non proprio corretta e lecita neiconfronti di alcune aziende produttrici dilatte per bambini, quindi… Ecco, purtroppoquesti medici hanno dovuto essere inquisitinaturalmente, per poi vedersi prosciolti; evoi potete ben capire che l’argomento èestremamente delicato, trattandosi tra l’altroin questo caso di medici pediatri, quindi conun rapporto fiduciario con le mamme moltoparticolare.

Noi ci auguriamo quindi, dichiarandoci ingenerale favorevoli al provvedimento, che taliemendamenti vengano riconsiderati ed accolti.

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Panizzut. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA).Presidente, sottosegretario e colleghi, giungeoggi all’esame dell’Aula la legge cheregolerà la trasparenza dei rapporti traindustria farmaceutica, dei dispositivi medicie dell’intero comparto sanitario. La Lega dasempre crede che l’unico modo per agire nelrispetto delle regole, nel lavoro, in politica enella vita quotidiana, sia quello di seguire ilprincipio della trasparenza: a maggior ragionein ambiti delicati come quello della sanità,riteniamo doveroso non discostarci da questalinea.

Nei mesi scorsi mi è capitato di leggere,attraverso i media nazionali anche di rilievo especializzati nella trattazione di temi sanitari,

che la Lega sarebbe stata contraria a questaproposta di legge, denominata Sunshine Act,che andiamo a discutere oggi, addiritturascrivendo che eravamo poco presenti ai lavoriin Commissione. Noto che ogni occasioneè buona per infangare il movimento chedavvero sta dando una svolta a questo Paese.Personalmente, in modo scherzoso, preferireiche questo provvedimento venisse denominatonon con un nome inglese, ma è evidente checiò avviene in quanto ricalca la legge approvatanegli Stati Uniti. Lo dico in modo simpaticoper rimarcare ancora di più il nostro totaleassenso ad una proposta ben strutturata e oggiindispensabile per regolamentare i rapporti trale case farmaceutiche e i medici.

La Lega in Commissione è stata semprepresente e ha collaborato con i colleghidel MoVimento 5 Stelle, che ringrazio, neltentativo di fugare gli eventuali dubbi emigliorare la proposta, rispetto alle finalitàdella legge e per rendere la norma il piùpossibile completa ed efficace. Abbiamo dettofin dal principio che rendere trasparenti irapporti e regolarli in modo chiaro è giustoe doveroso, ci siamo sempre posti, però,un limite rispetto al quale non eccedere,perché non è nelle nostre intenzioni esasperarei soggetti interessati o trasformare questaregolamentazione di rapporti in una sgraditavessazione.

In poche parole, cosa si va a regolamentare?Intendiamo dare una risposta all’opacità deifinanziamenti erogati dall’industria sanitariaa medici, strutture ed operatori sanitari.Attraverso un database verranno tracciati ifinanziamenti privati a tutti gli operatori delsistema sanitario nazionale e la dichiarazionesarà in capo alle multinazionali farmaceuticheo alle industrie dei dispositivi medici. Verrannopubblicati e riportati i dati relativi alle donazioniin denaro o in beni e servizi, che comprendonoanche consulenze, convegni e altri tipi divantaggi, di cui può godere un professionista,ovviamente in maniera assolutamente lecita. Sitratta di modifiche importanti, che non avrannooneri burocratici per i medici e infermieri o altre

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figure sanitarie, ma che acquisiranno rilievoanche per i diretti interessati. Quello che sivuole evitare è che i regali e la partecipazionea convegni o congressi medici possa essereinterpretata come una sorta di compensoche lega il professionista agli organizzatori.È chiaro che una visione di questo tipopuò minare la fiducia dei consumatori neiconfronti di aziende e medici; ed è altrettantoevidente che porre dei tetti a costi oregolamentare le rendicontazioni attraversometodi più trasparenti può rassicurare tuttirispetto a una partecipazione più responsabile egiusta.

Personalmente mi rifiuto di pensare che unmedico possa prescrivere farmaci, magari didubbia efficacia, solo perché riceve regalieo viene pagato per un soggiorno all’esteroo per un congresso. Credo che siano giàcambiate molte cose negli anni passati e voglioimmaginare che il giuramento e il codice etico edeontologico dei medici siano sempre rispettati.In caso contrario, è evidente, comunque, checi sono strumenti molto più efficaci rispettoai deterrenti per colpire chi non si comportaonestamente.

Prima di concludere, vorrei fare un breveesempio per meglio chiarire il meccanismodi trasparenza al quale la cittadinanza potràaccedere per verificare i dati che vorrà.Poniamo il caso di un paziente al qualevenga il dubbio di come mai il propriomedico continui a prescrivergli sempre lo stessofarmaco. Il paziente stesso potrà verificaresulla piattaforma digitale del Ministero dellaSalute se il suo medico abbia usufruitodi benefit da specifiche case farmaceuticheed eventualmente da quali. Non si tratta,ovviamente, di minare il rapporto di fiduciache deve esserci tra paziente e medico, checrediamo essere su un piano strettamentepersonale; si intende unicamente raccoglierei dati che possano garantire la totaletrasparenza dei rapporti. Questa legge ha loscopo di gettare le basi di una cultura piùspecifica, che riguarda la trasparenza. Latrasparenza è uno strumento che garantisce

soprattutto il professionista sanitario, il medicoe anche le aziende che operano con grandeprofessionalità in un settore così delicato.Entro sei mesi dall’entrata in vigore diquesta legge, verrà istituito il registro pubblicotelematico, denominato “Sanità trasparente”e verranno pubblicati, in distinte sezioni,tutti i dati risultanti dalle comunicazioni diaziende ed organizzazioni sanitarie. Per leaziende che omettono di fornire i dati, sonopreviste delle sanzioni in ordine proporzionalerispetto alla gravità dell’omissione ed alfatturato dell’azienda stessa, poiché è chiaroche reputiamo fondamentale l’obbligo dicomunicazione dei dati. Ci auguriamo chequesta proposta di legge tenga fede, nellasua applicazione, alle premesse: ricerca dellatrasparenza ma senza pregiudizi, con l’unicafinalità di rendere migliore il sistema per tuttie soprattutto a garanzia e tutela della salutedei cittadini (Applausi dei deputati del gruppoLega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (M5S). Grazie,Presidente. Colleghe deputate e colleghideputati, con questa proposta di legge sisancisce il diritto all’informazione e allaprevenzione della corruzione, contrastandoil conflitto di interessi e promuovendo latrasparenza dei dati di interesse pubblicoriguardanti le transazioni finanziarie e lerelazioni intercorrenti tra le imprese e isoggetti operanti nel settore della salute.Le disposizioni del provvedimento in esameintendono garantire il diritto alla conoscenzadei rapporti, aventi rilevanza economica o divantaggio, tra le imprese produttrici di farmaci,strumenti, apparecchiature, beni e servizi anchenon sanitari e i soggetti che operano nelsettore della salute o le organizzazioni sanitarieper finalità di trasparenza, di prevenzionee contrasto della corruzione e del degradodell’azione amministrativa.

Si tratta di un testo che ci permetterà

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anche un’evoluzione culturale. Per quantoriguarda il mondo sanitario, il Codice dideontologia medica, all’articolo 30, trattail conflitto di interesse: il medico deveevitare ogni condizione nella quale il giudizioprofessionale, riguardante l’interesse primario,qual è la salute dei cittadini, possa essereindebitamente influenzato da un interessesecondario. Il conflitto di interesse riguardaaspetti economici e non, e si può manifestarenella ricerca scientifica, nella formazionee nell’aggiornamento professionale, nellaprescrizione terapeutica e di esami diagnostici,e nei rapporti individuali e di gruppo conindustrie, enti, organizzazioni e istituzioni,nonché con la pubblica amministrazione. Ilmedico deve essere consapevole del possibileverificarsi di un conflitto di interesse evalutarne l’importanza e gli eventuali rischi,prevenire ogni situazione che possa essereevitata, dichiarare in maniera esplicita il tipodi rapporto che potrebbe influenzare le suescelte, consentendo al destinatario di questeuna valutazione critica consapevole. Il mediconon deve in alcun modo subordinare ilproprio comportamento prescrittivo ad accordieconomici o di altra natura per trarne indebitoprofitto per sé o per altri. All’articolo31 del codice deontologico, ogni forma dicomparaggio è vietata. In Italia, il 70 percento dei medici si è reso disponibile apubblicare i dati sulle erogazioni ricevute dalleimprese farmaceutiche. Questo è un segno digrande sensibilità da parte della maggioranzadei medici al tema della trasparenza. Ilcodice etico di Farmindustria, contempla trale regole di comportamento i principi baserelativamente ai rapporti con gli interlocutori:pubblica amministrazione, pubblici dipendentie interlocutori commerciali privati. Non èconsentito offrire denaro, doni o altre utilitàa dirigenti, funzionari o dipendenti, né dellapubblica amministrazione, né di interlocutoricommerciali privati o ai loro parenti, sia italianiche di altri Paesi, salvo che si tratti di doni odutilità d’uso di modico valore.

Nei rapporti con i pubblici ufficiali o con gli

incaricati di pubblico servizio è, altresì, vietatofarsi indurre a dare o promettere indebitamenteagli stessi denaro o altra utilità ai predettisoggetti. È fatto divieto di offrire o di accettarequalsiasi oggetto, servizio, prestazione o favoredi valore per ottenere un trattamento piùfavorevole in relazione a qualsiasi rapportointrattenuto con la pubblica amministrazione ocon interlocutori commerciali privati.

Se Farmindustria utilizza un consulente oun soggetto terzo per essere rappresentata neirapporti verso la pubblica amministrazione overso interlocutori commerciali privati, si dovràprevedere che nei confronti del consulente edel suo personale o nei confronti del soggettoterzo siano applicate le stesse direttive valideanche per i dipendenti di Farmindustria. Inoltre,Farmindustria non dovrà farsi rappresentare daun consulente o da un soggetto terzo quando sipossano creare conflitti di interesse.

Sappiamo che anche il terzo settore siè nel tempo dotato di codici etici cherispondono ad un’esigenza di trasparenza e diinformazione. È evidente che avere cognizionedella possibilità di situazioni di conflitto diinteresse diventi la principale misura per unastrategia di prevenzione. Questo è emersochiaramente durante il ciclo di audizioni in sedereferente, con una generale condivisione dellefinalità del provvedimento. Il registro pubblicotelematico del Ministero della Salute, nelquale confluiranno i dati inviati dalle impreseproduttrici, sarà liberamente accessibile perla consultazione e dotato di funzioni chepermetteranno la ricerca e l’estrazione delleinformazioni.

È stata introdotta anche una sanzionereputazionale, come diffusamente richiesto nelcorso delle audizioni, prevedendo che sianopubblicati, sulla pagina del sito del Ministero,unitamente alle sanzioni, anche i nominatividelle imprese che non abbiano trasmesso lecomunicazioni dovute, ovvero che abbianofornito notizie false. Una sanità trasparente è laconditio sine qua non di una corretta gestionedelle risorse, per garantire appropriatezza,efficienza ed efficacia e per la sostenibilità del

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nostro sistema sanitario. A livello di sistema,è cruciale la trasmissione all’opinione pubblicadell’impegno costante nello sviluppo di attivitàa tutela della salute pubblica e, a livello disingola realtà, il valore ruota intorno allacapacità di dimostrare che la professionalitàdelle persone che si occupano dei servizisanitari, dalla ricerca alla gestione, è frutto dicostante studio per il miglioramento dello statodi salute dei cittadini.

Questa proposta di legge permetterà dimigliorare il rapporto di fiducia tra medico ecittadino, tra industria farmaceutica e cittadino,tra enti del terzo settore e cittadino, rilanciandouna buona reputazione, evidenziata da servizidi qualità, innovazione, correttezza, trasparenzae responsabilità sociale (Applausi dei deputatidei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S).Grazie, Presidente. È davvero di grandeimportanza essere qui, in occasione delladiscussione generale di questa proposta dilegge, già presentata nella XVII legislatura,concernente disposizioni in materia ditrasparenza dei rapporti tra le impreseproduttrici, i soggetti che operano nel settoredella salute e le organizzazioni sanitarie, piùbrevemente detta proposta di legge sulla sanitàtrasparente.

Inizio immediatamente con una citazione.“Poco importa il contenuto tecnico del farmaco,conta il conquibus cioè quello che può essereintascato”. Questa affermazione, Presidente,mette i brividi. Purtroppo, non è frutto di unafantasia, si tratta di un’intercettazione dei NASdi Parma durante l’operazione denominata,appunto, conquibus, avviata nel 2015 a seguitodi una denuncia di un medico, che portò anove misure cautelari interdittive applicate amedici e rappresentanti di farmaci, con altre36 persone interessate da indagini e ben setteaziende coinvolte.

Tuttavia, la corruzione ha un antagonistache si chiama trasparenza, che è l’altra facciadella stessa medaglia ed è uno strumento checambia l’equilibrio dei possibili o probabilicomportamenti opportunistici che sono semprericompresi nei casi che poi vengono acclaraticome casi di reato.

Il livello di corruzione, fortunatamente,è inversamente proporzionale al livello ditrasparenza di un determinato Paese: dove c’èopacità si annida e prolifera la corruzione,si moltiplicano conflitti d’interesse eventuali,possibili comportamenti opportunistici, e siottengono lauti guadagni.

La mia riflessione è quindi sarcastica,Presidente: può esistere una buona sanità senzauna trasparenza totale?

Vediamo alcuni dati: la corruzione èuna piaga così difficilmente quantificabileche l’associazione senza scopo di lucroTransparency International Italia, per realizzareuna mappatura dei casi di corruzione italiani nelperiodo 2017-2018, non ha avuto altra sceltache analizzare i casi riportati dai mass media.

I risultati del report confermano lapercezione del grado di corruzione in Italia:983 casi in un solo anno, quindi 2,6 algiorno, la maggioranza dei quali nella pubblicaamministrazione, negli appalti pubblici e nelsettore sanitario, con ben 129 casi, ossia quasiun caso ogni tre giorni.

Secondo Riparte il futuro, organizzazioneno profit che si batte contro la corruzione,promuovendo la trasparenza e la certezza deldiritto, se il Servizio sanitario nazionale nonavesse perso più di un miliardo e mezzo di euroin frodi e illegalità che sono state accertate nelsolo triennio 2010-2012, oggi l’Italia avrebbepotuto spendere quella cifra per cinque ospedalinuovi di zecca.

La Fondazione Gimbe ha analizzato i datipubblicati dalle imprese farmaceutiche italianeaderenti alla disclosure code di EFPIA, relativiai trasferimenti di valori effettuati nei confrontidi operatori sanitari, organizzazioni sanitarie earea ricerca e sviluppo. L’ultimo report Gimbeha analizzato i dati comunicati da 14 aziende

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selezionate, per un totale del 51 per cento deitrasferimenti di valore, che corrispondono a 288milioni di euro in Italia. Questo è uno dei targetche la proposta di legge si propone appunto - scusate il bisticcio di parole - di monitorare.

Per le restanti 185 aziende aderentiall’EFPIA abbiamo un’ulteriore quantità didenaro della stessa grandezza; quindi, abbiamoun totale di circa 580 milioni di euroche, in realtà, rientrerebbero all’interno deitrasferimenti di valore che già l’EFPIA riescea monitorare, se leviamo circa un terzo didichiarazioni anonime che, grazie alla leggesulla privacy, vengono oscurate, e quindi stiamoparlando di circa 200-250 milioni di euro acui non è possibile avere accesso grazie alcodice di autoregolamentazione a cui ha aderitoFarmindustria.

Risulta che queste, nel 2017 hanno, quindi,trasferito 45,9 milioni ad operatori sanitari,124 milioni di euro ad organizzazioni sanitarie,117 milioni di euro alla ricerca e sviluppo,dato sconfortante se lo paragoniamo al RegnoUnito, in cui i trasferimenti di valori totali sonosovrapponibili a quelli italiani con una piccoladifferenza: il Regno Unito prevede il 74,3 percento del totale destinato a ricerca e svilupporispetto all’Italia che prevede solo il 41 percento di questi trasferimenti di valore. Abbiamocirca, quindi, un 35 per cento che l’industriasanitaria ritiene più opportuno investire insponsorizzazioni di altro tipo rispetto allaricerca e sviluppo.

Questa proposta di legge si prefigge,in realtà, in maniera surrettizia, di crearele condizioni per rendere meno opportunoe meno profittevole l’idea di investire insponsorizzazioni, ma bensì ricreare quellecondizioni per rendere assolutamente piùprofittevole investire in ricerca e sviluppo, esiamo indietro di un 35 per cento.

Tornando ai dati italiani, è emerso che aglioperatori sanitari sono stati erogati 8 milionidi euro per gli eventi (sono quote di iscrizioni,viaggi, ospitalità) e altri 8 milioni di euro perservizi e consulenze, e parliamo solo della metàche abbiamo tracciato inizialmente, ovvero quei

288 milioni di euro.È risultato che il tipo di organizzazione

sanitaria a cui sono stati effettuati piùtrasferimenti sono società di servizi, societàscientifiche e università.

Del totale dei trasferimenti alleorganizzazioni sanitarie, 31,5 milioni di eurosono stati destinati ad erogazioni liberali edonazioni, quasi 80 milioni di euro ad accordi disponsorizzazione ed eventi (quote di iscrizione,viaggi ed ospitalità) e 12,5 milioni di euro aservizi e consulenze.

Il mancato rilascio del consenso, comedicevo precedentemente, da parte deglioperatori sanitari tuttavia ha creato questa zonad’ombra non indifferente e non ha permessodi rilevare altre informazioni utili, come, adesempio, a quanti operatori un’azienda harivolto i suoi trasferimenti nell’arco di un anno.E questo sarà un dato che verrà monitorato daldata base del Ministero della salute secondo laproposta di legge.

Secondo Gimbe, infine, il valore totaledei trasferimenti in favore degli operatorisanitari potrebbe essere sottostimato, perchéi trasferimenti relativi alla ricerca esviluppo non sono monitorati dal codice diautoregolamentazione che ho precedentementecitato, e sono riportati, quindi, come datocumulativo, che non permette di conoscerel’eventuale parte destinata agli operatorisanitari.

Pensiamo alle recenti inchieste di Reportche hanno messo in luce alcuni finanziamentiche sono venuti fuori e che sono stati tracciatida parte dei giornalisti d’inchiesta che hannoutilizzato i Panama papers, e questo riguardaanche un famoso ospedale romano.

Se da una parte è ammirabile l’impegnopreso da queste aziende, che, senza obblighidi legge - parliamo di circa 200 aziende - comunicano questi dati, che, però, non sonosommabili e non sono confrontabili tra diloro, dall’altra, però, si vedono questi puntideboli, per cui si rende più che mai necessariointervenire con un impianto normativo unificatonazionale, che non preveda una divisione,

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da questo punto di vista, in termini diregioni o regionalismo, e che, quindi, sia unprotocollo standardizzato e completo, al fine digarantire un principio di trasparenza unitario,che significa combattere la corruzione, tutelareil diritto alla salute e, soprattutto, promuovere ildiritto alla conoscenza dei cittadini.

Due parole per l’estero, signorsottosegretario e signora Presidente: lacorruzione in sanità non è ovviamente unfenomeno solo italiano. Questa, probabilmente,estremamente simile proposta di legge è giàin vigore in Francia, si chiama TransparenceSanté, ed è proprio un data base visionabileanche da qui, anche dall’Italia, ma nonreplicabile al di fuori dei fini perseguitidalla legge. Quindi, non è possibile scaricareil data base per altri usi che non sianola puntuale informazione del cittadino cherichiede, attraverso dei campi e delle tendine,di poter fare delle interrogazioni, delle query, sichiamano così in linguaggio tecnico, all’internodello stesso data base.

Ebbene, dopo lo scandalo del farmacoMediator in Francia, che si stima abbiaprovocato la morte per valvulopatia cardiacadi 2 mila pazienti, è stata approvata questalegge, Transparence Santé, grazie alla qualechiunque può navigare e controllare l’entitàdelle erogazioni effettuate dalle industriefarmaceutiche e dall’industria sanitaria deidispositivi medici.

Non è stata da meno, precedentementeancora, la legge “Sunshine Act”, di matriceamericana, emanata nel 2013, in rispostaai risultati dell’inchiesta di ProPublica,un’organizzazione no profit di giornalismoinvestigativo che fece emergere, tra il 2009 e il2010, ben 320 milioni di dollari in favore di ben18 mila medici. Se consideriamo che in Italiaabbiamo circa 330 mila medici, capiamo bene iltipo di proporzione di un possibile ed eventualeingiusto vantaggio che queste erogazioni, nelmomento in cui dovessimo trasferire questidati anche sul nostro Paese, possono avercreato anche all’interno di una contendibilità dicarriera. ProPublica ha contribuito a innescare

un dibattito sui legami tra industria e medici, inquanto i dati dimostrano che i medici possonoessere influenzati, e i pazienti possono riceverefarmaci addirittura sbagliati rispetto ad altriche possono essere meno costosi. Il “SunshineAct” obbliga le imprese farmaceutiche adichiarare questi trasferimenti in favore solodei medici, contrariamente alla legge francesee a questa proposta di legge, che allargal’ambito di applicazione a tutte le figuresanitarie e a tutto il pubblico impiego che hapotere di influenza all’interno della pubblicaamministrazione utilizzata nel settore sanitario.

Le conseguenze positive della trasparenzache è stata imposta in questi due Stati havisto degli immediati cambiamenti all’internodelle politiche sanitarie di tipo privato:la GlaxoSmithKline ha dichiarato di avereeliminato i bonus elargiti ai suoi dipendentiaddetti alle vendite in relazione al volumedi prescrizione dei farmaci, e capite benequanto è importante eliminare questi tipi dibonus elargiti al volume di prescrizione deimedici; AstraZeneca ha abolito i rimborsi perle spese di viaggio dei medici per i congressiinternazionali, questo significa più risorse perricerca e sviluppo. Allan Coukell, dirigentedel Pew Prescription Project, un sistema disorveglianza sulla sicurezza dei farmaci negliStati Uniti, ha affermato che la trasparenza daràun grande aiuto per informare e proteggerei pazienti e per infondere maggiore fiducia.Probabilmente la trasparenza è un prerequisitodella fiducia, se vogliamo ribaltare l’ordine delragionamento di chi, in realtà, potrebbe avereun interesse a criminalizzare questo tipo diproposta. Per questa ragione, la pubblicazionedei trasferimenti di valore ha spinto alcuneimprese a fissare un tetto massimo di spesa.George Dunston, fondatore di PharmaShine,nel 2011 gestiva proprio un database derivatodalle comunicazioni spontanee dei trasferimentiin denaro nel settore farmaceutico, e hadichiarato che tra i suoi clienti c’eranoistituzioni accademiche e mediche curiose divedere se i dati forniti dall’industria avrebberocoinciso con quanto dichiarato direttamente dai

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loro staff. Sì, perché nella legge statunitensel’adempimento burocratico rispetto a questedichiarazioni è in capo ai medici, mentrenella nostra proposta, quella italiana, e nellalegge francese, l’adempimento è in capoall’industria sanitaria e alle imprese della stessacostellazione. Cosa possiamo fare in Italia?L’abbiamo già detto precedentemente, non miripeterò. Ci sono alcuni altri dati che sonomeritevoli di essere menzionati, ovvero: questalegge ha un carattere morale, moralistico?Sì, ma non va inteso nel senso retrogradodel termine, perché se questa legge ha comefinalità la prevenzione dei comportamentiopportunistici tramite la total disclosure,questa è sicuramente una delle finalità,anche se non l’abbiamo citata all’internodella legge. Viene richiamato indirettamentel’articolo 30 del codice deontologico - proprio attraverso la prevenzione deicomportamenti opportunistici che ho appenacitato -, che non permette di subordinare uninteresse secondario, economico o di profittoall’interesse primario e al mandato socialedel medico. Non dobbiamo dimenticare dicitare il Protocollo Anac-Agenas, che ha vistopiù di 40 mila dichiarazioni pubbliche inmateria di conflitti di interesse. In realtà sitratta di una dichiarazione che deve esserecompilata dal medico, che lavora all’interno delSistema sanitario nazionale, di ben diciassettepagine, ma non è previsto ovviamente alcuntipo di sanzione in caso di inadempimentoin termini di legge. Vorrei terminare conqualche altro dato sottolineando che, perquanto riguarda i colleghi che mi hannopreceduto, la legge francese, grazie al rapportodella Corte dei conti francese sullo statodi attuazione della legge, relativa al primoanno di effettivo funzionamento, il 2014, havisto 700 mila record. Questi record nonsarebbero altro che dei campi che devonoessere inseriti, devono essere compilati, eche prevedono il nome dell’industria chedovrà inserire i propri dati, l’eventuale nomedel beneficiario dell’organizzazione sanitaria,l’eventuale codice unico dell’accordo siglato.

Parliamo proprio di un accordo sostanzialee non di un astratto gentlemen agreement,e dell’eventuale montante del valore ditrasferimento in beni o servizi o in elargizione didenaro. Facendo un breve calcolo, e rimanendoestremamente larghi, ogni campo, per essereinserito, richiederebbe manualmente non piùdi mezz’ora, e siccome lo stesso report dellaCorte dei conti afferma che sono 700 milai record e che hanno interessato circa milleaziende, abbiamo un dato statistico per cuisaranno richieste circa sette ore e mezzodi lavoro in media in più a settimana, pergarantire una trasparenza pressoché totale,perché nella legge francese il montante eraprevisto a 10 euro. Questo avrebbe creatouna trasparenza capillare, che sarebbe perfinoarrivata in periferia, nel dibattito pubblicoche riguarda anche un medico di periferia,che presumibilmente non credo prenda grandisoldi da parte dell’industria sanitaria e chepotrebbe tranquillamente fregiarsi del fattoche non è interessato a prendere i soldidall’industria sanitaria, o che comunque èassolutamente consapevole di che cosa implichiprendere determinati soldi dal punto di vistadeontologico rispetto alla prescrizione deifarmaci in un momento in cui la fiducia traun paziente e un medico di base è fortementemessa sotto attacco, anche purtroppo a causa deinumeri che ho citato precedentemente dei casidi corruzione, cioè che un caso di corruzione insanità viene denunciato dagli organi di stampaalmeno una volta ogni tre giorni.

Questa è una legge che quindi prevede laprevenzione della corruzione, che si prefiggeuna diminuzione del numero dei casi dicorruzione in Italia proprio grazie a questapuntuale comunicazione. Abbiamo detto primadei 700 mila record che hanno riguardato180 mila medici in Francia, e in Francia imedici sono circa 220 mila: stiamo parlandoche quindi l’80 per cento dei medici francesisono tracciati nella stessa legge “TransparenceSanté” francese. Questo significa che, setutti sono tracciati, probabilmente è possibilecreare un vero e proprio faro, una vera

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e propria luce che permetterà di tracciareall’interno di tutto il sistema sanitario, pubblicoe privato, 50 sfumature di luce rispetto aglieventuali vantaggi di tipo diretto o indiretto cheogni professionista della salute potrà riceveredall’industria sanitaria. È meglio trovarci,quindi, da questo punto di vista, in unacondizione di poter risolvere, forse ancheuna volta per tutte, il problema dell’opacità,che porta a sacche di corruzione in Italia.Possiamo quindi uscire dal buio approvandoquesta legge, che salvaguarda l’indipendenza el’integrità scientifica ad ogni livello del settoresanitario, e garantisce una sanità trasparente,etica, responsabile, aperta e vicina ai cittadini(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti aparlare e pertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali.

(Repliche - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare ilrelatore, onorevole Nicola Provenza.

NICOLA PROVENZA, Relatore.Presidente, soltanto per ringraziare tutti icolleghi che sono intervenuti, anche nelsolco di una collaborazione che c’è statagià in Commissione, con l’auspicio di unacondivisione anche nei lavori d’Aula.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare larappresentante del Governo, sottosegretarioBartolazzi.

ARMANDO BARTOLAZZI,Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie,Presidente. Anch’io ringrazio tutti gli onorevoliche sono intervenuti.

Vorrei dire – l’abbiamo già detto: non voglioessere ridondante – che questa è una propostadi legge estremamente importante. L’Italiaè un po’ indietro rispetto ai Paesi europeinell’attuazione di queste normative. Una cosa

che volevo sottolineare è che l’approvazionedella proposta di legge in esame consentiràdi ricostituire il rapporto sano tra medico epaziente che rappresenta una delle vere prioritàper il nostro Sistema sanitario nazionale e per ilnostro Paese.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito èrinviato ad altra seduta.

Discussione della mozione Braga, Muroni edaltri n. 1-00152 concernente iniziative inmateria di cambiamenti climatici e per lapromozione della candidatura dell'Italiaquale Paese ospitante della COP 26 nel2020 (ore 15,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recala discussione della mozione Braga, Muronied altri n. 1-00152 concernente iniziative inmateria di cambiamenti climatici e per lapromozione della candidatura dell'Italia qualePaese ospitante della COP 26 nel 2020 (Vedil'allegato A).

Avverto che lo schema recante la ripartizionedei tempi riservati alla discussione dellamozione è pubblicato in calce al vigentecalendario dei lavori dell’Assemblea (Vedicalendario).

Avverto che sono state presentate le mozioniColucci ed altri n. 1-00154, Ilaria Fontana,Lucchini ed altri n. 1-00155 e Mazzetti edaltri n. 1-00158 (Vedi l'allegato A) che,vertendo su materia analoga a quella trattatadalla mozione all’ordine del giorno, verrannosvolte congiuntamente. I relativi testi sono indistribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta ladiscussione sulle linee generali delle mozioni.

È iscritto a parlare l’onorevole Morassut, cheillustrerà la mozione Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, di cui è cofirmatario.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie,

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Presidente. Il 15 marzo i giovani e gli studentidi tutto il mondo, sull’esempio della studentessasvedese Greta Thunberg, hanno invaso le piazzeper chiedere ai rispettivi Capi di Stato unimpegno più forte per contrastare i cambiamenticlimatici e salvare il pianeta.

In Italia, centinaia di migliaia di ragazzee di ragazzi hanno dato vita a cortei emanifestazioni interpretando un messaggiopotente di cambiamento e chiedendo conurgenza azioni concrete e radicali.

I cambiamenti climatici in atto,come dimostrato dalla comunità scientificainternazionale, riunita nell’Intergovernmentalpanel on climate change, sono determinatidall’attività umana, in particolare dall’usodei combustibili fossili, e rischiano dicompromettere in maniera irreversibile lasicurezza e la sopravvivenza stessa del pianetae degli esseri viventi.

Eventi climatici estremi sono all’origine diconflitti e migrazioni di massa che sconvolgonola vita di milioni di persone, la distruzione dellerisorse naturali e il livello di inquinamento deglioceani, del suolo e dell’aria e hanno impattidevastanti sulla salute umana e sulla qualitàdell’ecosistema.

Secondo importanti pubblicazionispecialistiche, entro il 2100, varie zone delglobo diverranno addirittura inabitabili, proprioa causa di abbinamento, letale per gli esseriumani, di umidità e calore, generati daicambiamenti climatici.

I Paesi interessati da questi fenomenipotrebbero essere addirittura territori altamentepopolati come la parte orientale di Cina e StatiUniti, oltre che l’Amazzonia, l’India del nord e,per quanto riguarda le nostre coste, vaste zonedell’Africa.

Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCCabbiamo soltanto undici anni a disposizione perevitare la catastrofe ambientale; l’organismoscientifico dell’ONU ha invitato tutti ilegislatori e i Governi ad assumere misuresenza precedenti nella storia recente: lariduzione delle emissioni di gas serra, inparticolare di anidride carbonica, attraverso il

ricorso alle energie rinnovabili, alla mobilitàelettrica, all’efficienza energetica, al riciclodei rifiuti e alla riduzione del consumo dicarne, puntando alla rimozione della CO2attraverso la riforestazione di vaste areedel pianeta fino a consigliare la catturadell’anidride carbonica e il suo stoccaggioin depositi sotterranei. L’Accordo di Parigisul clima, raggiunto il 12 dicembre 2015nell’ambito della Conferenza sui mutamenticlimatici COP 21 ed entrato in vigore il 4novembre 2016, ha riunito per la prima volta195 Paesi del mondo in un accordo globalegiuridicamente vincolante per combattere ilcambiamento climatico. L’Accordo ha definitoun piano d’azione per contenere l’aumentodella temperatura media globale ben aldi sotto di 2 gradi centigradi rispetto allivello precedente alla rivoluzione industrialee di puntare a contenere tale incrementoentro 1,5 gradi centigradi. L’Accordo hapoi definito un processo di monitoraggio erevisione periodica degli obiettivi, necessarioa indirizzare i singoli contributi nazionalideterminati volontariamente verso l’obiettivocondiviso di ridurre le emissioni climalteranti.

Nonostante la portata storica dell’Accordodi Parigi, siglato nel 2015, la strada per lasua attuazione procede con molta lentezza efatiche per le resistenze degli Stati ad assumeredecisioni coraggiose e capaci di superare unmodello di sviluppo ormai insostenibile sottoil profilo ambientale ma anche sociale edeconomico.

Nella recente COP 24, cioè la Conferenzadelle parti della Convenzione internazionalesui cambiamenti climatici, tenutasi a Katowice,in Polonia, è stato fatto il punto sullostato di avanzamento degli impegni assuntidai membri della comunità internazionale;elemento positivo è stato aver dotato l’Accordodel 2015 di linee guida (rulebook) per la suaattuazione dal 2020, mentre non sono staticoncordati impegni sull’adozione di un quadronormativo vincolante e condiviso.

Lo scorso mese di dicembre Germanwatchha pubblicato il Climate change performance

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index 2019, dal quale si evince che l’Italia escedal gruppo dei Paesi migliori. Il nostro Paesepresenta buone performance in tutti e tre gliindicatori quantitative - emissioni, rinnovabilie consumi energetici - posizionandosi al terzoposto nel G20. Tuttavia, il nostro Paese presentaun trend e delle prospettive di crescita deltutto insufficienti a rispettare gli impegni diParigi, anche a causa della scarsa ambizionedella SEN, strategia energetica nazionale,su cui si è completamente basato anche ilpiano integrato energia e clima predispostodall’attuale Governo. Retrocedono con noila Francia, in ventunesima posizione, e laGermania in ventisettesima, ma hanno fattopassi indietro anche Paesi solitamente moltovirtuosi come la Norvegia e la Finlandia.

Il piano nazionale integrato per l’energia edil clima, siglato dai tre Ministeri dello Sviluppoeconomico, dell’Ambiente e delle Infrastrutturee dei trasporti, è stato inviato in bozza aBruxelles lo scorso 8 gennaio, avviando laprocedura che porterà, entro dicembre 2019,alla fine dell’iter europeo, all’approvazionedefinitiva del piano nazionale integrato che avràvalore normativo vincolante e sanzionabile.

L’attuale proposta di piano nazionaleintegrato per l’energia e il clima appare, quindi,inadeguata per realizzare le ambizioni di unPaese come l’Italia che aspira a collocarsi comecapofila nella transizione energetica ed intendesostenere il suo sistema di imprese a svilupparemaggiore competitività, a risparmiare nei costienergetici e ad autoprodurre l’energia di cui habisogno, nonché a sviluppare politiche efficacidi mitigazione e adattamento ai cambiamenticlimatici. Il piano contiene obiettivi nazionaliinferiori a quelli già fissati in sede europea enecessari per rispettare i contenuti dell’Accordodi Parigi: il target di riduzione delle emissionieuropee al 2030 è del 40 per cento, mentrequello fissato dal piano italiano si ferma al 37per cento; l’obiettivo quantitativo di energiaprodotta da fonti rinnovabili a copertura deiconsumi finali lordi è previsto dall’Europa al 32per cento, mentre l’Italia fissa un obiettivo piùbasso e si ferma a malapena al 30 per cento.

Nel piano adottato dal Governo italiano nonsi prevede alcun obiettivo di phase-out daiveicoli a benzina e diesel, manca un traguardodi lungo periodo e ogni impegno rispettoall’orientamento assunto al Parlamento europeodi arrivare alla carbon neutrality entro il 2050;si rivela, al contrario, in questo modo, comel’Italia sia stata riluttante su quest’ultimo puntoin occasione proprio del Consiglio europeodello scorso 22 marzo.

Infine, si evidenzia che la proposta di pianoriporta un elenco articolato di misure senza laquantificazione di tutte le misure specifiche edelle relative coperture economiche, rendendoimpossibile valutare l’effettiva adeguatezzadegli strumenti prospettati in relazione agliobiettivi indicati.

Inoltre, la mancata attuazione della direttivafirmata il 16 marzo 2018 dal Presidentedel Consiglio in carica, che prevedeva lacostituzione presso il Consiglio dei ministridella Commissione nazionale per lo svilupposostenibile e l’indicazione di molte delleiniziative previste dalla strategia nazionale perlo sviluppo sostenibile, approvata dal CIPEnel dicembre 2017, ha di fatto bloccato ognisviluppo in tale direzione.

La portata e l’urgenza della crisi climaticarichiedono quindi con forza, in Italia e inEuropa, un più forte impulso all’affermazionedi un nuovo modello di sviluppo fondatosulla sostenibilità ambientale, economica esociale e sulla lotta alle disuguaglianze, anchegenerazionali, derivanti dall’esposizione agliimpatti dei cambiamenti climatici.

La sostenibilità ambientale, ancora oggipercepita come vincolo, rappresenta alcontrario, se interpretata in modo positivo edi concerto con gli attori economici e sociali,una straordinaria opportunità di sviluppo,innovazione e competitività per il tessutoindustriale e produttivo.

L’Italia, nel contesto europeo, può giocareun ruolo da protagonista sui temi delcambiamento climatico e della tutela delpaesaggio, del suolo, della transizione versoforme di energia sostenibili ed ecologiche

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coniugandole con il sostegno alle nuovetecnologie e alle azioni delle comunitàlocali, della società civile e delle istituzioniuniversitarie.

L’Italia può raccogliere la leadership nelcontrasto dei cambiamenti climatici con unsuo contributo importante e concreto, costruitoin sinergia con gli altri partner europei,candidandosi con il massimo impegno adospitare la prossima Conferenza sul climanel 2020, così come annunciato dal Governoitaliano in occasione della COP 24 di Katowice.

Per questo motivo la nostra mozione chiedeal Governo di impegnarsi a perseguire conla massima efficacia ogni azione utile persostenere la candidatura dell’Italia quale Paeseospitante della COP 26 del 2020, coinvolgendoil Parlamento nel percorso da intraprendereper il raggiungimento di questo importanteobiettivo; ad attuare politiche necessarie allariduzione delle emissioni di gas a effetto serrae al raggiungimento degli impegni assunti alivello internazionale, attraverso un programmadi azioni che siano finalizzate ad accelerare latransizione energetica per ridurre le emissionidi CO2 in tutti i settori produttivi, attraversoil miglioramento dell’efficienza energetica,l’utilizzo di fonti rinnovabili, il raggiungimentodegli obiettivi di decarbonizzazione e ilprogressivo superamento della dipendenza daicombustibili fossili; a realizzare una fiscalitàambientale che riduca fino ad azzerarli gliincentivi ai combustibili fossili e i sussidiambientalmente dannosi; a investire in un pianostrutturale di messa in sicurezza del territoriocon politiche di prevenzione e mitigazionedel rischio e di adattamento ai cambiamenticlimatici; ad avviare un grande programmadi investimenti pubblici orientati ai principidella sostenibilità ambientale, con azioni diriqualificazione energetica e messa in sicurezzasismica degli edifici pubblici e privati, politichedi rigenerazione urbana, di contrasto al nuovoconsumo di suolo e all’abusivismo edilizio;ad accompagnare la transizione verso unmodello di economia circolare, basato su unuso efficiente delle risorse naturali, su una

corretta gestione dell’acqua, su un virtuosociclo dei rifiuti che punti alla riduzione dellaloro produzione e al recupero di materia edenergia; a favorire, infine, la transizione versola mobilità elettrica, destinando il 50 percento degli investimenti in infrastrutture per lamobilità sostenibile nelle città e per il trasportopubblico collettivo e condiviso.

Ancora, la nostra mozione chiede alGoverno di impegnarsi a modificare il pianonazionale integrato per l’energia e il clima,al fine di approvare nei tempi previsti unostrumento coerente con gli obiettivi europei einternazionali, stabiliti nell’Accordo di Parigidel 2015, in materia di contrasto ai cambiamenticlimatici; in particolare, a fissare un target diriduzione delle emissioni al 2030, pari o, sepossibile, superiore a quello europeo del 40per cento e una quota di energia prodotta dafonti rinnovabili significativamente superioreal 32 per cento entro il 2030, oggi prevista alivello europeo; a quantificare tutte le misurespecifiche e le relative fonti di copertura alfine di rendere possibile valutare l’effettivaadeguatezza degli strumenti prospettati inrelazione agli obiettivi indicati; a sostenerea livello europeo la proposta di arrivare allacarbon neutrality entro il 2050.

Chiediamo, ancora, di impegnarsi adattuare la strategia nazionale per lo svilupposostenibile, rendendo pienamente operativala Commissione nazionale per lo svilupposostenibile, già prevista, come detto in apertura,dalla direttiva del Presidente del Consiglio deiministri del 16 marzo del 2018 e ottemperandoall’impegno dei singoli Ministeri di condurreun’analisi di coerenza tra le azioni programmateper il triennio successivo, i contenuti dellastrategia nazionale e i risultati della valutazioneannuale della sua attuazione. Infine, chiediamodi sostenere le iniziative legislative volte apromuovere l’inserimento del principio dellosviluppo sostenibile in Costituzione (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Ilaria Fontana, che illustrerà anche

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la sua mozione n. 1-00155. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Presidente,colleghe, colleghi, un importante punto dipartenza, quando si parla di cambiamenticlimatici, è la necessità di prendere atto diun’accelerazione che coincide esattamente, seseguiamo la linea del tempo, con l’evolversidell’industrializzazione su questo pianeta. Sullaconnessione del surriscaldamento globale conle attività umane ormai la scienza è pressochéunanime, possiamo dunque affermare chesiamo dinanzi a un paradosso: quattro miliardidi anni fa le prime forme di vita nascevanoquando gli ecosistemi del pianeta riuscivanoa mettere sottoterra l’anidride carbonica, unprocesso tutt’altro che breve, oggi, invece - edè qui il paradosso -, in un paio di secoli, l’uomoha dissotterrato gran parte di quell’anidridecarbonica, attraverso le estrazioni di petrolioe gas. Le conseguenze sono già sotto i nostriocchi e gli scenari sono tutt’altro che rosei:desertificazione, eventi meteorologici estremi,innalzamento dei livelli dei mari, diffusione dinuove e violente malattie, esodi di massa ecrollo della biodiversità.

Non c’è più tempo, né servono ancora analisie approfondimenti. Bisogna agire, decidere adiversi livelli, lasciandosi contaminare dallapressione che si fa sempre più largo nellasocietà civile, nei territori che si sentono,a ragione, più esposti alle conseguenze diquesto fenomeno. “Il cambiamento climaticoè la sfida chiave del nostro tempo. La nostragenerazione è la prima a sperimentare ilrapido aumento delle temperature in tuttoil mondo e, probabilmente, l’ultima cheeffettivamente possa combattere l’imminentecrisi climatica globale”. Queste sono le paroleche il Presidente della Repubblica, SergioMattarella, ha sottoscritto con altri Capi di Statoe di Governo in occasione della COP 24 adicembre scorso, in Polonia.

Questo deve essere un impegno di tutti,portato avanti con forza, determinazione,resilienza, programmazione e lungimiranza.Non c’è più tempo, dicevamo, e molto

probabilmente siamo l’ultima generazione ingrado di invertire la rotta, prima che sia troppotardi.

Nell’immaginario collettivo l’emergenzaclimatica è associata alla foto di un orso polaresmagrito e alla deriva su una piccola lastradi ghiaccio. Ecco, forse dobbiamo rimodularequelle immagini; se vengono meno i ghiacciai,se interi ecosistemi collassano, su quellasuperficie di ghiaccio alla deriva potrebberofinirci, e non solo metaforicamente, degli esseriumani. Il punto è proprio questo, gli impattidel surriscaldamento globale sono devastantianche per l’uomo. Basta pensare alle centinaiadi migliaia di persone costrette ad abbandonarela propria terra per le conseguenze delladesertificazione, della siccità o, comunque,delle condizioni di vita estreme. In Europa, 400mila persone muoiono ogni anno per malattielegate alla cattiva aria, in Italia sono 90 mila imorti da inquinamento atmosferico; sempre inEuropa ci sono 68 mila chilometri di coste, 161milioni di ettari di foreste, 54 mila chilometri dighiacciai. Questo prezioso patrimonio è messoin pericolo dall’aumento della temperatura, ungrado in media negli ultimi cinquant’anni, e dalconsumo di suolo che ha divorato 19 milioni diettari di territorio.

Bisogna fare di più, con un’azione rapida,decisiva e congiunta. Tutti insieme, ciascunoper la propria parte. I dati del QuintoOsservatorio nazionale sullo stile di vitasostenibile ce lo confermano: oltre il 90 percento degli italiani è attento alla raccoltadifferenziata, crede che si debba potenziare iltrasporto pubblico e si sente responsabile perle generazioni future. Insomma, i presuppostiper cambiare marcia e riconvertire l’economiain chiave sostenibile ci sono tutti. Questocambiamento è sentito come prioritario daicittadini e non possiamo accettare che vengabloccato per interessi lobbistici, perché è ingioco il futuro di tutti noi.

Anche questa volta i giovani ci hannoinsegnato qualcosa, hanno fatto da battistrada,sono scesi in tutte le piazze del mondo coni loro cartelli colorati, con i loro sorrisi, con

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la loro spensieratezza unita alla loro forza,con la loro sana e genuina verità stampatanegli occhi e hanno chiesto ai Governi ditutto il mondo di fare di più, di mettercelatutta, di preoccuparci del loro futuro e noi cisiamo, ci sentiamo più forti, perché sappiamodi rappresentare la volontà di cambiamentoespressa dai cittadini e, in particolare, daipiù giovani che, evidentemente, sono più ingrado di portare una visione a lungo termine.C’eravamo il 15 marzo in piazza al loro fianco,senza bandiere, ci siamo oggi e ci saremodomani per programmare un vero cambio diparadigma in tema di politiche ambientali.

Per decenni, questo Paese ha subito leconseguenze di scelte scellerate e di patti dipotere con i signori delle fonti energetichefossili che ancora fanno sentire il loro peso.Da quest’Aula, purtroppo, sono partite lepeggiori politiche ambientali, basti pensare alcosiddetto “sblocca Italia” o al boicottaggio delreferendum che ci avrebbe consentito, già nel2016, di abbandonare le trivelle e virare inmaniera decisa verso l’efficienza energetica e leeco-energie.

Come forza di Governo ci siamo fatticarico di avviare questa inversione di rotta.Stiamo investendo, nel periodo 2019-2033, 3,7miliardi di euro per la mobilità sostenibile,ben 33 milioni per attrezzare il Paese conimpianti di ricarica per i veicoli elettrici; stiamoincentivando l’acquisto di veicoli ecologicicon sconti fino a 6 mila euro; abbiamodato il via alla piattaforma italiana delfosforo che ci consente di trasformare inopportunità una criticità ambientale, anzichéacquistarlo da altri Paesi lo sottraiamo aifanghi, rendendoli così meno inquinanti;abbiamo stanziato 11 miliardi di euro peraprire i cantieri per l’ambiente, investendofinalmente in manutenzione, in prevenzionee mettendo in sicurezza il nostro territorio,contrastando il dissesto idrogeologico, ancheda eventi atmosferici estremi. Lo stiamofacendo, in modo particolare, attraversoil piano che sospende le attività diricerca e di estrazione di idrocarburi in

un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale edeconomica. Basta favori alle lobby del petrolio.Stiamo rimodulando la politica energeticanella direzione della decarbonizzazione, unariconversione ecologica dell’economia che vuoldire sviluppo industriale collegato a scelteecologiche, con un cambio di mentalità a favoredella salute e del lavoro, tutto attraverso unatransizione verso una conversione energeticae produttiva del sistema Italia. Tutto questoè racchiuso nel cuore del Piano nazionaleintegrato per l’energia e il clima 2030,presentato pochi giorni fa; un piano ambiziosoche ha bisogno della collaborazione di tutti,con il cittadino al centro della transizioneenergetica. E non si dica che queste sceltemettono in pericolo i posti di lavoro, è un falsostorico, una voce priva di fondamento; bastipensare che ogni miliardo nel carbon fossilegenera 500 posti di lavoro, mentre quello stessomiliardo investito nel settore dell’efficienzaenergetica produce ben 15 mila nuovi occupati.

Quindi, è evidente che questa transizione,non solo non lascia indietro nessuno, maproduce ricchezza e benessere diffusi. Altro chepetrolio, altro che carbone!

Stiamo anche avviando processi concreticon la riconferma dell’ecobonus e puntiamosull’economia circolare, pilastri di un futurosostenibile. Stiamo lavorando per favorire latransizione verso le energie rinnovabili nellecittà, stiamo promuovendo la riqualificazioneenergetica degli edifici pubblici e privati,combattiamo il consumo di suolo, il nostroprezioso suolo che ci aiuta, tra l’altro, acontrastare gli effetti degli eventi meteorologiciestremi e a ridurre la siccità. Il nostropiano prevede una progressiva riconversioneecologica del Paese, anche spostando gliincentivi dalle fonti inquinanti alle iniziative perl’efficienza e le energie pulite. Stiamo portandoavanti, con forza e determinazione, quello chesi configura come un cambio di mentalità primache un cambiamento delle politiche.

Come forma parlamentare e come Governo,siamo consapevoli che ci sono tantissime coseda fare ma siamo sulla strada giusta, quella

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segnata dai cittadini e dalla scienza. La nostramozione dice proprio questo: acceleriamo,corriamo più veloce possibile verso il futuro,ma che sia un futuro pulito e in grado diconsegnare un pianeta migliore alle prossimegenerazioni; che il cambiamento climatico sial’origine di un cambiamento culturale che rendapiù giusta e sana la nostra economia e lanostra società (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Mazzetti, che illustrerà anche la suamozione n. 1-00158. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, PresidenteCarfagna, grazie a tutti, colleghe e colleghipresenti. Oggi i cambiamenti climatici sonoevidenti, sono sotto gli occhi di tutti, edè quindi un tema diventato imprescindibilee, di conseguenza, deve essere all’ordinedel giorno dell’agenda di ogni Governo,mondiale, europeo, nazionale, ma anche diquella di tutti gli amministratori locali. Suicambiamenti climatici per onestà intellettuale èdoverosa una precisazione in premessa: l’uomoha sicuramente contribuito ad accelerareun processo climatico che, però, derivasicuramente da eventi ed elementi anchenaturali. Ce lo dice la storia della terra: dasempre ove si desertifica si sono succeduteere di glaciazione. Ciò non toglie che aigiorni nostri manca spesso il rispetto ambientalee che non c’è ancora completa coscienzadel problema, fermo restando che grazie allosviluppo economico dei Paesi industriali eliberi del benessere, negli ultimi cinquant’annila popolazione mondiale è raddoppiata, ladisponibilità di cibo è cresciuta, la speranzamedia di vita è raddoppiata, così come laricchezza pro capite. Non ci sono dubbi che lecondizioni materiali dell’umanità, quantomenofino a oggi, non hanno cessato di migliorare,ma la realtà percepita da molti è quella diun progressivo degrado, in particolare perquanto concerne le condizioni ambientali.Coscienza del problema e consapevolezza

vanno ingenerate, usando ogni strumentopossibile da parte di chi ci governa e di chici amministra con leggi e regolamenti mirati econ il sostegno a ogni attività virtuosa realizzatadalle agenzie e dalle associazioni operanti aogni livello per rallentare tale processo.

Questa mozione nasce dall’esigenza diattuare una serie di azioni concrete da partedel Governo che affianchino quelli degli entilocali, delle agenzie educative, delle imprese,delle associazioni e dei cittadini, per realizzareun concreto, diffuso e definitivo cambiodi tendenza rispetto a ogni atteggiamentoumano che vada ad accelerare il fenomenodei cambiamenti degli agenti climatici per lanostra vita sulla terra. È necessario partiredall’importante passo avanti compiuto conl’Accordo di Parigi, approvato il 12 dicembre2015, per considerare che il percorso percontrastare il surriscaldamento globale è ancoramolto lungo e accidentato e che, nel quadrodella Convenzione delle Nazioni Unite suicambiamenti climatici, l’Accordo ha compresoelementi per una riduzione progressiva delleemissioni globali di gas serra e si è basato,per la prima volta, su principi comuni validiper tutti i Paesi, senza distinzioni fra Paesiindustrializzati e Paesi in via di sviluppo.Uno degli obiettivi principali è stato quello diorientare i flussi finanziari, privati e statali,verso uno sviluppo a basse emissioni di gasserra e a migliorare la capacità di adattamentoai cambiamenti climatici.

La Conferenza di Parigi è stato il primodi una serie di altri importanti appuntamentidove, in particolare, sono stati decisi i critericon cui misurare le emissioni di anidridecarbonica e valutare le misure per contrastare ilcambiamento climatico delle singole nazioni.

Il rapporto dell’IPCC ha confermato cheun aumento medio della temperatura globaledi almeno 1,5 gradi centigradi sui livellipreindustriali è ormai inevitabile, avverrà neiprossimi dodici anni e che per tenersi entroi tre gradi centigradi di aumento complessivosarà necessario tagliare le emissioni di anidridecarbonica del 45 per cento entro il 2020, cioè

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domani.In mancanza di azioni radicali, la

temperatura media aumenterà di oltre 2 gradicentigradi, portando eventi climatici più estremie cambiando il clima di intere aree geografiche,con conseguenze per milioni di persone.Una tempestiva cooperazione internazionale, lasolidarietà e un coerente e costante impegnoa favore di un’azione comune rappresentanol’unica soluzione per onorare la responsabilitàcollettiva di preservare l’intero pianeta e lasua biodiversità per le generazioni presenti esoprattutto future. In questo quadro, gli impegniassunti dall’Italia in occasione di importantiappuntamenti internazionali sono sempre statichiari e netti nella volontà di contribuire aun miglioramento delle condizioni climatiche eambientali.

Tuttavia, nonostante i buoni proclami deiGoverni passati e anche di quello attuale ilnostro Paese risulta essere ancora molto carentesul fronte della riduzione delle emissioni dianidride carbonica da combustibile fossile edall’emissione di biossido di azoto. È recente,infatti, la notizia che la Commissione europeaha deferito il nostro Paese alla Corte di giustiziadell’Unione europea per la ripetuta violazionedei limiti annuali di biossido di azoto nell’ariadelle città e per il mancato adeguamento allenorme europee dei sistemi di trattamento delleacque di scarico di oltre 700 agglomerati e 30aree sensibili dal punto di vista ambientale.

In quest’ottica, bisogna avere ben presenteche senza modificare profondamente l’attualesistema produttivo non sarà possibile mitigare ilriscaldamento globale e va da sé che il sistemaproduttivo si modifica solo con interventi amonte, in primo luogo con una nuova politicaenergetica che favorisca l’utilizzo di tecnologiee fonti energetiche a bassa emissione dicarbonio e definisca una vera e propria tabelladi marcia di decarbonizzazione che riguarditutti i settori attraverso investimenti pubblici,incentivi fiscali e, soprattutto, semplificazione.Un ambiente economico caratterizzato da unsistema fiscale leggero e foriero di crescita e diinvestimenti a lungo termine.

Il contributo alla mitigazione deicambiamenti climatici non passa attraversoazioni isolate o solo dagli accordi decisivie importanti che si sono sottoscritti a Parigie nelle altre conferenze internazionali, maha senso in un’ottica di sistema in cuiognuno svolga il proprio ruolo specifico ecoordinato fra gli enti locali, i cittadini ele loro forme organizzate, le regioni, loStato, l’Unione europea, le università e glienti di formazione e, soprattutto, il Governocentrale e il legislatore. Queste sono sceltedi programmazione del territorio volte afavorire uno sviluppo economico in chiave disostenibilità, in alternativa a un modello basatosui combustibili fossili, su cui l’attuale Governoha il dovere di dare segnali chiari e coerenti.

Un altro grande tema da porreall’attenzione è una nuova fiscalità ambientalequale imperativo delle prossime politicheeconomiche. Solo così l’Italia può collocarsipienamente dentro al processo europeodisegnato con la nuova direttiva sull’economiacircolare, spostando la tassazione dal lavoroall’inquinamento dei processi produttivi e deiprodotti dopo e durante il loro uso. Lareindustrializzazione europea si può basareunicamente su imprese innovative ed efficientisotto il profilo delle risorse. Il cambiamentodeve iniziare con urgenza e incentivare isistemi fiscali che avvantaggiano l’uso dirisorse ambientali, rinnovabili e sostenibili perl’ambiente.

Un capitolo fondamentale riguarda, inoltre,la fiscalità ambientale in materia di benie prodotti. In questo ambito, la direzioneè quella di una revisione dell’imposta sulvalore aggiunto, con l’obiettivo di orientareil mercato verso modi di produzione econsumi sostenibili prevedendo, ad esempio,un regime dell’imposta agevolato per imanufatti realizzati con una percentualedi materiale riciclato, spostando, cioè, latassazione dal lavoro all’inquinamento. Inquesta prospettiva, l’Italia può svolgere unafunzione trainante, e lo deve, a livelloeuropeo, nella direzione di un’accelerazione

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della transazione energetica verso l’utilizzo difonti rinnovabili e l’efficientamento energeticodei processi produttivi.

Però, attenzione, voglio precisare unacosa molto importante: togliere questapossibilità non significa rallentare ilprocesso infrastrutturale e tecnologico, comemolti vorrebbero. Questo è piuttosto unimpegno dinamico finalizzato a concepiregli investimenti in grandi opere, come iltreno ad alta velocità, l’ammodernamentodelle reti ferroviarie, più concorrenziali epiù convenzionate sotto il profilo dell’impattoambientale; del trasporto su gomma, soprattuttoper quanto riguarda le merci.

Un Paese responsabile, che guarda alprogresso ed alla crescita economica, deveprevedere fra i suoi piani di investimento azioniche riguardino la rigenerazione delle grandicittà, in un’ottica di efficientemente energetico,e della rete metro-ferroviaria e tramviaria; uncoerente programma di gestione del ciclo deirifiuti e la non trascurabile prospettiva di unasinergia fra lo Stato ed i privati.

L’obiettivo dev’essere quello di realizzareun’energia sicura, economica, efficiente esostenibile, un’economia in espansione e, allostesso tempo, sempre più decarbonizzata; unapproccio neutrale nei confronti di tutte le fontienergetiche, che parta da un’analisi dell’interociclo di vita e che premi le fonti effettivamentein grado di assicurare maggiori vantaggi perl’ambiente, per la salute dei nostri cittadini e,soprattutto, per l’economia del nostro Paese.

Adesso una parola per i rifiuti. L’Italia èil Paese europeo con la più alta percentualedi riciclo della totalità dei rifiuti - urbani,industriali, eccetera - inclusi quelli minerali equesto anche grazie a modalità innovative digestione dei rifiuti e sistemi avanzati per illoro recupero, ma oggi, ancora oggi, mentrevi sto parlando, il sistema del fine rifiutiè bloccato. Da un anno - un anno esatto - i nostri impianti di riciclo soffrono delblocco dell’autorizzazione. Forza Italia è statal’unica a battersi affinché questa anomaliasi risolva nelle more dell’entrata in vigore

dell’applicazione delle direttive europee e dellasentenza del Consiglio di Stato, che delegaallo Stato l’emanazione delle linee guidae delle autorizzazioni conseguenti. Tuttavia,il Governo, l’attuale Governo giallo-verde,che tanto si definisce Governo dell’economiacircolare, rimane sordo alle grida d’aiuto eoggi siamo in piena area emergenza rifiuti. Lediscariche abusive nascono come funghi e laquestione è ormai arrivata al pericolo per lapopolazione, mentre gli impianti, gli impiantiquelli veri - il termovalorizzatore e similari - non partono, e non abbiamo traccia di niente.

Con questa mozione, ennesimo tentativoda parte nostra di risolvere un problemagravissimo per la salute pubblica, noiimpegniamo il Governo a farsi carico, frai Paesi partecipanti alla Conferenza delleNazioni Unite sul clima, dell’adozione diun codice che esiga un livello elevato ditrasparenza, con solide norme vincolanti pertutte le parti al fine di misurare accuratamentei progressi e consolidare la fiducia tra le partiche partecipano al processo internazionale; adadottare con urgenza interventi per favorirela riduzione dei limiti di biossido di azoto,anche per non incorrere in procedure diinfrazione da parte dell’Unione europea; aproporre con la massima urgenza una normatransitoria, nelle more dell’applicazione delladirettiva 2008/98 della Comunità europea, checonsenta agli impianti al momento costruiti,ma fermi, di funzionare regolarmente, ondeevitare di destinare ingenti quantità di rifiuti allediscariche; a garantire un’autonomia finanziariadegli enti locali, che impegnano risorsederivanti dalla tassazione alle imprese, ininvestimenti nel settore energetico-ambientale,per la riduzione delle emissioni di anidridecarbonica nell’aria e per il miglioramento deltrattamento della gestione del ciclo dei rifiuti edelle acque di scarico.

Infine, ma non di minore importanza, aprevedere un piano di investimenti pubblicifinalizzato a promuovere un nuovo modelloenergetico-ambientale, fondato sulle seguentipriorità: efficienza dei consumi energetici

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nell’edilizia, nell’industria e nei trasportiattraverso la digitalizzazione delle reti,la diffusione della mobilità elettrica, losviluppo di tecnologie elettro-efficienti inambito residenziale; impulso per le fontirinnovabili e realizzazione di un programmanazionale per la mobilità urbana eco-sostenibileattraverso l’introduzione di incentivi fiscaliper cittadini ed imprese, e di misure disemplificazione; riciclo e trasformazione inrisorse dei rifiuti, la così tanto nominataeconomia circolare; dotare gli edifici pubblici,a partire dalle scuole, di impianti fotovoltaicie di efficienza energetica; d’intesa con leregioni, le province e i comuni, garantireil completamento della capacità di mercatofinalizzato ad una maggiore diversificazionedelle fonti di approvvigionamento, nonché ilsostegno alla fonte idroelettrica, rinnovabile eprogrammabile al tempo stesso (Applausi deideputati del gruppo Forza Italia-BerlusconiPresidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Gobbato. Ne ha facoltà.

CLAUDIA GOBBATO (LEGA). Presidente,colleghi, sottosegretario, con la discussionedelle mozioni sui cambiamenti climatici laCamera si rende partecipe al dibattito mondialein corso su come affrontare una dellemaggiori minacce per l’umanità e la natura.La presentazione della nostra mozione è ladimostrazione che la lotta ai cambiamenticlimatici non è solo una prerogativa dellasinistra, ma anzi rappresenta un obiettivoimportante per la Lega e per tutta lamaggioranza.

Già nei giorni scorsi il Parlamento ha datoal Governo le direttive per intervenire nellariunione del 21 e 22 marzo del Consiglioeuropeo, ove uno dei temi cruciali da affrontareper il futuro dell’Unione europea è stato,appunto, il tema dei cambiamenti climatici. Perla prima volta anche i giovani e gli studentidi tutto il mondo hanno preso coscienza delleripercussioni che il clima potrebbe avere sulla

vita di tutti; infatti, il 15 marzo scorso, sisono svolte manifestazioni per chiedere airispettivi Governi di intervenire concretamenteper salvare la Terra.

Ovviamente, il nostro pianeta, nella propriavita millenaria, ha attraversato un’alternanzatra periodi di siccità - con aumento dellatemperatura - e periodi di glaciazione, maè altrettanto lampante - e ormai dimostratoscientificamente - che l’attività dell’uomo ela mancanza di provvedimenti in favore diun’attività industriale sostenibile hanno incisoin passato ed incidono oggi pesantemente sulclima e sull’innalzamento della temperatura delpianeta, con conseguenze tragiche. Si pensiallo scioglimento dei ghiacciai, alla crescita dellivello dei mari, alle ondate di siccità, agli eventiatmosferici sempre più estremi negli impattisulla fauna e l’agricoltura.

Le conseguenze del cambiamento climaticoin atto sono sottolineate da diversi enti diricerca ed organizzazioni mondiali, con allarmiribaditi in più sedi internazionali per glieffetti ambientali, sociali ed economici sulgenere umano. Il nostro Paese si presentaparticolarmente vulnerabile. L’innalzamentodella temperatura del Mare Mediterraneoe le conseguenti precipitazioni violentein determinati periodi dell’anno incidonopesantemente sulla fragilità del nostro territorioe sulle nostre coste, provocando esondazioni,straripamenti, alluvioni e danni ingenti agliecosistemi, all’agricoltura e a tutto il sistemaproduttivo, richiedendo sostanziose risorseeconomiche per farvi fronte.

È ormai entrato nella coscienza di tuttiche occorre effettuare tutti gli sforzi possibiliper contenere le emissioni di gas serra, inquanto la maggiore o minore concentrazionedi anidride carbonica è strettamente legataalla maggiore o minore temperatura globale,e la concentrazione di anidride carbonica inatmosfera sta aumentando, così come quella dialtri gas serra, in particolare metano e ossido diazoto.

Anche la crescente antropizzazione delpianeta e il cambio d’uso del territorio

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contribuiscono all’aumento di concentrazioneatmosferica di CO2 e mentre le emissioni sonoin diminuzione in Europa, sono in aumentonelle economie emergenti. Chiaramente, ilfenomeno dei cambiamenti climatici ha unanatura globale dovuto ad una serie di fattoriinterconnessi: globali sono le responsabilità eglobali devono essere anche gli sforzi per unintervento significativo, con risultati concreti etangibili.

A dicembre scorso 16 Paesi europei,compresa l’Italia, in vista della ConferenzaONU sul clima, la COP24 a Katowice, inPolonia, hanno lanciato l’allarme per la crisiclimatica globale, che mette a rischio gliecosistemi e la stessa vita di intere popolazioni.

Gli esiti della Conferenza ONU a Katowice:196 Paesi hanno firmato un regolamento cherende operativo l’Accordo di Parigi, che indical’obiettivo di contenere l’aumento medio dellatemperatura globale nei 2 gradi rispetto ai livellipre-industriali, concordando di rimandare al2020 la presentazione da parte dei Paesifirmatari di piani climatici più rigidi. Si trattadi un obiettivo che cerca di raggiungereun equilibrio tra le emissioni derivanti dalleattività umane e la riduzione dei gas serra,prevedendone anche l’assorbimento da partedelle foreste, attraverso la riforestazione, e daparte del suolo attraverso lo stoccaggio indepositi sotterranei.

Ma una cosa è certa e riconosciuta da partedi tutti: per far fronte ai cambiamenti climaticioccorrono soluzioni realistiche e concrete a tuttii livelli, dal nazionale, al regionale, al globale,assegnando la giusta attenzione anche alleopportunità economiche connesse all’obiettivodi riduzione delle emissioni di gas serra, intermini di nuova occupazione e competitività.

L’Europa si presenta come promotricedelle buone pratiche per limitare e mitigarei cambiamenti climatici, ma occorre anchesupportare a livello europeo le aziende chehanno già messo in atto una transizione greene sostenere quelle aziende che manifestanol’intenzione di effettuare una transizione in talsenso, anche promuovendo lo scambio di buone

pratiche.Soprattutto, occorre garantire alle imprese

europee tempi realistici e sostenibili,programmi elastici con obiettivi intermedi enon vincolanti, soglie minime che consentanodi escludere le aziende più piccole, checontribuiscono in misura non significativa intermini di emissione. Si tratta di misure cheoccorre assumere da parte della Commissioneeuropea per una transizione green, che assicuraalle nostre imprese una programmazione alungo termine certa e con obiettivi stabili, ingrado di rendere fattibile l’adozione delle nuoveopzioni tecnologiche che offre il mercato epermettere la pianificazione nel tempo deglisforzi economici e del costo di lavoro a caricodell’impresa. Infatti, bisogna tenere conto deirischi a cui vanno incontro le imprese europeein caso di un eccessivo restringimento degliobiettivi, che può generare distorsioni dellaconcorrenza globale e spiazzare l’industriaeuropea, favorendo la delocalizzazione diattività produttive energy-intensive in altremacroregioni del mondo meno rispettosedell’ambiente, con il duplice effetto negativodi aumentare l’inquinamento globale e ladisoccupazione nell’Unione Europea.

L’Italia ha firmato tutti gli accordi per lalotta ai cambiamenti climatici, a partire dalProtocollo di Kyoto, e l’accordo di Parigi èsicuramente lo strumento base di una strategiaa lungo termine per un’economia prospera,moderna, competitiva e climaticamente neutra.L’Italia, nell’ambito delle politiche comunitariee internazionali, si deve candidare ad ospitarei summit internazionali a partire da COP 26del 2020, con lo scopo primario di farsi parteattiva delle misure per la responsabilizzazioneinternazionale a tutti i livelli sul tema deicambiamenti climatici.

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie,Presidente. Gentili colleghi e colleghe, laGiornata mondiale della ribellione giovanile del

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Fridays for future, lanciata qualche mese fa daGreta Thunberg, registra numeri impressionantied è un segnale importante per il futurodell’umanità; sono milioni i giovani e i cittadiniche per la prima volta si sono riversati in piùdi 2.000 piazze di 123 Paesi per il Globalstrike for future. Io sono d’accordo - lo dicoda ecologista -, ormai questi sono temi che nonsono più di parte e i numeri lo dimostrano edè necessario, per avanzare, che, sempre più,la lotta ai mutamenti climatici diventi culturacomune, questo è quello che assolutamente ciauguriamo.

Una marea umana è quella che abbiamoregistrato in questi mesi di mobilitazione, cheha invaso l’Italia e devo dire che i nostri giovanie le nostre giovani sono scesi in piazza in235 città, dimostrando una sensibilità che harisuonato anche nelle parole del Presidente,Sergio Mattarella.

Oggi, non ci sono più alibi ed è evidentenaturalmente che c’è un tema economico,ma il punto è proprio questo: quello chenoi diciamo, non noi ecologisti, ma quelloche ci racconta l’economia a livello globaleè che il vero fattore di competizione e dimercato internazionale ormai a livello globaleè proprio quello dell’innovazione ambientale,della sostenibilità ambientale, su cui ad esempioil continente europeo potrebbe davvero giocareun tema di innovazione economica, sociale etecnologica.

Oggi non ci sono più alibi, per questo èimportante accelerare il passo nelle politicheclimatiche e definire delle strategie coordinatetra i diversi Paesi per rispettare gli impegnipresi, a partire dall’Accordo di Parigi, eper mettere in campo politiche adeguate alloscenario che il cambiamento climatico ciimpone già. Una sfida che deve raccogliereanche l’Italia, che purtroppo su questo fronte èindietro con le politiche governative. Guardate,lo è da anni; naturalmente, noi in questomomento abbiamo davanti la possibilità diuna svolta, ma noi siamo indietro almenodi dieci anni rispetto alle nostre potenzialità,le potenzialità che in questi anni le nostre

imprese hanno anche messo a servizio delPaese, sul fronte dell’innovazione tecnologica,ad esempio.

Eppure, nessuno, come l’Italia, sa quali sonole conseguenze del cambiamento climatico:l’Italia è considerata dagli scienziati, a livellointernazionale, un hot spot del mutamentoclimatico, proprio perché nel nostro Paesestiamo conoscendo i fenomeni più estremilegati appunto al clima che cambia. Una sfidache l’Italia deve raccogliere e che invece inquesti anni è stata piuttosto rallentata: bastipensare ai 16 miliardi di euro in sussidi diretti eindiretti, che ancora oggi vengono garantiti allesocietà petrolifere.

Quindi, per rispondere anche alla collegadella Lega, non si tratta di piccole imprese,che semmai verrebbero messe in difficoltà daun cambio di politica sul mutamento climatico:è esattamente l’opposto, è la piccola e mediaimpresa che è in grado di cogliere la sfidaeconomica posta dal mutamento climatico,mentre sono le grandi società, a partire da quellepetrolifere, che spingono perché nulla cambi,perché il loro business non venga messo indiscussione.

Per vincere questa sfida, invece, si deveintervenire da subito, agevolando la fiscalitàalle fonti con minori impatti ambientali eall’innovazione, eliminando le barriere nontecnologiche che oggi limitano le fontirinnovabili e la mobilità sostenibile ed elettrica.Le tecnologie già sono disponibili, le nostreimprese sono pronte e già installate su tuttoil territorio abbiamo fonti importanti, come ilfotovoltaico, l’eolico, il solare termodinamico;per lungo tempo il nostro Paese è statoassolutamente campione di queste fonti, sia dalpunto di vista dell’insediamento, ma anche esoprattutto delle tecnologie.

Serve anche una carbon tax: non è piùtollerabile che un’impresa faccia enormi profittiprivati, scaricando i costi sociali, economici eambientali del suo profitto sulla collettività. E,ancora: è urgente mettere a regime un sistemadi raccolta e riutilizzo dei rifiuti, basato sulmeccanismo di filiera, con investimenti che ci

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aiutino a superare la logica dell’incenerimento,da qui dobbiamo ripartire.

Così come serve prendersi cura del nostromare. Proprio oggi il Ministro ha annunciatofinalmente il varo del decreto “Salva mare”, sucui interveniamo - da quello che ho capito - soloper un piccolo pezzo, perché ancora da partedell’alleato di Governo, della Lega, ci sonodegli ostacoli per superare la plastica monouso.

Eppure, l’Unione europea su quello ci dà unindirizzo pressante e, proprio noi, che siamola patria del Mater-Bi, possiamo su questoinvece dettare l’agenda economica e politicadell’Unione europea.

Bisogna avere coraggio: dobbiamo usciredall’economia della plastica consapevoli chenessuno, come il nostro tessuto produttivo,è in grado di cogliere la sfida, naturalmenteaccompagnando la transizione - nessuno vuoleperdere posti di lavoro - ma noi sappiamo dovedobbiamo andare e dov’è il futuro.

Per questo è importante che questi temisiano cultura trasversale ed io questo lo credoassolutamente, fortemente e con convinzione.

Il clima è già cambiato - lo sanno bene lenostre comunità locali, violentemente colpite daquesti cambiamenti - ed è del tutto evidenteche sono le città l’ambito più a rischio per leconseguenze dei cambiamenti climatici perchéè nelle aree urbane che vive la maggioranzadella popolazione, dove l’intensità e lafrequenza di fenomeni meteorologici estremista determinando danni crescenti a edifici edinfrastrutture, mettendo in pericolo vite umane.

Dal 2010 al 2016 le sole inondazioni hannoprovocato in Italia la morte di oltre 145 personee l’evacuazione di oltre 40 mila persone,secondo i dati del CNR; ecco, qui sì cheservirebbe un bel “decreto sicurezza” per gliitaliani e le italiane che vivono nelle aree arischio.

L’analisi dei fenomeni nelle città evidenziale conseguenze sulla vita delle persone deifenomeni climatici, per cui negli ultimi sei annisono stati 91 i giorni di stop alla mobilitàcollettiva nelle principali città italiane, cosìcome 43 invece i giorni di blackout elettrici

dovuti al maltempo. Rilevanti le conseguenzedi alluvioni, trombe d’aria e piogge intensenei confronti di case, spazi pubblici, insommadella vita quotidiana delle persone. Dal 2013 al2016 ben 18 regioni sono state colpite da 102eventi estremi, che hanno provocato alluvionio fenomeni franosi, generando l’apertura di 56stati emergenziali.

Questa sì che è un’emergenza e il climada noi già sta cambiando. Che l’Italia siaun Paese ad elevato rischio idrogeologico lodimostrano i numeri: sono 7.145 i comuniitaliani, l’88 per cento del totale, che hannoalmeno un’area classificata come ad elevatorischio idrogeologico, corrispondente circa al15,8 per cento del territorio nazionale, e sonooltre 7 milioni gli italiani che vivono o lavoranoin queste aree.

Non bisogna dimenticare un altro effettodei cambiamenti climatici, come denunciatoda Greenpeace, Legambiente e dalle altreassociazioni ambientaliste, che gli attualiflussi migratori siano già da inquadrare nelpiù ampio contesto della giustizia climatica.Sebbene sia difficile considerare i cambiamenticlimatici come la sola causa di questi flussimigratori, è ormai accertato che gli impatti delcambiamento climatico sono una delle causeche spingono ogni anno milioni di uomini,donne e bambini ad abbandonare le propriecase, terre e comunità. Non a caso, l’ultimorapporto pubblicato dall’ONU sul tema è moltochiaro nell’evidenziare i sempre più forti legamitra cambiamenti climatici, conflitti, fame nelmondo e migrazioni. Ecco, quando si dice‘aiutiamoli a casa loro’, vuol dire anche chedobbiamo cambiare casa nostra, dobbiamocambiare il nostro modo di produrre e diconsumare, perché questo sì che avrebbe unimpatto importante sulla vivibilità, ad esempio,del continente africano.

La lotta ai cambiamenti climatici stacambiando l’agenda delle decisioni e con lanuova governance approvata dall’Europa loscorso anno è previsto che ogni Paese definisca,attraverso Piani nazionali, obiettivi di riduzionedelle emissioni di CO2 al 2030, sulla base di

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una traiettoria di lungo termine in linea con gliobiettivi dell’accordo di Parigi, con politichetrasversali in grado di ridurre la domanda dienergia e far crescere il contributo delle fontirinnovabili e la capacità di assorbimento deisistemi agroforestali.

Il nuovo quadro di riferimento europeo perle politiche climatiche ed energetiche prevedetre obiettivi al 2030: riduzione delle emissionidi gas serra di almeno il 40 per cento rispettoal 90, grazie all’aumento del 32 per cento dellerinnovabili e del 32,5 per cento dell’efficienzaenergetica; obiettivi, questi, Presidente, che,purtroppo, sono già largamente inadeguati percontribuire, come ci chiedono gli scienziati,a stare entro la soglia critica di 1,5 gradi diaumento della temperatura.

Di conseguenza, i piani nazionali risultanofortemente inadeguati, a partire - devo dirlo - daquello italiano, che risulta in piena continuitàrispetto ai Governi precedenti. Invece, noiavremmo bisogno di uno scatto di coraggio;in sostanza, il nostro Piano è fondato sullacontinuazione delle misure esistenti, con unphase out dal carbone nella produzione elettricaal 2025, già previsto dalla SEN, e conobiettivi nazionali inferiori a quelli europei,sia per la riduzione delle emissioni (37 percento il taglio italiano di emissioni, 40 percento quello europeo, che l’Europarlamentoha chiesto di portare al 55 per cento), cheper le rinnovabili, che da noi soddisferannoil 30 per cento dei consumi finali lordi,mentre in Europa arriveranno al 32 per cento.Anziché, poi, considerare il gas un importanteaccompagnamento della transizione energetica,il Piano continua a guardare al gas e allefonti fossili come energia del futuro: nel mixenergetico del 2030 continueranno a pesare piùdelle rinnovabili, mentre il biogas fatto bene,ossia quello che deriva dagli scarti agricoli o darifiuti, viene liquidato come fonte marginale; eil taglio reale dei consumi di energia primaria,calcolato in base ai consumi del 2016, sarà diappena il 7 per cento, secondo molte analisi.

Ecco, io credo che questo Piano sia anchecarente dal punto di vista della mobilità

sostenibile, su cui, invece, noi avremmobisogno di un grande piano, che guardi proprioalla riconversione della nostra industria. IlPiano italiano, in conclusione, si limita solo arispettare i requisiti minimi previsti dal nuovosistema europeo di governance, in linea conl’attuale obiettivo climatico del 40 per cento al2030, senza alcuna ulteriore ambizione.

A ulteriore testimonianza, la scorsasettimana, Presidente, il Consiglio europeoha, di fatto, affossato la decarbonizzazionedel nostro continente al 2050, la Francia ela Germania si sono trovate contrapposte,solo 8 nazioni insieme alla Francia hannovotato per raggiungere la decarbonizzazioneal 2050, il nostro Paese è rimasto neutralesostanzialmente, né il nostro Presidente delConsiglio, Conte, nella conferenza stampa haritenuto di dover spendere una parola sul fattoche, mentre si esalta Greta Tumberg, poi,quando si vota in Consiglio europeo, ci si limitaa fare il minimo indispensabile. Un minimoindispensabile che i nostri figli non si possonocerto permettere, visti i dati che ho raccontatoe visto che tutti gli scienziati continuano a direche abbiamo appena dodici anni per invertire latendenza. E soprattutto, tutti noi sappiamo chenon esiste un pianeta B (Applausi dei deputatidel gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Paola Deiana. Ne ha facoltà.

PAOLA DEIANA (M5S). Grazie, Presidente.Oggi ci troviamo qui riuniti, in questaAssemblea, per discutere di un problema diportata epocale, ossia i cambiamenti climatici.Si tratta di un fenomeno che sta alterando nonsolo i nostri sistemi terrestri, ma anche i nostrisistemi naturali marini, ed è proprio su questotema che vorrei incentrare il mio intervento.

I nostri mari si stanno ammalando semprepiù e la colpa è anche del cambiamentoclimatico causato dalle emissioni di gas serraprodotto dalle attività umane. A confermarlosono numerosi studi. Scienziati da tutto ilmondo hanno lanciato l’allarme ormai da

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tempo: gli ecosistemi marini sono soggetti a uncrescente degrado, causato dall’aumento delletemperature e dalla concentrazione di anidridecarbonica. Questo comporta serie conseguenzesu flora e fauna, ma anche sulla vita dellecomunità che vivono lungo le coste e, diriflesso, su tutti noi.

Le temperature sempre più elevatedell’acqua, i bassi livelli di ossigenodisciolto, l’acidificazione oceanica e costiera, leinondazioni e gli eventi meteorologici estremi:tutti eventi ai quali si deve porre con urgenzaun freno, Presidente. Negli oceani si registraun incremento di temperatura media dell’acquasuperficiale di circa 2 gradi nell’ultimo secolo.Può sembrare un piccolo aumento, ma per ilpianeta e i suoi ecosistemi è un vero e propriosconvolgimento.

Non a caso stiamo assistendo allaprogressiva meridionalizzazione del marMediterraneo. Cosa significa, Presidente?In pratica, gli organismi marini, cosiddettiad affinità subtropicale, tipici delle costemeridionali del Mare Nostrum, hanno ampliatoo spostato il proprio areale verso regioni piùsettentrionali, dove in precedenza, a causa delletemperature troppo basse, erano assenti o moltorari.

E se le specie del Mediterraneo sitrasferiscono più a nord, nelle nostre acqueassistiamo al fenomeno della cosiddetta“tropicalizzazione”, vale a dire, Presidente,l’arrivo accidentale di specie provenienti dazone tropicali, che un tempo erano estranee alnostro mare e che causano non pochi problemi.Una volta entrate, trovano un clima e un habitatche consente loro la sopravvivenza. Presidente,si tratta delle cosiddette “specie aliene”: unavolta entrate nel nostro mare non trovanocompetitori e si alimentano facilmente di specieautoctone, che ovviamente non le riconosconocome predatori naturali. Il combinato di tuttiquesti fattori può favorire l’attivazione diagenti patogeni e indebolire fortemente gliorganismi marini, provocando nei casi più gravieventi di mortalità massiva. Questo significache il pescato è meno sicuro, meno ricco e

meno abbondante. In poche parole, il nostromare si impoverisce con tutte le conseguenzeecologiche, economiche e sociali del caso.

I cambiamenti climatici hanno un impattosulla distribuzione, sulle abitudini migratorie sulle dimensioni degli stock ittici. Alcunespecie si spostano dalle acque costiere pocoprofonde, dove le temperature aumenterannopiù rapidamente, in acque più profonde epiù fredde. Certe specie, presenti in mareaperto e negli oceani, sono colpite in mododrammatico, Presidente: è il caso degli sgombri,delle sardine e delle acciughe, ad esempio.Le fluttuazioni indotte dal clima influenzanoimportanti processi biologici, come il successoriproduttivo e le loro interazioni, ovviamente,nella catena alimentare.

Come se non fosse già sufficientequanto illustrato, Presidente, deve sapere cheun’altra conseguenza preoccupante causatadall’aumento di CO2 in atmosfera è lacosiddetta “acidificazione”. Cosa vuol dire,Presidente? Il PH medio delle acque superficialidei mari è sceso da 8,21 a 8,10. L’acidificazionecausa problemi di sviluppo alle larve ed alplancton, alla base, come sappiamo, dellecatene alimentari, come avviene per le uova ditonno pinna gialla, la cui sopravvivenza è messain forte pericolo dalla acidificazione, come segià non fosse sufficiente il sovra sfruttamento,Presidente, di questa popolazione.

Vado a conclusione, Presidente. L’equilibrionaturale del pianeta è fragile e i cambiamentirepentini legati alle attività umane stannodeterminando un aumento delle temperature alivello globale.

Gli ecosistemi marini e terrestri cambianoforse irreversibilmente e siamo in grado diprevedere solo in parte le conseguenze di questicambiamenti, per questo bisogna prenderecoscienza dei rischi che stiamo correndo comespecie, sensibilizzare i cittadini e continuaread attuare - come già il MoVimento 5Stelle sta facendo con tutte le sue energie inParlamento e nel Paese - nuove politiche espingere la comunità internazionale a varareregole riconosciute da tutti come necessarie

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e improcrastinabili, se vogliamo salvare lanostra specie, Presidente, partendo da quegliecosistemi che, ricordiamo, hanno consentitofino ad ora a tutti di essere su questa Terra(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Presidente,colleghi, vorrei cominciare esprimendo la miasoddisfazione nel poter contribuire, insiemea tutto il Parlamento, ad affrontare iltema cruciale del cambiamento climatico;un fenomeno in rapida evoluzione, dalleconseguenze sempre più preoccupanti. Nonpossiamo più ignorarlo ed è doveroso, dato ilruolo che rivestiamo, esaminare e approfondirele sue cause e le conseguenze, con l’obiettivodi mettere in atto iniziative concrete percontrastarlo e prevenire le conseguenze piùdannose. Finora le azioni dei Governi, alivello nazionale e globale, sono state lentee poco incisive; segno che la classe politicanei decenni passati non ha compreso che arischio non è semplicemente questa o quellaspecie animale o un determinato habitat, mala sopravvivenza stessa della specie umana sulpianeta. La situazione, invece, è chiara allacomunità scientifica e ai cittadini, che animanoogni giorno di più manifestazioni e iniziativedi volontariato ambientale in tutto il mondo perevidenziare l’urgenza di misure efficaci.

La vorticosa intensificazione delle attivitàeconomiche umane, l’utilizzo di combustibilifossili, il consumo indiscriminato delle risorseambientali, la crescita della popolazionemondiale sono solo alcune delle cause chestanno provocando, sotto i nostri occhi, idrammatici effetti del cambiamento climatico,incidendo in modo irreversibile sull’incolumitàdei cittadini, modificando negativamente laqualità della vita e della salute pubblica,minacciando l’esistenza stessa degli essenzialiecosistemi naturali. Le conseguenze sono sottoi nostri occhi: i dati del Consiglio nazionale

delle ricerche, per esempio, spiegano come il2018 sia stato l’anno più caldo mai registratonell’ultimo secolo, superando il precedenterecord del 2015. Siamo in piena emergenza,questo non è un problema di secondariaimportanza, ma richiede tutto il nostro impegno,e lo richiede adesso.

L’accelerazione del riscaldamento globalesta catalizzando inesorabilmente quella cheviene definita la sesta estinzione di massa dispecie animali e vegetali. Oltre alla perditadi biodiversità, l’aumento della temperaturamedia del pianeta provoca la variazionerepentina delle precipitazioni, gli eventiclimatici estremi come inondazioni e uragani,lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamentodel livello del mare, l’acidificazione deglioceani e il rischio di eventi catastrofici. A talproposito, le cifre fornite dal rapporto ISPRA2018 sono allarmanti: il 91 per cento dei comuniitaliani è a rischio idrogeologico, il 16,6 percento del territorio nazionale evidenzia un’altapericolosità rispetto a frane e alluvioni, con il4 per cento degli edifici italiani che si trova inaree ad alto rischio di frane e il 9 per centoche si trova in zone alluvionabili. Addirittura,il 21,1 per cento dei beni culturali e il 14,1delle industrie e servizi si trovano in una zona arischio idrogeologico.

Risale proprio a novembre del 2018la catastrofe consumata nella mia regione:un’apocalisse di acqua e fango travolse laSicilia, giorni di piogge torrenziali, conaccumuli pluviometrici impressionanti. Sonoancora aperte le ferite di chi ha visto scivolarevia la propria casa, la propria famiglia,la propria storia. È ciò che è accaduto aCasteldaccia, un paese a pochi chilometri dallamia Bagheria, dove morirono nove persone, tracui due bambini di uno e tre anni, a causadell’esondazione del fiume Milicia; oppure aCorleone, in cui morì il medico GiuseppeLiotta, travolto dal fango mentre andava aprestare servizio in ospedale. E ancora ciò cheè accaduto a Cammarata, dove morirono duepersone, o a Vicari, dove Alessandro Scavoneha perso la vita nel tentativo di portare soccorso

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ad un’altra persona.Il 70 per cento dei paesi siciliani è a

rischio idrogeologico. Considerando soltantoil 2018, questi fenomeni di dissesto hannoprovocato, in Italia, 38 morti, due dispersi,38 feriti e oltre 4.500 tra sfollati e senzatettoin 134 comuni. Non possiamo permettercidi perdere tempo, non possiamo ancorarimpallarci la responsabilità da una parteall’altra, non possiamo aspettare altre tragedieevitabili, perché ne saremmo tutti colpevoli.La sfida del cambiamento climatico, dunque,non è da sottovalutare e non si può ridurrealla mera partecipazione alle manifestazioni,seppure siano di notevole importanza. Ilcambiamento climatico è un fenomeno cherichiede interventi concreti e coordinati; nonpossiamo continuare a perdere tempo dietroparole o slogan, non sarebbe responsabile.L’Accordo di Parigi, firmato dall’Italia nel 216,è il faro che abbiamo deciso di seguire e chepuò rappresentare un’inversione di tendenzaper limitare l’aumento della temperatura mediaglobale al di sotto delle soglie quantificate comepericolose per la sopravvivenza della Terra,cioè a 1,5 gradi centigradi, ben al di sotto deidue gradi.

Raggiungere questi obiettivi si può e sideve, e dobbiamo essere consapevoli che,per farlo, vanno innanzitutto abbandonati icombustibili fossili. Dobbiamo puntare condecisione sull’energia rinnovabile e su nuovimodelli di efficienza e risparmio energetico.L’Italia ha iniziato questo ambizioso percorsoperseguendo gli obiettivi del Quadro peril clima e l’energia 2030 e proponendosisulla scena internazionale come traino diquesta necessaria e fondamentale transizione.Lavoriamo per ottenere una riduzione delleemissioni di gas a effetto serra del 40 percento almeno, per raggiungere una quota del 27per cento almeno di energia rinnovabile e diefficienza energetica. Il cambiamento climaticoè una sfida etica e politica al tempo stesso.

Il MoVimento 5 Stelle e il Governo hannoavuto la sensibilità di rispondere a questa sfidacon strumenti e proposte concrete, elaborando,

per esempio, uno strumento fondamentale perla politica energetica e ambientale del nostroPaese e dell’Unione europea per i prossimi diecianni, una proposta di piano nazionale integratoper l’energia e il clima che sarà sottopostoal pubblico di dibattito attraverso la VAS,oltre a un confronto attraverso tavoli tematicidi lavoro. Nell’ottica di voler dare il nostrocontributo e di voler accompagnare il Governonel percorso intrapreso, presentiamo questamozione affinché sia possibile perseguiretutte le misure necessarie per gli obiettiviinternazionali ed europei di riduzione delleemissioni, siano posti in essere interventi per laprevenzione del rischio e la messa in sicurezzadel Paese dal rischio idrogeologico, favorendoanche ricerca e innovazione, e venganopromosse campagne di sensibilizzazione cheaccrescano nei cittadini e nei più giovani laconsapevolezza sui rischi ambientali connessial cambiamento climatico.

La crisi climatica, come ogni crisi, ci ponedavanti a una sfida evolutiva, alla possibilitàdi affrontare un’evidente criticità ridefinendoil nostro modello di sviluppo e plasmando unasocietà più intelligente e più sostenibile, incui la tutela degli ecosistemi e della saluteumana rappresenti anche l’opportunità percreare benessere e ricchezza diffusa. È una sfidache non possiamo non cogliere, perché stavoltanon abbiamo “piani B”. Dunque, buon lavoroa tutti noi (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Chiazzese. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CHIAZZESE (M5S). Presidente,colleghe e colleghi, sono molto felice di potertornare a parlare in quest’Aula, seppure dauna specifica sfaccettatura, di un argomento ame molto caro, che ha segnato il mio mododi approccio alla quotidianità e anche la miaattività politica. Mi riferisco alla questioneclimatica e ai cambiamenti climatici che stannogià sconvolgendo il nostro pianeta. Non moltotempo fa, in un intervento di fine seduta, ho

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parlato di Greta Thunberg e dell’ultimatum cheil panel delle Nazioni Unite ha dato al mondointero: dodici anni – ripeto, soltanto dodici anni– per cambiare politiche e stili di vita primadella catastrofe climatica. Ho già sostenuto chel’argomento non ha colore politico, deve esserebandiera per tutti senza alcuna differenza. Ilfuturo è di tutti e per tutti dobbiamo volgereverso il cambiamento.

È bene, però, a questo punto, parlareanche di tematiche specifiche ed aprirea discussioni costruttive. Voglio, infatti,soffermarmi oggi sulla mobilità elettrica, cheadopero giornalmente, tra l’altro, anche per imiei spostamenti. Bisogna, quindi, comunqueporsi delle domande, a che punto è lo sviluppodella mobilità elettrica in Italia e perché fa faticaa prendere piede, nonostante i benefici per lenostre città, e quali sono i limiti al diffondersisu larga scala di quella che, nei prossimianni, sembra essere oramai una rivoluzioneannunciata. Infatti, i prossimi due anni sarannodecisivi per lo sviluppo della mobilità elettrica,sia perché i principali costruttori automobilisticihanno fatto un ingresso proprio nel settoredella mobilità elettrica sia perché comunqueci sarà un approccio di rottura rispetto alpassato; è inevitabile, con soluzioni innovativeche mettano assieme soggetti pubblici e privati.

Anche le tecnologie oramai sono mature,mancano però aspetti importanti come ilsupporto istituzionale in alcuni Paesi esoprattutto quel cambio di paradigma culturaleche deve portare a preferire il cittadino aricaricare la propria auto a casa o alla colonninapiuttosto che fare il pieno di gasolio o dibenzina.

Oramai tutto il settore, anche controvoglia,comunque si è gettato a capofitto sull’elettrico,con ingentissimi investimenti in ricerca esviluppo. Ciò porterà di fatto ad avere modellipiù efficienti e anche più economici, chevadano oltre la ventina di modelli disponibilial momento in Italia. La diffusione dell’autoelettrica, è bene ribadirlo, creerà indubbibenefici a livello di riduzione di inquinamentoatmosferico, essendo appunto questa tipologia

di auto intrinsecamente più efficiente dell’autotermica. Ricordo un video di circa vent’anni fain cui Beppe Grillo, di fronte allo stabilimentodi Mirafiori, a Torino, definiva le auto acombustione interna delle stufe, delle stufealtamente efficienti, perché l’85 per cento dellabenzina che noi mettiamo nel serbatoio inrealtà serve per scaldare l’ambiente - sembreràincredibile - e soltanto il 15 per cento inveceserve per il movimento. Invece le auto elettricheribaltano assolutamente questa proporzione,quindi il 15 per cento viene dissipato - ènormale, non sono macchine perfette - e l’85per cento invece viene sfruttato per la mobilità.Inoltre, anche le auto elettriche darannomaggiore impulso a sistemi di guida autonoma,che tra l’altro porteranno anche ad una drasticariduzione degli incidenti. Anche considerandoi dati di emissione dal pozzo alla ruota, quinditutto il ciclo, le auto elettriche sono vincenti, equesto vantaggio aumenterà all’aumentare dellacomponente rinnovabile nel mix energetico. Adesempio, se prendiamo la Cina, che ancora creaelettricità dal carbone, lì magari il vantaggiosarà minimo, seppure l’auto elettrica, appuntonel ciclo pozzo-ruota, è sempre molto piùefficiente dell’auto tradizionale, ma man manoche il mix energetico delle varie nazioni volgeràverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, ecco allorache, a quel punto, l’auto elettrica diventeràad impatto quasi zero. Però non possiamopensare che il problema sia solo culturale,poiché se un cittadino di fatto compra un’autoelettrica e poi ha problemi a trovare unacolonnina, succede che il problema non sirisolve mai, e quel cambio culturale avvienecon molta più difficoltà. Voglio concluderel’intervento, Presidente, riportando anche dellefrasi particolarmente significative su questatematica: una crisi, quella climatica, non puòessere affrontata se non la si riconosce cometale, e noi dobbiamo modificare l’approccio allavita ricordandoci che il mondo prima di tuttoè casa nostra, e dobbiamo educare i nostri figliad essere amanti dell’ambiente che li circonda.Noi, qui, come Parlamento, abbiamo il doveredi produrre normativamente in tal senso, tutti, a

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prescindere dal colore politico, poiché siamo laprima generazione ad avere piena coscienza chestiamo distruggendo il nostro pianeta e l’ultimache può fare qualcosa al riguardo (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Salutiamo studenti e docentidella scuola primaria Direzione II° CircoloDidattico, di Termoli, che assistono ai nostrilavori della tribuna del pubblico (Applausi).È iscritto a parlare l’onorevole Rospi. Ne hafacoltà.

GIANLUCA ROSPI (M5S). Presidente,sottosegretario, colleghi, colleghe, siccità,deforestazione, consumo di suolo, eccessivaindustrializzazione e aumento smisurato delleconcentrazioni di CO2 sono solo alcunidei cambiamenti che la nostra terra hasubito negli ultimi cinquant’anni. In unmondo che ha vissuto un lento e complessoprocesso geologico di formazione, oggi èevidente che le politiche inadeguate di alcuniStati stanno compromettendo inesorabilmentel’equilibrio fisico e biologico della terra cheabitiamo. Nelle epoche passate i cambiamenticlimatici avvenivano molto lentamente, e percause naturali, mentre oggi l’aumento dellatemperatura avviene in tempi rapidi e senzaalcun controllo. Dovrebbero farci riflettereanche altri segnali, come l’esponenzialeaumento delle concentrazioni di CO2 inatmosfera, il riscaldamento degli oceani el’assottigliamento delle banchise polari artiche;tutte conseguenze che si ripercuotono anchein Italia con effetti drammatici. Oggi circa unquinto del territorio nazionale italiano vieneritenuto a rischio desertificazione, il 91 percento dei comuni italiani - lo ricordava lacollega poco fa - è a rischio idrogeologico,aumentano, anno dopo anno, le città soffocatedallo smog e invase dal traffico, con oltre 900mila morti registrate ogni anno solo in Italia.

Signor Presidente, l’obiettivo prioritario diuna buona politica deve essere quello digarantire alle generazioni future una società piùequa e sostenibile. È arrivato il momento di

investire in politiche che incentivino davverosistemi ad elevata efficienza energetica e chesfruttino fonti energetiche rinnovabili. Ogginon è più concepibile investire nei combustibilifossili, bisogna frenare anche le politichescellerate di alcune regioni, come la Basilicata,che vedono ancora nel petrolio l’unica risorsapossibile, questo è intollerabile. È vero, l’Italiaha un’elevata quota di produzione di energiarinnovabile, ma è altrettanto vero che granparte di questa quota è dovuta agli investimentinel settore idroelettrico che sono stati fatti nelpassato, soprattutto nella Prima Repubblica.Questo non basta, dobbiamo fare ancora moltodi più. In Italia è il settore civile ad assorbireoltre il 40 per cento del totale dei consumidi energia, seguito da quello dei trasporti,che incide per il 30 per cento, e il settoreindustriale, che incide per poco più del 20per cento. Bisogna orientare le scelte delcittadino incentivando politiche di risparmioenergetico. Oltre le misure di ecobonus esisma-bonus, occorre promuovere anche larigenerazione urbana sostenibile delle periferiecittadine e dei nostri quartieri. Le politiche e gliinvestimenti pubblici devono perseguire l’unicadirezione percorribile in questo momento,quella della transizione dai combustibili fossilialle energie rinnovabili, promuovendo lagenerazione elettrica e del calore attraversovettori più efficienti e più puliti per l’ambiente.Infine, signor Presidente, occorre impegnarsiverso sistemi di mobilità più efficienti e puliti,come mobilità elettrica e a idrogeno, cherappresentano il futuro. È opportuno inoltreattuare politiche per ridurre l’utilizzo da partedel cittadino della propria autovettura, optandoper sistemi meno inquinanti come il carsharing, il ride sharing, il car pooling el’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico. Inultimo, signor Presidente, voglio ricordare aquest’Aula che gli Stati Uniti, prima nazioneal mondo per emissioni di CO2, nel giugno2017 hanno annunciato l’uscita dall’Accordodi Parigi, Accordo firmato nel 2015 trai maggiori Stati industrializzati e principaliinquinatori di CO2 e che prevedeva azioni

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per la riduzione delle emissioni climalteranti;una decisione, a mio avviso, assurda. Ilcambiamento climatico è e deve essere unabattaglia che riguarda tutti, nessuno escluso,per questo, signor Presidente, il nostro Paesedeve farsi carico di promuovere maggiormentela lotta al cambiamento climatico, allo sviluppodelle energie rinnovabili, anche e soprattuttonell’ambito delle politiche internazionali, pervincere una sfida globale che riguarda tutti noi(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). SignoraPresidente, il cambiamento climatico c’èsempre stato, sono milioni di anni che c’è ilcambiamento climatico in questo pianeta, ilproblema è che adesso lo stiamo accelerandoin maniera irreversibile: un’unica specie umanasta portando tutto al collasso. Si parla spessodi futuro, e quando si parla di futuro sembradi parlare a generazioni che non esistono, aentità lontane, se però parliamo di cambiamentoclimatico adesso, e di futuro, dobbiamo andarenegli ospedali dove nascono i bambini di oggi,negli asili, dove ci sono i bambini che stannocominciando il loro percorso di vita, e dire atutti loro che probabilmente, quando avranno lanostra età, questo mondo potrebbe non esisterepiù.

Questo è il futuro: non è una cosa trasecoli, tra millenni. Il Protocollo di Kyoto èstato firmato nel 1997: sembrava essere unimportante passo per tutto il mondo. Da allorala situazione è peggiorata. Quindi forse bisognacapire che le domande che ci facciamo non sonopoi così giuste, se le risposte che vengono sonoquelle che ci dimostrano i dati. Quando si parladi campagne di sensibilizzazione nelle scuole,io mi domando quanto è efficace una campagnadi sensibilizzazione nelle scuole rispetto a unacampagna pubblicitaria molto glamour che dicedi consumare carne con pupazzetti colorati e sicapisce che gli allevamenti intensivi producono

il 15 per cento dell’effetto serra di origineantropica? Qual è la proporzione e la forza cheha una campagna di sensibilizzazione rispettoa tali campagne pubblicitarie? E il problemaè uno: è il sistema economico che esiste intutto il mondo e che non è conciliabile conla tutela dell’ambiente, non è conciliabile sepensiamo, come è stato detto, che gli StatiUniti emettono il 36,2 per cento dei gas serrapresenti nell’atmosfera. Non è possibile andareallo stesso passo di questo sistema economico.Quando parliamo di incentivi, quando parliamodi efficientamento energetico, mi chiedo: chideve pensare all’oggi o al domani, ma domaniin senso vero, ossia a mettere insieme ilpranzo con la cena, può pensare a rendereenergeticamente efficiente la propria casa? No,non può farlo. Noi bisogna pensare che cisono classi sociali che, per quanto si facciasensibilizzazione, non hanno gli strumentieconomici per poter inserirsi in un consumovirtuoso. Chi lo può fare il consumo virtuoso?Lo possiamo fare tutti. Una volta si dicevache se tutti facciamo un passo, il mondocambia senza neanche che ce ne accorgiamo,cambia domani mattina. Però questo principionon è più valido e non abbiamo più tempoper fare questo discorso. Bisogna cambiareil paradigma economico a livello radicale:non è più tempo di ambientalismo riformista.Bisogna sovvertire un sistema e purtroppo ilMoVimento 5 Stelle non è da solo in Italiama è da solo in Europa perché non esisteuna forza ambientalista come il MoVimento5 Stelle al Governo di un Paese europeo. Ese molti dicono che siamo nati dalla protesta,dall’indignazione, bè, io c’ero quando siamonati: no, noi siamo nati dall’ambientalismo.Ripeto: siamo nati dall’ambientalismo e, seora ci sono alcuni settori dell’ambientalismoche ci criticano perché magari hanno vistoche in un anno non siamo riusciti a cambiarequesto sistema in maniera radicale, io dico cheil MoVimento 5 Stelle è da solo qui dentro.Pensiamo al TAV: o si sta con Greta o si stacon il TAV, perché il tunnel di costruzione delTAV emette un milione di tonnellate di CO2

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all’anno e quindi o l’uno o l’altro (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).E noi siamo da soli: siamo da soli al Governo,siamo da soli in Europa, siamo da soli controtutte le regioni d’Italia che negli anni hanno datocertificazione a impianti, autorizzazioni di tuttii tipi che noi oggi ci ritroviamo e non possiamocerto scavalcare istituzionalmente le regioni edire che tali autorizzazioni sono state date inmaniera un po’ ballerina. Quindi, il Governo sitrova contro tutti al Ministero e in Parlamento.Quindi dico agli ambientalisti: dateci fiduciaper davvero perché noi siamo da soli e la sfidaè difficilissima e la politica deve ritrovare unsenso alto. La politica da sempre ha parlato aiposteri…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Sì. Quindidobbiamo davvero parlare ai posteri per entrarein quei libri di storia: il problema è che forsequei libri di storia fra qualche anno non cisaranno proprio (Applausi dei deputati delgruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole D’Ippolito. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE D'IPPOLITO (M5S). Grazie,signor Presidente, rappresentante del Governo,colleghi deputati. La mozione in esame oggiguarda al futuro comune e riguarda un processonecessario per il pianeta: la vita, i nostri territorie la sicurezza di chi li abita.

Mi riferisco alla transizione energetica eambientale verso uno sviluppo sostenibilee armonico sempre più sentito e volutoanche dalle nuove generazioni. Il climasta mutando in maniera molto rapida coneffetti impressionanti e l’alterazione profondadi equilibri naturali di grande importanza.Aumenta la sensibilità e la preoccupazionerispetto agli scenari del surriscaldamentoglobale e delle conseguenze di sistema. Daultimo abbiamo assistito a numerose partecipatemanifestazioni di giovanissimi che ai decisori

politici hanno chiesto interventi immediati perfermare i cambiamenti climatici da cui derivanol’aumento della temperatura, la variazionerepentina delle precipitazioni, l’innalzamentodel livello del mare, l’acidificazione deglioceani e l’aggravamento delle condizioni didissesto idrogeologico del territorio. Nellanostra mozione impegniamo il Governo, tral’altro, al fine di promuovere campagne disensibilizzazione, a sostenere la transizione daicombustibili tradizionali alle fonti rinnovabili;a favorire l’autoconsumo; a incentivare larealizzazione di piccoli impianti di energiapulita diffusi sul territorio; a sviluppare unmodello di economia circolare; ad alimentarela cultura del riuso e del riciclo secondo lastrategia rifiuti zero; a finanziare interventiper la prevenzione del rischio e la messa insicurezza del Paese dal rischio idrogeologico.Proprio su questo ultimo aspetto ricordo chesono stati già compiuti passi significativida parte del Ministro dell’Ambiente e delGoverno: infatti ammontano a oltre 140 milionidi euro le risorse di recente destinate alleregioni Sicilia e Sardegna per fronteggiare ildissesto idrogeologico. Inoltre il Ministro Costaha tracciato il punto politico a seguito dellarecente approvazione del primo programmastralcio manutenzioni per gli interventi adifesa del territorio. È la prima volta, haspiegato il Ministro Costa, che viene approntatoun programma finanziato e definito perla manutenzione del territorio. Nel meritole prime risorse disponibili ammontano a50 milioni di euro, già a bilancio delMinistero dell’Ambiente, da utilizzare pergli interventi strutturali di manutenzione delterritorio, per esempio il rimboschimento, ilrecupero naturalistico, la manutenzione delleopere idrauliche e forestali con particolareattenzione al reticolo idrografico minore eal territorio montano. Tali risorse vannoinquadrate nell’ambito di una programmazionecomplessiva di lungo periodo di oltre 6 miliardidestinati al contrasto del dissesto idrogeologico.Il Ministero è già operativo verso l’orizzonte cuisi rivolge la nostra mozione e per la prima volta

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in Italia c’è una tale fermezza e lungimiranza inmateria di dissesto idrogeologico. Non riportoper brevità i dati ISPRA già citati dalla collegaLicatini ma sono tutti dati impressionanti: ilnumero di frane, il numero di comuni colpiti dapericolosità idraulica, i comuni interessati daldissesto, le famiglie interessate dal dissesto, ibeni culturali interessati dal rischio alluvioni.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSEPPE D'IPPOLITO (M5S). Perconcludere, tra le regioni che sono colpite datutti questi rischi, nessuno escluso, anzi conl’aggiunta del rischio sismico, vi è proprio lamia Calabria destinata a diventare un vero eproprio laboratorio a cielo aperto in scala 1a 1 sugli effetti del riscaldamento globale edel cambiamento climatico. Signora Presidente,concludo rilevando come la fotografia diquesti dati ci aiuta a renderci conto di comesia necessario proseguire sulla strada indicatadal Ministro verso la quale ci muoviamocon la piena contezza delle sfide politicheurgenti correlate al fenomeno del cambiamentoclimatico (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti aparlare e pertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali.

(Intervento del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare ilsottosegretario di Stato per l'Ambiente e latutela del territorio e del mare.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretariodi Stato per l'Ambiente e la tutela delterritorio e del mare. Grazie Presidente, soloper ringraziare i tanti deputati che oggi hannofinalmente messo al centro della discussionedei temi fondamentali: i cambiamenti climatici,il dissesto idrogeologico, l’economia circolare,il disegno di legge “salva mare” che, a breve,vedrà la luce. Tutto ciò, solo per far capire

che questi temi sono propri del Governo,sono priorità del Governo e sono priorità, aquanto sento, anche del Parlamento intero.Esserci candidati alla COP 26 nel 2020 significamettere insieme tutte queste priorità e farlediventare finalmente una discussione, che nonriguarda soltanto, ovviamente, l’Italia, ma ilmondo intero, perché non siamo soli e questodibattito si affronta tutti quanti insieme. Essercicandidati appunto nel 2020 a COP 26 significaessere finalmente protagonisti e non più altraino di qualcun altro (Applausi dei deputatidel gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito èrinviato ad altra seduta.

Discussione della mozione Mandelli ed altrin. 1-00085 concernente iniziative voltea sostenere la candidatura di Milano asede di sezione specializzata del Tribunaleunificato dei brevetti (ore 17,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recala discussione della mozione Mandelli edaltri n. 1-00085 concernente iniziative volte asostenere la candidatura di Milano a sede disezione specializzata del Tribunale unificato deibrevetti (Vedi l'allegato A).

Avverto che lo schema recante la ripartizionedei tempi riservati alla discussione dellamozione è pubblicato in calce al vigentecalendario dei lavori dell’Assemblea (Vedicalendario).

Avverto che sono state presentate lemozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00156,Molinari e D’Uva n. 1-00157 e De lucaed altri n. 1-00159 (Vedi l’allegato A) che,vertendo su materia analoga a quella trattatadalla mozione all’ordine del giorno, verrannosvolte congiuntamente. I relativi testi sono indistribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta ladiscussione sulle linee generali delle mozioni.

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È iscritto a parlare il deputato PierantonioZanettin, che illustrerà anche la mozioneMandelli ed altri n. 1-00085, di cui ècofirmatario.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI).Presidente, la ringrazio per la parola. Onorevolerappresentante del Governo, onorevoli colleghee onorevoli colleghi, l’articolo 118 delTrattato sul funzionamento dell’Unioneeuropea dispone che il Parlamento europeoe il Consiglio stabiliscano le misure per lacreazione di titoli europei, al fine di garantireuna protezione uniforme dei diritti di proprietàintellettuale nell’Unione e per l’istituzionedi regimi di autorizzazione e di controllocentralizzati, deliberando in materia medianteregolamenti, anche con riferimento ai regimilinguistici che si applicano ai titoli brevettualieuropei.

Sulla base di tali previsioni sono statiadottati il regolamento n. 1257/2012 delParlamento europeo e del Consiglio e ilregolamento n. 1260/2012 del Consiglio del17 dicembre 2012. Tali atti normativi sicoordinano con l’Accordo sulla creazionedel Tribunale unificato dei brevetti, dettoanche TUB, firmato il 19 febbraio 2013 daventicinque Stati membri, tutti tranne Poloniae Spagna, mentre la Croazia non facevaall’epoca ancora parte dell’Unione europea,ratificato e reso esecutivo in Italia dalla legge 3novembre 2016, n. 214. Tale Accordo, che è untrattato multilaterale connesso, ma non facenteparte del diritto europeo, oltre a prevederenorme di diritto sostanziale sul brevettoeuropeo, introduce anche norme processuali,istituendo una giurisdizione comune pertutti i Paesi partecipanti all’Accordo, concompetenza esclusiva sulle azioni di violazione,contraffazione, revoca, accertamento di nullitào non violazione dei diritti e dei brevettieuropei.

L’introduzione del brevetto unitario, chesarà immediatamente efficace nei 25 Statimembri dell’Unione europea, è subordinataalla ratifica dell’Accordo in almeno 13 Paesi

dell’Unione europea. Finora, hanno completatol’iter di ratifica e depositato lo strumento diratifica 16 Paesi dell’Unione europea, mentrealtri sono a buon punto, lasciando prefigurareun avvio del nuovo sistema con una ventinadi Paesi dell’Unione europea. La ratificadell’Accordo da parte di Francia, Germaniae Regno Unito è condizione necessaria perl’entrata in vigore dell’Accordo stesso. LaGermania ha completato l’iter parlamentaredi ratifica, ma la Corte costituzionalefederale tedesca ha chiesto al Presidente dellaRepubblica di sospendere la firma della legge diratifica in attesa di un pronunciamento in meritoa una eccezione di costituzionalità sollevata daun mandatario tedesco.

Al momento, risulta difficile definire uncalendario per l’avvio del sistema del brevettounitario e del TUB, ma si presume che taleavvio non potrà avvenire prima della metà del2019. L’Italia, a sua volta, ha completato tuttigli adempimenti necessari all’avvio del TUB.

Il 10 febbraio 2017 ha depositato lostrumento di ratifica dell’Accordo presso ilsegretariato generale del Consiglio, il 20febbraio 2017 ha firmato il protocollo perl’applicazione provvisoria, il 20 aprile 2018 hadepositato lo strumento di ratifica del protocollosui privilegi e le immunità, infine, con ildecreto legislativo 19 febbraio 2019 n. 18, èstato modificato il nostro codice della proprietàindustriale, per adeguarlo alla nuova realtà inmateria di diritti conferiti dal brevetto europeo,alla preminenza del brevetto europeo in casodi cumulo delle protezioni e per predisporre unregime transitorio verso il diritto ed il brevettoeuropeo, al fine di garantire l’applicazione dellalegislazione italiana alle cause riguardanti ilbrevetto europeo rilasciato per l’Italia pendentifino alla data di entrata in vigore dell’Accordoe a quelle promosse dopo l’entrata in vigoredell’Accordo davanti all’autorità giudiziariaitaliana.

Sebbene il TUB non faccia parte delleistituzioni dell’Unione europea, poiché fruttodi un accordo multilaterale fra i Paesiaderenti, l’Accordo istitutivo prevede che

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il Tribunale applica il diritto dell’Unionenella sua integralità, ne rispetta il primatoe coopera con la Corte di giustiziadell’Unione europea per garantire la correttaapplicazione e l’interpretazione uniforme deldiritto dell’Unione. L’eventuale mantenimentoa Londra di una sezione della divisionecentrale del Tribunale, nonostante dalla Brexitnon derivino conseguenze automatiche per ilTUB, potrebbe manifestare alcune anomalienel quadro delle future relazioni tra l’Unioneeuropea e il Regno Unito.

Il negoziato per la realizzazione di unaprotezione brevettuale europea ha subìtodiverse battute di arresto; ampiamentedibattuti sono stati i temi della tutelagiurisdizionale e, soprattutto, del regimedi traduzione linguistica dei brevetti. Laposizione dell’Italia, inizialmente indisponibilead accettare il trilinguismo, inglese, francesee tedesco, previsto dai regolamenti edell’Accordo istitutivo, è successivamentemutata, conducendo il 2 luglio 2015all’adesione, alla cooperazione rafforzata eall’avvio del processo di ratifica dell’Accordostesso alla luce degli interessi nazionali. Si èinfatti ritenuto che l’adesione alla cooperazionerafforzata consenta agli operatori innovativiitaliani che puntano all’internalizzazione diavvalersi dei brevetti europei con effettounitario. Con la ratifica dell’Accordo, infatti,l’effetto unitario, grazie al quale i brevettiavranno efficace protezione in tutti gli Statiparte della cooperazione rafforzata, e lacompetenza del TUB si estendono ancheall’Italia, con ricadute positive sulla suaattrattività verso investimenti esteri ad elevatocontenuto di innovazione. Attualmente, leimprese italiane, non avendo la possibilitàdi avvalersi del sistema di brevetto unitario,possono accedere solo ad una protezionebrevettuale nazionale in Italia e in ciascunodegli altri Paesi membri dell’Unione europea,con costi a carico delle imprese stimati in oltre9 milioni di euro annui.

L’analisi di impatto della Commissioneeuropea, richiamando un’analisi di impatto

dell’EPO, European Patent Office, sugli effettidel sistema brevettuale unitario, evidenzia cheil brevetto valido nei 28 Stati membri costacirca 36 mila euro, di cui 23 mila euro soloper costi di traduzione. L’avvio del brevettounitario conduce a un risparmio evidente dicirca il 70 per cento dei costi richiesti per lavalidazione di un brevetto per 20 anni nei 25Paesi aderenti al progetto. Il nuovo sistemaconsente, infatti, la registrazione di un brevettounitario presso l’Ufficio europeo dei brevetti,da cui discende una protezione uniforme intutta l’Unione europea, garantendo alle impresela possibilità di depositare, tramite un’unicaprocedura, un titolo di proprietà intellettualevalido in tutti i Paesi membri, con evidentirisparmi in termini di costi vivi e burocratici.

In ogni caso, la questione del trilinguismoè rimasta aperta nelle risoluzioni sullapartecipazione dell’Italia al sistema brevettualeeuropeo, approvate dal Parlamento nella scorsalegislatura. Si è impegnato il Governo apromuovere e a tutelare, per quanto dicompetenza, il multilinguismo in tutte le sedidecisionali dell’Unione europea, in coerenzacon le previsioni dei trattati e con i principidi democraticità delle istituzioni dell’Unione.È di tutta evidenza che insediare una dellesedi del TUB a Milano, come richiesto dallamozione Mandelli che stiamo discutendo oggi,favorirebbe questa prospettiva. Il brevetto unicoeuropeo riveste una particolare rilevanza peril lavoro di ricerca delle imprese e dei centriuniversitari italiani, nonché dei professionistiitaliani, per cui un sistema di mediazione edi gestione delle controversie legali a livellounificato, sistema dal quale in precedenzagli operatori economici italiani erano esclusi,potrebbe apportare grandi benefici. LoEuropean patent system è un’opportunità perle nostre imprese, soprattutto per quelle cheinnovano. Il sistema imprenditoriale italiano èincline alla creazione e all’invenzione. L’Italia,infatti, è il quarto Paese europeo per numerodi brevetti depositati annualmente, per unaquantità superiore al 10 per cento del totaleeuropeo di 1,8 milioni di brevetti depositati.

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L’Italia è stata il Paese in cui si èregistrata, negli ultimi anni, la crescita piùelevata delle richieste di brevetto rispetto atutta l’Unione europea, pari al 4,3 per cento,contro una media del 2,6, e si evidenzia unatendenza positiva che si conferma per il terzoanno consecutivo. Dalla Lombardia provieneil maggior numero di richieste italiane diregistrazione di brevetti all’Ufficio europeo dicompetenza. Infatti, solo nel 2017 sono state1.424 le domande presentate, ma le domande dibrevetto sono anche numerose nel nordest delPaese. La Lombardia si posiziona al dodicesimoposto in Europa nella classifica delle richiestedi brevetti. Secondo il report annuale dellestatistiche relative alle domande di brevettoricevute e ai brevetti concessi dallo EuropeanPatent Office, in Italia i settori tecnologici piùattivi nei nuovi brevetti sono: movimentazione,sistemi di trasporto e container, trasporti etecnologia medicale. Tuttavia, la crescita piùaccentuata tra tutti i settori tecnologici italianiè quella proveniente dai cosiddetti “sistemi dimisurazione” - più 31 per cento - seguita damacchine tessili e della carta - 23 per cento - edal farmaceutico (18 per cento).

Il TUB, che sostituirà gradualmente legiurisdizioni nazionali per le controversie inmateria brevettuale, si articolerà su due livelli: iltribunale di primo grado e la corte d’appello, cuisi affiancherà la cancelleria. In particolare, peril tribunale di primo grado sono previste diversedivisioni in diversi Stati membri. Le divisionicentrali dovrebbero avere sede a Londra, Parigie Monaco di Baviera. In particolare, sottola giurisdizione della sezione distaccata diLondra dovrebbero ricadere le dispute legatealla chimica e alle scienze biologiche, mentrea Monaco di Baviera saranno assegnati icasi relativi all’ingegneria meccanica, mentrenella competenza della sede centrale di Parigirientreranno tutti gli altri casi. La corted’appello avrà invece sede in Lussemburgo.

Alla luce dell’esito del referendumbritannico la mozione in esame chiede disostenere concretamente la candidatura diMilano, già sede di una divisione locale del

tribunale unificato brevetti, e in possesso ditutti i requisiti logistici e delle competenzegiurisdizionali, professionali e imprenditoriali,a sede della sezione specializzata sullecontroversie in tema di metallurgia e chimicafarmaceutica. Quanto ai benefici che potrebberoderivare alla città di Milano per taleassegnazione, un delicato e dettagliato reportdel 2012, realizzato da FTI per conto dellaThe City of London Law Society, ha stimatotra 569 milioni e 1.968 milioni di sterlineper anno le perdite dirette dell’indotto perl’economia inglese qualora la sede distaccatafosse collocata al di fuori della Gran Bretagna.Rammentiamo che la città di Milano e laregione Lombardia hanno già individuato unasede di 850 metri quadrati in via Barnaba 50.

Questo era avvenuto anche nella sfortunatavicenda dell’assegnazione dell’Agenziaeuropea del farmaco, poi assegnata adAmsterdam. Una sede lombarda per l’EMA eragià pronta, mentre quella olandese è ancora incostruzione e i costi a carico dell’Unione sonolievitati già del 34 per cento. Il trasferimentoda Londra ad Amsterdam dell’Agenziaeuropea del farmaco non si sta rivelandouna passeggiata, come pure le istituzioniolandesi continuano a far credere. A farne lespese potrebbe essere l’operatività immediatadell’EMA, come la stessa ha denunciatopubblicamente pochi mesi fa. Secondo la stessaEMA la collaborazione a livello internazionalesarà temporaneamente ridimensionata perconcentrarsi principalmente sulle richiesterelative ai prodotti e sull’integrità della catenadi approvvigionamento. L’impegno dell’EMAin altre questioni di salute pubblica globale saràrivisto caso per caso.

Nel febbraio 2019 il Governo italianoha deciso di ricorrere contro l’assegnazionedell’EMA ad Amsterdam, cioè contro ilregolamento (UE) 2018/1718 che stabilisce lacollocazione della nuova sede. La decisionedi impugnare la decisione del RegolamentoUE - ha spiegato la Farnesina nel suocomunicato - riflette e si ricollega alricorso presentato un anno fa dall’Italia, che

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è ancora pendente alla Corte di giustiziadell’Unione europea. È opportuno che ilGoverno persegua fortemente tale decisione,anche perché un’azione concertata su entrambii fronti può facilitare l’assegnazione di almenouna delle due sedi. L’assegnazione all’Italia diuna sezione della divisione TUB servirebbe diraccordo dando maggiore coesione tra nord esud Europa.

Per questi motivi Forza Italia hapresentato questa mozione, che sosteniamo conconvinzione e impegno. Non dobbiamo, quindi,lasciarci sfuggire questa occasione di crescitae di sviluppo del Paese e per questo ForzaItalia ha presentato questa mozione, che stiamodiscutendo oggi in quest’Aula, con l’auspicioche il Governo sappia coglierne il valore.

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Zucconi, che illustrerà la mozioneLollobrigida ed altri n. 1-00156, di cui ècofirmatario.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie,signor Presidente. L’argomento èparticolarmente importante, infatti è stato dettotante volte in quest’Aula che la questionedella tutela dei brevetti e del know-how peruna nazione come l’Italia è essenziale; perquesto abbiamo presentato questa mozione.Premetto che l’Unione europea ha adottato iregolamenti nn. 1257 e 1260, entrati in vigoreil 20 gennaio 2013, con cui si è istituita unatutela brevettuale unitaria e definito il regimedi traduzione applicabile, e che la questionedi tutela dei brevetti si è recentemente, latosensu, riproposta anche in occasione deidibattiti sull’approvazione del Memorandumper la “Via della Seta”. Segnalo altresì cheladdove, poi, si richieda un’azione, come èstato fatto in quell’occasione, non si possanopoi proporre discriminazioni nell’ambito UE.In altre parole, quando si chiede di adoperarsie di agire in modo contestuale agli altriPaesi dell’Unione europea, non si possono poiproporre discriminazioni da una parte (cioèda una parte si chiede un comportamento

e dall’altra poi.su ciò credo che il fatto diAmsterdam sia abbastanza indicativo, ma citorneremo). Ricordo, inoltre, che il 19 febbraio2013 è stato firmato a Bruxelles l’Accordoistitutivo del tribunale unificato dei brevetti - da qui in avanti TUB -, secondo cui iltribunale sarebbe diventato operativo soltantoprevia ratifica da parte della Francia, del RegnoUnito e della Germania, ossia dei tre Statimembri che nell’anno successivo alla ratificahanno depositato il maggior numero di brevettieuropei.

Ad oggi sono sedici gli Stati membri chehanno ratificato l’Accordo e, dei tre la cuiadesione è vincolante, la Francia ha ratificatol’Accordo poco dopo la firma, mentre la ratificada parte del Regno Unito è avvenuta solo il 26aprile 2018; la legge di ratifica tedesca è tuttorasospesa a causa di un ricorso costituzionale.Siamo però in una fase dove per vari motiviè ancora possibile fare una forte trattativa inmerito.

Il TUB rappresenterà il foro competente perla risoluzione delle dispute sulla contraffazionee per le cause di revoca o annullamentodei brevetti. La struttura sarà costituita dalregistro, dalla corte di prima istanza, a sua voltasuddivisa in divisioni centrali, locali e regionali,e infine dalla corte di appello.

Secondo l’Accordo le divisioni centralidovrebbero avere sede a Parigi, Londra eMonaco di Baviera, mentre la corte di appelloavrà sede in Lussemburgo. In particolare, sottola giurisdizione della sezione distaccata diLondra dovrebbero ricadere le dispute legatealla chimica e alle scienze biologiche - codiciA e C della classificazione internazionaledei brevetti - mentre a Monaco di Bavierasaranno assegnati i casi relativi all’ingegneriameccanica; nella competenza della sedecentrale di Parigi rientreranno tutti gli altri casi.

L’Italia ha adottato tutti gli atti dicompetenza nazionale relativi al TUB ed èpronta a partire la divisione locale italiana chesarà a Milano presso una sede di 850 metri,ubicata in via San Barnaba 50.

A seguito del processo di fuoriuscita del

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Regno Unito dall’Unione europea, Brexit, sirende necessario individuare, a nostro avviso,una diversa sede sul territorio di un altro Statomembro. Va tenuto conto che l’Italia è il quartoStato europeo per numero di brevetti depositatiannualmente, per una quantità superiore al10 per cento del totale europeo, di 1,8milioni, a testimonianza della forte vocazionedel nostro sistema industriale all’innovazionee alla creatività, essendo stato il criterioquantitativo sempre determinante per la sceltadella sede principale e delle due sezioni dellastessa sede principale, con relativa ripartizionedi competenze per materia. Per tali ragionil’Italia e Milano in modo particolare, la cuivocazione nelle materie di competenza dellasuddetta sezione del TUB è internazionalmentericonosciuta, risultano senza possibilità dismentita la sede naturale di questa sezione delTUB.

A ciò si aggiunge, inoltre, il dato che la sedeindividuata per la divisione locale di Milanoper dimensioni e caratteristiche strutturalirisulterebbe adeguata anche nell’ipotesi diassegnazione di una sezione specializzatadella divisione centrale del tribunale e chetale richiesta, già formulata dal precedenteGoverno, deve ora trovare un rinnovato slancio,anche a seguito della mancata assegnazioneall’Italia e a Milano della sede dell’Agenziaeuropea del farmaco (EMA) assegnata adAmsterdam per sorteggio e ivi mantenutanonostante i lunghissimi ritardi connessi allapredisposizione della sede fisica indicata neldossier. Inoltre si aggiunge che il RegnoUnito ritiene invece di voler mantenere sulproprio territorio tale sede, opponendo lanatura di trattato multilaterale dell’Accordo sulTribunale unificato ed il già avvenuto depositodello strumento di ratifica. Tenuto conto dicontro che è bene ribadire che il Tribunaleunificato dei brevetti è chiamato ad applicareil diritto europeo, e i giudici della sezione,nonché gli avvocati e i consulenti costituiti neigiudizi, dovranno essere cittadini dell’Unioneeuropea, e appare quindi irricevibile la richiestabritannica di mantenimento della sezione a

Londra. Tutto ciò premesso Fratelli d’Italiavuole impegnare il Governo ad attivarsi condecisione in tutte le sedi competenti e inconcomitanza con i negoziati finali sulla Brexitper ottenere l’assegnazione all’Italia e alla cittàdi Milano della sezione distaccata del Tribunaleunificato dei brevetti in tema di metallurgia,scienze biologiche e chimica farmaceutica, adoggi assegnati a Londra.

In conclusione, noi abbiamo letto anche lamozione della maggioranza, e ci auguriamoche, a fronte della scarsa e conclamataincapacità di questo Governo a gestire lenecessarie alleanze nell’ambito dell’Unioneeuropea, si riesca ad operare unitariamente peril raggiungimento invece di questo importanterisultato nazionale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Sensi, che illustrerà anche lamozione De Luca ed altri n. 1-00159, di cui ècofirmatario.

FILIPPO SENSI (PD). Presidente, mipermetto, se lei lo consente, di illustrarela mozione con la quale il gruppo delPartito Democratico si impegna a sostenerela candidatura di Milano a sede dellasezione specializzata delle controversie inmateria di metallurgia, life sciences e chimicafarmaceutica del Tribunale unificato deibrevetti, sezione al momento assegnata aLondra.

Viviamo giorno per giorno i palpiti e leangustie nelle quali la sciagurata decisionedell’allora Governo conservatore britannico disottoporre a referendum la Brexit dall’Unioneeuropea ha precipitato il Paese: angustie chedopo oltre mille giorni da quel voto non solonon sono finite, ma nei prossimi giorni, sepossibile, si intensificheranno, oggi stesso, conconseguenze assai gravi non solamente sulRegno Unito, ma su tutti i Paesi dell’Unione,Italia compresa. De te fabula narratur, verrebbequasi da dire, Presidente, pensando allerovinose conseguenze che spesso scaturisconoda decisioni che vorrebbero tutelare in maniera

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propagandistica prima gli inglesi, o traduco,prima gli italiani, e che finiscono per esserel’esatto contrario: un atto di autolesionismoda incubo, che ha danneggiato e danneggiaper primi gli inglesi, per primi gli italiani,che avrebbe voluto difendere. Non si fidi,Presidente, di chi promette scorciatoie e annibellissimi, l’abolizione della povertà o tassetalmente piatte da essere rimaste a terra, ela fatica del Governo non sia un’esimente,una scusa, un pretesto per chi ha così tantopromesso, così poco realizzato; talmente pocoda riprovarci con le stesse identiche promesse,disattese, al prossimo giro di giostra elettoraledi qui a due mesi scarsi.

Tra le conseguenze non secondarie diquesto divorzio, i cui estremi devono ancoraessere negoziati nel dettaglio ed in corsa, c’ètuttavia anche la riallocazione di agenzie edorganismi di stanza a Londra, che (vedremoquanto consensuale sarà questa separazione)saranno redistribuite tra le città dell’Unione.Come già successo per l’Agenzia del farmaco,che, solo per un disgraziato insulto del caso,sfuggì qualche mese fa all’assegnazione allamigliore sede candidata, Milano: come dicevail leggendario Freak Antoni (chiedo licenza,Presidente), la fortuna è cieca ma la sfiga ci vedebenissimo.

Niente affatto sfiduciati da quello scaccotorniamo a proporre Milano come sede delTribunale unificato dei brevetti, disciplinatoda un Accordo istitutivo promulgato dalParlamento e dal Consiglio dell’Unioneeuropea il 17 dicembre 2012, e ratificatodall’Italia con la legge n. 214 del 3 novembre2016. Ricordo, Presidente, che la legge n.201 del 2017, del 4 dicembre 2017, hainoltre ratificato il protocollo sui privilegi e leimmunità del Tribunale unificato dei brevetti,necessario per conferire ad esso uno statusgiuridico in territorio italiano; ratifiche che sonoarrivate nel corso della passata legislatura, dopoanni di ritardi, ed hanno dato piena attuazioneagli accordi sul Tribunale unificato dei brevetti.

Come funziona il tribunale? Si articolasu due livelli; non vorrei annoiarvi, ma

è importante illuminarne l’organizzazioneinterna, con il tribunale di primo grado e la corted’appello cui si affianca la cancelleria. Per iltribunale di primo grado sono previste diversedivisioni: la divisione centrale, con sede a Parigie sezioni specializzate a Londra per i brevettichimici e farmaceutici e a Monaco per i brevettimeccanici; e le divisioni locali o regionali.

Le divisioni locali sono istituite pressociascuno Stato contraente su sua richiesta. Sonoconsiderate large division, per volume di affari,quelle istituite in Francia, Germania, Italia,Gran Bretagna e Olanda; small division quelledei rimanenti Stati contraenti. Le divisioniregionali sono invece istituite tra due o piùPaesi, e destinate a trattare casi di diversalocalizzazione entro la regione di competenzache può riguardare anche Paesi non confinantitra loro: per adesso c’è solo una corte regionalebaltica per Svezia, Estonia, Lituania e Lettonia,ed un’altra per Bulgaria e Romania. Fin qui iltribunale di primo grado.

La corte d’appello sarà unica, e avrà sedein Lussemburgo. Presso la corte d’appellovi è inoltre il registry, la cancelleria, consottosezioni nelle varie divisioni locali. Èprevisto anche un centro di mediazione edarbitrato che avrà sede a Lisbona.

Badi bene, Presidente, che il Tribunaleunificato non rientra nell’architetturaistituzionale dell’Unione europea: è unorganismo definito da un Accordointergovernativo tra 25 Stati membridell’Unione, ma ad oggi non ha ancora iniziatoa funzionare perché mancante della ratificada parte della Germania, come ricordavano icolleghi. Per l’entrata in vigore dell’Accordoè infatti necessaria la ratifica di almeno 13Stati firmatari, inclusi i 3 con il maggiornumero di brevetti europei, cioè Germania,Francia e Regno Unito. Nel testo dell’Accordo,inoltre, che determina anche le varie sedidel Tribunale, è menzionata esplicitamente lacapitale britannica: di conseguenza il futurodella sezione di Londra richiede una revisionedell’Accordo stesso all’unanimità.

Tornando ai rilievi fatti in apertura

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di intervento, le complesse vicenderelative all’entrata in vigore della Brexit,indipendentemente dalle sue condizioni diapplicazione, al momento in corso didefinizione, pongono il problema della sedecentrale nella capitale britannica. È comunquecompito del Tribunale l’applicazione del dirittocomunitario in materia, per cui il mantenimentodella sede londinese risulterebbe perlomenoincongruo, diciamo così.

A Milano, Presidente (le do questa notizia), ègià stata individuata una sede prestigiosa, ampiae perfetta alla bisogna come sede della divisionelocale del Tribunale; e sottolineo che la sedeassegnata alla divisione locale risulterebbe,per dimensioni e caratteristiche strutturali,adeguata anche nell’ipotesi di assegnazionedi una sede specializzata della divisionecentrale del Tribunale unificato, quale quellaattualmente stabilita a Londra, in particolare inmateria chimica e farmaceutica.

Ricordo in conclusione che con il venirmeno della Gran Bretagna dal mazzo europeo,l’Italia dall’attuale quarto posto passerebbeal terzo per numero di brevetti presentatiannualmente, con una percentuale superiore al10 per cento sul totale europeo di 1,8 milioni.Ce n’è d’avanzo, insomma, Presidente, perimpegnare il Governo a sostenere in tutte le sedicompetenti la candidatura di Milano quale sededella sezione specializzata delle controversiein tema di metallurgia, life sciences echimica farmaceutica del Tribunale unificatodei brevetti, al momento assegnata a Londra; ea concludere quanto prima l’accordo per la sedelocale con le autorità comunitarie competenti,al fine di dimostrare l’effettiva capacità delloStato italiano di tenere fede agli impegnipresi (giuro, Presidente, non citerò la TAV),premessa indispensabile per l’assegnazionedella sezione centrale specializzata. Questo èl’auspicio e l’impegno per Milano che, a nomedel Partito Democratico, le consegno perché nefaccia tesoro (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare

l’onorevole Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (M5S). Presidente,onorevoli colleghi, la mozione Mandelli dicui discutiamo oggi tratta un tema in realtàgià sollevato molte volte dal MoVimento5 Stelle in questa sede istituzionale. Il 9gennaio scorso in X Commissione, in senoall’Atto n. 56 della Camera inerente lo schemadi decreto legislativo per l’adeguamento, ilcoordinamento ed il raccordo della normativanazionale alle disposizioni del regolamentodell’Unione europea n. 1257 del 2012,relativo all’attuazione di una cooperazionerafforzata nel settore dell’istituzione di unatutela brevettuale unitaria, e alle disposizionidell’Accordo su un Tribunale unificato deibrevetti, io stesso, da relatore di maggioranza,ho indicato nelle premesse al parere l’auspicioche si possa arrivare all’assegnazione all’Italiadella sede del Tribunale unificato dei brevetti,che attualmente spetta al Regno Unito.

Nella seduta n. 114 del 25 gennaio, semprea nome del MoVimento 5 Stelle, i colleghiAngela Ianaro e Riccardo Olgiati hannopresentato un’interpellanza urgente al Governo,la n. 2-00237, in ordine alla promozione dellacandidatura di Milano quale sede della sezionedella divisione centrale del Tribunale unificatodei brevetti (TUB) oggi assegnata a Londra. Intale occasione il sottosegretario per gli affariesteri e la cooperazione internazionale, RicardoAntonio Merlo, ha già preannunciato l’impegnodel Governo a fare il possibile per ottenere iltrasferimento del TUB in Italia, sostenendo lacandidatura di Milano.

Sempre sullo stesso tema è inoltre giàprevista la discussione nelle Commissioni IIIe X della risoluzione n. 7-00077, cofirmatadal sottoscritto, insieme ai colleghi della Lega,Simone Billi e Giorgia Andreuzza, a confermadella compattezza della maggioranza e del vivointeresse della stessa per l’argomento.

Ciò premesso, cerchiamo di capire meglio ilcontesto in cui tutti questi atti si collocano, ondeindividuare meglio le finalità e le prospettive.Partiamo sottolineando l’importanza della

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tutela dei marchi e dei brevetti. Come sapete,il MoVimento 5 Stelle è molto attento ai temidell’innovazione tecnologica e della tutela delmade in Italy e intende attuare una politicavolta a favorire l’attività di impresa. La tuteladei brevetti e dei marchi è fondamentale perle imprese italiane, in particolar modo perle piccole e medie imprese. L’attribuzione didiritti di proprietà intellettuale infatti consentealle nostre aziende di proteggere i risultatidegli investimenti in ricerca, permette un piùfacile accesso alle risorse finanziarie e dàla possibilità di valorizzare il proprio know-how, traendone un vantaggio economico, consignificative ricadute su tutto l’ecosistemaproduttivo e sociale. Siamo convinti che lacrescita economica del Paese passi anche daqui e riteniamo pertanto importante che, sututto ciò che ruota intorno a questi temi,il Governo ponga la massima attenzione.Brevettare in Europa: vediamo di fare unpo’ il quadro della situazione; per proteggereun’invenzione in Europa, oggi si possonoutilizzare i singoli brevetti nazionali, concessidalle autorità nazionali, in Italia dall’Ufficioitaliano brevetti e marchi, oppure si puòchiedere con un’unica domanda un brevettoeuropeo, concesso centralmente dall’Ufficio deibrevetti europeo (EPO), che riunisce i 28 Statimembri dell’UE e altri 10 Paesi firmatari dellaConvenzione sul brevetto europeo. Dovendotuttavia essere convalidato in ogni Stato in cuisi vuol far valere, il brevetto europeo rimaneuno strumento potenzialmente molto costoso.I requisiti di convalida infatti sono diversi daPaese a Paese e possono portare ad ingenti spesedirette e indirette, come ad esempio i costi ditraduzione o le tasse di rinnovo nazionali, cheaumentano al crescere del numero di Paesi incui si convalida. Il fatto che un brevetto, validonei 28 Stati membri dell’Unione europea, costicirca 36 mila euro, di cui 23 mila solo perle traduzioni, induce molti a brevettare leproprie invenzioni soltanto in pochi Paesi,esponendole così maggiormente al rischio diessere copiate. Inoltre, non esistono attualmenteuna procedura centralizzata di mantenimento in

vita del brevetto, né rimedi giurisdizionali incaso di controversia, che rimangono quindi dicompetenza nazionale. Il legislatore ha dunquecercato di ovviare a queste problematicheattraverso una serie di interventi, tra cuil’istituzione del brevetto europeo con effettounitario, al fine di aumentare la competitivitàdegli attori economici europei che fanno dellaricerca scientifica e dell’innovazione il loropunto di forza. Andiamo verso dunque ilbrevetto unitario europeo, ma si tratta di unastrada tortuosa. Il brevetto unitario consentiràal titolare di ottenere automaticamente, conuna sola procedura centralizzata, una protezionebrevettuale uniforme in tutti i 26 Paesimembri dell’Unione Europea partecipanti allacosiddetta cooperazione rafforzata, senza lanecessità quindi di ottenere la convalidain ciascun Paese. Il brevetto unitario nonsostituirà, ma si affiancherà, alla tutelabrevettuale nazionale ed europea esistente.Evidenti sono i vantaggi dello snellimento dellepratiche burocratiche in termini economici;secondo le istituzioni europee, infatti, i costi ditraduzione e amministrativi dovrebbero ridursidi circa l’80 per cento, con una singolatassa annuale di rinnovo da corrisponderedirettamente all’Ufficio europeo dei brevetti, alposto delle numerose tasse di rinnovo da pagareai diversi uffici nazionali. L’introduzione delbrevetto unitario europeo costituisce dunqueun grande miglioramento in termini politici,giuridici e pratici, tuttavia l’iter di attivazionesembra essere una corsa a ostacoli. Il brevettounitario sarà operativo soltanto dopo l’entratain vigore dell’accordo istitutivo del tribunaleunificato dei brevetti (TUB), ovvero quandoquest’ultimo sarà ratificato da almeno 13 Statimembri, tra cui Germania, Gran Bretagnae Francia, i tre Paesi europei in cui sidepositano più brevetti. Allo stato attualesono sedici i Paesi che l’hanno ratificato,tra cui l’Italia e la Francia. Il processo diratifica sta registrando dei ritardi in alcuni Statimembri aderenti; in particolare, in Germaniala firma della legge di ratifica da parte delPresidente della Repubblica è stata bloccata

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dalla Corte Costituzionale Federale, a seguitodi un’eccezione di costituzionalità sollevatada un privato cittadino. Anche il recesso delRegno Unito dalla UE, la cosiddetta Brexit,sta rallentando l’iter, in quanto sono sorti seridubbi se uno Stato non membro dell’Unioneeuropea possa essere un Paese contraentedell’accordo sul TUB. Andiamo a vedere unattimo la panoramica delle sedi del TUB; iltribunale unificato dei brevetti è infatti unnuovo tribunale sovranazionale specializzatonelle controversie in materia di brevetti, èistituito sulla base di un accordo multilateralesottoscritto da 25 Stati membri dell’Unioneeuropea, con lo scopo principale di ridurre icosti delle litigation e assicurare che il sistemabrevettuale europeo funzioni più efficacemente.

Esso avrà un’ampia ed esclusiva competenzadi tutela ad effetto unitario e, nei casi diviolazione e di convalida dei brevetti europei,consentirà di tutelare le idee depositate intutti i Paesi UE aderenti all’accordo, anzichéPaese per Paese, con un notevole risparmiodi tempo e di denaro. Una volta operativo,dunque, il tribunale unificato dei brevetti saràinvestito di un crescente numero di disputelegali, diventando uno dei massimi tribunalidi tutela della proprietà intellettuale a livellointernazionale, sostituendo gradualmente legiurisdizioni nazionali per le liti relative aibrevetti. È dunque facile capire come lalocalizzazione delle sedi possa avere risvoltieconomici positivi da tenere seriamente inconsiderazione. Il tribunale unificato deibrevetti si articola su due livelli: il tribunale diprimo grado e la Corte d’Appello, cui si affiancala cancelleria. Per il tribunale di primo gradosono previste diverse divisioni: la divisionecentrale, articolata in tre sedi (Parigi, Monaco diBaviera, per i brevetti meccanici, e Londra peri brevetti chimici e farmaceutici) e poi ci sonole divisioni locali o regionali. Le divisioni localisono istituite presso ciascuno Stato contraentesu sua richiesta. L’Italia ha adottato tuttigli atti di competenza nazionale necessari edè dunque pronta a far partire la divisionelocale italiana già prevista a Milano. Tale

sede, per dimensioni e caratteristiche strutturali,risulterebbe adeguata anche nell’ipotesi diassegnazione di una sezione specializzata delladivisione centrale del tribunale unificato deibrevetti. Per quanto riguarda le divisioniregionali, per il momento, sono state istituitesolo una Corte regionale baltica per Svezia,Estonia, Lituania e Lettonia e un’altra perBulgaria e Romania. La Corte d’appello saràunica e avrà sede in Lussemburgo. Pressola Corte d’Appello vi è la cancelleria, consottosezioni nelle varie divisioni locali. Èprevisto poi anche un centro di mediazionee arbitrato che avrà sede a Lisbona. InItalia ancora niente. Arriva la Brexit e nontutti i mali vengono per nuocere. È chiaroinfatti che, se da un lato, la cosiddetta Brexitcostituisce un duro colpo per l’Europa, di cui cirammarichiamo, dall’altro, essa può diventareper l’Italia un’occasione, un’occasione periniziare a recuperare quella centralità nelcontesto europeo, che aveva in origine comePaese fondatore. La richiesta di spostare lasede del tribunale unificato dei brevetti daLondra a Milano rientra dunque in questalogica. Se si esclude il Regno Unito, l’Italia èil terzo Paese europeo per numero di brevettidepositati annualmente, oltre il 10 per centodel totale europeo. Tra i criteri di attribuzionedelle tre sedi della divisione centrale previstidall’accordo, il parametro quantitativo è statodeterminante, per cui, considerando anche chesiamo il primo Paese europeo per numero dicontroversie, venendo meno la sede britannica,l’Italia risulterebbe in pole position comepossibile sostituta. Chiediamoci dunque perchécandidare Milano: Milano ha sicuramente tuttele carte in regola per ospitare importantiistituzioni europee e internazionali e nonsolo per quanto concerne gli aspetti logistici.La sede del TUB, oggetto del trasferimento,sarebbe quella specializzata nelle controversierelative all’ambito delle life sciences, settoricome quello farmaceutico, chimico, biotech,nei quali l’Italia è leader a livello di ricercascientifica e industriale, senza ovviamentedimenticare la tradizione giuridica, nel campo

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della tutela della proprietà intellettuale, chevanta il nostro Paese. In particolare, si rilevacome la Lombardia risulti essere prima in Italiaper il numero di richieste di registrazione dibrevetti all’ufficio europeo di competenza, conil 32,7 per cento delle domande; Milano, conil 20,4 per cento risulta essere la prima cittàitaliana, seguono Torino con il 7,4 e Bolognacon il 6,5. Nella regione inoltre si effettuanocirca il 50 per cento delle sperimentazionicliniche in Italia. Sono presenti 56 facoltàuniversitarie medico- scientifiche, centinaia dicentri di ricerca e di trasferimento tecnologico,diciannove istituti di ricovero e cura acarattere scientifico, dodici istituti del CNRe nove cluster tecnologici, che costituisconoun ecosistema unico nel panorama nazionale.Andiamo quindi all’analisi costi-benefici.L’accordo istitutivo del TUB infatti pone acarico dello Stato ospitante i costi attinential suo funzionamento, motivo per cui sarànecessario fare una valutazione degli onerifinanziari, ma rimangono fuor di dubbio glieffetti positivi che si produrrebbero a livello diindotto: si tratterebbe infatti di servizi avanzatidi alto valore economico; secondo alcunestime, ospitare a Milano la sezione centralespecializzata del TUB porterebbe almeno milleposti di lavoro e potrebbe valere 350 milionidi euro annui in volume d’affari, un enormeimpatto sull’economia locale. Andiamo quindiad analizzare le questioni giuridiche. Siamosicuri che la Brexit porti al trasferimento dellasede del TUB?

L’imminente uscita del Regno Unitodall’Unione europea fa emergere il temadella compatibilità dell’attuale strutturadell’Accordo istitutivo del TUB con il sistemacomunitario. È sensato lasciare una delle sedipiù importanti del TUB nel Regno Unitoe, dunque, se la Brexit fa il suo corso,fuori dall’Unione europea? A onor del vero,va ricordato che l’istituzione del Tribunaleunificato nasce da un’iniziativa di alcuni Statimembri dell’Unione europea, ma tecnicamentenon si tratta di un atto dell’Unione europea. IlTUB nasce, infatti, nell’ambito di un accordo

multilaterale di cooperazione rafforzata, a cuihanno aderito solamente 25 Paesi dell’Unioneeuropea. La Spagna, ad esempio, non ha aderito.Non è, quindi, così scontato che il RegnoUnito venga automaticamente escluso per ilsolo effetto della Brexit.

Va evidenziato come la stessa ratificafinale da parte del Regno Unito sia avvenutadopo il referendum popolare sulla permanenzadel Regno Unito nell’Unione europea. Ciòconferma la volontà degli inglesi di continuare afar parte del sistema del brevetto europeo, anchein caso di piena attuazione della Brexit. Il TUB,in realtà, non solo non rientra nell’architetturaistituzionale dell’Unione europea, ma non haancora iniziato a funzionare, perché mancaancora la ratifica dell’accordo istitutivo da partedella Germania, che è necessaria per l’entrata invigore dell’Accordo.

Inoltre, occorre tenere presente che nel testodell’Accordo, che determina anche le varie sedidel TUB, è menzionata esplicitamente anche lacapitale britannica. Ciò implica che per metterein discussione la sezione di Londra è necessariorivedere l’accordo stesso, riapprovandoloall’unanimità. La configurazione delle relazionifuture post Brexit tra Unione europea eRegno Unito in materia di tutela dellaproprietà intellettuale potrebbe giocare un ruoloimportante in questa partita e purtroppo nonmancano pressioni da parte di alcuni Paesinordici e di diversi ambienti imprenditoriali peruna permanenza britannica nel sistema anchedopo la Brexit.

Da un punto di vista politico, riteniamoinopportuno che un cittadino o un’impresaeuropea, per una controversia su un brevettounitario europeo, debba costituirsi in unPaese che ha deciso di uscire dall’Unioneeuropea e che non riconosce il primatodel diritto europeo e le relative normeprocedurali e sostanziali. Il Tribunale unificatodei brevetti è chiamato, infatti, ad applicareintegralmente ed esclusivamente il dirittoeuropeo, cooperando con la Corte di giustiziadell’Unione europea per garantire la correttaapplicazione e l’interpretazione uniforme del

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diritto dell’Unione. Per tale motivo, anchese dalla Brexit non dovessero derivareconseguenze automatiche per il TUB, èevidente come il mantenimento a Londra di unasezione della divisione centrale del Tribunalecostituirebbe una anomalia; una scelta chesarebbe, dunque, inappropriata perché ingrado di apportare incertezze nell’ordinamentogiuridico e nelle future relazioni tra l’Unioneeuropea e il Regno Unito.

Anche sotto un profilo meramente pratico,dovendo i giudici della sezione essere cittadinidell’Unione europea, appare più che sensatoche la sezione specializzata della sede delTribunale unificato sia dislocata in uno Statomembro dell’Unione europea. Indubbiamente,per l’Italia, questa evenienza, per quanto, comesi è detto, ancora non scontata, costituisceun’occasione unica di crescita, di prestigiointernazionale e di indotto occupazionale.

Siamo convinti che sia giunto il momentodi far sentire la voce dell’Italia in Europa,chiedendo che la sezione della divisionecentrale del TUB, competente per i brevettichimici e farmaceutici, abbia sede a Milano.Dopo la delusione dell’EMA, la EuropeanMedical Agency, assegnata, alla fine, adAmsterdam con un sorteggio, ci sembra ilminimo.

In conclusione, alla luce di tutte questeconsiderazioni giuridiche, economiche epolitiche, come già evidenziato attraverso glialtri atti che ho citato prima, ci auguriamoun deciso intervento da parte del Governo edella diplomazia, con l’obiettivo di candidareMilano, qualora ciò si renda possibile, adiventare una sezione centrale del Tribunaleunificato dei brevetti, che si accinge a diventareuna importante istituzione internazionale ingrado di dar lustro ad un Paese come il nostro,che vanta una lunga tradizione e grandi risultatinel campo dell’innovazione e della ricercascientifica (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti aparlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione

sulle linee generali delle mozioni.Prendo atto che il rappresentante

del Governo si riserva di interveniresuccessivamente.

Il seguito del dibattito è rinviato, dunque, adaltra seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi difine seduta.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ciampi,che però non è presente in aula: si intende chevi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sensi. Neha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente.Mentre il Governo si divide su tutto o quasi,anzi no, su poltrone e quote di potere mi pare,invece, di registrare un solido idem sentiretra Lega e 5 Stelle, i dati economici di oggifotografano un vero e proprio lunedì nero,ahimè, ahinoi, dell’economia italiana. Brevecronaca: l’indice Markit della manifatturaitaliana segna oggi il peggioramento mensilepiù sensibile da maggio 2013, la produzioneè diminuita per l’ottavo mese consecutivo, inuovi ordini si sono contratti al tasso piùveloce in quasi sei anni. Meglio l’Istat? I datisull’occupazione di oggi? Senza ricorrere alrosario dei numeri, sintetizzo con FrancescoSeghezzi, mi perdonerà: la recessione sista traducendo nel mercato del lavoro conun grosso calo tra i lavoratori dipendentie un aumento della disoccupazione e ilrallentamento dell’occupazione giovanile. Achiudere i dati OCSE, freschi di giornata:il reddito di cittadinanza? I suoi effettisulla crescita dovrebbero essere scarsi, inparticolare, a medio termine. Il provvedimento - continua l’OCSE - rischia di incoraggiarel’occupazione informale –traduco: il lavoronero – e di creare trappole della povertà. Perinciso, sottovoce: Gurría ha ricordato oggiche il vituperato Jobs Act ha fatto aumentarel’occupazione di tre punti percentuali, dal 2015

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ad oggi. Meglio “quota 100”? Macché. Perl’istituzione internazionale, la misura rallenteràl’occupazione tra gli anziani e aumenterà ladisuguaglianza intergenerazionale e il debitopubblico. Concludo, Presidente. Markit, Istat,OCSE, non Soros, Belfagor o la Spectre: l’annosarà pure bellissimo, come dice quello, maquesto lunedì per il Governo è proprio una me…memorabile sveglia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie,Presidente. Presidente, intervengo nuovamentein quest’Aula per denunciare quanto siaavvenuto nella mia città, Afragola. Tre giornifa, in una normale serata, un uomo è statoaffiancato da un’auto e, in pochi secondi, èstato aperto il fuoco. Nove colpi esplosi, perben nove volte il rumore di una pistola harimbombato per le nostre vie, mentre i suoiassassini fuggivano tra la folla e per strada nonrimanevano altro che un corpo ed una città sottoshock. Vendette, faide tra famiglie criminali,inchieste per camorra. Camorra: è questa laparola chiave per tutto quello che sta avvenendoad Afragola, dallo scorso dicembre.

Questo omicidio si va ad aggiungere aduna lunga serie di esecuzioni camorristicheche insanguinano il Paese. Non è Gomorra,non è una serie TV o l’ennesimo sceneggiatotelevisivo che romanza questi avvenimenti, èun male che interessa tutti noi, è una battagliache siamo chiamati tutti a combattere. Il soloincremento delle forze dell’ordine presenti sulterritorio è evidente che non sia bastato. Agliagenti che presidiano le strade di Afragola va,come sempre, il mio più sentito ringraziamento,ma non è sufficiente.

Lunedì scorso ho presentatoun’interrogazione al Ministro Salvini, per avererisposta agli impegni presi. Afragola necessitadi una risposta, ora! La criminalità organizzatadeve sentire di avere dall’altra parte un nemicoforte e temibile, che è lo Stato, proprio quelloche sto invocando in quest’Aula, Presidente. È

la camorra che deve avere paura dello Stato, enon viceversa (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine delgiorno della prossima seduta.

Martedì 2 aprile 2019 - Ore 11

1. Svolgimento di interrogazioni .

(ore 14)

2. Seguito della discussione del disegno dilegge:

Modifiche al codice penale, al codice diprocedura penale e altre disposizioni inmateria di tutela delle vittime di violenzadomestica e di genere.

(C. 1455-A)

e delle abbinate proposte di legge:BARTOLOZZI ed altri; CIRIELLI ed altri;ASCARI ed altri; ANNIBALI ed altri; FOTIe BUTTI. (C. 1003-1331-1403-1457-1534)

Relatrice: ASCARI.

3. Seguito della discussione della proposta dilegge:

MASSIMO ENRICO BARONI ed altri:Disposizioni in materia di trasparenza deirapporti tra le imprese produttrici, i soggettiche operano nel settore della salute e leorganizzazioni sanitarie. (C. 491-A)

— Relatore: PROVENZA.

4. Seguito della discussione delle mozioniBraga, Muroni ed altri n. 1-00152, Coluccied altri n. 1-00154, Ilaria Fontana, Lucchinied altri n. 1-00155 e Mazzetti ed altri n. 1

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-00158 concernenti iniziative in materia dicambiamenti climatici e per la promozionedella candidatura dell'Italia quale Paeseospitante della COP 26 nel 2020 .

5. Seguito della discussione delle mozioniMandelli ed altri n. 1-00085, Lollobrigidaed altri n. 1-00156, Molinari e D'Uva n.1-00157 e De Luca ed altri n. 1-00159concernenti iniziative volte a sostenere lacandidatura di Milano a sede di sezionespecializzata del Tribunale unificato deibrevetti .

La seduta termina alle 18.10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DICUI È STATA AUTORIZZATA LAPUBBLICAZIONE IN CALCE ALRESOCONTO STENOGRAFICO

DELLA SEDUTA ODIERNA:NICOLA PROVENZA (A.C. 491-A)

NICOLA PROVENZA, Relatore.(Relazione – A.C. 491-A). Onorevoli Colleghi!L'Assemblea avvia oggi l'esame delle propostadi legge n. 491, recante disposizioni in materiadi trasparenza dei rapporti tra le impreseproduttrici, i soggetti che operano nel settoredella salute e le organizzazioni sanitarie.

Prima di entrare nel merito delprovvedimento, voglio sottolineare che esso èil risultato di un lavoro ampio e approfonditosvolto presso la XII Commissione (Affarisociali), in un clima di collaborazione tra ivari gruppi parlamentari. Nel corso dell'esamepreliminare, iniziato l' 1l settembre 2018, pressola Commissione ha avuto luogo un nutrito ciclodi audizioni, al fine di approfondire i temiconnessi alla proposta di legge in oggetto e diacquisire il punto di vista di diversi soggettiquali: Federazioni degli ordini dei medici, degliinfermieri e delle altre professioni sanitarie;sindacati degli operatori sanitari; associazioni efederazioni rappresentative delle aziende che sioccupano della produzione e della distribuzionedi farmaci e di dispositivi medici; l'Autorità

nazionale anticorruzione; la Corte dei conti;esperti di sanità e associazioni e fondazioni chesvolgono la propria attività in questo settore.

Ampio spazio è stato dedicato, poi, alla fasedell'esame delle proposte emendative, che haconsentito di apportare notevoli miglioramential testo, anche attraverso l'approvazione diemendamenti dell'opposizione.

Il provvedimento in esame, dunque, è voltoa perseguire l'importante obiettivo di realizzarela trasparenza dei dati di interesse collettivonei rapporti tra le imprese produttrici e glioperatori sanitari. La trasparenza, tesa allaprevenzione e al contrasto della corruzione, ècondizione di garanzia delle libertà individualie collettive nonché dell'esercizio, effettivo inquanto informato, dei diritti civili, politici esociali.

La proposta di legge, per il suo contenuto,ha un carattere sicuramente innovativo. Vasottolineato che in altri ordinamenti sono stategià approvate alcune iniziative che vanno nellamedesima direzione. Ad esempio, in Francia,una legge del dicembre 2011 ha imposto latrasparenza dei legami tra le industrie cheoperano nel settore della salute e gli altri attoricoinvolti quali i professionisti della salute, lesocietà scientifiche, le associazioni e i media.Negli Stati Uniti, nel 2010 è stata approvata unalegge (entrata in vigore nel 2013) per accrescerela trasparenza delle relazioni finanziarie traoperatori, organizzazioni sanitarie e produttorifarmaceutici, denominata Physician PaymentsSunshine Act (PPSA), dopo che un sondaggionazionale aveva rilevato che circa 1'84 per centodei medici riceveva benefici dai produttoridi farmaci, dispositivi, prodotti e fornituremediche. Anche in Danimarca esiste una seriedi norme concernenti obblighi e doveri neirapporti tra professionisti sanitari e aziende delsettore.

Passando al contenuto della proposta dilegge oggi all'esame dell'Assemblea, che sicompone di sette articoli, faccio presente chel'articolo I qualifica il diritto alla conoscenzadei rapporti tra imprese e soggetti operantinel settore della salute quale livello essenziale

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delle prestazioni ai sensi dell'articolo 117,comma 2, lettera m), della Costituzione,in attuazione dei principi contenuti negliarticoli 32 (Tutela della salute) e 97 dellaCostituzione (Efficienza ed imparzialità dellapubblica amministrazione). Più precisamente,per finalità di trasparenza, di prevenzionee contrasto della corruzione e del degradodell'azione amministrativa, le disposizioni delprovvedimento in esame intendono garantireil diritto alla conoscenza dei rapporti,aventi rilevanza economica o di vantaggio,intercorrenti tra le imprese produttrici difarmaci, strumenti, apparecchiature, beni eservizi, anche non sanitari, e i soggettiche operano nel settore della salute o leorganizzazioni sanitarie.

Viene fatta salva l'applicazione delledisposizioni del regolamento di cui al decretodel Presidente della Repubblica n. 62 del2013, recante il codice di comportamento deidipendenti pubblici - che definisce i doveriminimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buonacondotta che i pubblici dipendenti sono tenuti aosservare.

L'articolo 2 chiarisce le definizioni recate dalprovvedimento, specificando dettagliatamentecosa si intende per: "impresa produttrice","soggetti che operano nel settore della salute","organizzazione sanitaria".

L'articolo 3 costituisce una delle disposizionicentrali del provvedimento, stabilendo qualiazioni siano effettivamente soggette apubblicità e chi debba adempiere agli obblighiprevisti in materia di pubblicità. In particolare,tale disposizione prevede che siano assoggettatea pubblicità le convenzioni e le erogazioni indenaro, beni, servizi ed altre utilità effettuate daun'impresa produttrice in favore: di un soggettoche opera nel settore della salute, quandoabbiano un valore unitario sopra i 50 euro oun valore complessivo annuo maggiore di 500euro; di un'organizzazione sanitaria, quandoabbiano un valore unitario sopra i 500 euro oun valore complessivo annuo superiore a 2.500euro. Faccio presente che tali valori minimisono stati innalzati, nel corso dell'esame in sede

referente, rispetto a quanto prevedeva il testooriginario.

Inoltre, sono sottoposti a pubblicità gliaccordi tra le imprese produttrici e i soggettiche operano nel settore della salute ole organizzazioni sanitarie che produconovantaggi diretti o indiretti consistenti nellapartecipazione a convegni, eventi formativi,organi consultivi o comitati scientifici o nellacostituzione di rapporti di ricerca, consulenza,docenza. La pubblicità delle erogazioni edegli accordi è effettuata a cura dell'impresaproduttrice mediante comunicazione dei relatividati, da inserire in un registro pubblicotelematico, di cui dirò in seguito. Lacomunicazione riporta una serie di dati delbeneficiario dell'erogazione o della contropartedell'accordo (quali il nominativo o la ragionesociale, il codice fiscale o la partita IVA)nonché dati relativi all'erogazione o all'accordomedesimo, tra cui la data, la natura e l'importo.La comunicazione viene eseguita entro ilsemestre successivo a quello in cui sono statieffettuati l'erogazione o l'accordo.

L'articolo 4, poi, pone in capo alle impreseproduttrici costituite in forma societarial'obbligo di comunicare al Ministero dellasalute, entro il 31 gennaio, i dati identificatividei soggetti che operano nel settore della salutee delle organizzazioni sanitarie che siano titolaridi azioni o di quote del capitale della societàovvero di obbligazioni dalla stessa emesse,iscritti per l'anno precedente, rispettivamente,nel libro dei soci o nel libro delle obbligazioni,ovvero che abbiano percepito dalla societàcorrispettivi per la concessione di licenze perl'utilizzazione economica di diritti di proprietàindustriale o intellettuale.

La comunicazione deve indicare, perciascun titolare, il valore per le azioni oquote del capitale e per le obbligazioni,nonché i proventi da azioni, quote dicapitale e obbligazioni percepiti dal titolarenel corso dell'anno; deve anche indicare iproventi da diritti di proprietà industriale ointellettuale percepiti dal titolare nell'anno.Nella comunicazione è altresì indicato se il

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valore complessivo delle azioni o delle quotecostituisca una partecipazione qualificata, aisensi dell'articolo 67, comma 1, lettera c),del testo unico delle imposte sui redditi,intendendosi come tali le partecipazioni, i dirittio titoli che rappresentino, complessivamente,una percentuale di diritti di voto esercitabilinell'assemblea ordinaria superiore al 2 o al 20per cento, ovvero una partecipazione al capitaleod al patrimonio superiore al 5 o al 25 per cento,secondo che si tratti di titoli negoziati in mercatiregolamentati o di altre partecipazioni.

Infine, si stabilisce che, qualora le suddettecondizioni si verifichino nei riguardi delconiuge, del convivente o di un parente finoal secondo grado - con esclusivo riferimento auna partecipazione qualificata in relazione alleazioni, quote del capitale od obbligazioni - delsoggetto che opera nel settore della salute, allacomunicazione dei dati è tenuto quest'ultimo.

Per quanto riguarda le forme dellapubblicità, l'articolo 5 prevede l'istituzione,entro sei mesi dall'entrata in vigore delprovvedimento in esame, nel sito internetistituzionale del Ministero della salute,del registro pubblico telematico denominato"Sanità trasparente". In tale registro citatosono pubblicate le suddette comunicazionie, in sezioni distinte, gli atti di irrogazionedelle sanzioni, di cui dirò successivamente.Il registro è liberamente accessibile per laconsultazione ed è provvisto di funzioni chepermettono la ricerca e l'estrazione dei dati;le comunicazioni sono consultabili per cinqueanni dalla pubblicazione: decorso tale termine,sono cancellate. A seguito di un emendamentoapprovato in Commissione, si prevede che idati pubblicati nel registro pubblico telematicopossano essere riutilizzati solo alle condizionipreviste dal decreto legislativo n. 36 del2006, che ha dato attuazione alla direttiva2003/98/CE, relativa al riutilizzo di documentinel settore pubblico. Con l'accettazionedell'erogazione o dei vantaggi da parte deisoggetti operanti nel settore della saluteo di organizzazioni sanitarie ovvero conl'acquisizione di partecipazioni azionarie od

obbligazionarie nonché dei proventi derivantida diritti di proprietà industriale od intellettuale,si intende prestato il consenso alla pubblicità eal trattamento dei dati. Le imprese produttricisono comunque tenute a fornire un'informativaai soggetti e alle organizzazioni, specificandoche le comunicazioni citate sono oggetto dipubblicazione sul sito internet del Ministerodella salute. Sono fatti salvi i diritti degliinteressati di cui al Regolamento UE 2016/679del Parlamento europeo e del Consiglio del27 aprile 2016, concernente il trattamentodei dati personali, nonché le forme di tuteladi natura giurisdizionale e amministrativa ivipreviste. Sono poi demandati a un decreto delMinistro della salute, da emanare entro tremesi dalla data di entrata in vigore della legge,sentite l'Agenzia per l'Italia digitale, l'Autoritànazionale anticorruzione, l'Agenzia nazionaleper i servizi sanitari regionali (AGENAS) e ilGarante per la protezione dei dati personali,le caratteristiche tecniche del registro pubblicotelematico nonché i requisiti e le modalitàper la trasmissione delle comunicazioni el'inserimento dei dati, secondo determinaticriteri, previsti dalla legge stessa (quali: facilitàdi accesso, semplicità della consultazione,comprensibilità dei dati e omogeneità della loropresentazione).

L'articolo 5 prevede uno stanziamento al finedi assicurare l'attivazione e il funzionamento delregistro denominato "Sanità trasparente".

L'articolo 6 concerne le funzioni di vigilanzae le sanzioni da comminare in caso di omissionedelle comunicazioni ovvero di comunicazioninon veritiere da parte dell'impresa produttrice.E' stabilito, quindi, l'importo dalla sanzioneamministrativa pecuniaria da comminare incaso di omissione di una comunicazionerelativa a un'erogazione effettuata da parte diun'impresa ovvero a fronte di un'omissione,da parte delle imprese produttrici costituite informa societaria, dei dati identificativi deglieventuali operatori sanitari in possesso diazioni, quote od obbligazioni.

In caso di notizie incomplete nellecomunicazioni, è stata introdotta, attraverso un

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emendamento approvato in Commissione, unaforma di "ravvedimento operoso", in quantoè data all'impresa produttrice la possibilitàdi integrarle nel termine di novanta giorni.Qualora l'integrazione non venga effettuataentro tale termine, si applica una sanzioneamministrativa pecuniaria.

Salvo che il fatto costituisca reato, ilpagamento di una sanzione amministrativapecuniaria è altresì previsto nell'ipotesi in cuil'impresa produttrice fornisca notizie false nellecomunicazioni. A seguito di un emendamentoapprovato in Commissione, si prevede cheall'impresa produttrice con fatturato annuoinferiore a un milione di curo, le sanzionistabilite ai sensi dell'articolo 6 si applichino inmisura pari alla metà degli importi definiti dalmedesimo articolo, purché tale impresa non siacollegata o controllata o vincolata da rapportidi fornitura o subfornitura con altre impreseproduttrici.

Con riferimento alle funzioni di vigilanza,esse sono attribuite, sempre dall'articolo6, al Ministero della salute, che siavvale del Comando carabinieri per latutela della salute (cosiddetti Nas) eapplica le sanzioni amministrative, mentrel'amministrazione finanziaria e il Corpo dellaGuardia di finanza, nell'ambito delle attivitàdi controllo effettuate nei riguardi delleimprese produttrici, verificano l'esecuzionedegli obblighi previsti, informando il Ministerodella salute in caso di accertamento diirregolarità od omissioni affinché eserciti lefunzioni di vigilanza e applichi le predettesanzioni amministrative.

L'articolo 7, infine, reca disposizionitransitorie, concernenti i termini temporali perl'avvio delle comunicazioni contemplate dalprovvedimento in oggetto.

Sanità Trasparente (relazione in Aula). Nelcorso dell'esame in Commissione è statocircoscritto il pregiudizio, espresso da taluni,circa la volontà sottesa di criminalizzare laclasse medica o comunque chi opera nel campodella salute. É stato infatti ribadito, chiaritoe assimilato il fine proprio di tale proposta

che corrisponde alla volontà di incidere sulcontesto culturale della salute in modo tale chela trasparenza dei rapporti tra imprese e sanitarisia funzionale agli stessi operatori della salute,nell'ottica di migliorare il loro rapporto con icittadini e rinsaldarne la fiducia in taluni casicompromessa proprio da certa opacità.

L'esame in commissione si è svolto in unclima collaborativo e propositivo sia da parte ditutte le forze di maggioranza sia da parte delleopposizioni e le diffuse modifiche apportateal testo, alcune delle quali anche sostanziali,sono state, per la maggior parte, ampiamentecondivise.

Il cuore di questa proposta di legge ècertamente rappresentato dalla prevenzione, dalcontrasto alla corruzione e dal diritto allatrasparenza, in risposta ad un generale climadi sfiducia nel Servizio Sanitario Nazionale,nonostante vi siano esempi virtuosi di medici,operatori della sanità ed aziende pubbliche chequotidianamente sono al fianco dei malati edella sofferenza ed ai quali guardiamo conestrema fiducia e riconoscenza.

Purtroppo questo clima non è virtuale osoltanto percepito. È sufficiente osservare chesoltanto nel 2017 vi sono stati 97 episodi dicorruzione svelati da inchieste giudiziarie.

L' Ocse rileva che un quinto dei soldispesi in sanità in Europa finisce in sprechi,abusi o comportamenti illeciti. Pensate chenella legge di bilancio sono stati stanziati115 miliardi per la sanità. Se volessimoattenerci ai dati Ocse, circa 20 miliardiverrebbero "trafugati". La proposta di leggeSanità Trasparente nasce con lo scopo diimpedire tutto ciò e restituire fiducia nelservizio sanitario, incentivando atteggiamentidi correttezza attraverso la trasparenza.

Chiamatela Sunshine act o SanitàTrasparente. Chiamatela in qualsiasi modo,comunque ci troviamo di fronte ad una propostadi legge scritta in modo chiaro e definito.

La chiarezza di questa proposta di legge vaproprio in antitesi rispetto alle ombre ed alleopacità che nel settore della sanità assumonopurtroppo connotati inqualificabili.

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Dopo aver illustrato i contenuti dellaproposta di legge in esame e averne evidenziatole finalità, auspico che essa possa trovareapprezzamento e condivisione da parte diquest'Assemblea.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

Dott. Renzo Dickmann

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