rifiuto organico per i 48 comuni del parco nazionale del cilento...

39
1 STUDIO DI FATTIBILITÀ SU MODELLI ALTERNATIVI DI SMALTIMENTO DELL’ORGANICO TRA SITO DI COMPOSTAGGIO CENTRALIZZATO UNICO DI CASTELNUOVO CILENTO E COMPOSTIERE DI COMUNITA’ PER L’UTILIZZO IN LOCO DEL RIFIUTO ORGANICO PER I 48 COMUNI DEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO. COMPARAZIONE DEI COSTI/BENEFICI GESTIONALI PREVISIONALI DEL 1° ANNO DI ATTIVITA’ TRA L’IMPIANTO UNICO DI CASTELNUOVO CILENTO E LE COMPOSTIERE DI COMUNITA’. ANALISI DEI COSTI/BENEFICI E DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA. In Campania all’aumento della raccolta differenziata non è corrisposto un adeguato ampliamento della dotazione impiantistica. Tant’è che dei rifiuti organici nel 2015 (anno di riferimento) solo la decima parte, pari a circa 71 mila tonnellate, è stata trattata entro i confini regionali, mentre le rimanenti 614 mila tonnellate di frazione organica dei rifiuti solidi urbani- per brevità forsu o rsu, a causa di impianti mancanti, sono stati spediti in altre regioni con costi enormi sia di smaltimento, di trasporto nonché per le multe inflitte dalla Comunità Europea alla regione Campania. La soluzioni di smaltimento in loco del rifiuto organico è sostanzialmente di due tipi: un unico impianto di smaltimento sia di tipo aerobico che anaerobico; le compostiere di comunità e domestiche a km 0 localizzate nei singoli comuni. La presente valutazione di tipo strettamente economico/finanziario vuole essere di supporto decisionale al gestore politico che si trova di volta in volta a dover fare delle scelte ponderate e oculate avendo una ampia visione delle diverse soluzioni. Attraverso un’analisi comparativa stimata dei costi gestionali previsionali del 1° anno di attività dell’impianto di Castelnuovo Cilento e di quello alternativo delle compostiere

Upload: others

Post on 06-Feb-2021

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • 1

    STUDIO DI FATTIBILITÀ SU MODELLI ALTERNATIVI DI

    SMALTIMENTO DELL’ORGANICO TRA SITO DI COMPOSTAGGIO

    CENTRALIZZATO UNICO DI CASTELNUOVO CILENTO E

    COMPOSTIERE DI COMUNITA’ PER L’UTILIZZO IN LOCO DEL

    RIFIUTO ORGANICO PER I 48 COMUNI DEL PARCO NAZIONALE

    DEL CILENTO E VALLO DI DIANO.

    COMPARAZIONE DEI COSTI/BENEFICI GESTIONALI PREVISIONALI DEL 1°

    ANNO DI ATTIVITA’ TRA L’IMPIANTO UNICO DI CASTELNUOVO CILENTO E LE

    COMPOSTIERE DI COMUNITA’. ANALISI DEI COSTI/BENEFICI E

    DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA.

    In Campania all’aumento della raccolta differenziata non è corrisposto un adeguato

    ampliamento della dotazione impiantistica. Tant’è che dei rifiuti organici nel 2015 (anno

    di riferimento) solo la decima parte, pari a circa 71 mila tonnellate, è stata trattata entro

    i confini regionali, mentre le rimanenti 614 mila tonnellate di frazione organica dei rifiuti

    solidi urbani- per brevità forsu o rsu, a causa di impianti mancanti, sono stati spediti in

    altre regioni con costi enormi sia di smaltimento, di trasporto nonché per le multe inflitte

    dalla Comunità Europea alla regione Campania.

    La soluzioni di smaltimento in loco del rifiuto organico è sostanzialmente di due tipi:

    un unico impianto di smaltimento sia di tipo aerobico che anaerobico;

    le compostiere di comunità e domestiche a km 0 localizzate nei singoli comuni.

    La presente valutazione di tipo strettamente economico/finanziario vuole essere di

    supporto decisionale al gestore politico che si trova di volta in volta a dover fare delle

    scelte ponderate e oculate avendo una ampia visione delle diverse soluzioni.

    Attraverso un’analisi comparativa stimata dei costi gestionali previsionali del 1° anno

    di attività dell’impianto di Castelnuovo Cilento e di quello alternativo delle compostiere

  • 2

    di comunità, considerando le voci di costo dirette e indirette più significative, si

    determinerà il costo gestionale di smaltimento annuale e il relativo costo, a tonnellata,

    in ipotesi di break even point, in cui l’ente gestore svolge un servizio senza

    guadagnarci nulla.

    E’ evidente che più alto è il costo di gestione di smaltimento dei rifiuti, tanto più alta

    sarà la tariffa che l’Ente dovrà applicare ai suoi concittadini per coprire tutti i costi

    gestionali del servizio.

    E’ chiaro, altresì, che il gestore politico farà le sue valutazione complessive,

    considerando i diversi aspetti della questione, e cioè quello ECONOMICO -

    OCCUPAZIONE (sviluppati qui) e quello AMBIENTALE/SALUTISTICO che verrà solo

    parzialmente e indirettamente richiamata nella parte terminale della presente analisi.

    Alcune tabelle riepilogative e sinottiche evidenzieranno gli aspetti più significativi di

    quanto sopra specificato.

    PREMESSA.

    I dati presi in considerazione sono quelli sviluppati dal progetto definitivo eseguito dallo

    studio Martino Associati, per l’impianto di Castelnuovo Cilento, oggi alla valutazione

    VIA alla regione Campania

    (http://viavas.regione.campania.it/opencms/opencms/VIAVAS/VIA_files_new/Progetti

    /prg_8426_prot_2019.74180_del_04-02-2019.via).

    I dati utilizzati elaborati in tale relazione sono gli stessi della relazione depositata in

    VIA. Infatti una comparazione disomogenea sarebbe alquanto incompleta e erronea;

    inoltre, i dati numerici elaborati dai progettisti dell’impianto vengono considerati

    veritieri:

    Dati Istat 2015.

    N. 48 Comuni del Cilento con una popolazione di 113.000 abitanti (per semplicità

    espositiva i numeri vengono arrotondati);

    Forsu anno 2015: 10.600 t/anno iniziali.

    Successivamente la quantità di forsu dovrebbe arrivare a 16.000 t/annue.

  • 3

    Per quanto, invece, riguarda le compostiere, si utilizzano:

    N.100 compostiere all’inizio del 1° anno da 160 t/annue per smaltire 16.000

    t/annue inizialmente (salvo verifica e progettazioni da verificare in loco).

    Le compostiere di comunità sono al 1° posto nella scala gerarchica degli interventi

    europei, nazionali e regionali per lo smaltimento dei rifiuti organici, e quindi nelle analisi

    tecniche/economiche dovrebbero essere le prime ipotesi di studio di fattibilità. Solo nel

    caso di inapplicabilità o per un esborso non competitivo rispetto al sito di compostaggio

    unico, si pone una valutazione progettuale verso questa soluzione, soluzione più

    adatta nelle zone ad alta densità di popolazione.

    Tale comparazione, seppur definita tra un sito di compostaggio e 48 comuni dotati di

    compostiere di comunità, è esportabile in ogni parte del territorio nazionale dove vi

    siano aree protette come i Parchi Nazionali e Regionali, aree con una minore densità

    demografica.

    Per sgombrare il campo da equivoci, le compostiere di comunità rappresentano una

    valida soluzione alternativa territoriale negli ambiti delle aree protette, senza

    sconvolgere con impianti singoli impattanti visivamente nonché anche dal punto di

    vista economico e permettono di raggiungere un equilibrio stabile nella gestione

    integrata dei rifiuti urbani organici per ogni singolo Comune.

    Le analisi elaborate sono state verificate sul campo personalmente dal team di esperti,

    facenti parte della nuova “Associazione per la tutela del patrimonio ambientale e

    paesaggistico del Cilento”, dal quale scaturisce tale elaborato.

    Per le compostiere si fa riferimento al modello di riferimento di Cuccaro Vetere (SA),

    un paese del parco che fa circa 560 abitanti che ha risolto lo smaltimento dell’organico

    in modo esemplare ed efficace dal 2012 per tramite di una compostiera

    elettromeccanica. Si fa presente che la piccola compostiera si trova al centro del

    paese, vicino ad una farmacia, a ridosso di una scuola primaria e non crea alcun tipo

    di problema alla comunità.

  • 4

    Infine le due soluzioni analizzate sono alternative e non integrative.

    L’organico dei Comuni, o viene smaltito attraverso le compostiere locali o tramite il

    centro unico di trattamento. L’impianto unico, per funzionare in modo ottimale, ha

    bisogno di un quantitativo minimo di organico corrispondente a quello prodotto dai 48

    Comuni. Se una parte dei Comuni conferenti dovesse scegliere una diversa soluzione

    rappresentata dalle compostiere di comunità, l’impianto potrebbe avere seri problemi

    di lavorazione.

    Chi privilegia, invece, le compostiere di comunità ha interesse che l’organico venga

    smaltito sul posto e che venga prodotto compost utilizzato dagli stessi abitanti, che

    nelle aree sopraindicate del Parco Nazionale del Cilento, operano una seria attività

    agricola di tipo biologica; tale compost è certamente diverso da quello industriale dove

    vi sono delle presenze di materiali diversi da quelli organici (plastiche, vetri e metalli

    pesanti).

    Di seguito si riporta un succinto ma completo conto gestionale previsionale del 1° anno

    di attività di smaltimento, riferito ai 48 Comuni del Parco Nazionale del Cilento, dati

    Istat 2015, Forsu 10.600 t/annue (con una prospettiva massima di 16.000 t/annue),

    raffrontando le due tecnologie alternative al fine della determinazione del costo totale,

    del costo a tonnellata e della relativa tariffa. Vi saranno, infine, delle tabelle e tavole

    dove si estrinsecano i valori nell’arco temporale di 20 anni in funzione di alcune

    considerazioni.

    I valori di riferimento progettuali elaborati per il sito di compostaggio a Castelnuovo

    Cilento sono stati estrapolati fedelmente dallo stesso progetto e riportati nella presente

    analisi senza alterare, con opportune ns. considerazioni tecniche, la reale ed effettiva

    necessità sulla potenzialità degli impianti, salvo errori madornali la cui correzione si è

    resa necessaria al fine di evitare valutazioni falsate.

    I valori di riferimento delle compostiere sono stati elaborati con attente e accurate

    analisi di studio e poi verificate sul campo, a rafforzamento delle ipotesi lavorative.

    Sono state valutate diverse soluzioni di macchine compostatrici comunitarie

  • 5

    solitamente utilizzate, di diversa potenzialità capacitiva anche in funzione della mirata

    necessità di ogni singolo comune, e prodotte da diverse case costruttrici i cui valori

    della loro potenzialità vengono certificati da costoro.

    Nella presente analisi l’investimento iniziale è apportato dall’ Ente pubblico o dalla

    Comunità Europea e quindi non si considerano gli interessi passivi relativi

    all’investimento e gli altri oneri connessi. Le tariffe di smaltimento, relative al

    funzionamento annuale del sito sono coperti integralmente dai cittadini/beneficiari del

    servizio.

    DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA

    INVESTIMENTO INIZIALE

    IPOTESI DI TIPO A - SITO DI COMPOSTAGGIO DI CASTELNUOVO CILENTO.

    In tale voce si sommano tutti gli investimenti iniziali necessari per la realizzazione del

    sito di Castelnuovo Cilento e del suo funzionamento. Per brevità vengono poi

    sintetizzate in voci riepilogative con il corrispondente valore monetario di riferimento.

    1) Costo di realizzazione dell’impianto………………………… € 8.700.000

    2) Spese di progettazione……………………………………….. € 600.000

    3) Costo acquisto terreno………………………….. € 800.000

    4) Costo svincolo superstrada veloce ex s.p 430 di accesso all’impianto … € 500.000

    Totale costo come previsto da progetto …….€ 10.600.000

    Si evidenzia che ai fini del conto gestionale ci interessa conoscere la quota di

    ammortamento dell’investimento annuale. Se si considera l’investimento nella sua

    globalità ed una vita lavorativa di 20 anni, il tasso di ammortamento sarà del 5%. Per

    cui, date le premesse, si avrà che il 5% di 10.600.000 è pari a € 530.000

    Quota di ammortamento annuale dell’investimento A……………€ 530.000

    IPOTESI DI TIPO B. – COMPOSTIERE DI COMUNITA’.

  • 6

    In tale voce si considerano il numero ed il prezzo delle compostiere di comunità

    necessarie a smaltire l’organico della stessa popolazione (circa 113.000 abitanti) presa

    in considerazione dal sito unico.

    1) N. 100 compostiere per un totale pari a € 19.665.000

    2) Spese di progettazione …………€ 400.000

    Totale costo € 20.065.000

    Le compostiere analizzate servono a smaltire la stessa quantità di organico pari a

    16.000 t/annue. È possibile, in sede di progettazione definitiva/esecutiva prevedere un

    utilizzo delle compostiere di comunità in funzione della reale esigenza di ogni comune

    e distribuiti orograficamente, in modo strategico, in ogni ambito territoriale locale.

    Il prezzo medio è stato ricavato tenendo conto delle offerte medie di diversi produttori

    del settore e dal bando della regione Campania del 2017 relativo all’acquisto di 198

    compostiere al prezzo di € 19.665.000 per lo smaltimento di 16.000 t/annue.

    Ciò solo per una questione comparativa per la quantità di forsu trattata dai due sistemi

    perché, probabilmente, anche in funzione di uno spopolamento del territorio, le

    quantità globali di forsu con cui si sta valutando tale comparazione sono ampiamente

    ridotte nel caso di un utilizzo delle compostiere di comunità.

    Il prezzo è comprensivo di tutto anche del locale o tetto di riparo della attrezzatura e

    dei pannelli solari per la produzione di energia.

    Come nell’ipotesi precedente ora, per determinare il costo annuale, si considera una

    vita media delle attrezzature di 20 anni, per cui il tasso di ammortamento sarà, anche

    in tal caso del 5% dell’investimento totale.

    Quota di ammortamento annuale dell’investimento B……… € 1.033.000

    COSTO GESTIONALE PREVISIONALE RELATIVO AL 1° ANNO DI ATTIVITA’

    DELLE DUE IPOTESI LAVORATIVE: IMPIANTO DI CASTELNUOVO E

    COMPOSTIERE.

    PREMESSA.

  • 7

    Le voci analizzate sono quelle tipiche di un servizio di smaltimento forsu, e anche se

    arrotondate all’unità per facilità di calcolo e di esposizione, danno un quadro verosimile

    dei costi che l’Ente erogatore dovrà subire e che dovrà coprire con la relativa tariffa

    pagata pro-quota dai suoi cittadini.

    In tale prospettiva sono state comprese le voci più significative e corpose.

    E’ anche importante sottolineare che le ricadute ambientali/salutistiche non sono state

    quantificate e conteggiate. L’analisi verifica i costi diretti e indiretti significativi relativi

    alle due soluzioni. Le voci considerate sono il personale, la quota di ammortamento

    annuale del capitale investito, del costo della materia prima necessaria per la

    lavorazione della forsu, il costo della trasferenza del forsu da ogni comune all’impianto,

    il costo della manutenzione ordinaria e straordinaria in via forfettaria, il costo dell’acqua

    e delle quote relative allo smaltimento rifiuti collegati alla lavorazione del forsu nel sito

    di compostaggio. Ognuna di esse verrà accompagnata da una nota di spiegazione.

    IPOTESI DI TIPO A - IMPIANTO DI CASTELNUOVO CILENTO

    1) PERSONALE. Non si considerano le diverse figure professionali (essendo un presidio

    strategico dovrebbero essere previste, un agente, un dirigente, 2 addetti impiegati e 6

    operatori per un turno di 6 ore per 6 giorni, così come da progetto, che sembrano, a

    dir poco, esigue per le attività da eseguire nel sito) ma soltanto il numero occorrente

    come da progetto dello studio Martino Associati, ed il loro costo medio annuale,

    considerando che si trattandosi di lavoratori con contratto a tempo indeterminato, è

    valutabile pari a:

    -N. 10 lavoratori al costo unitario di € 40.000 …………………………€ 400.000.

    Da ns considerazioni non si è considerato la presenza di guardiani h 24 (ulteriore altre

    3 persone), di un operatore/manutentore impiantistico presente durante il processo

    lavorativo e di eventuali gestori del processo da remoto, certamente presenti o investiti

    nel processo visto che si sta parlando di un sito strategico con materiali ad alta

    infiammabilità.

    Pertanto, tali costi di gestione, che comunque vengono segnalati, valutati “aggiuntivi”,

    non sono stati presi in considerazione.

  • 8

    2) AUTISTI A COTTIMO TRASPORTO RSU. Si considerano 48 punti di raccolta, uno a

    Comune, e che il trasporto avvenga in corrispondenza della raccolta che avviene 3

    volte a settimana a punto (consegna rifiuti organico non oltre le 72 ore). Inoltre che la

    distanza media da coprire sia all’andata che al ritorno sia di Km 90 (45 + 45 è la media

    della distanza dei 48 comuni) e che le persone occorrenti, come per legge, siano 2. Le

    settimane nell’arco di 1 anno sono 52. Per lo svolgimento di tale servizio il prezzo a

    cottimo valutato è di € 200 a viaggio comprensivo di mezzo, carburante e personale.

    Quindi, i viaggi totali da eseguirsi nell’arco di un anno sono 7.488 ( 3*52*48) al costo

    complessivo di € 1.497.600 (n. 7.488 * € 200) (tali costi ricadono sui comuni e quindi

    sui contribuenti)

    N. 7.488 * € 200 ………………………………………….€ 1.497.600

    3) ENERGIA ELETTRICA. Dall’estrapolazione del progetto e dal fatto che l’impianto FV

    progettato sul sito è errato (cfr. anche ns. note e osservazioni alla VIA del perché è

    errato), il sito di compostaggio dovrebbe assorbire, se il tutto funziona come da

    progetto, una quantità di energia pari a circa 2.600.000 kWh/anno. Dall’impianto FV si

    riesce a produrre e a decurtare, in opzione di scambio sul posto, solo 362.000

    kWh/anno. Quindi la quota da prelevare dalla rete è pari a 2.238.000 kWh/anno.

    Considerando un costo medio dell’energia pari a 0,25 €/kWh abbiamo che il costo

    totale dell’energia è pari a 2.238.000 * 0,25 ………………..€ 560.000

    Tale quantità di energia è stata appurata in una delle osservazioni rimesse al VIA

    dall’associazione, nell’analisi approfondita del progetto dello studio Martino Associati

    sul deficit energetico totale compresa la quota sviluppata dall’impianto fotovoltaico;

    risulterebbe una produzione inverosimile per la potenza installata (da progetto 3045

    kWh/kW) e vi sono una serie di errori sugli assorbimenti delle macchine operatrici.

    Secondo il progetto elaborato dallo Studio Martini il sito, in una condizione di

    dare/avere energetico, risulta carente di soli 500.000 kWh/anno, cosa assolutamente

    falsa.

  • 9

    4) COSTO LEGNA PER L’UTILIZZO COME RISTRUTTURANTE

    La quantità considerata è quella da progetto ed è pari circa 4.000 t/ annui (da progetto).

    Il prezzo di tale materiale (legna non secca), depositato al sito, è pari a € 50 a

    tonnellata.

    Per cui 4.000 t * € 50 …………………………… € 200.000

    Salvo poi, così come indicato in progetto, lavorare in trituratura con macchina a motore

    endotermico da 80 HP, circa 12,9 t/g, i cui costi non vengono presi in considerazione.

    5) AMMORTAMENTO IMPIANTO ANNUALE… € 530.000

    6) MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA.

    La manutenzione ordinaria e straordinaria, per semplicità, viene calcolata nell’ordine

    dell’2% del valore dell’investimento (totale e costante pulizia approfondita del sito ogni

    giorno lavorativo con macchine lavatrici idonee, manutenzione alle apparecchiature,

    manutenzione ai macchinari, manutenzione ai mezzi, manutenzione ai filtri scrubber e

    fiofiltro, manutenzione impianto elettrico MT/bt e impianto FV, manutenzione gruppo

    elettrogeno, impianto antincendio e relativa manutenzione al sistema di pompaggio,

    manutenzione e verifica ai sistemi elettronici di controllo e di videosorveglianza).

    Per cui 2% di 10.600.000……………… … € 212.000

    7) ACQUA…………………………………… € 50.000

    8) SMALTIMENTO PERCOLATO E RIFIUTI DALLA LAVORAZIONE

    Circa 8.000 t/anno di percolato (considerando anche il rifiuto dello scrubber che di per

    se è un percolato nonchè le acque di lavaggio del sito) e la plastica scartata dal sistema

    di lavorazione per una quantità pari a 500 t/anno; al costo medio di € 140 a tonn per le

    operazioni di smaltimento

    8500 * 140 …………………………. € 1.190.000

    Totale € 4.639.000

  • 10

    IPOTESI DI TIPO B -LE COMPOSTIERE-

    1) PERSONALE. Si è considerato, nell’ambito progettuale, che per ogni compostiera sia

    necessario 1 lavoratore per il suo funzionamento, il controllo e la piccola manutenzione

    ordinaria previo opportuno addestramento. Considerando che ne abbiamo adottate

    progettualmente 100 per le esigenze di smaltimento del forsu per una quantità totale

    pari a 16.000 t/anno, saranno necessari n. 100 lavoratori impegnati con contratto a

    tempo determinato. Per la determinazione delle ore necessarie di compostaggio

    abbiamo assunto come modello di riferimento il paese di Cuccaro Vetere che ha in

    loco una piccola compostiera che confà alle esigenze di smaltimento dell’organico dei

    560 cuccaresi. A Cuccaro la compostiera è aperta per 3 volte a settimana e per 3 ore

    a volta, tempi più che sufficienti per il conferimento in compostiera. Ciò viene anche

    confermato dal fatto che, se la raccolta fosse eseguita con il sistema “porta a porta”, il

    conferimento all’interno della compostiera avviene in un solo momento (dopo la

    raccolta) e quindi il tempo di 3 ore per tale lavorazione è più che consono. Se si

    considera il prezzo orario lordo medio di € 20/h e le settimane in un anno sono 52, è

    possibile calcolare con facilità il costo totale del personale. Ogni lavoratore lavora sulla

    propria compostiera 468 h/anno (3*3*52); in un anno il costo a compostiera, per singolo

    operatore, è di € 9.360 (468 h/anno * € 20). In totale si avrà un costo globale di €

    936.000 (€ 9360* n. 100 compostiere)……………….………..… € 936.000.

    Si aggiunge a ciò un ulteriore costo di 32 ore per singolo operatore ai soli fini della

    manutenzione di ogni compostiera (32 ore * 100 operatori * 20 ore lavorative) = 64000

    €.

    Totale costo del personale operante sulle compostiere ….. € 1.000.000

    2) ENERGIA ELETTRICA. Le compostiere per funzionare non assorbono molta energia

    e poi se consideriamo che ognuna di essa è dotata di impianto fotovoltaico, sarà

    veramente esigua l’energia extra necessaria. Viene considerata una spesa di 1000 €

    per ogni compostiera così come dichiarato dai diversi costruttori sui consumi di tali

    macchine (però questo costo dichiarato non presuppone l’utilizzo di energia FV).

    Valutazione pari a circa € 100.000

  • 11

    3) RISTRUTTURANTE. Nell’ambito progettuale dell’utilizzo delle compostiere si è

    valutato l’utilizzo, come ristrutturante da inserire insieme al rifiuto organico, la lolla dei

    cereali (farro, riso, ect), materiale considerato un rifiuto dalle industrie lavoratrici dei

    cereali ma utilizzabile per tale funzione. Tale soluzione consente di ridurre anche il

    rifiuto proveniente dalla lavorazione dei cereali (lolla) consentendo una trasformazione

    in compost di tale prodotto insieme al rifiuto organico. Nello stesso ambito, al fine di

    una ottimizzazione del funzionamento delle compostiere è stata valutata la totale

    eliminazione delle buste di plastica (biodegradabili o no) con l’utilizzo dei sacchetti di

    carta, idonei al trattamento dell’organico in compost (il costo dei sacchetti di carta è

    quasi identico a quelli di plastica biodegradabili). Il costo del ristrutturante è, stante al

    fatto che le industrie dei cereali hanno un notevole problema connesso allo

    smaltimento della lolla, pari al costo del viaggio per essere disponibile presso le

    compostiere di comunità.

    Valutazione pari a circa € 50.000

    4) AMMORTAMENTO ANNUALE COMPOSTIERE ………… € 1.033.000

    5) MANTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA. Anche in tale ipotesi si considera

    l’1% dell’investimento iniziale (tenendo conto che per i primi 2 anni le macchine sono

    coperte da garanzia sui guasti e che per le piccole manutenzioni vi sono gli operatori).

    Per cui, 1% di 20.655.000 è pari a circa € 207.000 (tenendo conto che le compostiere

    sono movimentate da motori di piccola potenza e da filtri alquanto contenuti ai carboni

    attivi, la valutazione della manutenzione di circa 2000 €/anno a compostiera è alquanto

    generosa) …… € 207.000

    6) ACQUA…… € 50.000

    Totale € 2.440.000

  • 12

    CONSIDERAZIONI.

    Ora abbiamo determinato il costo gestionale previsionale del 1°anno di attività sia per

    l’impianto unico di Castelnuovo Cilento che, alternativamente, per le 100 compostiere.

    Nel progetto si prevede un incremento della raccolta differenziata che passa da 10.660

    t/annue a 16.000 t/annue. Infatti la capacità produttiva dell’impianto è tarata per tale

    quantità. Con l’adozione delle compostiere, il cui target di riferimento è quello di

    smaltire 16.000 t/annue, l’Ente gestore copre il delta di incremento di organico con

    misure ad hoc man mano che se ne presenta la necessità e il contatto periodico e

    frequente tra il manutentore/operatore locale e il cittadino utente consente di veicolare

    le informazioni in modo veloce e informale per una ottimale raccolta del forsu.

    Un discorso a parte merita il compost, prodotto dall’impianto unico e dalle compostiere.

    Nel presente lavoro non è stato considerato il prodotto finale, e ciò perché potrebbe

    essere motivo di difficile quantificazione per motivazioni opposte e divergenti.

    Nello stesso progetto di Castelnuovo, ove spesso si afferma che il compost è di alta

    qualità, poi non gli si dà un suo valore per motivi di opportunità economica. Tale

    compost prodotto a livello industriale è intriso di particelle di plastica non eliminabili e

    metalli pesanti tale che la denominazione “di alta qualità” è solo una dicitura legislativa,

    tant’è, come si evidenziano in tanti casi per l’Italia, tale “compost” (ma in realtà è un

    rifiuto) viene smaltito su terreni avvelenandoli e creando nuove condizioni di future

    “terre dei fuochi”. Tale “materiale” è idoneo solo per essere utilizzato come

    combustibile in un termovalorizzatore; quindi l’intero ciclo di compostaggio non porta

    ad un prodotto utilizzabile come da progetto.

    Il compost delle compostiere, anche in funzione di un utilizzo dei sacchetti di carta e

    della non triturazione dei rifiuti organici, consente una non contaminazione da particelle

    di plastica/metalli (nelle compostiere di cui si darà una indicazione di massima in

    relazione allegata, l’associazione ritiene non conveniente la triturazione), proprio

    perché chi fornisce il rifiuto è parte di chi ritira il compost prodotto per utilizzo dei propri

    terreni e per le coltivazioni biologiche. Sicuramente è naturale, non vi è presenza di

    metalli pesanti, le eventuali parti di plastica, essendo macroscopiche possono essere

  • 13

    eliminate, e, quindi, di qualità superiore all’altro in quanto v’è un doppio controllo, da

    parte dell’utente conferente - beneficiario del compost prodotto e da parte

    dell’operatore. Nella presente analisi, per le premesse di cui sopra, ciò non viene

    considerato ma va tenuto conto come peso decisionale nell’utilizzo di uno dei due

    sistemi nell’ambito di un’area protetta quale il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo

    di Diano.

    TABELLA RIEPILOGATIVA.

    TOTALE COSTO PREVISIONALE GESTIONALE 1° ANNO DI ATTIVITA’

    A) IMPIANTO DI CASTELNUOVO CILENTO

    Totale € 4.639.000

    B) N.100 COMPOSTIERE

    Totale € 2.440.000

    Il calcolo del costo unitario, a tonnellata, che ricade sulla comunità, in funzione delle

    due ipotesi, ora è facilmente rilevabile, al punto che ogni Comune sa effettivamente

    quanto costa il conferimento al sito di compostaggio (a pareggio di gestione) compreso

    costo e ammortamento impianto nonchè quanto costa la realizzazione delle

    compostiere e l’ammortamento delle stesse con le relative gestioni di funzionamento:

    a) Unico impianto tariffa (€ 4.639.000/16.000 t) = € 289,9 a tonnellata;

    b) N.100 compostiere tariffa ( € 2.440.000/16.000 t) = € 152,5 a tonnellata

    Qualora, invece, si voglia estrapolare da tali conteggi il costo dell’ammortamento

    (denaro proveniente dalla Comunità Europea o dallo Stato a fondo perduto) si avranno

    i seguenti conteggi:

  • 14

    a) Unico impianto tariffa ((4.639.000-530.000)/16.000 t) = € 256,8 a tonnellata;

    b) N. 100 compostiere tariffa ((2.440.000-1.033.000)/16.000 t) = € 88 a tonnellata

    Nel primo caso:

    Il risparmio a tonnellata è notevole per ogni Comune ed è pari a € 137,4 a fronte della

    soluzione delle compostiere di comunità.

    Ora, pur considerando un rapporto di investimento pari quasi al doppio (differenza di

    quasi 10.000.000 €) e tenendo conto che per ogni tonnellata conferita alle compostiere

    si risparmia 137,4 €, sappiamo che dopo aver conferito (10.000.000 €/137,4 €/t) 72780

    tonn si è al punto di pareggio sugli investimenti rispetto all’impianto unico. Se si

    conferisce 16000 t/anno, significa che in 4 anni e mezzo circa il maggior costo è stato

    ampiamente ammortizzato.

    Nel secondo caso, qualora non si tenga conto dei costi di ammortamento:

    Il risparmio a tonnellata è notevole per ogni Comune ed è pari a € 168,8 a fronte della

    soluzione delle compostiere di comunità.

    Ora, pur considerando un rapporto di investimento pari quasi al doppio (differenza di

    quasi 10.000.000 €) e tenendo conto che per ogni tonnellata conferita alle compostiere

    si risparmia 149,7 €, sappiamo che dopo aver conferito (10.000.000 €/168,8 €/t) 59250

    tonn si è al punto di pareggio sugli investimenti. Se si conferisce 16.000 t/anno,

    significa che in 3 anni e otto mesi il maggior costo è stato ampiamente ammortizzato.

    Il target di 16.000 t/annue è quello assunto dai progettisti dell’impianto e che si

    raggiungerà nell’arco di un certo periodo di tempo. L’impianto unico inizialmente sarà

    sottoutilizzato, come da progetto dallo studio Martino Associati, fino a quando non si

    raggiungeranno le quantità ottimali annuali di lavorazione dell’organico (allo stato

    10.600 t/anno), valutato dai progettisti come un aumento di raccolta differenziata

    (sempre se non si riportano all’interno del sito fanghi da depurazione e oli e grassi

    vegetali, entrambi fortemente inquinanti per il prodotto finale); tale valutazione è

    certamente illogica e non rispondente alle dinamiche territoriali perché nelle aree

  • 15

    protette quali Parchi Nazionali e Regionali non esiste un ripopolamento; anzi, se si

    considera un arco temporale degli ultimi 20/40 anni, le popolazioni dei 48 comuni

    hanno subito un notevole spopolamento/riduzione del numero di abitanti. Le

    compostiere invece, dato il determinato investimento iniziale, lavoreranno l’effettiva

    quantità raccolta e l’ipotetico incremento del forsu, qualora ci possa essere correlato

    ad un ipotetico aumento della popolazione locale, sarà assorbito certamente da tali

    compostiere di comunità.

  • 16

    Conclusioni.

    Costi/benefici con l’ammortamento. L’analisi previsionale dei costi gestionale del 1°

    anno di attività è nettamente favorevole alle compostiere di comunità e il risparmio a

    tonnellata di € 118,78 a tonnellata. Se il costo del servizio viene pagato dai cittadini

    beneficiari del servizio, l’adozione della giusta tecnologia di smaltimento è di vitale

    importanza per le tasche del cittadino.

    Se consideriamo lo smaltimento di 16.000 t/annue il risparmio annuo, per i 48 Comuni,

    è pari a € 2.199.000.

    Costo di impianto Costo di esercizio Costi con ammortamento

    Impianto unico € 10.600.000 € 4.639.000 € 289,94

    Compostiere comunità € 20.065.000 € 2.440.000 € 152,50

    Anno Impianto Unico Compostiere di Comunità

    0 € 10.600.000 € 20.065.000 -€ 9.465.000

    1 € 15.239.000 € 22.505.000 -€ 7.266.000

    2 € 19.878.000 € 24.945.000 -€ 5.067.000

    3 € 24.517.000 € 27.385.000 -€ 2.868.000

    4 € 29.156.000 € 29.825.000 -€ 669.000

    5 € 33.795.000 € 32.265.000 € 1.530.000

    6 € 38.434.000 € 34.705.000 € 3.729.000

    7 € 43.073.000 € 37.145.000 € 5.928.000

    8 € 47.712.000 € 39.585.000 € 8.127.000

    9 € 52.351.000 € 42.025.000 € 10.326.000

    10 € 56.990.000 € 44.465.000 € 12.525.000

    11 € 61.629.000 € 46.905.000 € 14.724.000

    12 € 66.268.000 € 49.345.000 € 16.923.000

    13 € 70.907.000 € 51.785.000 € 19.122.000

    14 € 75.546.000 € 54.225.000 € 21.321.000

    15 € 80.185.000 € 56.665.000 € 23.520.000

    16 € 84.824.000 € 59.105.000 € 25.719.000

    17 € 89.463.000 € 61.545.000 € 27.918.000

    18 € 94.102.000 € 63.985.000 € 30.117.000

    19 € 98.741.000 € 66.425.000 € 32.316.000

    20 € 103.380.000 € 68.865.000 € 34.515.000

  • 17

    € 0

    € 20

    € 40

    € 60

    € 80

    € 100

    € 120

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

    Co

    sto

    co

    mp

    less

    ivo

    (M

    LN €

    )

    Anno

    Curva di costo

    ImpiantoUnico

    Compostieredi Comunità

    -€ 15

    -€ 10

    -€ 5

    € 0

    € 5

    € 10

    € 15

    € 20

    € 25

    € 30

    € 35

    € 40

    0 5 10 15 20

    Ris

    par

    mio

    [M

    LN €

    ]

    Anni

    Risparmio Economico [MLN €]

  • 18

    Costi/benefici senza l’ammortamento. L’analisi previsionale dei costi gestionale del 1°

    anno di attività è nettamente favorevole alle compostiere di comunità e il risparmio a

    tonnellata di € 149,7 a tonnellata. Se il costo del servizio viene pagato dai cittadini

    beneficiari del servizio, l’adozione della giusta tecnologia di smaltimento è di vitale

    importanza per le tasche del cittadino.

    Se consideriamo lo smaltimento di 16.000 t/annue il risparmio annuo, per i 48

    Comuni, è pari a € 2.702.000.

    Costo di impianto Costo di esercizio Costi senza ammortamento

    Impianto unico € 10.600.000 € 4.109.000 € 256,81

    Compostiere comunità € 20.065.000 € 1.407.000 € 87,94

    Anno Impianto Unico Compostiere di Comunità

    0 € 10.600.000 € 20.065.000 -€ 9.465.000

    1 € 14.709.000 € 21.472.000 -€ 6.763.000

    2 € 18.818.000 € 22.879.000 -€ 4.061.000

    3 € 22.927.000 € 24.286.000 -€ 1.359.000

    4 € 27.036.000 € 25.693.000 € 1.343.000

    5 € 31.145.000 € 27.100.000 € 4.045.000

    6 € 35.254.000 € 28.507.000 € 6.747.000

    7 € 39.363.000 € 29.914.000 € 9.449.000

    8 € 43.472.000 € 31.321.000 € 12.151.000

    9 € 47.581.000 € 32.728.000 € 14.853.000

    10 € 51.690.000 € 34.135.000 € 17.555.000

    11 € 55.799.000 € 35.542.000 € 20.257.000

    12 € 59.908.000 € 36.949.000 € 22.959.000

    13 € 64.017.000 € 38.356.000 € 25.661.000

    14 € 68.126.000 € 39.763.000 € 28.363.000

    15 € 72.235.000 € 41.170.000 € 31.065.000

    16 € 76.344.000 € 42.577.000 € 33.767.000

    17 € 80.453.000 € 43.984.000 € 36.469.000

    18 € 84.562.000 € 45.391.000 € 39.171.000

    19 € 88.671.000 € 46.798.000 € 41.873.000

    20 € 92.780.000 € 48.205.000 € 44.575.000

  • 19

    € 0

    € 10

    € 20

    € 30

    € 40

    € 50

    € 60

    € 70

    € 80

    € 90

    € 100

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

    Co

    sto

    co

    mp

    less

    ivo

    (M

    LN €

    )

    Anno

    Curva di costo

    ImpiantoUnico

    Compostieredi Comunità

    -€ 20

    -€ 10

    € 0

    € 10

    € 20

    € 30

    € 40

    € 50

    0 5 10 15 20

    Ris

    par

    mio

    [M

    LN €

    ]

    Anni

    Risparmio Economico [MLN €]

  • 20

    Tabelle costi del solo conferimento (senza trasporto) con ammortamento

    Costo di impianto Costo di esercizio Costi con ammortamento

    Impianto unico € 10.600.000 € 3.141.400 € 196,34

    Compostiere comunità € 20.065.000 € 2.440.000 € 152,50

    Anno Impianto Unico Compostiere di Comunità

    0 € 10.600.000 € 20.065.000 -€ 9.465.000

    1 € 13.741.400 € 22.505.000 -€ 8.763.600

    2 € 16.882.800 € 24.945.000 -€ 8.062.200

    3 € 20.024.200 € 27.385.000 -€ 7.360.800

    4 € 23.165.600 € 29.825.000 -€ 6.659.400

    5 € 26.307.000 € 32.265.000 -€ 5.958.000

    6 € 29.448.400 € 34.705.000 -€ 5.256.600

    7 € 32.589.800 € 37.145.000 -€ 4.555.200

    8 € 35.731.200 € 39.585.000 -€ 3.853.800

    9 € 38.872.600 € 42.025.000 -€ 3.152.400

    10 € 42.014.000 € 44.465.000 -€ 2.451.000

    11 € 45.155.400 € 46.905.000 -€ 1.749.600

    12 € 48.296.800 € 49.345.000 -€ 1.048.200

    13 € 51.438.200 € 51.785.000 -€ 346.800

    14 € 54.579.600 € 54.225.000 € 354.600

    15 € 57.721.000 € 56.665.000 € 1.056.000

    16 € 60.862.400 € 59.105.000 € 1.757.400

    17 € 64.003.800 € 61.545.000 € 2.458.800

    18 € 67.145.200 € 63.985.000 € 3.160.200

    19 € 70.286.600 € 66.425.000 € 3.861.600

    20 € 73.428.000 € 68.865.000 € 4.563.000

  • 21

    € 0

    € 10

    € 20

    € 30

    € 40

    € 50

    € 60

    € 70

    € 80

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

    Co

    sto

    co

    mp

    less

    ivo

    (M

    LN €

    )

    Anno

    Curva di costo

    ImpiantoUnico

    Compostieredi Comunità

    -€ 12

    -€ 10

    -€ 8

    -€ 6

    -€ 4

    -€ 2

    € 0

    € 2

    € 4

    € 6

    0 5 10 15 20

    Ris

    par

    mio

    [M

    LN €

    ]

    Anni

    Risparmio Economico [MLN €]

  • 22

    Tabelle costi del solo conferimento (senza trasporto) senza ammortamento

    Costo di impianto Costo di esercizio Costi senza ammortamento

    Impianto unico € 10.600.000 € 2.611.400 € 163,21

    Compostiere comunità € 20.065.000 € 1.407.000 € 87,94

    Anno Impianto Unico Compostiere di Comunità

    0 € 10.600.000 € 20.065.000 -€ 9.465.000

    1 € 13.211.400 € 21.472.000 -€ 8.260.600

    2 € 15.822.800 € 22.879.000 -€ 7.056.200

    3 € 18.434.200 € 24.286.000 -€ 5.851.800

    4 € 21.045.600 € 25.693.000 -€ 4.647.400

    5 € 23.657.000 € 27.100.000 -€ 3.443.000

    6 € 26.268.400 € 28.507.000 -€ 2.238.600

    7 € 28.879.800 € 29.914.000 -€ 1.034.200

    8 € 31.491.200 € 31.321.000 € 170.200

    9 € 34.102.600 € 32.728.000 € 1.374.600

    10 € 36.714.000 € 34.135.000 € 2.579.000

    11 € 39.325.400 € 35.542.000 € 3.783.400

    12 € 41.936.800 € 36.949.000 € 4.987.800

    13 € 44.548.200 € 38.356.000 € 6.192.200

    14 € 47.159.600 € 39.763.000 € 7.396.600

    15 € 49.771.000 € 41.170.000 € 8.601.000

    16 € 52.382.400 € 42.577.000 € 9.805.400

    17 € 54.993.800 € 43.984.000 € 11.009.800

    18 € 57.605.200 € 45.391.000 € 12.214.200

    19 € 60.216.600 € 46.798.000 € 13.418.600

    20 € 62.828.000 € 48.205.000 € 14.623.000

  • 23

    € 0

    € 10

    € 20

    € 30

    € 40

    € 50

    € 60

    € 70

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

    Co

    sto

    co

    mp

    less

    ivo

    (M

    LN €

    )

    Anno

    Curva di costo

    ImpiantoUnico

    Compostieredi Comunità

    -€ 15

    -€ 10

    -€ 5

    € 0

    € 5

    € 10

    € 15

    € 20

    0 5 10 15 20

    Ris

    par

    mio

    [M

    LN €

    ]

    Anni

    Risparmio Economico [MLN €]

  • 24

    Tempi di realizzazione dell’investimento.

    La costruzione di un impianto, come quello di Castelnuovo Cilento, richiede, dal

    momento del suo finanziamento a quello della realizzazione, sempreché sia possibile

    farlo e non sia fonte di tensione sociale e legale, anche diversi anni di lavorazione. Poi

    dopo, come nel caso di Eboli e altri siti, diventa motivo di lotta tra i vari Comuni

    confinanti e tra la popolazione, soprattutto per l’inquinamento atmosferico, acustico e

    delle emissioni odorigene. Le compostiere invece, possono entrare in funzione anche

    dopo pochi mesi dal finanziamento, e sono facilmente spostabili sia per una

    sopraggiunta diversa disposizione di localizzazione, sia per un loro smantellamento.

    Impatto occupazionale

    Per il decisore politico è importante conoscere l’impatto occupazionale diretto che le

    varie scelte determinano. Dai dati analitici considerati nelle due ipotesi di lavoro,

    nell’impianto unico lavorano, secondo progetto, 10 figure professionali con contratto a

    tempo indeterminato la cui valutazione economica media annuale è stata valutata in €

    40.000 (anche se mancano, secondo lo scrivente, almeno altri 3 guardiani e un

    manutentore che vanno ad incrementare i costi di gestione), mentre nel caso della

    scelta delle compostiere di comunità verrebbero assunti 100 lavoratori con contratto a

    tempo determinato per un importo medio annuale di € 9.360 (€ 10.000 considerando

    la manutenzione).

    L’effetto occupazione indotto non è possibile quantificarlo per la presenza di troppe

    variabili di calcolo. Infine, sarebbero compromesse anche diverse aziende agricole che

    sono collocate nelle vicinanze che, allo stato attuale sono al vertice qualitativo nella

    produzione di prodotti BIO nell’ambito del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di

    Diano.

    A) N. occupati diretti impianto di Castelnuovo…………………………… n. 10 (+4)

    B) N. occupati diretti compostiere……………………………..………….. n. 100

    In un’area economicamente povera qual è l’area cilentana, e che offre poche occasioni

  • 25

    di lavoro, un contratto a tempo determinato, anche se non di importo elevato, può

    consentire a diversi lavoratori di integrare il proprio reddito annuale e invogliarli a

    restare in zona e ad operare una specializzazione nell’ambito del settore

    dell’agricoltura biologica in virtù del compost prodotto dalle compostiere, invece di

    inseguire altre forme occupazionali al nord o all’estero, spesso frustranti e infruttuose.

    IMPATTO AMBIENTALE/SALUTISTICO

    Nel presente elaborato, le considerazioni di tipo ambientali/ paesaggistico/salutare non

    vengono elaborate, anche se sono le prime da considerare per una scelta ponderata

    e misurata. Infatti, la salute delle persone e dell’ambiente sono valori fondamentali,

    imprescindibili e massimamente tutelati.

    Si può senz’altro affermare, con cognizione di causa, che gli impianti unici creano

    notevoli problemi in ordine all’inquinamento atmosferico, all’impatto ambientale,

    all’inquinamento acustico, alle emissioni odorigene, al tipo di compost prodotto, al

    deprezzamento immobiliare delle località limitrofe con percentuali diverse a seconda

    la distanza dalla ubicazione dei siti nonché ad una decrescita turistica dell’area.

    Viceversa, le compostiere sono la soluzione ottimale per la salute e per l’ambiente.

    Nella particolarità dei paesi del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, sparsi

    su un vasto territorio e costituito da tante piccole comunità, il compostaggio locale a

    km 0 è la soluzione ideale tenendo conto anche della viabilità precaria esistente.

    CONCLUSIONI

    La proposta di smaltimento dell’umido attraverso un sistema basato sul compostaggio

    di comunità con attrezzature di piccole dimensioni, proporzionate agli abitanti dei vari

    paesi del Cilento, gestite in maniera autonoma, in alternativa ad un unico sito di

    lavorazione, è sicuramente da privilegiare e da favorire così come precedentemente

    illustrato.

    L’analisi fatta in questa relazione tende a mettere in luce che, in aree rurali come sono

  • 26

    i Parchi Nazionali, sia opportuno operare scelte puntuali presso le singole comunità

    riducendo trasporti per il servizio di smaltimento rifiuti organici, sia per ottenere un

    prodotto finito che possa essere riutilizzato dalle stesse comunità in agricoltura, attività

    propria del territorio, proprio perché controllato dalla stessa comunità, sia nei termini

    economici, non trascurabili considerando un minor esborso, visto che in tali aree i

    redditi pro capite sono notevolmente piu bassi rispetto ad altre aree.

    Se analizziamo poi la situazione politica sul trattamento dei rifiuti, ad oggi, vi è una

    confusione generale e scelte politiche/economiche scellerate, proprio perché non vi è

    stata alcuna analisi tecnica/economica di ricaduta sul costruire un sito di compostaggio

    oppure operare una gestione di compostiere di comunità.

    È fuori dubbio che la qualità del compost proveniente dalle compostiere sia figlia di

    quali rifiuti si inseriscono; a tal proposito vanno modificate anche alcune cattive

    abitudini quale conferire il forsu nei sacchetti di plastica, seppur biodegradabili, invece

    che negli idonei sacchetti di carta predisposti per tale tipo di raccolta, il cui costo è

    praticamente identico (ma che tecnicamente modifica notevolmente la qualità del

    compost), cosa da non poter assolutamente mettere in conto nel caso di un sito

    centralizzato quale quello che si intende costruire a Castelnuovo Cilento.

    In estrema sintesi lo smaltimento dell’organico attraverso le compostiere ha solo

    vantaggi rispetto all’impianto unico; tali vantaggi sono:

    ambientale/salutistico (riferiti alla salute umana e animale perché ha una

    manutenzione continua e puntuale, alla protezione della natura e alla sua

    conservazione, all’inquinamento atmosferico, paesaggistico, ambientale e

    acustico e odorigeno);

    economico/finanziario (riduzione notevole della tassa di smaltimento),

    sociale (aumento dell’occupazione locale, riduzione della povertà, risparmio

    per le fattorie e aziende varie per acquisti di cibo e fertilizzanti, tentativo di

    evitare lo spopolamento dei paesi rurali);

    produttivo (il compost prodotto dalle compostiere non è paragonabile per

    qualità a quello dell’impianto unico, che di per se è un rifiuto);

  • 27

    di conservazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare e archeologico

    (tali aree sono sotto la protezione dei BB.AA e Parchi Nazionali),

    di impatto visivo positivo per la comunità e per i turisti (le compostiere non sono

    impattanti visivamente e quindi non deturpano le bellezze paesaggistiche

    potendo, così, continuare a sviluppare turismo nell’area del Parco Nazionale

    del Cilento e del Vallo di Diano);

    di velocità di realizzazione (certamente più facile installare compostiere di

    comunità determinando in modo puntuale dove vengono localizzate al posto di

    un sito unico di dimensioni certamente enormi ed impattante visivamente. Ciò

    comporterebbe, considerata anche la velocità di installazione delle

    compostiere, anche un ulteriore ritorno economico, in merito agli esborsi

    economici da parte della Regione Campania nei confronti della Comunità

    europea).

    Si auspica, quindi che il gestore politico, tenendo conto di tutti i vantaggi economici,

    occupazionali, ambientali e sociali, e di tempi realizzativi, voglia far propria la proposta

    elaborata dallo scrivente ing. Forte, e realizzarla nel più breve tempo possibile.

    Si fornisce tale studio di fattibilità tecnica/economica sulla differenza di trattamento di

    due sistemi di smaltimento di rifiuti organici all’interno di un’area protetta quale il Parco

    Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, area che è similare a tante altre realtà

    protette in Italia.

    Tale sistema è esportabile, per convenienza economica e per impatto, anche ad altre

    aree di Parchi Nazionali e Regionali.

  • 28

    RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA COMPOSTIERE COMUNITA’

    La scrivente Associazione, nell’analizzare i diversi tipi di compostiere esistenti sul mercato

    e le case costruttrici, ha ritenuto opportuno dare priorità progettuale, ai fini di una possibile

    collocazione di tali apparecchiature sul territorio dei 48 comuni del Parco Nazionale del

    Cilento e del Vallo di Diano, alle normali compostiere elettromeccaniche di diversa capacità.

    La scelta ricade su tali compostiere per l’utilizzo e la semplicità di funzionamento.

    In questa relazione si darà una coerente e corretta informativa sull’utilizzo e sulla gestione

    di tali apparecchiature secondo specifiche progettuali dello scrivente.

    PREMESSA E RIFERIMENTI NORMATIVI

    Il compostaggio in generale è quella attività di trasformazione della frazione organica, che

    si ottiene attraverso un processo aerobico (in presenza di ossigeno) attraverso la costante

    movimentazione del materiale da compostare.

    Il compostaggio consiste in una fermentazione aerobica (esotermica) di matrici organiche,

    svolta da microrganismi, la quale produce un materiale che dovrebbe essere ricco di

    sostanze nutritive per i vegetali. La miscela di scarti compostabili dovrebbe essere costituita

    da materiali organici separati alla fonte. Alcuni degli obiettivi dell’attività di compostaggio

    sono i seguenti:

    stabilizzare la sostanza organica facendole perdere la fermentescibilità e quindi la

    capacità di produrre metaboliti e di consumare ossigeno (mineralizzazione di

    sostanze organiche con perdita di acqua ed anidride carbonica);

    diminuire la carica di microorganismi patogeni;

    ridurre i volumi principalmente grazie alla perdita di acqua;

    degradare il materiale organico in forme più assimilabili dalle piante;

    avere un materiale meno odorigeno del prodotto.

    A partire dal 2013, con molta lentezza, si è avviato un percorso di diffusione sul mercato

    nazionale di macchine elettro-meccaniche o Bio Compostatori, atte alla trasformazione della

    frazione organica del rifiuto domestico.

    Tale diffusione fino al 2014 è stata molto rallentata per non dire frenata dalla mancanza di

    semplificazioni normative nella materia specifica, in quanto dette macchine erano di fatto

    equiparate a veri e propri impianti di trattamento rifiuti e quindi assoggettate alle procedure,

  • 29

    molto onerose, relative alle autorizzazioni ambientali così come previsto dalla Legge

    152/2006 in materia di autorizzazioni ordinarie o semplificate.

    Nel 2015 il quadro normativo cambia e con una Legge Nazionale, la Legge nr. 221 del 28

    dicembre 2015 agli Artt. 37 e 38 viene regolamentato in modo semplificato quello che viene

    definito Compostaggio Locale e di Comunità.

    A seguire con riferimento all’Art. 38 di cui sopra, nel 2016 viene emesso il relativo Decreto

    Attuativo, il D.L. nr. 266 del 29 Ottobre 2016 che semplifica in via definitiva il solo

    compostaggio di comunità, la cui definizione è ricondotta al fatto che più utenze domestiche

    e/o non domestiche si associno per realizzare la pratica del compostaggio della propria

    frazione organica prodotta, riutilizzando su aree in propria disponibilità il compost prodotto.

    Per fare questo in deroga a quanto previsto dalla Legge 152/2006 viene semplificato l’iter

    amministrativo da obbligo di Autorizzazione a semplice Segnalazione di inizio attività.

    RELAZIONE TECNICA

    COMPOSTATORI ELETTROMECCANICI

    Il progetto nasce dall’esigenza di proporre ad Enti Pubblici ed Aziende Pubbliche e/o Private

    una soluzione per la gestione di prossimità della Frazione Organica Domiciliare e non

    Domiciliare in grado di:

    Avere una grande facilità nella sua gestione operativa;

    Gestire l’intero quantitativo a flusso continuo, potendo permettere al personale

    addetto di poter caricare giornalmente la frazione organica prodotta 365 giorni su

    365;

    Avere dei bassi costi di consumo energetici;

    Poter utilizzare come strutturante a base cellulosica anche sfalci e potature, purchè

    triturate e parzialmente essiccate nonché paglia;

    Processare la frazione organica conferita non triturata, al fine di evitare eventuali

    contaminazioni del materiale organico da parte di potenziali frazioni estranee

    conferite per errore, che potrebbero inquinare il materiale organico in compostaggio

    e renderlo non idoneo come ammendante ma doverlo smaltire come rifiuto speciale;

  • 30

    Avere una camera di compostaggio unica, priva di alberi interni o bracci o comunque

    organi fissi o in movimento, che possano generare possibili blocchi del processo e

    quindi fermi macchina;

    Garantire l’assoluta mancanza di perdite di liquidi e comunque essere dotata di

    vasche di sicurezza per il contenimento di liquidi in caso di eventi accidentali;

    Proposta Tecnica

    Per quanto sopra sulla base della tecnologia a camera unica è stato valutato un

    Compostatore che vede nella sua semplicità di utilizzo, nella sua semplicità tecnologica e

    nella sua notevole efficienza il giusto bilanciamento che il nostro progetto si è prefisso di

    raggiungere.

    Il Compostatore elettromeccanico è una macchina a CAMERA UNICA ROTANTE, con

    capacità di gestire a flusso continuo l’intero processo, dalla fase di caricamento del rifiuto

    organico, alla fase di scarico del compost prodotto dotato di sistema di tenuta al fine di

    garantire la tenuta stagna della camera rotante.

    Tutti i compostatori sono realizzati con struttura portante in acciaio FE 430 con un ulteriore

    processo di zincatura a caldo, camera di compostaggio e testate a tenuta stagna realizzate

    in AISI 304, cofanature esterne realizzate in AISI 304.

    Il sistema di rotazione, nella stragrande maggioranza dei compostatori, è gestito attraverso

    una corona in acciaio solidale con la camera di compostaggio, mossa da un pignone, dove

    questo garantisce nel tempo la stabilità dell’asse di rotazione.

    Per scelta tecnica dello scrivente si ritiene che non debba essere dotato di trituratore a

    monte del processo in quanto la triturazione ha i seguenti aspetti negativi:

    può di fatto triturare materiali non organici accidentalmente conferiti che una volta

    triturati insieme alla frazione organica la contaminano e rendono tutto il materiale

    inquinato da materiali quali plastiche, vetro, metalli, ecc… dovendolo poi gestire in

    uscita come un rifiuto e quindi assoggettarlo ad un costoso smaltimento;

    può di fatto bloccarsi a seguito della presenza di frazioni estranee quali metalli o altre

    frazioni particolarmente resistenti alla triturazione, causando un fermo macchina ed

    un maggior onere manutentivo (va di fatto smontato e liberato dalla frazione

    incastrata, rimontato e riavviato);

  • 31

    la triturazione del materiale causa una omogeneizzazione del materiale che se da un

    lato può rappresentare una cosa positiva in quanto una maggiore omogeneizzazione

    dovrebbe teoricamente avere un miglior impatto sul processo, in realtà una

    omogeneizzazione della massa in compostaggio di fatto frena o impedisce la corretta

    ossigenazione, ostacolando la circolazione dell’aria che deve attraversare e

    permeare tutta la massa in compostaggio. Questo può provocare l’innesco nella

    massa in compostaggio di processi anaerobici con produzione di metano e percolato.

    Una massa in compostaggio non omogenea permette invece all’aria che attraversa

    la camera di compostaggio di permeare meglio al suo interno, garantendo una

    migliore ossigenazione e quindi l’ottimale mantenimento del processo aerobico. A

    Ciò si ritiene di utilizzare come ristrutturante la lolla dei cereali (riso, farro, ect), di per

    se un rifiuto per le aziende (che di per se pagano per lo smaltimento), ma più che

    idonea come ristrutturante per bilanciare l’umidità ed aumentare il processo di

    aerazione

    Un compostatore, oltre ad essere dotato di sensori di monitoraggio della temperatura

    al fine di garantire un costante monitoraggio delle temperature di processo che

    devono garantire una prima fase termofila non inferiore a 55°C al fine di garantire la

    sterilizzazione della massa in compostaggio, deve essere dotato anche di sistema di

    monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera; questo sistema effettua il

    monitoraggio in continuo dei seguenti parametri:

    a) Temperatura dell’aria di processo

    Questo garantisce il costante controllo dei valori di temperatura della camera di

    compostaggio, consentendo all’operatore di effettuare eventuali correzioni nel

    processo.

    b) Metano

    Questo garantisce il costante controllo del buon andamento del processo

    aerobico; eventuale presenza di Metano indica la presenza all’interno del

    processo di una o più zone di innesco anaerobico e quindi questo permette un

    rapido intervento sul processo per azzerare il problema.

    c) CO2

  • 32

    Questo permette di monitorare le emissioni inquinati e determinare a fini statistici

    l’abbattimento che si ottiene tra le emissioni del compostaggio sul posto e quelle

    normalmente prodotte da una gestione di tipo ordinario soprattutto legata alle

    varie fasi di trasporto dei rifiuti

    PRINCIPALI DATI TECNICI DI UN COMPOSTATORE

    PROCESSO DI COMPOSTAGGIO AEROBICO

    CAMERA UNICA ROTANTE

    SISTEMA INTERNO COMPLETAMENTE IN DEPRESSIONE

    BIO FILTRO ABBATTIMENTO ODORI

    SISTEMA DI GESTIONE PROGRAMMABILE COMPLETAMENTE AUTOMATICO

    CAPACITA’ DI GESTIONE (DIMENSIONE COMPOSTATORE)

    CAPACITA’ DI RIDUZIONE MEDIA IN PESO DELLA FRAZIONE ORGANICA 80%

    I compostatori sono macchine progettate secondo il principio della massima robustezza,

    massima efficienza e massima semplicità di utilizzo.

    Sono tutti ideati secondo standard di progettazione Europea e sono realizzati con:

    Struttura portante in C ed HEA in ST 52, trattata con processo certificato di zincatura a

    caldo;

    Camera di compostaggio cilindrica, rinforzata in Acciaio Inox AISI 304 a tenuta stagna;

    Sezione di caricamento in Acciaio Inox AISI 304;

    Sezione di scarico del compost in Acciaio Inox AISI 304;

    La camera di compostaggio è dotata di una o più porte di ispezione a seconda dei modelli;

    Sistema di ventilazione dell’aria per la costante ossigenazione del materiale in depressione;

    Sistema di filtrazione dell’aria in uscita prima dell’emissione in atmosfera a carboni attivi, per

    l’abbattimento degli odori;

    Sistema di monitoraggio in continuo delle temperature di processo;

    Sistema di monitoraggio in continuo dell’aria in uscita (CO2 – Metano – Ammoniaca);

    Tutto il processo dovrebbe essere gestito da un sistema informatizzato che permette il

    settaggio dei vari parametri di processo, monitorandone in continuo i valori.

    Le macchine effettuano il compostaggio attraverso un processo “ESCLUSIVAMENTE

    AEROBICO” bilanciato, garantendo l’assenza di produzione di percolati. Ai fini della

  • 33

    massima sicurezza, devono essere comunque dotate di vasche di contenimento a tenuta

    stagna per eventuali perdite prodotte esclusivamente da eventi accidentali.

    Tali macchine sono tutte alimentate da rete 230/400 V 50 Hz ed hanno consumi energetici

    decisamente molto contenuti. Ai fini della sicurezza va predisposta una linea di

    alimentazione dedicata ed un quadro di alimentazione specifico per collegare ogni singola

    macchina.

    La camera di compostaggio viene azionata per la sua rotazione da un sistema corona –

    pignone ed allineata su riscontri specifici che ne garantiscono la perpendicolarità ottimale.

    COSA SI PUO’ COMPOSTARE

    Compostaggio e riciclaggio, un binomio importante per aiutare la Terra. Il compost è ciò che

    deriva dalla decomposizione di materiale organico mediante batteri o funghi, e può essere

    usato come straordinario fertilizzante naturale (in pratica è un ristrutturante che modifica

    meccanicamente il terreno facendo in modo che si autoconcimi con l’azoto che vi è nell’aria)

    , con questi vantaggi principali:

    Riduzione fino al 80% della massa di rifiuti da conferire in discarica, con tutti i problemi

    che derivano dalla gestione di materiale maleodorante e che produce percolato;

    Riduzione dei costi di smaltimento e dell’inquinamento indotto dai trasporti, legati allo

    smaltimento;

    Miglioramento della struttura del suolo con apporto di elementi biodisponibili (soprattutto

    azoto)

    Aumento della biodiversità nella microflora nel terreno.

  • 34

    Possono essere, inoltre, inseriti anche: carta assorbente (tovagliolini e rotoloni)

  • 35

  • 36

    Foto di compostiere elettromeccaniche tipiche

  • 37

  • 38

    Sacchetti da utilizzare per la raccolta di FORSU

    Sacchetti di carta per umido e organico biodegradabili e compostabili per la raccolta

    differenziata dell'umido. Il Sistema con i sacchetti di carta riciclata è il migliore ed è il più

    ecologico per la raccolta del rifiuto organico. Non puzza, non si rompe, assorbe i liquidi e si

    richiude facilmente ed inizia immediatamente un proprio processo di compostaggio tale da

    essere di aiuto all’asciugatura del prodotto organico ancor prima che lo stesso arrivi nella

    compostiera nonché consente una maggiore traspirazione nella compostiera

    elettromeccanica., .

    Si è analizzato anche il costo dei sacchetti e i costi sono alquanto contenuti. 300 sacchetti

    di carta da 8 litri hanno un costo di circa 37 euro. Tale costo (0,125 €/sacchetto) è

    equivalente al costo dei sacchetti di plastica biodegradabile.

    I sacchetti, oltre al formato “domestico” da 7/8/10 litri, si trovano anche in altri formati fino a

    360 litri.

  • 39

    Tutto ciò al fine di ottenere un eccellente prodotto finale (compost) e per eliminare prodotti

    plastici da tale lavorazione, seppur di origine degradabile (comunque tracce di plastica

    rimangono nel compost)

    Castelnuovo Cilento, 22/09/2019

    A.T.A.P. CILENTO