rino cammilleri - nossa senhora no egito em 1968

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NOSSA SENHORA NO EGITO EM 1968 [E OUTRO MILAGRE ESPANTOSO DO SÉCULO X] I La Madonna apparve nella sera del 2 aprile 1968 sopra la chiesa copta a lei dedicata nel quartiere cairota di Zeitun (o Zeitoun, che vuol dire «oliva»). Secondo la tradizione, quella chiesa si trova sul luogo in cui la Sacra Famiglia avrebbe fatto tappa durante la sua fuga in Egitto. Fu costruita nel 1924 in seguito a un sogno che l'anno precedente ebbe un fedele: l'uomo vide la Vergine che gli chiedeva un tempio a lei intitolato e prometteva di tornare una cinquantina d'anni dopo. Il 2 aprile 1968 era l'ultimo giorno della lunga festa copta in onore di Nostra Signora della Luce e, verso le otto e mezzo di sera, due musulmani furono i primi a vederla. I due lavoravano come meccanici nell'officina che stava proprio di fronte alla chiesa e si accorsero di una giovane donna vestita di bianco che camminava sulla cupola principale della chiesa. Era una passeggiata pericolosa per una persona normale, e quelli le gridarono di stare attenta, di fermarsi, di scendere, di mettersi al sicuro. Ma poi si accorsero dell'alone luminoso che la figura irradiava

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NOSSA SENHORA NO EGITO EM 1968 [E OUTRO MILAGRE ESPANTOSO DO SÉCULO X]

I

La Madonna apparve nella sera del 2 aprile 1968 sopra la chiesacopta a lei dedicata nel quartiere cairota di Zeitun (o Zeitoun, che vuoldire «oliva»). Secondo la tradizione, quella chiesa si trova sul luogo incui la Sacra Famiglia avrebbe fatto tappa durante la sua fuga in Egitto.Fu costruita nel 1924 in seguito a un sogno che l'anno precedente ebbeun fedele: l'uomo vide la Vergine che gli chiedeva un tempio a leiintitolato e prometteva di tornare una cinquantina d'anni dopo. Il 2aprile 1968 era l'ultimo giorno della lunga festa copta in onore diNostra Signora della Luce e, verso le otto e mezzo di sera, duemusulmani furono i primi a vederla. I due lavoravano come meccanicinell'officina che stava proprio di fronte alla chiesa e si accorsero di unagiovane donna vestita di bianco che camminava sulla cupola principaledella chiesa. Era una passeggiata pericolosa per una persona normale, equelli le gridarono di stare attenta, di fermarsi, di scendere, di mettersial sicuro. Ma poi si accorsero dell'alone luminoso che la figura irradiavae del fatto che, a ogni passaggio davanti alla croce della cupola,inchinava il capo. Frattanto si era radunata gente e qualcuno cominciò aesclamare che quella era la Madonna. In breve il traffico fu bloccatodall'afflusso di folla. L'apparizione durò parecchio, tanto che inmoltissimi poterono vederla e perfino fotografarla. E fu solo la prima.Alcune centinaia ne seguirono, nei tre anni seguenti. Certe siprotrassero per quasi tre ore. Anche la televisione egiziana dovetteinteressarsi del fenomeno, che si ripresentava due o tre volte allasettimana.Le autorità ecclesiastiche, sia ortodosse che copte, promosseroinchieste e i rispettivi leader furono tra i testimoni oculari.L'apparizione restava sempre in silenzio e, durante le sue passeggiate trale cupole della chiesa, sembrava talvolta fermarsi a benedire, con lemani o con cenni della testa, gli astanti. Paolo VI incaricò un cardinaledi andare a vederci chiaro e questo tornò con un giudizio affermativo,tanto che pure il papa finì col riconoscere le apparizioni di Zeitun. Ilbello è che presidente egiziano era a quel tempo Nasser, più socialistache musulmano religioso. Fece ispezionare la chiesa e la zona per unlargo raggio alla ricerca di «trucchi» ma tutto risultò regolare. Anzi, luistesso fu testimone delle apparizioni, che volle andare a vedere dipersona. Certe notti attorno alla chiesa di Zeitun si contarono ancheduecentocinquantamila persone, gente di ogni credo e pure senza alcun

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credo, egiziani e stranieri, devoti e semplici curiosi, certi venuti anchedall'estero per scattare foto e filmare. È stato calcolato che le apparizionidi Zeitun abbiano avuto almeno un milione di testimoni.La Madonna, vestita di bianco, tunica fino ai piedi e un lungo velo intesta, talvolta si presentava con il Bambino in braccio, talvoltacircondata di stelle; a volte appariva un alone di luce e poi, dentro diquesto, lei; in certi casi si formavano anche delle colombe bianche, chesi spostavano senza sbattere le ali o si disponevano a forma di croce;altre volte si diffondeva un delicato odore di incenso o una nebbialuminescente. La figura di Maria, comunque, non pareva incorporea:una notte di luna piena la figura passò davanti al disco lunarecoprendolo.Tra quelli che videro le apparizioni o visitarono la chiesa in queigiorni si manifestarono moltissimi casi di guarigioni inspiegabili.In seguito, ancora Maria apparve in Egitto, dall'agosto al novembredel 1982, nella chiesa copta di Edfu presso Assuan. Di nuovo al Cairo,nel quartiere di Soubra, nella chiesa di Santa Demiana, dal 1986 al 1991.Qui una commissione ecclesiastica potè verificare di persona. Ifenomeni furono simili a quelli di Zeitun e anche più articolati (laMadonna talvolta appariva di giorno). Anche qui, moltissimi testimonie foto. Eccola di nuovo nel 1997 (agosto e settembre) in Egitto, sullachiesa copta del villaggio di Shentena El-Hagar. Testimoni d'ognigenere, perfino il vescovo locale. Con la Madonna comparivano cerchiluminosi e altri fenomeni straordinari. Si verificarono anche diverseguarigioni miracolose.

II

Per concludere il discorso su Maria & Islam voglio qui ricordare cheproprio in Egitto la fede nella Madonna ha letteralmente spostato lemontagne. Si tratta di un episodio che pochi in Occidente conoscono eche ha come protagonista un santo egiziano, Simaan il Calzolaio. Mi sipermetta di riportare il racconto che ne ho fatto sul mensile «IlTimone» nel marzo 2013.I discepoli non erano stati capaci di scacciare un demoneparticolarmente ostico, sebbene Gesù avesse loro conferito il potere diesorcismo. Interrogato al riguardo. Cristo diede loro la celebre risposta:«Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a ungranellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là,ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile» (Mt 17,20). La sentenza,tutte le volte che la leggiamo, ci stringe il cuore, perché solo i più grandisanti sono stati capaci di fare miracoli spettacolari mentre erano ancora

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in vita. Noi ci siamo rassegnati ad avere una fede inferiore perdimensioni a un granellino di senapa, e ci chiediamo cosa mai potrebbefare uno che l'avesse quanto una nocciola. Delle due l'uria, dunque: oquella di Gesù era solo una enfatizzazione pedagogica oppure avere fedeè la cosa più diffìcile del mondo, tanto che non ne ha a sufficienzanemmeno il papa. Il papa stesso, infatti, è costretto ad affidarsi allequotidiane esortazioni che sappiamo, utilissime per chi già crede ma deltutto ininfluenti per gli altri.Questa storia della fede che sposta le montagne è diventata, com'ènoto, proverbiale e mi sono sempre chiesto se qualcuno, in questiduemila anni di cristianesimo, ci abbia mai provato. La risposta mi èarrivata via mail, tramite la newsletter del sito mariano francese «Uneminute avec Marie». Sì, c'è un santo che l'ha fatto davvero, cioè hapreso alla lettera la spazientita risposta di Gesù ai discepoli. Si tratta disan Simeone il Calzolaio, un santo egiziano del X secolo, vissuto altempo della dominazione fatimida. La dinastia araba dei fatimidi, diosservanza sciita, proprio in quel secolo prese il potere in Egitto e ilprimo governatore del Cairo fu Al-Mu'izz li-Din Illah, sotto il quale sisvolsero gli avvenimenti che andiamo a raccontare. Correva Tanno 979.Ma prima dobbiamo presentare il protagonista. Simeone è il nomeche i latini diedero a Simaan, un conciatore di pellame che viveva inuna piccola città dal nome incerto, oggi inglobata nella Cairo Vecchia.La sua era un'antichissima attività dei cristiani locali, che laesercitavano per tradizione. E la tradizione risaliva al primo patriarcaegiziano, sant'Inian, che fu battezzato dall'evangelista Marco inpersona. Inian faceva appunto il conciatore, mestiere allora, da quelleparti almeno, onnicomprensivo che arrivava fino al prodotto finito, cosìche l'operatore in pelli fabbricava anche le calzature e pure leaggiustava. L'evangelista Marco stava proprio facendosi riparare lescarpe da Inian quando, sotto sforzo, la lesina scivolò sul cuoio e lapunta colpì la mano del cliente. All'evangelista, portatosi istintivamentela mano alla bocca, scappò un'invocazione, in greco, al Dio Unico.Inian ne fu incuriosito e chiese spiegazioni. Il dialogo che ne seguì fu ilprodromo alla conversione di Inian e alla sua carriera di vescovocristiano. Il nostro Simaan, secoli dopo, ne seguiva l'esempio, sia per ilmestiere che per la pietà evangelica. Infatti, il tempo che gli restavadopo il lavoro era dedicato alla preghiera e a una vita ascetica.Soccorreva i poveri e gli infermi, e portava il cibo agli eremiti chevivevano nei dintorni. Era anche solito alzarsi prima dell'alba perfornire l'acqua a chi non era in grado di andare a prendersela, perchétroppo vecchio o malato, alla pubblica fontana. Fu mentre era intento aquesta attività che lo incontro il patriarca Amba Abram, detto il Sirianoperché di origine siriaca.

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Ma andiamo con ordine. Simaan non aveva quel che si dice unaspetto prestante: piuttosto piccolo e semicalvo, rinsecchito daifrequenti digiuni, vestiva sommariamente ed era pure orbo. Infatti,mancava dell'occhio destro perché, stando alla tradizione, prendeva ilVangelo alla lettera: una volta una donna piacente era andata a farsiriparare le scarpe e, nel togliersele, aveva scoperto una porzione vistosadi epidermide, cosa che aveva turbato il povero calzolaio-asceta. Ilquale, appena quella se ne fu andata, non trovò di meglio, per vincere loscombussolamento interiore, che ficcarsi il ferro del mestiere in unocchio, come aveva letto nel Vangelo: «... se il tuo occhio ti dà scandalo,cavalo e gettalo via da te ...» (Mt 5,28). Ora, uno scombussolamento dipari grado, anche se di diversa natura, lo stava provando il patriarcaAmba Abram quando la Vergine, apparsagli in sogno, gli disse diandare alla ricerca di un uomo con un occhio solo.Dovete sapere che il governatore fatimida era appassionato didispute religiose e spesso faceva venire al suo cospetto i rappresentantidelle tre religioni presenti nel suo dominio, la musulmana, la cristiana ela giudaica, per ascoltarne i dibattiti. Ora, mentre era in corso una diqueste dispute, qualcuno del suo entourage gli suggerì una mossamaliziosa ai danni dei cristiani, la comunità più corposa e meno docile.C'era da sbancare la collina di Mokattan per permettere alla città diallargarsi verso Est: costringendo i cristiani a spostarla con un miracolo,cosa evidentemente impossibile, si sarebbe ottenuto o di farli passare inmassa all'islam o di espellerli, a tutto vantaggio, in entrambi i casi, deinuovi padroni. Così, il governatore Al-Mu'izz mise il patriarca AmbaAbram con le spalle al muro: se i cristiani, come diceva il loro LibroSacro, avessero spostato la collina a colpi di preghiere, avrebberodimostrato la verità del loro credo; in caso contrario, sarebbero dovutipassare in massa all'islam, pena l'espulsione dall'Egitto.Il patriarca, sconvolto, chiese tre giorni di tempo. E subito proclamòun digiuno collettivo per tutti i cristiani. Dopo tre giorni di digiuno eorazioni, proprio verso la fine dell'ultima notte al patriarca apparve insogno la Madonna. Questa gli disse di recarsi subito alla porta delmercato, dove avrebbe trovato un uomo cieco da un occhio e con unabrocca d'acqua in mano. Il patriarca si precipitò e fu così che incontròSimaan, al quale raccontò tutto. Il calzolaio confessò di essere solo unpover'uomo che cercava di soccorrere il suo prossimo, tuttavia, se sitrattava di un comando della Madre di Dio, si sarebbe adeguato. Così,disse al prelato che cosa avrebbe dovuto fare.Il giorno stesso, sulla collina di Mokattan si presentò il patriarcaseguito da tutto il clero e il popolo cristiano. All'appuntamento sipresentò anche il governatore col suo seguito. I cristiani avevanoportato croci, vessilli, libri liturgici e incensieri. Tra la gente c'era pure,

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anonimo, Simaan. Secondo le sue istruzioni fu celebrata la messa, poi icristiani gridarono per cento volte «Kirie eleison!» rivolti a Nord, poirivolti a Ovest e poi a Sud, infine si inginocchiarono con le mani alzateverso il Cielo. Rimessisi in piedi, il patriarca tracciò nell'aria un segno dicroce. Questo complesso rituale venne ripetuto per tre volte. Ma a ognisegno di croce la collina si sollevava bruscamente per ricadere nellostesso modo e con gran brontolio di terremoto. I musulmani ne furonoatterriti, tanto che il governatore supplicò il patriarca di smetterla,concedendo subito ai cristiani di restare in Egitto e, anzi, di ricostruiretutte le chiese che l'invasione araba aveva distrutto o danneggiato.Quando il patriarca andò alla ricerca di Simaan per ringraziarlo, ilcalzolaio era sparito e nessuno seppe più niente di lui.La collina di Mokattan c'è ancora e presenta tre grandi spaccature.Infatti, «mokattan» (o «mokattam») pare significhi «tagliata», il che fapensare che tale nome le sia stato attribuito dopo il fatto clamoroso del979 (che accadde un 17 novembre: secondo il calendario copto, il 18hatur 695, giacché i copti contano gli anni dall'ultima grandepersecuzione, quella di Diocleziano). Dal 1969 la collina in questione è,per decreto, il luogo della discarica del Cairo, dove gli straccivendoli(tutti cristiani) si occupano della raccolta e della differenziazione deirifiuti. Sulla cima sorge una chiesa dedicata a san Simaan, che sembrasia morto verso i cinquantanni (così dicono le analisi sul suo scheletro).Le sue reliquie sono state ritrovate nel 1991 e oggi riposano nella chiesaa lui intitolata.

[Em: Rino Cammilleri. Le lacrime di Maria. Da Medjugorje a Civitavecchia,un itinerario mariano. Mondadori, 2013]