rivista bimestrale d’informazione scientifica · casi di contaminazione del latte da aflatossina...

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RIVISTA BIMESTRALE D’INFORMAZIONE SCIENTIFICA a cura dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario della Regione Lombardia Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale - Via Bianchi, 9 - 25124 Brescia Regione Lombardia Direzione Generale Sanità - Servizio Veterinario 1 1 Anno 7 - n. 1 - Febbraio 2004 POSTE ITALIANE - SPEDIZIONE IN A.P. - 70% - BRESCIA

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Page 1: RIVISTA BIMESTRALE D’INFORMAZIONE SCIENTIFICA · casi di contaminazione del latte da aflatossina M1. periodo, ossia il mais del raccolto di agosto e settembre 2003. Aliment azione

RIVISTA BIMESTRALE

D’INFORMAZIONE S C I E N T I F I C Aa cura dell’OsservatorioEpidemiologico Veterinariodella Regione Lombardia

Istituto Zooprofilattico Sperimentaledella Lombardia e dell’Emilia-RomagnaOsservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale - Via Bianchi, 9 - 25124 Brescia

Regione LombardiaDirezione Generale Sanità - Servizio Veterinario

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Anno 7 - n. 1 - Febbraio 2004P

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Direttore responsabileCesare Bonacina

Direttore scientificoPaolo Boni

RedattoreGiorgio Zanardi

Responsabile comitato redazioneGiorgio Zanardi

Comitato di redazioneM. Astuti, P. Cordioli, M. Domenichini, P. Antoniolli, L. Gemma, C. Genchi,G. Gridavilla, A. Lavazza,A. Palma, V. M. Tranquillo,

Hanno collaboratoa questo numero:L. Bertocchi, A. Biancardi, P. Boni, C. Bonacina, M. David, C. Ferroni Segreteria di redazioneM. Guerini,L. Marella

Composizione e StampaEurocolor s.n.c.Via Borsellino, 925038 Rovato - BresciaTel. 030 7721730Fax 030 7701261www.eurocolor.net

EditoreIstituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e Emilia Romagna“Bruno Ubertini”

ommarioS

2

Tutti coloro che vogliono scriverci, devono indirizzare le lettere al seguente indirizzo:

“L'OSSERVATORIO" rubrica "La posta dei lettori", via Bianchi, 9 - 25124 Brescia - tel. 030 2290259-235;oppure utilizzare la posta elettronica: [email protected]

L'Osservatorio e i numeri del precedente Bollettino Epidemiologico possono essere consultati anche sul sito web http:\\www.oevr.org

3 Editoriale

4 Emergenza aflatossine nella provincia di Brescia: esperienza di campo

L. Bertocchi, A. Biancardi, P. Boni, C. Bonacina

14 Influenza aviare da virus A/H5N1

Sanità animale

M. David, C. Ferroni

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3

Editoriale

L'emergenza aflatossine ha causato gravi danni alla filiera del latte.

Mentre in passato il problema si era presentato solo sporadicamente, in questo caso il servizio

veterinario si è trovato a gestire una situazione in cui erano coinvolti la quasi totalità degli

allevatori.

La causa era ed è la granella di mais contaminata usata nella razione alimentare e quindi, come

l'emergenza diossina e BSE, ancora una volta è l'alimentazione degli animali sotto accusa.

La domanda sorge spontanea: quali parti della filiera devono essere sorvegliate e controllate per

evitare simili problemi?

La risposta è complessa ed è legata al fatto che il latte, alimento destinato all'uomo, è

“l'epicentro” di una serie di pericoli che originano a monte della sua secrezione.

Sul latte è doveroso e facile effettuare i controlli, ma spesso questo punto della filiera non

coincide con l'origine del problema.

Controllare le fasi critiche della filiera, valutare tempestivamente l'esito del controllo e non

accontentarsi di verificare il prodotto finito, è il fine che dobbiamo porci.

Credo che l'emergenza aflatossine sorta nello scorso autunno, non abbia colto impreparato il

servizio veterinario, anche se ancora molto lavoro rimane da fare per gestire il problema e trarne

le indicazioni utili per migliorare ancora il nostro servizio.

Dott. L. Bertocchi

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4L’OSSERVATORIO

Emergenza aflatossine nella provincia di Brescia: esperienza di campo

1 2 3 4L. Bertocchi, A. Biancardi, P. Boni, C. Bonacina

Figura 1. Struttura chimica delle aflatossine Be M1 1

Sanità animale

Introduzione successivamente le fasi di raccolta, essiccazione, conservazione, trasformazione, manipolazione e

Le aflatossine sono sostanze potenzialmente trasporto.cancerogene-genotossiche (si conoscono oggi oltre Le aflatossine più diffuse sono la B1,B2,G1,G2 e la loro 800 tipi di micotossine) prodotte dal metabolismo di nomenclatura si basa sulle proprietà di fluorescenza alcuni funghi presenti su vari substrati vegetali blu ( B= blu ) o verde ( G= green) emanata quando tali (foraggi, insilati, cereali, farine di estrazione, arachidi). sostanze vengono sottoposte a luce UV. Le aflatossine Tra i contaminanti naturali dei prodotti alimentari, le M1 e M2 ( M= milk) sono invece i metaboliti idrossilati aflatossine rivestono un ruolo importante al punto di delle aflatossine B1 e B2 riscontrabili nel latte di essere oggetto di specifica legislazione (Regolamento animali alimentati con derrate contaminate.CE 1525/98) prodotta a tutela della salute umana. I primi casi di aflatossicosi animale risalgono ai primi Conseguentemente a tale motivo e per la tutela anche anni sessanta in Inghilterra con più di 100.000 tacchini della salute e benessere animale, tale argomento è da colpiti. La causa era l'alimentazione con una farina di sempre di grande interesse per gli operatori del settore arachidi contaminata da AFB1. Tale incidente attirò il agroalimentare-zootecnico. mondo scientifico il quale iniziò studi e ricerche che I miceti producono le aflatossine in particolari portarono all'identificazione dei miceti produttori, condizioni di difficile crescita della pianta (stress Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus.idrico, presenza di parassiti, ecc.) e in situazioni di avversità meteorologiche come nei climi caldo-umido In merito alla salute umana, il pericolo può derivare o (T=25-30°C U=88-95% a =0,78). da una intossicazione acuta causata dalla ingestione di w

grandi quantità di AFB1, situazione rilevata solo in La contaminazione inizia in campo e può interessare

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Africa e Asia negli anni settanta, oppure da una e valutare come il livello di contaminazione del latte specifica attività cancerogena conseguente a una bassa fino allo scorso autunno sia sempre stato ampiamente esposizione alla tossina per lunghi periodi. Più inferiore ai limiti legislativi (tabella 1, grafico 1). precisamente nell'uomo le aflatossine sono in grado di Considerato che Brescia produce quasi il 10 % del latte provocare il cancro al fegato e al rene. Tali patologie italiano e il 30 % di quello lombardo, possiamo pensare sono più frequenti nei paesi a clima tropicale (est che non ci sia mai stato un allarme aflatossine anche a Asiatico e Africa) dove sono state messe in relazione livello territoriale più ampio.alla maggiore esposizione delle popolazioni alla Nella tabella 1 sono elencati i risultati delle analisi di aflatossina B1. Nei paesi europei e nord americani tale quattro caseifici fra i molti che operano l'autocontrollo relazione non è stata evidenziata in quanto le suddetto e che gentilmente hanno reso disponibile i popolazioni sono meno esposte a questa aflatossina . dati. Si noti come, fino al mese di agosto 2003, i livelli L'alimentazione di questi popoli, ricca di latte e derivati di AFM1 nel latte non risultino mai allarmanti mentre li espone invece maggiormente alla aflatossina M1 nel mese di settembre i valori siano aumentati che, per fortuna, da prove effettuate su animali di bruscamente fino a superare ad ottobre i limiti di legge.laboratorio, si è osservato avere un potere patogeno Il medesimo andamento si riscontrava dalle analisi (epatotossico, cancerogeno) inferiore di un ordine di effettuate dalle ASL di Bergamo sul latte di massa grandezza rispetto alla B1. Per questi motivi i paesi p re leva to ne l l ' ambi to de l l a so rveg l i anza industrializzati hanno stabilito livelli massimi di epidemiologica degli allevamenti (grafico 2).aflatossine ben al di sotto di quelli stabiliti dalla FAO e dall'OMS nei prodotti alimentari. La Comunità Dalla evidenza di entrambi i riscontri analitici è Europea con il Regolamento CE 466 dell'8 marzo 2001, scaturita l'emergenza aflatossine e con essa i primi ha fissato il tenore massimo ammissibile di taluni sospetti che fosse legata all'alimento normalmente contaminanti nelle derrate alimentari compresa introdotto nelle razioni per le vacche da latte in quel l'aflatossina M nel latte ( 50 ppt).1

La legislazione italiana ha inoltre emanato il decreto n°241 in recepimento delle direttive CEE 92/88, CE 94/16 e CE 96/6 che fissa i contenuti massimi di sostanze indesiderabili per le varie categorie di prodotti destinati alle diverse specie animali, integrato con successivi decreti.

Il monitoraggio della contaminazione da aflatossina M1

Sulla base delle indicazioni della Regione Lombardia (linee guida per l'applicazione del sistema HACCP negli stabilimenti di trasformazione) queste molecole sono da anni ricercate in autocontrollo da alcuni caseifici bresciani sul latte delle autocisterne di raccolta. L'analisi dei dati storici ci consente di vedere

5L’OSSERVATORIO

Tabella1 . Contenuto medio di aflatossina M1 (ng/Kg ) nel latte di 4 caseifici della provincia di Brescia

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

2000 5,4 11,3 9,2 8,5 13,6

2001 19,8 12,9 11,6 14,0 19,3 19,4 37,5

2002 18,0 16,0 8,0 12,3 20,7 14,7 21,4 14,0

2003 6,7 8,7 8,5 22,0 5,0 39,0 78,2

Grafico 1. Andamento del contenuto medio di aflatossina M1 riscontrato nei campioni di latte controllati nel quadriennio 2000-2003

19,8

78,2

15,37,7

15,619,29,6

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

-2000- -2001- -2002- -2003-

1° trim

-2003-

2° trim

-2003-

3° trim

-2003-

4° trim

Afla

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1(p

pt)

Sanità animale

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problema, i veterinari IZS, per stabilire la fonte a l imen ta r e con t amina t a , p rocedevano a l campionamento ed all'analisi di tutti gli alimenti presenti in allevamento. In questi casi, l'alimento contaminato è sempre stato identificato nella granella di mais, quasi sempre proveniente dai campi dell'allevatore stesso che l'aveva raccolta e stoccata in azienda. La costante responsabilità di questo alimento indusse i veterinari a cambiare il protocollo di intervento negli allevamenti con il “problema aflatossina nel latte”. Non furono più campionati tutti gli alimenti (indagine costosa e lenta) ma semplicemente si sostituì nella razione alimentare giornaliera la partita di mais e derivati con un'altra acquistata sul mercato procedendo ad una analisi del latte 4-5 giorni dopo il cambio. Con tale protocollo di intervento, sono sempre stati risolti tutti i successivi casi di contaminazione del latte da aflatossina M1.

periodo, ossia il mais del raccolto di agosto e settembre 2003. Alimentazione e “rischio” aflatossine

L'autocontrollo nei caseifici (tabella 1) è stato fatto con Gli alimenti ad uso zootecnico possono essere divisi in cadenze trimestrali o quadrimestrali. Nella tabella 1 3 categorie di rischio per contaminazione da aflatossina sono riportati i dati ottenuti dalla media su 84 analisi di B1: latte prelevato da autocisterna nel triennio 2000-2003. rischio elevato: arachide, panello di cocco, panello di Solamente in 4 casi (4,7%) si superavano i 30 ppt, lino, mais e derivati (granella nelle sue diverse valore oltre il quale scattava il controllo del latte lavorazioni, semola, germe corn gluten);derivante dalle singole stalle. In questi allevamenti spesso non si trovava un conferente che avesse un latte rischio medio: cotone, pastone di mais, insilati di mais;oltre i 50 ppt in quanto nel tempo che intercorreva dal prelievo del campione in autocisterna al prelievo di rischio trascurabile: orzo e altri cereali, fienilatte aziendale, la fonte alimentare contaminata non era più presente nella razione alimentare. Da questa classificazione, dalle esperienze avute e dalla Nei casi in cui si identificava la stalla origine del coincidenza tra l'insorgere del problema aflatossine nel

6L’OSSERVATORIO Sanità animale

% CAMPIONI LATTE A VALORI DI AFM1 >50 ppt

20,7

1,400,712,0602,051,930,62

0

5

10

15

20

25

gen feb mar apr mag giu lug ago set

%

Grafico 2. Andamento dei livelli di aflatossina M1 nel latte di massa, controllato nell'ambito della sorveglianza degli allevamenti nel 2003.

Tabella 2. Risultati della ricerca di aflatossine in mangimi semplici prelevati in un allevamento dellaprovincia di Brescia nei mesi di ottobre e novembre 2003 (fonte dati: laboratorio chimico dell’IZSLER diBrescia. Tecniche utilizzate: ELISA come screening, conferma con HPLC).

Numero di campioni e percentuali nelle diverse classi di contaminazioneTipologia mangime

< 2 ppb 2 - 5 ppb 5 - 20 ppb > 20 ppbTotale

Campioni

Farina o granella di mais65

41%16

10%31

20%41

27%153

Pastone di mais3

37,5-

337,5%

225%

8

Cotone14

93%1

7%- - 15

Fieni25

100%- - - 25

Silomais38

86%5

11%1

2,5%- 44

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7L’OSSERVATORIO Sanità animale

Tabella 3 . Risultati della ricerca di aflatossine in mangimi semplici, eseguita con metodica fluorimetrica dal laboratorio di un mangimificio bresciano in novembre-dicembre 2003.

Numero di campioni e percentuali nelle diverse classi di contaminazioneTipologia dimangime Minori di 1

ppbtra

1 e 2 ppbtra

2 e 5 ppbtra

5 e 20 ppbOLTRE I20 ppb

TotaleCampioni

Pastone di maisPannocchia

619%

-12

37%14

44%- 32

Pastone di maisgranella

916%

-35

62%12

21%- 56

Tabella 4. Razione alimentare giornaliera per bovine in lattazione.

Alimento Kg % sostanza secca

- Silomais 20 - 25 33

- Fieni 4 - 5 16

- Nucleo proteico 3 - 5 20

- Mais (fiocchi, farina,pastone)

3 – 6 20

- Sottoprodotti (polpe,cotone, cruscami)

0 – 2 8

Può essere sostituito da 10 kg dimangime bilanciato

latte con l'inizio dell'utilizzo alimentare del mais L'alimentazione del bovino da latte in Lombardiaraccolto nel 2003, risulta evidente come questo alimento sia stato subito sospettato quale fonte Per meglio comprendere l'effetto degli alimenti contaminante dell'alimentazione. Si trattava non solo di contaminati sulla presenza di AFM1 nel latte è avere la prova che il mais fosse responsabile del opportuno verificare quanto questi siano presenti nella problema ma anche di capire se, le forme fisiche razione giornaliera tipo delle bovine.(farina, pastone di granella e/o pannocchia , trinciato) in cui era stato trasformato per la sua conservazione e Nella tabella 4 è riportata la razione giornaliera per distribuzione agli animali, fossero tutte egualmente bovine in lattazione con una produzione media di Qli contaminate. In merito sono riportati di seguito 75-95 annui pari a 25 a 30 Kg/capo/die e con una (tabella 2 e 3) i dati di analisi dei laboratori dell'istituto ingestione di Kg 20-22 di Sostanza Secca.Zooprofilattico di Brescia e del maggiore mangimificio della provincia. I risultati dimostrano la responsabilità Da notare come mais (farina) e derivati siano sempre della granella di mais come principale fonte alimentare presenti nella razione giornaliera in dose da 3 a 6 Kg contaminata confermando le ipotesi fatte . pari al 50% dei concentrati ed al 12 / 25 % del totale di La metodica analitica ELISA viene utilizzata come SS (con esclusione della quota presente nel trinciato di screening in quanto essendo molto rapida e precisa mais). consente di effettuare un maggior numero di analisi. I campioni che risultavano avere valori prossimi ai In relazione a quanto riportato precedentemente sul limiti di legge sono stati successivamente analizzati rischio di contaminazione da AFB1 degli alimenti ad anche con il metodo HPLC uso zootecnico e al loro possibile utilizzo in una razione

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8L’OSSERVATORIO Sanità animale

Tabella 5. Risultati relativi al contenuto di aflatossine nel silomais e nella farina di mais inaziende da latte “problema” per l’aflatossina M1.

Azienda Latte (ppt) Silomais (ppb) Farina di mais (ppb)

A1 137 neg 20

A2 146 neg 28

A3 12 neg neg

A4 54 neg 2

A5 123 neg 10

A6 14 neg neg

A7 64 neg 12

A8 95 neg 70

A9 137 neg 17

A10 88 neg 36

“tipo” si tenga presente che: In questi allevamenti non erano presenti altri tipi di - è quasi impossibile trovare una razione per bovine da alimenti considerati a rischio.latte che non utilizzi mais e derivati, - il cotone è presente forse nel 5-10 % degli allevamenti, Dai dati si può vedere come il silomais non era la causa questo perché da studi effettuati anche dall'IZS di BS si del problema mentre ancora una volta si evidenziava il è evidenziata una sua azione negativa sul contenuto di ruolo determinante della farina di mais.proteine nel latte. Nei casi di utilizzo, al massimo si Le inusuali condizioni climatiche di tipo tropicale raggiungono i 2 Kg capo giorno in parziale sostituzione dell'estate 2003, protrattesi per tutto il mese di del fieno e del nucleo settembre, hanno presumibilmente creato a partire -il panello di lino e di cocco possono essere presenti, in dalla fine di agosto, le condizioni ideali di temperatura quantità molto basse nei nuclei proteici fino ad un e di umidità all'interno della pannocchia di mais tali da massimo del 10-15 % quindi circa 1 Kg di SS della causare la crescita dell'aspergillus e la conseguente razione alimentare. E' rarissima la loro presenza come produzione della tossina. alimento tal quale e anche in questo caso l'uso è di max In particolare, abbiamo notato durante i sopralluoghi 1 Kg / capo / giorno. aziendali che, le condizioni climatiche avevano -Le Arachidi e derivati non sono normalmente usate per consentito, ritardando di alcuni giorni la raccolta del fare i nuclei proteici per tanto non sono presenti nella mais, di ottenere la granella con valori di umidità molto razione alimentare delle bovine in lattazione. bassi, compresi tra il 15 e il 18%. Per questo motivo,

molti operatori non hanno attuato dopo la raccolta le La situazione attuale solite operazioni di essiccazione (con essiccatoio) della

granella, stoccandola a valori di umidità mediamente In base a quanto detto sulle esperienze degli anni superiori di 2-3% punti percentuali rispetto al livello precedenti, considerata la situazione più grave sorta ad ottimale di conservazione pari al 13%. Infatti, ottobre 2003, l'IZS ha voluto verificare se sopralluoghi effettuati in allevamenti con livelli di effettivamente anche in questo caso il problema fosse contaminazione del latte non allarmanti, hanno ancora legato prevalentemente alla granella di mais ed evidenziato che le granelle di mais usate per ai suoi derivati. Tale verifica è stata fatta nelle prime 10 l'alimentazione erano state raccolte entro la fine di aziende riscontrate con valori elevati di AFM1 agosto a valori di umidità superiori del 20% e nel l ' ambi to del le qual i furono anal izzat i rapidamente trattate nell'essiccatoio. Si può quindi contestualmente al latte, il silomais e la farina di mais dedurre l'utilità di raccogliere il mais prima che usati per l'alimentazione. I risultati sono presentati in raggiunga percentuali di umidità < 20 % ed essiccarlo a tabella 5: caldo subito dopo.

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per evitarne la trasformazione epatica. Alcuni ricercatori sostengono che la formazione delle micotossine nelle colture attaccate dai miceti in condizioni di pre-raccolta, ha valori nettamente superiori rispetto alla fase di post-raccolta. Per questo risultano più efficaci le azioni preventive attuabili in campo rispetto a quelle applicabili durante lo stoccaggio, anche se sono più difficilmente eseguibili per l'interferenza delle condizioni climatiche .La prevenzione della contaminazione è attuabile in tre fasi operative della filiera di produzione dell'alimento a base di mais:

1. Fase di pre-raccolta

! Utilizzo di varietà di cereali naturalmente resistenti alla colonizzazione da parte di funghi tossigeni, creazione di nuovi ibridi.

! Controllo della infestazione da insetti per evitare il danno alle cariossidi che facilita l'ingresso e la colonizzazione da parte dei funghi micotossigeni.

! Abbattimento della carica fungina vitale tramite idonee tecniche di preparazione dei terreni e utilizzo delle rotazioni colturali.

! Evitare il verificarsi di condizioni estreme di siccità o di eccessiva umidità, anche la eccessiva fertilità dei terreni sembra contribuire alla contaminazione da aflatossine.

2. Fase di raccolta e post-raccolta

Dai dati citati è intuibile che le granelle raccolte ! La raccolta deve essere effettuata prima che la tardivamente nel mese di settembre sono largamente

granella raggiunga valori di S.S superiori al 75%contaminate mentre il silomais, che per esigenze di ! L'essiccazione deve essere effettuata il più conservazione viene raccolto e insilato nel mese di

rapidamente possibile dopo la fase di raccoltaagosto con una umidità della granella del 40 %, sia ! L'immagazzinamento deve essere effettuato in molto meno colpito dal problema. Tra i due raccolti e i

locali puliti e asciutti considerando che temperature due periodi si inseriscono i pastoni di granella (granella di 15-30°C ( ottimale 20-25°C) con umidità del tal quale macinata ed insilata ad umidità del 20-30 %) e substrato tra il 20 e il 25%, a >0.7, favoriscono la di pannocchia ( alimento costituito dalla macinazione e w

crescita fungina e la produzione delle tossineinsilamento dell'intera pannocchia ) che pertanto sono Sebbene la prevenzione risulti essere la strategia assolutamente “imprevedibili” in quanto a “rischio principale in alcuni casi è necessario intervenire sulla contaminazione”.granella già contaminata. Possono essere utilizzati sistemi di decontaminazione o di detossificazione che La soluzione e la prevenzione del problemaconsistono essenzialmente nel togliere, per quanto possibile dalla massa del prodotto, le aflatossine.Se il problema della presenza di M1 nel latte è, salvo le

eccezioni, collegato alla presenza di mais contaminato I principali metodi di decontaminazione sono:nella razione alimentare delle nostre bovine da latte, la ! Pulitura e separazione meccanica: tramite sua soluzione non può che passare attraverso una serie

vagliatura, molitura, flottazione, ventilazione delle di interventi realizzabili per ridurre la presenza di cariossidi.aflatossina nel mais e impedirne il suo assorbimento

9L’OSSERVATORIO Sanità animale

Figura 2. Formula base dei silicati

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10L’OSSERVATORIO Sanità animale

3,78

17,8

0102030

pre

vagliatura

post-

vagliatura

AFB1

pp

t

totale campioni: 5

% decremento medio contenuto AFB1: 79%

Grafico 3. Riduzione dell'aflatossina B1 nella granella di mais post-vagliatura (prova 1).

Grafico 4. Riduzione dell'aflatossina B1 nella granella di mais post-vagliatura (prova 2).

2,84

6,48

02468

10

pre -vagliatura post-

vagliatura

Totale campioni: 13

% decremento medio contenuto AFB1: 57%

AFB

1 p

pt

! Lavatura delle granelle: successiva alla vagliatura. più contaminata. Nel contempo queste attrezzature ! Macinazione ad umido: soprattutto usata per il mais sono munite di sistemi di ventilazione/aspirazione in

in associazione e prima della molitura ad umido grado di eliminare in parte le polveri. Tale operazione, I principali metodi di detossificazione sono: semplice e poco costosa, può essere fatta nei a) Metodi fisici mangimifici o presso i magazzinieri in cui si trovano - Inattivazione termica: cottura ad alta pressione stoccati migliaia di q.li di granella di mais. Studi - Raggi : >4kGy preliminari derivanti dal settore mangimistico - Utilizzo di adsorbenti: sono in grado di sequestrare le suggeriscono che (grafico 3,4), con l'utilizzo di setacci micotossine grazie alla loro struttura e le proprietà aventi fori da 5 mm si ottiene la riduzione dei livelli di chimico-fisiche. I principali adsorbenti sono: inquinamento mediamente del 50%. Maggiore è il alluminosilicati, carboni attivi, bentonite, argille, livello di contaminazione della partita migliori saranno zeoliti sintetiche. i risultati.

La percentuale di granella scartata (spezzato) è di circa b) Metodi chimici: attualmente non consentiti dalla il 3%.legge europea Il costo di tale operazione incide sul prezzo di circa 1 - Utilizzo di acidi, basi, agenti riducenti agenti Euro pari al 5% del valore del mais.cloruranti, sali, formaldeide; la più efficace è risultata l'ammoniazione con ammoniaca liquida o gassosa a 3. Fase di alimentazione della vacca da latteconcentrazione < 7%, a temperatura e pressione ambiente (durata 14-42 giorni di trattamento) o a In questa fase si possono attuare due operazioni: la temperatura di 70-120°C e pressione intorno a 35- sostituzione dell'alimento contaminato o l'utilizzo di 50psi per alcune ore. Si tratta di un trattamento sostanze che riducano l'assorbimento enterico delle irreversibile che porta all'inattivazione totale delle tossine.aflatossine.

Variazione dei componenti della razione alimentarec) Metodi biologici: utilizzo di specifici agenti biotici (batteri, muffe, lieviti, piante o loro derivati) In condizioni di emergenza la soluzione è senz'altro capaci di degradare o trasformare enzimaticamente le quella di togliere dalle razioni le granelle di mais e i micotossine suoi derivati. Le fonti di amido da essa derivate

possono essere sostituite con altri cereali quali l'orzo, il Dei sistemi elencati quello di decontaminazione frumento e il sorgo. La totale sostituzione è possibile attraverso pulitura e separazione meccanica è il più solo per brevi periodi in quanto gli amidi degli alimenti facilmente applicabile. Questa operazione è eseguita citati, hanno concentrazioni, caratteristiche di su l l e g rane l l e d i ma i s con a t t r ezza tu re fermentescibilità e digeribilità diverse da quelle (setacci/vagliatori) che hanno lo scopo di rimuovere dell'amido di mais. Per fare un esempio, la soluzione dalla partita di alimento le cariossidi più piccole e più semplice e immediata è quella di sostituire i quelle rotte in quanto rappresentano la parte di prodotto classici 4,5 Kg di mais con 5 kg di orzo ottenendo così

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il medesimo apporto in amido ed in di energia totale metabolizzabile (l'orzo ha un valore energetico di circa il 10 % inferiore rispetto al mais). Pur tralasciando la differenza di costo e di digeribilità, utilizzando una alimentazione ad libitum con carro unifeed, il mezzo chilogrammo in più di orzo dovrà per forza prevedere la riduzione della medesima quantità di un altro alimento che di solito è rappresentato da un alimento fibroso con conseguente “concentrazione” della razione. Nei casi in cui si è applicata tale soluzione, le bovine hanno, nell'arco di poche settimane, ridotto la produzione e mostrato segni più o meno gravi (in relazione alla composizione della razione) di minore digestione della miscelata con alterazione della consistenza delle feci. Anche negli allevamenti in cui non si è fatto ricorso esclusivamente all'utilizzo dell'orzo e si sono utilizzati alimenti amilacei diversi costruendo appositamente su di essi la nuova razione alimentare, si sono registrati, in misura inferiore, gli stessi problemi. Per riuscire a mettere in atto una formulazione alimentare con fonti di

Applicando questa formula il superamento dei limiti di amido alternative al mais e nel contempo garantire i legge avviene a 40,5 ppb di AFB1 ingerita/die:medesimi risultati produttivi senza intervenire

negativamente sulla salute animale, dovremo effettuare 50 ppt ancora molti studi e molte prove in campo.

= 1,19 x ( 40,5 ng AFB1 ingeriti/capo/giorno) + 1,9Con l'operazione di sostituzione del mais, nella quasi totalità dei casi, si giunge alla soluzione del problema portando il livello di contaminazione del latte

Formula b (2)ampiamente sotto i 50 ppt. Le prove di campo (grafico 5) dimostrano la veridicità di tale affermazione. I tempi

AFM1( ng/Kg nel latte) di ripristino delle condizioni di normalità sono rapidi, = (ng di AFB ingeriti/capo/giorno) / 552-5 gg. I dati del grafico sono derivati dalla media dei 1

litri latte/dievalori di AFM1 contenuti nel latte di massa di 30 allevamenti saggiati immediatamente prima di

Applicando questa formula per una bovina che produce sostituire il mais dalla razione e 2-5 giorni dopo. In tre 30 kg di latte al giorno il superamento allevamenti, pur avendo tolto il mais da più giorni, i dei limiti di legge avviene a 82,5 ppb valori rimanevano alti, in tal caso è probabile che vi fosse un'altra fonte contaminante che è stata

50 ppt = 82,5 ng ingeriti capo-giorno /55successivamente individuata nel silomais. 30 litri

Valutazione del carry overMentre utilizzando la formula a) si calcola la relazione tra contenuto di aflatossina B1 nella razione giornaliera Molte formule sono state suggerite per capire e senza considerare la variabile della produzione di latte prevedere la quantità di aflatossina che passa (carry giornaliera, con la formula b) viene inserita tale over) dall'alimento al latte. Dai calcoli di seguito variabile e quindi dovrebbe essere più precisa. La riportati vedremo come tali formule possono portare a formula b) applicata a produzioni di 25 litri di latte, per previsioni molto diverse tra loro:raggiungere i 50 ppt di M1, richiede una ingestione giornaliera di 69 ppb, mentre per produzioni di 20 litri prevede una ingestione giornaliera di 55 ppb.Formula a (1)In base ai calcoli sopra suggeriti il superamento dei limiti può avvenire a valori che oscillano tra i 40 gli 80 AFM ( ng/Kg nel latte) 1

ppb totali ingeriti con la dieta giornaliera. = 1,19x(ng di AFB ingeriti/capo/giorno) +1,91

11L’OSSERVATORIO Sanità animale

16,65

79,2

0,48

3,45

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

pre variazione post variazione

AFM1ppt

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

kg farina mais

AFM1

farina mais

Grafico 5. Andamento del livello medio di aflatossina M1 nel latte prima e dopo l'intervento correttivo alimentare.

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L’OSSERVATORIO 12 Sanità animale

Figura 3. Vagliatore

Considerando una ingestione di sostanza secca pari a 22 mediamente contaminato (2-5 ppb) mentre bastano 2 kg, per superare i valori legali, l'unifeed dovrebbe Kg di farina di mais contaminata a livello di 25 ppb.contenere da 1,8 a e 3,7 ppb per kg di S.S. L'esercizio di prevedere il livello di contaminazione del Utilizzo di additivi per il sequestro dell'aflatossina B1latte attraverso la valutazione dell'inquinamento degli alimenti e l'applicazione delle formule matematiche Se nell'immediato futuro dovremo comunque utilizzare risulta difficile e molto rischioso. Questo anche in per l'alimentazione delle bovine da latte, mais considerazione del fatto che il contenuto di aflatossine contaminato (nei limiti di legge), un aiuto per ridurre il nelle partite di alimento è sempre molto variabile rischio potrebbe arrivare dall'uso di alcuni additivi del (contaminazione a “macchia di leopardo”) e quindi è commercio venduti per impedire l'assorbimento variabile la quota giornalmente ingerita di AFB1. Si gastrointestinale delle aflatossine e quindi ridurre la tenga comunque presente che circa il 3 % della tossina loro presenza nel latte.ingerita viene trasformata in M1 nel latte e che tale In natura esistono composti chimici capaci per le loro percentuale può variare in seguito a fattori sia legati struttura di adsorbire le micotossine presenti nelle all'animale che all'alimento contaminato. Più derrate alimentari. Inizialmente utilizzati per il loro semplicemente, tenendo conto di tale % e delle formule potere antiagglomerante, questi prodotti, sono stati predittive, si può asserire che una quota pari a 1 ppb successivamente impiegati a scopo detossificante per nella razione è uguale a 1 ppt nel latte in animali che ridurre i rischi di intossicazione da micotossine producono 25-28 kg di latte giornalieri. limitando il fenomeno del carry over nel latte. I prodotti

principalmente usati per tale scopo sono: Se si osservano le tabelle che indicano il livello di alluminosilicati, zeoliti naturali e sintetiche, carboni contaminazione degl i a l iment i e la loro attivi, bentonite e argille. somministrazione giornaliera, si può vedere che per Va sottolineato che l'efficacia di molti dei prodotti fornire 50 ppb di aflatossina con il solo silomais, sono citati rimane ancora dubbia in quanto, se esistono necessarie quote elevate di alimento (oltre i 25 Kg ) prove della loro validità in vitro, pochi sono i lavori che

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ne dimostrano la stessa in vivo.Al momento le sostanze che in letteratura sembrano avere il maggior numero di ricerche con risultati positivi sono gli alluminosilicati. A verifica di ciò, l'IZS ha allestito una prova su alcuni animali in lattazione alimentati con una quota di farina di mais contaminata. La prova è durata 5 giorni; sono state utilizzate 6 bovine, 2 come gruppo di controllo mentre le altre 4 sono state alimentate con l'aggiunta di due alluminosilicati attualmente in commercio . Al quinto giorno di somministrazione, le bovine trattate avevano valori di AFM1 ridotti del 30 e del 50 % rispetto alle bovine di controllo ( grafico 6). Naturalmente questi risultati necessitano di ulteriori prove, su più capi, in modo da annullare l'effetto soggettivo che come abbiamo già detto in ogni animale varia in base alla sua ingestione, al suo metabolismo e alla sua produzione di latte.

Conclusioni

La sporadicità dei passati eventi di aflatossicosi del latte, non aveva preparato gli operatori del settore ad affrontare un problema su larga scala come quello verificatosi nell'autunno scorso . Tutti i componenti della filiera e il servizio veterinario si sono trovati a gestire una situazione nella quale erano coinvolti la quasi totalità degli allevatori. Facile comprendere come non sia stato semplice identificare l'origine della contaminazione, verificarne l'entità, approntare un sistema di controllo “a tappeto” e intraprendere le iniziative per contenere e prevenire il problema. Viste le dimensioni e la novità del caso, tenuto conto delle

L’OSSERVATORIO 13 Sanità animale

0

5,4

17,7

11,2

16,9

0

29,4

0

50,5

17,89,0

18,221,4 27,9

18,7

28,6 29,0

39,8

0

10

20

30

40

50

60

1 2 3 4 5 6

Giorni

Afl

ato

ss

ina

M1

(pp

t)

A 1 A 2 controllo

Grafico 6 . Valutazione dell'efficacia di due alluminosilicati per la riduzione del contenuto di aflatossina M1 nel latte

esigenze di tutti, crediamo che il sistema abbia reagito in tempi rapidi nel rispetto della vigente legislazione. Adesso si tratta di gestire il problema fino al prossimo raccolto di mais.Qualora le prove di verifica relativamente alle operazioni di “pulitura“ della granella di mais e all'utilizzo di prodotti sequestranti le af la toss ine nel l ' a l imentazione continueranno a confermare i risultati illustrati in questo lavoro, si potrà affrontare l'attuale situazione utilizzando in modo controllato il mais contaminato. In questo caso per evitare che i valori di aflatossine si avvicinino ai limiti di legge dovranno essere considerate queste misure preventive:- utilizzo di granella di mais previamente vagliata e controllata per il contenuto di AFB1

- riduzione di una quota di mais nella razione giornaliera,- utilizzo nella alimentazione di integratori ad attività sequestrante le aflatossine.In questo modo si dovrà procedere fino al prossimo raccolto.Per evitare che l'anno prossimo si ripeta lo stesso problema, sarà fondamentale verificare che siano intraprese tutte le precauzioni nelle fasi colturali e finali di raccolta del mais atte a ridurre la presenza dell'aspergillus e la produzione di aflatossina.

Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna - Brescia

1. Bertocchi Luigi Centro Produzioni Zootecniche Assistenza alla Produzione Primaria

2. Biancardi Alberto Laboratorio di Tossicologia - Dipartimento Alimenti e Sicurezza Alimentare

3. Boni Paolo Responsabile Dipartimento Alimenti e Sicurezza Alimentare

4. Bonacina Cesare Direttore Sanitario

Si ringraziano per la collaborazione il Dott. R. Bravo, il Dott. F. Cauzzi , i tecnici di laboratorio S. Romelli, P. Piazza, il mangimificio Comazoo e il Centro Miglioramento del Latte e della Carne Bovina di Brescia

La bibliografia è disponibile presso gli autori

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L’OSSERVATORIO 14 Sanità animale

Influenza aviaria da virus A/H5N11 2

di M. David , C. Ferroni

Il virus dell'influenza aviare appartiene al genere sintomi simil-influenzali. L'evidenza suggerì che il Orthomyxovirus, famiglia Orthomyxoviridae, ed è un pollame era la fonte dell'infezione e la principale virus a RNA monocatenario provvisto di envelope. Il modalità di trasmissione era dal volatile all'uomo.genoma si presenta segmentato e ciò ne condiziona le 2003: due casi di infezione da influenza aviare di tipo caratteristiche biologiche permettendo il fenomeno del A/H5N1 si verificarono fra i membri di una famiglia di riassortimento genico. Hong Kong che aveva viaggiato in Cina. Una persona L'influenza aviare è una patologia inclusa nelle lista A guarì, l'altra andò incontro a morte. Non fu determinato dell'OIE e nell'Unione Europea il suo controllo viene dove queste due persone si infettarono.imposto da una Direttiva Europea 92/40/EC. 2003: in Olanda infezioni da virus aviare di tipo Sulla base della presenza/assenza di antigeni di gruppo A/H7N7 ad alta patogenicità furono confermati fra i comuni, i virus dell'influenza possono essere divisi in lavoratori addetti al settore avicolo e le loro famiglie tre tipi: A, B, C e i virus dell'influenza aviare sono tutti durante un episodio di influenza aviare nel pollame. Più classificati come di tipo A. di 80 casi da virus H7N7 sono stati riportati (con Questi risultano essere responsabili di gravi infezioni in sintomatologia clinica osservata di congiuntivite acuta varie specie animali che includono volatili, mammiferi più o meno associata a sintomi respiratori). Questa domestici e selvatici. epidemia ha provocato anche la morte di un veterinario I virus dell'influenza aviare solitamente non infettano o impegnato nelle operazioni di polizia sanitaria in circolano direttamente fra gli umani. allevamento.L'attuale situazione verificatasi in Asia dimostra 2003: l'infezione da H9N2 fu confermata in un ragazzo tuttavia come il virus A/H5N1 abbia superato la barriera di Hong Kong che fu ospedalizzato ed in seguito andò di specie, coinvolgendo la specie umana in una grave incontro a guarigione.patologia di tipo respiratorio che risulta addirittura mortale. Non ci sono comunque elementi che Storia delle pandemie confermino la trasmissione del virus da uomo a uomo, evento che può precedere l'evoluzione pandemica del Un'influenza pandemica è un episodio globale di virus (OMS 17/01/04). Da un punto di vista storico influenza e accade quando un nuovo virus influenzale appare senza precedenti i l contemporaneo emerge, diffonde e causa malattia su scala mondiale. Le coinvolgimento di diversi paesi (Vietnam, Corea del passate influenze pandemiche hanno portato ad Sud, Giappone, Cambogia, Laos, Thailandia, Indonesia altissimi livelli di malattia, morte e distruzione sociale e e Cina Hong Kong SAR) in epidemie ad alta perdite economiche.patogenicità da virus A/H5N1 e l'OMS ritiene che Ci sono state tre pandemie nel corso del xx secolo con questo sottotipo possa divenire addirittura endemico diffusione entro un anno dalla loro scoperta. nelle regioni del sud-est Asiatico. Da un punto di vista antigenico il virus isolato nella attuale epidemia mostra Queste sono:differenze sostanziali rispetto al virus isolato nel 1997 â1918-19 “Influenza spagnola” A/H1N1 la più (sempre A/H5N1) ad Hong Kong. Tutto ciò dimostra devastante che causò la morte di 20 milioni di come tale sottotipo risultato anche in quella occasione persone e ne colpì più di 200 milioni. Circa la metà patogeno per l'uomo, abbia subito mutazione nel tempo. delle persone che morirono erano giovani, e adulti in

saluteInfezioni confermate negli umani da virus â1957-58 “Influenza asiatica” A/H2N2 causò circa dell'influenza aviare dal 1997 70.000 morti negli Stati Uniti.

â1968-69 “Influenza Hong Kong” A/H3N2 causò 1997: ad Hong Kong, l'influenza aviare di tipo A/H5N1 approssimativamente 34.000 morti negli Stati Uniti. ha provocato infezione sia nei polli che negli umani. Questo virus è in circolazione ancora oggi.Questa è stata la prima volta in cui un virus influenzale aviare è stato trasmesso direttamente dai volatili agli Una volta che un nuovo virus di influenza pandemica umani. Durante questi episodi, 18 persone sono state emerge e diffonde, questo si instaura tipicamente ospedalizzate e 6 di loro sono morte. Per controllare fra la popolazione e circola per diversi anni. Il CDC ed il quest'episodio le autorità hanno soppresso circa 1,5 WHO conducono un esteso programma di sorveglianza milioni di polli per rimuovere la fonte del virus. per il monitoraggio della attività dell' influenza a livello 1999: ad Hong Kong casi di influenza aviare di tipo mondiale, includendo l'emergenza per potenziali ceppi A/H9N2 sono stati confermati in due bambini con pandemici di virus influenzali.

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15L’OSSERVATORIO Sanità animale

Le ultime epidemie di influenza aviare a livello galline ovaiole un focolaio di influenza aviare europeo confermato successivamente H5N1.

Il 27 Gennaio un focolaio di influenza da virus Olanda: nella primavera del 2003 il paese è stato influenzale aviare H5 coinvolse anche il Laos ed in colpito dalla più devastante epidemia sostenuta dal particolare un allevamento di ovaiole. E' tuttora in corso virus A/H7N7. Sono stati abbattuti oltre 30 milioni di di conferma se il ceppo coinvolto sia identico ad H5N1. volatili e seppure marginalmente anche il Belgio e la Per quel riguarda i casi nella popolazione umana le Germania sono stati coinvolti. Il virus è risultato autorità stanno testando un uomo proveniente dal sud trasmissibile anche all'uomo con interessamento ad del paese sospettato essere infetto da virus influenzale esito benigno di circa 80 soggetti e la morte di un A/H5N1 (WHO 21/02/04). Sarebbe il secondo caso medico veterinario. umano indagato dopo quello di una donna morta nella Danimarca: nel Settembre 2003 è stato isolato il virus provincia di Takeo, dichiarata però dai medici non A/H5N7 ad alta patogenicità da anatre allevate a scopo colpita da virus influenzale di tipo A/H5N1.venatorio. Nel personale venuto a contatto con i volatili, Corea del sudda campioni effettuati, non si è avuto nessun riscontro Nel Dicembre 2003 è stata segnalata un'epidemia nel della presenza del virus. pollame e negli anatidi da virus A/H5N1. L'origine del

focolaio viene attribuita agli uccelli migratori. Il CDC di Situazione nei paesi del sud-est asiatico Atlanta ha stabilito la diversità genetica del ceppo Attualmente l'infezione è diffusa in ben 8 paesi, e la influenzale coreano rispetto al ceppo al vietnamita tendenza ad occultare e a contrabbandare volatili come i (Promed 26/01/04). Il 7 Febbraio le autorità riportano il galli da combattimento può contribuire al coinvolgimento di 7 allevamenti di polli ed anatre con mantenimento e diffusione del contagio (WHO l'eliminazione di 350.000 capi (OIE 7/2/04).18/02/04) considerando anche il fatto che un'epidemia Giapponeda virus ad alta patogenicità richiede diversi anni per Nel Dicembre 2003 il Giappone ha segnalato la una completa estinzione. presenza nel sud-ovest del paese di un certo numero di Vietnam casi di influenza aviare da A/H5N1.Gli studiosi In questo paese la malattia esplode nell'Ottobre 2003 giapponesi affermano la somiglianza da un punto di colpendo alcuni bambini (età compresa fra i 9 mesi e i vista genetico di questo ceppo alla variante Gd96 isolato 12 anni) di diversi villaggi a nord di Hanoi. I soggetti nel 1996 da allevamento di oche in Cina e sostengono colpiti manifestano un grave patologia respiratoria che le varianti giapponesi e vietnamite di A/H5N1 non simil-influenzale. Al 24 Gennaio, vengono interessate siano identiche. Attualmente viene confermato dalle 57 delle 64 provincie del paese e più di 27 milioni di autorità una secondo focolaio nella prefettura di Oita, polli ed altri avicoli, sono morti o sono stati abbattuti in causato da virus influenzale A/H5N1 (WHO 20/02/04).seguito al virus H5N1 (WHO 18/2/04). TaiwanIn confronto comunque all'estensione dell'epizoozia nel Sono stati segnalati alcuni casi di influenza aviare da pollame il numero delle persone contagiate rimane A/H5N2 e da A/H5N1 isolato da anatre morte trovate esiguo. Secondo fonti del WHO del 3 Febbraio 2004 nel Mar della Cina meridionale.sono interessate 52 delle 64 provincie vietnamite. ThailandiaIl personale a rischio ha l'obbligo di utilizzare E' stato segnalato ufficialmente l'isolamento di A/H5N1 dispositivi di protezione e viene anche sottoposto a in 7 persone tutte decedute su un numero complessivo di trattamento profilattico antivirale con Tamiflu (inibitore 9 ricoverate (WHO 18/02/04). Sono stati abbattuti circa della neroaminidasi). Al 21 Febbraio 2004 per quel che 25 milioni di volatili e le zone di depopolamento si riguarda i casi umani secondo il WHO i dati riportano 23 estendono per 5 km attorno al focolaio (“zona rossa”) il persone colpite di cui 15 andate incontro a morte. quale una volta estinto si trasforma in “zone gialle” o di Cina-Hong Kong SAR sorveglianza (FAO 5/02/04). Attualmente la Thailandia Hong Kong - Il 19 Gennaio 2004 da un falco pellegrino è colpita da una seconda ondata di focolai con trovato morto a Gold Coast New Territories, nei pressi l'interessamento di 9 provincie e tutto ciò pare collegato di un centro residenziale, venne isolato il virus aviare a spostamenti non autorizzati di galli da combattimento. H5N1. Cina - A fine Gennaio 2004 il governo cinese Si segnala inoltre il coinvolgimento di tre gatti confermò un'epidemia da influenza aviare A/H5N1 e domestici e una tigre bianca nell'infezione da virus secondo il WHO in data 21 Febbraio 2004 si sono avuti aviare H5N1. Dei tre dei gatti appartenenti ad una un totale di 49 episodi in 16 province del territorio colonia di ben 15 soggetti domestici di proprietà di una cinese dei quali 46 sono confermati A/H5N1 dal donna tailandese, uno è stato sicuramente visto nutrirsi Laboratorio di Referenza Nazionale per l'Influenza di una carcassa di pollo presso una fattoria colpita da un Aviare. Ufficialmente viene riportata l'eliminazione di episodio di influenza aviare. I rimanenti 14 felini si sono 1,2 milioni di polli, anatre e oche.(WHO 20/02/04). ammalati e nel giro di pochi giorni sono morti. Tre di Cambogia e Laos essi sono stati sottoposti a necroscopia Non è ancora In Cambogia, venne segnalato dall'OIE il 24 Gennaio in chiaro se il virus possa diffondere dai felini agli umani

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ma i veterinari a scopo precauzionale hanno avvisato la popolazione di evitare qualsiasi contatto con i gatti nelle aree popolate da allevamenti di pollame. Il Dott. Prasert Thongcharoen esperto virologo del WHO ha dichiarato che questo episodio può rappresentare un pericolo vista la stretta relazione fra questi animali domestici e gli umani. I test di laboratorio hanno confermato al 100% un identico codice genetico nel virus influenzale aviare trovato nei polli e quello dei 3 gatti domestici e della tigre. La proprietaria dei gatti si trova comunque in buona salute ma viene tenuta sotto costante monitoraggio vista l'abitudine di uno degli animali a dormire sul suo letto. L'Unione Europea dal 23/01/04 ha sospeso l'importazione di volatili vivi e prodotti derivati da questo paese che risulta essere il maggiore esportatore fra i paesi del sud-est asiatico.IndonesiaL'epidemia da virus A/H5N1 è scoppiata a Dicembre 2003 e dati aggiornati a Gennaio 2004 riportano la morte di 4,7 milioni di polli e contemporanea circolazione dell'agente della malattia di Newcastle. Non sono stati segnalati casi di infezione umana.

Situazione negli Stati Uniti

11 Febbraio 2004, Stato del Delaware, Kent County e Sussex County. Nell'episodio del Kent County il ceppo è riconducibile ad H7N2, virus a bassa patogenicità. Per l'episodio del Sussex County il ceppo è sempre H7 ma il componente neuraminoasidico e la relativa patogenicità sono ancora da determinarsi (OIE 11/02/04).15 Febbraio 2004, Pennsylvania-Harrisburg. Isolato un ceppo di influenza da H2N2, ben diverso da quelli attualmente circolanti nel Delaware e nei paesi del sud-est asiatico. Questo non rappresenta comunque una minaccia per la popolazione e per l'industria del pollame (OIE 15/02/04).23 Febbraio 2004, Texas Conferma di positività in un allevamento di galline nella provincia di Gonzales da virus ad alta patogenicità H5N2, che potrebbe anche costituire un problema per la salute umana. Attualmente negli allevamenti vengono impiegate tutte le buone norme di bio-sicurezza come barriera contro la diffusione della malattia, ma a scopo precauzionale la UE ha sospeso fino al 23 Marzo 2004 l'importazione di pollame vivo, uova e volatili domestici dagli Stati Uniti (OIE 23/02/04).

1. Veterinario Area Sanità Animale ASL 17 Fossano (CN)2. Veterinario Contrattista OEVR c/o IZS Brescia

Fonte mappa: FAO - Agricolture Department - Animal Production and Health Division