sah · 2018-06-12 · sah magazine 3. s. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per...

20

Upload: others

Post on 17-Jul-2020

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto
Page 2: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

2

3 EDITORIALE Guardiamo al futuro di Giuseppe Failla

4 EVENTI Il ministro della Salute in visita al S. Anna di Marcello Barillà

11 CARDIOCHIRURGIA A Catanzaro da tutta Europa

12 STUDI I cardiologi ospedalieri premiano il S.Anna 13 ELETTROFISIOLOGIA Un salto di qualità nel controllo remoto

14 CARDIOCHIRURGIA Il flussimetro per by-pass ancora più efficaci

15 DIAGNOSTICA L’importanza di accreditare i medici specialisti

16 QUALITÀ Il S. Anna conforme alla ISO 9001:2008

17 LO PSICOLOGO AL TUO FIANCO

19 LETTERE AL MAGAZINE

S. Anna Hospital Magazine Viale Pio X, 111- 88100 Catanzaro

Tel. 0961 5070456

Direttore ResponsabileMarcello Barillà

[email protected]

Direttore EditorialeGiuseppe Failla

Direttore Generale S. Anna Hospital

Direttore ScientificoProf. Benedetto Marino

Referente MedicoDaniele Maselli

Direttore Dipartimento Chirurgia Cardiovascolare

S. Anna Hospital

Progetto e impaginazioneGrafica Il segno di Barbara Rotundo

[email protected]

Stampato in 27.000 copie presso Rubbettino print - Soveria Mannelli (CZ)

Registrazione Autorizzazione Tribunale di Catanzaro

n. 3 del 6 aprile 2009

postatarget magazine NAZ/571/2009

Chi non desidera ricevere il S.Anna Hospital Magazine

può comunicarlo all’[email protected]

SOMMARIO

AVVISO IMPORTANTE PER I LETTORIL’equipe medica del S.Anna Hospital, nell’intento di rendere sempre più veloci

e profi cui i contatti con i pazienti, chiede loro e/o ai loro familiari di voler fornire il proprio indirizzo di posta elettronica.

Chi intende aderire a tale richiesta, può comunicare il suddetto indirizzo scrivendo direttamente a: [email protected]

www.santannahospital.it

ISO 9001Sistema Qualità Certificato

Membro della Federazione CISQ

Page 3: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

3

Stiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è infatti indicatore che non sia rimasto di segno negativo, a cominciare da quelli economici. Il com-

parto della sanità non ha fatto eccezione. Lo dicono i dati ufficiali resi noti dal ministero della Salute, secondo i quali il valore delle prestazioni rese in Calabria è continuato a diminuire. In altre parole, i conti vanno progressivamente aggiustandosi (grazie agli effetti del piano di rientro) ma l’efficienza del sistema resta ancora un obiettivo non raggiunto; la collettività, quindi, spende per sostenere il sistema stesso molto più di quanto non riceva in servizi. Basti pensare al dibattito sui Lea, i Livelli essenziali di assistenza, che in Calabria non sarebbero ancora garantiti. Il punto è che come ha detto esplicitamente il ministro Lorenzin nel corso della sua visita al S. Anna lo scorso otto novembre, “non esistono più le condizioni per fare tagli, men che meno lineari”; occorre quindi ottimizzare i processi e restituire qualità alla spesa. Ed è questa, probabilmente, una delle sfide più impegnative che at-tendono Mario Oliverio, neo presidente della Regione, eletto solo qualche settimana fa ed al quale vanno i nostri auguri sinceri di buon lavoro.Anche per il S. Anna il 2014 è stato un anno impegnativo. Non dimentichiamo che solo a fine feb-braio si è chiusa una vicenda - quella dell’accreditamento e della conseguente firma dei contratti con l’Asp - che non è azzardato definire surreale, visto che si è protratta per ben due anni. Ciò no-nostante, abbiamo lavorato sodo per recuperare l’inevitabile spreco di tempo ed energie, abbiamo irrobustito in modo significativo risorse umane e tecnologiche e i risultati sono arrivati, come rite-niamo dimostrino anche i “fatti” raccontati in questo numero del Magazine.Per il futuro, oltre che mettere in conto il consueto impegno nel lavoro al servizio dei malati calabre-si, anche noi attendiamo di capire come la Regione affronterà la sfida cui abbiamo fatto riferimento in precedenza. Una struttura di Alta Specialità come la nostra ha bisogno prima di ogni altra cosa di un contesto normativo e organizzativo certo nel quale operare, anche in questo caso nell’interesse dei cittadini. Una certezza che finora è mancata. Bastano giusto pochi flash per comprenderlo bene. Svolgiamo da sempre, di fatto, funzione di pronto soccorso cardiochirurgico di secondo livello, ven-tiquattrore al giorno, tutti i giorni dell’anno. Eppure nessuno ha inteso finora riconoscere formal-mente questo servizio reso. Lavoriamo - e i numeri dimostrano quanto - con budget che piuttosto che essere definiti a monte del lavoro da svolgere, vengono imposti a lavoro già svolto. Lavoriamo, infine, in assenza di una Rete dell’emergenza e quindi tra inerzie e indeterminatezze, senza percorsi e regole certe. Sia chiaro, a scanso di equivoci: una volta che il paziente è stato accolto in emer-genza/urgenza al S. Anna - e questo accade circa ottocento volte all’anno - il nostro compito viene svolto ai livelli di qualità e di competenza che tutti conoscono e ci riconoscono. Ma quanto rischia un paziente, se prima di arrivare in ospedale la catena del soccorso è disseminata da inerzie e inde-terminatezze piuttosto che da percorsi e regole che diano certezze su come muoversi? Ecco, questo è l’interrogativo che ci poniamo da anni e che spiega il perché, da anni, insistiamo affinché l’ente Regione metta mano una volta per tutte al problema. Perché com’è ampiamente noto, in ambito cardiologico il fattore tempo segna spesso il discrimine tra il perdere o il salvare una vita umana. Da qui, dunque, il nostro auspicio che la nuova stagione di governo che si è aperta porti con sé le so-luzioni necessarie a dare efficienza al sistema; che la politica metta finalmente a profitto la propria autonomia e spenda tutta la propria autorevolezza per organizzare il sistema sanitario calabrese e non per “gestirlo”, come purtroppo è accaduto troppo spesso in questi ultimi anni. Nel frattempo, giungano ai nostri lettori gli auguri per le Festività Natalizie.

Giuseppe Failla

Guardiamo al futuroEDITORIALE

Page 4: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

4

Il ministro della Salute in visita al S. Anna

Beatrice Lorenzin giudica il Centro all’altezza dei grandi ospedali che in Italia si occupano di cardiologia. Affrontato anche il tema dell’emergenza

Diciamolo pure con franchezza: la visita di un ministro, nel bel mezzo di una campagna

elettorale, può essere oggettivamente motivo di imbarazzo. Il rischio, infatti, è che tutto venga come suol dirsi “buttato in politica”, strumentaliz-zato, equivocato, comprese le intenzioni migliori. Che le elezioni regionali di novembre scorso fossero un appuntamento cruciale per la Calabria, era chiaro ed eviden-te a tutti. Dal 2010 e cioè dalla precedente tornata elettorale, oggi in Italia nulla è più come allora. I conti pubblici, già sto-ricamente malmessi, hanno subìto l’impatto della Grande Crisi diventando un’emergen-za nazionale. Nella nostra re-gione, conti pubblici signi�ca essenzialmente “sanità”: la voce di spesa più signi�cativa del bilancio regionale, per un comparto sottoposto peraltro a un piano di ri-entro severo, che non pochi sacri�ci ha imposto ai cittadini in termini di pressione �scale. Proprio per questo il S. Anna, cosciente del proprio ruolo in sanità al servizio dei calabresi e cosciente delle s�de che attendono il sistema sanitario regiona-le sul fronte dell’e�cacia e su quello della qualità della spesa, aveva immaginato di mettere a con-fronto, prima del voto, tutti i candidati alla presi-denza della Regione. Lo scopo era sottoporre loro soprattutto il tema dell’Alta Specialità del Cuore nel contesto della Rete dell’emergenza. Due facce di un’unica me-

daglia su cui, dopo anni, si attende ancora una parola de�nitiva da parte del maggiore Ente ter-ritoriale e su cui poteva essere interessante, per operatori e pazienti, conoscere le idee e i pro-grammi degli aspiranti governatori. L’invito, for-

malmente rivolto a ciascuno dei competitor, non ha però avuto seguito. Si sono create invece le condizioni per la vi-sita del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che è sicu-ramente esponente di partito ma è al contempo rappresen-tante del Governo in carica e quindi personalità di rango costituzionale; il che ne fa un interlocutore non solo auto-revole ma anche slegato da qualunque altra contingenza, compresa quella elettorale. Per il S. Anna, si è trattato sicu-ramente di un’occasione assai utile di approfondimento. An-

che perché gli anni di regime commissariale del-la sanità hanno fatto sì che le vicende calabresi arrivassero all’attenzione dei tavoli ministeriali (Economia e Salute), dando contezza delle cifre di bilancio e creando, su quegli stessi tavoli, la consapevolezza del ruolo di ciascun operatore sanitario sul territorio. Basti pensare per esem-pio che Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che ha coadiuvato il lavoro dei commissari), a�rontando nelle sue prime linee di indirizzo il tema della cardiochirurgia ha a�er-mato che in Calabria esistono attualmente due realtà, una sola delle quali supera ampiamente,

EVENTI

Page 5: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

5

per volume di attività, gli standard di sicurezza e che una leggera implementazione dell’attività nella seconda sarebbe stata quindi su�ciente a soddisfare interamente il fabbisogno regionale. Approfondire questi temi, dunque, ha signi�ca-to per il S. Anna far conoscere al ministro della Salute ulteriori ma certamente non secondari dettagli sulle condizioni complessive in cui, in Calabria, il nostro Centro dà risposte alla doman-da di salute dei cittadini a�etti da patologie car-diovascolari.Di fronte a una platea nutrita di dirigenti delle unità operative, medici, infermieri e amministra-tivi, sono stati il direttore generale del S. Anna, Giuseppe Failla e quello del Dipartimento di chi-rurgia cardiovascolare, Daniele Maselli a illustra-re l’attività del Centro: i volumi e la qualità delle prestazioni, i percorsi diagnostico terapeutici e le linee di sviluppo. Ma dai vertici dell’ospedale, il ministro ha appreso anche delle di�coltà in cui il S. Anna è costretto suo malgrado a lavorare: le disfunzioni complessive del sistema sanitario ma soprattutto la mancanza di una la Rete dell’e-mergenza de�nita e chiara. Dei due interventi, vi riferiamo dettagliatamente a parte, in altrettanti box dedicati anch’essi alla visita del ministro. «Ho avuto del S. Anna un’ottima impressione - ha detto Beatrice Lorenzin -, mi sembra una struttura all’avanguardia, dotata di attrezzature come capita di vederne solo nei grandi ospedali

Page 6: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

6

che in Italia si occupano di cardiologia e quindi, lo ribadisco, l’impressione è stata ottima». Dopo essere stata informata su come il S. Anna gesti-sce annualmente i circa ottocento trasferimenti dagli ospedali calabresi in regime di emergenza/

urgenza (in assenza cioè di una Rete ma anche di un’intesa speci�ca con la Regione) il ministro ha a�ermato di avere “ben chiare le ragioni per le quali il S. Anna pone il problema». «In questo momento - ha aggiunto - i commissari sono im-pegnati proprio nella predisposizione della Rete emergenziale e sottoporrò loro le questioni che mi sono state qui rappresentate. Fondamental-mente, l’obiettivo è rendere funzionale la Rete stessa in Calabria; in ogni caso, se la Rete ancora non c’è ma il servizio viene svolto, questo dato di fatto in qualche modo deve essere ricono-sciuto». Un’a�ermazione importante, quella del rappresentante di governo, che alla domanda su cosa farebbe il ministro se fosse al posto dei commissari straordinari, ha risposto: «Alcune cose le stanno facendo loro, altre vedremo se ri-uscirà a farle il ministro».Il tema dell’emergenza/urgenza, tutt’altro che secondario, non è stato comunque il solo ad essere sottoposto all’attenzione di Beatrice Lo-renzin nel corso della sua visita al S. Anna. Altro nervo scoperto per il Centro è quello del rap-porto più complessivo con l’ente Regione che, a di�erenza dei tavoli romani di cui si è detto, con-sidera l’ospedale quasi fosse una realtà a parte rispetto al resto dell’ospedalità pubblica. «Non deve esserci pregiudizio sulla sanità privata - ha detto il ministro. L’italia ha un’integrazione di sistema pubblico/privato accreditato, in cui quest’ultimo incide in media per il 23%, tenuto conto delle diverse realtà regionali. La distinzio-ne da questo punto di vista non riveste alcuna importanza, nel senso che le prestazioni eroga-te sono comunque prestazioni pubbliche al ser-vizio del cittadino. L’importante - ha aggiunto Lorenzin - è che la rete che integra al suo interno le diverse strutture sia costruita in modo intelli-gente; che non vi siano duplicazioni inutili, so-prattutto lì dove si parla di strutture accreditate che in quanto tali erogano, come ho detto, pre-stazioni pubbliche a tutti gli e�etti».E sempre a proposito della presunta dicotomia pubblico/privato, il ministro ha aggiunto che «le regole dovrebbero valere semmai al contra-rio, nel senso che anche le strutture pubbliche dovrebbero sottostare alle stesse norme severe imposte ai privati. Invece - ha detto Lorenzin - capita di trovarsi di fronte a strutture pubbliche

Page 7: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

7

che se fossero obbligate come un privato a fare domanda di accreditamento, probabilmente se la vedrebbero respinta. Del resto siamo spesso costretti ad applicare il meccanismo della pro-roga degli accreditamenti delle strutture pub-bliche, perché in caso contrario rischieremmo di dover chiudere un bel po’ di ospedali italiani». Osservazione realistica, quella del ministro; ba-sti pensare - lo ha ricordato il dg Failla - che in Calabria gli ospedali pubblici sono stati accre-ditati in un’unica soluzione grazie a una legge regionale. Il punto di vista del ministro, dunque, è che «c’è un unico sistema-salute che deve ri-spettare gli stessi standard e gli stessi parametri dal momento che il budget nazionale è unico». Il salto di qualità in termini di armonizzazione e crescita di e�cienza, per la Calabria potreb-be addirittura essere più semplice che in altre regioni. «In virtù del piano di rientro - ha detto Lorenzin - il bilancio è quasi ripianato ma soprat-tutto in questa regione non vi sono quelle stra-ti�cazioni, che invece altrove rendono di�cile smontare meccanismi consolidati». L’esempio è quello del Lazio, dove a fronte delle esigenze di budget, esistono cinque policlinici e un numero cospicuo di strutture di ispirazione religiosa. «In Calabria, paradossalmente - ha aggiunto il mini-

stro - le negatività possono invece trasformarsi in opportunità. Il fatto che non ci siano state �-nora le reti ospedaliera e dell’emergenza, signi-�ca certo che partiamo da zero ma che proprio per questo si può lavorare bene, progettando e veri�cando per step a tre, sei, nove mesi. Un la-voro - ha detto ancora Lorenzin - condiviso con tutti gli attori, così che ciascuno possa avere le sue responsabilità. Un lavoro da portare avanti in sede locale ma nel quadro del nuovo Patto per la Salute che va esattamente nella direzione del-la visione d’insieme. Ormai - ha concluso il ministro - non esistono più le condizioni per fare tagli, men che meno lineari. Occorre semmai ottimizzare i processi e realizzare qualità di spesa, per recuperare e reinvestire risorse. Il ministero nei prossimi anni cambierà pelle accentuando la sua funzione di indirizzo nelle politiche sanitarie e del farmaco, monitorando i risultati a�nché i livelli di assi-stenza siano standard sul territorio nazionale». Beatrice Lorenzin è apparsa molto convinta: non solo di quello che vi abbiamo appena rac-contato ma anche del fatto che la Calabria ce la farà prima di altri a raggiungere il risultato.

Marcello Barillà

Page 8: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

8

A fare gli onori di casa e le presentazioni di rito al ministro della Salute è stato, secondo il pro-

tocollo, il direttore generale del S. Anna, Giuseppe Failla. «Il nostro è un gruppo di lavoro molto giova-ne ma con alle spalle un’esperienza già consolidata e fortemente qualificata - ha esordito. L’ospedale è una struttura che si occupa di cardiochirurgia e delle altre patologie che afferiscono all’Alta Specialità del Cuore e opera sul territorio da quindici anni. Un’attività avviata dopo quella del Policlinico uni-versitario ma che pensiamo sia stata da stimolo per quest’ultimo che, più anziano di un decennio, non eseguiva però interventi al cuore. Nel momen-to in cui il S. Anna ha avviato la sua at-tività, anche il Policlinico si è mosso e oggi esegue circa duecento interventi all’anno. È Agenas, l’Agenzia naziona-le per i servizi sanitari regionali, quella che è riuscita a dare maggiore eviden-za di questo fenomeno - ha detto Failla -, nel senso che per tanti anni c’è stata forse una sottovalutazio-ne di ciò che era stato il nostro contributo alla rete dell’assistenza e alla riduzione della emigrazione sanitaria in tutta la regione».Sono i numeri, come è giusto che sia, a dar conto della realtà e quelli illustrati anche nella circostanza della visita di Lorenzin parlano chiaro. «Dall’ultima rilevazione condotta - ha detto Failla - risulta che circa il 29% dei pazienti proviene dalla provincia di Cosenza, il 25% da quella di Reggio Calabria, il 24% da quella di Catanzaro, il 13% da quella di Crotone e il 9% da quella di Vibo Valentia. Per quanto riguarda l’anno in corso, proiettando sull’arco dei 12 mesi i dati raccolti al 31 ottobre, è stimabile che nel 2014 il S. Anna registrerà circa 4000 ricoveri, di cui 745 in regime di emergenza/urgenza per trasferimen-to dei pazienti da altre strutture di tutta la regione. Gli interventi chirurgici in ambito cardiaco saranno 860, quelli ambito vascolare 706. La Cardiologia In-terventistica, insieme con Elettrofisiologia e Cardio-stimolazione effettueranno 3200 interventi, 800 dei quali funzionali all’attività chirurgica. Numeri, que-sti, grossomodo in linea con quelli registrati negli anni precedenti.Nel corso di questi anni, da quando è nata la car-diochirurgia del S. Anna - ha poi aggiunto il DG - il panorama in Calabria è decisamente cambiato. L’U-nità di Emodinamica che il dottor Missiroli dirige dal 2002, giusto per fare un esempio, è un servizio pres-

so il quale si sono formati gran parte degli operatori che oggi reggono le sorti delle principali emodina-miche della regione. La nascita di questi presìdi, av-venuta nel corso degli anni, consentirebbe oggi la realizzazione di una vera Rete, basata sullo schema Spoke - Hub. Purtroppo però e a dispetto dei risultati raggiunti, fino ad ora tutta l’area dell’Alta Specialità

del Cuore ha lavorato in una sostan-ziale idefinitezza. Questo ha provoca-to e provoca disfunzioni di non poco conto, a cominciare dalle incertezze relative ai budget, i quali peraltro non vengono stabiliti all’inizio di ogni anno ma spesso alla fine, quando cioè il ca-rico di lavoro è stato già svolto. In più, restano aperti e ancora irrisolti i pro-blemi legati all’area dell’emergenza/urgenza. Un’area tutt’altro che trascu-rabile, nella quale come detto ricado-no ogni anno una media di circa 800 ricoveri. Il S. Anna - ha concluso Failla

- ha continuato finora ad accogliere i pazienti inviati dalle diverse strutture ospedaliere presenti sul ter-ritorio regionale. Lo ha fatto in virtù di un principio etico cui l’ospedale non è mai venuto meno e che vede l’essere umano al centro della propria attività in quanto elemento fondante della sua stessa ra-gion d’essere. È stato così da sempre e così sarà per il futuro, anche a costo di quei sacrifici economici che la Regione e l’Asp per prime conoscono bene. An-che a costo dell’incertezza totale nella quale le pre-stazioni in emergenza/urgenza vengono erogate. Anche a costo dei confronti, spesso estenuanti, che ne seguono e che appartengono a un’anomalia che probabilmente non trova riscontro in altre Regioni. Se tutto questo è frutto di un principio etico, appare altrettanto etico chiedere di sapere a che titolo que-sto lavoro viene svolto e auspicare di conseguenza un quadro di riferimento normativo certo. Sono questi gli elementi su cui la Regione non ha finora inteso fare chiarezza, così come da anni resta anco-ra inevasa la richiesta del S. Anna di vedere ricono-sciuto in atti quel servizio di pronto soccorso cardo-chirurgico che la struttura espleta nei fatti, 24 ore al giorno e per 365 giorni all’anno. Resta quindi singo-lare e difficilmente comprensibile una situazione ambigua, nella quale l’ospedale svolge di fatto un ruolo che all’occorrenza torna utile ma del quale ci si dimentica un attimo dopo che è stato svolto e per di più ai livelli di qualità che nessuno, almeno a pa-role, si dice disposto a non riconoscere».

Emergenza: situazione ambigua difficile da comprendere

Page 9: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

9

È stato Daniele Maselli, direttore del Diparti-mento di Chirurgia Cardiovascolare, a illustrare

al ministro Lorenzin l’attività del S. Anna in chiave di percorsi diagnostico terapeutici. «La nostra è una struttura assai radicata sul territorio regionale e con un pregio - ha spiegato Maselli -: è una struttura for-temente concentrata ma all’interno le competenze sono molto specifiche e differenziate. Questo fa sì che la cura di tutti gli aspet-ti della patologia cardiovascolare pos-sa essere attuata al letto del paziente in pochi minuti e secondo il principio del cosiddetto “Heart team” che si è or-mai imposto a livello internazionale. Significa che le diverse figure mediche: emodinamista, elettrofisiologo, ane-stesista, chirurgo vascolare e cardio-chirurgo, riescono a ritrovarsi in tempo reale intorno al malato, il cui caso viene affrontato con un lavoro di squadra. Ciascuno mette a disposizione il pro-prio bagaglio di conoscenze specifiche, allo scopo di individuare la soluzione ottimale. Una metodolo-gia di lavoro moderna e funzionale, quella del team, che vale sia nel caso di un’urgenza, sia nel caso di un paziente elettivo, il cui ricovero è programmato, ma comporta comunque uno studio a monte». Com’è sua abitudine, Maselli non ha rinunciato a una nota biografica. «Tornare in Calabria - ha detto - per me è stata una sfida, bella e ricca di contenuto. Ho deciso di reinvestire qui e non altrove le cono-scenze acquisite in Italia e all’estero ed è stata per me la scelta giusta, perché ho trovato un ambiente non solo accogliente ma anche fortemente caratte-rizzato da quella voglia di lavorare e di impegnarsi che distingue i calabresi dovunque essi vadano. Le condizioni, dunque, sono state quelle ideali per da-re una spinta ulteriore verso una gestione moderna nella quale è centrale il controllo della qualità del lavoro che viene fatto». Controllo significa numeri e sul tema il direttore del Dipartimento è arrivato preparato all’incontro con il ministro Lorenzin dello scorso otto novem-bre. Fino a quella data, un totale di 610 interventi di cui 202 di by-pass aortocoronarico. Un indice di mortalità totale del 3,4% e dell’1,4% relativamente al BPAC. Mentre per quanto riguarda gli interven-ti valvolari nel loro complesso l’indice è del 3,2% con un 1,2% relativamente agli interventi di sosti-tuzione valvolare aortica. «L’ultimo decesso di un paziente elettivo lo abbiamo registrato a giugno

- ha precisato Maselli. Il resto riguarda invece pa-zienti trasferiti da altre strutture e giunti al S. Anna in condizioni di estrema urgenza. Se il criterio di va-lutazione di questi dati fosse quello degli standard americani - ha aggiunto - la nostra sarebbe una struttura a cinque stelle».Sono risultati ottenuti grazie alla scrupolosità con

cui si lavora nell’ambiente chirurgico e in quello intensivo post chirurgico; scrupolosità a cui si aggiunge un’atten-zione quasi maniacale ai singoli pas-saggi, dal ricovero alle dimissioni, per prevenire le cosiddette complicanze. «E sono risultati - ha detto ancora Ma-selli - che hanno recentemente ottenu-to degli endorsement di tutto rispetto, se pensiamo alla scelta del professor Vanermen di individuare nel S. Anna l’unico centro cardiochirurgico di rife-rimento per le sue attività in Italia e la scelta dell’Università Cattolica di realiz-

zare presso di noi un polo didattico per la Scuola di specializzazione in cardiochirurgia».Alla fine, quello che rimane è il nodo dei circa quat-trocento pazienti che scelgono di farsi curare fuori dalla Calabria. «Un nodo da sciogliere - ha detto il direttore del Dipartimento - anche perché accede con una certa frequenza che il malato calabrese cu-rato fuori sviluppi una complicanza quando è già rientrato nella sua sede di residenza. Il sistema sa-nitario regionale a quel punto deve farsene comun-que carico e così i costi raddoppiano. Un meccani-smo perverso e inutile, perché qui siamo in grado di dare tutte le risposte che servono. Un meccanismo che va contrastato anche attraverso la costruzione di una Rete dell’emergenza efficiente e certa».

L’Hearth team al servizio della qualità delle prestazioni

Page 10: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto
Page 11: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

11

A Catanzaro da tutta Europa

Il professor Hugo Vanermen, tra i maggiori esperti di chirurgia mininvasiva sceglie Il S.Anna come unico Centro per le sue attività in Italia

CARDIOCHIRURGIA

Il professor Hugo Vanermen, considerato uno dei maggiori esperti al mondo di cardiochirur-

gia mitralica mininvasiva videoassistita, ha scel-to il Sant’Anna Hospital come unica struttura di riferimento per la sua attività in Italia. Il Centro calabrese di Alta Specialità del Cuore va quindi ad aggiungersi a quelli dove il chirurgo già riceve e opera i suoi pazienti di tutta Europa; quattro Centri, attual-mente dislocati in Belgio, Pae-si Bassi, Francia e Svizzera.«La scelta del professor Va-nermen - commenta Daniele Maselli, direttore del Diparti-mento di Cardiochirurgia - al quale mi lega un rapporto di collaborazione antico e con-solidato, conferma una volta di più la fondatezza della buo-na fama di cui gode il S.Anna, che lo stesso Vanermen ha evidentemente ritenuto un ospedale all’altezza dei suoi standard. In questo senso - ha aggiunto Maselli - credo che il livello di competenza del nostro sta� medico e infermieristico, la nostra dotazione tecnica all’avanguardia e soprattutto l’esperienza che abbiamo maturato nel campo della chirurgia cardiaca mininvasiva, siano stati fattori determinanti nell’orientare la scelta. Ne siamo ovviamente soddisfatti, anche perché dal confronto delle nostre rispettive esperienze non potrà che derivarne un arricchimento professio-nale reciproco. La chirurgia mininvasiva video assistita, infatti, oltre ai vantaggi che presenta

per quei pazienti che ne ricevono l’indicazione, è utile anche sul piano formativo per gli operatori. Di solito - spiega Maselli - quando si interviene sulla mitrale con metodiche tradizionali il campo visivo è limitato al chirurgo che opera. Nel caso della mininvasiva, che comporta com’è noto un’incisione di pochi centimetri come via di ac-

cesso per intervenire sulla valvola, l’ausilio della video assistenza consente di vedere le immagi-ni ingrandite di parecchie volte su uno schermo molto ampio e ad alta de�nizione; ciò signi�ca non solo una maggiore precisione del gesto chi-rurgico ma anche la condivisione di ciò che si sta facendo con tutta l’équipe presente intorno al ta-volo operatorio; una �loso�a di crescita comune, quindi, che del resto, da sempre, caratterizza il nostro ospedale».

Page 12: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

12

I cardiologi ospedalieri premiano il S.Anna

È tra i cinque migliori Centri italiani fra tutti quelli che nell’ambito clinico “Cardiochirurgia” partecipano ai progetti di ricerca dell’ANMCO

STUDI

La Fondazione “Per il tuo cuore” - nata nel 1998 su iniziativa dell’Anmco (Associazione

Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) - ha premiato il S.Anna Hospital come uno tra i cin-que migliori Centri italiani fra tutti quelli che, nell’ambito clinico “Cardiochirurgia”, partecipa-no ai progetti di ricerca della Fondazione stes-sa. Il riconoscimento è stato conferito al Cen-tro calabrese di Alta Specialità del Cuore nel corso dei lavori del 45° congresso Anmco, che si è svolto a Firenze. Lo studio cui il S.Anna partecipa e per il qua-le l’ospedale è stato premiato (ottenendo il punteggio di qualità di 8.3/10) è il “GISSI Out-liers VAR” sulla bicuspi-dia valvolare aortica (BAV), una patologia congenita a causa della quale la valvola aortica si sviluppa con due sole cuspidi (punte) anziché tre. Un fattore di rischio importante, perché può sfociare anche in eventi improvvisi e a rischio vita. Tuttavia, solo una parte dei pazienti a�etti sviluppa nel tempo complicanze e in più, a cau-sa delle diverse caratteristiche che può assu-mere la patologia, non esiste ancora un criterio per de�nire, una volta diagnostica la BAV, quali saranno i malati più a rischio di sviluppare una degenerazione valvolare o di parete dell’aorta ascendente o di entrambe. Lo studio ha quindi

l’obiettivo di riconoscere caratteristiche pecu-liari e comuni all’interno di fenotipi omogenei di bicuspidia valvolare aortica, con la possibilità di identi�care e strati�care un rischio evolutivo per ciascuna forma di BAV.«Per noi - ha commentato il direttore generale del S. Anna, Giuseppe Failla - l’eccellenza in sani-

tà non ha mai coinciso soltanto con la qualità delle prestazioni ero-gate o con l’accoglien-za che garantiamo abitualmente al mala-to ma ha abbracciato, ogni volta che ciò è sta-to possibile, anche la ricerca sulle patologie che curiamo. Perché è contribuendo diret-tamente ad allargare le conoscenze che ri-usciamo a piani�care lo sviluppo futuro dei percorsi diagnostici e terapeutici. Cerchiamo

di svolgere al meglio anche questo compito e consideriamo il riconoscimento che l’Anmco ci ha conferito un’ulteriore conferma dell’autore-volezza di cui gode la nostra struttura nell’am-bito della cardiochirurgia italiana. Pensiamo sia un messaggio fortemente positivo per tutti i calabresi: per i malati e per la loro tranquillità ma anche per quei cittadini che pur non avendo bisogno dell’ospedale, hanno sicuramente bi-sogno di �ducia nelle capacità della Calabria di esprimere la cosiddetta eccellenza».

Page 13: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

13

Un salto di qualità nel controllo remoto

Introdotto per la prima volta il sistema “Reveal LINQ” . Dispositivo di dimensioni ridottissime per il monitoraggio costante dell’attività cardiaca

ELETTROFISIOLOGIA

È più piccolo di una ministilo, la pila che viene normalmente usata per il telecomando del

televisore di casa. Eppure, è in grado di monito-rare l’attività cardiaca per tre anni, ogni giorno, su tutto l’arco delle ventiquattro ore e inviare, in remoto, al medico, i dati elettrocardiogra�ci del paziente. Di fatto, si tratta di una vera e propria rivoluzione per diagnosticare correttamente l’aritmia e adottare la soluzione terapeutica più adatta ma anche per migliorare la diagnosi di pa-tologie più pericolose e di�cili da riconoscere, come la sinco-pe e la �brillazione atriale. Stia-mo parlando del “Reveal LINQ”, il più piccolo monitor cardiaco impiantabile e che è stato in-trodotto per la prima volta al S.Anna dall’équipe di Tomma-so Infusino, direttore dell’Unità Operativa di Elettro�siologia e Cardiostimola-zione. A riceverlo è stato un paziente in giovane età, con sospetto di Sindrome di Brugada, una malattia cardiaca ereditaria che predispone alle aritmie ventricolari maligne, spesso notturne, quindi non sempre accompagnate da sintomi e che perciò necessitano di un controllo costante.«La procedura - spiega lo stesso Infusino - è re-lativamente semplice. Il dispositivo si inietta sottocute con una siringa speciale, attraverso un’incisione di pochi millimetri praticata sulla sinistra del torace, in anestesia locale. Un salto di qualità molto signi�cativo, grazie alle dimen-sioni ridotte del dispositivo stesso che è più piccolo dell’87%, rispetto al precedente e che pesa solo 2,5 grammi. Ovviamente, niente cavi e niente elettrodi, come nel caso dell’Holter: il

sistema, infatti, comprende anche il nuovo mo-nitor esterno di telemedicina che, posizionato presso l’abitazione del paziente, trasmette i dati diagnostici direttamente all’ospedale, utilizzan-do la tecnologia cellulare per la telefonia mobile globale. Il medico potrà leggerli in qualunque momento sul sito internet dedicato, utilizzando computer, telefonino o tablet. La trasmissione avviene in automatico e non più solo su imput del paziente, come avveniva con la precedente

generazione di device. Una pos-sibilità, quest’ultima, che però rimane comunque, nel caso in cui il malato avverta dei sinto-mi sospetti; ma a prescindere dall’imput del paziente, sarà il dispositivo stesso ad “avvertire” il medico, se si dovessero regi-strare particolari anomalie del

ritmo cardiaco. Ovviamente - puntualizza Infusi-no - Reveal LINQ non è in alcun modo un presi-dio di pronto soccorso ma sicuramente aiuta ad aumentare la sensibilità del sistema diagnosti-co e permette, in questi casi, la pronta gestione della problematica che verrà poi valutata in am-bulatorio o con un ricovero elettivo. In seguito a episodi di svenimento o in presenza di sintomi suggestivi per aritmia, che persistono nonostan-te l’iter diagnostico convenzionale sia risultato nella norma, il dispositivo serve a confermare o escludere con precisione la diagnosi di aritmia cardiaca ed è di grande aiuto nel valutare l’e�-cacia della strategia terapeutica adottata, sia essa di tipo farmacologico, sia di tipo interventi-stico con l’ablazione transcatetere, l’impianto di pacemaker o di de�brillatore».

Page 14: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

14

Il flussimetro per by-pass ancora più efficaci

Lo strumento verifica il flusso del sangue e la sua qualità. Ancora più sicurezza per i pazienti e maggiore attenzione verso il controllo delle prestazioni

Una ulteriore garanzia di sicurezza per il pa-ziente che riceve un by-pass aorto-corona-

rico ma anche un nuovo, ulteriore segnale di attenzione dell’ospedale verso la qualità delle proprie prestazioni. Sono sostanzialmente que-sti i due obiettivi raggiunti dal S. Anna dopo l’in-troduzione, nel giugno scorso, del “�us-simetro”. Si tratta di uno strumento che grazie all’e�etto Doppler consente di testare in tempo reale l’e�cacia del by-pass appena eseguito, sia in termini di �usso del sangue al suo interno e sia in termini di qualità del �usso stesso. Di conseguenza, se il cardiochirurgo non è pienamente soddisfatto del risultato può rieseguire l’anastomosi, senza che questo comporti alcun danno per la coronaria o per il paziente. Semmai quest’ultimo, una volta uscito dalla sala operatoria, potrà essere certo che il suo by-pass non solo funziona ma lo fa nel miglior modo possibile. L’uso del �ussimetro si sposa perfettamente con gli interventi in modalità “cuore battente” ma anche in quelli che compor-tano l’utilizzo della CEC, la circolazione extra-corporea, il test di validazione del by-pass potrà essere e�ettuato, una volta che il cuore sarà tor-nato a funzionare autonomamente. «L’uso del �ussimetro - spiega Daniele Maselli, direttore del Dipartimento di cardiochirurgia del S.Anna - non è così di�uso come si potrebbe immaginare. Innanzi tutto per ragioni, diciamo così, culturali. L’idea di un controllo in tempo re-ale sui risultati del proprio lavoro, non appena lo si è portato a termine, è un’idea non facile da recepire, perché suona quasi come una messa

in dubbio delle capacità del chirurgo di esegui-re una buona prestazione. Ovviamente questo non è vero. Non è detto, infatti, che una buona prestazione non possa essere comunque una prestazione perfettibile. In più - continua Masel-li - il tasso di anastomosi rifatte dopo la veri�ca

è molto basso, nell’ordine dell’1% e questo fa apparire il �ussimetro come un costo ag-giuntivo. Bisogna però comprendere che quell’un per cento, per il paziente, fa di sicuro

la di�erenza e inoltre che la possibilità di ridurre il rischio di complicanze post ope-ratorie trasforma di fatto la spesa in inve-stimento. La presenza del �ussimetro in sala operatoria, oltre che un segnale di attenzione dell’ospedale verso i bisogni del paziente, è indice di attenzione alla produzione di un risultato di qualità

alta. La struttura che si dota di questo tipo di strumenti di controllo della

propria attività dimostra una vocazio-ne alla veri�ca continua dei propri risultati, in

linea con i più moderni approcci alla medicina, in generale e alla cardiochirurgia in particolare. Non è un caso, del resto - conclude Maselli - che il �ussimetro abbia oggi un ruolo centrale nel-le istituzioni che fanno training. Uno specializ-zando che apprende la chirurgia coronarica ha sicuramente un vantaggio enorme nel poter veri�care subito il risultato della procedura. Un chirurgo che sta imparando lavora molto più serenamente ma soprattutto più pro�cuamen-te sul piano dell’apprendimento, se sa che può disporre di uno strumento di controllo del suo prodotto �nale che gli consente, se necessario, di migliorare quello che ha eseguito».

CARDIOCHIRURGIA

Page 15: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

15

L’importanza di accreditarei medici specialisti

Si è concluso il “Corso istituzionale teorico pratico” della SIDV(Società Italiana di Diagnostica Vascolare), tenuto per la prima volta in Calabria

DIAGNOSTICA

Con l’esame �nale svoltosi al S.Anna Hospital, si è u�cialmente concluso il “Corso istituzio-

nale semestrale teorico pratico” Sidv, che era ini-ziato lo scorso marzo. È la prima volta che la So-cietà Italiana di Diagnostica Vascolare svolge in Calabria quella che è considerata una delle sue più importanti attività formati-ve ECM (Educazione Continua in Medicina), indispensabile per gli specialisti in esami vascolari a ultrasuoni che intendono otte-nere l’accreditamento di qualità. Sei in tutto, i professionisti che hanno partecipato al corso; un numero solo apparentemente esiguo ma che dà l’idea del ri-gore e della selettività del corso stesso. Si tratta, in particolare, dei dottori Cristina Nesta e Ce-sare Pucci, cardiologi presso l’azienda Ospedaliera “Puglie-se Ciaccio” Di Catanzaro; Maria Antonietta Cantelmi, medico di medicina generala a Cosenza; Francesco Mio, chirurgo dell’Asp di Vibo; Ester Sessa, radiologa, direttore sanitario del Biocon-trol di Cosenza; Marco Prastaro, specializzando in chirurgia generale presso l’università Magna Grecia di Catanzaro. A dirigere il corso è stato Elia Diaco, responsabile regionale della Sidv e direttore dell’ambulatorio di Angiologia del S.Anna - che della stessa Sidv è Centro di riferi-mento - coadiuvato da Gianluca Bu�one e Do-menica Donato, rispettivamente chirurgo va-scolare e cardiologa presso il Centro regionale di Alta Specialità del Cuore.

«Certi�care gli specialisti è un’esigenza ormai sempre più avvertita - spiega Diaco, che di re-cente il consiglio direttivo Sidv ha nominato tutor per i Corsi istituzionali - perché da un lato è andata progressivamente crescendo la doman-da di esami diagnostici non invasivi in patologia

vascolare e dall’altro è aumen-tata la necessità di contenere i costi di gestione delle Unità Operative. Si è posto quindi un doppio problema: di appro-priatezza delle indicazioni agli esami stessi e di qualità con cui essi vengono eseguiti. È per questo che la Società Italiana di Diagnostica Vascolare ha de-ciso di proporre agli specialisti percorsi individuali e volontari di accreditamento, con l’obiet-tivo di creare un corpo di ope-ratori in grado di garantire al paziente e al sistema sanitario complessivamente inteso, un servizio qualitativamente vali-

do e attendibile secondo criteri e parametri certi e condivisi dalla comunità medica».Archiviato il Corso istituzionale, lo sguardo è già rivolto agli appuntamenti del 2015. Nei giorni 29, 30 e 31 maggio, infatti, l’Igv Club Le Castel-la a Isola Capo Rizzuto ospiterà l’International Vascular Course. Il S. Anna e la Società Italiana di Diagnostica Vascolare chiameranno in questo caso a raccolta non solo il gotha dell’angiologia italiana, come già era avvenuto lo scorso anno, ma anche alcune tra le personalità più prestigio-se a livello internazionale.

Page 16: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

16

Il S. Anna conforme alla ISO 9001:2008

Il Centro regionale di Alta Specialità del Cuore conferma la certificazione di qualità. Maselli: “Indici di mortalità ben al di sotto dell’attesa teorica”

Anche nel 2014 il S.Anna Hospital ha superato positivamente le veri�che per la Certi�cazio-

ne di Qualità. I processi che si svolgono all’inter-no del Centro regionale di cardiochirurgia risul-tano quindi conformi alla norma ISO 9001:2008. Contrariamente al passato, quest’anno l’audit sul S.Anna è stato condotto dagli esperti di “Rina Services”, considerato uno tra i più autorevoli Enti veri�catori italiani. Una scelta, questa, determi-

nata anche dalla volontà dell’ospedale di diver-si�care - dopo quasi un decennio - il “controllo-re” della propria organizzazione, sottoponendo quest’ultima alla veri�ca di uno sta� che, a parità di livello di quali�cazione, mai prima d’ora l’aveva passata sotto la lente di ingrandimento. Al termi-ne del test, i percorsi diagnostici e terapeutici, svolti attraverso unità operative, ambulatori e servizi, non hanno messo in evidenza anomalie di 1° grado, quelle cioè relative al mancato ri-spetto della normativa cogente, né di 2° grado, quelle di gravità inferiore ma da rimuovere co-

munque, per evitare che possano diventare di 1° grado. I veri�catori di Rina hanno quindi ritenu-to “il sistema di gestione dell’organizzazione ben adeguato e ben applicato; le persone intervista-te - si legge ancora nel rapporto �nale - hanno dimostrato un alto grado di competenza tecnica e conoscenza dei processi nei quali sono coin-volti, nonché una buona consapevolezza delle regole del sistema di gestione. La struttura è di

riferimento sul territorio per il tipo di prestazioni erogate”.La veri�ca 2014 sulla Certi�cazione di Qualità del S. Anna ha fatto inoltre re-gistrare, una volta concluse le proce-dure formali del test, un ulteriore mo-mento di confronto. Daniele Maselli, direttore del Dipartimento di chirur-gia cardiovascolare, ha infatti illustra-to agli esperti di Rina una parte dei risultati della raccolta dati che la stes-sa Unità sta portando avanti in pre-visione dell’audit clinico di �ne anno sull’attività operatoria. Gli interventi chirurgici vengono progressivamen-

te inquadrati in base a criteri oggettivi e condivi-si a livello internazionale, secondo la patologia, la modalità di esecuzione, il rischio operatorio e la conseguente mortalità attesa. Ebbene, a proposito di quest’ultima, gli indici registrati al S.Anna nei primi sei mesi dell’anno si collocano ben al di sotto delle previsioni teoriche e sono perfettamente in linea con quelli dei maggiori centri cardiochirurgici statunitensi, che da sem-pre rappresentano la pietra di paragone princi-pale per stimare la qualità delle prestazioni sani-tarie rese in ambito cardiochirurgico.

QUALITÀ

Page 17: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

17

L’INVISIBILE CHE È DENTRO DI NOI E LO SGUARDO DEL CUORESono stata operata al Sant’Anna Hospital e mi sono trovata benissimo, in un ambiente acco-gliente, familiare e professionale. Devo ringraziare tutti se oggi sono ancora in piedi accanto ai miei nipotini e posso fare la nonna che conforta, che educa e che all’occorrenza vizia. Ma ricordo bene i momenti di sconforto e quell’ansia che spesso mi visitava, nonostante tutto andasse bene. Si sa, un intervento di cardiochirurgia non è una pas-seggiata e anche se ti promette una qualità di vita migliore, richiede una reazione rapida e determi-nata. Questo mi diceva, dottor Ruga, nei nostri in-contri; dai quali ho imparato che dentro ciascuno di noi esistono due modi di vedere i disagi, due pos-sibili sguardi: quello che coglie il dettaglio e quel-lo che coglie l’insieme. Il primo, quello dettagliato ci fa dire “io sono i miei pensieri, io ho questo ca-rattere, io sono fatta così, questo è il mio passato, questa è la mia storia, questi sono i miei ricordi”. Ma questo è uno sguardo che fa ammalare, non a caso era proprio lo sguardo che mi caratterizzava, facendomi essere puntigliosa, estremamente ra-zionale e analitica, diciamo pure pignola. Poi c’è uno sguardo che allarga, che cerca di avere una visione ampia abbracciando l’in� nito: questo è lo sguardo “della salute” amava ripetere durante le nostre chiacchierate. All’inizio non capivo bene, Dottore, poi ho colto il nesso tra questo sguardo e la mia so� erenza psicologica. Oggi ho imparato a guardare in modo diverso anche l’ansia e cioè non come una cosa che mi tormenta, che capita proprio a me perché sono sfortunata, ma come se fosse il vento. Ricordo quando mi invitava a imma-ginare che “non sta arrivando l’ansia, ma sta arri-

vando il vento!”, e io mi a� davo al vento. Quando chiudo gli occhi e sento l’ansia arrivare mi a� do al vento e improvvisamente divento come un seme che viene portato da una parte all’altra, sbattuto di qua e di là. Insomma, comincio a perdermi. Ho imparato grazie a Lei che avevo un estremo biso-gno di perdermi e il mio cuore, che se n’era accorto prima della mia mente, mi aveva lanciato nume-rosi messaggi che la mente aveva però ignorato, � nché qualcosa poi si è rotto dentro di me. Il cuore ha uno sguardo panoramico sulle cose che ci ac-cadono. E’ una frase che appuntai su un bigliettino e che col tempo ho compreso: questo è lo sguardo che conta per me ora. Ricordo quando mi spiegò che dovevo pensare al modo con il quale si guar-da un panorama, portando l’attenzione non tanto sui dettagli ma lasciando che lo sguardo si perda. Una volta mi disse che bisogna guardare le sof-ferenze come se fossero personaggi di una � aba: “c’era una volta un attacco di tristezza che è venuto a trovare proprio me. Tristezza, tristezza, ti prego, dimmi cosa devo fare”. E la tristezza risponde: “la-scia fare a me. Voglio portarti in un posto dove si è tristi, dove c’è tanto buio, tanta disperazione. Tu però vienimi dietro, accompagnami”. Allora, ho provato a pensare alla tristezza come una vera e propria immagine, quella di donna antica, una donna dell’800. Ho capito che quello era il mio sguardo panoramico sulla tristezza. I nostri occhi non sono fatti per vedere solo gli oggetti intorno a noi. I nostri occhi sono fatti per produrre lo sguar-do interiore, che non è lo sguardo sul dettaglio, ma quello dell’in� nito, dove una cosa chiama un’altra e poi un’altra, un’altra e un’altra ancora... Prima di operarmi avevo l’ossessione di pulire tutti i giorni il tavolo di casa, che non mi sembrava mai abba-

Lo psicologo al tuo fianco

La rubrica “Lo psicologo al tuo � anco” ospita la voce dei pazienti attraverso le loro testimonianze, che vengono commentate a cura del Servizio di Cardiopsicologia del S.Anna, di cui è responsabile il dottor Roberto Ruga.

Page 18: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

18

stanza pulito. Poi Lei mi ha fatto vedere in questo compito del pulire, un modo di tornare perfetta, senza macchie, senza sporco. Così mi ha fatto al-largare lo sguardo facendomi immaginare che i boschi, soprattutto in autunno, si riempiono di fo-glie secche. E allora ho capito che al di là del mio bisogno di pulizia e di perfezione, dentro di me potevano convivere due immagini: quella di una donna che pulisce e quella di una donna che sa stare con le cose sporche. Il modello di perfezione ci fa ammalare perché è �glio di uno sguardo che vede le cose solo e sempre apposto. Eppure il cuore mi aveva avvertito con i suoi messaggi, con le sue palpitazioni, col suo battito irregolare, impreciso, bizzarro, che Lei ribattezzò in “fantasioso”. Ecco Dottore, oggi mi piace dire di essere una donna più fantasiosa di prima, mi sento rinnovata, come se vivessi in un altro tempo. Grazie! (Una paziente)

(Fonte: www.robertorugaCOMMENTO

A volte capita di riuscire ad ascoltare la parte più profonda di se stessi. È il caso di questa

paziente che riesce a vedere gli accadimenti del-la sua vita e quindi anche l’ansia, con un occhio più panoramico, che va oltre il con�ne ristretto della razionalità del suo io, per scoprire dentro di sé una donna misteriosa, straordinaria, portata alla luce dalla so�erenza del cuore. In altre parole, sa fare della sua ossessione di ordine un’occasione di autocomprensione e diviene capace di dare voce ad un nuovo per-

sonaggio, più ampio, più �essibile e tollerante che alberga nel suo animo. Sì, direi che si tratta di un’altra vita, rinnovata sia nel corpo, da un in-tervento chirurgico che ha “sbloccato” qualco-sa che prima era occluso, sia nell’anima, da un nuovo modo di considerare se stessa. Quando il nostro orizzonte si amplia stiamo bene. Chi in-vece passa il tempo a lamentarsi si ammala e il suo sguardo diviene sempre più miope, troppo dettagliato, incapace pertanto di vedere un sen-so ulteriore negli avvenimenti. Per vivere una dimensione autentica, profonda, più naturale, dobbiamo vedere l’invisibile che è dentro di noi. Durante i colloqui con i pazienti cerco sempre di allenare il loro sguardo interiore a�nché pos-sano ritrovare l’immagine di un volto senza ma-schera, più aderente alle leggi dell’anima, libero, spontaneo, meno controllato e più capace di emozionarsi. A volte serve “perdersi” per poi accorgersi di come tutte le cose che abbiamo escluso possano far parte di noi. Quel perdersi è un percorso che la nostra anima compie per fuggire da modi di essere convenzionali e falsi. L’anima ama “viag-giare”. Del resto, siamo anime in viaggio. Verso dove? Verso la nostra terra promessa, la nostra Itaca. Non possiamo fermarci, dobbiamo andare per dove siamo destinati. Le vicissitudini di tutti i giorni ci possono distrarre dal nostro compito, magari non sappiamo neanche più che esiste, ma se diamo importanza alla voce del cuore e alla verità che sussurra, riscopriamo la nostra au-tentica missione e in quel momento la vita cam-bia. Questo si chiama “aderire a se stessi”. Guardare la propria immagine interiore signi�-ca usare lo sguardo aperto, largo, all’in�nito, per cogliere la “verità del cuore” e riattivare così un modo di essere che non è andato perduto ma che abbiamo seppellito nel profondo. Niente di ciò che siamo per davvero si perde, il pericolo è che sovrastandolo con la palude dei luoghi co-muni, dei pensieri comuni, degli obiettivi comu-ni, lo perdiamo di vista. Una domanda che mi piace porre ai pazienti è: “quanto si sente a�ne a quell’immagine di fan-ciullo che è stato?”. Sì, perché non possiamo - da adulti - lasciar morire il bambino che siamo stati. E a volte basta immaginarlo per ricordarlo e ritrovarlo.

Page 19: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto

SAHMagazine

19

Lettere al Magazine

IL GRANDE CUORE… DEL S.ANNA. LA BUONA SANITÀ MADE IN CALABRIA

La mia “intrusione” sul vostro quali� cato Magazine è dettata dalla necessità di mostrare pubblicamente tutto il mio a� etto e la mia ammirazione e gratitudine, unita a quella della mia famiglia, per la grande professionalità, abnegazione e spirito di servizio con cui lo sta� medico e infermieristico del Sant’Anna Hospital ha assistito mio padre durante la sua degenza. Premetto che il mio dire non è certo da considerare la classica frase di circostanza e ben presto capirete il perché. Mio padre, 69 anni, nel 2003 colpito da ictus emorragico, obeso e con di� coltà respiratorie, lo scorso 6 luglio mentre si trovava a fare una partita a carte tra amici ha iniziato a sentire un “peso” sul petto, con conseguente dolore toracico e sudorazione. Ha avuto la forza, ciò nonostante, di raggiungere in auto, accompagnato da mia mamma, la vicina postazione di Guardia Medica. Abbiamo allertato im-mediatamente il 118 che dalla sede di Trebisacce (dove non esiste più un ospedale…) è giunto in tempo lampo ad Amendolara dove papà abita. Il medico appena ha posizionato gli elettrodi sul petto di papà si è reso conto che era in atto un infarto. Mi ha guardato, da amico, nonostante papà fosse cosciente, per dirmi che “la situazione era drammatica”. E’ facile immaginare il mio stato d’animo e la paura. È iniziata la corsa in ambulanza all’ospedale di Cosenza dove i medici dell’Utic, guidati dal primario Fernando Fascetti, hanno fatto ogni cosa ma trattandosi di un caso de� nito dagli stessi camici bianchi “disperato”, è stato deciso di notte il trasferimento d’urgenza al Sant’Anna. Papà è giunto a Catanzaro intorno alle 4 del mattino in edema polmonare acuto, shock cardiogeno, se-dato e intubato. Subito ricoverato presso l’Unità di Terapia intensiva ha iniziato il lungo ed articolato cal-vario. Con l’aiuto del buon Dio e dei Santi ai quali ci siamo tutti a� dati e grazie alla bontà del lavoro dei medici (mi preme ricordare i dottori Di Marzio, De Fiores, Vuoto, Missiroli tanto per citarne solo alcuni), ha iniziato a stabilizzarsi. Si rendeva necessario però l’intervento a cuore aperto. Un’operazione chirurgica che probabilmente il suo corpo � ebile e provato non avrebbe retto. Il primario di Cardiochirurgia, il dottor Daniele Maselli, un “sant’uomo” con cui telefonicamente e di persona colloquiavo più volte al giorno e in alcuni casi anche la sera (considerando la distanza di oltre duecento chilometri tra Catanzaro e Amendo-lara dove abita la mia famiglia), mi ha minuziosamente spiegato il complesso quadro clinico e soprattutto le di� coltà che sarebbero emerse durante un intervento di cardiochirurgia. Mi disse, chiamandomi per nome quasi a voler annullare la distanza tra un grande professionista e il � glio di un paziente in � n di vita: “Rocco appena possiamo tenteremo di risolvere il tutto in Emodinamica, tenendo presente che tuo papà, per il danno al cuore che ha subìto, avrebbe bisogno dei bypass”. Mi parlava come un fratello, calandosi nel mio corpo ormai pronto al peggio, consapevole del mio stato d’animo e di quello dei miei cari. Dopo una settimana di ricovero in rianimazione, il 14 Luglio l’èquipe me-dica, dopo un intenso consulto, ha deciso di operarlo. Alle 9 del mattino insieme a mia sorella sono stato chiamato dal dottor Placido Grillo, un maestro dell’Emodinamica, un pilastro indiscusso della cardiologia, un grande uomo oltre che un serio professionista, un vanto per il Meridione d’Italia e per la Sicilia che gli ha dato i natali. Mi ha portato nella sua stanza e parlandomi non da medico ma quasi da amico (eppure l’avevo visto un paio di volte) mi ha riferito: “La situazione è grave, gravissima, ci sono purtroppo molte possibilità che le cose non vadano bene, ma noi faremo il possibile, anzi di più”. Mi ha stretto la mano, io ho preferito baciargliela, consapevole, in quel momento, di avergli a� dato la vita di mio padre. Sono credente e penso che il buon Dio e i Santi tutti abbiano illuminato le mani del dottor Grillo e dell’inte-ra èquipe che ha operato alla presenza del cardiochirurgo Maselli, pronto a intervenire in caso di necessi-tà. Papà, dopo circa un’ora di intervento che è servito per posizionare gli stent su Tronco Comune, Iva e Iva Media, è uscito sano e salvo dalla sala operatoria. Ma il calvario, seppur a lieto � ne, non è � nito lì. Infatti è stato tutt’altro che semplice “svegliare” un paziente di oltre 130 kg. Ma dopo ventidue lunghi giorni anche questa scommessa è stata vinta. E papà dopo un mese esatto di ricovero è stato trasferito alla Clinica “San Francesco” di Mendicino per la riabilitazione. A distanza di alcuni mesi dall’infarto, papà oggi è vivo, con i suoi acciacchi, ma vivo. E se oggi possiamo ammirare il suo sorriso, la sua presenza, e raccogliere il suo abbraccio, il merito, per grazia ricevuta dall’Altissimo, va a tutta l’èquipe del Sant’Anna a iniziare dal diret-tore sanitario Gaetano Muleo, al quale va il mio plauso e la mia fraterna devozione. Non a caso il professor Hugo Vanermen, considerato uno dei maggiori esperti al mondo di cardiochirurgia mitralica mininvasiva videoassistita, ha scelto proprio il Sant’Anna come unica struttura di riferimento per la sua attività in Ita-lia. Un ospedale d’eccellenza, di cui non solo la Calabria ma l’intera Italia deve andare � era.

Rocco Gentile, giornalista. Amendolara (CS)

Page 20: SAH · 2018-06-12 · SAH Magazine 3. S. tiamo per mandare in archivio un altro anno difficile, per la Calabria e per i calabresi. Non vi è . infatti indicatore che non sia rimasto