salvaguardia del creato
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Salvaguardia del creato
Prof. Fabbri
(n.451) [...] Questo mondo, (è) percepito non come un ambiente ostile o un male da cui liberarsi, ma piuttosto come il dono stesso di Dio, il luogo e il progetto che Egli affida alla responsabile guida e operosità dell'uomo. La natura, opera dell'azione creatrice divina, non è una pericolosa concorrente. […] Al vertice della Sua creazione, come «cosa molto buona» (Gen 1,31), il Creatore pone l'uomo. Solo l'uomo e la donna, tra tutte le creature, sono stati voluti da Dio «a sua immagine» (Gen 1,27): a loro il Signore affida la responsabilità di tutto il creato, il compito di tutelarne l'armonia e lo sviluppo (cfr. Gen1,26-30) [...] Nel corso dei secoli questo sviluppo si è concretizzato nel miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo (cfr. n.456). (n.458) […] La Chiesa apprezza «i vantaggi che derivano […] dallo studio e dalle applicazioni della biologia molecolare […]. Infatti, «la tecnica potrebbe costituire, con una retta applicazione, un prezioso strumento utile a risolvere gravi problemi, a cominciare da quelli della fame e della malattia, mediante la produzione di varietà di piante più progredite e resistenti e di preziosi medicamenti». È importante, però, ribadire il concetto di «retta applicazione», perché «noi sappiamo che questo potenziale non è neutro: esso può essere usato sia per il progresso dell'uomo, sia per la sua degradazione» […] (Vedi anche
nn. 472,473,474 del Compendio). (n. 459) Punto di riferimento centrale per ogni applicazione scientifica e tecnica è il rispetto dell'uomo, che deve accompagnarsi ad un doveroso atteggiamento di rispetto nei confronti delle altre creature viventi. […] (*Compendio della dottrina sociale della chiesa).
461 [...] Alle origini dei problemi che si pongono nei rapporti tra l'uomo e l'ambiente si può ravvisare la pretesa di esercitare un dominio incondizionato sulle cose da parte dell'uomo[...] « L'epoca moderna ha registrato una crescente capacità d'intervento trasformativo da parte dell'uomo. L'aspetto di conquista e di sfruttamento delle risorse è diventato predominante e invasivo, ed è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell'ambiente: l'ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l'ambiente come “casa”. […] 462 […] A partire dal presupposto, rivelatosi errato, che esiste una quantità illimitata di energia e di risorse da utilizzare, che la loro rigenerazione sia possibile nell'immediato e che gli effetti negativi delle manipolazioni dell'ordine naturale possono essere facilmente assorbiti, si è diffusa una concezione riduttiva che legge il mondo naturale in chiave meccanicistica e lo sviluppo in chiave consumistica; il primato attribuito al fare e all'avere piuttosto che all'essere causa gravi forme di alienazione umana. [...] (*Compendio della dottrina sociale della chiesa).
(n.463) Una corretta concezione dell'ambiente, mentre da una parte non può ridurre utilitaristicamente la natura a mero oggetto di manipolazione e sfruttamento, dall'altra non deve assolutizzarla e sovrapporla in dignità alla stessa persona umana. In quest'ultimo caso, si arriva al punto di divinizzare la natura o la terra, come si può facilmente riscontrare in alcuni movimenti ecologisti [...]. (n.466) La tutela dell'ambiente costituisce una sfida per l'umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, destinato a tutti, impedendo che si possa fare «impunemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati – animali, piante, elementi naturali – come si vuole, a seconda delle proprie esigenze». È una responsabilità che deve maturare in base alla globalità della presente crisi ecologica e alla conseguente necessità di affrontarla globalmente, in quanto tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri [...] «occorre tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato, ch'è appunto il cosmo». […] (*Compendio della dottrina sociale della chiesa).
(Messaggio di Benedetto XVI per la 43a Giornata Mondiale della Pace ) Il rispetto del creato riveste grande rilevanza[...] e la sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la pacifica convivenza dell’umanità. Se, infatti, a causa della crudeltà dell’uomo sull’uomo, numerose sono le minacce che incombono sulla pace e sull’autentico sviluppo umano integrale […] non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza – se non addirittura dall’abuso – nei confronti della terra e dei beni naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi “quell’alleanza tra essere umano e ambiente [...]”. (n.4) [...] Nel 1990, Giovanni Paolo II parlava di «crisi ecologica» e […] indicava l’«urgente necessità morale di una nuova solidarietà». Questo appello si fa ancora più pressante oggi […] Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti «profughi ambientali»: persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all’accesso alle risorse naturali? […] (Vedi anche il Messaggio per la 6a Giornata per la Salvaguardia del creato)
Se vuoi coltivare la
pace, custodisci il
creato
«[…]Davvero il pianeta è la casa che ci è donata, perché la abitiamo responsabilmente, custodendone la vivibilità anche per le prossime generazioni. […] Sappiamo bene, però, che oggi la Terra è minacciata da un degrado ambientale di vasta portata, in cui l’eccessivo sfruttamento di risorse anche fondamentali […] si intreccia con varie forme di inquinamento. […] Emerge dalla questione ambientale una triplice esigenza di giustizia: verso le future generazioni, verso i poveri, verso il mondo intero.[…] Siamo consapevoli che tale situazione dipende da numerosi fattori storici e culturali: tuttavia, essa è indubbiamente collegata a comportamenti e stili di vita ormai tipici dei Paesi più industrializzati e che gradualmente si stanno diffondendo anche in altre aree. Si tratta della cosiddetta «società dei consumi», espressione che sta a indicare un sistema economico che, più che a soddisfare bisogni vitali, mira a suscitare e incentivare il desiderio di beni diversi e sempre nuovi. Molti vedono in tale dinamica un segno di benessere, che arricchisce le esistenze di coloro che ne beneficiano. È innegabile, però, che il suo impatto ambientale sta diventando insopportabile per il pianeta e per l’umanità che lo abita, imponendone il ripensamento radicale. (3° Giornata per la Salvaguardia del Creato)
Una casa comune, una casa minacciata
(n.2) […] Occorre […] un nuovo stile di sobrietà, capace di conciliare una buona qualità della vita con la riduzione del consumo di ambiente, assicurando così un’esistenza dignitosa anche ai più poveri e alle generazioni future. […] Si tratta, in particolare, di ridurre quei consumi che non sono realmente necessari e di imparare a soddisfare in modo ragionevole i bisogni essenziali della vita individuale e sociale. […] È pure necessario promuovere un’attenzione per tutti quegli accorgimenti per la riduzione dell’impatto ambientale messi a disposizione dalla scienza e dalla tecnica, in campi quali la mobilità, il riscaldamento e l’illuminazione. […] È fondamentale la cura per un uso efficiente dell’energia, come pure la valorizzazione di fonti energetiche rinnovabili e pulite. Un efficace rinnovamento delle pratiche – personali, familiari e comunitarie – non potrà realizzarsi senza una vera e propria «conversione ecologica», cioè senza uno sguardo rinnovato sulle nostre esistenze e sui beni che le caratterizzano». (3° Giornata per la Salvaguardia del Creato)
(n.3) Una sobrietà intelligente potrà anche contribuire a rendere meno gravoso il problema della gestione dei rifiuti. […] È impossibile parlare di futuro sostenibile, quando sin da ora non si può abitare serenamente la Terra né godere della bellezza dei suoi doni, perché essa è invasa da cumuli di sostanze sgradevoli. I rifiuti non adeguatamente gestiti divengono veleno per la Terra e per chi la abita. […] Il primo dato è che, se i rifiuti costituiscono una traccia praticamente ineliminabile dell’agire umano, tuttavia la loro crescente quantità rivela anche un rapporto distorto con la Terra. […] Sono perciò rilevanti e apprezzabili tutte le iniziative miranti a contenerne la produzione, quali la riduzione degli imballaggi o la realizzazione di prodotti facilmente riutilizzabili e riciclabili. Promuovere la sobrietà nel consumo significa anche imparare ad apprezzare i beni per la loro capacità di durare nel tempo, magari per usi diversi da quelli originari, piuttosto che per l’attrattiva della confezione. Quando i rifiuti sono prodotti, è pur vero che vanno smaltiti: è un dovere che incombe in primo luogo sulle aree da cui provengono, ma che deve essere gestito nel segno della solidarietà, soprattutto di fronte a situazioni di emergenza che chiedono iniziative eccezionali. D’altra parte, è necessario superare la logica dell’emergenza, progettando, per un futuro sostenibile, soluzioni efficaci sul lungo periodo. […] In questa prospettiva, merita senz’altro un’attenzione privilegiata la raccolta differenziata, che riduce la quantità di materiali da smaltire, ricuperando nuove materie prime, e favorisce un consumo più consapevole, orientando a pratiche di sobrietà. Un approccio adeguato al problema richiede comunque una varietà di soluzioni. […] (3° Giornata per la Salvaguardia del Creato)
(n.7) […] il segno più profondo e più grave delle implicazioni morali, insite nella questione ecologica, è costituito dalla mancanza di rispetto per la vita, quale si avverte in molti comportamenti inquinanti. Spesso le ragioni della produzione prevalgono sulla dignità del lavoratore e gli interessi economici vengono prima del bene delle singole persone, se non addirittura di quello di intere popolazioni. In questi casi, l'inquinamento o la distruzione riduttiva e innaturale, che talora configura un vero e proprio disprezzo dell'uomo. Parimenti, delicati equilibri ecologici vengono sconvolti per un'incontrollata distruzione delle specie animali e vegetali o per un incauto sfruttamento delle risorse; e tutto ciò […] non torna a vantaggio dell'umanità. […] (n.13) La società odierna non troverà soluzione al problema ecologico, se non rivedrà seriamente il suo stile di vita. In molte parti del mondo essa è incline all'edonismo e al consumismo e resta indifferente ai danni che ne derivano. […] Se manca il senso del valore della persona e della vita umana, ci si disinteressa degli altri e della terra. L'austerità, la temperanza, la autodisciplina e lo spirito di sacrificio devono informare la vita di ogni giorno affinché non si sia costretti da parte di tutti a subire le conseguenze negative della noncuranza dei pochi. C'è dunque l'urgente bisogno di educare alla responsabilità ecologica: responsabilità verso gli altri; responsabilità verso l'ambiente. E un'educazione che non può essere basata semplicemente sul sentimento o su un indefinito velleitarismo. Il suo fine non può essere né ideologico né politico, e la sua impostazione non può poggiare sul rifiuto del mondo moderno o sul vago desiderio di un ritorno al «paradiso perduto». […] (Giovanni Paolo II XXIII Giornata Mondiale della Pace)
(n.7) […] L’eredità del creato appartiene all’intera umanità. Invece, l’attuale ritmo di sfruttamento mette seriamente in pericolo la disponibilità di alcune risorse naturali non solo per la generazione presente, ma soprattutto per quelle future [...] (Benedetto XVI per la 43a Giornata Mondiale della Pace ).
“(n.1) [...] Nella prospettiva biblica, l’abbondanza dei doni della terra offerti dal Creatore fonda la possibilità di una vita sociale caratterizzata da un’equa distribuzione dei beni. È la logica della manna: “colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo; colui che ne aveva preso di meno, non ne mancava” (Es 16,18). [...] (5ª Giornata per la Salvaguardia del creato)”
(n.8) Sembra urgente la conquista di una leale solidarietà intergenerazionale. I costi derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni non possono essere a carico delle generazioni future: «Eredi delle generazioni passate e beneficiari del lavoro dei nostri contemporanei, noi abbiamo degli obblighi verso tutti e non possiamo disinteressarci di coloro che verranno dopo di noi ad ingrandire la cerchia della famiglia umana. La solidarietà universale, ch’è un fatto e per noi un beneficio, è altresì un dovere. Si tratta di una responsabilità che le generazioni presenti hanno nei confronti di quelle future» […] .Oltre ad una leale solidarietà inter-generazionale, va ribadita l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà intra-generazionale, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e quelli altamente industrializzati […] ( Benedetto XVI per la 43a Giornata Mondiale della Pace )
(n.9) [...] La crisi ecologica, dunque, offre una storica opportunità per elaborare una risposta collettiva volta a convertire il modello di sviluppo globale in una direzione più rispettosa nei confronti del creato e di uno sviluppo umano integrale, ispirato ai valori propri della carità nella verità. (n.10) [...] La questione ecologica non va affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila all’orizzonte; a motivarla deve essere soprattutto la ricerca di un’autentica solidarietà a dimensione mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune. [...] (Messaggio di Benedetto XVI per la 43a Giornata Mondiale della Pace )