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Settembre Musica Torino Milano Festival Internazionale della Musica 04 _ 21 settembre 2014 Ottava edizione Quartetto Energie Nove Janác ˇek Milano Chiesa di Sant’Antonio Abate Mercoledì 10.IX.14 ore 17 12 °

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SettembreMusica

Torino MilanoFestival Internazionaledella Musica

04_21 settembre 2014Ottava edizione

Quartetto Energie Nove

Janácek

MilanoChiesa diSant’Antonio Abate

Mercoledì 10.IX.14ore 17

12°

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Leóš Janácek (1854-1928)Quartetto per archi n. 1 (1923) 18 min. caZ podnštnu Tolstého Kreutzerovy sonáty(Ispirato dalla Sonata a Kreutzer di Tolstoj) Adagio con moto Con moto Con moto - Vivace – Andante Con moto - Adagio

Quartetto per archi n. 2 (1928) 26 min. caListy du°verné(Lettere intime) Andante Adagio Moderato Allegro

Quartetto Energie NoveHans Liviabella,Barbara Ciannamea, violiniIvan Vukcevic, violaFelix Vogelsang, violoncello

In collaborazione conAssociazione gli Amici di Musica/Realtà

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«Proviamo a confrontare le età. Trascriviamo di seguito il nome di alcuni autori, tutti più vecchi, ma appartenenti alla generazione di Janácek, con accanto il numero degli anni che avevano in più: Bizet 16, Musorgskij 15, Cajkovskij 14, Dvorák 13, Massenet 12, Rimskij-Korsakov 10, Fauré e Grieg 9. E questi i musicisti più giovani, con gli anni che avevano in meno rispetto a Janácek: Puccini 4, Mahler 6, Debussy 8, Mascagni 9, Strauss 10, Sibelius 11, Skrjabin 18, Schönberg 20, Ravel 21, De Falla 22, Respighi 25, Bartók 27, Stravinskij e Szymanowski 28, Berg 31, Prokof’ev 37, Hindemith 41, Šostakovic 52, Britten 59. Se fare classifiche sulla base della modernità dello stile avesse un senso, e se le graduatorie tenessero conto dell’anno di nascita, Janácek occuperebbe uno dei primi posti. Vi sono grandi autori, addirittu-ra della generazione successiva, il cui stile suona molto più tradizionale. Considerando la modernità della sua musica, è come se Janácek appartenesse almeno alla generazione successiva. Per questo la storia ci ha tramandato la figura di un vecchietto ringiovanito, di un indomito originale, di un genio inconsapevole sbocciato, per un curioso scherzo della natura, in un luogo e in un tempo nei quali non ce lo saremmo aspettato, come una pianta carnivora nell’orto della nonna».

Da Franco Pulcini, Janácek, Vita, Opere, Scritti, De Sono – Albisani Editore, Bologna 2014

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«La stupefacente estate di San Martino di Janácek»

La figura di Janácek assume un rilievo internazionale solo alla fine della Prima Guerra mondiale, quando il musicista aveva ben superato l’età di ses-sant’anni. Il crollo degli Imperi centrali e di quello russo, sotto la spinta delle rivolte popolari causate dalla guerra, aveva ridisegnato il volto dell’Europa, liberando purtroppo anche gli istinti nazionalisti sorti in maniera aggressiva nella seconda metà dell’Ottocento. La stupefacente estate di San Martino di Janácek, che negli ultimi anni di vita ha prodotto una serie di lavori in grado di assicurargli un posto di primo piano nella musica del Novecento, ha coinciso non a caso con la creazione nel 1918 della Cecoslovacchia, che in seguito al dissolvimento dell’Impero austro-ungarico riconquistava dopo oltre tre secoli l’indipendenza politica e culturale.L’improvviso successo della sua musica dipendeva anche dal fatto che Janácek, a differenza di autori come Dvorák e altri compositori cechi dell’e-poca come Josef Suk o Bohuslav Foerster, aveva ripudiato in maniera radi-cale i canoni del classicismo austro-tedesco e si era avviato precocemen-te verso un linguaggio autonomo e di forte impronta identitaria, che negli anni precedenti alla guerra gli era costata l’isolamento e l’incomprensione. È significativo che la tarda primavera di Janácek sia cominciata nel 1916 con la clamorosa ripresa a Praga di Jen°ufa, che nel 1904 invece era stata accolta con freddezza e indifferenza. Tuttavia forse è ancora più istruttivo, e allo stesso tempo ironico, che il successo internazionale del compositore sia dipeso in realtà dalla traduzione in tedesco di Max Brod delle sue opere. La sua marcata slavofilia si riletteva soprattutto nei lavori teatrali e nella musica vocale. Janácek nutriva uno scarso interesse per la musica strumentale, che considerava una tradizione ininfluente per i musicisti cechi. Aveva pensato di comporre un quartetto solo di sfuggita, in età giovanile. «Per me – dichiarava in un discorso nel 1926 – la musica che proviene dagli strumenti, sia nelle opere di Beethoven, sia in quelle di qualunque altro compositore, contiene poca verità». L’incontro con gli eccellenti musicisti del Quartetto Boemo, invece, lo stimolò a cimentarsi con la formazione più classica della musica da camera, benché sempre all’interno della sua originale visione. Nacque così nell’autunno del 1923 il suo Primo Quartetto, che reca nel frontespi-zio dell’autografo la frase «scritto d’impulso dopo la lettura della Sonata a Kreutzer di Tolstoj». Il materiale musicale veniva in parte da un trio con pianoforte scritto nel 1909 e poi distrutto. Collegare un soggetto letterario a una forma astratta come il quartetto è uno scarto tipico di Janácek. Al com-positore non interessava affatto affrontare i problemi formali della scrittura per quartetto. Le possibilità timbriche di un gruppo d’archi rappresentavano uno stimolo più che sufficiente ad accendere la sua fantasia, senza contare la somiglianza della sonorità del quartetto con la cosiddetta hudecká muzika, la formazione tipica della musica popolare slovacca.La scelta di un romanzo incentrato sul tema della crisi del matrimonio e della musica come detonatore delle passioni rispecchiava le vicende personali del compositore, implicato in una sfaccettata vicenda sentimentale con una giovane signora di Písek, Kamila Stösslová. Il modo in cui i temi del romanzo trovano un’espressione nella musica sfugge a un’analisi razionale. I quattro movimenti, separati da una cesura che l’autore desiderava quasi impercet-tibile, formano un blocco poetico molto solido. Sarebbe ingenuo cercare di ricostruire un rapporto preciso tra la pagina letteraria e la scrittura musicale. Il confronto ha senso solo all’interno del processo creativo di Janácek, che rifiutava di seguire i processi classici della scrittura quartettistica come l’ela-borazione tematica, la struttura armonico-tonale globale, l’unità di tempo. Ciò che rimane sempre fresco e suggestivo all’ascolto del Primo Quartetto è la libertà espressiva, la sensazione di immediatezza dell’emozione poeti-ca. Il tempo cambia quasi a ogni battuta, in una sorta di perpetuo rubato.

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La tonalità viene soppiantata da un’armonia cangiante, che cattura macchie di colore, vibrazioni di luce. Questo quartetto è un miracolo di poesia, di libertà espressiva, di fantasia sonora.

Janácek aveva scritto solo «Quartetto» nel manoscritto del 1923. A settant’an-ni, del resto, sembrava improbabile che avesse tempo e voglia di scriverne altri. Invece agli inizi del 1928, dopo aver reso un tributo plateale all’amore per Kamila nell’opera Kat’a Kabanová, Janácek sentì il bisogno di rendere omaggio in maniera ancora più intensa e intima al loro legame con un nuo-vo quartetto, l’ultimo lavoro importante terminato prima della scomparsa. Tutto questo rifletteva il bisogno sempre più urgente e compulsivo dell’artista di consolidare, non è chiaro se solo nella fantasia o anche in termini più concreti, l’immenso edificio sentimentale eretto in oltre dieci anni di scambi epistolari quasi quotidiani con Kamila, a dispetto della differenza di età, della soffocante gelosia della moglie Zdenka, dei maligni pettegolezzi sui rapporti tra il compositore e i coniugi Stössel. Le lettere di Janácek, in quei primi mesi del 1928, diventavano sempre più infuocate e pressanti, nella speranza di convincere Kamila a recidere i legami con la famiglia e a rendere pubblico il loro amore. A testimonianza dei suoi sentimenti, Janácek le offriva il nuovo lavoro per quartetto, «scritto nel fuoco» secondo l’espressione dell’autore, come una preziosa reminiscenza della loro storia d’amore. La sua intenzione non era solo di intitolare il quartetto Lettere d’amore, ma anche di sostituire la viola con una viola d’amore, giusto per chiarire in maniera definitiva la natura dell’ispirazione. I musicisti del Quartetto Moravo, dopo una lettura del lavoro in casa del compositore, convinsero però Janácek, benché riluttante, a riscrivere la parte per una viola convenzionale.La scrittura bruciante del Quartetto balza subito agli occhi, nella foga con cui le impressioni vengono accavallate in un flusso emotivo inarrestabile, accumulando i frammenti di un discorso amoroso indecifrabile. Rispetto al quartetto precedente, il nuovo Lettere intime, come venne intitolato al momento della pubblicazione nel 1938, quando tutti i protagonisti della sto-ria erano ormai scomparsi, compresa la moglie Zdenka, presenta una scrittu-ra molto più libera dal punto di vista ritmico e ricca di sfumature armoniche. La concezione della tonalità viene allargata dalla fusione con la dimensione modale della musica popolare. I quattro movimenti offrono un ventaglio di situazioni musicali in perenne trasformazione e manifestano l’ipersensibilità dell’autore, capace di passare dall’esaltazione alla disperazione più cupa in un battito di ciglia.

Oreste Bossini*

*Si occupa di giornalismo musicale da vari anni ed è conduttore radiofonico di tra-smissioni di Rai Radio3.

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Quartetto Energie Nove

Il Quartetto Energie Nove nasce dall’incontro di quattro prime parti dell’Or-chestra della Svizzera Italiana. Musicisti di provenienza internazionale, vin-citori di numerosi concorsi, con alle spalle esperienze professionali di altissi-mo livello, si sono ritrovati per condividere la passione per il quartetto con l’intento di trasmettere l’ideale comune di vivere la musica come ricerca creativa e stimolante. Il Quartetto Energie Nove prende in prestito il nome da una rivista letteraria italiana dei primi anni del Novecento di Piero Gobetti, che ben esprime il carattere del Quartetto e le sue finalità. Lo stretto rapporto con la Radio della Svizzera Italiana gli ha permesso di registrare i quartet-ti di Sergej Prokof’ev, pubblicati per l’etichetta Dynamic con la quale è in prossima uscita una nuova incisione con i quartetti di Leoš Janácek. Sempre in collaborazione con la RSI hanno in programma una serie di trasmissioni dedicate alla storia del quartetto d’archi, nelle quali eseguiranno diversi pezzi in diretta radiofonica. Il Quartetto Energie Nove ha inoltre iniziato una col-laborazione con la Televisione Svizzera, per la quale ha registrato i quartetti op. 74 e op. 95 di Beethoven: nel prossimo progetto televisivo suoneranno in quintetto con Alexander Lonquich. Ultimamente hanno anche collabora-to con Ivo Pogorelich per una serie di concerti dedicati a Fryderyk Chopin. Impegnati in un’intensa attività concertistica, hanno ricevuto consensi di cri-tica e di pubblico nell’ultima tournée in Germania e al Festival di Edimburgo. Quest’anno il Quartetto è presente alla Società dei Concerti di Milano e per il ciclo dei quartetti di Šostakovic per la Giovine Orchestra Genovese di Genova. In occasione del 150° anniversario dei rapporti diplomatici tra l’Ita-lia e la Svizzera, il gruppo è stato invitato dal Consolato Generale svizzero a Milano per un concerto straordinario, dove sono stati affidati loro i preziosi strumenti custoditi dalla Fondazione Stauffer di Cremona: i violini Guarneri del Gesù e Ceruti, una viola Amati e un violoncello Stradivari. Il Quartetto è formato da Hans Liviabella, Barbara Ciannamea, Ivan Vukcevic e Felix Vogelsang, i quali suonano rispettivamente i violini di Ferdinando Gagliano (1764) e Carlo Giuseppe Testore (1710), una viola di Joseph Gagliano (1789) e un violoncello di Nicolò Amati (1730).

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Chiesa di Sant’Antonio Abate

La chiesa di Sant’Antonio Abate fu edificata nel 1272 dai frati Antoniani, chiamati a Milano a reggere l’ospedale fondato nel 1127 da Ruggero del Cerro per assistere gli ammalati di ‘fuoco sacro’. L’Ordine degli Antoniani si dedicò per oltre un secolo alla cura del morbo impiegando il grasso dei maiali da loro allevati, che giravano liberamente per la città senza che nessuno potes-se toccarli. In seguito alla fondazione dell’Ospedale Maggiore da parte di Francesco Sforza (1456), l’Ordine conobbe un notevole declino, fino alla sua abolizione. La chiesa fu trasformata quindi in commenda. A testimonianza di questo primo periodo della storia dell’edificio rimangono il campanile e i due chiostri. Nel 1577 San Carlo Borromeo affidò la chiesa ai Chierici Regolari Teatini, Ordine fondato da Gaetano da Tiene e Giampiero Carafa nel 1524. Nel 1584 l’architetto Dionigi Campazzo, attivo alla Cà Granda, fu incaricato di ricostruire la chiesa antica, ideando un edificio con pianta a croce latina, navata unica con tre cappelle per lato e volta a botte, transetto piuttosto corto e un coro profondo a pianta rettangolare. Risalgono al Seicento, periodo di massima fioritura dell’Ordine, gli interventi di maggior rilievo all’interno della chiesa, che comprendono la commissione dei dipinti di Giulio Cesare Procaccini (Cappella Acerbi, 1609), del Morazzone, del Malosso, del Cerano, di Francesco Cairo, di Tanzio da Varallo, ma anche di artisti ‘forestieri’ quali Ludovico Carracci, Lorenzo Garbieri e Alessandro Vajani, la cui presenza è legata alla diffusione dei Teatini in numerose città d’Italia. L’assistenza pre-stata dai Padri durante la peste del 1630 fece convogliare sulla chiesa nume-rose donazioni, che consentirono a padre Alessandro Porro di commissionare la decorazione ad affresco della volta della navata e di quella centrale del transetto. L’opera, eseguita tra 1631 e 1632 dai fratelli genovesi Giovanni e Giovan Battista Carloni, raffigura le Storie della Croce, tema caro ai Teatini, articolate secondo un complesso programma iconografico. Sulla volta della navata sono raffigurati i tre momenti principali della Leggenda della Vera Croce: La Croce appare a Costantino, La prova della Vera Croce ed Eraclio riporta la Croce a Gerusalemme, mentre al centro del transetto è rappre-sentato il Trionfo della Croce, fiancheggiato, entro riquadri trapezoidali, da quattro storie dell’Antico Testamento che prefigurano il sacrificio di Cristo. Con le soppressioni napoleoniche la chiesa venne chiusa al culto e trasfor-mata in magazzino militare. L’adiacente convento divenne sede della guardia nazionale e successivamente con gli Austriaci, del tribunale militare e della polizia. Nel frattempo l’edificio sacro venne riaperto al culto come sussidia-rio della chiesa di San Nazaro. Nel 1832 si provvide poi al rifacimento della facciata su progetto di Giacomo Tazzini, allievo di Luigi Canonica. Nel 2006 si è concluso il restauro dell’antico organo, legato alla straordinaria figura di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Il 17 gennaio 1773, nel corso del suo terzo soggiorno a Milano, l’allora diciassettenne compositore austriaco ese-guì infatti in Sant’Antonio Abate il celeberrimo mottetto Exsultate, Jubilate, scritto per il virtuoso soprano Venanzio Rauzzini.

Il FAI presenta i luoghidi MITO SettembreMusica

Si ringrazia

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Ritratti contemporaneia confronto: Fabio Vacchi e Beat FurrerPer conoscere a fondo due tra i maggiori compositori viventi, l’italiano Fabio Vacchi e l’austriaco Beat Furrer

13.IX mdi ensemble16.IX Filarmonica ‘900 Teatro Regio Torino18.IX Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

SettembreMusica

Torino MilanoFestival Internazionaledella Musica

04_21 settembre 2014Ottava edizione

Biglietteria MITO in Expo Gate Online conviene www.mitosettembremusica.it

MITO_Milano#mito14#cheMITO

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Comitato di coordinamento

Enzo RestagnoDirettore artistico

Un progetto di

Città di Milano

Giuliano PisapiaSindaco

Presidente del Festival

Filippo Del CornoAssessore alla Cultura

Giulia AmatoDirettore Generale Cultura

Presidente Francesco Micheli

Vicepresidente Maurizio Braccialarghe

Milano

Giulia AmatoDirettore Generale Cultura

Francesca ColomboSegretario generale

Coordinatore artistico

Torino

Aldo GarbariniDirettore Cultura,

Educazione e Gioventù

Angela La RotellaSegretario generale

Claudio MerloResponsabile generaleCoordinatore artistico

Città di Torino

Piero FassinoSindaco

Presidente del Festival

Maurizio BraccialargheAssessore alla Cultura, Turismo e Promozione

Aldo GarbariniDirettore Cultura,

Educazione e Gioventù

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Associazione per il Festival Internazionaledella Musica di Milano

FondatoriFrancesco Micheli, Roberto CalassoFrancesca Colombo, Piergaetano MarchettiMassimo Vitta-Zelman

Comitato di PatronageLouis Andriessen, Alberto Arbasino, Giovanni BazoliGeorge Benjamin, Ilaria Borletti Buitoni, Pierre BoulezGillo Dorfles, Umberto Eco, Bruno Ermolli, Inge FeltrinelliFranz Xaver Ohnesorg, Ermanno Olmi, Sandro ParenzoAlexander Pereira, Renzo Piano, Arnaldo PomodoroLivia Pomodoro, Davide Rampello, Gianfranco RavasiDaria Rocca, Franca Sozzani, Umberto VeronesiAd memoriam Gae Aulenti, Louis Pereira Leal

Consiglio DirettivoFrancesco Micheli, PresidenteMarco Bassetti, Pierluigi Cerri, Lella FantoniRoberta Furcolo, Leo Nahon, Roberto Spada

Collegio dei RevisoriMarco Guerrieri, Eugenio RomitaMarco Giulio Luigi Sabatini

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MilanoAssociazione per il Festival Internazionale della Musica di MilanoFrancesca ColomboSegretario generale e Coordinatore artistico

Stefania BruciniResponsabile promozione e biglietteriaCarlotta ColomboResponsabile produzioneEmma De LucaReferente comunicazioneFederica MicheliniAssistente Segretario generale e Responsabile partner e sponsorLuisella MolinaResponsabile organizzazione

Lo Staff del FestivalSegreteria generaleCristina Calliera, Eleonora Porro e Vincenzo Langella

ComunicazioneLivio Aragona, Irene D’Orazio, Christian Gancitano, Valentina Trovatocon Matteo Arena e Federica Brisci, Arianna Lodi, Elena Orazi, Niccolò Paletti

ProduzioneFrancesco Bollani, Stefano Coppelli, Matteo Milani con Nicola Acquaviva, Elena Bertolino, Diego Dioguardi, Elena Marta Grava e Michela Lucia Buscema, Eléonore Létang-Dejoux, Ivana Maiocchi, Eleonora Malliani

OrganizzazioneMassimo Nebuloni, Nora Picetti,Elisabetta Maria Tonin ed Elena Barilli

Promozione e BiglietteriaAlice Boerci, Alberto Raimondo con Annalisa Cataldi,Alice Lecchi, Victoria Malighetti, Jacopo Eros Molè,Caterina Novaria, Anisa Spaho ed Elena Saracino

via Dogana, 220123 Milanotelefono +39 02 88464725fax +39 02 [email protected]

Si ringraziano i tanti, facenti parte delle Istituzioni, dei partner, degli sponsor e delle organizzazioni musicali e culturali che assieme agli operatori e addetti a teatri, palazzi e chiese hanno contribuito con passione alla realizzazione del Festival

Coordinamento Ufficio Stampa [email protected]

www.mitosettembremusica.it

Rivedi gli scatti e le immagini del festivalyoutube.com/mitosettembremusicaflickr.com/photos/mitosettembremusica

L’organizzazione di MITO SettembreMusica

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MITO SettembreMusica Ottava edizione

MITO a Milano è un evento sostenibile grazie a

Con il sostegno di Edison il Festival è il primo evento musicale in Italia progettato e gestito in maniera sostenibile, che si sta certificando ISO 20121. MITO è anche a emissioni zero grazie alla compensazione delle emissioni di CO2 attraverso titoli di Garanzia d’Origine Edison che attestano la produzione di energia da fonti rinnovabili. In collaborazione con EventiSostenibili.it

I Partner del Festival

Sponsor tecnici

Sponsor Media partner

Un progetto di Realizzato da Con il sostegno di

Partner Istituzionale

Partner Istituzionale

Si ringrazia per l’accoglienza degli artistiCioccolateria Artigiana Guido GobinoRiso Scotti SnackAcqua Eva

Si ringrazia per le divise dello staffAspesi

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I sentieri sonori di MITO

Aimez-vous Brahms?

160° Janácek La Grande Guerra

Focus Furrer/Vacchi

… lo sapevi che i programmi di sala del festival sono anche on-line?Scarica l’app di MITO o vai sul nostro sito!

www.mitosettembremusica.it

Musica, poesia e lettere dal fronte:per scoprire con la musica le voci della nostra storia

6.IX ore 17 Teatro Ringhiera Ta-pum, suoni e parole della Grande Guerra

7.IX ore 17 Auditorium San Fedele Lorna Windsor e il duo Ballista-Canino

14.IX ore 16 Chiesa Sant’Alessandro I Canti della Grande Guerra Coro della S.A.T.

Alla scoperta del gusto della MittelEuropa con due appassionati quartetti d’archi, il visionario Diario di uno scomparso, tre capolavori per pianoforte e la magistrale Sinfonietta con la celebre Orchestra Filarmonica Ceca: per conoscere uno dei maggiori compositori del ’900

10.IX ore 17 Chiesa di Sant’Antonio Abate Quartetto Energie Nove

16.IX ore 17 Piccolo Teatro Grassi il Coro di Praga con Ivo Kahánek Diario di uno scomparso

17.IX ore 21 Teatro degli Arcimboldi Orchestra Filarmonica Ceca musiche di Janácek, Smetana e Dvorák

18.IX ore 17 Teatro Out Off Ivo Kahánek musiche per pianoforte solo

Per conoscere a fondo due tra i maggiori compositori viventi, l’italiano Fabio Vacchi e l’austriaco Beat Furrer

13.IX ore 17 Piccolo Teatro Studio Melato mdi ensemble

16.IX ore 21 Teatro Dal Verme Filarmonica ’900

18.IX ore 21Conservatorio di Milano, Sala Verdi Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Oltre alle sinfonie, l’integrale pianistica con i giovani talenti vincitoridi importanti concorsi internazionali

dal 8.IX al 18.IX ore 18 Conservatorio di Milano, Sala Puccini Ciclo pianistico

9.IX ore 17 Teatro Menotti Trio Talweg