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il corriere vinicolo n. 4122 Ottobre 201214
Vigneto TrentinoDrosophila, pericolo scampaTo con la VenDemmia anTicipaTaNella seconda metà di settembre la Drosophila suzukii ha fatto segnare un picco numerico di presenza nei vigneti del Trentino. I tecnici del gruppo agricoltura biologica della Fondazione Mach hanno rinvenuto anche un’elevata percentuale di presenza di uova e di larve di Drosophila all’interno degli acini. Le osservazioni hanno riguardato soprattutto le uve dei vitigni Schiava, Lagrein e Traminer. L’attacco non ha avuto conseguenze negative sul prodotto anche perché buona parte dell’uva era stata già vendemmiata. S.F.
Sarmenti, da rifiuti a risorse
Viticoltura sostenibile
Compost da sarmenti, valida soluzione per la fertilizzazione
di Diego Tomasi - paTrick marcuzzo Consiglio nazionale per la ricerca e la sperimentazione
in agricoltura - Viticoltura, Conegliano
Il compost ottenuto con l’impiego di questa biomassa – eventualmente con l’aggiunta
anche di vinacce - rispettae utilizza in modo corretto
le risorse naturali. Molteplicii vantaggi, ad esempio
in termini di incremento dell’attività microbiologica
e ritenzione idrica del suolo, miglioramento delle rese
produttive del vigneto, aumento della sostanza
organica del suolo, riduzione degli apporti di concimi
di sintesi.I risultati di una
sperimentazione condottadal Cra-Vit di Conegliano
O ggi il mondo viticolo sta affrontando un nuovo cruciale cambiamento: una viticoltura soste-nibile che pensi anche alle generazioni future, una profonda svolta nell’impostare la propria attività, dove diventa prioritario il rispetto per le
risorse naturali e la conservazione dell’acqua, dell’aria, del suolo (vedi Box nella pagina a fianco “Verso una maggiore sostenibilità della coltura della vite”). In questo nuovo contesto produttivo, trovano spazio e motivo di
interesse alcuni sottoprodotti dell’attività viticola ed enologica, che da residui possono diventare risorsa in quanto reintegrabili nel ciclo produttivo. Tra questi i sarmenti di risulta della potatu-ra invernale dei vigneti e le vinacce, opportunamente trasformati in compost, sono una valida soluzione per il mantenimento della sostanza organica del suolo e per la conservazione delle proprie-tà fisiche dei terreni minate dal sempre più frequente compat-tamento delle superfici destinate a vigneto (perdita di struttura, permeabilità e fenomeni di asfissia).
Riprendendo un argomento cui si era fatto cenno in un precedente scritto su questa stessa testata (Concimazione per conservare la territorialità dei vini – n. 6 del 13 febbraio c.a.), di seguito si tratterà della terza soluzione sopra prospettata, riportando i dati di un quadriennio di sperimentazione (2009/1012), eseguita dal Centro di ricerca per la Viticoltura di Conegliano (Cra-Vit), nell’ambito del progetto Oiga (Osservatorio per l’imprenditorialità giovanile in agricoltura, Bando 2008 “Produzione di energia e sostanza organica dai sottoprodotti del vigneto) e sviluppata presso un’azienda vitivinicola della pianura trevigiana.
Tabella 1 Quantità di elementi nutritivi presenti nei sarmenti di vite in funzione della densità e della vigoria del vigneto
Vigoria /Densità
Sarmenti
(q/ha peso fresco,
umidità media 55-60%)
Azoto
(kg)
Fosforo
(kg)
Potassio
(kg)
Magnesio
(kg)
Bassa vigoria
circa 2.000 ceppi ettaro15-20 10-15 4-5 25 8-10
Media vigoria
2.500/3.000 ceppi ettaro20-25 20-25 6-8 30-35 15-18
Alta vigoria
> 3.500 ceppi ettaro25-30 25-30 8-10 40-45 20-22
premessa1. L’economia reale in termini di unità fertilizzanti restituita al suolo attraverso l’impiego di compost da sarmenti è considerevole e di assoluto interesse (Tabella 1). 2. L’apporto di materia organica attenuto con l’impiego dei sar-menti è dell’ordine di 5-7 q/ha che soddisfa circa il 45/50% del fab-bisogno annuale di sostanza organica. 3. L’uso dei sarmenti contribuisce in parte alla protezione del suo-lo dall’erosione (questa azione è tanto più efficace tanto più i sar-menti sono macinati finemente), ma ben più evidente è l’effetto dei sarmenti nel ridurre i fenomeni di compattamento.4. Sul piano fitosanitario questa pratica non presenta nessun peri-colo di contaminazione fungina quando i sarmenti sono preven-tivamente trasformati in compost, mentre per il loro utilizzo tal quale sarebbe buona pratica accertarsi dell’assenza di escoriosi ed eliminare le parti legnose più grossolane (parti di branche o di fusti in quanto possibili sedi di eutipiosi, mal dell’esca e Bda).
la sperimenTazioneConsapevoli che un buon tenore di sostanza organica nel suolo (2-3%) migliora gli effetti su: lavorabilità, ritenzione idrica, per-meabilità e aumenta la ricchezza in elementi nutritivi e microor-ganismi utili, la prova ha inteso valutare i risultati che si possono ottenere su suoli argillosi sensibili al compattamento, utilizzando in vigneto compost ottenuto con soli sarmenti di vite, preventiva-mente trinciati e sfibrati. Questa soluzione è facilmente persegui-bile data la rapidità con cui avviene il processo di compostaggio (6-8 mesi previa triturazione e sfibratura dei sarmenti, formazio-ne del cumulo e abbondante bagnatura) e l’inattivazione della carica fungina dovuta all’innalzamento termico che si ha all’in-terno del cumulo (circa 70 °C). I caratteri più importanti della ma-trice secca del compost da sarmenti erano i seguenti: C 41,5%ss, N 1,4%ss, C/N 29,7 La sostanza organica è stata apportata con il duplice intento di migliorare la risposta della pianta e le caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche del suolo. Il compost da sarmenti è stato confrontato con quello ottenuto con letame bovino entrambi uti-lizzati a due diverse dosi (2 e 4 t/ha). La varietà è il Cabernet Sau-
vignon innestato su 3309, anno di im-pianto 2002, sesto di impianto 2.2 x 0.9 pari a 5.050 ceppi ettaro, allevamento a spalliera con potatura a Guyot. Il vigneto è stato scelto in quanto colti-vato su un suolo fortemente argilloso (contenuto medio di argilla 40%) con evidenti sintomi di compattamento (difficoltà di sgrondo, ridotto svilup-po vegetativo, ridotta produzione). Il compost è stato distribuito in autun-no, a spaglio sull’intero interfilare e interrato a 10/15 cm di profondità tra-mite l’impiego di un erpice a denti.
T e c n i c a v i T i c o l a
(ri)Utilizzo dei sarmenti di vite Per quanto riguarda in particolare i sarmenti, sino a pochi anni addietro era pratica comune bruciare il legno di potatura al mar-gine dei vigneti, oppure procedere a una grossolana trinciatura nell’interfila. La necessità e l’obbligo di abbandonare la pratica di bruciare in campo quanto era ritenuto uno scarto del ciclo produt-tivo, è giunto perentorio con il recepimento della Direttiva europea 96/62 in materia di “valutazione e gestione della qualità dell’aria e dell’ambiente”. Tale disposizione è stata dapprima introdotta a li-
cumulo di sarmenti tagliati e sfibrati pronti per una prima abbondante bagnatura che avvii i processi di fermentazione
La sperimentazione
del Cra - Vit
compost da sarmenti
pronto per la distribuzione
T e c n i c a v i T i c o l ail corriere vinicolo n. 41
22 Ottobre 2012 15
acquisizionia TenimenTi angelini il 100% Di berTani holDing e TenUTa noVareDopo l’acquisizione della maggioranza delle quote nel dicembre 2011, oggi Tenimenti Angelini diventa proprietaria al 100% di Bertani Holding - compresi 180 ettari di cui 54 vitati- e di Tenuta Novare con i marchi Villa Novare e Tenuta Novare. Con il nuovo accordo, Gaetano Bertani, ultimo dei fratelli della storica famiglia
ancora presente nella holding, ottiene la piena proprietà di due rami d’azienda costituiti il primo dalla Villa Novare-Mosconi-Bertani in località Negrar, frazione di Arbizzano (Vr) - che sarà adibita al business eventi e manifestazioni – e il secondo costituito da 21 ettari tra vigneti e parco. Quest’ultimo ramo d’azienda si aggiunge all’Azienda vitivinicola Tenuta Santa Maria alla Pieve, progetto nato agli inizi degli anni ’90.
I risultati
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0,5
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1,5
2
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3,5
Sarm. 20 q Sarm. 40 q Let. 20 q Let. 40 q Test
kg d
i uva
per
cep
po
Produzione per ceppo
2009
2010
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Media 0
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Sarm. 20 Sarm. 40 Let. 20 Let. 40 Test
g/vi
te
Legno di potatura
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600
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Sarm. 20 Sarm. 40 Let. 20 Let. 40 Test
g/vi
te
Legno di potatura FigUra 1 Valore medio del triennio 2009/2011 del legno di potatura per vite
FigUra 3 Rese quantitative per ceppo nel quadriennio 2009/2012
VerSo unA MAggior SoStenibilità DellA colturA DellA Vite
Verso la metà degli anni Novanta, sotto la spinta di un necessario rinnovamento degli impianti, cominciò a farsi sentire la necessi-tà di affrontare in modo diverso la pratica viticola con l’adozione
di impianti più fitti e meno vigorosi, rese più contenute e miglio-ramento della qualità, maggior attenzione all’uso degli agrofarma-ci. Tutto questo però conteneva ancora un generico intento verso la tutela dell’ambiente che troverà solo in questi ultimi anni un vero e sentito proposito di difesa del patrimonio naturale. Proba-bilmente quest’ultima accelerazione verso un nuovo modo di con-siderare l’attività viticola è dovuta anche alla maggior sensibilità del consumatore verso le problematiche ambientali che trasmette
al produttore con richieste e garanzie sempre più precise. Quale sia la motivazione, è comunque certo che oggi il mondo viticolo sta affrontando un nuovo cruciale cambiamento: una viticoltura sostenibile che pensi anche alle generazioni future, una profonda svolta nell’impostare la propria attività, dove diventa prioritario il rispetto per le risorse naturali e la conservazione dell’acqua, dell’aria, del suolo. In questo nuovo contesto produttivo, non viene certamente perso di vista l’obiettivo primario dell’utile economi-co, ma questo traguardo si inserisce in una domanda di sostenibi-lità che ha coinvolto a pieno titolo anche il produttore di uva e il trasformatore in vino.
risposte vegetative
Sin dal primo anno l’apporto di sostanza organica ha determinato
un significativo incremento nello sviluppo vegetativo della
pianta (mediamente +30%); gli incrementi medi del triennio
sono del 25% per il compost da sarmenti e letame alla dose di 20
q, mentre è stato quasi del 40% per la tesi letame 40 q (Figura 1).
Dalla quantificazione del legno di potatura e della produzione
per ceppo è possibile calcolare l’indice di equilibrio vegeto-
produttivo di Ravaz; la valutazione dei suoi valori non
ha fatto emergere differenze tra le tesi, se non per la tesi letame 40 q, dove l’aspetto vegetativo
sembra sovrabbondare rispetto a quello produttivo (valore medio
di Ravaz pari a 2 nel letame 40 q contro un valore di 2,5 nelle altre tesi). La conferma della
maggior vigoria indotta nel trattato si ha anche con la misura del progressivo allungamento dei germogli nel corso della stagione
vegetativa (Figura 2); si ricorda che la maggior misura della tesi
compost da letame,è da attribuire soprattuttoalla sub tesi con l’impiego
della dose più alta (4 t).
vello nazionale con il Decreto legislativo 351/99 e successivamente nel corso degli anni 2000 fatta propria dalle strutture regionali e provinciali (nel Veneto ad esempio è stata inserita nella delibera del Consiglio Regionale n. 57/2004 “Piano regionale di tutela e risa-namento dell’atmosfera”). Lo scopo atteso è quello di contrastare l’inquinamento atmosferico e in particolare quello dovuto alle pol-veri sottili (PM10), garantendo la tutela della salute pubblica.Grazie al divieto di bruciare a cielo aperto qualsiasi residuo di pota-tura vegetale, i sarmenti di potatura della vite hanno obbligatoria-mente assunto una nuova veste e da scarto o rifiuto hanno acquisito la corretta forma di sottoprodotto e come tale reintegrabile nel ciclo produttivo o utilizzabile in impianti aziendali per produrre calore, energia o biogas. Ogni abuso potrà essere sanzionato in quanto con-figurabile come reato di smaltimento illecito (l’unica deroga alla eliminazione attraverso combustione all’aperto è nei casi accertati di problemi fitosanitari). Attualmente il viticoltore ha quindi tre alternative:
1) trinciatura in campo lasciando il materiale depositato sul cotico erboso; attualmente è la pratica più diffusa ed è sicuramente la meno onerosa, ma anche quella che non ne consente un ottimale riutilizzo (vedi scarsa minera-lizzazione della sostanza organica) e che può favorire la diffusione dell’escoriosi se il vigneto ne è interessato;
2) pressatura e imballaggio dei sarmenti in colli di di-verse dimensioni e forma e loro successiva cippatura e combustione ad alte temperature in caldaie a basse emis-sioni per la produzione di calore (2,4 kg di cippato secco producono la stessa energia di un litro di gasolio o di un m3 di metano);
3) trinciatura e sfibratura del materiale, aggiunta o meno delle vinacce di vinificazione, trasformazione in compost e suo utilizzo quale ammendante e fertilizzante.
Pensando al suolo si deve fare immediato riferimento alla evidente perdita di sostanza organica dei terreni vitati e alla possibilità di un suo reintegro con l’utilizzo di sostanza organica derivante anche dai sottoprodotti viticoli ed enologici. Si deve pensare al benessere degli apparati radicali e alla loro piena funzionalità garantita da suoli arieggiati e non compattati.
Pensando all’acqua, bene sempre più conteso, si dovranno adottare nuovi impianti (es. ala gocciolante interrata) e strategie che permettono un risparmio d’acqua fino al 40%. Tutto questo è ormai possibile grazie agli studi e alle ricerche dell’ultimo decennio e alla possibilità sempre più pratica e convincente di fare ricorso alla viticoltura di precisione.
Pensando alla vite si dovranno ridurre gli apporti di concimi minerali in considerazione delle reali necessità della pianta, dei momenti di reale assorbimento e di una miglior funzionalità degli apparati radicali se fatti coabitare con suoli drenati e arieggiati. Crediamo però che sostenibile significhi anche recupero della capacità della pianta di affrontare le diverse condizioni colturali. Da troppo tempo stiamo perseguendo una viticoltura eccessivamente protetta e sostenuta con azioni quasi quotidiane, la vite ha perso la sua capacità di affrontare l’ambiente, ma soprattutto ha perso il suo rapporto con esso.
Pensando all’aria sempre più si dovrà fare uso di principi attivi non inquinanti, di una lotta integrata, di attrezzature che permettano un notevole risparmio di prodotto e di centrare solo il bersaglio. Si dovrà cominciare a tener conto che il vigneto è un consumatore e sequestratore di CO2 atmosferica, responsabile del cambio climatico.
La sperimentazione
del Cra - Vit
risposte produttive
L’effetto tesi e l’effetto annata sono ben evidenti con le maggiori produzioni nel 2012 e nelle tesi trattate con 40 quintali di compost (indifferente se da sarmenti o da letame), dove la produzione è aumentata nell’ultimo anno di circa il 30%. Da notare l’effetto di incremento progressivo della produzione nelle 4 annate, ottenuto
soprattutto con l’impiego dei sarmenti alla dose più alta (Figura 3). La maggiore produzione per ceppo è riconducibile prioritariamente
all’aumento del peso del grappolo, dovuto principalmente ad una migliore allegagione e quindi ad un maggior numero di acini
per grappolo. Questo effetto è da ricondurre, probabilmente, alla maggiore disponibilità di azoto, che soprattutto nel periodo della fioritura può aver influito positivamente sulla percentuale di allegagione. Anche il numero di grappoli per pianta ha risentito dell’effetto del trattamento, in particolare nelle ultime due annate di studio con un aumento medio di circa tre grappoli per vite (18 nel test e 21 nel trattato).
FigUra 2 Allungamento dei germogli (valori medi del quadriennio 2009/2012
Cen
timet
ri
Data
24/5 3/6 13/6 23/6 3/7 13/7 23/7 2/8 12/8
250
200
150
100
50
0
Compost ottenuto da letameCompost ottenuto da sarmentiTestimone
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risposte qualitative
L’analisi dei contenuti zuccherini dei mosti non ha evidenziato differenze significative tra le tesi; vi è però una tendenza del testimone non trattato ad avere uve un po’ più zuccherine e questo in relazione con le minori rese produttive (Figura 4). Da segnalare che nell’annata siccitosa appena trascorsa, la tesi letame 40 q, è quella che ha maggiormente risentito negativamente del difficile decorso climatico, con valori in zuccheri di un grado Brix inferiori alle altre tesi a confronto. Anche i valori acidi e il pH delle uve alla vendemmia non hanno differenziato le tesi. Più interessante è invece l’analisi del contenuto in antociani (Figura 5), dove si nota una significativa riduzione della tesi con apporto di 40 q di compost da letame, seguito dalla tesi sarmenti 20 q. Tutte le tesi hanno seguito lo stesso trend annuale, ma se da un lato la tesi test si è portata sui valori più alti (1.300 mg/kg, nuovamente complice la minor produzione), al contrario la tesi letame 40 ha sempre fatto segnare i valori più bassi (mediamente 1.000 mg/kg contro 1.200 mg/kg delle tesi sarmenti 40 e letame 20). Si inizia quindi ad evidenziare un diverso comportamento in relazione alla matrice organica del compost e alla sua quantità di distribuzione.
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21
22
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Sarm. 20 Sarm. 40 Let. 20 Let. 40 Test
Gra
di b
rix
FigUra 4 Media del quadriennio 2009/2012 dei valori zuccherini dei mosti
FigUra 5 Contenuto in antociani delle uve nelle diverse annate in prova
500
600
700
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1100
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1300
1400
Sarm. 20 Sarm. 40 Let. 20 Let. 40 Test
mg/
kg a
cin
i
la fertilità microbiologica del suolo
I dati in Figura 6, relativi al campionamento eseguito nell’autunno del 2011, mostrano
che entrambe le tipologie di compost hanno avuto un effetto positivo sul
contenuto di carbonio e azoto nella biomassa microbica (BC e BN). A questo aumento fa riscontro, non casualmente,
anche l’aumento del carbonio organico estraibile (EOC), che è una frazione
disponibile per il metabolismo dei microrganismi. Nel caso dell’N estraibile
(EN) non si sono riscontrate variazioni, probabilmente per la competizione
esistente tra pianta e micro-organismi nell’assorbimento di questo elemento.
Anche l’attività enzimatica ha evidenziato un generale miglioramento: è quindi
confermata l’azione positiva del compost nel rivitalizzare il terreno trattato.
FigUra 6 Contenuto di C e N estraibili in solfato di K (EOC, EN); C e N nella biomassa microbica (BC, BN) nelle diverse tesi a confronto (prelievo ottobre 2011, profondità 5-30 cm)
Sar
men
ti d
i pot
atur
a (q
.li/h
a)
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Verduzzo T
revigiano
Merlo
t
Chardonnay
Raboso
Pinot g
rigio
IM
Prosecco
Carmenere
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10
5
0
Verduzzo
Trevigiano
Pinot grig
io
Chardonnay
Raboso Piave
Manzoni b
.
Merlo
tGlera
Carmenère
Produzione potenziale di legno di potatura per ettaro (quintali di peso fresco) in funzione del vitigno, in vigneti dell’area Piave (TV), allevati a Sylvoz con distanza tra i filari compresa tra 2,7 e 3 metri (media di 45 vigneti per il periodo 2007/2010). E’ evidente che la vigoria del vitigno ha un ruolo fondamentale sulla quantità di sarmenti, ma vi è anche da considerare che minore è la distanza tra i filari e maggiore sarà la quantità di legno di potatura.
coMPoSt DA SArMenti e VinAcce e SoStenibilità
Da sinistra: distribuzione del compost da sarmenti nel sottofila; questo sistema di utilizzo non valorizza appieno la funzione
fertilizzante del compost, in quanto un corretto uso dovrebbe prevedere un leggero interramento su una superficie maggiore
rispetto al solo sottofila. evidente effetto dell’uso del compost, si noti il colore più intenso
e la maggior vigoria della seconda metà del filare, rispetto al testimone non trattato e localizzato nella prima parte.
Dall’alto: tesi testimone.sotto: tesi dopo due anni di somministrazione autunnale di 40 q/ha di compost da sarmenti nell’interfila
conclusioni
Il compost ottenuto con l’impiego dei sarmenti di vite, con l’eventuale aggiunta di un terzo in peso di vinacce, si inserisce appieno in un contesto di viticoltura sostenibile che rispetta e utilizza in modo corretto le risorse naturali. I vantaggi sono molteplici (incremento dell’attività microbiologica e ritenzione idrica del suolo, miglioramento delle rese produttive del vigneto, aumento della sostanza organica del suolo, riduzione degli apporti di concimi di sintesi ecc.), inserendosi in un obiettivo di raggiungimento di un alto grado di equilibrio tra risorse naturali e attività vitivinicola.
Il vigneto grazie all’azione combinata di apporto di ma-teriale organico e di una leg-
gera lavorazione superficiale, ha riacquistato vigore, altrimenti depresso dal compattamento causato dal passaggio dei mezzi meccanici e dalla natura for-temente argillosa del terreno. Questa problematica è partico-larmente sentita sui suoli pe-santi, dove la fertilità agronomi-ca ne può largamente risentire. L’apporto di compost sia da leta-me che da sarmenti di potatura, ha influito direttamente sulla produttività, sviluppo vegeta-tivo, qualità dell’uva e caratte-ristiche microbiologiche del suolo. La risposta della vite si è manifestata già al primo anno di intervento, con produzioni
più elevate, soprattutto quando l’apporto di compost è stato di 4 t/ha. Lo sviluppo vegetativo ne ha risentito positivamente, ma senza alterare il valore di indice di Ravaz tranne che per la tesi letame 4 t. Non si è riscontrata nessuna differenza sul conte-nuto zuccherino delle uve, più evidenti invece gli effetti sul profilo polifenolico penalizzan-do le tesi trattate con compost da letame alla dose più alta (4 t/ha). In questo caso l’aumento dello sviluppo vegetativo è stato superiore alle altre tesi. Il compost da sarmenti rap-presenta quindi una valida so-luzione per ridare fertilità mi-crobilogica ai suoli, stimolando produttività, vigore e preser-vando la qualità delle uve.
Per ottenere i migliori risultati la dose nel caso dei sarmenti deve orientarsi verso le 3/4 t/ha, ciò significa che mediamente il materiale ottenuto da un ettaro di vigneto potrà coprire questa quantità in due anni (si con-siglia di distribuire il compost alternativamente su metà vi-gneto). La distribuzione è prefe-ribile interessi quasi per intero l’interfila a cui deve seguire un leggero interramento per favo-rire i processi di mineralizza-zione per la messa a disposizio-ne degli elementi nutritivi in modo graduale e dilazionato nel corso della stagione. Si consi-glia di distribuire il compost in fase autunnale, e di intervenire con l’eventuale concimazione chimica di completamento in
prossimità della fioritura (si ri-corda che la restituzione di sar-menti, raspi e vinaccia, soddisfa quasi la metà di una media con-cimazione).Grazie ai risultati ottenuti si può con certezza affermare che il compost da sarmenti rappre-senta una valida e pratica alter-nativa alla semplice trinciatura in campo, limitando l’apporto di fertilizzanti di sintesi e favoren-do la sostenibilità del vigneto. Tra gli altri benefici non va di-menticato il contributo che il ri-utilizzo dei sarmenti svolge nel sequestro del carbonio in essi presente (leggi CO2), concorren-do positivamente a contrastare il cambiamento climatico at-traverso la riduzione della CO2 atmosferica.
Produzione di legno di potatura in funzione di diversi vitigni e forme di allevamento (media annate 2009/2010), nell’ambiente dei Castelli romani
uva
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22 Ottobre 2012 17
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manda è lecita: vendiamo tan-
to perché valiamo poco? È una
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si tratta di prezzo medio: 3,70
dollari al litro, dietro Nuova Ze-
landa, Francia, Usa e Australia,
e incalzati da una dinamicissi-
ma Argentina, che ormai ci fa
sentire il fiato sul collo.
Segue a pagina 3
export di vino: maggiori paesi - 2011
.000 litriVar. %
.000 $ Var. %$/litro
Var. %
Francia995.500
5,3 6.381.39621,4
6,4115,3
Italia
1.231.5698,3 4.557.978
16,63,70
7,7
spagna736.496
14,6 1.796.31719,8
2,444,5
australia361.800
-15,7 1.542.865-1,8
4,2616,4
cile
466.8843,1 1.470.194
10,83,15
7,5
Usa
208.46714,8
986.85125,1
4,739,0
nuova Zelanda111.200
-1,4763.199
9,76,86
11,3
argentina216.164
-6,2762.702
9,23,53
16,4
di carLo FLamini
Fonte: elaborazioni
Corriere Vinicolo su dati
istituti di statistica
e associazioni nazionali
i n p r i m o p i a n o
australia4,26
spagna2,44
stati Uniti4,73
Francia6,41
nuova Zelanda 6,86
italia3,70
argentina3,53
cile3,15
iPad
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CLIM.AIR.50Caldaia THB a biomassa
L a caldaia Thb Climair 50 è una valida soluzione per la sostituzione o l’affiancamento delle tradizionali caldaie a gasolio, gpl, propano, e gas naturale per il riscaldamento e il raffrescamento presso caseifici, agriturismi, alberghi, capannoni, cascine, abitazioni e
condomini. L’utilizzo della caldaia Thb consente un immediato risparmio fino al 70% sui costi di riscaldamento e permette un sensibile aumento del comfort dato da un condizionamento caldo-freddo costante per tutta la stagione. Consente inoltre di valorizzare la biomassa prodotta in azienda dalla manutenzione e pulizia di boschi, rive, siepi, frutteti, giardini e vigneti, mediante l’utilizzo del cippato prodotto dalla loro macinatura. Attraverso particolari accorgimenti adottati sul sistema di trasporto del combustibile è in grado di gestire del cippato più difficile, come il trinciato della potatura di vite. Un display touch screen a colori e un software dedicato permettono di gestire l’impianto anche per il condizionamento e garantire un utilizzo della caldaia estremamente semplificato, consentendo anche a personale non qualificato un’immediata visione e conduzione dell’impianto. Dotata di connettività alla rete internet permette la tele gestione e la verifica in tempo reale dei parametri di funzionamento. I tempi di ammortamento dell’investimento dell’impianto possono arrivare a 3 anni con gli attuali costi dei combustibili, creando benefici in termini di migliore redditività dell’azienda agricola, aumentando i margini di guadagno.
CAEB INTERNATIONALPressa sarmenti Quickpower
L e pressa sarmenti Quickpower sono state progettate e realizzate da Caeb International per consentire
l’ottimizzazione del contenuto energetico delle biomasse. La compattazione in balle a “cuore tenero” permette un passaggio d’aria uniforme e quindi viene garantita un’asciugatura naturale, evitando l’insorgenza di muffe e di fermentazione. Lavorano in presenza di interfile strette o larghe, sotto i tendoni e su qualsiasi tipo di terreno (anche sassoso). Producono balle a dimensione fissa e, data la compattezza nelle dimensioni, sono anche di facile manovrabilità e quindi facilmente trasportabili da qualsiasi trattore.Per la legatura delle balle viene proposta una modalità completamente naturale (con filo sisal), ma è disponibile anche una soluzione con un’apposita rete estrusa in polipropilene. Le macchine possono trasportare fuori dal filare fino a 8 balle contemporaneamente (diametro 40 cm e lunghezza 60 cm), per un peso di circa 250 kg.
PERUZZODa Mustang a Cobra: ampia gammaper raccolta e lavorazione sarmenti
BERTITrincia raccoglitrice Picker/C
Le proposte del mercatoIn VetrIna una selezIone, a Cura delle azIende,
dI alCune delle ultIMe noVItà
so un condotto incorporato nel contenitore dove viene raccol-to e riutilizzato in altri settori (come quello della produzione di energia o del compostaggio).Il contenitore, con telaio di ri-baltamento automatico, può essere di tre tipi: compatto, standard e super (le capienze variano da 1,50 a 3,50 m³).L’altezza di svuotamento è di circa 1,60 metri per la versio-ne compatta, 2 per la versione standard e 2,6 per quella Super; tale operazione permette di de-positare il materiale trinciato su vari tipi di rimorchi per un eventuale trasporto in altro luo-go. L’equipaggiamento di serie comprende: il rotore rinforzato con mazze taglienti di tipo “A”, le ruote pivottanti con rego-lazione idraulica dell’altezza e il rotore “pick-up” con tra-smissione meccanica e limita-tore di coppia automatico.
S i chiama Mustang ed è la semovente con conducente, brevettata a 3 ruote motri-ci con trincia sarmenti integrato, una
novità assoluta per la Peruzzo che ha realizzato un veicolo idrostatico. Dalle notevoli prestazio-ni, compatta nelle dimensioni, con larghezze di taglio da 1,4 a 1,6 metri, massima manovrabilità, adatta a velocizzare le lavorazioni di trinciatura fine su erba alta e potatura, principalmente nei filari di vigneti e frutteti. Koala è invece il trin-ciaerba con raccolta, un’attrezzatura di piccole dimensioni adatta per l’applicazione su trattrici da 18 a 30 CV. Sono stati sviluppati sistemi di rego-
lazione e accessori per eseguire il taglio perfetto e netto della foglia con consecutiva arieggiatura su campi sportivi con raccolta perfetta del residuo su differenti tipi di erba e condizioni del terreno e del manto erboso. Infine, Cobra è la trituratrice di riconosciuta robustezza, apprezzata per la ridu-zione della potatura in cippato uniforme e di pic-cole dimensioni a uso energetico. Nuovo scarico in altezza fino a 260 cm, aumentata capienza di raccolta e sistemi di conservazione/essiccazione, brichettatura del cippato.Le attrezzature Peruzzo saranno presenti alla prossima edizione di Eima a Bologna.
T rincia raccoglitrice da applicare su trattori con potenza compresa tra
60 e 140 HP; è disponibile nelle misure 120, 140, 150, 160, 180 e 200 ed è ideale per la trinciatu-ra di sarmenti di potatura fino a 8 cm. di diametro. è capace di lavorare su tutti i tipi di terreno (anche quelli sassosi) e offre due vantaggi: garantire la perfetta pulizia del terreno dai residui di potatura (evitando così la pre-senza di pericolose contamina-zioni, muffe e malattie); recupe-rare importantissime biomasse per produrre energia. Infatti lo scopo della macchina è di rac-cogliere, dopo averlo sminuz-zato, il materiale legnoso deri-vante dai residui di potatura di vigneti, frutteti o frascume di altra derivazione senza alcuna dispersione sul terreno. Il pro-dotto trinciato, fuoriesce dalla camera di trinciatura attraver-