schede didattiche parco dora
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Un sistema di schede didattiche per guidare i bambini e i ragazzi delle scuole elementari e medie alla scoperta del Parco Dora e delle sue particolarità.TRANSCRIPT
Parco Dora | Laboratori didattici | Materiale per gli insegnanti Mappa e informazioni generali sull'area
Il Parco Dora è per estensione il secondo parco cittadino di Torino dopo il Parco della Pellerina. La sua superficie è pari a circa 456.000 mq. Il Parco Dora è stato ricavato a conclusione di un intervento di riqualificazione urbana programmato nel Piano Regolatore Generale del 1995. Questo Programma di Riqualificazione, conosciuto con il nome di “Spina 3”, è stato uno degli interventi di rinnovamento urbano unitario più grandi d'Europa. Si tratta di un area semi-periferica, attraversata dalla Dora Riparia, su cui è documentata la presenza di cascine a partire dal sec. XII. Il suo utilizzo a fini agricoli venne però meglio strutturato a partire dalla seconda metà del sec. XV e poteva dirsi completato tra la fine del '600 e nel '700, quando tutta l'area compresa tra la Dora Riparia e la Stura era coltivata a grano o a pascolo. All'istituzione delle Barriere Daziarie nel 1853 l'area si presentava ancora totalmente agricola, ma a partire dal 1869 si trovò in una condizione estremamente favorevole per l'insediamento delle prime industrie tessili e meccaniche. L'area era infatti delimitata a Sud dalla Dora, a Est dal primo tratto di ferrovia Torino-Novara, a Nord dall'altra ferrovia, conclusa proprio nel 1869, che collegava Torino con Ciriè e poi Lanzo ed era attraversata dal Canale Ceronda, aperto anch'esso nel 1869, che scorreva in corrispondenza dell'attuale corso Brin. Era quindi una zona molto ben servita dai nuovi mezzi di trasporto e dotata di canali idrici in grado di fornire forza motrice. I Fratelli Galoppo costruirono per primi un opificio tessile nella zona prossima alla stazione ferroviaria della Ciriè-Lanzo. La loro avventura imprenditoriale però durò poco e nel 1882, al fallimento della loro azienda, cedettero lo stabilimento alla Società Alta Italia che si occupava di costruire e gestire linee ferroviarie, progettare e costruire treni ed anche produrre e distribuire energia elettrica. La Società Alta Italia venne poi acquisita dalle Officine Savigliano. Il 1906 fu l'anno in cui si impiantarono su questa area sia le Ferriere Piemontesi sia la fabbrica di pneumatici Michelin. Nessuna delle due aveva a capo un imprenditore torinese, ma scelsero Torino perchè lì stavano insediandosi la maggior parte dei loro clienti. In 6 anni, tra il 1900 ed il 1906 a Torino nacquero oltre 30 ditte produttrici di autovetture. Le Ferriere Piemontesi erano in origine di Monsieur Vandel, che dopo aver completato ogni ampliamento possibile nella fabbrica di Buttigliera Alta, vicino ad Avigliana, nel 1906 trasferì in questo nascente parco industriale le sue lavorazioni. La zona era così appetibile che anche Monsieur Michelin, dovendo localizzare la sua prima azienda in Italia, scelse negli stessi mesi questa zona, sulla stessa sponda della Dora, un poco più a Ovest. Nel 1917 le Ferriere Piemontesi vennero acquistate dalla FIAT. Da allora per quasi 100 anni le acciaierie, le industrie metalmeccaniche, quelle tessili ed in generale quelle legate all'auto occuparono ogni metro quadrato di superficie disponibile, costituendo 4 grossi lotti, separati dalla Dora e dagli assi stradali di via Borgaro e via Livorno. Ancora oggi li chiamiamo con i nomi con cui venivano identificati al tempo: Michelin (a Sud), Valdocco (a Est, tra la sponda della Dora e lo scalo ferroviario “Valdocco”, dove si impiantarono per prime le Ferriere Piemontesi, poi Ferriere FIAT, Vitali (a Nord, dove si ampliarono negli anni '30 le Ferriere FIAT, è il cuore del Parco ed era il cuore dell'acciaieria, con tutto il ciclo di lavorazione dal rottame al nuovo lingotto, alla produzione di lastre), Ingest (a Ovest, la zona di 2° ampliamento Fiat già prima della II guerra Mondiale, era la zona dei laminatoi).
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I bombardamenti del 1943 provocarono danni diffusi ai fabbricati. Nel dopoguerra la produzione ripartì a ritmo sostenuto. Per tutti gli anni del boom economico la FIATè stata in grado di produrre internamente tutto l'acciaio di cui ha bisogno per costruire le autovetture. Ma il boom economico finisce e “nel 1982 la FinSider acquisisce gli stabilimenti; l'attività, oramai in progressiva decrescita a causa della crisi che colpisce il settore metallurgico, si protrae fino al 1992, quando le Ferriere chiudono.”1 La trasformazione dell'area inizia nel 1998 con lo smantellamento e la bonifica di tutta l'area. Il progetto di riqualificazione ha previsto lo svuotamento da tutti i volumi industriali edificati per lasciare posto ad una grande area verde contornata da insediamenti residenziali di nuova concezione e sviluppati in altezza, al fine di lasciare libero la maggior quota di terreno possibile. Vengono conservate e “musealizzate” alcune preesistenze come la Torre Evaporativa del Lotto Michelin, la Tettoia di “strippaggio”, le vasche di decantazione, il muro del parco rottami, i pilastri e le torri delle cabine elettriche in cemento armato, e le 4 torri di raffreddamento con relative vasche di raccolta nel Lotto Vitali, alcuni pilastri che ora reggono la passerella, i plinti e le vasche dei treni di laminazione nel Lotto Ingest. Nel Lotto Ingest, lungo via Nole, resta anche un edificio che fu la sede dei servizi generali e di manutenzione del reparto Grandi Nastri delle Ferriere Fiat. Ora è privato della copertura ed ospita un “hortus conclusus” che ogni primavera si rinnova. I primi due interventi su cui però si incardina la riqualificazione dell'area sono le costruzioni dei 2 complessi d'avanguardia: a Sud Est l'Enviroment Park, costruito a partire dal 1998 quale esempio di architettura a basso impatto, ed a Nord-Ovest il centro spirituale diocesano del Santo Volto, prototipo di un’integrazione tra l’ingranaggio industriale e il fiore della spiritualità progettato da Mario Botta nel 2004. Entrambi effettivamente esterni all'area del Parco Dora; entrambi ne sono stati motore propulsore partendo da due punti, contrapposti non solo in senso geografico. L'Environment Park è stato progettato da Emilio Ambasz, Benedetto Camerana, Giovanni Durbiano e Luca Reinerio. E' compoisto da quattro blocchi paralleli sul tracciato delle strade di servizio che servivano lo stabilimento siderurgico preesistente. La continuità con il parco circostante è garantita dalle coperture verdi e rampicanti. L’esito è un’architettura dal basso impatto visivo, in cui la costruzione è compenetrata nella natura. Oggi Environment Park, oltre a ospitare oltre 60 imprese con un totale di 600 addetti, è un acceleratore dell’innovazione nel settore della nano-tecnologia e delle energie pulite ed è un laboratorio en-plein air dove si possono sperimentare sul campo soluzioni per l'edilizia sostenibile. Il complesso del Santo Volto è caratterizzato dalla ex ciminiera che diviene sostegno della croce, memoria di fatiche umane immani e inno al divino. La chiesa ha una struttura colossale composta da 7 torri alte 35 m alternate a 7 volumi più bassi, all'esterno tutti uguali. All'interno la pianta eptagonale indirizza l'attenzione verso un centro i cui trionfa la luce che scende dall'alto (si ricordi il Benedictus: “come Luce che viene dall'Alto”) e verso la parete alle spalle dell'altare dove trionfa l'immagine del Santo Volto che si produce per effetto della diversa rifrazione della luce sulle diverse superfici dei mattoncini in marmo rosso. Un virtuosismo simbolico, artistico ed
1Da www.museotorino.it sito a cui si rimanda anche per ulteriori approfondimenti
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architettonico. Il complesso è stato inaugurato nel 2006. Tra il 1998 ed il 2006 sono stati costruiti i vari complessi residenziali (molti in edilizia convenzionata, anche di tipo economico e popolare). Nel 2006 una delle torri più alte è stata usata durante il periodo olimpico invernale come Media Centre e poi, a conclusione, trasformata in soli 2 mesi in circa 60 alloggi convenzionati. Nel 2008, nell'area a parco centrale, oramai bonificata e circondata da circa 30.000 nuovi abitanti, si sono avviate le opere di sistemazione paesaggistica secondo un progetto, non ancora totalmente realizzato, dei paesaggisti tedeschi dello studio Latz & Partner, vincitori del concorso internazionale bandito dalla Città di Torino nel 2004. Oggi il Parco Dora è un polmone verde a disposizione dei cittadini con un'ampia zona attrezzata per giochi di squadra,skaters e writers. Una pista ciclabile lo attraversa da Est ad Ovest evitando nodi congestionati di traffico veicolare. Il Parco Dora è anche un ricco calendario di eventi che fanno dello sport a corpo libero e della street art in genere il loro punto di forza. Dal 2011 il Parco ospita la festa per la fine del Ramadan (15.000 partecipanti) ed è la sede privilegiata per incontri di giovani impegnati nella fede cattolica. La sua grande area coperta, ma all'aperto è destinazione ideale per la localizzazione di grandi festival internazionali (della musica elettronica, e quest'anno anche sul tema dello Street Food e Birra,) e di interesse più locale. Dal 2006 al 2015 è stato attivo il Comitato Parco Dora, nato e gestito da un accordo tra la Città di Torino, le Circoscrizioni 4 e 5, i costruttori privati, la Curia Metropolitana e rappresentanti dei cittadini, quale strumento di azione strategica e di accompagnamento per la gestione del processo di trasformazione di quest’area. Da alcuni anni sul Parco sono state avviate iniziative volte a rafforzare e valorizzare l'identità quali la cura di spazi verdi, visite guidate, interventi e corsi di street art, attività di orticoltura urbana. Raggiungere l'area con i mezzi pubblici: fermata “Mortara” in via Orvieto: autobus linea 60, 72, 72B fermata “Livorno” in C.so Mortara: autobus linea 52 fermata “Pier della Francesca” in via Borgaro: tram linea 3 e 9 fermata “Pier della Francesca” in C.so Svizzera: autobus linea 23
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L'area del Parco Dora nel tempo
Il passato remoto: dalle origini al 1849
I Taurini furono i primi abitanti della città di Torino.
La loro presenza è documentata a partire dal III-II secolo a.C.
Probabilmente all'epoca dei Taurini l'area del Parco Dora non
era abitata. I Taurini infatti occupavano una zona collinare più a
Sud-Est, alla confluenza tra il Po e la Dora, l'attuale
Vanchiglietta. L'area era boschiva ed incolta fino al 1460 circa.
In tutta l'area che dalla Dora di estende fino al C.so Grosseto
ancora fino al 1849 si trovavano solo poche cascine sparse,
campi coltivati e boschi.
Il passato prossimo: dal 1850 al 2010
Nel 1850 si costruì il primo tratto della ferrovia Torino-Novara
e nel 1865 il primo tratto della Torino-Ciriè-Lanzo. Nel 1869 si
aprì un canale per servire la zona di energia idro-elettrica.
L'area pianeggiante compresa tra le due ferrovie ed il fiume
Dora, attraversata dal canale, divenne luogo favorevole per i
nuovi insediamenti industriali. Nel 1869 i fratelli Galoppo
costruirono un opificio tessile. Nel 1882 la fabbrica Galoppo
fallì e venne comprata prima dalla Società Alta Italia
(costruzioni ferrovie e treni) e poi dalle Officine Savigliano. Da
quel momento e per circa 100 anni l'area fu occupata da
grandi fabbriche: oltre alle officine Savigliano, sorsero infatti le
Ferriere Fiat e la fabbrica di pneumatici Michelin. Negli anni
'70 del secolo scorso si costruì una strada sopraelevata perchè
il traffico cittadino potesse scavalcare velocemente l'area.
Dall'alto si vedevano un brulicare di ciminiere, torri
evaporative, tettoie ed impianti industriali. Nel decennio
successivo, a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, vi fu una
grande crisi economica. Alcune industrie trasferirono la loro
attività altrove e vennero abbandonate.
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1
1
Incolla qui dentro gli elementi del tempo remoto(v. scheda 2)
Incolla qui dentro gli elementi del passato prossimo(v. scheda 2)
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Il presente: 2010 - 2015
A partire dal 2011 gran parte dell'area un tempo occupata
dalle fabbriche è stata trasformata a Parco. Il Parco Dora è la
seconda area verde più grande della città di Torino, circa
456.000 mq, come 55 campi di calcio. Le vecchie fabbriche
sono state smantellate e trasformate in giardini di rose o
aree gioco, e sono area privilegiata a Torino per
l'espressione di Street Art. Tutt'intorno al Parco sono state
costruite gallerie commerciali e case a torre, sviluppando in
altezza le abitazioni e lasciando lo spazio verde al centro. Ad
Est è stato costruito l'EnvironmentPark (centro per le
ricerche ambientali), ad Ovest il complesso diocesano del
Santo Volto. Alcuni elementi del tempo passato sono stati
però conservati e riusati. Sotto alla tettoia dove venivano
“strippati” i lingotti di metallo ci sono adesso le rampe per
gli skaters e i campi per giocare con la palla. Il Monumento
agli Skaters è un poco più in là. Una lunga serie di pilastri
regge una passerella aerea. Il vecchio “muro del parco
rottami” accoglie opere di writers. E le vecchie fabbriche
hanno dato il nome ai 5 lotti in cui è diviso il Parco: Mortara,
Vitali, Valdocco, Michelin, Ingest..
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1
2
Incolla qui dentro gli elementi del presente(v. scheda 2)
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Il futuro
Scrivi tu come immagini il futuro dell'area e disegna nel riquadro a lato alcuni elementi che secondo te si potrebbero
aggiungere:
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ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1
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GLOSSARIO
Le parole nuove
Boschivo aggettivo = di bosco (aggettivo determinativo di bosco); fiore boschivo o di boscoRicco di boschi, piantato a boschi: terreno boschivo.
Incolto aggettivo = Luogo o terreno non coltivato (anche come sostantivo maschile : è una pianta che cresce negli incolti); selvatico(spec. di piante lasciate crescere senza alcuna cura).
Opificio sostantivo maschile = Stabilimento industriale; fabbrica.[dal lat. opificium (che aveva solo sign. astratto: «fattura di un'opera, di un lavoro»), comp. di opus opĕris «opera» e -ficium «-ficio»]
Brulicare verbo intransitivo = Muoversi confusamente in qua e in là, detto specialmente d’insettiPer estensione anche di persone. Spesso riferito anche al luogo su cui si muove e agita una moltitudine d’insetti, di persone, ecc.: la piazza brulicava di gente; carogna brulicante di vermi. Agitarsi facendo rumore o brusìo. In senso figurato: Pullulare, germogliare, di pensieri, idee e simili
Smantellare verbo transitivo = Demolire, abbattere costruzioni in muratura, (specialmente di opere militari).Per estensione Rendere non più operativo un impianto, un complesso, ecc., rimuovendone o distruggendone attrezzature e macchinari; mettere in disarmo (smantellare una fabbrica o un ufficio).In senso figurato Dimostrare la falsità o l'infondatezza di una tesi; confutare, smontare (smantellare le argomentazioni dell'avversario).Deriva da mantello, con s- sottrattivo, sec. XVI.
Strippaggio sostantivo maschile = adattamento in italiano dall'inglese stripping: Termine gergale qui usato per indicare una particolare operazione di “strappo” del lingotto metallico dal suo stampo.
Skater sostantivo maschile (femminile invariato, pl. skaters) = termine inglese, equivale all'italiano “pattinatore”, ma usato anche per individuare chi va su skate-board (trad. “tavola da skate”)
Writer sostantivo maschile (femminile invariato, pl. writers) = termine inglese, letteralmente traducibile come “scrittore”, ma in italiano usato per individuare il “graffitista” cioè chi esegue graffiti su muri o altre superfici pubbliche.
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1
4
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Parco Dora: elementi del passato e del presente
La ciminiera Le ferrovie ed i treni Le fabbriche
La torre evaporativa La tettoia ed i lingotti Le “ganasce”
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2
1
Ogni fabbrica ne aveva almeno una. Serviva per smaltire i fumi. Venivano realizzate in mattoni. Hanno forma circolare in pianta ed in genere sono altissime.Una vecchia ciminiera è stata trasformata in campanile e si trova vicino alla chiesa del Santo Volto.
Non tutte le fabbriche avevano una torre evaporativa, solo quelle che per il loro ciclo produttivo dovevano raffreddare dell'acqua per poterla riutilizzare. Sono torri a base circolare e dalla forma caratteristica. La vecchia torre evaporativa della fabbrica di pneumatici Michelin è stata conservata. Fu costruita tra il 1940 ed il 1950. Ha un diametro alla base di circa 21 m ed è alta circa 30 m. Anche i cilindri in cemento nel lotto Vitali, ora dipinti come se fossero dei “cappelli a tuba”, sono delle torri evaporative.
Le “ganasce” contengono gli impianti industriali di
filtraggio per depurare l'aria prima di immetterla in
atmosfera. Si trovano sempre sulle coperture degli
stabilimenti industriali, soprattutto quelli che hanno al loro interno lavorazioni ad
alte temperature e con formazione di polveri.
Quelle sulla copertura della tettoia sono state conservate
e tuttora visibili.
Oggi la loro presenza è solo intuibile. I treni corrono interrati lungo il corso Principe Oddone, a Est del Parco. In passato vi erano dei binari che consentivano di deviare i treni merci dalla linea storica all'interno dell'area per portare i rottami di ferro da trasformare.
La tettoia di strippaggio è chiamata così perchè in quel luogo avveniva lo “strippaggio” dei lingotti metallici grezzi, ovvero la rimozione del lingotto dal suo stampo. I rottami di acciaio erano stati in precedenza fusi negli altiforni ed il metallo liquido era stato colato nelle forme. Una volta raffreddato diventava solido e poteva essere “strippato” dalla forma.
Una buona parte dell'area del Parco era coperta da edifici
destinati alla produzione delle lamiere di acciaio e alla loro
lavorazione. Avevano sede in questa zona le Acciaierie della
FIAT, composte da più capannoni, le Officine
Savigliano, la Michelin .
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Parco Dora: elementi del passato e del presente
Il vecchio ponte Amedeo IX La ex sopraelevata I pilastri
Il fiume Dora Le cascine Il bosco
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2
2
Il vecchio ponte, ora pedonale, collega via Livorno con via Orvieto, scavalcando il fiume Dora. La sua costruzione fu decisa nel 1910 dal Comune per collegare la borgata Valdocco con la nuova borgata Vittoria e tutta l'area industriale che si stava sviluppando a Nord del fiume.
Il fiume Dora è sempre stato lì.Non esattamente sempre con lo stesso tracciato, perchè un fiume scorrendo erode le sponde spostandosi di un poco ogni anno. In occasione di alluvioni poi può cambiare anche di molto la posizione del suo “letto”. Ma a volte può essere l'opera umana a cambiare il corso del fiume. In questa zona è successo intorno al 1485-1490, quando il proprietario delle cascine “Bianchina” e “Scaravella”, per difendere i propri terreni dell'erosione del fiume, fece realizzare una nuova ansa a Ovest.
Prima che l'uomo occupasse quest'area con le cascine ed
i campi coltivati, tutta la zona era probabilmente un
fitto bosco incolto.Il toponimo “boscaglia” si trova ancora applicato ad
una cascina, collocata molto più a Nord, tra via Reiss
Romoli e la Stura.Ultima cascina rimasta
ancora funzionante posta al limite della città.
Inaugurata nei primi anni Settanta del Novecento per migliorare il traffico cittadino di collegamento est-ovest superando la ferrovia Torino-Milano e la Stazione Dora, la sopraelevata viene abbattuta a partire dal 2005 in concomitanza con la realizzazione del Passante Ferroviario.
La più antica si chiamava “Bianchina” ed è documentata dall'inizio del sec. XIII. A fianco sorse dalla metà del 1400 la “Scaravella”. Estendevano i loro campi nella zona denominata “pianoalto” della Dora, a Nord del lotto Vitali. Entrambi gli edifici furono distrutti intorno al 1935. Si sarebbero trovati nei pressi dell'incrocio tra le attuali via Verolengo e via Assisi, dove è ancora visibile un'edicola votiva.
I pilastri in acciaio alti oltre 30 m sono ciò che resta oggi di un primo
capannone industriale dentro il quale i rottami di ferro entravano
trasportati da carrelli. I rottami venivano poi innalzati fino alla quota dell'attuale passerella e
“versati” dentro i forni per essere fusi e trasformati in lingotti
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Parco Dora: elementi del passato e del presente
I giardini di rose Il ponte nuovo Le case-torri
La passerella Il monumento allo skater I campi coltivati
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2
3
Al progetto del Parco ha dato il suo contributo il paesaggista tedesco Peter Latz. Il progetto è stato realizzato per lotti a partire dal 2008. Non tutto è concluso e, come è tipico delle aree verdi, alcune cose saranno modificate nel tempo. I piccoli giardini di rose, costruiti nell'area Vitali, però fioriscono già.
L'area del Parco Dora è attraversata lungo l'asse Est-Ovest da una passerella sopraelevata. Il percorso parte dal terrazzo retrostante le case su via Orvieto, passa a lato della tettoia di strippaggio sostenuto da pilastri in acciaio e blocchi scala in cemento (un tempo sede di centraline elettriche). Prosegue scavalcando via Borgaro, fiancheggiando la chiesa del Santo Volto e finisce al centro dell'area Ingest.
Il nuovo ponte sulla Dora di via Livorno è stato inaugurato nel luglio 2011, ma non ha ancora un nome ufficiale. Da qualcuno è stato intitolato a Mauro Rostagno (giornalista ucciso dalla mafia nel 1988). La grande struttura a V è un segno costruttivo importante, all'interno di un contesto in grande trasformazione.
Il monumento è stato realizzato dai progettisti dello skatepark CTRLZ e di Giovanni Zattera - icona skate torinese - e rappresenta una grande porta, ispirata alle 'porte' Maya, intesa come passaggio e comunicazione tra i due mondi (quello cittadino e quello skate) con una parte bassa che raffigura la sua ombra. Sul frontone in metallo è inciso un palindromo del XII secolo presente sul battistero di Prato: en giro torte sol ciclos et rotor igne (il sole e il fuoco fanno girare le ruote). Una rampa skateabile in cristallo blindato è punto privilegiato per realizzare foto e video eccezionali, in sicurezza.
In questa parte di città si sono concentrate le edificazioni di case a
torre, alte tra i 50 ed i 70 metri, e destinate a residenza. Nel 2006
hanno ospitato i giornalisti delle Olimpiadi Invernali e poi sono state
destinate a residenza. La scelta di sviluppare in altezza gli edifici è
stata fatta per aumentare lo spazio verde a disposizione a parità di
numero di abitanti insediati.
L'apertura nel 1460 di due bealere (canali d'acqua
artificiali) consentì lo sviluppo agricolo della zona denominata “Pianalto della
Dora”, a nord del fiume. I campi erano coltivati a
grano e granturco, ma vi erano anche molti terreni a
pascolo. Già dal 1680 è documentata l'attività di
bachicoltura con alberi di gelso piantumati lungo i
confini e le strade.
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Parco Dora: elementi del passato e del presente
L'Environment Park La Chiesa Santo Volto La Street-Art
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2
4
Fu il primo intervento realizzato nella riqualificazione dell'area. Oggi l'Environment Park può ospitare 60 aziende attive nel settore delle tecnologie pulite (nel campo chimico, edilizio, bio e nano-tecnologie). E' stato progettato seguendo i principi bioclimatici e di contenimento dei consumi energetici, con una struttura parzialmente ipogea (interrata).
La chiesa del Santo Volto, progettata dall'architetto svizzero Mario Botta, si compone di sette torri alte 35 m, di una sala polivalente sotterranea e di una serie di locali nei quali trovano posto gli uffici della curia torinese. Alle spalle dell'altare si staglia il Santo Volto della Sindone, ottenuto con il gioco di riflessione della luce su mattoncini in marmo rosso con diversa finitura di superficie. Accanto alla chiesa è rimasta la vecchia ciminiera trasformata in campanile.
Arte di strada (in inglese "street art") è il nome dato a
quelle forme di arte che si manifestano in luoghi
pubblici, nelle tecniche più disparate: bombolette spray,
adesivi artistici, proiezioni video, sculture ecc.
I “graffiti” (un ramo della street art) sono opere
vincolate all'uso della vernice spray ed allo studio della
lettera. Per questo fatto i suoi artisti esponenti sono detti
“writers”.
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A spasso nel Parco DoraOsserva gli elementi, ritrovali nell'area e scrivi di fianco dove sono collocati
La ciminiera La torre evaporativa
Le “ganasce” I pilastri
La tettoia ed i lingotti Le case-torre
Il monumento allo skater Il fiume Dora
La passerella I giardini di rose
ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 3
1
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Elementi Naturali ed Elementi Antropici (al Parco Dora)
Elementi naturali Elementi antropici
il fiume il ponte
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ASPETTO AMBIENTALE – scheda 1
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Per elementi naturali si intende tutto ciò che è stato creato dalla natura.Sono elementi naturali: i fiumi, le montagne, la pianura, ma anche gli alberi, i boschi, i prati, l'acqua.
Sono elementi antropici le opere fatte dall'uomo, come le case, le fabbriche, gli argini, i ponti, le strade, ma anche le aiuole fiorite (se sono state fatte dall'uomo!).
Nome classe data
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Mappa sensoriale del Parco Dora – lotto Vitali
ASPETTO AMBIENTALE – scheda 2
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Incolla nelle forme degli elem
enti na turali mate riali diversi c he li rappre sentino.
Per esempio pezzetti di carta argent ata per il fiu m
e (freddo ), pezzetti di tovaglioli d i carta per il prato (morb ido), piccol i
coni di spug na per gli alb eri (morbid i, m
a alti).Puoi m
etter e una goccia di profumo dove ci son o i fiori.
Poi usa solo gli elementi antropici d ella scheda 3 , ritagliali e posizionali sulla m
appa .
Nome classe data
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I confini del Parco Dora - lotto Vitali
Osserva gli elementi, ritrovali nell'area e scrivi di fianco dove sono collocati distinguendo tra quelli di confine e quelli al centro dell'area;
poi ritaglia solo quelli antropici ed incollali al loro posto sulla mappa del Parcoll nuovo Ponte Le case-torre
I giardini di rose altre case
La chiesa del Santo Volto Il muro della street-art
La tettoia Le torri evaporative
La passerella Il fiume
ASPETTO AMBIENTALE – scheda 3
1
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Nome comune: EDERA
Nome scientifico: HEDERA HELIX
Famiglia: ARALIACEE
Luogo di origine e clima: zona tropicale
Tronco: legnoso, rampicante, ramoso. Ha
la caratteristica di attaccarsi a muri e su
altri tronchi per mezzo di appendici
radiciformi.
Dimensioni della pianta: fino a 30 m
Foglie: sono picciolate, coriacee,
persistenti. Hanno forme diverse: alcune
sono palmatinervie a tre-cinque lobi
largamente triangolari, presenti nei rami
sterili; altre, in genere quelle dei rami
fertili, sono ovato-rombiche ed acuminate.
Il colore è verde cupo sopra, con venature
biancastre e verde-chiaro sotto
Fiori: piccoli, di colore verdastro sono
raccolti in ombrelle quasi globose, con
numerosi raggi.
Frutto: è una drupa (bacca con semi ), prima
verde poi nerastra, globosa, con 3-5 semi.
Altre note: Tutte le parti della pianta, ma
soprattutto i frutti sono TOSSICI.
L'EDERA era conosciuta fin dai tempi più
antichi. In Egitto era considerata simbolo di
Osiris. Con la vite era l'emblema di Dionisio,
dei poeti e dell'immortalità.
(Spazio per incollare il frottage del fusto o della foglia)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
(Spazio per incollare la foglia o il fiore)
Luogo di raccolta: ................................
Data di raccolta: .................................
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Nome comune: GLICINE
Nome scientifico: WISTERIA (in origine
WISTARIA)
Famiglia: PAPILIONACEE
Luogo di origine e clima: Asia Orientale
Tronco: arbusto rampicante, liscio
Dimensioni della pianta: fino a 25-30 m
Foglie: rami volubili, grigio-bruni e glabri,
portano un numero dispari di foglioline (da
7 a 13) lanceolate ad apice acuminato e
margine liscio, imparipennate (disposte a
coppia ai lati della nervatura centrale e
terminante all’apice con una sola fogliolina).
Fiori: raccolti in racemi penduli (grappoli),
lilla, “glicine” o bianchi, profumati.
Frutto: talvolta il fiore porta un frutto
legumoso di 10-15 cm, finemente peloso e
verde chiaro poi ambrato.
Altre note: Il GLICINE è forse il più
appariscente arbusto rampicante. Originario
della Cina è conosciuto in Europa fin dal
1825. Fiorisce in maggio-giugno. I suoi
fiori sono commestibili.
(Spazio per incollare il frottage del fusto o della foglia)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
(Spazio per incollare la foglia o il fiore)
Luogo di raccolta: ................................
Data di raccolta: .................................
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Nome comune: IRIS o GIAGGIOLO
ACQUATICO
Nome scientifico: Iris Pseudoacorus
Famiglia: IRIDACEE
Luogo di origine e clima: Europa, pianta
acquatica e da clima umido
Tronco: erbacea dal fusto eretto alto 40-
150 cm, cilindrico e compresso, che porta
foglie lineari-allungate, ensiformi su più
livelli, con le foglie basali lunghe quanto il
fusto.
Dimensioni della pianta: fino a 1-1,5 m
Foglie: foglie lunghe erette fino a 90 cm,
strette cm 3, verdi
Fiori: raccolti in un'infiorescenza che termina
con un fiore apicale, sono d'un giallo
brillante, composti da sei lacinie (petali), di
cui tre esterne grandi, con venature giallo-
rossicce, e tre interne piccole ed erette.
Frutto: è una capsula a sezione triangolare,
lunga 4-7 cm, contenente semi marrone
chiaro.
Altre note: È in primo luogo una pianta
acquatica, ma i suoi rizomi possono
sopravvivere a lungo all'asciutto.
In Italia è comune in fossi, paludi, risaie,
nella fascia planiziale.(Colora questo disegno)
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(Incolla qui sopra la tua fotografia dell'IRIS)
ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Luogo di raccolta: (attenzione: in molte Regioni è specie protetta di cui è vietata la raccolta)
Luogo di scatto fotografia: …................................... data: …....................................
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Nome comune: NINFEA BIANCA
Nome scientifico: Nymphaea Alba
Famiglia: NYMPHAEACEE
Luogo di origine e clima: Europa e Asia,
pianta palustre
Tronco: erbacea dal fusto sommerso,
carnoso, rizomatoso quasi tuberoso e poco
ramificato. Questo fusto non deve
sostenere nessun peso, di conseguenza le
parti legnose sono minime a favore della
presenza di ampi canali aeriferi (per
assicurare il galleggiamento)
Dimensioni della pianta: fino a 1-1,5 m
Foglie: sono ampie e di consistenza
coriacea, con picciolo inserito a 1/3 della
lamina in una insenatura stretta e profonda.
Sono galleggianti, la forma è più o meno
rotonda. La lunghezza del picciolo è in
funzione della profondità dell'acqua. La
lamina superiore è protetta da uno strato
ceroso per non essere bagnata.
Fiori: grandi fiori natanti, polipetali, bianchi,
generalmente solitari, si aprono durante il
giorno, a cielo sereno, dalle 11 alle 15.
Frutto: bacca globosa, coriacea e
spugnosa a deiscenza irregolare. La sua
maturazione avviene sott'acqua, nel fango. (Colora questo disegno)
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(Incolla qui sopra la tua fotografia della NINFEA)
ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Luogo di raccolta: (attenzione: in Piemonte è specie protetta di cui è vietata la raccolta)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Nome comune: ROBINIA
Nome scientifico: Robinia pseudoacacia
“casque rouge”
Famiglia: LEGUMINOSAE
Luogo di origine e clima: Nord America
Tronco: rugoso, grigio marrone
Dimensioni della pianta: fino a 8-10 m
Foglie: foglie pennate, caduche, verde
medio, lunghe fino a 20 cm, composte da
15-20 foglioline ovate.
Fiori: fiori simili a quelli del pisello,
profumati, rosa porpora scuro (da cui il
nome) composti in grappoli pendenti.
Fiorisce a maggio-giugno.
Frutto: è un baccello prima verde poi
marrone lungo circa 10 cm, deiscente a
maturità.
Altre note: per la sua capacità di fissare
l'Azoto nel terreno e per la velocità di
crescita viene indicata come “pianta
pionera” in grado cioè di insediarsi per
prima su frane o colate laviche, dune
costiere o terreni in cui la vegetazione sia
stata distrutta da incendi.Molto resistente,
si adatta a suoli poveri di sostanze
nutritive. Per l'alto potere nettarifero
inoltre è molto importante nell'apicoltura. (Spazio per incollare il frottage del fusto o della foglia)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
(Spazio per incollare la foglia o il fiore)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Nome comune: TRIFOGLIO
Nome scientifico: TRIFOLIUM
Famiglia: FABACEAE
Luogo di origine e clima: regioni temperate
e sub-tropicali
Tronco: pianta erbacea campestre, steli
striscianti, stoloniferi, generalmente
violacei, solo talvolta cespugliosi
Dimensioni della pianta: fino a 25-30 cm
Foglie: formate da 3 lobi uniti insieme, con
picciolo allungato.
Fiori: bianchi, rosa, rossi, violacei,
raramente gialli sono riuniti in infiorescenze
a capolino, solitarie, globose, composte da
40-80 elementi all'apice di peduncoli
eretti, posti più in alto delle foglie.
Frutto: un piccolo legume uniseminato.
Altre note: Il TRIFOGLIO è pianta foraggera.
Esistono varie specie che raggiungono
l'altezza fino ad 1 m.
Il TRIFOGLIO si trova rappresentato anche
in araldica. Simboleggia il mistero e
l'incertezza. Il quadrifoglio è un'anomalia
della pianta che presenta 4 foglie anziché
3. Trovarlo si dice porti fortuna.
(Colora questo disegno)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
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Data di raccolta: .................................(Spazio per incollare la foglia o il fiore)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Nome comune: TYFA, STIANCIA
Nome scientifico: Typha Latifolia
Famiglia: TYPHACEAE
Luogo di origine e clima: Europa, pianta
palustre
Tronco: erbacea dal fusto eretto su rizoma
(fusto sotterraneo)
Dimensioni della pianta: fino a 2,5 m
Foglie: verde bluastro, lineari, guainanti e
larghe 8-25 mm, le superiori possono
raggiungere la sommità dell'infiorescenza.
Fiori: formata da due spighe sovrapposte e
contigue: quella femminile (15-25 cm),
bruna, inferiore, cilindrica, e quella maschile
superiore, più stretta, biancastra e conica,
più corta della femminile.
Frutto: spighe cilindriche marroni ed a forma
di salsiccia, lunghe fino a 30 cm.
Altre note: Anticamente venivano usate le
foglie per farne panieri. È utilizzata come
specie vegetale nei sistemi di
fitodepurazione delle acque reflue. Nel
Ferrarese i "sigari" venivano accesi in modo
che il fumo scacciasse le zanzare. Il suo
rizoma veniva utilizzato già nel Paleolitico
Superiore come pane; sono state ritrovate
macine in pietra risalenti a 30.000 anni
a.C. che riportavano tracce di amido di
thypa.
(Disegna qui la Typha)
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(Incolla qui sopra la tua fotografia della TYPHA)
ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
Luogo di raccolta: (attenzione: in molte Regioni è specie protetta di cui è vietata la raccolta)
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
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ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale
(Spazio per incollare la foglia o il fiore)
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Street Art al Parco D
ora – lotto Ingest
ASPETTO
ARTISTICO
– scheda 2 – Selvaggio ROSSO
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Completa l'opera iniziata da un altro artista.
Usa la palette di colori indicata. Confronta poi la tua idea con quella dell'artista che l'ha realizzata.
Selvaggio ROSSO
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ASPETTO
ARTISTICO
– scheda 2 – Selvaggio ROSSO
2 Taste of wild w
orld by ERASE – Torino, Parco D
ora, 2012
ERASE, al secolo Georgi D
imitrov, vive a Sofia in Bulgaria.
Inizia a dipingere nel 2000. Nelle sue opere inserisce sem
pre dei dettagli “pazzi”. Il suo obbiettivo non è raccontare una storia, m
a dare una dose di energia positiva a chi casualm
ente entra in contatto visivo con la sua arte. “A
ll'inizio cercavo di prepararmi prim
a di dipingere un muro, definendo bene
l'idea. Con l'esperienza ho imparato a non porm
i limiti e, veram
ente, non so mai
quale sarà il risultato finale”.
Street Art al Parco Dora – lotto IngestIntervista al writer Georgi DIMITROV, in arte ERASE
(intervista completa su: http://skin-artists.com/interview-with-georgi-dimitrov-erase.htm)
Q: Would you say graffiti art is a form of self-expression? Do you feel powerful as an artist to bring some message to the people or you just simply enjoy painting? A: Yes, I certainly think that the graffiti itself can be a form of protest or carry another provocative form to society. For example, there are artists who show anti-political vision and affect a lot of themes and issues with them. But in my graffiti there are no such deep and hidden messages or protest forms. I just do what I like and have fun.
Q: Graffiti artists love to travel a lot and discover new, cool places to paint, do you travel a lot? How do you pick your locations?A: In the last couple of years, travels and calls for many different festivals around the world getting more frequent and this is a wonderful reason to be able to travel and meet many different Artists from all around the world. In most cases, destinations depends on the invitation we receive.
Q: Any favorite place you would love to put some of your crazy artworks on wall?A: Тhere are too many places where I would like to draw and paint, and at this stage I like to go to all the countries in which I’ve never been.
Q: You're from Bulgaria, how much your country loves graffiti art? How's the graffiti scene there? A: Yes, I am from Bulgaria and unfortunately the people here still believe that graffiti are all political and football slogans scrawled on residential buildings, but of course there are people who like this art and it’s getting used moreoften for advertising purposes. It’s clear to see that, there is a downfall in the graffiti scene in the recent years in overall aspect, but there are a few remaining artists who are trying to do their best and push the things forward.
...
Q: Painting everywhere is impossible, since the laws are so harsh, have you ever been caught by the cops? What are some of the craziest experiences while painting? A: Yes, in the early years we had small confrontations with the police, but many years have passed and we turned our back on the illegal painting and we are fully focused on the professional development as artists. Honestly when your art is on the streets there are too many strange and funny situations and that’s why now it's a little difficult to point out one particular.
Q: Do you prefer to paint as an independent artist or you (sometimes) join in some graf.gangs? A: Sometimes I paint alone, but most of the times I’m a part of a duo and we are better knows as Arsek & Erase.
Q: What are some of your plans for the near feature?A: My next plan is concentrated in the next 5 minutes and it is to eat something sweet, after that only time will tell.
Q: What would you say to all the kids wanting to get through the graffiti scene? A: To have patience and to use their free time to draw more sketches, that's the way to success. Also always use masks when you paint with sprays, no matter whether it is in outdoor or an indoor space. And everyone else - make Art not war.
Erase, Thanks so much for the interview. All my best. Iva Kancheska
ASPETTO ARTISTICO – scheda 2 bis – Intervista in Inglese
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