scuola arcobaleno ospedale maggiore di novara · sto facendo il puzzle della carica dei 101, così...

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Scuola Arcobaleno Scuola Arcobaleno Ospedale Maggiore di Ospedale Maggiore di Novara Novara Progetto accoglienza Progetto accoglienza Anno Scolastico 2005-2006 Anno Scolastico 2005-2006 Maestra Maestra Sempio Sempio Stefania Stefania

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Scuola ArcobalenoScuola ArcobalenoOspedale Maggiore diOspedale Maggiore di

NovaraNovaraProgetto accoglienzaProgetto accoglienza

Anno Scolastico 2005-2006Anno Scolastico 2005-2006

Maestra Maestra Sempio Sempio StefaniaStefania

Presentazione

• Dedico questo giornalino che accompagna un progetto annuale, a tutti ibambini

• dell’ ambulatorio pediatrico ortopedico traumatologico dell’Ospedale Maggiore diNovara.

• Ho prestato a questi piccoli pazienti tutta la mia attenzione, capacità educativa eprofessionalità, quando, per diverse mattine li ho visti in sala d’attesa intimoriti,annoiati, e palpitanti non sapendo le incognite che avrebbero incontrato nelle visitesuccessive.

• A questi bambini sofferenti, con arti fratturati o reduci da ospedalizzazione e incidentiho cercato di far superare ansie, paure e di impegnarli in attività didattiche econtenitive.

• Il sorriso e l’accoglienza sono state le premesse che li hanno convinti a superarel’ingresso dell’aula.

• Ho utilizzato le conoscenze acquisite con un mio diploma di tecnico di radiologiamedica e dall’esperienza trentennale nella scuola materna.

• Ringrazio quanti medici, infermieri, tecnici, psicologhe mi hanno aiutato a realizzarlo.• Sono debitrice al dottor Rocca e Colasanto per l’aiuto e le informazioni mediche che

mi hanno prestato e alle loro infermiere Luisella e Antonella che mi hanno aiutatoprestandomi materiale e parte del loro tempo.

• Ringrazio le psicologhe A. Guaglio e A. Brusati per i consigli e le osservazioni suibambini che hanno condiviso con me.

• Soprattutto sono grata ai bambini e ai genitori che mi hanno insegnato ad affrontarecon coraggio la sofferenza.

•• Insegnante della scuola dell’infanzia• Stefania Sempio

Riflessioni sulla scuola in ospedale

• Essere ricoverati in ospedale significa interrompere qualcosa, anche quando leragioni possono essere di breve durata come una riduzione di frattura econseguente immobilizzazione dell’arto tramite ingessatura, la rimozione delgesso, una piccola medicazione o anche semplicemente una visita ortopedica.

• Riferito ai bambini e ragazzi tutto questo significa un’interruzione della vitaabituale e di un percorso d’apprendimento.

• Significa vivere un’esperienza diversa che ha alla radice la sofferenza.• Questa diventa per il bambino un fatto strettamente personale: “ il mio male al

ginocchio “.• Compito dell’insegnante in ospedale è trasformare un’esperienza così personale

come è la sofferenza, in apprendimento. Il bambino malato deve continuarel’attività scolastica, trasformando l’apprendimento in qualcosa che continua adesserci anche in un’aula d’ospedale.

• Per fare questo è necessario un buon rapporto di collaborazione con i medici etutto il personale ospedaliero.

• L’ opera educativa dell’insegnante deve accompagnare il lavoro del medicofacendo capire al bambino cosa gli sta accadendo. aiutarlo a capire cosa dovràaffrontare, come deve collaborare alle cure, considerare gli aspetti cognitivicontenuti nella nuova esperienza.

• Quando per la prima volta sono entrata nell’ambulatorio pediatrico ortopedicotraumatologico dei dottori Rocca e Colasanto conoscevo queste modalitàd’approccio al bambino traumatizzato per essermi documentata sui libri, per averacquisito in precedenza nozioni in quanto allieva in radiologia medica e in corsid’aggiornamento.

• L’ esperienza diretta con il bambino malato mi ha permesso di aiutarlo adelaborare la sofferenza attraverso il contatto fisico, l’apprendimento inteso comemodalità riorganizzativa e strategia di vita.

• Da questa esperienza ho capito che l’offerta cognitiva della scuola in ospedaleintegra l’esperienza di ciascun bambino e rende migliore la qualità della cura.

• La scuola arcobaleno•• Avevo una scatola di colori• Brillanti, decisi e vivi• Avevo una scatola di colori• Alcuni caldi, altri molto freddi• Non avevo il nero per il pianto• Degli orfani, non avevo il bianco• Per il volto dei morti,• Non avevo il giallo• Per le sabbie ardenti• Ma avevo l’ arancio per la gioia della• Vita, il verde per i germogli e i nidi• E il celeste per i chiari cieli splendenti• E il rosa per il sogno e il riposo• Mi sono seduta e ho dipinto la pace• Tali Lorex• Irene••• Dedicata a tutti i bambini sofferenti• “ aprirsi agli altri vuol dire correre il rischio di essere

amati…• ( riflessioni dopo l’ esperienza nella scuola in ospedale )

• La danza della Pace

• Nella Tribù degli indiani Zulù

• Hanno finito la provvista dell’ acqua

• Non possono neanche lavarsi la faccia

• Non possono neanche lavarsi la faccia

• Aug Aug Aug Aug

• Hanno su ancora i colori di guerra

• Hanno nemici per mare e per terra

• Forse dovranno fare proprio la guerra

• Forse dovranno fare proprio la guerra

• Aiai Aiai Aiai Aiai• Suonano allora con i loro tam tam• Nella speranza che qualcosa accadrà• Sperano che prima o poi pioverà• Sperano che prima o poi pioverà• Tam Tam Tam Tam• All’ improvviso si sente tuonare• Sono le nuvole che stanno a giocare• Bagnando tutte le tende e le rocce• Bagnando tutte le tende e le rocce• Plim Plum Plof Plof• Così finalmente si possono lavare• Adesso la guerra non dovranno più fare• Sono felici son tutti amici• E fanno insieme un gran girotondo• Così la pace ritorna nel mondo

WW la pace Abbasso la guerra Sempre e dovunque In tutta la terra…Canto inventato: dall’ Amicizia alla Pace anche in Ospedale !

PERCORSO DIDATTICO :RACCONTO DEL VISSUTO

PERSONALE

OBIETTIVO GENERALESDRAMMATIZZAZIONE

DELL’INTERVENTO MEDICOCHIRURGICO

CONTENUTO ATTIVITA’ :CONVERSAZIONE MIRATA

ALLA CONOSCENZA DA PARTEDELL’INSEGNANTE

DELL’ESPERIENZE VISSUTE DAIBAMBINI, IN RELAZIONE ALLA

MALATTIA, ALLA VISITA MEDICAE ALL’EVENTUALE RICOVERO IN

OSPEDALE

Sono venuta dal dottore per la tosse e per i piedi.Cammino con mezzo piede. Mi piacciono i giochi

che faccio con te, non ho paura del dottorefinchè non mi tocca…

Mi diverto a giocare con i gessetti alla lavagna.Non ci sono nella mia scuola materna !

M . anni 4

Mi hanno fatto le lastre perché ero caduta dal letto.Se sto tranquilla il dottore non mi fa male…. L . anni 4

Racconto il mio vissuto

Devo medicare il piede. Mi fa male quandodormo.

Mi piace tutta la scuola. È bravo il dottore,non ho paura sono coraggioso. Possogiocare con il pallone e il canestro ?

F.

Sono venuta per i miei piedini, per come l’appoggio. Non ho paura del dottor Rocca. Mipiace la scuola, ho due fratelli più grandi dime .Mi piace disegnare con te.

I. anni 5

Devo andare in ambulatorio., per la schiena.Mi fa male., non so che cosa sia, ho un po’paura…

Sto facendo il puzzle della carica dei 101, cosìmi passa la paura…

M . anni 10

Ho una slogatura alla caviglia, da più di duesettimane. Me la sono fatta pattinando sulghiaccio in p. Martiri. Voglio che mi tolganoil gesso perché è pesante. Sto giocando alvideogioco. Ho conosciuto un amico.

Il gesso me lo rompono con un disco chetrema.

I. anni 10

Il dottore mi ha fatto male nel togliermi il gesso,però non ho paura dei dottori

Ho paura a stare da sola in casa , perché hopaura che venga qualcuno : mia mamma è viaspesso per il lavoro,lavora a Milano , certevolte c’ è però…

E. anni 8

Ho i piedi piatti e sono stata operata. Sonoarrivata con le radiografie e il dottore mi hamesso due viti nei piedi. Ho paura del male ,perché ho sofferto tanto : non riuscivo adappoggiare i piedi a terra. Vorrei che i dottoriavessero più pazienza…. E. anni 10

Non cammino bene. Sono venuto alloospedale.

Non ho paura .Il dottore vede se camminobene.

Mi piace la scuola perché è bella. C’ è ilcarroarmato, la casa, la cucina…Ti faccio ilcaffè ?

F. anni 4

Ci ho problemi alla spalla. Sono venuto dal dottorecon la macchina. Mi piace la scuola. C’ è il treno,lo scivolo, le macchinine. Non ho paura deldottore: sono già stato a Genova e non mi hafatto male…

K. anni 4

Mi sono fatto male in palestra, stavo facendobreack dance e ho messo la manoappoggiata male e me la sono rotta…Il dottoredi là

( Rocca ) mi ha messo il gesso e mi ha fatto unpo’ male .

Andrea anni 7

Stavo facendo ginnastica artistica e sono cadutocon una specie

di acrobazia, mi sono ribaltato e ho preso uninsaccamento al

ginocchio e mi si è piegata la gamba.Mi hannovisitato i dottori Rocca e Colasanti e mi hannomandato in radiologia a fare la lastra. Ho unproblema al menisco o anche ad unlegamento. Devo stare a riposo. Sonocontento che mi hai detto di venire a scuola adisegnare con te.

Edoardo 13 anni

Sono caduta e il papà mi ha portato daldottore. Non so cosa mi farà. Ho un po’paura della puntura. Sono già stata inquesta scuola quando ero piccola. Oravado alla scuola materna. Mi piace colorarele fatine volanti con te.

Sara 5 anni

Sono venuta in ospedale con papà , mammae mia sorella piccola. Non si potevalasciarla a casa, ha 5 mesi. Tu eri lamaestra di mia sorella grande ? Ha 13 annipiù di me e io l’ ho vista una sola volta.Papà è separato…Cerco mio sorella alsupermercato dove lavora , ma non la trovomai. Vorrei parlarle : è bello avere unasorella grande. Voglio studiare per fare lahostes.

Ora devo andare a farmi visitare. Ciao ! D 13 anni

Stavo camminando, sono uscita fuori dallacabina telefonica, ho inciampato nellabicicletta di una amica e sono caduta sultombino.

Mi sono rotta il braccio. Mi opera il dottor Rocca,mi addormenta e mi toglie il gesso. Mi devemettere a posto il gomito.

Ho un po’ paura. Sto giocando al computer conbarbie : un videogioco. Mi piace stare ascuola!

Elisa 12 anni

Ero sul letto con Stefano, mio fratello.Mi haspinto, sono caduta e ho picchiato latesta, un po’ il collo e in quel momentoho sentito un rumore alla schiena. Sonovenuta in ospedale e il dottore mi hadetto che devo stare ferma per tre giornie prendere l’ aspirina mattina e giorno…

Giada anni 10

Sono venuta in visita per vedere se ho la scoliosi.Secondo me non ce l’ ho proprio ovviamentela mamma si è preoccupata e mi ha fatto fare lavisita.

Sono serena. Spero tanto che la mia schiena nonabbia problemi , perché non voglio fare laginnastica correttiva, è noiosa e non miinteressa preferisco il ballo !

Virginia anni 12

Il dottore mi deve guardare tutta la schiena se èdritta.

Devo andare a nuoto.Mi piace questa scuola, perché non devo sempre

stare seduto.

Marco anni 5

Mi si è gonfiato il ginocchio ,sono caduta dallabicicletta. Non sono spaventata perché penso chei dottori mi guariranno.

Marta anni 14

Oggi i dottori Rocca e Colasanto ,mi hanno tolto ilgesso che mi hanno messo alla mano un mese fa, senza farmi male. Hanno usato la seghetta, maio non avevo paura perché sono bravi. Mi hannodetto che non devo andare in bici, non devopattinare, non devo giocare male. Devo andare ascuola, devo stare attento, non devo disturbare icompagni. Stefania ti ricordi che eri la miamaestra alla scuola materna ? Ho visto giù la tuabicicletta e l’ ho riconosciuta…

Federico anni 8

PERCORSO DIDATTICO : le paure

OBIETTIVO : consapevolezza in ordine alle

proprie paure ;sdrammatizzazione delle paure

CONTENUTO ATTIVITA’ :racconto del vissuto personale,

prodottografico dei bambini, gioco con

gli strumenti e materialemedico, schede sul corpo

umano, racconti inventati daibambini.

Racconto le miepaure

Non ho paura quasi di niente. Ho paura dellebisce perché certe sono aggressive e houn po’ paura di venire in ospedale , perchénon so cosa mi fanno. M . 10 anni

Mi fanno senso le piume dei piccioni perchéda piccola li rincorrevo, poi non so cosa miè successo…

Dell’ Ospedale non ho paura perché ci sonogià venuta da piccola. C . 10 anni

Ho paura dei ragni, del buio e delle punturenella pancia…

( F. è diabetica. ) Da quando ho iniziato a farele punture nella pancia mi fanno senso, piùche paura mi fanno proprio senso F. 11 anniHo una cisti al polso. Non ho paura del dottor

Rocca, perché so che non mi fa niente.Ho paura dei ladri perché mi possono portare

via S. anni 8

Detesto le api di terra, mentre i gatti sonococcolosi.

Le api muovono le ali velocemente e mi fannovenire l’ infarto.

Quando ero piccolo avevo paura delle farfalle,ora delle api.

Non ho paura dell’ ospedale perché ci sonoabituato. È da quando ero piccolo che civengo, perché avevo l’ asma e mi davano ilcortisone: quando avevo la crisi mi davano l’ossigeno…

M.anni 12

Ho paura degli incidenti : un giornoho detto alla mamma vado a vederei cavalli a Trecate, con mia sorellapiù grande. È successo che unamacchina c’ è venuta addosso , iomi sono addormentata e mi hannoportata in ospedale. Quando misono svegliata ho chiamato lamamma e le ho detto : “ mamma ho fatto l’ incidente “.Mamma è venuta e sono stata inospedale due mesi e mezzo…Sono qui grazie a Dio !M. anni 10

Ho un po’ di paura che mi tolgono il gesso:ormai è ridotto male.

Papà mi ha detto che se il braccio non è guaritomi devono operare. Pensa che a scuola imiei compagni sanno che ho il gesso, ma sene fregano. Mi vengono addosso, anchequando mi siedo. Solo la mia migliore amicaMelena mi difende. Mi sono fatta malefacendo Tarzan con mio fratello. Lui avevauna lunga biscia finta e ci appendevamo. L’ha mollata e io mi sono rotta l’ omero. Dicedi aver detto : stop, ma io non ho sentito.Quando lui era più piccolo io però gli ho fattomale alla testa

A. anni 10

Ho paura dei camion…Mia mammaaveva dietro dei camion, ha perso ilcontrollo della auto e siamo finiti nellaghetto della risaia. Ho fattoSpyderman e sono uscito fuori dall’acqua, che era calda e pulita.Non mi sono fatto neanche unagoccia di sangue !A Lorenzo è uscito il sangue dallatesta e si è fatto male alla spalla.

G. anni 4

Non ho paura del dottore. Ho paura della punturanel braccio, non tanto però , solo un po’, sai sonocoraggiosa.Finalmente la mamma è tornata a casa dal papà.Sono più contenta.Non vanno tanto bene, ma sono più bravi…

M. G. anni 8Del dottore non ho paura. Mi sono divertito nell’ambulatorio del dottore perché c’ era lo specchioper terra con la luce e i miei piedi diventavano giallibrillanti, fosforescenti e sembravano piedi mussulmani.

A. 12 anni

Il dottore mi ha fatto male nel togliermi il gesso, perònon ho paura dei dottoriHo paura a stare da sola in casa , perché ho paura chevenga qualcuno : mia mamma è via spesso per illavoro,lavora a Milano , certe volte c’ è però… E. anni 8Ho i piedi piatti e sono stata operata. Sono arrivata conle radiografie e il dottore mi ha messo due viti nei piedi.Ho paura del male , perché ho sofferto tanto : nonriuscivo ad appoggiare i piedi a terra. Vorrei che i dottoriavessero più pazienza….

E. anni 10

La paura

Una cosa che ti perseguitaE non ti lascia un attimo di respiro.

Un peso che deve esserescacciato

Per non tornare mai più.Tu sei l’ unico che ci può riuscire

E se vuoi puoi farlo.In tutto il mondo il peso nero gira,

ma quando si dissolvecompaiono i sorrisi e le facce dolci

che scherzanogiocano…

ora stiamo in allegria..AP.

Le paure di Maicol

Il racconto seguente viene impiegato come trama narrativa e punto dipartenza per le attività successive

In un bosco incantato viveva un bambino che si chiamava Maicol.Una notte mentre dormiva tranquillo nel tronco cavo di una grande quercia

venne svegliato da un gran rumore. C’era un forte temporale e il ventoscuoteva i rami della grande quercia. Un leprottino bussò alla porticinadella casetta di Maicol per chiedere riparo . Maicol , ancora assonnato, sialzò per far entrare la bestiolina impaurita. Scalzo Maicol inciampò in unaradice che sporgeva dal pavimento della sua casa. Al suo pianto illeprottino accorse in suo aiuto e gli disse: non aver paura, la pioggia hasmesso di cadere e io correrò a chiamare il dottore che cura tutti glianimaletti del bosco, il saggio Gufo con gli occhiali. Lui ha studiato tanto,letto tanti libri e sa curare tutti i mali.Infatti, poco dopo il leprotto tornò incompagnia di un grosso Gufo con gli occhiali, che aveva con sé unagrossa valigia piena di attrezzi.

Dottor Gufo , vedendo una ferita sulla fronte di Maicol la disinfettò e gli mise uncerotto colorato. Poi gli fasciò il braccio con una benda e gli mise unPalmarino.( stecca rigida ) per immobilizzarlo. Maicol non aveva paura perchétutti gli animaletti del bosco nel frattempo erano venuti a tenergli compagnia.Il dottor Gufo gli raccomandò di stare a riposo per qualche giorno ediprendere qualche pillolina colorata.

Il giorno dopo Maicol stava già meglio. Il dottor Gufo venne per due giorni atrovarlo, poi gli tolse le medicazioni e Maicol tornò a correre trai fiori e glialberi del bosco incantato.

Obiettivo del racconto è quello di sdrammatizzare le paure del medico edegli strumenti utilizzati in sala visita.

Verifica : racconto dei vissuti personali dei bambini, prodotti grafici,drammatizzazione con i burattini, strumenti medici trasformati e utilizzaticome materiale didattico( radiografie, abbassalingua, scatole di medicinali ,tappi, siringhe…), schede e materiale sulla conoscenza del corpo umano.

La mia caduta

Mentre stavo pedalando nel giardino della scuolaNella rampa sono inciampataE dopo ahimè…Incidentalmente sono cascata.È venuta l’ ambulanza e mi è spuntata la speranza di non morire,e che all’ ospedale presto mi facessero guarire.Mi sentivo molto male ,ma ho sognato carnevale.Arrivata all’ ospedale mi hanno portatanel reparto di ortopedia con accanto una bambinacon un buco nella testa, ma ancora molto lesta.Un dottore mi ha messo una flebo con la sua mano espertaEd io non me ne sono neanche accorta.Intanto la maestra mi ha colto di sorpresaRegalandomi un libro : “ il sogno di Arturo “ che era molto scuro,le immagini però erano colorate e mi sembravano tante fate.Ho provato a leggerlo,ma la testa mi girava e mi si ingarbugliava. Poi mi sono alzata e ho iniziato a camminare, ma il mondo tutt’ intorno sentivo girare

Viola

Favole che aiutano a guarire

Rielaborazione di cappuccetto rosso

…Il lupo si avvicinò con passi furtivi alla casetta della nonna, poi bussò trevolte all’ uscio.

La nonna era a letto dopo una brutta caduta e aveva il braccio fasciato,un bernoccolo sulla testa e la gamba immobilizzata da una largabenda.

“ Chi è ? “ domandò la nonna con una vocina lieve, lieve perché era moltotriste perché non riusciva a camminare .Il vecchio lupo cercò dirispondere con voce da bambina e disse: “ Sono cappuccetto rosso,vengo a portarti un po’ di cibo e le medicine…” La nonna sofferenteaveva proprio bisogno di cure e sperava di essere portata all’ ospedalepiù vicino : un bravo medico l’ avrebbe di certo guarita !

Il pupazzo come oggetto transizionale

Offro ai bambini , in attesa di visita, un pupazzo “anonimo “,affinché lo personalizzino a loro piacimento. Oltre a far lorocompagnia, servirà ai piccoli pazienti per sperimentare contranquillità alcune delle procedure mediche a cui saranno

sottoposti.Il pupazzo viene vissuto come un oggetto transizionaledi conforto e sicurezza.

I bambini dell’ambulatorio ortopedico festeggianoa scuola il Natale

I nostri abbassalingua diventanosegnalibro

Disegnando sul lenzuolo di carta dellettino

Giocando con le pellicole radiografiche

Le scatole delle medicine si trasformano

Con i tappi dei contenitori ospedalieri …

Ciao dottori…Ospedale, casa stranaDella gente dolorosa,ospedale grande tana,bianca casa silenziosa.Ospedale, casa chiaraDella gente in malattia,ospedale, tana amara

che fa un po’ malinconia.Ospedale, casa apertaDella gente che si cura,ospedale tana incerta

che fa un poco di paura.

Dedicata ai dottori Rocca e Colasanto che tantapazienza hanno avuto con noi, grandi e piccini…

Ciao dottore con gli occhiali,saggio mago dei miei mali,ciao dottore che tranquillo,col telefonino al collo,senti il mio rumore internoe lo scrivi sul quaderno,ciao dottore che mi tocchie mi guardi dentro gli occhi,ciao dottore che sorridie la mia cura decidi,ciao dottore che ritorniuna volta tutti i giorni,ciao dottore che rimanie mi tocchi con le mani,ciao dottore d’ ospedale,cacciatore del mio male.

R. Piumini

Le infermiere dell’ambulatorio ortopedico

L’ infermiera AntonellaÈ simpatica, carina, ha i capelli neri,

mossi, è vitale, gioiosa e gentile.Tutte le infermiere sono brave, ma lei

ha soddisfatto le mie aspettative : mi hacurato bene !

Negli ospedali vorrei sempre trovareinfermiere così…Davide 14 anni

L’infermiera LuisellaE’ simpatica, gentile, cortese, ha i

capelli corti e un po’ rossi, mi ha curatocon attenzione, non ho sentito male.

Al prossimo controllo spero di ritrovarla

Francesca 10 anni

C.M. 10 anni

Siamo noi