seminario 21 aprile 2015 - sicurezzalavorofvg.it · perché riguarda le abilità delle persone e le...
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SEMINARIO
Competenze e buone pratiche
per la gestione delle emozioni e
dei comportamenti nel contesto
del lavoro
Martedì 21 aprile 2015
14.30 - 18.30
c/o MIB School of Management
Sala Generali L.go Caduti di Nasiriya, 1 Trieste
2
Benessere organizzativo e
benessere soggettivo
L’importanza della gestione
delle emozioni sul lavoro
La gestione dei comportamenti efficaci sul lavoro
Buone pratiche e strumenti per un percorso di miglioramento organizzativo e personale
Gli argomenti che trattiamo oggi
Paolo Fusari
Claudia D’Atri
Psicologi del lavoro
3
La differenza tra una impresa e l’altra
è ormai differenza tra
“comportamenti”
e non solo tra “materiali, tecnologie e
know – how”
3
L’importanza della
gestione
delle emozioni sul lavoro
4
5
Gestire l’emotività sul lavoro
Perché riguarda le abilità delle persone e le
relazioni
Perché le persone sono il fattore differenziante di
una organizzazione
Perché in una organizzazione produce maggior
valore
Perché predice il 55% dei fattori chiave di successo
ovvero della performance
6
6
Perché l’attenzione alle emozioni sul lavoro
Miglioramento del clima aziendale
Potenziamento delle responsabilità
Maggiore collaborazione
Sviluppo della leadership
Allineamento alla mission
Flessibilità
Fiducia
7
7
Perché l’attenzione alle emozioni sul lavoro
Tutto ciò aumenta se inaspettato, incontrollabile, con
incertezza futura, se prolungato nel tempo, se rompe le
relazioni e le routines
CRITICITA’
NEL LAVORO
Oggi: persone, lavoro, contesto, emozioni
Cambiamenti
importanti a
livello
personale
(proprio status,
progetti di vita,
organizzativi,
ecc.)
Condizioni
generali di
esercizio
stressanti (cambiamenti del
mercato,
normative,
burocrazia,
complessità
tecniche,
relazionali, ecc.)
Perdita
Mancanza
(in generale,
perdita o
mancanza di
qualcosa)
Setbacks
(battute
d’arresto e
fallimenti)
8
8
Esiti negativi di situazioni critiche sul lavoro
a livello emotivo, cognitivo, comportamentale
9
Irritabilità Depressione
Rabbia Apatia
Aggressività Autoisolamento
Ansia Alienazione
Vergogna, senso di colpa Pensieri suicidari e Coping patologici
Afflizione, lutto Crisi relazioni familiari
Paura di non farcela Distress fisico (ad es. alimentazione)
Perdita di speranza Disturbi del sonno, incubi
Scoraggiamento Abbassamento stima di sé e identità
personale
Intorpidimento difese
Perdita di controllo
9
L’impatto della crisi del lavoro è molto maggiore per una persona
rispetto ad altre situazioni critiche
Oggi: sul lavoro c’è il rischio di molte perdite
Emozione: la paura della perdita
10
Perdita del senso di sé (autostima,
autoefficacia, identità) Perdita di ruoli sociali
Perdita delle capacità di interazione (interpersonali e sociali)
Perdita della prospettiva temporale (speranza, progetti, sogni)
Perdita del controllo emozionale Perdita delle routines comportamentali
Perdita di potere (controllo eventi) Perdita dell’autonomia (passaggio a “utente di servizi” = impotenza, dipendenza)
10
Effetti sul benessere: prototipo disoccupazione
Ci sono più disoccupati clinicamente a rischio
rispetto agli occupati (quasi il doppio)
Le sindromi cliniche diminuiscono
(statisticamente)
con l’ottenimento del posto di lavoro
11
11
Effetti sul benessere: prototipo disoccupazione
Resistono di più coloro che :
hanno una più elevata autostima
una maggiore percezione di controllo
un maggiore ottimismo
una minore identificazione con il lavoro
una comunità interna/esterna (rete) che
sostiene, non rimprovera o genera pressioni
12
12
13
Sul lavoro le relazioni
tra le persone sono anche
fortemente emotive
Occorre, ad esempio:
imparare a negoziare con ci sta accanto
mediare posizioni
che spesso non sono mai solo razionali
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
OGGI: organizzazione e emozioni
Una nuova visione delle condotte lavorative:
i cambiamenti del mondo del lavoro
l’aumento dei lavoratori nei servizi
La sfera emozionale non solo come esito
o esperienza che accompagna l’attività di lavoro
ma anche come richiesta individuale posta
dal lavoro
14
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
14
Corporeità
Funzioni mentali
Significati dell’esperienza lavorativa
Sentimenti
Emozioni
Sarchielli, 2003
15
OGGI: le dimensioni delle condotte lavorative prevedono
una forte interazione tra la persona e il contesto di lavoro
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
15
Maggiore attenzione al benessere psicologico
Più prevenzione dei rischi correlati all’attività
lavorativa
OGGI: emozioni sul lavoro e benessere psicologico
del lavoratore
D.Lgs. 81/2008 - Tutela della salute e della
sicurezza dei luoghi di lavoro
16
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
16
Il Benessere organizzativo
nei contesti di lavoro
e’ anche
Benessere soggettivo
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
17
Enzo Spaltro
Ben - essere Sta bene chi riesce a «esprimersi»
nel lavoro = libertà soggettiva diffusa
Speranza di un benessere futuro
È necessario un orizzonte temporale
E’ necessario uscire dall’idea della paura e della
perdita ed entrare nell’idea della speranza
Benessere
organizzativo
Benessere
organizzativo
Bel - essere
18
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
18
Le emozioni esistono …
eccome …
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
Reazioni chimiche determinate da:
neurotrasmettitori (neuropeptidi) che
trasportano i segnali emotivi attraverso
il nostro corpo
si originano nell’ipotalamo
sono riprodotte continuamente attraverso
una precisa sequenza di proteine
19
19
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
Le emozioni ci influenzano …
eccome …
Di fronte a eventi dello stesso
tipo tendiamo a comportarci
in maniera differente a seconda
del buono o cattivo umore del momento
20
20
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
Le emozioni sono fonte
ricca di informazioni ed energia …
eccome …
21
Ci aiutano nel
processo
di decodifica e
comprensione
dell’altro
Ci aiutano a
identificare
quello che ci
piace e non ci
piace
21
Le emozioni non stanno fuori dal contesto di lavoro
Non esistono
emozioni positive o negative
Ma emozioni
piacevoli o spiacevoli
22
22
L’origine della parola Emozione 23
EMOZIONE:
dal latino emovere
trasportare fuori
smuovere
scuotere
23
Che cos’è l’emozione 24
Una reazione a un evento, esterno o interno a noi,
di natura sociale perché avviene in relazione agli
altri o a delle situazioni
Ogni evento può provocare emozioni diverse, anche
in funzione del valore che assume per noi
Possiamo rispondere in modo:
fisiologico, tonico, posturale, motorio,
espressivo
e anche soggettivo
24
25
Evento scatenante
Situazione
Evento
Emozione
Reazione
Comportamento istintivo
Cosa volevo fare?
Reazione
Altro comportamento
Cosa ho fatto?
Come funziona il percorso dell’emozione
25
Valutare l’ambiente che ci circonda
regolare il sistema “corpo”
prepararsi all’azione
comunicare le proprie intenzioni
riflettere su se stessi
mantenere un monitoraggio su se stessi
A cosa servono le emozioni
26
Perché è necessario riconoscere, esprimere e gestire
le emozioni sul lavoro?
Per acquisire consapevolezza circa le modalità
personali di gestione delle emozioni
Per sviluppare la capacità di gestire il rapporto
con gli altri, con gli interlocutori critici, nelle
situazioni difficili
Per migliorare la capacità di trasmettere sicurezza
e ottenere consenso dall’altro
27
Insieme di competenze che permettono di
integrare la parte razionale con quella
emozionale per prendere decisioni
ottimali in ambito lavorativo, ad esempio,
ma non solo …
Lavoro e competenze emotive 28
28
L’Intelligenza Emotiva
L’intelligenza emotiva dimostra come le nostre
emozioni siano intelligenti, perché …. ci aiutano …
a tener conto delle informazioni
a trarre conclusioni
a prendere decisioni
29
29
Lavoro e competenze emotive
L’Intelligenza Emotiva
Autoconsapevolezza
Autodisciplina
Empatia
determinano il successo personale e professionale
Daniel Goleman, 1995
30
30
Lavoro e competenze emotive
L’Intelligenza Emotiva
Le emozioni di base 31
1. La rabbia
2. La tristezza
3. La paura
4. La gioia
31
Buone pratiche per
la gestione efficace
delle emozioni sul
lavoro
32
32
Esercitarsi nel percorso della gestione delle emozioni
Paura Spavento, nervosismo, ansia, terrore
Rabbia Collera, furia, animosità, ira, violenza,
irritazione, fastidio
Vergogna Senso di colpa, imbarazzo, umiliazione
Disgusto Sdegno, avversione, disprezzo
Tristezza Dolore, abbattimento, solitudine, pena
Sorpresa Ammirazione, stupore, meraviglia, shock
Amore
Gioia
Adorazione, gentilezza, fiducia, affinità
Divertimento, euforia, estasi, felicità
Esercitarsi e imparare a dare un nome alle emozioni 33
33
34
Emozione Bassa intensità Alta intensità
Rabbia Fastidio Ira
Attesa Interesse Vigilanza
Gioia Serenità Estasi
Fiducia Accettazione Adorazione
Paura Preoccupazione Terrore
Sopresa Distrazione Stupore
Tristezza Malinconia Dolore
Disgusto Noia Ribrezzo
Esercitarsi e imparare a valutare le intensità delle emozioni
34
35
Emozione Motivi/Cause Situazione in
cui l’ho provata
Che cosa ho
imparato
Gioia Raggiungimento obiettivi, sviluppo,
possibilità
Paura Incertezza, pericolo di non sapere
Rabbia Inattività, bisogno di cambiare
Tristezza Obiettivi non raggiunti, perdita,
Accettazione Riconoscimento valori
Aspettativa Pianificazione, ricerca nuove
opportunità
Disgusto Non accettazione, rifiuto, andare via
Sorpresa Realtà diversa da come pensavo,
rivalutazione
35
Esempi di emozioni/motivi e cause sul lavoro
36
Identificare le emozioni (espressioni del viso, voce,
situazioni)
Utilizzare le emozioni (lavorare sugli stati d’animo)
Comprendere le emozioni (decifrare il linguaggio,
felicità/ estasi; shock/ dolore)
Gestire le emozioni (regolazione)
Il SET di abilità per sviluppare le capacità organizzative e individuali
Esercitarsi nel percorso della gestione delle emozioni
36
37
Situazione Cosa volevo
fare?
Cosa ho fatto? Osservazione: che
cosa mi ha portato
ad agire così?
Un esercizio di riconoscimento
37
La valutazione negativa della paura
porta a:
Integratori per la gestione efficace
della paura
1. Panico
2. Procrastinazione
3. Apprensione
4. Spregiudicatezza
5. Poca autostima
6. Svalutazione di sé
7. Rabbia
Eccitazione
Concentrazione
sull’obiettivo
Fiducia
Serenità nei
rapporti
Esempio: le due facce dell’emozione Paura
38
La valutazione negativa dell’ansia
porta a:
Integratori per la gestione efficace dell’ansia
Manifestazioni di sintomi come:
1. capogiri
2. palpitazioni
3. senso di soffocamento
4. vampate di calore
5. difficoltà di respiro.
6. inibizione dell’azione
Minimizzo l’ostacolo
percepito al
raggiungimento dello
scopo
Esalto le mie capacità di
controllo
Mi distraggo
Prendo atto fino in fondo
della sua vaghezza e
oscurità
Prendo atto fino in fondo
della sua vaghezza e
oscurità
Esempio: le due facce dell’emozione Ansia
39
La valutazione negativa della
rabbia porta a:
Integratori per la gestione efficace
dell’ansia
Evito situazioni
Subisco passivamente
Minimizzo
Mi ammalo
Scoppio d’ira
Colpevolizzo gli altri
Scarse soluzioni
Odio
Determinazione
Creatività
Faccio valere i miei
diritti
Esempio: le due facce dell’emozione Rabbia
40
La valutazione negativa della
tristezza porta a:
Integratori per la gestione efficace
della tristezza
Mi impedisco di piangere
Magone
Malattie
Non ci affezioniamo a niente ed a nessuno
Non prendiamo nulla per noi
Prendo il tempo necessario a me per elaborare quanto accaduto
Posso superare “il lutto”
Gratitudine per ciò che è stato
Senso di libertà
Dignità
Esempio: le due facce dell’emozione Tristezza
41
Riconoscere i propri stili di comportamento sul lavoro e saper gestire i rapporti con gli altri
42
Gli Stili comportamentali sono “categorie”
in cui rientrano persone con comportamenti
simili
Ogni persona può attingere a più Stili
comportamentali
Generalmente per ognuno di noi esiste uno
Stile predominante
Lo Stile predominante spesso è quello più
istintivo
Il concetto di Stile comportamentale
43
Il concetto di Stile comportamentale
44
Altro
Stile
Stile
prevalente
Altro
Stile
Altro
Stile
Il concetto di Stile comportamentale
45
Orientamento alla relazione
Coinvolgimento personale
Ricerca del dialogo e del coinvolgimento con l’altro
Evitamento contrasti e conflitti
Interesse al rapporto con l’altro
Attenzione al presente
Tempi di comunicazione medio/lunghi
Alcune caratteristiche di uno Stile comportamentale prevalente
centrato sulla RELAZIONE
Un modello per il riconoscimento dei nostri Stili
46
Orientamento al fare e all’obiettivo
Controllo della relazione
Sicurezza e determinazione, decisioni
Interesse per le novità
Orientamento al futuro
Tempi di comunicazioni brevi
Un modello per il riconoscimento dei nostri Stili
Alcune caratteristiche di uno Stile comportamentale prevalente
centrato sulla REALIZZAZIONE
47
Attenzione alle procedure e all’efficienza
Precisione e dettagli
Ordine e schematicità
Puntualizzazione di regole, norme, schemi da
seguire
Valorizzazione del passato e della tradizione
Poca tolleranza ai cambiamenti e novità
Attenzione alle questioni di principio
Tempi di comunicazione lunghi
Un modello per il riconoscimento dei nostri Stili
Alcune caratteristiche di uno Stile comportamentale prevalente
centrato sulla PRECISIONE
48
Tutti noi possediamo alcune caratteristiche
degli Stili precedenti. Possiamo essere però
più orientati alla RELAZIONE, oppure alla
REALIZZAZIONE oppure alla PRECISIONE
Anche gli Altri sono così.
Dobbiamo imparare a essere FLESSIBILI e
VERSATILI nella gestione del nostro
comportamento
Gli Stili di comportamento e le relazioni con gli altri
49
L’altro con il suo Stile
prevalente
Noi con il nostro
Stile prevalente L’altro con il suo Stile
prevalente
L’altro con il suo Stile
prevalente
Gli Stili di comportamento e le relazioni con gli altri
50
FLESSIBILI
E’ l’attitudine
a modificare il
proprio
comportamento
VERSATILI
E’ la capacità
di adottare
il comportamento
più appropriato
Due nostre caratteristiche, possiamo essere:
Flessibilità e versatilità
Gli Stili di comportamento e le relazioni con gli altri
51
Buone pratiche per
la gestione del
proprio Stile di
comportamento sul
lavoro
52
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Cosa devo fare se sono più centrato sulla RELAZIONE
Tenere sotto controllo il tempo a
disposizione
Controllare un po’ di più le proprie
emozioni
Portare a termine quanto iniziato
Utilizzare maggiormente la logica
Altri Stili
Stile
RELAZIONE
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
53
Essere più cauto: valutare meglio
difficoltà e rischi
Diventare un po’ più paziente e
sensibile ai bisogni dell’altro
Argomentare maggiormente le
proprie opinioni e decisioni
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Cosa devo fare se sono più centrato sulla
REALIZZAZIONE
Stile
REALIZZAZIONE
Altri Stili
54
Comunicare più rapidamente
Cercare di adeguare la
comunicazione al comportamento
ed ai cambiamenti dell’altro
Cercare il compromesso con
posizioni diverse dalla propria e
sviluppare la tolleranza
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Cosa devo fare se sono più centrato sulla PRECISIONE
Stile
PRECISIONE
Altri Stili
55
Sul lavoro
possiamo avere a
che fare con tante
altre persone con
tanti altri Stili
COME FARE?
56
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Le persone, gli Stili e come fare!
Il PROVOCATORE
IL POLEMICO
IL SIGNOR “SO TUTTO”
IL COMPETENTE
Il COMUNICATIVO
Il COLLABORATIVO
Il SILENZIOSO
Il DEMOTIVATO
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
57
Ama e stimola il confronto diretto
E’ schietto e duro in quello che dice
Esprime il proprio disaccordo
apertamente
Spesso ha opinioni che si allontanano
dal resto degli altri
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Il PROVOCATORE
COSA FARE?
• Non accettare lo scontro
• Mantenere il controllo delle proprie emozioni
• Eventualmente cogliere e riformulare alcuni suoi punti di vista
• Cercare alleanze con altri
58
Esprime spesso forti critiche “generiche”
Strumentalizza i contenuti ed esprime critiche di tipo
personale
Spesso ascolta in modo disattento e cerca consenso
Spesso manifesta interventi polemici fine a sé stessi
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
IL POLEMICO
COSA FARE?
• Mantenere la calma ed evitare di entrare il conflitto
diretto
• Prendere e valorizzare alcuni suggerimenti pertinenti per
“calmarlo”
59
E’ centrato su di sé e vorrebbe essere “il primo della
classe”
Ha la predisposizione ad anticipare gli interventi degli
altri
Interviene con molte citazioni, normative o procedure
Può anche essere direttivo nel suo modo di esprimersi
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
COSA FARE?
• Non entrare in conflitto sui contenuti
• Prestargli minor attenzione rispetto agli altri
• Se del caso riprendere alcuni suoi punti di vista
IL SIGNOR “SO TUTTO”
60
Ritiene che il proprio ruolo sia quello di fornire le
migliori informazioni possibili
Aiuta tutti ad impiegare al meglio il tempo e le
risorse
E’ responsabile, logico, attento ai dati
Esprime opinioni interessanti, costruttive
e stimolanti
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
IL COMPETENTE
COSA FARE?
• Coinvolgerlo negli eventuali lavori o decisioni
• Valorizzarlo anche per la gestione con gli altri
61
E’ spontaneo e prende facilmente la
parola
Interviene per risolvere conflitti
Aiuta a sdrammatizzare
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Il COMUNICATIVO
COSA FARE?
• Trovare un giusto equilibrio regolamentando i suoi
interventi
• Farsi aiutare per promuovere momenti di integrazione
con gli altri
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E’ orientato al raggiungimento degli
obiettivi
Interviene nei contenuti per aiutare
la relazione tra gli altri
Non esprime commenti gratuiti sugli
altri
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
COSA FARE?
• Cercare e valorizzare i suoi interventi
• Utilizzare alcuni suoi interventi come esempio per
stimolare gli altri
Il COLLABORATIVO
63
Si esprime poco
Può essere a disagio nel confronto con gli altri
Può essere timido
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Il SILENZIOSO
COSA FARE?
• Coinvolgerlo, se del caso, con domande e richieste di
opinioni
• Non fare commenti sulla sua scarsa partecipazione
• Confrontarsi a tu per tu
• Utilizzare e valorizzare i suoi interventi
64
Ascolta poco ed esprime scarso
interesse
Assume comportamenti non pertinenti al
contesto
Fa interventi per banalizzare i contenuti
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
Il DEMOTIVATO
COSA FARE?
• Arrivare ad un dialogo, se la situazione lo consente,
“a tu per tu”
• Sostenerlo per riportarlo al contesto
65
Buone pratiche per
la gestione delle
persone e delle
situazioni difficili
sul lavoro
66
Esercitarsi nel percorso della gestione del
comportamento
… relativi
alla specifico
contesto o ai
contenuti del
momento
… relativi a sue
storiche
esperienze
“pregresse”
Perché una persona può essere difficile da gestire, può essere
lamentosa, critica, arrabbiata
I suoi motivi
C’è poco da fare, il suo
atteggiamento ha origini
lontane!!!
Ascoltarla prima o poi
passa. Riportarla con i
piedi a terra !!!
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
67
La gestione della persona difficile
Di fronte ad una
persona difficile, critica,
lamentosa, arrabbiata
è meglio provare a …
… abbassare l’emotività
… entrare in empatia
… dimostrare rispetto
… non entrare in contrasto, in
gara
La persona forse
… non sta attaccando personalmente noi …
… avrà i suo motivi e bisogni …
… forse ci offre anche delle opportunità … di recupero
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
68
… a volte le persone si comportano così:
perché possono ritenere che
non gli sia stata prestata
attenzione
ponendosi alle volte in una
posizione di superiorità
chiedono di essere ascoltate
forse anche alle volte
mettendoci alla prova
“ Non è possibile che …”
“Cosa ne vuole sapere
lei …”
“ Mi stia ad ascoltare …”
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
69
… alle volte però sono proprio difficili …
Lasciamole sfogare , devono sbollire
Ascoltiamole comunque attentamente
Abbassiamo il nostro tono di voce
Parliamo più lentamente
Ripetiamo la loro opinione dichiarando
ciò che siamo in grado di fare, ciò che
non siamo in grado ed il tempo per
risolvere il problema
Possiamo
provare a …
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
70
Curiamo il momento iniziale
Ascoltiamo con attenzione senza interrompere
Dimostriamo comprensione per il suo disagio
Cerchiamo di portare la comunicazione sul piano
razionale formulando domande
Forniamo una soluzione o diamo una spiegazione
La gestione della persona difficile
… in 5 mosse …
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
71
Esempi di frasi di risposta da provare
“Sono d’accordo con Lei...”
“Direi che la Sua è un’osservazione importante...”
“Se mi dice questo avrà sicuramente i suoi validi motivi...”
“ Capisco le sue osservazioni …”
“ Cosa può essere fatto per risolvere il problema”
“ Lei è molto seccata della situazione, vediamo insieme di …”
Come intanto incominciare … prendiamo tempo …
72 La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
72
Credere a priori che di avere ragione noi o l’altro
Credere a priori che abbia torto l’altro
Credere che lo scopo della comunicazione sia stabilire
chi ha ragione o meno
Farsi coinvolgere emotivamente
“Dare la colpa” ad altri
Sottovalutare il problema in funzione del tipo di
richiesta o situazione
Cosa è meglio non fare... stringiamo i denti …
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
73
Saper gestire meglio
le obiezioni dell’altro
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
74
← SI, ma …
← SI, però …
← SI, forse …
Spesso le obiezioni iniziano così …
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
75
Le obiezioni sono un utile strumento per il personale
attraverso le obiezioni la persona ci parla di sé e ci
rivela i suoi bisogni
spesso le obiezioni dell’altro sono delle “Credenze”
l’obiezione può trasformarsi in opportunità, se la
persona esprime un bisogno che siamo in grado di
soddisfare
Le obiezioni: premesse
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
76
Come gestire meglio una obiezione
ascoltare attentamente quello che dice l’altro
abbassare l’emotività dell’altro
verificare se sono obiezioni concrete o credenze
se sono credenze ristrutturarle
argomentare con chiarezza circa l’eventuale infondatezza
dell’obiezione
proporre una soluzione chiudendo con un’azione
Meglio non ... … fornire una risposta diretta, magari replicando il
contrario … è invece consigliabile...
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
77
“Tanto in un modo o nell’altro tutto è uguale, avete
sempre ragione voi …”
“Alle volte sarebbe meglio fare da soli …”
“Non mi interessa quello che mi dice … tanto non
cambia nulla”
Spesso le obiezioni sono CREDENZE
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
78
Provare a porre domande del tipo
“Cosa la porta a credere che ….?”
“Cosa le fa pensare che ….?”
“Come mai ritiene che …?”
Come ristrutturare le credenze
La gestione delle persone e delle situazioni difficili sul
lavoro
79
Buone pratiche per
il miglioramento
personale
80
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
La resilienza: definizione ingegneristica (metallurgia)
La capacità di un metallo di
resistere alle forze che vi vengono
applicate
Per un metallo la resilienza
rappresenta il contrario della
fragilità
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
81
è, in altre parole, la resistenza mentale
La resilienza: definizione psicologica
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
La capacità nell’ affrontare e
superare le avversità della
vita
La capacità di persistere nel
perseguire obiettivi sfidanti
La capacità di fronteggiare in
maniera efficace le difficoltà
e gli altri eventi negativi che
si incontreranno sul
cammino
La capacità di adattarsi con
successo alle difficoltà e agli
eventi stressanti
82
La resilienza: la persona resiliente
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
83
Capace di avere un ampio margine di controllo sulla propria
vita e sull’ambiente
Capace di vedere i cambiamenti come una sfida e come
un’opportunità, piuttosto che come una minaccia
Ottimista, vive gli eventi negativi come momentanei e
circoscritti
Fortemente motivata a raggiungere gli obiettivi che si è
prefissata
Capace di fronte a sconfitte e frustrazioni di non perdere
comunque la speranza
Esempi di fattori di resilienza
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
84
Fisici Salute
psicofisica
Controllo dieta Esercizio
fisico
Riposo
Psicologici Assetto
emotivo
autoregolato
Self
(immagine di sé,
autostima,
autoefficacia, ecc.)
Hardiness
(solidità)
Sociali Legami
emotivi
Comunalità Esperienze e
interazioni di
sostegno
Associazioni,
famiglia,
gruppi,
Esempi di Mediatori /Moderatori per la resilienza
risorse personali
risorse relazionali
risorse sociali
sistema dei servizi
sistemi di welfare
protezioni normative e sindacali
formazione - orientamento
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
85
Effetti sul benessere: ESSERE RESILIENTI
Tanto più una persona è resiliente tanto
maggiore è la probabilità che, di fronte ad un
evento critico, riesca ad adattarsi
Aumentare l’esposizione ai fattori protettivi
e decrescere l’esposizione a quelli di rischio
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
86
Fattori protettivi a vario livello
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
87
Aumentare le risorse
esterne a livello familiare e
amicale (ambiente supportivo, interazioni ,
comunicazioni positive, lima
psicosociale positivo, amici,
vicinato, ecc.)
Aumentare le risorse esterne
a livello di organizzazioni (clima organizzativo, sistemi di
interazione trasparenti,
pratiche di coinvolgimento
e partecipazione, valori
di coesione, solidarietà
e sentimenti di bene comune)
Aumentare le risorse esterne
a livello di comunità (reti sociali funzionanti, percezioni
di coesione sociale e
appartenenza, sostegni e aiuti
informali, norme culturali,
disponibilità di servizi,
empowerment )
Una strada verso la Resilienza
Sviluppare connessioni e interazioni
Evitare di vedere la crisi come un problema insormontabile
Accettare i cambiamenti come parte normale della vita
Dirigersi verso i propri scopi
Prendere comunque decisioni
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
88
Una strada verso la Resilienza
Cercare opportunità per una migliore scoperta di sé
Coltivare una visione positiva di se stessi
Mettere/vedere le cose in prospettiva
Mantenere la speranza
Prendersi cura di se stessi
Essere assertivi e resilienti sul lavoro
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Pa
rla
re i
n P
ub
bli
co
Dal latino: “asserere”
Affermare
Sostenere con forza
Comportamento affermativo
Comportamento autorevole
È un “potere positivo” per:
essere persuasivi
avere credibilità
esercitare una leadership attiva
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Cosa vuol dire assertività
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Capacità di esprimere
le proprie idee, bisogni, emozioni
affermando i propri diritti e
rispettando quelli dell’altro
Il comportamento assertivo
rappresenta l’alternativa
all’aggressività ed alla passività
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Una definizione di Assertività
Una definizione di Assertività
Passività Aggressività
ASSERTIVITA’
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Io sono OK
Tu non sei OK Io sono OK
Tu sei OK
Io non sono OK
Tu non sei OK
Io non sono OK
Tu sei OK
Atteggiamento
Aggressivo
ATTEGGIAMENTO
ASSERTIVO
Atteggiamento
di Sfiducia Atteggiamento
Passivo
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1. rispetto di sé
2. rispetto dell’altro
3. consapevolezza e determinazione nel raggiungere un obiettivo
4. mantenere sempre positiva la relazione, anche in
situazioni difficili
Il comportamento assertivo richiede:
Essere assertivi significa affrontare le situazioni
e le relazioni,
… non “abbandonare il …”campo”…
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Il comportamento assertivo:
le componenti
Chiarezza su quali sono i propri obiettivi
Autostima
Ascolto (di se stessi e dell’altro)
Saper dire di no
Saper ricevere feedback negativi/positivi
Saper fornire feedback negativi/positivi
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Ridurre al minimo le reazioni aggressive e difensive che
ostacolano un’efficace comunicazione con l’altro
Esprimere più chiaramente le proprie soluzioni e spiegazioni
Gestire efficacemente le situazioni critiche e gli interlocutori
“difficili”
Affrontare con maggiore efficacia le problematiche legate al
rapporto tra gli altri (interni ed esterni) ed il lavoro che svolge
Il comportamento assertivo:
vantaggi
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Check List della persona assertiva
• afferma i propri bisogni e desideri
• è autocritica, è autoironica
• comunica sentimenti e stati d'animo
• accetta il punto di vista altrui, non giudica ma valuta
• cambia opinione, non è testarda
• conosce i suoi punti di forza e i suoi limiti
• ascolta l'altro
• è in grado di dire di no senza sentirsi in colpa
• non subisce e non aggredisce
• sa chiedere scusa, ammette i propri errori
• ha trovato un equilibrio tra i propri bisogni e quelli degli altri
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