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Seminario “MATERNITA’, LAVORO E SALUTE: UN PROGETTO DI AREA VASTA” “Articolazione del progetto e primi risultati nell’Area Vasta” Relatore : Lucia Bramanti, medico del lavoro UF PISLL USL 12 Viareggio, coordinatore per l’Area Vasta Toscana Nord Ovest del Piano Mirato Regionale “Azioni per la promozione della salute della lavoratrice in periodo di gravidanza e puerperio” Pietrasanta, 19 maggio 2004

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Seminario “MATERNITA’, LAVORO E SALUTE: UN PROGETTO DI AREA VASTA”

“Articolazione del progetto e primi risultati nell’Area Vasta” Relatore : Lucia Bramanti, medico del lavoro UF PISLL USL 12 Viareggio, coordinatore per l’Area Vasta Toscana Nord Ovest del Piano Mirato Regionale “Azioni per la promozione della salute della lavoratrice in periodo di gravidanza e puerperio” Pietrasanta, 19 maggio 2004

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1 – INTRODUZIONE In Toscana i Servizi di Prevenzione nei Luoghi di Lavoro delle Aziende UUSSLL (P.I.S.L.L.) svolgono attività di assistenza e di controllo nei riguardi delle lavoratrici in gravidanza e puerperio ormai da oltre 10 anni. Sono stati anni di fermento, poiché in quest’ultimo decennio si sono succedute nel nostro Paese una serie di norme innovative riguardanti il periodo della maternità nella donna che lavora: il diritto ad essere informata su operazioni o mansioni pericolose in corso di gravidanza o puerperio; il dovere da parte dei datori di lavoro di verificare la sussistenza di rischi lavorativi per le lavoratrici in età fertile, per evitare effetti avversi al momento di una gravidanza (Decreto Legislativo 645/96 ad integrazione del Decreto Legislativo 626/94); il diritto a posticipare all’ottavo mese il periodo di maternità obbligatoria; il diritto ad accedere ad azioni di sostegno sociale ed economico alla maternità e alla paternità (Legge 8 marzo 2000) ed infine, il Decreto Legislativo n.151/2001 “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità” che ha riunito la gran parte delle norme esistenti sulla materia. Analogamente, si avverte la sensazione che si sia avuta una trasformazione importante, in questi stessi anni, nelle professioni delle donne, con riduzione delle occupate nell’industria manifatturiera contestualmente allo sviluppo di attività nel settore dei servizi e del terziario più in generale. Infine, sempre nel più recente periodo, si è osservato un rinnovato interesse scientifico per lo studio della maternità e dei suoi effetti avversi (per la madre e per il bambino) in relazione ad attività professionali o a specifici rischi lavorativi, e molti studi nazionali ed internazionali sono stati prodotti sull’argomento. Appare da tutto ciò evidente che occuparsi dell’ evidenza scientifica dei rischi lavorativi effettivamente presenti oggi nei luoghi di lavoro delle donne, e al tempo stesso districarsi in un meandro di norme vecchie e nuove non è, per gli operatori di prevenzione impegnati in questa particolare branca di attività, un’opera semplice. Con la prospettiva di facilitarne i compiti, da alcuni anni è stato istituito un Gruppo di Lavoro Regionale sulla tutela della salute riproduttiva delle lavoratrici madri, costituito da medici del lavoro provenienti dalle UUSSLL della Toscana e da altre professionalità. Il tavolo regionale ha favorito in effetti scambi di esperienze e approfondimenti culturali tra gli operatori, la circolazione di informazioni sulla valutazione di specifici rischi ed è servito anche per mettere in luce alcune criticità nell’azione di prevenzione e di tutela dei Servizi di Prevenzione in questo campo. E’ un dato di fatto che i Servizi dispongano spesso solo di informazioni frammentarie sui luoghi di lavoro e sulle attività lavorative svolte dalle donne nelle fasce di età più giovane, e ciò è più evidente nelle aree toscane dove non si hanno comparti produttivi o aziende medio – grandi a prevalente manodopera femminile.

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Da questa consapevolezza è emersa forte la necessità, da parte degli operatori di prevenzione, di trovare soluzioni innovative per ampliare al massimo la conoscenza delle diverse situazioni lavorative delle donne e di occasione di rischio per la salute riproduttiva femminile. Così facendo si può facilitare l’accesso delle donne alle tutele previste per legge, pur con i limiti che esse presentano (gli aspetti di salvaguardia dai rischi lavorativi contenuti nelle norme sono infatti esclusivamente riservati alle donne con lavoro dipendente o equiparato), fornire assistenza al sistema di prevenzione e sicurezza aziendale per l’applicazione di adeguati e precoci criteri di salvaguardia e programmare interventi mirati dei PISLL in settori o comparti lavorativi particolari. Da qui è nata l’idea, raccolta dalla Giunta Regionale Toscana con il Piano Mirato di Prevenzione (P.M.) qui presentato, di ottenere la collaborazione della rete territoriale USL dell’ assistenza sanitaria alla donna in gravidanza, svolta dai Servizi delle Attività Distrettuali e delle Attività Consultoriali, per raggiungere il seguente obiettivo: lavoratrici in gravidanza con un possibile lavoro pericoloso da modificare, sostituire o evitare utilizzando le salvaguardie previste dalle norme di tutela. Ostetriche, infermiere e, in alcuni casi, il personale amministrativo di front – office entrano infatti in contatto con le donne al momento della consegna del libretto – ricettario di gravidanza (comunemente detto “libretto di gravidanza”). La distribuzione è effettuata di norma all’inizio della gravidanza su richiesta dell’utente; consiste in una raccolta di richieste di accertamenti sanitari a protocollo completamente gratuiti per la gravidanza, e questa opportunità è conosciuta e opportunamente sfruttata dalla pressoché totalità delle donne residenti in Toscana o presenti nella nostra regione per motivi di studio, lavoro o ricongiungimento familiare. Viene distribuito anche alle donne straniere non regolari (le cosiddette Straniere Temporaneamente Presenti, o S.T.P). La consegna del libretto di gravidanza da parte dell’operatore USL incaricato è occasione di un colloquio con la donna, insostituibile per il reperimento di informazioni sulla condizione individuale e sociale della donna in gravidanza e per una prima – e precoce - comunicazione su possibili rischi professionali esistenti nell’attività lavorativa dichiarata al momento del colloquio.

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2 - IL PIANO MIRATO (P.M.) “PROMOZIONE DELLA TUTELA DELLA LAVORATRICE NEL PERIODO DI GRAVIDANZA E PUERPERIO” Il Piano è stato messo a punto dalle UUSSLL dell’Area Vasta Toscana Nord Ovest, con capofila l’Azienda USL 12 di Viareggio, poiché sono presenti in quest’Area alcune condizioni favorevoli indispensabili:

• i medici del lavoro dei Servizi di Prevenzione delle 5 Aziende UUSSLL che compongono l’Area Vasta da tempo operano, in questo specifico settore, in modo coordinato;

• la struttura produttiva a manodopera femminile è assai simile, per quanto a conoscenza degli operatori, nelle province dell’Area Vasta

• preesistenza di consolidati rapporti locali di collaborazione tra medici del lavoro dei Servizi di Prevenzione e operatori sanitari delle Attività Consultoriali e Distrettuali sul tema della tutela della salute riproduttiva femminile.

La durata del Piano è triennale: gennaio 2003 – dicembre 2005 (2006 per le ultime attività previste). Le Aziende UUSSLL dell’Area Vasta Toscana Nord Ovest hanno partecipato nel 2003 tutte con almeno una Zona (in Tab.1 distribuzione). obiettivi del piano ed azioni per il raggiungimento degli obiettivi Obiettivi

1. rendere consapevoli le lavoratrici ad inizio della gravidanza su possibili rischi per la salute derivanti dal lavoro e favorirne l’accesso alle norme di tutela della maternità per continuare a lavorare senza rischi per la gravidanza o per essere precocemente allontanate da attività potenzialmente nocive;

2. censire le attività dichiarate dalle lavoratrici, con individuazione di particolari comparti/settori produttivi. Saranno evidenziate nel triennio eventuali attività lavorative prevalenti verso le quali dirigere le risorse dei PISLL con iniziative mirate di controllo e vigilanza;

3. produrre e diffondere profili di rischio per la salute riproduttiva in comparti lavorativi a prevalente presenza femminile. Saranno privilegiati settori raramente oggetto di specifici interventi di controllo e vigilanza da parte dei Servizi di Prevenzione e/o meno permeati da una diffusa applicazione delle norme di tutela in materia di prevenzione ed igiene del lavoro;

4. quantificare, nel campione osservato (donne che hanno iniziato una gravidanza nel triennio oggetto del P.M.) le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato e le precarie o part – time. Sarà posta particolare attenzione alla eventuale prevalenza di lavoratrici precarie in specifici comparti produttivi;

5. registrare, nel campione di lavoratrici, eventuali cambiamenti intervenuti sul lavoro successivamente alla decadenza del periodo di tutela della maternità (dopo un anno dal parto). Dati statistici correnti (ISTAT 2004) suggeriscono il

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passaggio al part – time per il 23% delle donne a seguito di una gravidanza, ma non si conoscono dati certi sull’effettivo rientro al lavoro delle donne dopo il parto o su altre modifiche organizzative. Alla fine del triennio sarà disponibile un discreto osservatorio su cosa è realmente accaduto ad un gruppo di lavoratrici toscane dal 2003 al 2005 e sulle motivazioni.

6. censire gli esiti delle gravidanze nelle donne reperite nel triennio di osservazione, a prescindere dalla loro condizione di lavoratrici.

Azioni svolte nel 1° anno di P.M. per il raggiungimento degli obiettivi 1 - 4: Il personale di ogni USL/Zona addetto alla consegna dei libretti di gravidanza, di seguito definito “operatore di sportello” è stato addestrato dai medici del lavoro referenti del P.M. a riconoscere i più frequenti rischi lavorativi per la salute riproduttiva femminile presenti nel proprio territorio. Per ogni donna che ha richiesto il libretto di gravidanza nelle USL/ Zone aderenti al Piano Mirato l’operatore di sportello ha provveduto a:

raccogliere informazioni sulla storia personale e sociale della donna e trascrivere i dati raccolti su una scheda individuale (in allegato modello). Le domande tendono ad evidenziare situazioni di rischio per la salute riproduttiva, di disagio sociale, il tipo e la struttura del rapporto di lavoro eventualmente esistente (contestualmente è stato raccolto il consenso al trattamento dei dati previsto dalla vigente normativa);

consegnare un pieghevole illustrativo sul diritto al mantenimento del posto di lavoro delle donne e sui rischi più comuni per le maestranze femminili del territorio di appartenenza, contenente i recapiti telefonici degli operatori PISLL da contattare per ulteriori informazioni;

informare la lavoratrice sui possibili rischi presenti nella sua mansione e sulle norme di tutela sulla base dei dati emersi dalla scheda compilata (se dipendente o no, se il tipo di lavoro consente la flessibilità del congedo di maternità etc.);

fornire ulteriori informazioni sulle prestazioni sanitarie previste dal locale protocollo USL di “percorso nascita” e sulle più recenti norme di sostegno sociale ed economico alla maternità;

raccogliere le schede compilate e discuterne contenuti e completezza delle informazioni con il medico del lavoro referente del P.M. in incontri settimanali o mensili dedicati.

In ogni USL/Zona il medico del lavoro PISLL referente per il P.M. ha provveduto a:

addestrare il personale addetto alla comunicazione

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predisporre ed aggiornare i materiali informativi localmente più utili a supporto del colloquio.

predisporre un orario di accesso al PISLL per le donne che richiedono approfondimenti di informazione e per le conseguenti attività di accertamento sanitario previste dalla normativa vigente.

valutare ogni singola scheda compilata presso Distretti e Consultori e predisporre contatti telefonici diretti o tramite medico di famiglia per richiamare le lavoratrici con sospetta attività lavorativa a rischio per la salute riproduttiva che non si siano presentate per informazioni presso il servizio di PISLL (medico del lavoro o altro operatore sanitario addestrato) e fornire ulteriori specifiche indicazioni sulla tutela della salute in gravidanza.

aggiornare la scheda individuale delle donne dopo colloquio telefonico raccogliere ed archiviare le schede su supporto informatico comune a tutte

le sedi (data – base predisposto in formato access) (medico o altro operatore addestrato)

inviare con cadenza trimestrale i dati alla azienda USL capofila del P.M. mantenere contatti costanti con gli altri medici del lavoro referenti per le

decisioni metodologiche ed operative previste dal Piano Per l’azienda USL capofila: il medico del lavoro coordinatore ha provveduto a:

definire, con i referenti di tutte le sedi aderenti, i contenuti minimi della formazione e le modalità più efficaci di comunicazione per il personale addetto alla consegna dei libretti di gravidanza;

verificare l’omogeneità dei contenuti dei materiali informativi predisposti in ogni sede all’inizio del P.M. e, successivamente, per le integrazioni e gli aggiornamenti.

predisporre la scheda di raccolta dei dati individuali; predisporre uno specifico data base informatico comune per l’inserimento

dei dati da parte di tutte le sedi; predisporre incontri operativi periodici con i referenti di tutte le zone per

aggiustamenti e/o valutazione di problemi; elaborare periodicamente i dati pervenuti da tutte le sedi per verificare il

raggiungimento degli obiettivi previsti e per le decisioni operative previste al punto 3 degli obiettivi di Piano (la scelta di attività o comparti lavorativi per i quali produrre profili di rischio);

predisporre le modalità di appaiamento delle schede individuali raccolte con i dati statistici correnti USL per il raggiungimento degli obiettivi previsti ai punti 5 e 6 del P.M. (esito delle gravidanze e modifiche del lavoro intervenute dopo il periodo di congedo per maternità)

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Azioni per il raggiungimento degli obiettivi 5 e 6 (2° e 3° anno del Piano Mirato): In ogni USL/Zona aderente al P.M. il medico del lavoro referente provvederà a:

predisporre il censimento di tutti i nati vivi (nomi, data di nascita, comune di residenza) delle donne classificate come lavoratrici tramite appaiamento delle schede individuali con i dati provenienti da statistiche correnti USL (schede di assistenza al parto, schede di dimissione ospedaliera dei bambini o delle donne in caso di esito avverso della gravidanza);

predisporre il controllo dello stato in vita ad un anno dalla nascita dei soggetti censiti al punto precedente presso le anagrafi comunali;

organizzare interviste alle lavoratrici dopo il compimento del 1° anno dei bambini con trascrizione delle informazioni raccolte su scheda di rilevazione dei dati comune;

valutare l’accuratezza della compilazione delle schede; raccogliere ed archiviare le schede su supporto informatico comune a tutte

le sedi (data – base predisposto in formato Access); inviare con cadenza trimestrale i dati raccolti con le interviste alla azienda

USL capofila del P.M.; predisporre l’appaiamento con dati statistici correnti USL per tutte le

donne (indipendentemente dalla condizione di lavoratrice) annualmente Per l’azienda USL capofila: il medico del lavoro coordinatore provvederà a:

predisporre e definire con i referenti delle altre sedi la scheda di raccolta dei dati individuali delle lavoratrici ad un anno di distanza dal parto;

predisporre uno specifico data base informatico comune per l’inserimento dei dati da parte di tutte le sedi;

elaborare periodicamente i dati raccolti provenienti da tutte le sedi; elaborare annualmente ed a fine Piano Mirato i dati raccolti sugli esiti delle

gravidanze per tutte le donne.

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3 - RISULTATI DEL 1° ANNO DI ATTIVITA’ In Tabella 1 è descritta la distribuzione delle USL/Zone aderenti al P.M. I dati provenienti dalle interviste effettuate presso la Zona Livornese non sono per il momento elaborabili, e per tale motivo compaiono separatamente in tabella. A giugno 2004 è previsto l’ingresso nel P.M. anche della Zona Val di Cornia della Azienda USL 6. Tab.1: QUADRO RIEPILOGATIVO 2003

AZIENDA USL

E ZONA

INIZIO

RACCOLTA DATI

OPERATORI USL COINVOLTI

(PISLL, Distretti, Consultori, altri)

DONNE

INTERVISTATE

Az. USL 1 Zona Lunigiana

Gennaio 2003 7 292

Az. USL 1 Zona Apuane

Gennaio 2003 21 1151

Az. USL 2 Zona Piana di Lucca

Giugno 2003 22 731

Az. USL 5 Zona Pisana

Marzo 2003 12 1312

Az. USL 5 Zona Valdera

Maggio 2003 11 695

Az. USL 6 Zona Bassa Val di

Cecina

Gennaio 2003 12 612

Az. USL 12 Viareggio

Gennaio 2003 25 1190

TOTALE 110 5983

Az. USL 6

Zona Livornese Aprile 2003 13 955

NOTA: Le schede compilate nel corso del 2003 sono state complessivamente 6060, ma il campione di donne in gravidanza è rappresentato da 5983 oggetti. Infatti in 77 casi la stessa donna è stata intervistata due volte a seguito di inizio di due gravidanze nell’anno solare. In questi casi particolari, per la elaborazione dei dati sono state utilizzate le informazioni derivanti dalla scheda più recente.

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3.1 - caratteristiche demografiche del campione intervistato Donne totali: 5983 Eta’ media: 31,33 anni (min 14 - max 47) Lavoratrici (in proprio, dipendenti a tempo indeterminato, precarie): 3885 Non lavoratrici (casalinghe, in cerca di occupazione, studenti): 2089 Non rilevabile la condizione lavorativa: 9 casi Donne provenienti da Paesi stranieri: 762 (13% del campione). Nelle tabelle successive vengono presentate le caratteristiche e la condizione professionale del campione intervistato Tab. 2: CARATTERISTICHE PROFESSIONALI DEL CAMPIONE

ATTIVITA’ DICHIARATA

NUMERO %

Lavoratrici 3885 65,0

Casalinga 1488 24,9

In cerca di occupazione

467 7,8

Studenti 134 2,2 Non rilevato 9 0,1

TOTALE 5983 100

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Tab.3:DISTRIBUZIONE DI LAVORATRICI E NON LAVORATRICI PER USL/ZONA

AZIENDA

USL E ZONA

LAVORATRICI

numero ( %)

ETA’ MEDIA (min – max)

NON LAVORATRICI

numero ( %)

ETA’ MEDIA (min – max)

Az. USL 1

Zona Lunigiana 173

(59,5)

32,08 (18 – 41)

118 (40,5)

30,45 (16 – 41)

Az. USL 1 Zona Apuane

656 (57,1)

31,34 (19 – 46)

493 (42,9)

29,75 (15 – 44)

Az USL 2 Zona Piana di

Lucca

547 (75,0)

31,87 (19 – 43)

184 (25,0)

29,02 (16 – 41)

Az. USL 5 Zona Pisana

969 (74,0)

32,41 (18 - 45)

342 (26,0)

30,1 (14 – 45)

Az. USL 5 Zona Valdera

484 (70,0)

32,04 (21 – 46)

209 (30,0)

30,39 (16 – 45)

Az. USL 6 Zona Bassa Val

di Cecina

396 (65,0)

31,75 (19 – 43)

214 (35,0)

30,76 (16 – 46)

Az. USL 12 Viareggio (Versilia)

660 (55,5)

31,92 (18 – 47)

529 (44,5)

30,72 (16 – 46)

TOTALE

(*)

3885 (65,0)

31,95 (18 – 47)

2089 (35,0)

30,18 (14 – 46)

(*) con esclusione dei 9 casi di cui è ignota la professione All’osservazione dei dati rilevati nel 2003, si evidenziano alcune differenze nella percentuale di occupate nelle varie Zone: dal 75% della Zona Piana di Lucca al 55,5% della Versilia. Non sono disponibili al momento dati oggettivi relativi al numero totale delle occupate complessivamente nelle singole Zone e per le fasce d’età di nostro interesse (18 – 47 anni). Una valutazione complessiva sarà effettuata entro il triennio attingendo a statistiche correnti. Sono evidenti alcune differenze nei due gruppi: l’età media è sempre più elevata nelle lavoratrici in tutte le Zone (circa 2 anni) , così come la scolarità. Lo stato civile invece

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appare analogo. Infine, suddividendo il campione in classi di età abbiamo il quadro rappresentato in Figura 1 (pagina 15). Tab.4: DISTRIBUZIONE STATO CIVILE “LAVORATRICI “ PER ZONA/USL

USL / ZONA

CONIUGATA

numero (%)

CONVIVENTE

numero (%)

NUBILE numero

(%)

S/D/V numero (%) (*)

NON RILEVATO

numero (%)

Zona Apuane 440

(67,0) 136

(20,7) 66

(10,1) 8

(1,2) 6

(1,0) Zona Lunigiana 121

(70,0) 31

(17,9) 14

(8,0) 6

(3,5) 1

(0,6) Zona Piana di

Lucca 422

(77,1) 31

(5,7) 65

(11,9) 13

(2,4) 16

(2,9) Zona Pisana 710

(73,3) 187

(19,3) 43

(4,4) 13

(1,3) 16

(1,7) Zona Valdera 387

(80,0) 48

(10,0) 36

(7,4) 5

(1,0) 8

(1,6) Zona Bassa Val

di Cecina 256

(64,6) 65

(16,5) 24

(6,1) 14

(3,5) 37

(9,3) Versilia 448

(67,9) 124

(18,8) 71

(10,8) 12

(1,8) 5

(0,7)

TOTALE 2784 (71,7)

622 (16,0)

319 (8,2)

71 (1,8)

89 (2,3)

(*) S/D/V = separata, divorziata, vedova (non conviventi)

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Tab.5: DISTRIBUZIONE STATO CIVILE “NON LAVORATRICI” PER USL/ZONA

USL / ZONA

CONIUGATA

numero (%)

CONVIVENTE

numero (%)

NUBILE numero

(%)

S/D/V numero (%) (*)

NON RILEVATO

numero (%)

Zona Apuane 320

(64,9) 92

(18,7) 73

(14,8) 7

(1,4) 1

(0,2) Zona Lunigiana 93

(78,9) 16

(13,6) 8

(6,7)

--- 1

(0,8) Zona Piana di

Lucca 133

(72,3) 23

(12,5) 15

(8,1) 4

(2,2) 9

(4,9) Zona Pisana 240

(70,2) 65

(19,0) 24

(7,0) 5

(1,5) 8

(2,3) Zona Valdera 171

(81,8) 22

(10,5) 11

(5,2) 2

(1,0) 3

(1,5) Zona Bassa Val

di Cecina 142

(66,3) 29

(13,6) 25

(11,7) 4

(1,9) 14

(6,5) Versilia 367

(69,3) 92

(17,4) 56

(10,6) 11

(2,1) 3

(0,6)

TOTALE 1466 (70,2)

339 (16,2)

212 (10,1)

33 (1,6)

39 (1,9)

(*) S/D/V = separata, divorziata, vedova (non conviventi)

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Tab.6: DISTRIBUZIONE TITOLO DI STUDIO “LAVORATRICI” PER USL/ZONA

USL / ZONA

L.ELEMENTARE

numero (%)

L. MEDIA

numero (%)

DIPLOMA SUPERIORE

numero (%)

LAUREA numero

(%)

NON RILEVATO

numero (%)

Zona Apuane 21

(0,3) 126

(19,2) 354

(54,0) 132

(20,1) 42

(6,4) Zona

Lunigiana 1

(0,6) 34

(19,7) 103

(59,5) 26

(15,0) 9

(5,2) Zona Piana di

Lucca 9

(1,7) 130

(23,8) 294

(53,7) 109

(19,9) 5

(0,9) Zona Pisana 8

(0,8) 162

(16,7) 468

(48,3) 313

(32,3) 18

(1,9) Zona Valdera 5

(1,0) 136

(28,1) 263

(54,3) 70

(14,5) 10

(2,1) Zona Bassa

Val di Cecina 1

(0,2) 68

(17,2) 218

(55,1) 61

(15,4) 48

(12,1) Versilia 13

(2,0) 156

(23,6) 360

(54,6) 109

(16,5) 22

(3,3)

TOTALE 39 (1,0)

812 (20,9)

2060 (53,0)

820 (21,1)

154 (4,0)

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Tab.7: DISTRIBUZIONE TITOLO DI STUDIO “NON LAVORATRICI” PER USL/ZONA

USL / ZONA

L.ELEMENTARE

numero (%)

L. MEDIA

numero (%)

DIPLOMA SUPERIORE

numero (%)

LAUREA numero

(%)

NON RILEVATO

numero (%)

Zona Apuane 15

(3,0) 203

(41,2) 194

(39,3) 37

(7,6) 44

(8,9) Zona

Lunigiana 3

(2,5) 37

(31,4) 59

(50,0) 11

(9,3) 8

(6,8) Zona Piana di

Lucca 17

(9,2) 85

(46,2) 56

(30,4) 23

(12,5) 3

(1,6) Zona Pisana 16

(4,7) 106

(31,0) 144

(42,1) 50

(14,6) 26

(7,6) Zona Valdera 16

(7,7) 101

(48,3) 66

(31,6) 14

(6,7) 12

(5,7) Zona Bassa

Val di Cecina 5

(2,3) 76

(35,5) 84

(39,3) 17

(7,9) 32

(15,0) Versilia 18

(3,4) 250

(47,3) 191

(36,1) 37

(7,0) 33

(6,2)

TOTALE 90 (4,3)

858 (41,1)

794 (38,0)

189 (9,0)

158 (7,6)

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Nel campione è presente oltre il 10% di donne straniere, in larga parte provenienti da paesi ad alto flusso migratorio. Di seguito è rappresentata la distribuzione per professione e per Zona di questo gruppo. Le straniere sono in media circa un quarto di tutte le “non lavoratrici” intervistate, con alcune variazioni tra le Zone. E’ omogeneamente basso il rilievo di un lavoro regolare: le occupate variano tra le varie Zone ma si mantengono sempre al di sotto del 10% (minimo 4,8% nella Zona Lunigiana, massimo 9,5% nella Zona di Lucca). Tab.8:DISTRIBUZIONE DONNE STRANIERE NELLE USL/ZONE PER PROFESSIONE

USL / ZONA

LAVORATRICI numero

(% su lav.totali)

NON LAVORATRICI numero

(% su non lav. totali)

DONNE STRANIERE TOTALI

(numero e % )

Zona Apuane 41 (6,3)

72 (14,8)

113

Zona Lunigiana 7 (4,0)

35 (27,1)

42

Zona Piana di Lucca

52 (9,5)

64 (34,2)

116

Zona Pisana 76 (7,8)

103 (30,1)

179

Zona Valdera 34 (7,0)

52 (24,9)

86

Zona Bassa Val di Cecina

36 (9,1)

52 (24,3)

88

Versilia 48 (7,3)

84 (15,9)

132

TOTALE 294

(7,6) 462

(22,1) 756 (*)

(*) = le straniere totali sono 762, ma per alcune non è stato possibile rilevare la condizione professionale.

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Figura 1: Distribuzione percentuale Classi di età

0,6

7,2

29,5

40,6

19,3

2,8

5,7

14,9

30,7

29,3

16,8

2,6

</= 20

21 - 25

26 - 30

31 - 35

36 - 40

> 40

Anni

nonlavoratrice

lavoratrice

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3.2 – storia riproduttiva nel campione osservato Nelle tabelle successive si mostra la distribuzione di alcune informazioni della storia personale ostetrica delle donne osservate (lavoratrici e non lavoratrici), anche suddivisa per le varie Zone. In entrambi i gruppi l’età media delle donne in gravidanza è elevata (secondo i criteri ostetrici), peraltro in accordo con altri studi osservazionali sulla maternità in Italia. Oltre la metà delle lavoratrici sono alla prima esperienza di gravidanza, ed il 63% circa non ha figli, mentre le “non lavoratrici” sono alla 1° gravidanza nel 38% circa dei casi ed hanno già un figlio nel 40% circa dei casi. La fotografia di un solo anno non permette di fare analisi, ma dall’osservazione del dato del 2003 parrebbe che le donne che lavorano arrivino con un po’ di ritardo rispetto alle “non lavoratrici” alla prima maternità, mentre lo spaccato di “non lavoratrici” incinte mostri donne di poco più giovani che hanno già avuto gravidanze, anche se il 47% circa non ha ancora figli. Non è noto peraltro quante di queste “non lavoratrici” osservate nel 2003 abbiano avuto un lavoro in passato. Tab.9: GRAVIDANZE E FIGLI “LAVORATRICI” PER USL/ZONA

USL / ZONA

1° GRAVIDANZA

numero (%)

NESSUN FIGLIO numero

(%)

1 FIGLIO numero

(%)

2 FIGLI numero

(%)

3 O PIU’ FIGLI numero

(%) Zona Apuane 379

(57,8) 449

(68,4) 176

(26,8) 28

(4,3) 3

(0,5) Zona

Lunigiana 89

(51,4) 102

(59,0) 60

(34,7) 9

(5,2) 2

(1,1) Zona Piana di

Lucca 273

(50,0) 324

(59,2) 195

(35,7) 24

(4,4) 4

(0,7) Zona Pisana 468

(48,3) 592

(61,1) 326

(33,6) 47

(4,9) 4

(0,4) Zona Valdera 231

(47,7) 285

(58,9) 163

(33,7) 28

(5,8) 8

(1,6) Zona Bassa

Val di Cecina 217

(54,8) 260

(65,6) 116

(29,3) 20

(5,1)

--- Versilia 363

(55,0) 435

(65,9) 188

(28,5) 32

(4,9) 5

(0,7)

TOTALE 2020 (52,0)

2447 (63,0)

1224 (31,5)

188 (4,8)

26 (0,7)

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Tab.10: GRAVIDANZE E FIGLI “NON LAVORATRICI” PER USL/ZONA

USL / ZONA

1° GRAVIDANZA

numero (%)

NESSUN FIGLIO numero

(%)

1 FIGLIO numero

(%)

2 FIGLI

numero e %)

3 O PIU’ FIGLI numero

(%) Zona Apuane 218

(44,2) 252

(51,1) 188

(38,1) 39

(7,9) 14

(2,9) Zona

Lunigiana 41

(34,7) 49

(41,5) 45

(38,1) 16

(13,6) 8

(6,8) Zona Piana di Lucca

73 (39,7)

92 (50,0)

71 (38,6)

11 (6,0)

10 (5,4)

Zona Pisana 136 (39,8)

174 (50,9)

126 (36,8)

37 (10,8)

5 (1,5)

Zona Valdera

68 (32,5)

90 (43,0)

84 (40,2)

25 (12,0)

10 (4,8)

Zona Bassa Val di Cecina

79 (36,9)

99 (46,3)

91 (42,5)

19 (8,9)

5 (2,3)

Versilia 190 (35,9)

237 (44,8)

217 (41,0)

56 (10,6)

19 (3,6)

TOTALE 805

(38,6) 993

(47,6) 822

(39,3) 203 (9,7)

71 (3,4)

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Profilo “NON LAVORATRICI” (2089 donne , pari al 34,9 % delle intervistate totali) ETA’ MEDIA 30,18 (min 14 - max 46) STRANIERE 462 (22,1 % del gruppo) STATO CIVILE : coniugata 1466 (70,2%) Convivente 339 (16,2%) Nubile 212 (10,1%) S/D/V (*) 33 ( 1,6%) Non rilevato 39 (1,9%) (*) = separate, divorziata, vedova (non conviventi) TITOLO DI STUDIO: Licenza elementare 90 (4,3%) Licenza media 858 (41,1%) Diploma superiore 794 (38,0%) Laurea 189 (9,0%) Non rilevato 158 (7,6%) DONNE ALLA PRIMA GRAVIDANZA: 805 (38,6%) FIGLI: nessun figlio 993 (47,6%) 1 figlio 822 (39,3%) 2 figli 203 (9,7%) 3 o + figli 71 (3,4%)

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Profilo “LAVORATRICI” (3885 donne, 65,0% delle intervistate totali) ETA’ MEDIA 31,95 (min. 18 – max.47) STRANIERE: 294 (7,6 % del gruppo) STATO CIVILE : Coniugata 2784 (71,7%) Convivente 622 (16,0%) Nubile 319 (8,2%) S/D/V (*) 71 (1,8%) Non rilevato 89 (2,3%) (*) = separata, divorziata, vedova (non conviventi) TITOLO DI STUDIO: Licenza elementare 39 (1,0%) Licenza media 812 (20,9%) Diploma superiore 2060 (53,0%) Laurea 820 (21,1%) Non rilevato 154 (4,0%) DONNE ALLA PRIMA GRAVIDANZA: 2020 (52,0%) FIGLI: nessun figlio 2447 (63,0%) 1 figlio 1224 (31,5%) 2 figli 188 (4,8%) 3 o + figli 26 (0,7%)

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3.3 - descrizione delle attivita’ lavorative La struttura produttiva femminile nelle aree geografiche oggetto nel 2003 del Piano Mirato, sulla base delle conoscenze dei Servizi PISLL è così composta: Provincia di Massa e Carrara: prevalentemente terziario e servizi in generale: sanità e assistenza alla persona, scuola, pubblica amministrazione, commercio e grande distribuzione, ristorazione e turistico – alberghiero, tessile e confezioni. Zona della Piana di Lucca: terziario e servizi in generale: sanità e assistenza alla persona, scuola, pubblica amministrazione, commercio e grande distribuzione, calzaturiero, agricoltura, confezioni, cartario/cartotecnico. Zona Pisana: terziario e servizi in generale: sanità e assistenza alla persona, scuola ed università, pubblica amministrazione, commercio e grande distribuzione, ristorazione, industria farmaceutica, componentistica meccanica ed elettronica. Zona Valdera: terziario e servizi in generale: sanità e assistenza alla persona, scuola, pubblica amministrazione, commercio e grande distribuzione, metalmeccanica, calzaturiero, agricoltura. Zona Bassa Val di Cecina: terziario e servizi in generale: sanità e assistenza alla persona, scuola, pubblica amministrazione, commercio e grande distribuzione, produzione di getti in vetroresina e cantieristica navale in vetroresina, ristorazione e turistico – alberghiero, agricoltura Versilia: terziario e servizi in generale: sanità e assistenza alla persona, scuola, pubblica amministrazione, commercio e grande distribuzione, ristorazione e turistico – alberghiero, calzaturiero, floricoltura. Saranno effettuati riscontri con dati statistici di provenienza ISTAT, IRPET, Osservatorio Provinciale sul Mercato del Lavoro (attualmente attivo nella provincia di Lucca), entro il triennio del Piano Mirato. Le attività svolte dalle 3885 lavoratrici campionate nel 2003 si ritrovano in prevalenza nei settori di occupazione femminile citati, ma con una variegatissima e dispersissima tipologia di mansioni, molte delle quali di tipo emergente (ad esempio il sostegno al disagio sociale giovanile o ai nuclei familiari “a rischio sociale”). E’ stata osservata nel primo anno di attività di P.M. una notevole disseminazione di mansioni e di attività lavorative disperse sul territorio in comparti produttivi fatti di microimprese (gran parte del commercio, del turismo, della ristorazione) o di “terziarismo spinto” (cooperative di servizi per lo svolgimento di attività varie nel sociale, in sanità, pulizie, magazzinaggio ecc.) difficili da controllare con gli abituali strumenti di vigilanza dei PISLL. In molte realtà non è prevista, per la natura dell’attività, la presenza del Medico Competente aziendale e/o spesso i lavoratori non hanno nominato un proprio rappresentante per la sicurezza, benché previsto dalla normativa di prevenzione. L’esperienza maturata in questo primo anno ha mostrato che, per molte di queste attività con rischi per la salute della donna in gravidanza, frequentemente le norme di tutela per la salute riproduttiva risultano misconosciute

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dai datori di lavoro, dai loro consulenti, dalle lavoratrici e, in alcuni casi, dai loro rappresentanti. La tabella 11 mostra le prevalenti occupazioni dichiarate dalle donne, che impegnano oltre 3000 lavoratrici. Si osserva, con alcune eccezioni, la quasi totale assenza di donne occupate nella produzione di beni. Le operaie in senso stretto censite nel 2003 sono state 119. Fatta eccezione per 87 calzaturiere (Lucca, Versilia, Valdera), le altre 32, provengono da una miriade di settori: metalmeccanica, cartotecnica, industria farmaceutica, industria alimentare, vetroresina. Paradossalmente, nell’Area Vasta Toscana Nord – Ovest sono state raccolte più lavoratrici con mansioni omogenee nel mondo dello spettacolo e del fitness (25 donne) e dell’arte grafica: 19 tra pittrici, decoratrici e simili. Anche le addette all’agricoltura e/o floricoltrici intervistate sono state solo 47. E’ verosimile che elaborando i dati della Zona Livornese e con l’ingresso della Zona della Val di Cornia (aree geografiche con discreta forza lavoro femminile nell’industria) il panorama possa modificarsi nel prosieguo del Piano Mirato. Alla fine del triennio, con un campione numericamente elevato e geograficamente più esteso dell’attuale, sarà possibile avere dati più stabili sui settori lavorativi con maggiore presenza di donne giovani, in modo da indirizzare verso questi l’attività di assistenza e di sorveglianza dei PISLL.

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Tab.11: DISTRIBUZIONE PER MANSIONI /SETTORI PREVALENTI (almeno 50 occupate nell’attività) MANSIONE/SETTORE NUMERO % SU LAVORATRICI

TOTALI Amministrativa 1154 29,7 Commerciante, commessa, banconiera

498 12,8

Sanità tutte le professioni 368 9,5 Scuola primaria e secondaria tutte le professioni

233 6,0

Barista, cameriera, addetta reception

181 4,7

Addetta pulizie, colf 162 4,2 Parrucchiera, estetista 109 2,8 Addetta mensa, cuoca, pasticcera ecc.

104 2,7

Calzaturiero tutte le mansioni

87 2,2

Consulenza per imprese e privati

90 2,3

Confezioni, tutte le mansioni

70 1,8

Mansioni varie di assistenza sociale e domiciliare

68 1,8

TOTALE 3124 80,5

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Tab.12: DISTRIBUZIONE PER TIPO DI PROFESSIONE/CONTRATTO PROFESSIONE/CONTRATTO NUMERO % Lavoro dipendente a tempo indeterminato

2198 56,6

Lavoro dipendente a tempo determinato

402 10,3

Socia di cooperativa 79 2,0 Lavoratrici interinali 7 0,2 Lavoratrici a domicilio 6 0,2 Lavoratrice autonoma o imprenditrice

497 12,8

Libera professionista 260 6,7 Coadiuvante 72 1,9 Collaborazione Coordinata Continuativa

160 4,1

Altro 202 5,2 TOTALE 3885 100,0 I tipi di contratto oggetto di tutela per legge sono stati sottolineati nella tabella. L’osservazione del 2003 ha mostrato che le lavoratrici dipendenti o equiparate sono circa il 67% del totale. Di queste, oltre il 10% ha un contratto a tempo determinato. In questo caso, salvo il riscontro di patologie della gravidanza, la tutela prevenzionistica ed il sostegno economico alla maternità cessano al cessare del contratto di lavoro. Il lavoro a domicilio è stato raramente osservato (solo 6 casi nel 2003 in tutta l’Area Vasta). Raro è risultato anche il contratto con agenzie (6 lavoratrici interinali). Una piccola ma consistente fetta di lavoratrici, di cui molte con attività potenzialmente nocive in periodo di gravidanza, non ha potuto accedere ai benefici previsti per legge per le dipendenti: si tratta delle Co.Co.Co., delle artigiane o altre lavoratrici in proprio. In Tab.13 sono evidenziate le attività lavorative svolte dai due maggiori gruppi di lavoratrici precarie osservate nel 2003: lavoratrici a tempo determinato e lavoratrici a contratto di collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.) (rispettivamente 402 e 160 lavoratrici) per evidenziarne le mansioni e la scolarità.

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Tab.13 MANSIONI PREVALENTI LAVORATRICI PRECARIE

MANSIONE Co.Co.Co. numero e %

LAVORATRICE A TEMPO DETERMINATO

numero e %

Amministrativa 51 (31,9) 76 (18,9) Commessa 16 (10,0) 44 (11,0)

Insegnante, Coll. scolastica 13 (8,1) 93 (23,1) Colf 6 (3,8) 22 (5,5)

Sanità varie mansioni 4 (2,5) 8 (2,0) Sociale varie mansioni 4 (2,5) --- Lavoro stagionale (*) --- 50 (12,4)

Settore turistico alberghiero

4 (2,5) ---

Operaia manifatturiera vari settori

1 (0,6) 21 (5,2)

TOTALE GENERALE 160 402

(*) = settore turistico – alberghiero, addette agricoltura, commesse, amministrative I due gruppi presentano una scolarità elevata. Il 74,8 % delle lavoratrici a tempo determinato e il 62,3 delle Co.Co.Co. sono in possesso di diploma di scuola media superiore o di laurea. 3 – 4 accertamenti sanitari di tutela per le lavoratrici madri e iniziative di assistenza Nel 2003 si è registrato, in tutte le Zone oggetto del Piano Mirato, un notevole movimento: richieste di informazioni, incontri con lavoratrici, datori di lavoro, consulenti aziendali, patronati, associazioni di categorie, colleghi ginecologi, svolgimento di iniziative locali sul tema della tutela delle lavoratrici madri nelle varie Zone, per particolari settori lavorativi. Uno degli indicatori di efficacia del Piano Mirato è senz’altro rappresentato dall’andamento degli accertamenti sanitari (o pareri) previsti dalla normativa vigente in tema di tutela della maternità, di norma effettuati dai Servizi di Prevenzione delle Aziende USL, tesi a valutare la compatibilità dei rischi presenti nelle attività lavorative con la gravidanza o il puerperio. Tali accertamenti sono propedeutici alla emanazione dei provvedimenti amministrativi di allontanamento dal lavoro da parte delle sedi locali delle Direzioni Provinciali del Lavoro.

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Nell’Area Vasta Toscana Nord – Ovest nel 2003 questa attività d’istituto è stata svolta con continuità da alcune sedi USL, e riportiamo i dati degli accertamenti sanitari 2002 e 2003, a confronto, per evidenziare le eventuali variazioni intervenute nel biennio. Si osserva in tutte le sedi USL un netto incremento del numero di richieste di accertamenti sanitari da parte delle lavoratrici, ed è salito rispetto allo storico il numero di donne che rimangono al lavoro in gravidanza con attività o mansioni cautelate. USL/ZONA

2002 lettere “B” e “C”

2002 puerperi

2003 lettere “B” e “C”

2003 puerperi

Incremento percentualecomplessivo

Zona Apuane 43 5 73 13 + 44,2 Zona Lunigiana 28 2 32 7 +18,0 Zona Piana di Lucca (*)

96 --- 151 --- +36,4

Zona Bassa Val di Cecina

48 5 61 4 +18,5

Versilia 149 8 198 10 +24,5 (*) i puerperi fanno parte del numero totale “B” e “C”. Lettera “C” = Allontanamenti da lavorazioni nocive senza nuovo collocamento (art. n.17 del DLgs 151/2001). Lettera “B” = Modifiche delle mansioni abitualmente svolte perché potenzialmente nocive con un nuovo collocamento a lavoro protetto (la donna rimane al lavoro) (art. n.17 del DLgs 151/2001). Puerperi = prolungamento, per alcune mansioni, del periodo di lavoro protetto o dell’ allontanamento fino al compimento di 7 mesi del bambino (art. n.17 del DLgs 151/2001). Le lavoratrici che hanno richiesto gli accertamenti sanitari appartengono in prevalenza ai settori turistico – alberghiero, sanità e sociale, agricoltura, estetica e dell’acconciatura, scuola primaria, calzaturiero, coooperative di servizi, tessile e confezioni

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OSSERVAZIONI CONCLUSIVE AL TERMINE DEL 1° ANNO DI PIANO Sono molte le donne incinte che hanno un lavoro, e meno del 70% ha un rapporto di dipendenza, pubblico o privato, che offra tutela e sostegno alla maternità. Il precariato ha riguardato nel 2003 un numero discreto di lavoratrici. Il fenomeno dovrà essere attentamente osservato nei prossimi anni di Piano Mirato anche alla luce delle più recenti norme sul mercato del lavoro (L.30/2003 e DLgs 276/2003). Il percorso virtuoso previsto dal DLgs 626/94 anche per la tutela della salute riproduttiva (informazione della lavoratrice sui rischi, immediato avvio di procedure di allontanamento dal rischio e di nuovo collocamento in posti “sicuri” o di allontanamento dal lavoro a seguito di comunicazione dello stato di gravidanza da parte della lavoratrice) funziona attualmente – e non sempre – nelle aziende manifatturiere più tradizionali dell’industria e dell’artigianato. Larghe fasce di attività lavorative a rischio per la salute riproduttiva sono ancora ai margini di questo processo, e molto c’è da fare per tutti (imprese, organizzazioni sindacali, operatori di sanità pubblica e degli altri settori della pubblica amministrazione) per modificare l’attuale situazione. Non sembra corretta l’ipotesi, talvolta ventilata dagli operatori sanitari, che le lavoratrici possano comunque allontanarsi da lavori faticosi o nocivi avvalendosi della opportunità della “gravidanza a rischio” (cioè dell’allontanamento dal lavoro per motivi di salute) ed in questo modo salvaguardarsi. L’incremento degli accertamenti sanitari osservato nel 2003 in tutte le Zone è stato infatti largamente originato da donne che non avevano una consapevolezza dei propri diritti (neanche relativamente alla possibilità della “gravidanza a rischio”) e che sono state “arruolate” solo attraverso l’informazione attiva prevista dal Piano Mirato. I dati del primo anno dimostrano che la collaborazione tra Unità Funzionali diverse della Azienda USL è stata estremamente vantaggiosa. Solo grazie all’azione dei Consultori e dei Distretti sono state avvicinate molte donne con lavori a rischio per la gravidanza altrimenti poco raggiungibili con iniziative specifiche dei PISLL (banconiere, bariste, cameriere per fare alcuni esempi) e, d’altro canto, il personale sanitario impiegato nelle prestazioni sanitarie di assistenza alla gravidanza (il cosiddetto “percorso nascita”) ha potuto fornire ad un’ampia fetta di lavoratrici incinte informazioni utili sul percorso più corretto per la tutela dei propri diritti. Lavorare in modo congiunto è importante, in materia di tutela della maternità, anche all’esterno della USL, in particolare per i settori della Pubblica Amministrazione coinvolti. Rapporti stretti di collaborazione tra Aziende UUSSLL, (punto di riferimento per le donne in gravidanza e, quindi, sedi di “raccolta” di lavoratrici a rischio) e Direzioni Provinciali del Lavoro, (sedi di valutazione della possibile attuazione delle norme di tutela economica e previdenziale per le donne in dipendenza

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dal rapporto di lavoro), semplificano senza dubbio la vita all’utente e mettono in moto le sinergie per il raggiungimento dell’obiettivo a cui entrambe le Pubbliche Amministrazioni tendono: la salvaguardia della salute e del diritto al lavoro della donna durante il periodo della gravidanza e del puerperio. E’ possibile ricavare altre informazioni anonime dal data – base, come mostrato dal prospetto di scheda di rilevazione dati allegata. Per approfondimenti o ulteriori informazioni, rivolgersi a [email protected]. Allegato: scheda di rilevazione dati utilizzata presso Consultori e Distretti delle Aziende UUSSLL partecipanti al Piano Mirato.

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All. 1 : SCHEDA INFORMATIVA GRAVIDANZA USL… ZONA… DISTR/CONSULT………………..intervistatore………….data…………. cognome ……………………………. nome …………………….. C.F………………..………….. n. a …….……………………… Il ……………………. Da quanto tempo è in Italia…………… resid./domicilio in ………………………. Via ……………………..…… Tel. Altro recapito tel……………………medico curante ……...……………….. figli |_| NO |_| SI numero………. prec.abortivi |_| NO |_| SI numero……………... difficolta’ al concepimento |_| NO |_| SI …………………………………………………...…... parto presso struttura ……………………………………. Epoca presunta del parto…………… stato civile: nubile|_| coniugata|_| convivente|_| separata/divorz |_| vedova|_| titolo di studio: lic. Elementare|_| lic.media|_| diploma sup.|_| laurea|_| aa di studio|_|_| PROFESSIONE: casalinga|_| studente|_| disoccupata|_| lavoratrice|_| Lavoro in proprio/imprenditrice/socia imprenditrice/libera professionista/coadiuvante |_| Tipo di attività ……………...………... settore produttivo………………………….. Socia di cooperativa |_| mansione……………………………… settore produttivo……………... Ragione sociale e indirizzo cooperativa………………………..…………………………………... Lavoratrice dipendente|_| mansione…………………………….settore produttivo……………... Ragione sociale e indirizzo azienda…………………………………………………………………. Tipo di contratto: apprendistato |_| Co.Co.Co. /a progetto |_| A tempo indeterminato |_| A tempo determinato |_| scadenza………………………. Lavoro tramite agenzia |_| Contratto di formazione |_| A Convenzione |_| Borsa di studio |_| Altro|_| specificare…………………………………………. orario di lavoro: giorn.|_| a turni|_| part-time vert. |_| part time orizz. |_| notturno|_| sede di lavoro: unica|_| multipla |_| professione del partner: non dichiarata|_| disoccupato|_| studente|_| lavoratore|_| mansione ..……..…………… settore produttivo ……………………