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Sentenza 4 luglio 1963 (causa 24/62); Pres. Donner P., Rel. Lecourt, Avv. gen. Roemer;Repubblica federale di Germania (Avv. Deringer) c. Commissione della Comunità economicaeuropea (Rappr. Ehring; Avv. Ipsen)Author(s): N. C.Source: Il Foro Italiano, Vol. 87, No. 1 (1964), pp. 7/8-9/10Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARLStable URL: http://www.jstor.org/stable/23152828 .
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PARTE QUARTA
CORTE DI GIUSTIZIA DELLE COMUNITÄ EUROPEE.
Sentenza 4 luglio 1963 (causa 24/62) ; Pres. Donner P., Kel. Leccurt, Avv. gen. Roemer ; Repubblica fede
rate di Germania (Avv. Deringer) c. Commissione della
Comunitä economica europea (Rappr. Ehring ; Avv.
Ipsen).
Comunitä europee — C.e.c. — Tariffa doganalc eo
mune — Conccssione di eontingenti in derocja — Poteri della Cominissione —• Presupposti —
Ohhliijo di motivazione — Fattispecie (Trattato istitutivo della Comunitä economioa europea, art. 25,
39, 190).
La öommissione della O.e.e. nel provvedere sulle richieste
di eontingenti in deroga alla tariffa doganale eomune, deve valutare la natura, la gravitä e il grado di probabi litä delle eventuali perturbazioni, cui dä luogo Vallinea
mento dei dazi nazionäli sulla tariffa eomune, informan dosi ai prineipi, dettati negli art. 2 e 3, ai eriteri del
Vart. 29 ed esereitando, nel rispetto di tali limiti, il po tere previsto nelVart. 25 del trattato. (1)
L'obbligo di motivare le proprie decisioni imposto alla Oom
missione daWart. 190 del trattato della O.e.e. Im per seopo di dare alle parti ed agli Stati membri la possibilitä di
tutelare i propri diritti e alla Oorte di esereitare il con
trollo giurisdizionale. (2) tl contraddittoria la motivazione della decisione, eon la quale
la Öommissione della O.e.e., dopo aver affermato ehe la
coneessione del contingente nella misura richiesta potrebbe eausare gravi perturbazioni sul mereato dei prodotti, lo
concede in misura ridotta. (3)
La. Corte, ece. — I. Oli antefatti. — La Repub
blica federale di Germania assume ehe, per produrre acqua vite di qualitä, corrente a basso prezzo, essa deve im
portare vini la cui gradazione alcoolica sia stata aumen
tata mediante aggiunta di spirito di vino. Essa si sarebbe
rifomita. da paesi terzi a prezzi ritenuti vantaggiosi, riu
scendo in tal modo ad «interessare all'acquisto di acqua vite nuovi strati sociali, con la conseguenza ebe il consumo
di acquavite a prezzo particolarmente basso ba trovato un
proprio mereato ».
L'entrata in vigore della tariffa esterna eomune avrebbe
determinate un brusoo e cospicuo aumento del dazio gra vante sui vini importati da paesi terzi; ciõ implicberebbe una maggiorazione del 60% del prezzo del vino da distillare,
con conseguenze gravissime per la produzione tedesea di
acquavite a buon mercato.
II 16 giugno 1961 la Repubblica federale di Grermania
chiedeva pertanto alla Commissione della C.e.e., per il
1962, un contingente tariffario di 500.000 ettolitri di vino
al dazio di 4,60 DM l'ettolitro, eontingente modificabile di
anno in anno. Su questa richiesta, oralmente ridotta a
450.000 ettolitri, la Commissione adottava la decisione 11
maggio 1962, notificata il 22 maggio, con la quale concedeva
per 1'anno in corso un eontingente di 100.000 ettolitri.
II 26 luglio 1962 la Repubblica federale di Germania
ha introdotto un ricorso contro detta decisione, nei limiti
in cui questa ha respinto la parte eccedente della sua
domanda. (Omissis) III. In diritto. — Con decisione dell'll maggio 1962
la Commissione accoglieva, nel limite di 100.000 ettolitri,
la richiesta di un contingente tariffario di 450.000 etto
litri di vino fattale dalla ricorrente, respingendola tuttavia
per I'eccedenza.
Nel ricorso introdotto contro 1a, predetta decisione, la
quale sarebbe inficiata da violazione del trattato, insuf
ficiente motivazione e sviamento di potere, il ricorrente
denuncia anzitutto la violazione dell'art. 25 del trattato,
il quale obbligherebbe la convenuta a concedere l'intero
contingente richiesto ove constati ehe non vi & pericolo di gravi perturbazioni ; il provvedimento sarebbe inoltre
in contrasto con I'art. 29, a norma del quale la convenuta
dovrebbe tener conto della necessitä di promuovere gli
scambi con i paesi terzi.
La Corte rileva che, per esaminare queste censure,
e opportuno collocare gli art. sopramenzionati nel sistema
del trattato e stabilire, in reiazione alle disposizioni fon
damentali degli art. 2, 3 e 9 ed ai eriteri dell'art. 29, quale
ampiezza abbia il potere che l'art. 25 conferisce alia Com
missione per valutare la legittimita e l'opportunita della
ricliiesta autorizzazione.
L'art. 25 contempla eccezioni alia tariffa esterna co
mune la quale costituisce uno dei «fondamenti» della
Comunitä elencati nell'art. 3; l'introduzione di detta
tariffa e disciplinata dagli art. 18 e segg. ; l'art. 25 permette di derogare a tali disposizioni in determinate condizioni.
L'art. 9, collocato aU'inizio della seconda parte del trat
tato e dedicato ai «fondamenti della Comunitä», dice
inoltre espressamente che questa e «fondata » sopra una
unione doganale implicante l'adozione da parte degli Stati membri di una «tariffa doganale comune nei loro
rapporti con i pa,esi terzi » : l'art. 25 deroga a questa tariffa
onde ovviare alle difficolta di rifornimento che possono derivare ai singoli Stati membri dall'allineamento dei dazi
nazionali sulla tariffa doganale comune.
Quest'interpretazione e tanto piii convincente in quanto l'art. 25 deroga anche all'art. 2, il quale prevede l'instau
razione di un unico mercato avente lo scopo di indurre
gli Stati membri ad intensificare i reciproci rapporti eco
tiomici.
Questa situazione non e per nulla modificata dalle
dichiarazioni del 2 marzo 1960 nelle quali vien fatto richiamo
all'art. 25. La Commissione nel provvedere era quindi tenuta ad informarsi, sempre osservando i principi fonda
mentali di cui agli art. 2 e 3, al complesso dei eriteri dell'art.
29. Questi principi fissano i limiti entro i quali la Commis
sione deve esercitare il potere discrezionale attribuitole
dall'art. 25.
II citato articolo nel suo complesso affida alia Commis
sione il compito di valutare la situazione di mercato dei
prodotti di cui trattasi, nonche le difficolta che incontra
il rifornimento nello Stato membro richiedente. La Commis
sione deve inoltre accertare se sia soddisfatta la condizione
particolare di cui all'art. 25, n. 3 ; essa deve cioe giudicare la natura, la gravitä, e il grado di probability delle eventuali
perturbazioni. Ove ritenga applicabile l'art. 25, n. 3, essa
« puõ » infine valutare, in base ai principi sopraricordati ed ai eriteri orientativi dell'art. 29, l'opportunita e la misura
di un eventuale contingente. Dal tenore e dallo spirito dell'art. 25 emerge quindi
che la Commissione e libera di esercitare, entro i limiti
stabiliti dal trattato e della cui osservanza la Corte ha
il controllo, il suo potere discrezionale e che la sua deci
sione non ha nulla di automatico.
La Corte osserva che. mentre non appare che i principi testö esposti siano stati violati, la ricorrente con ragione denuncia l'insufficiente motivazione del provvedimento e
quindi la violazione dell'art. 190.
L'obbligo di motivare le sue decisioni imposto alia
Commissione dall'art. 190 non trae origine da conside
razioni di pura forma, bensi ha lo scopo di dare alle parti la possibilitä di tutelare i loro diritti, alia Corte di eserci
tare il controllo giurisdizionale, ed agli Stati membri, come
a qualsiasi altro singolo interessato, di sapere come la Com
missione abbia applicato il trattato. Per raggiungere
questi scopi e sufficiente che la decisione enunci, in modo
sia pure sommario purche chiaro e pertinente, i principali
punti di diritto e di fatto sui quali e basata e che sono
necessari per rendere comprensibile 1 'iter logico seguito dalla
Commissione. A parte qualche considerazione generale, valida anche
in altri casi ovvero tratta direttamente dal trattato, la
Commissione si 6 limitata a menzionare i « dati in suo pos sesso i) senza ulteriori precisazioni passando poi subito
ad affermare « che la produzione dei vini di cui trattasi
b largamente sufficiente». Questo modo di procedere e
tanto piii criticabile in quanto, senza indicare, come tar
divamente ha fatto davanti alia Corte, la quantita e l'an
damento delle eccedenze, la convenuta si e limitata a ripe tere senza ulteriore motivazione la stessa affermazione la
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GIURISPRUDENZA COMUNITARIA E STRANIERA
dove ha detto non esservi « alcun indizio clie la situazione
esistente sul mercato della Comunitä possa impedire a
queste industrie della Repubblica federale di Grermania di
rifornirsi adeguatamente, sia in quantity, sia in quality ».
Dall'affermazione che la produzione nella Comunita
e sufficiente la convenuta passa senz'altro a dicliiarare
che «la concessione di un oontingente tariffario nella
misura richiesta potrebbe quindi causare gravi perturba zioni sul mercato dei prodotti di cui trattasi», senza pe raltro specificare di quali prodotti si tratta. Essa non ha
quindi precisato il pericolo in questione, ne chiarito la
ragione per cui dalla sussistenza della prima circostanza
si debba necessariamente dedurre che sussiste la seconda.
Se, pur avendo dichiarato che la produzione e «largamente
sufficiente», essa ha concesso un contingente ridotto, riconoscendo in tal modo applicabile Fart. 25, r. 3, essa
con ciõ ha pure ammesso che il solo fatto della produzione sufficiente non basta per poter affermare che vi e pericolo di gravi perturbazioni.
In questo punto quindi la motivazione appare contradit
toria, posto che da un lato la convenuta concede un con
tingente e con ciõ nega il pericolo di gravi perturbazioni e
d'altro lato afferma di aver accertato che la produzione e
sufficiente e che ciõ senz'altro implica il pericolo di sif
fatte perturbazioni. Se ciõ non bastasse, nel testo tedesco che e quello che
fa fede, talune parti della motivazione mancano della
necessaria chiarezza. Da tutto ciõ si ricava che la motivazione del provvedi
mento, sia per quanto riguarda il diniego del richiesto
contingente sia per quanto riguarda la concessione dello
stesso, õ insufficiente, poco chiara e contraddittoria e non
risponde quindi ai requisiti dell'art. 190.
Vanno pertanto annullate le parti della decisione che
sono state impugnate. (Omissis) La decisione 11 maggio 1962 della Commissione della
Comunita economica europea, pubblicata nella Gazzetta
uff ioiale delle öomunitä europee del 9 giugno 1962, pagg. 1368
e 1369, e annullata nelle parti che sono state impugnate.
(Omissis)
(1) Non risulfcano precedenti in termini; v., per qualche riferimento, la sentenza che precede.
(2) La Corte di giustizia conferma, a proposito del trattato della C.e.e., il precedente insegnamento re hit ivo all'obbligo di
motivazione sancito dall'art. 15 C.e.c.a. (cfr. sent. 20 marzo
1959, Foro it., Rep. 1960, voce Comunitä europee, nn. 80-83
e in Giur. it., 1960, III, 3, con nota di P. Pavara ; 4 aprile 1960 in causa 413/59, in Baccolta della giurisprudenza della Corte
di giustizia, VI, pag. 300). In ordine ai limiti dell'obbligo di
motivare e alia sufficienza di motivazione, cfr., per quanto con
cerne il trattato C.e.c.a., sent. 30 marzo 1957, in causa 2/56, Raccolta, eit., Ill, pag. 36 ; 10 maggio 1960, in cause 3 a 18, 25 e 26/58, Baccolta, eit., VI, pag. 398 ; 12 luglio 1962, Foro it.,
1963, I, 463. Per quanto concerne 1'obbligo di motivazione di
un provvedimento dell'Alta aut orit a, indipendentemente da
quello che pu6 desumersi da altri atti di altri organi, non por tati a conoscenza del ricorrente, cfr. sent. 13 giugno 1958, in
causa 9/56, Baccolta, eit., IV, pag. 27.
Questione <1 i versa 6 quella relativa ai limiti dell'obbligo di motivazione del parere di cui all'art. 169 C.e.e. AI riguardo la Corte ha ritenuto che il parere stesso deve considerarsi suffi
cientemente motivato quando contiene un'esposizione coerente
delle ragioni che hanno indotto la Commissione al convinci ni ait o che lo Stato interessato ha mancato ad uno degli obblighi che incombono in virtü del trattato ; cfr. sent. 19 dicembre
1961, Foro pad., 1962, V, 20. In realt a il parere di cui l'art. 169
costituisce un atto pregiudiziale all'introduzione di un ricorso
davanti la Corte di giustizia, sicche non puõ essere richiesto lo
stesso rigore di motivazione necessario per gli atti normativi
ed aavui n ist rati vi sottoposti al controllo di legality della Corte
di giustizia (cfr. Cat ala no, Manuale di dir. delle Comunitä
europee 1960, pag. 96). N. C. N. C.
CORTE SUPREMA DEGLI STATI ÜNITI DI AMERICA DEL NORD.
Sentenza 17 giugno 1963 ; (liud. est. Clakk ; Distretto
scolastico delia circoscrizione territoriale di AbingtoD c. E. Lewis Schempp (case n. 142) ; W. J. Murray III
c. J. H. Curlett e altri, in proprio e quali membri del
Consiglio dei cominissari seolastici della cittä di Bal
timora (case n. 119).
Liberia dei culti — Stati Uniti dell'America dcl Nord — Lettura e ascolto di versetti della Bibbia in scuola
pubblica — Lec|«je di Stato ledcrato — Incostitu
zionalitä.
Non b nel -potere del Govemo invadere la cittadella del cuore
e della mente individuali. (1) Pertanto, contrastano con le Establishment and Free Exercise
Clauses of the First Amendment della Oastituzione degli Stati Uniti dell'America del Nord, le leggi dello Stato fede
vata, che prescrivono la lettura e Vascolto dei versetti della
Bibbia (seguiti dalla vecitazione del Pater noster all'uni
sono), all'inizio di ogni giornata di lezioni in scwola pub
blica, cui la frequenza & obbligatoria ; nb importa che
Valunno põssa essere dispensato dalla lettura o dall'assi
stenza alla medesima, su richiesta scritta di un genitore o
del tutore. (2)
11 Giudice Clark ha reso noto la sentenza della Corte.
Ancora una volta ci troviamo a considerare l'ampiezza e la natura d8lle disposizioni del primo emendamento alia
Costituzione degli Stati Uniti che dichiara che « il Congresso non emanerä alcuna norma diretta all'instaurazione di una
religione di Stato od a proibire il libero esercizio di una reli
gione ». . . Questi casi affini presentano lo status quaestionis nell'ambito di provvedimenti dello Stato federato, per i
quali viene disposta la lettura nelle scuole di un brano della
Bibbia all'inizio di ogni giornata. Anche se i due casi sol
levano la questione fondamentale sotto aspetti di fatto leg
germente diversi, possono essere esaminati e decisi congiun ta mente. Alia luce della storia del primo emendamento e
delle cause da noi decise che ne interpretano ed applicano le norme, giudichiamo che le pratiche in questione e le
leggi che le richiedono sono incostituzionali a norma della
clausola che proibisce la istituzione di religioni di Stato
(Establishment Clause), estesa agli Stati federati per mezzo
del 14° emendamento.
I. — La fattispecie nei due cases.
N. 142. La Repubblica di Pennsylvania con legge 24
Pa. Stat. § 15-1516 emendata Pub. Law 1928 (Supp. 1960) Dec. 17, 1959, richiede che « almeno dieci versi della Bibbia
vengano letti senza commento nelie scuole pubbliche al
l'inizio di ogni giorno scolastico. Ogni alunno poträ essere
dispensato da questa lettura della Bibbia, o dall'assistere
a questa lettura, su richiesta scritta di un genitore o del
tutore ». La famiglia Schempp, marito, moglie e due dei
loro tre figli, ha iniziato un'azione legale per ottenere l'ap
plicazione della legga, poiche essi sostengono che i diritti
loro riconosciuti, a norma del 14° emendamento della Costi
tuzione degli Stati Uniti, sono e continueranno ad essere
violati, finche questa legge non verrä dichiaiata incostitu
zionale come violatricc delle disposizioni del primo emenda -
mento. Essi cercarono di fare interdire al Distretto scola
stico appellante, dove i figli Schempp frequentano la scuola, ai suoi funzionari ed al sopraintendente della pubblica istruzione della.' Repubblica, la prosecuzione di questa lettura
e la recitazione del <- Pater Noster» fatta in conformity
alia legge nelle scuole pubbliche del distretto. Una Corte
distrettuale di tre giudici del distretto orientale della
Pennsylvania ritenne che la legge in questione violasse la
Establishment Olause del primo emendamento applicata ai vari Stati federati dalla Due Process Clause del 14°
emendamento e concesse l'appropriato rimedio ingiun tivo a favore del ricorrente (201 F. Supp. 815) (a). In base
all'appello del distretto, suoi funzionari e del soprainten dente, a norma 28 U.S.C. § 1253, notammo che vi poteva essere probabile competenza.
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