sharing life 100 scuole per la vita

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INSIEME PER CONDIVIDERE onlus 100 scuole per la VITA Modello di controllo e prevenzione delle Malattie a Trasmissione Sessuale per la prevenzione dell’HIV/AIDS

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Sharing Life - progetto 100 scuole per la vita

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I N S I E M E P E R C O N D I V I D E R E

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100 scuoleper la VITAModello di controllo e

prevenzionedelle Malattie a TrasmissioneSessuale per la prevenzione

dell’HIV/AIDS

Il MODELLO DI LOTTA ALL’HIV/AIDS DISHARING LIFE ONLUSIl nuovo modello di lotta al virus HIV/AIDS, messo a punto da Sharing Life ONLUS, è un modello innovativo, dove la lotta si concentra soprattutto sulla PREVENZIONE.

L’obiettivo è quello di far crescere una generazione sana, promuovendo innanzitutto un’adeguata assistenza medica alle coppie sieropositive in modo da far nascere bambini sieronegativi. Tuttavia, la sola prevenzione medica non ci garantisce il risultato finale. L’impegno dovrà essere quello di seguire i bambini sin dalla nascita, accompagnarli nel corso della loro crescita fisico/psichica, e prepararli adeguatamente all’ingresso nell’età adulta, che coinciderà con l’iniziazione sessuale. La scuola, che insieme alla famiglia è la principale agenzia educativa, dovrà farsi carico di quest’onere.

DO NOT TURN YOUR BACK ON US!

Il Progetto di Sharing Life ONLUS si basa su di un “modello”, messo a punto da un gruppo di medici, psicologi, sessuologi, docenti di scuola, italiani e zambiani.

Le strategie d’intervento e prevenzione in esso contenute sono state approvate dalle autorità educative sanitarie dello Zambia, il progetto sarà quindi sottoposto alla valutazione di governi nazionali africani e alle grandi istituzioni donatrici, pubbliche e private (Nazioni Unite, Unione Europea, Fondazioni Bill Clinton e Bill Gates, ed altre).

Tale modello operativo fonda le sue motivazioni su basi scientifiche e culturali e prevede 3 aree d’intervento:

Ad oggi la Comunità Internazionale, i ricercatori e le maggiori agenzie di finanziamento, hanno posto in essere interventi mirati esclusivamente a mantenere in vita i malati di HIV-AIDS, ottenendo risultati sostanzialmente parziali, mentre hanno fallito sul piano della prevenzione, soprattutto per quanto concerne gli adolescenti; per questo gli epidemiologi prevedono che per il 2012, oltre 126 milioni di persone saranno affette dal virus dell’HIV.

La lotta contro l’HIV si può vincere, ragionevolmente, solo lungo l’arco di una o anche due generazioni. Gli interventi attivi e passivi, in campo educativo e formativo, devono interessare la vita del bambino dalla nascita fino al completamento del ciclo scolastico. Si tratta quindi di agire sulle culture e sui sistemi educativi di intere comunità e Nazioni.

campo medicocampo educativo campo dell’informazione e della formazione

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La strategia di Sharing Life ONLUS è quella di costruire e attuare un nuovo “modello educativo”, che poi le singole autorità nazionali dovranno estendere su tutto il territorio di loro competenza.

In tale modello si prevede di strutturare una strategia rispettosa della complessità sottesa ai comportamenti rischiosi per la diffusione HIV e puntare prioritariamente sulle dimensioni psicologiche, sociali e culturali.

LA STRATEGIA

EDUCAZIONE COME ARRICCHIMENTO PSICOLOGICO

EDUCAZIONE COME INTERVENTO SOCIALE

EDUCAZIONE COME PROMOZIONE CULTURALE

IL PROGETTO EDUCATIVO DI SHARING LIFE ONLUS

Il progetto prevede di ampliare il vigente curriculum scolastico africano inserendo un nuovo insegnamento: L’EDUCAZIONE ALLA VITA, capace di far crescere na generazione che segni da un lato la rottura con quella precedente, inconsapevolmente vittima della pandemia HIV-AIDS, e dall’altro la continuità con le successive, liberate dal rischio mortale dell’ l’HIV-AIDS.Questo nuovo insegnamento si struttura su tre direttrici:

promuovere dimensioni soggettive e comportamentali quali: valori; atteggiamenti;conoscenze; motivazioni; emozioni.

promuovere interventi attraverso: inclusione di proposte di sviluppo di abilità sociali e competenze comunicative; metodologie educative “gruppali”; l’inclusione dei sistemi familiari nei progetti educativi; la promozione di azioni di mutual help comunitarie.

promuovere interventi atti a sviluppare livelli più articolati e consapevoli di cultura; fornire occasioni di rielaborazione culturale delle esperienze; entrare in dialogo e dove richiesto contribuire a far si che il gruppo stesso trovi nella propria tradizione o nelle proprie contraddizioni interne gli strumenti per far evolvere la propria cultura nella direzione di un migliore fronteggiamento con le sfide del tempo e dell’ambiente contemporaneo.

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In questo percorso, la scuola è essenziale. La scuola in tutti i suoi ordini e gradi, rappresenta un agente di costruzione culturale non solo per le nuove generazioni, ma anche per gli adulti. Spesso è la scuola, a livello locale, l’unica istituzione culturale a cui le famiglie accedono, pure indirettamente. Esemplificando, si può dire che il bambino potrebbe apprendere da solo a non nuotare in acque infestate da coccodrilli, ma sicuramente potrebbe non avere il tempo di pentirsi del rischio cui si è esposto. Di contro, lo stesso bambino eviterà del tutto tale rischio, se gli è stata inculcata l’abitudine aprendere decisioni “selettive”, ragionate. In effetti tutti i popoli hanno capito, da sempre, la facile “programmabilità” del cervello infantile e, su questo concetto hanno costruito differenze culturali, comportamentali e ideologiche, accettate e tramandate da molte generazioni. Vi sono molte testimonianze di questa pratica, ma purtroppo abbiamo anche numerosi esempi di un suo uso strumentale e in definitiva negativo (bambini-soldato, bambini-accattoni etc.).

Basti pensare ad una pratica sessuale molto diffusa nel continente africano, come quella del “Dry sex” ovvero sesso asciutto, che certamente i giovani hanno appreso e apprendono dall’insegnamento degli anziani.Sappiamo che il cervello del bambino è portato a credere a qualunque cosa dicano i genitori e gli anziani, e ciò spesso li porta a sbagliare o comunque a perpetuare comportamenti errati.

Nelle scuole dove verrà adottato il nuovo modello di lotta al virus HIV/AIDS di Sharing Life ONLUS, i bambini inizieranno il loro percorso di formazione e conoscenza fin dai 2 anni di età, quando cominceranno a frequentare la scuola Materna. Sharing Life ONLUS ritiene di fondamentale importanza, che il cammino formativo dell’individuo inizi il più presto possibile, per le ragioni sopra esposte.

La scuola Materna rappresenterà il primo e importante contesto educativo, dove attraverso il gioco e attività di routine i bambini saranno educati ai giusti comportamenti di igiene intima, fondamentali (come descritto nel documento) per la prevenzione dell’HIV.

Le esperienze vissute a scuola non saranno fine a se stesse. Le famiglie (nella figura della madre e della nonna) saranno coinvolte nelle attività scolastiche, prendendo parte attivamente a tutte le pratiche igieniche impartite dalle insegnanti.

Dovrà avvenire una “Rivoluzione igienica”, che non solo trasformerà le abitudini quotidiane di queste popolazioni ma che soprattutto le aiuterà a salvare la loro vita.

Le scuole materne, e poi tutte le altre scuole di ordine e grado, ovranno avere ambienti igienico/sanitari idonei ed adeguati al raggiungimento di questi obiettivi. Il percorso scolastico,proseguirà con un piano di studi, relativo alle nozioni di igiene e prevenzione all’HIV/ADS, adeguatialle fasce di età.

“IMPARARE SALVA LA VITA”

La scuola si propone come luogo educativo che deve realizzare la partecipazione attiva e responsabile di tutte le forze sociali direttamente interessate.

La scuola, quella di oggi, deve anche progettare la formazione dell’uomo e del cittadino attraverso l’educazione alla consapevolezza, all’altruismo ed alla cittadinanza. I ragazzi devono riscoprire i valori del vivere, il problema della diversità, dell’integrazione, della tolleranza, dell’interculturalità e dell’aiuto.

Un obiettivo comune, che ogni Scuola dovrebbe perseguire, deve essere quello di:

In questo scenario, portare un progetto di solidarietà nelle scuole di ogni ordine e grado, come quello proposto daSharing Life ONLUS, sarebbe funzionale per il raggiungimento di tutti questi obiettivi fondamentali per la formazione della coscienza e della personalità dei nostri ragazzi.

Con queste premesse, Sharing Life ONLUS ha elaborato un programma, quale parte integrante del “Modello”, perfar condividere ai bambini e agli adolescenti, africani e italiani, i valori delle solidarietà, della pace, della giustizia e della vita.

L’obiettivo è quello di creare una rete di scuole italiane, capaci di sostenere la creazione, lo sviluppo e il mantenimento dei 3 poli scolastici zambiani, scelti come prototipo, da Sharing Life ONLUS, in accordo con il Governo del paese africano (allegato), per un periodo iniziale di almeno tre anni.

PERCHE’ IL PROGETTO DI SHARING LIFE ONLUS NELLE SCUOLE ITALIANE

Stimolare l’apertura verso l’altro,attraverso la conoscenza,

per educare al rispetto, alla pacee alla condivisione.

100 scuole per la Vitarealizzare una rete di 100 Scuole italiane che adottino il Progetto

Scuole, di ogni ordine e grado, dislocate sul territorio italiano

il progetto verrà presentato, attraverso materiale cartaceo, fotografico, video e multimediale, al Dirigente Scolastico e al Collegio dei docenti dal responsabile del progetto “100 Scuole per la vita”.

OBBIETTIVO GENERALE

BENEFICIARI

METODOLOGIA

Azioni specifiche:- Ogni scuola coinvolta nel progetto “adotterà a distanza” uno dei tre poli educativi, con l’impegno di sostenerlo nel tempo per garantirne la crescita

- Sharing Life ONLUS si impegna, attraverso l’apporto dell’ufficio Zambiano, ad instaurare e mantenere i contatti tra le scuole italiane e zambiane, fornendo materiale informativo, fotografico, video.

- Il responsabile territoriale del Progetto, maestra Isabella Raso, organizzerà un programma di corrispondenza tra le scuole zambiane e quelle italiane.

- Tutte le scuole, che adotteranno il progetto di Sharing Life ONLUS, verranno messe in rete (potranno comunicare, scambiare idee per organizzare eventi raccolta fondi….)

- In ogni polo scolastico zambiano vi sarà una “Guest house” per ricevere donatori e sostenitori che volessero recarsi per osservare, lavorare e condividere.

- Sharing Life ONLUS mette a disposizione, qualora la scuola lo richiedesse, esperti per parlare di tematiche di educazione allo sviluppo, prevenzione HIV/AIDS,ecc..

In questo modo, permettendo il sostentamento di quelle scuole dove si adotterà il nostro nuovo “Modello” per la lotta all’HIV/AIDS, si potrà realizzare un’adozione a distanza, che coinvolge l’intera comunità e non solo il singolo bambino o la singola famiglia.

- Al momento dell’adesione al progetto 100 Scuole per la Vita, l’istituto riceverà un Attestato ufficiale di “Scuola per la Vita”.

- Dopo 3 anni di attività, la scuola riceverà un Attestato di “Scuola Ambasciatrice di Pace e Solidarietà”.

Il Responsabile Scuola e Formazione Responsabile “100 scuole”

Il Presidente

Dir. Scol. Lelio Imbriglio Ins. Isabella Raso

Prof. Paolo Marandola

CONTESTOD’INTERVENTOL’Africa subsahariana comprende 46 stati e circa 470 milioni di persone che destano interesse nel panorama internazionale solo a causa dei disastri economici, ambientali e sanitari. La situazione socio-economica è caratterizzata da un’alta instabilità politica con caratteristiche endemiche.

Nell’epoca post-bipolare inoltre, la situazione è andata peggiorando. Dagli anni 90 in poi, con la dissoluzione dell’URSS, si è interrotta la gara agli aiuti umanitari da parte delle due super potenze. Con la fine della guerra fredda si è entrati in un periodo di deresponsabilizzazione totale, in cui le maggiori potenze si sono sentite meno obbligate ad intervenire nel continente africano.

Gli Stati Uniti infatti, hanno lasciato l’Africa alle sue conflittualità etniche, al degrado politico e sociale, alla mancanza di trasparenza istituzionale. Agli eterni problemi di povertà e sottosviluppo, si sono aggiunte altre piaghe che stanno deteriorando il tessuto sociale: un alto tasso di crescita demografica con il successivo incremento della popolazione urbana, i bambini soldato, e soprattutto la globalizzante epidemia dell’AIDS

I tassi di fertilità in Africa sono superiori a 6 bambini per donna (in Asia e America Latina solo 3). I tassi di crescita naturale sono i più alti del mondo (3% contro 2,7% in l’America Latina e il 2,1% in Cina).

I governi africani hanno sempre dimostrato una certa ostilità ad impegnarsi in una reale politica demografica, fondamentale se si ha come obiettivo lo sviluppo di un paese. Ricordiamo che l’Africa detiene anche il primato per il più basso uso di contraccettivi. Sono di fondamentale importanza le campagne di prevenzione unite all’educazione e alla diffusione di anticoncezionali.

Va da sé che nella regione maggiormente devastata dalla piaga dell’HIV, l’incremento demografico significa anche diffusione incontrollata del virus. Secondo i dati diffusi dallo Joint United Nations Programme on Hiv/Aids, nel 2005 si contavano nell’Africa subsahariana 25.800.000 tra malati di Aids e sieropositivi (su 40.300.000 in tutto il mondo).

“L’AIDS sta divorando l’Africa subsahariana dove si concentra il 70% delle persone malate. Si stima che alla fine del quinquennio 2000-2005 siano morti il 60% dei bambini in Botswana, il 48% in Sudafrica, Zambia e Zimbabwe, il 35% in Kenya.

Questi dati sono terribili dal punto di vista umano ma sono anche una seria minaccia alla stabilità economica.

L’epidemia significa infatti perdita di vite, un durissimo colpo al sistema sanitario, ma anche totale assenteismo nei posti di lavoro e conseguente blocco della produttività proprio in un’epoca in cui l’Africa deve rendersi sempre più competitiva per la globalizzazione dell’economia.”

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La scuola di Kamaila si trova nel distretto di Chisamba, area rurale a circa 30 km da Lusaka. L’area è abitata da circa 8000 persone suddivise in 15 villaggi. La scuola di Kamaila accoglie circa 1000 bambini, dai 6 ai 15 anni, per la maggior parte orfani e/o affetti dal virus HIV che vivono in condizioni di estrema povertà.La percentuale maggiore di alunni proviene dal vicino villaggio di Katete, ma tantissimi bambini arrivano da villaggi siti anche a 10 km di distanza da Kamaila, che vengono percorsi ovviamente a piedi. Questa è anche una delle cause dell’abbandono scolastico o dell’inizio a tarda età del percorso educativo.

Le aule che la scuola ha a disposizione sono solo 3, costruite di recente da Sharing Life ONLUS, insufficienti ad accogliere tutti gli alunni, per cui la giornata scolastica si articola in tre turnazioni giornaliere.

Per l’anno scolastico 2008/09 Sharing Life ONLUS propone l’adozione di:

costruire altre aule e portare il curriculum scolastico fino al 12° gradoscolastico

fornire la scuola di servizi igienici

costruire case per i maestri

fornire la scuola di pozzi e fontane

costruire una clinica medica

fornire un bus per gli alunni

installare una rete telefonica

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OBBIETTIVI PRIMARI1KAMAILA UPPER

BASIC SCHOOL

2SCUOLA MATERNA Chikumbi Nursery School

I bambini in età prescolare, dai 3 ai 6 anni, non hanno la possibilità di frequentare nessun ambiente educativo in quanto le scuole materne sono un lusso riservato solo alle famiglie ricche.

In genere i bambini piccoli sono affidati alle cure dei fratelli e sorelle più grandi, per permettere ai genitori di andare a lavorare. Il nostro secondo progetto è aprire una scuola materna, all’interno della quale i bambini verranno seguiti su più fronti: alimentare , sanitario ed educativo. Nelle scuole materne verrà data importanza soprattutto al’educazione all’igiene che sta alla base per la lotta alle MTS/HIV.

OBBIETTIVIPRIMARI

ristrutturare edificio

costruire case per maestre

scavare un pozzo e portare acqua all’interno della scuola

portare energia elettrica

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La scuola di Lilanda si trova in un quartiere nei sobborghi della Capitale Lusaka, dove l’incidenza di malati AIDS è altissima.

La scuola accoglie circa 2.500 alunni, di cui una grande maggioranza orfani di entrambi i genitori.

Le richieste di iscrizioni in questa scuola sono innumerevoli , ma non possono essere accettate perché non ci sono aule a sufficienza per accogliere tutti.

Non esiste una scuola materna (solo i ricchi possono permettersela), per cui i bambini in età prescolare vivono per strada.

Gli stessi maestri non hanno una casa e sono costretti a vivere nei compound, ciò causa un alto tasso di abbandono delle cattedre a favore di scuole che offrono loro una abitazione decorosa.

La scuola ha anche bisogno di materiali didattici, arredi ma soprattutto libri.

LILANDA BASIC SCHOOL

OBIETTIVI PRIMARI

Costruire altre aule

Costruire case per i maestri

Rifornire di materiale didattico

Portare il curriculum scolastico fino al 12° grado

Costruire l’edificio per la scuola materna