sicomoro di novembre 2010

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C redo che sia necessario pri- ma cosa al mio intimo, al mio cuore, cer- care di comunicare a voi fratelli il dono di Grazia che il Signore mi ha fatto nei giorni trascorsi in Corea presso i Missionari della Consolata. Cosa voglio raccontarvi? La cultura di un popolo straordinario con le sue tra- dizioni e sensibilità, con la sua storia ed anche il carico di sofferenza che ha portato nei secoli? Certo sarebbe bello; ma non è questo quello che ha colpito il mio cuore. Potrei raccontarvi di un Paese che ha avuto la capacità eccezionale di rina- scere da macerie di dolore e lacerazio- ni dopo la guerra civile degli anni ‘50 del ‘900; lacerazioni che sono ancora in atto con l’esistenza di due Coree e con la miseria ed oppressione del po- polo della Corea del Nord costretto a vivere sotto una dittatura disumaniz- zante e fondata sulla menzogna… sarebbe interessante ma non è quello che ora vorrei sottoporre alla vostra attenzione. Potrei raccontarvi delle bellezze natu- rali di un Paese che ha mari, fiumi, monti, colline molto belli…del senso civico della sua gente…non è questo il momento. Potrei raccontarvi delle difficoltà della Chiesa locale e della difficile situazione che, per l’evangelizzazione, rappresen- ta la presenza di “chiese” e gruppi evangelici che pullulano creando diso- rientamento sull’identità cristiana con il loro fondamentalismo e settarismo. Potrei raccontarvi dei Templi buddisti che per la prima volta ho visitato (con la guida sapiente di P. Diego) e delle forme “religiose” che li abitano, nono- stante tutto…sarebbero cose interes- santi e che certamente mi hanno arric- chito ma sicuramente avremo occasio- ne di parlarne… Quello che invece mi preme testimoniarvi è l’incontro con uomini e donne di Dio che ho avuto la grazia di conoscere. I Missionari e le Missionarie che ho incontrato lavorano alcuni in Corea ed altri in Mongolia. Si sono radunati a Seoul per partecipare al ritiro che ho predicato io e per un incontro dei loro Istituti circa la loro situazione di lavoro missionario in Asia. E’ di loro che vorrei parlarvi. E sapete perché? Perché ho visto un volto bello della Chiesa! Ringraziando il Signore la Chiesa è ricca di bellezze ma a volte quello che ci viene sotto gli occhi sono più le sue ferite e le sue miserie che la sua bellezza. Per dirla con certi Padri della Chiesa si vede più la miseria cri- stiana che il miste- ro cristiano. Il mi- stero cristiano è Cristo che vive nella sua Chiesa, in quel- li che hanno il co- raggio di sognare con Lui e di farlo cercando vie non banali o segnate da quella ripetitività estenuante e rassi- curante che soffoca il soffio dello Spiri- to. Strano l’incontro di un monaco con dei missionari? Sulla carta sì…lo stereo- tipo ecclesiale ci fa pensare al missio- nario come uomo del fare, come uomo delle emergenze, della prima linea, come l’uomo che non può perdersi in chiacchiere, in quelle chiacchiere di cui tante volte la nostra Comunità (non solo quella giovanissima di noi due monaci, ma anche quella che da anni stiamo cercando di edificare) è stata accusata dai numerosi “soloni” sapienti che di tanto in tanto abbiamo incrocia- to…invece ho incontrato uomini e don- ne che cercano altre vie per la Missione e non vie del fare ma quelle dell’esse- re, anzi vorrei dire dell’esserci. L’esserci non è disimpegno, è fondare ciò che si fa sulla vera conoscenza di Cristo; l’esserci significa prendere delle posizioni certe, concrete e compromet- tenti…l’esserci, come mi diceva una sorella della nostra Comunità, non è restare seduti; Gesù non ci deve trova- re seduti quando viene… CONTINUA A PAG. 2 di Fabrizio Cristarella Orestano Priore della Comunità Monastica di Ruviano Periodico del Gruppo Esperienza Parrocchia di S. Teresa di Gesù Bambino Via Nicolardi 225 Napoli Anno 14 Novembre 2010 email: [email protected] Viaggio di 8 pagine nell ’opera di evangelizzazione da parte di uomini e donne del nostro tempo Questo Vangelo del Regno sarà annunziato in tutto il mondo” Mc 24, 14

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Page 1: Sicomoro di Novembre 2010

 

 

 

C redo che sia necessario pri-ma cosa al mio

intimo, al mio cuore, cer-care di comunicare a voi fratelli il dono di Grazia che il Signore mi ha fatto nei giorni trascorsi in Corea presso i Missionari della Consolata.

Cosa voglio raccontarvi? La cultura di un popolo straordinario con le sue tra-dizioni e sensibilità, con la sua storia ed anche il carico di sofferenza che ha portato nei secoli? Certo sarebbe bello; ma non è questo quello che ha colpito il mio cuore.

Potrei raccontarvi di un Paese che ha avuto la capacità eccezionale di rina-scere da macerie di dolore e lacerazio-ni dopo la guerra civile degli anni ‘50 del ‘900; lacerazioni che sono ancora in atto con l’esistenza di due Coree e con la miseria ed oppressione del po-polo della Corea del Nord costretto a vivere sotto una dittatura disumaniz-zante e fondata sulla menzogna…sarebbe interessante ma non è quello che ora vorrei sottoporre alla vostra attenzione.

Potrei raccontarvi delle bellezze natu-rali di un Paese che ha mari, fiumi, monti, colline molto belli…del senso civico della sua gente…non è questo il momento.

Potrei raccontarvi delle difficoltà della Chiesa locale e della difficile situazione che, per l’evangelizzazione, rappresen-

ta la presenza di “chiese” e gruppi evangelici che pullulano creando diso-rientamento sull’identità cristiana con il loro fondamentalismo e settarismo.

Potrei raccontarvi dei Templi buddisti che per la prima volta ho visitato (con la guida sapiente di P. Diego) e delle forme “religiose” che li abitano, nono-stante tutto…sarebbero cose interes-santi e che certamente mi hanno arric-chito ma sicuramente avremo occasio-ne di parlarne… Quello che invece mi preme testimoniarvi è l’incontro con uomini e donne di Dio che ho avuto la grazia di conoscere. I Missionari e le Missionarie che ho incontrato lavorano alcuni in Corea ed altri in Mongolia. Si sono radunati a Seoul per partecipare al ritiro che ho predicato io e per un incontro dei loro Istituti circa la loro situazione di lavoro missionario in Asia. E’ di loro che vorrei parlarvi. E sapete perché? Perché ho visto un volto bello della Chiesa! Ringraziando il Signore la Chiesa è ricca di bellezze ma a volte quello che ci viene sotto gli occhi sono più le sue ferite e le sue miserie che la sua bellezza. Per dirla con certi Padri della Chiesa si vede più la miseria cri-

stiana che il miste-ro cristiano. Il mi-stero cristiano è Cristo che vive nella sua Chiesa, in quel-li che hanno il co-raggio di sognare

con Lui e di farlo cercando vie non banali o segnate

da quella ripetitività estenuante e rassi-curante che soffoca il soffio dello Spiri-to.

Strano l’incontro di un monaco con dei missionari? Sulla carta sì…lo stereo-tipo ecclesiale ci fa pensare al missio-nario come uomo del fare, come uomo delle emergenze, della prima linea, come l’uomo che non può perdersi in chiacchiere, in quelle chiacchiere di cui tante volte la nostra Comunità (non solo quella giovanissima di noi due monaci, ma anche quella che da anni stiamo cercando di edificare) è stata accusata dai numerosi “soloni” sapienti che di tanto in tanto abbiamo incrocia-to…invece ho incontrato uomini e don-ne che cercano altre vie per la Missione e non vie del fare ma quelle dell’esse-re, anzi vorrei dire dell’esserci.

L’esserci non è disimpegno, è fondare ciò che si fa sulla vera conoscenza di Cristo; l’esserci significa prendere delle posizioni certe, concrete e compromet-tenti…l’esserci, come mi diceva una sorella della nostra Comunità, non è restare seduti; Gesù non ci deve trova-re seduti quando viene…

CONTINUA A PAG. 2

di Fabrizio Cristarella Orestano Priore della Comunità Monastica di Ruviano

Periodico del Gruppo Esperienza  Parrocchia di S. Teresa di Gesù Bambino Via Nicolardi 225 ‐ Napoli   Anno 14 ‐ Novembre 2010 e‐mail: [email protected] 

Viaggio di 8 pagine nell ’opera di evangelizzazione da parte di uomini e donne del nostro tempo

“Questo Vangelo del Regno sarà annunziato in tutto il mondo” Mc 24, 14

Page 2: Sicomoro di Novembre 2010

 

 

 

CONTINUA DA PAG. 1

I missionari e le missionarie che ho incontrato lavorano così per il Regno…Ed allora ecco di cosa vorrei parlarvi: delle conferme che questa esperienza così lontano ha dato a quelle intuizioni per cui, come Comunità, lottiamo da anni anche tra incomprensioni interne ed esterne.

I fratelli che ho conosciuto in Corea vivono in una realtà ecclesiale ormai indipendente dai “missionari stranieri” e la loro è una presenza che cerca oggi uno stile profetico che racconti altro ad una Chiesa indipendente sì ma anche ec-cessivamente gerarchizzata e pure – da come ho potuto percepire – fredda e distante dal popolo. In Corea non c’è da soccorrere tanti poveri (sì, c’è P. Jair che si occupa degli stranieri immigrati clandestinamente che vengono arrestati per essere rispediti in patria…), ma c’è da essere presenti, certamente per il dialogo “interreligioso” in cui alcuni Padri sono molto impegnati, ma soprattutto per essere un “luogo caldo”, un luogo che racconti alla Chiesa e a quelli che nel-la Chiesa non ci sono, un modo, uno stile, una vita segnata da Cristo e uscita dalle pastoie dei soliti stereotipi della vita missionaria.

I padri e le suore che poi provenivano dalla Mongolia mi hanno testimoniato (e confermato) con il loro sentire la ricerca di priorità autentiche e “costose” per il loro lavoro che è una vera “implantatio ecclesiae”: in Mongolia i catto-lici sono circa 500 in tutto! Quello che mi ha colpito e riem-pito di gioia è stato il sentire il mio cuore in sintonia con il loro su quello per cui oggi davvero vale la pena lottare. Mi scriveva qualche giorno dopo il mio rientro P. Giorgio, il giovane superiore della Comunità dei Padri in Mongolia: “Vedo come un dono di consolazione profonda quanto mi hai condiviso sulla necessità di fondare sempre più la no-stra evangelizzazione sull’interiorità e lo spirito”.

Ho ascoltato con gioia e trepidazione il loro progetto ed anche le loro discussioni circa una sistemazione un po’ fuori dall’abitato della citta in cui vivono (Arvaiheer) perché possa essere casa di preghiera, luogo di contemplazione da cui far partire anche la presenza tra la gente (che lì ha

bisogno di tan-to!), da cui far partire l’evange-lizzazione! Nelle parole di P. Gior-gio, come di P. Daniele ma an-che di Peter (che tra un anno circa sarà diaco-no) sentivo quel sogno di Dio che indica alla sua Chiesa una via chiara per l’oggi,

una via in cui l’Evangelo passerà non attraverso il fare fre-netico ma attraverso la presenza di credenti che hanno il “coraggio” di “perdersi” dinanzi a Dio, di dare alla Scrittura quel tempo quotidiano in cui cercarvi la Parola che guida i nostri passi. L’Evangelo passa, e lo sperimentiamo anche noi, lì dove ci sia una concreta Comunità di fratelli e sorelle che si amano, che condividono la vita e la comune ricerca del volto di Dio. Fra-telli che però non restano “seduti”.

I Padri della Consolata e le Suore della Consolata (i due Istituti sono stati fondati all’inizio del ‘900 a Torino dal Bea-to Giuseppe Allamano) mi hanno testimoniato oltre alla fraterna accoglienza nei miei confronti anche e soprattutto un vero clima fraterno tra di loro, uno stile di condivisione e comunione sereno, scevro da sovrastrutture; mi hanno te-stimoniato la passione per Gesù Cristo e per la Sua Chiesa, la passione per quello che vivono e per cui “ci sono”. Uomi-ni e donne che hanno custodito, per sé e per chi li incontra, il SENSO dell’essere prima cristiani e poi preti e suore. E questo pur portando i pesi del quotidiano, le difficoltà inevi-tabili della vita comune e la fatica di vivere in culture e lin-gue diverse.

Così, a prescindere da quel che ho potuto dare loro nel ritiro (in una bellissima casa delle Suore della Provvidenza in montagna a circa due ore da Seoul in una località che si chiama Tamul presso la città di Inge nella regione del Gen-guongo) sul tema “I discorsi d’addio di Gesù nel IV Evange-lo”, la condivisione con questi fratelli e sorelle missionari mi ha donato tantissimo, soprattutto mi ha mostrato un volto bello della Chiesa nostra Madre. E il Signore sa se in quest’ora ne abbiamo bisogno! Da loro ho ricevuto confer-me e calore fraterno. Mi hanno fatto sentire a casa. E non è da tutti. Anche nella comunità ecclesiale. Un monaco, dei missionari…sembrano mondi lontani…vi assicuro che non è cosi! Uniti sempre! FABRIZIO  

La missione evangelizzatrice della Chiesa passa attraver-so la Carità, alimentata nella Preghiera e nell'Ascolto della Parola di Dio.

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Venerdì 29 Ottobre - Lunedì 1 Novembre 2010

C ’è un bellissimo canto dal titolo “Innamorami di Te” arditamente (ma non troppo!) rivolto a Dio!

È un canto forte, d’impatto. Un canto che racconta di come Dio sia “dentro” e non “fuori” di noi; di come Dio riesca a

rischiarare le nostre giornate buie, di come Egli sia l’unico in grado di placare i nostri animi inquieti. Proprio come ciò che si

legge fra le righe di queste brevi testimonianze raccolte dopo l’Esperienza Giovani: 3 giorni trascorsi in quel di Cappella

Cangiani da 108 giovani alla ricerca di Senso….alla ricerca della Bellezza….alla ricerca di Dio!

In questi 3 giorni sono stati accompagnati da 31 testimoni gioiosi e innamorati della Verità che salva, discepoli di Colui che è il Senso vero che non delude, testimoni di libertà da sé per Dio e per gli altri….perché….

“...gli uomini potranno certamente salvarsi per altre vie - grazie alla Misericordia di Dio -

se noi non annunciamo loro il Vangelo.

Però noi potremo salvarci se per negligenza, paura, vergogna o per idee false

rinunciamo ad annunciarlo? “ (Paolo VI)

Page 4: Sicomoro di Novembre 2010

 

 

 

In questi 3 giorni ho scoperto la grandezza di Dio, ho sentito tutto l’Amore che Lui prova per me, per ognuno di

noi. Sono riuscita ad aprirmi, a condividere, ad andare aldilà del mio naso, ho oltrepassato i miei limiti. Mi so-

no messa in gioco, ho riscoperto la mia fede e il profondo amore che provo per Dio. Ho vissuto con gioia, con

emozione intensa ogni piccola cosa di questi giorni: gli abbracci, i sorrisi, le condivisioni di vite sofferte, tutto.

Mi sono stupita, meravigliata, vedendo quanto amore ci sia stato in questi giorni: 150 persone, estranee l’una

all’altra che CONDIVIDONO, che si sorridono, che si stringono…

Ma tu guarda la Grazia di Dio quanto è grande! Fratelli della 37^ Esperienza, adesso non resterò più nel limbo,

adesso sento di avere la forza di andare avanti, di prendere finalmente delle decisioni. Adesso mi sento libera,

libera per accogliere pienamente Dio nella mia quotidianità. Ogni cosa ha il suo senso adesso. Mi sento quasi

nuova, mi sento felice, gioiosa, pronta a mettere in pratica ciò che mi è stato donato in quest’Esperienza. Porterò

nel cuore per sempre, per la vita, quest’Esperienza. Consiglierò ai miei fratelli (quelli di sangue e non solo) di

farla appena saranno un pò più grandi. Vorrei che anche i miei genitori la facessero perché mi ha dato tanto, ma

così tanto, che non riesco a spiegarlo. Mi sento così serena. Grazie Gesù per esserti mostrato attraverso quest’E-

sperienza, attraverso tutti coloro che l’hanno organizzata. Don Fabrizio è un uomo splendido, splendida è l’inte-

ra troupe! Provo tanto affetto per tutte le persone nuove che ho conosciuto, tutte fantastiche. So che non finisce

qui, so che vi rivedrò e che ri-condividerò insieme a voi. Il mio nuovo cammino l’ho iniziato ad intraprendere

venerdì sera quando sono salita sull’autobus per venire qui. E quando stasera scenderò da quello stesso autobus,

per ritornare a casa, saprò che ora ogni cosa ha un suo senso. C’è sempre di più, se con me/te/noi c’è Gesù!

Gery Passero

Nel pianto ho sentito la carezza di Dio.

Nuccia De Riso

Lo so, ci avete pregato di non ringraziarvi, ma come si fa a non urlarvi un fortissimo GRAZIEEEE!!!!?

È vero, siete solo uno strumento di cui si sta servendo il Signore, ma sbaglio o voi stessi ci avete insegnato che

bisogna aprire la porta a Cristo affinché Egli possa entrare? Ecco, grazie per aver aperto quella porta fratelli, la

porta del vostro cuore…Grazie perché quel semplice gesto fatto qualche anno fa vi ha dato la forza di fare tutto

questo, vi ha dato la voglia di tentare di salvare il maggior numero di stelle marine che, come noi, si erano arena-

te sulla spiaggia...È stato tutto perfetto, tutto meraviglioso; nessun gesto, nessuna parola è stata gettata al vento.

Gli sguardi, i sorrisi, gli abbracci, il sentirsi chiamare per nome, mi ha fatto sentire coccolato, amato, sostenuto.

Ringrazio il Signore per avervi posto lungo il mio cammino e per avermi dato dei compagni di viaggio altrettanto

straordinari…Mi impegnerò affinché i vostri sforzi non siano stati vani…Con immenso affetto,

Fabrizio Eboli P.S. Qualche ora di sonno in più però non sarebbe stata male!!!

Se vuoi andare veloce, cammina da solo.

Se vuoi andare lontano, cammina insieme agli altri (Proverbio africano) Ero pieno di pregiudizio e di

scetticismo. In questi giorni ho buttato via molta ferraglia. Ho finalmente aperto la porta a Gesù. Ora la mia vita avrà un percorso sicuramente mi-gliore. Paolo Tuorres Se vuoi trovare Dio sappi che

è dappertutto. Ma sappi che non è solo.

(Madeleine Delbrêl)

Page 5: Sicomoro di Novembre 2010

 

 

 

Scrivere come mi sento in questo momento è veramente difficile. Sto provando così tante emozioni che il mio corpo mi sembra troppo piccolo per riuscire a contenerle tutte! Sono arrivata qui, forse come tanti altri, senza aspettative, senza capire l’entusiasmo e la gioia di chi qui mi ci ha mandato, fidandomi della Luce di quegli occhi. Ora invece capisco tutto. Ora capisco che vuol dire incontrare Gesù… L’ho incontrato non solo nell’Esperienza in sé, che già così è sconvolgente! L’ho incontrato soprat-tutto nel calore col quale sono stata accolta, nella dedizione che persone che non mi conoscevano affatto hanno avuto per me, nelle condivisioni preziose e in ogni fratello che come me era qui. In questi 3 giorni si sono susseguite dentro me un turbinio di emozioni: angoscia, disperazione, sol-lievo, commozione. Le ho provate tutte contemporaneamente, si sono tutte mescolate dentro me. Ho imparato qui che cosa vuol dire far parte di una Comunità, non l’avevo mai provato prima! Mi sento immensamente grata a Dio per avermi condot-ta per mano fin qui: aveva qualcosa di importante da dirmi e da darmi! Ave-vo il terrore di non riuscire ad aprire il cuore, che mi scivolasse tutto addos-so senza radicarsi. Ora la mia paura è che io possa dimenticare tutto que-sto, possa dimenticare quanto Gesù, vero uomo, mi ami, possa dimenticare il significato della Risurrezione. So che il cammino da fare è lungo e anche tortuoso, pieno di tentazioni, ma oggi, ora, in questo istante, mi sento serena, piena d’Amore. Amore ricevuto e che non vedo l’ora di donare! Ciò che mi rallegra del ritorno a casa è che ora ho una Comunità dove andare, fratelli a cui rivolgermi e con cui condividere, fratelli che mi hanno aperto il loro cuore, a me che ero un’estranea! Sono venuta qui sola, anche un po’ impaurita; me ne vado con tanti fratelli, che porto nel cuore, e più serena. E’ impossibile spiegare questi gior-ni, descriverli, esprimerne il significato, si devono vivere! Vieni e vedi, fidati, poi capirai! Così mi dicevano, così ci dicevate e avevate ragione! Ringrazio Dio per avermi parlato attraverso tutti, ognuno di voi, e per i fratelli che pregavano per noi. Ora non vedo l’ora di intraprendere il mio cammino, dire i sì situati e donare tutto l’Amore che ho percepito qui; fare per qualcuno ciò che è stato fatto per me. Sabrina Procentese

E sì... è proprio da qui che voglio iniziare a descrivere le mie sensazioni….da

questo III giorno! Non che gli altri due giorni non siano stati fruttuosi, anzi, ma semplicemente, se posso

definirli così, una introduzione a questa ESPERIENZA. Inizio col dire che già la mattinata si è prospettata

piena di carica, con una marcia in più, visto che finalmente la sera prima ero riuscita a dormire come a

casa. La giornata scorre con i vari interventi, argomenti e riunioni. La chiave di tutto è la RISURREZIONE

DI GESU’ fin quando Padre Fabrizio non ci dice che la Messa verrà fatta come quella del giorno della

Pasqua: entro in Cappella e vedo quella scenografia che mi fa rimanere a bocca aperta (mai visto qual-

cosa di più bello) dopodiché ci accomodiamo tutti ed inizia la Santa Messa; una Messa che per me è sta-

ta qualcosa di indescrivibile o meglio la più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita! Momenti di emo-

zione infinita, di pianto, ma non di pianto di tristezza, bensì di gioia! Vedere poi che nel momento dello

scambio della Pace eravamo tutt’uno, persone che fino a 4 giorni prima conducevano vite diverse e so-

prattutto persone mai viste! Sono strafelice di aver partecipato all’Esperienza Giovani, e la cosa più bella

è che senza di Lui (Dio!) non ci saremmo mai ritrovati tutti, e quindi non finirò mai di ringraziarLo.

Valentina Zimardi N.B. Vorrei scrivere tanto altro ma purtroppo il tempo è tiranno.

“Abbiamo dentro di noi il Cristo come maestro. Qualunque cosa non riuscia-

te a comprendere per difetto della vostra intelligenza e della mia parola,

rivolgetevi dentro il vostro cuore a colui che insegna a me ciò che dico, e distri-buisce a voi come crede. Colui che sa dare, e sa a chi dare, si farà incontro a chi domanda, e aprirà a chi bussa. E

se per caso non dovesse dare, nessu-no si consideri abbandonato”.

(S. Agostino)

Page 6: Sicomoro di Novembre 2010

 

 

C ari fratelli e care sorelle, mi presento

per coloro che non mi conoscono (e

saranno tanti visto che manchiamo

da Napoli e dalla Parrocchia da 7

anni): sono Roberta e con il mio sposo Arrigo,

dopo aver lavorato per circa 15 anni nella vigna del Signore che voi ben conoscete, ci siamo trasferiti a Milano,

città ridente e piena di verde e di sole. Potete immaginare come non sia stata una scelta facile allontanarci da

quanto di più caro avessimo e partire per questo “viaggio”, ma la lontananza portò i suoi frutti nell’immediato:

viste da lontano tutte le bellezze vissute nella nostra comunità ci sembrarono ancora più splendenti e non è lo

sguardo della nostalgia a farci vedere questo ma piuttosto il duro confronto con la realtà cattolica milanese. Nel-

la ricerca infatti di un “porto sicuro” in cui metterci nuova-

mente al servizio di Dio e dei fratelli e, perché no, un luo-

go in cui “esportare” la nostra amata Esperienza, ci siamo

imbattuti in una serie di Parrocchie vuote, in Messe poco

partecipate in cui a stento compariva qualcuno che can-

tasse, in celebrazioni senza gioia e con scarsa attenzione

alla liturgia (per quest’ultima cosa ad Arrigo veniva e vie-

ne tutt’ora da piangere…). Più volte, quindi, mi sono

chiesta che cristiana sarei stata se fossi nata qui; che tipo

di vita avrei condotto; se sarei stata capace in questa

città che va sempre di corsa di fermarmi ad ascoltare la

Sua voce e di rispondere alla Sua chiamata. Non so darvi

una risposta, ma certamente posso dire che non sarei

stata la stessa persona senza quella palestra di Amore

che è la nostra Comunità, luogo in cui sono cresciuta ed ho imparato cosa significa

accogliere, servire, amare, ascoltare, arrabbiarsi e piangere quando vengono persi di

vista le cose importanti ed il bene prezioso che ci è stato affidato; dove ho assapora-

to l’amarezza delle incomprensioni e delle separazioni ed il miele delle riconciliazioni.

Benedico mille volte il Signore per tutto questo e lo benedico altre mille per aver po-

sto sul mio cammino Sacerdoti santi e gioiosi testimoni, come Padre Luigi e come

Fabrizio, che hanno spezzato per me la Parola, il Pane eucaristico e mi hanno guida-

to nel cammino, per tutti i fratelli e le sorelle che custodisco nel mio

cuore come gemme preziose (e vorrei citarveli tutti ma non baste-

rebbe una pagina intera!). Vi prego quindi di non perdere mai di vista quale tesoro

prezioso che ci è stato donato, tesoro da vivere, custodire e far crescere, di non cadere mai nella tentazione di

svilirlo o di reputarlo un passatempo giovanile. Anche se distanti il nostro pensiero è sempre rivolto a voi, vi por-

tiamo in ogni Eucarestia e questa comunione ci fa sentire il respiro grande della Chiesa, unita ed universale,

bella perché è la Sua presenza che la rende tale. Questa rubrica vuole essere un modo per sentirci più vicini a

voi, farvi sentire un po’ la voce di Milano attraverso i nostri occhi e le nostre sensazioni, farvi partecipi delle

esperienze di Dio che per Sua Grazia ci dona di vivere qui in questa città così difficile, sperando di non annoiar-

vi troppo e di non essere diventati polentoni! Roberta Fattiboni

I fratelli forestieri che siamo noi...l’angolo milanese!

Nella foto: Roberta, Arrigo ed il piccolo Elia 

Nella foto:  Daniele, l’ultimo arrivato! 

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M eno di 2 anni fa, come molti di voi fratelli certamente sapranno, un evento assoluta-mente inaspettato ha radicalmente cambiato

gli scenari della nostra vita: Francesco ha superato un im-portante concorso per diventare funzionario del Governo Europeo per la sicurezza aerea. Un solo posto in tutta Eu-ropa, con sede lavorativa all'EASA, a Colonia, in Germania. La nostra vita ha subito uno scossone: si doveva decidere, ed anche velocemente, con la consapevolezza che accet-tare questo incarico così importante e privilegiato avrebbe significato cambiare ogni cosa della nostra esistenza: Na-zione, casa, lingua, ogni abitudine e soprattutto significava lasciare le nostre famiglie, le nostre amicizie, la nostra amata Comunità. Con un'aggravante: mio padre è venuto improvvisamente a mancare circa una settimana prima di avere la notizia del trasferimento. Eravamo realmente sconvolti! Realizzammo immediatamente che questa, co-me ogni altra decisione fondamentale per la nostra vita, doveva essere vagliata insieme al nostro direttore spiritua-le. Ci era chiaro che dovevamo comprendere quello che il Signore voleva in quel momento dalla nostra vita. Il resto, nonostante fosse tutto il nostro mondo, contava poco. Padre Giacinto fu inequivocabile, e ricordo ci disse: "Le circostanze spesso sono i sacramenti della Volontà di Dio". Capimmo subito, con una stretta al cuore, che dovevamo andare dove il Signore ci stava indicando, aprendo questa via così importante. Un mese dopo, preparate le valigie, lo

stretto indispensabile, lasciammo per sem-pre la nostra casa, comprata da pochi mesi: pensate che solo il giorno prima

erano venuti a monta-re l'ultimo armadio a muro! Siamo partiti.......senza avere la benché minima idea di cosa ci aspettava; ma eravamo certi che il Signore ci avrebbe indicato le sue vie e ci avreb-be sostenuto in tutto questo nuovo cammino. Ebbene il Signore è fedele ed ha una cura paterna per le sue creatu-re!! In questa nuova città, in questa nazione così radical-mente diversa dalla nostra, ci siamo sentiti immediata-mente accolti in maniera fraterna da chiunque abbiamo incontrato sul nostro cammino e piano piano, giorno dopo giorno, mese dopo mese, il Signore ci ha aiutato a rico-struire i nostri equilibri e ci ha donato in maniera moltipli-cata e nuova tutto quanto avevamo lasciato! La cosa, pe-rò, più importante che vogliamo testimoniarvi in tutta que-sta vicenda è la seguente: non appena siamo arrivati a Colonia (anzi per la verità l'abbiamo cercata prima di parti-

re), ci siamo recati alla Missione Italiana di Colonia, retta dai Padri Scalabriniani e qui, presso la Parrocchia Italiana di S. Maria Himmelfarth, abbiamo incontrato P. Gildo, P. Valerio, P. Pasquale, P. Gino e le suore Ivana e Marcellina, che ci hanno introdotto nella Comunità Ita-liana. Ci sembrava un sogno incontrare il Signore nel

volto di questi fratelli inseriti in un contesto sociale e culturale così diverso dal nostro, eppure sentirli immedia-tamente intimi in Cristo! Il Signore avvicina e unisce i cuori dei suoi figli! Ci è sembrato quindi assolutamente indi-spensabile e fondamentale per il nostro cammino cristiano metterci a disposizione e servire il Signore in questa Comunità...così immediatamente, P. Gildo ci ha affidato la Prematrimoniale e or-mai un anno fa, nell'ot-tobre 2009, abbiamo iniziato il primo corso. Un mese fa, il sei otto-bre, abbiamo iniziato il quarto corso Prematri-moniale con una equipe costituita da noi due, P. Gildo e P. Valerio. Fino-ra abbiamo preparato al matrimonio e contemporaneamente evangelizzato circa 70 coppie di nubendi! Non solo Francesco è stato chiama-to a far parte del Consiglio Pastorale che coadiuva il Parro-co alla organizzazione delle 3 parrocchie italiane a Colonia a lui affidate, nonché della intera Missione. Ed ancora, da Gennaio a Marzo 2010, personalmente ho avuto la gioia di far parte dell'Equipe per l'organizzazione della Giornata Mondiale delle Donne per l'Unità delle Confessioni Cristia-ne, che si è svolta il 5 marzo 2010. Un'altra esperienza meravigliosa!! E peraltro proprio in quella circostanza ab-biamo incontrato P. Silvio Vallecoccia, un giovane sacerdo-te Responsabile della Pastorale Giovanile di tutta Colonia (quindi non solo degli italiani ma anche dei tedeschi), al quale - in un incontro avvenuto qualche giorno dopo a ca-sa nostra - abbiamo aperto il cuore raccontandogli della nostra Comunità di Santa Teresa e del modello di evange-lizzazione consistente nella nostra amata Esperienza Gio-vani: P. Silvio, affascinato da questa nostra descrizione, sta ora studiando forme e modi per organizzare l'Esperien-za Giovani qui a Colonia!! Affidiamo anche alle vostre pre-ghiere, fratelli amati, questo sogno meraviglioso chieden-do al Signore che si compia solo la Sua Volontà! Nel frat-tempo continuiamo la nostra missione, portandovi nel cuo-re e sentendoci in cammino con voi e parte integrante tan-to della nostra amata Comunità di S. Teresa, quanto di questa nuova realtà comunitaria che il Signore ci ha chia-mato a servire. Sempre uno in Cristo. I vostri fratelli, Raf-faella, Francesco Maria e Gabriele Caridei

Un pezzetto del Gruppo Esperienza in Germania!

La vostra vita non solamente può annunciare l’Assoluto di Dio, ma possiede anche un meraviglioso e misterioso potere di fecondità spirituale. Giovanni Paolo II 

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Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse in avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo. Gesù alzò lo sguardo e gli disse: <<Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua>>. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. (Lc 19, 1-6)

Il sicomoro è l’albero su cui sale Zaccheo; è ciò che gli permette di vedere oltre il proprio punto di vista e i propri limiti e di lasciarsi “guardare” e scegliere da Gesù.

…sfumature! “Sarete miei Testimoni!”

M io Signore, oggi mi sto comportando bene: non ho fatto pettegolezzi, non ho perso la calma, non sono stato avido, odioso, musone, egoista, invidio-

so. Non ho frignato, non mi sono lamentato, non ho detto parolacce, non ho mangiato cioccolato, non sono stato indulgente verso me stesso.

Ma mi alzerò dal letto tra un minuto, e penso che a quel punto avrò senz’altro bisogno di TE.

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