sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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G. Serpelloni, C. Rimondo Maggio 2008

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Page 1: Sistema di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe
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Page 3: Sistema di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe

SISTEMA DI ALLERTA PRECOCEE RISPOSTA RAPIDAPER LE DROGHEDrugs Early Warning System

CRITERI TECNICI E MODELLISTICAPER LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA OPERATIVO

GEO DRUGS ALERTSoftware per la georeferenziazione, il networking e la gestione delle allerte

A cura di

Giovanni SerpelloniClaudia Rimondo

Assessorato alle Politiche SocialiAssessorato alle Politiche Sanitarie

Regione del Veneto - Azienda ULSS 20D ipa r t imen to de l l e D ipendenzeDirettore Dott. Giovanni Serpelloni

p r o g e t t o Progetto 2007 del In collaborazione con

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Responsabile scientifico del progetto:Direttore dott. Giovanni Serpelloni

Manuale a cura di:Giovanni Serpelloni, Direttore del Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20, Verona

e del Programma Regionale sulle Dipendenze, Regione del VenetoClaudia Rimondo, Consulente del Programma Regionale sulle Dipendenze, Regione del Veneto

Per informazioni:Giovanni SerpelloniDipartimento delle Dipendenze ULSS 20 VeronaProgramma Regionale sulle DipendenzeRegione del VenetoVia Germania 20 – VeronaTel. 045 – 8076205 [email protected]

www.dronet.orghttp://allerta.dronet.org

Copertina a cura di:Alessandra Gaioni

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Gruppo di coordinamento del progetto

Ministero della Salute Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria Pietro Canuzzi

Direttore dell’Osservatorio Regionale sulle Dipendenze della Regione Veneto Direttore del Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 di Verona Giovanni Serpelloni

Istituto Superiore della Sanità Dipartimento del FarmacoTeodora Macchia

Ministero della Solidarietà SocialePunto Focale Nazionale ReitoxSilvia Zanone

Presidenza del Consiglio dei MinistriCoordinamento Ex DNPAMinistero della Solidarietà SocialeRosario Micciché

Ministero della Salute Dipartimento di Prevenzione Giovanni Nicoletti

Con il contributo di

Direzione Centrale dei Servizi Antidroga

Istituto Superiore di SanitàDipartimento del Farmaco

National Institute Drug Abuse

Regione Toscana

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Regioni e Provincie Autonome partecipanti al progetto

Regione Calabria Dr.ssa Caridi CaterinaDr.ssa Fratto Francesca

Regione Piemonte Dr. Manna GaetanoDr.ssa Vigna Ilaria Marika

Regione Campania Dr. De Gaetano AnnunziataDr. Aiello BrunoDr. Petrella Carlo

Regione Lazio Dr.ssa Davoli Marina

Regione Lombardia Dr. Tosi Marco

Regione Liguria Dr. Ferrari FabioDr. Schiaffino Sergio

Regione Marche Dr.ssa Benedetti ElisabettaDr. Di Furia LuciaDr. Martinelli Giuseppe

Regione Toscana Dr.ssa Tedici Maura

Regione Veneto Dr. Serpelloni Giovanni

Provincia Autonoma Bolzano Dr.ssa Girelli NadiaDr. Bizzarri JacopoDr.ssa Scandolari Anna

Provincia Autonoma Trento Dr. Lovaste Raffaele

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Regioni che hanno fornito manifestazione di interesse al progetto

Regione Abruzzo

Regione Basilicata

Regione Emilia Romagna

Regione Friuli Venezia Giulia

Regione Molise

Regione Sicilia

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Partecipanti al gruppo di lavoro (in ordine alfabetico)

Ermanno Ancona – Web Division Dipartimento delle Dipendenze di VeronaGianmaria Battaglia – SDA BocconiCorrado Bettero – Ciditech VeronaGioacchino Bellone – Sistema Informativo Azienda USL 5 PisaJacopo Bizzarri – Servizio Dipendenze BolzanoPietro Canuzzi – Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria Ministero della SaluteLuciana Castellini – SDA BocconiMarina Davoli – Regione Lazio, Comitato Scientifico OEDTTeodora Macchia – Istituto Superiore della SanitàFeredica Mari – Sistema Informativo Azienda USL 5 PisaFabio Ferrari – Regione LiguriaEugenio Focoli – S.U.E.M. Servizio Urgenza Emergenza Medica 118 VeronaGilberto Gerra – International Narcotics Control Board ONUMarco Leonardi – Protezione Civile di RomaFederica Mari – Sistema Informativo Azienda USL 5 PisaGiuseppe Martinelli – Regione PugliaAlessandro Menegozzo – ARPAV Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del VenetoMarco Mozzoni – Dipartimento delle Dipendenze di VeronaGiovanni Nicoletti –Ministero della SaluteClaudia Rimondo – Dipartimento delle Dipendenze di VeronaGiovanni Serpelloni – Dipartimento delle DipendenzeElisabetta Simeoni – Dipartimento delle Dipendenze di VeronaRossella Snenghi – Istituto di Medicina Legale, PadovaMaura Tedici – Regione Toscana, Dipartimento delle Dipendenze di EmpoliClaudio Terranova – Istituto di Medicina Legale di PadovaRoberto Torre – DCSA, Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, RomaSilvia Zanone – Ministero della Solidarietà Sociale e Punto Focale Reitox

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Presentazione

Gianmaria Battaglia

SDA Bocconi Professor

Area Public & Health Care Management and Policy

Esperto di sistemi di gestione e sistemi informativi delle aziende sanitarie

Coordinatore del Corso di General Management in Sanità della Scuola di Direzione Aziendale dell'Università Commerciale "L. Bocconi" di Milano

Due sono i pilastri fondanti le soluzioni ai complessi problemi della società globaliz-zata: la gestione delle informazioni e della conoscenza derivabile e la gestione deitempi nello svolgimento dei processi organizzativi. La sfida affrontata in questo ma-nuale affronta queste tematiche con metodologia rigorosa e al contempo la pragma-ticità richiesta dall’urgenza del problema cui si rivolge.Il software “Geo Drugs Alert” rappresenta infatti uno strumento innovativo nella gestionedelle informazioni che riguardano la comparsa sul mercato e tra la popolazione deiconsumatori di droga di nuove sostanze o di nuove modalità di consumo. Queste in-formazioni, infatti, possono impedire l’emergere o il diffondersi di intossicazioni acutesul territorio che possono mettere in pericolo la vita delle persone.Il criterio essenziale su cui poggia il software, e su cui si basa anche l’efficacia o menodi un Sistema di Allerta Rapida, è dunque la tempestività che deve caratterizzare siala ricezione delle informazioni ricevute, sia la risposta che deve essere attuata sul ter-ritorio da parte di tutti gli enti, le organizzazioni, le unità operative responsabili, in qual-che modo, della salute e l’incolumità dei cittadini.Il software si mostra quale strumento vincente anche per la capacità di costruire net-work operativi efficaci grazie all’individuazione di una rete di punti segnalanti (input alsistema) che hanno la possibilità di tenere informato il sistema attraverso web, fax,sms, palmare, totem, e, soprattutto, di una rete di unità operative che si attivano incaso di allerta (output del sistema) e che possono essere contattate attraverso varicanali di comunicazione.La georeferenziazione delle segnalazioni che giungono al sistema consente di vedere,in tempo reale, come emergono e si sviluppano i fenomeni come quelli osservati dalsistema di allerta. Infatti, la ricostruzione georeferenziata dei casi consente di indivi-duare gli epicentri di possibili intossicazioni, ovvero i punti di partenza delle eventualiepidemie, ed è inoltre possibile osservare, grazie a questo avanzato strumento dimappatura, anche quelli che vengono definiti epicentri secondari, cioè quelle aree incui la sostanza è stata rivenduta e che rappresentano, quindi, le zone in cui ulterioricasi di intossicazione si potrebbero verificare.Si tratta, in definitiva, di un software di ultima generazione che poggia su sistemi di

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georeferenziazione delle segnalazioni in input collegati ad altri sistemi avanzati per lagestione delle segnalazioni di allerta in uscita (output). Ciò è possibile mediante formeintegrate di trasmissione contemporanea via e-mail, fax, sms che possono raggiun-gere qualsiasi tipo di struttura, anche quella meno attrezzata o che non dispone di unaconnessione Internet, e addirittura, la singola persona collocata sul territorio e colle-gata al programma con un comune strumento come il telefono cellulare.La soluzione qui proposta non toglie peraltro nulla alla centralità delle competenze pro-fessionali sia sul territorio che nella “cabina di regia” del sistema, in un connubio tra latecnologia dell’informazione e le competenze di valutazione degli operatori che costi-tuisce un modello paradigmatico per lo sviluppo di soluzioni a tutti i problemi complessidelle nostre organizzazioni.

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Prefazione

Dott.ssa Giuseppina Bonavina

Direttore Generale ULSS 20 Verona

Anche in Italia la comparsa di nuove droghe e di nuove modalità di consumo delle so-stanze sta diventando preoccupante, sia per la loro diffusione, sia per il coinvolgimentodi fasce giovanili che possono accedere a queste sostanze sempre più facilmente an-che grazie alle farmacie on-line che sempre più spesso si trovano su Internet o permezzo di offerte particolarmente “vantaggiose” promosse dagli spacciatori per acqui-sire sempre più nuovi clienti, amplificando, così, un fenomeno di per sé già grande erendendolo ancor più preoccupante.

È quindi chiaro che, oltre a politiche socio-sanitarie che impegnano i sistemi regionalie le amministrazioni centrali verso azioni coordinate, sono necessarie anche nuoveforme di prevenzione per cercare di rilevare il prima possibile segnali indicativi dei nuovitrend di consumo e permettere perciò, agli operatori sanitari, alle Forze dell’Ordine ea tutti coloro che, in qualche modo, possono contribuire alla salvaguardia della salutepubblica, di attivare delle azioni di risposta concreta ed efficace.

Il progetto del Sistema di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe promossodal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero della Solidarietà, dietro in-dicazione della Commissione Europea, ben si colloca in questa cornice e fornisce unsofisticato ed innovativo strumento fruibile da tutte le Regioni e dalle loro realtà opera-tive per creare una rete di informazioni e di azioni coordinate, finalizzate alla preven-zione degli episodi di intossicazione e, nel peggiore dei casi, di morti per overdose.L’impiego di un software innovativo per la georeferenziazione, il networking e la ge-stione delle allerte costituisce la parte sostanziale di questo progetto che lo rendeunico rispetto a precedenti esempi di Sistemi di Allerta implementati in altre Regioni,nonché in altri ambiti rispetto a quello delle tossicodipendenze, e rappresenta una verae propria novità nella gestione delle informazioni relative al fenomeno delle nuove dro-ghe e dei nuovi pattern di consumo e alle segnalazioni di allerta che, eventualmente,devono raggiungere il maggior numero possibile di unità per evitare conseguenze ne-faste per la salute dei cittadini.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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È con molto piacere, quindi, che presento questa pubblicazione in cui si danno indi-cazioni tecniche, basate su criteri scientifici, per l’attuazione di un Sistema di AllertaPrecoce sulle Droghe e per l’utilizzo di un sistema operativo in grado di contribuire erafforzare il comune impegno per la lotta alla droga e per la prevenzione della salutedelle persone. Il testo si rivolge agli amministratori, agli operatori specialisti del pub-blico e del privato sociale, alle Forze dell’Ordine, ai mass media e a coloro che lavo-rano nell’ambito delle telecomunicazioni poiché costoro sono le compagini sociali sucui il Sistema di Allerta si basa e con l’azione integrata delle quali può essere fattibileevitare danni rilevanti alla salute fisica e psichica dei potenziali consumatori.

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Introduzione

Dott. Giovanni Serpelloni

Direttore del Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 Verona

Responsabile scientifico del progetto Sistema di Allerta Rapida Droghe Sintetiche (REITOX 2)

Il Ministero della Salute ha finanziato il progetto nazionale Sistema di Allerta RapidaDroghe Sintetiche (REITOX 2) all’interno del quale è stata sviluppata un’analisi appro-fondita sui sistemi di allerta precoce non solo nell’ambito delle droghe ma a tutti i li-velli, al fine di costruire, quindi, un modello di sistema di allerta per le droghe innova-tivo e potenzialmente più efficace degli attuali modelli esistenti in Italia che hanno di-mostrato di essere molto in difficoltà sia nel cogliere precocemente il fenomeno sianell’attivare risposte rapide ed organizzate (vedasi l’esperienza della Regione Lombar-dia con l’intossicazione da cocaina-atropina del luglio 2007) finalizzate alla riduzionedei casi di intossicazione o alla prevenzione delle morti per overdose.

L’argomento non è di facile trattazione, tenuto conto, soprattutto, della complessitàdei fenomeni da cogliere in relazione all’enorme numero di nuove sostanze che ognigiorno vengono messe sul mercato. I sistemi di allerta precoce devono soddisfare va-rie esigenze contemporaneamente: devono cogliere precocemente la comparsa disostanze o di combinazioni di sostanze particolarmente tossiche, devono essere ingrado di attivare selettivamente, ma molto efficacemente, la rete dei servizi e delle or-ganizzazioni per la risposta rapida e, contemporaneamente, devono soddisfare l’esi-genza fondamentale di segnalare al Punto Focale Reitox le anomalie rilevate per la dif-fusione delle informazioni all’interno del network europeo definito sulla base della De-cisione 2005/387/GAI del Consiglio Europeo del 10 maggio 2005.

Risulta chiaro che i fattori più importanti per poter costruire un sistema che non siasolo di facciata e che non sia meramente finalizzato alla documentazione retrogradadi “casi”, se non addirittura di “morti”, è la tempestività indispensabile nel cogliere il fe-nomeno e la rapidità necessaria nell’attivare la linea di risposta.

La sensazione è che, purtroppo, vi sia la tendenza, da parte delle varie Regioni, acreare dei sistemi di documentazione piuttosto che dei veri sistemi di allerta. Questosi spiega soprattutto in relazione soprattutto al fatto che vi è un’aggiuntiva comples-sità tecnologica ed organizzativa che necessita, per il suo superamento, di cono-

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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scenze in ambito di Information Technology avanzate e non ancora particolarmentediffuse. Il nostro gruppo, dopo ponderata analisi, ha puntato a percorrere proprio que-sta via proponendo un modello che tentasse di risolvere questi problemi attraverso unsoftware WEB di ultima generazione che poggia su sistemi di georeferenziazione dellesegnalazioni collegati ad altri sistemi avanzati di gestione delle segnalazioni di allertain uscita, mediante forme integrate di trasmissione contemporanea via e-mail, fax, smsal fine di raggiungere qualsiasi tipo di struttura, anche quella meno attrezzata o chenon dispone di una connessione Internet.Il nostro gruppo di lavoro consegna, quindi, i risultati dell’analisi svolta, un modello eun software applicativo a tutti coloro che vorranno usufruirne rilevando quale fattoreche andrà analizzato e gestito in termini di organizzazione e di fattibilità a livello nazio-nale, una serie di tensioni e pressioni che si sono costituite nel corso del progetto edovute al fatto che la costruzione di questi sistemi genera inevitabilmente la creazionedi punti di coordinamento e di potere e, di conseguenza, privilegi e benefici, chespesso giocano contro la realizzazione di un sistema veramente integrato ed efficacesu tutto il territorio nazionale. Come si è visto, ci sono state una serie di condizioni chehanno portato a privilegiare alcune soluzioni proposte piuttosto che altre per cui au-spichiamo che avvenga presto una discussione in ambito tecnico-scientifico relativa-mente ai criteri usati per finanziare le nuove attività.

In ogni caso siamo convinti che il Sistema di Allerta nazionale debba trovare una con-formazione integrata partendo, però, da sistemi regionali che siano in grado di dareosservazioni e risposte immediate su tali territori e, contemporaneamente, indirizzarele informazioni a livello centrale su due diversi ambiti: quello tossicologico, presso l’I-stituto Superiore di Sanità e quello sul versante epidemiologico, con il Punto FocaleReitox per la trasmissione delle informazioni a livello europeo.

Sperando di aver contribuito fattivamente alla discussione in ambito tecnico-scienti-fico ed organizzativo nell’ambito dei Sistemi di Allerta, ci auguriamo che in futuro cipossa essere una concreta diffusione di questi sistemi su tutto il territorio italiano.

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SISTEMA DI ALLERTA PRECOCE E RISPOSTA RAPIDA PER LE DROGHEDrugs Early Warning System

SUMMARY

1. In una realtà come quella attuale in cui il fenomeno della comparsa di nuove dro-ghe e di nuovi pattern d’uso delle sostanze caratterizza non solo lo scenario ita-liano ma anche tutto il contesto internazionale, già da anni è emersa la necessitàdi sviluppare un sistema che mettesse le organizzazioni e gli enti deputati alla pro-tezione della salute pubblica nelle condizioni di gestire ancora meglio situazioni dirischio legate alla produzione, alla diffusione e al consumo di nuove sostanze. Inrisposta a questa esigenza, l’Unione Europea, con la Decisione 2005/387/GAI delConsiglio Europeo, ha rinforzato l’implementazione di un Sistema di Allerta Rapidasulle Droghe (o Drugs Early Warning System, EWS) in ogni Stato Membro, am-pliandolo dalle nuove droghe sintetiche alle nuove sostanze psicoattive.

2. Esperienze di Sistemi di Allerta Rapida sulle droghe sono già state fatte nel nostroPaese, nello specifico con l’attività dell’Istituto Superiore della Sanità e con il la-voro della Regione Lombardia, con il Progetto Monitoraggio Droghe e Manifesta-zioni d’Abuso, nella Regione Emilia Romagna, nella Regione Toscana e nella Re-gione Campania. Queste importanti esperienze costituiranno la base di cono-scenza da cui partire per definire un sistema nazionale unitario ma, nel contempo,regionalizzato per ottenere una buona ricaduta territoriale.

3. È stato, pertanto, necessario attivare anche in Italia un percorso che si ponga la fi-nalità di realizzare un Sistema di Allerta Precoce e Risposta Rapida, nell’ambito diun progetto promosso del Ministero della Salute, concertato con il Ministero dellaSolidarietà Sociale (Punto Focale Reitox). Gli obiettivi di questo progetto sono:- mappare i sistemi di allerta rapida esistenti sia in ambito nazionale che interna-

zionale- creare un modello formale a partire dalle esperienze di EWS già esistenti, anche in

Italia, con l’esperienza dell’Istituto Superiore della Sanità e della Regione Lombardia- consolidare e migliorare i meccanismi per lo scambio di informazioni a livello na-

zionale- attivare il sistema e sperimentarne l’efficacia, la fattibilità ed i costi- realizzare un sito web specifico “Drugs Alert – sistema di allerta precoce e rispo-

sta rapida” per fornire informazioni sulla scoperta precoce e il monitoraggio dellenuove sostanze psicoattive.

- migliorare la rapidità e l’efficacia delle procedure di scambio di informazioni conl’EMCDDA

4. L’attivazione di un sistema di allerta ad ampio spettro deve passare attraverso ilcoinvolgimento delle Regioni e delle Province Autonome per questioni sia di ri-sorse che di competenze sulla programmazione degli interventi a livello dei singoliterritori regionali.

Europa ed EWS

Esperienze italiane

EWS in Italia: obiettivi

Coinvolgimento diRegioni e Province

Autonome

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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5. Il Punto Focale Reitox, presso il Ministero della Solidarietà Sociale, è il centro di ri-ferimento verso cui far convergere e centralizzare le segnalazioni per l’attivazionedelle procedure di allerta a livello europeo. Il Punto Focale Reitox rappresenta,quindi, l’interlocutore nazionale dei vari punti di raccolta dati sparsi sul territorio na-zionale e costituisce anche l’interfaccia con l’Osservatorio Europeo (EMCDDA).

6. I sistemi di allerta devono puntare in primo luogo al rilevamento di sostanze ano-male ma anche al cambio dei pattern e dei comportamenti d’uso con l’attivazionecontemporanea sia della rete europea (Decisione 2005/387/GAI del Consiglio Eu-ropeo e Retoix Network) sia della rete territoriale socio-sanitaria, al fine di attivareuna gestione immediata delle possibili conseguenze negative della diffusione dinuove sostanze o di nuovi trend. Per costruire un sistema EWS nazionale è ne-cessario che le Regioni abbiano a disposizione un modello tecnico generale di ri-ferimento e delle informazioni di base per la definizione e l’implementazione di talesistema. Tutto questo tenendo conto e rispettando le specificità e le particolaritàregionali che dovrebbero trovare una unitarietà di intenti ed azioni all’interno delPunto Focale Reitox.

7. La tempestività e l’affidabilità delle informazioni in entrata e in uscita per l’attiva-zione della risposta sono i due principali elementi chiave per assicurare il buon fun-zionamento del sistema ma soprattutto la sua reale utilità. Il commercio di drogasul web, fenomeno attualmente sempre più incalzante, come segnalato anchedall’INCB nel suo rapporto del 2007, costituisce un fattore che potrebbe indebo-lire l’efficienza di un EWS basato solo sulla raccolta di informazioni derivanti dallesostanze sequestrate, a fronte delle rapide evoluzioni del mercato delle droghe.Inoltre, il commercio in rete potrebbe determinare delle ulteriori difficoltà nel loca-lizzare tempestivamente le informazioni dislocate nella rete ma potenzialmente utiliai fini dell’allerta. Nello sviluppare nuovi EWS, quindi, è utile ed indispensabile con-siderare questa tematica e orientare i nuovi sistemi di allerta anche verso il con-trollo della rete con mezzi appropriati ed innovativi (come possono essere, adesempio, i sistemi di Web semantico) che hanno la capacità aprire una nuova fi-nestra di osservazione in grado di produrre ulteriori informazioni integrative per lacomprensione del fenomeno. Davanti a tutto ciò, è verosimile pensare che l’ipo-tesi dell’effettiva utilità ed efficacia dell’EWS tradizionalmente inteso possa consi-derarsi non completamente verificata o, per lo meno, migliorabile. Questa ideamostra, quindi, la necessità di pensare a nuovi strumenti e metodi che permet-tano di rilevare le informazioni necessarie a definire la gravità della situazione, at-tivando, poi, avvisi di allerta, e di trasmettere le segnalazioni per l’attivazione dellarisposta, in modo più tempestivo o quantomeno appropriato in relazione allo svi-luppo e all’emergere di nuove sostanze o trend.

8. Per comprendere come strutturare il sistema di osservazione dell’EWS è neces-sario conoscere preventivamente il ciclo produttivo e di distribuzione del mercatodelle nuove droghe. Si è visto, infatti, che alcune nuove sostanze hanno avuto unciclo di vita molto breve e non sono poi più state prodotte, in quanto non graditedai consumatori, mentre altre, invece, persistono nel tempo generando gravi danniper la salute. La ricerca mostra che il tempo che una sostanza trascorre sul mer-cato è variabile e può essere davvero breve (tempi dell’ordine di 4-6 mesi) primadi entrare in una fase di declino, o di essere modificata con altre componenti, o diassistere al nascere di qualche altra nuova sostanza. In un mercato dove i con-sumatori sono sempre più esigenti e dove, pertanto, l’offerta si differenzia semprepiù frequentemente, è difficile riuscire ad affrontare il fenomeno delle droghe emer-

Il Punto Focale Reitox

Necessità di unmodello tecnicogenerale di EWS

Tempestività,affidabilità e web

Ciclo produttivo e didistribuzione del

mercato delle nuovedroghe

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Summary

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genti per mezzo di un sistema di allerta che rischia di dover attendere anche unanno di tempo prima di riuscire a determinare significativi effetti sulla popolazione.

9. Alla base di quanto emerso dalle nostre osservazioni, possiamo affermare chesono necessari ulteriori studi quantitativi per verificare la reale efficacia degli EWSin termini di prevenzione e riduzione dei danni sulla salute pubblica, oltre che permigliorare la comprensione del rapporto cost/effectiveness.

10. Altri studi sono necessari anche per comprendere la reale utilità e affidabilità del“pill-testing”, valutando, oltre tutto, eventuali effetti paradossi che si potrebberoavere sui comportamenti d’abuso nel momento in cui alcune produzioni venganoidentificate come “non pericolose”. È necessario, inoltre, chiarire con un approc-cio scientifico, quale possa essere definita la soglia di “non pericolosità” di una so-stanza. Va ricordato che in Italia, per poter attivare questi programmi, è necessa-ria un’integrazione e un adattamento normativo al fine di poter acquisire droghe esostanze di strada senza incorrere in incidenti legislativi. Interessante a tal propo-sito risulta l’esperienza inglese dell’Amnesty Box.

11. Da un punto di vista organizzativo, è necessario strutturare il sistema su due ma-cro-livelli: uno regionale/territoriale e l’altro nazionale, chiaramente collegati e co-ordinati nei metodi e nel flusso dei dati. In particolare, una funzione importante, alivello locale, sarà svolta dalle unità operative che risulteranno essere quelle più vi-cine ai consumatori e quindi anche le prime a cogliere le informazioni relative al fe-nomeno in questione e ad implementare in modo circostanziale le azioni di rispo-sta. Un buon ruolo per migliorare l’efficienza del sistema potrebbe essere giocatodagli Osservatori regionali, ove esistenti.

12. Al fine di assicurare un buon livello di efficienza e, quindi, di conseguente effica-cia, sia a livello nazionale che internazionale, è fondamentale prestare molta atten-zione alla fase di sviluppo e stipula degli accordi formali tra le varie istituzioni co-involte. A tal riguardo, sarà necessario prevedere il superamento di barriere buro-cratiche sedimentate negli anni e che rendono difficile poter rispettare il primocriterio di qualità richiesto da questi sistemi, ovvero la tempestività nella lettura delfenomeno e nella prontezza della risposta.

13. In ogni caso, sarà da prevedere un percorso formativo specifico ed integrato trale nuove organizzazioni coinvolte che possa supportare la realizzazione ed il man-tenimento dell’intero sistema, concentrando le azioni di formazione su alcuni ma-cro obiettivi didattici:a) riconoscimento precoce degli indicatori di allerta e valutazione del loro grado di

affidabilitàb) attivazione delle procedure di trasmissione e predisposizione della risposta

(primo livello)c) modalità di coordinamento tra le varie unità operative e tecniche di valutazione

dell’efficienza ed efficacia del sistema

14. Per quanto riguarda il meccanismo di azione dell’EWS, è bene tenere in conside-razione l’analisi di Early Warning Systems (EWS), adottati sia in ambiti diversi daquello delle droghe, sia in contesti stranieri o nazionali/regionali in cui EWS sulledroghe già esistevano. Emergono, infatti, aspetti organizzativi e funzionali comunie/o strategie adottate rivelatesi vincenti ai fini dell’evitabilità del fenomeno o dellariduzione dei suoi effetti sulla popolazione.

Esigenza di ulterioristudi di efficacia

dell’EWS

Esigenza di studiaddizionali sul

“pill-testing”

Struttura dell’EWS

Stipula di accordiformali

Percorsi formativi

Analisi di altri sistemi

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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15. Nella realizzazione di un EWS è necessario fare una serie di considerazioni preli-minari sui risultati minimi attesi dal sistema stesso, chiamando in causa la rapiditàdel suo funzionamento in relazione ai tempi di sviluppo delle nuove sostanze cheentrano nel mercato illegale, e cercando di capire quali dovrebbero essere i tempidi azione/risposta necessari a determinare l’efficienza esterna del sistema. È op-portuno, inoltre, precisare dei criteri di qualità sulla base dei quali sia possibile va-lutare la bontà del sistema definendo, quindi, il suo accreditamento.

16. Il sistema deve essere pensato ed elaborato in associazione ad alcune valutazioniin merito alla tempistica fenomenica - intesa come il tempo che intercorre tra il mo-mento in cui emerge una nuova sostanza, o un nuovo trend, e quello in cui la so-stanza viene assunta, dando visibilità alle conseguenze correlate all’assunzione didroga – e alla produzione dell’informazione utile alla definizione dell’allerta. In me-rito a quest’ultimo aspetto, è fondamentale valutare due tipi di segnalazioni, com-plementari ed ugualmente rilevanti: indicatori di allerta, di tipo “hard” (dati sulle so-stanze, dati clinici, ecc…) e di tipo “soft” (comportamenti, trend e rituali, ecc), edeventi sentinella (morti a grappolo per overdose, incidenti professionali alcol odroga correlati, aumento degli incidenti stradali, ecc…).

17. È essenziale che il sistema di allerta precoce e risposta rapida funzioni attraversoquattro macrofasi. La prima fase prevede la percezione precoce dell’evento odella condizione potenzialmente dannosa. Ciò avviene tramite la raccolta di infor-mazioni da varie fonti, il loro accreditamento e la loro valutazione ai fini della defi-nizione del grado di allerta. Nello specifico, le unità operative che costituiscono ilnetwork dell’EWS, sono incaricate di raccogliere quei dati che possono costituirenotizie utili in merito al fenomeno oggetto di osservazione adottando un serie dicollaborazioni interistituzionali essenziali all’acquisizione di dati da fonti molteplici.Tali dati giungono, attraverso delle reti di informazione, al centro di elaborazionedell’EWS, che costituisce il fulcro del sistema. Infatti, è in questa sede, preferibil-mente collocata presso gli Osservatori regionali per le dipendenze, che verrannovalutate le informazioni inviate dalle varie unità operative territoriali sulla base di cri-teri precondivisi da tutti gli enti e le organizzazioni del sistema e sulla base di ac-curate valutazioni del rischio, e che verrà stabilito il grado di allerta da segnalaree diffondere.

18. La seconda fase presenta il momento della creazione di consapevolezza in me-rito al pericolo imminente e al bisogno d’azione, attraverso la trasmissione dell’in-formazione. A tale riguardo, è opportuno fare un’analisi del sistema di reporting daadottare nella comunicazione dell’informazione di allerta. Ciò si spiega con l’esi-genza di associare alla diffusione del segnale di allerta anche un piano gestionedella risposta, diverso a seconda dell’ente o dell’organizzazione cui il segnale è di-retto. In altre parole, è opportuno prevedere una differenziazione del segnale di al-lerta in relazione al tipo di destinatario, in associazione a precise procedure diazioni di risposta relativamente al tipo di responsabilità e di competenze di cia-scuna unità operativa. Per quanto riguarda le modalità di trasmissione dell’allertae l’attivazione della risposta esistono due modelli principali: un modello gerarchico- o burocratico, che prevede che l’informazione venga trasmessa solo ai leaderdelle aree interessate attraverso una trasmissione a cascata delle procedure di at-tivazione scarsamente predeterminate – e un modello distribuito – o ad empower-ment, per cui si prevede che il centro dell’EWS avvisi, allerti e attivi direttamenteogni livello della struttura organizzativa. Esistono, però, modelli semidistribuiti, o“spontanei”, che rappresentano una combinazione dei modelli precedenti e che

Tempisticafenomenica e tipi di

segnalazione

Macrofasi difunzionamento

dell’EWS. Percezioneprecoce dell’evento

Creazione diconsapevolezza e

modelli didistribuzione

dell’allerta

Risultati minimi attesie criteri di qualità

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Summary

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risultano contingenti alle condizioni di complessità e/o instabilità dell’ambiente edell’insieme di risorse umane chiamate ad organizzare la risposta.

19. La terza macrofase si riferisce all’attivazione vera e propria della risposta struttu-rata su misure preordinate e concrete. Si tratta di uno stadio del sistema che puòprevedere l’intervento di prevenzione primaria e/o la gestione del processo e/o lagestione ottimizzata delle conseguenze dell’evento che non può essere evitato, eche denota la forte valenza consultiva che il sistema può rappresentare nel pro-cesso di decision making istituzionale sia a livello nazionale che locale.

20. È utile considerare anche una fase di follow up per osservare l’impatto del sistemae determinare, quindi, una sua valutazione. In particolare, in linea con il sistema diaccreditamento degli EWS, è indispensabile giungere a capire se l’efficienza pro-duttiva del sistema è più o meno pari alla sua efficienza esterna, in termini di im-patto determinato sulla popolazione e di risultati ottenuti sul fenomeno.

21. Infine, è opportuno fare una riflessione sulla differenza tra un sistema di allerta pre-coce e risposta rapida, come quello qui considerato, e un sistema per la sola sor-veglianza del fenomeno oggetto di osservazione. È emerso che un sistema di al-lerta precoce poggia su segnalazioni che emergono nell’immediato, senza unascadenza temporale definita a priori. Al contrario, un sistema di sorveglianza pre-vede delle rilevazioni di dati/informazioni eseguite ad intervalli periodici, basandosisull’information outreach, ovvero sull’idea che l’informazione vada ricercata, nonsolamente attesa e quindi registrata. La quasi totalità degli EWS sulle droghe adoggi funzionanti a livello internazionale si colloca in quest’ottica, articolandosi sugruppi di lavoro che, incontrandosi periodicamente, studiano in modo sistematicola diffusione, la crescita o lo sviluppo dell’abuso di droghe e problemi correlati, efornendo la base di informazioni per appropriate risposte di ordine pubblico daparte delle istituzioni responsabili.La Figura 1 mette graficamente a confronto le segnalazioni raccolte nel tempo daidue sistemi.

Attivazione dellarisposta

Valutazione delsistema

Figura 1 - Rilevamento dati nel sistema di allerta precoce e nel sistema di sorveglianza.

Sistemi di allerta vssistemi di

sorveglianza

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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È conveniente, quindi, pensare di tradurre in routine un approccio come quello dei si-stemi di sorveglianza, il cui risultato si rivela essere un monitoraggio periodico e per-manente del fenomeno. Di fatto, è consigliabile integrare i due sistemi, che non siescludono tra loro, ampliando, quindi, la ricettività dell’EWS in questione che potrebbe,in tal modo, usufruire del monitoraggio costante del sistema di sorveglianza per avereuna visione più chiara delle tendenze emergenti e quindi essere più efficiente al mo-mento della segnalazione dell’allerta e dell’attivazione della risposta. SSiisstteemmii ddii aalllleerrttaavvss ssiisstteemmii ddii ssoorrvveegglliiaannzzaa

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PARTE GENERALE

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Introduzione

L’idea di scrivere un manuale di elementi tecnici e di modellistica per la realizzazionedi un Early Warning System deriva dalla considerazione di alcuni bisogni che sono statiindividuati a livello europeo e a livello nazionale, tra organizzazioni di varia natura e chein vari modi si vedono coinvolte nella protezione della salute pubblica e, in particolare,nella gestione di situazioni di rischio legate alla produzione, alla diffusione e al con-sumo di sostanze psicotrope.

Nello specifico, questo manuale è stato pensato per soddisfare il bisogno di definireil tipo di sistema da realizzare e i vari aspetti tecnici che saranno alla base dei sistemidi allerta. Infatti, pur avendo individuato le ragioni d’essere di un EWS, ancora non èstato teorizzato come un EWS debba essere strutturato e come debba funzionare. Visono, pertanto, numerosi aspetti da chiarire prima di procede alla realizzazione di untale sistema.

Esiste, infatti, la necessità di condividere un linguaggio tecnico ed una modellistica co-mune tra i vari attori coinvolti che permetta loro di comprendersi a vicenda e di ren-dere più agevole e tempestiva la comunicazione. Infatti, se l’interazione tra i soggettipoggia su una comprensibilità condivisa dei mezzi, dei compiti e delle rispettive azioni,il sistema ne guadagnerà in termini di tempestività ed efficienza.

È necessario, inoltre, fornire elementi e spunti organizzativi concreti alle regioni e alleamministrazioni centrali che sono deputate alla gestione dell’EWS, in termini di proce-dure operative e misure d’azione. In questo modo, si potranno evitare confusioni logi-stiche e/o problemi di coordinamento che renderebbero il funzionamento dell’EWS piùcaotico e, sicuramente, meno tempestivo, determinando, quindi, un fallimento del si-stema stesso e il mancato raggiungimento degli obiettivi generali di allerta precoce erisposta rapida prefissati.

Durante l’approfondita analisi degli EWS e a seguito della teorizzazione del loro funzio-namento, è emersa la possibilità di valutare l’attivazione di sistemi avanzati e alterna-tivi per il recupero o la diffusione delle informazioni di allerta. È parso opportuno esa-minare anche questa ipotesi di lavoro in un’ottica di maggior efficacia del sistema, inlinea con i più moderni strumenti Web di ricerca multimediale, in grado di raccogliereinformazioni di vario genere dislocate e manifeste in diversi format, di riunirle, e di tra-smetterle ai gangli che compongono la rete dell’EWS.

In altri paesi stranieri, soprattutto oltre oceano, i sistemi di allerta per le droghe costi-tuiscono un’esperienza tutt’altro che nuova. Numerosi, infatti, sono gli esempi che sipotrebbero incontrare guardando agli Stati Uniti, al Canada o all’Australia. Analoghitentativi si sono riscontrati in Italia con il progetto MDMA della Regione Lombardia, che

Perché un manualesugli EWS

Definire gli aspetti tecnici

Condividere unlinguaggio tecnico

Fornire spuntiorganizzativi

Valutare sistemiavanzati e alternativi

Formalizzareproblemi attuali

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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ha coinvolto anche le Regioni della Toscana, della Campania e dell’Emilia Romagna.Risulta, quindi, importante l’idea di realizzare finalmente un EWS sulle droghe che fac-cia tesoro delle esperienze straniere e di quelle italiane, e che dia la possibilità di met-tere a fuoco e di formalizzare problemi attuali e tutt’ora aperti.Vi è, quindi, il bisogno di pensare ad uno spazio in cui il confronto e lo scambio di in-formazioni sia accessibile e funzionante, e dove i soggetti che rendono possibile il fun-zionamento del sistema possano aggiornarsi continuamente, nel modo più rapido pos-sibile, apprendere costantemente e fortificare la loro capacità di intervento. Pertanto,un EWS come quello descritto in questo manuale non è da intendersi come un si-stema statico, bensì come un sistema in costante sviluppo e miglioramento.

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Premessa

Attualmente, il sistema illecito di diffusione e spaccio delle sostanze stupefacenti sulterritorio europeo e nazionale sta utilizzando nuovi prodotti che sempre più spessosono in grado di generare danni rilevanti alla salute fisica e psichica dei potenziali con-sumatori. Ad esempio, si consideri che, secondo l’Europol, solo nell’anno 2006, sonocomparse numerose nuove sostanze, tra cui 2,4 DMA, pFPP, pCPP e DBZP, con unagran maggioranza di piperazine.Inoltre, è stato messo in luce dall’Istituto Superiore della Sanità che l’assunzione dellesostanze in argomento, da parte dei consumatori, non avviene sempre in modo con-sapevole. Talvolta, infatti, si tratta di nuove sostanze presenti, ad esempio, nelle pa-stiglie di ecstasy, di cui i consumatori non sono a conoscenza e delle quali, ancora,non conoscono gli effetti.Questi danni si manifestano in vario modo ma, soprattutto, in tempi diversificati (breve-medio-lungo termine) e con gravità che possono andare dalla morte istantanea fino adeficit cronici di funzioni intellettive importanti.Uno dei problemi principali da affrontare per poter effettuare piani di prevenzione effi-caci è la possibilità di disporre di informazioni tempestive relativamente a queste“nuove” sostanze o nuovi mix di sostanze o di diverse modalità di assunzione e asso-ciazione, della loro entrata sul mercato clandestino e dei loro effetti negativi sulla sa-lute pubblica.Pur avendo notizia che esistono sempre nuove droghe immesse sul mercato è moltodifficile riuscire a capire, con giusto anticipo, quando queste vengono immesse sulmercato per poter attuare politiche preventive. Infatti, molto spesso ci si trova davantialle evidenze fenomeniche che queste sostanze sono in grado di creare (eventi senti-nella) e che si possono esplicitare come gravi situazioni cliniche correlate alla possibileassunzione di nuove droghe o di alterazioni delle caratteristiche delle “vecchie droghe”.È stato segnalato, inoltre, un forte mutamento delle caratteristiche delle sostanze stu-pefacenti presenti sul mercato illecito che diventano sempre più diversificate e conprincipi attivi ad alta concentrazione. A complicare ulteriormente lo scenario è la com-parsa di un’abitudine al poliabuso da parte dei consumatori, che crea spesso dei mixestremamente pericolosi di sostanze e alcool. Queste “mode” sono difficilmente pre-vedibili ma sicuramente rilevabili e monitorabili a volte semplicemente ascoltando i rac-conti che molte persone tossicodipendenti fanno all’interno dei servizi di cura.È interesse delle organizzazioni europee, nazionali e regionali che si occupano dell’at-tivazione e del mantenimento di programmi per la prevenzione, cura e riabilitazionedelle dipendenze da sostanze, attivare, quindi, interventi e sistemi in grado di ridurrele conseguenze negative di questi fenomeni.

Tutto questo ha portato alla necessità di sviluppare un progetto che potesse creareun Sistema di Allerta Precoce sulle Droghe (SAPD) ma, contestualmente, di “Rispo-sta Rapida”.

Nuove sostanze,nuovi pattern

di consumo

Progetto SAPD

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Siamo, infatti, convinti che non basti semplicemente segnalare il fenomeno precoce-mente, ma che sia anche necessario organizzare una risposta rapida attraverso il co-involgimento attivo e tempestivo di tutte le organizzazioni deputate alla difesa e pro-mozione della salute in questi ambiti.Il presente lavoro è stato formulato sulla base delle indicazioni del Comitato TecnicoScientifico del progetto nazionale, riunitosi a Roma presso il Ministero della Salute indata 27.02.2006, e dei contributi forniti dai partecipanti al Workshop sui Sistemi di Al-lerta Precoce e Risposta Rapida tenutosi a Verona il 20.02.2007.

Il primo passo che si è voluto attivare è stato quello di mettere a punto un documentotecnico che, partendo dalle evidenze ed esperienze disponibili, esplicitasse un nuovomodello di Early Warning System (EWS), definendo e focalizzando i vari aspetti e pro-blematiche correlate alla costruzione di tali sistemi.Questo documento quindi riassume quanto discusso e messo a fuoco nel workshopdi Verona e nei successivi incontri del Gruppo di Coordinamento, e contemporanea-mente approfondisce ed amplia gli aspetti teorici degli EWS che sempre più trovanoapplicazione nei vari campi di pubblico interesse (sanitario, sociale, politico, econo-mico, ecc…).Le domande a cui vorremo dare delle risposte mediante questa approfondita analisisono:1. Possono essere realmente utili gli EWS nel campo dell’uso di droghe?2. Come definirne l’utilità (indicatori e criteri)?3. Quali tipi di EWS si sono dimostrati efficaci nel preservare la salute pubblica?4. Quali sono le caratteristiche (prerequisiti) che essi devono possedere per garan-

tire efficacia e tempestività?5. Qual è il grado di fattibilità, fermo restando le caratteristiche di qualità che si an-

dranno ad individuare nel contesto organizzativo, politico e tecnico scientifico Eu-ropeo, Nazionale e Regionale?

Come è intuibile, non si vuole dare per scontato che gli EWS siano sistemi utili ed ef-ficaci di per sé ma si vuole verificare queste ipotesi nel complesso contesto del “fe-nomeno droga” dove risulta difficile non solo quantificare e rappresentare la rete pro-duttiva e distributiva ma anche la prevalenza d’uso, i reali danni (mortalità, morbilità,complicazioni sociali, ecc…) per la salute derivante da tale uso e il grado di “evitabi-lità” di tali danni mediante l’attivazione di EWS.Inoltre, è opportuno chiarire che dietro le parole “Early Warning System” non c’è un’u-nivoca definizione e strutturazione tecnica.Pertanto, si configura anche la necessità di definire nel dettaglio di che cosa stiamoparlando, di quale sistema e con quali caratteristiche e requisiti.

Questo elaborato tecnico, pertanto, vuole essere un supporto teorico per tutti queisoggetti che, eventualmente, costituiranno il network operativo dell’Early WarningSystem.Inoltre, il presente documento è inteso come fonte di indicazioni per le Regioni cheavranno il compito di realizzare un sistema di allerta regionalizzato collegato però aduna struttura centralizzata, con la necessità, pertanto, di capire quali meccanismi equali canali possono collegare il livello locale con quello nazionale.Si tratta, quindi, di linee di orientamento per le Regioni che, naturalmente, potrannoessere ulteriormente specificate e arricchite a seconda della realtà locale di riferimento.

Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Modello di EWS

Verifica di utilità ed efficacia

Supporto tecnico

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Il contesto europeo e il progetto italiano

In seguito alla valutazione dell’Azione Comune del 16 giugno 1997, riguardante loscambio di informazioni, la valutazione dei rischi e il controllo delle nuove droghe sin-tetiche, effettuata dalla Commissione Europea, emerse che, benché l’Azione in séavesse mostrato un esito positivo, fosse necessario rafforzare e riorientare l’Azionestessa, ridefinendone l’obiettivo principale, precisandone le procedure e le definizioni,assicurandone la trasparenza nell’applicazione e ridefinendone l’ambito di applica-zione. Il risultato di tali osservazioni è stata la Decisione 2005/387/GAI del ConsiglioEuropeo del 10 maggio 2005.

La Decisione istituisce un meccanismo per lo scambio rapido di informazioni in mate-ria di nuove sostanze psicoattive che coinvolge tutti gli Stati Membri con le proprieunità nazionali e i propri rappresentanti nella rete Reitox, che collega tra loro istituzionipubbliche e private competenti in materia di droghe e tossicodipendenze (Figura 1).Tale meccanismo prevede anche una valutazione dei rischi connessi con queste nuovesostanze psicoattive, in modo che le misure di controllo degli stupefacenti e delle so-stanze psicotrope, applicabili negli Stati Membri, siano eventualmente applicabili an-che alle nuove sostanze psicoattive, secondo le modalità riprodotte in Figura 2.

Decisione delConsiglio Europeo

Meccanismo per loscambio rapido di

informazioni

1 GU L 167 del 25 giugno 19972 Parere espresso il 13 gennaio 20043 Per ulteriori informazioni sulla rete Reitox si veda http://www.emcdda.europa.eu/?nNodeID=403

Figura 1 - Flusso operativo per lo scambio di informazioni in materia di nuove sostanzepsicoattive previsto dalla Decisione 2005/387/GAI del CE del 10 maggio 2005 (I parte).

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La rapidità nello scambio di informazioni è necessaria affinché vengano individuate eidentificate quanto prima sostanze che, in quanto nuove, non sono ancora tabellate.Infatti, è necessario che la tabellazione di queste sostanze avvenga in tempi moltobrevi per evitare la mancata perseguibilità di eventuali produttori e trafficanti impegnatinel commercio proprio di quella sostanza. Infatti, la tabellazione di nuove sostanze per-metterà di ridurre i casi di impunibilità di spacciatori e/o produttori in occasione di pro-cessi e/o denunce a loro carico. In linea con la normativa europea, anche l’Italia,quindi, è tenuta a seguire un preciso percorso che abbia come finalità anche quelladella tabellazione della sostanza sia in ambito europeo sia, di riflesso, nel contestonormativo nazionale.

È doveroso sottolineare, che non tutte le sostanze psicoattive eventualmente trovatericadrebbero necessariamente nella tabellazione delle sostanze illecite. Infatti, se unasostanza di questo tipo è in corso d’utilizzo perché usata come prodotto medicinaleo come medicinale per uso veterinario, verrebbero eseguite una serie di valutazioni dicost/effectiveness sulla tabellazione o meno della sostanza in questione. Infatti, sel’uso di quella sostanza, in un contesto diverso da quello del consumo di droghe, ri-sulta portare a dei benefici in termini di salute pubblica, è necessario valutare l’appro-

Figura 2 - Flusso operativo per lo scambio di informazioni in materia di nuove sostanzepsicoattive previsto dalla Decisione 2005/387/GAI del CE del 10 maggio 2005 (II parte).

Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Tabellazione epunibilità

Usomedico/veterinario

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Il contesto europeo e il progetto italiano

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priatezza della tabellazione che potrebbe eventualmente significare la preclusione diquesti benefici.Alla luce di questa osservazione, come stabilisce l’art. 7, comma 3 della Decisionesopraccitata, per le sostanze utilizzate per produrre un medicinale per il quale è stataconcessa/presentata/sospesa un’autorizzazione all’immissione in commercio, non èprevista la valutazione dei rischi da parte di OEDT ed Europol. Nel caso la sostanza ri-cada in queste categorie, la Commissione, sulla base dei dati raccolti dall’OEDT e dal-l’Europol, valuta, insieme all’Agenzia europea per la valutazione dei medicinali (AEVM),la necessità di ulteriori azioni in stretta cooperazione con l’OEDT e conformemente almandato e alle procedure dell’AEVM.

Come espresso nel paragrafo 3 dell’articolo 9 della Decisione del Consiglio Europeogià menzionata, la normativa non impedisce ad uno Stato membro di mantenere o diintrodurre nel suo territorio le misure di controllo nazionali che esso ritiene opportunenel caso in cui una nuova sostanza psicoattiva venga individuata.In linea con tale affermazione, nella realtà italiana, il Ministero della Salute, in collabo-razione con il Ministero della Solidarietà Sociale (punto focale Reitox), ha promossoun progetto che sia in linea con gli impegni adottati a livello europeo in tema di lottacontro la droga e che possa creare un meccanismo nazionale per lo scambio di in-formazioni, la valutazione dei rischi e il controllo delle nuove sostanze psicoattive e/odi nuove mode d’uso.

Il progetto prevede la creazione di un sistema di allerta precoce e di risposta rapidache si basa sull’idea che non sia sufficiente segnalare il fenomeno della comparsa dinuove sostanze psicoattive, ma che sia anche opportuno pensare all’organizzazionedi una reazione che coinvolga in modo attivo e tempestivo tutte le organizzazioni inca-ricate alla difesa e alla promozione della salute dei cittadini.L’obiettivo generale del progetto è quello di realizzare un Early Warning System (EWS)in grado di ridurre le conseguenze negative dell’apparizione sul mercato illegale dinuove sostanze e/o nuovi pattern di consumo.

Un ruolo estremamente importante nella realizzazione di questo progetto è ricopertodal Punto Focale nazionale che trova la propria allocazione presso la Direzione Cen-trale per le Politiche sulle Dipendenze del Ministero della Solidarietà Sociale. Il PuntoFocale nazionale agisce nell’ambito della rete REITOX, che collega tra loro istituzionipubbliche e private competenti in materia di droghe e tossicodipendenze, e che è co-ordinata dall’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (OEDT oEMCDDA). La sua attività, a partire dal giorno 1 novembre 2004 ad oggi, è stata fina-lizzata prevalentemente al raggiungimento dei seguenti obiettivi:• rispondere agli adempimenti contrattuali previsti tra EMCDDA e Punto Focale,• riorganizzare la raccolta dei dati, in termini di contenuti, metodologie e strumenti al

fine di poter fornire all’EMCDDA le informazioni nella modalità e nei tempi richiesti,• potenziare il sistema di allerta rapida in Italia

Le principali attività svolte, quindi, possono essere così sintetizzate:• partecipazione alle riunioni del Consiglio di Amministrazione dell’EMCDDA in qualità

di membri,• partecipazione alle riunioni della Rete Reitox in quanto Punto Focale italiano,• partecipazione alle riunioni ed alla “Reitox Academy” degli esperti nazionali,• sperimentazione e valutazione dei questionari standard promossi dall’EMCDDA,• redazione del Rapporto annuale, dei questionari e delle tabelle standard,• incontri con i referenti europei per il sistema di allerta rapida,

Misure di controllonazionali

Il progetto italiano

Punto Focale Reitox

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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• predisposizione di un progetto per la strutturazione del sistema di allerta rapida inItalia.

È per tanto indispensabile prevedere che il progetto italiano venga gestito e diretto dalsuddetto Punto Focale nazionale alla luce delle competenze che la normativa italianagli conferisce e delle attività che, quindi, gli sono proprie.

Considerando la creazione di un sistema di allerta precoce e risposta rapida come l’o-biettivo generale del progetto italiano, è opportuno identificare anche gli obiettivi spe-cifici per realizzare una siffatta struttura che ne definiscano anche i particolari risultatida conseguire tramite l’EWS in termini di tutela della salute pubblica. Ciò è fondamen-tale, innanzi tutto, per una maggior chiarezza e comprensibilità della ragion d’essere,del funzionamento e delle finalità dell’EWS, ma anche per delineare correttamente eprecisamente i pacchetti di attività che si intendono intraprendere per la realizzazionedell’EWS.La Tabella 1 riassume gli obiettivi specifici per la realizzazione di un Sistema di AllertaPrecoce e Risposta Rapida sulle Droghe.

Obiettivi del progetto

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Il contesto europeo e il progetto italiano

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Tabella 1 - Obiettivi specifici del progetto EWS.

1

2

3

4

5

6

Mappare i sistemi di allerta rapida esistentisia in ambito nazionale che internazionale

Creare un modello formale a partire dalleesperienze esistenti della RegioneLombardia e dell’Istituto Superiore di Sanità

Realizzare un sito specifico web “DRUGSALLERT – SISTEMA DI ALLERTA PRECOCEE RISPOSTA RAPIDA” per fornireinformazioni sulla scoperta precoce e ilmonitoraggio delle nuove droghe

Attivare il sistema e sperimentarnel’efficacia, la fattibilità ed i costi

Consolidare e migliorare i meccanismi per loscambio di informazioni a livello nazionale

Migliorare in collaborazione con l’OEDT larapidità e l’efficacia delle procedure discambio

Sarà necessario fare una revisione organica deisistemi esistenti anche in altri settori, diversi daquelli delle dipendenze da sostanze, e prevedereun coordinamento nazionale di tali sistemi.

All’interno di questo modello dovranno essereben definite le reti locali di comunicazione che inqualche modo possono già esistere e chedevono trovare un’amplificazione della loroefficacia all’interno di questo progetto.

Per agevolare l’accesso sia in fase di inserimentodelle informazioni per la segnalazione di eventisentinella che di successiva distribuzione delleinformazioni di ritorno in feedback rapido ènecessario sviluppare un sito WEB che permettaun’agevole mantenimento, oltre che un’altapotenzialità di raggiungimento, da parte deipotenziali segnalatori.

Il sistema andrà attivato sperimentalmente in areemetropolitane particolarmente ad alto rischio, alfine di evidenziare al meglio la funzionalità stessadel sistema e di migliorare eventuali punti critici.

Creare una rete permanente e strutturata via web(con accessi agevolati e newsletters elettroniche)su questi temi con il fine di coinvolgere leistituzioni nazionali interessate (Ministericompetenti, Istituto Superiore di Sanità ecc.), leamministrazioni Regionali, le unità operative dicura e prevenzione territoriali e le varie altreorganizzazioni di interesse e competenza.

Creare un rapporto stabile per la consultazione ela trasmissione dei dati anche a livello europeocon aree del portale dedicate a tale scopo.

OBIETTIVO SPECIFICHE

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Collaborazioni previste per il progetto

Poiché l’EWS è inteso come sistema integrato, che si avvale, quindi, di altri sistemipropri di altre realtà organizzative o di altri enti, il Comitato Tecnico auspica l’attivazionedi una serie di collaborazioni tecnico scientifiche con i soggetti di seguito riportate:

• Regione Lombardia, ed in particolare il Dipartimento delle Dipendenze MI• Punto Focale UE• OEDT - European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCCDA)• European Police Office (EUROPOL),• European Agency for the Evaluation of Medicinal Products (EMEA)• National Institute on Drug Abuse – USA• SDA – Bocconi (master in GMS)• Istituto Superiore di Sanità• Rete dei laboratori della ASL• Gruppo tecnico sulle droghe sintetiche• Centri Antiveleni• Gruppo Italiano dei Tossicologi Forensi• Forze dell’Ordine (in particolare DCSA)• Coordinamento Nazionale 118• Osservatori Regionali sulle Dipendenze• Altri gruppi ed organizzazioni nazionali ed internazionali di settori utili allo sviluppo e

buona riuscita del progetto

L’adesione al progetto verrà offerta a tutte le Regioni e Province Autonome secondole usuali modalità di interlocuzione formale.

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Risultati minimi attesi

In relazione agli obiettivi specifici di un EWS, è opportuno individuare i cosiddetti BaseLine Results (BLR) che rappresentano, in termini quantitativi, i risultati minimi attesi cuiarrivare per considerare l’obiettivo raggiunto. I BLR sono correlati a ciascun obiettivospecifico. Di conseguenza, la loro individuazione è utile per valutare ex-post se que-gli stessi obiettivi siano stati raggiunti ed, eventualmente, in quale misura, al fine di va-lutare e correggere il funzionamento del sistema.Nel caso di un EWS, è opportuno individuare i BLR basandosi sulle evidenze scienti-fiche, sull’esperienza maturata da analoghe attività, stimando il reale grado di fattibilitàe raggiungibilità degli obiettivi, in accordo con i vari enti coinvolti nel sistema. Pertanto,come mostrato in Tabella 2, ad ogni obiettivo specifico è stato associato un indica-tore, che ha come scopo quello di segnalare l’intensità dell’evento da prevenire e/oda ridurre, e di misurare e quantificare i BLR.

È opportuno considerare come BLR il grado di copertura del territorio, inteso come ilnumero di unità operative effettivamente attivate a seguito della segnalazione di allertarispetto a quelle potenzialmente esistenti ad attivabili. Tale indicatore servirà a valutarel’efficienza del segnale di allerta, dei canali di comunicazione di cui ci si avvale per latrasmissione dell’informazione e delle procedure per l’attivazione della risposta.

Infine, è utile cercare di avere una valutazione del sistema in riferimento alla riduzionedei danni che ci si propone di evitare e/o prevenire. L’indicatore per valutare il raggiun-gimento di tale obiettivo sarà dato dalla differenza tra la quantità di danni attesi senzaalcun intervento e la quantità di danni effettivamente osservati con l’attivazione dell’in-tervento. In questo modo sarà possibile procurarsi una valutazione dell’efficacia del si-stema.

Trattandosi di un sistema di allerta precoce, la misura che abbiamo ritenuto più oppor-tuno utilizzare è il tempo di segnalazione e reazione (tempo o periodo), che ci permet-terà di comprendere quali siano i tempi massimi di attivazione dell’allerta e della con-seguente risposta tali per cui il sistema si possa definire efficace in relazione alla ve-locità delle dinamiche del fenomeno che si vuole contrastare e di cui si dovrebbeprevenire la comparsa o limitare i danni.La misura dei tempi, quindi, deve tener conto di due parametri: l’efficienza e l’effica-cia. Quando ci si riferisce al primo parametro, l’alto grado di efficienza produttiva in-terna si ha quando il tempo di reazione osservato (tempo o periodo) è molto simile altempo minimo di produzione ottenibile dal sistema al massimo del suo rendimento.In riferimento al secondo parametro, invece, nonostante vi possa essere un buontempo operativo, è necessario valutare se tale tempo consente di organizzare una ri-sposta valida in relazione ai tempi di comparsa ed evoluzione del fenomeno che por-terà a conseguenze dannose. Per esempio, se dal momento dell’introduzione e con-

Base Line Results

Copertura delterritorio

Riduzione del danno

Misura del tempo

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fezionamento di droghe con sostanze particolarmente tossiche al momento dell’as-sunzione di tali sostanze con distribuzione esterna sul territorio passano circa 10 giornie la distribuzione continua fino a saturare il territorio nazionale in altri 20 giorni, è chiaroche i tempi operativi di reazione dovranno essere coerenti con quelli di evoluzione delfenomeno, se si vuole essere efficaci.Tutto ciò va valutato tenendo conto anche che nella produzione clandestina di nuovedroghe si assiste al decadimento commerciale delle “novità” secondo le teorie del ci-clo di vita del prodotto e che quindi l’attuazione tardiva di misure specifiche per unacerta sostanza potrebbe essere totalmente inutile, in quanto tale sostanza è ormaiscomparsa dal mercato per esaurimento del ciclo produttivo (vedi oltre).Conoscere, quindi, la tempistica con cui si sviluppa il fenomeno dannoso sarà fonda-mentale per organizzare e tarare i tempi operativi (efficacia produttiva interna) del si-stema in maniera concreta e realistica.

Figura 1 - Tempistica dell’EWS.

In Figura 1 è possibile vedere schematizzata la situazione che descrive la tempisticadell’EWS in relazione alla produzione e diffusione delle sostanze.Per quanto riguarda la diffusione di sostanze anomale, è doveroso fare una precisa-zione. Nel caso di un modello di “diffusione epidemica”, la replicazione dei casi inci-denti avviene per autoreplicazione dell’agente patogeno in relazione al numero di sog-getti che questo riesce ad infettare. L’andamento del numero dei casi incidenti di-pende dal coefficiente di riproduzione di un epidemia, Ro = C x ß x D, ove Ro. Ilcoefficiente di riproduzione di base di un’epidemia è dato dal tasso di acquisizione dinuovi contatti (C), dalla probabilità di trasmissione durante un contatto (ß) e dalla du-rata media di infettività, ovvero dalla durata della contagiosità (D). Questo rappresentail numero di nuovi soggetti positivi che un soggetto positivo riesce a generare nella du-rata media della sua infettività.

Andamento dei casiincidenti

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Risultati minimi attesi

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Nel caso della diffusione di sostanze anomale, invece, il numero di casi incidenti è inrelazione ad un’azione attiva di diffusione di sostanze. L’andamento dei casi incidentidipenderà fondamentalmente, quindi, oltre che da altri fattori, dal numero di dosimesse in circolazione con una variabilità che risente fortemente della produzione e delnumero di dosi messe in commercio e, quindi, di una costante alimentazione da partedi una fonte centrale.

Si può notare che, mano a mano che la sostanza messa in circolazione si diffonde,una serie di casi “anomali” ad essa correlati vengono segnalati. Il sequestro della so-stanza si riferirà, verosimilmente, ad un quantitativo comunque inferiore rispetto aquello circolante a disposizione sul mercato. Per tale ragione, è auspicabile che i se-questri avvengano quanto prima rispetto all’entrata sul mercato della nuova droga(tempo di latenza t1). Infatti, maggiore l’attesa per un sequestro, maggiori saranno leprobabilità che la sostanza continui a diffondersi e, quindi, a provocare effetti negativisulla salute fisica e psicologica della popolazione.Una volta sequestrata la sostanza, i laboratori legali si dovrebbero occupare dell’ana-lisi di un campione di quella sostanza e di segnalare i risultati delle analisi svolte al cen-tro dell’EWS. Quindi, se tra il sequestro e l’analisi sarà già trascorso un certo periododi latenza t2, analogamente sarà possibile parlare di tempo di latenza t3 tra l’analisi e lasegnalazione all’EWS.Come verrà di seguito descritto, le segnalazioni che giungono al centro dell’EWS do-vranno essere valutate in modo tale da considerarne l’accreditamento e, eventual-mente, da associarne il grado di allerta appropriato che dovrà essere comunicato (rea-zione di allerta) insieme all’organizzazione della risposta. Tale processo impiegherà untempo di latenza t4 prima che l’EWS determini l’effettivo intervento di enti, istituzioni eorganizzazioni affinché si adoperino per affrontare in modo concreto una risposta alfenomeno segnalato.La linea rossa in grassetto, al centro del grafico, individua dove si posiziona l’interventorispetto alla diffusione della sostanza, mettendo in luce lo scarto temporale teorico trala comparsa della sostanza sul mercato e l’inizio dell’azione di risposta. A questo lassodi tempo, tuttavia, è necessario pensare di aggiungere un tempo di inerzia del sistemanecessario all’adattamento richiesto, ovvero indispensabile alla mobilitazione e al dis-piego delle risorse a disposizione per mettere in opera l’azione di risposta.

Pertanto, quando si parla della relazione tra tempistiche d’azione ed EWS è necessa-rio anche fare un’analisi dei tempi di sviluppo delle nuove sostanze che entrano nelmercato illegale e cercare di indicare con quanta rapidità il sistema sia in grado di se-gnalare l’apparizione della nuova sostanza rispetto alla sua concreta comparsa e dif-fusione tra i consumatori. Per fare ciò, è utile considerare le nuove droghe come un“normale” prodotto che viene immesso sul mercato e che segue un’evoluzione similea quella di tutti gli altri prodotti, secondo i modelli proposti dagli studi di marketing.

In particolare, l’analisi dell’evoluzione dinamica dei prodotti sul mercato indica l’ipotesisecondo cui anche i prodotti sono soggetti a successive fasi evolutive in relazione allaloro diffusione, in una determinata arena di mercato. Tali fasi evolutive vengono de-scritte in quello che nella teoria economica viene definito come “modello del ciclo divita del prodotto”.La teoria indica che i prodotti tendono a mostrare un arco di vita limitato e a presen-tare, nel corso della loro evoluzione, un andamento delle vendite che segue una curvaad S (Figura 2). Nel ciclo di vita del prodotto si identificano quattro fasi distinte: intro-duzione, crescita, maturità e declino.

Tempistica

Nuove droghe comeprodotti sul mercato

Ciclo di vita del prodotto

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Per meglio comprendere l’utilità di questo modello interpretativo è necessario ricor-dare che è stato osservato come i produttori di nuove sostanze tendano a differen-ziare sempre più la loro “offerta” perché i consumatori, soprattutto quelli che acqui-stano di più, gradiscono sperimentare nuove varianti (fermo restando le caratteristicheprincipali degli effetti ricercati nelle sostanze). Per questo motivo, vengono introdottevarie “novità” che possono, in qualche modo, far aumentare le vendite.Qualsiasi prodotto (legale o illegale), nel momento in cui ne viene differenziata l’offerta,aumenta il proprio volume globale di vendita. Con una costante sperimentazione o dif-ferenziazione gli spacciatori possono quindi creare un maggior profitto e, in questomodo, tutti i tipi di consumatori possono essere soddisfatti, ampliando, di conse-guenza, il numero di clienti. Se una variabile del prodotto non creerà mercato, è ipo-tizzabile che la sua produzione, entro un certo tempo, cesserà.

Considerando il modello del ciclo di vita del prodotto, in una prima fase, detta fase diintroduzione, il prodotto viene lanciato con l’obiettivo di soddisfare un bisogno poten-ziale oppure esistente, presente nell’arena di mercato composta da quei consumatorii cui bisogni risultano strettamente coincidenti con l’insieme delle caratteristiche pro-poste dall’offerta.Nell’ambito delle droghe, i bisogni che l’offerta vuole soddisfare si esplicitano nel bi-sogno di provare sensazioni piacevoli, di divertimento, di eccitazione, ma anche nelbisogno di appartenenza, di aumentare la capacità relazionale, nel bisogno di sicu-rezza, ecc… e l’offerta si propone di introdurre sul mercato prodotti che siano in gradodi soddisfare proprio questi bisogni.Va ricordato che dopo un certo periodo d’uso di un prodotto, il cliente tende a ricer-care nuove varianti e a specializzare e “raffinare” il proprio gusto, approvando nuoveproposte anche per il fenomeno della saturazione dello stimolo, che si può instauraredopo un certo tempo d’uso di un “prodotto”.La durata del periodo di introduzione varia anche in relazione alle variazioni del vantag-gio comparato percepito dai consumatori nei confronti delle alternative esistenti. Ciòsignifica che quanto più elevato è il vantaggio avvertito in termini di gradimento, faci-lità d’uso e immediatezza dei vantaggi osservati, tanto più breve risulterà la fase di dif-fusione nel mercato.L’arco di tempo per l’introduzione del prodotto cambia anche a seconda della dispo-nibilità di informazioni riguardo ai benefici associati al prodotto e delle barriere all’ado-zione, in termini, ad esempio, di incompatibilità con gli standard esistenti per altri pro-dotti simili.

Nell’ambito delle droghe è, quindi, possibile sostenere che i consumatori di sostanzesono persone che, per la maggior parte, approvano e ricercano nuovi stimoli assicu-randosi, da un lato, il godimento primario nell’uso del prodotto (ad esempio, con leamfetamine) e, assicuratosi quello, cercano e apprezzano le differenze secondarie for-nite, eventualmente, da altre sostanze aggiunte alle amfetamine. Quindi, le vendite diuna nuova sostanza, come quelle degli altri prodotti che vengono immessi sul mer-cato, potrebbero all’inizio aumentare lentamente, poiché molti consumatori ancora nonlo conoscono o sono restii a sperimentarlo, ma una volta superato l’eventuale atteg-giamento sospettoso, se la nuova droga possiede le caratteristiche utili alla sua diffu-sione, inizia la fase della crescita, portando ad una conseguente conquista di nuovefette di mercato.

È però doveroso chiedersi se un ragionamento simile è applicabile anche in circo-stanze in cui i consumatori di sostanze vengono a contatto con prodotti percepiticome scadenti o comunque non graditi. Ci si potrebbe, infatti, interrogare su che tipo

Nuove droghe: offertae preferenze

Introduzione delprodotto

Ricerca di nuovistimoli

Prodotti scadenti onon graditi

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Risultati minimi attesi

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di diffusione o di acquisto può caratterizzare questi prodotti nel mercato delle droghee ipotizzare che potrebbero vivere una diffusione che tende ad autolimitarsi, essendoqueste sostanze di qualità inferiore o particolarmente nocive alla salute. Ciò potrebbedeterminare, quindi, un rifiuto da parte del consumatore. Tuttavia, si potrebbe ancheragionare secondo una prospettiva diversa, ovvero secondo l’idea che un consuma-tore sarà attirato maggiormente da quelle sostanze che costituiscono una novità e/oche potrebbero fornirgli un godimento maggiore, definendo, pertanto, una linea di dif-fusione della sostanza pressoché inversa a quella dell’autolimitazione.

Nella pratica del ciclo di vita del prodotto, quando i consumatori hanno valutato favo-revolmente un prodotto e lo hanno adottano, gli acquisti aumentano in modo più re-pentino. Per tale ragione, come si può notare in Figura 2, la fase di crescita, di solito,presenta una pendenza abbastanza ripida.È da sottolineare che proprio in questo stadio l’incremento dei volumi di vendita, in-sieme alla cresciuta accettabilità del prodotto, segnalano il potenziale di redditività as-sociato alla progressiva diffusione del prodotto. Ciò potrebbe spingere i nuovi concor-renti, che nel caso delle droghe sono i produttori di sostanze sintetiche con i loro la-boratori e i loro network per lo spaccio, ad entrare nel gioco competitivo per acquisirequota di mercato, poiché si sono ridotti i rischi in precedenza associati alla fase di in-troduzione ed è ora possibile proporre sempre di più sostanze di quel tipo e vedereassicurati i relativi guadagni. Sebbene sia prevedibile che verso la fine di questa fasesi verifichi un aumento della tensione competitiva, in termini di assortimento, è oppor-tuno notare che il tasso di produttività tende a mantenersi elevato.

Lo stadio della maturità è caratterizzato dalla stabilità raggiunta dal volume delle ven-dite nel suo complesso e da una progressiva saturazione del mercato per quanto con-cerne l’insieme dei segmenti di domanda in cui questo si articola. Ciò comporta unaumento più lento delle vendite che, spesso, si stabilizzano attorno ad un certo va-lore, e la concorrenza tra imprese/produttori che forniscono quel prodotto raggiungeil suo apice durante questa fase.Per quanto concerne la domanda, questa tende ad assumere in misura sempre mag-giore la connotazione di acquisto ripetuto o di sostituzione. Dal lato dell’offerta, invece,ciò corrisponde ad un’esplorazione della possibilità di intervento sulla ridefinizione dellecaratteristiche del prodotto, ovvero lievi cambiamenti delle caratteristiche della so-stanza prodotta e messa in circolazione. Tali modifiche, tuttavia, non hanno caratteresostanziale, ma tendono ad interessare le dimensioni accessorie del prodotto senzaper questo intervenire direttamente su alterazioni della performance complessiva dellostesso.In questo stadio, assumono particolare rilievo le decisioni che riguardano la pianifica-zione dell’obsolescenza del prodotto, intesa come la fase di “invecchiamento” dellasostanza. Con ciò si intende far riferimento all’insieme delle decisioni volte deliberata-mente a rendere obsoleto un prodotto, attraverso l’introduzione ravvicinata di genera-zioni successive dello stesso, nella fattispecie, di nuove sostanze.

La fase di declino costituisce la fase conclusiva del ciclo di vita del prodotto. Il volumedelle vendite segna un declino costante e continuativo, a causa dell’introduzione dinuovi prodotti nell’arena di un mercato che tende sempre più a specializzarsi, creandole condizioni per posizioni di nicchia e quindi la necessità di proporre sostanze e dro-ghe alternative. In alcuni casi, questa discesa è graduale e può durare per lunghi pe-riodi. In altre situazioni, invece, i gesti dei consumatori variano così rapidamente e/o iconcorrenti accrescono la loro quota di mercato in misura così rapida, da far calare levendite di quel determinato prodotto in modo brusco. Il risultato finale, di solito, è il ri-

Crescita

Maturità

Declino

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tiro del prodotto dal mercato.Durante questo periodo, per i normali prodotti di mercato, le modificazioni delle carat-teristiche sia di base che accessorie del prodotto sono estremamente contenute, disolito rimanendo a giustificazione della presenza sul mercato di quel prodotto. Perquanto riguarda il mercato delle droghe sintetiche, è possibile osservare già l’appari-zione di nuove sostanze che inizieranno il loro ciclo di vita sul mercato illegale.

Figura 2 - Il ciclo di vita del prodotto.

Particolare enfasi, come già ricordato, è da dedicare, alla differenziazione del prodottoin base alla segmentazione della domanda, ottenuta modificando le caratteristiche dibase dei prodotti in risposta alle esigenze specifiche di diverse categorie di consuma-tori. Ciò si spiega con il fatto che la maggior parte dei consumatori di droghe sonopropensi a sperimentare le novità purché l’effetto di base del piacere fisico e psicolo-gico venga conservato. Di conseguenza, i produttori di sostanze saranno incentivatia differenziare il tipo di sostanza proposta, a fornire un’offerta alternativa, garantendo,però, il “godimento” primario.

Ciò su cui è importante interrogarsi ai fini del funzionamento di un EWS nel campodelle droghe è la durata delle fasi del ciclo di vita del prodotto. In altre parole, è impor-tante chiedersi se sia possibile stabilire quanto dura ogni singolo stadio, come sia pos-sibile definire le grandezze caratteristiche di ogni singola fase e da cosa dipendono levariazioni nella durata di una fase, sia da un punto di vista longitudinale, riferito al me-desimo prodotto, che fra prodotti differenti.

I ricercatori si sono sforzati di definire delle regole generalizzabili ad una classe relati-vamente ampia di prodotti. Tuttavia, risulta difficile effettuare generalizzazioni e previ-sioni sulla base della teoria del ciclo di vita del prodotto e non è quindi fattibile, ad oggi,determinare esattamente quanto possa durare ogni fase. Di fatto, l’evidenza empiricaaccumulata negli studi concernenti le dimensioni critiche del ciclo di vita del prodottoha messo in luce la grande variabilità che contraddistingue il succedersi delle fasi evo-lutive. Ciò ha sollevato critiche sulla validità della teoria, a causa delle ambiguità pre-senti a livello di misurazione e dello scarso valore predittivo come strumento per le de-cisioni di marketing.

Differenziazione delprodotto

Durata delle fasievolutive

Variabilità delle fasievolutive

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Risultati minimi attesi

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È opportuno anche segnalare che non tutti i prodotti seguono un vero e proprio cicloproduttivo. Talvolta, un prodotto può riscuotere un successo tale nella fase immedia-tamente successiva alla sua introduzione da non dover sperimentare contenuti volumidi vendita o variazioni (come, ad esempio, per la cocaina). Alcuni prodotti possono,poi, attraversare fasi di rinnovata crescita o, magari avviato ad un progressivo declino,recuperare terreno in termini di diffusione del mercato, come avvenuto, ad esempio,nel caso dell’LSD. Le variazioni principali, pertanto, si osservano per le diverse speciedi amfetamine o composti complessi, quali l’ecstasy, ad esempio, benché ultima-mente sia stata osservata l’introduzione di varianti anche per le droghe maggiori, comel’eroina e la cocaina stessa (basti pensare al crack, alla coca-atropina, alla speedball,ecc…).Per quanto riguarda il mercato di sostanze illecite, bisogna tener presente che la pre-dilezione per un prodotto dipende dal soggetto che lo acquista il quale, esplicitandola propria preferenza, influenza la maggior o minor produzione della sostanza e, quindi,la sua più o meno breve vita sul mercato. Infatti, è verosimile che più una certa drogaprimaria, contenente un particolare “contaminante”, verrà richiesta, più questa verràprodotta e proposta, al pari di qualsiasi prodotto commerciale.Allo stesso tempo, però, è probabile che proprio per essere una sostanza nuova, que-sta sarà oggetto di maggior attenzione e uso da parte dei consumatori che cercanosempre nuovi stimoli e godimenti fisici e psicologici.Analogamente, è possibile che una sostanza appaia sul mercato e che si mantengastabile nel quantitativo di vendite o che, al contrario, mostri un picco di consumo ini-ziale seguito da un declino repentino.In conclusione, quindi, è opportuno segnalare che oltre alla difficoltà nel determinarela durata delle singole fasi del ciclo di vita del prodotto, sembra abbastanza arduo an-che stabilire un unico modello di evoluzione per un prodotto quale quello delle droghesintetiche (Figura 3).

Pluralità di cicli di vita

Figura 3 - Possibili modelli di evoluzione delle vendite.

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In conclusione, sarebbe conveniente ragionare sulla compatibilità di un modello evo-lutivo delle sostanze illecite, come quello appena presentato con le sue caratteristi-che teoriche e la sua variabilità a livello empirico, e la tempistica necessaria, in un EarlyWarning System, per l’identificazione di nuove sostanze.

In altre parole, sarebbe consigliabile interrogarsi sull’utilità di un sistema come l’EWS,qualora questo non sia in grado di individuare delle nuove sostanze in tempi inferioririspetto ai tempi di comparsa e di vita di quelle stesse sostanze. Infatti, se per identi-ficare una sostanza, che, supponiamo, abbia vita per sei mesi, un EWS impiega unanno o più, quale beneficio ci si potrà attendere nell’attivare una risposta in relazionea quella sostanza? In tal caso, sarebbe ragionevole prevedere che tale risposta giun-gerà tardiva rispetto all’emergere di quella sostanza che, nel mentre, potrebbe esseregià nella sua fase di declino o, addirittura, essere già scomparsa ed essere stata so-stituita da un’altra sostanza diversa, rendendo vana la ragion d’essere del sistemastesso.

Tenendo presente quanto detto sopra, sembra ragionevole pensare ai risultati minimiattesi secondo due criteri: l’efficacia del sistema e la sua efficienza.Pertanto, per ogni indicatore di allerta sono stati individuati dei BLR di efficacia e di ef-ficienza. I primi hanno la funzione di indicare quali sono i risultati minimi da raggiungereper considerare il sistema valido e adeguato al raggiungimento degli obiettivi generali.I secondi faranno riferimento ai tempi di funzionamento dell’EWS indicando le soglietemporali oltre cui l’intervento del sistema risulterebbe vano.Data la complessità della tematica e la mancanza, ad oggi, di ricerche empiriche sod-disfacenti atte a determinare con precisione i BLR-ECA e i BLR-ECE, non è stato pos-sibile definire precisamente alcuni intervalli di tempo. Per questi, però, sono state in-dicate alcune osservazioni che potrebbero essere utili alla discussione al fine di col-mare le lacune presenti e contribuire a dare una formalizzazione e una teorizzazionefutura alla questione degli obiettivi minimi previsti per un EWS.

Prima di procedere alla definizione concreta dei BLR, è necessario definire un ele-mento chiave per la valutazione dell’efficienza dell’EWS: il tempo di allerta/risposta(tempo operativo).Il tempo di allerta/risposta è il tempo trascorso tra la comparsa dell’evento, la sua in-dividuazione, la segnalazione all’EWS, l’allerta, fino all’attivazione della risposta. In Fi-gura 4 è possibile vedere questa definizione in schema.

Compatibilità degli EWS

Ciclo di vita dellenuove sostanze e

utilità dell’EWS

BLR: efficacia edefficienza

Tempo diallerta/risposta

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Risultati minimi attesi

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Dall’istante in cui una nuova droga emerge sul mercato illecito al momento in cui saràpossibile individuarla od osservarne le prime evidenze fenomeniche di tipo clinico saràtrascorso un certo lasso temporale, che è possibile definire come T1 di latenza. Ana-logamente, prima che le evidenze fenomeniche giungano, sotto forma di segnalazione,all’Early Warning System, sarà trascorso un altro periodo di tempo, detto T2 di latenza.A questo punto, come si vedrà in seguito, l’EWS necessiterà di un certo periodo T3 dilatenza, prima di dare un segnale d’allerta. Infine, dalla segnalazione d’allerta all’attiva-zione pratica della risposta trascorrerà dell’altro tempo T4 di latenza, prima che questarisulti effettiva.Il tempo di allerta/risposta, in conclusione, è dato dalla sommatoria dei tempi di latenzache intercorrono tra l’evento in questione e l’attivazione della risposta.

Considerando, quindi, l’efficienza interna di un EWS come l’obiettivo da porsi, e pren-dendo come indicatore di efficienza il tempo operativo, si avrà, come già esposto, unalto grado di efficienza produttiva interna quando il tempo di reazione osservato saràmolto simile al tempo minimo di produzione ottenibile dal sistema al massimo del suorendimento.All’efficienza interna, però, è necessario associare l’efficienza esterna, o allocativa, in-tesa come l’impatto significativo che il sistema è in grado di determinare sull’esternoin cui opera.A questo punto è doveroso chiedersi quale sia, per un EWS, la relazione tra le due ef-ficienze. L’analisi dei sistemi di allerta svolta per la stesura del presente modello ha in-dicato una relazione di tipo incongruente. Infatti, per quanto riguarda la loro efficienza

Figura 4 - Tempo di allerta/risposta.

Tempi di latenza

Efficienza interna ed esterna

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interna, è stato calcolato che un EWS mostra un alto grado di efficienza in un periododi circa un anno, quando il sistema di allerta è al massimo della sua accelerazione.A queste condizioni, l’efficienza allocativa risulta essere molto scarsa. Di fatto, comesi è voluto mostrare in questo paragrafo, la nascita di nuove sostanze e di nuovi pat-tern d’uso avviene in maniera molto rapida: è possibile pensare che un nuovo pro-dotto possa presentarsi ogni 4-6 mesi. Per tanto, se l’arco temporale minimo di rea-zione dell’EWS è, come abbiamo visto, di un anno, e quindi superiore ai 4-6 mesi, chetipo di impatto esterno è ragionevole aspettarsi, considerando che una o più sostanze,potrebbero essere già emerse, e magari già declinate, e aver già portato gli effetti dan-nosi ad esse correlate? Dallo studio eseguito è verosimile affermare che un EWS pen-sato così come proposto non sia di grande utilità, poiché la tempestività, che do-vrebbe essere, di fatto il criterio primario per caratterizzare un sistema di allerta pre-coce, risulta di gran lunga limitata.

In Tabella 1 vengono riportati gli obiettivi, i relativi indicatori e, quindi i risultati minimi at-tesi, BLR, raggiunti i quali è possibile valutare l’efficienza dell’EWS.

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Tabella 1 - Obiettivi, indicatori e BLR teorici di un EWS.

ECA= efficacia attesaECE= efficienza attesa

Evitare la distribuzione/diffusionedi droghe o contaminanti ad altatossicità, acuta o cronicaNumero e tipo di nuove droghescoperte

Contribuire a ridurre la diffusionedi sostanze

Contribuire a ridurre la diffusionedi nuovi comportamenti d’abusoe “mode” particolarmentepericolose

Prevenire la comparsa ditossicità acuta (morti a grappolo)

Contribuire a prevenire lacomparsa di tossicità cronica(invalidità e/o danni sociali)

Ridurre il riconoscimento tardivodi intossicazione acuta dasostanze “anomale” ocontaminanti

Ridurre l’impunibilità deglispacciatori e/o dei produttori pernon tabellazione delle sostanze

• Numero e tipo di nuovicontaminanti scoperti

• Numero di casi evitati

Prevalenza d’uso a livello digruppi speciali di popolazione

Prevalenza d’uso a livello dipopolazione

Sintomi sentinella:• prevalenza• intensità ! conseguenze

Sintomi sentinella:• prevalenza• intensità ! conseguenze

Delay time diagnostico(osservazione – diagnosi)

Prevalenza del fenomeno“impunibilità” suiprocessi/denunce per nontabellazione

ECA:• Percentuale significativa delle

droghe/contaminantiindividuate/i rispetto al totaledelle nuove sostanzecircolanti.

• Riduzione di almeno il 40% deicasi

ECE: entro 72 ore(I) dal sequestro

ECA: secondo l’osservazioneNIDA 2007, nei teenagers,diminuzione attesa dell’uso del5% entro 3-5 anni

ECE: (II)

ECA: secondo l’osservazioneNIDA 2007, nei teenagers,diminuzione attesa dell’uso del5% entro 3-5 anni

ECE: entro 1-3 anni(II)

ECA: ridurre di almeno il 10% leoverdose letali

ECE: entro 24 ore (III)

ECA: ridurre di almeno il 10%l’invalidità e/o i danni sociali

ECE: entro 6 mesi (IV)

ECA: < 30 minuti (in unitàd’emergenza)

ECE: (V)

ECA: ridurre dell’80% i casi diimpunibilità

ECE: Tabellazione entro 6 mesi

OBIETTIVO SPECIFICO INDICATORE BLR

(I) Se consideriamo che una partita di droga, dopo la sua messa in circolazione, im-piega, mediamente, 72-120 ore per essere spacciata e diffusa in una determinataarea geografica, il sistema di allerta dovrebbe essere in grado, al fine di impedireo limitare lo spaccio delle sostanze, di operare entro quel lasso di tempo. Un’a-zione come quella appena descritta dovrebbe avvenire tramite l’intervento delleforze dell’ordine, per le quali sono necessarie circa 24 ore per allertare e rendere

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attive le proprie unità mobili che si occupano dei sequestri. Resta in discussionela fattibilità di un’allerta in un tempo così ristretto come 72 ore. La cosa potrebbeforse essere possibile se si prendono in considerazione eventi sentinella che, nonbasandosi solamente sull’identificazione precisa delle sostanze, che richiederebbetempi più lunghi, fungono da sentori d’allarme e possono determinare un segnaled’allerta.

(II) Se la trasmissione dell’allerta agli operatori può avvenire in meno di 24 ore, la dif-fusione dell’allerta tra i consumatori dipende principalmente da due fattori: i canaliscelti per trasmettere l’informazione e il tipo di sostanza cui si sta facendo riferi-mento. Di fatto, ci si pongono due questioni: da un lato, è necessario allertare ser-vizi già esistenti/presenti come i SerT, le comunità di recupero e le unità di strada,i cui principali fruitori possono essere persone tossicodipendenti che assumonoeroina e che possono essere informati in merito alla nuova sostanza dagli opera-tori delle strutture menzionate. In tal caso un allarme risulterebbe più rapido sianella segnalazione dell’allerta sia nell’organizzazione della risposta, ipotizzando untempo di efficienza di 48 ore. Dall’altro lato, invece, è pensabile l’idea di attivareun segnale di allerta verso luoghi di ritrovo ove vengono consumate le cosiddettedroghe ricreazionali. Tuttavia, rimane da discutere sulla possibilità effettiva di co-involgere i gestori di questi locali nella risposta al segnale d’allerta e, per altro, ri-mane da pensare a quanto tempo l’organizzazione dell’azione di risposta richie-derebbe in questo ambito.

(III) Considerando che gli effetti dannosi di una sostanza tossica possono comparirein maniera “a grappolo” anche a distanza di poche ore dall’assorbimento, si ritieneche l’indicatore di efficienza possa essere posizionato sulle 24 ore come tempomassimo per l’attivazione dell’allerta e l’organizzazione della risposta.

(IV) Tenuto conto del fatto che gli effetti tossici di una sostanza si manifestano a di-stanza di tempo, a seconda della quantità delle dosi assunte e della frequenzacon cui queste vengono consumate, si è stimato che l’indicatore di efficienzapossa essere collocato sui 6 mesi come tempo massimo per l’attivazione della ri-sposta, oltre il quale il sistema di allerta risulterebbe inconsistente.

(V) Nel momento in cui si presentano ai centri d’emergenza, o ad altre strutture ade-guate al trattamento delle tossicodipendenze, persone che manifestano sintomidi tossicità acuta da sostanze anomale, è importante che il personale addetto siain grado di riconoscere se non proprio la vera origine dei sintomi, che potrebberoessere dovuti ad una nuova droga non conosciuta, per lo meno il fatto che queisintomi potrebbero essere associati all’assunzione di sostanze anomale. Il ricono-scimento, per tanto, dovrebbe richiedere tempi brevi. Tuttavia, è da segnalare an-che il fatto che per formare gli operatori sanitari al riconoscimento degli effetti dinuove sostanze servono dei corsi di aggiornamento che, di solito, hanno una du-rata di 1 o 2 giorni. È fondamentale, in questo caso, per assicurare un buon im-patto sul fenomeno, che vi sia il coinvolgimento di almeno l’80% delle unità ope-rative di emergenza.

(VI) Per quanto riguarda il tempo di tabellazione, di solito le tabelle delle sostanze do-vrebbero essere aggiornate ogni tre mesi. Secondo l’art. 13 del D.P.R. del 9 ot-tobre 1990, n. 309, Titolo I, successivamente rivisto con la legge n. 49 del 21 feb-braio 2006, le tabelle delle sostanze soggette a controllo dovrebbero essere ag-giornate tempestivamente anche in base a quanto previsto dalle convenzioni e

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dagli accordi internazionali, ovvero in base a nuove acquisizioni scientifiche. A talproposito, è da tener presente che la prassi di aggiornamento delle Tabelle, in Ita-lia, deve allinearsi opportunamente alla normativa europea e alle indicazioni, quindi,dell’EMCDDA, con tutti i tempi di procedura che il contesto normativo europeoprevede per giungere al riconoscimento di una sostanza come psicotropa. Per-tanto, è da considerare il fatto che, ad oggi, in condizioni routinarie e quando nonvi siano particolari indicazioni circa una necessaria tempestività, dal momento incui le forze dell’ordine eseguono un sequestro al momento in cui il Ministero dellaSalute emana il decreto che etichetta una sostanza come stupefacente e/o psi-cotropa, con le relative composizioni medicinali, può trascorrere un periodo ditempo relativamente lungo, considerando i tempi per le analisi di laboratorio e lequestioni procedurali per la tabellazione. Risulta, quindi, abbastanza difficile tro-vare un indicatore di efficienza che soddisfi il criterio di tempestività e che, allostesso tempo, riesca ad inserirsi in un contesto temporale come quello previstodal processo di tabellazione di una sostanza.

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Statements

Vengono riportate di seguito una serie di dichiarazioni e specifiche su alcuni punti fon-damentali degli EWS. La finalità di queste premesse tecniche è quella di chiarire il più precisamente possi-bile di quale tipo di EWS stiamo parlando e quali potrebbero essere le caratteristichee i prerequisiti per garantire la costruzione di un modello condiviso, funzionale ai biso-gni e potenzialmente efficace.

I sistemi di allerta precoce e risposta rapida devono essere intesi come sistemi inte-grati finalizzati alla percezione precoce di eventi e condizioni potenzialmente dannose.A ciò è associata la creazione di consapevolezza di pericolo imminente tra le popola-zioni interessate e tra le organizzazioni competenti alla tutela, al fine di permettere l’a-dozione tempestiva di misure preordinate atte a prevenire e/o ridurre e/o gestire i dannicorrelati all’evento stesso. In sintesi, l’allerta di un sistema come quello qui previsto èda considerarsi “precoce” (early) rispetto ad un evento da evitare e “rapido” (fast) neitempi operativi (misure di efficienza interna).Secondo la Decisione 2005/387/GAI del Consiglio Europeo, l’EWS è pensato per ilcontrollo sul territorio dell’offerta e della richiesta di nuove sostanze psicotrope e/o dinuovi trend di consumo, con lo scopo, evidentemente, di ridurre l’offerta nell’area dicontrollo interessata. Di fatto, con ciò si spiega la stretta collaborazione prevista tra l’EMCDDA, referenteper i Punti Focali Nazionali, e l’EUROPOL.A questa funzione, però, a livello locale, il sistema di allerta precoce e risposta rapidapuò essere inteso anche come supporto alle decisioni per l’attivazione di misure di sa-nità pubblica, conferendogli, quindi, una valenza consultiva per le istituzioni nazionalie quelle regionali/locali.Gli Early Warning Systems (EWS) sono caratterizzati da due fondamentali componenti:1. SISTEMA PREVISIONALE, deputato a prevedere in anticipo gli eventi temuti, una

volta noti i rischi correlati all’evento sulla base delle esperienze precedenti (esem-pio: terremoti passati).

2. ORGANIZZAZIONE DELLA RISPOSTA, che deve essere preordinata e coordinatacon una precisa catena di comando-controllo.

Vedi anche Tabella 1.

Un accadimento o una situazione in grado di far aumentare un rischio di effetti nega-tivi sulla salute e/o l’integrità psicofisica e/o sociale dell’individuo, o di provocare undanno reale o documentabile, quantificabile e validamente correlabile alla noxa.

Tutte le azioni che possono essere messe in atto al fine di prevenire e/o ridurre i dannie/o meglio gestire le conseguenze e gli effetti negativi sulla salute pubblica di unevento negativo.

Definizione e funzioni

Definizione dievento/condizione dirischio e/o di danno

Definizione di “misuredi risposta di

dimostrata efficacia”

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Più specificatamente, l’analisi delle precondizioni di fattibilità per un qualsiasi tipo diprogetto e/o sistema è data da u n insieme di elementi specifici.

Disponibilità reale delle risorse

La disponibilità reale delle risorse finanziarie, in relazione ai costi, delle risorse umanee delle risorse tecnologiche costituisce un primo elemento. Ciò significa che all’au-mentare delle suddette risorse aumenta anche la fattibilità del sistema. Nel caso di unEWS, sarà opportuno valutare tali mezzi in funzione della sua attivazione e del suo fu-turo funzionamento.

Risorse umane

A proposito delle risorse umane, un’ulteriore precondizione di fattibilità riguarda le com-petenze e la self-efficacy del team – nel caso specifico della rete di collaborazioni -,in riferimento alla sua capacità di lavoro e al suo bagaglio d’esperienza. Intendendocon ciò la preparazione e l’efficienza interna della squadra preposta al lavoro di attiva-zione e funzionamento del sistema, per un EWS è necessario pensare alla predispo-sizione degli enti e delle realtà organizzative coinvolte nella sua gestione, in modo dacreare un network di lavoro ben preparato e in grado di gestire razionalmente unarealtà come quella del sistema di allerta. Ciò implica, oltre ad un certo grado di moti-vazione alla cooperazione e alla collaborazione, anche una fase di preparazione ante-cedente l’attivazione del sistema.

Accettabilità

Proprio in relazione agli attori (intesi come ciascuno degli enti e delle realtà organizza-tive partecipanti al sistema), è opportuno considerare anche il grado di accettabilitàdel sistema da parte degli stakeholders, siano essi soggetti collettivi coinvolti nella ge-stione del sistema e nell’attivazione dell’allarme e delle conseguenti misure di rispostarapida, sia soggetti individuali, quali i consumatori di sostanze. Infatti, l’ambiente in cuiun sistema è inserito può esercitare pressioni tali che spingono il sistema a giocare unruolo ben definito nella società e a stabilire e mantenere una determinata immagine.Se le pressioni sono di tipo tecnico e/o economico, il sistema dovrà essere in gradodi fornire un servizio efficiente ed efficace. Nel caso in cui le pressioni siano di tipo so-ciale, il sistema dovrà conformarsi ai valori e alle norme della società. Ciò significa che,nel caso di un EWS, il sistema dovrebbe essere accettato dagli stakeholders e rico-nosciuto come sistema che rappresenta, con il suo funzionamento e con le sue fina-lità, quei valori e quei principi etici che gli stakeholders stessi riconoscono e condivi-dono. In altre parole, è necessario che ci sia condivisione da parte degli attori coin-volti sulle finalità, gli scopi e i mezzi del sistema.

Coerenza

In correlazione a quanto detto riguardo le pressioni e i condizionamenti dell’ambiente,un’ulteriore precondizione di fattibilità è costituita dal grado di coerenza che il sistemapresenta in relazione a normative e indicazioni che, altrimenti, potrebbero rappresen-tare ostacoli o difficoltà alla sua realizzazione e alla sua completa implementazione. Èperciò utile conoscere il contesto in cui l’EWS nascerà da molteplici punti di vista (so-ciale, legale, normativo, tecnico, ecc…) per essere in grado di concretizzarsi cono-scendo a priori quali strategie adottare per essere in linea con, o per essere in gradodi dribblare, certe regole caratterizzanti il contesto in cui il sistema si realizza.

Precondizioni difattibilità

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Statements

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Priorità

Il grado di priorità assegnato alla messa in pratica del sistema nel contesto generaledei bisogni rappresenta un’altra precondizione di fattibilità. Inteso il bisogno come unamancanza di determinate risorse materiali o non materiali, oggettivamente o soggetti-vamente necessarie ad un soggetto per raggiungere uno stato di maggior benessereo efficienza o funzionalità rispetto allo stato attuale, a seconda del grado di priorità cheverrà conferito al bisogno che un EWS tenta di soddisfare si avrà una conseguentemaggior o minor fattibilità del sistema. Ciò significa che un EWS avrebbe maggiori pos-sibilità di funzionare in maniera efficace ed efficiente se il contesto in cui esso è inse-rito attribuisce alla ragione d’essere del sistema una ragione altamente significativa chegiustifichi gli sforzi per la sua realizzazione.

Magnitudo, modificabilità e prevedibilità

Ad influenzare la fattibilità di un EWS vi sono anche la magnitudo, la modificabilità e laprevedibilità del problema da affrontare in relazione alle risorse disponibili. In altre pa-role, più la questione da affrontare, trattare e risolvere è grande e complessa, più il si-stema risentirà di tali difficoltà, vedendo ridotta la propria fattibilità.

Complessità dei metodi operativi

Anche la complessità e la portata dei metodi operativi esercitano un notevole pesosull’attivazione di un EWS. Infatti, se la complessità tecnica richiesta dal sistema nonè sostenibile dal contesto operativo deputato alla gestione di quella stessa comples-sità, sarà difficile che il sistema possa funzionare in modo appropriato e continuativo.Ciò significa che il sistema operativo correlato al funzionamento dell’EWS dovrebbeavere una ridotta macchinosità e dovrebbe risultare alla portata degli enti e delle realtàorganizzative che lo costituiranno e lo gestiranno, in linea e coerentemente con le lorocapacità, competenze ed esperienze.

Durata

Supposto che un EWS risulti efficace se perpetrato nel tempo, ne consegue che sene preveda una lunga durata. Tuttavia, è necessario considerare che maggiore la du-rata del sistema, maggiori saranno le risorse e gli sforzi richiesti per il suo manteni-mento. Di conseguenza, maggiori saranno le difficoltà nel sostenerne una fattibilità du-ratura.

Gli EWS presentano una serie di benefici attesi che ne giustificano l’attivazione e il co-sto:• riduzione del numero di perdite in termini di vite umane (mortalità)• riduzione della morbilità correlata all’evento (invalidità temporanea e/o permanente)• preavvertimento della popolazione a rischio per l’adozione autonoma di comporta-

menti preventivi• prevenzione da danni di secondo ordine (sociali, legali, costi…)• identificazione di nuove sostanze tossiche e valutazione dell’eventuale inserimento

nelle tabelle con la possibilità di perseguirne la produzione e lo spaccio• formazione di una base informativa aggiornata per gli operatori sulle nuove so-

stanze, sugli eventi clinici anomali e sull’aumento dell’incidenza di eventi clinicidroga-correlati

• come effetto “secondario”, è da segnalare il miglioramento della comunicazione edel coordinamento organizzativo tra unità operative

Benefici attesi

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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In relazione allo studio di fattibilità e di adeguatezza degli EWS, correlati alla scopertapreventiva dei possibili danni legati al fenomeno droga, è necessario quantificare exante, sia in termini numerici sia in termini di costi generati, i danni derivanti dall’“as-senza di intervento” e conseguentemente la quota di danno “evitabile” che si può rag-giungere con l’attivazione di un EWS.

Questi sistemi, in relazione alle funzioni e alle necessità esistenti, devono prevederedifferenti livelli di attività. Tali livelli sono:

LIVELLO EUROPEO: acquisizione delle informazioni relative alle sostanze con finalitàprincipale di trasmissione al Punto Focale Nazionale Retoix dei Paesi membri, sviluppodelle informazioni secondo le procedure previste dalla Decisione 2005/387/GAI delConsiglio Europeo del 10 maggio 2005 relativa allo scambio di informazioni, alla valu-tazione dei rischi e al controllo delle nuove sostanze psicoattive, e azione degli StatiMembri.

LIVELLO NAZIONALE: acquisizione delle informazioni dal territorio nazionale, valuta-zione delle segnalazioni giunte e sollecitazione dell’attivazione della risposta a livelloregionale/locale. È doveroso sottolineare che nell’ambito dell’EWS, l’unico interfacciacon l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction è il Punto Focale Na-zionale. Per tanto, tutte le informazioni raccolte a livello regionale/locale dovranno rag-giungere il Punto Focale, così come tutte le indicazioni provenienti dall’EMCDDA de-vono essere dirette al Punto Focale Nazionale. Sarà, quindi, quest’ultimo ad interagiredirettamente con l’EMCDDA. Inoltre, questo tipo di interazione non deve riguardarel’EUROPOL che, invece, possiede un circuito alternativo per il passaggio di informa-zioni, comunque parallelo a quello dell’EMCDDA.

LIVELLO REGIONALE/LOCALE: acquisizione delle informazioni dal territorio, analisi ediffusione di un primo livello di allerta che abbia come finalità principale una rispostaoperativa (azione).

Ogni EWS deve possedere un chiaro e dettagliato sistema di indicatori di allerta (va-riabili numeriche validamente rappresentative del fenomeno oggetto di osservazione)e/o eventi sentinella (situazioni la cui comparsa è fortemente correlata in termini di pro-babilità con il presentarsi successivo di condizioni di danno), facilmente rilevabili me-diante sistemi e metodologie alla portata della società e del territorio dove verrannoutilizzati. Ogni indicatore e/o evento sentinella deve essere connesso anche ad una“soglia” oltre la quale si attiva l’allerta. La predefinizione di questi sistemi (sistema de-gli indicatori e sistema delle soglie) è una precondizione di fattibilità.

Gli indicatori possono essere di vario tipo ma, fondamentalmente, si possono raggrup-pare in due classi:1. HARD: dati sulle sostanze, dati clinici (overdose, morti a grappolo, patologie acute

in ambito infettivologico/internistico e/o psichiatrico, ecc…)2. SOFT: comportamenti, trend e rituali, analisi dei metaboliti delle sostanze nell’am-

biente (fiumi, servizi igienici di scuole, discoteche, laboratori, ecc…), dati sulla va-lutazione dei composti tossici presenti nelle polveri sottili che inquinano l’atmosfera

Esempi di eventi sentinella possono essere:• sequestri di sostanze “anomale”• morti a grappolo per overdose• intossicazioni acute “atipiche” anche non mortali ma che portano il soggetto al rico-

Quantificazione deldanno evitabile

Livelli differenziati diattività dell’EWS

Sistema degliindicatori/eventi

sentinella

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Statements

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vero presso le unità di emergenza• sindromi psichiatriche acute in fasce giovanili (con particolari fenomeni allucinatori e

slatentizzazione di aggressività, ecc…), legate alle assunzioni di droghe• incidenti professionali – es. aggressioni ad operatori dei Sert• aumento degli incidenti stradali in persone giovani e durante i weekend• comparsa di epatopatie tossiche acute• comparsa riferita da fonti accreditate di nuove “mode” di abuso• incremento della richiesta di particolari farmaci psicoattivi, ecc…• malori gravi droga correlati senza ricovero

I punti di rilevamento dati possono avere diversi livelli di sensibilità e di specificità delleinformazioni trasmesse. Essi hanno, pertanto, una tempestività di trasmissione altret-tanto diversificata. Spesso, per i sistemi di allerta precoce e di risposta rapida, l’ele-mento fondamentale, nel momento in cui vi possono essere in gioco le vite delle per-sone, è proprio la tempestività. Quindi, una caratteristica di base che devono averequesti punti di input è, fondamentalmente, l’alta sensibilità. Si ricorre invece all’alta spe-cificità nel momento in cui vi poterebbero essere fenomeni di ingiustificato ed estesoallarme sociale per cui è necessaria una maggior precisione ed affidabilità delle infor-mazioni.Gli eventi trigger principali, intesi come quel tipo di evento che costituisce la causascatenante dell’avvenimento in oggetto, sono correlati agli eventi sentinella, nel mo-mento in cui essi compaiono con una certa frequenza o con delle modalità inusuali ri-spetto a rilevamenti di trend precedenti. Va ricordato che una delle fonti informativesulla comparsa di sostanze “anomale” o di rituali di assunzioni pericolose (es. “modedi poliabuso”) potrebbero essere proprio le persone tossicodipendenti afferenti ai ser-vizi di cura. Andrà pertanto codificata e strutturata una modalità di intervista sistema-tica e periodica, incrociata tra i vari servizi per ricavarne e verificarne il grado di co-erenza.I principali punti di input sono:• persone tossicodipendenti• pronto soccorso• unità mobili• operatori di prevenzione in strada• servizi per le tossicodipendenze• reparti ospedalieri di psichiatria• reparti ospedalieri di gastroenterologia o medicina interna• reparti ospedalieri di medicina legale• laboratori tossicologici generali• medici di Medicina Generale• centri antiveleni• forze dell’ordine• organizzazioni del volontariato• privati cittadini• altri punti

Le informazioni richieste dall’EMCDDA/EUROPOL sono:1. SULLE SOSTANZE (lecite, illecite, misuso di medicinali, combinazioni di sostanze

e poliassunzione):a) rilevazione (sequestri, raccolte e campioni biologici)b) conseguenze sanitarie e socialic) cambiamenti della condizione legale

Punti di rilevamentodati

Informazioni perl’EMCDDA

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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2. SUI TREND EMERGENTI sull’uso di sostanze esistenti:a) modalità di acquisto e conservazioneb) associazionic) modalità e vie di assunzioned) contesti di assunzionee) caratteristiche dei consumatori

I principali stakeholders da coinvolgere nell’allerta e nelle azioni ad essa correlate sono:• istituzioni competenti all’intervento preventivo - livello operativo (es. Sert, unità mo-

bili) e livello programmatorio (es. Regioni)• organizzazioni non istituzionali ma in grado di produrre interventi validi alla soluzione

del problema (es. associazioni di volontariato ecc.)• consumatori: persone tossicodipendenti o altre persone in contatto con loro• moltiplicatori informativi: media locali (giornali, TV, Radio), media nazionali (giornali,

TV, Radio)

Si tratta di tutte le strutture in grado di interferire con il fenomeno o dando informazionidi allerta al target a rischio o con la possibilità di intervenire direttamente ed attivamentesul fenomeno.Ad esempio:• Punto Focale Nazionale REITOX• Istituto Superiore della Sanità• Unità di Emergenza• Unità Ospedaliere• Dipartimenti delle Dipendenze• Unità operative di strada• Comuni• Consumatori

I livelli di allerta e le informazioni contenute in essi devono essere “differenziati” in baseal destinatario finale dell’informazione stessa e dell’azione attesa e in base anche allacompetenza. È importante infatti che ogni componente del sistema di risposta abbiaun’informazione specifica, non sovradimensionata né sottodimensionata rispetto alledecisioni che dovrà prendere e al ruolo e al compito che presenta all’interno della retecoordinata di risposta.

I tre livelli principali di allerta sono:

1 ATTENZIONE: coinvolgimento della comunità scientifica per un maggiore studio sulfenomeno e una conseguente attivazione della rete informativa per la raccolta di mag-gior informazioni.

2 PRE-ALLARME: avviso alle strutture competenti che hanno la responsabilità di in-tervento: prefetture, comuni, ospedali, reparti, servizi di emergenza, servizi territoriali,forze dell’ordine, pompieri, volontariato, ecc… affinché, oltre a ricevere l’informazionedi pre-allerta si tengano pronte ad implementare le procedure di risposta indicate dalsistema nel caso, eventualmente, il pre-allarme si trasformi in allarme.

3 ALLARME: azione coordinata tra le strutture competenti, secondo modalità precon-cordate e indicate dagli enti coinvolti nel sistema di allerta precoce.

Le informazioni devono essere trasmesse sotto forma di “raccomandazioni” chiare edorientante all’azione.

Punti da allertare(stakeholders)

Differenziazionedell’informazione

I tre livelli di allerta

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Statements

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I sistemi di allerta devono poter avere al loro interno dei database, facilmente acces-sibili e completi, di informazioni sulle sostanze e sulla loro morfologia (fotografie) al finedi facilitarne l’identificazione e rendere più rapida l’eventuale correlazione di segnala-zioni. Tali avvisi provengono da punti diversi del territorio, anche attraverso, eventual-mente, un primo riconoscimento morfologico condiviso delle sostanze.

“Il successo di ogni sistema di allerta precoce è fortemente dipendente dalla capacitàdi creare connessioni locali” (Johan Schaar- Croce Rossa).

L’EWS assicura il suo funzionamento solo se diventa un vero sistema “sociale” e nonsolo un insieme di procedure.Bisogna considerare, infatti, che il sistema interagisce con diverse componenti del-l’ambiente in cui è inserito e con cui collabora (le unità operative, le istituzioni, i con-sumatori, ecc…). Queste interazioni consentono al sistema di acquisire risorse e diottenere conoscenze utili alla sua definizione e al suo funzionamento. Tutte questecomponenti che interagiscono tra loro costituiscono le reti dell’EWS, ossia, il suo net-work operativo. Per tale motivo, non possiamo considerare un EWS come una sem-plice raccolta di procedure bensì un vero e proprio sistema socialmente integrato.Il principio fondamentale che assicura tempestività ed efficacia agli EWS è il sapercreare un alto grado di collaborazione tra le reti dell’EWS, costituite dalle varie unitàoperative esistenti, gli enti e le organizzazioni dedicate alla tutela delle persone, fina-lizzate sia all’allerta precoce che alla successiva risposta rapida, sul territorio di com-petenza. Si tratta, infatti, di un sistema che si inserisce e si coordina su altri sistemi giàesistenti e che cerca, con loro, di trovare una dimensione di tipo partecipativo per tuttigli attori coinvolti, attraverso l’utilizzo di sistemi da loro già utilizzati o attraverso l’istitu-zione di nuovi canali di collaborazione costruiti sulla base degli obiettivi comuni prei-dentificati. Per tale ragione si parla di un EWS come di un sistema socialmente inte-grato.L’integrazione sociale che si deve ottenere tra le varie compagini, interessate sia dalpossibile danno che dalla responsabilità di prevenzione e/o gestione di tale evento,costituisce, anch’essa, un prerequisito fondamentale per assicurare il successo del-l’EWS.

L’integrazione nel sistema sanitario territoriale (ambientale, regionale, ecc…) è il pro-cesso attraverso cui un EWS acquista e conserva unità strutturale e funzionale di si-stema, pur mantenendo la differenziazione degli elementi che vi partecipano (enti, al-tre strutture organizzative, ecc…). Tale processo è anche il prodotto, in termini di man-tenimento dell’equilibrio interno del sistema, della cooperazione e del coordinamentotra i vari attori coinvolti. Proprio per questo, è opportuno che gli EWS vengano inte-grati e coordinati all’interno dei sistemi sanitari generali (aziendali, regionali, nazionali)anche al fine di poter fruire e nel contempo alimentare una base di dati comune cheli renda più efficaci nella lettura del fenomeno. La condivisione di dati e di canali di col-laborazione risulta essere una strategia vincente per l’efficace ed efficiente funziona-mento degli EWS.L’integrazione, quindi, risulta un requisito fondamentale per la sopravvivenza stessa diquesti sistemi nel futuro.L’integrazione può avvenire attraverso la partecipazione e lo scambio di dati con i da-tabase sanitari, aziendali e regionali relativamente ai seguenti settori: servizi per le di-pendenze, unità di emergenza, unità di degenza, medici di medicina generale, farma-cie, ecc…

EWS e Database

EWS = Sistemisocialmente integrati

Integrazione nelsistema sanitario

regionale degli EWS

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Eventi/Condizioni dannosi e/opericolosi per la salute (daprevenire e/o gestire)

Misure efficaci di prevenzione, riduzione, gestione daattivare (risposta)

Distribuzione/diffusione di droghe ocontaminanti ad alta tossicità, acutao cronica

Uso diffuso di sostanze

Introduzione e diffusione dicomportamenti e “mode”particolarmente dannose per lasalute pubblica

Comparsa di tossicità acuta (morte agrappolo)

Comparsa di tossicità cronica(invalidità e/o danni sociali)

Impunibilità degli spacciatori e/oproduttori per non tabellazione dellesostanze

Riconoscimento tardivo dell’eziologiadi intossicazione acuta

- Individuazione e segnalazione precoce delle Agenzie diRepressione e Controllo

- Blocco e sequestri di produzione- Coordinamento delle Forze dell’Ordine per intensificazione delle

indagini- Coordinamento tra Forze dell’Ordine e laboratori di riferimento

- Individuazione e segnalazione precoce delle Agenzie diRepressione e Controllo

- Blocco e sequestri di produzione- Campagne informative rivolte ai consumatori che li avvisino dei

pericoli connessi ad una nuova sostanza in circolazione e che,eventualmente, insegni loro come riconoscere la sostanza inquestione

- Diffusione informazioni di allerta tra consumatori (*)

- Diffusione informazioni di allerta tra consumatori (*)- Diffusione informazioni di allerta per gli operatori

- Corsi di formazione per operatori sanitari per il riconoscimento deisintomi e per la conoscenza delle procedure di intervento

- Interviste strutturate agli utenti- Segnalazione alle unità d’emergenza di arrivi di possibili pazienti,

consumatori di una certa sostanza- Campagne informative rivolte ai consumatori che li avvisino dei

pericoli connessi ad una nuova sostanza in circolazione e che,eventualmente, insegni loro come riconoscere la sostanza inquestione

- Corsi di formazione per operatori sanitari per il riconoscimento deisintomi e per la conoscenza delle procedure di intervento

- Interviste strutturate agli utenti- Segnalazione alle unità d’emergenza di arrivi di possibili pazienti,

consumatori di una certa sostanza- Campagne informative rivolte ai consumatori che li avvisino dei

pericoli connessi ad una nuova sostanza in circolazione e che,eventualmente, insegni loro come riconoscere la sostanza inquestione

- Adattamenti legislativi rapidi- Rapidità di trasmissione dei dati aggiornati all’/dall’EMCDDA

dal/al Ministero della Salute- Rapidità di trasmissione dei dati aggiornati alle Regioni e alle

autorità sanitarie locali

- Archivio Internet di immagini e sintomi atipici- Newsletter

(*) attenzione perché potrebbero essere promozionali

Tabella 1 - Proposta di tabella sinottica di eventi e misure di risposta.

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Caratteristiche e criteri generali per la definizione degli Early Warning Systems

Perché un Early Warning System integrato funzioni e sia tempestivo ed efficace do-vrebbe presentare determinate caratteristiche, che si possono vedere riassunte in Ta-bella 1. Trattandosi di un sistema di allerta precoce, per definizione dovrà essere ingrado di acquisire dati in maniera tempestiva rispetto agli eventi da prevedere, preve-nire e/o contrastare. Ciò significa che dovrebbe essere in grado, per esempio, di cap-tare prontamente e sensibilmente la segnalazione di sostanze atipiche e/o di effettianomali, e prevedere quale potrà essere la loro rete e la loro portata di distribuzione.La funzione anticipativa è molto importante al fine di dare al sistema un carattere chetrascenda il semplice monitoraggio dei dati e che costituisca un effettivo punto di par-tenza per una risposta precoce.Garantendo un buon livello di affidabilità delle informazioni, il sistema di risposta rapidadovrebbe, in quanto tale, dimostrare una velocità di reazione costituita dall’attivazionedi misure preventive che prevengano e/o riducano i danni per la salute pubblica ed in-dividuale.Affinché il sistema riporti risultati positivi nell’immediato e sia in grado di mantenerli an-che nel futuro, è necessario assicurare il suo funzionamento continuo e presentare,inoltre, un grado significativo di automazione nella trasmissione e nel processamentodei dati di input. Questo dovrebbe avvenire al fine di assicurare una miglior tempesti-vità e una miglior standardizzazione dei processi di analisi ed azione.Infine, un EWS dovrebbe presentare un costo affrontabile, per la sua realizzazione e ilsuo mantenimento, e un funzionamento tale che risulti particolarmente semplice pergli attori coinvolti.Allo scopo di controllarsi e migliorarsi costantemente, indicatori di efficacia ed effi-cienza daranno indicazioni per una valutazione e una verifica continua del sistema.Quest’ultima caratteristica è fondamentale per la qualificazione del sistema che, oltread avere controlli terzi, dovrà prevedere un sistema di costante autovalutazione.

Caratteristiche e criteri

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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CARATTERISTICHE SPECIFICHE

Tempestività

Capacità predittiva

Sensibilità

Affidabilità

Rapidità di Risposta

Efficacia

Impatto reale sul fenomeno

Continuità

Automazione

Fattibilità finanziaria

Fattibilità tecnica

Valutazione costante

Acquisisce dati precocemente rispetto agli eventi dannosi dacontrastare e reagisce rapidamente (tempestività, ridotti tempi di latenzatra scoperta – allerta – reazione)

Identifica rapidamente un punto di distribuzione più a monte dellesostanze atipiche e/o dei contaminanti e permette una predizioneaccurata e tempestiva della possibile distribuzione a valle del punto discoperta

Presenta una sensibilità sufficiente per scoprire sostanze atipiche econtaminanti

Presenta minimi falsi positivi e falsi negativi

Attiva una risposta precoce

Permette di attivare efficaci misure preventive in grado di ridurreconcretamente i rischi e i danni per la salute pubblica ed individuale

Include una serie sufficientemente ampia di sostanze e contaminantipotenziali che possono essere scoperti rispetto a quelli circolanti

Funzionamento continuo

Presenta un grado significativo di automazione nella trasmissione e nelprocessamento delle informazioni in input ed elaborazione/gestionedella risposta

Acquisizione, manutenzione, ed aggiornamenti ad un costo sostenibilenel contesto economico finanziario sanitario generale

Richiede bassa abilità ed addestramento per l’uso

Presenta una valutazione e verifica costante mediante indicatori diefficacia ed efficienza

Tabella 1 - Caratteristiche generali (criteri di qualità) degli EWS integrati (da U.S. EPA Of-fice of Water Early Warning Systems - adattato da G. Serpelloni, 2007).

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L’accreditamento degli EWSattraverso un sistema per lavalutazione della conformità astandard di qualità prefissati emonitorati

Sulla base dei criteri riportati in Tabella 1 del precedente capitolo, si potranno indivi-duare degli indicatori quantitativi che siano in numero limitato ma, allo stesso tempo,rappresentativi delle caratteristiche salienti di un EWS. Gli indicatori verranno utilizzatiattuando un paragone con degli standard di riferimento. Tale confronto, quindi, potràessere utilizzato per la valutazione della qualità del sistema e quindi del suo accredi-tamento, inteso come il metodo per la valutazione della conformità dell’EWS a stan-dard di qualità prefissati e monitorati.

Una procedura di questo tipo dovrà prevedere la realizzazione di un sistema degli in-dicatori condiviso tra tutti i partecipanti al network al fine di garantire coerenza ed omo-geneità di azione. Ciò significa che gli indicatori da valutare in riferimento ad un sistemadi accreditamento come quello descritto sopra dovranno essere preconcordati tra tuttii soggetti coinvolti.

Un’azione siffatta prevede una procedura precisa che inizia da una definizione dei cri-teri di qualità e giunge alla definizione dei relativi indicatori utilizzati per valutare e con-trollare il sistema.

In pratica, sulla base dei criteri riportati in Tabella 1, è necessario definire due o tre in-dicatori su cui allineare il consenso. Tale procedura dovrebbe avvenire attraverso l’u-tilizzo di Nominal Group Technique con gruppi di lavoro esperti e preselezionati. Co-storo si muoveranno attraverso sessioni di discussione condotte da un moderatore esaranno poi chiamati ad assemblare i contributi dei vari gruppi per giungere ad un do-cumento unitario da sottoporre al consenso dell’assemblea generale e per individuare,quindi, gli aspetti più qualificanti delle tematiche oggetto della discussione, ovvero perdeterminare il consenso attorno agli indicatori precisati per l’EWS.

Infine, sulla base degli indicatori comunemente individuati, è opportuno fissare gli stan-dard (requisiti minimi attesi per poter definire il sistema “accreditabile”), di cui sopra,per poter, quindi, creare anche un sistema di valutazione della qualità dell’Early War-ning System.

Rimane da precisare che la valutazione costante della conformità degli EWS a deglistandard di qualità risulta davvero utile se è anche strutturato su dei punti di verificaintermedia, anche questi predeterminati, con scadenze definite, da intendere comemomenti utili ai fini di una chiarificazione dello stato di avanzamento dei lavori.In questo modo, si potrà essere in grado di segnalare eventuali non raggiungimentidegli obiettivi, o direzioni sbagliate nel funzionamento del sistema, per attivare even-tuali azioni correttive in tempo utile.

Sistema degliindicatori

Indicatori condivisi

Definizione dei criteridi qualità

Nominal GroupTecnique

Standard

Punti di verificaintermedia

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La valutazione finale della conformità ai criteri di qualità andrà eseguita da un ente/or-ganismo indipendente dal progetto il quale dovrà esprimere, attraverso un punteggio,il rispetto dei singoli criteri di qualità predichiarati.

Infine, è utile ricordare che un aspetto rilevante, in riferimento al mantenimento di cri-teri di qualità, riguarda i laboratori di analisi sia per quanto riguarda le metodiche utiliz-zate che i tempi di risposta. La grande differenziazione tra laboratori riscontrata a que-sto livello gioca a sfavore sia di una buona efficacia che di una certa efficienza ed eco-nomicità dell’EWS.

In relazione ai centri tossicologici che eseguono analisi sui reperti, l’indagine ha evi-denziato, come verrà ripreso anche in seguito, che non tutti i laboratori presenti sulterritorio, indipendentemente dall’istituzione cui fanno capo, potrebbero avere in do-tazione i macchinari e/o avere a disposizione le competenze tecniche necessarie adun’analisi delle sostanze come quella utile ai fini dell’Early Warning System.A ciò è doveroso ricordare che per determinare un certo livello di allerta da parte del-l’EWS, con conseguente mobilizzazione delle risorse locali e attivazione di azioni di ri-sposta, è imprescindibile che il centro dell’EWS possa lavorare con informazioni il piùattendibili possibile. La conformità a standard di qualità, poi, diviene più esigente neiconfronti di dati informativi provenienti dai referti laboratoristici, data la loro sensibilitàe specificità.Per questa ragione, quindi, è utile prevedere un sistema di valutazione costante an-che per i laboratori, al fine di avere una ferma sicurezza del dato che si sta leggendoe, quindi, una visione più chiara di come si caratterizza il fenomeno dell’emergere dinuove sostanze e di nuovi trend di consumo. Infatti, è verosimile pensare che non soloi laboratori di tossicologia forense, per esempio, che eseguono le analisi sui repertiper finalità di tipo legale, possono ottenere l’accreditamento. Se nelle condizioni di po-ter fornire uguali risultati, anche altri laboratori potrebbero rientrare nella lista dei cen-tri tossicologici cui far riferimento.Un sistema di valutazione come quello qui proposto potrebbe trovare visibilità in una“raccolta”, ovvero, in una sorta di “albo dei laboratori” in cui, per ciascun centro, vengamesso in evidenza il tipo di analisi che questo è in grado di eseguire, dove sono col-locati e altre informazioni utili alla loro identificazione. Di conseguenza, gli esami effet-tuati su un campione di sostanze sequestrate, per esempio, potranno essere ritenutiad elevato livello di attendibilità solo se provengono da uno dei centri indicati nell’“albo”.Poiché, comunque, gli accertamenti tossicologici non si esauriscono nei reperti, chetalvolta non sono facilmente disponibili (cioè non sequestrati), ma si estendono a so-stanze assunte da persone che poi pervengono in Medicina d’urgenza (come nel casodella cocaina-atropina), anche laboratori di tossicologia clinica ad adeguata expertisedi “ricerca” saranno da inserire nell’“albo”. Verosimilmente, si tratterà, in gran parte, diquei laboratori cui fanno riferimento i centri Antiveleno.Potrebbero essere considerati da subito idonei i laboratori delle tossicologie forensi, ilaboratori della Scientifica della Polizia e dei Carabinieri, i laboratori universitari che giàsvolgono attività peritale per la magistratura, laboratori universitari di ricerca (cui adesempio fanno riferimento i Centri Antiveleno) ed altre strutture da concordare e repe-rire (es. qualche struttura nell’ambito delle Dogane o delle ARPA).Attraverso questa valutazione, sarà possibile disegnare una mappa dei centri analiticidi riferimento su tutto il livello nazionale, e godere, quindi, di una rete ottimizzata di cen-tri tossicologici. Di fatto, in ogni Regione possono essere individuati centri in questosenso accreditati e sarà, pertanto, opportuno prevedere degli accordi formali di col-laborazione tra questi laboratori e le Regioni interessate al fine di garantire una buonacooperazione e un buon funzionamento del network operativo.

Valutazione eseguitada un organismoindipendente

Controllo di qualitàdei laboratori

Accreditamento deilaboratori: un “albo”

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Tempistica fenomenica ed Early Warning Systems

L’utilità di un EWS dipende dal tempo che intercorre tra il momento in cui emerge unanuova sostanza, o un nuovo pattern di consumo, e quello in cui la sostanza viene as-sunta, dando così visibilità alle conseguenze correlate all’assunzione di droga. Talelasso temporale viene definito “tempo di latenza”. Minore il tempo di latenza dell’infor-mazione, più tempestive saranno la risposta e le operazioni di intervento. Analoga-mente, più ridotto sarà il tempo di latenza e maggiori saranno le possibilità di preve-nire ed evitare gli effetti della sostanza sulla salute dei consumatori (morti per over-dose, intossicazioni acute, sindromi psichiatriche acute, episodi di violenza, incidentistradali, ecc…).Per esempio, se consideriamo un modello come quello riportato in Figura 1, dalla pro-duzione di MDMA all’arrivo su un punto di spaccio (es. Milano) e da lì al consumatorefinale, vi sono dei tempi molto rapidi, con una distribuzione a macchia d’olio che co-involge centinaia di enti finali. Quindi, intercettare il più a monte possibile il traffico (nelladirezione della produzione) diventa estremamente rilevante per la riduzione del numerodi persone coinvolte. Se invece, al contrario, si cerca di comprendere le caratteristi-che e/o la presenza di sostanze anomale e/o contaminanti al livello della rete dei con-sumatori (mediante i sequestri al piccolo dettaglio), considerando anche i tempi di la-boratorio per le analisi, la risposta potrà avvenire su un sistema che probabilmente hagià utilizzato e “metabolizzato” tutte le sostanze tossiche. Pertanto, l’utilità di identifi-care le “nuove sostanze” non starebbe tanto nella prevenzione precoce delle intossi-cazioni acute ma nell’attivazione di misure future di controllo che espleteranno la loroefficacia solo tardivamente.

Inoltre, è necessario considerare che i produttori di “nuove droghe” realizzano questiprodotti sulla base di una domanda che li induce a variare costantemente nel tempole loro offerte. In altre parole, vi è una costante richiesta da parte dei clienti di “novitàchimiche” che il produttore asseconda introducendo sempre di più sul mercato so-stanze che poi vengono sperimentate ed usate per periodi limitati e successivamentesostituiti con altre “novità”. Ciò implica che molti degli sforzi fatti per identificare unasostanza vengano, poi, resi inutili perché tale sostanza, nell’arco di uno o due anni,non viene più utilizzata in quanto già sostituita da un’altra.

Utilità degli EarlyWarning Systems

Ricerca di novità

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Figura 1 - Tempo di latenza tra identificazione dei punti di distribuzione e quelli di assun-zione delle sostanze atipiche e/o dei contaminanti.

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Modelli di rilevamento dati eproduzione dell’informazone di allerta

Nell’analisi dei tempi di latenza di alcuni sistemi esistenti, tuttavia, sono emerse tem-pistiche diverse tra i risultati forniti dalle Forze dell’Ordine in seguito ad un sequestro,e a successive analisi, e l’effettiva apparizione degli effetti della nuova sostanza sullasalute.Come mostrato in Figura 1, le analisi provenienti dai laboratori legali giungono con uncerto scarto temporale rispetto al manifestarsi degli effetti di assunzione della sostanzasulla salute delle persone. Conseguentemente, il tipo di allerta e la forma dell’azioneche ne derivano, sono caratterizzate da una determinata tempistica che, invece, ri-sulta minore se allerta e azione sono legate ad altre forme di osservazione più direttae ad evidenze cliniche.I tempi di latenza, quindi, risultano diversi a seconda della fonte da cui si ricavano leinformazioni e a seconda della gestione che si attua nei confronti dei dati raccolti edella possibilità di fruizione immediata delle informazioni.

Quindi, abbinando all’analisi dei prodotti sequestrati un attento controllo di altri eventi,che costituiscono un preludio alla manifestazione del fenomeno in oggetto, è possi-bile ottenere una riduzione dei tempi di allerta che costituisca un’effettiva allerta pre-coce, al di là del semplice monitoraggio, e intraprendere velocemente l’azione di ri-sposta. A tale scopo, l’EWS dovrebbe ampliare le proprie fonti di informazione sull’os-servazione, aprendole ad un sistema degli indicatori e degli eventi sentinella checontribuisca ad accelerare la tempestività del sistema stesso.

Tempi di latenza

Ridurre i tempi dilatenza?

Figura 1 - Tempi di latenza diversi tra azioni adottate in seguito ad analisi di sostanze se-questrate e azioni adottate dopo altre forme di osservazione.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Nel modello riportato in Figura 2 vengono specificate le fonti di acquisizione dei datiper gli EWS.Fondamentalmente, si possono distinguere tre modalità di rilevamento delle informa-zioni relative ai possibili danni sulla salute e correlati all’uso di alcune sostanze (Tabella1). La prima è quella derivante dal sequestro e dalla successiva analisi delle sostanze.La seconda è quella dell’acquisizione narrativa, che giunge direttamente dai consu-matori, spesso in grado di riportare e descrivere la comparsa di reazioni anomale av-verse. La terza è l’osservazione clinica che può avvenire nelle unità di emergenza.È chiaro che i tempi di acquisizione (di info outreach) relativi alla dannosità delle so-stanze sono molto lunghi per il sequestro/analisi e brevi, invece, per l’acquisizione nar-rativa e l’osservazione clinica. L’affidabilità delle informazioni è alta nel primo e nel terzocaso, mentre si rivela bassa nel secondo caso. Analoga valutazione si può dare perquanto riguarda la specificità dell’informazione anche se, per l’osservazione clinica,non è sempre possibile, dai segni osservati, arrivare a definire precisamente la so-stanza che li ha provocati.

Modalità dirilevamento

Figura 2 - Punti di acquisizione dei dati informativi per gli EWS.

Tabella 1- modalità di rilevamento dei dati informativi.

TEMPI AFFIDABILITÀ SPECIFICITÀ

Sequestro/ analisi Lunghi Alta Alta

Acquisizione narrativa Brevi Bassa Bassa

Acquisizione clinica Brevi Media Media

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Modelli di rilevamento dati e produzione dell’informazione di allerta

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Simili situazioni, ma con caratteristiche e potenzialità anticipatorie maggiori, si hanno,come dimostra la Figura 3, per quelle condizioni di rischio prevedibili che già cono-sciamo (ad es. aumento del rischio di overdose in persone tossicodipendenti che so-spendono per lunghi periodi l’uso di sostanze stupefacenti con diminuzione della tol-leranza agli oppiacei). In questo caso, il riconoscimento anticipato di queste condi-zioni, derivante da conoscenze acquisite mediante specifica ricerca, potrà far scattare,con largo anticipo, opportune misure di prevenzione.Se viene effettuata un’analisi su sostanze sequestrate durante la loro produzione e/oimportazione, o la loro distribuzione o durante il loro spaccio, come mostrato in Figura2, le informazioni raccolte non potranno venire usate a scopo preventivo. Infatti, l’ac-quisizione narrativa dell’informazione difficilmente potrà giungere anticipatamente ri-spetto all’osservazione clinica degli effetti sulla salute dell’assunzione della sostanza.Piuttosto, un EWS dovrebbe essere in grado di provvedere all’avviso precoce di unasostanza anomala, o di un “contaminante”, prima di eventuali esposizioni umane econseguenti impatti pubblici negativi sulla salute. In altre parole, deve esserci un rico-noscimento anticipato della minaccia.

Tabella 2 - Esempi di dati raccolti dal sistema di monitoraggio.

• Individuazione di sostanze conprincipi attivi non conosciutie/o tabellati

• Individuazione di nuovesostanze associate anomalee/o pericolose

• Individuazione di contaminanti(chimici, organici, ecc…)pericolosi

• Ecc…

• Casi di overdose fauste• Casi di overdose infauste• Incidenti stradali droga/alcool

correlati• Incidenza patologie infettive

(nuovi casi) per HIV, HBV, HCV,MST in personetossicodipendenti

• Incidenza manifestazionipsichiatriche acute drogacorrelate (infarto del miocardio,aritmie cardiache, ecc…)

• Ecc…

• Sospetti avvelenamenti insolitida sostanze e/o contaminantianomali

• Perforazioni intestinali daingestione di cocaina per iltraffico

• Overdose da assorbimentopost ingestione per rottura deicontenitori

• Ecc…

SEQUESTRI DI SOSTANZEEVENTI CLINICI STANDARDDROGA-CORRELATI,OVERDOSE

EVENTI CLINICISTRAORDINARI O ANOMALI

Riconoscimentoanticipato

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Al fine di individuare anticipatamente la minaccia, è necessario pensare ad un uso del-l’informazione raccolta che faccia da deterrente rispetto alla distribuzione e all’assun-zione della sostanza e che, quindi, tenga lontano il manifestarsi delle evidenze clini-che.Come illustrato in Figura 3, esistono situazioni che possono costituire condizioni di ri-schio prevedibili (ad es. la scarcerazione di massa a seguito dell’indulto). Guardandoa tali situazioni nasce la possibilità di riconoscere un evento prima che questo si veri-fichi.L’anticipo dell’informazione deve innescare una risposta precoce, tale per cui le even-tuali misure di sequestro o altre azioni preventive alla distribuzione e assunzione dellasostanza avvengano prima del manifestarsi delle evidenze cliniche.

Proprio basandosi sull’idea di cogliere informazioni sui nuovi trend e sulle nuove so-stanze in maniera anticipatoria rispetto alla produzione, alla diffusione e al consumo dinuove sostanze, nel Regno Unito, fin dagli anni ‘90, è nata l’idea di individuare poten-ziali nuove sostanze creando le stesse in laboratorio. In tal modo, sarebbe stato pos-sibile essere a conoscenza delle componenti delle droghe circolanti in anticipo rispettoalla loro comparsa tra i consumatori, e precorrere, quindi, i tempi per il loro riconosci-mento. Su questa linea si sono inseriti i signori Alexander e Ann Shulgin che con il lorolibro “Pihkal. A chemical love story” (1991) e con il successivo “Tihkal. The continua-tion” – entrambi disponibili per l’acquisto su Internet - hanno reso note circa 200 pos-sibilità di costruzione dei nuovi composti chimici (la cosiddetta “Shulgin list”), descri-vendone le componenti, i rapporti molecolari e gli effetti conseguenti la loro assun-zione.In questa iniziativa non è difficile vedere il rovescio della medaglia: di fatto, ciò che vo-leva essere una strategia per anticipare i tempi di riconoscimento delle sostanze in cir-colazione, anticipando, quindi, i tempi della loro immissione sul mercato, si è trasfor-mata in una fonte di informazione utile ai produttori per creare sempre più nuove so-stanze e accentuare, quindi, i loro traffici, incrementando le loro vendite grazie alladifferenziazione di prodotto che sapevano offrire ai consumatori.

Figura 3 - EWS e altre condizioni di rischio.

Condizioni di rischio

Shulgin list

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Modelli di rilevamento dati e produzione dell’informazione di allerta

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Il carattere anticipativo del sistema è la caratteristica principale della sua funzionalità,oltre a costituire una modalità d’azione in linea con gli scopi stessi del sistema. Tutta-via, come insegna l’esperienza inglese, è necessario prestare molta attenzione allemodalità con cui l’azione anticipatoria viene svolta. Per tale motivo, il riconoscimentoanticipato dell’evento da contrastare deve essere consolidato attraverso l’adozione delsistema degli eventi sentinella che raccoglie ed incrocia “criteri di sospetto” e segueun principio di interdisciplinarità delle fonti di informazione, con il fine di riconoscereanticipatamente le condizioni di rischio. Tale interdisciplinarità è garantita dalla parte-cipazione nel sistema di attori provenienti da ambiti diversi. Ciò significa che essi agi-ranno con modalità e strumenti d’azione differenti, ma con lo scopo comune di pre-venire e contrastare il fenomeno in oggetto e in maniera coordinata attraverso le rac-comandazioni all’azione che sono associate alla segnalazione del grado di allerta.

Carattere anticipativo

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Acquisizione precoce delle droghe distrada: analisi dell’esistente e scenaripossibili. Vantaggi e svantaggi

Negli ultimi anni, nell’Unione Europea è cresciuta la preoccupazione in merito al fattoche sono state sequestrate, in luoghi di ritrovo, delle pastiglie smerciate come ecstasyma spesso contenenti altre sostanze oltre, o in alternativa, all’estasi, come, ad esem-pio, le amfetamine o altre sostanze dannose quali 4-MTA o il PMA. Capita sempre piùspesso, infatti, che vengano scoperte pastiglie con caratteristiche morfologicheesterne pressoché uguali alle pastiglie già registrate, ma con principi attivi che pos-sono essere anche molto diversi rispetto a quelli solitamente previsti per quel tipo dipastiglia.

Proprio in riferimento alla nascita di queste nuove tipologie di droghe sotto forma dipastiglie, in alcuni paesi dell’Unione Europea sono stati adottati i cosiddetti “pill testing”.Il fine principale di questo tipo di attività di analisi sulle droghe da strada è quello di al-lertare in loco e seduta stante potenziali consumatori in merito a sostanze molto dan-nose che possono essere contenute nelle pastiglie che si accingono ad assumere, edi fornire loro informazioni ed eventuali possibilità di trattamento.In aggiunta ad altri strumenti che possono essere utilizzati all’interno di una più ampiae comprensiva strategia contro la droga, il pill testing determina una certa consape-volezza non solo riguardo l’attuale situazione del mercato nero in materia di sostanzeillegali, ma anche riguardo il rilevamento, il follow up e il monitoraggio di particolari trenddi consumo, di cambiamenti locali e internazionali di pattern di consumo e di una va-rietà di dati demografici riguardanti i consumatori di sostanze illecite e altre persone arischio.

Nello specifico, gli scopi principali del pill testing, riportati in letteratura, sono la ridu-zione del danno, la prevenzione, il monitoraggio e la ricerca.Per quanto riguarda la prima finalità, dalla bibliografia consultata sembra che tutti i pro-getti di pill testing siano realizzati per informare in loco i consumatori in merito a pasti-glie molto “pericolose” o contenenti sostanze inattese, attraverso la comunicazioneimmediata ma anche per mezzo di giornalini, volantini, cartelloni o anche via internet,rendendo noti i risultati delle analisi svolte dalle unità mobili sulle droghe di strada. Ol-tre a ciò, il pill testing sembra in grado di fornire informazioni generiche sulla quantitàapprossimativa con cui una sostanza inattesa è contenuta nelle pastiglie.Tuttavia, non sono tuttora disponibili degli studi specifici sui reali effetti in termini pre-ventivi di informative di questo tipo e, pertanto, è bene interrogarsi sulla validità di que-sta modalità di azione e di gestione di questi progettiI messaggi di allerta riguardo le sostanze “dannose” o la composizione ritenuta “dan-nosa” delle pastiglie sono significativi se i consumatori hanno la possibilità di vedereanalizzate le proprie pastiglie. I pill testing svolti in loco (on site pill testing) sono unodei pochi metodi per avvicinare i consumatori e per trasmettere loro direttamente edimmediatamente messaggi finalizzati ad un “uso più sicuro” della droga, che copre

Pastiglie con ugualiforme ma principi

attivi diversi

Pill testing: gli scopi

Pill testing: alcunedomande aperte

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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una varietà di argomenti come minacce acute e a breve termine per la salute (adesempio, disidratazione, overdose, ecc…), minacce a lungo termine, dipendenza, ri-schi legali e messaggi per una guida in sicurezza.Tuttavia, bisogna considerare in maniera più accurata cosa esattamente si intenda persostanze “dannose” e se questo parametro sia standardizzabile per tutte le persone,poiché alcuni soggetti risultano maggiormente attratti proprio dalle droghe segnalatecome “più dannose/pericolose”. Di conseguenza, è consigliabile riflettere ulteriormentesul tipo di messaggio che viene dato dalle unità mobili dei pill testing ai consumatori,in relazione alla tipologia di target e al tipo di informazione che a quel target viene tra-smessa.

Il secondo scopo degli on site pill testing va oltre il semplice testing delle pastiglie. Lamaggior parte dei progetti in Europa offre occasione di discussione sulle informazionie sugli eventuali tipi di interventi. Il pill testing sembra essere uno strumento che attraei visitatori per una serie di ragioni che spaziano dal fatto che è loro interesse sapereche sostanza si accingono ad assumere o dal fatto che sono curiosi di sapere chetipo di attrezzatura viene utilizzata per rilevare sostanze inattese. La situazione può es-sere usata per fornire ai visitatori foglietti illustrativi o opuscoli esplicativi e coinvolgerlicon ulteriori notizie e discussioni informative sui trattamenti, presumibilmente con ef-fetti di tipo preventivo. Per “discussioni informative” si intendono conversazioni tra lostaff del progetto e i potenziali consumatori che durano al massimo cinque minuti eche trattano argomenti quali un uso “più sicuro” delle droghe, gli effetti fisici delle so-stanze o i problemi psicologici ad esse correlati. Tuttora, non vi sono però, come pre-cedentemente segnalato, evidenze scientifiche consolidate in merito al tipo di impattoe agli esiti di questi approcci.

Infine, per quanto riguarda il monitoraggio e la ricerca, il fatto che gli on site pill testingsi traducano in una raccolta di dati e di conoscenza qualitativa riguardo i mercati delladroga, in relazione a tematiche demografiche e psicologiche, mediche e sociali atti-nenti ai visitatori e ad altri consumatori di sostanze illecite, indica un prerequisito im-portante per installare e promuovere progetti di informazione e prevenzione e per pia-nificare studi scientifici sui pattern d’uso e pericoli correlati.

Nella pratica, gli studi su questi progetti indicano che, nei pill testing, sono coinvoltepersone provenienti da diversi ambiti come, ad esempio, lavoratori del sociale, psico-logi, chimici. Questi individui si attivano in unità mobili che si posizionano, preferibil-mente, nei pressi o, addirittura, all’entrata dei luoghi di ritrovo dove è verosimile chevengano consumate droghe. In particolare, il luogo di intervento dovrebbe essere ilpiù vicino e visibile possibile all’audience. I giovani che frequentano questi luoghi ven-gono invitati a consegnare le loro pastiglie allo staff del progetto il quale, nel più com-pleto anonimato, avrà cura di analizzare sul campo la pastiglia e il suo contenuto e dicomunicare i risultati di questo primo esame al potenziale consumatore.In termini di gruppi target previsti, i destinatari del progetto degli on site pill testing sonoi già consumatori e i potenziali consumatori di sostanze psicoattive. Di fatto, il criteriominimo per appartenere ad un gruppo target sembra essere “soggetto non consuma-tore, ma interessato alle droghe ricreative”.La gran parte dei finanziamenti grazie a cui le analisi sulle droghe da strada possonoessere effettuate sono di origine pubblica: tra l’80 e il 100% del budget proviene dalleautorità locali, regionali o federali.

Le procedure analitiche su cui si basano i pill testing vengono adottate da laboratorimobili che si occupano dell’analisi immediata delle pastiglie e si basano sull’identifica-

Prevenzione

Monitoraggio ericerca

Pill testing: la pratica

Identificazione

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Acquisizione precoce delle droghe di strada: analisi dell’esistente e scenari possibili. Vantaggi e svantaggi

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zione delle pastiglie fornite, sul test della reazione del colore, su test immunologici,sulla cromoterapia.Per quanto riguarda l’identificazione delle pastiglie, i metodi riguardano il paragonedelle pastiglie portate dai potenziali consumatori con le liste di pastiglie formalmenteanalizzate. Come si può notare, non si tratta di una procedura analitica.

In generale, le pastiglie che devono essere testate vengono pesate, vengono misu-rati i loro diametri e la loro larghezza, e questi dati, insieme ai loro marchi, le incisionisulla loro superficie e il colore, vengono messi a paragone con le liste di pastiglie dicontenuto conosciuto e con dati sulla quantità del contenuto.Alla luce delle continue variazioni dei principi attivi con conservazione della morfologiaesterna, queste prassi non consentono una buona affidabilità del riconoscimento dellesostanze contenute.

Il test della reazione del colore è relativamente semplice ed economico. Il kit utilizzatodalle unità di strada è in grado di identificare la presenza di sostanze simili all’ecstasy(MDMA, MDA, MDE), ma non può differenziarle tra loro né dire in quale percentualequeste sostanze siano contenute nelle pastiglie analizzate. Il test può anche identificarela presenza di sostanze altre da ecstasy o, addirittura, l’assenza totale di ecstasy dallepastiglie, con conseguente presenza di altre sostanze, quale caffeina. Tuttavia, esistonocomposti chimici che non causano alcuna reazione con gli ecstasy-testing kit e il sem-plice fatto che una pastiglia possa risultare positiva per una sostanza simile all’ecstasy,non significa che la pastiglia sia pura o “sicura”. Potrebbero, infatti, essere contenutiuna serie di altri agenti chimici sicuri o pericolosi, come, ad esempio, il PMA che nonmostra alcun cambiamento di colore. In casi come questo, in alcuni stati membri, cam-pioni di pastiglie vengono inviati a laboratori ufficiali per una più completa identificazione.

I test immunologici sono basati sulla reazione di un antibiotico, più o meno specifico,in relazione ad una sostanza e la visualizzazione della sua reazione. Nella gran partedei casi, vengono usati sistemi di immunotest per i drug test sulle urine che sono dis-ponibili in commercio.

Infine, la cromatografia consiste nella separazione di un misto di composti nei suoicomponenti ed è quindi ampiamente usato per l’identificazione e la determinazionedei componenti chimici di sostanze complesse.

Il problema maggiore legato all’uso di questo tipo di procedure è la loro validità. Infatti,nei pill testing l’identificazione delle pastiglie è rapida ma più indicativa che precisa,quindi non del tutto affidabile.I test della reazione del colore sono sì veloci ed economici, ma la loro validità è riser-vata ad un paio di sostanze psicoattive: in termini di risultati qualitativi non si può direnulla sulle possibili alterazioni o su eventuali sostanze inattese, come il PMA. Inoltre,la quantificazione della percentuale di sostanze inattese contenuta nelle pastiglie nonè possibile con le procedure a disposizione. Da un punto di vista analitico, i test dellareazione del colore dovrebbero essere utilizzati solo in combinazione con liste di iden-tificazione di pastiglie come viene fatto, per esempio, dal progetto olandese DIMS.I test immunologici non possono essere impiegati per l’identificazione delle pastigliee, se da un lato la cromatografia è considerata veloce (quindici minuti per eseguirla),affidabile, in grado di fornire dati qualitativi e quantitativi (come mostrato dai progettiPilotE e ChEck iT!, rispettivamente in Svizzera e in Austria), dall’altro i suoi costi sonoalquanto elevati e quindi di difficile uso, se non con l’appoggio di un generoso budgetdisponibile a sostegno dei progetti.

Criteri morfologici

Test della reazionedel colore

Test immunologici

Cromatografia

Validità delleprocedure

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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I pill testing sono un concetto relativamente nuovo nell’ambito della salute pubblica edella prevenzione. Molte organizzazioni non hanno le risorse finanziarie necessarie adeffettuare in modo efficace i test in loco oppure non possiedono il know how occor-rente per disegnare strumenti di valutazione appropriati per i progetti di pill testing. Inpratica, sembra che l’unico tipo di documentazione possibile, in circostanze come irave party o, in genere, i luoghi di incontro, sia di tipo superficiale. Molti progetti ve-dono i loro visitatori solo una o due volte ed è pertanto difficile scoprire se l’informa-zione fornita con il progetto abbia davvero condotto ad un tipo di consumo più “re-sponsabile” rispetto ad altri gruppi che, invece, non hanno ricevuto messaggi da que-sto tipo di fonte. Quindi, l’efficacia dei pill testing nella riduzione dell’assunzione dellepastiglie non è garantita.

Esiste, inoltre, la possibilità che il comunicare ad un potenziale consumatore il fattoche nella sua pastiglia possono essere contenuti contaminanti inaspettati e che l’ef-fetto sulla sua persona potrebbe essere pericoloso, possa indurre un effetto para-dosso e cioè indurlo a provare intenzionalmente quella pastiglia perché attratto dallanovità della cosa. I soggetti più facilmente inclini a simili atteggiamenti sono quelli cheappartengono alla categoria dei “novelty seeking”. Tra i fattori che condizionano l’in-contro con le sostanze psicotrope, infatti, un ruolo importante viene attribuito ai com-portamenti e agli atteggiamenti di ridotta “harm avoidance” e che sono inoltre orientatialla ricerca di novità e sensazioni forti, “sensation seeking e novelty seeking”. Tali trattidi temperamento sono tipici dell’ambito adolescenziale e giovanile che risulta più vul-nerabile all’addiction e più inclini all’uso di sostanze. Si presume, quindi, che segna-lare a questi soggetti che la pastiglia che hanno in mano contiene sostanze e/o con-taminanti sospetti potrebbe rappresentare, piuttosto che un segnale di allerta finaliz-zato all’evitabilità dell’assunzione, un incentivo a provarne gli effetti.Analogamente, alcuni studi hanno evidenziato che alla domanda su quale sarebbe statala reazione a fronte di analisi che confermavano una riduzione delle componenti tossichedelle pastiglie, una buona percentuale di consumatori risponde che avrebbero allora au-mentato i consumi, aggiungendo di avere l’impressione che la Sanità, in questo modo,è come se “certificasse” che le pillole non sono tossiche e/o dannose per la salute.Quindi, determinare un’effettiva efficacia dei pill testing nella riduzione del consumo disostanze non è facile e sulla base della situazione attuale sarebbe abbastanza con-fuso fornire validi dati di outcome, eventualmente utili ai policy makers.

Rimane, comunque, estremamente valido il ruolo dei pill testing per aumentare le co-noscenze sulle nuove sostanze e/o nuovi pattern d’uso che si manifestano sul mer-cato illegale, rappresentando una fonte di informazione importante per il sistema infor-mativo collegato all’allerta precoce. Infatti, per quanto concerne i sistemi di allerta pre-coce (formali e informali) contro le nuove sostanze o contro pastiglie molto pericoloseo contro nuovi trend di consumo, questi potrebbero beneficiare molto dei progetti dipill testing.Non bisogna, quindi, dimenticare che i risultati dei pill testing possono contribuire al-l’arricchimento di una banca dati sulle nuove sostanze in circolazione. Infatti, se i risul-tati delle analisi effettuate nei pill testing sulle droghe di strada venissero raccolti, in-crementando la conoscenza sulle caratteristiche delle sostanze e/o di principi attivicontenuti nelle pastiglie, si potrebbero avere una maggior precisione diagnostica euna maggior tempestività nel riconoscere i fenomeni, i segni e i sintomi che verrannoosservati successivamente sul territorio dalle varie unità cliniche operative.

Tuttavia, la maggiore difficoltà che gli on site pill testing incontrano per la realizzazionedella propria iniziativa e che minaccia il risultato del loro intervento è la questione nor-

Dubbia efficacia

Novelty seeking edeffetto paradosso

Pill testing ed EWS:creazione di una

banca dati

Assetto normativo

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Acquisizione precoce delle droghe di strada: analisi dell’esistente e scenari possibili. Vantaggi e svantaggi

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mativa. Infatti, per analizzare chimicamente le pastiglie, è necessario che i potenzialiconsumatori presentino le pastiglie in questione allo staff del progetto volontariamente.A parte l’Olanda, dove i pill testing sono parte integrate della politica governativa uffi-ciale sulla droga, in Europa il controllo delle sostanze non è incluso negli standard uf-ficiali e nelle politiche pubbliche. Vi è, di fatto, una generale incertezza che caratterizzala legislazione in materia di analisi delle sostanze nella maggior parte degli Stati Mem-bri dove i pill testing vengono effettuati (in Austria, in Belgio, in Germania, in Spagna,in Francia e anche in Italia con l’esempio di Bologna).I progetti di pill testing hanno la necessità di poggiare su normative regionali, opinionilegali ad hoc ed accordi speciali. Generalmente, un minimo di sostegno politico e unabuona cooperazione con le forze di polizia locale sembra aver guidato i progetti di pilltesting verso risultati soddisfacenti.In particolare, è opportuno che ci sia uno scambio di vedute o che siano possibili ac-cordi specifici con la polizia per evitare che intervengano agli eventi in cui i test ven-gono effettuati, scoraggiando così i potenziali consumatori nel mettere a disposizionele loro pastiglie per l’analisi, benché la polizia, secondo la normativa generale, sia au-torizzata ad intervenire in vista di potenziali atti illegali. La cooperazione con servizi sa-nitari e sociali e con le autorità locali costituisce, a sua volta, un elemento sostanzialeper una buona riuscita dei pill testing.

Un esempio di tale collaborazione è fornita dall’esperienza del Regno Unito dove, sindal 1999, un’iniziativa di collaborazione tra agenti di polizia coinvolti in operazioni an-tidroga e gestori di locali notturni nella zona del Merseyside e della Northumbria haportato alla realizzazione di un Amnesty box in un club notturno chiamato “Ministry ofSound”, ossia di una scatola chiusa dove oggetti sospetti, in possesso di individui checercano di entrare in questi club, vengono depositati attraverso una fessura dai but-tafuori che perquisiscono i clienti prima del loro ingresso, senza fare domande e senzaaccertarsi dell’identità dei portatori di quegli oggetti. I buttafuori ricevono dalle forze dipolizia le informazioni e la preparazione necessaria ad affrontare tali situazioni e riman-gono in contatto con loro durante la serata per eventuali particolari segnalazioni o ri-chieste di intervento. Esistono solo due chiavi per aprire l’Amnesty Box, tenute dall’i-spettore di settore e dal funzionario di ronda. La scatola viene svuotata una volta almese e il suo contenuto viene registrato. Da uno studio di valutazione è emerso che,per la maggior parte, la tipologia di oggetti che vengono confiscati ai clienti, prima dientrare, sono capsule di polvere marrone, pacchetti di polvere bianca, pastiglie bian-che e pastiglie colorate. Su queste sostanze vengono eseguite delle analisi per de-terminare di che tipo di sostanze si stia trattando e i risultati degli esami vengono, poi,inseriti nei database delle forze dell’ordine per avere una mappatura delle sostanze incircolazione. Nel caso venga rinvenuto addosso ad un soggetto o nella sua borsa unquantitativo significativo di una sostanza sospettata come stupefacente, questa per-sona verrà trattenuta dal personale addetto alla sicurezza del club il quale si occuperàdi chiamare le autorità e di consegnarlo al loro arrivo.

In merito alla questione normativa e alle difficoltà che si incontrano quando si tenta diinserire gli on site pill testing nel contesto della legislazione italiana, con il Testo Unicodelle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, preven-zione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, prevede, all’art. 73,che chiunque, senza la specifica autorizzazione “coltiva, produce, fabbrica, estrae,raffina, vende, offre o mette in vendita, cede o riceve […], distribuisce, commercia,acquista, trasporta, esporta, importa, procura ad altri, invia, passa o spedisce in trans-ito, consegna per qualunque scopo o comunque illecitamente detiene […] sostanzestupefacenti o psicotrope […]” è passibile di imputazione. Questa crea un’oggettiva

Amnesty Box

Quadro normativoitaliano

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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difficoltà al recupero delle sostanze per finalità analitiche senza incorrere in sanzioni.Questa restrizione potrebbe, però, essere superata in base alla stessa legislazione.Infatti, secondo la stessa normativa, all’art. 69, in relazione all’obbligo di trasmissionedei dati e delle segnalazioni, è previsto che, nel caso di sostanze sequestrate, partedi queste debba essere messa a disposizione del Ministero della Salute. Analoga-mente, i direttori delle cliniche, degli ospedali, delle case di cura, dei laboratori di ri-cerca debbono comunicare tempestivamente al Ministero in questione gli effetti dan-nosi eventualmente cagionati da particolari sostanze e, in particolare, i fenomeni di as-suefazione e di farmacodipendenza.In base a questo, potrebbe legalmente essere possibile avere a disposizione le so-stanze sequestrate per poterle esaminare. Tuttavia, in pratica, ciò non accade e la tra-smissione delle sostanze rimane, di fatto, bloccata rendendosi praticamente inutile aifini di un EWS.

È interessante notare, quindi, come esistano una serie di problemi legati alla legittimitàdelle operazioni di pill testing alla luce dell’attuale legislazione che prevede che taleoperazione possa essere svolta solo dalle forze dell’ordine durante le operazioni di po-lizia, ordinarie e/o sotto copertura. Quindi, se da un lato l’acquisizione sistematica delledroghe da strada al fine di poter più precocemente individuare nuove sostanze e/ocontaminanti, potrebbe risultare molto utile per finalità di sanità pubblica, dall’altro, èstato, invece, messo in luce che, l’implementazione di siffatti progetti non trova signi-ficative agevolazioni da parte del quadro normativo che, così come attualmente pen-sato, sembrerebbe ostacolare il rilevamento delle pastiglie nei luoghi di incontro per-dendo, quindi, la possibilità di rilevare nuove sostanze e/o nuovi contaminanti in ma-niera molto rapida e molto funzionale ai fini dell’allerta rapida.Sarebbe, quindi, opportuno, se si riterrà efficace, in termini preventivi, la strategia delpill testing, prevedere un’integrazione della normativa relativa alla lotta alla droga. Lacosa è già stata fatta in Austria, dove, dal 1997, il pill testing è già parte della politicaufficiale di Vienna in merito al consumo di droghe, in Olanda, il cui governo, già dall’i-nizio degli anni ‘90, ha istituito il Drug Information Monitoring System, che consiste diuna rete nazionale di organizzazioni che si occupano di sanità pubblica e di preven-zione (oggigiorno, il pill testing è parte ufficiale della politica olandese in merito alladroga), e in Svizzera dove, dopo svariati dibattiti legislativi e opinioni legali, i progettiPilot-E e Eve & Rave hanno ricevuto il riconoscimento normativo ad operare nel can-tone di Berna con il supporto dell’autorità pubblica, della polizia locale e dei partiti.Si potrebbe quindi riflettere sull’elaborazione di una normativa che consenta l’analisi inloco delle pastiglie e che preveda, seguendo anche l’esempio inglese, una collabo-razione tra le forze dell’ordine e i laboratori mobili che si occupano delle analisi delledroghe di strada. Si tratterebbe, in definitiva, di riconoscere legalmente modalità di ri-levamento dei dati, relativi alle sostanze, che siano alternative alle fonti abituali, come,ad esempio, il sequestro da parte delle forze dell’ordine, e di permettere di usare que-sti dati per valutare concretamente se tali modalità di prevenzione risultino veramenteefficaci nel ridurre i rischi correlati all’uso di droghe o se, invece, non possono creareeffetti paradossi come quelli precedentemente segnalati.

Limiti e vincoli

1 Ciò non è cosa priva di dubbi. Si vedano gli studi di Winstock A. R., Wolff K., Ramsey J., “Ecstasy pilltesting: harm minimization gone too far?”, in Addiction, n. 96, pp. 1139-1148, 2001 e EMCCDA “An inven-tory of on-site pill testing interventions in the EU”, a cura di Burkhart G., luglio 2001,www.emcdda.europa.eu/

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INDICAZIONI OPERATIVE

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Framework generale di funzionamentodi un Early Warning System

Gli EWS generalmente dovrebbero funzionare attraverso la realizzazione di quattro ma-crofasi: la percezione precoce di un evento, la creazione di consapevolezza del peri-colo, l’attivazione di un sistema di tutela e la valutazione e ripianificazione del sistemastesso.In Figura 1 è possibile vedere un quadro d’insieme delle caratteristiche di funziona-mento necessarie ad un EWS per raggiungere gli obiettivi di tempestività dell’allerta edi efficacia dell’azione.

Nello specifico, il processo di azione prende piede con la percezione precoce dell’e-vento o della condizione potenzialmente dannosa. Ciò avviene attraverso la raccoltadi informazioni dalle varie fonti, l’accreditamento delle informazioni e la definizione delgrado di allerta corrispondente al potenziale danno.

La seconda fase corrisponde alla creazione di consapevolezza in merito al pericoloimminente e al bisogno d’azione, attraverso la trasmissione dell’informazione. Tale tra-smissione deve essere differenziata a seconda dell’azione attesa che il target dovràrealizzare. Gli attori predisposti alla risposta, infatti, attivano risposte diverse a secondadel grado di livello di competenza e di responsabilità delle varie realtà organizzative co-involte. Pertanto, il tipo di informazione che ricevono dovrà essere diverso. Inoltre, ènecessario prevedere che il loro agire venga guidato da delle raccomandazioni all’a-zione, specifiche per settore, segnalate congiuntamente alla trasmissione dell’allerta.

Successivamente, vi è una fase di attivazione delle misure di tutela preordinate e con-crete. Tale stadio del sistema può prevedere l’intervento di prevenzione primaria e/ola gestione del processo e/o la gestione ottimizzata delle conseguenze dell’evento chenon può essere evitato.

Viene presa in considerazione anche un’ultima fase di follow-up per una valutazionedel funzionamento del sistema stesso. In particolare, la fase di valutazione e ripianifi-cazione si riferisce alla stima dei danni, dell’efficacia delle misure adottate e dell’im-patto ottenuto alla luce delle esigenze di partenza (cost/effectiveness). Tale fase puògenerare spunti e proposte utili al miglioramento futuro del sistema stesso, conferendoall’EWS un carattere dinamico e offrendo occasioni di miglioramento a seconda del-l’esperienza acquisita e delle realtà organizzative implicate nel funzionamento del si-stema.

Le macrofasi difunzionamento

Percezione precocedell’evento

Creazione diconsapevolezza

Attivazione dellarisposta

Follow up

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Figura 1 - EWS framework.

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Figura 1 - EWS framework.

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Componenti degli Early Warning Systems

Un EWS si avvale di una forma organizzativa strutturata su varie componenti. Tali ele-menti sono costituiti da un insieme di attori che interagiscono tra di loro e dalle azioniin cui loro stessi si ritrovano coinvolti nel momento in cui sono implicati nel sistema diallerta e risposta rapida (Figura 1).

Il punto di partenza della rete è rappresentato dagli stakeholders, tra cui troviamo isti-tuzioni competenti all’intervento preventivo (sia a livello operativo, come ad esempioSert e unità mobili, sia a livello programmatorio, come possono essere le Regioni), or-ganizzazioni non istituzionali ma in grado di produrre interventi validi alla soluzione delproblema, come ad esempio le associazioni di volontariato, i diretti consumatori dellesostanze, ossia persone tossicodipendenti o altre persone in contatto con loro, mezzidi informazione, come i media locali o nazionali.Di fatto, gli stakeholders, e cioè i portatori di interessi diretti e responsabilità, sono rap-presentati da tutte quelle strutture organizzative in grado di interferire con diverse mo-dalità con il fenomeno dell’apparizione di nuove sostanze o di loro nuovi pattern d’usosul mercato illegale. Questi soggetti possono essere le unità d’emergenza, le unitàospedaliere, le unità operative di strada, le forze dell’ordine, gli enti regionali e comu-nali.

Attraverso varie fonti di informazione, quali le analisi di laboratorio eseguite su sostanzesequestrate o i racconti forniti da persone tossicodipendenti agli operatori del Sert, leunità operative raccolgono dati che possono costituire notizie utili in merito al feno-meno oggetto di osservazione. Tali dati vengono trasmessi attraverso reti di informa-zione, in maniera tempestiva, al centro di elaborazione che costituisce il fulcro del-l’EWS. In questa sede, i dati raccolti subiscono un processamento al termine del qualesi può disporre di informazioni sulla base delle quali si determina il livello di allerta ade-guato al tipo di programma rilevato.

Il centro operativo dell’EWS a livello regionale dovrebbe trovare una giusta colloca-zione presso gli Osservatori per le dipendenze che già dovrebbero essere dotati di unsistema di monitoraggio che potrebbe essere la base di partenza per lo sviluppo del-l’EWS. La raccolta dati, quindi, dovrebbe essere indirizzata e collezionata presso gliOsservatori così come il processamento e la produzione delle informazioni per la tra-smissione delle informazioni, in feedback, alle unità operative e ai livelli nazionali (puntofocale)(Figura 14).

Esistono anche unità operative di osservazione scientifica, come ad esempio le strut-ture di ricerca scientifica, indipendenti dagli stakeholders ed esterni all’EWS, ma checontribuiscono al rilevamento e alla valutazione di informazioni utili alla definizione delgrado di allerta e si inseriscono, quindi, nella rete di informazione.

Gli stakeholders

Trasmissionedell’informazione

Centro operativo

Unità operative diosservazione

scientifica

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Come evidenziato in Figura 2, le unità operative territoriali svolgono un ruolo specificodi interazione con il Centro operativo dell’EWS. Infatti, esse hanno il compito di racco-gliere i dati dagli stakeholders, attraverso la sopraccitata rete informativa, con lo scopodi alimentare il sistema di allerta attraverso la fornitura di elementi informativi che sa-ranno indirizzati al processamento dell’informazione in sede di elaborazione nel Cen-tro dell’EWS.Oltre alla funzione di info-outreach e di alimentazione del sistema, le unità operativesono anche deputate alla ricezione della segnalazione dell’allerta da parte del centrodell’EWS. Nel momento in cui l’informazione dell’allerta raggiunge le unità operative,esse sono incaricate di attivare, secondo le indicazione del centro dell’EWS e se-condo le procedure preconcordate tra i vari enti coinvolti, le azioni concrete di preven-zione e riduzione del danno correlato al fenomeno in esame, attraverso la rete infor-mativa di trasmissione dell’allerta.

Figura 1 - Componenti degli EWS.

Unità operative

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Componenti degli Early Warning Systems

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Nello specifico, per delineare con maggior precisione il ruolo e il funzionamento delleunità operative, in Tabella 1 vengono riportati i dati da raccogliere e trasmettere e icompiti prevalenti nel contesto dell’EWS relativi ad ogni unità. Si considera il territorioregionale come area di riferimento poiché il sistema di allerta precoce e risposta ra-pida è da intendersi operativo, come già menzionato, non solo a livello nazionale, maanche a livello regionale/locale. Per tale ragione, considerando l’aspetto operativo diogni unità, è stato inserito un elenco dettagliato delle varie unità che costituiscono ilnetwork di lavoro regionale. Rimane sottointeso che ogni funzione sarà necessaria-mente da stabilire a priori all’interno di accordi di collaborazione formali, descritti neiprecedenti paragrafi, in cui ogni unità si impegna a raccogliere precise informazioni ead eseguire determinate azioni, stabilite anteriormente la messa in atto dell’EWS, a se-conda della responsabilità e delle possibilità operative di ciascuna unità.

Figura 2 - Ruolo e funzionamento delle Unità Operative territoriali.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Tabella 1 - Possibili dati di input e compiti delle unità operative territoriali regionali nell’EWS.

UNITÀ OPERATIVADELL’EWS ALL’INTERNODELLA REGIONE

Unità di strada

SerT

Comunità

Organizzazioni di volontariato

Ospedali - emergenze

Ospedali - reparti

Laboratori di riferimento (tra cui i laboratori universitari difarmacologia e tossicologia,ecc…)

Prefetture

Forze dell’ordine(carabinieri, polizia di Stato,guardia di finanza)Procure

Comuni (unità specifiche)

Consumatori

TIPOLOGIA DEI DATI DA RACCOGLIEREE TRASMETTERE PER UNITÀ

- Sintomi sentinella e racconti narrativi susostanze, modalità di assunzione dellestesse, eventuali associazioni di sostanze esetting di utilizzo

- Informazioni dai pazienti- Sintomi sentinella rilevati- News su nuovi pattern d’uso e/o nuove

sostanze in circolazione

- Raccolta di informazioni dai pazienti- Raccolta dei sintomi sentinella rilevati- Raccolta di news su nuovi pattern d’uso

e/o nuove sostanze in circolazione

- Raccolta di informazioni dai pazienti- Raccolta dei sintomi sentinella rilevati- Raccolta di news su nuovi pattern d’uso

e/o nuove sostanze in circolazione

- Sintomi sentinella- Risultati degli accertamenti tossicologici- Informazioni dai racconti narrativi degli

assistiti

- Sintomi sentinella e patologie correlate- Risultati degli accertamenti tossicologici- Raccolta delle informazioni dai racconti

narrativi

- Dati analitico-tossicologici- Immagini/fotografie/disegni dei reperti

tossicologici- Dati sugli inquinanti batterici organici

- Informazioni narrative su nuove sostanzeriferite e nuovi trend d’uso

- Informazioni sui sequestri e/o reatirelativamente a quantità, tipologia (principioattivo), caratteristiche morfologiche generali,location di sequestro

- Informazioni sul traffico in arrivo da e inpartenza per determinate zone

- Informazioni dai pazienti- Sintomi sentinella rilevati- News su nuovi pattern d’uso e/o nuove

sostanze in circolazione

- Informazioni sulla comparsa di nuovesostanze e nuovi trend

- Informazioni sui sintomi sentinella

- Raccolta e trasmissione dei dati- Attivazione della risposta- Allerta: informativa ai consumatori

- Input: raccolta e trasmissione dei dati- Output: attivazione della risposta, posta allerta:

• informativa agli utenti• informativa agli operatori

- Input: raccolta e trasmissione dei dati- Output: attivazione della risposta, posta allerta:

• informativa agli utenti• informativa agli operatori

- Input: raccolta e trasmissione dei dati- Output: attivazione della risposta, posta allerta:

• informativa agli utenti

- Input: raccolta e trasmissione dei dati- Output: attivazione della risposta, posta allerta:

• informativa agli utenti• informativa agli operatori

- Input: raccolta e trasmissione dei dati- Output: attivazione della risposta, posta allerta:

• informativa agli utenti• informativa agli operatori

- Produzione di un referto e invio dello stesso alleForze dell’Ordine

- Per i laboratori universitari: formazioneistituzionale e consulenza nel Comitato divalutazione del rischio

- Invio dati all’EWS per attivazione dell’allerta

- Attivazione delle forze dell’ordine ecoordinamento degli interventi

- Trasmissione dei dati che è possibiletrasmettere all’EWS

- Intensificazione delle indagini- Avviso ai laboratori con richiesta di analisi più

approfondite

- Input: raccolta e trasmissione dei dati- Output: attivazione della risposta, posta allerta:

• informativa agli utenti• informativa agli operatori

- Fornire informazioni agli operatori- “Passa parola” di allerta tra i consumatori

COMPITI PREVALENTI NEL SISTEMAGENERALE DELL’EWS

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Componenti degli Early Warning Systems

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Proseguendo nella descrizione del funzionamento dell’EWS, dopo aver esposto le at-tività previste per le unità operative coinvolte è necessario indicare precisamente ladestinazione dei dati raccolti dalle unità: il centro di elaborazione e processamentodell’informazione dell’EWS. Questo centro poggia su tre componenti principali: un callcentre, una segreteria operativa e un comitato di crisi.

Il call centre ha la funzione di raccogliere e collezionare i dati in entrata, riguardo unapossibile allerta, e provenienti dalle unità operative territoriali. Una volta assolta la fun-zione di acquisizione dell’informazione, il call centre trasferisce questi dati alla segre-teria operativa del sistema.

Il ruolo della segreteria operativa è quello di sistematizzare i dati in entrata e di prepa-rarli per la valutazione. Successivamente a tale processamento, quando i dati sonopronti per la valutazione, la segreteria operativa ha il compito di attivare e convocare ilcomitato di crisi. Oltre a tali funzioni, nel caso in cui il comitato di crisi si pronunci perl’attivazione del segnale d’allerta, la segreteria operativa ha anche il compito di inviarele informazioni di allerta a tutta la rete, insieme alle indicazioni di azioni di risposta daattivare.

Infine, l’unità centrale ed essenziale dell’EWS è rappresentata dal comitato di crisi. Sitratta, infatti, di un insieme di esperti che hanno il compito di valutare le informazioniinviate dalle unità operative territoriali e filtrate dalla segreteria operativa. È necessarioche tale valutazione venga effettuata in base a criteri precondivisi da tutti gli enti e or-ganizzazioni coinvolte nel sistema. Ciò si giustifica con lo scopo di assegnare alla va-lutazione, in caso se ne presenti la necessità, un grado di allerta condiviso da tutti glienti che dovranno, poi, concretizzare delle misure d’azione di prevenzione e riduzionedel danno. È importante, in altre parole, che tutti i soggetti che cooperano in un si-stema di allerta siano d’accordo sulla significatività del grado di allerta sollevato e di-vulgato.

Per ragioni di organizzazione della rete operativa, che, come precedentemente illu-strato, si articola su un livello nazionale e un livello regionale, anche il Comitato di crisidovrebbe strutturarsi su due livelli. Il primo, quello nazionale, avrebbe il compito, oltreche di valutare le informazioni, di divulgare il segnale di allerta su tutto il territorio na-zionale e di attivare, quindi, l’azione di risposta. È opportuno prevedere che il nucleodi questo comitato sia costituito da un rappresentante del Ministero della Salute, unodel Ministero della Solidarietà Sociale, uno del Ministero dell’Interno, uno dell’IstitutoSuperiore della Sanità, uno dei tossicologi forensi, dei tecnici del Dipartimento delleDipendenze e delle unità di emergenza, nominati dalla Regione.Similmente, il livello regionale del Comitato di Crisi avrebbe il compito di diffondere l’al-lerta nel territorio regionale e di stimolare le azioni di risposta in quell’area. In altre pa-role, se dal livello nazionale l’attivazione della risposta può essere intesa come l’avviodi una disposizione, a livello regionale si tratterebbe di mettere in pratica l’azione sol-lecitata dalle istituzioni nazionali. A rappresentanza del Comitato a livello regionale sipotrebbero includere la Protezione Civile, un assessore alla sanità, un rappresentantedel Dipartimento delle Dipendenze, un farmacologo, o tossicologo, un rappresentantedelle Forze dell’Ordine e, infine, sarebbe opportuno identificare un referente telefonicoche trasmetta concretamente l’allerta attraverso il telefono o il fax alle altre unità ope-rative che devono realizzare l’azione di risposta.

Nell’ambito della valutazione del grado di allerta, sarà opportuno indicare il “rischio sa-nitario” da evitare come un “danno” da evitare. A tal proposito, sono da prevedere due

Call centre

Segreteria operativa

Comitato di crisi

Comitato a livellonazionale e regionale

Rischio e danno

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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tipologie di danno:- a breve termine- a medio e lungo termineNella prima tipologia rientrano le intossicazioni acute, le infezioni acute e gli episodipsicoticiNella seconda tipologia trovano spazio le infezioni croniche, i deficit permanenti percompromissione di organi e sistemi, i danni sociali e legali.

Per quanto riguarda il processo di valutazione dell’informazione cui è deputato il co-mitato di crisi, è necessario che gli esperti agiscano seguendo un preciso piano di ge-stione del suddetto processo, prendendo spunto dal processo di gestione dei rischi.Tale processo, applicato ad un EWS, potrebbe prevedere una prima fase di identifi-cazione e definizione degli eventi dannosi che potrebbero verificarsi in seguito al tipodi informazione ricevuta. Ciò significa che, a seconda dell’informazione ottenuta, si po-tranno avere diverse previsioni sui futuri danni attesi.Una volta individuati quali sono gli eventi potenzialmente verificabili, è necessario con-siderare una seconda fase di valutazione quantitativa della frequenza dell’evento edelle possibili ricadute conseguenti all’evento. In altre parole, è importante chiedersiqual è la probabilità che l’evento accada e qual è l’intensità dei relativi danni conse-guenti.Secondo la teoria del Risk Management, si definisce rischio connesso ad un deter-minato evento il valore espresso dal prodotto della misura degli effetti non desiderati,aventi come causa un preciso evento, e la probabilità di accadimento di quell’evento,dove la probabilità in questione può essere data da indici di accadimento frutto del-l’esperienza. Pertanto, considerando il rischio individuato, sarà possibile associare al-l’informazione ricevuta e valutata uno specifico livello di allerta che sarà stato determi-nato sulla base del risultato della valutazione eseguita. Di conseguenza, verranno adot-tate delle strategie di gestione della situazione proporzionate alla probabilità e intensitàdegli eventi dannosi identificati. Ciò spiega, inoltre, l’importanza di stabilire e precon-cordare le misure di risposta da attivare.

Un quesito da porre per la discussione è vedere se, nell’ambito dell’uso di droghe, sipossa parlare di soglie di “rischio di danno accettabile”, al di sotto del quale si decidedi non agire (Livello 0). Questa discussione rimane aperta perché risente dei diversiorientamenti strategici generali, e quindi politici, che potrebbero individuare standardmolto diversi per la definizione e valutazione del rischio accettabile. È tuttavia impor-tante non sottovalutare il tema perché l’azione di risposta, o la “non azione”, delle unitàoperative dipende anche dalla condivisione degli schemi cognitivi per il decision ma-king che sottostanno ad un EWS, determinandone quindi il buon funzionamento. Per-tanto, non è consigliabile trascurare la questione in merito al quando si possa iniziarea parlare di allerta e quando si possa avviare l’attivazione delle procedure operative dirisposta. Risolvere, quindi, il quesito su quale sia la “soglia accettabile” di rischio didanno per la salute dei consumatori di droghe sarà di fondamentale importanza pertarare i livelli di allerta, anche se restiamo molto perplessi, alla luce delle evidenzescientifiche sui danni delle sostanze stupefacenti, che si possa determinare (se nonaddirittura accettare) una soglia di rischio danno.

Oltre a questo, la fase di pianificazione della risposta dovrebbe tenere in considera-zione la diversa tipologia di intervento. Vale a dire, se un evento ha bassa probabilitàdi accadimento, pur nella sua gravità, gli interventi più significativi potrebbero esserequelli tesi a diminuirne le conseguenze, ovvero si potrebbero pensare sistemi di emer-genza per mitigare quelle conseguenze (attenuazione) o sistemi di contenimento che

Gestione del rischio

Soglie di rischio usodi droghe

accettabile?

Piano di gestionedella valutazione

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Componenti degli Early Warning Systems

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ne limitino gli effetti (protezione). Se, invece, un evento ha un’alta probabilità di acca-dimento, potrebbe essere più opportuno intervenire aumentando l’affidabilità e l’effi-cienza dei componenti coinvolti al fine di diminuire la sua probabilità di accadimento(prevenzione). Il risultato dell’analisi su cui dovranno, quindi, essere costruite le azionidi risposta, sarà quello di indicare il contenuto delle tre azioni - prevenzione, attenua-zione, protezione – da porre in essere (Figura 3).

Figura 3 - Piano di gestione della valutazione.

Per decidere che tipo di iniziativa intraprendere (attenuazione, protezione o preven-zione), è necessario ragionare secondo un piano di gestione del rischio. Tale pianoprevede una serie di considerazioni e di valutazioni che prendono spunto dai sistemidi gestione del rischio per gravi eventi quali, ad esempio, i disastri naturali (terremoti,tzunami, alluvioni, ecc…) e che si sono dimostrate utili anche per valutare quale tipo-logia di azione è meglio adottare nel caso in cui l’evento in questione sia quello cui siriferisce un EWS, ovvero la comparsa di nuove sostanze e/o l’emergere di nuovi pat-tern di consumo.

Se consideriamo l’evento in questione come prevedibile attraverso i sistemi pratica-mente in atto, ci si dovrebbe chiedere qual è il tempo operativo per l’organizzazionedella risposta. Nel caso in cui tale lasso temporale risulti insufficiente per organizzarela risposta, sarà praticamente impossibile evitare l’evento negativo.

Tuttavia, se tramite eventi sentinella e segnalazioni di preallerta le risorse realmente uti-lizzabili possono essere smosse e attivate in tempo utile, allora ci si potrà interrogaresul fatto che le risorse a disposizione siano sufficienti ad evitare totalmente il fenomenoin discussione.Quando consideriamo l’evitabilità di un evento, è opportuno pensare, oltre alle risorsenecessarie per eluderlo, anche alla sua magnitudo, ovvero alla sua potenzialità dan-nosa e la conseguente potenzialità di fronteggiarla.Nel caso in cui le risorse realmente disponibili siano sufficienti ad affrontare la magni-

Prevedibilità etempistica

Evitabilità

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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tudo del problema, rendendo il fenomeno fronteggiabile, le unità operative potrannoadottare misure di prevenzione primaria, intesa come quegli interventi di natura sani-taria, sociale, economica ed educativa volti ad impedire che un determinato eventonocivo per la salute (nella fattispecie l’uso o abuso di sostanze) possa manifestarsi.

Se il fenomeno risulta troppo ingente e/o non vi sono sufficienti risorse rese disponi-bili in tempo utile per affrontarlo, ossia nel caso un evento non sia del tutto evitabileutilizzando le risorse realmente utilizzabili, sarà conveniente vedere se, grazie al loroimpiego, se ne possano almeno limitare i danni. In tal caso, si potranno adottare azionidi tipo protettivo, che contengano i danni sulla salute pubblica determinati dalla diffu-sione di nuove sostanze particolarmente nocive.

Se non risultasse possibile nemmeno il contenimento dei danni, perché le risorse adisposizione non sono sufficienti o non si dimostrano efficaci od attivabili in tempo utile,sarà opportuno che le unità operative dell’EWS si attivino al fine di diminuire il più pos-sibile le conseguenze del fenomeno, attivando misure di attenuazione degli effetti ne-gativi che inevitabilmente si manifesteranno sulla salute pubblica.

È da sottolineare che tale piano si riferisce ad ogni unità operativa, a seconda dellecompetenze e delle responsabilità loro assegnate. In altre parole, ogni unità operativadovrebbe adottare delle procedure di risposta rapida calibrate, oltre che sulle compe-tenze attribuite e sul grado di allarme ricevuto, anche sul tipo di evento che si vuolegestire.La gestione del rischio, così come sopra presentata, viene riassunta in Figura 4.

Riduzione del danno

Attenuazione delleconseguenze

Figura 4 - Piano di gestione del rischio.

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Componenti degli Early Warning Systems

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Tornando al comitato di crisi, va ricordato che esso non deve necessariamente es-sere fisicamente concentrato in un luogo. Il fatto che gli esperti incaricati alla valuta-zione siano sparsi su un territorio più o meno vasto potrebbe incidere sulla tempesti-vità e sulla rapidità del funzionamento del sistema. Per ovviare a tale ostacolo e, alcontrario, velocizzare il processo di valutazione e di attivazione dell’allerta, è necessa-rio prevedere che gli esperti vengano messi in comunicazione tempestiva attraversotecniche di teleconferenza. In tal modo, pur trovandosi in luoghi diversi, essi avrannola possibilità di incontrarsi, se pur virtualmente, di discutere in merito alla valutazionedell’informazione ricevuta e di decidere quale grado di allerta attribuirvi.

Accanto al forum degli esperti che costituiscono il Comitato di crisi è prevista ancheun’altra componente degli EWS: il forum dei segnalatori (Figura 5).Tale spazio si distingue dal forum di esperti del Comitato di crisi per la diversa gestioneche viene riservata all’informazione recepita. Di fatto, mentre il Comitato di crisi è unforum esclusivo, che fa scorrere l’informazione solamente tra le maglie interne delgruppo e che gestisce tale informazione al suo interno, vale a dire solamente tra imembri che lo costituiscono, il forum dei segnalatori ha una dimensione più aperta edampia.Il forum dei segnalatori è costituito da uno spazio Web e possiede una serie di finalità.Ha il compito di prediscutere le segnalazioni a basso grado di accreditamento, cer-cando di avvalorarle, di arricchirle, di renderle, se necessario, adeguatamente fruibili,confermando opinioni e osservazioni.Oltre a ciò, il forum è tenuto a rendere trasparente e condiviso il dibattito sulle varieproblematiche a tutti i membri del gruppo, in modo da ottenere un allineamento infor-mativo, ossia dando la possibilità a tutti gli enti coinvolti di aver accesso a tutte le in-formazioni disponibili.Infine, il forum dei segnalatori ha la funzione di aprire nuovi “punti di attenzione” corre-lati all’emergere di nuove sostanze o pattern d’uso, favorendo quindi l’incremento dellerisorse informative in maniera rapida e diffusa.

Forum degli esperti

Forum dei segnalatori

Figura 5 – Finalità del Forum dei “segnalatori”.

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I gradi di allerta sono stati stabiliti su tre livelli, a seconda della gravità della situazioneevidenziata: attenzione, pre-allarme e allarme.Ad ogni livello sono associate delle procedure di azione che coinvolgono tutti gli entie le unità organizzative coinvolte nell’attivazione della risposta.Nell’ambito della definizione dei gradi di allerta, è doveroso sottolineare il fatto che falseallerte ripetute creano nel sistema insensibilità con riduzione della prontezza all’azione.Ciò significa che è inutile e dannoso attivare con eccessiva frequenza la mobilitazionedi tutte le unità operative, anche di fronte ad allarmi di scarsa rilevanza o non confer-mati, o di non grave entità, perché, a lungo andare, si creerebbe una situazione di per-dita di credibilità del segnale. A fronte di questo, poi, potrebbe accadere che le unitànon sarebbero più disponibili a reagire con l’attivazione di azioni di risposta, nonostantela veridicità dell’allarme segnalato. In tal caso, le conseguenze in termini sanitari di pro-tezione della salute pubblica sarebbero gravissime.

Quando si valuta il grado di allerta da associare ad una determinata situazione è ne-cessario ragionare sulla stima della magnitudo del danno possibile. In altre parole, èopportuno pensare ad un’azione commensurata al grado di allerta dichiarato, poichéquesta potrebbe implicare la mobilitazione di risorse a vari livelli. Per tanto, è auspica-bile, l’attenta valutazione dei costi del sistema in relazione ai benefici attesi. Ciò signi-fica che, ad esempio, non sembrerebbe necessario attivare l’EWS se si hanno pochicasi o poche segnalazioni poiché la diffusione della magnitudo del fenomeno non èsufficiente a dare un segnale d’allerta. Qualora la magnitudo si ampliasse, il rischio peri consumatori aumenterebbe e, di conseguenza, il sistema dovrebbe attivare il relativogrado di allerta con le azioni di risposta correlate per ogni unità operativa.

L’attivazione dell’allerta, poi, deve essere considerata per tre ambiti:- sanitario, con il coinvolgimento dei centri antiveleni, dei Dipartimenti delle Dipen-

denze, delle unità di emergenza, degli operatori del SerT;- consumatori;- controllo/repressivo, con l’azione delle forze dell’ordine.

Per ogni ambito, saranno previste specifiche procedure di risposta in relazione alla na-tura e alle competenze delle varie unità operative, quindi, differenziate, (per le Forzedell’Ordine, ad esempio, è verosimile pensare all’esecuzione di sequestri cautelativi,per le unità dell’ambito sanitario è possibile prevedere iniziative di informazione volteai consumatori e agli operatori dei SerT, ecc…) e che dovranno essere proporzionatealla magnitudo stimata del fenomeno, oltre che preconcordate attraverso protocollioperativi, attuativi.

Le azioni di riposta saranno organizzate attorno a determinati indicatori che costitui-scono i parametri per la valutazione dell’efficacia del sistema. In altre parole, le azionidelle unità operative devono essere strutturate al fine di ridurre la letalità, la morbilità,il ritardo di diagnosi, e di evitare complicazioni diagnostiche con la somministrazionedi farmaci non appropriati (ad esempio, dare paracetamolo o atropina a soggetti chehanno assunto droghe tagliate proprio con quelle sostanze).

Le procedure di risposta devono essere concordate tra tutti gli stakeholders prima del-l’attivazione del sistema. Ciò significa che le azioni previste, corrispondenti al livello diallerta segnalato, godono di accordo e accettabilità tra tutti gli attori interessati poichéda loro stessi stabilite. L’attivazione dell’allerta mette in moto delle reti di risposta ra-pida (output) su cui si materializza l’azione indicata dalle procedure preconcordate.

Gradi di allerta

Magnitudo del dannopossibile

Ambiti di attivazionedell’allerta

Risposta e indicatori

Procedure di azione

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Early Warning System tra Regioni ePunto Focale Nazionale: sistema centralizzato e autonomie regionali

La Figura 1 mostra la possibile interazione tra Regioni e Punto Focale Nazionale, equindi EMCDDA. Si tratta di un’architettura necessariamente centralizzata, poiché i varipunti di informazione dislocati sul territorio nazionale rappresentano una notevole ete-rogeneità di fonti informative che, per inserirsi nel contesto europeo, necessitano diuna certa uniformità e di una certa standardizzazione delle procedure per la trasmis-sione dei dati informativi. Per tale ragione, si è ritenuto che tutte le informazioni venis-sero convogliate verso un’unica struttura, il Punto Focale Nazionale che avrà, poi, ilcompito di sistematizzare e trasferire le informazioni, quando necessario, all’Osserva-torio Europeo, come previsto dalla Decisione 2005/387/GAI del Consiglio Europeo.

Allo stesso tempo, però, è possibile parlare di sistemi di allerta regionalizzati poiché siprevede che ogni Regione elabori e, quindi, usufruisca di un proprio sistema di allerta,che ben si adatti allo specifico contesto locale e, quindi, che sia contingente la realtàregionale. Ciò si conferma, però, purché il sistema regionale preveda il mantenimentodi una stringa di connessione con il livello nazionale per la trasmissione di dati in for-mato standard, e consenta, quindi, il flusso di dati verso l’interfaccia europeo.Per come si intende la costruzione dell’EWS regionale-nazionale, quindi, si può defi-nire la struttura qui descritta come una struttura centralizzata ma al contempo flessi-bile, considerando la possibilità che viene demandata alle Regioni, che preferisseroseguire questa strada, di fare uno sforzo aggiuntivo per dotarsi di un proprio sistema,pur con la necessità di prevedere un canale di comunicazione verso il livello centraliz-zato nazionale.

Di conseguenza, il ruolo degli Osservatori Regionali, ove esistenti, sarà diverso a se-conda del sistema che ogni Regione sceglierà di adottare. Di fatto, nel caso una Re-gione non disponga già di un proprio sistema di allerta – ovvero, la maggior parte delleRegioni italiane - gli Osservatori regionali avranno il compito di “osservare”, e registrareper propria utilità, il flusso di dati e di fornire supporto tecnico alle unità operative chesi occupano della raccolta dei dati e dell’implementazione delle azioni di risposta. Sitratterebbe, quindi, di un ruolo di tipo coadiuvante, non di un centro presso cui con-vogliare i dati regionali. Ciò si spiega con il fatto che, trattandosi necessariamente diun sistema tempestivo è opportuno evitare un sistema gerarchizzato, ove le unità ope-rative fanno capo agli Osservatori che, a loro volta, fanno capo al Punto Focale Rei-tox. Al contrario, il sistema proposto deve essere inteso sì come centralizzato, ma nongerarchizzato, dando, quindi, alle realtà regionali l’opportunità di essere in contatto di-retto con il livello nazionale, senza la mediazione degli Osservatori (nella Figura 1, Re-gione tipo A), che comunque partecipano al flusso e coordinano il livello territorialedelle azioni, mantenendo, così, le autonomie regionali intatte, senza, però, appesan-tire o rallentare i flussi in input.Rimane da sottolineare che, fintantoché una Regione non avrà a disposizione un pro-

Architetturacentralizzata

Autonomie regionali

Osservatori regionali

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prio sistema di allerta, potrà avvalersi di quello appena descritto stabilendo una con-nessione diretta con il centro nazionale.

Nel caso in cui, invece, una Regione possieda già un sistema di allerta e gli Osserva-tori siano, quindi, già coinvolti in questo sistema regionale, come accade, ad esem-pio, nella Regione Lombardia, questi ultimi potranno continuare a ricoprire il loro ruoloe a svolgere le proprie funzioni secondo le modalità già previste dal sistema regionaledi riferimento (nella Figura 1, Regione tipo B). L’importante sarà, comunque, che il col-legamento tra Regione e Punto Focale per la trasmissione delle informazioni sia ga-rantito e risulti il più rapido possibile.

È stato previsto, inoltre, che il Punto Focale Nazionale venga affiancato da un’unitàtecnica di supporto centrale che ha la funzione di raccogliere le informazioni in entrata,provenienti dalle varie Regioni, e di trasmetterle al Punto Focale. Questo passaggioviene giustificato con l’esigenza di fornire al Punto Focale pareri e consigli di tipo tec-nico-scientifico per la sistematizzazione delle informazioni in entrata e per la gestionestrategica della risposta da attivare sul territorio nazionale, in collaborazione con le Isti-tuzioni centrali e regionali, a seguito delle direttive europee. Con lo stesso percorso,ma inverso, si attuerà la circolazione delle informazioni, anche provenienti dall’Osser-vatorio Europeo, verso tutti i centri della rete sul territorio, ossia si provvederà alla “dis-seminazione” delle informazioni espressamente previste dalla decisione del Consigliod’Europa.

Sistemi di allertaregionali già esistenti

Unità tecnica disupporto centrale

Figura 1 - La possibile rete di EWS regionali e il “sistema nazionale”per il flusso dati.

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Sistemi di allerta e sistemi informatici

Al fine di agevolare il funzionamento della struttura centralizzata, è prevista la realizza-zione di un sistema operativo informatico che abbia il compito di raccogliere i dati in-formativi a livello regionale e di trasmetterli, successivamente, al livello nazionale. Il soft-ware sarebbe molto semplice, poco complesso, in modo tale che tutte le unità ope-rative sul territorio (unità di strada, unità d’emergenza, SerT, ecc…) siano in grado diutilizzarlo senza che gli operatori debbano necessariamente possedere avanzate co-noscenze informatiche per gestirlo. Si tratterebbe, quindi, di un sistema estremamentecapillare, in grado di raggiungere sia i servizi già attivi e dotati di tecniche informatiche,sia quelli ove ancora quelle tecniche non sono approfondite. Per tale ragione, il si-stema operativo sarebbe da considerarsi tutt’altro che macchinoso ma, al contrario,estremamente adattabile e aperto anche all’introduzione di nuove unità, qualora le sivolessero aggiungere.

Nella pratica, in un’ottica di superamento della frammentazione delle informazioni, ogniRegione verrebbe dotata di un proprio spazio telematico all’interno del quale le varieunità operative dovrebbero inserire i dati informativi che esse raccolgono. Il sistema,quindi, farebbe in modo che i dati vengano fatti convergere su un portale nazionale e,da lì, resi disponibili al Punto Focale. Nello stesso tempo, i dati inseriti, dopo esserestati accreditati attraverso griglie automatiche di valutazione, verrebbero resi fruibili an-che dalle altre Regioni, in modo che le informazioni siano utilizzabili e possano essereconfrontate anche con altre informazioni provenienti da altre regioni. Questa modalitàdi interazione virtuale contribuirebbe a rendere effettivo il network operativo dell’EWSanche su Web.

Si potrebbe pensare a questo software come ad un sistema per molti aspetti simile aquello dei portali regionali sulle dipendenze dove i singoli portali regionali sono colle-gati e coordinati nei percorsi di navigazione al portale nazionale www.dronet.org, ac-creditato e finanziato dal Ministero della Salute e dal Ministero della Solidarietà Sociale.Le singole aree regionali sono gestite in modo del tutto autonomo da un amministra-tore locale che fa riferimento agli uffici Regionali competenti. Il portale ha principal-mente funzioni informative e di servizio per medici, psicologi, infermieri, assistenti so-ciali, educatori, operatori di comunità e operatori delle tossicodipendenze in generale.Può fornire, inoltre, supporto ad educatori, insegnanti, genitori e studenti o chiunquesia interessato ad approfondire le proprie conoscenze su argomenti correlati alle di-pendenze.I portali regionali sono pensati per costituire un nodo di collegamento tra le diverseunità operative locali che lavorano nell’ambito delle dipendenze: SerT, Unità di Alcolo-gia, Unità di Prevenzione, Comunità Terapeutiche, Associazioni di Volontariato e tuttele altre organizzazioni operanti in questo campo. Questo sistema consente, inoltre, lastandardizzazione dei dati scambiati tra le unità operanti sul territorio, l’ottimizzazione

Un softwareregionale/ nazionale

Uno spazio per ogni Regione

Similitudine conwww.dronet.org

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dei tempi di trasmissione delle stesse e lo scambio protetto di informazioni, senza cen-tralizzare dati sensibili e conservando le autonomie di archiviazione, accesso e ge-stione.Il sistema operativo previsto per l’Early Warning System funzionerebbe in modo pres-soché uguale.

Il software sarebbe compatibile con Oracle, uno tra i più utilizzati database manage-ment system (DBMS), ovvero un sistema di gestione di basi di dati che fa parte deicosiddetti RDBMS (Relational DataBase Management System), ovvero quei sistemi didatabase che poggiano sul modello relazionale affermatosi come lo standard dei da-tabase dell’ultimo decennio e che è quello ad essere utilizzato in ambito istituzionale 1.Poiché anche il Ministero della Solidarietà Sociale, presso cui si colloca il Punto Fo-cale Reitox, si basa su Oracle, verrebbe garantita la connessione tra il livello regionalee quello nazionale.

Inoltre, questo software verrebbe utilizzato come interfaccia con il Sistema InformativoNazionale Dipendenze (SIND), ovvero il sistema di raccolta di dati omogenei ed di in-dicatori che rappresenta un quadro di riferimento scientificamente fondato con valenzaconsultiva per i decision makers.

Oracle

SIND

1 Per ulteriori informazioni su RDBMS si veda, http://en.wikipedia.org/wiki/Relational_database_mana-gement_system

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Accordi formali di collaborazione

È importante non dimenticare di sottolineare la costante collaborazione che deve es-sere dimostrata dai vari enti organizzativi nell’interazione reciproca e nell’interazionecon gli Osservatori regionali e con le istituzioni nazionali che, in vari modi, sono legateal tema della sorveglianza e della protezione della salute pubblica.Le collaborazioni interistituzionali si basano sull’idea che i vari soggetti coinvolti nel fun-zionamento dell’EWS e, in particolar modo, nella gestione dell’attivazione della rispo-sta, sono, effettivamente, molto diversi tra loro, poiché diverse sono le loro nature ele responsabilità cui sono deputate. Di conseguenza, potrebbe accadere che l’azionedi una unità risulti di ostacolo all’azione di un’altra. Un esempio a riguardo potrebbeessere quello relativo alla relazione tra operatori di strada e le forze dell’ordine: se pereffettuare un pill testing vi è la necessità di raccogliere pasticche per analizzarle, saràutile coordinare l’azione dell’unità mobile che si occupa di ciò con l’azione delle forzedell’ordine, che, secondo le proprie responsabilità, sarebbero, invece chiamate ad in-tervenire, ostacolando, però, l’iniziativa del pill testing.

Al fine di evitare situazioni come questa è necessario creare dei protocolli formali dicollaborazioni preventive comuni, in modo tale che ogni attore implicato nel processodi funzionamento dell’EWS abbia chiaro qual è il proprio ruolo e come funzionino lemodalità di collaborazione. Un esempio precedentemente descritto è quello dell’ini-ziativa dell’Amnesty Box, nel Regno Unito, per cui protocolli di collaborazione formalesono stati stipulati tra le forze dell’ordine e i gestori dei locali in cui le Amnesty Boxerano state poste.In particolare, è necessario prevedere la stipula di protocolli e di accordi che formaliz-zino i rapporti tra i vari soggetti del network e che ne esplicitino nel dettaglio le funzionie le relazioni. Più dettagliatamente, è doveroso prevedere dei documenti che espri-mano chiaramente chi compone il network, quali obiettivi le componenti devono con-dividere, con quali modalità si debba instaurare una rete stabile e attiva di collabora-tori e quali siano le funzioni di ciascun componente. È necessario aspettarsi che que-sti accordi vengano accolti e sottoscritti formalmente precedentemente l’attivazionedel sistema. Pertanto, è doveroso definire degli accordi tra:• Amministrazioni centrali e Regioni• Regione e Aziende Sanitarie Locali, con riferimento ai Dipartimenti delle Dipendenze,

delle Unità Operative dagli stessi gestite, le organizzazioni del privato sociale• Regioni e Comuni• Regioni e Forze dell’Ordine• Regioni e laboratori (universitari, ecc…)• Forze dell’Ordine e laboratori• Forze dell’Ordine, Prefetture e Tribunali• Centri di Pronto soccorso, centri antiveleno, 118

Collaborazioniinteristituzionali

Protocolli dicollaborazione

formale

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In particolare, sarà opportuno prevedere un tipo di accordo a tre soggetti i cui ruolisono di estrema rilevanza ai fini dell’acquisizione di dati utili ai fini dell’EWS: la Regione,le Forze dell’Ordine e i laboratori di riferimento della Regione. L’importante questionesui cui è opportuno ci si intenda e per cui è utile che le rispettive attività siano coordi-nate si riferisce alla questione dei sequestri.Nel flow chart di seguito riportato (Figura 1) è possibile vedere come, attualmente, sa-rebbe possibile un passaggio di dati e informazioni dai sequestri ad opera delle forzadell’ordine all’EWS passando per le analisi dei reperti effettuate nei laboratori.

Dal sequestroall’EWS

Figura 1 - Passaggio di dati e informazioni dai sequestri all’EWS.

È possibile vedere che, nel caso il sequestro si riferisca ad un quantitativo di sostanzamedio/piccolo, i reperti vengono inviati dalle forze dell’ordine generalmente ai labora-tori della scientifica. Il tempo per l’invio dei reperti non è stabilito dalla legge, ma è pre-visto che avvenga il più rapidamente possibile in relazione al fermo, per evitare di trat-tenere oltre tempo soggetti che, magari, non sono davvero coinvolti nel traffico o nellospaccio.Una volte giunte ai laboratori, i reperti vengono sottoposti a degli accertamenti. In que-sto caso, i tempi per gli accertamenti dipendono dalle condizioni in cui si trovano adoperare i laboratori (metodi di analisi, macchinari a disposizione, eventuali effetti “ritar-

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Accordi formali di collaborazione

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danti”, ecc…) e si stima che, in condizioni ottimali, i risultati potrebbero essere rag-giunti entro le 24 ore. Tuttavia, nel caso gli accertamenti siano stati disposti dal magi-strato, ed in questo caso i laboratori coinvolti possono essere di tossicologia forenseo periti cui il magistrato affida l’incarico peritale, il tempo per la presentazione degli esitiè quello che intercorre tra un’udienza e l’altra.Ciò che è doveroso segnalare a questo punto è che la ricerca effettuata sui reperti siriferisce generalmente alle sostanze già tabellate, ovvero sui principi attivi, sui tagli, suisolventi/diluenti. Infatti, se sono presenti sostanze “nuove”, non tabellate, è possibileche queste non vengano rilevate e, nel caso, invece, vengano rilevate, è possibile chei dati rimangano confinati nei fascicoli giudiziari e non vengano di conseguenza appro-fonditi o inseriti nelle statistiche dei sequestri effettuati.Il referto prodotto dai laboratori della scientifica costituisce una risposta formale riser-vata alle forze dell’ordine committenti degli accertamenti o, nel caso gli accertamentisiano stati previsti dal magistrato, al magistrato stesso. Si tratta di un documentoesclusivo, non diffusibile ed, eventualmente, qualora siano state rilevate sostanze ta-bellate, potrebbe costituire l’origine di successivi atti giudiziari.Le forze dell’ordine in possesso del referto sono autorizzate a trasmettere le informa-zioni alla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga (tale azione può avvenire anche a di-stanza di mesi) la quale, entro 15 o 30 giorni, provvede ad inserire i dati entro un pro-prio database, a consultazione esclusiva, che contribuiranno, successivamente, allapubblicazione di statistiche annuali prodotte dalla DCSA e pubblicamente consultabili.Facendo un passo indietro, e ammettendo che il tipo di sequestro, invece, sia statoeseguito su un grosso quantitativo, i reperti vengono consegnati ai laboratori di tossi-cologia forense, o ai laboratori della polizia scientifica, che eseguono campionaturecon procedure standard di prelievo. Sono proprio questi laboratori che, eventual-mente, sarebbero in grado, per le attrezzature a disposizione (gas-massa, NMR,ecc…) e le specifiche competenze professionali di rilevare le nuove sostanze. Tutta-via, come già segnalato, le analisi avvengono, generalmente, per le sostanze già ta-bellate. I risultati, in questo caso, vengono inviati direttamente alla DCSA, oltrepas-sando il passaggio precedentemente descritto attraverso le forze dell’ordine.

Ciò che emerge da questa descrizione può essere riassunto nelle seguenti osserva-zioni:- Non esistono su tutto il territorio nazionale laboratori uguali, in grado di identificare

le nuove sostanze. Vi è quindi la necessità di operare con le risorse disponibili sulterritorio e quindi di identificare e utilizzare le risorse locali in grado di eseguire le ana-lisi richieste. Un esempio, a tal proposito, potrebbe essere quello dei laboratori uni-versitari o dei laboratori dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Am-bientale (ARPA). Tuttavia, non essendo questi laboratori generalmente riconosciutiper l’analisi dei reperti sequestrati, emerge chiaramente come, nel contesto del-l’EWS, siano necessari degli accordi formali tra i soggetti del network operativo perdare valenza informativa anche a dati ottenuti in modi alternativi rispetto a quelli pre-visti tradizionalmente. È opportuno, quindi, identificare chi è in grado di effettuarecerti tipi di analisi per la scoperta di nuove sostanze, non solamente la struttura tra-dizionalmente a ciò deputata, ed eseguire, quindi, una mappatura dei punti di rife-rimento contattabili sul territorio.È comunque necessario specificare che le analisi di tipo microbiologico sulle so-stanze non tabellate devono essere richieste quando ritenute necessarie, onde evi-tare inutili e controproducenti allarmismi.

- Un’eventuale analisi che potrebbe essere utile al fine di valutazioni epidemiologichedi patologie infettive gravi, come ad esempio, endocarditi o infezioni setticemiche

Nuove sostanze erisorse locali

Batteri e droghe

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diffuse soprattutto tra i tossicodipendenti che fanno uso di sostanze per via endo-venosa, potrebbe essere l’analisi dei batteri presenti nelle sostanze sequestrate checonsentirebbe di impedire o, almeno, di limitare la diffusione di quelle patologie.Si prenda in considerazione, per esempio, l’eroina. La letteratura medico-scientificaha dimostrato che in essa è presente un certo numero di batteri. L’eroina, infatti,viene preparata con l’oppio, che consiste di un lattice secco ottenuto dal papaveroda oppio. La base della morfina viene estratta dall’oppio e, poiché questo è insolu-bile, non può essere iniettato e viene pertanto convertito in eroina attraverso un pro-cesso chimico che include il suo riscaldamento e il suo trattamento con anidrideacetica. Durante questo processo e durante il taglio, vari adulteranti vengono ag-giunti all’eroina.Studi come quello di Tuazon C. U. et al (1974) 1, ancora molti anni fa, hanno mo-strato la possibilità di presenza di una certa quantità di microflora nell’eroina iniet-tata, incluso batteri aerobi e anaerobi sporigeni (ad esempio, quelli che generanoBacillus spp. e Clostridium spp.) e stafilococchi. I batteri che formano endosporesono tutti presenti nel terreno; alcuni di essi sono presenti anche nel tratto intesti-nale dell’uomo e degli animali. Quindi, è facile che questi batteri siano presenti nelmateriale originale della pianta, o nell’ambiente in cui viene prodotta l’eroina o nellesostanze aggiunte. Non è noto se i batteri che producono endospore sopravvivanoal processo di fabbricazione dell’eroina, ma poiché la produzione avviene in condi-zioni tutt’altro che sterili, il successivo contatto con l’ambiente rappresenta comun-que una fonte di contaminazione. Per quanto riguarda gli stafilococchi, questi, ben-ché in grado di sopravvivere in ambienti vari, non producono endospore e general-mente non resistono nell’ambiente come, ad esempio, i membri del genere Bacilluse Clostridium. Tutte le specie di Stafilococco rilevate risiedono principalmente sullacute dell’uomo (e talvolta anche su quella di altri primati). Pertanto, una fonte di con-taminazione dell’eroina può facilmente essere il contatto diretto con la flora della cutedei produttori o dei consumatori.

Date queste premesse, esiste ad oggi la possibilità di eseguire indagini di tipo epide-miologico con nuove metodiche di fingerprinting, quali ad esempio, l’Amplified Frag-ment Length Polymorphism (AFLP) Analysis, utili per l’identificazione e la caratterizza-zione di specie batteriche che potrebbero dare origine a gravi infezioni. La tecnica delfingerprinting genetico permette, infatti, di rilevare il DNA di batteri tenuti in cultura e,quindi, di determinare la loro identità. Si tratta di metodiche di epidemiologia moleco-lare, basate sull’analisi del DNA dei microrganismi, applicabili a molti ceppi battericicomunemente responsabili di infezioni nelle persone tossicodipendenti. Un esempiodi applicazione di tali tecnica è quello presentato da McLauchlin J. et al. (2002) 2 incui si riporta che nel 2000, nel Regno Unito e in Irlanda, venne riscontrato un insolitoincremento della morbilità e della mortalità tra i tossicodipendenti che assumevanodroga per endovena (injecting drug users, IDUs). L’Amplified Fragment Length Poly-morphism (AFLP) Analysis rese possibile l’identificazione della causa principale dellemalattie più gravi: si trattava del Clostridium novyi di tipo A, insieme, anche se in mi-sura minore, ad altri batteri in grado di produrre spore, associati a casi di Clostridiumperfringens e Bacillus cereus. Nel corso dell’indagine del 2000, anche B. cereus e C.

Fingerprinting e DNA batterico

1 Tuazon C. U., Hill R., Sheagren J. N., “Microbiological study of street heroin and injection parapher-nalia”, in Journal of Infectious Diseases n. 129, 1964, pp. 327-329

2 McLauchlin J. et al., “An investigation into the microflora of heroin”, in Journal of Medical Microbiology,vol. 51, 2002, pp. 1101-1008

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botulinum vennero isolati o dall’eroina o dal kit per l’iniezione della droga. Inoltre, an-che una ricerca resa nota nel 2006 da Keto-Timonen R. et al. (2006) 3 ha dimostratoche l’AFLP è altamente riproducibile, facile da effettuare e costituisce un metodo re-lativamente semplice che può servire alla produzione di identification libraries, in par-ticolare per le specie di Clostridium.

È quindi possibile sostenere che le analisi di epidemiologia molecolare effettuate conqueste tecniche avanzate potrebbero essere utili per identificare i batteri responsabilidi gravi infezioni in clusters. Di conseguenza, le analisi di laboratorio, svolte sugli even-tuali batteri presenti nelle sostanze sequestrate, potrebbero costituire un evento sen-tinella ai fini dell’Early Warning System con lo scopo, tramite opportuna e rapida diffu-sione dell’informazione, di impedire o limitare la diffusione di patologie gravi tra i con-sumatori.

- I dati che sono contenuti nei referti laboratoristici sarebbero estremamente utili al-l’EWS per la segnalazione di particolari sostanze in circolazione. Tuttavia, come ab-biamo visto, le procedure istituzionali prevedono l’assoluta esclusività di tali dati. Èopportuno pensare, quindi, a qualche forma di accordo che metta le forze dell’or-dine in grado di trasmettere certe informazioni al centro dell’EWS almeno in situa-zioni che costituiscono un effettivo pericolo per la sanità pubblica per cui è neces-saria una certa tempestività – come, ad esempio, accadde qualche anno fa a Mi-lano nel caso della cocatropina – al fine di evitare ulteriori intossicazioni ed,eventualmente, morti per overdose. È infatti necessario pensare che, di fronte adun pericolo di questo tipo, non è possibile accettare di rimanere bloccati nell’avvisodi allerta per questioni di tipo burocratico.In casi di pericolo di sanità pubblica, i dati potrebbero essere eventualmente tra-smessi in forma “anonima”, non circostanziata, indicando l’ambito di provenienza(ad esempio, la tossicologia forense). Il dato farmacologico inviato non dovrebbe es-sere legato al luogo del sequestro, alla data del sequestro né, tanto meno, a nes-sun tipo di elemento che indichi un evento specifico in cui il sequestro sia avvenuto(ad esempio, nome e/o età del fermato, quantità della sostanza sequestrata, ecc…).È doveroso prevedere che anche questo tipo di rapporto tra Forze dell’Ordine edEWS venga regolato da degli accordi formali, di armonizzazione delle procedure, sti-pulati prima della messa in moto del sistema, andando oltre, quindi, l’attuale scam-bio di informazioni basato, semmai, su amicizie e reciproche conoscenze. Si tratta,in definitiva, di elaborare un accordo tra tre soggetti (la Regione, le Forze dell’Ordinee i laboratori di riferimento). Tale intesa dovrebbe prevedere l’invio del referto dalleforze dell’ordine all’EWS (è verosimile che una trasmissione diretta del referto dai la-boratori all’EWS non è pensabile per ragioni di riservatezza d’ufficio, contenute nelCodice Penale).Inoltre, è possibile stabilire che la responsabilità personale, in questi accordi, nonsia contemplata, ma che la Regione venga designata come garante delle proceduresegnalate, intendendo gli accordi non come accordi gerarchizzati (di fatto, la Re-gione non potrebbe avere competenza sulle Forze dell’Ordine) ma di mutuo rispettoe collaborazione.

Infezioni ed EWS

Dati riservati epericolo di sanità

pubblica

3 Keto-Timonen R. et al., “Identification of Clostridium species and DNA fingerprinting of Clostridiumperfringens by Amplified Fragment Length Polymorphism Analysis”, in Journal of Clinical Microbiology, vol.44 n. 11, novembre 2006, pp. 4047-4065

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Secondo il Colonnello Luigi Ripani del Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma 4, uncoinvolgimento formale delle forze dell’ordine sarebbe decisamente auspicabile, avendoqueste una rete capillare di laboratori distribuiti sul territorio nazionale (per la Polizia diStato, i gabinetti di Polizia Scientifica regionali; per l’Arma dei Carabinieri, 4 Reparti Inve-stigazione Scientifiche e 20 Laboratori di Analisi di Sostanze Stupefacenti), che potreb-bero fattivamente collaborare all’analisi delle nuove sostanze d’abuso in tempi presso-ché reali rispetto alle informazioni ottenibili dai dati della sola Direzione Centrale dei Ser-vizi Antidroga. Tale istituzione infatti, tenuto conto che le informazioni che essa assumesoprattutto per i piccoli sequestri si basano sulle segnalazioni che i Comandi di Poliziaeffettuano nell’immediatezza del sequestro, può fornire dati che potrebbero non essereprecisi per quel che riguarda i pesi, le sostanze da taglio presenti e, a volte, anche laqualità di principio attivo; tuttavia, il dato della DCSA potrebbe non essere utile per l’at-tività preventiva perché disponibile non prima che venga elaborato a livello statistico.La collaborazione con i laboratori delle forze dell’ordine deve, in ogni caso prevedereun sistema di snellimento dei rapporti burocratici, che potrebbe essere risolto predi-sponendo un format che i laboratori stessi possono trasmettere direttamente all’EWS,e studiato appositamente per garantire l’anonimato e la riservatezza dei dati sensibili,fornendo unicamente dati circa la sostanza, i tagli, le caratteristiche morfologiche, laquantità sequestrata, ecc…Inoltre, tali laboratori, seppur non accreditati, ma in via di accreditamento, potrebberofungere da campanello di allarme per alcuni fenomeni, in modo che il sistema di al-lerta possa incrementare la propria sensibilità e attivare le eventuali procedure di al-lerta nel più breve tempo possibile.

Un percorso per la sensibilizzazione dei soggetti coinvolti nell’EWS alla stipula di ac-cordi interistituzionali è già stato adottato sia dalla Regione Lombardia, con il Proto-collo per l’avvio sperimentale di un sistema di sorveglianza rapido per la conoscenzadelle sostanze in circolazione, sia dall’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Va-rese – Dipartimento delle Dipendenze - in collaborazione con la Prefettura UTG di Va-rese. Un’azione congiunta di questi due enti è nata in relazione alla realizzazione deiprogetti “MDMA – Monitoraggio Droghe e Manifestazioni di Abuso” della Regione Lom-bardia e “Attivazione di una Rete Territoriale nella Lotta contro la Droga”. Ciò ha con-dotto alla proposta di percorso formativo volto all’istituzione di una Rete Istituzionale diCoordinamento Locale per il controllo delle droghe (ReTiCoLo).La formazione costituisce una parte fondamentale di entrambi i progetti in quanto miraa costruire elementi di condivisione tra tutti i soggetti chiamati a contrastare la diffusionedel fenomeno delle droghe su tutto il territorio provinciale. Il corso proposto intende fa-vorire l’analisi delle strategie di contrasto nei suoi diversi aspetti (repressione, cura e pre-venzione), facilitando la costruzione di un linguaggio comune mirato alla definizione dicriteri omogenei e confrontabili, nel rispetto degli specifici mandati istituzionali. I desti-natari del corso risultano essere operatori appartenenti a Dipartimenti e Servizi della ASL,Prefettura di Varese, Forze dell’Ordine, Privato Sociale, Reparti delle Aziende Ospeda-liere Provinciali, Direzione del Settore Lavoro e Politiche Sociali della Provincia di Varese.L’obiettivo ultimo auspicato nell’ambito della costruzione della rete di collaborazioni in-teristituzionali è la stipula di protocolli di intesa e l’eventuale costituzione di tavoli di la-voro permanenti di coordinamento delle attività.Protocolli di intesa formali, mirati ad un sistema di allerta rapida, sono stati ad oggi sti-pulati anche in Regione Campania ed in territori della regione Toscana.

ReTiCoLo

4 Si veda mail del 3 agosto 2007, indirizzata al dott. Giovanni Serpelloni, del Dipartimento delle Dipen-denze di Verona.

Forze dell’Ordine elaboratori

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Accreditamento delle segnalazioni in input

Tutte le segnalazioni in entrata hanno necessità di essere valutate relativamente ad al-cuni parametri di fondamentale importanza:• la modalità di esordio e/o di evidenza dell’evento segnalato• la modalità di raccolta dei dati (intendendo i tempi e i modi impiegati nella loro col-

lezione)• l’esistenza di segnalazioni simili avvenute in passato• il grado di rarità della segnalazione• l’affidabilità della fonte informativa primaria• l’esistenza di dati secondari accreditati e correlati alla segnalazione (coerenza e con-

cordanza)• altri parametri di accreditamento

Il sistema di accreditamento della segnalazione può essere strutturato su tre livelli. Ilprimo livello riguarda tutte quelle informazioni generiche che necessitano di ulteriori ve-rifiche. Il secondo livello si riferisce ad informazioni caratterizzate da un buon grado diaffidabilità ma non strutturate e/o correlate a prove tecniche. Infine, il terzo livello è at-tribuito ad informazioni specialistiche certe perché derivanti da fonti altamente accre-ditate da un punto di vista tecnico (Figura 1).Nel processo di accreditamento della segnalazione è necessario, inoltre, definire invia preliminare la standardizzazione delle modalità di segnalazione, i criteri su cui si ba-sano i livelli di credibilità e di accreditamento delle informazioni e l’evoluzione delle ca-tene storiche delle informazioni (evoluzione e ramificazioni). Inoltre, esistono ulteriorispecifiche da ottenere e processare ai fini aggregativi, come ad esempio le caratteri-stiche omogenee degli eventi (le omologie morfologiche delle evidenze fenomeniche),la tempificazione della comparsa delle evidenze segnalate, la gravità del danno e lamappatura spaziale intesa come dislocazione geografica della provenienza delle se-gnalazioni.

Parametri divalutazione

dell’informazione

Livelli diaccreditamento

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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È interessante vedere come le diverse modalità di rilevamento dei dati informativi sipossono inserire in un grafico in cui la variabile “tempo di acquisizione” determina lamaggior o minor affidabilità del dato ricevuto.Come è evidenziato nella Figura 2, le informazioni raccolte attraverso i referti tossico-logici, provenienti dai laboratori, benché tardive costituiscono una fonte decisamenteaffidabile di informazioni. Al contrario, i racconti narrativi, che provengono dai consu-matori o dagli operatori sanitari, costituiscono una fonte di informazione sicuramentepiù tempestiva ma certamente meno affidabile. Le osservazioni cliniche, invece, rac-colte dalle unità d’emergenza e dai reparti, occupano uno spazio intermedio tra le al-tre due fonti di acquisizione.

Figura 1 - Criteri di accreditamento delle segnalazioni.

Affidabilità etempestività

Figura 2 - Fonti di acquisizione dei dati relativamente ad affidabilità e tempestività.

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Accreditamento delle segnalazioni in input

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Risulta evidente che ai fini di un EWS, dove la tempestività risulta essere caratteristicaessenziale, anche i racconti narrativi, nonostante la bassa affidabilità perché effettuatinell’immediato senza possibilità di contestuale riscontro analitico, acquisiscono un’im-portanza decisiva. Sarebbe utile, infatti, considerare questi eventi come “eventi trig-ger”, in grado di attivare una certa attenzione tra tutti i soggetti del network operativo.Si tratterebbe, in pratica, di partire da quel tipo di segnalazione per divulgare, in un si-stema aperto, una sorta di interrogativo generale che si ponga come obiettivo quellodi vedere se anche altrove è apparsa qualche notizia simile o si sono avute informa-zioni affini (Figura 3). In questo modo, con questo tipo di diffusione dell’informazionesarà possibile vedere se il racconto narrativo si riferisce ad un dato privo di interesse,da conservare, comunque, in un database per eventuali segnalazioni future e per unmantenimento della memoria del sistema, o, al contrario, ad un dato che determini uncerto livello di attenzione nell’EWS. Infatti, se emerge l’esistenza di segnalazioni e/oosservazioni analoghe a quella lanciata, siamo in presenza di un evento trigger quindi,probabilmente, di fronte ad un vero e proprio evento informativo affidabile.

Eventi trigger efeedback

Figura 3 - Gradi di affidabilità e tempo di raccolta e produzione delle informazioni delletre macrotipologie di informazioni per l’attivazione dell’allerta.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Va, infine, ricordato, che, come per tutte le collaborazioni fino ad ora indicate, anchein questo caso sarà necessario prevedere la stipula di accordi di collaborazione for-male che determinino l’obbligatorietà di feedback da parte delle unità operative inter-pellate una volta ricevuta l’informazione di allerta.

Per quanto concerne i referti tossicologici, la cui affidabilità, come già esplicitato, ri-sulta essere la maggiore, sarebbe opportuno prevedere un reporting form per la de-scrizione delle sostanze analizzate, eventualmente seguendo l’esempio del ReportingForm for a New Psychoactive Drug concepita dall’Europol e dall’EMCDDA. Questotipo di scheda è stato elaborato sulle linee guida della Decisione 2005/387/JHA del10 maggio 2005 sullo scambio di informazioni, sulla valutazione del rischio e sul con-trollo di nuove sostanze psicoattive e rappresenta, come indicato all’art. 3, una schedastrutturata per la notifica di nuove sostanze psicoattive e/o di un nuovo preparato con-tenente una sostanza psicoattiva. La scheda viene concordata tra l’EMCDDA/Euro-pol e i loro rispettivi Punti Focali Nazionali negli Stati Membri e con le Unità Europol Na-zionali (vedi Allegato 1). Essa deve contenere gli elementi disponibili relativi ad unanuova sostanza psicoattiva rilevata sul territorio e deve essere inoltrata al Punto Fo-cale che provvederà all’inoltro formale all’EMCDDA.Analogamente, per i referti tossicologici potrebbe essere utile prevedere un formatosimile, che contribuirebbe, oltre che all’invio preciso e formale dei dati individuati alleunità operative di competenza, anche alla costruzione di una descrizione della nuovasostanza, utile per l’individuazione della stessa magari in un altro contesto nazionale.Una prospettiva siffatta si inserisce nel progetto dell’EMCDDA che vuole fornire al pub-blico e ai fruitori dei suoi prodotti un tipo di informazione chiara e facilmente accessi-bile sulle droghe individuali che rispecchia il profilo della sostanza e che va, quindi,sotto l’etichetta di “Drug Profile”. Il profilo è strutturato in modo standard, contenenteuna descrizione sintetica e scientificamente solida della composizione chimica, dellafarmacologia, della sintesi e dei precursori delle sostanze, la loro forma fisica (polvere,tavolette, ecc…), eventualmente corredata di immagini, e le modalità di assunzione.È inoltre prevista una sezione sulla prevalenza d’uso nella popolazione, il prezzo, ilnome con cui la sostanza è chiamata, i tipi di analisi che sono stati eseguiti, i livelli ti-pici di purezza, l’eventuale uso medico/veterinario 1. Infine, poiché i profili prodottihanno un carattere intenzionalmente tecnico, sono accompagnati da una breve biblio-grafia e un glossario dei termini chimici e biochimici per aiutare il lettore nella compren-sione.Fino ad ora il progetto ha incluso solamente i profili di sei sostanze - amfetamine, co-caina/crack, cannabis, eroina, MDMA e metamfetamine. Sarebbe quindi opportunoprevedere che i referti prodotti dai laboratori fossero propedeutici alla costruzione diDrug Profile di nuove sostanze psicoattive in circolazione, così da rendere l’informa-zione disponibile quanto prima anche a livello internazionale nell’ambito dell’EWS eu-ropeo.

Accordi di feedback

Reporting form e drug profile

1 Si veda www.emcdda.europa.eu/?nnodeid=25328

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I principi per il sistema di reporting

Per quanto riguarda la metodologia di trasmissione delle informazioni da e verso il cen-tro dell’EWS, è bene soffermarsi sui sistemi di comunicazione del sistema. In altre pa-role, è necessario pensare a quali canali di comunicazione adottare, a come, cioè, or-ganizzare il sistema di reporting.

I sistemi di reporting, che costituiscono un’attività di comunicazione finalizzata alla dif-fusione di informazioni, e successiva alla raccolta e all’elaborazione di dati, rivestonoun’importanza strategica nel mantenere il sistema organizzativo in piena efficienza epermettere, così, un buon coordinamento operativo attraverso l’allineamento delle in-formazioni ai vari livelli interessati.

Nell’attività di reporting è necessario tenere presente che i destinatari dell’informazionesono portatori di diversificate aspettative, necessità informative, responsabilità speci-fiche. Tutto ciò deve essere preso in considerazione al fine di confezionare informa-zioni che siano poi recepite nel modo corretto e per le necessità emergenti. In altreparole, è necessario che le informazioni da inviare abbiano un grado di dettaglio ido-neo a far comprendere la situazione, creando la possibilità di mettere in moto le pro-cedure di azione di risposta a seconda del proprio grado di responsabilità e compe-tenza attribuita. I vari enti, con i loro diversi ruoli e livelli gerarchici all’interno dell’orga-nizzazione dell’EWS, hanno bisogno di informazioni diversificate nel grado di dettaglioe aggregazione e nella specificità dei contenuti. Vale a dire, più alto il livello gerarchico,maggiore è il grado di aggregazione delle informazioni, con conseguente diminuzionedel loro grado di dettaglio (Figura 1).Nel caso concreto dell’EWS, ciò significa che le informazioni necessarie per la dire-zione strategica saranno per lo più di tipo gestionale, mentre per le unità operative leinformazioni devono essere più circostanziate, indicando in dettaglio le azioni da intra-prendere a seconda dell’ambito di appartenenza e della responsabilità ricoperta (adesempio, per le unità operative di tipo clinico, le informazioni saranno orientate alle at-tività cliniche e ai risultati ottenuti sia in termini di output che di utilizzo particolareggiatodelle risorse).Riassumendo, quindi, è bene sottolineare che le misure di risposta preordinate do-vrebbero essere definite in base a tecniche di risk management, dovrebbero essereconosciute in anticipo, rispetto all’evento, dai potenziali attuatori, essere evidence ba-sed e, infine, dovrebbero essere formalizzate in procedure del tipo “Who Does What”,in cui si fornirà una definizione chiara dei compiti, delle responsabilità, dei ruoli, deitempi, delle risorse da utilizzare, ecc…Nel realizzare i report, quindi, è necessario trovare il giusto bilanciamento, senza di-menticare l’elemento essenziale della tempestività della trasmissione delle informazioni.Infatti, oltre alla forma con cui l’informazione viene presentata, è importante non lasciaresaurire il tempo entro cui è possibile, quando il caso lo richiede, prendere decisioni.

Sistema di reporting

Diversificazionedell’informazione

trasmessa

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Nel caso di un EWS, i canali di comunicazione di input delle informazione da proces-sare possono essere costituiti da e-mail, telefono, fax, sms, posta ordinaria, oltre adinterviste strutturate (nel caso vengano intervistate persone tossicodipendenti afferentiai centri di cura, sia per attività programmate che per assistenza d’urgenza) e a se-gnalazioni attive su un portale Web, tramite aree standardizzate per la raccolta delleinformazioni chiave.Similmente, i canali di comunicazione di output per le strutture e per il target dell’allertasono costituiti da e-mail, telefono, fax, sms, posta ordinaria, oltre ad un portale Web,giornali, televisione e radio (Tabella 1).

Figura 1 - Specificità dell’informazione.

Canali dicomunicazione

Tabella 1- Vie di comunicazione del sistema.

Portale web

Posta ordinaria

E-mail

SMS

Telefono

Fax

Giornali

TV

Radio

Altri canali

Segnalazioni attive sul portale web

E-mail

Telefono

Fax

SMS

Interviste strutturate

Posta ordinaria

Sistemi avanati (motori di ricerca di ultima generazione)

Palmare

di INPUT delleinformazioni processate

di OUTPUT per le strutturee il target dell’allerta

CANALI DI COMUNICAZIONE

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Modelli di distribuzione dell’allerta el’attivazione dell’azione

Dopo che le unità operative hanno fornito una proposta di allerta, e successivamentealla valutazione dell’informazione da parte del comitato di crisi dell’EWS, è necessariocomunicare l’avviso di allerta e l’attivazione delle azioni. Per fare ciò, è necessario pen-sare a come trasmettere il messaggio dall’EWS a tutti gli stakeholders, nella direzionedei destinatari finali dell’informazione stessa.Nello specifico, l’allarme di allerta e le azioni di risposta corrispondenti devono arrivarea diversi livelli organizzativi, raggiungendo l’Assessore alla Sanità, il Sindaco e i Pre-fetti fino ad arrivare ad informare i consumatori delle sostanze, passando attraversol’informazione dei pronto soccorsi, dei reparti, dei servizi e delle forze dell’ordine, ecc…(Figura 1). A tal proposito, sono stati individuati principalmente due modelli distributivi.

Il primo, definito “gerarchico” o “burocratico” (Figura 1, mod. 1), prevede che l’infor-mazione dell’allerta sia trasmessa solo ai leaders delle aree da attivare con una tra-smissione a cascata delle procedure di attivazione della risposta scarsamente prede-terminate. Ciò avviene perché i responsabili delle varie aree sono incaricati di trasmet-tere l’allerta, a loro volta, ai diversi responsabili dei livelli inferiori, modulando ilmessaggio con ulteriori precisazioni in merito al tipo di risposta che ogni ente dovràattivare. In questo caso, il grado di predeterminazione delle procedure spesso rimanebasso, così come il grado di coordinamento preconcordato, poiché ogni livello riceveindicazioni in merito all’azione di risposta dal suo livello superiore. Il tutto funziona allastregua di una catena di comando differenziato.

Il secondo modello è definito “modello distribuito” o ad “empowerment” (Figura 1, mod.2). Tale soluzione prevede che il centro dell’EWS avvisi, allerti e attivi direttamente ognilivello della struttura organizzativa. Insieme all’avviso, l’EWS esibisce anche le proce-dure di azione precedentemente predeterminate, a seconda dell’ente a cui si sta rife-rendo.

Questo modello prevede obbligatoriamente che siano state antecedentemente defi-nite e preconcordate le procedure di azione/risposta differenziate in base ai diversigradi di allerta e che siano quindi stati definiti e siglati degli accordi di collaborazionee coordinamento tra le diverse organizzazioni coinvolte. Oltre all’atto formale di condi-visione di un protocollo comune, si dovrà avere la certezza anche che tali protocolli ecomportamenti preferenziali richiesti in caso di allerta, siano effettivamente conosciutidagli operatori delle organizzazioni e “pre esperienziati” in condizione di simulazionepreventiva.Il preaccordo formale per il coordinamento delle attività risulta quindi fondamentale an-che per permettere la rapida diffusione di allerte, saltando alcuni livelli di passaggioche contrariamente potrebbero inserire ulteriori ritardi nella comunicazione.Sicuramente, i vertici delle varie organizzazioni verranno avvisati dell’allerta ma, con-

Modello gerarchico

Modello distribuito

Procedurepreconcordate

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temporaneamente, verranno avvisate anche le unità operative da loro dipendenti, alfine di passare subito all’azione. Si sottolinea pertanto la rilevanza che assumono tuttele azioni di pre-allerta finalizzate allo stadio e stipula di accordi organizzativi e di coor-dinamento tra le varie unità operative coinvolte.La fase di studio e formalizzazione di questi accordi spesso deve essere supportataanche da strumenti ed atti legislativi/normativi con modifica dei regolamenti esistenti.Queste operazioni possono richiedere parecchio lavoro associato al superamento an-che di ostacoli dipendenti delle diverse visioni strategiche, politiche e/o dalla difesa diprivilegi e condizioni di favore di alcune persone o gruppi di potere.

Figura 1 - Distribuzione dell’informazione di allerta e dell’attivazione dell’azione.

Tuttavia, a questi due modelli bisogna aggiungere un ulteriore modello che costituisceuna combinazione di entrambi. Vale a dire un modello che prenda un po’ dell’uno eun po’ dell’altro (Figura 2). Si tratterebbe di un modello confuso e per nulla formaliz-zato, che costituirebbe, proprio per le sue caratteristiche, una scelta poco consiglia-bile poiché, invece di agevolare la trasmissione delle segnalazioni, correrebbe il rischiodi bloccarla o di modificarla nei contenuti durante i passaggi per la distribuzione. È,quindi, altamente raccomandabile, cercare di adottare un modello che si approssimiquanto più al modello “burocratico” o a quello ad “empowerment”.

La scelta di una soluzione piuttosto che un’altra deve essere coerente con il tipo di fe-nomeno che il sistema sta affrontando e con le caratteristiche delle organizzazioni co-involte e chiamate ad intervenire sul fenomeno. Ciò significa che l’ambiente in cui il si-stema è inserito e da cui è caratterizzato costituisce una variabile importante nellascelta del modello stesso.

Modellosemidistribuito

Ambiente

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Modelli di distribuzione dell’allerta e l’attivazione dell’azione

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Contemporaneamente, va posta l’enfasi anche sul tipo di team presente, sulla suacultura organizzativa, sui reali riti e consuetudini di collaborazione esistenti, in quantoil modello da applicare dovrà essere “personalizzato” e quindi adattato anche al teamesistente che può presentare, pur nello stesso ambito di intervento, caratteristichemolto diverse da luogo a luogo.

Tale affermazione è in linea con la teoria della contingenza organizzativa, che sottoli-nea come diverse condizioni ambientali richiedano stili organizzativi diversi. In altre pa-role, il modo migliore di organizzare sarebbe “contingente” alle condizioni di comples-sità e/o instabilità dell’ambiente e dell’insieme di uomini e donne chiamati ad organiz-zare la risposta.

In generale, il modello di distribuzione dell’allerta che si decide di adottare dipende dauna serie di fattori: la situazione che si deve affrontare, il team deputato alla gestionee concretizzazione della risposta, il grado di coordinamento interno che sa esprimere,la sua maturità organizzativa, le risorse realmente e tempestivamente movimentabili,quindi disponibili, il numero e il tipo di organizzazioni coinvolte portato a dimensionedel network operativo, e alle regole preesistenti di comportamento professionale edorganizzativo.A seconda, quindi, del mixing esistente, si potrà adottare un tipo di modello del tipo“gerarchizzato” o del tipo “distribuito”.

Team

Teoria dellacontingenza

organizzativa

Altri fattori

Figura 2 - Tipo di modello distributivo per l’informazione di allerta e l’attivazione dell’a-zione.

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Operatori competenti: abilità e conoscenza

Come reso esplicito nel paragrafo riguardante le precondizioni di fattibilità, uno degliaspetti su cui è necessario puntare per il corretto funzionamento del sistema è la pre-parazione delle persone che, concretamente, si troveranno coinvolte nel funzionamentoe nel mantenimento dello stesso. Ciò significa che è opportuno prevedere uno o piùmomenti, precedenti la messa in funzione del sistema di allerta precoce, per mettereoperatori sanitari e analisti di laboratorio nelle condizioni di poter agire al meglio di fronteal riconoscimento di fatti o eventi correlati all’emergere di nuove sostanze e/o nuovitrend di consumo, e per istruire anche altri soggetti, coinvolti nel network operativo, sullatrasmissione delle informazioni e delle comunicazioni tra enti e organizzazioni coinvolte.In particolare, si tratta di operare su due fronti della preparazione: da un lato è neces-sario parlare di formazione del personale, dall’altro di addestramento.

Con l’espressione “formazione del personale” ci si riferisce a quel tipo di istruzione in-centrata su di una conoscenza necessaria, ad esempio, al riconoscimento di certi sin-tomi nei pazienti che si presentano alle unità di strada, alle unità d’emergenza o pressoi reparti, che potrebbero essere correlati a qualche nuova sostanza in circolazione, oall’identificazione di un composto anomalo durante le analisi di laboratorio su repertisequestrati. Si tratta, in questo caso, di un approccio didattico, ovvero di una forma-zione di tipo analitico/tossicologico, intesa a dare agli operatori quelle conoscenze(knowledge) utili all’individuazione di episodi anomali, di eventi sentinella o di quant’al-tro possa costituire una segnalazione riguardante nuove sostanze in circolazione.

Nel caso di una preparazione che riguardi, invece, le modalità di raccolta dei dati, l’e-ducazione alle procedure di trasmissione dell’informazione e, in generale, un percorsodi training di tipo operativo, è opportuno parlare di addestramento del personale. Gra-zie a questi momenti formativi, coloro che sono coinvolti in questo percorso, potrannoacquisire le particolari abilità (skills) necessarie per potersi muovere agilmente tra lemaglie del sistema e renderlo scorrevole nel suo funzionamento, evitando intoppi e/oarresti che ne ritarderebbero l’azione di risposta e, quindi, potrebbero essere causadi gravi danni per la salute pubblica.

Il contenuto di un percorso di formazione e addestramento deve includere, anche, l’ar-monizzazione delle procedure di informazione, incluso, quindi, la realizzazione dischede per la descrizione delle sostanze analizzate, sull’esempio del reporting formdell’Europol e dell’EMCDDA già descritto in precedenza, o di precisi format per la co-municazione di fatti riconosciuti o sospettati come eventi sentinella. Da un punto di vi-sta esecutivo, inoltre, è necessario puntare anche sulla preparazione al coordinamentotecnico e al coordinamento operativo di tutte le organizzazioni e di tutti gli enti sparsisul territorio di riferimento al fine di giungere ad un equilibrio di metodi e ad un buongrado di “good practice” condivisa.

Bisogno dicompetenze reali

Formazione:knowledge

Addestramento: skills

Armonizzazione delle procedure

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Proprio in merito alla questione dell’area di riferimento, è opportuno prevedere una di-stinzione dei momenti di preparazione, strutturandola a due livelli: un livello centrale eun livello decentrato/locale.Il primo livello riguarda un tipo di preparazione generale, concordata a livello nazionale,sotto l’egida delle indicazioni del Punto Focale Nazionale, strutturata attraverso riunioniprogrammate da istituzioni pubbliche.Il secondo livello, invece, si dovrebbe articolare in modo decentrato, attraverso l’orga-nizzazione di seminari in cui sia possibile l’affronto di tematiche specifiche delterritorio/regione ove la preparazione si svolge dando, quindi, la possibilità ai parteci-panti di confrontarsi su problemi comuni e simili perché riferiti ad un’area più ristrettarispetto a quella nazionale maggiormente diversificata.

I livelli territoriali

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SCENARI FUTURI

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Possibile evoluzione del mercato delledroghe: uno scenario web

Se consideriamo le modalità di sviluppo delle sostanze secondo la prospettiva prece-dentemente segnalata, ovvero quella economica, di mercato, e proviamo a conside-rare, quindi, le nuove droghe come nuovi “prodotti” di mercato, è utile segnalare l’e-mergere di un fenomeno che da qualche hanno sta interessando il web: la pubbliciz-zazione e il commercio di droga su Internet.

L’allarme è stato lanciato dal Comitato Internazionale per il Controllo degli Stupefacenti(INCB) il quale, in un suo rapporto, ha dimostrato che è in forte crescita il numero dispacciatori che usano la rete per distribuire droghe e farmaci che alterano lo stato psi-chico dell’individuo, con tutte le conseguenze annesse al consumo di droghe. Si leggetestualmente “la globalizzazione e le nuove tecnologie rappresentano un rischio perl’applicazione delle leggi contro il traffico e l’abuso di stupefacenti” 1. Il rapporto dimo-stra come alcune farmacie on line (negli Stati Uniti ed in Australia, per esempio) utiliz-zino Internet per fornire ai propri clienti farmaci con effetti narcotici (morfina e altro), elu-dendo l’obbligo della prescrizione medica. Dalla ricerca pubblicata nel Report del 2006è emerso, infatti, che su 185 farmacie poste su Internet (chiamate Internet pharma-cies), l’84% vendeva benzodiazepine, il 68% oppiacei, l’8% stimolanti e l’1% barbitu-rici: il tutto senza bisogno di alcuna prescrizione medica (l’89% di queste farmacie nonrichiedeva alcuna prescrizione medica e l’8% di loro accettava prescrizioni inviate viatelefax) consentendo ai consumatori di usare prescrizioni contraffatte o di ottenere me-dicine da più Internet pharmacies con una sola prescrizione.

È interessante anche notare che questo tipo di farmacie dipende dai servizi postali,alcuni dei quali hanno dimostrato essere di natura illecita. Infatti, attraverso la loro scan-sione è stato possibile identificare e intercettare quantitativi di droga che si trovava na-scosta al loro interno. Quindi, la vendita e la circolazione di sostanze vendute via In-ternet, risulta alquanto fuori dal controllo delle forze dell’ordine. L’INCB, infatti, hamesso in luce il fatto che il crimine su Internet è facile da perpetrare, richiede pocherisorse ed è estremamente difficile da rintracciare, rendendo la lotta alla droga sem-pre più difficile per le forze dell’ordine. Basti pensare, a titolo d’esempio, che duranteil 2003, in uno degli Stati Membri le forze dell’ordine per 3 giorni hanno esaminato1.153 colli postali importati, contenenti prodotti medicinali. Il risultato è stato che lagrande maggioranza dei prodotti inviati (l’88%) era di natura illegale, incluse 25 so-stanze dichiarate illecite a livello internazionale 2.

Il commercio suInternet

INCB, Rapporto del2006

Circolazione su web

1 Report of the International Narcotics Control Board for 2006, United Nations Publications, New York,2007.

2 Food and Drug Administration, “FDA/US Customs import blitz exams reveal hundreds of potentiallydangerous imported drug shipments”, FDA News, 29 Settembre 2003.

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I siti Web che danno consigli e consultazioni fornite da cosiddetti “cyber dottori”, cheraccomandano prodotti medicinali, facilitando l’accesso alle “droghe prescritte”, sonouna questione di sempre maggior interesse (lo dimostra anche la crescente tendenzaall’acquisto di prodotti per l’incremento della massa muscolare in siti che fanno riferi-mento ad appositi integratori alimentari dettagliatamente descritti). A ciò è doverosoaggiungere il fatto che i costi per l’ordinazione delle sostanze sono di due tipi: da unlato si hanno i costi nascosti, quali le quote per le consultazioni, dall’altro si hanno icosti per le spese di viaggio che vengono resi noti sul sito.

Recentemente, i legislatori e coloro che devono fronteggiare il traffico di droghe in In-ternet stanno affrontando il tema della regolamentazione del gruppo dei cosiddetti“prodotti naturali”, tentando di comprendere come applicare i controlli quando questesostanze vengono promosse e vendute a livello globale attraverso il Web.Un caso particolare, in proposito, è rappresentato dalla vendita on line dei “magicmushrooms”. I “magic mushrooms” crescono naturalmente in alcune regioni europee,ma qualche tipologia utilizzata per le sue proprietà psicoattive viene anche coltivata.Si contano più di 100 specie di funghi con proprietà allucinogene: la maggior parte diesse contiene psylocibin e psilocin (o psilotsin) quali principi attivi responsabili deglieffetti allucinogeni (distorsione delle sensazioni, alterazione dell’umore, alterazione deiprocessi di pensiero). Psylocibin e psilocin sono “sotto controllo” dal 1971, anno dellaConvenzione ONU sulle sostanze psicotrope, ma alcuni paesi hanno mostrato da su-bito incertezza nella classificazione dei funghi e la confusione è stata ulteriormente ali-mentata dai rivenditori. Nei paesi in cui l’introduzione di leggi particolarmente restrittive ha aiutato a prevenirela diffusione di queste sostanze, i distributori si sono orientati ad “alternative legali”commerciando alcune specie di Amanita (A. muscaria e A. pantherina), che hannoelevata tossicità rispetto ai funghetti tradizionali e possono causare fatale avvelena-mento.Negli anni ‘90 la vendita dei funghi allucinogeni avveniva principalmente in Olanda enel Regno Unito, nei cosiddetti “smart shops”. Oggi queste sostanze vengono ven-dute su internet. L’EMCDDA ha identificato a oggi un totale di 39 negozi online chevendono prodotti a base di funghi allucinogeni: la maggior parte di essi (82%) hannosede in Olanda, gli altri in Austria, Germania, Danimarca e Polonia; molti siti sono mul-tilingue e offrono opzioni di shipping internazionale per servire consumatori di tutto ilmondo; alcuni informano sulla pericolosità dell’uso di questi prodotti in associazionecon farmaci, alcol o altre droghe, ma uno su tre (33%) non dà informazioni sui peri-coli dell’induzione di stati di allucinazione in soggetti che già soffrono ad esempio didepressione o psicosi; solo la metà informa sui dosaggi e sull’uso “sicuro” del pro-dotto.

È opportuno segnalare anche l’emergere sul mercato di un numero sempre maggioredi sostanze psicoattive le cui composizioni non sono ben note e i cui effetti non sonoancora stati registrati dagli operatori delle strutture sanitarie che rischiano, quindi, ditrovarsi di fronte a pazienti consumatori con sintomi anomali, di difficile riconoscimento,ritardando, di conseguenza, la diagnosi e la cura dei pazienti stessi.Come indicato da Schifano e Corkery nel 2007, in una ricerca condotta nel RegnoUnito sulle droghe in circolazione, esistono nuove sostanze come la Ketamine, cono-sciuta anche come Special K. Si tratta di un anestetico dissociativo utilizzato princi-palmente nella pratica veterinaria. Può essere iniettata, ingerita, sniffata o fumata. I suoieffetti analgesici sono garantiti con piccole dosi della sostanza ma se le dosi aumen-tano sono stati documentati effetti amnesici. Gli effetti tossici includono confusione eostilità.

Eco - droghe online

Nuove sostanze

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Possibile evoluzione del mercato delle droghe: uno scenario web

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Stanno anche circolando le cosiddette “drug rape drugs”, ovvero droghe che vengonoutilizzate di solito ai primi appuntamenti, soprattutto tra persone eterosessuali, per in-tontire la vittima e approfittare sessualmente di lei. Purtroppo, queste sostanze sonospesso incolore, inodore e insapore, che vengono messe di nascosto nel bicchieredella vittima, a sua insaputa, e che, quindi, non vengono notate al momento della loroassunzione. Inoltre, producono degli effetti amnesici rendendo, quindi, impossibile ilriconoscimento dell’esecutore della violenza perché la vittima non ne ha ricordo.Una di queste sostanze è il Ghb che nasce per uso medico, come anestetico e si dif-fonde tra i body builder che vogliono un aiuto per gonfiare i proprio muscoli veloce-mente. Ma il Ghb, inodore e insapore, viene anche utilizzato per stordire le vittime diviolenze sessuali: gli aggressori lo sciolgono in una bevanda facendolo bere a loro in-saputa e a quel punto la donna, pur restando cosciente, è totalmente incapace di rea-gire e, successivamente, fa molta fatica a ricordare che cosa è successo. Si è già ve-rificato qualche caso di questo tipo all’inizio del 2008 a Milano, Torino, Vicenza eRoma.Il Ghb è abbastanza semplice da trovare. Come tutte le droghe e le sostanze illegalisi acquista sul mercato nero, ma anche sottobanco in ambienti medici e, natural-mente, su Internet, sui siti che vendono steroidi, Viagra e Cialis e su portali di shop-ping online che propongono le “alternative legali” alla sostanza illecita. Sul forum diDrugbuyers.com si trovano informazioni su come si usa, sui suoi effetti contro l’inson-nia, sui modi per trovarlo. Sul Web esistono anche vere bacheche per chi vuole com-prare e per chi vuole vendere il Ghb. Dieci grammi di sostanza in polvere costano 25dollari, 20 ml di liquido 10 dollari.Il Ghb si acquista per lo più sotto forma oleosa e si prende sciolto nelle bevande,spesso alcoliche. In piccole dosi (meno di 1 grammo) dà effetti simili all’alcol. In quan-tità più elevate, tra 1 e 2 grammi, provoca forte euforia e diminuzione delle inibizioni.Se si superano i 5 grammi, gli effetti sono più potenti: difficoltà a muoversi e a parlaree sonno molto pesante. Tali sintomi possono durare dalle 3 alle 6 ore. Il Ghb viene me-tabolizzata molto velocemente dall’organismo e le sue tracce svaniscono dal corpodopo 8 -12 ore dall’assunzione.Secondo la polizia scientifica, la diffusione di questa droga è ancora bassa, di nicchia.Tuttavia, la facilità con cui questa sostanza può essere acquistata tramite i siti Internetfa dedurre che la sua diffusione potrebbe aumentare, mettendo in pericolo numerosevittime inconsapevoli.

Davanti ad uno scenario siffatto, è lecito pensare che il commercio delle droghe su In-ternet seguirà uno sviluppo in linea con quanto previsto dalle regole del marketing.Si prevede, infatti, che sempre più spacciatori cominceranno ad utilizzare la rete perla vendita delle sostanze. Di fatto la cosa già sta accadendo ma, sulla base degli svi-luppi individuati anche dall’INCB, è verosimile aspettarsi che l’ampiezza del fenomenodiventerà maggiore.Con l’ampliarsi del mercato su web, l’offerta presentata ai consumatori aumenterà e,parallelamente, questi avranno la possibilità di vedere maggiormente differenziata l’of-ferta loro proposta. Essendo il pubblico dei consumatori un pubblico esigente e spe-cializzato nella domanda, l’offerta risulterà, di riflesso, sempre più specializzata e dif-ferenziata, creando sempre più preferenze tra i consumatori, che potranno trovare sulweb tutto ciò che desiderano, creando maggior acquisto.

I venditori avranno interesse a “reclamizzare” i loro prodotti, dichiarando le componentidella sostanza che vogliono distribuire e fornendo una notevole quantità di informa-zioni per stimolare l’acquisto, poiché devono convincere gli acquirenti della novità edella qualità del prodotto. È possibile prevedere che questi spacciatori della rete si im-

Le droghe dellostupro

Linee di sviluppo

Strategie di mercato

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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pegneranno ad attuare una serie di strategie di web marketing che hanno lo scopo diindividuare le preferenze dei consumatori per assecondarle e incentivarle. Si fa riferi-mento, in particolar modo, a quelle strategie volte ad individuare se esista una do-manda, quale tipo di domanda sia e dove questa si concentri, eseguendo, di fatto,una vera e propria analisi e misurazione dei bisogni dei clienti (sondaggi, promozionifittizie utili a rilevare la richiesta, ecc…) in un contesto di analisi delle opportunità divendita e di testing. Si tratta, infatti, di esaminare i gusti dei consumatori, le loro pre-ferenze e la loro disponibilità all’acquisto anche attraverso la vendita a basso costo dicerte dosi, intese come promozione delle sostanze, che però, sul lungo periodo, pos-sono determinare maggiori traffici perché il consumatore ne è stato conquistato ed èquindi più disponibile all’acquisto.

Molto probabilmente, le modalità di consegna delle già esistenti Internet pharmaciesverranno riprese anche da questi spacciatori che, nella maggior parte dei casi, rap-presentano venditori con immense disponibilità economiche. Molto spesso, infatti, siha a che fare con gruppi mafiosi che fanno dello spaccio una delle loro fonti di gua-dagno e sono in grado, quindi, di comprare dei propri corrieri che si occuperanno dellaconsegna della merce. Ciò determinerebbe un notevole incremento delle vendite e,quindi, del volume delle sostanze circolanti.

Il rischio che questo potenziale sviluppo rappresenta è ingente e non solo per coloroche sono già consumatori. Per costoro, di fatto, il pericolo maggiore risiede nell’au-mento dei quantitativi di nuove sostanze disponibili con tutti gli effetti droga correlatigià ampliamente descritti. È necessario tenere presente, oltretutto, che le persone cheusano Internet, che hanno accesso al web e che, quindi, possono incorrere in infor-mazioni sulla vendita di sostanze sono in numero crescente. Per tanto, una tendenzadel mercato delle droghe come quella qui descritta funzionerebbe da ulteriore minac-cia anche per chi ancora non consuma droga.

Il messaggio che sta alla base di queste riflessioni, quindi, è che è necessario teneresotto controllo anche la rete perché proprio lì potrebbero esserci delle informazioni utiliai fini dell’allerta. Esiste, di fatto, la necessità di recuperare su Internet notizie di variogenere che riguardino, oltre che le sostanze consumate, anche i produttori, i trafficanti,gli spacciatori, e, ora, anche il commercio su Internet. Le informazioni in merito a que-sti argomenti e disponibili sul Web rappresentano informazioni precoci che potrebberodeterminare una fonte importante e precoce di informazione delle situazioni di allertae, quindi, una celere messa in moto delle azioni di risposta.

C’è bisogno, però, di nuovi strumenti e metodi che permettano di rilevare anche que-sto tipo di informazioni e che siano in grado di segnalarle e di distribuirle agli enti inte-ressati quanto prima.Considerando la tipologia di informazioni da ricercare e da decifrare e valutando la loroallocazione sul web, è lecito cercare di pensare ad una metodologia all’avanguardia,ad oggi non ancora utilizzata in un contesto di allerta rapida, che sia in grado di sod-disfare le esigenze del sistema, che permetta di individuare i siti dedicati al commer-cio di sostanze illecite e che consenta di riconoscere le informazioni dislocate in reteche, attualmente, esistono ma non sono utilizzabili.La ricerca svolta nell’ambito della modellizzazione dell’EWS ha messo in luce unanuova modalità di ricerca dell’informazione. Questa modalità si basa sui principi delweb semantico.

Consegne

Rischi

Web ed EWS

Necessità di nuovistrumenti

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Possibile evoluzione del mercato delle droghe: uno scenario web

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http://shop.airsealed.com/

http://www.mailrxmeds.com/

http://www.canadian-internet-drugs.com/

http://www.crbestbuydrugs.org/

http://www.goodhealthpharmacy.com/new/catalog/

http://www.endlessmeds.com/

http://www.xlpharmacy.com/?img=4&kbid=9850

http://remedymeds.com/?c=OnlineMedicine

http://www.rx2world.com/

http://rxpill.com/

http://www.pharmacialatina.com/precios.htm

http://myselgbond.net/e/ch/?&pid=_2852

Esempi di portali per la vendita di farmaci on-line.

http://www.poppiesshop.com/

http://www.amsterdammarijuanaseeds.com/

http://www.77seeds.com/

http://www.high-land.co.uk/

http://www.kindseed.com/

http://www.buyamsterdamseeds.com/

http://www.seeds-marijuana.com/

http://www.greenmanspage.com/current.html

http://www.canaseed.com/

http://www.amsterdammarijuanaseedbank.com/

http://www.poppiesinternational.com/

http://www.buy-magic-mushrooms.com/

http://www.magicplants.co.uk/

http://www.magicmushroomgrower.co.uk/

http://www.wrongshop.net/magic+mushroom+grow+guides.php

http://www.potseeds.co.uk/mushrooms/fresh.html

http://www.allsalvia.co.uk/payment.htm

http://www.drugs-plaza.com/index.htm

http://www.seedfairy.com/

http://www.magic-mushrooms.net/growing.html

Esempi di portali per la vendita di semi, piante, magic mushrooms on-line.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Figura 1 - Come mostrano le immagini qui riportate, il Web offre innumerevoli siti pressocui è possibile acquistare medicinali di qualsiasi tipo, molti dei quali senza ricetta medicae/o con delle consultazioni mediche on line la maggior parte delle volte gratis. Provenientidal Canada, dagli Stati Uniti, dal Messico, molte farmacie vengono elencate in siti comewww.biopsychiatry.com/ online-pharmacies/index.html o anche solo cercando in Googlele parole “buy drugs no prescription”. La vendita si riferisce ad antidepressivi, antidolo-rifici, farmaci per allergie, steroidi, ecc… ed i medicinali vengono presentati in classifichedi gradimento e in tabelle che ne riassumono le proprietà e ne specificano il costo.

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Motori di ricerca di ultimagenerazione: il web semantico

Quando parliamo di vie di comunicazione di un sistema EWS, è opportuno pensare aquale strada può essere la più rapida per il recupero dei dati e la segnalazione dell’in-formazione e quale tipologia di percorso informativo sia migliore per una unità opera-tiva piuttosto che per un’altra.La questione della comunicazione in entrata ed in uscita dall’EWS si fa complessa sesi pensa alle diverse fonti da cui i dati provengono e ai diversi destinatari cui l’informa-zione deve giungere. Ciò significa che i dati di input potrebbero presentarsi in formatidifferenziati la cui comparazione e valutazione da parte del Centro dell’EWS, quindi,potrebbero essere rese poco agevoli proprio per il format diversificato con cui si pre-sentano.

Se guardiamo alla strutturazione e alla gestione dell’informazione in altri sistemi, al difuori dei sistemi di allerta rapida sulle droghe, è possibile rilevare che, attualmente,gran parte dell’informazione è conservata in formati di testo non strutturati e difficil-mente trattabili. In particolare, prendendo come esempio la rete informatica, è possi-bile notare che il Web, così come si presenta oggi, richiede strumenti di lavoro più pro-grediti rispetto agli attuali, per facilitare e velocizzare la navigazione attraverso gli innu-merevoli documenti che sono pubblicati nella Rete. Non sempre, infatti, la rete portadove ci si attende e le difficoltà d’orientamento sono significative soprattutto quandosi è alla ricerca di qualche soggetto tematico di cui non si conosce la localizzazioneprecisa. Scorrere una lunga quantità di elenchi alla ricerca dell’informazione deside-rata è un’azione molto frequente, soprattutto quando la ricerca interessa un terminepiuttosto comune, ma che, di fatto, rallenta la ricerca e la fruizione dell’informazionedisponibile.Similmente, in ambito aziendale, è possibile notare il fatto che grandi compagnie pos-siedono milioni di documenti, molto spesso allocati in diverse parti del mondo, chesono resi disponibili su Internet ma che, secondo le semplici procedure di interroga-zione attualmente in uso, non possono essere agevolmente interrogati e, quindi, ve-dono ridotto il loro potenziale informativo. Per questo, l’informazione contenuta in essinon può essere né usata dai sistemi automatici, né essere facilmente gestita dal-l’uomo. Ciò significa che l’informazione è difficile da catturare, da condividere e da ri-utilizzare anche tra i lavoratori stessi di un’organizzazione, riducendo l’efficienza del-l’impresa e la sua competitività.

Inoltre, in una realtà in cui le compagnie sono sempre più valorizzate per le loro “atti-vità intangibili” (ad esempio, il tipo e la qualità della conoscenza aziendale che le com-pagnie possiedono e utilizzano, che fa la differenza nella realizzazione e nella fornituradei prodotti), la presenza di informazione non gestibile implica una perdita in termini divalore della compagnia.In maniera analoga, l’EWS si ritrova a fare i conti con vari dati, sparsi tra le varie unità

Dati in format diversi

Informazione nonstrutturata

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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operative deputate al loro raccoglimento e alla loro trasmissione, di natura molteplice(dal referto delle analisi di laboratorio all’intervista con persone tossicodipendenti), lacui gestione risulta complessa, quindi, non solo per la dislocazione dei dati ma ancheper il loro format. Informazioni utili sui venditori di sostanze in Internet sono, anch’esse,di grande interesse e costituiscono elementi per valutare un avviso di allerta ma sitratta, pur sempre, di notizie sparse nella Rete e decisamente difficili da rilevare, con-siderando sia l’abilità di questi soggetti nell’eludere controlli e verifiche da parte delleforze dell’ordine sia l’enorme quantità di informazioni che si trovano in rete.Esaminati gli ostacoli per il raccoglimento e la gestione dei dati, la velocità dell’infor-mazione rischia di risentirne negativamente, ciò traducendosi in lentezza e/o impreci-sione della trasmissione dell’informazione e/o in un raggiungimento inefficiente dellestrutture operative coinvolte nel sistema.

L’iniziativa del Web semantico prende in considerazione proprio queste questioni. Conil Web semantico è possibile associare ai documenti web un senso compiuto, un si-gnificato che vada oltre le parole scritte, una “personalità” che possa aiutare ogni mo-tore di ricerca ad individuare ciò che si sta cercando. Tutto ciò avviene in virtù non disistemi di intelligenza artificiale bensì della marcatura dei documenti caricati sul web,di un linguaggio gestibile da tutte le applicazioni e dell’uso di vocabolari specifici, os-sia insiemi di frasi alle quali possono associarsi relazioni stabilite fra elementi marcati.Più precisamente, con il termine Web semantico si intende la trasformazione del WorldWide Web in un ambiente dove è possibile pubblicare non più solo documenti (pa-gine HTML, file, immagini, ecc…) ma anche informazioni e dati relativi ai documentistessi (detti metadati) in un formato adatto all’interrogazione, interpretazione e, più ingenerale, all’elaborazione automatica di quella stessa informazione (Daconta, 2003).

Per funzionare, il Web semantico deve poter disporre di un tipo di informazione strut-turata e di regole di deduzione per gestirla, in modo da accostare il più precisamentepossibile le informazioni che un’interrogazione ha richiesto. Per la sua costruzione/de-finizione, quindi, si utilizza il linguaggio XML 1 che consente di descrivere semantica-mente (e con il dettaglio desiderato) le diverse parti di un documento. Un documentocosì descritto può, in seguito, essere elaborato per usi diversi: estrazione di informa-zioni secondo specifici criteri, riformulazione più o meno parziale per adattarlo ad altriformati, visualizzazione del documento in funzione della capacità del terminale.Tuttavia, sebbene sia un buon modo per specificare le informazioni, un documento,ancorché espresso in formato XML, è poco adatto al Web, che per sua natura è dis-tribuito e decentralizzato e, per tanto, le informazioni su una particolare entità possonoessere dislocate ovunque. Infatti, con XML è possibile descrivere adeguatamente icontenuti di un documento ma la sintassi XML non definisce alcun tipo di meccani-smo esplicito per qualificare le relazioni tra i documenti. Nel fare ciò non è d’aiuto nep-pure il meccanismo dei collegamenti ipertestuali, reso popolare dall’HTML, perchéamorfo, ossia non in grado di prevedere la descrizione del legame definito (Berners-Lee 2002).L’evoluzione del Web in Web semantico inizia con la definizione, da parte del WorldWide Web Consortium, dello standard RDF (Resource Description Framework), una

Informazione nonrilevabile

Web semantico

1 Extensible Markup Language, ovvero “linguaggio di marcatura estensibile”. Si tratta di un metalinguag-gio creato e gestito dal World Wide Web Consortium e costituisce una semplificazione dell’SGLM, da cuinacque nel 1988. L’SGLM, acronimo per Standard General Markup Language è uno standard per la de-scrizione logica dei documenti che si basa su un tipo di marcatura generica chiamata “marcatura descrit-tiva”.

Descrizionesemantica dei

documenti

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Motori di ricerca di ultima generazione: il web semantico

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particolare applicazione XML che standardizza la definizione di relazioni tra informa-zioni, ispirandosi ai principi della logica dei predicati 2 e ricorrendo agli strumenti tipicidel Web e dell’XML. Comunque, al di là dei linguaggi specifici necessari alla marca-tura dei documenti, lo sforzo che sta alla base del Web semantico, in pratica, è quellodi aggiungere contenuto concettuale ai documenti Web, in modo da accedere al quiddell’informazione piuttosto che a del materiale non strutturato, permettendo così all’in-formazione stessa di essere gestita in modo automatico. A tal fine, come abbiamo vi-sto, è essenziale per il Web semantico produrre metodi automatici o semiautomatici,come i linguaggi RDF, che estraggano informazioni dai documenti relativi al Web, siaper contribuire alla registrazione dei nuovi documenti sia per estrarre informazioni ag-giuntive da documenti esistenti non strutturati o solo parzialmente strutturati.

Dato l’aumento dell’uso del Web (e in futuro del Web semantico) per la gestione del-l’informazione, questo processo di trattamento dei documenti risulta essere importanteanche per la gestione della conoscenza aziendale tout court. Infatti, da quanto prece-dentemente detto si evince che, se il linguaggio XML si rivolge alla semplice descri-zione di documenti, il linguaggio RDF (e le sue evoluzioni) è particolarmente indicatoper rappresentare dati, fornendo un metodo potenzialmente capace di risolvere untema fino ad oggi solo parzialmente soddisfatto dagli strumenti informatici quale la ge-stione della conoscenza aziendale, ovvero la capacità di trattare non solo le diverseanagrafiche (di prodotto, clienti, fornitori, dipendenti, ecc…) e di classificare i docu-menti tecnici o amministrativi (analisi di mercato, specifiche tecniche, norme, proce-dure, ecc…) ma di arrivare anche a gestire i contenuti di questi documenti permet-tendo, per esempio, il reperimento delle informazioni in funzione delle specifiche esi-genze del richiedente, integrando quanto reso disponibile da fonti diverse.

L’applicazione potenziale di questi strumenti del Web è piuttosto ampia. Un esempioche abbiamo ritenuto interessante considerare in vista di una possibile relazione tratale strumento e i sistemi EWS è rappresentato dal Server IDOL (Intelligence DataOperating Layer), prodotto in esclusiva dall’azienda inglese Autonomy.Questo software costituisce una soluzione alla comprensione dei contenuti di qual-siasi tipo di informazione, indipendentemente dal luogo in cui quest’informazione ècontenuta e/o dal formato con cui si presenta – sia essa in formato di testo, in qua-lunque lingua, immagine, audio, strutturata o non strutturata. Tale tecnologia forniscela cosiddetta “integrazione attraverso la comprensione”, consentendo lo scambio dicomunicazione all’interno del sistema organizzativo senza alcuno sforzo e senza do-ver utilizzare complicati connettori o metadati, di difficile comprensione e/o gestione.In particolare, il server IDOL si basa sul tipo di ricerca concettuale cui si riferisce il Websemantico e fornisce le funzioni operative chiave che, per un’azienda, rappresentanoeffettivi benefici, quali l’aumento della produttività all’interno dell’organizzazione, un au-mento della protezione dell’informazione, una significativa riduzione dei costi per ilmantenimento dei dati e l’eliminazione di inesattezze provocate da errore umano.Le funzionalità di IDOL spaziano tra il reperimento dei dati, la loro categorizzazione, l’al-lerta e la diffusione dei dati, il loro raggruppamento, la gestione di metadati e la sicu-rezza dei dati stessi. Tutto ciò con lo scopo, da un lato, di meglio informare e velociz-zare il processo di decision making, dall’altro di migliorare l’efficienza operativa e ri-durre i costi della gestione dell’informazione.

2 In estrema sintesi, secondo la logica dei predicati le informazioni sono esprimibili con asserzioni co-stituite da triple formate da soggetto, predicato, valore. Per maggiori informazioni si veda RDF Primer delW3C, http://www.w3.org/TR/rdf-primer/

Gestione dellaconoscenza

Intelligence DataOperating Layer

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Le caratteristiche del raccoglimento concettuale dei dati include l’uso di un linguaggionon strutturato di interrogazione dei documenti, detto Unstructured Query Language(UQL) che è in grado di affrontare le sintassi più complesse, anche quelle poste in unlinguaggio naturale. IDOL accetta, in qualità di input, parti di contenuti, quali possonoessere una frase, un paragrafo o una pagina di testo, o un’informazione contenuta inframmenti di file audio o di discorsi, e riporta riferimenti a documenti concettualmenterelazionati, ordinati per rilevanza o distanza contestuale. Tale processo viene utilizzatoper generare hyperlinks tra parti di contenuti.Ciò che risulta innovativo e utile per un EWS è il fatto che le soluzioni di Autonomy perla classificazione dell’informazione rimuovono la necessità, da parte delle organizza-zioni, di basarsi sull’intervento umano o sul processamento manuale dell’informazione,come, ad esempio, l’etichettatura manuale dei documenti, di solito richiesta per farfunzionare la maggior parte delle altre applicazioni di e-business. Basandosi sulla ca-pacità del Server IDOL di capire qualsiasi tipo di informazione contestuale utilizzandoun’avanzata tecnologia di pattern-recognition, Autonomy fornisce varie soluzioni diclassificazione ampiamente graduata, che cataloga l’informazione in maniera comple-tamente automatica.In questo modo, i dati risultano più accessibili, fornendo agli utenti un’informazione cheè stata chiaramente definita e automaticamente localizzata all’interno di una strutturalogicamente guidata.

In un tale stato di cose, Autonomy costruisce automaticamente un network di colla-borazioni tale per cui è possibile che l’organizzazione si concentri sulla costruzione dicomunità d’esperti, alimentando la collaborazione e riunendo i soggetti coinvolti at-torno a forum di discussione per realizzare una congruenza di obiettivi, limitare gli sforzie aumentare i livelli di produttività.

Per quanto riguarda la diffusione dei contenuti, questi possono essere trasmessi e an-che personalizzati attraverso numerosi canali, inclusi browsers, dispositivi mobili (tele-fono, personal digital assistants, ecc…), o anche TV digitale. Lo stesso contenuto puòessere riproposto ad ogni dispositivo e l’interazione tra utenti attraverso tali dispositiviaiuta il software a capire il tipo di interesse e l’expertise degli utenti. In questo modo,vengono condizionate le successive ricerche di informazione e vengono perfezionatii criteri di rilevanza con cui presentare i documenti. In questo modo si ottiene la con-

Figura 1 - Schema delle funzionalità di IDOL.

Network dicollaborazioni

Trasmissione deicontenuti

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Motori di ricerca di ultima generazione: il web semantico

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segna automatica e la personalizzazione di informazioni rilevanti e puntuali ai diversiutenti e, oltre a rendere la fase di decision making più informata e più rapida, il sistemarende l’informazione maggiormente accessibile, aumentando i vantaggi competitividell’organizzazione.

Figura 2 - Esempio degli avvisi che IDOL è in grado dare nell’ambito del rispetto delle po-licy aziendali: se il contenuto delle mail inviate dagli impiegati non è in linea con le policydell’azienda, il sistema segnala l’evento al mittente con un warning o, eventualmente,bloccando l’invio della mail.

In riferimento all’utilizzo che un EWS potrebbe fare di un tale software, è possibile so-stenere che una sua eventuale applicazione potrebbe agevolare il raccoglimento didifferenti tipologie di dati sia in termini di contenuto che di tempistica. In altre parole,l’utilizzo di un motore di ricerca come IDOL consentirebbe di mettere insieme dati pro-venienti da varie fonti, e quindi disponibili in modo più o meno strutturato, ma acco-munati dallo stesso concetto di base, in relazione al fenomeno oggetto di analisi (lacomparsa di nuove sostanze e/o di nuovi pattern di consumo). Ciò garantirebbe unamaggior rapidità nella comunicazione di tali dati perché automaticamente definiti e lo-calizzati dal server. Verrebbe, inoltre, agevolata la ricerca su Web di elementi che de-notano una vendita di sostanze via Internet, poiché sarebbe possibile ricevere l’avvisodi eventuali segni e avvisaglie del fenomeno tramite il riconoscimento concettuale diquesto tipo di dato: la raccolta di più indizi, anche di natura diversa, ma significativa-mente e concettualmente correlati, può arrivare a costituire una segnalazione d’allerta.I questo modo, chi è responsabile della definizione del grado di allerta attorno a cuiorganizzare l’azione di risposta potrebbe avvalersi di un tipo di informazione più chiarae completa, favorendo la valutazione dell’informazione stessa e la presa di decisionicorrelate.Non è da sottovalutare nemmeno l’importanza dell’azione di gestione dell’informazionese si considera il fatto che, una volta raccolta l’informazione dai vari spazi in cui eraconservata, è possibile elaborarla in modo tale da giungere ad un vocabolario e ad

IDOL e EWS

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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uno standard di interpretazione comuni, comprensibile a tutti i soggetti partecipanti nelsistema e da loro stessi condivisibile.L’importanza dell’utilizzo di un prodotto come IDOL è data anche dal fatto che, in cor-rispondenza della gestione dell’informazione, vi sarebbe la promozione di un networkcollaborativo tra tutti gli attori coinvolti nell’EWS. Una rete di collaborazione, in un con-testo come quello dell’EWS, rappresenta una garanzia alla corretta diffusione dei con-tenuti dell’informazione e alla personalizzazione di tale informazione in relazione al de-stinatario della stessa, secondo i criteri già descritti in paragrafi precedenti.Agevolare la collaborazione tra attori, quindi, contribuirebbe ad incrementare l’efficienzadel sistema, riducendo i tempi per l’acquisizione dei dati e della trasmissione dell’av-viso di allerta, e rafforzerebbe la capacità cooperativa delle unità operative, aumen-tando l’efficienza e l’efficacia di un Early Warning System.

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Una piattaforma enterprise strategicadi ricerca e analisi del testo:descrizione di correlazioni

Come già espresso nel paragrafo precedente, informazioni vitali per il business e leimprese, in generale, possono essere disperse nell’azienda o nelle strutture di riferi-mento, isolate e, talvolta, inaccessibili da parte di persone, applicazioni e processi.Nel tempo, le fonti di informazione e il modo di utilizzarle si modificano: le aziendehanno quindi bisogno di un’architettura flessibile che, sganciando le informazioni dallasorgente, possa fornire i dati sotto forma di servizio a qualsiasi persona, processoaziendale o applicazione, secondo il paradigma “on demand”. Il concetto di “informa-zione come servizio” prevede l’erogazione di servizi che aggiungono valore alle infor-mazioni. Si tratta, quindi, di andare oltre la tradizionale gestione dei dati ma di integrarele informazioni (dati e contenuti, ovunque questi siano conservati) per fornire una vi-sione unificata dell’informazione ricercata. Inoltre, l’“informazione come servizio” è pen-sata per contestualizzare le informazioni grezze e rivelare legami nascosti nelle infor-mazioni grazie ad analisi avanzate, allo scopo di agevolare il processo decisionale.

Informazione comeservizio

Figura 1 - Information on demand & Service oriented.

L’azienda IBM ha sviluppato la soluzione IBM Content Discovery che rende concretoil concetto di “informazione come servizio”, assicurando che la giuste informazionigiungano alle persone giuste al momento giusto, cioè “on demand”, valorizzando qual-siasi tipo di informazione, sia strutturata che non, contribuendo al miglioramento delle

Descrizione delmotore di ricerca

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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capacità decisionali e di intervento dell’organizzazione. Il sistema Content Discoveryoffre una vasta gamma di funzionalità, ovvero si compone di diverse soluzioni IBM Om-niFind, che rispondono alle diverse esigenze di ricerca degli utenti all’interno e all’e-sterno dell’azienda.In particolare, IBM Onifind Enterprise Edition fornisce una rosa completa di funziona-lità per la ricerca aziendale. Si basa sull’Unstructured Information Management Archi-tecture (UIMA) UIMA, un framework aperto ed espandibile per l’elaborazione di infor-mazioni non strutturate attraverso l’analisi del testo, per l’estrazione di informazioni dacontenuti non strutturati, per funzionalità di query semantiche, navigazione di report dibusiness intelligence e applicazione di analisi molto personalizzate 1.

Più in particolare, OmniFind Enterprise Edition offre funzionalità di ricerca nel testo informato libero di alta qualità, scalabile 2, disponibile e sicura che consentono a dipen-denti, fornitori, business partner e clienti di trovare le informazioni aziendali più rilevanti.Gli utenti devono semplicemente inserire parole o frasi chiave per effettuare rapida-mente ricerche su Intranet, siti web aziendali pubblici, sistemi di database relazionali,file system e repository di contenuti, e ottenere risultati significativi. Possono, inoltre,andare oltre la ricerca standard nel testo intero ed eseguire query semantiche o perparametri, al fine di migliorare notevolmente la rilevanza dei risultati della ricerca.OmniFind Enterprise Edition è la prima piattaforma basata sullo standard UIMA.L’UIMA, grazie alla possibilità di sviluppare componenti di analisi del testo per l’analisidi documenti, permette di estrarre conoscenze e di individuare concetti di livello su-periore come persone, luoghi, società, prodotti, problemi e altre “entità” nascoste al-l’interno dei dati non strutturati. Queste informazioni possono essere poi utilizzate percreare un indice “potenziato” per la ricerca, oppure convogliate verso un tradizionaledatamart o data warehouse per l’utilizzo in applicazioni di business intelligence e ana-litiche.Inoltre OmniFind Enterprise Edition rappresenta l’archetipo del paradigma delle ser-vice-oriented architecture (SOA). Effettuando la ricerca tra informazioni disperse in sor-genti multiple sparpagliate in tutta l’azienda, incrementando il proprio valore, arric-chendo i metadati attraverso l’analisi del testo e rendendoli disponibili come servizi perle persone, i processi e le applicazioni che ne possono trarre beneficio, OmniFind En-terprise Edition garantisce l’esecuzione in qualsiasi ambiente SOA 3.

I tre componenti primari di OmniFind Enterprise Edition sono i crawler, l’index server eil search runtime (Figura 2):• i crawler estraggono contenuti da diverse sorgenti;• l’index server fa il “parsing”, o analisi sintattica 4, e analizza il documento, per poi co-

struire una raccolta (indice);• il search runtime elabora le richieste di ricerca, trova i documenti più rilevanti e pre-

senta i risultati nel giro di frazioni di secondo.

1 Per ulteriori informazioni su UIMA, si veda http://uima-framework.sourceforge.net/2 Nelle telecomunicazioni, nell’ingegneria del software e in altre discipline, il termine scalabilità si riferi-

sce, in termini generali, alla capacità di un sistema di “crescere” o “decrescere” (aumentare o diminuire discala) in funzione delle necessità e delle disponibilità. Un sistema che gode di questa proprietà viene dettoscalabile.

3 Per ulteriori informazioni sulla SOA, si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Service-oriented_architecture4 Per ulteriori informazioni, si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_sintattica

Architettura flessibileper risultati di alta

rilevanza

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Una piattaforma enterprise strategica di ricerca e analisi del testo: descrizione di correlazioni

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I crawler accedono ad una vasta gamma di sorgenti di dati di back-end; in alternativa,il contenuto può essere incanalato direttamente alla fase successiva del processo,che prevede la segmentazione del documento e l’analisi linguistica.Successivamente, se lo si desidera, è possibile classificare il contenuto in categoriesulla base di regole tassonomiche. La fase di indicizzazione comprende il ranking sta-tico e l’eliminazione dei duplicati. Infine, all’atto della ricerca, è possibile correggerel’ortografia delle query rispetto a un elenco di termini inseriti nella raccolta, confrontaticon dizionari di sinonimi o vocabolari relativi ad un campo particolare, e personalizzati.I risultati appaiono classificati secondo un ranking dinamico basato sui termini dellaquery. Durante l’indicizzazione il testo viene estratto e analizzato utilizzando una sofi-sticata elaborazione linguistica nativa. Un’ulteriore elaborazione nell’Index Server ana-lizza la struttura di collegamento del contenuto intranet, elimina i contenuti duplicati edesegue altri processi per la raccolta di documenti per migliorare la qualità comples-siva della ricerca. Grazie all’UIMA, è possibile eseguire altre analisi di documenti ad-hoc per generare ulteriori metadati, che, una volta aggiunti all’indice, consentono diutilizzare funzionalità avanzate, quali, ad esempio, la ricerca per concetto all’interno diinformazioni non strutturate. L’architettura è aperta ed espandibile, in modo da sup-portare un’ampia gamma di applicazioni di ricerca specifiche del settore.L’utilizzo di dizionari dei sinonimi personalizzati (o “thesaurus”) migliora i risultati delle ri-cerche e agevola l’utente, espandendo i termini della query con un elenco di sinonimidei termini immessi per la ricerca. Per quanto concerne le ricerche multilingue, que-sto motore di ricerca è in grado di percepire le sottigliezze di molteplici lingue, nonchéla terminologia specifica di un settore, e di indicizzarle in modo adeguato.

Ciò che maggiormente può interessare in questa sede è il tipo di funzionalità relativaalla ricerca semantica.Infatti, benché la ricerca per parole chiave possa essere uno strumento valido per ri-trovare documenti sulla base dei metadati e delle parole chiave ivi contenuti, di per sénon è in grado di consentire ricerche di informazioni relative a concetti di livello supe-

Figura 2 - Architettura della piattaforma di ricerca.

Ricerca semantica

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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riore, per esempio nomi, numeri di telefono di persone, componenti o condizioni.Le applicazioni di ricerca semantica estendono le query degli utenti al di là delle sem-plici parole chiave, per identificare concetti superiori, quali persone, luoghi, aziende,prodotti, problemi e altre “entità” che possono essere presenti nel testo. Inoltre que-ste applicazioni consentono di specificare anche rapporti tra i concetti. Sono in gradodi offrire questa funzionalità grazie alla capacità di effettuare ricerche sui metadati ot-timizzati riuniti in un corpus di informazioni con l’analisi del testo.La ricerca semantica è la capacità di capire e di navigare tra i metadati ottimizzati, of-frendo agli utenti risultati più rilevanti e la possibilità, per esempio, di trovare entità aprescindere dal modo in cui sono descritte nel testo. OmniFind Enterprise Editionsemplifica le ricerche semantiche utilizzando l’espansione dei sinonimi quale modalitàper introdurre una comprensione concettuale nella ricerca per parole chiave, invecedi fare affidamento su una sintassi di query XML particolare. OmniFind Enterprise Edi-tion è dotato di un annotatore configurabile in grado di individuare concetti in testi nonstrutturati sulla base delle espressioni regolari.

Il tipo di applicazione che si è pensato di proporre per un sistema di allerta precoce erisposta rapida sulle droghe si basa sull’idea che nel contesto della previsione del fe-nomeno che si vuole anticipare e arginare sia necessario costruire delle correlazionidi eventi sulla base dei quali sia possibile stabilire se ci siano le condizioni per l’emer-gere del fenomeno in oggetto. In altre parole, si è pensato che questo avanzato mo-tore di ricerca potrebbe essere impiegato per individuare, all’interno di una rete infor-mativa, una serie di notizie che, messe tra loro in correlazione, potrebbero, se ade-guatamente interpretate, dare indicazioni utili sull’avvicinarsi di condizioni di rischio perla salute pubblica in termini di produzione di nuove sostanze e/o di sviluppo di nuovitrend di consumo.In definitiva, riconoscendo la difficoltà di imbattersi in un determinato fenomeno in unospazio temporale tale da consentire anche il lancio di una segnalazione di allerta chepreceda il fenomeno stesso, si è pensato di lavorare su altri fattori correlati al feno-meno in oggetto e visibili molto prima rispetto all’evento che si vuole evitare. Si è con-siderato che l’attenta interpretazione di tali fattori, eseguibile con un certo anticipo ri-spetto all’accadimento dell’evento, potrebbe fungere da supporto al processo di de-cision making di un comitato scientifico, come quello previsto per il centro dell’EarlyWarning System, deputato alla considerazione delle informazioni in entrata al sistemaper la determinazione dello stato di allerta.

Per meglio comprendere come si prevede di utilizzare il motore di ricerca Omifind En-terprise Edition in un contesto come quello di un sistema di allerta sulle droghe, si vedala Figura 3.

Applicazione alsistema di allerta:

finalità

Fasi di operatività

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Una piattaforma enterprise strategica di ricerca e analisi del testo: descrizione di correlazioni

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La prima fase prevede che il fenomeno che si vuole tenere controllato venga definitoattraverso la specificazione delle sue caratteristiche in riferimento ad uno spazio tem-porale ed, eventualmente, anche ad uno spazio geografico. Il motore di ricerca, quindi,cercherà le informazioni relative al fenomeno in relazioni alle caratteristiche descrittiveimpostate, mirando la ricerca su certe aree definite e privilegiando alcune informazionirispetto ad altre (ad esempio, quelle più recenti rispetto a quelle più datate, oppure,quelle riferite all’Europa, piuttosto che quelle relative all’Oceania).

A proposito delle aree di ricerca, queste verranno definite proprio nella seconda faseoperativa. In questa sede, infatti, è previsto che vengano individuati gli ambienti all’in-terno dei quali la ricerca deve dispiegarsi. Tali ambienti possono essere vari e sullabase di questi sarà necessario definire quali fonti di informazione si intendono preve-dere, ovvero si desiderano considerare come ufficiali, come le più accreditate e,quindi, come le più affidabili ai fini della valutazione dell’informazione.

Le fonti individuate dalle varie aree costituiranno l’insieme delle “fonti selezionate” cheil sistema di ricerca andrà ad indagare per fornire una descrizione degli eventi corre-lati al fenomeno oggetto di studio (Figura 4).

Figura 3 - Fasi di operatività.

Identificazione delfenomeno

Aree di indagine efonti

Selezione delle fonti

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Come è possibile notare dallo schema sopra riportato, le fonti individuate provengonoda diversi ambiti (sanitario, legale, multimediale, industriale, laboratoristici, ecc…). Ciòsi spiega con la necessità di disporre di una visione a 360° di ciò che può contornareil fenomeno dell’emergere di nuove sostanze e/o di nuovi pattern d’uso. Pertanto, ènecessario seguire la logica dell’interdisciplinarità della lettura del fenomeno anche at-traverso il ricorso a fonti apparentemente poco attinenti con l’evento che si vuole evi-tare.Il motore di ricerca proposto dall’azienda IBM consente di impostare tutte le fonti de-siderate, siano esse segnalazioni dei pronto soccorsi, data base delle Forze dell’Or-dine (per lo meno, quelli cui è consentito accedere), spazi di espressione individualecome Forum o Blog, notizie riportate dai media o da vari siti Web. Inoltre, proprio in ri-ferimento ai siti, il sistema è in grado di seguire la notifica di un evento per tre link ol-tre al sito indicato dal gestore. In questo modo, si hanno ulteriori probabilità di cogliereinformazioni utili non solo dalle fonti già indicate in fase di programmazione, ma ancheda quelle che il sistema impara a riconoscere come tali. L’aggiornamento delle fonti,infine, può essere eseguito in ogni momento intervenendo sul programma e consen-tendo, così, il celere aggiornamento delle modalità di ricerca.

Tra le fonti individuate si è ritenuto dover inserire quelle che sono state definite comele “nuove fonti”. Per “nuovi fonti” si intendono modalità per il rilevamento di dati e in-formazioni significative alternative a quelle fino ad ora descritte e non ancora ufficial-mente riconosciute e utilizzate.Si è pensato, ad esempio, alla possibilità di posizionare all’interno di discoteche e/oluoghi di ritrovo per giovani, dei cosiddetti “disco-totem”. Si tratta di congegni multi-mediali che possono essere posizionati nei locali ed essere collegati ad un centro diriferimento (Figura 5). Da tale centro vengono inviate delle domande mirate alla rac-colta di informazioni non strutturate e dirette alle persone che si trovano nella disco-teca. La comunicazione tra le due parti avviene attraverso uno schermo sensibile altocco, secondo le caratteristiche dei “touch screen”, sensibili alla pressione che vieneesercitata sullo schermo dalle dita. Grazie a questo sistema di funzionamento, le ri-

Figura 4 - Fonti di informazione per IBM Omnifind Enterprise edition.

Nuove fonti: discototem e touch-screen

di reattività

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Una piattaforma enterprise strategica di ricerca e analisi del testo: descrizione di correlazioni

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sposte che il soggetto fornisce toccando lo schermo del totem giungono direttamenteal centro di elaborazione che le può, quindi, elaborare e processare al fine di renderlecomprensibili e gestibili come dato informativo.

Figura 5 - Esempi di totem multimediali.

Questa modalità così informale e destrutturata di raccolta di informazioni è pensataproprio per raccogliere notizie direttamente dai consumatori o, comunque, da personeche possono essere informate sui fatti e che, quindi, sono in grado di fornire indica-zioni sulla tipologia di sostanze che si trovano in circolo, sulle modalità di consumo,sulla qualità del prodotto. Infatti, se le domande sollevate dal totem fossero quesiti deltipo “Come è la qualità della “roba” sta sera?” o “Come ti senti dopo averla utilizzata?”,è possibile ottenere elementi preziosi ai fini del sistema di allerta direttamente dai con-sumatori, garantendone, comunque, l’anonimato.

La terza fase consiste nella rappresentazione dei risultati della ricerca in una forma leg-gibile e comprensibile che costituisca una sintesi dei risultati per aree di indagine. Inquesta sede, il motore di ricerca offerto dall’azienda IBM è in grado di presentare i ri-sultati secondo un certo ordine di significatività determinato dal gestore in fase di pro-grammazione. La rappresentazione deve avvenire attraverso la produzione di un re-port che indichi i fatti correlati al fenomeno secondo criteri predefiniti e con un cut-offsulla rilevanza della notizia per il fenomeno oggetto di interesse. In questo modo, saràpossibile vedere ai primi posti della lista le notizie maggiormente degne di attenzioneai fini di un sistema di allerta relative all’arco di tempo e allo spazio geografico definitodal responsabile del sistema in fase di progettazione. Le notizie, pertanto, possonoessere raccolte e, successivamente, riportate, ricoprendo un raggio spazio-tempo-rale più o meno ampio a seconda delle esigenze del gestore.Inoltre, come già indicato, la lista potrà essere differenziata a seconda dell’area di in-dagine. Ciò significa che sarà possibile vedere le notizie più interessanti per ogni areaindividuata. Questa operazione mette coloro che saranno deputati alla lettura dei risul-tati in grado di avere già nell’immediato una panoramica completa delle segnalazionie di interpretare le correlazioni di eventi sulla base di informazioni complete.

Sintesi per aree

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L’ultima fase, prevede la lettura dei risultati e la loro interpretazione da parte del comi-tato scientifico previsto per il sistema di allerta.L’interpretazione, eseguita da persone competenti ed esperte, metterà in luce se ef-fettivamente le informazioni che il motore di ricerca ha segnalato come correlate all’e-vento da evitare, in relazione alle varie aree di indagine, possono essere indicative del-l’avvicinarsi di una situazione di pericolo per la salute pubblica oppure se, al contrario,queste non hanno alcun tipo di legame tra loro e non rappresentano ragione di preoc-cupazione ai fini dell’allerta.

Si tratterebbe, quindi, di interpretare una descrizione di correlazioni presentate dal si-stema informatico ma, successivamente, lette e valutate dai membri del comitato tec-nico-scientifico. Così facendo, il motore di ricerca qui descritto rappresenterebbe unvalido strumento di appoggio per la fase di decision making.Inoltre, considerando che la lettura di un fenomeno e degli avvenimenti ad esso cor-relati, deve necessariamente essere la più completa possibile per avere un quadrochiaro e preciso di come esso si muova e si sviluppi, questo sistema informatico co-stituisce un utile supporto all’interpretazione dell’evento e, di conseguenza, alla com-pletezza e accuratezza del quadro di riferimento entro cui dispiegare eventuali azionidi risposta.

Rimane da sottolineare il fatto che tale prodotto informatico può rendere al meglio seutilizzato per il controllo e la gestione di database, quali possono essere quelli delleForze dell’Ordine o quelli dei laboratori per le analisi tossicologiche. Infatti, per quantopossibile e fattibile, l’impostazione delle procedure di sistema per il controllo e il mo-nitoraggio di ambienti così vari come quelli precedentemente proposti, potrebbe risul-tare particolarmente complessa poiché la definizione dei contenuti da ricercare in ogniambiente si rivela molto diversa a seconda dell’ambiente di riferimento.Al contrario, la gestione di ambienti omogenei e poco variabili, come i database, con-sentirebbe una maggior linearità dell’impostazione della ricerca di informazioni oltre chedei risultati, che risultano, quindi, più mirati e precisi di quelli che si potrebbero otte-nere, applicando questo sistema ai siti Internet in cui, ad esempio, la stessa sostanzapuò essere chiamata con innumerevoli nomi e dove la velocità con cui certi siti webvengono aperti, chiusi e modificati, potrebbe inficiare la bontà delle informazioni deri-vanti dalla ricerca ad opera di Omnifind.

Interpretazione del report

Utilità

Consigli

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ASPETTI ESECUTIVI

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Geo Drugs Alert: un software 1

per la gestione e la georeferenziazionedelle segnalazioni e delle allerte per i danni da droghe 2

Alla luce delle considerazioni fatte fino ad ora sulle modalità di funzionamento di un Si-stema di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe, e considerate le potenzia-lità informatiche che si rendono disponibili a supporto del Sistema, è stato realizzatoun software, denominato “Geo Drugs Alert”, che rispecchia i requisiti essenziali di unEWS. L’importante, infatti, era soddisfare quattro criteri nella realizzazione di questosoftware al fine di superare i problemi che fino ad ora hanno reso inefficaci i sistemi diallerta tutt’oggi esistenti in Italia, considerata la loro incapacità di prevedere, in tempoutile per attivare risposte precoci, la diffusione di sostanze particolarmente tossiche. Iquattro criteri da noi individuati erano 3:1. la tempestività nel cogliere precocemente il fenomeno e nell’attivare la risposta;2. la specificità relativamente alla bassa probabilità di falsi allarmi;3. la sensibilità di cogliere comunque eventi anche a bassa visibilità e di difficile e non

immediata lettura;4. l’efficacia relativamente alla capacità di prevenire o ridurre i danni alle persone o il

numero di persone intossicate).

Il software “Geo Drugs Alert”, oltre a soddisfare questi criteri, costituisce uno strumentoinnovativo nella gestione delle informazioni che possono impedire l’emergere o il dif-fondersi di intossicazioni acute diffusive, o a grappolo, sul territorio.

Il software è stato impostato anche per risolvere un altro grave problema che si è ri-velato dalle osservazioni dei sistemi nazionali che è la grande difficoltà di creare unnetworking efficace relativamente alla messa in rete di punti segnalanti (input al si-stema) e soprattutto delle unità operative delle organizzazioni in caso di allerta (outputdel sistema). A questo proposito, si è lavorato molto nel creare soluzioni tecnologicheavanzate che potessero assicurare, ancora una volta, l’applicazione dei criteri soprariportati. La Figura 1 riporta in sintesi il modello generale di funzionamento del sistema.

Introduzione: prima ditutto, tempestività

Giovanni SerpelloniClaudia RimondoDipartimento delle Dipendenze ULSS 20 VeronaProgramma Regionale sulle Dipendenze

Networking

1 Sistema ideato e progettato da G. Serpelloni in collaborazione con C. Rimondo. Sviluppo informaticoa cura di CIDITECH. Per informazioni: http://allerta.dronet.org, [email protected], [email protected].

2 La descrizione fatta in questo capitolo si riferisce alla versione di “Geo Drugs Alert” aggiornata al 21maggio 2007.

3 Vedi capitolo 7, Caratteristiche e criteri generali per la definizione degli Early Warning Systems.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Si tratta, in definitiva, di un software di ultima generazione che poggia su sistemi digeoreferenziazione delle segnalazioni in input collegati ad altri sistemi avanzati per lagestione delle segnalazioni di allerta in uscita (output). Ciò è possibile mediante formeintegrate di trasmissione contemporanea via e-mail, fax, sms che possono raggiun-gere qualsiasi tipo di struttura, anche quella meno attrezzata o che non dispone di unaconnessione Internet, e addirittura, la singola persona collocata sul territorio e colle-gata al programma con un semplice telefono cellulare.

Figura 1 - Modello generale di funzionamento del software “Geo Drugs Alert”.

Volendo descrivere nel dettaglio il funzionamento di “Geo Drugs Alert”, si vuole pre-mettere che il sistema informatico qui proposto è mirato all’osservazione di due am-bienti in particolare. Il primo ambiente è rappresentato dalla popolazione dei consu-matori che è possibile osservare tramite le strutture sanitarie, i laboratori di analisi, leorganizzazioni del privato sociale, le scuole, i media e i consumatori stessi.Il secondo ambiente è costituito dalle sostanze sequestrate, ovvero dalle sostanzeprotagoniste del traffico e dello spaccio illegale, smerciate lungo particolari vie di traf-fico e, quindi, vendute e/o consumate in particolari aree geografiche. L’ambiente dacui si possono ricavare informazioni utili a tracciare il quadro di questo ambiente èquello delle Forze dell’Ordine, attraverso le operazioni di sequestro e i contatti con glispacciatori.

Il software è preposto alla ricezione di informazioni (segnalazioni in input) provenientida: personale sanitario, laboratori scientifici, Forze dell’Ordine, organizzazioni del pri-vato sociale, scuole, media e i luoghi di intrattenimento, quindi da utenti esperti, pro-fessionali, ma anche da cittadini comuni. Le segnalazioni provenienti da queste fontipossono mostrare diversi gradi di specificità (ad esempio, alta specificità per i labora-tori, specificità più bassa per le discoteche). Tuttavia, si è considerato che è neces-sario disporre di informazioni il più tempestive possibile relativamente al fenomeno chesi osserva e, pertanto, ciò giustifica la ricezione di segnalazioni a basso grado di spe-

Ambienti e areesottoposte alla

sorveglianza

Unità segnalanti

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Geo Drugs Alert: un software per la gestione e la georeferenziazione delle segnalazioni e delle allerte per i danni da droghe

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cificità ed affidabilità. Come si vedrà in seguito, la valutazione di questo tipo di segna-lazione viene, comunque, soppesata in fase di processamento delle segnalazioni.È stato considerato che anche i consumatori di sostanze illecite, per quanto poco af-fidabili, possono essere fonte di informazioni utili per il Sistema di Allerta, e che, so-prattutto, costoro possono essere in grado di inviare quelle informazioni in modo ra-pido. Si è pensato, quindi, ad uno strumento che consentisse di rendere note le no-tizie in loro possesso e, allo stesso tempo, di mantenere un certo livello di riservatezzao anonimato, qualora la persona lo ritenesse opportuno.La caratteristica dell’anonimato viene estesa anche a coloro che, benché non neces-sariamente assuntori di sostanze, non desiderano rendere note le proprie generalitàma vogliono, ugualmente, collaborare e informare il Sistema.La gestione e il trattamento delle informazioni in input sono responsabilità di un Comi-tato Tecnico Scientifico composto da personale specializzato ed esperto nella valuta-zione e nel processamento delle segnalazioni che giungono tramite il software.

La sensibilità di Geo Drugs Alert si caratterizza per la capacità di cogliere informazioniattraverso diversi mezzi di comunicazione: tramite web, e-mail, fax, SMS. A secondadel mezzo che viene utilizzato per inviare delle segnalazioni si possono avere informa-zioni strutturate oppure informazioni definite “grezze”.La differenza tra le due tipologie di informazione risiede nel fatto che le prime, che ven-gono ricevute tramite web, giungono al Sistema in una forma standardizzata, attra-verso la compilazione di schede di segnalazione (vedi oltre) che consentono la rac-colta delle informazioni in maniera unificata e, quindi, facilmente consultabili, compa-rabili e valutabili.Le segnalazioni cosiddette “grezze”, invece, giungono al sistema attraverso fax, e-mail,SMS e non possiedono alcun grado di strutturazione trattandosi di brevi messaggi ditesto o di testo libero. Poiché per elaborare e valutare le segnalazioni il Sistema ne-cessita di informazioni standardizzate, le segnalazioni “grezze” devono essere proces-sate da un operatore addetto ed essere, quindi, tradotte in informazioni uniformate.Quando viene inviata una segnalazione tramite SMS o fax, il sistema risponde con unaltro SMS in cui si ringrazia per la segnalazione, si ricorda di inviare i riferimenti geo-grafici del caso segnalato e, infine, si richiede il consenso per contattare, eventual-mente, il mittente.Di seguito si propone la descrizione dettagliata di ciò che accade successivamentel’invio delle segnalazioni al sistema. La Figura 2 riassume i passaggi che verranno suc-cessivamente illustrati.

Segnalazioni grezze erisposte del sistema

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Per le segnalazioni in input, si è pensato anche di adottare degli strumenti ad alta tec-nologia e a basso costo che consentano di mettere in collegamento diretto le unitàmobili del network dell’EWS con il sistema informatico. È, infatti, sufficiente disporre diun palmare collegato al sistema per inviare una segnalazione. Questa, tramite satel-lite, giunge al sistema che, oltre a riconoscere la segnalazione, riconosce anche le co-ordinate spaziali del luogo da cui la segnalazione è pervenuta. Per tanto, al momentodella georeferenziazione e della rappresentazione su mappa delle segnalazioni, anchele segnalazioni giunte attraverso palmare possono essere geo-referenziate. Si ricorda,però, che la segnalazione inviata da palmare è di tipo “grezzo” e andrà quindi struttu-rata per poter essere processata dal Comitato Tecnico Scientifico.L’utilità di questo strumento high tech è visibile non solo nella georeferenziabilità delleinformazioni, ma anche nella diffusione che lo strumento in sé può avere. Infatti, trat-tandosi di palmari dal costo contenuto (circa 300 euro cadauno), molte unità mobiline possono essere dotate rendendo capillare la rete di monitoraggio sul territorio di ri-ferimento e, soprattutto, garantendo la massima tempestività delle segnalazioni chepossono avvenire, praticamente, nel momento stesso in cui il caso si manifesta. Inol-tre, la rapidità con cui le segnalazioni possono essere inviate contribuisce alla tempe-stività del sistema stesso e al suo corretto ed efficace funzionamento.

Figura 2 – Procedura per il processamento delle segnalazioni.

Strumento high techa basso costo:

palmare persegnalazioni delle

unità mobili

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Geo Drugs Alert: un software per la gestione e la georeferenziazione delle segnalazioni e delle allerte per i danni da droghe

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Come precedentemente evidenziato, il software funziona attraverso la rete Web ed èrintracciabile al sito http://www.ciditech.it/sapd/Login/Login.aspx.Nella pagina di apertura del sito (Figura 4), si trovano la presentazione del progetto Si-stema di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe e la descrizione della pro-cedura prevista per eseguire una segnalazione. Tali informazioni sono indirizzate a tuttigli utenti ed ai visitatori che possono, in questo modo, ricevere dei chiarimenti sul fun-zionamento del software e procedere, quindi, all’invio delle informazioni. Si tratta di“istruzione per l’uso” espresse in modo molto semplice per seguire e indirizzare, apasso a passo, gli utenti che accedono per la prima volta al sistema.Nella “Home page” a destra sono disponibili una serie di link utili agli utenti che frui-scono del Sistema di Allerta. A sinistra, si trovano tutte le azioni che il software con-sente di eseguire. Poiché non tutti gli utenti hanno il permesso di eseguire quelleazioni, facendo click su uno di quei tasti, il sistema chiede, automaticamente, di effet-tuare il login e, quindi, di essere riconosciuto.La barra in alto, infine, riporta i link degli enti promotori del progetto, il Ministero dellaSalute e il Ministero della Solidarietà Sociale, nonché i link ad istituzioni e organizza-zioni internazionali autorevoli in tema di droga.Il programma per l’invio di segnalazioni è disponibile anche nella versione inglese fa-cendo click sulla bandiera del Regno Unito posta in alto al centro del titolo della Homepage.

Figura 3 – Utilizzo del palmare tra le unità mobili di strada.

Home page

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Per eseguire il “log in” esistono tre possibilità di accesso (vedi Figura 5).La prima riguarda coloro che già sono registrati dal sistema e che, quindi, sono già inpossesso di un nome utente e di una password per effettuare l’accesso diretto allapagina delle segnalazioni. Basterà inserire il proprio nome utente e la propria passwordnei campi corrispondenti e fare click sul tasto “Log in”, o premere “Invio” sulla propriatastiera per accedere al sistema.

Figura 4 - Home page del software “Geo Drugs Alert”.

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Geo Drugs Alert: un software per la gestione e la georeferenziazione delle segnalazioni e delle allerte per i danni da droghe

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La seconda possibilità prevede che chi non è ancora registrato possa farlo facendoclick su “Registrati”. L’operazione apre automaticamente una scheda di registrazioneche deve essere compilata in tutti i suoi campi affinché la registrazione vada a buonfine (Figura 6). A tal proposito, i campi che necessariamente devono essere compilatiper diventare un utente registrato del sistema sono contrassegnati con un asterisco.Al termine della compilazione della scheda di registrazione, facendo click sul pulsante“Invia”, la scheda viene inoltrata all’amministratore che invierà uno “User ID” e una “Pas-sword” al nuovo utente tramite SMS ed e-mail, secondo i dati inseriti dall’utentestesso.

Figura 5 - Pagina di log in.

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La terza possibilità di accesso al Sistema e di invio di segnalazioni, riguarda coloro chedesiderano mantenere l’anonimato ma che, tuttavia, possono e desiderano fornire in-formazioni utili al Sistema di Allerta. Facendo click sul pulsante “Visitatore” si ha la pos-sibilità di accedere alla scheda di segnalazione evitando di eseguire il log in e acce-dendo ad una scheda di segnalazione apposita per la categoria “Visitatore”.

Dopo aver effettuato il log in, ogni utente si vede aprire una schermata in cui, al cen-tro, trova la spiegazione della procedura di compilazione della scheda. Sulla sinistrasi trovano dei tasti che corrispondono alle azioni che sono autorizzati a compiere:compilazione scheda di segnalazione, consultazione di informazioni tecnico-scientifi-che, visualizzazione del network del Sistema di Allerta. Facendo click su “Scheda disegnalazione”, ogni unità segnalante ha accesso alla scheda di segnalazione che glicompete. Dopo l’inserimento di “User ID” e “Password”, il programma è in grado di ri-conoscere l’utente e di indirizzarlo automaticamente alla scheda di segnalazione dipertinenza. Ogni scheda è strutturata in campi di compilazione diversi secondo la ti-pologia di unità segnalante. Gli operatori sanitari saranno tenuti a completare unascheda che richiede dati prettamente clinici, i laboratori di analisi avranno una schedarichiedente dati di tipo laboratoristico (Figura 7), le scuole, le organizzazioni del privatosociale, i media e le discoteche dovranno compilare una scheda di registrazione cherichiede dati meno specifici ma comunque necessari alla raccolta di informazioni sulconsumo di nuove droghe, sui nuovi pattern di consumo, sul traffico e lo spaccio disostanze.

Figura 6 - Scheda di registrazione di un nuovo utente.

Schede disegnalazione

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Per quanto riguarda le Forze dell’Ordine, esse hanno la possibilità di compilare due ti-pologie di schede: una relativa ad informazioni sui sequestri, l’altra relativa ad informa-zioni sul traffico delle sostanze. È possibile selezionare la tipologia di scheda da com-pilare e quindi procedere alla stesura della stessa.Le schede di segnalazione devono essere compilate nel modo più completo possi-bile. Ciò si spiega con la necessità di valutare qualsiasi informazione utile alla preven-zione della salute pubblica e alla riduzione delle intossicazioni acute. Per tanto, piut-tosto che non accettare una segnalazione perché manca qualche dato nella compi-lazione della scheda, ma ugualmente utile in termini informativi, si è preferito sceglieredi accettare anche schede di segnalazione non completamente compilate. Tuttavia,al fine di rendere più completa la rosa di informazioni sulla base delle quali devono es-sere prese importanti disposizioni quali, ad esempio, la scelta o meno dell’invio di unasegnalazione di allerta, si invitano le unità segnalanti a compilare le schede nel modopiù accurato possibile.Gli unici campi a compilazione obbligatoria sono quelli che riguardano il luogo in cuil’evento che si vuole segnalare è avvenuto. Ciò è necessario al fine di poter georefe-renziare le segnalazioni in input, come verrà di seguito dettagliatamente spiegato.

Per quanto riguarda l’accesso riservato ai membri del Comitato Tecnico, al momentodi inserire “User ID” e “Password”, il sistema riconosce questi utenti come gli ammini-stratori del sistema in possesso, quindi, dei “privilegi” previsti per gli amministratori disistema.Si tratta ora di descrivere come avviene il processo dell’allerta che può essere de-scritto nelle seguenti macro-fasi:1. Gestione delle segnalazioni in entrata2. Identificazione dei Quadri Sindromici Emergenti

Figura 7 – Scheda di segnalazione per i laboratori (su format dell’Osservatorio Europeodelle Droghe e delle Tossicodipendenze, OEDT).

La gestione ad operadell’amministratore

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3. Attivazione delle allerte4. Conclusione delle allerte

Le macro-fasi per la gestione delle segnalazioni e delle allerte vengono schematizzatein Figura 8.

Figura 8 – Macrofasi per la gestione delle segnalazioni e delle allerte.

Facendo click sul primo tasto in alto a sinistra, “Gestione delle segnalazioni”, si ac-cede all’elenco delle segnalazioni ricevute dal Sistema. Come precedentemente evi-denziato, le segnalazioni ricevute si dividono in due tipi: quelle ricevute tramite leschede di segnalazione (segnalazioni strutturate) e quelle ricevute senza la compila-zione di una scheda ma attraverso sms, fax o e-mail inviate al Sistema, cioè le infor-mazioni grezze. Il Comitato Tecnico Scientifico può decidere quale delle due tipologiedi segnalazione andare a gestire. Se si fa click su “Mostra segnalazioni grezze” si ac-cede all’elenco delle informazioni ricevute via sms, fax o e-mail (Figura 9). Per potertrasferire una segnalazione grezza all’elenco delle segnalazioni strutturate, è necessa-rio che l’operatore prenda visione della segnalazione grezza e la trasformi in struttu-rata facendo click su “Processa”. In questo modo il sistema rimanda alla home pageda cui sarà possibile, per l’operatore, accedere ad una scheda di registrazione e strut-turare le informazioni ricevute.

Gestione dellesegnalazioni

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Per accedere alle segnalazioni strutturate si deve fare click su “Mostra segnalazionistrutturate”. Le schede di segnalazione ricevute dal software vengono riportate in un“Elenco delle segnalazioni”. Le segnalazioni sono raccolte per Regioni di provenienzadelle segnalazioni. La casella corrispondente ad una Regione in cui sono presenti dellesegnalazioni evidenzia, insieme al nome della Regione, anche il numero di segnala-zioni presenti in quella Regione. Facendo click sul nome della Regione, appaiono lesigle delle province. Anche in questo caso, un numero nella casella indicherà quantesegnalazioni ci sono in una provincia. Oltre alla suddivisione per province, è stata pre-vista anche l’opzione “Tutte” che consente di vedere tutte insieme le segnalazioni pre-senti in una Regione, o anche in tutta Italia.Facendo click sul nome della Provincia, o sull’etichetta “Tutte”, o su “Italia”, le segna-lazioni vengono mostrate in un elenco in cui sono disposte per ordine cronologico edescritte per data e ora della segnalazione, per unità segnalante e per descrizione delcontenuto del caso segnalato (Figura 10). Al fine di vedere per esteso i dettagli dellasegnalazione, è sufficiente fare click sulla descrizione della segnalazione per accederealla scheda di segnalazione completa e vedere, quindi, tutti i dettagli della segnala-zione (Figura 11).

Figura 9 – Elenco delle informazioni grezze.

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Figura 10 – Elenco delle informazioni strutturate (possibilità di dettaglio per Regione eProvincia).

Figura 11 – Dettagli delle segnalazioni strutturate.

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L’elenco delle segnalazioni consente di iniziare a processare le segnalazioni attri-buendo loro uno score per determinare la rilevanza dell’informazione esaminata. Perattribuire uno score bisogna fare click sulla parola “Applica” in corrispondenza dellacolonna “Score”. Si apre una finestra in cui viene chiesto di attribuire un numero da 0a 10 per valutare la gravità del caso segnalato e l’accreditamento della fonte di infor-mazione, cioè la sua credibilità (0 = nessuna gravità/accreditamento, 10 = massimagravità/accreditamento).La gravità delle segnalazioni viene valutata seguendo le linee di indirizzo simil-triage:

• Codice rosso = priorità massima - score compreso tra 9 - 10- Evento molto critico, che può creare incombente pericolo di vita.

• Codice giallo = priorità intermedia - score compreso 7 - 8- Evento mediamente critico, che necessita di una valutazione urgente per evitare

o trattare la compromissione di una delle tre funzioni “vitali” (cognitiva – fisica – so-ciale) o per escludere una patologia importante.

• Codice verde = priorità bassa - score compreso 4 - 6- Evento poco critico, con urgenza (tempestività richiesta di intervento) rinviabile, nel

quale non vi è o non si prevede l’alterazione di una delle funzioni “vitali” (cognitiva– fisica – sociale)

• Codice bianco = non prioritario - score compreso 0 - 3- Evento non critico, il cui problema non ha carattere di urgenza. Molte di queste si-

tuazioni potrebbero essere risolte dalle strutture territoriali locali.

Il sistema calcola automaticamente la rilevanza assegnata, data dal prodotto del nu-mero dato alla gravità del caso per il numero attribuito all’accreditamento della fonte:rilevanza = gravità x accreditamento (Figura 12), utilizzando, quindi, un modello com-pensativo lineare.

Scoring

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Facendo clic sul tasto “Avanti”, l’esperto accede alla finestra del confronto del propriopunteggio con quello dei suoi colleghi membri del Comitato Tecnico. Qui, l’esperto hala possibilità di vedere il punteggio che i suoi colleghi hanno assegnato ed, eventual-mente, rivedere il proprio giudizio alla luce del parere degli altri (Figura 13). Ciò si giu-stifica con la necessità di creare un allineamento delle opinioni e, quindi, una sorta diunanimità sulla valutazione della segnalazione. L’esperto vede visualizzato il propriopunteggio e quello assegnato dagli altri membri del Comitato, sia per la gravità delcaso che per l’accreditamento della fonte, e può decidere se modificare il proprio pun-teggio. Al termine delle operazioni, il membro del Comitato Tecnico che sta dando ilproprio score deve fare click sul tasto “Confermo il mio score” e quindi può tornarealla pagina dell’elenco delle segnalazioni.

Figura 12 – Attribuzione del punteggio.

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Il tasto “Quadri Sindromici Emergenti” introduce un nuovo concetto caratterizzantequesto software. Il Quadro Sindromico Emergente (QSE) è l’insieme delle segnalazionirelative a segni e/o sintomi e/o condizioni e/o eventi che possono essere logicamenteassociate in un unico raggruppamento omogeneo, mai osservato prima, e che incre-menta nel tempo la sua presenza.Facendo click sul tasto “Quadri Sindromici Emergenti (QSE)” nella colonna grigia a si-nistra della pagina, si apre l’elenco dei QSE già creati.Per creare un nuovo Quadro Sindromico Emergente (QSE), bisogna fare click sul ta-sto “Nuovo quadro”, in basso a destra della tabella. Si apre una schermata simile aquella delle segnalazioni strutturate, in cui è possibile visualizzare le segnalazioni rice-vute dal sistema suddivise per Regioni e Provincie. Da questo elenco, l’amministra-tore può selezionare, attraverso lo strumento del flag, quelle segnalazioni che, a suogiudizio, possono essere considerate “trigger”, cioè quelle che lo inducono a pensareall’esigenza di creare un QSE.A questo punto, il sistema consente di vedere la sintesi delle segnalazioni selezionatein quanto “trigger” e l’amministratore ha davanti l’elenco delle segnalazioni sulla basedelle quali può creare un QSE. Si ricorda che le segnalazioni trigger vengono tenutein memoria dal sistema e verranno sempre distinte rispetto ad altre segnalazioni suc-cessive che possono essere inserite nel QSE in un secondo momento.

Figura 13 – Confronto dei giudizi.

Quadri SindromiciEmergenti:

segnalazioni trigger

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Ora, mantenendo visibile l’elenco delle segnalazioni trigger, è possibile compilare unascheda per la costruzione di un nuovo QSE. In questa scheda si richiede di indicarea quale gruppo di classificazione, cioè a quale categoria, si vuole che il QSE appar-tenga: sintomi di intossicazione, sostanze anomale, modalità di consumo, traffico, mo-dalità di spaccio, prezzi/offerte speciali, altro. Sarà sufficiente fare click sul gruppo diclassificazione desiderato per selezionare una categoria.Successivamente, viene richiesto come si vuole nominare il QSE che si sta creandoe qual è il nome del primo proponente del QSE (questo dato, però, viene già rilevatoautomaticamente dal sistema grazie all’identificazione dell’utente all’accesso). Viene,inoltre, riportata la data in cui il Quadro Sindromico Emergente (QSE) vene propostoe la data in cui, poi, il QSE viene approvato. Le due date, infatti, possono differire inquanto la prima, a cura dei membri del Comitato Tecnico, si riferisce al momento incui il QSE viene costruito, la seconda, a cura dell’amministratore, si riferisce al mo-mento in cui il QSE viene ufficializzato e pubblicato nel sistema. Pur esistendo la pos-sibilità di modificare un QSE anche dopo la sua approvazione, la distinzione tra crea-zione e approvazione si spiega con l’esigenza di avere un unico responsabile per lasua ufficializzazione. Mentre il processo per la creazione prevede l’interazione tra imembri del Comitato Tecnico Scientifico che possono comunicare tra di loro, ancheattraverso modalità di call conference, via Skype 4, l’azione dell’approvazione presup-pone che il processo di confronto sia già avvenuto e che l’amministratore del sistema,ascoltati gli altri membri, proceda alla pubblicazione ufficiale del QSE.Nell’area “Evidenze” vengono descritti gli elementi distintivi del QSE. Tale operazioneviene facilitata dallo scorrimento delle segnalazioni riportate nel riquadro “Segnalazionidell’ultima Regione visitata”, consentendo all’operatore, quindi, di avere sempre sot-t’occhio la situazione di riferimento.

Figura 14 – Selezione delle segnalazioni trigger per la creazione di un nuovo Quadro Sin-dromico Emergente.

4 Skype è un software proprietario freeware di messaggistica istantanea e VoIP. Esso unisce caratteri-stiche presenti nei client più comuni (chat, salvataggio delle conversazioni, trasferimento di file) ad un si-stema di telefonate basato su un network Peer-to-peer. Per ulteriori informazioni,http://www.skype.com/intl/it/welcomeback/

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Qualora si volessero aggiungere delle considerazioni relativamente la creazione delQSE, è stato previsto un spazio “Note” nella parte inferiore della schermata, in cui imembri del Comitato Tecnico addetti alla creazione del QSE possono aggiungerecommenti, opinioni, pareri.Al termine della costruzione di un QSE e sempre ai fini dell’allineamento delle opinioni,il sistema richiede ai membri del Comitato Tecnico di esprimere il proprio grado di con-divisione riguardo al QSE in questione. In particolare, il grado di condivisione deve es-sere espresso secondo due parametri: la congruità di inquadramento delle segnala-zioni nello specifico QSE e la necessità di attivazione del QSE in relazione alle possi-bili conseguenze negative. Per effettuare questa operazione, ciascun membro delComitato Tecnico deve inserire un numero tra 0 e 10 (0 = assenza di congruità/ne-cessità di attivazione del QSE specifico, 10 = massima congruità/necessità di attiva-zione del QSE specifico) nella colonna “Congruità” e “Necessità di attivazione”, in cor-rispondenza del proprio nominativo.Per confermare la propria valutazione, è sufficiente premere INVIO sulla propria tastiera.Il sistema calcolerà automaticamente il grado di condivisione medio espresso daimembri del Comitato Tecnico.

Figura 15 - Scheda per la creazione di un Quadro Sindromico Emergente.

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Al termine dell’assegnazione del grado di condivisione, i membri del Comitato Tecnicodevono valutare l’attivazione dell’allerta sulla base del Quadro Sindromico che hannocreato. Facendo click sul tasto “Valuta attivazione dell’allerta”, si accede ad una pa-gina in cui gli esperti possono dare il loro giudizio relativamente al livello di allerta cuiattribuire il QSE (attesa, attenzione, pre-allerta, allerta). Nel caso in cui il livello selezio-nato sia il più alto (allerta), l’esperto deve inserire anche un’indice di priorità compresotra 1 e 3, secondo le indicazioni sotto riportate:

• Allerta 1: quando vi è il rischio di disagio sociale (ad es. preoccupazioni, ansie, con-dizioni di allarme sociale)

• Allerta 2: quando vi è il rischio di lievi danni per la salute (ad es. disturbi temporaneinon letali)

• Allerta 3: quando vi è il rischio di gravi danni per la salute delle persone (ad es. mor-talità, invalidità)

Questa scheda verrà presa in considerazione dal “master” del sistema per inviare, inseguito, le segnalazioni di allerta.

Figura 16 – Criteri per la valutazione del grado di condivisione dei membri del ComitatoTecnico riguardo al Quadro Sindromico Emergente creato.

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Nell’elenco dei QSE, in cui vengono riportati tutti i QSE creati, l’ultima colonna è dedi-cata allo stato di allerta del QSE. Lo stato di allerta del QSE rappresenta una sorta dimonitoraggio della condizione del quadro, che evidenzia se quello stesso quadro è inattesa di essere valutato, oppure se ad esso è associata una qualche allerta e, in quelcaso, a quale livello di allerta. Tale dato viene ricavato dalla gestione delle segnalazionidi allerta, come verrà tra poco spiegato (Tabella 1).

Figura 17 - Attribuzione del giudizio dei membri del Comitato Tecnico per valutare l’atti-vazione dell’allerta.

Stato di allertadel QSE

Tabella 1 - Elenco dei Quadri Sindromici Emergenti creati.

01 20/05/08 Sintomi di Cocaeroin 90 Pre-allerta 3intossicazione

01 15/04/08 Prezzi/offerte Marieasy 50 Attesa 2speciali

Codice ID Data Gruppo di Nome Grado di Stato Indice di classificazione del QSE condivisione priorità

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Quando un QSE è stato creato e attivato, è possibile associare ad esso una serie disegnalazioni tra loro omogenee che, tra quelle poste nell’elenco delle segnalazioni,corrispondono al QSE in questione. L’operazione di associazione delle segnalazioninel QSE, eseguibile selezionando il QSE desiderato dal menù a tenda posto nella co-lonna “QSE” dell’elenco delle segnalazioni, dà vita al cluster, ovvero ad un agglome-rato di segnalazioni tra loro affini. Il sistema, quindi, è in grado, automaticamente, dicalcolare la frequenza con cui le segnalazioni si presentano all’interno del cluster. Pervedere graficamente riassunto il processo di clusterizzazione, si veda la Figura 18.

Operazionedi clustering e calcolo

della frequenza

Figura 18 – Processo di creazione di un Quadro Sindromico Emergente e clusterizzazionedelle segnalazioni.

Facendo clic sul pulsante “Mappe” posto a sinistra della pagina, si hanno tre possibi-lità di visualizzazione:• Visualizzazione delle segnalazioni attive• Visualizzazione del traffico delle sostanze• Visualizzazione delle de precedenti mappe contemporaneamente: il map-matching

La prima opzione, “Segnalazioni attive”, conduce ad una pagina in cui è possibile se-lezionare i criteri mostrare le segnalazioni attive. Scegliendo dal menù a tenda le se-gnalazioni di quale QSE e di quali unità segnalanti visualizzare, apparirà una rappre-sentazione georeferenziata delle segnalazioni ricevute poste su mappa geografica (Fi-gura 19).Ogni segnalazione, a seconda della provenienza, viene rappresentata con una spe-cifica icona ed è possibile visualizzare le caratteristiche della segnalazione facendoclick sull’icona stessa. Si apre una nuvola in cui vengono riportati i dettagli della se-gnalazione.Questa ricostruzione, aggiornata in tempo reale rispetto alle segnalazioni ricevute, con-sente di individuare gli epicentri di possibili intossicazioni, ovvero i punti di partenzadelle eventuali epidemie. Inoltre, eseguendo questa operazione è possibile osservare

Geo-referenziazionedei casi

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la presenza non solo degli epicentri primari ma anche di quelli secondari. Gli epicen-tri secondari possono essere quei punti in cui la sostanza è stata rivenduta e potreb-bero, quindi, rappresentare le zone in cui ulteriori casi di intossicazione si potrebberoverificare.Si ricorda che le segnalazioni che vengono rappresentate su mappa sono tutte infor-mazioni strutturate, ovvero inserite nel sistema attraverso la compilazione delle schededi segnalazione che standardizzano i dati di input.

Figura 19 - Pagina della georeferenziazione delle segnalazioni di input.

L’opzione “Traffico sostanze”, porta alla rappresentazione geografica delle vie di traf-fico e distribuzione in Italia. In particolare, vengono indicati i punti di traffico principale,cioè dove arriva e dove viene smistata la droga, le vie e le direzioni di transito, e, in-fine, i punti di spaccio finale per il consumo (Figura 20). Questo tipo di informazioneviene fornito dalle Forze dell’Ordine attraverso database periodicamente aggiornati.

Geo-referenziazionedel traffico

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A questo punto, il sistema è in grado di eseguire l’operazione di map-matching, ov-vero di eseguire un confronto mediante sovrapposizione della mappa degli epicentriprimari e secondari con la mappa delle vie di traffico e distribuzione. Ciò consente diindividuare le zone a più immediato rischio per la diffusione delle sostanze anomale.Di fronte al map matching, gli esperti possono decidere quali aree allertare in via prio-ritaria e quali, invece, avvisare in un secondo momento o, eventualmente, quali nonallertare affatto (Figura 21).

Figura 20 - Pagina della georeferenziazione delle vie di traffico delle sostanze illecite.

Map-matching

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Dopo aver esaminato vari programmi di georeferenziazione, si è ritenuto opportunoadottare il programma Google Maps, un servizio di Google che fornisce una semplicequanto potente tecnologia di mappatura, insieme ad informazioni su strutture locali,tra cui indirizzi, dati di contatto e indicazioni stradali. Vengono messe a disposizioneda Google mappe molto dettagliate, nella versione “stradario” o “immagine da satel-lite”, oltre ad esistere la possibilità di vedere le due mappe sovrapposte, cui si aggiun-gono le funzioni di zoom (manuale e con doppio clic del tasto sinistro del mouse) epanoramica. In tal modo è possibile giungere a delle immagini e a delle indicazioni stra-dali particolarmente dettagliate. Tutte le mappe sono trascinabili sullo schermo delcomputer rendendo agevole la gestione e lo spostamento delle stesse. I dati utilizzatidal programma sono aggiornati all’anno precedente rispetto al momento dell’utilizzo evengono, comunque, periodicamente aggiornati.

Al fine di riassumere la procedura per la gestione e la georeferenziazione delle segna-lazioni in input, si veda la Figura 22. Le segnalazioni raccolte da “Geo Drugs Alert” ven-gono visualizzate in un elenco cronologico e georeferenziato. I membri del ComitatoTecnico Scientifico attribuiscono alle segnalazioni un punteggio. Se il numero di se-gnalazioni simili è significativo, viene creato un Quadro Sindromico Emergente, cuivengono associate segnalazioni tra loro omogenee, secondo il processo di clustering(inserimento delle segnalazioni nel QSE). Il software calcola automaticamente la fre-quenza delle segnalazioni clusterizzate. I membri del Comitato Tecnico Scientifico pos-sono vedere visualizzate su mappa le segnalazioni strutturate pervenute al programma(georeferenziazione delle segnalazioni) e confrontarle con la mappa delle vie di trafficoe spaccio delle sostanze illecite. Dopo aver valutato le segnalazioni e aver individuatol’area geografica a rischio di intossicazione, il Comitato Tecnico Scientifico può deci-dere di inviare una segnalazione di allerta.

Figura 21 – Pagina del map-matching.

Programmi di geo-referenziazione

Riassunto

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Nella pagina dell’elenco delle segnalazioni è possibile vedere le segnalazioni raggrup-pate per Quadro Sindromico Emergente (QSE), facendo click sul tasto “Mostra se-gnalazioni raggruppate per QSE”. La tabella che si presenta consente agli operatori divedere come sono state elaborate le segnalazioni e permette, quindi, ai membri delComitato Tecnico Scientifico di decidere se lanciare un segnale di allerta al network dioutput oppure no. Infatti, oltre al periodo di creazione e al nome del QSE, la tabella ri-porta anche il gruppo di classificazione cui il QSE appartiene e il numero di segnala-zioni associate a quel QSE. Con questa tabella riassuntiva è possibile decidere se in-viare un avviso di allerta. Qualora se ne crei la necessità, basta fare click sul tasto “At-tiva allerte” nella colonna di sinistra.

Prima di procedere alla segnalazione dell’allerta al network dell’EWS, il Comitato Tec-nico incaricato del lancio della segnalazione, ha ben chiaro il peso che un segnale diallerta può rappresentare. Infatti, secondo l’art. 658 del Codice Penale, Procurato al-larme presso l’Autorità, “chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti,suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblicoservizio è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516”.Inoltre, false allerte possono creare una sensibilizzazione del sistema che, a lungo an-dare, non risponderà più alle vere allerte.Tutto ciò giustifica l’importanza del processo di valutazione delle segnalazioni sulla cuibase, inoltre, viene stabilito quale livello di gravità attribuire alla segnalazione di allertain corso. Come stabilito in fase di analisi del sistema, i livelli di allerta sono 3:

• I livello: attenzione - Coinvolgimento della comunità scientifica per un maggiore stu-dio sul fenomeno e una conseguente attivazione della rete informativa per la rac-colta di maggior informazioni.

Figura 22 – Procedura per il processamento delle segnalazioni.

QSE, frequenzeed allerte

Allerta

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• II livello: pre-allerta - Avviso alle strutture competenti che hanno la responsabilità diintervento: prefetture, comuni, ospedali, reparti, servizi di emergenza, servizi territo-riali, Forze dell’Ordine, pompieri, volontariato, ecc.. affinché, oltre a ricevere l’infor-mazione di pre-allerta si tengano pronte ad implementare le procedure di rispostaindicate dal sistema nel caso, eventualmente, il pre-allarme si trasformi in allarme.

• III livello: allerta - Azione coordinata tra le strutture competenti, secondo modalitàpreconcordate e indicate dagli enti coinvolti nel sistema.

Se l’allerta è di terzo livello, si andrà a distinguere anche quale indice di priorità attri-buirle, secondo la distinzione precedentemente illustrata (1 = quando vi è il rischio didisagio sociale, 2 = quando vi è il rischio di lievi danni per la salute, 3 = quando vi è ilrischio di gravi danni per la salute delle persone).

Facendo click sul tasto “Attiva allerte”, si accede all’elenco dei QSE creati. Selezio-nando il QSE per cui si vuole lanciare l’allerta, appare la già citata schermata in cui gliesperti possono esprimere i propri giudizi sul livello e sul grado dell’allerta. Tale scher-mata, che deve riportare i giudizi di tutti gli esperti, viene, quindi, visualizzata dal ma-ster del sistema, cioè da colui che ufficializza l’invio della segnalazione di allerta.Qualora il master, tenuto conto dei giudizi espressi, proceda con la segnalazione diallerta, facendo click sul tasto “Attiva allerte” accede alla scheda per l’invio delle al-lerte.

Valutata la gravità dell’allerta, dal menù a tenda della scheda di segnalazione di allertaè possibile selezionare il livello di allerta che si desidera comunicare (attenzione, pre-allerta, allerta). Il sistema riporta automaticamente la data e l’ora in cui si decide di in-viare l’allerta e il nome del QSE cui la segnalazione è associata. Nel campo“Rischio/pericolo individuato” si potranno scrivere per esteso quelle informazioni cheriguardano l’allerta nel dettaglio e nel campo “Note” si possono aggiungere pareri o in-dicazioni per affrontare la situazione (Figura 23). Per selezionare i destinatari dell’al-lerta, è possibile fare click sul tasto “Seleziona destinatari” posto in basso a sinistra.

Attivazionedell’allerta

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La selezione dei destinatari dell’allerta, cioè quelli che chiamiamo anche il network dioutput, avviene scegliendo diversi livelli di diffusione dell’allerta. Si può infatti deciderese lanciare l’allerta a livello nazionale, a livello regionale o provinciale, o di selezionarepiù Regioni o più provincie.Dopo aver selezionato il livello di diffusione dell’allerta, è possibile filtrare i destinatariper categoria di appartenenza delle unità segnalanti e confermare, anche le singoleunità operative. Tutti i destinatari sono, di default, considerati destinatari dell’allerta,come indica la colonna “Alert”, a meno che l’amministratore non decida il contrario.Per non includere un destinatario nell’elenco basta fare click sulla colonna “Alert” e se-lezionare “No” dal menù a tenda.A questo punto, creato, l’indirizzario, è sufficiente fare click sul tasto “Invia l’allerta” perfar partire l’avviso di allerta finalmente possibile inviare la segnalazione di allerta. Perinviare la segnalazione al Punto Focale Nazionale, è sufficiente fare click sulla catego-ria Istituzioni. Il Punto Focale è considerato destinatario privilegiato e viene visualizzatoper primo nella tabella. La procedura per la selezione dei destinatari dell’allerta è vi-sualizzata in Figura 24.

Figura 23 – Modulo di attivazione della procedura di allerta.

Selezione deidestinatari e

Punto Focale

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La segnalazione di allerta viene inviata attraverso tre canali: e-mail, fax, SMS.Il contenuto della mail e del fax riporta la descrizione dell’evento/degli eventi per cui siè deciso di lanciare l’allerta, il livello di allerta cui la segnalazione corrisponde, la de-scrizione del rischio/del pericolo che incombe ed eventuali informazioni aggiuntive.Viene evidenziato anche un invito a trasmettere al sistema mittente delle segnalazionidi feedback.Il breve testo dell’SMS riporta una breve descrizione dell’evento per cui è stata datal’allerta e riporta i contatti di chi poter avvisare o chiamare per inviare altre segnalazionio per chiedere informazioni.Il destinatario della segnalazione deve sempre re-inviare un messaggio di “ricevuta al-lerta”. Infatti, al fine di evitare mancate segnalazioni per problemi tecnici di trasmissionenon immediatamente riconoscibili, il sistema continua a lanciare segnalazioni fino ache non abbia ottenuto un feedback di ritorno in cui si accerti l’avvenuta ricezione del-l’allerta. Tale feedback può avvenire tramite e-mail, fax o SMS ai numeri indicati nel te-sto della segnalazione. Dopo la terza segnalazione senza feedback (dopo 24 ore) il si-stema segnala il guasto all’amministratore.

Quando il Comitato Tecnico ritiene opportuno far cessare l’allerta, invia un messaggio alleunità per avvisarle del rientro dell’allarme. Per fare ciò, e sufficiente fare click sul tasto “Ter-mina allerta” a sinistra della pagina. Nel fare ciò, il software consente al Comitato Tecnicodi visualizzare le allerte “aperte”, di selezionare quelle per cui si desidera porre un terminee quindi di farle terminare facendo click sul tasto “Termina allerta”. Poiché il sistema tienememoria dei destinatari dell’allerta, l’azione dell’invio della cessata allerta risulta più age-vole poiché l’invio del messaggio non necessita della selezione dei destinatari.Come per l’invio delle segnalazioni di allerta, anche per l’invio delle segnalazioni di ces-sata allerta, i membri del Comitato Tecnico devono esprimere il proprio giudizio sul de-stino dell’allerta. Viene utilizzata, quindi, la stessa procedura per l’invio delle allerte, conla creazione di una scheda di cessata allerta ad opera del master che ufficializza l’in-vio della cessata allerta.

Figura 24 – Procedura schematizzata per la selezione dei destinatari delle allerte.

Canali di invio

Cessata allerta

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Il sistema operativo prevede uno spazio in cui poter prendere visione delle unità ope-rative partecipanti al Sistema di Allerta sia come unità segnalanti, sia come destinataridegli avvisi di allerta. L’insieme di queste unità definisce il network del Sistema di Al-lerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe.Nella pagina relativa al network è possibile scegliere di visualizzare il network di inputo quello di output attraverso il menù a tenda posto in alto a destra.Viene inoltre richiesto se si desidera mostrare il network su mappa o su tabella inelenco.Nel primo caso tutti gli elementi del network di input o di output vengono rappresen-tati su una mappa. Ogni unità segnalante viene distinta con un’icona propria ed è pos-sibile visualizzare i dettagli descrittivi di tali unità facendo click sull’icona corrispon-dente. Si apre una nuvola in cui sono riportati il nome, l’indirizzo e i contatti dell’unitàin oggetto.Nel caso si decida di visualizzare il network su tabella, è possibile visualizzare l’elencoper Regione di appartenenza o per tipologia di unità con le stesse modalità con cui siselezionano i destinatari degli avvisi di allerta. Vengono quindi riportati il nome dell’u-nità, l’indirizzo e i relativi recapiti (Figura 25).

Il network

Figura 25 - Pagina del network di output mostrato su tabella e su mappa.

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Geo Drugs Alert: un software per la gestione e la georeferenziazione delle segnalazioni e delle allerte per i danni da droghe

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La pagina dei report consente di consultare il sistema relativamente alle segnalazioni,alle allerte inviate e terminate, ai Q.S.E. e ad altre informazioni inerenti al funzionamentodel sistema.

È stato previsto uno spazio per la pubblicazione di informazioni tecnico-scientificheche potrebbero essere di utilità a coloro che si trovano ad affrontare una segnalazionedi allerta e che potrebbero, quindi, necessitare, di un appoggio tecnico-scientifico. Leinformazioni vengono raccolte in un indice analitico da cui si può accedere all’informa-zione più estesa facendo click sulla parola chiave posta il elenco. Ogni notizia vienecorredata di opportuni riferimenti bibliografici e di adeguati link per eseguire, eventual-mente, ulteriori approfondimenti.

Si è ritenuto opportuno, infine, riservare uno spazio nel sistema in cui inserire i detta-gli di contatto delle persone che costituiscono il Comitato Tecnico. A fianco del loronome, viene indicata quale struttura essi rappresentano, il loro indirizzo postale ed elet-tronico, il loro numero di telefono.Fornire informazioni di questo tipo si spiega con la necessità di rendere raggiungibiliin maniera estremamente veloce i membri del Comitato Tecnico qualora la situazionelo richiedesse.

Il sistema operativo qui descritto soddisfa le caratteristiche essenziali di tempestività,specificità, sensibilità ed efficacia che necessariamente devono essere proprie di unsistema di allerta.Per quanto riguarda la prima caratteristica, il tempo trascorso tra la prima comparsa disintomatologia da intossicazione, o di segnalazioni di condizioni anomale, e il momentodi attivazione delle allerte e delle azioni di risposta, viene ridotto al minimo grazie alla ra-pidità con cui le segnalazioni di input giungono all’attenzione del sistema di allerta e allavelocità con cui il segnale di attivazione delle procedure di allerta giunge ai destinataripredefiniti. Anche il momento del processamento delle informazioni di input si mostrarapido grazie alla possibilità di interazione immediata che i membri del Comitato Tecnicopossiedono nel valutare in modo congiunto la rilevanza delle segnalazioni in entrata.Il criterio relativo alla capacità che il sistema deve avere di dare informazioni veritierevalidamente rappresentative del fenomeno, ovvero il criterio della specificità, questoviene soddisfatto nel momento in cui le segnalazioni in entrata vengono passate al va-glio di esperti che le ponderano e le valutano, decidendo quali e quante di queste co-stituiscono delle segnalazioni valide ai fini dell’attivazione delle allerte. Il momento del-l’allineamento del consenso tra i membri del Comitato Tecnico Scientifico ha proprioquesto scopo, ovvero, quello di dare la giusta rilevanza alle segnalazioni sulle quali ba-sare una segnalazione di allerta.La sensibilità del sistema risulta particolarmente spiccata se si considera la predispo-sizione ad accogliere anche informazioni da persone altre rispetto all’operatore sani-tario, all’ufficiale giudiziario o al tecnico di laboratorio. Ci si riferisce a quelle personeche, o perché consumatrici di sostanze o perché semplicemente informate sui fatti,si rendono disponibili a fornire informazioni utili ai fini del Sistema. L’accreditamento ela specificità di tali fonti, come sottolineato più volte in questo documento, potrannoessere indubbiamente bassi, ma la tempestività dell’informazione sarà alta, rendendorapidamente visibili questioni e/o casi che, attraverso altre fonti, potrebbero, invece,rimanere celati più a lungo.

Questo software rappresenta uno strumento altamente innovativo in grado di affron-tare la preoccupante questione della comparsa di nuove droghe e di nuove modalitàdi consumo, soprattutto tra la popolazione giovanile, così come indicato dalla Deci-

Report

Spazio informazionitecnico-scientifiche

Il Comitato TecnicoScientifico

Soddisfazione dellecaratteristiche

essenziali

Conclusioni:lesoluzioni stannonell’innovazione

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

164

sione 2005/387/GAI del Consiglio Europeo del 10 maggio 2005, e di contribuire,quindi, a ridurre i casi di intossicazioni acute che, nel peggiore dei casi, possono por-tare alla morte dei soggetti consumatori.La sostanziale novità di questo software risiede in due aspetti: nei mezzi di comunica-zione che esso utilizza per ricevere le segnalazioni e per inviare gli avvisi di allerta, enella capacità di georeferenziare le segnalazioni in input.Nel primo caso, si è visto come sia possibile interagire con il Sistema da qualsiasiluogo attraverso il web, il fax, l’e-mail, l’SMS e anche il palmare, di cui possono es-sere dotate le unità mobili di strada. Questa plurima disponibilità di mezzi con cui ilsoftware può essere interfacciato rende possibile l’acquisizione di informazioni da qual-siasi tipo di unità segnalante, sia il laboratorio dotato di moderne tecnologie, sia lastruttura in cui non è presente una connessione Internet. Analogamente, la ricezionedelle segnalazioni di allerta presso tutte le unità operative viene garantita proprio dalladisponibilità di mezzi di comunicazione di cui il software dispone, consentendo, addi-rittura, di raggiungere la singola persona via SMS.Il secondo elemento di straordinaria innovazione è la georeferenziazione delle segna-lazioni in input che fornisce il grande vantaggio di individuare come nasce e si espandeun fenomeno (quale può essere un’intossicazione o lo smercio di una nuova sostanza)indicandolo su mappa. L’incrocio delle mappe delle segnalazioni con le mappe dellevie di traffico e spaccio delle sostanze illecite, fornite dalle Forze dell’Ordine e periodi-camente aggiornate alla luce delle indagini condotte, consente di individuare le areea più alto rischio di intossicazione e, pertanto, di procedere con segnalazioni di allertaindirizzate ad aree geografiche e unità operative mirate.Si ricorda, infine, che questo software troverà applicazione a livello nazionale e verràfornito gratuitamente a tutte le Regioni italiane che lo richiederanno al fine di creare unnetwork operativo il più capillare possibile e rendere, quindi, davvero efficace il Sistemadi Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe in Italia.

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165

Un programma per la gestione dellesegnalazioni di input e output: lamessaggistica unificata di Columbus Mail

Per la gestione delle segnalazioni di input e di output del sistema operativo del Sistemadi Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe, si può prendere in considerazioneun prodotto informatico già adottato in ambito aziendale, le cui caratteristiche di ge-stione dell’informazione possono essere compatibili e adattabili alle esigenze del si-stema operativo.Columbus Mail, prodotto da Columbus S.r.l. (gruppo CON.NEXÒ) è un sistema di“Unified Messaging” specializzato per la gestione integrata di tutta la messaggisticaaziendale. Permette la concentrazione di tutti i media di trasmissione aziendali (E-mail,Fax, Telex, Telegrammi, SMS, Voice Mail, Posta Ibrida ecc…) affinché l’utente li possautilizzare tramite un’unica interfaccia applicativa: ad esempio, il programma di postaelettronica normalmente utilizzato nella propria stazione di lavoro.Il sistema è basato sulla filosofia della messaggistica unificata, la quale consente difornire l’accesso ai messaggi in qualsiasi momento e da qualunque ubicazione: oltreche tramite il proprio applicativo di posta, anche mediante telefono fisso, mobile, faxed altri dispositivi di comunicazione. Il sistema Columbus Mail è stato realizzato perdare agli utenti aziendali un unico contenitore (secondo il concetto di “casella postaleuniversale”) dove trovare tutti i messaggi personali ed offrire loro la possibilità di sce-gliere lo strumento preferito per comunicare.

Le caratteristiche principali del sistema possono essere così sintetizzate:• La gestione della messaggistica risulta unificata, mediante l’utilizzo di fax, internet e-

mail, posta interna, telex, telegrammi, sms, posta ibrida (p.e.i.e.) voce e comunica-zioni interpersonali.

• Il sistema si basa sul proprio server di posta elettronica incorporato (SMTP/POP3),fruibile tramite le applicazioni di posta elettronica più diffuse (Outlook, Eudora, Net-scape, ecc…) con possibilità di interconnessione a sistemi di posta preesistenti,quali, ad esempio, Microsoft Exchange, Lotus Domino, Sendmail, MDaemon, ecc…

• I messaggi pervenuti al sistema provenienti dagli utenti ed inviati in base ad alcunisemplici formalismi di destinazione, vengono trasmessi tramite i sistemi trasmissivisupportati. È possibile inoltre la gestione della ricezione anche con l’applicazionedell’inoltro automatico (routing) in base a specifiche regole pre-configurabili.

• Columbus Mail consente, inoltre, di poter essere alimentato e alimentare a sua voltaprocedure esterne pre-esistenti oppure verticalizzate e adattate su progetto.

L’architettura del sistema permette il trattamento e la gestione delle seguenti tipologiedi messaggi:• E-mail• Fax (Analogico, ISDN, Fax-over-IP)• SMS (brevi messaggi GSM Short Message System)• Telex (tramite il servizio Teltex delle PT italiane)

Un prodotto per lagestione unificatadelle informazioni

Caratteristicheprincipali

Tipologie di messaggitrattati

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

166

• Telegrammi (tramite il servizio Teltex delle PT italiane)• Posta Ibrida (P.E.I.E. – tramite la società di servizi Datanet)• Comunicazioni Vocali (tramite IVR proprietario integrato)

Figura 1 - Gestione unificata delle segnalazioni di input e output attraverso la concentra-zione di tutti i media di trasmissione aziendali.

Ciò che permette di pensare al sistema Columbus Mail come valido supporto per il si-stema operativo dell’Early Warning System, può essere riassunto come segue:• Facilità di uso e manutenzione

- Il sistema non necessita di complessi corsi di formazione per i propri utenti, inquanto l’applicazione front-end è basata sul programma di posta elettronica del-l’utente; per questa ragione, al cliente non è richiesta la presenza di personale tec-nico specializzato.

• Scalabilità ed interoperabilità- Il sistema è perfettamente “scalabile” ed espandibile senza la necessità di dover

apportare generalmente sensibili modifiche all’architettura installata. La gestionedelle componenti di sistema in forma “modulare”, ovvero, in moduli di program-mazione indipendenti, a seconda dell’esigenza che l’utente mostra al momentodella configurazione, permette successive implementazioni ed espansioni relativea servizi, utenti aggiuntivi e dispositivi di trasmissione in modo semplificato.

• Indipendenza e portabilità- Il sistema, basato per la propria interconnessione sullo standard dei servizi

TCP/IP 1, garantisce l’indipendenza dalle piattaforme in cui è installato. Tale carat-

Caratteristichedell’architettura del

sistema

1 TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol) è una suite di protocolli standard del settoreprogettata per reti di grandi dimensioni costituite da segmenti connessi tramite router. TCP/IP è il protocolloutilizzato in Internet, dove sono raccolte migliaia di reti dislocate in tutto il mondo che connettono strutturedi ricerca, università, biblioteche, enti governativi, società private e singoli utenti. Per ulteriori informazioni,si veda Microsoft TechNet, Nozioni fondamentali sul protocollo TCP/IP per Microsoft Windows – Panora-mica, Microsoft, novembre 2004.

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Un programma per la gestione delle segnalazioni di input e output

167

teristica consente di essere collocato in strutture miste, ove, ad esempio, sonopresenti sistemi operativi di rete diversi oppure sistemi operativi di tipo disomoge-neo utilizzati nelle stazioni degli utenti (es. Windows, MAC, Unix, Linux, ecc.).Eventuali variazioni successive dell’architettura dei sistemi informativi in cui il si-stema risulta già installato, sono tipicamente trasparenti.

• Sicurezza- L’interconnessione interna alla propria rete, consente un alto livello di sicurezza.

Infatti, contrariamente ad altri sistemi basati sulla filosofia client-server, non è ne-cessario prevedere condivisioni di risorse (es. directories) che potrebbero risultare“punti di minaccia” nella sicurezza del sistema.

Nelle realtà in cui è preesistente un sistema di posta elettronica o un sistema di tipogroupware come Microsoft Exchange, il sistema Columbus Mail funge da “communi-cation server”. Ciò significa che gli utenti possono rimanere attestati direttamente alsistema preesistente, il quale trasferisce la messaggistica al sistema Columbus Mailtramite il protocollo SMTP, il protocollo standard per la trasmissione via internet dellee-mail.In seguito ad una opportuna configurazione predisposta nel sistema preesistente, laposta inoltrata dal Mail Transfer Agent di tale sistema, ovvero il programma che trasfe-risce le mail elettroniche da un computer all’altro, viene trasferita ad un dominio con-venzionale concordato (nella fattispecie, “columbus.mail”) acquisito dal server Colum-bus Mail tramite il proprio servizio SMTP.A livello operativo, nel sistema Columbus Mail viene opportunamente configurato edattivato il modulo MTAgent (SMTP) e quest’ultimo si occupa di:• inoltrare ai relativi indirizzi dei mittenti i report di acquisizione/trasmissione dei mes-

saggi gestiti da Columbus Mail. Tali indirizzi vengono considerati in base al campo“From:” presente in ciascun messaggio di posta proveniente dall’MTA del sistemagroupware.

• inoltrare i messaggi ricevuti agli utenti (routing automatico) in base alla configurazionedelle regole pre-configurate nel sistema Columbus Mail.

Trasferimento deimessaggi

Figura 2 - Modulistica del software Columbus.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Il “dispatcher”, o “instradatore” è il fulcro del sistema Columbus Mail e provvede a:• analizzare ed instradare opportunamente i messaggi prodotti dagli utenti ricevuti tra-

mite SMTP, rendendoli disponibili alle applicazioni che gestiscono le interfacce di co-municazione in base all’applicazione delle regole stabilite per ciascun profilo utente.

• produrre gli opportuni report relativi all’acquisizione e alla trasmissione del traffico darendere disponibili a ciascun utente (in base a specifica configurazione).

• produrre i giornali di ricetrasmissione del traffico da rendere disponibili a ciascunutente (in base ad una specifica configurazione).

• inoltrare agli utenti il traffico in ricezione, in base a particolari discriminanti (routingautomatico).

• attivare le operazioni di “archiviazione automatica” e “stampa automatica” del trafficoin base a specifiche e dettagliate configurazioni.

Il sistema Columbus Mail prevede la possibilità di configurare in modo dettagliato e di-versificato l’eventuale archiviazione automatica del traffico. La messaggistica può es-sere archiviata localmente nella stazione eletta a server Columbus Mail oppure in unqualsiasi terminale collegato in rete che possieda una partizione Microsoft Windows(es. File Server aziendale).Relativamente all’archiviazione, sono da notare le seguenti caratteristiche:• Ciascuna copia originale dei messaggi in formato posta elettronica viene inserita in

specifiche directories, garantendo in ogni caso l’integrità massima di ciascuna trans-azione.

• I dati di ciascuna transazione vengono inseriti in opportuni database che, tramite ilservizio HTTP, potranno essere visualizzati in modo semplice ed ordinato tramitequalsiasi browser web.

• È possibile eleggere specifici utenti supervisori, i quali potranno consultare, oltre alproprio traffico, anche il traffico di altri utenti in base a specifica configurazione delsistema. Qualora si adottasse Columbus Mail come supporto al Sistema di AllertaPrecoce e Risposta Rapida, è verosimile pensare di attribuire questo ruolo ai mem-bri del Comitato Tecnico.

• È possibile configurare il sistema perché archivi in modo diversificato per ciascunatipologia di traffico: i messaggi completi e/o gli eventuali allegati e/o i dati delle trans-azioni. Ciò è stato ideato al fine di ottimizzare lo spazio fisico utilizzato dagli archivi.

Il sistema Columbus Mail prevede la fruibilità del servizio HTTP per la consultazionetramite browser web del traffico ricetrasmesso archiviato ed altre funzioni:• è possibile eleggere specifici utenti “supervisori” i quali potranno consultare, oltre al

proprio traffico, anche il traffico di altri utenti in base a specifica configurazione delsistema.

• è disponibile un efficiente motore di ricerca parametrico che consente il veloce re-perimento dei messaggi archiviati.

Per la produzione dei messaggi da trasmettere tramite i media fax, telex, telegrammi,sms e posta ibrida (in base all’abilitazione prestabilita), è sufficiente che l’utente pre-disponga un messaggio di posta elettronica rispettando un semplice formalismo rela-tivamente all’indirizzamento di destinazione. Dalla propria applicazione di posta elet-tronica comunemente utilizzata, è necessario applicare il seguente formalismo di indi-rizzamento: nel campo di destinazione del messaggio di posta elettronica (‘A:’ e/o ‘Cc:’e/o ‘Ccn:’) occorre digitare uno o più indirizzi del tipo: [email protected] dove:• destinazione: è il recapito reale di destinazione del messaggio, ovvero il numero fax

in caso di invio fax, telex in caso di telex, gsm in caso di sms, ecc..

Dispatcher(instradatore)

Archiviazioneautomatica

centralizzata

Interfaccia web-based di accesso agli

archivi

Come trasmettere imessaggi

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Un programma per la gestione delle segnalazioni di input e output

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• media: occorre digitare il suffisso prestabilito quale tipologia di media di telecomu-nicazione da utilizzare, relativamente al recapito inserito quale destinazione, basan-dosi sulla seguente tabella:

Figura 3 - Esempio di formalismo di invio di posta elettronica a diverse tipologie di desti-natari.

Fax Invio messaggio tramite FAX

Sms Invio messaggio SMS a cellulari GSM

Tlx Invio messaggio tramite TELETEX/TELTEX PPTT

Tlg Invio TELEGRAMMA tramite servizio Telex/Teltex delle PPTT

Pib Invio documento in modalità POSTA IBRIDA

SUFFISSO MEDIA DI TELECOMUNICAZIONE EQUIVALENTE

• columbus.mail: è il nome tipico del dominio virtuale attribuito al sistema. In fase diconfigurazione del sistema potrebbe essere modificato/personalizzato; occorre,quindi, utilizzare il nome del dominio comunicato dal proprio amministratore del si-stema.

Esempi di formalismi di invio:

[email protected](invio messaggio ad un fax con recapito: 06123456789)

[email protected](invio messaggio SMS al cellulare GSM: 333123456)

[email protected](invio messaggio TELEX al destinatario: 610011)

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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I messaggi in ricezione giungono agli utenti attestati al sistema come comuni messaggidi posta elettronica con relativi allegati in base:• alle regole di routing automatico predisposte• allo smistamento di tipo manuale effettuato dal/i particolare/i utente/i competente/i

per la gestione di tale messaggistica.

Figura 4 - Columbus è dotato di un sistema SMS che permette di ricevere e spedire mes-saggi secondo lo standard GSM.

La ricezione deimessaggi

In base alla configurazione di ciascun profilo utente, è possibile ottenere dal sistemadeterminati report riguardanti il trattamento dei messaggi spediti. Esistono, quindi, di-versi tipi di report:• report di acquisizione:

- Vengono fornite informazioni all’utente relativamente alla fase di acquisizione delmessaggio in trasmissione da parte del sistema. In questo modo il Sistema di Al-lerta può sempre spedire un messaggio di “ricevuta segnalazione” al mittente cheha inviato una segnalazione.

Reportistica delletransazioni

Figura 5 - Report di avvenuta acquisizione di un messaggio.

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Un programma per la gestione delle segnalazioni di input e output

171

• report di trasmissione:- Vengono fornite informazioni all’utente da parte del sistema relativamente alla fase

di trasmissione a destinazione del messaggio, con relativi parametri pertinenti. Nelcaso di mancata trasmissione, vengono fornite relative motivazioni o errori riscon-trati. Il Sistema di Allerta può avvalersi di questa funzione per avere la garanzia chei destinatari delle eventuali segnalazioni di allerta abbiano effettivamente ricevutoil messaggio inviato dal sistema ed, eventualmente, individuare immediatamentechi non ha ricevuto la segnalazione e per quale motivo, ovvero, a causa di qualeerrore.

• giornale cumulativo di rice-trasmissione:- Report cumulativo in forma tabellare relativo ai messaggi in ricetrasmissione di per-

tinenza dell’utente. In questa sede sono presenti i dettagli di trattamento di cia-scun messaggio: status (trasmesso, ricevuto, inibito), data/ora, linea, durata, er-rore, ecc. Questo report può consentire all’amministratore del Sistema di Allertadi tenere una memoria completa delle caratteristiche dei messaggi inviati.

Figura 6 - Giornale cumulativo di rice-trasmissione.

È prevista la possibilità che gli utenti possano utilizzare i servizi di comunicazione delsistema Columbus Mail ed avere comunicazioni relative a messaggi ricevuti di lorocompetenza anche quando non sono fisicamente attestati al sistema tramite la postaelettronica locale, ovvero, quando dispongano, ad esempio, di:• cellulare GSM• account si posta elettronica Internet “privato”• apparato fax

Tale modalità esclusiva consente all’utente di poter, tramite un comune cellulare GSM,fruire dei seguenti servizi:• invio fax con il proprio logo e firma aziendali.• invio e-mail Internet con il proprio account di posta aziendale.• invio telex tramite i servizi PPTT Teltex.

Opzione follow-me

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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• invio posta interna agli utenti eventualmente attestati direttamente tramiteSMTP/POP3 di Columbus Mail.

• ricevere notifiche relative alla ricezione della messaggistica di propria competenza.

Grazie a questa funzionalità, i membri del Comitato Tecnico hanno la possibilità di es-sere avvisati tempestivamente relativamente a nuove segnalazioni in arrivo e possonocomunicare tra loro e con gli altri utenti del sistema in maniera immediata.

È disponibile, inoltre, uno strumento opzionale basato su un’interfaccia di tipo Web,per la consultazione di statistiche e trend (anche con rappresentazione grafica) rela-tivi alla quantità di traffico in ricetrasmissione degli utenti Columbus Mail, disponibiletramite accesso al portale web standard di Columbus Mail.Le statistiche ed il trend sono disponibili nelle seguenti modalità:su base giornaliera, settimanale e mensilediversificata per singolo utente (selezionabile opportunamente) oppure per la “utenzaglobale” del sistema Columbus MailLe informazioni sono disponibili in modo diversificato relativamente a:trasmissione e ricezionetipologia di media di tlc (fax, sms, ecc.)

La possibilità di eseguire statistiche sul traffico di messaggi in entrata e in uscita è utileper definire quale sia la portata dell’azione del Sistema di Allerta, la sua fruibilità e lasua capacità in termini di comunicazione tempestiva.

Strumento digestione della

reportistica

Figura 7 - Statistiche sul traffico dei messaggi in entrata e in uscita.

È possibile impostare l’inoltro di avvisi o allarmi che segnalino il superamento di sogliepre-impostate relativamente, ad esempio, al numero di messaggi presenti nelle ca-selle postali, alle dimensioni dei database o al blocco di moduli componenti il sistema.In caso di anomalie, vengono inviati particolari “avvisi di allarme” all’amministratore delsistema o ad altri utenti previsti, i quali vengono raggiunti direttamente al loro recapito

Monitoraggio delfunzionamento del

sistema

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Un programma per la gestione delle segnalazioni di input e output

173

in quel momento prestabilito (posta interna o Internet, SMS, Fax, ecc.).Aree principali da monitorare:• dimensione dei database di sistema (configurazione, archivi storici, ecc.).• numero dei messaggi contenuti nelle caselle postali del sistema.• numero dei file di log.• numero dei messaggi in attesa di trasmissione.• numero dei messaggi in attesa di archiviazione.• numero dei messaggi in attesa di stampa.• moduli software relativi alla gestione delle interfacce di comunicazione.• moduli software relativi alle funzioni di interconnessione e trattamento della messag-

gistica.

Il monitoraggio del funzionamento del sistema operativo garantisce al Sistema di Al-lerta un auto-controllo sul proprio andamento e, quindi, un’immediata azione di ripa-razione qualora dovessero presentarsi anomalie di qualunque tipo. Grazie agli allarmiche il sistema invia non appena identificata un’irregolarità, il ripristino delle normali fun-zioni può avvenire in maniera estremamente rapida garantendo, così, il corretto fun-zionamento del sistema stesso.

Data l’architettura modulare del sistema, risulta possibile realizzare specifiche vertica-lizzazioni funzionali su progetto per l’erogazione e la gestione di particolari servizi di co-municazione basati sulla multicanalità integrata avanzata. Ciò significa che, a secondadelle esigenze dell’utente, il sistema di gestione delle informazioni può essere rivisto,modificato e adattato non solo in fase di installazione ma anche in corso d’opera, qua-lora sussistessero necessità di cambiamento operativo determinate da nuove esi-genze dell’Early Warning System o degli utenti.

Per quanto riguarda l’applicabilità del programma di gestione delle informazioni al sitoweb del Sistema di Allerta, è da segnalare che Columbus Mail può ricevere le segna-lazioni, corredate opportunamente di specifici parametri temporali (data/ora) e geogra-fici (luogo dell’evento) attraverso i seguenti media di comunicazione:

• Web-Portal ed E-Mail- Attraverso la rete Internet risulta accessibile un’interfaccia web-based di tipo user-

friendly, raggiungibile anche tramite stazioni mobili, totem multimediali, ecc…, laquale consente la registrazione semplificata degli eventi di allarme trasmessi dalnetwork di input del Sistema di Allerta. Sono gestite analogamente le segnalazionipervenute attraverso la posta elettronica.

• SMS- Il sistema gestisce la ricezione di SMS (Short Message Service Gsm), pertinenti

le segnalazioni, i quali sono corredati di data/ora e numero gsm del dispositivomobile trasmittente. Allo scopo di riportare tutte le informazioni necessarie, il mes-saggio sms ricevuto può opzionalmente provocare la ritrasmissione automaticada parte del sistema di un sms al mittente in cui sono riportate le informazioni ne-cessarie da comunicare (richiesta di indicazione della sintomatologia, luogo del-l’evento, indicazione di altri recapiti utili, ecc…).

• VOICE (telefonia)- Il sistema può essere dotato di funzionalità IVR (Interactive Voice Reponse), che

consentono la gestione di comunicazioni in fonia attraverso un normale telefono.Risulta, infatti, disponibile un menù di guida vocale che conduce il chiamante, at-

Verticalizzazioni suprogetto

Applicativo per ilSistema di Allerta

Precoce e RispostaRapida

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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traverso l’azione sulla tastiera numerica del proprio telefono, alla opportuna regi-strazione dell’evento e alle relative informazioni necessarie. Le registrazioni effet-tuate vengono poi gestite, veicolate ed archiviate nel sistema come file audio.

• FAX- Sono, inoltre, gestite le segnalazioni pervenute tramite fax secondo le modalità già

esplicitate.

Attraverso un’opportuna interfaccia di “workflow web-based” (“cruscotto”), tutte le se-gnalazioni pervenute vengono veicolate, gestite e messe a disposizione dei membridel Comitato Tecnico, che elabora e tratta le informazioni di input secondo le moda-lità previste dall’analisi del Sistema di Allerta e quelle già presentate nel paragrafo “Il si-stema operativo di riferimento”.

In caso di segnalazione di allerta, a seconda del livello di allerta che si desidera indi-care, risulta possibile effettuare un inoltro automatico (“routing”) della stessa a speci-fiche liste di distribuzione predisposte e configurabili, senza dimenticare la possibilitàdi selezionare singoli destinatari e/o gruppi manualmente, in modo estemporaneo.Per ciascun destinatario presente nelle liste di distribuzione, possono, inoltre, esserepreconfigurati uno o più recapiti anche di tipologia disomogenea (sms, e-mail, fax,ecc.), sfruttando in tal modo le potenzialità offerte da Columbus Mail relativamente lamulticanalità.Le liste di distribuzione possono anche essere organizzate per categoria di destina-tari (strutture sanitarie, Forze dell’Ordine, organizzazioni del privato sociale, discotechee DJ, ecc…) con integrazione delle informazioni pertinenti la relativa posizione geogra-fica. Tali liste, come previsto dal sistema operativo di riferimento per il Sistema di Al-lerta, possono essere aggiornate e modificate in qualunque momento.

Metodologie dirouting

Figura 8 - Funzionalità del routing: inoltro automatico di una segnalazione in multicana-lità di comunicazione.

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Un programma per la gestione delle segnalazioni di input e output

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Come mostrato, il prodotto Columbus Mail può essere utilizzato come supporto al si-stema operativo del Sistema di Allerta, facilitando le operazioni di gestione delle se-gnalazioni di input e di output e traendo vantaggio dall’opportunità di interazione contipologie diverse di media. Ciò garantisce la raggiungibilità dei destinatari al momentodella segnalazione dell’allerta, attraverso plurime modalità di contatto (mail, sms, fax,ecc…) e conferisce al network di input la possibilità di inviare le segnalazioni in diversimodi, dalla mail, all’sms, alla telefonata. Il sistema di reporting reso disponibile dal si-stema, inoltre, contribuisce ad assicurare il buon termine dei messaggi inviati e rice-vuti da Columbus Mail.La capacità di monitoraggio e autocontrollo, propria di Columbus mail, agevola la ve-rifica sul corretto funzionamento del sistema stesso e rende, infine, più sicura la ge-stione di tutto il sistema operativo del Sistema di Allerta e più agevole la comunica-zione tra utenti del sistema, obiettivi che un sistema di allerta deve necessariamenteraggiungere per definire la propria efficienza.

Conclusioni

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CASE STUDY: RICOSTRUZIONE

DELL’INTOSSICAZIONE A GRAPPOLOPER COCAINA-ATROPINA NELLA

REGIONE LOMBARDIA, 2007

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CASE STUDY: RICOSTRUZIONE

DELL’INTOSSICAZIONE A GRAPPOLOPER COCAINA-ATROPINA NELLA

REGIONE LOMBARDIA, 2007

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione agrappolo per cocaina-atropina nellaRegione Lombardia nel 2007:un’indagine di campo

Premesse

Con il termine “intossicazione acuta a grappolo”, quale l’intossicazione da cocaina-atropina avvenuta nella zona tra Bergamo e Brescia alla fine di luglio 2007, ci si riferi-sce ad intossicazioni con “andamento simil-epidemico” chiaramente non tanto per lecaratteristiche evolutive tipiche delle malattie infettive, che sono escluse nel caso lom-bardo, quanto per l’andamento temporale e di espressione georeferenziabile che lacomparsa e la disseminazione di questa intossicazione sul territorio presentano.Ai fini della comprensione del fenomeno e della costruzione di modelli di intervento, ri-sulta particolarmente importante avere quanti più elementi possibili relativamente allemodalità e ai tempi di evoluzione di questo fenomeno. Le intossicazioni di questo tipo,infatti, sono state poco studiate e si dispongono di scarsi dati quantitativi che possonofar capire se sia possibile praticamente ed efficacemente intervenire tempestivamentealla luce dei tempi e delle modalità di espansione e sviluppo delle intossicazioni. Èquindi indiscutibile l’utilità derivante dal possedere tali dati.

Definizioni e modelliinterpretativi

Giovanni Serpelloni, Claudia RimondoDipartimento delle Dipendenze ULSS 20 VeronaProgetto “Sistema di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe”Ministero della Salute

Con la collaborazione di:• Azienda Ospedaliera Bolognini Seriate

Dott.ssa Guglielmina Paino• Ospedali Riuniti di Bergamo

Dott. Claudio Arici• Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda

Dott. Giuseppe Borgese e sign. Lucia Maci• Azienda Ospedaliera “Carlo Poma” di Mantova

Dott. Mario Luppi e dott. Franco Lotti• Azienda Ospedaliera Treviglio Caravaggio, Ospedale “F. M. Passi” di Calcinate

Dott. Gianluigi Consonni e sig. a Camossi Anna• Azienda Ospedaliera Bolognini Seriate, Ospedale di Lovere

Dott. Francesco Lubrano• Centro Antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo

Dott. Alessandro Zavarit• Laboratorio di Tossicologia Analitica Clinica di Pavia

Dott.ssa Maria Baldi• Avvocato Coccia Michele, Bergamo

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Tuttavia, proprio per la complessità del fenomeno ma, soprattutto, per la difficoltà diraggiungere con precisione ed in tempi brevi tutte le informazioni che servono per ri-costruire gli eventi - e cioè l’acquisizione all’ingrosso della sostanza, la preparazione eil taglio delle dosi, lo smercio e lo spaccio al dettaglio, l’uso, la percezione dei primisintomi, la richiesta di aiuto, il primo soccorso, la terapia intensiva, la terapia semi-in-tensiva, la dimissione - la maggior parte delle informazioni utili a ricostruire questi flussiviene persa se non raccolta subito in maniera sistematica e secondo un modello diindagine che passa anche attraverso l’intervista diretta degli attori interessati: spac-ciatori e loro legali, Forze dell’Ordine, pazienti intossicati, primi soccorritori, medici, in-fermieri, ecc..Se queste indagini vengono procrastinate si perde un elevatissimo numero di infor-mazioni e viene a mancare la precisione dei fatti riferiti perché quando un pazienteviene dimesso, quasi mai accetta, poi, di collaborare all’indagine. Oltre a ciò, è dove-roso evidenziare i problemi che derivano dalla legge sulla privacy che ostacola il rag-giungimento di dati sensibili relativamente alle persone coinvolte nell’intossicazione.Per le ragioni sopra descritte, le indagini di campo devono poter essere svolte imme-diatamente già facendole iniziare nel corso della cosiddetta epidemia. Troppo spesso,però, l’attivazione delle indagini viene ostacolata da fattori burocratici, come in questocaso, o di difesa dell’immagine professionale, facendo perdere, quindi, un’opportu-nità di ricerca e di studio molte volte irripetibile.

L’intossicazione cui si fa riferimento in questo capitolo è quella da cocaina-atropina av-venuta nella Regione Lombardia tra luglio e agosto 2007. L’atropina è un tropan-alca-loide presente in diverse piante della famiglia delle Solanaceae, come la belladonna.Gli effetti che l’assunzione di atropina può manifestare sono sostanzialmente di tipoallucinogeno e conducono ad un elevato aumento del ritmo cardiaco. Associata allacocaina, l’atropina ne esalta gli effetti, aumentando l’euforia, acuendo le sensazionipercettive e aumentando ulteriormente la tachicardia che la cocaina, di per sé, già in-duce. L’associazione cocaina-atropina può portare, inoltre, a manifestazioni clinichein ambito psichico, quali allucinazioni e psicosi, accompagnate, come già indicato, dagravi disturbi del ritmo cardiaco (tachicardia, aritmia, ipertensione) e della funzione re-spiratoria. Si possono manifestare anche eccitazione, irrequietezza, convulsioni, ri-dotto stato di coscienza, secchezza delle fauci e marcata midriasi. I sintomi si pos-sono manifestare non solo iniettando la sostanza, ma anche fumandola o sniffandolae le conseguenze dell’assunzione del mix possono essere anche letali.

Atropina

Figura 1 - Fiori della belladonna da cui si ricava l’atropina (a sinistra) e polvere di cocainacui viene aggiunta l’atropina (a destra).

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Cronistoria

Nella ricostruzione di questo tipo di eventi, oltre alle fonti ufficiali, spesso di difficile con-tatto, è utile usare anche fonti informative quali i media locali che, pur dotati di bassaspecificità informativa, hanno il grande pregio di essere estremamente tempestivi e pre-senti sul territorio. Di seguito si presentano i fatti relativi all’intossicazione da cocaina-atropina così come riportati dalle testate giornalistiche nazionali e locali e dai telegiornali.Alla fine del mese di luglio 2007, presso i Pronto Soccorsi della zona di Bergamo eBrescia, si verificarono numerosi ricoveri di persone in stato confusionale, con chiarisegni di disorientamento temporo-spaziale, allucinazioni e tachicardia. I successivi ac-certamenti diagnosticarono un’intossicazione da cocaina-atropina.La stampa locale e nazionale cominciò a dare notizia dei ricoveri per l’intossicazioneda cocaina-atropina il 27 luglio, quando già il numero di intossicati noti era salito a 6.Anche la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia, promotrice del progettoMonitoraggio Droghe e Manifestazioni d’Abuso (MDMA) e coordinatrice del Sistemadi Allerta Rapida Regione Lombardia, si attivò per divulgare un segnale di allerta tra ireferenti delle equipe territoriali MDMA e i Direttori dei Dipartimenti delle Dipendenzedella Regione Lombardia (Allegato 3b). La scheda con cui si attivava lo stato di allertaportava una descrizione degli eventi per cui l’allerta era segnalata, con indicazione dellafonte di informazione e della località in cui gli eventi si erano registrati. Si rendeva nota,altresì, la tipologia di sostanza intossicante, atropina, e si consigliava agli operatori sa-nitari, e non, in caso di sospetta intossicazione, di rivolgersi al 118, e ai consumatoridi astenersi dal consumo di cocaina e di rivolgersi al 118 in caso di malore.Nei giorni del 26 e 27 luglio, i ricoveri salirono a 18, dislocandosi tra Bergamo, Lovere,Calcinate e Desenzano. Qui, durante la notte del 27, si registrò anche il decesso diuna ventenne di origini marocchine dovuto ad arresto cardio-respiratorio.L’allarme lanciato dalla Regione Lombardia venne indirizzato anche alla Regione Venetoconfinante e, più precisamente, al Direttore del Dipartimento delle Dipendenze di Ve-rona, il dott. Giovanni Serpelloni. Quest’ultimo, ricevuto il messaggio di allerta venerdì27 luglio alle ore 16.30, lo divulgò tempestivamente agli Assessorati Regionali della sa-nità e del sociale, a tutte le unità d’emergenza della Regione, le Aziende ULSS, i Dipar-timenti delle Dipendenze, i Sert, le comunità terapeutiche, le unità mobili di prevenzionein strada (Allegato 3c). Vennero altresì allertati i locali di intrattenimento, le radio e i me-dia. La segnalazione di allerta conteneva un riferimento ai recenti fatti accaduti nellezone dal bresciano e del bergamasco e informava che un possibile quantitativo di co-caina tagliata con atropina poteva essere stato acquistato e trasferito nell’area vero-nese-veneta. Di conseguenza, si invitavano i destinatari della segnalazione a prestarela massima attenzione ad eventuali casi osservati e a divulgare l’informativa anche aiconsumatori in contatto con le strutture socio-sanitarie, raccomandando loro di aste-nersi dall’uso o di rivolgersi immediatamente alle strutture di emergenza in caso di dis-turbi dopo l’assunzione. Si richiedeva, inoltre, l’immediata segnalazione di altri casi, semanifesti, a scopi di controllo epidemiologico, da inoltrare ai contatti riportati nell’avviso.Il 30 luglio, le principali testate giornalistiche e i telegiornali locali e nazionali riportaronola notizia che la Direzione Sanitaria lombarda dichiarava il rientro dell’emergenza. Neigiorni successivi, però, vennero registrati altri due casi di intossicazione. Nel mentre,nei pressi di Bergamo, cinque persone vennero arrestate per lo spaccio della cocainatagliata con atropina (Allegato 3a).

Nel 2004, sempre nella zona di Bergamo, si era verificata un’epidemia analoga cheaveva visto il ricovero di 16 persone in 5 giorni: 4 pazienti agli Ospedali Riuniti di Ber-gamo, 2 all’Ospedale di Treviglio, 1 al Policlinico di Ponte San Pietro e 9 al PoliclinicoSan Marco di Zingonia.

I fatti “raccontati”

I fatti: la precedenteintossicazione anovembre 2004

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I ricoveri erano iniziati alle 3.00 del 25 novembre e si erano conclusi alle 4.00 del 30novembre, caratterizzati da pazienti che, dopo aver fatto uso di cocaina, pur nelle dosiabituali, venivano portati d’urgenza in ospedale, dove veniva somministrato loro un pe-sante sedativo per placare le convulsioni. Numerosi casi vennero poi segnalati nel Mi-lanese, dove si registrò anche la morte di un paziente per intossicazione acuta da co-caina-atropina. In totale, si registrarono 22 casi di intossicazione (Allegato 3a).La presenza di atropina nella cocaina assunta venne, in seguito, confermata dagli esamieseguito dai Centri Antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo e del Niguarda di Mi-lano e, in seconda battuta, dal Laboratorio di Tossicologia del Policlinico San Matteo diPavia. Il riscontro tossicologico documentò che i composti utilizzati dagli assuntori distupefacenti erano presenti in proporzioni di circa il 67% di cocaina e il 33% di atropina.Così come riportato dai giornali, anche in quella circostanza il Direttore Generale del-l’ASL allora in carica, il dott. Silvio Rocchi, fece scattare un segnale di allerta nell’am-bito del Sistema di Allerta Rapida, diramando la segnalazione della partita di droga ta-gliata con atropina a tutti i soggetti interessati: dai direttori delle ASL sino agli opera-tori sanitari e gli educatori di strada, a più diretto contatto con i consumatori di droga,allo scopo di diffondere la notizia e raccomandare prudenza agli utenti. Vennero coin-volti anche i DJ delle discoteche affinché dessero avviso del pericolo durante le se-rate nei locali da ballo.Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005 vi fu-rono più di 90 casi di intossicazioni gravi registrate in diversi paesi europei, con rico-veri in Pronto Soccorsi, interventi di rianimazione e, in alcuni casi, decessi. Non man-carono, inoltre, numerosi interventi sanitari per intossicazioni meno gravi che, però,non necessitarono di ricovero.

L’indagine

Alla luce degli accadimenti di luglio 2007, e di quelli di novembre 2004, il Dipartimentodelle Dipendenze di Verona, incaricato del progetto nazionale Sistema di Allerta Pre-coce e Risposta Rapida per le Droghe, promosso dal Ministero della Salute in colla-borazione con il Ministero della Solidarietà Sociale, ha ritenuto opportuno tentare di ri-costruire la dinamica temporale degli eventi che hanno caratterizzato quei giorni. Talenecessità è stata avvertita poiché, a fronte di due intossicazioni avvenute nella stessazona, a distanza di due anni e mezzo, con modalità pressoché uguali, e dato l’elevatonumero di ricoveri e di interventi di rianimazione cui è stato necessario ricorrere, sem-brava doverosa una riflessione sulla sensibilità, la funzionalità e sulla reale efficacia delSistema di Allerta fino ad ora adottato in termini sia di prevenzione primaria che secon-daria. Ci si è voluti interrogare, infatti, sulla capacità che il Sistema ha dimostrato diprevedere le intossicazioni e sulla rapidità con cui sono state inviate le segnalazioni diallerta e di cessata allerta, ma anche sulla capacità di allertare gli operatori in modoche riuscissero a riconoscere i sintomi e, quindi, la causa, più precocemente ridu-cendo il ritardo diagnostico e migliorando, quindi, la gestione del caso.Al fine di comprendere, quindi, lo sviluppo degli avvenimenti e di registrare le tempi-stiche di azione e reazione sia dell’epidemia che del Sistema di Allerta, si è pensatodi ricostruire i tempi di comparsa ed evoluzione dei casi di intossicazione e dei tempidi risposta del Sistema, elaborando il cronogramma dettagliato degli eventi ed otte-nere, quindi, un quadro cronologico completo della tempistica dei fatti.

Legittimati dall’incarico ricevuto dal Ministero della Salute con il progetto “Sistema diAllerta Precoce e Risposta Rapida sulla Droghe”, per perseguire lo scopo di cui so-pra, è sembrato corretto, in primis, mettersi in contatto con la Regione Lombardia, ri-

Obiettivo: laricostruzione

cronologicadell’intossicazione

Offerta dicollaborazione alla

Regione Lombardia

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

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chiedendo l’autorizzazione all’indagine e offrendo la disponibilità a collaborare con i di-rigenti lombardi al fine di unire abilità e competenze e riuscire, insieme, a rilevare tem-pestivamente i dati utili e necessari per la ricostruzione della cronologia dell’intossica-zione. La richiesta di collaborazione venne proposta telefonicamente il 2 agosto daldott. Giovanni Serpelloni al dott. Riccardo Gatti, Direttore del Dipartimento delle Di-pendenze della A.S.L. Città di Milano, il quale invitò il collega a sottoporre la questioneanche al dott. Roberto Mollica dell’Osservatorio Epidemiologico ASL Città di Milanoper le questioni tecniche.A seguito delle conversazioni, il dott. Serpelloni venne invitato a scrivere una richiestaformale di collaborazione all’Assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale della RegioneLombardia, il dott. Gian Carlo Abelli e al suo responsabile operativo, il dott. PatrizioTambini. Nella richiesta (Allegato 3d), inviata via fax il 2 agosto alle ore 19:12, si espli-citavano le finalità dell’eventuale collaborazione e la disponibilità a mettere a disposi-zione personale specializzato nelle indagini di campo per il rilevamento dei dati. Nellastessa richiesta, si sottolineavano l’urgenza e la tempestività con cui eventuali azioniavrebbero dovuto essere intraprese, al fine di non perdere informazioni che, neltempo, avrebbero potuto diventare difficilmente recuperabili.Oltre all’informativa scritta, vennero fatte numerose comunicazioni telefoniche ma, nonricevendo risposta alcuna, nella mattinata del giorno successivo venne contattato ildott. Marco Tosi, Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, per accertare l’av-venuta ricezione del fax. Purtroppo, però, l’unica notizia che si riuscì ad avere fu chebisognava attendere perché non era stato ancora deciso nulla a riguardo.Dopo tre mesi di attesa, si ritenne opportuno procedere verso la ricostruzione dellatempistica dell’epidemia in maniera autonoma contattando direttamente le strutturesanitarie.

Il primo passo verso la ricostruzione delle reali tempistiche di evoluzione ed espan-sione del fenomeno delle intossicazioni fu quello di riprendere gli articoli scritti dalleprincipali testate giornalistiche e di individuare presso quali ospedali si registrarono leintossicazioni. In particolare, informazioni molto dettagliate vennero raccolte dal quo-tidiano “L’Eco di Bergamo” che, trattando di notizie locali, riportò passo a passo glieventi di quei giorni. Fu dalla redazione del giornale che risalimmo a quale centro dianalisi furono inviati i campioni di sangue e dall’analisi dei quali si evinse la presenzadi atropina mescolata a cocaina.Il centro in questione era il Centro Antiveleni di Bergamo che, quindi, contattammo persapere quanti casi, complessivamente, erano stati registrati per l’intossicazione da co-caina-atropina. Da lì, apprendemmo anche la notizia che gli accertamenti sui campionibiologici degli intossicati vennero eseguiti dal laboratorio di Tossicologia Analitica Chi-mica di Pavia cui il Centro Antiveleni di Bergamo generalmente invia i campioni.Il passo successivo fu quello di contattare direttamente i Pronto Soccorsi degli ospe-dali presso cui si erano registrati i ricoveri e di spiegare ai responsabili lo scopo dellanostra indagine e la nostra necessità di entrare in possesso di dati di carattere tem-porale relativamente alle persone ricoverate per l’intossicazione da cocaina-atropina.La prima reazione delle persone con cui parlammo fu di sorpresa e, per alcuni, di irri-tazione. Infatti, la maggior parte degli interlocutori si stupì della richiesta che stavamoinoltrando, sottolineando il fatto che nessuno, fino a quel momento, si era preoccu-pato di contattarli, né di chiedere come effettivamente si fossero svolti i fatti o di avereinformazioni dettagliate sui pazienti ricoverati. Altri, invece, aggiunsero al sentimentodi sorpresa anche un sentimento di stizza, giustificato dal fatto che non trovavano cor-retto il fatto di andare a chiedere dati di quel tipo a distanza di 4 mesi dagli accadi-menti poiché il loro recupero, benché fattibile, avrebbe comunque richiesto un impiegodi tempo maggiore rispetto ad un recupero dei dati avvenuto in medias res.

Metodo di indagine

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Nonostante le iniziali riserve, una volta motivate le nostre richieste, tutti i responsabilidei Pronto Soccorsi contattati dimostrarono un’ampia ed immediata collaborazione euna considerevole disponibilità anche a fornire chiarimenti ove le informazioni pote-vano non essere chiare e necessitavano di maggiori approfondimenti.Nello specifico, vennero contattati i Pronto Soccorsi dei seguenti ospedali:• Azienda Ospedaliera Bolognini Seriate (dott.ssa Guglielmina Paino)• Ospedali Riuniti di Bergamo (dott. Claudio Arici)• Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda (dott. Giuseppe Borgese e sign. Lu-

cia Maci)• Azienda Ospedaliera “Carlo Poma” di Mantova (dott. Mario Luppi e dott. Franco Lotti)• Azienda Ospedaliera Treviglio Caravaggio, Ospedale “F. M. Passi” di Calcinate (dott.

Gianluigi Consonni e sign. Camossi Anna)• Azienda Ospedaliera Bolognini Seriate, Ospedale di Lovere (dott. Francesco Lu-

brano)

Si procedette all’invio di una richiesta formale (Allegato 3e) in cui si richiedevano, perogni paziente ricoverato, le seguenti informazioni:

Sesso del paziente• Anno di nascita del paziente (evitando di inserire dati identificativi)• Data e ora della prima osservazione del paziente• Principali sintomi rilevati all’ingresso• Data e ora dell’assunzione della sostanza (se disponibile, come dichiarato dal pa-

ziente)• Data e ora della dimissione

Tali notizie vennero strutturate in una tabella sia per ragioni di comodità di compila-zione, sia per necessità di standardizzazione dei dati che avremmo, in seguito, elabo-rato. Il ricorso alle cartelle cliniche dei pazienti facilitò la compilazione delle schede.La ricezione delle schede compilate non tardò oltre le due settimane e quindi, nell’arcodi poco tempo, fummo in grado di creare il cronogramma dell’evoluzione e dell’espan-sione del fenomeno delle intossicazioni.

Convinti che per completare il quadro fosse necessario anche capire quando le dosiavvelenate erano state vendute alle persone in seguito ricoverate, pensammo di con-tattare direttamente le persone accusate di spaccio che erano stati arrestate durantela vicenda o, per lo meno, di raggiungere i loro legali per chiedere informazioni relati-vamente alla tempistica dell’acquisto e dello spaccio.Anche in questa circostanza, per individuare i soggetti cui dovevamo rivolgerci ci av-valemmo del quotidiano “Eco di Bergamo” da cui apprendemmo il numero totale de-gli arrestati, cinque, e i loro nomi pubblicati: Abdelilah Bouabbadi, Mohamed Jamlim,Tarik El Ammari (Figura 2), Abdellatif Ghafiri, Ladid Cherkaoui. I primi tre furono fermatinell’interland di Bergamo (uno a Costa di Mezzate, l’altro a Zandobbio) e arrestati il 27luglio grazie alle testimonianze di alcuni degli assuntori; gli altri due vennero fermati inauto mentre attraversavano le strade di Bagnatica, in provincia di Bergamo, individuatigrazie ad intercettazioni telefoniche operate dalla squadra dei Carabinieri.

Collaborazionioperative

Contatto con lepersone arrestate e

accusate di spaccio

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Con la disponibilità della redazione dell’“Eco di Bergamo”, riuscimmo a sapere anchei nomi degli avvocati degli imputati, l’avvocato Michele Coccia e l’avvocato Guido Ca-varretta, nonché il nome del giudice incaricato del caso, il giudice Alberto Viti del Tri-bunale di Bergamo.Procedemmo quindi ad un contatto telefonico con i due avvocati e il dott. Coccia, inparticolare, si rese disponibile ad accettare una nostra richiesta formale (Allegato 3f)relativamente a:• quando (data e ora indicativa) gli assistiti acquisirono la partita di cocaina tagliata

con atropina• quando (data e ora indicativa), eventualmente, fosse stata aggiunta l’atropina alla

cocaina (se a conoscenza)• dopo quanto tempo dal momento dell’acquisizione gli assistiti rivendettero la prima

dose di cocaina-atropina• quando (data e ora indicativa) vendettero l’ultima dose• quante dosi vennero vendute in tutto• quando (data e ora indicativa) costoro vennero arrestati

Durante un colloquio con l’avvocato Coccia, egli ci riferì che anche uno dei 5 sospettispacciatori aveva fatto uso della cocaina tagliata con atropina e che costui si era sen-tito male poco dopo aver assunto la sostanza. Anch’egli venne ricoverato in ProntoSoccorso da dove venne, poi, dimesso dopo circa tre giorni.La riflessione che ne emerse fu che il soggetto in questione aveva consumato cocainanon essendo a conoscenza del fatto che questa fosse stata tagliata con atropina. Pertanto, l’avvocato della difesa asseriva che il suo cliente ricoverato non poteva essereresponsabile dell’adulterazione della droga altrimenti non ne avrebbe fatto uso.

Figura 2 - Da sinistra, Abdelilah Bouabbadi, Mohamed Jamlim, Tarik El Ammari, arrestatiil 27 luglio per lo spaccio della partita di cocaina tagliata con atropina (Fonte: TG 5 del 29luglio 2007, edizione delle 20:00).

Gli intossicati

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Risultati dell’indagine

Con i dati che siamo riusciti a recuperare è stato possibile elaborare una cronologiadei ricoveri e localizzarli nell’area geografica tra Mantova, Bergamo, Lovere (BG) e De-senzano del Garda (BS).Si sono registrati complessivamente 21 casi:

Tabella 1 - Luogo di registrazione dei casi e numerosità.

All’ingresso ai Pronto Soccorsi, i soggetti ricoverati presentavano tutti sintomi simili:disorientamento temporo-spaziale, febbre, nausea, tachicardia, midriasi, allucinazioni,irrequietezza. Due persone sono state ricoverate dopo essere state ritrovate in statodi coma: un uomo venne ritrovato in macchina, nei pressi di Desenzano del Garda,con le narici sporche di polvere bianca, e una giovane di vent’anni, che morì pocodopo l’arrivo al Pronto Soccorso per arresto cardio-respiratorio.Di seguito si riporta il cronogramma dell’intossicazione da cocaina-atropina intesocome la rappresentazione temporale del periodo durante cui si sono manifestati i casidell’intossicazione. Il cronogramma riporta in perfetta serie la data di segnalazione delcaso (I colonna, Data), l’ora di registrazione del caso al Pronto Soccorso (II colonna,Ora) e le iniziali del paziente con la sede di registrazione dell’evento (III colonna,Evento). La ricostruzione del cronogramma è a cura di Giovanni Serpelloni e ClaudiaRimondo del Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 di Verona.

Mantova 1Seriate (BG) 12Bergamo 2Lovere (BG) 2Calcinate (BG) 1Desenzano (BS) 3Totale 21

LUOGO DI REGISTRAZIONE DEI CASI N. DEI CASI REGISTRATI

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19/7 3.12 AA (MN) INIZIO DELLE INTOSSICAZIONIPERIODO DI LATENZA

26/7 0.001.00 VF (Seriate - BG) MM (BG centro)2.003.004.00 SR (Seriate - BG) SG (Seriate - BG) ZS (Seriate - BG) SB (Seriate - BG)5.006.007.008.009.00

10.0011.00 CS (Seriate - BG)12.0013.00 ALLERTA LOMBARDIA14.0015.0016.0017.0018.0019.0020.00 TR (Seriate - BG)21.0022.00 PP (Seriate - BG)23.00 BA (Calcinate - BG)

27/7 0.00 FD (Seriate - BG)1.00 TR (Seriate - BG)2.00 XX (Lovere - BG) OA (Desenzano - BS)3.00 MC (Seriate - BG) BL (Desenzano - BS)4.00 XY (Lovere - BG)5.006.007.008.009.00

10.0011.0012.0013.0014.0015.0016.00 TD (Seriate - BG)17.00 ALLERTA VENETO18.00 3 arresti degli spacciatori19.0020.0021.0022.0023.00

0.00PERIODO DI APPARENTE SPEGNIMENTO

29/7 17.00 2 arresti degli spacciatori30/7 DICHIARAZIONE DI CESSATA ALLERTA LOMBARDIA

2/8 1.08 MM (Desenzano - BS)

12/8 3.58 MM (BG centro)FINE DELLE INTOSSICAZIONI

Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

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DATA ORA EVENTO

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La concentrazionedei casi: 26 e 27

luglio

28 luglio-01 agosto:periodo di apparente

spegnimento

Ripresa dei casi e finedelle intossicazioni

Il primo caso venne segnalato alle ore 3.12 del 19 luglio dal Pronto Soccorso dell’O-spedale “C. Poma” di Mantova, a circa 140 Km dal successivo epicentro. Venne ri-portato dalla cronaca locale il 23 luglio (“La Gazzetta di Mantova” e il telegiornale lo-cale Tele Mantova). Il soggetto ricoverato presentava quali sintomi disorientamentospazio-temporale, febbre, nausea, tachicardia e midriasi.Questo caso risulta singolare sia per la sua collocazione spaziale, che fuoriesce di pa-recchi Km dall’epicentro maggiore che è Bergamo, sia per la tempistica con cui si èmanifestato. Infatti, dopo il caso di Mantova seguì un periodo di latenza di 7 giorni, du-rante i quali non si registrò alcun caso di intossicazione da cocaina-atropina.Tuttavia, le conversazioni avute con il dott. Franco Lotti del Pronto Soccorso dell’O-spedale di Mantova, dove fu assistito il paziente, non lasciano dubbi sulla dinamicadell’evento. Ciò rende evidente il fatto che vi è stato un periodo di permanenza sulmercato di una partita di cocaina tagliata con atropina di almeno 7 giorni prima dell’i-nizio della vera e propria ondata di intossicazioni, prima del lancio della segnalazionedi allerta e prima dell’arresto degli spacciatori che ha permesso, verosimilmente, di ri-tirare dal mercato illecito la cocaina alterata con atropina e/o di fermare l’eventuale as-sunzione di quella già acquistata e non ancora consumata.

Dopo i 7 giorni del periodo di latenza, la concentrazione maggiore di casi si ebbe il 26e 27 luglio. In queste 2 giornate si registrarono ben 18 casi di intossicazione da co-caina-atropina, ovvero l’85,7% dei casi totali. In particolare, la giornata del 26 luglio sidimostrò quella con il numero di casi più alto, ben 10 (47,6% del totale), con una con-centrazione massima nella fascia oraria 4.00–5.00. A proposito, è da sottolineare an-che il fatto che tutti i casi registrati in quella fascia oraria avevano come luogo della se-gnalazione dell’evento la cittadina di Seriate, in provincia di Bergamo.La notte tra il 26 e il 27 luglio fece da scenario ad altre 10 intossicazioni (47,6%), dalle20.00 del 26 luglio alle 08.00 del 27, 8 delle quali nella provincia di Bergamo e 2 aDesenzano del Garda, in provincia di Brescia.Le tempistiche sopra riportate mostrano che la flussione “epidemica” naturale in que-sto tipo di intossicazione evolve nel suo massimo in circa 48 ore dalla vera partenza.Alle 13.33 del 26 luglio, la Regione Lombardia inviò la segnalazione di allerta chegiunse al Dipartimento delle Dipendenze di Verona il 27 luglio alle 16.30 con una te-lefonata tra il dott. Riccardo Gatti e il dott. Giovanni Serpelloni. Alle 17.38 del 27 lugliovenne inoltrata la segnalazione di allerta a tutta la Regione Veneto ad opera del Dipar-timento delle Dipendenze di Verona.

Dal 28 luglio al primo giorno di agosto non si registrarono casi di intossicazione da co-caina-atropina. Ciò porta a parlare, quindi, di “periodo di apparente spegnimento del-l’intossicazione” durante il quale sembrò che il pericolo fosse scongiurato e che il pe-riodo di allerta inaugurato il 26 luglio fosse terminato: dopo 2 giorni di assenza di se-gnalazioni di nuovi casi di intossicazione, venne dato dalla Regione Lombardia ilsegnale di cessazione dell’allerta.Durante il “periodo di apparente spegnimento” vennero anche identificati ed arrestatii 5 spacciatori della partita di cocaina tagliata con atropina. La loro individuazione av-venne in due momenti diversi: il primo ebbe luogo nella serata del 27 luglio, grazie alletestimonianze delle persone intossicate che collaborarono con il corpo dei Carabinieri,fornendo informazioni utili per risalire a chi aveva venduto loro la droga; il secondo av-venne il 29 luglio, con 2 arresti, grazie alle intercettazioni telefoniche avvenute nei giorniprecedenti con gli altri spacciatori.

Dopo la dichiarazione di “cessata allerta” da parte della Regione Lombardia, si regi-strarono altri 2 casi, rispettivamente, il 2 e il 12 agosto, quando, ormai, l’allarme lan-

Il primo caso: eventosentinella

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

191

ciato dalla Direzione sanitaria lombarda tramite il Sistema di Allerta Rapida era statofatto rientrare. Il primo ebbe luogo a Desenzano del Garda, ove venne ricoverato unsoggetto in stato di coma che, a detta della moglie, aveva fatto un uso continuato didroga nei giorni precedenti. Il secondo ebbe luogo a Bergamo, ove giunse in ProntoSoccorso un trentenne in stato ansioso, in preda ad allucinazioni, con midriasi e ta-chicardia e che rimase in osservazione per circa 6 ore prima di essere dimesso. Ciò,soprattutto, in relazione alle possibili “scorte” residue di sostanza pericolosa che pos-sono permanere inutilizzate per vari giorni e ricomparire, successivamente, produ-cendo nuove intossicazioni.Il fatto che si siano registrati altri 2 casi dopo la dichiarazione di “cessata allerta” puòindurre a riflettere sui provvedimenti che è opportuno adottare a livello sanitario anchequando si crede che il pericolo sia decisamente sorpassato e su quali possano es-sere le modalità evolutive di una siffatta “epidemia”, per lo meno, nel breve periodo.

Come verrà mostrato anche in seguito, risulta chiaro da subito che l’epicentro dell’in-tossicazione da cocaina-atropina è la zona di Bergamo e, in particolare, Seriate. Fuqui, infatti, che si registrarono 12 casi, ovvero il 57,1% dei casi totali. Le zone limitrofein cui si registrarono le altre intossicazioni furono la città di Bergamo, a circa 10 Kmda Seriate, Calcinate, a 11 Km da Seriate, e a Lovere, a 36 Km dall’epicentro. Le cittàdi Desenzano del Garda e di Mantova, dove si registrarono i casi geograficamente piùlontani rispetto all’epicentro, distano, rispettivamente, 76 Km e 138 Km da Seriate.

Guardando alla tipologia dei casi registrati, è stato possibile eseguire un’analisi di tipoquantitativo sui dati ottenuti, riuscendo, quindi, a definire un quadro abbastanza com-pleto dei soggetti intossicati e della cronologia dell’epidemia.Per quanto concerne le caratteristiche generali del gruppo di soggetti ricoverati, l’ana-lisi riferisce una numerosità di soggetti maschi maggiore rispetto alle femmine (76,2%maschi, 23,8% femmine), come indicato nel Grafico 3.

Epicentrodell’epidemia:

Bergamo

Caratteristiche socio-anagrafiche del

gruppo di pazientiintossicati

Grafico 3 - Distribuzione percentuale del sesso dei soggetti intossicati.

Per quanto riguarda l’età media dei ricoverati, è stato calcolato che questa sia di 31,8anni, con un minimo di circa 1 anno (14 mesi) ed un massimo di 56 anni. La distribu-zione dei soggetti ricoverati in classi d’età risulta essere la seguente:

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Il grafico mette in evidenza che la fascia d’età con maggiori consumatori è quella tra i20 e i 29 anni, confermando, nonostante la numerosità esigua del gruppo analizzato,il fatto che le fasce giovanili sono quelle più a rischio di consumo di sostanze.Anomala è la prima colonna del grafico in cui appare che due soggetti, tra 0 e 9 anni,hanno fatto uso della cocaina tagliata con atropina. In realtà, si tratta di due bambini(uno di 14 mesi, l’altro di 2 anni e 2 mesi), i cui genitori si sono presentati giovedì 26luglio presso l’ospedale di Seriate in evidente stato confusionale e in preda alle alluci-nazioni. I piccoli, manifestando segni di irrequietezza e agitazione, furono anch’essisottoposti agli accertamenti tossicologici, risultando positivi all’intossicazione da co-caina-atropina. Nonostante non siano ad oggi ben chiare le modalità con cui i bam-bini entrarono in contatto con la cocaina-atropina, l’Osservatorio dei Minori emanò unprovvedimento di revoca della potestà genitoria nei confronti dei due genitori ricove-rati. La motivazione addotta si basò sul fatto che la condizione tossico-manica com-promette seriamente la funzione genitoriale, in quanto sussistono elementi oggettivi,quali la condizione di salute, la posizione giudiziaria, l’altalenante stabilità dei rapportidi coppia, la presenza di frequenti interventi da parte dei servizi sociali nelle dinami-che familiari, che rendono complesso e difficile l’esercizio del genitore e che inficiano,quindi, i percorsi evolutivi del minore.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la maggior parte delle persone assunse co-caina tagliata con atropina nei giorni di mercoledì e, soprattutto, giovedì, collocando ilconsumo della sostanza a metà settimana, come indicato dal Grafico 5 e non nel finesettimana come, comunemente, ci si poteva aspettare.

Grafico 4 - Distribuzione dei soggetti intossicati per classi d’età.

Giorni della settimanaper assunzione e

ricovero

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

193

È doveroso osservare, però, che l’allerta lanciata dalla Regione Lombardia giunse pro-prio prima dell’inizio del fine settimana, con il coinvolgimento, inoltre, dei disk jockeydelle discoteche, oltre che dei media, per la divulgazione dell’allarme. Inoltre, un prov-vedimento simile venne adottato anche in Veneto tra venerdì 27 e sabato 28 luglio. Inprevisione del fine settimana, infatti, considerando che in tale lasso temporale le oc-casioni di consumo aumentano, si cercò di allertare non solo le unità operative sani-tarie ma anche quelle figure di spicco tra i giovani in grado di comunicare al maggiornumero possibile di persone il pericolo della cocaina avvelenata. Per tutta la notte,quindi, i vocalist dei locali da ballo e di intrattenimento sollecitarono i giovani a “nientedroga”, a “non cascarci”, a “divertirsi senza droga”.Considerando, quindi, il forte impatto comunicativo che possono aver avuto questeiniziative sui potenziali consumatori, è lecito pensare che il consumo di cocaina siastato limitato in occasione del fine settimana proprio grazie ai moniti diffusi attraversonumerosi canali di avviso.Analogamente, come mostrato nel Grafico 6, i ricoveri presso gli ospedali si sono con-centrati intorno a venerdì 27 e sabato 28 luglio, poche ore dopo l’assunzione della so-stanza, mostrando la rapidità con cui la sostanza agisce sull’organismo.

Grafico 5 - Distribuzione dei soggetti intossicati per giorno della settimana in cui hannoassunto cocaina.

“Tam tam”informativo come

deterrente alconsumo

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

194

Timing analysis

Mediamente, vennero ricoverate 0,88 persone (quasi 1 soggetto) al giorno durantetutto il periodo “epidemico”.Sulla base di quanto riportato nella documentazione clinica dei Pronto Soccorsi, iltempo medio tra il momento dell’assunzione della sostanza e il momento della primaosservazione al Pronto Soccorso fu di 4 ore e 24 minuti, con picchi minimi di 2 ore e6 minuti e picchi massime di 17 ore e 46 minuti.Il tempo medio di degenza fu di 45 ore, ovvero 1 giorno e 21 ore, con picchi di anche96 ore (4 giorni).L’elaborazione dei dati che ci sono stati forniti ha evidenziato che la durata dell’evento,intesa come il tempo trascorso tra il primo e l’ultimo caso, ovvero dal primo ricovero aMantova all’ultimo registrato a Bergamo, fu di 577 ore, ovvero di 24 giorni e 1 ora.È stato calcolato che il tempo tra l’inizio dell’epidemia e il picco massimo, momento incui il fenomeno ha raggiunto il suo culmine, sia stata di 193 ore. Ciò significa cheprima che l’epidemia raggiungesse l’apice sono trascorsi 8 giorni e 1 ora.

Grafico 6 - Distribuzione dei soggetti intossicati per giorno della settimana in cui sonostati ricoverati.

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Tabella 9 – Timing analysis.

Tempo trascorso tra l’assunzione della cocaina-atropina e la prima osservazione al Pronto Soccorso

medio 4 h 24 min

max 17 h 46 min

min 2 h 6 min

Tempo di degenza

medio 45 h (1 giorno 21h)

max 96 h (4 giorni)

min 3 h

Durata epidemica 24 giorni 1 h

Tempo per raggiungere il picco epidemico 8 giorni 1 h

Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

195

Prima di procedere all’analisi della tempistica della segnalazione di allerta, è opportunodelineare quali procedure sono previste dai protocolli ufficiali per l’attivazione dell’al-lerta. Il “Protocollo per l’avvio sperimentale di un sistema di sorveglianza rapido per laconoscenza delle sostanze in circolazione – Progetto interregionale M.D.M.A. Moni-toraggio Droghe e Manifestazioni d’Abuso” prevede che ognuna delle parti sottoscri-venti il progetto MDMA si ponga come osservatore e referente privilegiato, instaurandouna relazione sinergica con il resto del sistema (art. 1). A fronte di un coinvolgimentoeguale e paritetico, con il medesimo documento si affida alla Regione Lombardia, pertramite della Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, l’avvio sul territorio re-gionale del Sistema di Allerta. Inoltre, nello svolgimento specifico delle funzioni previ-ste, l’azione della Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale si concretizza, tra le altre at-tività, con la responsabilità del coordinamento, a livello regionale e nazionale, dell’a-zione progettuale avviata (art. 4).Premesso ciò, nella pratica è previsto che l’attivazione dell’allerta possa essere dispo-sta da uno dei componenti del Gruppo di Coordinamento, suddivisi in tre categorie:operatore dell’ASL di Milano, operatore di un Centro Anti Veleni e referente delle Forzedell’Ordine. Nello specifico delle intossicazioni da cocaina-atropina avvenute a novem-bre 2004 e a luglio 2007 tra Bergamo e Brescia, a dare l’allarme fu il dott. RobertoMollica, dell’Osservatorio Dipartimento Dipendenze Patologiche ASL Città di Milano.L’attivazione della procedura di allerta avvenne dopo che il Centro Antiveleni di Ber-gamo segnalò l’accesso ospedaliero di sei soggetti con sopore ad allucinazioni dopoaver assunto cocaina presumibilmente tagliata con atropina (di fatto, erano in corsogli accertamenti per l’identificazione delle sostanze contenute nei campioni biologiciinviati al Centro di Tossicologia Analitica di Pavia). A sua volta, il Centro Antiveleni diBergamo ricevette i campioni su cui sono stati svolti i primi esami, dai Pronto Soccorsidi Seriate e di Bergamo.

Per valutare il funzionamento del Sistema di Allerta Rapida della Regione Lombardia,si è ritenuto di dover utilizzare i seguenti indicatori:• quando e dopo quanti casi è stato lanciato il segnale di allerta: si vuole calcolare il

tempo trascorso tra la manifestazione del primo caso di intossicazione e il momento

Procedure per lasegnalazione di

allerta

Indicatori

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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della segnalazione di allerta ad opera del Sistema di Allerta Rapida della RegioneLombardia, con indicazione, anche, di quanti casi si sono manifestati prima del lan-cio del segnale di allerta.

• quando l’allerta è stata revocata: si intende riflettere sul momento della revoca delsegnale di allerta rispetto alla manifestazione di successivi casi manifestatisi ad al-lerta conclusa.

• durata del periodo di allerta: si vuole comprendere quanto tempo è trascorso dallasegnalazione di allerta alla comunicazione di cessata allerta, guardando al numerodi casi di intossicazioni che si sono palesati in quell’arco temporale.

La segnalazione di allerta inviata dal Sistema di Allerta Rapida della Regione Lombar-dia giunse alle ore 13.33 di giovedì 26 luglio, dopo 178 ore dall’inizio dell’epidemia, ov-vero dopo 7 giorni e 10 ore dal primo caso segnalato. Lo scarto tra il picco epidemicoe l’invio dell’allerta è di 15 ore. In altre parole, si può dire che l’epidemia raggiunse ilsuo picco massimo appena 15 ore dopo che l’allerta fu lanciata e che la segnalazionedi allerta, quindi, giunse solo 15 ore prima che l’epidemia raggiungesse il suo apice.L’analisi delle tempistiche delle segnalazioni di allerta mette anche in risalto dopo quanticasi il segnale di allerta venne dato. Di fatto, prima che il modulo di attivazione per laprocedura di allerta fosse inviato ai Direttori dei Dipartimenti delle Dipendenze della Re-gione Lombardia e ai referenti delle equipe territoriali MDMA, i casi di ricovero registratifurono 8, ovvero dopo il 38,1% del totale di casi.Nel modulo di attivazione della procedura di allerta del Sistema di Allerta lombardo èspecificato che il numero di soggetti coinvolti nell’intossicazione, al momento della se-gnalazione, era 6. Tuttavia, la ricostruzione cronologica e georeferenziata dell’epide-mia ha evidenziato, come già riportato, che i casi, in realtà erano 8. Infatti, il primo casofu quello di Mantova, una settimana prima; il secondo fu quello delle 11.10 del 26 lu-glio a Seriate. È verosimile pensare che questo secondo caso, dato il breve tempoche intercorre tra esso e la segnalazione di allerta (2 ore e 10 minuti circa), non avesseancora avuto una conferma degli esami tossicologici. Di conseguenza, l’Osservatoriodel Dipartimento Dipendenze Patologiche ASL Città di Milano poteva non averne an-cora avuto segnalazione.

Analogamente, è possibile calcolare dopo quanto tempo fu dichiarata la cessata al-lerta.Dai media si apprese che l’allarme venne fatto rientrare il 30 luglio, ovvero dopo circa285 ore dall’inizio dell’epidemia, cioè dopo 11 giorni e 21 ore. Come si evince dal cro-nogramma, tuttavia, si registrarono altri due casi dopo che l’allerta venne ritirata: ilprimo dopo 3 giorni, il secondo dopo 13. Sembra, quindi, che l’allerta si stata fatta ri-entrare con 292 ore di anticipo, ovvero 12 giorni 4 ore e 48 minuti prima dell’effettivotermine dell’epidemia.

La durata totale del periodo di allerta segnalato fu di circa 83 ore, ovvero di 3 giorni10 ore e 11 ore, durante il quale si manifestarono 11 casi di intossicazione, ovvero il52,4% dei casi totali.Considerando che la durata complessiva dell’intossicazione è stata di 577 ore, se nericava che solo il 14,4% del periodo epidemico è stato caratterizzato dalla segnala-zione di allerta. Ciò significa che le disposizioni che i protocolli per l’attivazione dellostato di allerta prevedono per tutte le unità operative territoriali in caso di necessità,sono rimaste attive solo per il 14,4% del periodo totale dell’epidemia, lasciando com-pletamente scoperto il rimanente periodo.

Segnalazione diattivazione dell’allerta

Segnalazione dicessata allerta

Periodo di allerta

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

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Geo-referenziazione

Per quanto riguarda la georeferenziazione dei casi, come già esplicitato, a Mantova siregistrò il primo caso con una settimana di anticipo rispetto alla fase più calda dell’e-pidemia. Dopo una settimana si concentrarono 18 casi in due giorni - 10 casi il 26 lu-glio e altri 8 casi il 27 (vedi da Figura 3 a Figura 7). Il secondo caso si verificò a Se-riate, seguito dal terzo, presso il Pronto Soccorso di Bergamo. Dopo solo circa 3 ore,ancora a Seriate, si verificarono altri 4 casi. Verso le 11 della stessa mattinata, pressolo stesso Pronto Soccorso, un’altra persona si presentò con i sintomi dell’intossica-zione. In serata, altri due casi si verificarono a Seriate, a distanza di un paio d’ore l’unodall’altro. L’ultimo caso della giornata, l’undicesimo dell’intossicazione, si verificò a Cal-cinate, a circa 18 Km di distanza da Bergamo.La giornata del 27 luglio si aprì con i primi due ricoveri a Seriate tra la mezzanotte e le2.00 del mattino, seguiti da altri due ricoveri, pressoché contemporanei, a Lovere – acirca 50 Km da Bergamo – e a Desenzano – a circa 80 Km da Bergamo. Tra le 3.00e le 5.00 si verificarono altri 5 casi: nell’ordine, a Lovere, Desenzano del Garda, Se-riate, Desenzano del Garda e l’ultimo a Lovere. Da sottolineare che proprio il quartodei casi appena citati, quello verificatosi a Desenzano del Garda, è quello della ragazzaventenne sentitasi male dopo poco più di 2 ore dall’assunzione della sostanza e de-ceduta per arresto cardio-respiratorio. La giornata del 27 luglio si conclude con l’ul-timo caso a Seriate, intorno alle 4 del pomeriggio.

Tabella 10 - Riassunto della tempistica e dei casi dell’intossicazione.

Durata del fenomeno 577 h(dal primo all’ultimo caso) (24 giorni 1 ora)

Numero totale di casi 21

N medio casi/24h 0,88(quasi una persona al giorno)

Tempo trascorso tra l’inizio dell’intossicazione 178 oree la segnalazione di allerta (7 giorni 10 ore)

Tempo medio tra l’assunzione della sostanze e il ricovero 4h 12 min

Tempo medio di ricovero in ospedale 45h(1 giorno e 21 h)

Scarto tra picco epidemico e segnalazione di allerta 15 ore

Periodo di allerta 83 ore(3 giorni 11 ore)

Periodo di apparente spegnimento 141 ore(5 giorni 21 ore)

N casi dopo la “cessata allerta” 2

T di comparsa del caso n.1 dopo la “cessata allerta” 3 giorni

T di comparsa del caso n.2 dopo la “cessata allerta” 13 giorni

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Prima che si presentasse il ventesimo caso di intossicazione da cocaina-atropina tra-scorsero 6 giorni, quando, presso l’Ospedale di Desenzano del Garda, venne ricove-rata un’altra persona risultata positiva alla cocaina-atropina. Infine, la conclusione del-l’intossicazione epidemica trovò collocazione presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo,intorno alle 4.00 del 12 agosto.

Tabella 11 - Riassunto del numero di casi avvenuti nelle diverse località e relativa distanzadall’epicentro dell’intossicazione.

La georeferenziazione completa dei casi è stata rappresentata in Figura 3.

LOCALITÀ N. CASI KM DALL’EPICENTRO

Seriate 12 Epicentro

Mantova 1 140

Desenzano del Garda 3 76

Lovere 2 36

Calcinate 1 11

Bergamo 2 4

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Figura 4 - Georeferenziazione dei casi di intossicazione dallo ore 0.00 alle ore 11.59 del26 luglio 2007.

Figura 5 - Georeferenziazione dei casi di intossicazione dallo ore 12.00 alle ore 23.59 del26 luglio 2007.

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

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Figura 6 - Georeferenziazione dei casi di intossicazione dallo ore 0.00 alle ore 11.59 del27 luglio 2007.

Figura 7 - Georeferenziazione dei casi di intossicazione dallo ore 12.00 alle ore 23.59 del27 luglio 2007.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

202

Analisi dei tempi tecnici

La ricerca di dati e informazioni per ricostruire il cronogramma dell’epidemia, ha fattoemergere anche notizie interessanti sui tempi tecnici che sono necessari per avere irisultati delle analisi di laboratorio, indispensabili per comprendere chiaramente perquali sostanze il paziente è rimasto intossicato. In particolare, il dott. Alessandro Za-varit, del Centro Antiveleni di Bergamo, ci spiegò come avviene l’invio di un campionedi sangue di un paziente al Centro di Tossicologia Analitica Chimica di Pavia e quantotempo sia, quindi, necessario per ottenere una risposta. In particolare, il dott. Zavaritci istruì proprio sugli eventi che hanno riguardato il primo caso registrato a Bergamo,raccontandoci la sua personale esperienza e riportando in modo molto dettagliato latempistica tra laboratori.Ci fu riportato che il Pronto Soccorso di Bergamo aveva inviato al Laboratorio di Tos-sicologia Analitica Chimica di Pavia alle 8.30 del 26 luglio il campione da analizzare.Per percorrere la distanza che intercorre tra Bergamo e Pavia (90 Km) in auto si im-piegò 2 ore e 15 minuti, facendo, quindi, giungere il campione a destinazione alle ore10.45.È da sottolineare il fatto che il tempo per lo spostamento da Bergamo a Pavia varia acausa del traffico che si può incontrare lungo il tragitto. Di solito, di notte o, comun-que, in assenza di traffico, questo percorso può essere coperto in 1 ora e 15 minuti.Tuttavia, con il traffico ci si impiega circa 1 ora in più.

Dal momento dell’arrivo a Pavia al momento della comunicazione del risultato delleanalisi a Bergamo trascorsero altre 2 ore e 15 minuti. Da sottolineare che gli esiti ven-gono comunicati telefonicamente, quindi è verosimile pensare che, appena disponi-bili, questi vengano comunicati immediatamente. In totale, dall’invio del campione alconseguimento del risultato delle analisi eseguite su di esso, trascorsero 4 ore emezza.La questione che si pone, però, parlando di tempistiche di analisi, concerne il fattoche il tempo impiegato per analizzare il primo campione e cercare, quindi, le sostanzein esso contenute e che possono aver portato all’intossicazione, cambia a secondache si tratti del primo campione analizzato o di successivi campioni. Infatti, i primiesami non possono essere mirati ad una sostanza in particolare poiché manca un ri-ferimento precedente. Per tanto, vengono fatti spaziare tra un’ampia rosa di sostanzefino a trovare quella/e per cui è avvenuta l’intossicazione.Al fine di mirare l’analisi e, quindi, ridurre i tempi di attesa per i risultati, è estremamenteimportante conoscere i segni e i sintomi del paziente, focalizzando, quindi, sulla ricercadelle sostanze che possono manifestare i segni e i sintomi riportati. In altre parole, sesono noti i segni e i sintomi del soggetto ricoverato, si potranno andare a ricercare nelcampione le sostanze che portano a manifestare quei segni e quei sintomi, trala-sciando quelle non relazionate ai suddetti. Di conseguenza, le analisi sui successivicampioni potranno essere eseguite in un tempo inferiore poiché già sono orientate al-l’individuazione di una sostanza piuttosto che di altre. Nel caso specifico di Bergamo,l’analisi necessitò di circa 2 ore di tempo, senza avere alcun riferimento sul tipo di so-stanza da ricercare. È plausibile, quindi, affermare che, avendo nota una sostanze diriferimento, in questo caso, atropina, il tempo per l’analisi avrebbe potuto essere infe-riore.

Un’esperienza simile ci è stata raccontata dal dott. Franco Lotti, dell’Ospedale “C.Poma” di Mantova, con il quale ci siamo sentiti spesso a causa dell’anomalia che ilcaso mantovano del 19 luglio rappresenta. Egli ci riportò che, dopo il ricovero del pa-ziente, alle ore 3.12, un suo campione di sangue venne portato al laboratorio dell’o-

Centro Antiveleni di Bergamo

Cosa cercare?

Tempi tecnici:Mantova

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

203

spedale per avere una prima valutazione sulla positività del soggetto. La risposta siebbe alle 4.30 (1 ora e 18 minuti dopo il ricovero). Quindi, alle 11.00 il campionevenne inviato al Centro di Tossicologia Analitica Chimica di Pavia per gli ulteriori accer-tamenti. Si procedette allo spostamento Mantova – Pavia (151 Km) in auto, consen-tendo la consegna del campione al laboratorio alle 13.30 (2 ore e mezza è il tempomedio impiegato per coprire il percorso indicato, considerando il traffico in entrata aPavia). Alle 16.00 del pomeriggio giunse la risposta telefonica da Pavia che informavadella presenza di atropina nel campione di sangue inviato. La risposta formale da partedel Centro di Tossicologia Analitica Chimica di Pavia arrivò all’ospedale di Mantova il10 agosto, ma la telefonata per informare dei risultati ottenuti dagli esami, come regi-strato nel fonogramma del laboratorio e dell’ospedale stesso, giunse dopo 5 ore dal-l’invio del campione.

Alla luce delle informazioni ottenute, siamo in grado di fare alcune considerazioni:• il tempo di consegna dall’ospedale dove il paziente è stato ricoverato al laboratorio

di Tossicologia Analitica Chimica di Pavia varia, evidentemente, con la distanza cheintercorre tra le due strutture. Di fatto, però, considerato il raggio entro cui l’intossi-cazione sì è manifestata, è lecito considerare che nessuno degli ospedali fosse apiù di 150 Km da Pavia. Ciò significa che tutti i campioni sono giunti entro 2 ore e15/30 minuti.

• il tempo per la trasmissione telefonica dei risultati da Pavia all’ospedale di riferimentonon tarda oltre le 2 ore e mezza. Infatti, sia Mantova che Bergamo costituivano deicasi “primi” che, come evidenziato precedentemente, richiesero una certa tempi-stica di analisi poiché non si avevano sostanze di riferimento da ricercare. I succes-sivi accertamenti tossicologici, invece, furono agevolati dal fatto di sapere già sucosa si dovesse/potesse mirare l’analisi.

Le considerazioni sopra riportate possono essere riassunte nella Figura 8.

Figura 8 - Tempi tecnici per l’analisi tossicologica dei campioni dei soggetti intossicati.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Conclusioni

Di seguito vengono riportate una serie di riflessioni derivanti dall’osservazione del fe-nomeno che possono essere utili, e possono essere prese in considerazione, per lefuture allerte:

1. Le intossicazioni a grappolo possono presentarsi con casi iniziali “sentinella” chepreludono all’espressione successiva del fenomeno. Pertanto, in casi di rilievo, an-che sporadico, di tossici aggiunti è necessario attivare da subito l’allerta e nonaspettare casi “di conferma”. È verosimile, infatti, che il taglio delle sostanze contossici avvenga sempre per più dosi contemporaneamente.

2. Nonostante le allerte fossero state inviate a tutti i referenti territoriali del progetto Si-stema di Allerta Rapida e i Direttori dei Dipartimenti delle Dipendenze della RegioneLombardia, la maggior parte dei medici contattati per la ricostruzione temporale delfenomeno riferirono di non essere al corrente dell’allerta. Ciò significa che, benchéle unità di emergenza vengano avvisate, non è assicurata la corretta e tempestivatrasmissione interna delle informazioni agli operatori che dovranno concretamenteintervenire. È necessario, quindi, assicurare la copertura della comunicazione in-terna e accertarsi che le segnalazioni di allerta vengano adeguatamente ricevute.È opportuno, quindi, pensare ad un sistema di reporting sia per avere la certezzadi aver correttamente inviato la segnalazione sia per essere sicuri che la segnala-zione stessa sia stata ricevuta dalle unità destinatarie.

3. Considerando che dopo la segnalazione di cessata allerta si sono registrati altridue casi di intossicazione, è opportuno riflettere sulla durata del periodo di allerta.Si ritiene, infatti, che sarebbe meglio aspettare almeno 10 giorni prima di far rien-trare la segnalazione di allerta. In questo modo, ci sono maggiori probabilità che illivello di allerta e attenzione tra le unità operative del sistema di allerta siano più altie che queste, quindi, risultino maggiormente sensibili e pronte ad adottare le mi-sure previste per affrontare, e/o evitare, altre eventuali intossicazioni.

4. La diffusione delle intossicazioni dall’epicentro di Seriate (Bergamo) ha raggiuntoun massimo di 150 Km (il punto più lontano è stato Mantova). Questo dato è im-portante se si pensa al raggio di diffusione che il segnale di allerta deve coprire.Ciò significa che, individuato l’epicentro di un’intossicazione, è opportuno allertarein via prioritaria le unità operative che si trovano nel raggio di circa 150/200 Kmdall’epicentro.

5. Resistenza e fonti di opposizione. Nel progettare i Sistemi di Allerta va consideratoche questi sistemi sono dei concentratori di informazioni sia di input che di outputche a volte possono risultare rischiosi perché rappresentano una concentrazionedel potere organizzativo e a volte personale. Di conseguenza, se gestiti male, pos-sono portare a non velocizzare le informazioni, a non metterle in comune e a nonlavorare in modo trasparente e condiviso. Potrebbero essere, quindi, delle formedi gestione che in realtà “ingessano” il sistema. È opportuno, per tanto, creare deimetodi di gestione che non permettano l’involuzione naturale di sistemi di questotipo in i forme di auto-referenzialità.

6. È necessario riflettere anche sulle metodologie di monitoraggio attualmente in usonelle varie Regioni e, soprattutto, sul fattore “tempestività” che con gli attuali mo-delli non ci risulta essere garantito, specialmente nella fase di attivazione rapida

Lessonlearning

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Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo per cocaina-atropina

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delle strutture e delle organizzazioni che possono, in qualche modo, aiutare a pre-venire il fenomeno e la sua diffusione.

7. In conclusione, riteniamo che molte cose siano ancora da approfondire e da met-tere a punto. Proprio per contribuire a questa crescita comune, questo gruppo hasviluppato il presente manuale e il software “Geo Drugs Alert” che, come si avràoccasione di valutare, nasce soprattutto dall’esigenza di soddisfare il criterio dellatempestività delle segnalazioni in entrata, dell’altrettanta precocità di elaborazionee trasmissione delle eventuali allerte ma, soprattutto, dalla possibilità di gestire ilnetwork di input e output (attivazione del sistema sanitario e sociale al fine di evi-tare la diffusione dell’intossicazione) attraverso sistemi tecnologici estremamenteavanzati e molto agevoli nel loro apprendimento ed uso routinario. Tutto questo sispiega con il fatto che siamo convinti che continuare a tenere in piedi sistemi chehanno un approccio prettamente burocratico e documentale dei fatti e delle trage-die collegate all’uso di sostanze, sia una modalità operativa inutile e che costitui-sce uno spreco certamente evitabile.

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ALTRI CONTRIBUTI

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

1. GLI AMBITI DI APPLICAZIONE DEGLI EARLY WARNING SYSTEMS

Gli ambiti in cui sono stati usati i sistemi di allerta precoce, conosciuti anche comeEarly Warning Systems (EWS) sono vari. Tuttavia, ciò che accomuna questi ambientiin riferimento all’impiego di questi sistemi è l’idea di mettersi nelle condizioni di preve-dere il verificarsi di un evento, di prevenire una situazione di danno e/o di disagio, e divoler anticipare uno specifico fenomeno potenzialmente negativo per determinati sog-getti.Oltre a condividere il concetto di “anticipo” e di “evitabilità” del danno, i sistemi di al-lerta precoce presentano meccanismi di rilevamento delle informazioni che permet-tono al sistema stesso di individuare la minaccia ed, eventualmente, di implementareuna serie di azioni di risposta atte a rispondere, a seconda del caso, all’emergenzache si presenta.

1.1 EWS, EVENTI SISMICI ED INDUSTRIA

I contesti in cui, concretamente, si possono trovare i sistemi di allerta precoce sonodavvero i più disparati.Nell’ambito del rischio sismico si incontrano numerosi esempi di applicazione.È possibile citare, ad esempio, la linea ferroviaria ad alta velocità Shinkansen che at-traversa tutto il Giappone. Tale linea presenta un EWS composto da stazioni di rileva-mento situate nei pressi dell’area epicentrale e da un Urgent Earthquake Detectionand Alarm System, che si sviluppa lungo tutto il percorso della ferrovia. Questo si-stema prevede il rilevamento delle onde di taglio (onde-P9), la stima della potenzialearea soggetta a danno e l’interruzione del traffico ferroviario in caso se ne presenti lanecessità 1.

Anche nella principale arteria di collegamento tra la città di Vancouver e l’area a Norde a Ovest della città si trova un esempio di applicazione di Early Warning System. Sitratta, infatti, di sismometri, trasmettitori, ricevitori, che sono distribuiti sui territori diWashington, Oregon e British Columbia e che hanno lo scopo di fornire la misura delmoto verticale del suolo e di interrompere il traffico veicolare mediante la luce rossadel semaforo 2.

Applicazioni diverse,obiettivi comuni

Claudia Rimondo, Giovanni SerpelloniDipartimento delle Dipendenze ULSS 20, Verona

Linea ferroviariaShinkansen

Arteria di Vancouver

1 Manfredi G., Rischio sismico e sistemi di Early Warning, Dipartimento di Analisi e Progettazione Strut-turale, Università di Napoli “Federico II”, novembre 2003.

2 Ibid.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Nel campo dei gasdotti, gli Early Warning Systems di eventi sismici vengono utilizzatiper prevenire danni ambientali, per preservare l’integrità del gasdotto anche durantel’evento sismico, in modo che il servizio di distribuzione non venga interrotto, e per ri-durre il rischio di incidenti e/o di perdite di tipo economico in caso di danno. Tutto ciòviene realizzato per mezzo di tecnologie che prevedono cavi a fibra ottica sensibili alleonde sismiche e valvole di shutoff in caso si presenti l’evento del sisma. Un esempiodi questo tipo di applicazione è rintracciabile nel progetto dell’Istituto Des Plaines, del-l’Illinois, sostenuto dal Dipartimento per energia e gas 3.

Negli impianti nucleari, gli Early Warning Systems sono applicati per ridurre il rischio dirilascio di materiali radioattivi, per contenere il danno alle attrezzature (come, ad esem-pio, generatori a turbina, pompe di circolazione, generatore a vapore, ecc…), per fre-nare il rischio sismico, con conseguente diminuzione del costo per la copertura assi-curativa, e per fornire una soluzione a breve termine per la mitigazione dei rischio si-smico. Il sistema di allerta, in questi casi, è in grado di interrompere le reazioni nucleariin corso o di attivare misure di controllo con solamente tre secondi di preallarme.A titolo esemplificativo, si prenda in considerazione l’impianto nucleare Ignalina, in Li-tuania. Questo impianto è stato progettato per accelerazioni massime al suolo deri-vanti dall’analisi della sismicità dell’area baltica. Tuttavia, in seguito a successive ana-lisi, l’impianto è risultato non conforme alle norme di sicurezza e, pertanto, era neces-sario prevederne la chiusura. Per evitare tale soluzione è stato installato un EarlyWarning System che, prima del verificarsi di un terremoto in prossimità dell’impianto,provvede alla disattivazione del reattore. Inoltre, in caso di sisma, il sistema è in gradodi attivare una serie di misure di sicurezza che possono interrompere le reazioni di fis-sione nucleare, in modo da diminuire il danno derivante dall’evento sismico 4.

Tuttavia, è possibile parlare di applicazione di EWS anche quando ci si riferisce all’at-tivazione di generatori d’emergenza di energia, alla messa in sicurezza delle attrezza-ture, allo shutoff di impianti di gas o di impianti elettrici nelle aziende sanitarie. Nei ser-vizi d’emergenza, come le stazioni dei pompieri e le caserme, gli Early WarningSystems permettono l’attivazione di misure di sicurezza quali l’apertura automatica deigarage. Negli edifici deputati ad abitazione civile, sono previsti Early Warning Systemsche si manifestano con misure di allarme o, per esempio, con l’attivazione di valvoledi shutoff per il gas. Ancora, gli EWS vengono utilizzati per effettuare misure di con-trollo negli aeroporti durante le operazioni di decollo e atterraggio. Un esempio di uti-lizzo di EWS in ambito industriale si trova presso il generatore di energia elettrica aKobe, area ad altissimo rischio sismico, in Giappone 5.

Impianti nucleari

Situazioni diemergenza

Gasdotti

3 City of Des Plaines, Hazard Mitigation Plan, French & Associates Ltd., Park Forest, Illinois, gennnaio2007, capitolo n. 7.

4 Manfredi G., op. cit.5 Basher R., “Global early warning systems for natural hazards: systematic and people-centred”, in Phi-

losophical Transaction of Royal Society A, 364, 2167-2182, 2006.

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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Analogamente, le attività svolte dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel-l’ambito della sorveglianza geochimica dei vulcani italiani attivi, consistono essenzial-mente nel monitoraggio di parametri riguardanti i fluidi naturali, quali le acque di falda,le emissioni fumaroliche, le mofete, i pennacchi vulcanici, tutte quelle attività volte apercepire lo stato di attività del vulcano ed, eventualmente, a dare un segnale d’allertain caso di attività anomala e/o pericolosa 6.

Come dimostra l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, gli Early War-ning Systems sono stati applicati anche ad impianti di distribuzione dell’acqua per iquali sono state sviluppate tecnologie e tecniche utili a monitorare e a valutare la qua-lità dell’acqua potabile, ad evitare contaminazioni della stessa ed, eventualmente, a li-mitare il più possibile che venga bevuta acqua non ottimale da un punto di vista qua-litativo 7.

Figura 1 - Sistemi di allerta, terremoti e vulcani.

Vulcanologia

6 Manfredi G., op. cit.7 U.S. Environmental Protection Agency, Office of Water, Office of Science and Technology, Health and

Ecological Criteria Division, “Technologies and Techniques for Early Warning Systems to Monitor and Eva-luate Drinking Water Quality: A State-of-the-Art Review”, EPA/600/R-05/156, agosto 2005.

Impianti per ladistribuzione

dell’acqua

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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I sistemi di allerta tsunami e per le alte maree, poi, sono attivi in tutta la regione del Pa-cifico. Gli Stati Uniti ne hanno allestiti nelle Hawaii e in Alaska e sono gestiti dal Geo-logical Survey e dal Noaa. Questi centri richiedono investimenti ingenti e un impegnoprevisto per il lungo periodo al fine di gestire una rete di comunicazione attiva venti-quattro ore su ventiquattro, con elevate capacità operative e un’adeguata formazionedel personale. Lo Tsunami Warning System (TWS) nel Pacifico, adottato da ventiseistati, ha la funzione di monitorare stazioni sismiche e stazioni per il controllo delle ma-ree in tutto il bacino del Pacifico per valutare potenziali terremoti e diffondere informa-zioni di allerta sugli tsunami. Il Pacific Tsunami Warning Centre (PTWC) è il centro ope-razionale del TWS del Pacifico. Localizzato vicino ad Honolulu, nella Hawaii, il PTWCfornisce informazione di allerta sugli tsunami alle autorità nazionali nel bacino pacifico 8.

Figura 2 - Sistemi di allerta e impianti di distribuzione dell’acqua.

Tsunami e alte maree

8 www.prh.noaa.gov/ptwc

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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Se guardiamo, infine, all’ambito informatico, possiamo individuare delle applicazioni diEarly Warning Systems nella gestione delle minacce che riguardano i sistemi opera-tivi, ovvero i noti virus. Un esempio ci è fornito dal sistema di aggiornamento fornitodalla Microsoft, Microsoft Update, usato per incrementare il livello di protezione delproprio personal computer. Nella pratica, il sistema di allerta della Microsoft rileva unaminaccia, molto probabilmente circolante nel Web, tra i sistemi operativi, e la segnalaad un Alert Centre. Qui, la minaccia viene valutata e vengono identificate le misure op-portune da adottare affinché i PC dei clienti Microsoft possano essere difesi da quelpericolo. Di fatto, lo strumento con cui si tenta di proteggere i sistemi operativi è l’ag-giornamento per i PC, che viene inviato gratuitamente ai clienti prima che il virus at-tacchi i sistemi. L’efficacia degli aggiornamenti non è, però, opinione condivisa tra gliinformatici, poiché alcuni sostengono che il tempo per produrre un aggiornamento eper inviarlo non sempre è così contenuto da precedere l’attacco del virus. Tuttavia, ilsistema di rilevazione della minaccia e di risposta, tramite produzione di aggiornamenti,può essere considerato come una forma di EWS finalizzata a prevenire e/o limitare idanni provocati dagli attacchi di virus 9.

1.2 EWS E SALUTE PUBBLICA

Nell’ambito dei rischi di catastrofi naturali, oltre ad un’applicazione degli EWS che trattidi sistemi sismici, esiste la possibilità di vedere adottati sistemi di questo tipo per pre-vedere e/o limitare i danni causati da fattori meteorologici, quali alluvioni o ondate dicalore.

Figura 3 - Il passaggio di uno tzunami.

Ambito informatico

9 windowsupdate.microsoft.com

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Nella Provincia Autonoma di Trento, ad esempio, è stato attivato un sistema di allertaper i rischi di tipo idrogeologico e idraulico, ovvero un EWS relativo ad eventi che di-pendono essenzialmente dalle condizioni meteorologiche e dalle dinamiche naturalidel territorio. Il sistema mira ad assicurare una costante attenzione all’insorgenza deifenomeni, al flusso di informazioni tra soggetti coinvolti nel sistema, tempestiva attiva-zione dei presidi e degli interventi necessari e sufficienti e un’autonoma capacità diazione nell’ambito del sistema nazionale, e si articola in tre fasi - previsione (divulga-zione di un avviso), valutazione (analisi dei possibili effetti) e allertamento (il livello di al-lerta indica anche le misure operative minime che tutte le strutture interessate devonoassicurare per i diversi livelli di allerta) – che hanno fino ad ora garantito un funziona-mento efficiente ed efficace del sistema 10.

Inoltre, nel 2004 è stato attivato in Italia un progetto del Dipartimento della ProtezioneCivile dedicato alla realizzazione di sistemi di allarme per la prevenzione degli effetti delcaldo sulla salute e l’attivazione di un sistema di sorveglianza degli effetti del caldo sullamortalità estiva. Tali sistemi di allarme, denominati Heat Health Watch WarningSystems (HHWWS), sono sistemi caratteristici per ogni città aderente al progetto e uti-lizzano le previsioni meteorologiche per prevedere, fino a 72 ore di anticipo, il verifi-carsi di condizioni ambientali a rischio per la salute e l’impatto sulla mortalità ad esseassociato. I sistemi HHWWS si basano sull’analisi retrospettiva della relazione morta-lità/variabili meteorologiche associate a significativi incrementi della mortalità osservatae hanno dimostrato di rappresentare un importante strumento per la prevenzione dellasalute pubblica se opportunamente integrati con efficaci interventi rivolti ai sottogruppidi popolazione più a rischio 11.

Condizionimeteorologiche

Heat Health WatchWarning System

Figura 4 - Logo del sistema Heat Health Watch Warning System.

10 Provincia Autonoma di Trento, Deliberazione della Giunta provinciale n 972 dd. 13/05/2005, “Sistemadi allerta provinciale”, Trento, maggio 2005.

11 Ministero della Salute, Direzione Generale Prevenzione Sanitaria, Centro Nazionale Prevenzione eControllo Malattie, “Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute diondate di calore anomalo”, Roma, luglio 2005.

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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Considerando la questione della salute pubblica, è interessante segnalare che, a li-vello internazionale, la FAO ha dato vita, fin dal 1975, ad un Global Information andEarly Warning System on Food and Agricolture che rappresenta un forum aperto perlo scambio di informazioni sulla sicurezza del cibo. Il sistema riceve continuamente in-formazioni di tipo economico-politico e relativamente alla situazione agricola dei Paesida un’ampia varietà di risorse ufficiali e coinvolge numerosi istituti di ricerca, organiz-zazioni del settore privato e agenzie governative specializzate per lo scambio delle in-formazioni e, eventualmente, per dare suggerimenti ai vari paesi su come preveniree/o affrontare il verificarsi di eventi come le carestie. Da ciò si evince la forte valenzacollaborativa di questo EWS con le strutture governative 12.

Nel contesto europeo, invece, al fine di notificare in tempo reale i rischi diretti o indi-retti per la salute pubblica correlati al consumo di alimenti o mangimi è stato istituito ilSistema Rapido di Allerta Comunitario, sotto forma di network informativo, a cui par-tecipano la Commissione Europea e gli Stati Membri dell’Unione Europea. Attraversoapposite procedure operative, quali schede di notifica standard per la completezzadelle informazioni e l’uso di posta elettronica per la tempestività della comunicazioni,l’attività del sistema prevede il ritiro di prodotti pericolosi per la salute umana o ani-male 13. Esistono anche sistemi d’allerta per prodotti di tipo non alimentare: il RapidAlert System for Non-Food Products, un sistema d’allerta e di segnalazione tempe-stiva per prodotti di consumo pericolosi 14.

Ancora in Europa, in relazione agli effetti collaterali negativi dei medicinali in condizioninormali di impiego, gli Stati membri hanno istituito un sistema di farmacovigilanza, cheha lo scopo di raccoglie informazioni utili per la sorveglianza dei medicinali, in partico-lare per quanto concerne gli effetti collaterali dei medicinali per l’uomo, nonché per va-lutare scientificamente tali informazioni. L’Agenzia Europea di valutazione dei medici-nali ha costituito una rete informatizzata per agevolare lo scambio delle informazioniinerenti alla farmacovigilanza dei medicinali in commercio nella Comunità per consen-tire a tutte le autorità competenti di condividere la informazioni simultaneamente. Nel-l’utilizzare questa rete, gli Stati si adoperano affinché le segnalazioni dei presunti gravieffetti collaterali verificatisi sul loro territorio siano messe immediatamente a disposi-zione dell’Agenzia e degli altri Stati membri. Inoltre, per agevolare lo scambio delle in-formazioni sulla farmacovigilanza, la Commissione ha elaborata una guida dettagliataper la raccolta, il controllo e la presentazione degli elenchi sugli effetti collaterali nega-tivi, che contiene anche i requisiti tecnici per lo scambio di dati relativi alla farmacovi-gilanza mediante sistemi elettronici e sulla base dei formati stabiliti a livello internazio-nale, ed inoltre è solita pubblicare un documento di riferimento alla terminologia me-dica concordata a livello internazionale 15.

Global Informationand Early Warning

System on Food

Sistema Rapido diAllerta Comunitario

per alimenti

Farmacovigilanza

12 UN Food and Agricolture Organization of the United Nations, The Global Information and Early War-ning System on Food and Agricolture, disponibile su www.fao.org/giews.

13 Regolamento (CE) N. 178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002, Gaz-zetta Ufficiale delle Comunità Europee.

14 Decreto legislativo 21 maggio 2004 n. 172, Attuazione della direttiva n. 2001/95/CE relativa alla si-curezza generale dei prodotti non alimentari e per la tutela dei consumatori.

15 Direttiva 2001/83/CE, Titolo IX, Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee. Vedi anche GuglielmettiP. et al., “The Early Warning and Response System for communicable diseases in the EU: and overviewfrom 1999 to 2005, in ECDC, Eurosurveillance, Issues 10-12, October-December 2006.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Nell’ambito dell’epidemiologia, l’Unione Europea possiede già un meccanismo di net-work per riportare eventi insoliti che possono costituire un’emergenza pubblica sani-taria. Gli eventi riportabili alla comunità sono segnalati dall’Early Warning and ResponseSystem (EWRS), istituito dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle ma-lattie (ECDC). Dopo esser giunta al Centro, l’informazione automaticamente viene con-divisa con tutti gli altri Stati membri. Dal momento in cui la Decisione 2119/98, che hadato vita all’EWRS, è entrata in vigore, alla fine del 2005, un totale di 583 messaggi ècircolato nel sistema, notificando 396 eventi (malattie e/o sindromi) 16. Tale meccani-smo è supportato, inoltre, dalle International Health Regulations (2005) che obbliganogli Stati membri a notificare all’OMS qualsiasi evento che possa costituire un’emer-genza sanitaria pubblica di interesse internazionale 17.

Oltre a questo esempio di EWS usato nell’ambito dell’epidemiologia, è possibile se-gnalare anche il caso dell’Epidemic Intelligence (EI) 18. L’EI si inserisce in un contestoin cui l’idea di base è che in un ambiente rapidamente mutevole le istituzioni nazionaliresponsabili della sicurezza sanitaria non possono più basarsi solo sui tradizionali mec-canismi di reporting relativi alle malattie, poiché questi non sono idonei al riconosci-mento tempestivo di nuove minacce. L’EI intende, quindi, fornire un framework entrocui i paesi possono adattare il loro sistema sanitari e vuole abbracciare tutte le attività

Figura 5 - Il sistema di farmacovigilanza raccoglie informazioni utili per la sorveglianza dimedicinali, soprattutto in relazione agli effetti collaterali per l’uomo, e valuta scientifica-mente tali informazioni.

Early Warning andResponse System

Epidemic Intelligence

16 Rodier G et al., “Implementing the International Health Regulations (2005) in Europe”, in ECDC, Eu-rosurveillance, Issues 10-12, October-December 2006.

17 UN, National IHR Focal Point Guide, 2005.18 Paquet C. et al., “Epidemic Intelligence: a new framework for strengthening disease surveillance in

Europe”, in ECDC, ibid.

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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correlate all’identificazione precoce di potenziali minacce sanitarie, alla loro verifica,valutazione e ricerca in modo tale che appropriate misure di controllo di sanità pub-blica possano essere raccomandate. Il proposito dell’EI include il monitoraggio e la va-lutazione del rischio epidemiologico, ma non la gestione di tale rischio. L’EI si basa sucomponenti indicator-based, ossia dati strutturati raccolti attraverso dai sistemi di sor-veglianza di routine, e evidence-based, cioè dati non strutturati messi insieme da va-rie fonti. Ed entrambi i componenti viene conferita la stessa attenzione e vengono pro-cessati nello stesso modo, poiché si considera che un avviso valido per un segnaled’allarme possa nascere da entrambi i tipi di dati.

I dati di cure primarie di routine forniscono i mezzi per monitorare una varietà di sintomiche potrebbero dare un’allerta precoce in merito al tema della protezione sanitaria. NelRegno Unito, un sistema nazionale di sorveglianza dei sintomi, operato congiunta-mente dalla Health Protection Agency e dalla NHS Direct (una helpline nazionale perla sanità), si occupa di esaminare i sintomi riportati alla NHS Direct 19. Lo scopo di que-sto sistema è quello di identificare l’aumento dei sintomi indicativi di infezioni comunidi malattie, o i primi stadi di una malattia causata dal deliberato rilascio di agenti bio-logici o chimici. Gli eccessi statisticamente significativi nelle chiamate sono automati-camente segnalati e valutati da un team multidisciplinare. I benefici di questo lavorosono un’allerta precoce e la possibilità di tracciare il sorgere di morbilità (influenze, colpidi caldo), di fornire rassicurazione durante i periodi percepiti come di alto rischio (adesempio dopo le bombe di Londra del 7 luglio 2005), e di avere dati di sorveglianzapuntuali per piani di influenza e modelli epidemici.

In Italia, la Regione Emilia Romagna ha adottato sistemi di segnalazione rapida delleepidemie e degli eventi sentinella e li ha proposti in strutture ospedaliere, pubbliche eprivate, e in strutture residenziali, tramite un apposito piano operativo, specifici proto-colli e procedure. Tale programma è mirato al conseguimento di due risultati. Il primoè la costruzione di sistemi mirati a monitorare la quota di infezioni prevenibili, vale a direquelle associate a comportamenti assistenziali non corretti o a procedure invasive. Ilsecondo è quello di individuare tutte le manovre assistenziali che possono costituireun rischio, definire linee guida, lavorare con gli operatori e fare formazione 20.

2. EARLY WARNING SYSTEMS SULLE DROGHE

Sul mercato illegale internazionale, l’emergere di nuove sostanze prodotte nei labora-tori illegali è in aumento 21. Nello specifico, oltre a parlare di nuove sostanze, è oppor-tuno parlare anche di nuovi componenti chimici aggiunti alle “vecchie” sostanze e dinuove modalità di assunzione delle stesse, con i conseguenti effetti dannosi sulla sa-lute fisica e psichica degli eventuali consumatori. Da ciò nasce il bisogno di individuaredegli strumenti in grado di dare delle indicazioni sull’emergere di questo fenomeno inmodo tale da evitarlo o, eventualmente, da arginarlo a da attivare una serie di azionivolte ad impedirne o a limitarne i danni.

Monitoraggio deisintomi

Regione EmiliaRomagna

19 Smith G.E. et al., “A national syndromic surveillance system for England and Wales using calls to atelephone helpline”, in ECDC, ibid.

20 Moro M. L. e Fin M., “Emilia Romagna, le infezioni nella rete gettata dal Ssr”, in Il Sole 24 Ore, 30gennaio 2007, p. 22-23.

Vedi anche www.asr.regione.emilia-romagna.it/wcm/asr/aree_di_programma/rischioinfettivo21 Vedi www.emcdda.europa.eu

Scenario inmutamento

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Vi è, quindi, l’esigenza di strutturare dei sistemi che siano in grado di tenere monito-rata la situazione del consumo di droghe, sia per quanto riguarda le sostanze che peri pattern di consumo e per i quantitativi disponibili individuati, e che possano essereda supporto, in modo più o meno diretto, alle attività di risposta attuate dai soggettipubblici e privati che sono incaricati della protezione della salute pubblica.

Sistemi di questo tipo, applicati all’ambito delle droghe, sono stati organizzati in variPaesi del mondo sull’esempio degli Early Warning Systems fin qui descritti, intenden-doli proprio come mezzi per rilevare, con diverse metodologie, gli elementi (sotto formadi dati più o meno strutturati e/o di eventi sentinella) che possono segnalare l’avventodel fenomeno sopra descritto.Benché accomunati dallo scopo, i sistemi di allerta attivati nei vari Paesi non presen-tano le stesse caratteristiche di strutturazione né di funzionamento. Per tanto, è parsoopportuno soffermarsi sulla presentazione di alcuni EWS adottati in Paesi stranieri peravere una panoramica delle esperienze di sistemi di allerta al di fuori dell’Italia per ve-dere quali strategie sono state adottate, quali possono essere considerate vincenti ri-spetto ad altre in termini di efficacia del sistema, e su quali aspetti è doveroso soffer-marsi al fine di realizzare anche nel nostro Paese un sistema di allerta precoce sulledroghe che funzioni e riesca a raggiungere gli obiettivi prefissati e a costituire, quindi,un vero strumento di protezione della salute pubblica.

2.1 ILLICIT DRUG REPORTING SYSTEM

L’Illicit Drug Reporting System (IDRS) fu commissionato nel 1996 dal CommonwealthDepartment of Health and Ageing del Governo dell’Australia, per fornire uno strategicoed efficace Early Warning System sull’emergere di trend nell’uso di oppiacei, amfeta-mine, cocaina e cannabis. I suoi obiettivi principali sono 22:- descrivere i modelli e le tendenze attuali nel consumo di droghe illegali, incluso il

prezzo, la purezza, l’accessibilità delle sostanze;- servire da sistema d’allerta precoce per i nuovi problemi legati al consumo di dro-

ghe illegali;- identificare i temi che necessitano di maggiori ricerche;- sostenere il lavoro dei policy makers per la gestione di problemi futuri.

Il disegno dell’attuale sistema risente delle lezioni imparate dai precedenti tentativi nelmonitorare la situazione delle droghe in Australia, che dimostra il bisogno di sistemi diinformazione sulle droghe per incrociare molteplici risorse di dati in modo da aumen-tare l’attendibilità nei drug trend riportati e la conseguente credibilità dell’informazioneche emerge da quei sistemi. A tal fine, IDRS, che si mette in luce l’analisi degli indica-tori e il ricorso agli informatori chiave, raccoglie regolarmente i dati da tre fonti tra lorocomplementari:a) una ricerca quantitativa standardizzata di tossicodipendenti che assumono droga

per endovena e che costituiscono una popolazione sentinella tra cui rilevare trendemergenti nell’uso illegale di droghe. Le ricerche vengono condotte nella città prin-cipali di ogni giurisdizione in Australia e fornisce un campione di ricerca totale an-nuale di oltre 900 consumatori;

Nuove esigenze

EWS sulle droghe

Obiettivi

22 National Drug and Alchol Research Center (NDARC), “IDRS: Illicit drug reporting system”, Sydney,NDARC, 2002. Vedi anche www.med.unsw.edu.au/ndarc/idrs/default.

Fonti

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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b) una ricerca qualitativa standardizzata di informatori e/o esperti chiave nell’ambitodelle droghe illecite nella città principale di ogni giurisdizione, che porta ad un cam-pione nazionale totale di 250-300 informatori;

c) una sintesi di risorse dei dati su indicatori correnti come dati su overdose, dati sullapurezza delle droghe sequestrate, dati sugli arresti, dati tossicologici, dati sui trat-tamenti e sui ricoveri ospedalieri e altre ricerche specialistiche. Il grado e la naturadi tali dati varia a seconda della giurisdizione e alcuni gruppi di dati sono conside-rati solo a livello nazionale (ad esempio, quelli che provengono dalle ricerche na-zionali triennali sulle famiglie e sulle scuole e l’uso di droga e dall’Australian Cu-stoms Service). Alcuni gruppi di dati sono analizzati trimestralmente, altri annual-mente, a seconda della natura del dato e del numero di casi esaminati.

In termini organizzativi, il sistema dispone di un centro di ricerca coordinatore e di al-tri sette centri che coprono l’insieme delle giurisdizioni australiane (sei Stati e due ter-ritori). I dati vengono raccolti da tutte le giurisdizioni dell’Australia per fornire una solidacopertura nazionale ed essere presentati, quindi, con frequenza trimestrale, attraversoil Drug Trend Bulletin, e annuale. I risultati sono diffusi attraverso conferenze nazionaliannuali sulle droghe, dettagliati rapporti annuali nazionali e giurisdizionali, e sintetici ag-giornamenti periodici. Il reporting formale è integrato da incontri regolari e comunica-zioni informali tra gli stakeholders principali 23.

I contributi forniti dalle analisi dell’IDRS sono stati molto spesso utilizzati per la forma-zione di una solida base informativa per lo sviluppo di linee politiche e l’implementa-zione di strategie di controllo sulle droghe. Di seguito, vengono presentati alcuniesempi di applicazione del sistema che dimostrano come le informazioni fornite del-l’IDRS siano state strumentali nel fornire una solida base per la definizione di politichedroga correlate. L’impatto del sistema è stato vigoroso a livello nazionale ma anche, esoprattutto, a livello giurisdizionale, dove si hanno le raccolte di dati maggiormente det-tagliate.

Per il Ministerial Committee for Drug Strategy e per il Commonwealth Government,l’IDRS ha fornito informazioni specifiche sull’uso di amfetamine, raccolte da una po-polazione non istituzionale di consumatori di amfetamine, che non sarebbero potutiessere individuati in altri modi. Le informazioni riguardavano le caratteristiche dei di-versi tipi di metamfetamine disponibili per strada, la terminologia usata per descriverle,la frequenza con cui venivano usate, le vie di somministrazione, il prezzo, la purezzae le dosi per lo spaccio.

A livello giurisdizionale, in collaborazione con i policy makers dei settori della sanità edella giustizia, l’IDRS è stato in grado di fornire informazioni dettagliate sui pattern e suitrend recenti dell’uso di droga. In particolare, nello stato della Tasmania, l’Alcohol andDrugs Service del Department of Health and Human Services ha richiesto all’IDRS diprodurre un rapporto biennale sullo stato dell’uso di droga assunta per endovena inTasmania per trasmetterlo allo State Government Cabinet Subcommittee on Drugs. I

Organizzazione

23 Topp. L. et al., Australian Drug Trends 2001: Findings from the Illicit Drug Reporting System (IDRS),Monografia n. 48, Sydney, National Drug and Alcohol Research Centre, 2002.

Topp L. e McKetin R., Supporting evidence-based policy-making: a case study of the Illicit Drug Re-porting System in Australia, in Bulletin on Narcotics, vol. LV, n. 1 e 2, 2005.

Utilità pubblica

Esempi diapplicazione

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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report prodotti, che si basavano soprattutto su dati raccolti a livello locale, hanno in-fluenzato le politiche statali della Tasmania in numerose aree, incluse le politiche sulmetadone e quelle riguardanti la disponibilità di aghi per le iniezioni 24.

Ciò che è interessante ai fini dell’EWS è indicare che l’Health Department dell’Austra-lian Capital Territory usa regolarmente i dati dell’IDRS per fare paragoni tra l’uso di dro-ghe a livello nazionale e l’uso che, invece, se ne fa nel Territorio, quindi realizzandopraticamente un Early Warning System sulle tendenze future in ambito giurisdizionaleche conduce alla determinazione e/o al miglioramento di politiche e servizi mirati.

Un forte contributo dell’IDRS è stato rappresentato non solo dalle sue ricerche ma an-che dal fatto che ha spinto alla collaborazione ricercatori e non ricercatori che trattanotemi droga correlati. Il bisogno di scambiare dati tra organizzazioni ha fornito una piat-taforma per la collaborazione e il dialogo sull’interpretazione dei dati riguardanti le ten-denze nel settore droga e riguardanti le politiche e l’utilità strategica dei dati forniti daorganizzazioni non di ricerca.

Si sottolinea che nel contesto australiano, l’azione dell’IDRS è stata facilitata dalla dis-ponibilità di istituzioni terziarie e adeguate risorse umane, da una forte volontà politicae della conseguente fornitura di risorse finanziarie. Tuttavia, una ricerca di Topp (ToppL. et al., 2004) indica che il rapporto qualità-prezzo del sistema è decisamente posi-tivo 25.

2.2 CANADIAN COMMUNITY EPIDEMIOLOGY NETWORK ON DRUG USE (CCENDU)

CCENDU è stato istituito in risposta ad uno studio di fattibilità del 1995 che identificòil bisogno per il Canada di un sistema di stretta sorveglianza sull’uso di sostanze. Su-pervisionato dal Canadian Centre on Substance Abuse (CCSA) e condotto da un co-mitato guida nominato appositamente, CCENDU è un progetto di tipo collaborativoche include agenzie federali, provinciali e comunali, con interessi intersettoriali sull’usodei droghe, sulla salute e sulle conseguenze legali dell’uso, del trattamento e dell’ap-plicazione di normative legate all’uso di sostanze.

Il ruolo principale di CCENDU è quello di coordinare e facilitare la raccolta, l’organiz-zazione e la diffusione di informazione di tipo quantitativo e qualitativo sull’uso di dro-ghe nella popolazione canadese a livello locale, provinciale e nazionale. Inoltre,CCENDU lavora per realizzare un network operativo tra i partner chiave, al fine di mi-gliorare la qualità dei processi di raccolta dei dati, e per funzionare da Early WarningSystem in di fronte alla necessità di istituire misure di allerta che evidenzino e mettanoin guardia le amministrazioni e le unità operative territoriali deputate ala protezione dellasalute pubblica.Infine, CCENDU si impegna a supportare solide politiche droga correlate e ad inco-raggiare lo sviluppo di programmi relativi all’uso di droghe. Uno dei mezzi attraverso

Collaborazioneincentivata

Necessità di risorse

24 Hando J. et al., “The development of an early warning system to detect trends in illicit drug use inAustralia: the Illicit Drug Reporting System”, in Addiction Research, vol. 6, 2002, pp 97-113.

25 Topp L. et al., “The IDRS: a timely, effective and cost-effective way to support evidence-based po-licy making”, NDARC, Sydney, 2004.

Origine

Obiettivi

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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cui il network raggiunge questo scopo è quello di lavorare insieme al network delHealth, Education and Enforcement in Partnership (HEP), nel progetto collaborativodetto Community Action 26. Questa joint venture assiste le comunità dislocate su tuttoil territorio canadese nel raccogliere informazioni utili ad una miglior comprensione del-l’uso e dell’abuso delle sostanze a livello locale, e nel determinare come organizzareuna risposta efficace sulla base delle informazioni rilevate 27.

A livello nazionale, il comitato guida del CCENDU include rappresentanti del CCSA,Health Canada, la Canadian Public Health Association, la Royal Canadian MountedPolice e la Canadian Association of Chiefs and Police. Localmente, ci sono dodici areeurbane che partecipano nel sistema a diversi livelli e che producono rapporti per ilCCENDU. Ogni area locale raccoglie, ordina e interpreta dati e informazioni relativi aspecifici ambiti d’uso – alcol, cocaina, cannabis, eroina, sedativi ipnotici, stimolanti al-tri dalla cocaina e droghe lecite - e sei indicatori - prevalenza, applicazione dellenorme, trattamento, morbilità, mortalità e HIV/AIDS/HEP C, che include l’ uso di dro-ghe per via endovenosa e informazioni sullo scambio di aghi – con lo scopo di pro-durre report locali. Questi dati vengono raccolti in report locali e da questi si organizzala strutturazione del database del network che procede con le segnalazioni di allerta.A causa della scarsità di risorse, a livello nazionale viene annualmente prodotto un re-port come compilazione di dati locali, con focus speciale dato a tematiche correntead alti priorità 28.

Appenda dopo l’inizio della sua attività, CCENDU riconobbe l’importanza di possedereconnessioni internazionali con organizzazioni di una certa importanza per scambiareinformazioni e idee. Ciò ha condotto ad incontri e scambi molto utili con la Commu-nity Epidemiological Working Group (CEWG) degli Stati Uniti e con l’International Epi-demiological Work Group.

Secondo il report nazionale del 2006, numerosi passi sono stati fatti dal network nelladirezione di una sempre maggior stabilità ed espansione del gruppo che compone ilCCENDU. Il sistema ha continuato ad avanzare nella definizione del suo frameworknazionale in vari modi, continuando a facilitare l’analisi di dati e la collaborazione trasoggetti coinvolti. Effettivamente, esistono aree di azione che richiedono una maggiorattenzione e sforzi più intensi da parte del CCENDU come, ad esempio, la limitatezzadei dati, le inconsistenze metodologiche, le scadenze dei report, le connessioni tra ri-cercatori e il calendario dei programmi, che sono stati trattati a diversi gradi. Di fatto,si tende ad ovviare a questi problemi con diverse strategie. Le inconsistenze metodo-logiche, per esempio, sono state affrontate attraverso l’identificazione di risorse stan-dardizzate di dati e regole per la raccolta dei dati. Inoltre, la puntualità del reporting èun ostacolo continuo dovuto ad una disponibilità inconsistente di dati. Pertanto, unformat su web per aggiornamenti regolari a livello nazionale, provinciale e locale è infase di sviluppo. Il bisogno di maggior collegamento tra ricercatori e policy makers èstato affrontato attraverso lo sviluppo e il rilascio di una serie congiunta di newsletterstrimestrali con il network HEP, che ospita incontri annuali e sovvenzionando dal Natio-nal Crime Prevention Centre (NCPC) per la proposta di finanziamento congiunta delCCENDU con HEP 29.

26 www.hc-sc.gc.ca/hppb/alcohol-otherdrugs/pube/health_enforcement/partnership.27 www.ccsa.ca.28 CCENDU, 2006 Report, Winnipeg.29 Ibid.

Organizzazione

Connessioniinternazionali

Evoluzioni

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Una critica che è stata sollevata nei confronti di questo sistema poggia sul fatto chela sua relativa flessibilità nella raccolta dei dati, che avviene più per aree tematiche cheper indicatori comuni precedentemente stabiliti, porta ad un deficit di compatibilità deidati stessi e, quindi, ad una scarsa attendibilità dell’identificazione delle nuove ten-denze sul consumo di droga 30.

2.3 MARYLAND DRUGS EARLY WARNING SYSTEM (DEWS)

Un insieme di 24 stati e agenzie locali lanciò il Maryland Drug Early Warning System(DEWS) nel 1988 per migliorare il rilevamento e il monitoraggio dei trend di abuso dellesostanze in tutto il Paese.Nacque su richiesta dell’ufficio del Governatore del Maryland nell’ottica di fornire alloStato un allerta precoce sui problemi emergenti droga correlati. A dimostrazione di ciò,nel 2000, il programma DEWS rilevò un uso emergente di ecstasy tra la gioventù delMaryland e mise i policy makers nelle condizioni di scrivere risposte appropriate ed ef-ficaci. Per arrestare il problema, il governo del Maryland attivò un piano di azione adampio spettro sull’uso di estasi, includendo un progetto per lo sviluppo della primapubblicità sull’utilità dei servizi pubblici prodotta dallo Stato, come promozione delleattività di prevenzione e di trattamento.

Lo scopo principale di DEWS è quello di sostenere le comunità nell’identificare, com-prendere, prevenire e rispondere all’uso di droghe nel Maryland attraverso l’incorag-giamento ad un approccio multidisciplinare per identificare le droghe emergenti, raf-forzando la popolazione con un tipo di informazione in merito alle droghe che sia com-prensibile e accessibile e, infine, supportando gli sforzi di coordinamento tra stato eagenzie locali deputate a ridurre l’uso di droghe 31.

Dal punto di vista metodologico, il DEWS collega la raccolta di dati, l’analisi e la diffu-sione dell’informazione ad iniziative per la prevenzione e per lo sviluppo di particolaripolitiche attraverso diversi progetti.

Il primo di questi progetti è il Maryland Drug Scan, condotto dal 1998 al 2001. Loscopo del Drug Scan è quello di identificare droghe emergenti e cambiamenti nell’usodi sostanze, di riportare i risultati ai policy makers, ai ricercatori, agli amministratori deiprogrammi contro la droga e agli attivisti delle comunità dislocati sul territorio nazio-nale. Il progetto si basa su interviste effettuate con frequenza annuale a professionistied esperti degli ambiti del consumo di eroina e che lavorano nell’ambito dell’ educa-zione, del trattamento, della prevenzione, della giustizia criminale, della medicina d’e-mergenza, in merito all’emergere di nuovi trend nella popolazione con cui essi lavo-rano. Il campione di intervistati è di circa 100-130 persone per tutte le contee, calco-lando un numero di 2-11 persone per ogni singola contea. Le informazioni raccolteattraverso le interviste vengono incrociate con altri studi prodotti da agenzie di ricercain modo da dare un’immagine significativa delle tendenze delle droghe.

Critiche

Origine

30 Zoebel F.,Arnaud S., Un systeme d’alerte pour les drogues illegales, in Raisons de santè n. 79, Lo-sanna, 2002.

31 DEWS, Drugs Early Warning System, University of Maryland, CESAR, ed., 2002 suwww.cesar.umd.edu/cesar/pubs/pubs.asp.

Obiettivi

Organizzazione

Maryland Drug Scan

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

223

Un altro progetto che ha dato risultati positivi è il Juvanile Offender Population Urinaly-sis Screening (OPUS) che, tra il 1998 e il 2005 ha monitorato l’uso di droga tra i gio-vani detenuti attraverso interviste volontarie e anonime sul consumo di sostanze edeseguendo i test presso il Department of Juvenile Services del Maryland.

Un altro progetto si cui il DEWS ha lavorato attivamente è stato il Substance Abuse In-dicators Project che propone un approccio versatile alla raccolta e alla diffusione delleinformazioni e che ha permesso di raggiungere misure più dettagliate e accurate sul-l’abuso di sostanze. Inoltre, questo progetto ha messo i funzionari del Maryland nellecondizioni di identificare nuove mode sul consumo di sostanze, come ad esempiol’uso di “droghe ricreative” tra i giovani, in modo molto veloce ed immediato.

Fino al 2004 sono stati riportati numerosi casi di collaborazione tra DEWS e i policymakers, sottolineando, quindi, la valenza consultiva del sistema per lo sviluppo di po-litiche sociali. A testimonianza di questo fatto, già nel 1999 DEWS fu in grado di iden-tificare l’ecstasy come una droga emergente nel Maryland prima che molti altri tipi diindicatori segnalassero l’incremento. Il risultato di questa ricerca è stato l’Ecstasy Ac-tion Plan che si concentra sull’applicazione delle normative, sul trattamento, sulla pre-venzione, sull’educazione e sul monitoraggio. Gli sforzi per la prevenzione implemen-tati da una serie di agenzie coinvolte nell’Ecstasy Action Plan mettono la ricerca nellecondizioni di aumentare la consapevolezza pubblica riguardo l’estasi e le altre droghein generale.

Regolarmente DEWS diffonde l’informazione ad una varietà di mittenti e informa le co-munità locali deputate all’organizzazione di progetti/azioni contro la droga attraversoreport, il DEWS News e il DEWS Fax, cioè dei bollettini più o meno frequenti, a se-conda della gravità dell’informazione, distribuiti in forma stampata o pubblicati su In-ternet, e il loro sito web.

I finanziamenti al sistema sono cessati nel giugno del 2006. Di fatto, benché portatoredi risultati positivi sia per quanto riguarda la diffusione di informazioni, sia per ciò checoncerne l’uso strumentale di queste informazioni da parte dei policy makers, i costidi mantenimento dei vari progetti su cui DEWS poggiava erano piuttosto elevati. Tut-tavia, il sistema non ha cessato di funzionare poiché la disponibilità degli enti coinvoltie il loro interesse non sono venuti meno. Infatti, esso continua ad esistere all’internodel Centre for Substance Abuse Research, presso l’Università del Maryland, da cuipartono ricerche e analisi di dati che vengono poi utilizzati agli scopi dell’ex DEWS.

In generale, comunque, è possibile affermare che tra le caratteristiche principali delDEWS si possono sottolineare la triangolazione dei dati, l’appoggio ad un’ampiaschiera di informatori e il richiamo all’ambito carcerario per la raccolta di particolari in-formazioni, compensando, quindi, l’assenza di consumatori di sostanze tra gli infor-matori chiave consultati nell’ambito del Drug Scan. Il tipo di panoramica che viene for-nita, per tanto, risulta, oltre che precoce, anche attendibile.

2.4 NATIONAL SYNTHETIC DRUGS ACTION PLAN

Negli Stati Uniti, nel 2000, è stato presentato un National Synthetic Drugs Action Planda parte del Dipartimento di Giustizia, della DEA e dell’ONDCP. Tale piano costituisceun piano d’azione all’interno della National Drug Control Strategy della Presidenza ame-ricana che unisce gli sforzi locali e quelli internazionali in un unico piano d’azione per

Juvanile OffenderPopulation Urinalysis

Screening (OPUS)

Substance AbuseIndicators Project

Collaborazioni con ipolicy makers

Diffusionedell’informazione

Situazione attuale

Caratteristiche

Origine

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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affrontare il traffico di droga. L’Action Plan si riferisce a droghe sintetiche prodotte ille-galmente, incluse le metamfetamine, le amfetamine, l’MDMA, GHB, PCP, e l’LSD. Ilpiano riguarda anche alcuni prodotti farmaceutici che talvolta vengono dirottati versousi impropri, come ketamine e codossime (soprattutto nella forma di OxyContin), e flu-nitrazepam, un depressivo illegalmente importato (detto Rohypnol).

La visione del National Synthetic Drugs Action Plan si struttura sull’idea che le droghesintetiche, per loro natura, presentano particolari sfide alle agenzie e alle organizza-zioni che lavorano per impedirne l’uso e la diffusione. Poiché questo tipo di droghe èprodotto in laboratori illegali e non viene raccolto nei campi, non ci sono coltivazionida eliminare, come, invece, nel caso della marijuana, dell’eroina e della cocaina. Alcontrario, gli sforzi per la riduzione della scorte devono focalizzarsi sul limitare l’accessoai precursori chimici, chiudendo i laboratori illegali e spezzando le reti di criminali or-ganizzati che producono e distribuiscono le droghe. Lo scopo del piano è quello dirafforzare i meccanismi di applicazione delle normative domestiche e internazionali,enfatizzando un tipo di comunicazione informale, flessibile e rapido a livello operativo,sviluppando politiche e metodi che consentano di cogliere velocemente ogni oppor-tunità per estirpare il traffico.

All’interno dell’Action Plan sono state sviluppate diverse raccomandazioni che si sonotradotte in obiettivi specifici del piano, tra cui lo sviluppo di una campagna educativamultimediale sul consumo di droghe sintetiche, il miglioramento dell’educazione e dellaformazione dei farmacisti, la realizzazione di programmi di ricerca, il miglioramento deiprogrammi di trattamento, un maggior impegno nell’applicazione di normative, quali ri-cerche incrociate tra paesi e controlli su Internet 32.

È possibile notare che i tipi di azione adottati, riguardano vari ambiti, da quello sanita-rio a quello politico. Al fine di coordinare tutti questi interventi è stato istituito un Synthe-tic Drugs Interagency Working Group, diretto dall’Office of National Drug Control Po-licy e dal Dipartimento di Giustizia. Il compito di questo Working Group, che si incon-tra circa una volta al mese per la pubblicazione di report di aggiornamento, è quello diriferire le raccomandazioni ad altri working group governativi, al fine di dare una fortevalenza consultiva alle attività previste nell’Action Plan.

Ciò che è interessante ai fini dell’EWS è il fatto che, tra i vari obiettivi specifici del piano,è contemplata anche la creazione di un cosiddetto Early Warning and ResponseSystem, ossia l’istituzione di un sistema per l’allerta e per la risposta precoce che siacomprensivo di tutte le realtà operative inserite nel piano, al fine di rilevare l’emergeredi nuove droghe e/o nuovi pattern di consumo. Il sistema non ha la pretesa di forniredelle indicazioni specifiche alle singole realtà organizzative ma vuole indicare, piutto-sto, delle linee guida ai singoli governi che poi, a seconda delle realtà locali, le pos-sono attuare praticamente con lo scopo di individuare i nuovi trend e di rispondere al-l’emergere di questo fenomeno in modo appropriato.

È da sottolineare il fatto che il funzionamento dell’EWS si sviluppa su 3 tempi: l’identi-ficazione di un problema emergente droga correlato, una rapida analisi del problemae la sua valutazione, la risposta.

32 National Synthetic Drugs Action Plan, Overview, 2004.

Visione

Obiettivi

Synthetic DrugsInteragency Working

Group

Early Warning andResponse System

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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Il primo passo prevede l’identificazione di dati di tipo quantitativo e di dati di tipo qua-litativo. Questa operazione prevede consiste nella rilevazione di dati provenienti dai la-boratori legali, dai reparti d’emergenza, dal Centre for Disease and Control, da ricer-che mirate, e di eventi sentinella reperiti in chat rooms del web, interviste ad osserva-tori privilegiati, le cliniche dei campus universitari, organizzazioni religiose, unità mobiliche riportano eventi di cui sono testimoni o di cui vengono a conoscenza. I dati richie-sti per il funzionamento dell’EWS provengono dall’uso corrente di sostanze (tratta-menti, morti per overdose, sintomi rilevati), dall’emergere di nuove droghe e/o nuovimodi d’uso (riferito a sostanze quali la cocaina, l’eroina, ecc…) e dall’individuazionedei gruppi che sono più soggetti al loro consumo (ragazzi/e giovani, gruppi emargi-nati, ecc…). I risultati vengono comunicati all’interagency early warning committee. Inquesta sede, l’interagency committee on Drugs Control si incontra mensilmente perdiscutere le informazioni presentate. Esiste anche un gruppo d’appoggio, il Commu-nity Epidemiology Working Group che si occupa della descrizione chimico-fisica com-pleta delle sostanze raccogliendo informazioni da varie fonti.

Il secondo passo per la creazione dell’EWS riguarda la considerazione della gravità delproblema. Si tratta, nello specifico, di determinare quali possano essere le caratteri-stiche principali del problema in termini di variabili demografiche inerenti l’abuso (età,sesso, gruppo etnico, gruppo socioeconomico, impatto geografico, urbano, ecc…),grado di pericolo per la salute e la sicurezza pubblica, consapevolezza dell’opinionepubblica, protocolli di trattamento, ecc…

Infine, il terzo passo da intraprendere in un EWS di questo tipo riguarda l’organizza-zione della risposta al problema rilevato, ovvero iniziare ad agire in aree specifiche inbase a particolari raccomandazioni messe in luce. Nell’ambito della prevenzione e del-l’educazione, ad esempio, si procederà all’adeguamento delle campagne in atto e/oallo sviluppo di nuove campagne più mirate; nell’ambito legislativo, si consiglierà di ini-ziare un iter per la stesura di norme adeguate a trattare il problema e/o per la revisionedi quelle già esistenti; si proporrà di mobilitare le forze dell’ordine sia a livello di comu-nità locale sia a livello governativo; in caso il problema avesse dimensioni internazio-nali, si prospetterà l’idea di attivare entità di controllo internazionali multilaterali (localiz-zate nell’ONU, come l’INCB), corpi regionali (come l’OAS) e, eventualmente, di strin-gere rapporti con altri paesi interessati dalla stessa o da una analoga situazione.

Rimane il dubbio in merito al tipo di impatto effettivamente ottenuto con questa tipolo-gia di azione. Infatti, come si può notare, si tratta di un piano dai vasti obiettivi, non det-tagliatamente descritto ai governi che lo devono implementare e, ad oggi, non si cono-scono ricerche che ne confermino l’efficacia. Sembra, per tanto, lecito chiedersi comesi possono valutare i risultati ottenuti data la blanda presenza di standard di riferimento.

2.5 NEW DRUG ABUSE WARNING NETWORK (New DAWN)

Nonostante le perplessità, l’Action Plan è tutt’oggi in funzione, ma per quanto riguardail sistema di allerta non sono stati trovati dati che ne testimonino l’efficacia e l’efficienza.Ciò che è sicuro è il fatto che, parallelamente all’EWS è stato istituito anche un sistemadi sorveglianza sulla salute pubblica mirato alla raccolta di dati droga correlati pressogli ospedali e i reparti d’emergenza, riguardanti i ricoveri, le morti legate all’uso di so-stanze dai medici e dai laboratori legali. Questo sistema è stato nominato New DrugAbuse Warning Network (New DAWN) e dal 2003 tiene traccia di tutti i tipi di ricoverio morti droga correlate presso i pronto soccorsi.

Identificazione dei dati

Valutazione dellagravità

Organizzazione della risposta

Impatto

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Il News DAWN costituisce la versione più aggiornata del DAWN il quale era, senzadubbio, il sistema di allerta più celebre, e allo stesso tempo più vecchio, degli StatiUniti, risalente agli anni Settanta. Concretamente, si tratta di un sistema di raccoltacontinua di informazioni sull’abuso di sostanze a partire dai registri raccolti presso iservizi ospedalieri d’emergenza, da un lato, e dalla medicina legale, dall’altro. A diffe-renza della maggior parte degli altri sistemi qui descritti, nel contesto del DAWN i dativengono raccolti con un preciso format che permette di realizzare delle inferenze sta-tistiche e quindi di fornire delle stime in cifre per tutto il territorio 33.

Gli obiettivi principali di DAWN sono:• l’identificazione delle sostanze associate ad episodi d’abuso di sostanze• il monitoraggio delle tendenze e dei pattern tra gli episodi di abuso di sostanze, e il

rilevamento di nuove forme e nuove combinazioni delle sostanze consumate• l’identificazione dei pericoli associati all’abuso delle sostanze• la messa a disposizione di dati a livello nazionale, regionale e locale per sostenere i

programmi e le politiche riguardanti il consumo delle sostanze.Il DAWN ricorre ad un campione di reparti d’emergenza che copre tutto il territorio de-gli Stati Uniti, ad eccezione delle Hawaii e dell’Alaska. Questo gruppo comprende,però, due sottogruppi: un sottogruppo di reparti d’emergenza in 21 aree metropoli-tane (468 servizi su un totale di 733 nell’anno 2000) e un sottogruppo degli stessi ser-vizi situati sul resto del territorio (110 su un totale di 3950). L’analisi combinata di que-sti due campioni permette di fornire le stime a livello locale, regionale e nazionale.

Ogni servizio che partecipa al DAWN comprende un incaricato alla raccolta di infor-mazioni, responsabile dell’identificazione e della notifica degli episodi d’abuso dellesostanze. Tali episodi riguardano i pazienti tra i 6 e i 97 anni, per cui la visita è stataobbligata o è legata al consumo di droghe illegali (o legali ma contenenti altri compo-nenti), e che hanno consumato una o più sostanze in rapporto ad una dipendenza,un tentativo di suicidio, e/o di effetti psichici. I dati raccolti nel quadro del DAWN com-prendono anche altri dati quali dati demografici, che riguardano i pazienti, così comedati relativi ai ricoveri ospedalieri e alle presenze nei pronto soccorsi. Vengono coin-volti nella raccolta di informazioni osservatori privilegiati che costituiscono un gruppostabile di informatori.

Il DAWN non comprende la funzione d’allerta propriamente detta ed è attraverso rap-porti annuali (relativi ad emergenze e decessi) o semi annuali (relativi alle emergenze)che le nuove tendenze o le nuove problematiche sono individuate. Nel quadro di unavalutazione del 2002 34, era stato raccomandato di introdurre una funzione d’allerta inquesto sistema, ovvero una procedura che permettesse di lanciare allerte di tipo cli-nico, con procedure statistiche che permettano d’identificare la sopraggiunte di avve-nimenti ad un livello superiore o attento. Da qui la nascita del New DAWN.Da segnalare il fatto che, oltre ai dati relativi all’uso illecito di sostanze, il New DAWNregistra anche casi relativi alle reazioni avverse a OTC e alle sostanze prescritte, al-l’eccessiva automedicazione, ad ingestioni accidentali, avvelenamenti maligni, a ten-tativi di suicidi e uso di alcol da parte di minorenni.

Origine

Obiettivi

Organizzazione

Mancanza dellafunzione d’allerta

33 Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), DAWN: Drug Abuse war-ning netwrok, 2002 in www.samhsa.gov/oas/dawn.

34 Ibid.

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

227

I dati raccolti con questo sistema vengono usati da un diversi soggetti, sia nel settorepubblico che in quello privato, in riferimento alla pianificazione dei servizi di sanità pub-blica, all’elaborazione di politiche e a programmi di sviluppo. Vengono usati anche perottenere finanziamenti al fine di affrontare problemi locali droga correlati e di migliorarela cura del paziente e l’allocazione delle risorse negli ospedali. Complessivamente, ilNew DAWN fornisce un’immagine dell’impatto dell’uso di droga, misuso e abuso nellaaree metropolitane e in tutta la Nazione.I principali fruitori di questo servizio sono le agenzie federali, gli ospedali, i laboratorilegali, le comunità e il settore privato.Per quanto riguarda le agenzie federali, si possono citare la White House Office of Na-tional Drug Control Policy (ONDCP), la Food and Drug Administration (FDA) e la Sub-stance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA).

Il primo fruitore usa DAWN per valutare i progressi delle politiche contro la droga e de-finiscono con esattezza i problemi nel controllare l’abuso di sostanze negli Stati Uniti.Ad esempio, l’UNDCP ha collaborato con DAWN per conoscere i trend dell’abuso didroghe da prescrizione, in particolare gli antidolorifici e ansiolitici, prima di annunciarenuove iniziative per affrontare il tema della prescrizione dell’uso di droghe. DAWN è uncomponente essenziale dell’iniziativa “25 città” promossa dall’ONDCP che ha comescopo quello di sviluppare sforzi locali coordinati per comprendere e rispondere all’a-buso di droga.La Food and Drug Administration usa i dati del DAWN per valutare il potenziale abusodi sostanze prescritte e per assistere nel decision making, nella programmazione enella valutazione della risposta da attivare di fronte a certe panoramiche. Nel settem-bre del 2003, un comitato consigliere della FDA riprese dei risultati del DAWN sull’a-buso di cinque sostanze prescritte per l’attenuazione del dolore – codossima, idro-morfinolo, fenetillina e morfina – per consigliare l’FDA su come controllare meglio l’a-buso di oppiacei distribuiti. Oggigiorno, l’FDA utilizza i dati del DAWN per sorveglianzapost marketing per identificare reazioni avverse e altre conseguenze sanitarie sulla pre-scrizione di droghe approvate dal mercato.

Per quanto riguarda le strutture ospedaliere e i laboratori, DAWN fornisce a questestrutture un accesso immediato ai suoi dati attraverso il DAWN Live!, un sistema diraccolta dati basato su Internet. Con questi dati, i pronto soccorsi, i medici e i labora-tori possono educare la comunità e lavorare con le autorità deputate alla sicurezzadella salute pubblica per indirizzare loro i problemi relativi all’uso di droghe. Inoltre, fi-sici, infermieri e il resto dello staff degli ospedali può usare il DAWN Live! per monito-rare casi droga correlati cui assistono nei loro reparti d’emergenza, per riconoscere glieventi sentinella e per potenziare la preparazione dello staff in risposta a tali casi. In-fine, i direttori dei reparti ospedalieri possono usare i dati del DAWN come sostegnoper meglio comprendere dove allocare risorse economiche ed umane al fine di rispon-dere al diverso carico di lavoro.

Nel settore privato, le industrie farmaceutiche usano il DAWN per tenere sotto controllol’uso, il misuso e l’abuso dei loro prodotti. L’FDA stessa sta chiedendo con sempremaggior frequenza alle industrie farmaceutiche di prendere in considerazione i dati delDAWN anche per elaborare le loro strategie di sorveglianza del prodotto sul mercato.

Da ultimo, il News DAWN produce dei report su potenziali problemi di sanità pubblicaper l’area metropolitana, incluso, per esempio, l’uso di alcol tra giovani minorenni, rea-zioni avverse nelle medicine da parte delle persone più anziane, avvelenamenti acciden-tali tra i bambini, misuso delle prescrizioni di droghe da parte di soggetti di tutte le età.

Fruitori

Agenzie federali

Strutture ospedalieree laboratori

Settore privato

Produzione di report

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Nell’insieme, il New DAWN è un importante sistema che fornisce indicatori preziosi su-gli eventi legati alla consumazione di droghe illegali. Tuttavia, dall’analisi è emerso cherisulta un po’ debole nella precisione dei dati forniti dato che, ad esempio, le informa-zioni riguardanti i pazienti che possono essere riportate sono limitate, e che l’assenzadi triangolazione dei dati limita il loro apporto informativo. In conclusione, se l’obiettivoè quello di informare i decision makers in merito alle azioni da intraprendere per rispon-dere all’emergenza di nuove droghe e/o nuovi pattern di consumo, il DAWN è un si-stema utile e coerente in sé, ma con un rendimento limitato, verosimilmente perché lasua struttura è adattata ad un contesto di grande paese, come sono gli Stati Uniti, ela sua metodologia, probabilistica più che sentinella, sembra essere poco efficienteper gli obiettivi che deve soddisfare.

2.6 TENDANCES RÉCENTES ET NOUVELLES DROGUES (TREND)

Il progetto francese TREND è nato nel 1999 e la sua realizzazione è stata affidata al-l’Osservatorio Francese sulle Droghe e le Tossicodipendenze (OFDT).

Questo progetto non presenta la funzione d’allerta come una delle sue principali ra-gioni d’essere, però, di fatto, TREND è un sistema che va oltre il semplice monitorag-gio dei fenomeni emergenti in materia di consumo di droghe 35. Infatti, l’obiettivo prin-cipale di TREND è quello di mettere a disposizione dei decision/policy makers, deiprofessionisti e di educatori, gli elementi di conoscenza sui fenomeni emergenti legatiall’uso di droghe, suscettibili di modificare le loro decisioni o le loro pratiche. Tale obiet-tivo viene raggiunto:- rilevando i fenomeni emergenti- comprendendo i contesti, le modalità d’uso e le implicazioni avverse del consumo

di sostanze- facendo attenzione ai tempi di evoluzione del consumo per chiarire le tendenze

TREND è costruito attorno a quattro fattori:- alcune partnership con le istituzioni nazionali, che producono le informazioni riguar-

danti il consumo di droghe - pronto soccorsi, sorveglianza dei trattamenti, rimborsidei prodotti di sostituzione. Inoltre, è organizzato attorno a due partnership specifi-che, che sono state create con delle associazioni private nel quadro del progetto“Techno plus” sull’evoluzione del mercato delle droghe e informazioni riguardanti iluoghi ricreativi dove le sostanze vengono principalmente consumate

- la raccolta di informazioni specifiche. Si tratta di un progetto di screening dei mediaper i giovani al fine di identificare l’evoluzione del contenuto di articoli riguardanti ledroghe

- SINTES (Système d’Identification National des Toxiques Et Substances). Si trattadella raccolta e dell’analisi di sostanze vendute sulla scena di luoghi ricreativi, chevengono poi analizzate dai laboratori legali.

- Coordinatore di zone: tredici zone sentinella dislocate nelle metropoli francesi e inquelli oltremare dispongono di un coordinatore incaricato di raccogliere i dati riguar-danti il consumo di droghe per il progetto TREND. Tali dati coprono i luoghi urbani ei luoghi ricreativi e sono raccolti per mezzo di osservazioni, inchieste e focus groups.

Punti deboli

Origine

Obiettivi

Organizzazione

35 Bello P. Y. Et al., Rapport TREND, 2003, Observatoire françai des drogues et des toxicomanies, Pa-rigi, 2003.

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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Il sistema dispone di risorse che gli permettono di eseguire delle ricerche su problemispecifici e integra i dati emanando inchieste che riguardano la popolazione generalee la popolazione in trattamento.

TREND utilizza una serie di indicatori quantitativi a cui non sembrano far riferimento glialtri sistemi precedentemente descritti: uso distorto di prodotti prescritti, ordinanze so-spette, disponibilità del materiale per iniezioni, rimborso di prodotti di sostituzione, eciò fa di questo sistema un importane strumento di raccolta dati.

Nello specifico, tale raccolta di dati copre in particolare quattro campi: i centri di con-sumo delle droghe in partnership con delle associazioni nazionali che permettono diinformare il sistema sull’evoluzione del mercato delle droghe, soprattutto di quelle ri-creative; un’analisi delle tendenze a partire dai media per i giovani; un sottosistemaparticolare che permette un’analisi, in termini di contenuto e di quantità, delle sostanzedisponibili durante i “rave”; e, infine, un insieme di informatori incaricati di fare uno statodei luoghi che riguardano il consumo delle droghe in una determinata area.

Praticamente, i dati raccolti dalle quattro fonti sopra citate vengono messi insieme eanalizzati dai ricercatori dell’OFDT che hanno anche il compito di coordinare la ricerca.I coordinatori dei centri provengono da diverse istituzioni come gli Osservatori regio-nali della sanità o i Centri d’informazione e di ricerca sulle droghe e le dipendenze. Lorosi incontrano ogni sei mesi per fare lo stato e l’analisi delle tendenze rilevate.

Il sistema TREND non comprende di per sé un sistema d’allerta. Piuttosto, se uno deidispositivi, ed in particolare il dispositivo SINTES, mette in luce una situazione poten-zialmente pericolosa, viene trasmessa una nota informativa alle autorità competenti ealla Direzione Generale della Sanità perché questa attivi un’allerta sanitaria.

La particolarità di TREND si situa a due livelli: da una parte lo screening dei media peri giovani, un supporto che è spesso tra i primi a riflettere le nuove tendenze. Dall’altra,la raccolta e l’analisi tossicologica delle sostanze nei luoghi di ritrovo che permette dicomprendere meglio il contenuto effettivo delle droghe consumate. Il dispositivo SIN-TES costituisce così un elemento di grande interesse per lo sviluppo dei messaggid’allerta.

Le informazioni che vengono raccolte nel quadro di TREND costituiscono oggetto diun rapporto annuale nazionale e di una sintesi pubblicata dall’OFDT, oltre a rapportiregionali. Infine, una nota periodica semestrale dovrà completare il rapporto annuale.

2.7 EARLY WARNING SYSTEM NEL CONTESTO NORMATIVO EUROPEO: L’ESEM-PIO BELGA

Nel contesto della Joint Action on New Synthetic Drugs stabilita dal Consiglio Euro-peo del 16 giugno 1997, e in seguito abrogata e sostituita dalla Decisione2005/387/GAI del Consiglio dell’UE del 10 maggio 2005 36, il governo belga ha pro-mosso un sistema di allerta precoce sulle droghe che va oltre gli obiettivi fissati dal

Indicatori quantitativi

Ambiti ricoperti

Coordinazione della ricerca

Dispositivo SINTES

Particolarità

Produzione di report

Origine

36 Decisione 2005/387/GAI del Consiglio dell’UE del 10 maggio 2005, relativa allo scambio di informa-zioni, alla valutazione dei rischi e al controllo delle nuove sostanza psicoattive.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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contesto normativo europeo, sia per quanto riguarda il tipo di droghe cui fa riferimento,sia per ciò che concerne i soggetti coinvolti nell’EWS.

In riferimento alla fonti di informazione da cui ricavare i dati per l’individuazione di nuovesostanze e nuovi trend, esistono diversi canali da cui attingere notizie utili:- Informazioni sulla droga: fornite dal Servizio di Forze dell’Ordine e dalla rete di labo-

ratori, che consiste in laboratori legali e non. Le analisi vengono effettuate su cam-pioni di droghe e su campioni biologici per ottenere informazioni di tipo chimico edati sulle loro caratteristiche fisiche (peso, colore, eventuali loghi incisi sulla super-ficie, ecc…). I risultati forniscono informazioni sui sintomi e sugli effetti dell’uso delladroga. In genere, il Focal Point designato viene immediatamente informato in meritoal rilevamento di sostanze pericolose e ai risultati delle analisi eseguite.

- Informazioni mediche e informazioni su emergenze droga correlate: risultano utili pervalutare le conseguenze dell’uso della sostanza sulla salute. Una valida risorsa perottenere questo tipo di informazione sono i pronto soccorsi e altri reparti ospedalierie, in un certo modo, anche il Centro Controllo Veleni e le help line a cui si rivolgonopersone in situazioni di pericolo o per chiedere informazioni.

- Informazioni sociali e culturali sull’uso di sostanze, ovvero un’informazione che pro-viene dai consumatori e dal personale che lavora sul campo. Può essere raccoltadal Focal Point e dai Sub-Focal Point. Costituiscono risorse anche il Centro Con-trollo Veleni e le help line. Non è comunque semplice rilevare nuove droghe sinteti-che tra i consumatori, soprattutto se questa è appena entrata sul mercato, perchéi consumatori potrebbero essere allo scuro del fatto che stanno assumendo unanuova sostanza, o una sostanza nota con un nuovo componente, e raramente ri-escono a fornire informazioni sulla composizione chimica della droga che stannousando. Pertanto, le informazioni provenienti dai laboratori e quelle di carattere so-ciale e culturale devono essere complementari. Informazioni possono essere rac-colte anche dalla stampa, poiché gli articoli dei giornali possono derivare da “chiac-chiere” o da “sentito dire”, da cui prendere spunto per eventuali ulteriori ricerche.

Quando una nuova sostanza sintetica viene rilevata in Belgio per la prima volta, le in-formazioni che la riguardano vengono raccolte il prima possibile: le caratteristiche delprodotto, la sua disponibilità, il luogo del sequestro e i sintomi correlati. I laboratori tos-sicologici, i pronto soccorsi e i Sub-Focal Point vengono avvisati via e-mail o per te-lefono affinché possano arricchire l’informazione disponibile in caso siano già venuti acontatto con quella sostanza, anche in relazione a sintomi identificati, effetti riscontrati,metodi di prevenzione e trattamenti. Successivamente, l’informazione verificata passaalla Cellula Medica di Vigilanza e Valutazione del Ministero degli Affari Esteri, al Mini-stero della Sanità e dell’Ambiente, e all’EMCDDA, il quale, a sua volta, informa i PaesiMembri.

Allo stesso tempo, si innesca la trasmissione di informazione attraverso un network dipartner belgi: Sub-Focal Points, laboratori tossicologici, pronto soccorsi e ospedali,helpline, il Gabinetto del Ministro della Sanità e quella della Giustizia, la Pharmaceuti-cal Inspection, il Centro Controllo Veleni, le Amministrazioni in carica per la Salute Pub-blica e i rappresentanti belgi del Management Board e il Comitato Scientifico del-l’EMCDDA. L’informazione, quindi, raggiunge le organizzazioni che si occupano di pre-venzione e trattamento e, attraverso queste, è previsto che si raggiungano anche iconsumatori.

Nell’agosto del 2001 è stato istituito un Intercabinet Workgroup, composto dai rap-presentanti del Primo Ministro e il Ministro della Sanità, degli Affari Esteri e della Giu-

Fonti

Percorsodell’informazione in

ambito europeo

Percorsodell’informazione in

ambito nazionale

IntercabinetWorkgroup

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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stizia. Il suo mandato è quello di:- giungere ad un consenso per essere in grado di informare la società sulla pericolo-

sità di una droga in circolazione, senza ostacolare alcuna ricerca giudiziale- dare direttive per delineare e migliorare il funzionamento dell’EWS belga- seguire gli sviluppi del progetto di valutazione della composizione della droghe in cir-

colazione in Belgio, un progetto di strette collaborazioni tra il dipartimento di giusti-zia e quello della sanità.

È stata creata anche una Cellula di coordinamento per le droghe sintetiche, oltre allagià esistente Health Policy Cell Drugs, che collabora con l’Intercabinet Workgroup eche funge da strumento per la politica belga in merito alle droghe sintetiche, focaliz-zando sulla proposta e sulla preparazione di misure coordinate alle azioni prese dai di-versi servizi pubblici federali e governativi.

Oltre a queste misure, in Belgio è stato anche promosso un progetto di collaborazionetra il Dipartimento di giustizia e quello della sanità, in modo da stabilire una relazionedi cooperazione sul tema delle droghe sequestrate che non vengono analizzate su ri-chiesta della Corte nell’ambito di un caso giudiziale. Normalmente, queste droghe ven-gono tenute immagazzinate prima di essere distrutte. Secondo il progetto belga, in-vece, queste droghe, prima di essere distrutte, verrebbero analizzate nei laboratoridella sezione di medicina dell’Istituto Scientifico della Sanità. Ogni sei mesi un reportdei risultati di queste analisi viene prodotto e mandato a tutti i partner coinvolti nel pro-getto, siano essi il Pubblico Ministero o i laboratori, i Sub-Focal Point o i Gabinetti delMinistero della Sanità e della Giustizia. Questo progetto è inserito in un’ottica che sibasa sull’idea di andare a “cercare” l’informazione, piuttosto che “aspettarla”.

Infine, dal 2003 è attivo uno spazio sul web che permette ai laboratori di riferire i lororisultati sull’analisi delle droghe (non solo quelle sintetiche) in modo facile e alquantorapido, immediatamente a seguito dell’esame effettuato. Questo strumento vieneusato con una password personale per assicurare la sicurezza delle informazioni tra-sferite. Ciò permette al Focal Point e ai laboratori di essere informati in tempo realesulla composizione delle droghe analizzate dal network generale dei laboratori. L’iden-tificazione del laboratorio da cui l’informazione proviene, è possibile solamente per ilFocal Point, al fine di garantire l’anonimato della fonte. La selezione dei soggetti chepossono essere ammessi all’accesso al database viene eseguita da un gruppo di la-voro del Ministero della Sanità belga 37.

3. CONCLUSIONI

L’analisi fino a qui condotta ha messo in luce il grande interesse internazionale per i si-stemi di allerta, e, nel caso particolare, per i sistemi di allerta sulle droghe. Si è potutoconstatare che l’obiettivo del monitoraggio del consumo di sostanze in un Paese e ilsuccessivo segnale di allerta per gli enti deputati alla protezione della salute pubblicaviene più o meno raggiunto attraverso vari passaggi, adottando determinate prospet-tive di azione e coinvolgendo molteplici strutture.

Cellula dicoordinamento per le

droghe sintetiche

Progetti dicollaborazione

Spazio web

Interesseinternazionale

37 Leus E., DeSmet A., Walckiers D., “Development of the Early Warning System on New SyntheticDrugs at Public Health Level in Belgium.” Epidemiology Unit, Scientific Institute of Public Health, Septem-ber 2001; Brussels (Belgium). IPH/EPI REPORTS N. 2001-07.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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È interessante notare, però, che esistono aspetti organizzativi e funzionali dei sistemidi allerta qui descritti che possono differire molto tra loro, mettendo in luce, oltre tutto,strategie più o meno vincenti ai fini dell’utilità e dell’efficienza dei sistemi.Di fatto, lo studio ha messo in evidenza che a variare maggiormente sono la posizionepiù o meno centrale data all’informazione raccolta “on the spot”, le procedure di tra-smissione dell’informazione, la tempistica della trasmissione.

Per quanto riguarda il primo punto, è possibile affermare che i sistemi di allerta qui pre-sentati danno centralità abbastanza diverse alle informazioni di tipo immediato, raccolte“in loco”. Infatti, è possibile osservare che, da un lato, si hanno EWS come quello delMaryland (DEWS) che basano praticamente tutto il loro operato sulla raccolta di infor-mazioni attraverso metodologie di tipo pressoché informale, con il dialogo con i gio-vani e interviste non strutturate, dall’altro, si hanno sistemi molto più rigidi come il Na-tional Synthetic Drugs Action Plan degli Stati Uniti, in cui il ruolo delle forze dell’ordinerisulta essere il più centrale e determinante per la raccolta di dati sul traffico di droga.In altre parole, esistono fonti di informazioni comuni, quali i centri d’emergenza, i re-parti ospedalieri (con informazioni sui ricoveri, le morti legate all’uso di droghe), i labo-ratori legali e non, le forze dell’ordine, i fruitori delle sostanze e gli esperti che lavoranonell’ambito delle droghe. Tuttavia, ci sono fonti di rilevamento, invece, che sono piùpeculiari a seconda del contesto, con helplines telefoniche e l’osservazione delle no-tizie pubblicate sui giornali da cui apprendere eventuali “voci di corridoio” per indivi-duare l’emergere di nuove sostanze.

In merito alle procedure di trasmissione, è opportuno sottolineare che esistono mezzidi comunicazione comunemente adottati, quali il telefono, il fax, le mail, i siti web, lenewsletter, oltre a presentazioni e aggiornamenti trimestrali, o annuali, forniti a secondadell’emergenza.Esistono anche, però, strumenti di trasmissione delle informazioni di allerta che va-riano a seconda del tipo di impatto che si vuole avere, rendendo note quelle informa-zioni, e del target previsto. Vengono, infatti, realizzati video educativi, campagne me-diatiche e pubblicità, nel momento in cui si pensa di raggiungere la popolazione in ge-nerale, eventualmente associando all’azione dell’informazione anche iniziative diprevenzione. Per gli addetti ai lavori, invece, molti sistemi di allerta hanno previsto trai-ning e/o percorsi educativi, seminari, convegni e corsi per istruire coloro che dovrannoavere a che fare con le conseguenze di tipo fisico e psicologico della circolazione dinuove sostanze o di nuovi trend di consumo.

Infine, ciò che forse interessa in maggior misura ai fini di un EWS è il grado di rapiditàe di tempestività che i sistemi presentano nel rilevare le informazioni ricercate e nel de-terminare eventuali azioni conseguenti, soprattutto in termini di politiche pubbliche. Difatto, le tempistiche variano a seconda della struttura e dell’organizzazione del sistema.Nella fattispecie, il National Synthetic Drugs Action Plan si presenta come l’EWS piùtardivo in termini raccolta di informazioni, data l’estensione territoriale che si prefiggedi coprire, dimostrandosi, come del resto la maggior parte dei sistemi presentati, piùcome un buon sistema di monitoraggio del fenomeno delle droghe che un vero e pro-prio sistema di allerta.Il sistema belga pare costituire l’esempio più interessante da questo punto di vista poi-ché associa al percorso istituzionale di trasmissione dell’informazione dal livello locale,punto focale nazionale, all’OEDT e all’Europol, un percorso parallelo tutto nazionaleche risulta essere molto capillare, in grado, quindi, di raggiungere tutti i soggetti coin-volti nel network, e dalla grande valenza consultiva, considerando, inoltre, i vari pro-getti di collaborazione tra istituzioni pubbliche ed EWS.

Aspetti diversi

Fonti di informazione

Procedure ditrasmissione

Tempestività

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Rassegna dei principali Early Warning Systems esistenti

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Ciò che, comunque, sembra accomunare la maggior parte dei sistemi qui analizzati èche la raccolta di informazioni risulta essere svolta con una certa periodicità, cosìcome, analogamente, i report vengono prodotti come il frutto di ricerche, osservazionie segnalazioni, salvo eventi eccezionali, ad intervalli di tempo costanti. Ciò fa dellamaggior parte degli EWS qui descritti, dei sistemi di monitoraggio e sorveglianza delfenomeno droga correlato piuttosto che dei sistemi di allerta precoce, intesi alla ricercaattiva delle informazioni più che alla registrazione di segnalazioni saltuarie. Tuttavia, èda notare che se da un lato risulta largamente sviluppata la funzione dimonitoraggio/sorveglianza, la funzione dell’attivazione della risposta a livello locale re-sta, invece, poco approfondita, pur rimanendo assodata la forte funzione consultivache questi sistemi svolgono per le amministrazioni pubbliche dei rispettivi Paesi.

In conclusione, è utile guardare agli EWS esistenti per fare tesoro dell’esperienza fattaa livello internazionale e per individuare quali possono essere le aree organizzative piùproblematiche e quindi quelle meritevoli di maggior attenzione nel momento in cui sicerca di modellizzare un EWS per la realtà italiana. È comunque doveroso ribadire chetutti i sistemi di allerta, anche quelli qui presentati, sono sistemi in continua evoluzione,che si arricchiscono con l’esperienza e che, quindi, “imparano ad apprendere”, diven-tando sempre più utili per i policy makers di tutti i governi.

EWS e sistemi disorveglianza

Considerazione

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Valutare l’abuso di droga tra lecomunità e al loro interno: communityepidemiology surveillance networkson drug abuse 1 2

A questo punto della pubblicazione, abbiamo ritenuto importante inserire un contri-buto proveniente dal National Institute on Drug Abuse (NIDA) relativamente a come va-lutare l’abuso di droga attraverso i sistemi di sorveglianza. Infatti, siamo convinti chel’attivazione di questi sistemi sia la base per poter arrivare successivamente alla rea-lizzazione di sistemi di allerta precoce che necessariamente devono trovare le loro fon-damenta e la loro struttura portante nei classici sistemi di sorveglianza.Oltre a questo, nella logica di sistemi regionali che possano dare origine ad un sistemanazionale centralizzato, riteniamo sia rilevante porre l’accento sulla costruzione di net-work dotati, però, di una propria autonomia di azioni di risposta locale, considerandoanche le competenze istituzionali proprie delle Regioni e delle Province Autonome.Il contributo di seguito riportato presenta una riesamina dei principali quesiti che i varioperatori si pongono durante la realizzazione dei sistemi di sorveglianza, fornendo ri-sposte ed orientamenti utili per la loro realizzazione concreta secondo le linee di indi-rizzo del National Institute on Drug Abuse.Si ringrazia il Dr. Steve Gust, NIDA International Program Director, per i materiali forniti.

Cosa sono i “community epidemiology surveillance networks”?

I “community epidemiology surveillance networks” sono dei gruppi di lavoro, compo-sti da varie unità orientate alla salute pubblica, che studiano la diffusione, la crescitae/o lo sviluppo dell’abuso di droghe e dei problemi correlati. I network hanno lo scopocomune di definire i pattern d’uso di sostanze, i trend, e i problemi emergenti drogacorrelati con lo scopo di fornire una base di informazione concreta per un’appropriatarisposta di ordine sanitario. Il fine ultimo del network è, quindi, l’eliminazione o la ridu-zione dell’abuso di droga e delle conseguenze ad esso correlate.

Al fine di raggiungere questo scopo, i membri del network hanno accesso ad infor-mazioni già esistenti presso una molteplicità di fonti, incluso i centri per i trattamentiper l’abuso di droga, gli istituti sanitari, le Forze dell’Ordine, le unità d’emergenza de-gli ospedali, i medici di laboratorio e gli uffici del coroner, e ricerche sulle scuole localie sulle famiglie. Molti dati utili sono disponibili in report che vengono in seguito pubbli-cati. Inoltre, Internet ha incredibilmente facilitato l’accesso a molte delle fonti di dati eagli stessi report.

Definizione e scopi

Accessoall’informazione

1 Traduzione autorizzata a cura di Claudia Rimondo.2 Alcune parti del testo sono state omesse per semplificarne la lettura. Tali omissioni sono state indi-

cate con il simbolo […].

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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I membri si incontrano periodicamente per visionare, comparare, e per trarre dai datiinferenze statistiche. I dati vengono riportati in un formato standard per facilitare la re-visione e l’analisi comparativa. Inoltre, studi di tipo qualitativo possono essere condottiper aiutare i membri a comprendere i risultati di tipo quantitativo provenienti dalle se-rie di dati esistenti.

I principali obiettivi dei membri del network sono:• identificare i pattern di abuso di droga in aree geografiche definite;• identificare cambiamenti nei pattern di abuso di droga lungo periodi di tempo defi-

niti per stabilire dei trend• rilevare sostanze d’abuso emergenti• comunicare e diffondere l’informazione ad appropriati enti ed organizzazioni della co-

munità in questione così da poterla utilizzare nello sviluppo di policies programmid’azione, strategie di prevenzione, e studi di ricerca

I membri del network sono individui in posizione di accesso e valutazione dell’informa-zione riguardo l’uso di droga in aree geografiche specifiche. Possono rappresentareenti ed organizzazioni che hanno un qualche tipo di responsabilità che impegna lorosui problemi droga correlati o che beneficiano direttamente dall’acquisizione dell’infor-mazione sull’abuso di droga. Anche ricercatori e individui che hanno una conoscenzaparticolare di un argomento droga correlato, o che conoscono particolarmente beneuna popolazione di consumatori, possono partecipare al network. Incontri del networkregolarmente pianificati forniscono un forum per i membri che hanno, così, la possibi-lità di condividere, visionare e analizzare l’informazione sull’epidemiologia dell’abuso didroga.

Questa guida focalizza sui metodi pratici per accedere ed analizzare diversi indicatoridi dati da una varietà di fonti e precisa, inoltre, gli effettivi metodi per il reporting di talidati.

Dove e quando sono iniziati i network di sorveglianza?

Il primo network di sorveglianza di livello nazionale fu stabilito nel 1976 dal National In-stitute on Drug Abuse (NIDA), e dal National Institute of Health, per valutare i patternd’uso attuali nelle principali aree metropolitane del Paese e per identificare i trendemergenti all’interno di queste aree. Questo network, chiamato il Community Epide-miology Work Group (CEWG), si è riunito semestralmente dal 1976 per ricoprire il ruolodi sistema di sorveglianza sull’abuso di droga. I membri di CEWG rappresentano At-lanta, Baltimora, Boston, Chicago, Denver, Detroit, Honolulu, Los Angeles, Miami/Ft.Lauderdale, Minneapolis/St. Paul, Newark, New Orleans, New York City, Philadelphia,Phoenix, St. Louis, San Diego, San Francisco, Seattle, lo Stato del Texas e Washing-ton D.C. […]Basandosi sul modello del CEWG del NIDA, sono stati organizzati gruppi di lavoro sta-tali di epidemiologia in numerosi Stati. Anche altri Paesi hanno adottato questo mo-dello. Gruppi di lavoro simili sono stati organizzati, o sono in via di realizzazione, an-che in Asia, in Australia, in America Centrale, in Europa, in Messico e in Sud Africa.L’informazione dei CEWG nazionali viene diffusa dalla Divisione di Epidemiologia, deiServizi e della Ricerca di Prevenzione, e dal NIDA, attraverso una serie di report bien-nali intitolati Trend epidemiologici nell’abuso di droga. […]

Attività

Obiettivi

Chi compone ilnetwork

Storia: CEWG

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Valutare l’abuso di droga tra le comunità e al loro interno

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Perché sono stati stabiliti i network?

L’abuso di droga e le dipendenze utilizzano risorse a livello locale, statale e nazionalee minacciano il benessere dei consumatori e di chi sta loro vicino. I tipi di droga utiliz-zati e le popolazioni che usano una particolare droga, o droghe, in un preciso periododi tempo, cambiano e i consumatori continuano ad essere una popolazione indefinitache non viene completamente individuata negli studi di prevalenza. I consumatori ri-mangono spesso “nascosti” fino a che richiedono assistenza medica, o vengono ar-restati, o vengono a contatto con enti sociali o con unità delle Forze dell’Ordine.

Per meglio comprendere il problema, i policy makers, i professionisti, gli operatori sa-nitari hanno bisogno di informazioni puntuali e regolari in modo che le risorse umane,finanziarie e sanitarie possano essere ripartite in modo appropriato. Anche le comu-nità di ricerca hanno bisogno di queste informazioni affinché gli studi possano esserepianificati e implementati per fornire dati più approfonditi e più definitivi al fine di con-tribuire allo sviluppo di policy adeguate e di interventi di prevenzione e trattamento ap-propriati. […]

Lo scopo primario di un network di sorveglianza locale è quello di condividere infor-mazioni puntuali e affidabili sull’abuso di droga. I network di sorveglianza aiutano a de-finire e determinare la magnitudo dei problemi droga correlati e forniscono un’allertaprecoce per i problemi emergenti. Che tipi di droghe vengono utilizzati in particolaricomunità? Chi le usa? Come vengono usate? Quali sono le conseguenze del lorouso? Come stanno cambiando i pattern d’uso?

Informazioni di questo genere sono essenziali a molti enti e organizzazioni, special-mente quelle responsabili per la pianificazione e la ripartizione delle risorse necessa-rie ad affrontare la questione dell’abuso di droghe e dei problemi droga correlati.Troppo spesso accade che gli enti programmino strategie e assegnino risorse senza,però, possedere informazioni aggiornate riguardo la natura e l’entità dei problemi le-gati all’abuso di droga. Tali sforzi di allocazione delle risorse possono, quindi, esseredispendiosi e controproducenti in assenza di tali dati.

I pattern d’uso sono determinati non solamente dalla disponibilità e dal costo delle di-verse sostanze, ma anche dalle dinamiche e dalle differenze all’interno dei gruppi, delleculture, e delle comunità. I pattern d’abuso sono fenomeni complessi e dinamici chepossono diffondersi velocemente sia all’interno di una comunità sia tra comunità di-verse. L’abuso di droghe è stato associato ad un aumento dei tassi di criminalità e delnumero di episodi di violenza, all’aumento dei problemi sanitari, all’aumento delle in-fezioni per il virus dell’immunodeficienza (HIV), che causa la sindrome da immunode-ficienza acquisita (AIDS), di altre malattie sessualmente trasmesse (STDs), e di altremalattie infettive come l’epatite B e C. Se un pattern viene identificato precocemente,è possibile adottare un’azione appropriata per controllare la sua diffusione.

Monitorando l’abuso di droga nel corso del tempo, è anche possibile valutare se i pro-grammi stanno riscontrando qualche impatto su particolari aspetti delle questioni drogacorrelate.È importante che i membri [del network] capiscano gli obiettivi specifici, i vantaggi, l’or-ganizzazione e le limitazioni del network stesso. Grazie a questa visione generale, ri-sulta più facile per i network locali avere successo e contribuire alla valutazione deireali bisogni della comunità.

Popolazioni diconsumatori

Bisogno diinformazioni

Scopo

Enti e organizzazioni

Pattern d’uso

Valutazione deiprogrammi

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Quali sono i vantaggi di un network?

Il modello del network di sorveglianza ha numerosi vantaggi per gli scopi di pianifica-zione:- Usa una formula pratica- Non è costoso- Fa uso di risorse esistenti- Lavora a diversi livelli (ad esempio, locale, statale, nazionale, internazionale)- L’informazione è utile a molti enti e organizzazioni- Fornisce input da prospettive diverse- Stabilisce un network di persone che condividono informazioni e che lavorano in-

sieme in merito a problemi comuni- Costruisce un’infrastruttura per successive ricerche

Spesso le persone che vengono contattate per far parte del network lavorano o col-laborano già con enti e organizzazioni coinvolte nell’ambito dell’abuso di droghe e pos-sono già essere coinvolte nella raccolta di dati sulle popolazioni di consumatori. Inol-tre, le loro organizzazioni o enti di appartenenza possono eventualmente riconoscerei benefici a breve e lungo termine che possono derivare dalla partecipazione della pro-pria struttura ad un network di sorveglianza, dimostrando, quindi, interesse nel pren-dere parte al network.

Sarebbe ottimale che gli incontri [tra i membri del network] fossero programmati in ma-niera regolare circa due volte l’anno. Questo periodo fornisce un sufficiente arco tem-porale (sei mesi) per stimare dei cambiamenti nei pattern d’uso di droga e per mante-nere attivi i gruppi coinvolti, senza caricarli eccessivamente di lavoro. È opportuno pre-vedere circa un giorno intero di lavoro per ogni meeting.

A quali fonti di informazione i network accedono e quali vengono usate?

I network epidemiologici fanno uso di molteplici fonti di informazione […]. Ogni fonteha la possibilità di fornire dati e/o informazioni in merito a particolari popolazioni di con-sumatori e/o a diversi aspetti dei comportamenti e delle conseguenze dell’uso di dro-ghe sulla stessa popolazione o su popolazioni simili.I dati/informazioni ottenuti/e da ognuna delle fonti sono considerati/e indicatori diabuso di droga [drug abuse indicator]. La direzione dei cambiamenti negli indicatorinel corso del tempo costituisce una misura di relativo cambiamento nei comporta-menti di abuso rilevabile in ogni momento. […] Inoltre, gli indicatori contribuiscono adidentificare diverse tipologie di consumatori, quali quelli che sono stati arrestati, rice-vuti nelle unità d’emergenza, dimessi dagli ospedali, ammessi ai programmi di tratta-mento per i consumatori di sostanze, coinvolti in incidenti, consumatori risultati infettida HIV/AIDS, o deceduti a causa dell’assunzione di sostanze stupefacenti rilevate nelloro organismo a seguito dell’autopsia.

I dati delle indagini possono essere usati per complementare i dati degli indicatori. Lamaggior parte degli studi fornisce delle stime sulla prevalenza del consumo in partico-lari popolazioni (ad esempio, popolazioni dell’ambiente famigliare o scolastico), inclusala prevalenza d’uso di specifiche sostanze. Tuttavia, è bene segnalare che le popolazioni incluse nelle indagini non possono for-nire informazioni su tutti i gruppi ad alto rischio di consumo (ad esempio, i senzatetto,i giovani ritirati dalle scuole). Ad ogni modo, indagini metodologicamente solide forni-

Vantaggi

Partecipazione

Incontri programmati

Drug abuse indicator

Indagini e indicatori

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Valutare l’abuso di droga tra le comunità e al loro interno

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scono stime di prevalenza alquanto valide per quanto riguarda i gruppi della popola-zione che sono stati campionati.

Paragonando simultaneamente le informazioni ottenute da diverse fonti, i membri delnetwork possono identificare e imparare di più in merito alle diverse popolazioni di con-sumatori, alle similarità, alle differenze tra i gruppi, ed, eventualmente, ai pattern e aitrend emergenti. Una fonte può complementare e supportarne un’altra e contribuiread avvalorare un’informazione sui pattern d’uso. I network, a tutti i livelli, sono tenuti adusare varie fonti di dati.

Come sono organizzati i network locali?

Generalmente, lo sforzo iniziale per organizzare un network di sorveglianza provieneda un ente che riconosce il bisogno di informazioni aggiornate sui pattern d’uso e suitrend. L’ente può essere uno che coordina già delle fonti di dati sull’abuso di droghe,o un’organizzazione responsabile per la salute pubblica. Sponsorizzare un networkpuò risultare di grande beneficio per un ente, poiché il network può fornire a quellostesso ente importanti informazioni sui trend, conoscenze sull’uso delle droghe distrada, e una rete di risorse per rispondere a interrogativi che, in quanto soggetto de-putato alla sicurezza della salute pubblica, deve essere in grado di saper affrontare.Qualsiasi ente abbia a che fare con il pubblico in generale, che risponda a domandesulle droghe, o che fornisca informazioni al pubblico troverà decisamente utile l’inve-stimento per sponsorizzare il network locale. Inoltre, sarà possibile fornire materiali edu-cativi e informativi e dare comunicati stampa per informare il pubblico sui trend attuali.

Per questioni pratiche, è importante che qualcuno assuma il ruolo di Coordinatore delnetwork, un membro che servirà da punto chiave per assicurare che tutti i membrivengano informati del tempo e del luogo di ogni incontro, che un agenda dell’incon-tro sia concordata e diffusa tra tutti i partecipanti, e che ogni componente sia piena-mente consapevole dei ruoli che egli deve assumere ad ogni incontro. In alcuni net-work, i membri hanno condiviso questo ruolo, poiché si tratta di un incarico impegna-tivo e richiede una continua coordinazione e comunicazione. Il coordinatore delnetwork può essere qualcuno che lavora per uno degli enti principali (ad esempio, uncentro per il trattamento dei consumatori) e a lui devono essere fornite le risorse ap-propriate per esercitare questo ruolo. Il coordinatore assume anche il ruolo di guida emoderatore agli incontri del network, presentando i risultati e gli argomenti emersi dalprimo incontro, gli obiettivi dell’incontro stesso e i piani per il prossimo meeting.

È meglio pianificare e mantenere piccoli gruppi di lavoro in modo che tutti i parteci-panti abbiano l’opportunità di contribuire al processo. Inoltre, è bene cercare di coin-volgere membri di organizzazioni diverse e con prospettive diverse. È opportuno,quindi, includere operatori sanitari, personale per i programmi di trattamento, opera-tori di strada, ricercatori universitari, e funzionari della polizia locale. Se il network con-siste di rappresentanti di città diverse, città o paesi, il processo di reporting dovrebbeessere standardizzato in modo che le comparazioni di dati possano essere fatti più fa-cilmente tra le diverse giurisdizioni [vedi oltre].All’inizio uno o due membri dello staff possono essere nominati per indicare e presen-tare i potenziali benefici del network, per individuare altri potenziali validi partecipanti,e per presentare fonti di informazione accessibili. I rappresentanti di altre unità opera-tive possono essere contattate per determinare come l’informazione possa essere loroutile, il loro livello di interesse e chi, del loro ente, può possedere le caratteristiche per

Confronti

Investire nel network

Coordinatore delnetwork

Rappresentanti

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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partecipare al network. Questo tipo di analisi dovrebbe essere completata in un pe-riodo di uno o due mesi.

Se, sulla base delle informazioni rilevate, viene deciso di dare inizio all’organizzazionedi un network di sorveglianza, è opportuno disporre un breve incontro pianificatore ri-volto allo staff delle unità operative chiave. Questo incontro dovrebbe includere ricer-catori e rappresentanti degli enti che hanno familiarità con le questioni droga correlatee con le fonti dei dati e che sono, inoltre, interessati alla possibilità di stabilire un net-work di sorveglianza.L’incontro dovrebbe essere organizzato al fine di:- stabilire il fondamento logico e lo scopo del network- identificare le potenziali fonti di dati/informazioni- identificare enti, organizzazioni e individui che possono avere accesso alle informa-

zioni- identificare gli individui che potrebbero contribuire al network in altri modi oltre alla

fornitura di dati/informazioni- sviluppare un’agenda per il primo incontro- determinare chi dovrebbe essere invitato a partecipare al primo incontro- stabilire una data e un luogo per il primo incontro- sviluppare un piano per un secondo incontro, includendo data, luogo e temi gene-

rali che devono essere trattati.

Un passo preliminare che, ad oggi, è risultato utile alle finalità del network di sorve-glianza è quello di tenere un incontro pre-organizzativo con rappresentanti di organiz-zazioni selezionate o di enti particolari per discutere lo scopo e gli obiettivi del networke valutare come l’ente o l’organizzazione in questione possa contribuire, le capacitàdel suo staff, le sue conoscenze, le sue capacità, l’esperienza richiesta per contribuireal network, e i benefici per i soggetti che operano all’interno del network.

Che tipo di problemi incontrano i network?

In qualunque network, gli individui che partecipano agli incontri possono avere back-ground diversi e diversi punti di riferimento. Potrebbe, per tanto, non essere semprechiaro che cosa ci si aspetti da loro. Se ad ogni membro viene spedito in anticipo unoschema preciso per la presentazione che ci si aspetta, sarà più facile mantenere gliincontri centrati sull’argomento e risulta più agevole acquisire l’informazione in unaforma confrontabile con l’informazione fornita da altri membri.

È opportuno ricordare che c’è un tempo limitato per affrontare le questioni chiave eper raggiungere gli obiettivi del network. Quindi, è importante, per le persone che co-ordinano o che presiedono gli incontri del network, definire attentamente quali infor-mazioni i partecipanti hanno bisogno di presentare, e mantenere gli incontri focalizzatisull’argomento centrale. È bene, quindi, comunicare con anticipo ad ogni membro ladurata massima delle loro presentazioni.

Un ulteriore problema è il turnover dei membri che sono interessati al network e chevogliono contribuire al processo, raccogliere e riportare l’informazione in modo conti-nuativo. Il coordinatore del network valuterà periodicamente il bisogno di cercare nuovimembri e persone che hanno tempo materiale di partecipare. È una buona politicaquella di chiamare a intervalli regolari i direttori delle unità operative per ringraziarli dellapassata partecipazione del loro staff, per informarli del fatto che un altro incontro è

Incontro pianificatore

Schede dipresentazione

Tempi dipresentazione

Turnover dei membri

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Valutare l’abuso di droga tra le comunità e al loro interno

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stato fissato, e per spiegare l’importanza della partecipazione del loro centro e i bene-fici che la loro struttura ne trae. […]

Chi deve essere invitato al primo incontro del network?

Il primo incontro dovrebbe essere considerato come una sessione di pianificazione.Gli organizzatori dovrebbero, infatti, enfatizzare il fatto che gli individui che partecipanoall’incontro non saranno necessariamente dei membri permanenti e che, quindi, nonsono obbligati a partecipare ad incontri futuri.Uno dei principali obiettivi del primo incontro è quello di identificare gli individui chesono nella posizione migliore per fornire informazioni al processo di pianificazione delnetwork. […]

Il primo incontro dovrebbe includere persone in grado di fornire informazioni circa di-verse fonti di informazione, in particolare le seguenti:

Dati di indagine

Se non ancora note, è opportuno ricercare qualsiasi indagine locale rilevante che èstata condotta, o che è in fase di esecuzione o che è stata programmata. Queste do-vrebbero includere indagini sulle famiglie, sulle scuole e su popolazioni particolari chepossono fornire informazioni sulle sostanze usate. Inoltre, alcuni Stati hanno dei con-tratti particolari con le agenzie federali per eseguire queste indagini. In alcuni casi, l’a-genzia di Stato stessa ha condotto le indagini, mentre, in altri Stati, le indagini sonocondotte dall’università o da imprese di ricerca private. Se un’indagine rilevante è statacondotta, o è in corso di esecuzione, è opportuno invitare il Ricercatore Responsa-bile o un’altra persona che possa descrivere i dati raccolti. […]

Esistono tre tipologie di ricerche nazionali che forniscono importanti risultati sui dati diabuso di droghe:- la National Survey on Drug Use and Health (NSDUH)- il Monitoring the Future (MTF)- la Youth Risk Behaviour Survey (YRBS)

Un paragone tra i dati nazionali e quelli locali potrebbe produrre risultati diversi. Tutta-via, tali differenze possono rivelarsi utili. Ad esempio, un paragone tra i dati nazionali equelli locali in un determinato anno può mostrare piccole differenze tra i tassi di pre-valenza e tra i pattern di abuso a livello locale e a livello nazionale. Contrariamente, unparagone tra dati locali e dati nazionali potrebbe mostrare pattern di abuso divergentiin tutto o per una particolare droga o un gruppo di popolazione. Ad esempio, i dati na-zionali possono mostrare l’emergere di una nuova droga che non è ancora apparsatra i dati locali. Tale divergenza potrebbe servire da “allerta” per gli amministratori lo-cali, per i policy makers, e potrebbe, quindi, condurli ad affrontare domande quali: iltrend non è stato individuato nella raccolta dei dati a livello locale, o costituisce un pat-tern che può emergere nel futuro? Come potrebbero essere impiegati gli sforzi localiper determinare se una specifica droga è o diventerà una sostanza d’abuso in unaspecifica area?

Primo incontro

Fonti di informazione

Indagini

Ricerche nazionali

Dati nazionali e localia confronto

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Dati sui trattamenti per l’abuso di droghe

Se ancora sconosciuti, è opportuno trovare quali enti raccolgono le informazioni in me-rito ai ricoveri dei consumatori, che sono in fase di trattamento e/o ne stanno uscendo.È necessario che ogni programma di trattamento che riceve finanziamenti dall’Ammi-nistrazione per la Sicurezza Sociale riporti i dati allo Stato.Quali programmi locali di trattamento per i consumatori partecipano nel sistema sta-tale, e quali devono riportare i dati degli assistiti alle agenzie di coordinamento di con-tea e di città? È opportuno trovare chi, nelle diverse agenzie, è responsabile per il co-ordinamento di questi sforzi. Inoltre, è bene contattare questi soggetti per scoprire chipotrebbe essere la persona più appropriata a partecipare al primo meeting del net-work. […]

Tra i vantaggi nell’uso di questo tipo di risorse troviamo:- i dati di trattamento sono, in genere, un buon indicatore delle tipologie di droghe che

vengono usate nelle varie aree geografiche: questi mostrano anche cambiamentinei pattern d’uso nel tempo

- i dati sulle ammissioni ai trattamenti sono raccolti e riportati da tutti i programmi fi-nanziati pubblicamente o privatamente, basandosi su domande standard

- i dati su droghe specifiche e caratteristiche dei consumatori sono raccolti sistema-ticamente ad uso di uno staff che possiede una precisa formazione

- si può accedere a questi dati con relativa facilità e li si può analizzare- questi dati possono essere esaminati in futuro (ad esempio, anni) per verificare i

cambiamenti dei trend nel corso del tempo- i paragoni possono essere fatti tra diverse aree dello Stato e all’interno della stessa

I limiti di questo tipo di fonte includono il fatto che:- i dati di trattamento non possono essere usati per fare stime di prevalenza dell’a-

buso di droghe per aree geografiche. Questi dati rappresentano solamente consu-matori che entrano in trattamento ed escludono la maggior parte dei consumatoriche non possono accedere ai programmi di trattamento o che non si rivolgono allestrutture disponibili. Un numero sconosciuto di consumatori ottiene il trattamento daprogrammi privati che non richiedono la registrazione dei dati.

- C’è un certo gap temporale tra il momento in cui una persona inizia ad usare unasostanza e il momento in cui l’individuo cerca e/o entra in trattamento. […]

- Un consumatore può entrare in trattamento più di una volta all’anno e verrà conteg-giato ogni volta che si rivolge ai servizi, costituendo un dato doppio. […]

- Le sostanze menzionate ai trattamenti sono quelle che hanno condotto l’individuo acercare il trattamento in quel preciso momento. Per tanto, i dati di trattamentospesso non forniscono una storia completa di tutte le sostanze usate.

- Nel cercare il trattamento, i consumatori potrebbero non essere completamente sin-ceri nel riferire il loro problema con la dorga. Ad esempio, alcuni potrebbero averpaura di riportare un problema di droghe illecite nel caso dovessero affrontare im-plicazioni di tipo legale. […]

Anche i dati ospedalieri sugli effetti dell’abuso di droga possono essere un valido in-dicatore nel valutare i pattern di abuso e i trend all’interno di una comunità o di unoStato. Gli ospedali, infatti, trattano numerosi casi droga correlati ed entrano in contattocon numerose popolazioni che presentano problemi legati all’abuso di droga. Infatti,gli ospedali sono le uniche strutture aperte 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, cheforniscono assistenza d’emergenza e trattamenti riabilitativi ai pazienti. Gli ospedalisono nella posizione di fare test sui pazienti per l’alcol e per droga e sono in grado di

Vantaggi

Limiti

Dati ospedalieri

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Valutare l’abuso di droga tra le comunità e al loro interno

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fornire un trattamento o di indirizzare il paziente ad un trattamento appropriato. […]Casi di incidenti e di malattie possono essere resi ancor più difficili dall’abuso di alcole/o di droga. Alcuni individui vengono ricoverati in ospedale per condizioni mediche opsichiatriche che sono diretta conseguenza di comportamenti legati al consumo didroghe. Oppure, non è improbabile che si verifichino condizioni di “co-morbidità”,come disordini affettivi legati alla dipendenza da alcol o droga. […]Molti consumatori, specialmente quelli che non hanno un’assicurazione medica,usano le unità d’emergenza degli ospedali come prima loro fonte di cura. Anche leunità de emergenza, quindi, costituiscono una valida fonte di dati e informazioni. Perquest’ultima tipologia di dati il network può avvalersi della collaborazione del DrugAbuse Warning Network (DAWN) 3.Se l’area geografica coperta dal network è relativamente piccola, potrebbe essere ap-propriato contattare gli amministratori di ogni ospedale per trovare che tipo di dati drogacorrelati sono raccolti e chi coordina tali sforzi all’interno o all’esterno dell’ospedale.

Anche i laboratori di analisi e i coroner forniscono informazioni molto importanti sui pat-tern e i trend di mortalità droga correlate negli Stati Uniti, e costituiscono un’eccellentefonte di dati per i network epidemiologici. I componenti di queste unità sono spessointeressati all’attività del network ed, eventualmente, potrebbero volervi partecipare,perché hanno bisogno di sapere che tipo di droghe circolano sulla strada, che infor-mazioni sono disponibili sui cambiamenti di purezza o sulle combinazioni di droga chepotrebbero causare una serie di morti per overdose.

È opportuno prendere in considerazione anche altre fonti di dati droga correlati chepossono essere utili ai network epidemiologici quali:- i centri antiveleno: in aree dove questi centri operano, i membri del network possono

accedere a specifici dati su droghe illegali, su farmaci da vendersi dietro ricetta me-dica, su droghe vendute in farmacia. Questi dati possono essere analizzati e spessoriassunti in report

- dati delle helpline telefoniche: questi dati rappresentano sia il livello d’uso di drogasia il livello di consapevolezza del rischio riguardo certe droghe

- dati su HIV/AIDS ed epatite B e C: questi dati a livello di popolazione sono impor-tanti indicatori di specifici fattori di rischio associati a malattie sessualmente trasmis-sibili, incluso l’uso di droga in alcune porzioni della popolazione

Dati delle forze dell’ordine

Se non ancora noti, è necessario trovare quali enti, dipartimenti, o uffici raccolgonodati sull’uso di droga, sugli arresti locali legati a reati criminali. I crimini droga correlati,incluso l’arresto per possesso e/o traffico di sostanze illecite, sono riportati dalle con-tee e dagli Stati. Numerosi uffici statali possono essere contattati per determinare lefonti dei dati sugli arresti. Queste includono lo Uniform Crime Report Office, lo Stati-stical Analysis Centre, il Law Enforcement Planning Office, e l’Attorney General’s Of-fice. In alcuni casi, lo stesso arresto verrà registrato dalla polizia locale, dalla polizia distato, dagli agenti federali. È per tanto opportuno informarsi sui possibili dati che sipossono ripetere o si sovrapporre.

3 N.d.R. Vedi articolo “Rassegna dei principali early warning systems esistenti”, a cura di Claudia Ri-mondo e Giovanni Serpelloni, nel capitolo Altri contributi.

Laboratori e coroner

Altre fonti

Dati su arresti etraffici

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Altri dati delle Forze dell’Ordine che possono essere molto utili sono le informazioni sulprezzo e sulla purezza delle droghe sequestrate. Infatti, quando il prezzo di una drogatende a crescere, i consumatori possono tendere rivolgersi ad altre droghe. O, al con-trario, se una droga tende a diventare più economica, soprattutto se si tratta di unasostanza “popolare”, il suo uso tende a diminuire. Se, ad esempio, l’eroina diventa piùpura e rimpiazza l’eroina di bassa purezza, i consumatori possono andare incontro adun overdose, che talvolta si rivela fatale. Quindi, i dati sul prezzo e sulla purezza pos-sono contribuire a definire un particolare pattern o trend di consumo.

Figura 1 - Programma di monitoraggio locale: media della purezza dell’eroina e prezzoper milligrammo negli Stati (2004, non sono inclusi alcuni tipi di eroina come, ad esem-pio, quella asiatica).

Casi di AIDS e dati sulla sieropositività da HIV

L’HIV/AIDS è una condizione per cui è possibile raccogliere dati in tutti gli Stati e in tuttii territori degli Stati Uniti. Il sistema di sorveglianza di HIV/AIDS, stabilito dai centri peril controllo delle malattie e per la prevenzione, monitora l’incidenza e il profilo demo-grafico dei casi di AIDS e descrive le modalità di trasmissione del virus dell’HIV tra lepersone infette. […] Dipartimenti statali e locali conducono una sorveglianza attiva.Formati standard dei report e un uso comune dei software (HIV/AIDS ReportingSystem) vengono usati per produrre tabulazioni locali e per riferire mensilmente al Cen-tro per il Controllo delle Malattie. […]Uno degli obiettivi della sorveglianza è quello di identificare i cambiamenti dei modellinella modalità di trasmissione dell’HIV. Il Dipartimento Sanitario Locale responsabiledella sorveglianza dell’HIV/AIDS dovrebbe essere contattato per trovare quale sia lapersona più qualificata a portare informazioni rilevanti al primo incontro del network,quali, ad esempio, le informazioni sulle percentuali di consumatori che assumonodroga per endovena e che hanno contratto il virus.

Altri dati sanitari

Poiché l’abuso di sostanze è anche correlato a numerose conseguenze sanitarie,

Prezzi

SorveglianzaHIV/AIDS

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Valutare l’abuso di droga tra le comunità e al loro interno

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come la tubercolosi e le malattie sessualmente trasmesse, le unità sanitarie delloStato, della contea e della città avranno informazioni sul numero di individui che ma-nifestano queste malattie e i dati di prevalenza per queste malattie in certe aree locali.È opportuno contattare l’unità sanitaria per ottenere le statistiche e le informazioni da-gli operatori di strada che riscontrano persone con queste malattie. In alcuni casi, al-cuni operatori si concentrano sulle popolazioni dei consumatori, mentre altri si con-centrano solo su prostitute e persone coinvolte nel commercio del sesso.

Dati dalle scuole

I sistemi scolastici locali e statali possono fornire indagini sull’uso di droga tra gli stu-denti. Se un’indagine rilevante è stata condotta, o è in fase di esecuzione, è oppor-tuno invitare il ricercatore responsabile, o qualcuno che ne faccia le veci, per descri-vere i dati raccolti.I dati delle indagini scolastiche possono essere disponibili al network attraverso ricer-che come la Youth Risk Behavior Survey (YRBS), supportata dal Centro per il Con-trollo delle Malattie e condotta in coordinazione con istituti educativi statali e locali. […]

Risorse di dati a livello di comunità

A livello di comunità o di vicinato, dati e/o informazioni possono essere ottenuti/e dafonti locali minori. È necessario stare attenti che queste informazioni non siano già in-cluse nei report provenienti dalle varie agenzie statali. Di seguito vengono riportate al-cune fonti locali di dati:- programmi di trattamento sull’abuso di droga e di intervento (sia pubblici che privati)- ospedali locali e associazioni ospedaliere- dipartimenti sanitari statali, della contea o locali, e cliniche- centri di controllo veleni- helpline per le droghe- centri per la salute mentale- programmi sull’HIV e malattie sessualmente trasmesse- enti per la giustizia criminale e agenzie correttive che riportino dati sugli arresti (ad

esempio, polizia, sceriffo, ecc…)- agenzie che raccolgono e riportano dati sulle caratteristiche morfologiche e sul

prezzo e la purezza di varie droghe- tribunali- uffici e istituti per l’educazione e scuole- aree di ricreazione- ricercatori universitari che conducono ricerche o studi sull’uso di droga

I network potrebbero considerare la ricerca qualitativa come un valido integratore deidati indicatori e dei dati quantitativi descritti precedentemente.Tra le fonti di dati qualitativi vengono inseriti informatori chiave e ricerche etnografiche.[…]I primi dovrebbero essere in grado di interpretare i dati indicatori e di allertare diretta-mente il network in qualsiasi momento nel caso in cui qualcosa di nuovo o insolitoemergesse nella comunità o nelle vicinanze.Le ricerche etnografiche sulla popolazione di riferimento, attraverso interviste e tecni-che di osservazione partecipante, potrebbero essere condotte al fine di ottenere:- informazioni demografiche

Indagini scolastiche

Risorse locali

La ricerca qualitativa

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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- droghe usate in un determinato ambiente- combinazioni di sostanze- frequenza d’uso- modalità di somministrazione- contesto sociale in cui le droghe vengono usate- ragioni d’uso- effetti delle droghe- reazioni avverse alle droghe- conseguenze droga correlate nel corso del tempo

I membri del network possono anche considerare il Computer Retrieval of Informationon Science Projects (CRISP) per verificare la presenza di eventuali studi rilevanti ese-guiti nella loro area. CRISP è un database consultabile di progetti di ricerca biomedica,finanziati a livello federale, condotti da università, ospedali e altri istituti di ricerca. […]

Alcuni passi essenziali per accedere a dati indicatori di abuso di droga

Molte serie di dati possono essere consultate su Internet. Altri dati rilevanti possononon essere consultabili on line e sarà, quindi, necessario accedere all’informazione at-traverso rapporti, pubblicazioni, o qualche altro tipo di documentazione. Inoltre, po-trebbe essere necessario contattare enti ed organizzazioni per ottenere le informazionidi cui si ha bisogno. In ogni caso, i dati possono essere valutati seguendo i passaggidi seguito evidenziati:

Identificare la serie di dati e le sue caratteristiche sollevando domande come le se-guenti:1. Quali sono le categorie di dati significativi rispetto alle droghe illecite o all’uso non

medico di droghe prescritte? Come viene definita ciascuna categoria?a. Che popolazioni vengono coperte nella serie di dati? I dati sulle caratteristiche

demografiche, sociali o comportamentali di ogni gruppo di consumatori sonodisponibili?

b. Come vengono definite queste categorie?c. Qual è l’area geografica considerata (ad esempio, Stato, Regione, contea)? I dati

possono essere aggregati in sottoaree di interesse (area metropolitana, ecc…)?d. Qual è il periodo di tempo considerato? Ogni periodo rappresenta un anno del

calendario o un anno fiscale? Per quali anni ci sono dati comparabili in modo dacondurre analisi dei trend?

e. Sono disponibili i dati grezzi (numeri)? I dati sono riportati sotto forma di percen-tuali, medie, o in qualche altra forma statistica? I dati sono in un format o in qual-che altro sistema che può essere manipolato per ulteriori analisi? È opportunoaccedere a tutti i dati numerici di interesse e a tutte le informazioni disponibili permanipolare ulteriormente i dati.

2. Ottenere documentazione sul sistema (ad esempio, strumenti per la raccolta didati, metodi di campionamento, metodi analitici) per essere d’appoggio alla com-prensione dei dati.

3. Identificare le procedure di privacy o di confidenza che potrebbe essere necessa-rio seguire nell’analisi e nel report dei dati.

4. Identificare una o più persone nelle unità operative in grado di rispondere ad even-tuali domande che possono sorgere. Chiedere se la persona, o l’unità operativa,vorrebbe partecipare all’analisi o ricevere una copia del report. Stabilire relazionicontinuative con il fornitore dei dati.

CRISP

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Valutare l’abuso di droga tra le comunità e al loro interno

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Documentare l’informazione sulle questioni e gli argomenti riassunti sopra sarà impor-tante. Ad esempio, informazioni sulle questioni elencate al punto 1 contribuiranno nonsolo alla comprensione del dato ma anche alla comparazione degli indicatori tra le fontidi dati. Agenzie e organizzazioni raccolgono l’informazione significativa per la loro spe-cifica missione e per i loro obiettivi, e ci potrebbero essere differenze tra i sistemi didati nelle popolazioni considerate, differenze su come l’informazione viene categoriz-zata e definita, differenze sui periodi di tempo rappresentati dei dati, sul modo in cuil’informazione viene analizzata. Mantenere le relazioni con le fonti dei dati è importante,soprattutto se i ricercatori pianificano studi sui pattern di abuso e sui trend che duranopoi vari anni. Infine, fornire alle fonti stesse dei report del network contribuirà ad assi-curare una cooperazione futura.

Consigli per stabilire e mantenere un Epidemiology Surveillance Network

Un network epidemiologico può funzionare da sistema di sorveglianza sull’abuso didroghe ad ogni livello giurisdizionale – statale, nazionale, regionale, contea, città o co-munità. Le descrizioni in questa guida focalizzano primariamente sul livello delle co-munità locali.

Le attività di un sistema epidemiologico di sorveglianza includono quelle riassunte diseguito.- Pianificare incontri regolarmente programmati, così come temi da discutere negli in-

contri futuri, raccolta dei dati da molteplici fonti, analisi dei dati e reporting, diffusionepuntuale dei risultati, e continuità del network.

- Sviluppare ed espandere il network e mantenere aggiornate le fonti dei dati e i con-tatti.

- Creare un network informativo chiave di individui che possono essere contattati ra-pidamente per informazioni se un problema droga correlato emerge o aumenta.

- Formare una rete di consulenza attraverso un processo di gruppo continuativo in cuii membri acquisiscono conoscenza e informazione corrente sull’abuso di droga, suipattern e i trend d’abuso, e problemi emergenti droga correlati.

- Connettere, comunicare e coordinare in modo continuativo le varie unità coinvoltee le “risorse di dati”, ossia, enti, organizzazioni, e sistemi che hanno informazioni e/odati rilevanti sulle droghe, le popolazioni di consumatori e la conoscenza e le capa-cità di contribuire al network.

- Accedere e compilare dati in modo sistematico, basati su un format standardizzato.- Identificare il target di audience (ad esempio, professionisti, amministratori, policy

makers, legislatori) che può beneficiare dei dati/informazioni e dei risultati prodottidal network

- Diffondere le informazioni al target.- Fornire feedback alle agenzie partecipanti e alle organizzazioni, anche attraverso co-

pie dei report del network.- Valutare periodicamente i progressi e il raggiungimento degli obiettivi in modo che

si possano effettuare dei cambiamenti, se necessario, per assicurare continuità edespansione del network.

- Sviluppare conoscenze e capacità nel corso del tempo. Poiché l’abuso di droga èun fenomeno complesso e mutevole, i membri del network devono costruire unaconoscenza e una capacità collettiva mentre lavorano insieme. Accedendo alle in-formazioni e condividendole, i membri migliorano:

- La conoscenza delle droghe lecite e illecite e dei modi in cui diverse droghe ven-gono usate;

Relazioni con le fonti

Livello locale

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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• La conoscenza di risorse rilevanti di dati/informazioni dell’abuso di droga e abilitànel recuperare le informazioni/dati;

• La conoscenza della loro comunità/area e […] la consapevolezza culturale di cuisi ha bisogno per assicurare che dati rilevanti vengono raccolti e che i dati sonointerpretati accuratamente e in modi significativi;

• L’abilità nell’analisi e nell’interpretazione dei dati/informazioni raccolti dal gruppo;• L’abilità nel preparare report appropriati ai diversi target;• La capacità di trasmettere i report ai diversi target;• Le abilità necessarie per assicurare continuità ed efficacia delle attività del net-

work.

I network potrebbero trovare utile avere dei format standard per riferire i risultati. Ciòpuò essere utile per le seguenti ragioni:- poiché il network evolve nel tempo e produce vari report, un format standardizzato

renderà più facile rivedere i dati di diversi periodi per sviluppare e accedere ai trendattraverso differenti periodi di tempo

- per i network che coprono più di un’area geografica, un format standardizzato ren-derà più facile riassumere i dati tra le diverse aree e rende anche più semplice per ilettori fare le loro proprie comparazioni tra le aree di reporting

- per i network che pianificano di diffondere i report ai policy makers, ai professionistie ad altri soggetti interessati, è consigliabile avere un format standard con una brevetabella dei contenuti per guidare i lettori e facilitare le loro revisioni del report; nelcorso del tempo, i lettori si abitueranno al formato e troveranno i report di più facileconsultazione.

È importante riconoscere che all’inizio della sua esistenza, il network di sorveglianzapotrebbe non possedere tutte le risorse di dati descritti precedentemente. Tuttavia,molto si può apprendere dagli sforzi iniziali. Ad esempio, quando il Louisiana State Epi-demiology Work Group (SEWG) iniziò nel settembre del 1997, solamente sette par-rocchie riportarono dati indicatori delle loro giurisdizioni. Un anno più tardi, le parroc-chie furono undici. Nel 2002, il gruppo di lavoro era in grado di riportare dati dalla re-gione amministrativa, con dati riferiti a quasi tutte le parrocchie dislocate nelle dieciregioni. I report dell’SEWG furono preparati in un formato standard, con annesso unAbstract regionale o parrocchiale, relativo ai risultati chiave, ed una sezione definitaDrug Abuse Patterns and Trends per droga o per fonte di dato. Infine, nel documentovennero inseriti anche grafici e tabulati.Il Community Epidemiology Work Group ha utilizzato un format simile nel corso deglianni, riportando sempre pattern e trend di consumo individuati. Questi report vengonotuttora pubblicati semestralmente nella serie “Epidemiologic Trends in Drug Abuse”,consultabile sul sito del NIDA http://www.nida.nih.gov

Attività

Reporting

L’importanzadell’inizio

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidrogaadottano per effettuare dei sequestri,nel senso della mobilitazione delleunità operative locali e delle tempistichenecessarie per giungere al sequestro

Il sequestro di sostanze stupefacenti può esser amministrativo o penale.L’attività di polizia giudiziaria o di polizia amministrativa svolte dalle forze di polizia percontrastare l’illecita attività di traffico e/o spaccio e/o di consumo illecito di sostanzestupefacenti sono quelle che poi caratterizzano la successiva attività finalizzata ad as-solvere l’esigenza di cautelare la sostanza stupefacente con provvedimenti ablatori dinatura rispettivamente penale o amministrativa.La decisione di eleggere una via o l’altra non sempre è scelta agevole per l’organo dipolizia operante ma può esser condizionata da alcuni fattori (assurti a rilevanza nor-mativa sulla base di chiare indicazioni giurisprudenziali consolidatesi nella vigenza dellanormativa precedente alla legge 49/2006) che l’attuale legislazione ha previsto ancheal fine di qualificare amministrativamente o penalmente la fattispecie.Di primaria importanza per la finalità anzidetta è l’accertamento tecnico sulla sostanzaoggetto di condotta illecita e da questo atto conseguono tempi diversificati in relazionealla natura dell’iter.Ciò premesso, deve anche rilevarsi come la funzione istituzionale della Direzione Cen-trale non è quella di procedere direttamente ad interventi operativi che possano con-cludersi con sequestri di sostanze stupefacenti o psicotrope bensì di coordinare 1 esupportare tali attività condotte dalle Forze di polizia nazionali o estere d’iniziativa osotto la direzione delle competenti autorità giudiziarie.

Il sequestro delle sostanze stupefacenti

Si tratta di un provvedimento previsto e disciplinato dalle norme processuali penali chetendono ad assicurare alla giustizia il corpo del reato.

Premessa

Direzione Centrale Servizi Antidroga

1 L’attività di coordinamento della DCSA consente di ordinare gli sforzi investigativi sul territorio nazio-nale o internazionale onde evitare che le investigazioni o le operazioni antidroga restino chiuse in un ambitopuramente locale, che non avvengano sovrapposizioni di indagini e quindi diseconomie tutelando l’incolu-mità degli operanti.

Il sequestro penale

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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È proprio con riferimento al sequestro del corpo del reato che si ritiene utile in questasede richiamare una importante decisione della Suprema Corte di Cassazione a Se-zioni Unite penali ossia la sentenza 28 gennaio -13 febbraio 2004, n. 5876 2.Sulla sostanza stupefacente oggetto di sequestro, nelle varie fasi del processo pe-nale potranno operarsi varie tipologie di analisi tecniche disposte dal pubblico mini-stero ovvero di consulenze tecniche o perizie richieste dal giudice. Anche la poliziagiudiziaria potrà avvalersi di accertamenti tecnici ai sensi dell’articolo 348 del codicedi procedura penale nominando ad esempio ausiliari della p.g. ossia persone chehanno specifiche competenze tecniche.Tutti questi accertamenti sulla sostanza stupefacente sono atti di norma “ripetibili” se-condo regole del processo penale 3. Si evidenzia poi che i risultati di accertamenti dilaboratorio possono portare a risultati tra loro differenziati in relazione al decorrere deltempo (es. evanescenza del principio attivo presente nella sostanza sequestrata) oalla deperibilità della sostanza naturale sequestrata.L’articolo 88 del DPR 309/90 in merito alle campionature dispone che ove il decretodi sequestro o di convalida dello stesso non sia più soggetto al riesame, l’autorità Giu-diziaria dispone il prelievo di uno o più campioni determinandone l’entità con l’osser-vanza delle formalità di cui all’articolo 364 del cpp (nomina e assistenza del difensore)e nel contempo ordina la distruzione della residua parte di sostanze.Qualora la conservazione delle sostanze sia assolutamente necessaria per il prosie-guo delle indagini l’autorità giudiziaria dispone in tal senso con provvedimento moti-vato.Qualora poi, sia stata ordinata la confisca dall’autorità giudiziaria la distruzione dellasostanza è in ogni caso disposta.

La vigente legislazione sugli stupefacenti prevede anche aspetti amministrativi che po-trebbero portare, in caso di intervento delle forze di polizia, ad un sequestro in tali am-biti.

2 Nella sentenza, la Corte ha riepilogato le varie possibilità di sequestro penale evidenziando anche conriguardo alle cose che costituiscono corpo del reato (nel nostro caso “le sostanze stupefacenti o psico-trope”) come occorra indicare sempre “… la ragione della necessità del sequestro in funzione dell’ “accer-tamento dei fatti”, come si ricava in primo luogo dalla ratio dell’articolo 253.1 Cpp che, se collega taleespressione al sequestro delle cose pertinenti al reato, non autorizza certo il sequestro del corpo di reatoal di fuori di ogni finalità di indagine…” in secondo luogo facendo riferimento all’art. 262 del medesimo co-dice, evidenzia come tale norma preveda “…la restituzione delle cose sequestrate, tra cui anche quelle checostituiscono corpo del reato, quando “non è necessario mantenere il sequestro a fini di prova” (sezioneterza, 7 marzo 1994, Ferri, rv. 199718; sezione seconda, 19 dicembre 1996, Galizia, rv. 206863; sezionesesta, 20 maggio 1998, Ferroni, rv. 211710; 8 giugno 1999, Cafagna, rv. 214681; sezione terza, 19 gen-naio 2001, Servadio, rv. 218753).

3 Cfr. Settimana di tirocinio mirato riservata agli uditori destinati alle funzioni requirenti – … Consiglio Su-periore della Magistratura “La nuova disciplina sanzionatoria delle sostanze stupefacenti: profili sostanziali,la nuova disciplina dell’agente provocatore.” Raffaele TITO - Sost. Proc. della Repubblica TRIESTE - Roma22-26 maggio 2006 “È ormai prassi consolidata procedere a questo incombente processuale a norma del-l’art. 359 c.p., trattandosi di accertamento tecnico ripetibile. Per il vero è anche scientificamente dimostratoche le cosiddette droghe leggere o da fumo vengono a perdere con il tempo (specialmente se a contattocon l’aria) una parte del principio attivo (THC), ciò nondimeno va condivisa la prevalente Giurisprudenza se-condo cui “nell’ipotesi un cui il Pm disponga consulenza tecnica su sostanze non soggette a modifica neltempo presumibilmente necessario per la celebrazione del dibattimento, nessun avviso è tenuto a dare al-l’indagato ed al suo difensore” (Nel caso di specie la Cassazione ha escluso che l’eroina e la cocaina pos-sano definirsi come cose soggette a modificazioni, osservando che si tratta di sostanze allo stato solido,non facilmente alterabili in tempi brevi, per le quali è sempre possibile di regola la sottoposizione a ritualeperizia tossicologica, Cass. Sez. VI 18 novembre 1992.

Il sequestroamministrativo

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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Il provvedimento che ne scaturirà sarà operato nell’osservanza delle disposizioni di cuiagli articoli 13 e seguenti della legge 689 del 24 novembre 1981 allorché la fattispe-cie sia inquadrabile nell’ambito dell’articolo 75 del DPR 309/90.Per acclarare la sussistenza di tale fattispecie, la citata norma prevede che gli organidi polizia - che sono tenuti ad informare il Prefetto della detenzione di sostanza stupe-facente non di rilevanza penale - ancora prima di tale segnalazione, devono proce-dere ad esami tossicologici sulle sostanze sequestrate.Tale accertamento potrà esser inizialmente di tipo speditivo e non particolarmentecomplesso (narcotest in dotazione delle forze di polizia, ossia un esame basato susemplici reazioni chimiche al contatto di determinati reagenti con le droghe seque-strate) e successivamente più analitico previa trasmissione del reperto sequestratoper accertamenti medico-legali e tossicologico-forensi ad istituti di medicina legale,laboratori universitari di tossicologia forense, strutture delle forze di Polizia o strutturepubbliche di base per stabilire la natura e la quantità di principio attivo presente nellasostanza sequestrata.Una volta ottenuti i risultati di laboratorio gli organi di polizia devono riferire senza ri-tardo e comunque entro dieci giorni con gli esiti degli esami tossicologici sulle so-stanze sequestrate al Prefetto.Da tale momento il prefetto dispone di quaranta giorni per emettere ordinanza per pro-cedere all’audizione della persona e 150 giorni per decidere sempre con ordinanzasul fondamento dell’accertamento. Contro tale provvedimento è possibile proporre ri-corso al Giudice di Pace entro dieci giorni dalla notifica all’interessato.Tutto ciò ovviamente se dall’esame degli accertamenti tecnici non si evinca l’insor-genza di elementi tali da far ritenere superata la cd “soglia “ amministrativa e la riqua-lificazione della fattispecie sotto il profilo penale prevista e punita dall’ articolo 73 o 74del DPR 309/90.In tali casi, nell’osservanza delle disposizioni processuali penali insorge l’obbligo incapo alla p.g. di invio della notizia di reato all’A.g., ed il sequestro, questa volta sottoil profilo penale, della sostanza stupefacente.A questo punto si ricade nella prima ipotesi ossia di sequestro penale con l’avvio ditutta una serie di incombenze processuali ivi compresa la convalida, mediante appo-sito decreto del sequestro penale da parte dell’Ag.In conclusione, si può affermare che le tempistiche per giungere al sequestro di so-stanze stupefacenti o psicotrope non possono in alcun modo esser codificate (almenosotto il profilo dei tempi relativi alle analisi di laboratorio).

Con riguardo alle indagini processuali penali poi:- talvolta i tempi possono esser dilatati in quanto finalizzati a ricostruire la struttura or-

ganizzativa del sodalizio criminale sottoposto ad indagine (si pensi ad esempio all’i-potesi del ritardo nell’esecuzione dell’attività di polizia giudiziaria disposta dall’auto-rità giudiziaria inquirente finalizzata ad ottenere maggiori elementi probatori). Nel qualcaso il sequestro della sostanza stupefacente potrebbe esser rinviato e dilazionatoin tempi non codificabili.

- talvolta, qualora ad esempio, l’obiettivo processuale sia di minore interesse e si adot-tino interventi mirati (es. individuazione del solo corriere) i tempi possono esser evi-dentemente ridotti.

Per completezza espositiva, infine, si evidenzia che, oltre alla funzione repressiva so-pra descritta esiste anche un’importante funzione di natura preventiva affidata alleFFPP.Nell’ambito della funzione di prevenzione delle tossicodipendenze e coordinamentodelle FFPP che operano nel settore, presso la DCSA è, infatti, inserito l’Ufficio di Pro-

Le indagini penali

Funzione preventiva

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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grammazione e Coordinamento Generale, con compiti di collaborazione con gli altriDipartimenti del Ministero dell’Interno e delle altre Amministrazioni dello Stato, Enti pub-blici ed Associazioni private che si occupano di prevenzione delle tossicodipendenze,nonché di coordinare le attività delle Forze di Polizia sviluppate nel settoreLa prevenzione delle tossicodipendenze rientra fra le competenze di vari Ministeri, tracui quello della Salute al quale compete la gestione delle tabelle delle sostanze sog-gette a controllo in base a quanto previsto dalla legge 309/90 e sue successive mo-dificazioni, l’ultima delle quali, introdotta dalla legge 21 febbraio 2006 n. 49, ha ridottoda sei a due le suddette tabelle (la prima contenente l’indicazione delle sostanze stu-pefacenti e la seconda l’elenco dei preparati medicinali a base di tali sostanze).Allo scopo di raccordare tutte le iniziative in questo campo 4, è stata incardinata nelMinistero della Solidarietà Sociale l’attività di coordinamento delle varie iniziative, an-che per l’allineamento con le direttive dell’Unione Europea in materia.

Nell’ambito delle attività di rilievo, che hanno visto la fattiva presenza di personale dellaD.C.S.A., sono da annoverare la partecipazione:- alla definizione del testo normativo della citata legge n.49/2006;- alla conferenza di Bologna su “Uso e abuso di sostanze in ambito locale” e forme di

progettualità in materia di prevenzione integrata fra Forze di Polizia ed operatori delpubblico e privato sociale;

- alla Conferenza dell’Unione Europea svoltasi a Turku (Finlandia) sulla collaborazionetra gli amministratori che rispondono in prima linea ai problemi della droga;

- ai lavori permanenti del “Gruppo Orizzontale Droga” di Bruxelles sulla realizzazionedel progetto comunitario “Drugs prevention and information” per il periodo 2007-2013;

- alla Conferenza di Hameenlinna (Finlandia) organizzata dall’EUCPN (Organismo eu-ropeo sulla prevenzione del crimine) sui progetti messi in campo dai Paesi della U.E.sulla prevenzione della violenza e del crimine correlati all’abuso di alcool e droga.Nell’occasione è stato illustrato il progetto “Sistema di Sorveglianza rapida”, che hacoinvolto la Regione Lombardia, le AA.SS.LL., l’Università e le Forze di Polizia di Mi-lano, nell’impostazione di un sistema per la conoscenza in tempo reale delle so-stanze di abuso in circolazione nel mercato illecito milanese. I dati raccolti e le infor-mazioni acquisite sono state messe a disposizione di tutti coloro che ne hanno in-teresse per meglio orientare la loro attività aggiornata di tutti gli operatori del settore.Il progetto, inizialmente focalizzato solo sul territorio milanese, è stato poi esteso al-l’intera regione e proposto, come modello, per altre regioni, che di volta in voltahanno aderito al progetto di cui sopra;

- al Convegno di Milano “Le vie di uscita dal futuro. Mondi probabili, persone possi-bili”, organizzato dalla ASL locale, sulla previsione della evoluzione dei fenomeni diabuso per il triennio 2006-2009;

- a svariate riunioni di coordinamento presso il Ministero della Solidarietà Sociale, pre-paratorie di incontri internazionali.

In tale ottica la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga allo scopo di contrastare ef-ficacemente le organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti coor-dina e supporta, anche nell’area tecnico logistica, le attività di indagine condotte daireparti esterni finalizzate a reprimere gli illeciti traffici e lo spaccio di sostanze stupefa-centi o psicotrope al fine di giungere all’individuazione, alla denuncia ed all’arresto deiresponsabili nonché al sequestro del corpo del reato.

Attivitàdi rilievo

4 Come noto, il T.U. delle leggi sugli stupefacenti attribuisce competenze in materia anche ad altri Mi-nisteri (Lavoro, Pubblica Istruzione ecc.).

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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Le procedure adottate nel momento in cui le sostanze vengono sequestrate,con riferimento all’eventuale invio dei reperti ai laboratori e le tempistiche perl’invio e per le analisi di laboratorio

Come innanzi indicato, le procedure adottate dal momento del sequestro variano inrelazione alla gravità del fatto e conseguentemente se la sostanza stupefacente o psi-cotropa costituisce oggetto di sequestro amministrativo o penale ed in quest’ultimocaso se l’accertamento tecnico viene effettuato in maniera sollecita dalla stessa poli-zia operante o se disposto dalla polizia giudiziaria avvalendosi di ausiliari ex articolo348 c.p.p. ovvero se ordinato dal Pubblico Ministero (con perito nominato dal PM) ose a seguito di provvedimento con cui è richiesta perizia tecnica o consulenza del Giu-dice.Con riferimento alle modalità di invio delle sostanze sequestrate ai laboratori di analisi,in linea di massima e salvo che ciò venga disposto con decreto dall’autorità giudizia-ria inquirente si verifica in specifici casi previsti dalla legge.

A ciò provvede di norma la forza di polizia operante. In concreto:- ai sensi dell’articolo 75 comma 10 del DPR 309/90 come modificato per effetto della

legge 49/2006. In tal caso il risultato dell’analisi è comunicato all’organo di poliziaprocedente a cura degli istituti di medicina legale, dei laboratori universitari di tossi-cologia forense, da strutture delle forze di polizia ovvero presso strutture pubblicheda individuare con decreto del Ministero della Salute;

- ai sensi degli articoli 87 e 88 del DPR 309/90 è previsto per l’Autorità procedentel’obbligo di immediata segnalazione dell’avvenuto sequestro alla DCSA specificandol’entità ed il tipo di sostanza sequestrata.

Ottenuta la notizia del sequestro la Direzione Centrale Servizi Antidroga può, ai sensidell’articolo 88 del TU, chiedere all’autorità giudiziaria la consegna di alcuni campionidella sostanza sequestrata.

La stessa norma prevede, questa volta motivando l’esigenza, la facoltà anche per leForze di Polizia o per il Ministero della Salute (tramite la DCSA) di richiedere campio-nature della sostanza.

L’utilizzo dei referti laboratoristici, con una descrizione della valenza e del-l’uso degli stessi

Si rinvia a quanto indicato nei trattini che precedono con riguardo alla valenza ed usodei referti laboratoristici in particolare l’utilizzo in ambito processuale penale secondoquanto indicato dalla Suprema Corte di Cassazione nella sentenza data a SezioniUnite penali 28 gennaio -13 febbraio 2004, n. 5876 nonché amministrativo per con-sentire all’autorità di polizia (prefetto e questore) di assumere i provvedimenti di leggeai sensi dell’articolo 75 e 75 bis del TU.

Con riguardo all’utilizzo si evidenzia in primo luogo come i referti assumono per laDCSA una utilità di tipo statistico (i relativi risultati vengono utilizzati dalla sezione DADEper studi ed analisi tecniche) ed operativo.

Con riguardo all’aspetto operativo si evidenzia che:• alcune autorità giudiziarie hanno richiesto a questa Direzione Centrale l’invio, per esi-

genze processuali, delle perizie tecniche effettuate presso i laboratori tecnico scien-

Procedure adottate

Normativa disupporto

Aspetto dell’utilizzo

Aspetto operativo

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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tifici della polizia di Stato o dell’Arma dei Carabinieri;• l’utilità nell’ambito della funzione di coordinamento e supporto tecnico informativo al-

l’attività delle forze di polizia sul territorio nazionale ed internazionale è evidente se sitiene conto della importante funzione che tali risultati possono fornire alle attività in-vestigative con particolare riferimento all’attività di intelligence;

• l’utilità con specifico riferimento ai sequestri di nuove sostanze stupefacenti o allu-cinogene con riguardo ai possibili collegamenti tra indagini o avvio di nuove attivitàinvestigative.

• l’utilità in presenza di grado di purezza e modalità di presentazione della sostanzainconsuete rispetto agli ordinari sequestri sul territorio nazionale o dell’UE che po-trebbero esser importanti sintomi della presenza di nuovi mercati (es. nuovi labora-tori localizzati in prossimità dei luoghi dei sequestri) o di innovative modalità di as-sunzione, ovvero la presenza nella sostanza stupefacente di materiale contaminante,per le quali i laboratori tecnico-scientifici delle FFPP operanti possono anche segna-lare la pericolosità. Questa perizia può anche evidenziare ove non stimabile l’impre-vedibilità delle conseguenze;

• utilità nell’ambito del progetto Europol inerente le droghe sintetiche denominato“Logo System” ove confluiscono le schede di sintesi contenenti i dati forniti dalla po-lizia scientifica e relative ai loghi di ciascuna nuova pasticca.

Si segnala, infine, che a livello europeo esistono progetti di analisi di droghe con par-ticolare riferimento all’utilizzo dei profiling desumibili dagli esami di laboratorio che pos-sono consentire di tracciare i flussi di traffico ed una mappa dei luoghi di produzioneclandestina molto utile per le finalità investigative.

Un resoconto sull’importante attività svolta dalla Vostra Direzione in relazioneai sequestri

I sequestri di droga (kg. 33.135) sono stati il 4,78% in più rispetto al 2005 e sostan-zialmente confermano che il flusso verso il nostro Paese permane intenso.In particolare si è avuto un incremento dei sequestri di:• cocaina (5,74%);• marijuana (119,19%),

mentre è stato registrato un decremento di quelli relativi:• all’eroina (3,50%);• all’hashish (17,20%)• ai prodotti amfetaminici (59,02%).

I dati

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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Tra le altre droghe sequestrate si segnalano in particolare il khat (kg. 2.334,17), ilgamma butirrolactone o GBL (kg. 143,50), il metadone (kg. 11,35, litri 41 e 2.458dosi) e la psilocibina (kg. 8,42 e 130 dosi).

Il mercato nazionale è stato alimentato nella quasi totalità:• dalla cocaina prodotta in Colombia, transitata principalmente per il Messico, l’O-

landa, il Venezuela e la Spagna;• dall’eroina afgana, transitata soprattutto per l’Albania e la Turchia;• dall’hashish prodotto in Marocco, transitato in particolare per la Spagna e l’Albania;• dalla marijuana albanese;• dalle droghe sintetiche provenienti dall’Olanda.

In termini quantitativi, il sequestro di stupefacente più rilevante è stato effettuato a La-dispoli (Roma) nel mese di aprile (kg. 2.164,90 di hashish).

Figura 1 - Sequestri di stupefacenti 2005 – 2006 (a).

Figura 2 - Sequestri di stupefacenti 2005 - 2006 (b).

Le altre droghe

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Gli elevati quantitativi di stupefacenti sequestrati sembrano voler indicare una tendenzaall’aumento della domanda, specie della cocaina che sta occupando sempre di piùspazi che appartenevano all’eroina.

Sono però anche i notevoli sequestri dei derivati della cannabis a segnalare, dopo unperiodo di apparente minore affezione, un rinnovato interesse per queste sostanzeche restano le più richieste dal mercato.

I limitati sequestri di droghe sintetiche, il cui traffico illecito, data la facilità del loro re-perimento e trasporto, è per lo più gestito da persone collocate al di fuori del grossocircuito criminale, si inquadra verosimilmente nel continuo mutamento degli attori dellostesso traffico che rende più difficoltosa l’attività di contrasto delle Forze dell’Ordine.

Il dato sui sequestri di droghe sintetiche, relativamente basso, non va pertanto inter-pretato come una tendenza alla riduzione della domanda, che invece sarebbe in cre-scita come emerge da altri indicatori e dal numero delle denunce.

Nessun laboratorio clandestino in uso ai narcotrafficanti è stato scoperto nel nostroPaese nel corrente anno, quasi a dimostrare che la criminalità nazionale preferisca im-portare la droga già raffinata

Tabella 1 - Sequestri più rilevanti distinti per tipo di droga.

27/07/2006 Fabro (TR) Kg 424,00CCooccaaiinnaa 23/03/2006 Porto di Napoli Kg 322,25

29/12/2006 Porto di Civitavecchia (RM) Kg 147,4923/03/2006 Boscotrecase (NA) Kg 120,00

15/12/2006 Porto di Trieste Kg 175,43EErrooiinnaa 20/06/2006 Porto di Trieste Kg 105,43

03/01/2006 Porto di Trieste Kg 96,7627/06/2006 Milano Kg 52,20

14/04/2006 Ladispoli (RM) Kg 2164,90HHaasshhiisshh 07/02/2006 Salerno Kg 1071

09/04/2006 Crespiatica (LO) Kg 83017/01/2006 Solaro (MI) Kg 560

02/10/2006 Lecce Kg 589,85MMaarriijjuuaannaa 17/08/2006 Otranto (LE) Kg 511,20

23/06/2006 Vernole (LE) Kg 471,0020/01/2006 Lecce Kg 351,00

28/10/2006 Grottaferrata Dosi/comp. 45.000DDrroogghhee 27/04/2006 Affi (VR) Dosi/comp. 21.300ssiinntteettiicchhee 18/09/2006 Caurate (VA) Dosi/comp. 9.775

13/10/2006 Roma Dosi/comp. 6.006

SOSTANZA DATA LOCALITÀ QUANTITÀ

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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I rapporti con i servizi delle polizie estere (OIPC, EUROPOL, ecc..)

Nell’ambito di una sempre più efficace attività di contrasto al narcotraffico uno deglistrumenti più utilizzati è quello della cooperazione internazionale.Tale impegno é rinvenibile sia in ogni accordo multi-bilaterale sia negli altri fori interna-zionali.La D.C.S.A. partecipa, nei limiti della propria competenza tecnica, al complesso delleiniziative sviluppate negli anni; cura i rapporti con gli organismi internazionali, fra i qualisi citano:• O.I.C.P.-INTERPOL;• U.N.D.C.P.;• Consiglio d’Europa;• Unione Europea;• Gruppo di Dublino;• Schengen.

Mantiene e sviluppa i rapporti con i corrispondenti servizi delle polizie estere, nonchécon gli organi tecnici dei Governi dei Paesi esteri operanti in ItaliaSi avvale, per i settori di competenza, della collaborazione di E.D.U.-EUROPOLPer lo sviluppo della cooperazione internazionale la D.C.S.A. può destinare:Esperti Antidroga presso le ambasciate e gli uffici consolari italiani;Ufficiali di Collegamento all’estero nel quadro di specifici accordi bilaterali stipulati coni Governi interessati.Per lo stesso motivo la D.C.S.A. ospita Ufficali di collegamento delle polizie di alcuniStati esteri, incaricati di svolgere attività di “intelligence” antidroga.

Altre informazioni: Relazione annuale 2006

Per una migliore visibilità delle attività espletate dalla Direzione Centrale si riportano leinformazioni contenute nella Relazione Annuale 2006 attinenti l’attività Antidroga.

Un fenomeno particolarmente complesso e di dimensione planetaria, quale è il traf-fico e lo smercio clandestino degli stupefacenti, necessita, per poter essere efficace-mente fronteggiato, di un sistema organizzativo che tenga conto di tre componenti es-senziali: una conoscenza approfondita della problematica; un coordinamento delle at-tività operative dei vari reparti, sia per evitare che le investigazioni restino chiuse in unambito puramente locale, sia perché non avvengano sovrapposizioni di indagini e,quindi, diseconomie; un adeguato sviluppo dei rapporti di cooperazione internazio-nale.Per tale ragione il legislatore ha istituito, con legge 15 gennaio 1991 nr. 16, la Dire-zione Centrale per i Servizi Antidroga, organismo interforze inquadrato nel Dipartimentodella Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e costituito in misura paritetica dapersonale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.La D.C.S.A. è pervenuta all’attuale struttura dopo un’evoluzione normativa che haavuto origine con il D.M. 7 gennaio 1976, mediante il quale veniva costituito l’UfficioCentrale di Direzione e Coordinamento dell’attività di Polizia per la Prevenzione e Re-pressione del Traffico Illecito delle Sostanze Stupefacenti e Psicotrope, trasformato inServizio Centrale Antidroga nel 1981 e infi ne, nell’attuale Direzione Centrale per i Ser-vizi Antidroga. All’assolvimento di queste incombenze provvedono, nell’ambito dellaD.C.S.A., i tre Servizi appositamente costituiti (Affari Generali ed Internazionali; StudiRicerche e Informazioni; Operazioni Antidroga), che si avvalgono anche della rete de-

La cooperazioneinternazionale

I rapporti

Introduzione

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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gli Esperti Antidroga distaccati nelle aree geografi che strategiche per la produzione eil traffi co degli stupefacenti. Una quarta entità della D.C.S.A., l’Ufficio Programmazionee Coordinamento Generale, collabora invece con quegli Enti pubblici e Associazioniprivate che si occupano di prevenzione delle tossicodipendenze, coordinando, inol-tre, le attività intraprese nel settore dalle Forze di Polizia.Prerogativa della D.C.S.A. è anche il controllo del movimento dei precursori (le so-stanze chimiche necessarie per la produzione di stupefacenti e sostanze psicotrope),in tutte le fasi della loro commercializzazione, attraverso una sistematica attività di mo-nitoraggio finalizzata alla individuazione di possibili “disvii” delle stesse sostanze versousi illeciti.

L’anno 2006 è stato particolarmente significativo sotto l’aspetto del coordinamento in-vestigativo, che ha consentito di supportare con successo numerose operazioni an-tidroga e di contribuire all’orientamento delle strategie di contrasto alla criminalità or-ganizzata con particolare riferimento alle c.d. “aree a rischio” ed in particolare in Cala-bria e Campania.Infatti, 437 sono state le convergenze info-investigative con un incremento del 7,90%rispetto all’anno precedente.La ricerca sul piano nazionale di migliori programmi di coordinamento ha permesso dirazionalizzare l’impiego delle risorse umane, finanziarie e tecniche, evitando così la dis-persione di informazioni e possibili compromissioni dell’andamento delle operazionistesse. L’attività di coordinamento si è giovata del crescente numero di comunicazioniche, giornalmente, le unità operative sul territorio hanno inviato alla D.C.S.A. all’iniziodelle attività investigative, nonché come conseguenza di sequestri di droga, denuncee arresti per violazione alle leggi sugli stupefacenti. Ciò ha consentito di riscontrare ireparti territoriali facendo loro acquisire, da subito, notizie e collegamenti che avreb-bero richiesto un elevato dispendio di risorse e di tempo. Ai reparti viene soprattuttocomunicato l’ambito in cui gli indagati hanno operato in precedenza, le modalità concui gli stessi hanno agito, eventuali co-indagati, nonché ogni ulteriore elemento su-scettibile di sviluppo.In molti casi gli accertamenti hanno fatto rilevare la sussistenza di convergenze inve-stigative, ossia la partecipazione degli stessi personaggi indagati ad attività investigateda altri organi di Polizia o Autorità Giudiziarie, sia italiane che straniere. In tal caso laD.C.S.A. è intervenuta promuovendo l’organizzazione di riunioni di coordinamento, nelcorso delle quali sono state concordate le linee di azione investigative delle unità ope-rative.Nel 2006 le convergenze investigative, sviluppate attraverso numerose riunioni info-operative (+97,50% rispetto all’anno precedente per quelle tenutesi in Italia e+188,89% per quelle all’estero), alle quali hanno partecipato i vari reparti territoriali in-teressati alle indagini e, in alcuni casi, le competenti autorità giudiziarie, hanno per-messo di portare a termine numerose operazioni antidroga, molte delle quali di parti-colare rilevanza sia con riferimento ai quantitativi di stupefacenti sequestrati che allospessore criminale delle organizzazioni colpite.Tali attività, inoltre, sono state realizzate anche attraverso l’attuazione di diverse ope-razioni speciali, con particolare riferimento alle consegne controllate di droga, istitutoche è ormai entrato nella maggior parte degli ordinamenti giuridici degli Stati, consa-pevoli, questi ultimi, che il fenomeno del narcotraffico va combattuto nella sua globa-lità, unendo gli sforzi investigativi di tutti i Paesi interessati, da quelli nei quali la drogaviene prodotta a quelli di transito e di consumo. Del resto, l’importanza di tale stru-mento operativo è evidenziata dal fatto che lo stesso è sempre più utilizzato se sipensa che l’incremento percentuale rispetto al 2005 è stato pari al 140,91%, per leconsegne controllate nazionali e del 120% per quelle internazionali.

Coordinamentoinvestigativo e

gestione degli espertiantidroga

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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Una buona azione di coordinamento generale nelle attività investigative e di supportoinformatico e tecnico deve poter consentire sia il conseguimento degli obiettivi istitu-zionali della D.C.S.A. sia il raggiungimento delle finalità investigative con il minor oneree con il massimo dei risultati.Una importante operazione antidroga che consente di poter apprezzare al meglio talefunzione è stata senza dubbio la Tiro Grosso conclusa nel 2006 dopo tre anni di la-voro e condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli in stretto collega-mento con il R.O.S., dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli e dal G.I.C.O. dellaGuardia di Finanza di Napoli sotto l’egida della Procura della Repubblica della stessacittà e della Direzione Nazionale Antimafia.L’azione di coordinamento della D.C.S.A. è stata determinante ai fini della riuscita dellacomplessa operazione che, anche grazie all’attività di intelligence, ha permesso di evi-denziare: collegamenti tra la camorra e altri gruppi criminali internazionali dediti al traf-fico di cocaina sull’asse Colombia-Spagna-Francia-Italia, nonché sull’asse Bulgaria-Italia-Germania nei traffici di hashish ed eroina. Ha inoltre permesso di pianificare in ununico contesto le complesse ed articolate azioni investigative, di raccordare l’azionedi Forze di Polizia e Autorità Giudiziarie nazionali ed estere, di dare esecuzione, con-testualmente, a ben 110 ordinanze di custodia cautelare in carcere che riguardavanoanche dieci cittadini dominicani, quattro colombiani, due spagnoli, due francesi, unbelga e un filippino.Non meno importanza hanno rivestito nel 2006 gli interventi operativi riferibili agli ac-quisti simulati di sostanze stupefacenti, altro importantissimo strumento investigativoprevisto dalla legislazione antidroga del 1990.A ben precise condizioni e rispettando un rigoroso iter operativo e giudiziario, i sud-detti acquisti simulati si sono rivelati nel tempo, ovviamente per le operazioni di mag-gior rilievo, un rilevante ausilio per l’attività delle Forze di Polizia territoriali tanto che l’u-tilizzo di tale strumento investigativo è in costante aumento, come dimostra l’incre-mento percentuale pari al 137,50% rispetto all’anno 2005.Basilare rilevanza, per la migliore esecuzione delle indagini, hanno rivestito le commis-sioni rogatorie internazionali sia dall’estero che verso l’estero.Notevole è stato l’apporto della D.C.S.A., tanto in termini di assistenza alle delegazioniquanto nell’agevolazione del relativo iter burocratico.I dati confermano un aumento percentuale rispettivamente del 50% e, addirittura, del758,71%, segno evidentissimo che molto intensa e proficua è stata la collaborazionecon i collaterali organismi stranieri (in alcuni casi bisogna dire determinante), resa pos-sibile in virtù degli eccellenti rapporti instaurati con gli stessi, tanto direttamente, quantoattraverso la rete degli Esperti Antidroga dislocati nelle aree geografi che ritenute stra-tegiche per la produzione e il transito degli stupefacenti.In particolare, la mirata attività di osservazione e studio delle specifiche realtà crimi-nose di questi ultimi nelle aree di competenza, nonché il continuo scambio informa-tivo con gli omologhi organismi locali, hanno consentito alla D.C.S.A. di avere un qua-dro sempre aggiornato delle minacce profilatesi sullo scenario internazionale e, quindi,di pianificare, insieme ai partner esteri, le misure più idonee di prevenzione e contra-sto.Non è da dimenticare, inoltre, al fine di rendere un quadro completo della situazione,il valore, per un’attività operativa, della disponibilità costante, da parte della D.C.S.A.,di strumenti ad alta tecnologia per l’effettuazione di indagini particolarmente com-plesse, nonché di personale specializzato eventualmente richiesto, sempre puntual-mente messi a disposizione dei reparti operativi per una migliore effettuazione delle in-dagini stesse.Infine, da sottolineare l’importanza della copertura finanziaria che la D.C.S.A. assicuraper particolari esigenze investigative ed operative.

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Tali attività si sono rivelate di notevole ausilio investigativo.In alcune operazioni hanno infatti permesso agli investigatori di penetrare all’internodelle organizzazioni malavitose consentendo di giungere a personaggi di spicco nelsettore del narcotraffico, nonché di individuare i settori di impiego nei quali buona partedegli illeciti guadagni erano investiti.

Tabella 2 - Quadro riepilogativo delle attività di coordinamento investigativo - Anno 2006.

ATTIVITÀ 2005 2006 %

Convergenze info-investigative 405 437 7,90

Consegne controllate nazionali 22 53 140,91

Consegne controllate internazionali 5 11 120,00

Riunione di coordinamento e/o missioni info-operative presso la D.C.S.A. ed in Italia 40 79 97,50

Riunione di coordinamento e/o missioni info-operative all’estero 18 52 188,89

Commissioni rogatorie internazionali dall’estero verso l’Italia 6 9 50,00

Commissioni rogatorie internazionali dall’estero verso lestero 7 62 758,71

Acquisti simulati di droga, agente sotto copertura 8 19 137,50

Operazioni antidroga pendenti - 995 -

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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L’aderenza ai mutamenti dello scenario nazionale ed internazionale del traffico di stu-pefacenti resa possibile dalla giornaliera attività, svolta in perfetta sinergia tra il settoreanalitico statistico e informatico, ha consentito di realizzare un’intensa attività di stu-dio, ricerca ed intelligence.In particolare, per ciò che attiene l’attività di studio e ricerca informativa, sono stati pro-dotti:- 51 punti di situazione di Paesi esteri relativi allo stato della lotta al narcotraffico ed

alle reciprocità con l’Italia in materia di contrasto e di cooperazione, funzionali ad al-trettanti incontri avvenuti tra la Direzione ed esponenti degli Stati competenti;

- elaborati di analisi funzionali allo sviluppo di alcuni progetti mirati a rendere semprepiù efficace la collaborazione internazionale, quali gli AWF, il COSPOL WBOC e CO-SPOL Cocaina, inseriti nei lavori della Task Force dei Capi degli organismi di Poliziadell’Unione Europea e, soprattutto, COSPOL HEROIN la cui conduzione è stata, direcente, affidata alla D.C.S.A.;

- 21 punti di situazione utili all’orientamento delle strategie antidroga poste in essereda parte delle Autorità Centrali dello Stato;

- studi di settore tra cui:• l’andamento venticinquennale del narcotraffico in Italia, concretizzatosi con il com-

pendio informativo in occasione del 25º anniversario dell’istituzione della Direzione;• i risultati ottenuti in applicazione della recente legge 49/2006, che ha introdotto

criteri oggettivi per la definizione del reato di spaccio, recentemente modificatodall’intervento legislativo del Ministro della Salute;

• il coinvolgimento delle organizzazioni criminali mafiose nello scenario nazionale delnarcotraffico, con particolare riferimento alla camorra ed alla ’ndrangheta, a se-guito del riacutizzarsi delle faide tra clan, spesso finalizzate all’ottenimento del con-trollo dello specifico settore, come nell’area partenopea.

L’attività di intelligence, che ha portato alla produzione di 46 elaborati di analisi opera-tiva finalizzati alla completa fruizione delle informazioni investigative acquisite nell’am-bito delle indagini criminali e dell’intelligence dalle diverse articolazioni territoriali e spe-ciali della Polizia Giudiziaria, viene sviluppata mediante l’analisi:- delle informazioni sui flussi degli stupefacenti e sulle organizzazioni criminali;- della movimentazione dei precursori e delle sostanze chimiche di base;- dei dati statistici concernenti le operazioni antidroga, i sequestri di stupefacente e

gli arresti dei soggetti coinvolti nei traffici.L’analisi di tali notizie, fondamentali per la predisposizione di quadri conoscitivi utili adorientare l’attività di polizia nell’azione antidroga, si svolge su due distinti profili:tattico/operativo e strategico.L’analisi tattico/operativa, principalmente avviata allorquando l’indagine del repartooperante lascia intendere delle convergenze investigative, si sviluppa utilizzando fontidi tipo istituzionale quali:- informazioni interne alla D.C.S.A. che vengono fornite dal sistema Data Entry, dagli

Esperti Antidroga dislocati in varie aree d’interesse del mondo, dai dati operativi ge-stiti dal Servizio Operazioni;

- studio di produzioni analitiche e statistiche di altre Istituzioni statali;- dati acquisiti nei rapporti di situazione redatti da organismi collaterali esteri o da quelli

elaborati da agenzie antidroga internazionali.

In presenza di più operazioni antidroga convergenti si definiscono gli elementi di con-nessione tra le singole indagini, soggetti, utenze telefoniche ecc., mediante la predi-sposizione di schemi relazionali.Le connessioni sono rappresentate graficamente con l’impiego di icone utilizzate in

Ricerca informativa

Elementi diconnessione

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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modo conforme anche dagli organismi collaterali esteri.In particolare, uno schema relazionale consente di raffigurare i dati disponibili attra-verso una descrizione grafica finalizzata a rendere visibile, e quindi fruibile, il risultatodel lavoro svolto, mediante la sintetica rappresentazione di uno o più fenomeni.In tal modo è possibile:- identificare i soggetti con i relativi ruoli svolti all’interno della organizzazione;- ricostruire i flussi delle sostanze stupefacenti e le modalità di trasferimento del de-

naro;- attivare gli Esperti antidroga della D.C.S.A. per stabilire contatti info-investigativi con

organi collaterali esteri o gli Esperti antidroga stranieri presenti in Italia.

Questo tipo di analisi agevola la lettura degli eventi criminosi e i collegamenti tra i sog-getti facenti parte del sodalizio indagato, consentendo di collegare tra loro le opera-zioni antidroga al fine di:- facilitare l’attività di coordinamento;- fornire precise indicazioni utili ad orientare le indagini.

L’analisi strategica consente di predisporre rapporti di situazione sulle problematicheconnesse al fenomeno droga.In questo caso la base informativa viene sviluppata dagli analisti criminali con la con-sultazione oltre che delle Fonti Istituzionali, delle fonti aperte, quali, ad esempio:- notizie attinte da internet, da inchieste giornalistiche, da riviste specializzate, da studi

di settore effettuati da parte delle associazioni delle categorie produttive;- inchieste effettuate da centri di ricerca sociale.

Scopo dell’analisi strategica è quello di:- individuare una corretta allocazione delle risorse favorire la scelta dei metodi e delle

tecniche per l’azione di contrasto;- verificare le tendenze generali del fenomeno droga in tutti i suoi aspetti, ossia deter-

minare le direttrici dei flussi dello stupefacente, le sue implicazioni con la criminalitàorganizzata, il modus operandi attuato dai trafficanti, ed altro.

Fra gli obiettivi perseguiti fin dalla sua istituzione, la D.C.S.A ha sempre posto in primopiano il rafforzamento dei rapporti di cooperazione internazionale con gli Organismi eServizi Antidroga esteri specializzati nel settore.Un efficace contrasto al narcotraffico, del resto, non può prescindere da una visioneglobale del fenomeno e da un coinvolgimento unitario di tutte le agenzie antidroga, an-che di continenti diversi. Nel corso del 2006, particolare attenzione è stata rivolta inquesto ambito a quelle aree, specie le seguenti, che presentano una maggiore inci-denza sui traffici di droga, sia perché coinvolte nella produzione, sia perché attraver-sate dai relativi flussi:- Sudamerica: nella parte settentrionale è concentrata tutta la produzione mondiale

della cocaina, sicché i narcotrafficanti hanno creato diversificati punti di smistamentoin tutta l’area per l’invio del narcotico tanto verso il Nordamerica, quanto verso il con-tinente europeo attraverso l’Atlantico, sovente transitando per i Paesi ubicati nell’a-rea occidentale del continente africano;

- Africa Occidentale: l’area viene sempre più scelta dai narcotrafficanti quale base diappoggio e di smistamento delle droghe provenienti dal Sudamerica; alcuni Paesiperaltro sono fortemente coinvolti, il Marocco in particolare, nella produzione dei de-rivati della cannabis;

- Centro Asia: in Afghanistan è concentrata la maggior parte della produzione dellesostanze oppiacee per cui, partendo proprio da qui, si sviluppa nell’area il conse-

Analisi strategica

Cooperazione alivello globale

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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guente traffico lungo le varie rotte di transito, in particolare quella “balcanica”, condestinazione finale i mercati europei.

La D.C.S.A. presta grande attenzione all’evolversi della situazione droga nel Centro-Asia tanto che ha costituito attorno all’Afghanistan una cintura di sicurezza compostada ben sette Esperti Antidroga, distaccati rispettivamente in Iran (dove affluisce circail 60% degli oppiacei prodotti in Afghanistan), in Uzbekistan e nella Federazione Russa(c.d. rotta del nord o silk route, area di transito del 20% circa delle sostanze oppia-cee), in Pakistan (Paese di transito di circa il 20% della produzione afghana), in Tur-chia (ad Ankara e Istanbul, da cui tradizionalmente prende avvio la c.d. rotta balca-nica) e in Libano. A questi, dovrebbe prossimamente aggiungersi un Esperto Antidrogaa Kabul (Afghanistan). Insieme ad altri Paesi aderenti al Consiglio NATO/Russia (NRC),l’Italia ha anche intrapreso iniziative addestrative congiunte, con l’impiego di espertidella D.C.S.A., mirate a rafforzare la capacità delle Forze di Polizia afgane e degli Statilimitrofi nel settore del contrasto alla droga e del controllo delle frontiere.Nel 2006, inoltre, sono state rafforzate le intese strategiche con i Paesi europei permigliorare l’azione di contrasto al narcotraffico in generale, nonché per tenere costan-temente monitorata la preoccupante diffusione delle droghe sintetiche, per lo più diproduzione europea.Numerose, a tal fine, sono state le riunioni internazionali di lavoro alle quali hanno par-tecipato funzionari/ ufficiali della D.C.S.A.Si citano in particolare:- la sessione annuale presso la Commissione Stupefacenti dell’O.N.U. (Commission

on Narcotics Drug), l’organismo internazionale più importante in materia di politichedelle droghe, svoltasi a Vienna nel mese di marzo. Nella circostanza la delegazioneitaliana era guidata dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento. I contenuti della ri-unione hanno riguardato temi di interesse generale, fra i quali il rafforzamento dei si-stemi di controllo dei precursori chimici utilizzati per la fabbricazione delle droghesintetiche e il supporto da fornire alla strategia di controllo delle droghe predispostaper l’Afghanistan;

- la riunione annuale del Paris Pact Policy Consultative Group, svoltasi a Vienna nelmese di novembre. Della delegazione facevano parte funzionari del Ministero per iRapporti con il Parlamento e del Ministero della Solidarietà Sociale (Coordinamentodelle Attività ex Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga), nonché ufficialidella D.C.S.A.. Il Gruppo Consultivo del Paris Pact è composto da alti funzionaridelle organizzazioni internazionali e dei governi dei Paesi fortemente impegnati nelcontrasto al traffico di oppiacei provenienti dall’Afghanistan, sia come mercati di de-stinazione che come aree di transito. Nella circostanza, sulla base di una richiestadell’U.N.O.D.C., di realizzare nel prossimo triennio un progetto per un migliore con-trollo dell’area, il cui costo totale è stimato intorno a 2,5 milioni di dollari USA, moltidelegati hanno confermato la disponibilità dei propri Paesi ufficializzando l’ammon-tare dei contributi offerti. Tra questi spicca il finanziamento della Commissione Eu-ropea, di circa un milione di dollari USA. Il nostro Paese vi contribuirà con 125.000dollari USA, che andranno a finanziare l’Agenzia Antidroga del Tajikistan (Drug Con-trol Agency). Tra le altre iniziative del Paris Pact, anche quelle di istituire un CentroRegionale per lo scambio di informazioni tra i Paesi del Golfo (Gulf Centre for Crimi-nal Intelligence), di favorire il dialogo tra l’Afghanistan ed i Paesi limitrofi e di soste-nere l’istituzione del Central Asia Regional Information and Cooperation Center, unprogetto dell’U.N.O.D.C. che ha lo scopo di costituire un punto focale per i Paesi diquella Regione nello scambio in tempo reale delle informazioni operative.

La D.C.S.A. ha partecipato altresì alle riunioni tenutesi presso diverse istituzioni che

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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curano la cooperazione internazionale, quali:- l’H.O.N.L.E.A. (Head of National Drug Law Enforcement Agencies), l’organismo de-

putato ad orientare la strategia dei Paesi in tema di lotta alla droga. Nel corso delleriunioni, i Capi dei Servizi Antidroga appartenenti alla medesima area geografica(Africa, Asia, America Latina e Caraibi, ed Europa) hanno rappresentato la situazionedel narcotraffico nei rispettivi Paesi con la finalità di ricercare congiuntamente le mi-gliori soluzioni per combattere i traffici illeciti nelle rispettive aree;

- il G.O.D. (Gruppo orizzontale Droga), l’organismo europeo deputato a raccordare levarie attività connesse al settore degli stupefacenti, per poi riferirne al CO.RE.PERdel Consiglio dell’Unione Europea. Abbraccia numerose materie, sempre ricondu-cibili alle droghe (sanità, politica estera, interni, istruzione);

- Dublin Group (Gruppo di Dublino), l’organismo di consultazione istituito nel 1990 nel-l’ambito dell’Unione Europea con il fine di coordinare le politiche di cooperazione re-gionale nei Paesi di produzione e di transito di droga. Vi fanno parte i Paesi membridell’U.E., nonché gli Stati Uniti d’America, il Canada, l’Australia, la Norvegia, il Giap-pone, la Commissione Europea e l’U. N.O.D.C.. Il Gruppo Centrale di Dublino si ri-unisce due volte l’anno a Bruxelles per le decisioni di carattere politico e per la rico-gnizione dei problemi rilevati nelle varie Regioni del mondo dai Mini Dublin Group.Attualmente l’Italia ricopre l’incarico di Presidente dell’area “Asia Centrale”, e laD.C.S.A., attraverso gli Esperti Antidroga di stanza in Uzbekistan e in Russia, forni-sce un prezioso contributo ai Capi Missione che presiedono le riunioni dei MiniGruppo, sia sotto il profilo tecnico che organizzativo;

- il Pompidou Group, al quale partecipano attualmente 34 Stati e che ha come obiet-tivo principale quello di consentire ai Paesi dell’Europa Occidentale lo scambio di in-formazioni e di esperienze per limitare la tossicomania.

Altri fori internazionali di rilevante importanza ai quali partecipa la D.C.S.A sono:- le riunioni I.D.E.C. (International Drug Enforcement Conference), organizzate dalla

DEA americana, cui prendono parte i Direttori di numerosi Servizi Antidroga dei cin-que continenti. L’obiettivo principale è lo scambio di informazioni in materia di lottaagli stupefacenti e l’individuazione di linee strategiche per contrastare l’attività deinarcotrafficanti a livello internazionale;

- le riunioni A.D.E.C. (Asia-Pacifi c Operational Drug Enforcement Conference), orga-nizzate dall’Agenzia Nazionale di Polizia del Giappone, a cui partecipano i dirigentidegli organismi antidroga dei Paesi della regione Asia-Pacifico.Scopo dell’A.D.E.C. è quello di rafforzare la collaborazione nella lotta al traffico didroghe in quella regione.

In ambito europeo, inoltre, la D.C.S.A. partecipa allo sviluppo di alcuni progetti chehanno sempre come base la collaborazione internazionale in materia di droga, quali:- gli AWF (Analysis Work Files) di Europol. La D.C.S.A. partecipa ai progetti: MU-

STARD (eroina), COPPER (criminalità albanese), COLA (cocaina), EEOC TOP 100(East European Organized Crime), SINERGY (ecstasy). L’attività viene condensatasu file di analisi operativa per la condivisione tra gli Stati dell’Unione Europea dei datiinvestigativi e di intelligence acquisiti nell’ambito delle attività di contrasto alla crimi-nalità organizzata;

- il COSPOL Projects (Comprehensive Operational Strategic Plan Police). Si tratta diprogetti concepiti secondo un nuovo metodo di lavoro indirizzato a riscontrare le piùpreoccupanti forme di criminalità nei Paesi dell’Unione, con il fine di pianificare inter-venti a carattere strategico-operativo da attuare in tempi brevi;

- il Progetto M.A.O.C. (N) (Maritime Analysis and Operation Center-Narcotics), riguar-dante la lotta al traffico di cocaina dal Sudamerica verso l’Europa attraverso l’Atlan-

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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tico. Il progetto è curato da Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Regno Unito e Spa-gna. Al riguardo, è in via di definizione un “Protocollo di costituzione del Centro”, lacui sede dovrebbe sorgere in Lisbona. Compiti di questo Organismo sono sostan-zialmente la raccolta e l’analisi delle informazioni attinenti ai citati traffici, nonché l’in-tercettazione aerea e navale dei mezzi sospettati di trasportare cocaina attraversol’Atlantico.

Nel 2006, frequenti ed altamente proficui sono stati anche gli incontri e le visite istitu-zionali, sia presso la sede della D.C.S.A. che all’estero, con alti esponenti degli omo-loghi organismi pakistani, slovacchi, russi, spagnoli, svizzeri, capoverdiani, colombiani,etiopi, serbi, britannici, francesi ed argentini. Tra le visite alla D.C.S.A. anche quella delDirettore Esecutivo dell’U.N.O.D.C., del Ministro dell’Interno della Repubblica di Ca-poverde e la visita-studio di 15 alti funzionari (Procuratori, Giudici e Capi dei ServiziAntidroga) delle cinque Repubbliche del Centro Asia.Di particolare rilevanza strategica sono risultate le visite effettuate dal Direttore Cen-trale a Washington (U.S.A.) e a Mosca, dove si è incontrato rispettivamente con il Di-rettore della D.E.A. e con il Direttore del Servizio Federale Russo per il Controllo sulleDroghe, nonché la missione svolta in Afghanistan unitamente al Direttore Esecutivodell’U.N.O.D.C..La D.C.S.A., inoltre, ha fornito concreta collaborazione all’Ufficio Coordinamento e Pia-nificazione delle FF.PP. nell’iter procedurale per la proposta e definizione di accordi bi-laterali con Ecuador, Federazione Russa, Ghana, Kyrgykhstan, Azerbaijan, Lituania,Montenegro, Niger, Namibia, Portogallo e Moldova.

Tra i vari compiti istituzionali della D.C.S.A. vi è quello della promozione e organizza-zione di corsi interforze di qualificazione ed aggiornamento nel settore antidroga.La necessità formativa è particolarmente avvertita sia sul piano nazionale che su quellointernazionale: il personale preposto alle attività antidroga deve essere continuamenteaggiornato sulle più recenti tendenze e sui “modus operandi” delle organizzazioni cri-minali. La stessa esigenza è fortemente sentita anche dalle agenzie antidroga estere.Le richieste di interscambi formativi con i collaterali uffici antidroga sono notevolmentecresciute. Tali iniziative, oltre ad aumentare le capacità professionali degli operatori dipolizia, consolidano la collaborazione e gettano le basi per una sempre più calibratasinergia fra i diversi organismi, nella consapevolezza che il “fenomeno” droga non puòche essere affrontato congiuntamente. In tale ottica si inquadrano le numerose attivitàformative svolte all’estero nel corso del 2006 e quelle programmate per il 2007.Sono stati portati a termine progetti addestrativi bilaterali con le collaterali polizie di Iran,Brasile, Thailandia, Russia, Capo Verde, Bulgaria e in ambito Unione Europea, non-ché un corso per conduttori cinofili, antiesplosivo e antidroga, a favore della Polizia al-banese.Molte altre sono in corso di definizione, soprattutto nelle aree del Sud America, tradi-zionalmente interessate dal traffico di droga e dell’Africa, sempre più contaminate dallapresenza di organizzazioni criminali di narcotrafficanti che, approfittando della difficoltàdel controllo del territorio, hanno costituito vere e proprie basi per i loro commerci etrasformazioni illecite delle sostanze.Allo stesso modo sono stati organizzati nel corso del 2006 incontri a livello nazionalenelle zone più sensibili al problema droga e che maggiormente necessitano di unacontinua presenza territoriale, non solo per combattere le grosse organizzazioni crimi-nali, ma anche per una efficace azione di prevenzione nei luoghi di spaccio.Una formazione a tutto campo degli operatori di polizia, che comprenda la conoscenzadelle sostanze stupefacenti e dei risvolti “sociali” ad esse collegati, è stato, durantetutto il 2006, e sarà anche per i futuro un obiettivo sicuramente prioritario.

Formazione

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In tale contesto sono stati organizzati e pianificati seminari congiunti con la DirezioneCentrale di Sanità, diretti agli operatori di tutte le Forze di Polizia, in particolare con in-contri a livello regionale tenuti a Bari, Reggio Calabria e Milano.Un’analoga azione di prevenzione è stata svolta mediante una serie di incontri pressodiversi istituti scolastici che ne hanno fatto richiesta, nella convinzione che una infor-mazione adeguata nei confronti dei giovani possa da una parte dissuaderli dall’assu-mere le sostanze stupefacenti e dall’altra contribuire ad accrescere il senso di fiduciae di vicinanza delle Forze dell’Ordine impegnate nel contrasto al traffico di droga.

La DCSA allo scopo di contrastare efficacemente le organizzazioni criminali dedite altraffico di stupefacenti, supporta, anche nell’area tecnico logistica, le attività di inda-gine condotte dai reparti esterni.Tale sostegno si concretizza nella possibilità di concedere temporaneamente in usoapparati audio/video/gps e di telefonia che la D.C.S.A. dispone, nonché di autorizzareil noleggio di autoveicoli presso le principali società operanti nel settore, con le più am-pie garanzie di riservatezza.La cospicua disponibilità di dotazioni tecniche di altissimo livello e la considerevolespecializzazione del personale, consente:- di procedere a sofisticate installazioni, anche in condizioni estremamente precarie,

incrementando così il potenziale investigativo delle Forze di Polizia nell’ambito delleintercettazioni ambientali, della radiolocalizzazione satellitare e della documentazionevideo-fotografica;

- di garantire, nel corso delle procedure di “acquisto simulato” e “consegna control-lata”, sia la necessaria cornice di sicurezza per l’agente sottocopertura sia il costantemonitoraggio dello stupefacente in transito, ricorrendo, in entrambi i casi, anche al-l’uso di automezzi speciali muniti di apparati integrati per la trasmissione e ricezionedi segnali audio/video/gps;

- di effettuare corsi formativi sull’utilizzo degli ausili tecnici in dotazione e sulle molte-plici modalità finalizzate al loro occultamento, anche a favore di agenzie antidroga eforze di polizia estere.

La D.C.S.A. nell’anno 2006 ha espresso a favore dei reparti esterni e delle Forze diPolizia di altre nazioni, la seguente attività di sostegno:- 68 missioni operative nazionali con l’impiego di specialisti audio/video/gps;- 6 missioni estere per attività di formazione;- 166 noleggi di autoveicoli in occasione di operazioni di p.g.;- 129 concessioni di apparati di telefonia mobile utilizzati nel corso dell’attività investi-

gativa.

Fra i compiti primari della D.C.S.A. vi è quello del controllo, anche a livello internazio-nale, dei precursori in tutte le fasi della loro commercializzazione.Con tale termine si intende indicare quelle sostanze chimiche che costituiscono ele-menti indispensabili nei processi di lavorazione e raffinazione delle droghe. Ognuna inrealtà ha proprie caratteristiche d’impiego come di seguito riportato:• pprreeccuurrssoorree: sostanza che serve in modo specifico ed essenziale alla fabbricazione

di un prodotto chimico finito. Viene incorporato nella molecola di droga e rientra ingran parte nella struttura molecolare finale (es. l’efedrina, da cui si ottengono le am-fetamine e le metamfetamine);

• ssoossttaannzzaa cchhiimmiiccaa eesssseennzziiaallee: sostanza che partecipa ad una reazione e rientra inminima parte nella molecola del prodotto finale (es. l’anidride acetica, necessaria perla produzione di eroina);

• rreeaaggeennttee: sostanza utilizzata per produrre una reazione, generalmente in combina-

Sostegno tecnico-logistico

Precursori e sostanzechimiche essenziali

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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zione con uno o più precursori. In alcuni casi può rientrare nella composizione delprodotto finale;

• ssoollvveennttee: liquido utilizzato per rendere solubile un reagente o per purificare il pro-dotto finale (es. l’acetone, impiegato per la produzione della cocaina e dell’eroina)che però non rientra nella composizione del prodotto finale.

Le fonti normative in materia sono costituite dai seguenti atti:

Legislazione internazionale

CCoonnvveennzziioonnee ddii VViieennnnaa (Convenzione delle Nazioni Unite) del 20 dicembre 1988, con-tro il traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope ratificata con legge n. 328del 5 novembre 1990 (Gazzetta Ufficiale n. 267 del 15/11/1990).La legislazione applicabile a livello internazionale relativa al controllo di 23 precursorichimici si basa sull’Articolo 12 di detta Convenzione.In sintesi, per le sostanze suscettibili d’impiego nella produzione di droghe, la Con-venzione stabilisce:• un sistema di sorveglianza del commercio internazionale;• il sequestro delle sostanze comprovatamente destinate alla fabbricazione illecita di

droga;• lo scambio d’informazioni sulle operazioni sospette;• l’etichettatura e la documentazione concernenti le transazioni commerciali relative a

tali sostanze;• le prescrizioni da adottare sui documenti doganali di trasporto e sugli altri documenti

di spedizione;• la tenuta dei documenti suddetti;• una serie di informazioni preventive sulle movimentazioni, quando siano richieste in

via generale dal Paese di destinazione.

La nuova disciplina comunitaria (si applica a decorrere dal 1188 aaggoossttoo 22000044) recantemisure intese a scoraggiare la diversione di talune sostanze verso la fabbricazione il-lecita di sostanze stupefacenti o psicotrope nonché gli obblighi cui sono sottoposti glioperatori è attualmente contenuta in due distinti regolamenti del Consiglio dell’UnioneEuropea (relativi al commercio esterno e intra-comunitario), nonché in un regolamentoattuativo di entrambi.Tali strumenti sono volti a combattere la diversione dei precursori fissando una seriedi misure di controllo.In particolare:- per il commercio esterno:

• RReeggoollaammeennttoo ((CCEE)) nn.. 111111//22000055 ddeell CCoonnssiiggllii ddeellll’’UUnniioonnee eeuurrooppeeaa ddeell 2222 ddiicceemm--bbrree 22000044 recante norme per il controllo del commercio dei precursori di droghetra la Comunità e i Paesi terzi, con il quale vengono consolidati in un unico rego-lamento alcuni atti derivanti dal Regolamento (CEE) 3677/90. Ciò allo scopo di mi-gliorare la legislazione relativa agli aspetti esterni (regole da rispettare in occasionedi scambi commerciali tra gli Stati membri e i Paesi terzi) e per rafforzare i mecca-nismi di controllo intesi a prevenire la diversione di talune sostanze verso l’illecitafabbricazione di stupefacenti o di sostanze psicotrope;

- per il commercio intra-comunitario:• RReeggoollaammeennttoo ((CCEE)) nn.. 227733//22000044 ddeell PPaarrllaammeennttoo eeuurrooppeeoo ee ddeell CCoonnssiigglliioo ddeellll’’UU--

nniioonnee eeuurrooppeeaa ddeellll’’ 1111 ffeebbbbrraaiioo 22000044 relativo ai precursori di droghe, con il quale

Fonti normative

Normativacomunitaria

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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vengono consolidati in un unico regolamento alcuni atti derivanti dalla Direttiva92/109/CEE. Ciò allo scopo di semplificare la legislazione relativa agli aspetti in-terni (regole da rispettare all’interno della Comunità) e renderla di più facile appli-cazione, sia per gli operatori economici che per le competenti autorità;

• RReeggoollaammeennttoo ((CCEE)) ddeellllaa CCoommmmiissssiioonnee nn..11227777//22000055 ddeell 2277 lluugglliioo 22000055, che sta-bilisce la modalità di applicazione del Regolamento (CE) n. 273/2004 del Parla-mento europeo e del Consiglio relativo ai precursori di droghe e del Regolamento(CE) n. 111/2005 del Consiglio recante norme per il controllo del commercio deiprecursori di droghe tra la Comunità e i Paesi terzi.

Oltre alle misure dissuasive fissate dai suddetti regolamenti, assume particolare im-portanza il PPiiaannoo dd’’aazziioonnee sulle droghe che, periodicamente, viene definito a livello co-munitario per rafforzare, tra l’altro, la normativa ed i sistemi di controllo sui precursori,lo scambio delle informazioni e per fissare il monitoraggio di alcune sostanze non con-trollate.

La normativa nazionale sui precursori di droga è contenuta:

• nel TTeessttoo UUnniiccoo delle leggi in materia di stupefacenti approvato con D.P.R. 9 otto-bre 1990 n. 309 (Gazzetta Ufficiale n. 255 del 31.10.1990, Suppl. Ordinario) ed inparticolare:- nell’articolo 70, modificato dall’articolo 2 del Decreto Legislativo 12 aprile 1996,

n. 258, nel quale, tra l’altro, sono indicate le penalità previste per chiunque com-metta reati o violazioni in relazione agli obblighi fissati dalla particolare normativa;

- negli allegati I, II e III, a loro volta modificati, ad esclusione dell’allegato II, del De-creto del Ministero della Salute del 23 settembre 2004 (Gazzetta Ufficiale n. 256del 30.10.2004 – Serie Generale).

• nella LLeeggggee 2211 ffeebbbbrraaiioo 22000066,, nn.. 4499.Il legislatore ha, quindi, definito gli obblighi cui sono tenute le persone fisiche e giu-ridiche che operano a livello di fabbricazione, trasformazione, importazione, espor-tazione, commercio e distribuzione di sostanze classificate, prevedendo una seriedi “autorizzazioni”, “permessi” e “comunicazioni” necessari per l’espletamento diognuna delle suddette attività.

In particolare la normativa vigente:• affida al Ministero della Salute il rilascio agli operatori delle autorizzazioni e dei per-

messi per l’esercizio delle attività di produzione, detenzione, commercializzazione,importazione ed esportazione;

• indica la D.C.S.A. quale organo preposto al controllo di dette sostanze in tutte le fasidella loro commercializzazione con il fine di individuare possibili disvii verso l’illecitaproduzione degli stupefacenti e sostanze psicotrope.

A tal fine gli operatori commerciali sono obbligati a segnalare (art. 70) e a collaborarecon le autorità preposte ai controlli. In ordine a tale incombenza è stata recentementeaffrontata la problematica riguardante l’obbligo di segnalazione delle transazioni effet-tuate dalle varie società, manifestatasi con l’entrata in vigore del nuovo Regolamentocomunitario (nr. 1277/2005 del 27 luglio 2005) il quale, prevedendo un’unica comu-nicazione annuale (entro il 15 febbraio), ha ingenerato il dubbio che la corrispondentenormativa nazionale fosse stata abrogata.In sede interpretativa è prevalsa la tesi, peraltro sostenuta anche dalla D.C.S.A., se-condo la quale la normativa nazionale resta pienamente vigente.

Normativa nazionale

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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Particolare attenzione merita la norma introdotta con la legge 49/2006 che nel modi-ficare il contenuto dell’ art. 73 del T.U. 309/90 ha introdotto una nuova ipotesi delit-tuosa prevedendo che le pene di cui al comma 2 dell’art. 73 si applicano anche nelcaso di illecita produzione o commercializzazione delle sostanze chimiche di base edei precursori di cui alle categorie 1, 2, e 3 dell’allegato I al testo unico, utilizzabili nellaproduzione clandestina delle sostanze stupefacenti o psicotrope.

La normativa vigente fissa in tre categorie i prodotti in questione. Dette categorie iden-tificano, a loro volta, differenti gradi di pericolosità dei prodotti medesimi, ed in fun-zione dell’appartenenza all’una o all’altra categoria, essi sono associati a diverse formedi controllo.Per una più completa cognizione della rilevanza di tale pericolosità, è allegata una ta-bella di correlazione tra le sostanze in questione e le droghe a cui tale sostanze dannoorigine o che vi concorrono nel processo di produzione ed i principali usi leciti di dettesostanze.

Come evidenziato in precedenza nell’ambito delle Fonti Normative - Legislazione In-ternazionale -, l’art. 12 della Convenzione delle Nazioni Unite prevede che il controllodei “precursori” avvenga anche mediante l’adozione del sistema delle “notifiche di pre-esportazione”, consistente nella comunicazione alle autorità del Paese di destinazionedi tutta una serie di informazioni preventive sulle movimentazioni.Con l’art. 11 del Reg. (CE) 111/2005 sono state disciplinate le procedure relative aquesta fondamentale forma di monitoraggio e controllo delle sostanze classificate, pre-vedendo che:• tutte le esportazioni di sostanze classificate figuranti nella categoria 1 e le esporta-

zioni delle analoghe sostanze comprese nelle categorie 2 e 3, a destinazione di de-terminati Paesi “sensibili”, sono precedute da una “nnoottiiffiiccaazziioonnee pprreevveennttiivvaa aallll’’eessppoorr--ttaazziioonnee ((PPEENN))” trasmessa alle Autorità competenti del Paese di destinazione; • ilPaese di destinazione dispone, per rispondere, di un periodo di 15 giorni lavorativialla cui scadenza l’esportazione può essere autorizzata dalle competenti Autoritàdello Stato membro di partenza, sempre che esse non abbiano ricevuto un avvisoche l’esportazione in questione può essere destinata alla fabbricazione illecita di so-stanze stupefacenti o psicotrope.

Nel corso del 2006 la D.C.S.A. è stata destinataria di circa 30 mila segnalazioni daparte degli operatori autorizzati. Le informazioni ricevute, adeguatamente elaborate,vagliate e controllate, sono state sviluppate con i competenti organismi internazionalinonché con le Forze di Polizia e gli Uffici doganali territorialmente competenti, verso iquali sono state indirizzate diverse attivazioni.L’attenzione delle Forze di Polizia verso il settore in argomento è stata particolarmenteintensa, concretizzandosi con l’individuazione ed il sequestro di considerevoli quanti-tativi di sostanze chimiche disviate e con la crescente intensificazione di indagini di re-spiro internazionale.

EFEDRINA: sostanza di categoria 1, è un alcaloide ricavato da alcune piante del ge-nere Ephedra. L’efedrina si presenta in forme fisiche differenti a seconda che sia base,cloridrato o solfato, tutte forme comunque sotto controllo in quanto il cloridrato e il sol-fato sono sali di efedrina. In medicina viene impiegata come antiasmatico e utilizzataper la produzione di noti decongestionanti nasali.L’efedrina è utilizzata sul mercato clandestino per la produzione di Amfetamina e Me-tamfetamina.

Tipologia dellesostanze controllate

Notifica preventivaall’esportatore

Attività svolta

Sostanze piùutilizzate

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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ACIDO LISERGICO: sostanza di categoria 1, si presenta come una polvere cristallinabianca o lamine cristalline. Altamente tossico, se ingerito provoca vomito, diarrea, setecontinua, confusione mentale e perdita di conoscenza. L’acido lisergico è impiegatonella fabbricazione di LSD, cioè la dietilamide dell’acido lisergico, noto allucinogeno.

3,4-METILENDIOSSIFENIL-2-PROPANONE: sostanza di categoria 1, di utilizzo pret-tamente industriale, per la sintesi di sostanze chimiche in genere. Si presenta liquidaa temperatura ambiente, oleosa trasparente leggermente giallognola o arancione conodore simile all’anice. Essendo un precursore diretto dell’Ecstasy, è utilizzato illecita-mente dai produttori di sostanze stupefacenti e psicotrope.

SAFROLO: sostanza di categoria 1; si ottiene dal Sassafras Albidum, una pianta ar-borea che cresce nel Sud Est asiatico e in America centrale e meridionale, in climi tro-picali. Dalla pianta di Sassafras Albidum, e in particolare dalla radice e dalla cortecciadella radice, si ottiene, in una percentuale di circa l’8%, un olio caratteristico, di coloregiallo ambrato, che a temperatura ambiente è liquido (si solidifica a circa 4 °C). Que-sto liquido ha un odore profumato, fresco, tipo canfora; in passato è stato utilizzatoper la preparazione di dentifrici ed anche di birra, detta “birra di radice” per il suo par-ticolare odore di legno. Il principale costituente chimico dell’olio di sassofrasso è il SA-FROLO, in percentuale che varia dall’80 al 90% a seconda del grado di purezza. DalSAFROLO si ottiene, per reazione con acido bromidrico e anilina oppure con idros-sido di potassio ed etanolo, l’ISOSAFROLO (altra sostanza di categoria 1). A sua voltadall’ISOSAFROLO si può ottenere, per reazione con acido formico/perossido di idro-geno/acido periodico, il PIPERONALE (altra sostanza di categoria 1), molto utilizzatonella composizione dei profumi. Viene usato in numerose formulazioni, in percentualinormalmente inferiori al 10%; solo raramente, in specifici tipi di aromi e fragranze, rag-giunge concentrazioni dell’ordine del 15-20%). Tutte e tre queste sostanze sono uti-lizzate per la fabbricazione illecita di Ecstasy (MDMA) e altre sostanze analoghe, comela MDA (amfetamine).

ANIDRIDE ACETICA: sostanza di categoria 2, è un liquido incolore, di natura pungente,di grande utilizzo industriale in quanto impiegata per la produzione di polimeri come lapolimetilacrilamide (alla cui famiglia appartiene il noto Plexigas), fibre tessili artificiali (ra-yon acetato), pellicole, farmaci (aspirina, paracetamolo), ecc… Il mercato clandestinola utilizza per la produzione di eroina, a partire dalla morfina, nonché di ACIDO N-ACE-TILANTRANILICO e di 1-FENIL2-PROPANONE, entrambi precursori di categoria 1.

PERMANGANATO DI POTASSIO: sostanza di categoria 2, è un solido cristallino sta-bile, inodore, di colore viola. In acqua dà luogo ad una netta colorazione violetta. Siprepara per ossidazione del Manganato o, a livello industriale, per ossidazione del mi-nerale puro Manganese (Mn). Viene usato per la purificazione dell’acqua, dato l’ener-gico potere disinfettante, per il trattamento dei rifiuti e nelle produzioni tessili e concia-rie. Nei laboratori clandestini viene usato principalmente per la produzione di CO-CAINA, ma anche per la sintesi di ACIDO N-ACETILANTRANILICO (precursore dicategoria 1). Per i trafficanti di cocaina, l’impiego del PERMANGANATO DI POTASSIOè fondamentale per l’ottenimento di cocaina base dalla cosiddetta pasta di coca, inquanto permette una buona purificazione della stessa pasta, altrimenti piena di impu-rità che rendono il prodotto poco commerciabile e tossico.

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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Tabella 3 - Sostanze di categoria 1.

1-fenil-2-propanone

Nelle industrie chimiche efarmaceutiche per produrreamfetamina, metamfetamina ederivati; per la sintesi di propilsedrina

Amfetamine/Metamfetamine

Fabbricazione di piperonale e altricomponenti di profumi

SOSTANZA USO ILLECITO USO LECITO

Acido N-acetilantrenilico

MetaqualoneFabbricazione di sostanzefarmaceutiche, materie plastiche esostanze chimiche “fini”

Isosafrolo (cis + trans)MDA (Metilendiossiamfetamina), MDMA (Metilendiossimetilamfetamina),MDE (metilendiossietilamfetamina)

Fabbricazione di piperonale; permodificare profumi orientali; perrafforzare i profumi dei saponi; inpiccole quantità insieme conmetilsalicilato nei sapori di salsa-parilla e radici di birra; usato comepesticida

3,4-Metilenodiossifenil-2-propanone

MDA (Metilendiossiamfetamina), MDMA (Metilendiossimetilamfetamina),MDE (metilendiossietilamfetamina),ecstasy ed altre droghe di sintesi

PiperonaleMDA (Metilendiossiamfetamina), MDMA (Metilendiossimetilamfetamina),MDE (metilendiossietilamfetamina)

In profumeria; ne sapori di ciliegia evaniglia; in sintesi organica e comecomponente di repellenti perzanzare

SafroloMDA (Metilendiossiamfetamina), MDMA (Metilendiossimetilamfetamina), MDE (metilendiossietilamfetamina)

In profumeria;, ad es. nellafabbricazione di piperonale e digrassi denaturanti per sapone

Efedrina Amfetamine/MetamfetamineFabbricazione di broncodilatatori(farmaci antitussivi)

Pseudoefedrina Amfetamine/MetamfetamineFabbricazione di broncodilatatori edecongestionanti nasali

Nerofedrina Amfetamine/Metamfetamine Anoressizzante ad azione centrale

Ergometrina L.S.D.Trattamento dell’emicrania e comeossitocico in ostetricia

Ergotamina L.S.D.Trattamento dell’emicrania e comeossitocico in ostetricia

Acido lisergico L.S.D. In sintesi organica

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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SOSTANZA USO ILLECITO USO LECITO

Anidride acetica

Agente acetilante e deidratante (disidratante)nell’industria chimica e farmaceutica, per laproduzione di acetato di cellulosa, per agentisequestranti tessili e attivatori decoloranti freddi,per la lucidatura dei materiali, per la produzione difluidi frenanti, coloranti ed esplosivi

Eroina, Metaqualone

Solvente e reagente comunqmente utilizzato neilaboratori chimici e nelle industrie chimiche efarmaceutiche; usata anche nella produzione diprodotti a base di gomma e materie plastiche

Acido fenilacetico Amfetamine/Metamfetamine

Nelle industrie chimiche e farmaceutiche perprodurri esteri fenilacetici (fenilacetati), amfetaminee derivati; per la sintesi di penicilline; nelleapplicazioni di fragranza e nelle soluzioni detergenti

Acido antranilico Metaqualone

Intermedio chimico utilizzato nella produzione dicoloranti, sostanze farmaceutiche e profumi,anche nella preparazione di repellenti per inseti euccelli

Piperidina Fenciclidina

Permanganato diPotassio

Cocaina

Importante reagente in chimica organica di sintesie in chimica analitica; applicazioni dibiancheggiatura, decolorazione, disinfezione, inagenti antibatterici e antifungini, purificazionedell’H2O

Tabella 4 - Sostanze di categoria 2.

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Le procedure che le Forze della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga adottano per effettuare dei sequestri

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Tabella 5 - Sostanze di categoria 3.

Solvente comunemente usato nei laboratori chimici e nelleindustrie chimiche e farmaceutiche: usato principalmentecome estrattore per grassi, oli, cere e resine; per lafabbricazione di munizioni, materie plastiche e profumi; inmedicina come anestetico generale

Etere etilico Cocaina, eroina

Acido solforico Cocaina, eroina

Nella produzione di solfati; come ossidante acido; agentedeidratante (disidratante) e purificante; per la neutralizzazionedi soluzioni alcaline; come catalizzatore in sintesi organica;nella produzione di fertilizzanti, esplosivi, coloranti, carta;come componente di detergenti per fogne e metalli, dicomposti anti-ruggine, e di fluidi per batterie di automobili

SOSTANZA USO ILLECITO USO LECITO

Acido cloridricoPer la produzione di cloruri e cloridrati; per la neutralizzazionedi sistemi basici; come catalizzatore e solvente in sintesiorganica

Cocaina, eroina

Toluene CocainaSolvente industriale; fabbricazione di esplosivi, coloranti,rivestimenti, altre sostanze organiche e come additivo dibenzina

Acetone Cocaina, eroina

Comunemente usato nelle industrie chimiche efarmaceutiche; usato nella produzione di oli lubrificanti ecome intermedio nella produzione di cloroformio (CHCl3),oltre che nella produzione di materie plastiche, vernici ecosmetici

Metiletilchetone(MEK)

CocainaFabbricazione di rivestimenti, solventi, agenti sgrassanti,lacche, resine, resine e polveri defumiganti; comune solvente

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Progetto Monitoraggio Droghe eManifestazioni d’Abuso (M.D.M.A.)

Come più volte ribadito nel documento tecnico, nell’elaborazioni di un Early WarningSystem nazionale e, al contempo, regionalizzato, si è voluto dare particolare valore atutti gli esempi di sistemi di allerta precoce regionali ad oggi compiuti in Italia. Ciò èstato fatto con la finalità di valorizzare queste esperienze, di utilizzare le buone prati-che e di dare indicazioni alle altre regioni italiane tramite esempi pratici di applicazionedi tali sistemi.Presentiamo, quindi, un elaborato in cui vengono riportate le caratteristiche organiz-zative e funzionali di una rete locale per un sistema di sorveglianza per il monitoraggiodelle droghe in circolazione e delle modalità di consumo cui hanno aderito la RegioneToscana e la Provincia di Pisa.Si ringrazia la dr.ssa Maura Tedici, Direttore del Dipartimento per le Dipendenze, AUSL11 di Empoli, per l’invio del materiale e per la sua disponibilità nel mettere a disposi-zione le informazioni di seguito riportate.

Premessa

M.D.M.A. è un progetto nazionale finanziato dal Ministero della Salute tramite l’utilizzodel 25% del Fondo nazionale lotta alla droga distribuito tra i Ministeri per l’esercizio1997-1999.La regione capofila è la Lombardia, 5 le altre Regioni aderenti tra le quali la Toscanache aderisce al progetto dal 2003.

Fattibilità

Nel 2004 la Regione Toscana ha sondato, tramite il coinvolgimento dei Direttori dei Di-partimenti Dipendenze, la fattibilità del progetto nel territorio regionale.Tale analisi ha evidenziato come la Provincia di Pisa potesse rappresentare il luogo piùadeguato per l’attivazione del progetto. I motivi per i quali è stata, poi, individuata laProvincia come luogo di applicabilità del M.D.M.A. sono i seguenti:- condivisione del progetto e disponibilità al coordinamento del Direttore del Diparti-

mento- esistenza, all’interno dell’organizzazione provinciale, della Consulta delle Dipendenze

presieduta dall’Assessore Manola Guazzini, da sempre sensibile alle problematichedelle dipendenze

- caratterizzazione del territorio della Provincia di Pisa per l’elevata integrazione trastrutture pubbliche e private (Ser.T., Comunità Terapeutiche e Associazionismo).

Nel 2005, con la disponibilità della Provincia di Pisa, è iniziata la costruzione della Retenecessaria per concretizzare il Sistema di sorveglianza insito nel progetto M.D.M.A.

Dott.ssa Maura TediciDirettore Dipartimento delle Dipendenze,Servizio per le Tossicodipendenze, AUSL 11, Empoli

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Attività

Nel corso del 2005 si è costituita la Rete di 24 tra Enti ed Istituzioni (si veda allegato).I membri della RETE condividono, tramite il protocollo, un accordo che sancisce lacomplementarietà possibile tra diversi ruoli e diverse finalità, sia nella progettazioneche nello svolgimento degli interventi. Gli obiettivi condivisi sono i seguenti:1. identificare tossicologicamente le droghe illegali sequestrate sul territorio al fine di

diffondere le informazioni relative a potenziali danni determinati dalle stesse2. identificare nuove tendenze e diverse modalità d’uso3. identificare nuove popolazioni esposte e migliorare le conoscenze degli operatori

in ambito sanitario e terapeutico

Nel 2006 i membri della Rete, tramite i propri rappresentanti riuniti nel “gruppoM.D.M.A.”, hanno attivato 2 articoli del protocollo: l’art. 8 “protocollo tecnico di tra-smissione dei dati” e l’art. 13 “formazione”.Così, nel Marzo 2006, è stato stilato il protocollo per la trasmissione dei dati. Il proto-collo (si veda allegato) ha rappresentato la base del progetto poiché nella costituzionedella Rete, il Procuratore della Repubblica di Pisa, ha autorizzato i laboratori delleFF.OO. a trasferire i dati relativi ai sequestri avvenuti nel territorio della Provincia, tra-mite, appunto, un protocollo condiviso. Le caratteristiche individuate nel protocollosono quelle ritenute utili, dai Laboratori dei Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza edal Laboratorio di Analisi Chimico Tossicologica dell’Università degli Studi di Pisa perstilare il Bollettino periodico sui sequestri di droghe nel territorio provinciale.

Rispetto all’applicazione dell’art. 13 relativo alla Formazione, il gruppo M.D.M.A. ha at-tivato in data 24/11/06 la “Prima giornata formativa del progetto M.D.M.A.”.In questa giornata, aperta a tutti gli Enti e le Istituzioni rappresentate dalla RETE, si èreso visibile lo stato dell’arte del progetto mostrando la prima ipotesi di stesura del bol-lettino.

Attualità

Nel 2007 il progetto toscana M.D.M.A. ha ricevuto altre adesioni. Si è quindi allargatala partecipazione alla Rete del C.A.V. (Centro Antiveleni) presente nella S.O.D. di Tos-sicologia Medica dell’Università di Firenze e della Procura della Repubblica di Lucca.Nel Maggio è stato elaborato ed inoltrato ai membri della Rete il primo bollettinoM.D.M.A. contenente i dati dei sequestri da Ottobre ’06 a Marzo ’07. Per la stesuradel Bollettino oltre ai membri del gruppo M.D.M.A., ha partecipato uno specifico Co-mitato Tecnico Scientifico istituito dal Rettore dell’Università di Pisa che garantisce unalettura maggiormente articolata del dato relativo ai sequestri.

Conclusioni

La stesura periodica del Bollettino rappresenta un tentativo di “sorveglianza”, o moni-toraggio sulle droghe sequestrate.L’elemento, ad oggi, più significativo è rappresentato dalla circolarità delle informazioniattivata tramite l’ausilio della dr.ssa Teodora Macchia (I.S.S.) referente per l’EWS. Al dilà della periodicità delle informazioni presenti sul Bollettino, ogni ulteriore, significativainformazione elaborata dall’Università di Pisa diventa, tramite la coordinatrice del pro-getto, una nota di segnalazione per la rete regionale dei Servizi e per l’I.S.S.

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Progetto Monitoraggio Droghe e Manifestazioni d’Abuso (M.D.M.A.)

277

Ipotesi future

È auspicabile che il sistema di sorveglianza venga esteso a tutto il territorio regionalee che si stanzino le risorse necessarie affinché il progetto vada a regime.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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ALLEGATO

AVVIO SPERIMENTALE DI UN SISTEMA DI SORVEGLIANZA PER IL MONITORAGGIODELLE DROGHE IN CIRCOLAZIONE E DELLE MODALITÀ DI CONSUMO * - REGIONE TOSCANA E PROVINCIA DI PISA

PPRROOTTOOCCOOLLLLOO

PREMESSO CHE

1. Il DPR 309/90 e la Legge 45/99, hanno sempre più orientato il sistema di inter-vento nell’area delle dipendenze ai bisogni del territorio, alle emergenze reali e aduna costante integrazione delle risorse disponibili, coordinando e monitorando ilfenomeno.

2. L’atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni sui criteri generali per la valutazioneed il finanziamento di progetti finalizzati alla prevenzione e al recupero delle tossi-codipendenze, indica tra gli altri obiettivi LO SVILUPPO DI SISTEMI TERRITORIALI DI INTERVENTO

A RETE PER IL CONTRASTO DELLA TOSSICODIPENDENZA E L’ATTIVAZIONE DI PROGRAMMI DI PREVENZIONE,TRA CUI, I PROGRAMMI DI CONTRASTO ALLA DIFFUSIONE DELLE “NUOVE DROGHE”.

3. L’accordo Stato-Regioni per la “riorganizzazione del sistema di assistenza al tos-sicodipendente” indica, nell’ambito delle problematiche emergenti le nuove dro-ghe, evidenziando come LA RISPOSTA AI NUOVI BISOGNI E TENDENZE DEBBA BASARSI SU UN PRE-LIMINARE APPROFONDIMENTO CONOSCITIVO, ANCHE A LIVELLO LOCALE, DELLA DIFFUSIONE E DELLE CA-RATTERISTICHE DEL CONSUMO DI DROGHE.

3. Il piano di azione europeo 2000/2004 indica, tra i principali obiettivi, quello dellacostruzione di un sistema informativo capace di leggere gli andamenti del feno-meno in tutti gli Stati membri, attraverso una strategia globale, pluridisciplinare edintegrata.

4. Il Consiglio dell’Unione Europea ha assunto, attraverso l’O.E.D.T. (Osservatorio Eu-ropeo sulle Droghe e Tossicomanie), un ruolo chiave nell’individuazione e nella va-lutazione delle droghe sintetiche collaborando con l’Istituto Superiore di Sanità percoordinare in Italia l’implementazione dell’azione congiunta tra le diverse organiz-zazioni ed istituzioni che hanno un ruolo in questa attività.

5. Nell’area delle dipendenze, al pari degli interventi a carattere preventivo, curativoe di recupero sociale LA RICERCA RAPPRESENTA UN’ATTIVITÀ DI PRIMARIA IMPORTANZA per:• comprendere la dimensione e le caratteristiche della popolazione interessata, le

sue evoluzioni nel tempo e la sua distribuzione nelle diverse zone;• sviluppare conoscenze per alcune tipologie di sostanze e migliorare contestual-

mente l’efficacia degli interventi preventivi, curativi e riabilitativi attualmente dis-ponibili;

• sviluppare e diffondere metodologie di monitoraggio e o delle sostanze e dellemodalità di assunzione, per una sempre più corretta pianificazione degli inter-venti e valutazione del loro impatto.

* Adattato dal Progetto Interregionale “MDMA - Monitoraggio Droghe e Manifestazioni di Abuso” dellaRegione Lombardia.

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Progetto Monitoraggio Droghe e Manifestazioni d’Abuso (M.D.M.A.)

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7. I Dipartimenti delle Dipendenze delle Aziende USL 5 di Pisa e 11 di Empoli coope-rano con l’Istituto Superiore di Sanità per progetti di prevenzione che hanno coin-teressato diverse organizzazioni ed istituzioni nella loro realizzazione nelle disco-teche, in locali da ballo ed altri luoghi di aggregazione giovanile.

8. Sul territorio regionale si è sviluppata e consolidata una metodologia di coinvolgi-mento e coordinamento con i diversi attori, politici e sociali, che tra gli altri inter-venti innovativi, ha promosso la realizzazione dell’Osservatorio Provinciale dellePolitiche Sociali quale strumento strutturale a supporto della programmazione de-gli interventi del sistema nel suo complesso attraverso un monitoraggio continuo,nell’ambito delle dipendenze, delle caratteristiche quanti-qualitative e dell’evolu-zione dei fenomeni di consumo, abuso e dipendenza ed una analisi dei bisogni edelle domande afferenti ai servizi.

9. Si registra un esponenziale incremento nella diffusione delle droghe, con diversemodalità di consumo ed in particolare con uso combinato di una vasta gamma disostanze, lecite ed illecite, quale costante di comportamento comune in classi dipopolazione giovanile sempre più coinvolte in una generale linea di tendenza cheindica una sperimentazione delle diverse sostanze psicotrope in rapporto a diverseesigenze e situazioni.

10. Organizzare una reale risposta ai consumi di droghe, richiede realtà di servizi e si-stemi di intervento organizzati a diversi livelli, da quello preventivo a quello cura-tivo e di carattere sanitario e sociale; un sistema che, per quanto attiene alla ri-cerca è, allo stato attuale, ancora scarsamente attrezzato.

11. Definire con accuratezza e con rigore il problema e identificare gli strumenti per af-frontarlo richiede metodi di ricerca in grado di utilizzare i punti di vista clinico e so-ciale, insieme a strumenti metodologici messi a disposizione dall’epidemiologia,nonché una rete stabile ed attiva di collaboratori di organizzazioni, pubbliche e pri-vate, e di competenze professionali diverse così da rendere possibile la precoceidentificazione delle nuove droghe emergenti e dei nuovi tipi di preparazioni in cir-colazione.

12. Occorre poter realizzare sistemi di rete locale a carattere continuativo, in grado diagire come dispositivi di tempestiva segnalazione, attraverso un’analisi scientificaed una valutazione del rischio.

13. È necessario uno specifico accordo tra i diversi soggetti, istituzionali e non, persviluppare un modello di intervento di promozione sociale in grado di avvicinare igiovani in tutte le fasi del loro disagio attraverso un sistema di interventi sul territo-rio che coinvolga tutti gli attori partecipi del sistema sociale in quanto tale.

TTUUTTTTOO CCIIÒÒ PPRREEMMEESSSSOOSSII CCOONNVVIIEENNEE EE SSII SSTTIIPPUULLAA QQUUAANNTTOO SSEEGGUUEE

Art. 1 PROGETTO

Il progetto si propone l’avvio di un sistema di sorveglianza sul territorio provinciale, conparticolare attenzione alle aree urbane e ad altre aree territoriali ritenute strategiche peri fini del presente atto.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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La sorveglianza fonda le proprie radici in una rete stabile ed attiva dovendosi gestireun sistema che deve potersi mantenere con ruoli e competenze differenziate, affron-tando il fenomeno nell’ambito di una strategia globale, pluridisciplinare, integrata e bi-lanciata.Pertanto il funzionamento del progetto richiede di instaurare in primo luogo una retestabile ed attiva di collaboratori che consenta di realizzare una tempestiva analisi scien-tifica, la disponibilità e il trasferimento di informazioni scientifiche ed una valutazionedel rischio in tempo reale onde identificare precocemente le droghe emergenti e concaratteristiche altamente significative e consentire quindi un intervento preventivo ef-ficace.

Art. 2 RETE LOCALE PER IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA

È istituita la RETE LOCALE PER IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA composta dai seguenti SOGGETTI:

• Regione Toscana - Direzione Generale del Diritto alla Salute e alle Politiche di Soli-darietà;

• Provincia di Pisa;• Società della Salute Zona Pisana;• Società della Salute Zona Valdera;• Società della Salute Zona Alta Val di Cecina;• Società della Salute Zona Valdarno Inferiore;• Società della Salute Zona Bassa Val di Cecina;• Azienda USL n. 5 di Pisa (Dipartimento delle Dipendenze e UO Sistema Informativo);• Azienda USL n. 6 di Livorno (Dipartimento delle Dipendenze);• Azienda USL n. 11 di Empoli (Dipartimento delle Dipendenze);• Università di Pisa;• Procura di Pisa;• Prefettura di Pisa;• Questura di Pisa;• Comando Provinciale dei Carabinieri di Pisa;• Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pisa;• Centro Servizio Sociale Adulti di Pisa;• Organizzazioni del Terzo Settore;• Gabinetto Regionale Polizia Scientifica per la Toscana - Laboratorio Indagini sulle

Droghe;• Reparto Operativo Carabinieri Firenze – S.I.S – L.A.S.S.;• Ufficio delle Dogane di Livorno – Sezione Laboratorio Chimico;• Dipartimento Scienze Farmaceutiche – Lab.Analisi Chimico-Farmaceutica e Chimico

- Tossicologica;• Unità Operativa Medicina Legale – Laboratorio Tossicologia Forense di Pisa.

I soggetti che rappresentano la rete locale, con i sistemi ad essi collegati, si costitui-scono tra loro per l’attivazione del monitoraggio delle droghe circolanti sul bacino ter-ritoriale interessato, nel rispetto delle diverse funzioni, ruoli e competenze istituzionali.Ognuno dei soggetti si pone come osservatore e referente privilegiato instaurando re-lazioni sinergiche con il resto del sistema.I soggetti condividono un comune obiettivo di prevenzione ritenendo il processo di ac-quisizione di un sistema di informazioni, adeguate e mirate, un’azione prioritaria per l’a-dozione di misure di salute pubblica finalizzate al contrasto dell’aumento della domandadi droghe ed alla diffusione del loro uso, in particolare nella popolazione giovanile.

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Progetto Monitoraggio Droghe e Manifestazioni d’Abuso (M.D.M.A.)

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Art. 3 OBIETTIVI

Gli obiettivi riguardano nello specifico:1. L’identificazione e la tipizzazione da un punto di vista chimico-tossicologico delle

droghe circolanti sul territorio, siano esse vegetali, sintetiche o semisintetiche.2. L’individuazione di nuove tendenze e modalità d’uso delle droghe.3. La diffusione in tempo reale ai soggetti della rete locale delle informazioni relative

alle caratteristiche delle sostanze ed ai potenziali danni associati.4. Il miglioramento delle conoscenze della rete locale, in ambito preventivo e tera-

peutico.

Art. 4 MODALITÀ

In ordine agli obiettivi definiti risultano prioritarie le seguenti azioni:1. realizzazione di un coordinamento stabile tra i soggetti della Rete Locale di cui al-

l’articolo 2;2. produzione di dati affidabili sulle sostanze vegetali, sintetiche e semisintetiche pre-

senti sul territorio interessato;3. messa a punto di una metodologia che consenta la trasmissione dei dati, rielabo-

rati alla luce delle conoscenze scientifiche disponibili;4. messa a disposizione della Rete Locale di informazioni significative ai fini dell’effi-

cacia e della tempestività degli interventi di prevenzione e di cura.5. promozione e sviluppo di interventi finalizzati alla prevenzione e alla cura.

Art. 5 REGIONE TOSCANA E PROVINCIA DI PISA

La Regione Toscana aderisce al progetto nazionale M.D.M.A. (Monitoraggio Droghee Manifestazioni d’Abuso) coordinato dalla Regione Lombardia e promuove la realiz-zazione del progetto, in via sperimentale, sul territorio della Provincia di Pisa.La Provincia di Pisa coordina la realizzazione del progetto sperimentale anche prope-deuticamente all’eventuale estensione sul territorio regionale del sistema di sorve-glianza.La Regione Toscana (Direzione Generale del Diritto alla Salute) e la Provincia di Pisacooperano tra loro per sviluppare il progetto secondo le seguenti direttrici:• attivazione dello strumento della ricerca, in grado di utilizzare i punti di vista clinico e

sociale, insieme agli strumenti metodologici resi disponibili dall’epidemiologia, dallaclinica e dall’informatica per delineare il fenomeno con accuratezza e rigore e iden-tificare quindi i più opportuni strumenti per contrastarlo;

• supporto ad una rete stabile ed attiva di collaboratori di organizzazioni pubbliche edel privato sociale, nonché di competenze professionali diverse per lo sviluppo diindagini mirate e volte ad identificare precocemente sia le nuove droghe emergentiche i nuovi tipi di preparazione per consentire interventi preventivi di maggiore effi-cacia;

• coordinamento dell’azione progettuale con contestuale informativa agli organisminazionali ed europei, coinvolti nella rete di rilevazione delle sostanze di abuso;

• sviluppo di una strategia di ricerca sulla prevenzione delle dipendenze con partico-lare attenzione al coordinamento ed alle informazioni con il livello nazionale ed inter-nazionale;

• valutazione del sistema di sorveglianza, con cadenza annuale, in particolare perquanto attiene alla diffusione delle informazioni.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Art. 6 PROCURA DI PISA, QUESTURA DI PISA E FORZE DELL’ORDINE

Nell’ambito delle competenze attribuite la Procura di Pisa, la Questura di Pisa nonchéil Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pisa, il Comando Provinciale deiCarabinieri di Pisa assicurano un immediato trasferimento all’Università di Pisa dei datiindicati in allegato A.Con il tramite dei Laboratori aderenti alla Rete Locale il trasferimento dei dati all’Uni-versità di Pisa avverrà per via telematica in modo continuo e sistematico, con cadenzapredefinita e con modalità atte a garantire la sicurezza della trasmissione.Ove la composizione sia sconosciuta saranno trasmessi i dati disponibili e, previa au-torizzazione scritta della Procura di Pisa, si provvederà all’invio del campione e/o diparte di esso all’Università di Pisa ai fini di ulteriori approfondimenti degli accertamentianalitici.

Art. 7 L’UNIVERSITÀ DI PISA

L’Università di Pisa, che potrà avvalersi ove opportuno di apposite competenze, ac-quisisce gli elementi trasmessi, li valuta e fornisce alla rete locale i dati elaborati e sup-portati da un adeguato commento sugli effetti farmacologici delle sostanze, sulla lorotossicità e sui rischi, sanitari e sociali, e sugli eventuali provvedimenti terapeutici da at-tuare in caso di intossicazione acuta.L’Università di Pisa fornisce inoltre, ove disponibili, informazioni sulle modalità d’uso(uso corrente e vie aggiuntive), tenendo conto anche di altre specifiche rilevazioni e/osegnalazioni di livello locale.Nel caso in cui la sostanza fosse sconosciuta l’Università di Pisa coopererà agli ulte-riori accertamenti analitici finalizzati all’identificazione del campione acquisito, all’accer-tamento della sua tossicità ed alla ricerca di eventuali provvedimenti terapeutici.In caso di identificazione di nuova sostanza compete all’Università di Pisa provvedereall’immediata comunicazione agli organismi coinvolti, alle Forze dell’Ordine e alle Or-ganizzazioni nazionali ed europee preposte.La trasmissione dei dati elaborati alla Rete Locale avverrà con cadenza periodica inbase alle informazioni ottenute come indicato al successivo art. 8.

Art. 8 PROTOCOLLO TECNICO DI TRASMISSIONE DEI DATI

I dettagli tecnici atti a definire i contenuti e ad assicurare il trasferimento dei dati conle modalità indicate ai precedenti articoli 6 e 7, saranno definiti in apposito protocolloda redigersi entro 60 (sessanta) giorni dalla sottoscrizione del presente atto a cura deicompetenti tecnici delle strutture designate (Laboratori – Aziende USL – Università diPisa).Contestualmente all’approvazione del protocollo tecnico gli Enti aderenti alla Rete Lo-cale definiranno le modalità ed i livelli di accesso ai dati acquisiti.Le informazioni raccolte verranno depositate dall’Università di Pisa in apposito sitoweb, consultabile dagli Enti aderenti alla Rete Locale in base alla regolamentazioneapprovata.

Art. 9 LE SOCIETÀ DELLA SALUTE

Le Società della Salute, nell’ambito delle proprie competenze, partecipano alla rete lo-

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Progetto Monitoraggio Droghe e Manifestazioni d’Abuso (M.D.M.A.)

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cale per il sistema di sorveglianza, integrando gli obiettivi e le iniziative in oggetto,conla più ampia programmazione dei Piani Integrati di Salute e delle azioni ad esso corre-late.

Art. 10 LE AZIENDA UNITÀ SANITARIE LOCALI

Nell’ambito delle competenze attribuite a livello locale le Aziende UU.SS.LL., con il tra-mite dei Dipartimenti delle Dipendenze e dei Servizi ad essi afferenti, con particolareriguardo ai D.E.U.-Pronto Soccorso e 118, mettono a punto comuni metodologie diprevenzione e specifici programmi di intervento da promuovere in forma coordinatasul bacino territoriale interessato.In tale ambito le Aziende UU.SS.LL. assicurano una particolare attenzione alla popo-lazione giovanile ed interventi incisivi per le necessità del territorio e congruenti con ilquadro normativo e gli indirizzi di riferimento di livello regionale, nazionale ed interna-zionale.Promuovono altresì la rilevazione di eventi sentinella e l’osservazione partecipata suscala regionale tenendo conto in particolare dei gruppi di popolazione coinvolti, luo-ghi di uso, altre informazioni sulle modalità di consumo ed ogni altra informazione rac-colta a livello locale.

Art. 11 MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - CENTRO SERVIZIO SOCIALE ADULTI

Il Centro Servizio Sociale Adulti (CSSA) di Pisa aderisce alla rete locale per il sistemadi sorveglianza, nell’ambito delle proprie competenze e degli interventi previsti dallaLegge di riforma penitenziaria (L. 354/1975) e successive modifiche, anche attraversoazioni di collaborazione e di coordinamento con i diversi attori coinvolti.

Art. 12 IL TERZO SETTORE

Le organizzazioni del Terzo settore che attuano iniziative e progetti, in modo continua-tivo e stabile, nell’ambito dei contesti di consumo promuovono lo sviluppo della co-municazione sulle problematiche giovanili nei diversi contesti di vita e cooperano nelfavorire il consolidamento di un clima collaborativo che consenta di affrontare le pro-blematiche in oggetto.

Art. 13 FORMAZIONE

Il progetto prevede un percorso formativo permanente per i partner della Rete Locale.La formazione sarà articolata in più fasi di lavoro e per tutta la durata del progetto esarà rivolta al personale rispettivamente individuato dagli Enti firmatari del presente atto.Le principali aree che verranno approfondite si riferiscono all’analisi del fenomeno, aidiversi settori preventivo, sanitario, socio-economico e repressivo, nonché alla sicu-rezza, a partire dall’attività svolta nel settore anche in tema di dati per gli aspetti di com-petenza, attraverso stime di prevalenza a livello nazionale e locale e coinvolgendo i di-versi partner della rete stessa nonché, ove lo richiedano, altre reti esistenti sia a livellonazionale che internazionale.Verranno altresì forniti elementi utili in tema di qualità dell’informazione, considerataquale aspetto fondante l’esistenza della rete medesima.

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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Verranno introdotte procedure di valutazione degli interventi e dell’adeguatezza delleattività di ricerca in considerazione anche dei principali orientamenti dei Servizi e delleForze dell’Ordine nei confronti dei consumatori.Le diverse azioni verranno realizzate in stretto collegamento con l’Istituto Superiore diSanità, per il ruolo dallo stesso svolto dagli Stati membri in azione congiunta, relativaal sistema di allerta rapido per lo scambio di informazioni sulle nuove droghe sinteti-che a livello europeo.I firmatari del presente atto si impegnano congiuntamente a realizzare le iniziative diaggiornamento e formazione integrata degli operatori sia direttamente impegnati nel-l’attuazione del presente protocollo che afferenti a servizi e unità operative diverse, conparticolare attenzione agli operatori delle emergenze, attraverso la lettura delle diverseforme di disagio e di bisogno nel proprio ambito territoriale di competenza, nonché ap-positi momenti di confronto nell’ambito delle reti già esistenti, sia a livello regionale chenazionale.Il piano di formazione del primo anno sarà definito in apposito documento da redigersientro 60 (sessanta) giorni dalla sottoscrizione del presente atto, a cura dei referentiformalmente designati dagli Enti aderenti.

Art. 14 COSTI E RISORSE

Gli oneri di attivazione del progetto (prima annualità), stimati in 45.000,00 Euro, sa-ranno gestiti direttamente dalla Provincia di Pisa.La copertura dei costi è prevedibile mediante ! 25.000,00 già assegnati dalla Re-gione Lombardia (quale quota di partecipazione regionale Toscana al progetto nazio-nale M.D.M.A.), e ! 22.500,00 messi a disposizione dagli Enti promotori di cui all’art.5 (prevedibilmente per ! 15.000,00 della Regione Toscana ed ! 7.500,00 della Pro-vincia di Pisa).L’utilizzo delle risorse è orientativamente ripartito nelle seguenti percentuali:• 25% per le attività relative all’acquisizione e trasmissione dei dati,• 35% per l’identificazione di nuove sostanze e per l’elaborazione e diffusione di dati

e report;• 40% per le iniziative di formazione congiunta dei componenti della Rete Locale.

Art. 15 DURATA

Il presente accordo ha validità triennale ed è tacitamente rinnovato salvo disdetta dellametà più uno degli Enti aderenti.L’accordo entra in vigore entro 90 (novanta) giorni dalla sua sottoscrizione, previa ap-provazione del protocollo tecnico di cui all’art 8 e del piano di formazione di cui all’art.12.

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Progetto Monitoraggio Droghe e Manifestazioni d’Abuso (M.D.M.A.)

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AALLLLEEGGAATTOO AA -- DATI INFORMATIVI RICAVABILI DAI REPERTI (N.d.R.)

1. DATA E LUOGO DI REPERIMENTO DEL CAMPIONE

2. FOTO DELLO STUPEFACENTE

3. MODALITÀ DI CONFEZIONAMENTO DELLO STUPEFACENTE

4. DESCRIZIONE FISICA

Numero di repertiColore/odore/logoForma farmaceuticaPeso di ogni singolo campione e complessivo

SE COMPRESSENumero di repertiColore/odore/logoPeso medio delle compresse e complessivo

5. COMPOSIZIONE CHIMICA QUALITATIVA DI OGNI CAMPIONE ANALIZZATO

Sostanze stupefacentiSostanze additive farmacologicamente attiveSostanze diluentiSottoprodotti di origine e/o di lavorazione

6. COMPOSIZIONE CHIMICA QUANTITATIVA DI OGNI CAMPIONE ANALIZZATO

Percentuale sostanze stupefacentiPercentuale sostanze additive farmacologicamente attive

E, OVE POSSIBILE:

7. CIRCOSTANZE

ProduzioneTrafficoDistribuzioneAbuso

8. FREQUENZA

LimitataModerataDiffusa

9. DISPONIBILITÀ

LimitataModerataDiffusa

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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RETE LOCALE PER IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA

1. Regione Toscana (Direzione Generale del Diritto alla Salute) Dr. Lanzi - Dr. Alfano2. Provincia di Pisa Ass.re Guazzini3. Società della Salute Zona Pisana Ass.re Bacci4. Società della Salute Zona Valdera Dr.ssa Capantini5. Società della Salute Zona Alta Val di Cecina Dr. Cellesi6. Società della Salute Zona Valdarno Inferiore Dr.ssa Tedici7. Società della Salute Zona Bassa Val di Cecina Dr. Gagliardi8. Azienda USL n. 5 di Pisa - Dipartimento delle Dipendenze Dr. Meini9. Azienda USL n. 5 di Pisa - UO Sistema Informativo Dr. Bellone

10. Azienda USL n. 6 di Livorno - Dipartimento delle Dipendenze Dr. Gagliardi11. Azienda USL n. 11 di Empoli - Dipartimento delle Dipendenze Dr.ssa Tedici12. Università degli Studi di Pisa Prof. Macchia13. Procura di Pisa Dr. Dominijanni14. Prefettura di Pisa Dr.ssa Castellani15. Questura di Pisa Dr.ssa Badalassi16. Comando Provinciale dei Carabinieri di Pisa Magg. Bonacci17. Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pisa Capit. Sportelli18. Centro Servizio Sociale Adulti di Pisa Ass. Soc. Fabbiano19. Organizzazioni del Terzo Settore Dr. Mariani20. Gab. Regionale Polizia Scientifica per la Toscana Lab. indagini

sulle droghe Dr. Possi21. Reparto Operativo Carabinieri Firenze – S.I.S. – L.A.S.S. Mar. Capo Dellasorte22. Ufficio delle Dogane di Livorno – Sez Laboratorio Chimico Dr.ssa Cannizzaro23. Dip.to Scienze Farmaceutiche Lab. Analisi Chimico-Farmaceutica

e Chimico-Tossicologica Prof. Macchia24. Istituto Medicina Legale – Laboratorio Tossicologia Forense Prof. Giusiani

ENTI REFERENTI

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ALLEGATI

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Allegato 1PROGETTO NAZIONALE SISTEMA DI ALLERTA RAPIDA DROGHE SINTETICHE (REITOX 2)

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Allegato 2REPORTING FORM FOR A NEW PSYCHOACTIVE DRUG

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Allegato 3aRASSEGNA STAMPA

27/07/2007 pag 20

Bergamo, micidiale mix di cocaina. Sei ricoverati in una sola notte. Sei tossicodipendenti fi-niti in ospedale ai Riuniti e a Seriate con allucinazioni: nessuno è in pericolo di vita. L’azienda sanita-ria: in caso di sintomi anomali recarsi subito al Pronto soccorso. Due anni fa gli ultimi casi.

È allarme nella Bergamasca per una partita di cocaina tagliata con atropina, sostanza chimica chepuò provocare, nei casi peggiori, allucinazioni, convulsioni, psicosi acuta e portare anche alla morte.Nella notte tra mercoledì e ieri sono stati ricoverati ai Riuniti di Bergamo e al Bolognini di Seriate intutto sei tossicodipendenti che, dopo aver fatto uso di cocaina, presentavano un quadro clinico disopore alternato ad allucinazioni. Per fortuna le condizioni di tutti e sei i pazienti non destano preoc-cupazione: due sono già stati dimessi, gli altri quattro sono in osservazione. Ma tanto è bastato perfar lanciare all’Azienda sanitaria locale un appello: «Se si verificano sintomi anomali dopo l’assunzionedi cocaina - spiega Claudio Sileo, direttore sanitario dell’Asl di Bergamo - è bene non sottovalutarli,ma rivolgersi subito al Pronto soccorso più vicino, oppure contattare il 118. Le conseguenze per chiassume atropina possono essere anche molto gravi: gli ultimi casi nella Bergamasca risalgono al di-cembre 2004 e, in quell’occasione, si registrarono anche dei morti nel Milanese».

Dopo i ricoveri dell’altra notte è subito scattato il protocollo previsto in questi casi: sono stati imme-diatamente informati dall’Asl tutti i pronto soccorsi della Bergamasca, la Prefettura, il 118, il diparti-mento di prevenzione e gli organi di stampa. L’allarme è massimo in tutta la provincia: il timore è chesia stata diffusa una partita di cocaina «tagliata» - che, parlando di droghe, significa mescolata - conatropina, un cocktail dalle conseguenze anche molto pericolose.

I sei tossicodipendenti ricoverati sono arrivati in ospedale tra l’1,50 di mercoledì notte e le 11,30 diieri mattina, cinque al Bolognini di Seriate e uno ai Riuniti. Per tutti il quadro clinico era il medesimo:allucinazioni alternate a stato di torpore. Hanno tra i 20 e i 40 anni e risiedono nella zona di Seriate,l’area dove starebbe circolando la cocaina avariata che, in gergo, viene chiamata «cristallina». Il primo«intossicato» è stato notato poco dopo l’1 in via San Bernardo a Cenate Sotto. Si tratta di un uomodi 32 anni che si è sentito male mentre era alla guida del suo Fiat Doblò. Il trentaduenne, che pocoprima aveva assunto una dose di cocaina, è sceso dall’auto ed è poi caduto a terra, perdendo isensi. Una donna lo ha però notato dalla sua abitazione e ha chiamato il 118: sul posto anche gliagenti della polizia dei Colli, che lo hanno denunciato per guida sotto l’effetto di droga. Trasportato alBolognini, è stato ricoverato in osservazione. Nelle ore successive gli altri cinque analoghi casi: tutti,all’esame delle urine, sono risultati positivi all’assunzione di cocaina, ma anche di atropina. Gli accer-tamenti sono stati eseguiti dal centro antiveleni dei Riuniti e poi dal laboratorio di tossicologia anali-tica clinica del San Matteo di Pavia. Dai Riuniti è stata quindi avvertita l’Asl. Il quadro clinico dei pa-zienti è simile a quello provocato da un’overdose. L’atropina viene raramente utilizzata come sostanzada taglio: pur costando poco è, infatti, pericolosissima.

Fabio Conti

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Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe

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28/07/2007 pag. 1

Cocaina, tracce in bimbo di un anno. È il figlio di due tossicomani bergamaschi finiti all’ospedaleper la droga «avvelenata». Sono già 17 i ricoverati: allarme per il weekend. Caccia agli spacciatori,due fermi.

La partita di cocaina tagliata con atropina – sostanza chimica che può provocare allucinazioni, psi-cosi e malori fino al decesso – continua a lasciare pericolosamente il segno. L’allarme è stato lan-ciato giovedì pomeriggio e nel giro di 48 ore sono finite in ospedale ben 17 persone. Tra queste c’eraanche una coppia di genitori bergamaschi che, in preda ad allucinazioni, si è recata al pronto soc-corso di Seriate con i due figlioletti al seguito. È stato poi accertato che anche uno dei bambini –poco più di un anno d’età – ha tracce di stupefacente nell’organismo: sono in corso le indagini perstabilire come e perché sia potuto succedere.

Sale dunque in tutta la provincia l’allarme per la diffusione di una partita di cocaina tagliata con atro-pina, una sostanza chimica che provoca allucinazioni, problemi cardiaci e, nei casi peggiori, la morte.Dopo i sei casi registrati tra giovedì e venerdì, tra la notte scorsa e la giornata di ieri altre 11 personehanno dovuto ricorrere alle cure mediche nelle strutture ospedaliere della Bergamasca, e non si trattasolo di tossicodipendenti: tra chi è stato soccorso in seguito ai sintomi provocati dal pericoloso mixdi sostanze, infatti, ci sono anche consumatori occasionali, persone di età ed estrazione sociale di-verse che fanno uso di cocaina solo di tanto in tanto o che addirittura l’avevano assunta per la primavolta.

Il viceprefetto vicario Lucio Marotta, ieri ha convocato d’urgenza un vertice in prefettura, al qualehanno preso parte le forze dell’ordine, i rappresentanti dell’Asl, del Centro Antiveleni, del 118 e delleassociazioni di categoria dei gestori dei locali notturni (Ascom e Silb). Obiettivo della riunione: impe-dire che il fenomeno della cocaina «avvelenata» si trasformi in una bomba ad orologeria nel fine set-timana, quando si moltiplicano, in particolare per i giovani, le occasioni per venire a contatto con lostupefacente. I primi risultati sono arrivati nel pomeriggio, quando i carabinieri e la polizia hanno fattoscattare le prime manette ai polsi di due presunti spacciatori accusati di aver venduto la coca mixatacon atropina.

«Per contrastare questo fenomeno gravissimo - ha spiegato il viceprefetto Marotta - le forze dell’or-dine hanno potenziato i controlli sul territorio e avviato un’attività investigativa specifica per risalire al-l’origine della partita di cocaina. È importante però che tutti i potenziali assuntori, abituali ed occasio-nali, si astengano dal fare uso di cocaina perché, oltre ad esporsi ai danni specifici di questo stupe-facente, rischiano anche di incappare in una dose tagliata con atropina. Questa particolare sostanzachimica può produrre sintomi come la confusione, forti allucinazioni e problemi cardiaci, mettendo arepentaglio anche la vita di chi la assume». «La situazione - ha aggiunto Claudio Sileo, direttore sa-nitario dell’Asl - è preoccupante e temiamo che nel fine settimana i casi si possano moltiplicare: rac-comandiamo a tutti i potenziali consumatori di astenersi dall’uso di cocaina e a coloro che avvertonosintomi anomali dopo aver assunto la sostanza consigliamo di contattare il 118 o rivolgersi ad unpronto soccorso: anche un’ora sola di ritardo può essere fatale».

[…] Sul fronte della prevenzione anche i gestori dei locali serali si sono attivati per mettere in guardia

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i più giovani: «È importante che il messaggio circoli rapidamente e raggiunga il maggior numero dipersone possibili - ha sottolineato Gigi Parma dell’Ascom, anch’egli presente al vertice -: per questosi è deciso di informare con la stampa anche i canali televisivi che trasmettono via satellite programmirivolti ai giovani, trasmissioni spesso proiettate sugli schermi dei locali serali. Speriamo che tutti com-prendano il rischio». Sul caso interviene anche don Chino Pezzoli, della comunità Promozione umana:«Quanto sta succedendo - spiega - evidenzia che il consumo di cocaina è molto più diffuso di quantonon sembri. Preoccupa il fatto che gli assuntori sottovalutino i danni di questa droga e la considerinoin molti casi come un “dessert” da servire dopo una cena. Credo sia ora di dare un segnale forte, an-che sul fronte dei controlli, per contrastare un fenomeno che sta suscitando preoccupazione su frontidiversi, compreso quello degli incidenti stradali». Nel frattempo i Carabinieri, la Polizia e la Guardia diFinanza oggi e domani proseguiranno i controlli antidroga e, attraverso i propri reparti investigativi,stanno intraprendendo indagini mirate per risalire all’origine della partita di cocaina.

Nel Bresciano invece, dove per ora non si può escludere che possa essere arrivata la droga con l’a-tropina, è sotto osservazione il caso di una ventenne marocchina del basso Garda che, attorno alle4,30 della scorsa notte, è stata accompagnata da due amici al pronto soccorso di Desenzano (Bre-scia) in stato confusionale ed è morta poco dopo il ricovero: i militari stanno accertando se la ragazzaavesse assunto cocaina e se questa fosse tagliata con qualche sostanza pericolosa.

Emanuele Biava

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28/07/2007 pag. 9

Caccia aperta agli spacciatori: presi due marocchini Polizia e Carabinieri impegnati fin dalmattino per bloccare la diffusione della sostanza. Fermi a Costa di Mezzate e Zandobbio.

La polizia e i carabinieri, i due distinte operazioni, hanno fermato nel pomeriggio di ieri due personeaccusate di aver spacciato dosi del mix di cocaina e atropina che ha fatto finire in ospedale 17 per-sone in due giorni. Non si è fatta attendere, dunque, la reazione delle forze dell’ordine in seguito al-l’allarme lanciato dall’Asl e dalla prefettura sulla circolazione di una partita di coca tagliata con la so-stanza chimica che provoca allucinazioni, torpore e problemi cardiaci (nei casi più gravi anche lamorte) a chi la assume anche una sola volta.

Verso le 18,50 a Costa di Mezzate gli agenti della Squadra Mobile e della Squadra Volante della Que-stura, impegnati fin da ieri mattina nel rintracciare gli spacciatori della droga avvelenata, hanno fer-mato un marocchino di 29 anni, J. N., a Costa di Mezzate: l’uomo, secondo le ricostruzioni, era statoindicato come presunto spacciatore da alcune delle persone che erano finite in ospedale in seguitoai malesseri provocati dall’assunzione di cocaina e atropina. L’immigrato, in possesso di un permessodi soggiorno spagnolo, dopo essere stato bloccato, è stato condotto in Questura dove è stato po-sto in stato di fermo con l’accusa di spaccio e tentato omicidio. Il fatto che abbia ceduto droga ta-gliata con atropina, infatti, è stato ritenuto di una gravità tale da far ipotizzare a suo carico anche ilreato di tentato omicidio. La sua posizione comunque sarà oggetto di ulteriori valutazioni sulla basedei nuovi accertamenti tuttora in corso.

La polizia nell’ambito della stessa operazione ha anche denunciato a piede libero un connazionaledel marocchino, anch’egli ventinovenne, che si trovava con lui al momento del fermo: l’immigrato èstato infatti trovato con alcune dosi di cocaina ed è stato denunciato per il reato di detenzione di stu-pefacenti ai fini di spaccio. A Zandobbio, invece, i carabinieri della tenenza di Seriate e della stazionedi Trescore Balneario, sotto il coordinamento della compagnia di Bergamo, hanno fermato un maroc-chino di 29 anni, domiciliato a Cologno al Serio. I militari, impegnati fin dal mattino nelle indagini sulladiffusione della cocaina mescolata con l’atropina, sono risaliti al marocchino attraverso una serie diserratissime indagini negli ambienti dello spaccio e attraverso i racconti di alcuni dei pazienti che eranostati ricoverati dopo aver assunto le dosi tagliate con la sostanza chimica. L’uomo è stato trovato inpossesso di alcune dosi di cocaina ed è finito in manette, oltre che per il reato di spaccio, anche pertentato omicidio. Le indagini si sono protratte fino a tarda sera: i militari non escludono ulteriori svi-luppi nella giornata di oggi.

Emanuele Biava

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30/07/2007

Cocaina tagliata con l’atropina arrestati altri due marocchini. Nel Bergamasco salgono a cin-que i pusher fermati per la vicenda Dopo i 18 ricoveri dei giorni scorsi la Asl assicura che “il peggio èpassato”.

MILANO - Sono cinque gli spacciatori arrestati per la cocaina al veleno nel Bergamasco. Dopo i primitre marocchini bloccati nei giorni scorsi, altri due sono stati arrestati dalla polizia. Gli agenti li hannobloccati a Bagnatica, in provincia di Bergamo. Addosso avevano alcune bustine di cocaina che sisospetta possa far parte della stessa partita che nei giorni scorsi ha causato gravi problemi di salutea diciotto assuntori. I due arrestati erano in affari con uno dei nordafricani individuati nei giorni scorsi.

Intanto, nella provincia di Bergamo l’allarme si attenua. Neppure ieri sono state registrate nuove in-tossicazioni. Il bilancio dei ricoverati resta quindi fermo alle 18 persone già dimesse, tra cui un bam-bino di un anno, figlio di una coppia di tossicodipendenti. Per Giampaolo Bonasini, dirigente dellasquadra mobile di Bergamo, la situazione è stata finalmente “arginata e, dopo gli arresti di questanotte, si può considerare sotto controllo”. Anche il direttore sanitario dell’Asl di Bergamo, Claudio Si-leo, sostiene che “possiamo ragionevolmente dire di essere fuori dall’emergenza”.

L’allarme era scattato giovedì scorso dopo i primi sei ricoveri tra Bergamo e Seriate con persone inpreda ad allucinazioni dovute all’assunzione di dosi di cocaina tagliata con atropina, una sostanzachimica usata in medicina come antidoto a vari tipi di armi chimiche che, in dosi eccessive, può pro-vocare la morte.

Fonte:http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/cocaina-tagliata/due-arresti/due-arresti.html

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04/12/2004

Cocaina avariata, 16 casi di overdose. Allarme per una partita contenente atropina: provoca al-lucinazioni e convulsioni. Gravi tre pazienti Il direttore dell’Asl, Silvio Rocchi: «Massima allerta». Epi-sodi anche nel Milanese: un morto.

Provoca stato confusionale, agitazione, ipertensione, tachicardia. Nei casi peggiori allucinazioni, con-vulsioni, psicosi acuta. Può anche uccidere. È la cocaina che sta circolando nella Bergamasca e cheha già causato il ricovero per overdose di 16 persone in cinque giorni: quattro pazienti agli OspedaliRiuniti di Bergamo, due all’ospedale di Treviglio, una al Policlinico di Ponte San Pietro, ben nove alPoliclinico San Marco di Zingonia. Tre intossicati, in particolare, sono molto gravi e ricoverati in Riani-mazione. Numerosi casi anche nel Milanese, dove ieri un paziente è morto in ospedale.

Dalle analisi degli esperti sui casi di overdose, è emerso che la cocaina assunta prima della crisi con-teneva atropina, utilizzata come sostanza da taglio – probabilmente per motivi di costo – da trafficantisenza scrupoli. L’atropina è una sostanza che deriva da una pianta velenosa, particolarmente peri-colosa, in grado di potenziare l’effetto della droga. In minime dosi può curare varie malattie, soprat-tutto cardiache, ma in dosi appena superiori è in grado di provocare gravi allucinazioni e convulsioni,fino a uccidere.

È ormai certo che una partita di cocaina contenente alti livelli di atropina è in circolazione sul mercatodello spaccio a Bergamo, in città e provincia, e nell’area milanese.

IILL CCAASSOO Tutto è cominciato alle tre di notte del 25 novembre, con il primo caso a Zingonia. Nel girodi cinque giorni, i casi nella Bergamasca sono diventati 16, l’ultimo alle 4 del mattino del 30 novem-bre: quattro ai Riuniti, due a Treviglio, uno a Ponte San Pietro e nove a Zingonia. Cocainomani che,dopo aver assunto la sostanza pur nelle dosi abituali, sono stati portati d’urgenza in ospedale, doveè stato somministrato loro un pesante sedativo per placare le convulsioni. Per la maggior parte èscongiurato il pericolo di vita. Tre di loro, tuttavia, sono ricoverati ancora in Rianimazione.

LLEE AANNAALLIISSII Dopo i primi casi di overdose, i medici hanno ipotizzato la circolazione di una partita dieroina particolarmente pura. Con il moltiplicarsi dei ricoveri nel giro di pochissimi giorni, tuttavia, hapreso sempre più corpo l’ipotesi di una partita di sostanza alterata in maniera molto pericolosa. Nelfrattempo sono arrivati gli esiti delle analisi, immediatamente disposte sulle urine dei pazienti: esamiche sono stati eseguiti dai Centri antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo e del Niguarda di Mi-lano e, in seconda battuta, dal laboratorio di Tossicologia del Policlinico San Matteo di Pavia. Il re-sponso: le urine contenevano cocaina e atropina.

LL’’AALLLLAARRMMEE Il direttore generale dell’Asl, Silvio Rocchi, ha trasmesso una relazione tecnica alla Re-gione, Direzione regionale della sanità, che nel frattempo aveva ricevuto analoghe segnalazioni an-che da alcuni ospedali di Milano, in cui si erano verificati casi simili. Vista la gravità della situazione laDirezione regionale ha fatto scattare il cosiddetto Sistema di allerta rapido, diramando la segnalazionedella partita di droga avariata a tutti i soggetti interessati: dai direttori delle Asl fino agli operatori sani-tari ed educatori di strada, che sono a diretto contatto con i consumatori di droga, allo scopo di dif-fondere la notizia e raccomandare prudenza agli utenti. «Abbiamo allertato – spiega Silvio Rocchi –

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la Regione, in particolare gli assessorati alla Sanità e alla Famiglia e solidarietà sociale, la Prefettura,la Procura. È importante che la segnalazione della partita di cocaina pericolosa si diffonda. Siamo in-fatti di fronte all’ennesima novità nel mercato degli stupefacenti e serve massima allerta».

IINN DDIISSCCOOTTEECCAA L’Asl ha richiesto anche la collaborazione di alcuni dj delle discoteche, affinché du-rante le serate diano avviso del pericolo: «È stato chiesto anche il nostro contributo – spiega AngeloZibetti, presidente provinciale del Sindacato italiano locali da ballo – per diffondere la segnalazione,e ci siamo già attivati per farlo in maniera capillare».

SSUULLLLAA SSTTRRAADDAA Tra i primi a diramare la notizia della partita di cocaina avariata sono stati gli opera-tori del Dipartimento dipendenze e del Sert dell’Asl, in particolare gli operatori di strada che, essendoa contatto quotidianamente con gli assuntori di stupefacenti, stanno cercando di far circolare la voce.Il consiglio degli addetti ai lavori agli utenti è di stare attenti a cosa comprano, da chi lo fanno e, incaso di incertezza, astenersi dal consumo di cocaina.

Fonte:http://www.eco.bg.it/EcoOnLine/CRONACA/2004/12/04_cocaina.shtml

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Allegato 3bMODULO DI ATTIVAZIONE DELLA PROCEDURA DI ALLERTA - REGIONE LOMBARDIA

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Allegato 3cSEGNALAZIONE DI ALLERTA - REGIONE DEL VENETO

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Allegato 3dRICHIESTA DI COLLABORAZIONE PER IL RILEVAMENTO DEI DATI RELATIVI ALL’INTOSSICAZIONE DA COCAINA ATROPINA - REGIONE DEL VENETO

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Allegato 3eFORMAT PER LA RICHIESTA DEI DATI PER LA RICOSTRUZONE DEL CRONOGRAMMA DELL’INTOSSICAZIONE DA COCAINA-ATROPINA

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Allegato 3fRICHIESTA DI INFORMAZIONI DI TIPO CRONOLOGICO RIGUARDANTI LE PERSONE ACCUSATE DI SPACCIO DI COCAINA TAGLIATA CON ANTROPINA

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www.audiovideofono.it

www.netkiosk.it/totem-multimediale/totem-multimediale.html

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Finito di stampare nel mese di maggio dell’anno 2008dalla Tipolitografia La Grafica di Vago di Lavagno (Verona)

www.lagraficaeditrice.it • [email protected]

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