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  • 8/6/2019 Socrate Nietzsche

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    Francesca Filippi

    Socrate, elenchos e dialettica: il Socrate di N ietz sche.

    In unepoca in cui non si pu essere apprezzabili storici della filosofia se non facendo riferimento allebasilari regole interpretative proposte dallermeneutica contemporanea, la domanda sullopportunit distudiare ancora gli autori della Filosofia antica si rende fin troppo banale. E banale sarebbe leventualerisposta: dopo essere stati soggetti a indagini e interpretazioni di ogni genere, a commentari, astroncature e a successive riabilitazioni, i filosofi della Grecia antica non hanno ancora detto tutto. Ilsegreto della loro novit consiste nel porre ai testi che ci sono stati tramandati delle domande che giprevedano una mappa di possibili ulteriori articolazioni del discorso intrattenuto con gli autori delpassato; oppure nellusare le risposte di chi ha gi domandato in modo pi intelligente di noi.

    La problematicissima apparizione nellAntichit1.

    Lidea che costituisce tanto il motivo conduttore della mia ricerca che la chiave ermeneutica sceltaper avvicinare e chiarire la personalit e il pensiero del Socrate storico la seguente: il grande contributodi Socrate alla filosofia e alla civilt occidentale consistita nellinvenzione del suo metodo dialettico.Tutte le tesi che gli vengono tradizionalmente attribuite, i cosiddetti paradossi socratici, per cui la virt scienza, nessuno pecca volontariamente, la virt procura la felicit2 sarebbero state dei corollari

    implicati dalla rilevanza filosofica del suo metodo. Le idee attribuite a Socrate trovano la lorogiustificazione e la loro coerenza solo se intese come implicazioni filosoficche della sua dialettica, e lostesso vale per la maieutica e lironia. In breve, tutte le singole invenzioni del genio filosofico socraticosono pienamente comprensibili e giustificabili solo se inserite nel pi complesso quadro del suo metododialettico, solo se viste come singoli momenti delle sue indagini elenctiche e come strumenti posti aservizio delle esigenze che lelenchos chiamato a soddisfare. Come spero di chiarire in seguito, il metododi Socrate non deve assolutamente essere considerato come un formale schema logico, una specie dimaglia argomentativa destinata a esporre, contenere e ordinare una massa di concetti. Il suo valore e lasua funzione si estendono ben al di l di questa funzione a cui pure assolve, presupponendo invece unaserie importantissima di corollari di grande portata filosofica ed esistenziale. Indicare nel metododialettico il baricentro della filosofia socratica piuttosto che in una serie di dottrine professate in modo

    pi o meno dogmatico comporta un significativo cambiamento di prospettiva rispetto al tradizionalemodo di affrontare la questione socratica. Nel nostro caso infatti allimpossibile mediazione deglieventi della vita socratica riportati dalle fonti, spesso contrastanti, si sostituisce il tentativo dimantenere la complessit del Socrate storico cos come emerge dalle diverse testimonianzearticolandola per attorno a un principio unitario che dia a questa complessit coerenza e il giustosignificato: questo principio unitario il metodo dialettico di Socrate.

    Questa prospettiva ermeneutica in base alla quale intendo articolare la mia ricerca mostra dellesorprendenti analogie con il modo in cui Nietzsche descrive e commenta Socrate, la problematicissimaapparizione nellAntichit. Credo che nessuno dei pensatori contemporanei abbia colto la personalitstorica di Socrate come lautore diA lso Sprach Z arathustra, sia per lintensit ironica con cui ne traccia lacaricatura sia per la serissima considerazione in cui tiene limportanza dellapparizione di Socrate

    nellAntichit, indicandovi un punto di svolta nel destino della civilt occidentale.1 Friedrich Nietzsche,L a nascita della tragedia, Roma 1991, p. 160.2 Sulle dottrine socratiche si veda Giovanni Reale, Socrate, Rizzoli, Milano 2000, pp. 232-293.

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    Il problema delle fonti e i diversi paradigmi ermeneutici.

    Il caso Socrate in effetti uno dei pi ardui della storia della filosofia e al tempo stesso uno dei piparadossali, perch allimpronta lasciata dalla sua filosofia e alla vasta eco che gi dal tempo della sua

    vita non ha mai smesso di suscitare fa da contraltare un assoluto silenzio letterario. Socrate ha infattideciso di non mettere per iscritto le idee per cui prima stato consegnato alla Storia e poi condannato amorte3. Il suo silenzio letterario ci costringe quindi a prestare fede alle testimonianze degli autori che nehanno avuto una conoscenza diretta oppure che hanno beneficiato delle informazioni dei testimonioculari degli eventi della vita di Socrate4. Questi autori sono Aristofane, Platone, Senofonte e Aristotele,a cui si aggiungono alcuni dei Socratici minori, autori dei cosiddetti logoi socratik oi5. Le lorotestimonianze, lontane dal collimare perfettamente, presentano delle versioni della personalit e delpensiero di Socrate differenti o addirittura contraddittorie. Il primoa porre esplicitamente il problemadella questione socratica nel XIX secolo F.D.E. Schleiermacher6 che suggerisce di cercare il Socratestorico in una mediazione tra il troppo di Platone e il troppo poco di Senofonte. Ad Aristofane,giullare del popolo ateniese, viene negato qualsiasi credito. In epoca neopositivista, il problema delle

    fonti socratiche non poteva che radicalizzarsi. Secondo Olof Gigon, alla luce dei parametri storiograficidel neopositivismo, di Socrate potremmo determinare con un certo grado di certezza la data di nascita,la professione del padre, con qualche riserva la sua partecipazione ad alcune campagne militari, la caricadipritano che ha rivestito in occasione del processo ai Generali Vittoriosi (406 a.C.) e il suo personaleprocesso e condanna a morte nel 399 a.C. A tutto il resto non riconoscibile lo status di dato, perchnon si tratterebbe di eventi oggettivi, ma piuttosto di interpretazioni soggettive7. Sia chiaro che Gigone come lui Jol8 non negano la possibilit che Socrate sia effettivamente stato il personaggio fuori dalcomune che viene descritto dalle nostre fonti, ma in fatto di oggettiva conoscenza storica solo gli eventiche ho appena elencato possono essere considerati certi.

    Lipercritica soluzione (o forse rimozione tout court) del problema socratico proposta da Gigon nonpoteva non suscitare delle reazioni uguali e contrarie. Nella prima met del secolo scorso, i due pi

    significativi rappresentati della scuola scozzese J. Burnet

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    e A.E.Taylor

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    non solo riaprono laquestione socratica proponendo un ritorno a Platone nel tentativo di ricostruire il pensiero del Socratestorico, ma la arricchiscono anche di nuove intuizioni che risulteranno poi basilari per tutte le pirecenti interpretazioni di Socrate. Loro lidea, destinata a diventare uno dei punti nevralgici della pirecente e accreditata interpretazione di Socrate, per cui il figlio di Fenarete sarebbe stato lo scopritoredel concetto occidentale di anima11. Attribuire a Socrate un merito del genere costituisce gi unaspiegazione esauriente della funzione di spartiacque svolta dal nostro filosofo nellambito della filosofiae della civilt occidentale. Prima di Socrate lanima viene omericamente considerata alla stregua di un

    3 Sulle ragioni del silenzio letterario di Socrate, si veda Giovanni Reale, Socrate, Rizzoli, Milano 2000, pp. 73-93.4 Sulle principali fonti socratiche, a eccezione di Platone che richiede lampiezza di uno studio specifico, si veda R. Laurenti,Socrate, tut te le testimonianz e da A ristofane e Senofonte ai Padri della Chiesa, Laterza, Bari 1971.5 Cf. Giovanni Reale, op. cit., p. 99. Sui Socratici minori si veda G. Giannantoni, Socratis et S ocraticorum R eliquiae, 4 voll.,Bibliopolis, Napoli 1990.6 Secondo F.D.E. Scheleiermacher, Ueber den W ert der Sok rates als Philosohpen, in Smlitche W erk e. Dritte Abtheilung. ZurPhilosophie. Zweiter Band, Berlino 1838, pp. 287-308. Secondo Schleiermacher la ricostruzione del Socrate storico avrebbecomunque dovuto basarsi sul Socrate platonico in modo tale per che limmagine ottenuta non contraddica la descrizione diSocrate che fa Senofonte. Schleiermacher indica in Socrate linventore della dialettica, ma in un senso differente da quelloche intendo nella mia ricerca, perch la dialettica del filosofo romantico radicalmente diversa da quella genuinamentesocratica e in quanto tale, lontano dallimplicare tutte le tesi morali tradizionalmente ascritte al Socrate storico, ne rimaneseparata in un rapporto di semplice giustapposizione. Si veda Giovanni Reale, Socrate, Rizzoli, Milano 2000, pp.100-104.7 O. Gigon, Sokrates. S ein Bild in D ichtung und Geschichte, Tubinga-Basilea, 1947.8 K. Jol,D ie echte und der x enophontische Sok rates, 3 voll., Berlino 1901.9 Lesposizione della creativa interpretazione di Socrate a opera di questo studioso si trova in J. Burnet, Greek Philosophy,Londra 1914; T he Socratic Doctrine of the Soul, Proceedings of the British Academy, 7 (1915-1916), pp. 235-259; alla voceSocrates, in E ncyclopedia of Religion and E thics, 1920. Questi scritti sono stati raccolti e tradotti in J. Burnet, Interpretazione diSocrate, a cura di F. Sarri, Vita e Pensiero, Milano 1994.10 A.E. Taylor, V aria Socratica, Oxford 1911; Socrates, Londra 1933 [trad. it., Firenze 1952].11 J. Patocka, Socrate, Rusconi, Milano 1999, p . 59; F. Sarri, Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima, Milano 1997.

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    semplice principio vitale di cui possibile cogliere la presenza solo quando sta per diventare assente,solo quando si dissolve con la morte. Lanima in Omero semplicemente il residuo umbratile di unessere che non esiste pi, quasi unimpronta che segna e commemora lo spazio vitale un tempooccupato da un essere vivente. Luomo in Omero un assemblaggio di membra e di stati danimosemplicemente giustapposti. Niente che lasci pensare a una coscienza personale unitaria,

    intellettualmente e moralmente consapevole. Gli Orfici segnano gi una svolta nel momento in cuiattribuiscono alluomo unanima divina e immortale, specie di demone precipitato nel corpo per unacolpa originaria; tuttavia la vita cosciente delluomo resta ancora, nella loro concezione, separata eautonoma da questo principio immortale che, addormentato in un anfratto dellessere umano, simanifesta solo nei sogni o nelle visioni. Il demone orfico divino e immortale, funge anche daprincipio vitale delluomo, ma rimane assopito per tutto il tempo della vita terrena, mentre la coscienzadelluomo assolve alla gestione della sua vita intellettuale ed etica. In seguito, nellambito dellaspeculazione filosofica ionica lanima viene finalmente fatta coincidere con lintelligenza delluomo,perch considerata come frammento del principio ontologico originario, fonte di tutte le cose. Inquesto senso allanima viene attribuita limmortalit e un rango privilegiato nella gerarchia degli enti, mala sua immortalit per solo quella universale del principio originario a cui, con la morte, torner a

    ricongiungersi perdendo la sua individualit

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    . con Socrate che finalmente il concetto di anima acquista la valenza che da allora siamo tutti abituatiad attribuirgli e che costituisce la sapiente rielaborazione e il completamento di tutta la tradizionefilosofica precedente: lanima costituisce la personalit intellettuale e morale delluomo, sede della suacoscienza; quindi lanima luomo. Limportanza di questa scoperta e delle implicazioni filosofiche edesistenziali che comporta non ha bisogno di essere commentata. Si tratta dello spostamento dellasse divalutazione etica dai valori del corpo lato sensu a quelli dellanima, della trasvalutazione di tutti i picomuni capisaldi della morale greca, di un rovesciamento della gerarchia assiologica dei beni e degli stilidi vita. In breve, tutti valori che i Greci vedevano come positivi e degni di venire perseguiti e ammirativengono trasportati da un piano fisico a uno spirituale, con il risultato paradossale che il brutto epovero Socrate diviene il centro di attrazione permanente della giovent dorata dellAtene del V

    secolo. Limportante intuizione dei rappresentanti della scuola scozzese si accompagna per a delleintemperanze ermeneutiche di ordine uguale e contrario a quelli di Gigon: a Socrate non andrebbeattribuita soltanto la paternit del concetto occidentale di anima, ma la stessa dottrine delle Idee coscome si trova espressa nel Fedone, mentre solo daR epubblica in poi sar possibile parlare di una dottrinagenuinamente platonica. Che questo eccesso sia antistorico risulta da varie considerazioni che perragioni di brevit evito di trattare ora.

    Four horses are bet ter than one13.

    impossibile in questa sede analizzare in dettaglio quanto Aristofane, Platone, Senofonte eAristotele ci dicono di Socrate e in ogni caso ritengo opportuno precisare in primo luogo i criteri

    ermeneutici con cui ogni fonte dovrebbe essere presa in considerazione e limportanza delle differentiprospettive in cui, nelle testimonianze che possediamo, la personalit e il pensiero di Socrate vengonorecepiti e interpretati.

    Nellaccostarsi alle nostre fonti le regole doro dellermeneutica gadameriana14 devono assolutamentesoppiantare latteggiamento oggettivistico della storiografia neopositivista. Nessuna delle testimonianzeche possediamo su Socrate un reportage giornalistico, ma sono tutte fedeli ricreazioni artistichedellidea incarnata dal figlio di Fenarete a cui vengono sottratte le banalit della sua vita quotidiana. Perquesto non sono solo i fatti che devono essere ricercati nelle parole di Platone o di Senofonte, quanto

    12Giovanni Reale, Socrate, pp. 187-231.

    13 W.K.C. Guthrie, Socrates, Cambridge Univ. Press, Cambridge 1971, p. 8-9. Sulle fonti socratiche si veda R. Laurenti,Socrate, tut te le testimonianz e da A ristofane e Senofonte ai Padri della Chiesa, Laterza, Bari 1971, e la prima parte, relativa alle fonti, diH. Maier, Socrate. L a sua opera e il suo posto nella Storia, La Nuova Italia, Firenze 1943. Per la questione delle fonti, si veda V. deMagalhes-Vilhena, L e problme de Socrate. L e Socrate historique et le Socrate de Platon, Parigi 1952.14 H.G. Gadamer, V erit e Metodo, a cura di G. Vattimo, Milano 1972, specialmente pp. 349-347.

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    piuttosto gli effetti che lincontro con Socrate ha sortito nelle loro psicologie e nel loro sviluppointellettuale e morale. La storia degli effetti come criterio ermeneutico acquista nellambito dellaquestione socratica una rilevanza fondamentale perch permette di cogliere in controluce la personalite il pensiero di Socrate proprio nellimpronta che ha lasciato nelle persone che con lui hanno vissuto astretto contatto. daltronde proprio per leco suscitata dalla sua apparizione nellAntichit che a

    Socrate impossibile negare la grandezza di cui Platone pi degli altri stato in grado di indicarci lamisura. Le nostre fonti devono quindi essere comprese e interrogate a partire dalle loro differentipsicologie, dal loro background socio-culturale, dagli intenti che si prefiggono quando parlano diSocrate. Se presi in esame in questi termini, davvero con Guthrie potremo dirci convinti che i nostriquattro cavalli siano meglio di uno solo. Aristofane, Platone, Senofonte e Aristotele dicono tutti laverit, gettando un fascio di luce sui vari aspetti della personalit socratica e sul mondo in cui questaenigmatica personalit si aggirava, discutendo e confutando.

    stato spesso ripetuto che le quattro fonti da cui ci aspettiamo una ricostruzione complessa delSocrate storico non solo si trovino spesso in disaccordo tra loro ma che arrivino addirittura acontraddirsi. Eppure questa non pu che essere la conclusione di un esame condotto con il metodostoriografico dellH istoire historisante. Prendiamo brevemente in esame i punti di disaccordo esistenti tra

    le quattro fonti e quelli invece in cui si manifesta una certa somiglianza, passando brevemente inrassegna il contenuto degli scritti socratici dei nostri quattro autori. Lopera che Aristofane15 dedicainteramente a Socrate e alla sua scuola filosofica, il cosiddetto phrontisterion, la commediaL e N uvolerappresentata nel 423 a.C. ad Atene. Aristofane distingue principalmente due caratteristichedellinsegnamento socratico: da un lato il suo interesse per la scienza ionica e quindi per lindaginenaturalistica e matematica (95 ff., 171ff., 177f., 188ff., 206 ff.), e dallaltro la dialettica, ovvero il metododi cui Socrate si serve per provare le sue tesi e per indurre un parto conoscitivo nelle menti dei suoidiscepoli. Che Socrate si sia preoccupato di questioni naturalistiche fuori discussione, perch almeno apartire dai suoi cinquantanni lunica scienza che abbia ritenuto degna di essere ricercata la scienzaumana. Ma prima che lOracolo di Delfi lo spingesse in modo definitivo in questa direzione16, non affatto escluso che ai tempi in cui stata rappresentata la commedia aristofanesca, Socrate si trovasse

    ancora nella fase di ricerche ioniche che sembra essere attestata, con una certa verosimiglianza storica,nel Fedone17. Inoltre, i passaggi del Fedro18e dellA pologia19 platonici che pi spesso vengono usati pernegare lesistenza di questa prima fase naturalistica della filosofia socratica non negano la possibilit cheprima del responso delfico Socrate possa avere provato interesse per questo genere di scienza, che poiavrebbe respinto come presuntuosa e inconcludente. La figura di Socrate cos come viene schizzata daAristofane estremamente composita, costituendo un typos in cui confluiscono i principali trattidistintivi del personaggio del Sofista, abile erista e distruttore della morale tradizionale, che insegna arendere forte il discorso Ingiusto contro quello Giusto. Tralasciando alcune considerazioni che pureandrebbero fatte per chiarire meglio lintento aristofanesco sotteso alla composizione delleN uvole, il chepresupporrebbe anche una messa a fuoco del background socio-culturale del celebre commediografocome anche della congiuntura storica, politica ed economica dellAtene del V secolo, vorrei mettere in

    rilievo due elementi che emergono dalla commedia e che interessano particolarmente lidea della miaricerca: in primo luogo, il Socrate di Aristofane un individuo per la sua dedizione alla filosofia haabdicato alla corposit della vita tradizionalmente concepita come cura del corpo latu sensu,trasformandosi in unanima pensante, in una pura psych; in secondo luogo, sicuramente significativa lallusione ai due differenti metodi usati da Socrate per istruire i suoi discepoli: il metodo espositivo,che consiste nel rispondere direttamente alle domande degli studenti con analogie e esempi (369 ff.,398ff.), e il metodo tutoriale che consiste prima di tutto nel saggiare e alloccorrenza formare le

    15 Su Aristofane come fonte, si veda L. Strauss, Socrates and A ristophanes, New York-London 1966. Per quanto riguarda L eN uvole, si veda in particolare K.J. Dover, Socrates in the Clouds, in T he Philosophy of Socrates, a cura di Gregory Vlastos, NewYork 1971, pp. 50-77.16

    Si veda G. Reale, op. cit., pp. 47-69.17 Platone, Fedone, 96a-e.18 Platone, Fedro, 229d-230a.19 Platone,A pologia di Socrate, 18b.

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    attitudini filosofiche dello studente sottoponendolo a una serie di domande (478 ff.). In seguito, Socratepone allo studente dei problemi che lui gli insegna a risolvere tramite la loro scomposizione neglielementi in cui si articolano (741 f.); infine Socrate invita lo studente a criticare le soluzioni che luistesso gli ha offerto. Chiaramente si tratta di una caricatura della dialettica, somigliante pi al metodoeuristico-inventivo descritto nei dialoghi platonici che alle tecniche eristiche dei sofisti dellepoca.

    Passando a Platone20

    , i luoghi che vengono reputati storicamente attendibili per la ricostruzione dellapersonalit e del pensiero di Socrate sono l A pologia di Socrate, e il discorso di Alcibiade esposto altermine del Simposio platonico. I cosiddetti dialoghi socratici in cui Platone sarebbe ancora dipendentedallinsegnamento del maestro e in cui non avrebbe ancora elaborato le sue grandi teorie metafisichesonoA pologia di Socrate,Critone, E utifrone, L achete, Carmide,L iside, E utidemo Ione, Ippia minore, Ippia maggiore,mentre con qualche riserva, perch gi la presenza della nuova speculazione platonica inizia aintrecciarsi ai noti motivi filosofici socratici, possiamo chiamare in causa Protagora, Menone, Repubblica I,Gorgia. In questi scritti emergono le seguenti caratteristiche ascrivibili al Socrate storico: in primo luogo,il tema delle sue discussioni sempre relativo a questioni di ordine etico, di solito miranti alladefinizione di concetti morali o di virt. La maggior parte dei dialoghi socratici aporetica. Il metodocon cui viene affrontato questo genere di questioni quello pi genuinamente dialettico, in cui notevole

    rilevanza acquistano i concetti dellironia e della maieutica. Le dottrine socratiche che vi si trovanoespresse sono quelle dei cosiddetti paradossi socratici per cui la virt scienza, nessuno peccavolontariamente, la virt procura la felicit; a queste si aggiunge lidea fondamentale per cui luomo la sua anima, intesa come coscienza intellettuale e morale, che implica lattitudine predominantedelluomo razionale come cura dellanima.

    A sua volta Senofonte21 parla di Socrate in numerosi scritti, ma i suoi D etti memorabili di Socrate sonoquelli che in realt godono della maggiore credibilit storica e filosofica. Il suo Socrate parla di temimorali, ma senza discostarsi come il Socrate platonico dalla concezione tradizionale del suo tempo. IlSocrate di Senofonte, lontano dallessere un trasvalutatore dei valori come quello platonico, un uomomassimamente pio. Il suo metodo quello dialettico, seppure dotato di minore vigore logico eargomentativo. Stando a Vlastos il Socrate di Senofonte sarebbe privo di ironia e paradosso22,

    parlerebbe di teologia e teodicea

    23

    , sarebbe la perfetta incarnazione della morale tradizionale greca.Il Socrate di Aristotele invece lautore della scoperta del concetto e dei ragionamenti induttivi24.Unanalisi dettagliata delle nostre fonti, con una ricerca che miri a inquadrarle nel contesto storico-culturale da cui provengono, conferma lidea che il nocciolo della filosofia di Socrate debba esserericercato nel suo metodo, nella dialettica come strumento euristico e conoscitivo di verit di ordinemorale che procede alla conoscenza della realt seguendo lo stesso ritmo discorsivo del pensiero.Questo metodo gravido di implicazioni filosofiche, perch innanzitutto presuppone la penetrabilitdella realt a opera della nostra intelligenza, cosa che a sua volta implica una strutturale omogeneit trala ragione umana e la realt. Non stupisce quindi che il Socrate di Senofonte parli di teologia e teodicea.Il metodo socratico comporta inoltre lottimismo metafisico di un disvelamento della verit intesocome sempre possibile seppure mai concluso, implicando la possibilit di una comprensione della realt

    e insieme di una sua giustificazione razionale: con la dialettica si attua infatti la rimozione dellapparentecontraddizione che caratterizza il mondo del divenire. Il metodo costituisce per Socrate il marchio dellanostra essenza di esseri razionali, come anche la manifestazione e la ripetuta conferma che la realt siaspiegabile e giustificabile in modo coerente con la logica propria della nostra ragione. Alla luce del suometodo, Socrate scopre linfinita questionabilit di ogni conclusione che non si d mai come ultimativa.

    20 La letteratura critica su Platone come fonte socratica sterminata. Qui rimando principalmente allopera gi citata diGuthrie, al Socrate di G. Reale, pp. 127-159, e in particolare a due opere di Gregory Vlastos: T he Paradox of Socrates, in T hePhilosophy of Socrates, a cura di G. Vlastos, New York 1971, pp. 5-21, e Socrate il filosofo dellironia complessa, La Nuova Italia,Firenze 1998.21 Su Senofonte si veda lintroduzione alla pregevole traduzione di E.C. Marchant e O.J. Todd, in Senofonte, M emorabilia,Oeconomicus, Symposium, A pology, Harvard Univ. Press, Cambridge-Massachusetts-Londra 1997, pp. vii-xxvii.22 G. Vlastos, op. cit., p. 1.23 Senofonte,M emorabili, 4.6.16.24 Aristole, M etafisica, A 5, 987 b 1 sgg. Su Aristotele come fonte, si veda Th. Deman, L e temoignage dA ristote sur Socrate, Parigi1942.

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    La ricerca della verit unapertura e un incessante sforzo di comprensione. Con la sua celebreprofessione di ignoranza Socrate afferma di non possedere alcuna scienza nel senso ionico di episteme,intesa come sapere definitivamente acquisito in un dato campo di indagine; una sapienza esaustiva edefinitiva pu essere solo prerogativa divina, mentre la sapienza umana uno sforzo continuo dicomprensione. Ogni uomo comprende la realt in modo unilaterale e prospettico, il che implica la

    necessit di una continua integrazione dialettica con le precomprensioni possedute dagli altri esserirazionali e lidea della coralit del sapere. In questo senso, significativo che i dialoghi platonici chesembrano essere pi fedeli al pensiero del Socrate storico siano aporetici; valga per tutti lesempiodellE utifrone, in cuilindagine viene dialetticamente ripetuta a partire dalle conclusioni che fungono danuove premesse da verificare e da confutare. Lunica scienza, in quanto condizione ineliminabile per lascoperta di verit definitive, che Socrate ascrive a se stesso la scienza dialettica; coerentemente, lunica scienza che in quanto tale, intende trasmettere ai suoi discepoli25. In questo senso va inteso il suopresunto scetticismo. Quello che veramente socratico nelle quattro fonti che abbiamo preso inesame il metodo che viene usato per procedere allindagine filosofica e che da Platone in poi costituirper molto tempo lunica forma delle ricerche filosofiche e scientifiche. Le diversit e le contraddizionipresentate dalle quattro testimonianze sono da ricercarsi nei risultati filosofici conseguiti dalluso del

    metodo, ma non in questultimo. Del resto, gli esiti della ricerca filosofica guadagnati con la dialetticanon erano stati condizionati da Socrate con limposizione di alcun tracciato predeterminato. Questainterpretazione di Socrate trova conferma in due passi dellA pologia di Socrate, il primo in cui il figlio diFenarete ci avverte di avere delle fortissime convinzioni personali in campo etico, tali da spingerlo adaccettare il suo destino di morte ingiusta pur di non rinnegarle, ma anche che nessuna di queste possasecondo lui ambire allo status di conoscenza definitiva. La sua stessa credenza nellimmortalitdellanima definita fede o speranza, non certezza o conoscenza26. Il secondo passo ci avverte del fattoche la cospicua eredit, limpronta della socratica formazione intellettuale lasciata ai suoi discepoli sia lacapacit di mettere alla prova le false convinzioni degli uomini; i suoi discepoli continueranno astazzare gli ateniesi con lelenchos tou biou come Socrate aveva fatto durante la sua vita27.

    Elenchos, d ialettica e metadialettica socratica.

    a questo punto opportuno tentare una descrizione concisa del metodo dialettico di Socrate. Comeho gi avuto occasione di dire, la funzione che Socrate attribuiva al suo metodo era sia euristico che diverifica razionale delle conclusioni provvisorie di volta in volta raggiunte. Il testo che ci fornisce unesempio illuminante di elenchos socratico, insieme a tutte le implicazioni filosofiche che esso comporta, il Gorgia platonico. Bench questo sia un dialogo in cui gi molte delle teorie platoniche fanno il loroesordio, credo che nelle sue caratteristiche elenctiche e argomentative rimanga uno scritto fortementesocratico. Per il momento dovremo per limitarci ad analizzare il percorso argomentativo tipicoseguito da Socrate cos come appare nei dialoghi giovanili di Platone.

    In primo luogo, gi il termine elenchos indica quel genere di confutazione che si attua con ladimostrazione della contraddittoriet della tesi dellavversario. Esistono due generi di elenchos: quellodiretto e quello indiretto. Di solito lelenchos socratico di carattere indiretto e consiste non neldimostrare lassurdit o la contraddittoriet della tesi dellopponente mediante una dimostrazione chediriga le sue obiezioni contro la tesi stessa, ma piuttosto nel dimostrare che data laffermazione A, Aimplica B, B implica C e D e che, infine, C e D stanno in contraddizione tra loro o in contraddizionecon la tesi di partenza di cui costituiscono le implicazioni logiche. Secondo Richard Robinson Socratedeve avere creduto che ogni elenchos dovesse essere essenzialmente indiretto28.

    Quando Socrate ingaggia le sue discussioni con il suo opponente di turno, fa in modo che dopoalcuni convenevoli introduttivi linterlocutore faccia almeno unaffermazione sullargomento che a

    25 Senofonte,M emorabili, IV, 6, 1.26 Platone,A pologia di Socrate, 40c-41a.27 Platone,A pologia di Socrate, 39c-d.28 R. Robinson, E lenchus, in T he Philosophy of Socrates, pp. 78-109.

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    Socrate interessa discutere. Allora il resto della discussione si snoda con la fluidit di un teoremamatematico. Socrate pone quindi la prima domanda sullaffermazione del rispondente, che di solitoassume una delle due forme: X Y? oppure Cos X?; esempi del primo genere possono essere: Lagiustizia migliore dellingiustizia? (R epubblica); giusto fuggire di prigione? (Critone). Esempi delsecondo tipo sono Cos la temperanza? (Carmide); Cos il coraggio? (L achete)29. Con queste domande

    Socrate non mai alla ricerca di una definizione da vocabolario di un termine che gli sconosciuto,perch di solito il suo X un concetto che lui e i suoi rispondenti usano in modo estremamentericorrente. La sua domanda non mai una richiesta di informazione n una specie di richiesta-verifica,propria del maestro che intende verificare la preparazione dellallievo. Le domande di Socrate sostanosu un gradino intermedio tra questi due estremi. La risposta cercata da Socrate da un lato unadefinizione analogica che fornisca degli equivalenti di X, dallaltro una risposta che restringendo ilcampo degli attributi di X, si limiti a definirlo con lelencazione di tutte quelle caratteristiche per cui X X e per cui tutte le X vengono dette X. Socrate assume una specie di realismo antitetico al nominalismodella sofistica del suo tempo. I presupposti filosofici sottesi a questo metodo di inchiesta sono infatti iseguenti: a) X un termine univoco; b) la cosa X ha unessenza; c) lessenza non una strutturaprimaria, ma ha una struttura che pu essere ancora analizzata e spiegata. La definizione elenctica in

    cerca della singola cosa che comune a molti individui singoli. La certezza che la definizione elesistenza di questa cosa singola che si predica di molti individui siano possibili deriva dallevidenzaper cui a molte cose viene attribuito un nomecomune. A sua volta questultimo fatto reso possibile dallanaturacomuneche apparenta le cose. La definizione mira dunque allelemento comune (definiens) a tutte lecose chiamate con un unico nome (definiendum)30. Socrate costruisce quindi la relazione tra ildefiniens e ildefiniendum come un rapporto di identit di propriet31. Le definizioni di Socrate rimangono per semprea livello analogico, perch le risposte costituite di genus proximum e differentia specifica avrebberopresupposto la scoperta da parte di Socrate della piramide metafisico-ontologica di Platone.

    Perch si abbia tuttavia un perfetto dispiegamento dellelenchos socratico si rendono necessarie alcunecondizioni per cos dire metadialettiche. In primo luogo, alle affermazioni dellinterlocutore di turnodevono realmente corrispondere delle convinzioni profonde che influenzino la vita pratica di chi le

    esprime. Il rispondente deve poi essere convinto della validit logica dellargomentazione socratica econvenire sulle premesse da cui prende inizio largomentazione. Quando la confutazione elencticaconsiste nella riduzione allassurdo delle tesi del rispondente, questultimo deve vedere con evidenzaquesta assurdit. L elenchos un tribunale della ragione, il cui verdetto viene pronunciato non da unagiuria ma dal solo interlocutore che non rappresenta se stesso, ma il paradigma dellinterlocutorerazionale. Le sue risposte sono cos esigue rispetto allo spessore filosofico delle domande socratiche,perch gli viene richiesto semplicemente lassenso o il dissenso che linterlocutore razionale non punegare di fronte allevidenza o alla scorrettezza della logica argomentativa dei teoremi socratici.

    Dato che questo procedere dialetticamente costituisce un incessante avvicinamento alla Verit, che per sua essenza corale e dialogica, non sembra fuori luogo mettere in evidenza lestrema somiglianzache lega la metadialettica socratica ai capisaldi dellermeneutica gadameriana: la fondamentale

    precomprensione che implicita nel domandare, la disponibilit allascolto dellinterlocutore chediventa fonte di conoscenza grazie agli espedienti dellironia e della maieutica, infine il discorsosocratico che, come lopera darte in Gadamer, si rende autonomo dai suoi stessi autori e vive di vitapropria costituiscono delle impressionanti anticipazioni dellermeneutica contemporanea. Il discorsoche nasce tra i due uomini infatti unterzouomo, un medium che risulta dal confronto e dalla sintesidialettica di due differenti visioni del modo, di due differenti prospettive su un dato problema. Ildialogare socratico un dialogare aperto, mai dogmatico perch le sue conclusioni non sono maiultimative. Il sapere nella sua essenza dialettico: solo chi ha sapere ha domande32.

    29 Si veda R. Robinson, Socratic definition, in T he Philosophy of Socrates, pp. 111-124; G. Nakhnikian, E lenctic definition, in T hePhilosophy of Socrates, pp. 125-157.30 Platone,M enone, 74a-75a.31 Platone, Carmide, 160e-161b.32 H.G. Gadamer, V erit e Metodo, a cura di G. Vattimo, Milano 1972, p. 422.

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    il Socrate di N ietzsche

    Il Socrate dialettico che ho cercate di delineare nelle pagine precedenti lo stesso Socrate preso dimira da Nietzsche. I testi del filosofo tedesco che ho finora preso in esame sono quelli giovanili,

    composti tra il 1870 e 1973. Si tratta delle due conferenze che Nietzsche ha tenuto a Basilea il 18gennaio e il 2 febbraio 1870, rispettivamente sul D ramma musicale greco e su Socrate e la tragedia, a cui siaggiungono L a V isione dionisiaca del mondo, L a nascita della tragedia eL a filosofia nellet tragica dei Greci33.Questi scritti hanno unimportanza determinante per la comprensione dellintera filosofia nietzscheana,dato che in essi possibile leggere le prime critiche mosse da Nietzsche alla dialettica e al cristianesimo,critiche che negli scritti della maturit acquisteranno una sporgenza superiore e creativa, finalmenteprivi delle categorie filosofiche schopenhaueriane e cristiane che in questi lavori hanno ancoraunimportanza considerevole. Per una corretta comprensione del complesso rapporto che Nietzsche, aldi l dei secoli, intrattiene con Socrate occorre partire dalla sua concezione del tragico. Negli scritti cheho citato la tragedia attica viene costantemente definita come la massima esplicitazione, levidenza piassoluta della contraddizione che caratterizza lessere e il mondo. Il tragico trae origine da questo

    disvelamento. I cori di Dioniso, prima e pi autentica espressione del senso tragico della vita, sonocaratterizzati da quellincantato stupore dato dalla contemplazione della contraddizione nella sua nudite dal superamento dellimpatto stordente di questa visione nella forma estetica della gioia. Ildisvelamento tragico della contraddizione oltrepassa la soluzione propria della dialettica di unamediazione sintetica degli opposti e di un superamento tout court del negativo, di una rimozione delmomento della finitezza e della contraddittoriet. Il senso tragico della vita si contrappone con ugualeforza al cristianesimo che rimuove la contraddizione giustificandola alla luce della sua metafisica. Seinfatti la dialettica affermazione dellidentit, il tragico la negazione di ogni identit e affermazionedella differenza: Nietzsche contrappone il molteplice irrisolto e disperso, irriducibile alla totalit,allidentit mistificatoria di una metafisica piramidale, allidentit e alla coerenza delle verit dialettiche ecristiane34. I cori di Dioniso che costituiscono la pi pura espressione del senso tragico della vita, gi

    nella tragedia di Eschilo conoscono un primo passo verso la decadenza, che pure rimane ancora unagrande espressione del sublime come imprigionamento artistico dellorrore e del comico comeliberazione artistica dalla nausea dellassurdo35. Il tragico la giustificazione della vita, la riconciliazionedelluomo con la realt, perch larte [] la vera e propria attivit metafisica delluomo [];lesistenza del mondo giustificata unicamente come fenomeno estetico36. Gli attori tragici che evocanola contraddizione del puro negativo sulle scene trovano la loro categoria metafisico-esistenziale nel

    pathos, in quanto vittime di un destino tragico che possono solo subire e non dominare. La risposta delpubblico riassunta nel sentimento e nella categoria della compassione. Gi Sofocle ma soprattutto conEuripide si compie il destino della tragedia che muore di una morte tragica, perch si avvera lascomposizione dei due principi originari Apollo e Dioniso. Secondo Nietzsche, intorno a Euripide sistaglia un alone fosco: il socratismo37. Socrate, il secondo spettatore della tragedia euripidea, luomo

    con una volont smisurata dietro a un intelletto cos unilaterale, [] una forza originaria di uncarattere inflessibile in una deformit daspetto stranamente attraente38. Socrate il primo grande grecoa essere brutto, tutto in lui essendo simbolico39.

    Alla luce della concezione nietzscheana del tragico, il Socrate che costituisce la controparte dialetticache ribalta il senso tragico della vita non pu che essere stato il Socrate inventore dellelenchos e del suometodo di indagine e di giustificazione razionale. Bench N ietzsche propenda per uninterpretazione diSocrate compiuta alla luce delle testimonianze senofontee, il Socrate dei dialoghi platonici che il

    33 Questi scritti si trovano in traduzione italiana nel volume F. Nietzsche, V erit e Menzogna, L a nascita della tragedia, L a filosofianellet tragica dei Greci, Roma 1991.34 Cf. G. Deleuze,N ietz sche, Parigi 1962.35 F. Nietzsche,L a visione dionisiaca del mondo, ed. cit., p. 62.36 F. Nietzsche,L a nascita della tragedia, ed. cit., pp. 114-115.37 F. Nietzsche, Socrate e la tragedia, ed. cit., p. 46.38Ibidem, p. 47.39Ibidem.

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    filosofo tedesco prende di mira. Il Socrate di Senofonte sarebbe stato del tutto inabile a compiere larivoluzione epocale che Nietzsche attribuisce a Socrate, nel momento in cui gli addebita la morte dellatragedia e lavverarsi di una nuova era di razionalismo ottimistico. NellaN ascita della tragedia Nietzschepone nel modo pi chiaro il rapporto di contrapposizione frontale che esiste tra il tragico e la dialettica,procedendo nei capitolo 13, 14 e 15 a una perfetta ricostruzione dellattivit svolta dal Socrate storico e

    delle conseguenze che ha sortito nel mondo del suo tempo. Secondo Nietzsche, il tragico costituisce lamassima forma darte intesa come perfetta sintesi di sublime e comico e come riconciliazione delluomocon la vita. Socrate invece condanna tanto larte vigente quanto letica vigente[]; dovunque vede lamancanza di intelligenza e la potenza dellillusione, e da questa mancanza inferisce lintima assurdit e ladetestabilit dellesistente40. Socrate fa ingresso nel mondo greco presentandosi come il nuovo poetatragico e cos Platone lo ritrae nei passaggi conclusivi del suo Simposio, sintesi perfetta di Aristofane eAgatone, del comico e del sublime, che in lui diventano ironia e furore logico. In cosa consiste la suapoesia? Nel redde rationem dialettico della contraddittoriet che affligge la vita e la realt. Dato chelassurdo rivelato dal tragico risultava insostenibile per lintelligenza di Socrate, individuospecificamente non mistico in cui la natura logica, per una superfetazione, si sviluppata coseccessivamente quanto lo la sapienza istintiva nel mistico41, il figlio di Fenarete innesca la portentosa

    ruota che muove il socratismo logico che in azione per cos dire al di l di Socrate come se essadovesse essere contemplata attraverso unombra42. Socrate, leroe dialettico del dramma platonico,procede dal rilevamento della contraddizione al tentativo della sua risoluzione, mostrando con la suadialettica che ogni caso di assurdo logico o esistenziale non sarebbe reale ma sempre riconducibile a unaforma di errore logico, a una mancanza di intelligenz a e di metodo. La contraddizione diventa dunque unfraintendimento, un errore interpretativo nella decodificazione della realt. Il male, la colpa moralesarebbero le conseguenze di questo difetto logico-dialettico. Le implicazioni di questa visionerazionalistica della vita inducono la morte tragica della tragedia. Leroe socratico del dramma platonico un uomo pienamente consapevole e responsabile degli eventi della sua vita. Sulla sua testa pende laresponsabilit completa delle sue disgrazie o il merito della sua felicit. Se lesistenza non altro cheunalgebra di essenze e concetti strutturalmente omogenea alla logica con cui procede la ragione umana,

    la realt, lontano dallessere contraddittoria e assurda e quindi inspiegabile e incontrollabile da partedelluomo, diventa con Socrate razionalmente penetrabile e quindi modificabile, plasmabile. Tuttoquello che sembra contraddittorio e assurdo in realt imputabile a un errore di interpretazione dellarealt, a una falla logica a cui la dialettica socratica in grado di porre rimedio. Se la categoriametafisico-esistenziale delleroe tragico era ilpatire, quella delluomo socratico diventa lagire in direzionedellaggiustamento logico della realt. In questo consiste lelemento ottimistico dellessenza delladialettica. Se lassurdo logico un errore della nostra intelligenza, il male morale sar la conseguenzapratica di questo errore. Riassumendo, i presupposti del socratismo alla luce dellinterpretazione diNietzsche sembrano essere: a) Ogni uomo possiede delle precomprensioni, per la maggior parte dettatedalla communis opinio, che nascondono contraddizioni e assurdi logici e che, se non sottoposte a un redderationem dialettico, finiscono per costituire la causa intellettuale del male etico. B) per ovviare a questo

    problema, Socrate propone il metodo dialettico, analogo allattivit diagnostica e terapeutica del medico,con cui la contraddizione di una precomprensione, di solito rappresentata dai vari interlocutorisocratici, viene rilevata e rimossa. Altrimenti, come avviene nei dialoghi platonici aporetici in cui non siarriva a una soluzione che elimini del tutto la contraddizione, Socrate sembra garantire comunque lapossibilit logica della sua rimozione facendo appello alla capacit di giustificazione logica del metodo.Proprio la struttura analogica che apparenta il pensiero al metodo e il metodo alla realt la scopertache fonda lottimismo razionalistico di Socrate. C) Ancora, secondo il figlio di Fenarete, la virt inprimo luogo unessenza che va definita via rimotionis, procedendo alleliminazione elenctica di tutti imalintesi e le assurdit logiche di cui la tradizione lha ricoperta. Una volta portata alla luce lessenzadella virt, che si manifesta alluomo con una forza logica pari allintensit estetica della tragedia nelmomento in cui svela alluomo il senso tragico della vita, luomo sar ipso facto virtuoso. Gli individui

    40 F. Nietzsche,L a nascita della tragedia, ed. cit., p. 160.41Ibidem, p. 461.42Ibidem.

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    che peccano saranno quelli a cui fa difetto acume logico e dialettica, mentre il trionfo della conoscenzarazionale, che rende trasparente il reticolato logico in cui si struttura la realt, permette alluomo discoprire litinerario in grado di condurlo alla felicit. Lhomo logicus procedendo a un bilancio a lungotermine, utilitaristico lato sensu, sceglie tra le azioni possibili quella che comporti la maggiore quota dipiacere e la minima di dolore. Chiarita lalgebra di concetti sottesa alla scelta del modo in cui pi

    opportuno vivere, chiariremo a noi stessi che il comportamento virtuoso quello che in un bilancio alungo termine comprende la massima quota di piacere e la minima di dolore; la virt risulta in base aquesto ragionamento la pi accreditata a rendere luomo eudaimon. Luomo razionale quindi lunicoresponsabile del proprio destino; nel dramma platonico, leroe socraticamente concepito, se cade inpreda allerrore e alla sventura, suscita nel suo pubblico non compassione, ma biasimo a cui fa eco il suopersonale sentimento di vergogna43. Da tutto questo emerge con chiarezza che la principale attivitdelluomo consiste nellarticolazione della sua intelligenza logico-discorsiva. In questo senso, luomo ragione, anima raz ionale, intesa come sede della nostra coscienza intellettuale e morale. Da questa definizionediscende automaticamente la dottrina della cura dellanima, la trasvalutazione spirituale di tutti i valoridella Grecit tragica, quel socratismo che appare come un mondo del tutto capovolto44.

    Coerentemente con questi presupposti, la stessa filosofia greca raggiungerebbe la sua acme con

    Anassagora e Democrito, ai quali seguirebbe un periodo di decadenza inaugurato dallavvento delrazionalismo ottimistico di Socrate con il grande suggello metafisico apposto dalla speculazione diPlatone45.

    Conclusioni.

    A grandi linee, queste sono le idee guida su cui intendo basare la mia ricerca. Naturalmente ancoranecessario procedere alla lettura della pi recente letteratura critica prodotta sul conto di Socrate,analizzando pi in dettaglio i riferimenti testuali sui cui gli storici e gli autori di turno fanno leva peresprimere la loro personale interpretazione di Socrate. Dato che nella lettura di Socrate in chiavenietzscheana mi sono finora basata solo sugli scritti giovanili del filosofo tedesco, mia intenzione

    procedere alla lettura dellopera omnia di Nietzsche nel tentativo di verificare se la figura di Socrate siasoggetta a unevoluzione parallela alla maturazione della filosofia nietzscheana oppure se perda la suacentralit di controparte polemica venendo sostituita dal cristianesimo, da Schopenhauer e da Wagner.Vorrei inoltre approfondire il rapporto che lega Socrate a Euripide e in genere ripercorrere lo svilupposubito dalla tragedia attica dai suoi albori fino Euripide per rintracciarvi il riflesso della parallelaevoluzione della W eltanschauung filosofica greca nel suo passaggio dal naturalismo ionico alla metafisicaplatonica. In questo senso, potrebbe essere interessante mettere in luce la rilevanza delleco tragicasuscitata dallavvento della metafisica greca sulla scorta di quanto Heidegger scrive per esempio nellasua Introduzione alla metafisica. Sempre al tema della cura heideggeriana potrebbe venire accostatolincessante invito del Socrate platonico e senofonteo alla cura dellanima e al sentimento della curaindirizzato a una gerarchia di esseri e di beni.

    Spero di avere espresso con sufficiente chiarezza le linee dellinterpretazione di Socrate che pi misembrano coerenti con quelli che dovevano essere stati il suo pensiero e la sua personalit, dato chequello che non pu essere di uso universale, che non accessibile al comune degli uomini [] non necessario alluomo46.

    43 La dialettica di estremi che contrappone la tragedia e la dialettica socratica possono essere i seguenti: identit-differenza,

    vergogna-compassione, principio unificante-mostrazione e accettazione del contraddittorio.44 F. Nietzsche, Socrate e la tragedia, ed. cit., p. 47.45 F. Nietzsche,L a filosofia nellet t ragica dei G reci, ed. cit. pp. 219-307.46F.M. Voltaire,Il filosofo ignorante, Bari, Laterza 1962, vol. I, p. 534.

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