soggettivitÀ e vita effettiva nel pensiero del giovane heidegger

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  • 7/30/2019 SOGGETTIVIT E VITA EFFETTIVA NEL PENSIERO DEL GIOVANE HEIDEGGER

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    Nema Numero 3, anno 2012 Ricerchehttp :/ / riviste.unimi.it / index.php/ noema

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    I L S, N EL LESPERI RE SE ST ESSO , L A REAL T ORIGINARIA. SOGGET TI VIT E VIT A EFFET TI VAN EL PEN SIERO DEL GIOVAN E H EID EGGERSimone Fazzi

    Il filosofo soffre sempre per la vita,poich in lui le problematicit della vita sono reali

    ma l dove gioisce, ecco che tale gioia ricca e traboccante come in nessun altro luogo,poich essa attinge la propria pienezza e purezza

    traendola dai remoti abissi dellinterpretazione dellesistenza(H eidegger, Lettera ad Elfride, Freiburg 5 I I I 16)1.

    I l s, nellattuale attuazi one dellesperienza della vita,il s nellesperire se stesso, la realt originaria.

    Fare esperienza non acquisire nozioni,ma il vitale essere coinvolti, lessere preoccupati(H eidegger, Fenomenologia dellintuizione e dellespressione)2.

    I corsi che Heidegger tenne a Freiburg a cavallo dei prim i anni venti del 1900,di recente tradotti in italiano e resi disponibili per un pubblico pi vasto,mettono in luce una peculiarit che pu essere espressa da un motto: inprincipio non fu ontologia bens fenomenologia della vita effettiva3.

    Il percorso del giovane docente, infatti, si fa strada in un serrato

    confronto lincedere metodologicamente distruttivo-decostruttivo con lasituazione del pensiero a lui contemporaneo, e focalizza il proprio compitofilosofico nella dischiusura delle strutture vitali caratteristiche dellesperienzaconcreta. Linteresse di H eidegger si individua part icolarm ente nel lasciaremergere nuove categorie che indichino formalmente lespressione genuinadella vita per come di volta in volta, ossia della vita che essenzialmente insituazione, della vita effettivamente storica.A partire da tale contesto, questa ricerca intende indagare la particolareriscrittura heideggeriana della soggettivit effettuata nei corsi friburghesi cheprecedono lappropriazione del cristianesimo diPhnomenologie des religisen L ebens . Si tratter, perci, di attraversare i concetti di vita effettiva e di storicit

    1 M . Heidegger,M ein l iebes Seelchen! Briefe von M arti n H eideggers an seine F rau E lfride 1915-1970 ,hrsg. G. H eidegger, D eutsche Verlags-Anstalt, M nchen 2005, tr. it . di P. Massardo e P. Severi,A nima mia diletta! L ettere di M artin H eidegger alla moglie E lfride 191 5-1970 , Il melangolo, Genova2007, pp. 33-34.

    2 M. Heidegger,Phnomenologie der A nschauung und des A usdruck s , inG esamtausgabe [dora inavanti indicata con la sigla GA ], Bd. 59, hrsg. C. Strube, K lostermann, Frankf urt a. M. 1993, p.173, tr. it. di A. Canzonieri, a cura di V. Costa,F enomenologia dell intuizione e dell espressione. Teoria della formazione del concetto filosofico,Quodlibet, Macerata 2012, p. 144.

    3 In special modo ci riferiamo alla recente traduzione del corsoPhnomenologie der A nschauung und des A usdruck s. T heorie der philosophischen B egri ffsbildung (1920) e alla prospettata traduzione delcorso G rundprobleme der Phnomenologie (1919/ 20). Lo scrittoA nmerk ungen zu Karl Jaspers Psychologie der W eltanschauungen(1919/ 1921) e i corsiZ ur Bestimmung der Phi losophie (1919)

    e Phnomenologie des religisen L ebens (1920/ 21) erano gi stati tradotti r ispettivamente nel 1987,1993 e 2003.

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    nel loro legame con la metodologia fenomenologica della filosofia, per arrivarecos ad esplicitare nella concreta attuazione del s la realt originaria della vita.

    Vita e filosofia. Introduzione ai corsi del 1919-20

    D al 1919 inizi per H eidegger un periodo molto intenso di pensiero, che locondusse ad una prima genealogia della filosofia delloccidente e ad unarinnovataA useinandersetzung con uno dei suoi momenti fondanti, vale a dire laposizione aristotelica. In questo incisero fortemente da una parte lincontrocon la fenomenologia di H usserl, del quale H eidegger divenne prim a assiduolettore e quindi assistente, e in secondo luogo lallontanamento dal sistema delcattolicesimo4 e lavvicinamento ad una religiosit di stampo mistico-luterano.Tutto ci permise, a detta dello stesso H eidegger, unindagine autenticamentescientifica, libera da ogni riserva e da qualsiasi vincolo occulto5, e consegn unmetodo efficace per arrivare alle cose stesse. Fu proprio lapprofondimentodel metodo fenomenologico e il precisarsi di un apparato categoriale pi

    maturo che contribuirono allo sviluppo del risultato della conclusione del 1916di D ie Kategorien und Bedeutungslehre des D uns Scotus , lH abilitationsschrift diH eidegger, nella quale si prospettava una fi losof ia dello spirito vivente, che, come tale, per essenza spirito storico nel senso pi ampio del termine6.

    N el progetto del giovanePrivatdozent la fenomenologia viene adassumere connotati differenti rispetto alla scienza originaria di stampohusserliano; da considerarsi, infatti, in primo luogo: scienza in genere , in quanto lanostra tendenza indirizzata verso una scienza dellorigine;in secondo luogo: scienza storica , in quanto scienza dellorigine in senso ultimo la scienzaermeneutica 7. In queste righe si m ostra la saldatura che H eidegger staeffettuando tra scienza fenomenologica ed ermeneutica, accentuando una

    spinta antiteoreticista gi presente nel corso del 1919 suD ie Idee der Philosophie und das W eltanschauungsproblem . Fin da tale corso, infatti, il percorso di H eideggersi orienta verso uninterpretazione della filosofia e del suo compito chepongono al centro la dimensione concreta e la storia, rifuggendo un approcciopuramente trascendentale. Il fenomeno proprio di una scienza, affermaH eidegger, va identif icato con la conoscenza delloggetto, e nel caso dellafilosofia loggetto lorigine del conoscere: la vita. Il confronto con lapsicologia e con una precisa teorizzazione della soggettivit si rende perci dasubito necessario, scaturendo dalla vicinanza che intercorre tra psicologia escienza or iginaria. Pertanto, H eidegger si pone il problema dellindagarescientifico della filosofia dischiudendolo dallinterno delle esperienze vissute e

    4 H . Ott,M artin H eidegger. U nterwegs zu seiner Biographie,Campus, Frankfur t a. M. 1988, tr. it. diF. Cassinari, prefaz. di C. Sini,M artin H eidegger. Sentieri biografici,SugarCO, Milano 1990, p. 97.

    5 M. H eidegger,Reden und andere Zeugnisse eines L ebensweges 1910 -1976 in GA, Bd. 16, hrsg. H.H eidegger, K lostermann, Frankfurt a. M. 2000, tr. it. di N . Curcio,D iscorsi e altre testimonianze del cammino di una vita: 19 10-19 76 , Il melangolo, Genova 2005, p. 42.

    6 M. H eidegger,D ie Kategorien und Bedeutungslehre des D uns Scotus , Mohr, Tbingen 1916, tr. it.di A. Babolin,L a dottrina delle categorie e del significato in D uns Scoto , Laterza, Roma-Bari 1974, p.252.

    7 M. Heidegger,G rundprobleme der Phnomenologie , in GA, Bd. 58, hrsg. H.-H. Gander,K lostermann, Frankfurt a. M. 1992, p. 55. Sul problema in questione e pi in generale sui pr imicorsi friburghesi facciamo costantemente riferimento allimportante contributo di AdrianoArdovinoH eidegger. E sistenza ed effettivit. D allermeneutica delleffett ivit al lanali ti ca esistenzi ale (1919-

    1927 ), Guerini e associati, M ilano 1998.

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    avvicinandosi al signif icato originario di tali esperienze, ossia alla loro m odalitdi mostrarsi. D ue sono le esperienze vissute (E rlebnisse ) che H eidegger analizza:la domanda c qualcosa in generale?, in cui vengono meno il soggetto eloggetto come costituiti e si mostra il senso di qualcosa come lesperibile in

    generale il non-ancora pre-mondano , e lesperienza vissuta del mondo-ambiente, in cui la cattedra mi si mostra innanzitutto nel suo esser significativo.In entrambe disvelato il carattere essenzialmente significativo delle esperienzevissute: il venire incontro di qualcosa, infatti,mi accade ancor prima dellarappresentazione del rapporto cosale o estrinseco tra esperente ed esperito.Lelemento signif icativo, scrive H eidegger, il carattere primario, mi si of freimmediatamente, senza undetour intellettuale che passi per il concepire le cose.Vivendo in un ambiente, mi si significa dappertutto e sempre, tutto mondano, si fa mondo [es weltet ], il che non coincide con il ha valore8.

    La vita che la fenomenologia vuole cogliere non ha, dunque, il caratteredi un processo, in cui lesperito oggettuale sta di fronte ad un soggetto

    esperiente oggettualizzato, bens ha uncarattere evenemenziale , di evento in cui lio coinvolto non teoreticamente. Ci viene indicato da Heidegger con il terminepre-teoretico, che vuole nominar cos lorigine vitale del rapporto io-mondo.La questione della conoscenza e del conoscere teoretico assume, perci, unaspetto differente, che non si concentra pi su una ricerca di presupposti e suuna descrizione estrinseca, quanto su un procedere inquieto, ansioso, da unamolteplicit allaltra che scende nella profondit della vita e si pone inconsonanza con essa. Per mostrare la problematicit originaria dellaconnessione tra vita e conoscenza, Heidegger fa riferimento alla fraseparadigmatica e carica di implicazioni delG enesi in cui si dice: [] E Dio ilSignore fece crescerelalbero della vita [ ]nel mezzo del giardino e lalbero della

    conoscenza del bene del male. E attraverso questa commenta lincedereprecario della propria indagine filosofica: siamo andati attraverso la povertdel deserto e vi persistiamo invece di conoscere eternamente le cose, dicomprenderle osservandole e di guardarle comprendendo9.

    La filosofia in quanto scienza dellorigine si trova, cos, alla ricerca di unaccesso genuino allorigine pre-teoretica del vivere, che per H eidegger guadagnabile rimanendo fenomenologicamente fedeli al principio di tutti iprincipi, il quale enuncia: Tutto ci che si d originalmente nellintuizione[ ] da assumere come esso si d10. Lintuizione fenomenologica si radicanellintuirsi originario della vita, ed , infatti, lintenzione originaria della vitaverace, latteggiamento originario dellesperienza vissuta e della vita come tali,

    lassolutasimpatia della vita , identica con la stessa esperienza11

    . Tale accessoallorigine un accesso di carattere fenomenologico non da intendersi apartire da un sistema concettuale particolare che voglia raggiungerlo

    8 M. Heidegger,Zur Bestimmung der Philosophie , in G A, Bd. 56/ 57, hrsg. B. Heimbchel,K lostermann, Frankfur t a. M. 1987, tr. it. di G . Auletta, a cura di G. Cantillo ,Per la determinazione della filosofia , Guida, Napoli 1993, pp. 70-71.

    9 M . H eidegger,Per la determinazione della fi losofia , cit., p. 65.10 E. Husserl,Ideen zu einer reinen Phnomenologie und phnomenologischen Phi losophie. E rstes Buch,

    A llgemeine E infhrung in die reine Phnomenologie,Hua III / 1, hrsg. K . Schuhmann, M artinusNijhoff, Den Haag 1976, tr. it. di V. Costa,Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica , libro primo: introduzione generale alla fenomenologia pura , Einaudi, Torino 2002, pp. 52-

    53. Cfr. anche M. H eidegger,Per la determinazione della fi losofia , cit., p. 103.11 M. H eidegger,Per la determinazione della filosofia , cit., p. 103.

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    estrinsecamente, ma piuttosto grazie ad un atteggiamento fondamentalevivendo il quale la stessa vita fenomenologica venga ad accrescere se stessa. Inultima analisi: lesperienza vissuta dellesperienza vissuta (E rleben des E rlebens ),cio una genuina filosofia, si esplica nellintuizione ermeneutica che

    comprensione mondana. Questo significa che il ritorno della vita su se stessa,la sua autoriflessione, non descrizione bens comprensione. La ragione piimmediata, affermer H eidegger nel corso del 1920, si trova nel fatto che lafilosofia non consiste nel dedurre definizioni generali, essendo invece sempreun momento dellesperienza effettiva della vita 12. Il teoretico, perci, unorientamento non-originario, un atteggiamento scientifico che pur astraendosiappartiene geneticamente alla vita nel suo esser di volta in volta e che ne unamodalit. Si t ratter fenomenologicamente di distinguere loggett ivare teoreticovolto al contenuto o che-cosa (W as ) delloggettivazione rispettoalloggettualizzare formale volto alla modalit o come (W ie ) di riferimento eattuazione, vale a dire a quelloriginaria dinamica evenemenziale tra io e mondo

    che pertiene ad ogni esperienza vissuta al di l del suo contenuto.Questa particolare tendenza della filosofia si deve al precipuo caratteredella vita per come definita da Heidegger in termini formali nel corso suiGrundprobleme der Phnomenologie : essa un qualcosa di talmente vicino che noinon abbiamo alcuna distanza da esso13. Per il giovane docente, la filosofia hasin l disconosciuto la propria origine paradossale, rinnegando in tal modo lostatuto ermeneutico dellintuizione e formulando sistemi devitalizzati doggetti.La tendenza alla chiarificazione della scienza, quindi, non pu esimersi dalproprio cominciamento paradossale, essa deve prender coscienza del fatto delproprio inizio e del proprio essere uninflessione della vita nelle suemotivazioni e tendenze. La condizione di una scienza genuina sta nella

    possibilit vitale di procedereformalmente a fianco della vita senza obiettivarla.Sottolinea chiaramente questo punto Samon: Il pensiero gi sempre catturato nel riferimento al principio, non pu uscire da tale riferimento perporsi al primo punto14 della linea che percorre; ed dunque sempre gidistante dal proprio principio. La ricerca filosofica cos espressione emodificazione di un modo di essere che sempre in qualche modo(espressamente o inespressamente) un essere orientato 15. Emerge pertanto ilcarattere intrinsecamente circolare e paradossale del rapporto tra pensiero evita, il quale appare ad un vedere teoretico come un circolo vizioso mentre propriamente lindicatore (Index ) della scienza originaria e dei genuini problemifilosofici.

    In ultima analisi, utilizzando i termini del corsoPhnomenologie der A nschauung und des A usdruck s , si pu dire che:

    12 M. H eidegger,Fenomenologia dellintuizione e dellespressione , cit., p. 36. Il conoscere non vienefuori da se stesso (M. Heidegger,Per la determinazione della filosofia , cit., p. 92). Punto dipartenza e punto di arrivo della filosofia lesperienza effettiva della vita (M. Heidegger,Phnomenologie des religisen L ebens,in GA, Bd. 60, hrsg. M. Jung, T. Regehly et C. Strube,K lostermann, Frankfurt a. M. 1995, tr. it. di G . Gurisatti, a cura di F. Volp i,F enomenologia della vita religiosa , Adelphi, Milano 2003, p. 48).

    13 M. H eidegger,G rundprobleme der Phnomenologie , cit., p. 29.14 Ivi, p. 4.15

    L. Samon,Interrogazione radicale della filosofia e vita nelle lezioni heideggeriane del 1919-1920 , inAnnali del Dipartimento di Fi losofia, Stor ia e Critica dei Saperi, vol. 3, Palermo 2005, p. 32.

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    La filosofia non un atteggiamento rivolto a un contenuto, chenellattuazione della filosofia viene afferrato, non un ambitooggettuale, che rappresenti un contesto obiettivo, non unoggettualitallinterno di un rapporto teoretico, il cui carattere dattuazione sia a

    portata di mano, bench non venga preso seriamente in considerazione.La razionalit della filosofia giunge solo implicitamente a ci che lecompete, senza staccarsi dallesperienza stessa della vita; essa, alcontrario, solo unilluminazione immanente dellesperienza stessadella vita, che resta allinterno di questultima e non fuoriesce da essaper trasformarla in unoggettivit16.

    Elementi di una prima riscrittura della soggettivit utile ora fissare alcuni punti che riguardano direttamente il problema dellasoggettivit nella sua relazione all'esperienza vissuta. N onostante non siaancora usato esplicitamente il termine effettivo (faktisch ) o effettivit

    (Faktizitt ), sono gi presenti molti aspetti che rendono evidenziabile quellatorsione verso la storicit che H eidegger intende imprimere alla fenomenologia.La mondanit dellesperienza vissuta , infatti, gi pensata storicamente, ossiasituazionalmente: lesperienza vissuta immersa in contesti di situazioni che sicompenetrano fluendo da una fase allaltra senza scioglierne le connessioni la vita storica; nessuna frammentazione in elementi essenziali maconnessione17 sot to linea H eidegger e la scienza originaria deve mantenersirigorosamente fedele a questa origine. D a parte della fenom enologia, dunque,la situazione la maniera in cui l'attuazione degli eventi accessibile originariamente , ciostoricamente e non partendo da una ricostruzione estrinseca di concettiordinati. D eve, in altre parole, approfondire la situazione con un m etodo che la

    formalizzi senza perci estrinsecarla in oggetto, ma appunto lasciando aperta larealizzazione vitale. Ripercorrendo la struttura originaria della situazione sipotr giungere ad una genuina metodologia fenomenologica, e dunque a porreun primo prospetto di ci che divenuta la categoria tradizionale di soggett ivit.

    L a situazione nella connessione vitale : la situazione una determinata unitnellesperienza vissuta naturale[ ]. 1. Ogni situazione un evento enon un processo. Laccadere ha un rapporto con me; esso si annidanellio. 2. La situazione ha una relativa compiutezza. 3. Lio non messo in rilievo come tale nella situazione. Lio non ha bisogno dicomparire, esso risuona nella situazione.

    Il carattere di tendenza dellesperienza vissuta nella situazione.Tendenze che sono determinate a partire dallio. Ogni situazione ha ilsuo aspetto a partire da una simile tendenza.Ogni situazione ha una durata. Le singole durate delle diversesituazioni sicompenetrano (nel motivato e nel motivante). Lo stesso io io di una situazione; lio storico18.

    In queste righe del corso del 1919A nhang: ber das W esen der U niversitt und des ak ademischen Studiums sono riassunti gli elementi fondamentali di un nuovo

    16 M. H eidegger,F enomenologia delli ntuizione e dell espressione , cit., p. 143.17

    M. H eidegger,Per la determinazione della filosofia , cit., p. 109.18 Ivi, p. 190.

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    concetto di soggettivit, fondato innanzitutto dal rapporto di spontaneafamiliarit che intercorre tra l'io e il vivere. Prima di ogni soggetto teoretico opsichico posto di fronte ad una oggettivit fisica, infatti, Heideggerapprofondisce il rapporto mondanamente significativo della vita in s. Lio

    articolazione del farsi-mondo e vive genuinamente in un legame con il mondo, essenzialmente anchesso situazione mondana, vale a dire molteplicit unitariadi connessioni determinate che ne fanno un io storico. Lio-stesso, lio-storico una funzione dellesperienza di vita. Lesperienza di vita unaconnessione sempre cangiante di situazioni, di possibilit motivazionali19. I nquesto flusso desperienza, inoltre, lio non ha una rilevanza innanzituttoteoretica, ma risuona nella ricchezza vitale dei vissuti che gli accadono. ConH eidegger: solamente nel risuonare di quello che di volta in volta il proprioio, che si esperisce una ambientalit, che si fa-mondo, e laddove e quando si fa-mondo per meio vi partecipo completamente20. Ci significa anche che inogni esperienza vissuta vi un riferimento inevitabile allio, per lo pi non

    tematizzato e semplicemente vissuto. Lio, in conclusione, una piegamondana dal carattere tuttavia particolare in quanto orienta in s le tendenzedelle esperienze vissute, dando in t al modo un ritmo che il nostro .

    Viene cos a riconfigurarsi il luogo del concetto stesso di soggettivittrascendentale husserliana, che nel suo ruolo costituente ha un rapportofenomenologicamente formale al costituito verso cui Heidegger evidentemente ed esplicitamente debitore , tendendo tuttavia ad unoscivolamento verso la purezza e disconoscendo la storicit del senso pre-teoretico dellio.L io originario perci, per H eidegger, lio-storico condizionato , e ogniesperienza vissuta nella sua ineliminabile condizionatezza esperienza delproprio s come apertura di senso.

    Il confronto con Husserl ci apre a un ultimo aspetto del discorsoheideggeriano che lo interroga direttamente, ossia quello sullo statuto delfilosofo e pi in generale dello scienziato e della scienza genuina21. Essendolincedere filosofico una comprensione scientifica che sconta gi una certadistanza, avendo cio operato connessioni che nella vita sono semplicementevissute, esso si trova a ripetere la vita a modo proprio. Afferma Heidegger: Ilrisveglio e la crescita della connessione vitale della coscienza scientifica non oggetto di esame teoretico, mavita pre-teoretica esemplare non oggetto diuna regolamentazione pratica, ma effettodellessere personale-impersonaleoriginariamente motivato22. La radicalit scientifica viene cos a riscriversi apartire daun originario esser-desti verso la propria origine , che pu genuinamente

    realizzarsi o perdersi. Ci che permette la verit di tale genuina realizzazionedella vita scientif ica indicato da H eidegger nello scaturire da un appellointeriore, e viene a caratterizzarsi ancora con un riferimento alla religionecristiana: Uomo, diventa essenziale (Angelus Silesius) e Chi pucomprendere, comprenda (M atteo 19,12). Nuovamente emerge la

    19 Ivi, p. 191.20 Ivi, p. 71.21 Lesserci di ogni vita personale, in ognuno dei suoi momenti allinterno del suo specifico e

    dominante mondo della vita, ha un rapporto con il mondo, con i valori motivazionalidellambiente, delle cose del suo orizzonte di vita, dei suoi simili, della societ. Tali riferimentivitali possono essere dominati e questo con modi molto diversi da una forma genuina di

    attivit e di vita, ad es. da quella scientif ica, religiosa, artistica o poli tica (Ivi, p . 12).22 Ivi, p. 13.

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    problematica religiosa che scorre sotterranea in questi primi corsi e cherappresenta un fattore importante del ripensamento heideggeriano dellasoggett ivit. stato il cristianesimo, scriver infatt i nel corso del 1919/ 20, aspostare il f ulcro della vita effett iva verso il m ondo del s, cos come testimonia

    Agostino nel detto famoso:Crede ut intelligas . In questo terzo appello, cheriprende e orienta i primi due, viene segnato il rapporto originario trasoggettivit e vita. In esso si chiama la vita allattuazione di s. Con le paroledella traduzione di H eidegger: vivi vivamente il tuo s23.

    M ondanit e vita effettivaD elineati i termini della riscrit tura heideggeriana del luogo della soggettivit, sitratta dunque di articolare ulteriormente lintreccio dei primi corsi friburghesiper come si sviluppa nellapprofondimento della problematica della storia, apartire da un chiarimento ulteriore dei concetti di mondo e vita effettiva.

    Il concetto di vita largamente approfondito nel corso del 1920

    Phnomenologie der A nschauung und des A usdrucks , che affronta la distruzionefenomenologica dei problemi tradizionali di a priori e di vissuto. Per Heideggerentrambi questi problemi costituiscono un nodo fondamentale per la filosof ia,segnalando da una parte il suo loggetto, la priori, e dallaltra il suo metodo, ilvissuto. A questi due aspetti della chiarificazione filosofica della vita si leganodue concezioni distinte della filosofia, le quali radicalizzano il primo o ilsecondo problema, e delle quali Heidegger intraprende una veementedecostruzione. Come abbiamo osservato, la tematica della vita e la sua genuinacomprensione filosofica rappresentano un compito dei primi corsi friburghesidi Heidegger, reso ancor pi necessario dal fatto che grazie al contributo dellescienze positive e part icolarmente della biologia la problematica della filosofia

    contemporanea incentrata sulla vita in quantofenomeno originario 24

    .I l term ine vita, afferma H eidegger sia nelleA nmerk ungen zu Karl Jaspers Psychologie der W eltanschauungensia nel corso del 1920, presenta uninternaambiguit e pluralit di significati. Allinterno di tale molteplicit, tuttavia, possibile indicare due direzioni di senso intorno alle quali oscilla il significato eche rappresentano le tendenze della coevaL ebensphilosophie :

    1. Vita come oggettivazione nel pi ampio senso possibile, comeprodurre forme e operare creativi, come estrinsecazione, e perci,anche se inteso in termini non chiari, come un certo esser-ci chein questa vita ein quanto tale vit a .

    2. Vita come esperienza vissuta (E rleben ), cio la vita come un esperire(E r-fahren ), un cogliere, un riportare a s e, legato oscuramente a ci,come un certo esser-ci in tale esperienza vissuta25.

    A partire da questa ambiguit e per raggiungere una formalizzazionegenuina non orientata primariamente dalla teoria, Heidegger si confronta

    23 M. H eidegger,G rundprobleme der Phnomenologie , cit., p. 62.24 M. H eidegger,F enomenologia delli ntuizione e dell espressione , cit., p. 20.25 M. Heidegger,A nmerk ungen z u Karl Jaspers Psychologie der W eltanschauungen, inW egmark en

    (1919-1961), in GA , Bd. 9, hrsg. F.-W. Von H errman, K lostermann, Frankfur t a. M . 1976, tr. it.

    di F. Volpi,Segnavia , Adelphi, Milano 1987, p. 444. Cfr. M . H eidegger,Fenomenologia dellintuizione e dellespressione , cit., p. 23.

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    esplicitamente o nominandoli con i pensatori a lui contemporanei, inparticolare D ilthey, Simmel, la scuola di M arburgo, Rickert, H usserl, James,Bergson, Mnsterberg, Spengler e Jaspers. Il punto dibattuto appunto lostatuto della scienza originaria, che in H eidegger vuole essere la scienza

    dellorigine dello spir ito in s e per s la vita in s e per s26

    . Laspecificazione in s e per s sta a significare il carattere deventodellesperienza vissuta e dunque il suo carattere pre-teoretico, in cui ora vapensata la tensione della vita a fissarsi in forma cadendo via da s senza tuttaviaesaurirsi in queste oggettivazioni. Questultimo assunto rappresenta uno deifrutti del percorso che Heidegger ha compiuto nel corso suiGrundprobleme der Phnomenologie ed espressione di un carattere fondamentale della vita. Tresono in particolare i caratteri fenomenologici della vita nella riformulazioneheideggeriana: lautosufficienza (Selbstgengsamk eit ), lespressione (A usdruck ) e lasignificativit (Bedeutsamk eit )27. Il primo di essi vuole portare a manifestazione ilmovimento proprio della vita, la quale non necessita oggetto esteriore ma che

    essa stessa una tendenza trascendente a ricadere in s. La vita stessa autosufficiente nel senso che decade costantemente nelle significativit. Ilsecondo, lespressione o esplicazione, lascia mostrare il carattere contestualedella vita, che si esplica e si comprende attraverso situazioni determinate. Ilterzo e ultimo, che gi emerso quando si trattato lo svelamento pre-teoretico del farsi-mondo, la significativit che la vita in s. Essi specificanoulteriormente il concetto vita, distinguendo linterpretazione heideggeriana daquella di N atorp e soprattutto di D ilthey. Come fa notare Le Moli, infatt i,H eidegger radicalizza lidea che il mom ento decadente della vit a dal propriomovimento costitutivo sia il modo autentico in cui il movimento si compie, econtemporaneamente identifica in un momento di appropriazione e

    afferramento espliciti di questa decadenza il modo in cui la vita prendepossesso di s28. La vita, perci, si configura come ununit di questi momentiche compongono le due parti della sua natura, e che rendono possibile il suoessere come un paradossaleaversi 29. Tutto ci, che ora si annuncia solamente,verr a chiarirsi trattando della storicit della vita.

    Insieme a questi caratteri va osservato quello specificamente mondanodella vita, che si annuncia articolandosi in tre momenti cooriginari. Occorreconsiderare, infatti, che la nostra vita il mondo in cui viviamo, in direzionedel quale e allinterno del quale scorrono le tendenze vitali. E la nostra vita in quanto vita solo nella misura in cui vive un mondo30. Larticolazione delmondo, che dunque mondo della vita (L ebenswelt ), si tripartisce in: mondo-

    ambiente (U mwelt ), con-mondo (M itwelt ) e mondo del s o ipseit mondana(Selbstwelt ). Dei tre H eidegger indica nel mondo del s quello fondamentale,poich ad esso si deve la situazionalit della vita la vita coinvolta in ci a cuisi riferisce e in esso si acutizza la vit a. D ue sono i mot ivi: da una parte nel

    26 M. H eidegger,G rundprobleme der Phnomenologie , cit., p. 1.27 A. Ardovino,H eidegger. E sistenza ed effettivit. D allermeneutica delleffett ivit al lanali tica esistenziale

    (1919-1927 ), cit., p. 59ss.28 A. Le Moli,H eidegger: Soggett ivit e D ifferenza. Q uesti one dell uomo e impegno ontologico , Mimesis,

    Milano-Udine 2011, p. 39.29 La vita solo in quanto ha se stessa [ ] la vita ha se stessa in quanto gi da sempre olt re-

    s, via-da-s (Ibidem ).30

    M. Heidegger,Grundprobleme der Phnomenologie , cit., p. 34. Cfr. L. Samon,Interrogazione radicale della fi losofia e vita nelle lezi oni heideggeri ane del 1919 -1920 , cit., p. 33.

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    mondo del s si ritrova una tensione allunit, indicata etimologicamente dallostesso termineSelbst ovvero lo stesso, mentre in secondo luogo, proprioperch la vita vive se stessa, non si d mai solo in un che cosa ma sempreanche in un come. In questa concentrazione verso il mondo del s si fonda la

    tendenza della scienza alla conoscenza unitaria, che dunque anchessamutamento della situazione del mondo del s31.Grazie alla chiarificazione ulteriore del concetto di vita e della sua

    mondanit si pu accedere pi compiutamente ad un secondo concetto che ne l'espressione fenomenologicamente genuina: laFaktizitt 32. Con effettivitHeidegger vuole arrivare a raccogliere in un termine gran parte delle primeanalisi svolte, esso designa, infatti, il modo primario di darsi della vita. Ilconcetto diFaktizitt rimanda propriamente alFaktum dellesser-gi nellamediazione da parte della vita e dunque anche del pensiero che la interroga e incui si comprende, secondo quel movimento proprio alla circolarit dellinizio.La vita effettiva indica quel tornante della vita in cui si-fa-mondo, vale a dire

    quel carattere proprio dellorigine che gi via-da-s presso un mondodeterminato: la vita effettiva nella sua effettivit, la ricchezza dei riferimenti, ci che ci pi prossimo: ci che noi stessi siamo33. Lesperienza della vitaeffettiva il modo gi da sempre situazionale e dunque intrinsecamentemediato e complesso in cui la vita fa esperienza di se stessa e si comprendecome un insieme di tendenze decadenti e riapproprianti. La vita effettiva lavita che noi stessi siamo e in cui viviamo. A partire dai corsi del 1920 il termineE rfarhung viene preferito da Heidegger al termineE rlebnis per dire lesserproprio dellesperienza vissuta, evitando il rischio di uninclinazione verso lapsicologia. Le esperienza vissute riacquisiscono il fluire vitale dellaccadereeffettivo, proprio di quellor igine pre-teoretica di cui cerca l'accesso la filosof ia.

    Io nuoto nella corrente e lascio le acque e le onde sbattano dietro dime. Non mi guardo indietro e vivendo in ci che pi vicino non vivoin un accadimento appena vissuto n lo so come qualcosa di appenavissuto. Sono immerso di volta in volta nella situazione e nellasequenza ininterrotta e precisamente in ci che nella situazione mi si faincontro. Sprofondo in essa, vale a dire non mi vedo n mi porto allacoscienza; adesso viene questo, poi questaltro, ma da ci che vienesono avvinto, mentre lo vivo completamente. [] Quanto piininterrotta, incurante di ogni riflessione, fluida ogni fase momentaneadella vita fattuale viene vissuta, tanto pi viva scorre la connessione

    desperienza34

    .

    31 Ivi, p. 62. Cfr. L. Samon,Interrogazione radicale della filosofia e vita nelle lezioni heideggeriane del 1919-1920 , cit., p. 34.

    32 Si scelto di mantenere la traduzione di Faktizitt con effettivit. Cfr. A. Ardovino,H eidegger. E sistenza ed effetti vit. D allermeneutica delleffettivi t allanal it ica esistenzi ale (19 19-19 27 ), cit.,p. 61n.

    33 M. Heidegger,Grundprobleme der Phnomenologie , cit., p. 173. Un concreto terrenoesperienziale che matura costantemente la vita effettiva, qui (ist da ). qui vuol dire che lavita effettiva constata non solo lesser-qui (D asein ), ma essa stessa e vive facendo esperienzain un mondo (ivi, p. 66).

    34Ivi, p. 117. Cfr. A. Le Moli,H eidegger: Soggett ivit e D ifferenza. Q uestione dell uomo e impegno ontologico , cit., p. 41.

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    Attuazione e storicit. L'accesso originario alla soggettivitLa vicinanza fenomenologica alla vita effettiva, che il punto di partenza dellafilosofia, si raggiunge tramite laccesso originario al fenomeno, che Heideggerspecifica in una rinnovata formalizzazione. Per acquisire tale accesso si rende

    necessario identificare un terreno in cui possano emergere le connessioni vitali,le quali cio non siano solamente vissute. Se lesperienza della vita effettiva quella in cui nuotiamo quotidianamente, in un punto viene ad acutizzarsi ed possibile uninversione verso la scienza: il mondo del s. Il fenomeno intesocome totalit di senso, ovvero come connessione vitale, si articolafenomenologicamente in tre direzioni: senso del contenuto (Gehaltsinn ), sensodel riferimento (Bezugssinn ) e senso dellattuazione (V ollzugssin ). Taletripartizione espressa gi nel corso suiGrundprobleme der Phnomenologie ed definitivamente formalizzata nellintroduzione allaPhnomenologie des religisen L ebens , in cui si lega al metodo dellindicazione formale. Il senso del contenutorispecchia ilW as delloggettivazione teoretica, il particolare senso in cui la vita

    il suo mondo, il senso del riferimento indica invece ilW ie in cui la vita sempre catturata nel rapporto con il mondo, riferimento che la vita pu viveresenza prenderne coscienza e schiacciandosi sul contenuto. Il senso delriferimento fondamentale per la scienza, che tuttavia tende ad oggettivare ilcontenuto nella cosalit, e per la fenomenologia, che invece formalizza ilrapporto al fenomeno nella correlazione intenzionale. Il riferimento, sottolineaper H eidegger, sempre unriferimento attuato , ossia dipendente dal che (D a )delleffettiva realizzazione. Tale dipendenza stata coperta o obliata dallascienza, mentre al contrario costituisce laccesso reale al fenomeno. La stessafenomenologia tentativo in cui la vita si comprende, in altre parole essastessa attuazione vitale che approfondisce e insiste nelleffettivit storica della

    situazione.Si mostrano cos due fattori che concludono in una compiutezza suapropr ia la posizione di H eidegger. D a una parte vi una saldatura tra attuazione,storicit e mondo del s,ripresa e amplificata nella filosofia fenomenologica.Lattuazione si configura, infatti, come il senso arcontico dellaccesso alfenomeno e lega in s il senso del riferimento e del contenuto come inscindibilidalla stessa realizzazione effettiva. Ogni appropriazione del che-cosa e delcome accade, si attua in un che effettivo35, e ci significa per lafenomenologia heideggeriana che non originaria la formalizzazione delcarattere correlativo dellesperienza, bens la pura indicazione formale delfenomeno che renda liberi per la realizzazione effettiva ed eventuale36.

    35 A. Ardovino,H eidegger. E sistenza ed effettivit. D allermeneutica delleffett ivit al lanali tica esistenziale (1919-1927 ), cit., p. 75.

    36 In quanto costitutivamente determinati dalla correlazione ad un esserci attuale , allora, iriferimenti significativi traggono la loro originariet dalcome essi sicompiono , ossia vengono attuati tenendo conto dellesperienza concreta (stor ico, fattuale e sociale) di vita di un esserci.Non si tratta, precisa subito Heidegger, del fatto che tutti gli atti vengono in qualche modo compiuti da qualcuno, quindi presuppongono il riferimento ad un soggetto psicologicamenteo fenomenologicamente inteso, ma del fatto che ci che determina lautenticit del rapportocon il fenomeno (non p i quindi con un oggetto ) la consapevolezza, tratta dalla lezionediltheyana (e in questo senso husserliana), dellimpossibilit di scindere la considerazione delfenomeno dalla considerazione dellesserci e del complesso delle relazioni che lo specificanocome parte dellarticolazione del fenomeno stesso (A. Le Moli,Ontologia e storia nel giovane

    H eidegger. N ote sul confronto con D ilthey [1919-1925] , in Annali del Dipartimento di Filosofia,Storia e Critica dei Saperi, vol. 3, Palermo 2005, p 50).

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    Il senso del riferimento non un rapporto tra oggetti, ma gi essostesso il senso di unattuazione. Il s non un punto egologicoultimativo, e viene piuttosto lasciato nellindeterminato quanto esso sia

    vicino o lontano rispetto al senso del riferimento, e se questo siavissuto al livello della superficie o nelle sue profondit. Si pu viverepur senza avere se stessi. A partire da questo, si d in vario grado unpossibile regresso verso lelevato raccoglimento dellattuazione (delsenso del riferimento), e finalmente verso la piena spontaneit del s. Ilsenso dattuazione scaturisce dalla spontaneit del s37.

    In secondo luogo si evidenzia la possibilit di riuscita o fallimentodellattuazione, e quindila possibilit per la vita, nella storicit radicale dellattuazione,di avere s o di perdersi.Se, come pi volte ripetuto, tale aversi legatoallaccentuazione del s, fenomenologicamente esso passa attraverso la

    decostruzione e lappropriazione delle sedimentazioni precostituite chebloccano linterpretazione della vita effettiva. La fenomenologia acquista cosdefinitivamente il carattere ermeneutico enunciato nel 1919: essa si configuracome un destare e rinnovare lesperienza effett iva della vit a. I l t erreno prim arioche viene decostruito da Heidegger quello che fonda linterpretazione dellavita: la storia. Essa come la psicologia ha la caratteristica di essere unattuazioneparticolare della vita che si avvicina allesplicazione originaria; la vita infatti,accadendo nel compiersi dellesperienza vitale, essenzialmente storica. Lastoria, cio, non carattere estrinseco di fatti passati, ma il fondamentalemodo di attuarsi della vita e ci in cui la vita pu essere vicina al proprioriferimento nel paradossale essere un aversi .

    Il concetto di storia viene effettivamente analizzato allinterno delladistruzione del problema della priori che H eidegger attua nel corso del 1920Phnomenologie der A nschauung und des A usdruck s.La definizione formale a cui sigiunge quella per cui la storia qualcosa che non sta allo stesso livello delsemplice accadere, ma un accadere col carattere della significativit, unaccadere che succede, che passa nei pressi dellipseit mondana e del mondocomune, allinterno delloro mondo circostante38. La storia , infatti, il modocon cui si tradizionalmente interpretato e chiarificato il carattere mobile dellavita, e dice una particolare maniera in cui la vita pu avere se stessa. La vita,come sottolineato in precedenza, unit di diverse tendenze contrastanti dioggettivazione e riappropriazione, dunque non pu coniugarsi scientificamente

    in unoggettivazioni esteriore o in un a priori devitalizzato. Al contrario taleauto-possedersi della vita devessere indicato in quel particolareavere chemantenga in s leffettivit della vita. Il contesto di senso in cui il terminestoria si avvicina a questa indicazione quello in cui si dice: Che razza distoria mai questa? o di Mi capitata una storia spiacevole, o, ancorameglio, quello per cui si dice: Questa citt ha una storia ricchissima divicissitudini, oppure Questuomo ha una storia triste39. In entrambi questisignificati, infatti, incomincia ad emergere per la filosofia un accesso non

    37 M. Heidegger,G rundprobleme der Phnomenologie , cit., p. 260. Cfr. A. Ardovino,H eidegger.E sistenza ed effettivit. D allermeneutica delleffett ivit allanali ti ca esistenziale (1919-1 927 ), cit., p. 76.

    38M. H eidegger,F enomenologia delli ntuizione e dell espressione , cit., p. 53.39 Ivi, p. 41.

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    teoretico allo storico, vale a dire che non faccia della storia un campo di oggett iidealizzati in relazione ad un soggetto idealizzato e mai concretamente attuale.

    N el concetto di storico si intravedono tutt i i lim iti di una posizione cheobiettiva ci che significativamente mi accade, ma anche pi profondamente

    che intende approssimarsi costrut tivamente e att raverso la dialettica alloriginedella vita. Procedendo in questa maniera si scioglierebbe la datit in sparadossale dellavita storicamente ed effettivamente auto-intuentesi lacomprensione in una costruzione totalmente spirituale cio delpensiero . Lacontraddizione della dialettica non coglie per Heidegger il vero fenomeno nellesue direzioni, e manca loriginaria storicit dellattuazione40. Nellariappropriazione fenomenologica del concetto di storia a partire da quello distoricit, si giunge cos a fare i conti con la tendenza platonica della filosofia,mai realmente problematizzata. In essa si afferma, infatti, lassicurazione dellavita storica in un nesso obiettivo con lessere sovrastorico, mancando la vitaeffettiva e il s. A tutti questi problemi e nellorizzonte del cammino che

    abbiamo ripercorso H eidegger arriva a dare una risposta preliminare nelleultime battute del corso del 1920, che si situa a ridosso e in consonanza con icorsi sulla vita religiosa.

    N el corso della distruzione di entrambi i gruppi del problemaconcernente il concetto di vita (il problema della priori e quello diesperienza vissuta) emerso un risultato negativo: in entrambi lipseitmondana attuale, lesserci attuato storicamente di ogni individuo inquanto individuo, scompare il s, dunque, secondario in entrambele problematiche [ ].Il rapporto attuale allipseit mondana non gioca alcun ruolo

    originario41

    .A l contrario la realt originaria il s, cuore della vita effett iva, e luogo

    in cui la vita pu arrivare ad una vicinanza tale da diventare non solamente sma me, arrivare a coniugarsi esistenzialmente come io sono. Ogni realt,afferma Heidegger, riceve il proprio senso originario dalla preoccupazione dels. Le modalit dellavere e del rimuovere il mondo circostante sono connessecon modificazione della preoccupazione del s. La preoccupazione del s unacostante cura (Sorge ) intorno alla scivolar via dallorigine42. Ecco dunque checi che il s viene finalmente a definirsi in una struttura paradossale: io sonoessenzialmente attuazione preoccupata della vita. In tale preoccupazione per s,

    in cui va intesa lauto-interrogazione ermeneutica della vita, si coglie lautenticadinamica del vivere.

    U nattuazione originar ia se, per ci che concerne il suo senso, richiede sempre, come attuazione di un rapporto che perlomeno genuinamente diretto anche nella modalit dellipseit mondana (Selbstwelt), un rinnovamento sempre attuale dellipseit mondana dellesserci e, pi precisamente, in modo che tale rinnovamento e

    40 Cfr. L . Samon,Interrogazione radicale della filosofia e vita nelle lezioni heideggeriane del 1919-1920 ,cit., p. 38 ss.

    41M. H eidegger,F enomenologia delli ntuizione e dellespressione , cit., p. 141.42 Ivi, p. 144.

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    la necessit (esigenza) del rinnovamento che in esso risiede contr ibuisca al la costituzione dellipseit mondana dellesistenza 43.

    Come ultimo punto viene ad articolarsi nuovamente anche lidea di filosofia,

    che differenzia il proprio compito da quello di rendere felice luomo e le masseo di diminuirne le sofferenze, e da quello di organizzare i gli obiettivi culturalidella vita. Lidea della fi losof ia, af ferma H eidegger, sta nella vicinanza alla vit a,in essa la vita, infatti, matura il tratto caratteristico della familiarit a s,dellesserci presso s, del suo esser soggetto in maniera peculiare.

    La filosofia ha il compito di preservare leffettivit della vita e dirafforzare leffett ivit dellesserci. L a filosof ia, come esperienza effett ivadella vita, richiede un motivo nel quale la preoccupazione perlesperienza effettiva si mantiene. Designiamo ci comeesperienza filosoficafondamentale . (Ci la preservazione di questo motivo). Essa

    non consiste in alcuna particolare illuminazione, ma possibile in ogniesserci concreto, laddove la preoccupazione lo riconduca allesserciattuale. N ella torsione di tale rinnovamento essa diretta allipseitmondana, e a partire di qui devessere compresa e determinata linteraconcettualit della filosofia. A partire da qui la determinazioneoriginaria della filosofia stessa riceve il suo senso. Ilrigore dellafilosofia pi originario rispetto al rigore scientifico. Essa lesplicazione che va al di l di ogni rigore scientifico e tende a suscitarelessere preoccupato nel suo continuo rinnovamento allinternodelleffettivit dellesserci e per render insicuro lesserci attuale nel suofondamento44.

    Giunti alla fine del nostro percorso si apre lo spazio per unaformulazione conclusiva del problema, che introduca gli sviluppi ulteriori delpensiero heideggeriano e specialmente laPhnomenologie des religisen L ebens .

    Heidegger vuole definitivamente andare a fondo della questione sullasoggettivit, che insieme al problema sullo statuto e i compiti della filosofia loimpegna in tutto il suo primo periodo dinsegnamento. Detto con i terminidella tradizione, la questione delluomo e della sua genuina natura costituisconoun autentico problema nonch unangustia per il giovane docente. La questionedelluomo e ancor pi intensamenteche luomo sia in questione , ossia lapreoccupazione delluomo per s, rappresentano unfil rouge latente nei primi

    corsi, evidenziato chiaramente dallesigenza di una vicinanza alla vitalit dellavita vissuta. N on si t ratta pi di una soggett ivit obiettivata teoricamente, benssi tratta dintendere autenticamente la vita come soggetto. La vita si vive nelmondo, afferma Heidegger, acutizzandosi nel m ondo del s e potendo aversi inunattuazione genuina. fuorviante perci indirizzare la filosofia versounassicurazione di questa tendenza in obiettivazioni tranquillizzanti, alcontrario essa deve preservare la preoccupazione che compone la radiceprofonda della vita. Ci comporta unafedelt alla vita effettiva nel suo esser di volta in volta , nella sua situazionalit determinata e radicale storicit. La comprensione

    43Ivi, p. 66.44 Ivi, p. 145.

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    della vita, che la filosofia attua ermeneuticamente, non rispecchia cos unacategorizzazione dellessere, quanto piuttosto una auto-bio grafia del s.

    Il momento storico in cui, ancora oscuramente e autooccultandosi, si affermato lincardinarsi del mondo della vita nel mondo del s il cristianesimo

    delle origini. Verso questo, dunque, Heidegger orienta il proprio lavorodistruttivo nei corsi successivi, poich in esso si trova il paradigma storico perlo spostamento del baricentro della vita effettiva nel mondo del s45. Versoquesto faceva segno esplicitamente anche una frase del corso del 1920, cheriporta la necessit di un confronto fondamentale con la filosofia greca e conla deformazione, attraverso di essa, dellesistenza cristiana. Lavera idea della filosofia cristiana ; laddove cristiana non unetichetta per una catt iva ed epigonafilosofia greca46. Ecco, dunque, che il percorso di Heidegger si volge ad unnuovo confronto e ad un nuovo tornate di pensiero. La fenomenologia dellavita viene lasciata alle spalle e viene intrapresa una nuova via: la fenomenologiadella vita religiosa.

    45M. H eidegger,G rundprobleme der Phnomenologie , cit., p. 61.46 M. H eidegger,F enomenologia delli ntuizione e dell espressione , cit., p. 18.