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mensile d’informazione critica anno XXIV n. 223 febbraio 2017 distribuzione gratuita www.konradnews.org Sostieni Konrad Per un numero speciale sulla Questione ambientale in FVG Cosa resta di Expo? Una gigantesca operazione di marketing svanita nel nulla Monfalcone Brutti auspici per la cultura di qualità? Alimentazione sana Quinoa, amaranto e ceci

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mensile d’informazione critica anno XXIV n. 223febbraio 2017distribuzione gratuitawww.konradnews.org

Sostieni KonradPer un numero speciale sulla Questioneambientale in FVG

Cosa resta di Expo?Una gigantesca operazione di marketingsvanita nel nulla

MonfalconeBrutti auspici per la cultura di qualità?

Alimentazione sanaQuinoa, amaranto e ceci

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numero 223febbraio 2017

sommario

Il Timavoe la Grotta del dio MitraUn itinerario unico al mondoa casa nostradi Riccardo Ravalli

Dogliotti.Ovvero “il” MoscatoL’aromatico vino d’Astie le origini della sua rinascita

16Un prezioso patrimoniolibrario in salvoUn appello lanciato da Konrad di Franco Delben

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scrivici in [email protected]

contatti per la pubblicità[email protected] 328 5354279 / 329 22 231 33

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EDITORIALE

mensile d’informazione critica anno XXIII n. 223febbraio 2017distribuzione gratuitawww.konradnews.org

Sostieni KonradPer un numero speciale sulla Questioneambientale in FVG

Cosa restadi Expo?Una gigantesca operazione di marketingsvanita nel nulla

Monfalcone,nuova GiuntacomunaleBrutti auspici per la cultura di qualità?

Alimentazione sanaQuinoa, amaranto e ceci

La Copertina

L’illustrazione di Giuliano Comellisuggerisce forme immaginative nelblu, colore del futuro.Buon 2017 a tutti!

La Dedica

Giulio fu rapito il 25 gennaio 2016 e il suo corpo furitrovato il 3 febbraio successivo. Omicidio politico,contro la libertà di opinione, la ricerca libera el’informazione trasparente. Giulio fu, giovanissimo,collaboratore di Konrad. Non ci stancheremo mai dichiedere per lui verità e giustizia.

5EDITORIALETempodi Simonetta Lorigliola

AMBIENTE DIRITTI SOCIETÀ8 International rights

di Giuliano PrandiniDiritti umani sul grande schermo

9 Post itdi Lino SantoroIl clima che cambia

10 Capo in bitdi E. Antonaglia e A. SavronLo smart working

11 Il fallimento definitivo di Expo 2015di Alessandro Redivo

12 Siamo tutti intelligentidi Giorgio DendiSei grande, grande, grande…

14 Trebisondadi Cristina RovereRicordando Palmira

17 In marcia per una città apertadi Nicolò Giraldi

CULTURE18 Passeggiata tra il pianeta Marte

e la science fictiondi Gianni Ursini

20 Pasolini, strike againdi Luca Meneghesso

21 Teatri di confinedi Stefano CrisafulliPasolini, sotto il sole e gli sguardi

22 Monfalcone: funerale alla cultura?di Luca Meneghesso

23 Storie dall’artedi Fabiana SalvadorSirene

VINI, CIBI, CULTURA MATERIALE24 La maga delle spezie

di Valeria CalamaroPimento

SALUTE E BENESSERE26 Arti marziali

di Muzio BobbioHsing i chuan

27 Alimentazione sanadi Nadia e Giacomo BoAmaranto, quinoa e ceci

28 Le algheL’erborista consiglia

29 Fisioterapia ortopedicaIl dolore perineale cronico

30 APPUNTAMENTIdi febbraio

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febbraio 2017numero 223anno XXIVDirettore responsabile e Copy EditorSimonetta Lorigliola

Direttore editorialeRoberto Valerio

RedazioneNadia e Giacomo BoMuzio Bobbio Stefano CrisafulliGiorgio DendiLuca MeneghessoAnnalisa MetusEleonora MoleaGiuliano PrandiniRiccardo RavalliAlessandro RedivoRiccardo RedivoCristina RovereFabiana SalvadorLino SantoroGianni Ursini

A questo numero hanno collaboratoElisabeth AntonagliaFranco DelbenTiziana GalanteNicolò GiraldiAnna SavronMarco SeginaManuela Zippo

Correzione bozze e revisioneFrancesca Mometti

In copertina illustrazione diGiuliano Comelli

ImpaginazioneMassimiliano Schiozzi, Comunicarte

StampaLa Tipografica, Udine

Pubblicità (raccolta in proprio)[email protected]. 328 5354279 / 329 2223133

Konrad mensile di informazionedi Naturalcubo s.n.credatto dall’Associazione KonradAut. Trib. di Udine n 485 del 5/9/80 Aut. Fil. di Trieste

Redazione e sede legalevia Corti 2a 34123 [email protected]

Konrad non è responsabile della mancata pubblicazionee di eventuali inesattezze degli annunci. Non si assumela responsabilità dei contenuti di annunci e spazipubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi nonautorizzati non è di responsabilità dell’Editore. È vietatala riproduzione e l’utilizzazione esterna del materialepubblicato, salvo autorizzazione scritta dell’Editore. Inconformità al DL 196 del 2003 sarà nostra cura inserirenell’archivio informatico della redazione eventuali datipersonali forniti, garantendone la massima riservatezza.I dati potranno essere cancellati su semplice richiesta.

❱❱ Konrad è distribuitoin 300 punti in Regione

2017 anno del TurismoSostenibileL'Assemblea dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha nominato il 2017Anno Internazionale del Turismo Sostenibile, riconoscendo l’importante ruolo di uncerto turismo nel “diffondere consapevolezza del grande patrimonio delle varie ci-viltà e nel portare un miglior apprezzamento di valori intrinsechi alle diverse culture,contribuendo così al rafforzamento della pace nel mondo".In Italia molte sono le organizzazioni che si occupano di Turismo sostenibile. Alcunetra queste aderiscono all’Associazione Italiana Turismo Responsabile che ha diversesedi in tutta la penisola.❱❱ www.aitr.org

Nasce il Sistemanazionale per laprotezione dell’ambienteIl 14 gennaio è partita l’attività del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente(SNPA, legge 28 giugno 2016 n. 132). Il SNPA riunisce 22 enti autonomi (Ispra e leAgenzie ambientali regionali, ARPA per quanto riguarda il FVG). A questo nuovosoggetto la legge attribuisce compiti fondamentali coordinati: monitoraggio dellostato dell'ambiente, controllo delle fonti e dei fattori di inquinamento, supporto tec-nico-scientifico alle attività degli enti statali, regionali e locali che hanno compiti diamministrazione attiva in campo ambientale e l’importante raccolta, organizza-zione e diffusione dei dati ambientali che costituiranno la fonte ufficiale in tale am-bito. Anche le previsioni del tempo? Vedremo.

Foto di L. Monasta

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TempoEDITORIALE

Vi ricordate del Colonnello Bernacca? Negli anni Sessanta eSettanta conduceva sulla Rai “Che tempo fa” e illuminava gliitaliani sulle previsioni del tempo, rigorosamente destinatealle seguenti 24 ore. Il suo stile elegante e la sua capacitàesplicativa lo fecero divenire un beniamino del pubblico.Bernacca era un metereologo vero, di questa scienza si eraoccupato sin da giovane e aveva condotto lezioni,procedendo sempre con lo studio. Eppure era un colonnello.In Italia non esiste un servizio metereologico pubblico ecivile. Le previsioni più ufficiali sono quelle dell’Aeronauticamilitare il cui scopo è studiare il tempo per dare assistenza aivoli militari. A caduta le previsioni diventano disponibili per icivili. Questo servizio (militare e non civile) ci costa 58 milionidi euro all’anno. Solo in Grecia esiste un sistema simile. Neglialtri paesi è un ente pubblico civile a occuparsi del tema.

In mancanza di un servizio pubblico strutturato seriamente,spopola l’improvvisazione.Oggi in Italia esistono circa 100 siti web che fornisconoprevisioni del tempo.Nessuno certifica che abbiano le conoscenze e le credenzialiper farlo.La trasmissione Report ha mostrato, qualche mese fa, che ilpiù visitato tra questi, ilmeteo.it, è di proprietà di unimprenditore veneto (non un metereologo) che se l’èinventato su due piedi. Il suo fatturato si aggira sui 5 milionidi euro all’anno. Tutto da entrate pubblicitarie.Più utenti cliccano, più aumenta il profitto. Niente di male?Ma che servizio offrono questi siti?Le previsioni sono a 10, 15 o anche 20 giorni.Ogni metereologo serio sa che un’affidabilità molto buonadella previsione è su 24 e 48 ore, una affidabilità medio

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di Simonetta Lorigliola

buona arriva ai 4 giorni. Oltre i 4 giorni, ogni previsione è unamezza panzana. Può azzeccarci come no. Che tempo farà aCarnevale? Tirate una monetina e affidatevi al suo responsoche sarà vicino al vero quanto quello dei siti meteo.Eppure quanti di noi guardano le previsioni a lunga gittataper prenotare le vacanze? Il business del totometeo èevidente. Ma non basta. La caratteristica forse più irritante dell’attuale mood delleprevisioni del tempo è la tendenza spiccata al catastrofismo,sempre raccolto e incoraggiato da una pletora di giornalistisensazionalistici.Un semplice temporale diventa un nostrano uragano Katrin.Temperature intorno allo zero a gennaio paiono la calatadell’Artico sul Mediterraneo. Eppure d’inverno, si sa, fafreddo. Bisogna coprirsi. L’afa estiva e i 36 gradi sono presentati come l’inasprimentodel riscaldamento globale portato già alle sue estremeconseguenze. Eppure d’estate deve far caldo. E si va al mare arinfrescarsi.Niente da fare. Più è catastrofe, meglio è.Così l’utente comprerà subito il giornale oppure controlleràogni ora le previsioni e i crescenti click sui sitimoltiplicheranno i profitti delle entrate pubblicitarie.O tempora o mores!Ribelliamoci alla schiavitù del catastrofismo. Riprendiamociil diritto a battere i denti di freddo d’inverno. Viva ilbombardino. E a sudare d’estate. Viva il Margaritaghiacciato. Riprendiamoci la poesia delle temperature variabili, che nonha nulla di tenebroso, allarmista o terrorifico. Fino a che ilvero global warming ce ne darà modo. Insomma. Ridateci il nostro tempo.

Foto di L. Monasta

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Vorrei che Konrad continui adirci cose vere e belle. Abbiamotanto bisogno di aumentare le

conoscenze e di amare le bellezze peraffrontare meglio l’ignoranza e la brut-tezza che avanzano. Servono  energiepositive e sempre gran voglia di fare.Auguri di farlo ancora, piccolo grandegiornale.Diego Masiello, collaboratore

Che questo giornale possa arri-vare a sempre più persone econtribuire a risvegliare quella

consapevolezza di noi come abitanti diquesto pianeta, al di là di tutti i confiniche abbiamo creato.Nadia e Giacomo Bo, collaboratori,titolari della rubrica “Alimentazionesana”

In un mondo dove l’egoismo e l’ego-centrismo salgono, non solo in cat-tedra, ma ad impugnare le leve del

potere politico ed economico, mi pia-cerebbe che Konrad potesse rimanere

un’isola felice da dove cuore e ragione,fusi assieme, possano diffondereun’unica voce, fosse pure inascoltatadai più in un biblico deserto.Muzio Bobbio, collaboratore

Koonrad è un appuntamento fracittadini, uno spazio di discus-sione, creativo, originale, sin-

cero. Spero che così come Konrad si èsempre schierato dalla parte dei diritti,sempre più cittadini si schierino dallaparte di Konrad per diffondere i valoridella libertà, dell’informazione e dellaconsapevolezza. “La libertà è partecipa-zione!”.Raffaella Delbello, collaboratrice

Che Konrad rimanga sempre ungiornale indipendente e sin-cero. E che non pretenda mai di

avere la verità in tasca, ma seminidubbi, faccia domande scomode, siaun pungolo per la città e chiami le cosecon il loro nome. Che, infine, attingaalle migliori potenzialità dell’essere

umano, promuovendo la cultura intutte le sue forme.Stefano Crisafulli, collaboratore e ti-tolare della rubrica “Teatri di confine”

Un mensile con una storia am-bientalista decennale chedeve continuare a comunicare

la sua lettura dei fatti locali e globali.Una lettura onesta e sincera che nonsponsorizza una versione di parte enon accetta condizionamenti: Konradnaturalmente liberi.Questa è stata la strada di Konrad ecosì deve continuare il suo percorsograzie soprattutto all’attenzione e allapartecipazione dei suoi lettori.Lino Santoro, collaboratore e titolaredella rubrica “Post it”

Desidero che autori e lettoripossano dialogare, abitandogli stessi luoghi, virtuali e fi-

sici, fino a creare una comunità pen-sante e consapevole.Alessandro Redivo, collaboratore

EDITORIALE

Auspici e auguri per Konrad 2017

Per guardare avanti con ottimismo alcuni tra i nostri collaboratori hanno pensato di dedicare un pensiero al futuro prossimo della rivista.

Mandateci anche i vostri auguri ed auspici, richieste, proposte…li pubblicheremo!

Foto di L. Monasta

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Konrad compie 24 anni nel 2017. Non abbiamo mai perso un colpo. Conti-nuiamo ad uscire mensilmente e essere diffusi sul territorio. Il nostro obiet-tivo è un’informazione critica e trasparente con al centro tutela

ambientale, diritti civili, accoglienza e ospitalità, valorizzazione delle differenze ediversità, diritto alla salute, diffusione della cultura e della lettura, diritti dell’infan-zia, promozione dell’incontro e del dialogo, valorizzazione della cultura materiale.Siamo un free press e per questo tu leggi Konrad gratis, ogni mese.Le nostre uniche entrate derivano dalla pubblicità.Oltre al free press vogliamo pensare ad altri strumenti di informazione traspa-rente, libera e critica.Per questo stiamo progettando alcune PUBBLICAZIONI SPECIALI.La prima è già in cantiere. Ci vuoi sostenere?

Konrad specialeLa questione ambientale in Friuli Venezia GiuliaDi ambiente si parla molto poco oramai. I giornali preferiscono l’economia, la cro-naca nera, rosa o grigia.Eppure il cambiamento climatico è in ascesa. L’aria è sporca e il traffico angustiaogni passeggiata cittadina. Il paesaggio non ha i vincoli che meriterebbe. E così via.Vogliamo indagare tutti questi aspetti, nella nostra Regione.Vogliamo capire cosa è stato fatto dalle amministrazioni sul tema e cosa si po-trebbe fare, coinvolgendo gli ambientalisti storici.Vogliamo mettere tutto questo in un numero speciale. Per fare informazione tra-sparente sul tema.Per realizzare tutto questo abbiamo bisogno del tuo sostegno concreto.Contribuisci a realizzare questa pubblicazione speciale targata Konrad! Come?1) Scrivici a [email protected] per ricevere le modalità con cui versare uncontributo.2) Se hai un’attività culturale, commerciale, artistica… utilizza i nostri spazi pubbli-citari per farla conoscere ([email protected]) e sostieni così il progetto.

L’informazione critica e trasparente ti ringrazierà.

Sostieni Konradprogetto Pubblicazioni Speciali

EDITORIALE

BENVENUTOJACOPOFiocco felice in redazione. Il 15 dicembre scorso è nato JacopoMiele Redivo, figlio del nostrocollaboratore Riccardo e della suacompagna Michela Miele.A Jacopo il nostro più calorosobenvenuto e tantissimi auguri aineo-genitori da tutta la redazione.

Foto di L. Monasta

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Due filmati ricordano l'impegnodi difensori dei diritti umani ericevono il patrocinio di Amne-sty International

Snowden di Oliver StoneIl giovane informatico americanoaveva rivelato al mondo il pervasivo si-stema di sorveglianza senza autorizza-zione sulle conversazioni telefoniche esull’uso di Internet di milioni di per-sone da parte di Stati Uniti e RegnoUnito. Per aver contribuito a svelare questiabusi di potere e le violazioni del dirittoalla riservatezza è stato incriminatoper spionaggio. “Se venisse processatonegli Usa e giudicato colpevole, potrebbe essere condannato a 10 annidi carcere per ogni singolo capo d’accusa”.Ora è costretto a vivere in esilio, inRussia, dove ha ottenuto un permessodi soggiorno per tre anni.Amnesty International ha lanciato unacampagna perché gli venga concessala grazia. “In quanto ha svelato segretispinto esclusivamente dal desiderio di fornire un servizio di pubblica utilità,(…) Edward Snowden è un eroe dei di-ritti umani. Trattatelo come tale”.

Non cercare la logica dove non l’haimessa tu di Ferdinando MaddaloniUna docufiction meno nota, che ha ot-tenuto un prestigioso premio a Holly-wood, dell’amico regista e attoreMaddaloni.I lettori di Konrad ricorderanno l’ex-dis-sidente e prigioniero politico sovieticoAndrei Mironov venuto più volte in Ita-lia e a Trieste alla fine del 2013 per in-contri e conferenze. Pochi mesi dopo,il 24 maggio 2014, veniva ucciso inUcraina, nella zona di Sloviansk con ilfotoreporter Italiano Andrea Rocchelli.Il videodiario di impegno civile di Mad-

daloni, partendo dall’amicizia con Mi-ronov, cerca di svelare i crudeli paralle-lismi tra gli omicidi del giornalistafreelance Antonio Russo, delle giorna-liste russe Anna Politkovskaya e Nata-lia Estemirova. L’autore, che sarà a Trieste al TeatroOrazio Bobbio dal 3 all’8 febbraio conlo spettacolo Natale in Casa Cupiello, haconquistato Hollywood con questasua docufiction e si è aggiudicato il pre-stigioso Premio Hollywood Internatio-nal Independent DocumentaryAwards.

La docufiction verrà presentata il 3febbraio alle ore 9 nell’aula magnadel liceo Galilei di Trieste, presente il regista. L’esempio della vita di Andrei Mironov,l’integrità, la profonda cultura, l’attivi-smo instancabile, il suo stile di vita fru-gale non vanno perduti.Le organizzazioni per i diritti umanicontinuano le campagne contro le vio-lazioni dei diritti umani. La tortura èpraticata in tantissimi paesi, in Mes-sico, Nigeria, Egitto, USA, Russia,Cina... Anche in Italia sono stati de-

A Trieste il 3 febbraio docu-fictionpremiata a Hollywood

INTERNATIONAL RIGHTSAMBIENTE SOCIETÀ E DIRITTI

nunciati casi di tortura: a Genova du-rante il G8 del 2001, in Somalia daparte di paracadutisti della Folgore nel1993, nel carcere di Asti nel 2004. E poi-ché la legge sulla tortura è bloccata alSenato, vengono applicate le figure direato di abuso d’ufficio, lesioni perso-nali, maltrattamenti; subentra la pre-scrizione, il reato si estingue e icolpevoli non vengono puniti. E in Italia il mancato accertamentodelle responsabilità delle morti in cu-stodia; le condizioni nelle carceri; lanecessità di proteggere i rifugiati; la di-scriminazione, gli sgomberi forzati e lasegregazione etnica dei Rom; la vio-lenza contro donne e ragazze. L’articolo 21 della Costituzione garanti-sce la libertà di stampa, ma secondo“Reporters Without Borders” su 180paesi l’Italia si colloca al 77° posto. La diffamazione punita con il carcere,le leggi bavaglio sulle intercettazioni,le querele temerarie con richieste esorbitanti colpiscono e intimidisconoi giornalisti; e sotto scorta, accanto a Roberto Saviano, sono numerosi i giornalisti minacciati, in pericolo di vita.

di Giuliano Prandini

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Resoconto di un’interessanteconferenza pubblica sugli effettipresenti e futuri del global war-ming. E una proposta concretarivolta alla Regione.Il 2 dicembre presso il Circolo dellaStampa di Trieste si è svolto l’incontropubblico Cambiamenti climatici. DallaCOP21 di Parigi alla COP22 di Marrakech.Modelli climatici. Strategie di adatta-mento. Piano strategico regionale orga-nizzato da Konrad e Legambiente conil Circolo della stampa. Relazioni di Maria Maranò della Se-greteria nazionale di Legambiente, diFilippo Giorgi dell’ICTP e di SandroCargnelutti presidente di Legam-biente FVG.Secondo i rapporti della National Ocea-nographic Atmosferic Administration edella National Aeronautics and Space Ad-ministration il 2015 è stato l’anno piùcaldo di sempre. Dal 1970 sono quintu-plicate le emissioni di CO2, la tempera-tura degli oceani è aumentata fino a–3000 metri provocando un innalza-mento, negli ultimi 50 anni, di 2mm/anno del livello medio marino. Con il trend attuale il Quinto rapportoannuale dell’IPCC del 2014 prevede unaumento medio della temperatura da2,3 a 4,1 gradi entro la fine del secolo.Secondo Nicholas Stern la realtà che ciaspetta potrebbe essere peggiore diquanto ipotizzato dai modelli mate-matici atmosfera-oceano che defini-scono delle proiezioni di diversiprobabili scenari futuri: intrusione diacqua marina nelle falde acquifere,maggiore frequenza di eventi meteo-

rologici estremi, aumento della siccitàin aree già critiche del pianeta, impo-verimento della biodiversità, diversifi-cazione delle coltivazioni agricole,diffusione di insetti, batteri e virus al-logeni. La riduzione progressiva deighiacci e la possibile deviazione dellegrandi correnti oceaniche prefiguranoun futuro drammatico per il pianeta.In questi ultimi anni non è più solo lamitigazione (riduzione dei gas serra,progressiva rinuncia ai combustibilifossili e uso di fonti energetiche rinno-vabili, sviluppo dell’efficienza energe-tica) ad assumere un ruolo strategico.Gli effetti del global warming sonoormai attivi, diventa urgente antici-parne gli effetti avversi, agire per pre-venire o minimizzare il danno suiterritori (marginamento delle aree co-stiere, riduzione del consumo e dellacementificazione del suolo, gestionedell’idrogeologia delle aree a maggiorrischio, etc.) pianificando interventi diadattamento in modo che gli eventualiimpatti di eventi estremi, di ondate disiccità e di calore siano almeno con-trollabili. Maranò ha definito storico l’accordo diParigi perché indica la direzione dimarcia verso un futuro libero dallefonti fossili e per l’obiettivo di conte-nere l’incremento della temperaturamedia del pianeta entro la soglia di si-curezza di 1,5 gradi. Resta comunque ilproblema che gli impegni assunti daivari paesi (INDS) sono ancora insuffi-cienti a raggiungere l’obiettivo. A Mar-rakech dovevano essere concordati unprocesso di revisione degli impegni(tempi, modi, strumenti e risorse) e lo

sblocco di 100 miliardi di dollari/annoper permettere alle comunità più vul-nerabili di attuare politiche di adatta-mento per i loro territori. Invecel’accordo di Parigi non è diventato ope-rativo, lo stanziamento dei 100 mi-liardi è stato rinviato al 2020, ilcarattere vincolante degli accordi nonè stato sostanziato da misure di con-trollo e sanzione. Il professor Giorgi,che ha svolto un ruolo importante al-l’interno dell’IPCC, ha descritto gli im-patti del global warming sulla dinamicadei processi che regolano lo stato sta-zionario del nostro pianeta, che po-trebbe divergere verso l’invivibilità. Unsegnale preoccupante sull’evoluzionedell’effetto serra è il dimezzamento deighiacci nell’Artico: diminuisce l’albedoe si riscalda l’acqua artica. Con il suoContributo del Friuli Venezia Giulia alCambiamento climatico Cargnelutti si èchiesto qual è e sarà l’impegno dellaRegione per la mitigazione e l’adatta-mento. E formula la proposta di Le-gambiente FVG: un piano regionaleche promuova un approccio inte-grato, sinergico, trasversale e parte-cipato di adattamento aicambiamenti climatici. Elenca le areea rischio per concludere che il binomiomitigazione-adattamento può offrireanche opportunità nell’uso efficientedelle risorse, nell’innovazione cultu-rale, organizzativa e tecnologica. Ma come inquadrare nella Strategia na-zionale di adattamento ai cambiamenticlimatici l’erogazione statale di sussididiretti e indiretti alle fonti fossili di 13,2miliardi/anno (dati FMI)?

AMBIENTE SOCIETÀ E DIRITTI

Foto di L. Monasta

Il clima che cambia

di Lino Santoro

POST IT

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AMBIENTE SOCIETÀ E DIRITTI

CAPO IN BITLo smart workingdi Elisabeth Antonagliae Anna Savron

Usare la tecnologia per lavoraremeglio.Per capire cos’è lo smart working uti-lizziamo la definizione del Consiglio deiMinistri: “modalità flessibile di esecu-zione del rapporto di lavoro subordi-nato allo scopo di incrementare laproduttività e agevolare la concilia-zione dei tempi di vita e di lavoro”.Oggi, il lavoro diventa sempre più fre-

netico: si lavora ovunque e da dovun-que, sul treno, sul bus, in fila alla cassa.Il tempo risulta essere la variabile piùimportante e riuscire a gestirlo ci con-sente di ottimizzare risorse economi-che e soprattutto energie vitali. Siamosommersi dalla tecnologia che abbrac-cia ormai moltissime delle nostre atti-vità quotidiane. Nel vostro lavoro, indipendentementeda cosa vi occupate, sono tante leazioni che realizzate: prendere appuntia una conferenza, segnare un appunta-mento sull’agenda, avvisare telefonica-mente un collaboratore di unamodifica, riordinare gli scaffali dell’ar-

chivio… L’utilizzo di strumenti digitaliconsente di continuare a compiere taliazioni più velocemente e in qualunqueluogo vi troviate. Questi strumentipossono essere racchiusi in classi le-gate alle azioni che ci aiutano a “fare”:archiviare e accedere ai file sempre daqualsiasi luogo ed in sicurezza; anno-tare velocemente, senza perdere infor-mazioni importanti; collaborare econdividere per guadagnare tempo espazio; comunicare in tempo reale. A partire dal prossimo numero entre-remo nel dettaglio.

❱❱ contatti: [email protected]

GREEN PICS / CAPO IN BIT

Green Picssguardi di ecologia sociale

Questa rubrica ospitafotografie e immaginiche raccontino l’ambiente,nelle sue bellezzema anche nelle suecontraddizioni, problemi,situazioni critiche.

Invia la tua foto!Si accettano fotoin alta risoluzione- almeno 300 dpi, base 21 cm -e breve descrizione:[email protected]

Le oche della Cona

Oche selvatiche fotografate presso la Riserva naturale delle foci

dell’Isonzo (Isola della Cona) situata nel territorio del Comune di

Staranzano (GO). L’oca selvatica nasce, nidifica e vive qui tutto

l’anno.www.isoladellacona.it

La foto è stata scattata nell’agosto 2016 d

a Giuseppe Genesio, appassionato fotografo

naturalista.

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Il fallimento definitivo di Expo 2015

EXPO, quattro lettere, come CIBO. Delprimo si parla ancora e molto, nelleaule dei tribunali, fra gli scranni dei po-litici locali e nazionali, nei giornali,spesso affiancati a termini quali avvisodi garanzia o corruzione. Expo Milanocome modello di successo da copiare ereplicare all’infinito: ExpoArte, ExpoA-peritivo, ExpoMostra, ExpoVattelap-pesca. Del secondo invece è rimastasolo la declinazione in chiave di pro-fitto, subito. Nell’ultimo trimestre aMilano è esplosa la food delivery on linemania: Foodora, Deliveroo, Just Eat,Glovo. Multinazionali della consegna adomicilio pronte a cavalcare l’ondadell’evento internazionale, sfruttandoun esercito di ragazzi precari costrettia pedalare (nel vero senso della pa-rola!) per meno di tre euro a consegna.E pensare che nel semestre di Expo Mi-lano 2015, la parola cibo è stata spessoaccompagnata da un’aurea di salvificoottimismo: diffondere un’alimenta-zione sana, buona, sufficiente e soste-nibile, riflettere sulla storia dell’uomo esull’annoso paradigma fra consumo eproduzione. In concreto, quali contri-buti ai temi dello sviluppo del pianetasono stati condivisi universalmente?Iniziamo dal testamento morale diExpo: la Carta di Milano. Il documentoche a detta degli organizzatori avrebbe

dovuto fungere da guida, una sorta ditrattato di Kyoto dell’alimentazione, sirivela insufficiente. Dieci pagine ro-manticamente superficiali, colme didiplomatiche promesse e genericiimpegni. Nessuna traccia di unobiettivo tangibile. Non vi è alcunatto concreto legato a una scadenzatemporale, nessuna responsabilitàconferita. Il gesto quotidiano di prati-care la raccolta differenziata o il segnoche il contadino lascia sulla terraarata, valgono, da soli, molto di più deltempo e dell’energia spesa per redi-gerlo.Un altro progetto partorito da Expo èstato Feeding Knowledge. La piatta-forma web nata con l’intento di racco-gliere, condividere e sostenere lemigliori pratiche in ambito di sosteni-bilità, agricoltura e sviluppo rurale.Oltre ad aver premiato e supportato lemigliori 18 Best Practices, c’è ben poco:database non aggiornati, link non validio che rimandano a siti sbagliati. Le ul-time ricerche condivise o pubblicate ri-salgono al 2015, nessun eventoall’orizzonte, un contenitore “planeta-rio” vuoto.Il contributo dell’ONU e delle sueagenzie a EXPO Milano 2015 di certonon spicca per concretezza e innova-zione. È sufficiente passare in rassegnai principali avvenimenti per renderseneconto: Giornata Mondiale dell’Alimen-tazione, 16 ottobre. Giornata Mondiale

dell’Ambiente, 5 giugno. GiornataMondiale Umanitaria, 19 agosto. Fra i“traguardi” raggiunti si annovera inol-tre “get to Zero”, l’insostituibile App-gioco che ha guidato il visitatore in unpercorso interattivo all’interno del sitoespositivo. Fra presentazioni, eventi,celebrazioni autoreferenziali e paratedi autorità, la sensazione che concetticome Fame Zero e Agenda 2030 ri-mangano distanti, è il caso di dirlo, dalsopravvivere quotidiano.Un interessante passo in avanti è rap-presentato dalla legge recentementeapprovata per la Tutela del reddito dicontadini, allevatori e pescatori. Cisono senz’altro buone notizie per gliagricoltori, vengono aboliti IMU, IRAPe concessi incentivi per l’innovazionetecnologica. Ma il governo ha esteso ilconcetto di reddito agrario alla produ-zione e cessione di energia elettrica dafonti rinnovabili. In pratica: riempirecascine e campi coltivabili di pannellifotovoltaici sarà equiparato alla se-mina e alla raccolta. Invece di dare di-gnità e valore al gesto antico, si èpreferito investire in scorciatoie con-temporanee.L’elenco potrebbe continuare, citandoprogetti, conferenze, congressi, Parigi,Rio, Fame Zero, obiettivi del Millennioe tanti altri slogan farsa. L’unica cer-tezza è la colpevole assenza del realeprotagonista: l’UOMO. Quattro let-tere, come CIBO.

Che fine ha fatto il cibo?

di Alessandro Redivo

AMBIENTE SOCIETÀ E DIRITTI

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Un calcolo facile è sommare lepotenze di 2. Cosa si intendecon questa definizione? Sono i

numeri 1, 2, 4, 8, 16… e ognuno dei nu-meri è il doppio del precedente. Le pro-prietà delle potenze si studiano allemedie, ma vediamo di scoprire qual-cosa di più. Il primo valore, cioè 1, equi-vale a 2 elevato alla 0, mentre per tuttigli altri bisogna contare quanti 2 si de-vono moltiplicare per ottenerli. Adesempio, per ottenere 16 bisogna mol-tiplicare fra loro quattro 2, cioè2x2x2x2=16, e si dice in questo caso che2 elevato alla quarta vale 16. Ebbene,per fare la somma di alcuni di questinumeri, ad esempio 1+2+4+8+16+32+64,basta calcolare quale sarebbe il succes-sivo numero della serie (in questo caso64x2=128) e togliere 1, quindi1+2+4+8+16+32+64=127. Potete provareper credere.Adesso ricordiamo l’episodio dell’in-venzione degli scacchi: un riccosceicco, grato per la scoperta, volevapremiare in qualche modo il creatoredi questo gioco, e gli chiese quale de-siderio potesse esaudirgli.“Dammi un chicco di grano per laprima casella, due per la seconda, 4per la terza, 8 per la quarta, e cosìvia” fu la risposta.Lo sceicco gli fece portare alcuni sacchidi grano, pensando che potessero ba-

stare, ma facendo i conti non è così.Per sapere quanti chicchi risultano intutto si deve fare la somma delle po-tenze di 2, fino a 2 alla 63 (fino a 2 alla63, non alla 64, poiché si parte da 2 alla0). E questa somma, l’abbiamo vistoprima, vale (2 elevato alla 64) meno 1.E ora faremo, con molta calma, la valu-tazione di questo valore, cioè 2x2x2x2…con 64 fattori 2. Come? Raggruppandoa gruppi di 10 tutti questi 2, possiamoottenere (2x2x2x2x2x2x2x2x2x2) x(2x2x2x2x2x2x2x2x2x2) x(2x2x2x2x2x2x2x2x2x2) x(2x2x2x2x2x2x2x2x2x2) x(2x2x2x2x2x2x2x2x2x2) x(2x2x2x2x2x2x2x2x2x2) x (2x2x2x2). Tutti igruppi contengono dieci fattori 2,tranne l’ultimo, che ne contiene 4. Iprimi gruppi quindi valgono ciascuno1024, cioè appena un po’ meno di 1000.Quindi il calcolo da fare vale circa 1000x 1000 x 1000 x 1000 x 1000 x 1000 x16. Vediamo di valutare quanto grandeè questo numero.Sul tavolo ho un dado da gioco. Ad oc-chio ha il lato di un centimetro, quindilo prendo come punto di partenza. Neprendiamo mille: quanto posto occu-peranno? Se li sistemiamo bene, occor-rerà una scatola quadrata di lato 10centimetri; 10 dadi in altezza, 10 dibase e 10 di profondità fa proprio 1000.Moltiplichiamo per il secondo fattore

1000, cioè procuriamoci 1000 scatoledi lato 10 cm, che occuperanno unoscatolone di lato un metro. Moltipli-chiamo questo scatolone per il terzofattore 1000, cioè procuriamoci 1000scatoloni cubici di lato 1 metro, e occu-peranno un capannone cubico di lato10 metri. Immaginiamo di avere questocapannone davanti a noi. Ebbene, mol-tiplicando per il quarto fattore 1000,otteniamo 1000 capannoni, che occu-peranno una bella città, tutta fatta dicapannoni pieni di dadi. Ora moltipli-chiamo per il quinto fattore 1000, e ot-teniamo 1000 città piene di capannonipieni di scatoloni pieni di scatole pienedi dadi. Ovviamente 1000 città nonsono poche: in Italia le province sonocirca un centinaio, quindi immagi-niamo che in ogni provincia italiana cisiano 10 città piene di capannoni ecc.Dobbiamo ancora moltiplicare per ilsesto 1000, e immaginiamo 1000 na-zioni simili alla nostra, piene di cittàecc ecc. Sulla Terra ci sono 200 Na-zioni, quindi la Terra non basta per con-tenerle tutte. E poi dobbiamo ancoramoltiplicare per 16. Il dado è un po’ piùgrande del chicco di grano, ma ab-biamo fatto una stima corretta. Effet-tivamente tutta la Terra non sarebbesufficiente per il grano desiderato dalnostro amico.Una partita a scacchi per rilassarci?

SIAMO TUTTI INTELLIGENTI

Sei grande, grande, grande…

di Giorgio Dendi

CULTURE

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Ma il Museo di Storia Naturaleche ospita la preziosa collezionedi storici testi scientifici non haspazio sufficiente per collocarlidegnamente.

L’allarme che abbiamo lanciatonel numero 212 di Konrad hadato i suoi frutti.

“Altroché! Qualcuno di noi stava giàcambiando colore. Macchie e segni dimuffa si stavano diffondendo qua e là.L’odissea non è ancora finita, ma orastiamo molto meglio. L’ambiente nonè più quello della Sezione di Oceano-grafia dell’OGS, ricco di umida salse-dine, terribile per noi, che siamo fattidi carta.”A parlare è uno dei preziosi testi salvatidalla decomposizione e trasferiti daqualche mese nei locali del Museo diStoria Naturale (CMSN) di Trieste. Il libro parla a nome di una comunità(circa 24.000 volumi):“Desideriamo ringraziare i nostri salva-tori. A vincere è stata una collabora-zione disinteressata tra volontari ecomponenti di enti e istituzioni locali.Persino a Trieste, quando si vuole, sepol.”

La storia del patrimonio librario dicui fai parte è lunga…Qualcuno di noi è nato prima della Ri-voluzione Francese. La maggior parteè stata data alle stampe nel secolosuccessivo, l’Ottocento. Qualcuno, in-fine, ha meno di un secolo di vita.

Raccontateci del trasloco…Da Marina di Aurisina a Trieste ab-biamo viaggiato su camion del CMSN,accompagnati dal personale delMuseo. Il trasloco è avvenuto in basealla delibera comunale del 22 febbraio2016, adottata all’unanimità. Con noisono stati trasferiti anche gli scaffali

che ci contenevano, altrimenti ilCMSN non avrebbe saputo dove met-terci. Ma è un’odissea non terminata…

Perché?La parte difficile per chi ci vuole inbuona salute, ordinati e a disposizionedel pubblico comincia proprio alMuseo. Gli scatoloni vengono aperti(molti tra i miei compagni sono ancoraprigionieri) e noi veniamo sottoposti aun trattamento speciale: in cameraiperbarica sotto azoto per uccidere lemuffe ed eventuali altri parassiti, poipuliti delicatamente con un partico-lare aspirapolvere che non strappa lepagine. Poi iniziano le operazioni dicernita, catalogazione e, per le col-lane, di accorpamento.

Sono operazioni seguite dal perso-nale del Museo?“No. Siamo trattati (e bene) da quattrolavoratori “socialmente utili” a caricodel Comune di Trieste.

In un paio di mesi ne verrete a capo?Scherziamo? Ci vorranno anni, forseuna decina, perché il lavoro sia finito.Speriamo che l’amministrazione co-munale non ci faccia mancare questilavoratori preziosi!Svolgono un lavoro difficile?Il lavoro richiede precisione, ma puòdare belle soddisfazioni. Sono già statitrovati doppioni e si cominciano a in-tegrare raccolte esistenti. Per alcuni

periodici, che il CMSN possedeva in-completi, sono stati trovati tra noi inumeri mancanti, rendendo possibilecompletare le annate. Felici gli opera-tori, ma anche noi ci sentiamo più va-lorizzati!

Tutti contenti, quindi?È stato salvato un tesoro di grande va-lore, ma noi vorremmo essere a dispo-sizione degli studiosi e del pubblico.Ma c’è un serio problema. Nel trasferi-mento da Piazza Hortis a via dei To-minz, il Museo di Storia Naturale haperduto molto spazio. Per accoglierci,è stato necessario ridurre la sala di let-tura del Museo a un solo tavolino! Enon basterà.

Lanciamo un altro appello. Il Museodi storia Naturale ha bisogno di piùspazio! Chi può aiutarci ha capito. Vero?

di Franco Delben

CULTURE

Un prezioso patrimonio librario in salvo

Chi si è speso per il salvataggioRicordiamo le persone che hanno contribuito al salvataggio dei preziosi testiPaola Del Negro, Direttrice della Sezione di Oceanografia dell’OGS ha sollevato il problema delladegradazione dei libri; la professoressa Maria Luisa Princivalli ha accompagnato il percorsovolto a proteggere la biblioteca storica; il professor Franco Delben ha portato all'attenzionepubblica il problema; Muzio Bobbio ha contribuito con informazioni in suo possesso; i profes-sori Sandro Pignatti ed Erika Wikus Pignatti hanno indirizzato e guidato la scelta dell'ubica-zione finale; il Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Nicola Bressi e i suoi collaboratori,in particolare Deborah Arbulla e Livio Fogar che hanno accolto i libri. E ancora Maria AngelaFantini, della Biblioteca Statale "Stelio Crise”. E infine i lavoratori stipendiati dall’Amministra-zione comunale di Trieste per lavori socialmente utili, dediti alle operazioni di pulizia, cernita ecatalogazione dei libri. (F.B.)

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Un monumento di immensovalore culturale per l’interaumanità massacrato e distrutto dalla follia dellaguerra in Siria.

Uno dei posti in cui la ferociadell’Isis si è accanita sulla sto-ria è stata la città di Palmira in

Siria, quando nel 2015 sono stati di-strutti due templi di epoca romana, edè stato ucciso colui che per decenni erastato il direttore del museo e del sitoarcheologico, Khaled al-Asad. Palmira-Tadmor (in arabo, la città dellepalme) era un porto senza mare allependici del deserto, un insieme di ci-viltà greco-romana e di cultura orien-tale. Città carovaniera sulla rotta chedall’Asia portava al Mar Mediterraneo,dipendeva dal governatore romanodella Provincia di Siria, ma era in so-stanza una città molto libera. Ricca dicommerci, di scambi e di cultura, qui siparlava l’aramaico, ma anche il greco(l’inglese dell’epoca ), qui arrivava ditutto e da ogni dove, anche le divinitàadorate erano tante, circa una sessan-tina, e costruire un tempio era sem-plice come aprire un negozio. I

palmireni vestivano abiti cuciti e nondrappeggiati, gli uomini portavano unpugnale alla cintola e le donne gira-vano a viso scoperto. Ebbe il suo pe-riodo di massimo splendore edespansione tra il I secolo a.C. e il I se-colo d.C., e fu anche governata da unaregina – Zenobia – che osò ribellarsi aRoma. Tanto era rimasto di questopassato glorioso. Un arco di trionfo atre fornici, una via colonnata dietro cuiin epoca romana si aprivano le botte-ghe, e sui fusti delle gigantesche co-lonne si potevano notare mensole sucui forse poggiavano delle statue odelle travi a cui agganciare teloni perombreggiare la strada. Il tetrapilo – un arco trionfale formatoda quattro sostegni, ognuno dei qualicomposto da quattro colonne con tra-beazione – fungeva da punto di snodo,ma soprattutto era stato un raffinatotrucco architettonico per mantenerel’assialità della via colonnata che sispostava un po’ a sinistra. La via principale era lastricata, avevascarichi laterali per l’acqua e fogna-ture; il teatro era completamente co-struito con un fondale architettonicocon nicchie, timpani, membrature. Iltempio dedicato al dio Baal, che corri-

spondeva a Giove, era un esempio diarte autoctona: situato all’interno diun recinto, era come una scatola, conil tetto piano, spoglio all’esterno, mariccamente decorato all’interno, con lastranezza delle finestre come fosseuna vera casa. E il più piccolo tempio diBaal Shamin - il signore del cielo, diodella tempesta e delle pioggia – con le

Ricordando Palmiradi Cristina Rovere

CULTURE TREBISONDA

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sue quattro colonne dai capitelli co-rinzi, sembrava quasi un cofanetto incui riporre gioielli. Ai margini della città il cimitero monu-mentale aveva un aspetto estrema-mente austero, con le tombe a torreche spuntavano dal terreno nude espoglie, ma decorate all’interno. Lacifra architettonica a Palmira eraquella di privilegiare gli interni rispettoal guscio esterno degli edifici. Aver visto tutto questo è stato uno diquei momenti di stupore e felicità.Non mi era sembrato di trovarmi da-vanti a delle rovine, ma a un cantiere,come se un gigante giocherellone

avesse deciso di smontare momenta-neamente qualche pezzo della città, epoi stufo del gioco, avesse lasciatosnocciolati al suolo fusti di colonne eun imponente capitello. Purtroppo ilgigante non è tornato in tempo, sonostati più veloci i terroristi che con la di-namite hanno fatto saltare i templi diBaal e di Baal Shamin. Oggi, ripensarea Palmira è motivo di stupore e tri-stezza. Anche di rabbia e di profondo erinnovato amore per quella terra che,come scriveva Freya Stark, è “vasta,senza alberi, ma piena di luce”.

Nota della redazioneIl giornalista Robert Fisk in un articolopubblicato sul quotidiano britannicoThe Independent ha raccontato e docu-mentato che numerosi reperti delle ro-vine di Palimira sono in vendita sulmercato nero internazionale.

CULTURE

Lamentatio per Aleppo

I pianti di Alepposcuotono più dei mortai.Nuotano i corpifra mattone e lacrima,nuotano in balia del fuoco,dallo sparo alla pellecavalcano dentro proiettiliaffogandocome nel Mediterraneo.

Aleppo, occhi appannatitormentati e stanchi,Aleppo, ricordi incastratinelle macerie geometricamentegià cesellate dal dolore.

Un primavera ininterrottadi metallo e sangueche percuote velocecome ali di una libellula,ma dentro i nostri lontaniriscaldamenti, bomba afona,ronzio.

Aleppo! Aleppo!Cinquemila anni di vita abitataora disabitata,ma le lacrime sono più antiche,iniziano da una colpae non finiscono ancora.

Riccardo Redivo (22.12.2016)

Foto di C. Rovere

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Un itinerario unico al mondo acasa nostra tra mitologia,storia e geologia

Alle elevate latitudini del PoloNord, in quel contesto astro-nomico e geografico, vivono la

lunga notte, cominciata il 21 dicembre.Un fenomeno che alimenta tradizionie riti come quello di S. Lucia. Oggi cadeil 13 dicembre, il giorno più corto del-l’anno fino al 1582, quando Papa Gre-gorio Magno adottò il nuovocalendario.L’indissolubile legame tra notte egiorno richiama quello, ben più dram-matico e coinvolgente, tra vita, mortee rinascita. Ne sono esempio concretole sementi messe a dimora, seppellitesul finire dell’autunno e il successivogermogliare delle pianticelle, alla lucedel nuovo anno. Riviviamo così anche i primi passi dell’uomo, in MedioOriente e nel mondo egizio, dove quasitutti gli eventi erano manifestazionedel divino come il culto di Iside ed Osi-ride, del Sole e della Notte, dell’intimoacquatico legame madre/figlio.Tutto questo può sembrare lontanoma non lo è, o almeno non lo era inpassato. Permangono connessionisotterranee che ci coinvolgono. Ogniforma di vita è associata all’acqua e al-cune sue trame avevano a che fare conrisorgive di acque dolci e salate che siritrovano vicine alla magica zona delle

risorgive del Timavo a S. Giovanni diDuino, dove il Carso e le sue rocces’inabissano fino a scomparire sottoghiaie e sedimenti dell’Isonzo. Unfiume misterioso, il Timavo. Sgorga dalprofondo dagli abissi, ieri come oggi,da sotterranee vie, da un refrattariomondo di pietra, incomprensibile per inostri antenati e per noi oggi. Gli anti-chi vedevano questi punti di passag-gio, come accessi agli Inferi, verso altredimensioni e mondi paralleli. Un po’come le magiche “passa-porte” diHarry Potter. Sembra che non ci sianiente di nuovo sotto il sole, solo pic-cole trasformazioni estetiche. La chiesa gotica di S. Giovanni in Tubasvetta tra rigogliosa vegetazione e lepolle del fiume e contribuisce a questasensazione di sacralità e mistero. Poco distante, l’ambiente marino, sol-cato dalle rotte di innumerevoli viaggi,tra cui quello mitico di Giasone e degliArgonauti che visitarono queste risor-give nella ricerca del Vello d’oro. Unpaio di chilometri più a monte si è con-servato un altro curioso capitolo diquesto passato che non passa. È statoscoperto, quasi per caso negli anniSessanta, dalla Commissione GrotteBoegan che esplora da sempre le innu-merevoli grotte del Carso.Rappresenta un’altra connessione tradiversi “elementi” materiali e non: luce,sole ed Oriente. Paradossalmente con-servata e celebrata nelle tenebre di

una grotta: il Mitreo. Non solo il marema anche le antiche strade romane fu-rono le vie di contagio: la Gemina e laPostumia e le altre che, lunghe mi-gliaia di miglia, collegavano le periferiedell’Impero, attraversando queste no-stre terre, integrandosi alle antiche vied’acqua. Mettevano così in contattopersone, merci, eserciti, idee e reli-gioni. Giunsero sin qui portatori sani,forse soldati romani, migliaia d’annidopo il mito degli Argonauti. Reduci daguerre lontane, per godersi finalmentela pensione, coltivando uno scampolodi terra e rinforzare così i confini con laloro presenza, circa 2000 anni or-sono. Temprati legionari, dopo aver dato in-numerevoli volte la morte ai propri av-versari, avevano avvertito i limiti che ildovere e la religione di stato impone-vano loro, diventando permeabili auna credenza, allora osteggiata checelebrava la vita, il sole e la rinascita. Sembrano esserci delle contraddizioni:andavano a celebrare i loro riti legatiall’acqua e al sole nel buio della grotta,il Mitreo appunto, uno dei pochissimiconosciuti in Europa e, finalmente, vi-sitabile (il giovedì mattina, info: So-printendenza FVG tel. 040/4261411).Potremmo anche noi rivivere le sensa-zioni di coloro che cercarono confortodal loro cupo presente e attendere ilsorgere del nuovo giorno. Forse ne ab-biamo bisogno.

GEOCRONACHE

Il Timavo e la Grotta del dio Mitra

di Riccardo Ravalli

CULTURE

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CULTURE

NOTA INTRODUTTIVAIl nuovo Regolamento di Poliziamunicipale – proposto e non an-cora approvato – prevede sanzionifino a 900 euro a chi fa l’elemo-sina, lo stesso importo per chicompirà le seguenti azioni: “bivac-care”, “sdraiarsi sulle panchine” o“stazionarvi seduto”. Fino a 450euro per chi verrà sorpreso a be-stemmiare in pubblico. (N. G.)

Se le nostre gambe sono in grado dicondurci sempre verso una particolaredirezione e meta, allora la narrazioneche state per iniziare a leggere ha lapretesa di provocare una reazione. Parliamo della marcia degli zaini, organizzata dallo scrittore e viandantetriestino Luigi Nacci, tenutasi il 21 di-cembre nel capoluogo regionale. Ciòche vi accingete a fare risponde allalettura dei pensieri che hanno contrad-distinto la marcia. Non vi annoierò conla cronaca di ciò che è stato. Cercheròdi parlarvi da viandante, da uomo checammina, da assoluto sostenitore deldibattito e della critica in quanto tali.Se il flusso delle parole diventa impor-tante, lo è maggiormente l’inciso diquesto articolo: la marcia degli zaini èstata voluta per esprimere la contra-rietà nei confronti del nuovo regola-mento di polizia municipale firmatoDipiazza 3. E allora le 150 persone che si sono ra-dunate in largo Barriera quella sera

sono l’espressione di un’opposizione –non partitica s’intenda – che vuolecontinuare a sperare nelle buone prati-che, nei sogni, nella condivisione diuna città ospitale, accogliente e gen-tile. Soprattutto gentile. Perché Triesteha avuto nel suo dna storico categorieinclusive. Allora il quesito deve esserequesto: la città può ancora definirsitale? La risposta – con una buona dose diottimismo e speranza – è affermativa.E lo è grazie ai sorrisi delle persone chehanno scelto di partecipare alla marciasilenziosa. La scelta, essa rappresentalo sblocco dell’ingranaggio meccanicoche si è inceppato ormai molto tempofa. Scegliere di camminare, di muovereun passo dopo l’altro, in direzione diuna particolare meta. Non può e nondeve esistere nient’altro. La viandanzaè fenomeno fatto di incontri; non c’èopposizione, antagonismo, violenzaverbale. È silenzio e allo stesso tempoil rumore dei nostri passi. Non si nutredi diffidenza, non è immaginabile. Pa-trick Leigh Fermor in Tra i boschi e l’ac-qua scrive: “Ero un forestiero, un viatoro pelegrinus; così lasciai cadere qualchemoneta nella fessura delle elemosine”.Potremmo farlo ancora? Ci vuole buonsenso e molta fatica per comprenderecome si possa oggi far approvare que-sto regolamento. Tuttavia la GiuntaDipiazza ha i numeri sufficienti perraggiungere l’obiettivo. Sta di fatto che alla fine del nostro per-corso sul balcone del Municipio –

quella stessa sera si teneva un Consi-glio comunale – si sono affacciati al-cuni esponenti della maggioranza.Hanno visto un gruppo di persone chesi sono date la mano in un grande cer-chio – se vi vengono in mente i giro-tondi vi sbagliate; zaini che hannocamminato e che hanno offerto delcibo, del vino, qualche scambio di opi-nioni e una atmosfera gentile. Ecco.Forse è proprio questo il punto:l’espressione di questo regolamento èl’assenza di buone pratiche, nella reto-rica spicciola e acida della Lega Nord. Il9,79 per cento dei voti assegnati al par-tito di Salvini non può influenzare cosìtanto la maggioranza guidata da Di-piazza, che assumeva un altro atteg-giamento da Sindaco nei primi duemandati. Oggi sembra che accondi-scenda alle richieste di questa Legache vuole fare della città un borgo for-tificato e senza aperture versol’esterno: chi glielo spiega che le murale ha fatte demolire Maria Teresa allametà del XVIII secolo?

In marcia per una città apertadi Nicolò Giraldi

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CULTURE

Il pianeta Marte ha sempreesercitato un’attrazione indi-scutibile per l’umanità: dopo laLuna (e ovviamente il Sole) èstato il corpo celeste più stu-diato dagli astronomi e il piùsfruttato in campo cinemato-grafico e letterario.

Fino a quando le prime sonde in-terplanetarie dimostrarono che icanali osservati da Giovanni

Schiaparelli (1835-1910), Percival Lowell(1855-1916) e tanti altri, erano solo illu-sioni ottiche, molte speculazioni scien-tifico-letterarie erano basate sul fattoche su Marte ci doveva essere unaforma di vita. Di questo era ferma-mente convinto anche Camille Flam-marion (1842-1925), astronomofrancese celebre soprattutto come di-vulgatore di conoscenze astronomi-che. Le sue opere, tra cui l’ “AstronomiaPopolare“ (1880) ebbero una diffusioneenorme, ed è facile che la loro letturaabbia influenzato il giovane HerbertGeorge Wells quando nel 1897 scrisse ilsuo noto romanzo “La Guerra deiMondi“, in cui si descriveva con im-pressionante realismo una ipoteticainvasione dei Marziani sulla Terra. Ancora nel 1933 uno scienziato tede-sco, tale Desiderius Papp, era convin-tissimo dell’esistenza della vita

intelligente su Marte, e arrivava a de-scriverla minutamente con grafici e di-segni nel libro “Chi vive sulle Stelle?“(Bompiani, 1934 ).Negli USA, la patria di Percival Lowell,nessuno osava mettere in dubbio l’esi-stenza dei Marziani, e ciò è dimostratodal fatto che Orson Welles nel 1938riuscì a terrorizzare metà della popola-zione americana con un semplice ra-diodramma ispirato al già citatoromanzo di H. G. Wells “La Guerra deiMondi“. In campo fantascientifico, anche nelsecondo dopoguerra fu quasi una be-stemmia affermare che Marte fosse unpianeta sterile, e che l’attività biolo-gica vi fosse impossibile. Nel 1953 il ce-lebre film di Byron Haskin (trattoanche quello dal romanzo “La Guerradei Mondi“) iniziava con una sequenzacurata dal pittore Chesley Bonestellche illustrava i vari mondi del sistemasolare, dando per scontata l’abitabilitàdi Marte. Ricordo che mi arrabbiai moltissimoquando nel 1959 uscì il film di AntonioMargheriti “Space Men” in cui con in-sospettabile rigore scientifico si affer-mava che nel Sistema solare la vitaesisteva solo sul pianeta Terra. Appenasei anni dopo, nel 1965, arrivarono aTerra le prime 22 fotografie di Martescattate dalla sonda spaziale Mariner4. Non mostravano tracce di canali,ma una superficie arida e desolata co-

stellata di crateri, simile a quella dellaLuna. Fu una grossa delusione pertutti, ma molti non si lasciarono con-vincere nemmeno dall’evidenza.Questa irriducibile e assurda spe-ranza nella scoperta di vita intelli-gente su Marte dura tuttora.Negli USA è stata alimentata dai ro-manzi pseudo-fantascientifici di EdgarRice Burroughs (1875-1950), da noinoto per le storie di Tarzan, ma in pa-tria celebre per il “ciclo di Barsoom”,(1912-1940), nel quale un giovane uffi-ciale dell’esercito sudista di nome JohnCarter viene trasportato come permagia sul Pianeta rosso, in cui trovacreature favolose, città perdute e belledonzelle da salvare, in una serie di in-terminabili avventure. Né bisogna dimenticare l’enorme suc-cesso ottenuto in tutto il mondo dalromanzo di Ray Bradbury “CronacheMarziane“ (1954), nel quale si favoleg-gia dell’incontro degli esploratori terre-stri con un’antichissima edenormemente evoluta civiltà mar-ziana. Probabilmente lo stesso RayBradbury, che nell’agosto del 2000aveva raggiunto l’invidiabile età di ot-tant’anni suonati, avrà apprezzatomolto “Mission to Mars” di Brian DePalma.L’eclettico regista italo-americano nonsi era mai cimentato con una storia difantascienza spaziale, anche se nonaveva disdegnato l’incontro con tema

Passeggiata tra il pianetaMarte e la science fictiondi Gianni Ursini

CINEMA

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molto caro agli autori di science- fic-tion, quello dei poteri extrasensoriali,nel riuscitissimo “Carrie” (1976) e nelsuccessivo “Fury” (1978). “Mission toMars”, interpretato da Gary Sinise e daTim Robbins, è un film composito incui il regista si diverte a confondere leidee degli spettatori, accentuando lasua abituale tendenza a mescolare di-versi generi cinematografici. Inizio magistrale: un’astronave cheesplode in fase di decollo, si rivela es-sere null’altro che un giocattolo piro-tecnico usato in occasione della festadi compleanno di uno degli astronauti.Poi il film ci scaraventa in piena atmo-sfera marziana, riprodotta al top gra-zie agli splendidi effetti speciali curatida due delle maggiori case di produ-zione esperte in trucchi ottici ed elet-tronici: l’ Industrial Light and Magic diGeorge Lucas, e la Dream QuestImage.Nel film si immagina che nell’anno2020 la prima esplorazione umana diMarte abbia il compito di studiare unsito già ben conosciuto ai giorni nostri,dove una grande formazione rocciosafotografata dallo spazio, assumel’aspetto di una faccia quasi umana.Una volta giunti sul posto, gli astro-nauti tentano di sondarla, ma l’interopicco esplode ed essi vengono travoltie decimati da una terribile tempesta disabbia. Si salva l’astronauta nero cherimarrà, novello Robinson Crusoè, adattendere i soccorsi. Qui Brian DePalma fa apertamente riferimento adun vecchio film di Byron Haskin intito-lato proprio “Robinson Crusoè suMarte” (USA 1964). Dopo che la primamissione umana su Marte si è risoltain un disastro, viene organizzata unaspedizione internazionale di soccorsoper indagare sulle cause dell’incidente.A questo punto, tra i preparativi dellamissione e gli inconvenienti spaziali involo, il film diventa noiosetto, e co-mincia ad assomigliare sempre di piùad uno dei soliti film sulle imprese spa-ziali tipo “Apollo 13” di Ron Howard(USA 1995). Intendiamoci: anche laparte centrale della pellicola è moltospettacolare e tecnologicamente im-peccabile, ma manca di “epos“, e tuttoquello che vi succede è maledetta-mente prevedibile.

Il film riprende quota nell’ultimoquarto d’ora, quando il regista, ancorauna volta, cambia completamentestile ed abbandona qualsiasi pretesa diverosimiglianza scientifica dal mo-mento in cui gli astronauti mettonopiede all’interno di un enorme manu-fatto alieno sorto dalle profondità delpianeta. Da questo punto in poi “Mis-sion to Mars” sembra diventare sem-pre più un concentrato di sequenzetratte da opere come “2001, Odisseanello Spazio” di Stanley Kubrick (1968)ed “Incontri ravvicinati del Terzo Tipo”di Steven Spielberg (1977).Durante gli ultimi 10 minuti di proie-zione gli spettatori vengono bersa-gliati da tante di quelle immaginirutilanti che la pellicola sembra scor-rere a una velocità doppia del normale.Contemporaneamente, spiegazioni erivelazioni si susseguono ad un ritmotalmente frenetico che riesce moltodifficile porre attenzione a tuttoquanto succede. In pochissimi minutisi viene a sapere che, certo, i marzianici sono, o meglio c’erano fino ad unpaio di miliardi d’anni prima, quando illoro pianeta fu desertificato in seguitoall’impatto con un enorme asteroide. E

CULTURE

dove sono andati? Sono scappati inun’altra Galassia a bordo delle loroastronavi iper-luminiche, non senzaaver lasciato sulla nostra Terra il semedella vita. Il film si conclude con ungiubilante Gary Sinise che sale a bordodell’ultima astronave marziana in par-tenza per distinazione ignota, comeaveva fatto Richard Dreyfuss in “Incon-tri ravvicinati del Terzo Tipo”, lasciandonella testa degli spettatori un milionedi domande che rimarranno senza ri-sposta. Un film discontinuo, confuso eriuscito forse solo a metà, ma che an-cora oggi ricordiamo come una dellemigliori pellicole di fantascienza uscitenell’epico anno 2000.

NOTA REDAZIONALEQuesto articolo è tratto dai numerosiscritti di Gianni Ursini, titolare della ru-brica “Al cinema con Gianni Ursini” perKonrad, da molti anni. Gianni è intrappo-lato da una lunga convalescenza che nongli consente al momento di scrivere. Tuttala Redazione gli augura di stringere i dentie tornare presto a dilettarci con le sue mi-rabolanti e colte recensioni. Ti aspettiamo,Gianni!

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Con Pasolini, contro le celebrazioni

Apoco più di un anno dal qua-rantennale dalla scomparsa diPier Paolo Pasolini continuano

le iniziative per ricordarlo.Nel 1995 Usmis (movimento culturalefriulano raccolto attorno all’omonimarivista durante gli anni Novanta) lanciòuno sciopero situazionista di sottra-zione creativa contro le celebrazioniper l’anniversario dei vent’anni dallamorte del poeta e contro la spettaco-larizzazione della sua figura. Il “Pasolinistrike” - come venne chiamato - pro-pose di fare silenzio chiedendo la let-tura e la conoscenza delle operedell’artista friulano per fare in modoche da questo sforzo di raccoglimentopotessero nascere intelligenze corsaree non legittimazioni delle strutture dipotere. Diversi attivisti di Usmis continuano leiniziative di studio e approfondimentosulla figura di Pasolini nell’Ateneo Li-bertario Friulano. Il 23 ottobre scorso èstato presentato il libro “Frocio e basta”di Carla Benedetti e Giovanni Giovan-netti (Ed. Effigie, Milano, 2016) pre-sente quest’ultimo. Il libro racconta ildoppio depistaggio dispiegato attornoall’omicidio di Pasolini: uno volto asviare le indagini, l’altro a tenere na-scosti alcuni contenuti-chiave di “Pe-trolio”, il romanzo che stava scrivendoquando fu ucciso. Per troppo tempol’intellighenzia nazionale ha liquidatola morte di Pasolini come delitto avve-

nuto nel “torbido mondo degli omoses-suali”. Il libro indaga il criminale intrec-cio tra l’attentato a Mattei e le vicendeambigue del suo successore Cefis allaluce degli scritti di Pasolini e dell’in-chiesta del giudice Calia che per primone ha svelato l’importanza.Per capire la figura “inseppellibile” diPPP il 22 novembre scorso allo spazioTaj Gjai di San Giorgio di Nogaro èstato presentato il libro “La Macchina-zione” (Rizzoli, Milano, 2015) che, traautobiografia e ricostruzione docu-mentaria, cerca di fare luce sul delittoPasolini. Presenti l’autore David Grieco(amico e collaboratore del poeta) eOtello Angeli (che frequentò la sezionedel PCI di San Giovanni di Casarsa dicui faceva parte e da cui venne espulsol’autore di “Ragazzi di vita”) che nel di-battito hanno analizzato il laboratoriodi macchinazioni che era in quegli annil’Italia.Mercoledì 23 novembre al Teatro diCervignano, intitolato proprio a Paso-lini, è stato proiettato gratuitamentecon la partecipazione delproduttore/regista il film basato su “LaMacchinazione”, che ha avuto scarsavisibilità nel circuito cinematograficonazionale. Nel film il poeta friulano èinterpretato da un impeccabile e stra-niante Massimo Ranieri con la colonnasonora dei Pink Floyd. La pellicola èstata girata in poco tempo e con bud-get limitato. Ciononostante è una te-stimonianza straordinaria in cuivengono ricostruiti 40 anni di proveignorate, di testimonianze inascol-

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CULTURE

Pasolini, strike again

di Luca Meneghesso

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tate, di legami mai approfonditi. Se-condo Grieco la sera dell’omicidio ci fu-rono due macchine e almeno seipersone ad uccidere il poeta: Pelosi fuun’esca, Pasolini sapeva troppo.Chiudiamo riprendendo uno sloganconiato da Usmis durante quello scio-pero, oggi più attuale che mai: Paso-lini strike again. Con Pasolini, controle celebrazioni.

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Lo spettacolo di Luigi Lo Cascioalla Sala Bartoli del Rossetti

Sono come un gatto bruciato vivo,pestato dal copertone di un auto-treno… come un serpe ridotto a pol-

tiglia di sangue, un anguilla mezzamangiata”.Quando Pasolini scriveva questi versiin Una disperata vitalità era il 1964 enulla poteva presagire la sua morteviolenta e ancora avvolta dal mistero,avvenuta nel novembre del 1972. Ep-pure Pasolini verrà trovato così, al lidodi Ostia, sotto il sole e gli sguardi dellagente. Il sole e gli sguardi è anche il titolo dellospettacolo che l’attore Luigi Lo Cascioha dedicato al Pasolini poeta, appro-fondendo il suo lato meno politico epiù personale. Andato in scena allaSala Bartoli del Politeama Rossetti sa-bato 26/11, Il sole e gli sguardi è stato di-retto e interpretato dallo stesso LoCascio, che ha condiviso il palcosce-nico con l’artista e disegnatore NicolaConsole (già al suo fianco per altri suoispettacoli teatrali, come “Le Baccanti”).Gli interventi grafici di Console, che di-pinge ombre nere su bianco mentrescorrono i versi pasoliniani, sono in ef-fetti funzionali alla creazione di un’at-mosfera piena di luci e ombre,evocativa e perturbante. Il corpo di LoCascio, preso in quest’intrico grafico everbale, si fa carne sofferta, ma altempo stesso viva e potente, di unavoce poetica non più esistente, ma an-cora e per fortuna persistente inognuno di noi.Proprio il corpo dell’attore viene resomaggiormente visibile, in tutte le suesfumature espressive, dalla piccola eraccolta Sala Bartoli, piena in ogni or-dine di posti. In giacca marrone e conun libro in mano (che utilizzerà rara-mente), Lo Cascio entra in scena dalla

parte del pubblico e si immerge subitonelle parole di Pasolini. Nel frattemponascono e si sviluppano le immagini diConsole, quasi sacre, come lamadre/Madonna, o concrete come lascavatrice del Pianto omonimo o in-quietanti come ombre gigantesche.L’attore si muove in un complessogioco di pareti che avanzano o siaprono, come scomparti della psiche,e si affida, oltre che al corpo, alla voce

per donare al pubblico la tonalità emo-tiva dei versi. Così emergono Le ceneridi Gramsci e Comizio, frutto di allucinativagabondaggi nella memoria, in uncontinuum di parole e suoni che lasciail segno sugli spettatori. I quali, dopoun finale sospeso (per non chiudere ilcerchio poetico?), hanno applauditocalorosamente.

CULTURE

Pasolini, sotto il sole e gli sguardidi Stefano Crisafulli

TEATRI DI CONFINE

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Affossata dalla nuova Giuntacomunale la prestigiosa rasse-gna di teatro civile ContrAzioni

AMonfalcone si cambia linea: la rassegna ContrAzioni nonverrà confermata. Grazie a

ContrAzioni hanno calcato le assi delComunale, tra gli altri, Kataklò, Ulderico Pesce, David Riondino, BeboStorti, Andrea Rivera, Ascanio Cele-stini, Marco Paolini, Marco Travaglio,Alessandro Bergonzoni, Neri Marcorè,Lella Costa, Natalino Balasso, BandaOsiris, Stefano Bollani, Roberto Sa-viano oltre alle proposte che conside-rare locali è limitante di GiuseppeBattiston, Paolo Rossi, Marta Cu-scunà, CSS Teatro Stabile di Innova-zione FVG.L’Assessore alla Cultura (con le delegheai Servizi funebri e cimiteriali) eurologo Michele Luise – già Assessorealla sicurezza con la Giunta di centrosinistra Pizzolitto – propone operettaper gli anziani e concerti rock per igiovani in sostituzione di una rassegnaritenuta troppo “di nicchia”. “La culturanon può essere autoreferenziale, lacultura non è di sinistra. La cultura è ditutti” dice. Come se la denuncia didrammi quali le morti per amianto, laviolenza di genere, la sempre

maggiore pervasività delle mafiefossero temi autoreferenziali oappartenessero a una sola partepolitica. Il ragionamento è quelloconsueto, tanto caro al mondopolitico post-ideologico, secondo cuitutti gli italiani dovrebberoriconoscersi in una storia comune,ingessata ed innocua come non cifosse alcuna differenza tra sfruttati esfruttatori, tra vittime e carnefici.La lotta al degrado di cui tantoabbiamo sentito parlare in campagnaelettorale parte quindi dalla mancataconferma di chi denuncia le radici deldegrado. Purtroppo la dinamica non ènuova. Di recente al Comune diCàscina, tradizionale roccaforte rossaalle porte di Pisa, ha vinto la Lega Nordcon il risultato che il direttore dellocale teatro è stato liquidato e unospettacolo di drag queen espulso dalcartellone. Il teatro “scomodo” è statosilenziato e la sperimentazione che nelcorso degli anni ha attratto artisti delcalibro di Jan Fabre, Judith Malina,Peter Brook, è finita.A Monfalcone non tutti sono restati aguardare. Oltre a una contestazione prima diuno spettacolo, è partita una raccoltafirme presente anche sul portaleChange.org a difesa della storica e

prestigiosa Rassegna del TeatroComunale. Non saranno queste forme di protestaa far cambiare opinione all’attualeGiunta ma sono un segno di protestaverso un impoverimento delpanorama culturale locale.Non possiamo fare a meno di renderenoto il fatto che, nel frattempo,l’attrice monfalconese Marta Cuscunàha concorso tra i finalisti comemigliore attrice del premio UBU 2016(il maggior riconoscimento nazionalein ambito teatrale) per lo spettacolo“Sorry Boys” sold out al Comunalemonfalconese il 10 e 11 gennaio scorsoproprio all’interno della rassegnaContrAzioni che, dice la Cuscunà, “miha fatto scoprire il teatro e decidere difare questo mestiere”.

CULTURE

Monfalcone: funerale alla cultura?

di Luca Meneghesso

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CULTURESTORIE DALL’ARTE

di Fabiana Salvador

L’ibrido per eccellenza. Una mostra oltre la frontieradel genere

Una collettiva al Double Room,curata da Massimo Premuda,è dedicata alle recenti ricerche

visive di cinque artisti che focalizzanoil proprio interesse sulle sirene, figuremitologiche capaci di incarnare l’ibridoper eccellenza fra l’uomo e l’animale,fra il maschile e il femminile. Questionidi genere. Una mostra che è un altrointeressante capitolo del progettomultimediale “Varcare la frontiera #4flussi di marea”, articolato festival or-ganizzato dall’Associazione Cizerouno,curato da Mila Lazić e MassimilianoSchiozzi, col sostegno della Regione ela collaborazione dell’AssociazioneAlpe Adria Cinema.Il mito della Sirena è di per sé sconfi-nato. Dalla mitologia approda alla mu-sica, all’arte, all’opera lirica e alcinema. Dee pre-olimpiche che sedu-cevano tramite il canto sublime,donne pesce demonizzate dal cristia-nesimo, sono simbolo femminile po-tente, in continua metamorfosi.La classica iconografia della sirena am-maliatrice, seduttrice e incantatrice diomerica memoria. Le moderne donnefatali, dive e vamp. L’immaginario di vi-

gorosi tritoni e sirenetti. Ripercor-rendo la storia dell’arte dalle sirene adoppia coda delle chiese romanichefino a quelle inglesi dei Preraffaelliti alculmine della loro bellezza. Queste letematiche della mostra che si apre conuna serie di grafiche ed acquerelli deglianni Settanta della scultrice triestinaFiore de Henriquez, bozzetti prepara-tori per la scultura Sireno/Mermale, rac-contata attraverso fotografie e il testodi Jan Marsh tratto dalla sua biografiaArt &Androgyny. Sirene insolite sonoanche quelle a disegno di ZimaStanco, immerse in un immaginariopopolato da dee steatopigie ermafro-dite e presenze plurisessuate capaci diautofecondarsi. Acquerelli preparatorie un video di animazione di DariaTommasi presentano creature marinecome anemoni vulviformi e medusefalliche che incontrano sinuose sirenee prestanti tritoni. Chiude l’esposizioneil ciclo fotografico Gino fluens di NikaFurlani, in cui l’intramontabile mitodelle sirene, misterioso e seducente, èstrettamente connesso alla relazioneancestrale fra uomo e natura. Le sirene mutano, si sovrappongononel tempo. Rappresentano l’illusionedel corpo perfetto. Sono simbolo dellapienezza dell’essere, data dalla com-presenza di elementi contrari, maschili

e femminili, e dall’armonia che nascedal loro reciproco equilibrio. Uomo/na-tura con la proiezione di pesci e mollu-schi sui corpi nudi. Un richiamoall’immaginario delle sirene ma ancheun ritorno alle nostre origini. La faunamarina si fonde con i due corpi, femmi-nile e maschile, generando una nuovacreatura artificiale, paradigma di uncorpo con un’identità di genere fluida epansessuale. Suggestioni elaboratedalla performer greca Nina Alexopou-lou che su nudi contemporanei pro-ietta, in presa diretta con l’ausiliodell’episcopio, elementi animali e ve-getali, risvegliando sulla pelle nudapercorsi esistenziali e ricordi primor-diali legati a un inconscio ormai so-pito. Per varcare la frontiera. Il trionfodell’ibridazione totale fra umano e ani-male, maschio e femmina, fluttuandoin una dimensione onirica e mitologicafuori dal tempo.

❱❱ Sirene queer12 gennaio > 30 marzo 2017DoubleRoom arti visiveVia Canova 9, Triestelunedì > giovedì [email protected]

Sirene queer

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Stile elegante e aggraziato, piùdel pepe, più del chiodo di garo-fano, più della cannella e della

noce moscata che in qualche modosono contemporaneamente presentinell’aroma che sprigiona. Uno di cuinon si riesce a fare a meno. Per questogli inglesi l’hanno ribattezzato Allspice.

Bacca dell’antica GiamaicaLa storia del pimento si incrocia conquella degli Arawaks, popolo indigenodel Caribe, pacifici e aperti, che, nelCinquecento vennero in breve spazzativia dalle loro isole dalla colonizzazionespagnola. Il pimento è una tra le poche speziedell’emisfero occidentale, insieme a va-niglia e peperoncino. Al tatto il frutto ha una superficie ru-vida, marrone aranciato che ricorda ilpepe. La pianta sempreverde, simile almirto o al ginepro, ama i fondi sabbiosidella Jamaica e non cresce in molti altriluoghi. La sua propagazione non spon-tanea è stata fallimentare. Gli Arawaksne raccoglievano le bacche per conser-vare carne e pesce e per rendere vitali eappetitosi gli alimenti. Analogamente a quanto fatto nelmondo della musica, con il reggae, inJamaica con il pimento si è sviluppato

ritmo arauaco nel cibo: il suo saporecomplesso, dolce, pungente pepato,difficile da uguagliare, è icona della cu-cina Jerk, vero e proprio stile culinario,antesignano dello street food ed elogiodella lentezza tipica dell’isola. Tutto si svolge per le strade: carni dipollo o maiale marinate nella notte incucchiai di pimento, peperoncini in-fuocati, senape in polvere, zucchero dicanna, lime, aceto, aglio, timo, salsa disoia e pure rum! Adrenalina per il pa-lato. E poi cotture lentissime, carni ar-rostite su fuoco di legna e foglie dipimento.

Pepe o non pepe?Il pimento venne a lungo confuso conil pepe nero e portato in Europa, dive-nendo protagonista di piatti succu-lenti come il pescado en escabeche, unpesce fritto, marinato con aceto e pi-mento intero. Contavano anche la ric-chezza di oli essenziali (eugenolo,come nel chiodo di garofano) e l’ab-bondanza di fenoli, antiossidanti attivinaturali che ne fanno un ottimo anti-batterico, stimolante della circola-zione, utile nei raffreddamentiinvernali. Si narra che i soldati russi inguerra usassero metterne alcune bac-che negli stivali nei lunghi cammini algelo, per tenere caldi i piedi.

Pimento in cucinaDi pimento si può anche abbondare,intero o macinato fresco, per mante-

nere la fragranza. Macinato frescosulla macedonia o sulle crostate difrutta. Mescolato alla polvere di cacao.di mandorla o di cocco nei dolci.Schiacciato con la forchetta, con acetobalsamico, mezzo cucchiaino di granidi senape e foglie di menta per aroma-tizzare superbamente il cavolo rossostufato. Stupefacente (a bacche in-tere) nelle marinature di cipolle rosse,gamberi o crostacei, con succo di li-mone, peperoncino, aceto e pepe nero. Con aglio, origano, cumino e chili inchiave messicana su fagioli neri ecarne. In versione dolce aromaticanegli stufati di agnello tipici del nordAfrica delle tajine, con cannella e car-damomo. Caratteristico nel cioccolatofuso, al modo degli antichi Maya, nellatorta di zucca, nei sottaceti o nei croc-canti di frutta secca. Scalda-cuore inogni tipo di liquore o vino cotto e spe-ziato, dai rum alle scorze di arancia ecannella. Infine quotidianamente nelmacinapepe, accanto a pepe bianco,rosa, sichuan.Chiamatela come vi va, pepe garofa-nato, pepe di Giamaica, pimenton, al-lspice, questa bacca vi stregherà. Pernulla costosa, si conserva a lungo seintera, e se fosse difficile trovarla, crea-tela con un mix di tre spezie: 1 parte dinoce moscata, 2 parti di cannella e 1 dichiodo di garofano! Resta un attounico, da condividere.

❱❱ altre info: www.fattidicannella.it

Pimento

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VINI, CIBI, CULTURA MATERIALE

di Valeria Calamaro

Una spezia multipla, identitàsfuggente e calda da scoprire

LA MAGA DELLE SPEZIE

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VINI, CIBI, CULTURA MATERIALE

DogliottiVia Vicari, 70Castagnole delle Lanze ATwww.dogliotti1870.com

Siamo davanti a un pezzo di storia dellacollina astigiana, Romano Dogliotti.Da subito si era incaponito a produrreda subito ad alti livelli qualitativi, liti-gando per questo, racconta, con ilpadre, negli anni Settanta.“Fu Veronelli ad incoraggiarmi. E lo fecedi continuo, fummo accanto in moltimomenti e in tante battaglie”.

Romano Dogliotti scelse di produrreMoscato. Per quali ragioni?Cosa potevo fare d’altro? Non riesco aimmaginarlo. Mio padre voleva facessil’aviatore. Non mi andava. E per farequalunque altra cosa bisognava stu-diare. Altri lavori ho provato a farli, manon mi ci sentivo dentro. Io dovevo fareil contadino, avevo dentro di me qual-cosa di mio padre e dovevo fare così.

Suo padre produceva già Moscato?Era contadino. Lo faceva, ma era unMoscato diverso. Lo vendeva a fusti,era destinato al vermouth e lo mette-

c’erano grandi insegnamenti per i viti-coltori italiani. Sulla qualità, sull’iden-tità dei vini. È stato un grande maestro.Dopo di lui non c’è storia. Non può es-sere sostituito da nessuno, Veronelli.

Come andò la prima visita di Vero-nelli in azienda?Venne e assaggiò il Moscato. Poi vollevedere le vigne. Lo portai alla Galeisa. Lì c’è il tufo bianco, un substrato parti-colare. E mi disse: “E tu, disgraziato, haiqueste terre e non ne fai un Moscatoloro proprio?” Mi convinse. Cominciai afarlo. Oggi i miei Moscato sono vinifi-cati tutti allo stesso modo, ma divisisecondo i vigneti di provenienza, chedanno loro il nome.

Secondo Romano Dogliotti cosa c’èoggi all’origine del migliore Moscato?Uve belle, sane, curate che vanno rac-colte al giusto quadro aromatico epressate immediatamente. E il territo-rio. Parte tutto da qui. Semplice, no?

L’ASSAGGIOMoscato d’Asti

LA CAUDRINA 2015Di colore giallo paglierino intenso,

ha bel naso, aperto e intensamente aromatico, fragrante e muschiato.

In bocca è soavemente dolce, ricorda il miele di salvia e

richiama sentori diautentica festa.

vano anche nella Barbera, per renderlafrizzante. Poi ci fu il provvedimento afavore dello zucchero libero nei vini e ilMoscato non lo comprava più nessuno.Bisognava far qualcosa. Cambiare ladestinazione di quel vino, migliorarlo,farne un prodotto differente.

La strada era il miglioramento quali-tativoVeronelli girò Viaggio sentimentale nel-l’Italia del vino nel 1979, anche in Pie-monte. In quel ciclo di trasmissioni Rai

ROMANO DOGLIOTTI ovvero la nascita del Moscato d’eccellenza

LA BOTTIGLIA GIUSTA

di Simonetta Lorigliola

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SALUTE E BENESSERE ARTI MARZIALI

Appartiene al gruppo delle trepiù note nei jia (arti marzialiinterne) ed è, fra queste,

quella più dinamica, anche se menoconosciuta in Occidente.Hsing i chuan (o Xingyiquan) significaletteralmente “pugno di forma eintenzione”. Come per la maggiorparte delle arti marziali cinesi vengonoriportate leggende (almeno quattro)sulla sua origine, una delle qualiattribuita a Tamo (Damo) più noto conil suo nome originale indiano diBodhidharma.Fra le varie, la più antica è quellaattribuita al generale Yue Fei,personaggio storico ed eroe nazionalecinese; simbolo di astuzia e coraggiomilitare, rettitudine e fedeltà, nacquenel 1103 e morì per mano del boia, aseguito di una falsa denuncia ditradimento (probabilmente pergelosia politica) all’età di soli 39 anni.L’impostazione principale del corpo èchiamata san ti shi, ed è, a differenzadel pa qua chang, molto più frontale,con il peso portato principalmentesulla gamba posteriore, la manoavanzata quasi tesa all’altezza dellaspalla mentre quella arretrata vieneposta in posizione di difesa all’altezzadel dan tian (anche dan tien, tanden in

giapponese, più o meno il secondochakra, poco sotto l’ombelico).L’allenamento si basa sia su forme asolo (combattimento immaginariocontro uno o più avversari, come i katagiapponesi) chiamate taolu sia suforme in coppia dette duilian (kumigataper i giapponesi). Essendo un’artemarziale completa, prevede anche lostudio di una decina di armitradizionali.In circa 900 anni di esistenza, dallasorgente principale di sono diffusiinnumerevoli rivoli. Le tre principalisuddivisioni sono lo stile della regionedello Shanxi e quello dello Hebei (areeconfinanti nel nord del paese) checondividono la struttura di base e chesono piuttosto simili fra loro, mentrequello della regione di Henan (piùcentrale e confinante a sud delle primedue) è da considerare piùspiccatamente dei precedenti fraquelle imitative e infatti si appoggia almetodo detto “dei dieci animali”(alcune scuole ne considerano sino adodici).Parlando di stili legati ai nomi (omeglio, ai cognomi) di vari maestriabbiamo lo stile Ji (XVII secolo) che siritiene sia quello più simileall’originario. Si narra che Ji Ji Ke

(conosciuto anche come Ji Long Feng)un praticante di kung fu provenientedalla provincia dello Shanxi, scoperse,presso il muro diroccato di un tempiosul monte Zhong Nan, un testo checonteneva tecniche marziali derivatedall’imitazione di animali, che fuattribuito proprio a Yue Fei.Queste descrizioni sembrano essereantitetiche: sono da considerarsimaggiormente imitativi gli stili legatialla regione dello Shangxi o quelliprovenienti dallo Henan? Ogni maestroracconta la storia che gli è statatramandata, ma, sotto al grandeintreccio delle influenze reciproche, laverità rimarrà probabilmente celataper sempre.Ci sono ancora lo stile Songappartenente al filone Shanxi e quelloLiu afferente a quello Hebei, allo Henanappartengono gli stili Ma e Mai. Neesistono anche altri, menoclassificabili, come il Dai ed il Sun.Non conosco nessun insegnante dellanostra regione che proponga questoantico insegnamento ma ci sonoalcuni maestri cinesi in Italia chepropongono ancora lo Hsing i chuan,una breve ricerca in rete potrà aiutare ipiù curiosi.

Hsing i chuan

di Muzio Bobbio Foto di Marina Di Guardo

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Dagli Incas agli antichi Romani

AmarantoPur non essendo un cereale, ha moltedelle proprietà benefiche di questa ca-tegoria di alimenti. Completamenteprivo di glutine, è adatto anche a chisoffre di celiachia. Studi sulle antichepopolazioni Incas e Azteche hanno evi-denziato come l’amaranto fosse, in-sieme a quinoa e mais, la loro basealimentare. Vanta un ottimo conte-nuto di proteine ad alta qualità. È ric-chissimo di fibre alimentari e di calcio;contiene una buona quota di fosforo,ferro, magnesio, vitamine del com-plesso B e vitamina C. Grazie all’as-senza di glutine e all’elevato contenutodi fibre, è particolarmente digeribile econsigliabile per le persone con di-sturbi a livello gastrointestinale. Per lostesso motivo, è un alimento adattoanche alla dieta degli anziani; può,inoltre, essere inserito nell’alimenta-zione del bambino sin dalle prime fasidello svezzamento. L’amaranto con-tiene fitosteroli in elevate quantità e,dunque, può essere utile per mante-nere il colesterolo nella norma e peraiutare a ridurlo, quando è troppo ele-vato.

Ricette? Insalata di amaranto con ci-polle rosse, cetrioli e legumi, pomodoriripieni, polpettine, sformatini di ama-ranto con noci e uvetta, ceci e ama-ranto, veg burger di amaranto elenticchie, biscotti, amaranto allo zaf-ferano, amaranto e zucca.

QuinoaLa Quinoa è una delle piante con piùproprietà nutritive al mondo. Vieneutilizzata come un cereale, per il suocontenuto abbondante di amido, manon contiene glutine ed è pertanto in-dicata nella dieta dei celiachi. È ricca difibre che donano un alto potere sa-ziante e aiutano in caso di costipa-zione: aumenta la motilità intestinalee favorisce il processo digestivo. La ric-chezza di magnesio aiuta nella preven-zione di malattie cardiovascolari,aritmie e ipertensione, a rilassare i vasisanguigni e apporta benefici in caso diemicrania. Il magnesio ha proprietàbenefiche anche nei confronti dei dentie delle ossa. Studi condotti sugli ani-mali hanno già dimostrato la capacitàche la quinoa ha di abbassare i livelli dicolesterolo cattivo LDL nel sangue e dimantenere i livelli di colesterolo buonoHDL. È una buona fonte di ferro e con-

tiene vitamina C che ne facilita l’assor-bimento. Contiene lisina, un aminoa-cido che stimola la produzione diserotonina, un neurotrasmettitore re-sponsabile dell’umore. Presente nellegiuste dosi rilassa e calma. Contieneinfine flavonoidi le cui proprietà antin-fiammatorie sono utili per prevenire lamalattie cardiovascolari. Ricette? Paella di quinoa, biscotti,zucca ripiena di quinoa, quinoa all’avo-cado e asparagi, Chili alla quinoa, tor-tillas, insalate estive, sformato dipiselli, lenticchie e quinoa.

CeciConosciuto sin dai tempi dei Romaniquesto legume non è particolarmenteindicato per le diete ipocaloriche (316kcal per 100 grammi e il 6% di grassi)ma contiene molte sostanze fonda-mentali per il benessere dell’organi-smo: proteine vegetali, fibre, vitaminaC, alcune vitamine del gruppo B, oltrea minerali e acidi grassi polinsaturi. Lapresenza di saponine fa sì che alcuniattribuiscano ai ceci proprietà tera-peutiche relative al controllo dei livellidi colesterolo e trigliceridi. Sicura-mente tra i legumi sono tra i più ricchidi nutrienti e i più benefici da un puntodi vista energetico, e la loro duttilità incucina ne permette un ampio uso,molto vario per portate e connubi disapori.

Ricette? Hummus di ceci, Falafel,pasta e ceci, veg burger di ceci, pol-pette, vellutata, insalata di miglio ececi, ceci croccanti al forno, zuppa diceci e patate.

SALUTE E BENESSEREALIMENTAZIONE SANA

Amaranto, quinoa e cecidi Nadia e Giacomo Bo

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SALUTE E BENESSERE

l’alga nori può essere spezzettata (me-glio tagliuzzata) da secca diretta-mente dentro zuppe di verdure o dipesce. Anche aggiunta a spadellate dicereali e verdure è ottima, con l’accor-tezza di passarla 10 secondi in acquatiepida.(segue Alga Wakame)

L’ERBORISTA CONSIGLIA a cura di Manuela Zippo

Ylang ylangL’olio dell’amore per lei

Ylang ylang (Cananga odorata) è un fiore dal quale si ricava un oliooleoso molto profumato con noteolfattive esotiche e sensuali. Questo olio è rilassante ed elimina la paura e la tristezza. Risveglia la sessualità e la femminilità evocando lagioia dei sensi e la riappacificazione con se stessi. Un ottimo utilizzo è immergersi in un bagno caldo mettendo un cucchiaio di sale marinointegrale con 4 gocce di olio e poi... buona serata con il vostro partner!

SandaloL’olio dell’amore per lui

Sandalo (Santalum album) è la versione maschile dell’olioprecedente. Migliora laconsapevolezza delle proprie doti e dona sicurezza. Il suo profumo è afrodisiaco e si può utilizzare mettendo alcune gocce in una crema e massaggiandolo sulla cute, idratandola e permettendo all’olio di rilasciare il suo magnetico profumo.Consigliato per scambi di massaggi amorosi.

Continua la carrellata tra conoscenza e utilizzo degli oli essenziali.

Un mondo gustativo esalutistico da scoprire

In Cina e Giappone l’utilizzoalimentare delle alghe ha radiciantiche. Si mettono negli stufati, nelle zuppe, si utilizzano nelle variepreparazioni del sushi, si usano comeaddensanti o miglioratori di alcunecotture.Anche in alcuni paesi dell’Americacentrale si usano ed apprezzano.In Europa le alghe venivanoconsumate, nelle zone costiere. A Napoli, ad esempio, ancora oggiqualcuno propone le zeppoline dialghe che sono frittelle salate di pastalievitata soffice con l’aggiunta di alghe(lattughe di mare) che donano unsapore delizioso. Le alghe hanno un alto valore inproteine e sali minerali, sonoipocaloriche e molto digeribili.Contengono acido alginico che, purnon essendo sintetizzabile dal corpo

umano, svolge un’importantefunzione: attraverso la sua azionechelante si lega ai metalli pesanti e alletossine presenti nell’organismo epermette di eliminarle.

Alga Nori(Porphyra species)

La conosciamo tutti. È l’alga utilizzatanei maki giapponesi che avvolge i deli-ziosi rotolini di riso, pesce e verdure. Sipresenta in fogli ed è facilmente reperi-bile. Ricca di proteine (dal 30 al 50%) edi vitamine (vitamina A e B1, la C vienepersa durante l’essicazione). Contienediversi aminoacidi: glicina, alanina eacido glutammico (che gli conferisce ilpreciso gusto umami). Contiene infinepochissimo sodio (espulso dai lavaggi).Come utilizzare l’alga nori?Per i più arditi consigliamo la prepara-zione di gustosi maki. Ricette ne tro-verete ovunque.Per un uso più quotidiano e semplice,

Le alghe

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Il dolore, in particolare quello acuto, èuna spia che si accende per informarciche sta accadendo qualcosa di nocivoin qualche parte dell’organismo ed ha ilfine di eliminare ciò che l’ha causatoper evitare ulteriori danni al corpo oall’organo interessato. Il dolore cronicoinvece, ha perso la sua utilità biolo-gica, diventa esso stesso una malattiapiù che un sintomo. Si parla di dolore cronico riferendosi adun dolore continuo o ricorrente per al-meno 6 mesi, non legato a patologianeoplastica, spesso preceduto da uninizio acuto. Nello specifico, parlando di dolore pe-rineale sia maschile che femminile siintende un dolore riferibile alla pelvi,cronico. È legato alla parte intimadell’essere umano, alla sessualità,comporta modificazioni affettive, unprogressivo isolamento relazionale,difficoltà nel mantenere o costruire unrapporto di coppia, crollo dell’auto-stima e della visione di sé, depressione,è altamente invalidante. Le cause possono essere molteplici,sindromi spesso non risolte o non rico-nosciute, anche perché si tratta di si-tuazioni cliniche la cui diagnosi nonsempre è facile: infiammazioni croni-che della prostata, infiammazioni dellavescica (come la cistite interstiziale),infezioni vaginali, disfunzioni del pianoperineale (muscolari e neurologiche),alterazioni posturali e del rachide(ernia discale, artrosi). Spesso non sitrova alcuna causa, qualcosa c’è stato,è passato, lasciando solo il dolore daqui il termine di “Sindrome del DolorePerineale Cronico”.Alla base del dolore c’è sempre una

contrazione dolorosa del pavimentopelvico, il dolore può riferirsi ad un or-gano pelvico e provocare disfunzionedell’organo stesso (disfunzione urina-ria, fecale, sessuale), può avere irradia-zione lombare e inguinale.Esiste una terapia dolce del piano peri-neale che si avvale di più approcci noninvasivi:Rieducazione perineale che associauna presa di coscienza di questa parte,di cui siamo poco consapevoli primadel dolore, ad esercizi specifici volti alrilassamento e al riconoscimento delcorretto pattern motorio della musco-latura che la costituisce. È preferibileparlare di “educazione” perineale. Massaggi delicati per ridurre il doloree la tensione fasciale e muscolare.Compressione dei punti trigger vagi-nali, anali, del perineo, punti in cui ildolore è particolarmente forte e da cuisi diparte, per ottenere il loro rilascio.Approccio psicologico, psicoterapeu-tico, quando necessario, per ricono-scere il vissuto emozionale, le difese inatto per combattere il dolore, elabo-rare eventuali traumi precedenti o iltrauma determinato dal dolore stesso.

Trattamento delle disfunzioni del ra-chide, una fisioterapia che porti al ri-pristino della corretta staticalombo-pelvica.È importante che il Paziente diventiconsapevole che si tratta di un lungoviaggio in cui c’è una presa di respon-sabilità da parte sua nel partecipareattivamente alla terapia, proseguendoper proprio conto gli esercizi appresi,modificando quei modelli di vita chesono alla base di infiammazioni croni-che che si autoalimentano, incremen-tando l’attività fisica, riducendo lesituazioni di stress.

Dott.ssa Tiziana Galante*

* Sono laureata in Medicina e Chirur-gia, specializzata in Fisiatria, Psicote-rapia e Anestesia-Rianimazione.Volendo coniugare medicina, movi-mento e arte mi sono diplomata indanzaterapia. Mi occupo di riabilita-zione neurologica, ortopedica e delpiano perineale con particolare atten-zione alle sindromi dolorose croniche,associando un approccio fisico, psicoterapico e tecniche di tipo cranio-sacrale.

SALUTE E BENESSEREFISIOTERAPIA ORTOPEDICA

Il dolore perineale cronico

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SU WWW.KONRADNEWS.ORG GLI ANNUNCI DI MARZO ENTRO IL 18 FEBBRAIOAPPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 2017

❱ TRIESTE

4 sabato ingresso liberoSalute BiodinamicaPresentazione dei principi dellaBiodinamica CranioSacrale, perpropria conoscenza o per diventarenuovo Professionista del Benesserein base alla Legge Nazionale 4/13.Dott.ssa Leonarda Majaron ore 10-12 a Trieste in piazza Benco 4 –terzo piano. Info 347 6910549.

6 lunedìAssociazione culturale ShantiRicominciano i corsi settimanali diHatha Yoga, Ashtanga VinyasanaYoga, Yoga in gravidanza, Qi GongArmonico, Qi Gong e Tao Yoga,Yoga Nidra, Ginnastica Cinese dei100 giorni. Varie possibilità diorario. Segreteria aperta da lun. aven. ore 17-19. Tel 040 3478445 -www.shanticenterts.it - Sede: viaCarducci 12 (TS)

6 lunedìQi Gong armonico e Tao YogaRillassamento - Riequilibrioposturale ed energetico attraversospecifiche sequenze di esercizi -Meditazione con il suono dellevocali come strumento diconoscenza e di espressione delproprio potenziale. Ogni lun. e/omerc. 17.30 -19. AssociazioneCulturale Shanti, via Carducci 12,TS. Tel 040 3478445 Info Sabrina334 1559187.

6 lunedì ingresso liberoPicasso, la vitalità fatta arteIn preparazione alla visita guidataalla mostra di Verona. Conferenzadi Leonardo Calvo e Alenka Deklic,docenti della Scuola d’arte UNINTdella Magna FraternitasUniversalis, alle ore 17.30 in viaMazzini 30 V° p. Info 333 4236902

8 mercoledì ingresso liberoEsame dell’irideIncontro individuale di 30 minuticon la Naturopata per l’esame del-l’iride, alla Parafarmacia alla Sta-zione, prenota il tuo appuntamentogratuito allo 040 415277.

9-11 giov.-sab. ingresso liberoScopri la qualità della tua acqua!Vieni a prenotare un’analisigratuita della tua acqua di casa.Scoprirai la quantità di residui fissiin essa contenuti, il pH el’importanza di questi valori perl’elemento essenziale della nostravita, alla Parafarmacia allaStazione. Info 040 415277.

10 venerdìYoga PosturaleInizia il corso di Yoga Posturale: unprogramma che unisce i principidello Yoga e quelli della ginnasticaposturale con l’obiettivo di

migliorare l’allineamento del corpoe generare benefici terapeuticitipici delle Asana dello Yoga. ConIlaria, ogni venerdì ore 17.30all’Assoc. Culturale Shanti, viaCarducci 12. Info 040 3478445.Lezioni di prova gratuite venerdì 10e 17 febbraio.

10 venerdì ingresso liberoYoga Nidra - conferenzaLo Yoga Nidra è un’antica tecnicameditativa che induce un profondoe naturale rilassamento eun’intensa rigenerazionepsicofisica. Con la pratica regolaresi sviluppa la capacità di espanderela propria coscienza per entrare inrelazione con il subconscio e inquesto modo individuare,visualizzare e rilasciare tensioniradicate che altrimenti ciimpediscono di esprimerciliberamente e vivere appieno ilnostro potenziale umano. Durantel’incontro verranno illustrate ledinamiche dello Yoga Nidra ediscusso il funzionamento dellamente umana. Seguirà una brevepratica di 30 min. Con Jan Budin.(Le lezioni si terranno ogni venerdìdal 17 febbraio, dalle 16.30 alle17.15). Presso AssociazioneCulturale Shanti, via Carducci 12.Info 040 3478445.

10 venerdì ingresso liberoIdee per una Morale UniversaleConferenza con il Dr. Guido Marotta,Presidente della Sez. Italiana dellaMagna Fraternitas Universalis -Dr. Serge Raynaud de la Ferrièrealle ore 19, nella sede di via Mazzini30, III piano. Info 333 4236902.

13 lunedì ingresso liberoGiornata di bellezzaMezz’ora dedicata a te per esseresempre perfetta: applicazione disieri e maschere per le esigenzedella tua pelle, in più make-up peruna base perfetta (fondotinta ecipria)! Approfitta di questi minicorsi gratuiti, prenota la tuaseduta allo 040 415277, allaParafarmacia alla Stazione.

13 lunedì ingresso liberoControllo del capelloControllo del capello e del cuoiocapelluto con la microcamera: percomprendere e trattare i problemialla base di forfora, diradamento ecaduta.Incontro su appuntamentoalla Parafarmacia alla Stazione,chiama 040 415277.

14 martedì ingresso liberoDenaro e PsicheLa tematica del denaro è spessoprofondamente conflittuale in noi:desiderato oppure aborrito,simbolo di libertà oppure dischiavitù. Come accade con lasessualità, sul denaro proiettiamo

le ombre del nostro inconscio,caricandolo dei nostri conflitti edelle nostre contraddizioni.Conferenza alle ore 20.30, ass.Metamorfosys, via San Francesco16. Info 347 9775427 Giorgio Berdon.

15 mercoledì ingresso liberoMeditare con i simboliImpariamo ad usare le chiaviuniversali che aprono le porte dellacomprensione interiore. Conferenzaintroduttiva al percorso dimeditazione per principianti coldott. Piero Vattovani, Ass. Espande,ore 18.30, v. Coroneo 15. Info 3358459003, www.trieste.espande.it.

16 giovedì ingresso liberoAnalisi bioenergetica –bodyscannerEffettua gratuitamente il test bio -energetico e scopri, accompagnatodal nostro biologo e naturopata, irimedi naturali che possono aiutartia riequilibrare il tuo organismo.Incontro alla Parafarmacia allaStazione, prenota il tuoappuntamento allo 040 415277.

17 venerdì ingresso liberoPercepire, vivere e pensare... ... in modo più consapevole con ilmetodo Yoga Ferriz-Ferrière.Conferenza e dimostrazione diFrancesca Bradamante e GuidoMarotta del Centro Culturale diYoga Jñanakanda alle ore 19 in viaMazzini 30 III° p. Info 333 4236902.

21 martedì ingresso liberoTraining autogeno erilassamentoImpariamo a scaricare le tensioni,a rilassarci per star meglio emigliorare concentrazione eperformance nello studio e nellavoro. Presentazione del corso edesperienza pratica col dott. PieroVattovani. Ass. Espande, ore 18.30,v. Coroneo 15. Info 335 8459003,www.trieste.espande.it.

22 mercoledìMassaggio con olio alle erbeViene proposto un metodosemplice, preciso ed efficace cheaiuta ad alleviare le tensioni diorigine muscolare e/o nervosa, avascolarizzare i tessuti e a ritrovareuno stato di benessere naturale. 6lezioni ogni merc. dalle 18.40 alle20.30. Seguirà un corso facoltativofino a maggio per praticare ciò cheè stato acquisito, affinando latecnica. Con attestato e dispensa.Associazione Culturale Shanti, viaCarducci 12, TS. Tel. 040 3478445.Info Sabrina 334 1559187.

22 mercoledì ingresso liberoTrucco e trattamento viso spaPrenota il tuo trattamento visogratuito: massaggio linfodrenante,prova di sieri e creme anti-age e

applicazione di un trucco leggeroper un incarnato luminoso eduniforme, alla Parafarmacia allaStazione. Info 040 415277.

23 giovedì ingresso liberoAllergie stagionali e nonAllergie stagionali e non: comeprevenirle e curarne i sintomi.Conferenza alle ore 17 allaParafarmacia alla Stazione.Prenota il tuo posto allo 040 415277.

25 sabatoIncontri con uoministraordinariSeminario Self con Sauro Tronconiove si considera il viaggio inOriente di Gurdjieff come lineaguida per trovare le anticheinformazioni che ancora oggipossiamo sfruttare per l’evoluzioneinteriore dell’Uomo. Info 040575648, www.trieste.espande.it.

Incontri con Legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle18 alle 20 nella sede di viaDonizetti, 5/a (presso il puntoinformativo dei soci di Trieste dellaBanca Popolare Etica). CircoloVerdeazzurro di LegambienteTrieste. Info 366 3430369, 3665239111, fax 040 9890553,[email protected] - Seguile nostre iniziative su Facebook e suwww.legambientetrieste.it

Alcolisti anonimi Alcolisti Anonimi ti può aiutare: citrovi in via Pendice Scoglietto 6tel.040 577388; in via dei Mille 18tel. 334 3400231; in via Lorenzetti60 tel. 366 3433400; in via S.Anastasio 14/10 tel. 334 3961763.

Resilienza - EsperienzaEvolutivaTrasformare lo Stress in CapacitàEvolutiva. Come? Mini workshopdomenica 12 febbraio, orario: 10-15.Chiusura iscrizioni giovedì 09/2.Trainer Sonia Rizzi,[email protected], 338 7592945.

Jing Tao - Essenza inMovimento Quando l’Arte Marziale diventaDanza. Stile che mantiene lefondamenta delle Arti Marzialiesaltandone la Fluidità l’Eleganzal’Equilibrio e l’Armonia. Per ogniDonna di questo Tempo. Lezione diprova gratuita. Trainer Sonia Rizzi,[email protected], 3387 592945.

❱ GORIZIA

1 mercoledìPalestra Corpo liberoProseguono i corsi di Hatha RajaYoga nella palestra Corpo libero aRonchi dei Legionari in via Roma15, lunedì e mercoledì ore 18-19.30 e

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giovedì ore 9.30-11. Info 0481 777737oppure Anna 0481 550041.

2 giovedìAssociazione SpazioorganizzaNuovo corso di Qi Gongterapeutico: il percorso ha cometema il movimento acqua collegatoa rene - vescica. Ogni giovedì ore17.15-18.15 presso la palestra Spazioa Lucinico in via Marega 26. InfoAnna 0481 550041.

6 lunedìAssociazione SpazioContinua al centro Spazio aLucinico in via Marega 26 il corso diHatha Raja Yoga con l’insegnanteAnna il lunedì dalle ore 9 alle 10.30.Info 0481 550041.

15 mercoledì ingresso liberoDenaro e PsicheLa tematica del denaro è spessoprofondamente conflittuale in noi:desiderato oppure aborrito,simbolo di libertà oppure dischiavitù. Come accade con lasessualità, sul denaro proiettiamole ombre del nostro inconscio,caricandolo dei nostri conflitti edelle nostre contraddizioni.Conferenza alle ore 20.30, barPosta, Corso Verdi 29. Info 3479775427 Giorgio Berdon.

❱ UDINE

1 mercoledìCostellazioni familiari peranimaliAiutando i nostri animali,aiutiamo anche noi stessi a capirechi siamo, perché il rapporto che cilega a loro non nasce mai per caso!Incontro alle ore 20 in viaMonastero Maggiore 20 a Cividaledel Friuli. Info 340 4113006 Nieves.

3-12 ven.-dom.Costellazioni familiariUn metodo efficace per guarire leferite del cuore! Il venerdì 03/02 e10/02 dalle ore 19 a Bagnaria Arsa ela domenica 05/02 e 12/02 dalle ore10 a San Giovanni al Natisone. Info340 4113006 Nieves.

4 e 19 sabato e domenicaIl Cammino di CrescitaInterioreA Codroipo (UD), con EnzoNastati, parleremo di CorpoIncorruttibile, attivazione delleforze del cervello, del cuore e dellaMerkabah, Leggi Cosmiche e altroancora. Info 0432 905724.

8 mercoledì ingresso liberoConosci le costellazionifamiliariVieni a provarle in prima personaper renderti conto di come questometodo riesca a risolvere i problemi

di vita e a donare serenità. Ore20.30, via S. Rocco 142 - GiacomoBo - www.ricerchedivita.it

13 lunedì ingresso liberoDenaro e PsicheLa tematica del denaro è spessoprofondamente conflittuale in noi:desiderato oppure aborrito,simbolo di libertà oppure dischiavitù. Come accade con lasessualità, sul denaro proiettiamole ombre del nostro inconscio,caricandolo dei nostri conflitti edelle nostre contraddizioni.Conferenza alle ore 20.30, sanitariaTrevisan, Reana del Rojale, viaCelio Nanino 129. Info 347 9775427Giorgio Berdon.

14 martedì ingresso liberoMeditare con i simboliImpariamo ad usare le chiaviuniversali che aprono le porte dellacomprensione interiore. Conferenzaintroduttiva al percorso dimeditazione col dott. PieroVattovani, ore 20.30, c/o COR viaGregorutti 9/1 Latisana. Info 3486090499, www.trieste.espande.it.

15 mercoledì ingresso liberoProva le costellazioni familiariE rimarrai stupito di come in pochiattimi questo metodo porti allaluce le vere dinamiche inconsce checausano i problemi della vita. Ore20.30, via S. Rocco 142 - GiacomoBo - www.ricerchedivita.it

19 domenicaIl giudice internoSeminario di crescita personale ore10-18. Conferenza di presentazionea ingresso libero giovedì 16 febbraioore 20.30 presso CentroArteMusica Campoformido. Info eiscrizioni 320 8974581www.centroartemusica.it.

❱ PORDENONE

12 domenicaGiornata di Meditazione conAzimaGiornata di Meditazione con Dott.Azima Rosciano, presso la sedeAssociazione Viaggio nella Vita inviale L. Zanussi 1 a Pordenone. Infoe prenotazioni:[email protected]

Incontro introduttivo Tantra La fisicità del corpo comeconsapevolezza dell’Essere. Venerdì10 marzo ore 20.30 presso l’Ass.Viaggio nella Vita a Pordenone.Info [email protected]

Corso Biotipi del nostro CorpoConoscere i biotipi del nostro corpoper capire dove colpisce lo stress ele nostre emozioni negative.Sabato 11 marzo all’AssociazioneViaggio nella Vita a Pordenone.Info [email protected]

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APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 2017SU WWW.KONRADNEWS.ORG GLI ANNUNCI DI MARZO ENTRO IL 18 FEBBRAIO

La rete di distribuzione che sostiene il giornale Il giornale si trova in molti punti ma i Luoghi di Konrad, oltre a distribuirlo, lo sostengono

e sono parte del progetto. Se hai un’attività commerciale o culturale e vuoi diventare un Luogo di Konrad: [email protected]

FARMACIA ALLA GIUSTIZIATrieste – piazza Libertà 6☎ 040 421125

ALBANO GARDENTrieste – via Battisti 8☎ 040 364484

LA BOTTEGA DELLE SPEZIETrieste – via Combi 12☎ 040 303555

BANCA ETICATrieste – via del Coroneo 31/2

I DOLCI DI FULVIOTrieste – via Donadoni 33

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