soprannomi teofori e soprannomi «servili» romani

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SOPRANNOMI TEOFORI E SOPRANNOMI «SERVILI» ROMANI Author(s): Fabio Mora Source: Aevum, Anno 60, Fasc. 1 (gennaio-aprile 1986), pp. 47-49 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20858024 . Accessed: 14/06/2014 06:47 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.21 on Sat, 14 Jun 2014 06:47:00 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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SOPRANNOMI TEOFORI E SOPRANNOMI «SERVILI» ROMANIAuthor(s): Fabio MoraSource: Aevum, Anno 60, Fasc. 1 (gennaio-aprile 1986), pp. 47-49Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20858024 .

Accessed: 14/06/2014 06:47

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SOPRANNOMI TEOFORI E SOPRANNOMI ?SERVILI? ROMANI

In un passo di Plinio (N. H. 7, 54), che dipende da Val. Max. 9,14, sono ricordati diversi casi in cui ad un patrizio romano sarebbe stato attribuito un soprannome in virtu della sua

somiglianza con uno schiavo, un mimo o comunque con qualche appartenente alle classi infe riori. In particolare il Malaise *, nelPambito di un'analisi del valore religioso dei nomi teo fori isiaci, sfrutta ampiamente la notizia, accennando alle indebite conclusioni che altrimenti si sarebbero potute trarre dal soprannome Serapion di T. Cornelius Scipio Nasica, console nel 138.

A nostro avviso e invece probabile che questa tradizione antica fosse intesa a ?nasconde re? il valore religioso di tali soprannomi, come cercheremo di mostrare in questa breve nota; tutti i soprannomi (tranne forse Salvitto) ricordati in questa pericope sono infatti pienamente comprensibili sul piano linguistico: la loro interpretazione in chiave aneddotica non e quindi rivolta a spiegare un dato ormai ?opaco?, ma piuttosto a dargli un significato di verso, censu rando ? in vari casi ? la relazione con culti stranieri e ?punendo? in ogni modo la scelta di questi soprannomi con una loro interpretazione ?servile? (analoga allo sfruttamento pro pagandistico dei ?sosia? di bassa condizione sociale di taluni personaggi politici); Pimproba bilit& di queste spiegazioni risulta anche dal fatto che esse pretendono di spiegare il soprannome di una personality pubblica con un particolare che non poteva essere evidente ai piu2: obie

zione, questa, che viene a cadere se la spiegazione e invece rivolta ad infangare, nella propa ganda coeva, una scelta considerata inaccettabile od una personalita politica invisa.

Nella notizia citata Pesemplificazione inizia, dopo le tradizioni poco attendibili (Plin. H. N. 7, 54 = Val. Max. 9, 14, 1) relative ai sosia di Antioco e di Pompeo

3 con Pidea che

il padre di Pompeo Magno, Cn. Pompeius Strabo, console nelP89, fosse stato soprannomina to Menogenes per la sua somiglianza con un cuoco (Plin. H. N. 7, 54 = Val. Max. 9, 14, 3: ...sordidum eius nomen repellere a se non valuit): poco piu oltre (Plin. H. N. 7, 55 =

Val. Max. 9, 14,5) lo stesso soprannome di Valerius Messala4 viene spiegato con la somi

glianza con un attore.

Due esempi, tra quelli qui ricordati, riguardano la gens degli Scipioni: il soprannome, gia ricordato, di Serapion assunto da P. Cornelius Nasica, console nel 138, spiegato con la sua somiglianza con lo schiavo di un mercante di porci (Plin. H. Nl, 54) o con un victimarius

(Val. Max. 9, 14, 3) e la menzione di uno Scipione, detto Salvitto per la sua somiglianza con un mimo (Plin., I.e.) o per Pindegnita della sua condotta (ad opprobrium vitae: Svet. Iul. 59, 2).

Traccia del soprannome attribuito a Scipione Nasica e delle polemiche ad esso legate e anche

1 M. Malaise, Les conditions de penetration et de diffusion des cultes igyptiennes en Italie, Leiden 1972, p. 25. 2 Anche quando la somiglianza e con attori si tratta di attori d'infimo grado, e quindi ben poco noti. 3 In quest'ultimo caso vi e anche la volonta di attribuire a Pompeo un aspetto, e quindi un animo, non nobile. 4 Espulso (forse) dal Senato nel 70 a. C, console nel 61, censore nel 55, tre volte interrex: F. Munzer, RE VIII

A 1 (1955), s.v. Valerius, n. 266, coll. 162-165; nei Fasti e invece ricordato il soprannome Nigro (F. Hydat.).

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48 F. MORA

in Cicerone che in una letter a ad Attico (VI 1,17) si stupisce e lamenta dell'err ore di Metello, che aveva dedicato una statua di Nasica indicandolo col soprannome Serapion, errore che, inizialmente, sperava frutto delPesecutore materiale, dello schiavo (At mehercule ego, cum in turma inauratarum equestrium, quas hie Metellus in Capitolio posuit, animadvertissem in Serapionis subscritione Africani imaginem, erratum fabrile putavi, nunc video Metelli).

Anche le lezioni del Chronicon Pascale (Nocatxaprcoo) e di Fasti Hydat. (Nasica Rabione) seni or ano presupporre questo soprannome, accettato dal CIL e dal Miinzer5; questi anzi sulla base di un altro passo pliniano (TV. H. 21, 10), in cui si ricorda una notizia simile per un Cornelio Scipione morto durante il consolato (tribunatu del testo manoscritto e correntemen te emendato in consolatu), come avvenne al figlio di Nasica, attribuisce anche a quest'ultimo il soprannome Serapion6: potrebbe anche trattarsi di un doppione della notizia precedente,

ma questa soluzione pud rappresentare, in mancanza di piu precisi elementi di giudizio, un'in debita lectio facilior. A queste notizie si aggiunge poi Paffermazione delP epitome di Livio, libro LV, per cui a Nasica padre (n. 354) il soprannome fu attribuito ab inridente Curatio tribuno plebis, dopo un abuso di potere da parte di Scipione: purtroppo e difficile stabilire se si tratti di affermazione di Livio o dell'epitomatore, che integri la fonte sulla base della tradizione pliniana; ma la polemica su Nasica era gia viva alPepoca di Cicerone, (cui si deve Pidealizzazione del personaggio) e quindi potrebbe essere rispecchiata da questa tradizione, anche se la notizia fosse liviana. Se anche il soprannome fosse stato effettivamente subito da Scipione, il riferimento era in ogni caso, a nostro avviso, al culto di Serapide (cio che

giustificherebbe la gravita della polemica), e forse da mettere in relazione con gli interessi che la famiglia degli Scipioni aveva in Grecia (dove alia fine si ritiro Scipione Nasica ?Sera

pion?). D'altronde il secondo Emiliano era stato onorato nel 134 a Delo (ID 1842, dedica ad Apollo Artemide Leto) da un Lucius Babullius devoto anche di Serapide e della Dea Syria, mentre alcuni senatori s'erano fattivamente mossi per ottenere la riapertura del santuario di

Serapide a Delo verso il 164: un Tiberius Claudius Tiberif., P. Porcius Leca1, M. Fonteius

G.f., pretore del 166. (ID 1510). Scipione Salvitto, invece, era stato ?usato? da Cesare (ibid.) per eludere i vaticini secon

do cui i successi e la vittoria in Africa erano legati per destino alia famiglia degli Scipioni: appare quindi probabile che la tradizione aristocratica gli si accanisse contro, insistendo sulla vergogna costituita dal suo essere un transfuga verso le file del partito cesariano; il sopranno me Salvitto sarebbe quindi ignominioso solo in quanto forma plebea di Scipio Salvidienus

(Orfitus)8, adottata per motivi politici da un ?transfuga? ideologico9. La somiglianza dei consoli del 57, Lentulo e Metello, con due attori d'infimo grado (se

cundarum tertiarumque), cui si dovrebbero secondo Plin. N H. 7, 54 = Val. Max. 9, 14, 4 i loro rispettivi soprannomi di Spinther (attestato anche, per lui e per il figlio, e quindi per la gens, in Dione Cassio 39, 16 s.) e Pamphilus, va inquadrata nel contesto delle aspre lotte politiche del I sec. a.C: a due attori simili ai consoli si era forse attribuito il loro sopran nome ? di carattere non tradizionale ? cosi da poterli porre in ridicolo sulla scena (non si tratterebbe, quindi, a nostro avviso, di una ?spiacevole coincidenza?, come afferma Plinio: in quo perquam inportune fortuitum hoc quoque fuit, duorum simul consulum in scaena

imagines cerni). Appare maggiormente attendibile la notizia (Plin. N H. 1, 55 = Val. Max.

9, 14, 5) per cui il soprannome di Curione padre era dovuto alia somiglianza (nella dizione!)

5 s.v. Cornelius, RE IV, n. 354 (1901), coll. 1501-1504. 6 Ibid., n. 355, coll. 1504-1505. i H. Gundel, s.v. Porcius, n. 20, RE XXII 1 (1953), col. 214. 8 E. Groag, PIR II 357, n. 1444; la famiglia compare spesso nella prima eta imperiale. 9 Viene cosi a cadere Pobiezione di A. Garzetti, ad. Plut., Caes. 52, 5 (Firenze 1954, p. 179), che non vede perche,

se si accetta Pequazione Salvitto = Salvidienus, il nome Salvitto dovesse essere considerato ignominioso.

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SOPRANNOMI TEOFORI E SOPRANNOMI ?SERVILI? ROMANI 49

con Pattore Burbuleius; per la stessa fonte il nome di L. Plancus divenne il soprannome del Pattore Rubrius: e piu probabile che questi avesse adottato il gentilizio quale cliente o liberto. La straordinaria somiglianza delPavvocato Cassio Severo con il gladiatore Armentarius e quella del proconsole Sura con un pescatore siciliano, menzionate al termine di questo passo plinia no (7,55), non sono poste in relazione con i loro soprannomi (la disgressione pliniana e in realta incentrata sul carattere sorprendente delle somiglianze, non sul problema dei sopranno mi): Pinsistenza su queste somiglianze era forse intesa, come la tradizione sui sosia di Pompeo Magno, a negare a questi personaggi il vanto di un nobile aspetto 10.

Per concludere ci sembra significativa la menzione di nomi teofori per alcuni grandi per sonalita politiche romane (Serapion, pur con i problemi ricordati, per Scipione Nasica, il grande avversario dei Gracchi, Menogenes

? il nome rinvia forse al culto di Attis11 ? per Pompeo Strabone, padre di Pompeo Magno, e Messala) soprattutto perche le fonti antiche hanno sentito la necessita di nascondere il vero valore di questi soprannomi. L'idea, qui affermata, che Puso di soprannomi teofori risultasse fortemente irregolare nel mondo romano concorda del resto con le conclusioni delPanalisi dei nomi teofori isiaci in Italia compiuta dal Malai se 12, per cui tali nomi erano portati quasi esclusivamente da orientali: diversamente dal Ma laise riteniamo pero che ai nomi teofori venisse riconosciuto un notevole significato religioso, che determinerebbe appunto la ritrosia italica, ed ancor piu dei patrizi romani, ad accettarli.

Fabio Mora

10 Cassio Severo, grande avvocato d'epoca augustea, su cui vedi V. Broska, s.v. Cassius, n. 89, RE III (1899), coll. 1744-1749, era effettivamente di umile origine.

11 Nel mondo greco-romano Attis e spesso identificato col dio lunare Men e venerato quindi col nome di Menoty rannus: R. Gusmani, Le Religioni dell'Asia minore nelprimo millennio a.C, in G. Castellani (ed.), Storia delle Reli

gioni, Torino 1970, vol. Ill, pp. 293-341, partic. 331, n. 2. 12 M. Malaise, Les conditions..., cit.

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