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INDICE
Normativa ed emergenza pag. 1 - 10
Dotazioni e zattere di salvataggio 11 - 20
Imbarcazioni di salvataggio 21 - 35
Dispositivi per l‟ammaino ed il salvataggio 36 - 43Salvataggio 44 - 59
Sopravvivenza 60 - 68
Prevenzione e difesa contro l‟incendio 69 - 80
Soccorso sanitario 81 - 95
Salvataggio naufrago 96 - 98
IAMSAR – Ricerche SAR 99 - 109
Standard Marine Communication Phrases
Parte Prima Informazioni generali 110/114
Glossario 114/121
Comunicazioni di soccorso 122/126
Comunicazioni per la ricercaed il salvataggio 126/128
Uomo in mare 129
Assistenza medica 129
Operazioni con l‟elicottero. 130
Sicurezza a bordo 131
Avviso all‟equipaggio e passeggeri 131/132
Controlli 132/134
Ordini di evacuazione 134
Ruolo d‟appello 134/135
Ordini di Abbandono nave 135/136
Comportamento nei mezzi S. 136Prevenzione e lotta all‟incendio 137/143
Cura dei passeggeri 143/148
Messaggio di soccorso 149
Messaggio d‟urgenza 150
Messaggio di sicurezza 151
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Sopravvivenza e Salvataggio in mare
La normativa nazionale ed internazionale prevede un breve corso d‟addestramento per tutti i
marittimi che si avviano alla loro attività sul mare. Esso è finalizzato a far acquisire ai discenti un
minimo di conoscenze e capacità comportamentali, nel caso occorresse a bordo la situazione piùdrammatica immaginabile: il rischio concreto che la nave possa inabissarsi in breve tempo e
costringere le anime di bordo ad abbandonarla, affidandosi ai mezzi di salvataggio.
Non è eccessivo ricordare che, in mezzo al mare, il luogo più sicuro resta sempre la nave e
che, solo quando arriva l‟ordine del Comandante, bisogna affrontare l‟incognita del salvataggio.
Mai bisogna farsi prendere dal panico e, neanche nelle avarie o negli incidenti più gravi, bisogna
abbandonare la nave di propria iniziativa. Ricordarsi di avere sempre cura del proprio salvagente e
tenerlo sempre riposto in luogo sicuro, ma facilmente accessibile. Nei mari gelidi in particolare, ma
in ogni caso sempre, assicurarsi della posizione delle tute d’immersione e delle vesti termiche.Il salvataggio, nella sua accezione ristretta intende tutte le operazioni necessarie per la
migliore riuscita dell‟abbandono della nave, ma nel suo significato più ampio comprende tutte le
azioni indispensabili per salvare una o più vite che sono in pericolo in mare.La sopravvivenza è l‟apprendimento di tutte le tecniche applicabili e l‟impiego dei materiali
disponibili per prolungare al massimo, con il minimo di sofferenze, la situazione estrema di
naufrago o d‟uomo in mare.
Ricordarsi sempre che la nave galleggia grazie alla sua impermeabilità e che si mantiene dritta
grazie alla propria stabilità, condizioni che bisogna tenere sotto controllo in continuazione.
La prima regola per essere un buon marittimo è conoscere bene la nave, anche nei particolari
che possono sembrare superflui per lo svolgimento del proprio lavoro di bordo, in particolare
conoscere tutte le vie di sfuggita all‟occorrenza.
La seconda regola è di controllare ogni locale e le attrezzature con attenzione e di far rilevare,
a chi è di competenza, qualsiasi anomalia, anche la più banale.
Un pezzo di straccio unto, abbandonato in una sentina sporca, è sufficiente perinnescare una catena d’eventi che possono portare alla perdita della nave e dei suoi imbarcati!
Un portellino di murata, chiuso approssimativamente può essere l’origine della
disgrazia limite.Una rizza tesata male può comportare l’origine di un disastro. IL MARE NON PERDONA: L’IGNORANZA, L’INDOLENZA, LA DISTRAZIONE E LA SUPPONENZA.
Normativa
La normativa internazionale e nazionale, che regola questo particolare momento della vita in
mare, è particolarmente ricca ed in continua evoluzione con il progresso delle tecniche e delle
attrezzature. Di seguito vi elenchiamo le più importanti normative con la preoccupazione di non
essere esaustivi sull‟argomento, ma sicuri di fornire le più importanti.
1) SOLAS ‟74 e successivi emendamenti
2) International Live-Saving Appliance Code (1996)
3) STCW „78/95
4) IAMSAR
5) DPR n°435/91 “Regolamento per la Sicurezza della Navigazione”
6) Codice Internazionale per la Gestione della Sicurezza (ISM Code)
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c) l'armamento delle imbarcazioni di salvataggio, comprese le sistemazioni
radioelettriche e gli apparecchi radio portatili ove esistano;
d) l'imbarco delle persone sulle imbarcazioni di salvataggio e l‟ammaino di queste;
e) l‟armamento e la messa in mare delle zattere e degli apparecchi galleggianti,
l‟imbarco delle persone sulle zattere di salvataggio;
f) l‟estinzione degli incendi;
g) l‟uso dei mezzi di comunicazione.
3) Sulle navi che trasportano passeggeri, il ruolo d‟appello deve indicare, inoltre i punti di
riunione dei passeggeri nei casi d‟emergenza e deve stabilire le consegne di ciascun elemento
del personale del servizio di camera con speciale riguardo ai seguenti adempimenti:
h) avvisare i passeggeri;
i) curare che i passeggeri siano convenientemente vestiti e che indossino le cinture disalvataggio in modo appropriato, assicurandosi che nessuno sia rimasto nelle cabine o
in altri locali d‟alloggio;
j) tenere l‟ordine tra i passeggeri e nelle scale e, in genere, regolare il movimento dei
passeggeri;k) radunare i passeggeri ai punti di riunione;
l) disciplinare l‟imbarco dei passeggeri sui mezzi di salvataggio;
m) curare che una conveniente provvista di coperte sia collocata nelle imbarcazioni;
n) impiegare la squadra di pronto intervento
4) Nel ruolo d‟appello debbono essere specificati, oltre ai segnali previsti per i casi
d‟allarme all‟art.247, i particolari segnali per richiamare l‟equipaggio ai propri posti per le
imbarcazioni e per le zattere e per i casi d‟incendio. Tutti questi segnali devono essere
azionati dal ponte di comando.
5) Il ruolo d‟appello deve specificare i nominativi degli ufficiali e dei loro sostituti,
incaricati ad assicurare che i mezzi di salvataggio ed i mezzi antincendio siano mantenuti in buone condizioni e pronti per l‟impiego immediato.
Art. 204 (Libretto o scheda personale)
1) Prima della partenza della nave, il comando deve munire ogni componente
dell‟equipaggio di un libretto o scheda personale che contenga oltre le generalità:
a) la qualifica relativa allo specifico servizio assegnatogli a bordo;
b) La destinazione nei casi d‟emergenza e le relative consegne da seguire.
2) Tutti i componenti l‟equipaggio devono conoscere il contenuto del proprio libretto oscheda personale.
Dopo l‟analisi di questi articoli e con riferimento ad altre disposizioni del D.P.R. per
fronteggiare le varie situazioni di emergenza sono previste a bordo delle navi varie squadre
e/o drappelli. Esse sono legate alle caratteristiche della nave, al tipo di impiego ed alla forza
della tabella d‟armamento. A titolo esemplificativo, su un grosso traghetto passeggeri,
abbiamo rilevato sul ruolo di emergenza le seguenti squadre o drappelli:
Drappello A: Approntamento e Ammaino lance
Drappello B: Armo lance di salvataggio
Drappello C: Approntamento ed ammaino zattere
Drappello D: Responsabili zattere
Drappello E: Trasporto coperte – Tute termiche/immersione
Drappello F: Ordine ed assistenza passeggeriDrappello G: Diesel d‟emergenza
Drappello H: Uomo in mare
Drappello I: Pronto intervento
Drappello L: Squadra vigili del fuoco o squadra antincendio
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Drappello M: Distesa manichette e trasporto estintori
Drappello O: Zone antincendio
Drappello N: Intercettazione vie d‟aria e ventilazione.
Drappello P: Impianti fissi
Drappello Q: Drappello pronto soccorso
Nonostante la sua lunghezza, quest‟elenco può considerarsi non esaustivo. Le situazioni diemergenza a bordo assumono sempre delle caratteristiche differenti con momenti
imprevedibili. Essenziali sono le capacità di duttilità e improvvisazione dei dirigenti, dei capi
squadra e del personale, in grado di adeguarsi alle necessità contingenti. Ciò si acquisisce con
l‟affiatamento e l‟abilità fornita dalle esercitazioni.
Nel merito dell‟addestramento, specificatamente per l‟abbandono nave, l‟art. 233 del
D.P.R. prevede:
1) Sulle navi passeggeri l’appello dell’equipaggio per le esercitazioni delle imbarcazioni
deve avvenire, se possibile, almeno una volta la settimana: in ogni caso tale appello
deve avere luogo quando la nave l ascia l’ultimo porto di partenza per un viaggio
internazionale lungo.
2) Per le navi da carico abilitate a navigazione nazionale o più estesa ogni membrodell’equipaggio deve partecipare mensilmente ad almeno un’esercitazione di
abbandono nave. Le esercitazioni dell’equipaggio devono essere effettuate entro le 24
ore successive la partenza della nave da un porto se più del 25% dell’equipaggio non
ha partecipato, nel mese precedente, ad una esercitazione di abbandono nave.
3) Sulle navi passeggeri abilitate a navigazione internazionale lunga deve essere fatto un
appello dei passeggeri per esercitazione di abbandono nave entro 24 ore dalla
partenza.
Tale esercitazione deve comprendere:
- la chiamata dei passeggeri e dell’equipaggio ai punti di riunione, mediante l’allarme
prescritto e la verifica che essi siano consapevoli dell’ordine di abbandono nave
specificato nel ruolo di appello;- la presentazione delle persone ai punti di riunione e la preparazione per i compiti
descritti nel ruolo d’appello;
- la verifica che passeggeri ed equipaggio siano vestiti in modo appropriato;
- il controllo che le cinture di salvataggio siano indossate correttamente;
- la preparazione per la messa a mare, la messa in moto ed il funzionamento del motore e
l’ammaino di almeno una imbarcazione di salvataggio;
- la manovra delle gru delle zattere di salvataggio ammainabili;
- la prova dell’illuminazione di emergenza dei punti di riunione e di abbandono nave.
Per maggiori conoscenze sull‟argomento si rinvia allo studio delle seguenti regole della
SOLAS (ed.2001), Cap. III , Parte B : 8 – 9 – 10 - 19 – 20 – 27 – 29 - 30 - 35 – 36 - 37
L‟addestramento e la preparazione del personale imbarcato è la pietra angolare su cui va
costruito tutto il progetto della sicurezza di bordo. E‟ lapalissiano, che pur avendo tutti gli
impianti e gli apparati al massimo dell‟efficienza ed aver effettuato la più razionale
distribuzione del personale ai vari incarichi, se questo personale non è adeguatamente
preparato ed addestrato ad affrontare qualsiasi avaria, tutto l‟apparato risulta inutile.
La normativa nazionale ed internazionale prevede tutta una serie di specifiche
esercitazioni, cadenzate con precisi periodi durante la permanenza a bordo. La STCW 78/95
ha definito, in modo molto dettagliato, quali sono le nozioni minime di cui le varie categoriedi bordo devono essere corredate e le certificazioni che comprovano particolari addestramenti
mirati, mentre l‟ISM, indirizza alle Società la responsabilità sul controllo e sull‟integrazione
della preparazione e dell‟addestramento del personale destinato ad imbarcare sulle proprie
navi. I Port State Control, sono organismi delle varie nazioni, competenti e preparati a
controllare gli standards e l‟efficienza di tutte le navi. Attraverso memorandum sottoscritti da
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nazioni che si affacciano sugli stessi mari, sono state cedute parti delle rispettive sovranità
nazionali a questi enti, com‟è indicato dall‟ISM. Oggi, ogni nave e gli equipaggi di qualunque
bandiera, possono essere controllati ed esaminati dal PSC di qualsiasi nazione.
La nuova normativa, pertanto, impone che chiunque imbarchi su una nave deve avere delle
conoscenze del mezzo ed aver effettuato un training di familiarizzazione, delle cui
acquisizioni è responsabile la società armatrice. Il comandante della nave deve curare
l‟addestramento del personale, ma la nuova filosofia della sicurezza pretende che ognisingolo membro dell’equipaggio sia responsabile della propria preparazione e la sua
indifferenza o indolenza obbliga il Comandante a sbarcarlo! Il certificato rilasciato alla fine del corso è essenziale ed indispensabile per imbarcare su
ogni nave.
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Le Comunicazioni
Nell‟escursione degli argomenti che devono essere approfonditi per affrontare le situazioni
d‟emergenza, merita una particolare attenzione il tema delle comunicazioni.
E‟ essenziale che le comunicazioni nelle condizioni critiche avvengano in forma sintetica,
con termini appropriati, al momento opportuno ed in maniera chiara. Quest‟assioma è ancora più importante sulle navi odierne che tendono sempre più ad imbarcare equipaggi multietnici.
Tutti devono essere messi in condizioni di comprendere le disposizioni ordinate ed un
linguaggio dedicato e specializzato va imponendosi, richiedendo una particolare attenzione
durante la preparazione, l‟addestramento e la certificazione del personale di bordo. L‟inglese
è la base di questo linguaggio ed uno sforzo ulteriore va imposto agli istruttori, nel preparare i
marittimi alla vita di bordo, offrendo almeno delle conoscenze schematiche dei termini
utilizzabili in emergenza. Di questo si è interessata l‟IMO che ha progettato la pubblicazione
di un testo comprendente frasi elementari destinate all‟attività marinara. Lo StandardMarine Communication Phrases.
Le azioni da eseguire in un momento d‟emergenza vanno svolte in sincronia e rispettandouna sequenza precisa ed ordinata. I ritardi o la confusione che possano derivare dal mancato
coordinamento tra gli addetti all‟intervento possono diventare esiziali per tutti.
Le comunicazioni a bordo possono effettuarsi:
a) a viva voce
b) con i gesti
c) a mezzo d‟apparati diffusori
d) per mezzo di telefono
e) a mezzo strumenti sonori (fischio, sirena, campana, campanelli e cicalini).
f) A mezzo d‟apparati radio VHF.
Il rapporto a viva voce è certamente il più funzionale perché consente di percepire se la
comunicazione è stata recepita e se viene eseguita nel mondo giusto. Esso si adotta nelle varie
squadre d‟emergenza ed è usato nelle operazioni di team. E‟ indispensabile che tutti gli
interlocutori abbiano una lingua comune e che il linguaggio espresso sia intelligibile ad
ognuno. E‟ opportuno che durante le esercitazioni si usino sempre le stesse frasi semplici e
che esse siano state comprese e siano comprensibili a tutti.
In situazioni particolari, il linguaggio dei gesti è il più percettibile ed efficace. In caso di
ressa o d‟ambiente molto rumoroso ovvero di distanze eccessive per sentirsi ma sufficienti per
vedersi, un gesto convenzionale può risolvere una situazione. Per quanto nell‟era della
tecnologia sembra assurdo dover ricorrere al più vecchio sistema di comunicazione esistentetra gli uomini, l‟esperienza dimostra che esso, in certi frangenti, è l‟unico possibile.
Individuare alcuni gesti, codificarli e sperimentarli durante le esercitazioni consente di
superare ostacoli insormontabili in alcune circostanze estreme. Per esempio, durante un
abbandono nave, tra i vari operatori dei mezzi di salvataggio capirsi anche a gesti sarebbe
ottimale.
La tecnologia moderna, con il sistema d‟audio-diffusione, da determinate postazioni (es.
Ponte di comando) permette di fare arrivare un messaggio vocale in qualsiasi punto della nave
con gli altoparlanti. Questo sistema consente ad una sola persona di inviare messaggi,
informazioni od ordini, in tutta la nave o, solo, a delle particolari zone di essa. La sintesi e la
chiarezza di linguaggio, con questo mezzo, sono indispensabili. La limitazione insita inquesto sistema è l‟impossibilità da parte di chi emana l‟ordine, di acquisire la sicurezza della
ricezione della comunicazione da parte dei soggetti interessati ad esso ed anche
l‟impossibilità di escludere dalla ricezione persone che sarebbe meglio non allarmare.
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Il telefono è l‟apparecchiatura che consente a due persone di scambiarsi informazioni.
Questo mezzo è molto limitato perché permette solo il colloquio tra due persone da postazioni
fisse. Resta indispensabile per comunicazioni riservate ovvero dirette tra i big di bordo nel
senso gerarchico. Ad esempio tra ponte di comando e posti di manovra, tra ponte di comando
e centrale operativa di macchina, tra comandante e direttore di macchina e così via.
I sistemi collettivi d‟ordine più efficaci, per far pervenire in ogni locale della nave un
segnale convenzionale erano, finora, il fischio, la sirena e la campana di bordo. Con l‟avvento
del gigantismo nell‟ambito della costruzione navale, essi non sono più sufficienti ed è stato
necessario disseminare ogni ambiente di bordo di altoparlanti, campanelli e cicalini, in modo
da consentire che il segnale convenzionale venga certamente udito in qualsiasi anfratto della
nave. Sulle navi passeggere esiste, in parallelo al sistema d‟ordini collettivi generale, una
linea che serve solo i locali riservati all‟equipaggio.
I segnali convenzionali più importanti che ogni persona di bordo deve conoscere sono
riportati nel capitolo V art. 247 del D.P.R. n. 435/91:a) << uomo in mare>> uno squillo di sirena oppure un colpo lungo di fischio quando manchi la
sirena. b) <<incendio grave a bordo>> due squilli lunghi di sirena oppure due colpi lunghi di fischio,
quando manchi la sirena; tale segnale deve essere seguito dal suono rapido e continuo, per non
meno di 10 secondi delle campane e dei campanelli d‟allarme di bordo con l‟indicazione, a
mezzo altoparlante, del punto dove si trova il focolaio d‟incendio.
c) <<allarme generale d‟emergenza>> una successione di non meno di sette colpi brevi di
fischio o squilli brevi di sirena, seguiti da uno lungo, insieme con il suono delle suonerie
d‟allarme e degli altri apparecchi sonori eventualmente esistenti nei vari locali.
I l f ischio e la sir ena possono essere usati per dare indicazioni elementar i di manovra al lescialuppe addette alle operazioni di “uomo in mare”, come statuisce il para 3° dell’art.250 del
D.P.R. 435 e cioè:
- un fischio breve -- accostare a dritta.
- due fischi brevi -- -- accostare a sinistra
- tre fischi brevi -- -- -- governare alla via
- quattro fischi brevi -- -- -- -- ritornate a bordo.
Molto uti li zzati sono gl i apparecchi radio portatili che lavorano nell a banda dell e altefr equenze e consentono i coll egamenti tra i vari ambienti dell a nave. La loro facil i tàditrasporto permette di tenere collegati tra loro i centr i nevralgici per qualsiasi operazioned’emergenza. Importante è comunicare con frasi brevi e intelligibili sforzandosi di tenere
sempre li beri i canali di comunicazione. Inol tre èimportante, nei momenti opportun i, segnaresu un piano dell a nave, di quell i min i -size da consegnare agli operatori , i punti dove esistonole zone d’ombra e verificarle con certa assiduità perché possono facilmente cambiare.
Nel complesso degli impianti di comunicazioni possono inserir si tutti gl i impianti avvisatori , particolarmente d’incendio, che sono disseminati per la nave. Alcuni di essi vengono attivati
da vari pulsanti manuali, ubicati in vari locali, e mettono in funzione, dopo la rottura di unvetrino o la compressione del tasto, le suonerie del ponte o altra centrale d’emergenza
presidiata. Questi pulsanti consentono, accendendo dei led su piani sinottici, di individuare il punto da dove parte l’allarme.
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Ricordarsi che per ogni comunicazione è necessaria: sintesi, chiarezza, intellegibilità e calma.
La regola 6 del Cap.III della Solas definisce alcune norme sulle caratteristiche dei sistemi di comunicazioneobbligatori per la sicurezza.
Allarme
Incendio
Allarme
Uomo in
mare
Diffusore
Ordini SCHEMA IMPIANTO
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MEZZI DI SALVATAGGIO
Veniamo ora a descrivere i mezzi di salvataggio disponibili a bordo come sono definiti nella
SOLAS:
Salvagente anulare
Questo dispositivo è costituito da una ciambella di materiale galleggiante solido, dalle
dimensioni minime di 80 cm di diametro esterno e 40 di diametro interno e non pesrare meno di 2,5
Kg. Esso deve essere capace di sostenere, durante il galleggiamento, un peso di ferro di kg 14,5 per
almeno 24 ore. Deve assorbire una caduta in mare, da almeno 30 metri, senza subire danni. E‟
corredato di una sagola di 9,5 mm fissata nella corona esterna in quattro punti, che formano quattro
festoni uguali.
Il numero di salvagenti anulari da installare a bordo dipende dal tipo di nave e dalla sua
lunghezza. Distribuiti egualmente e, possibilmente, simmetrici ai lati della nave, sono sistemati
vicino ai bordi delle murate per essere facilmente accessibili; almeno uno deve essere in prossimità
della poppa. Il 50% del totale deve essere munito di una lampadina, capace di emanare una luce di
due cd omnidirezionale con autonomia di almeno due ore. Come minimo due salvagenti, uno per
lato, devono essere dotati di sagola galleggiante, d. 8mm, di lunghezza di 30 metri ovvero pari al
doppio dell‟altezza dal mare a nave scarica del suo punto di appiglio. Due salvagenti devono essere
sistemati, sulle alette del ponte di comando con uno scivolo, tenuti da una chiavarda facilmente
estraibile, ognuno corredato di una luce e di un segnale insommergibile, che emette un fumo
arancione per almeno quindici minuti quando attivato dall‟acqua di mare.
I salvagenti anulari possono utilizzarsi in diversi casi, ma in particolare essi devono esseregettati fuoribordo, dal lato ove è caduto il naufrago, appena si sente il grido di “Uomo in
mare” . Su ogni salvagente deve essere segnato il nome della nave ed il compartimento.
Manutenzioni: Periodicamente, almeno una volta la settimana, bisogna controllare che tutti i salvagentisiano al loro posto, verificare che siano in buono stato, che le sagole non siano fradice e che le luci funzionino.Va verificato la tenuta della sagola a festoni nei quattro punti di fissaggio e ripreso il nome ed il compartimentoscritto sulla corona, facilmente cancellato dalle intemperie cui sono esposti.
Giubbotti di Salvataggio.Questi indumenti devono essere le vestimenta più curate e gelosamente custodite dal personale di
bordo. In qualche caso sono l‟ultima risorsa tra la sopravvivenza e la morte per annegamento.
Il giubbotto deve: essere incombustibile… essere indossato, senza aiuto, da chiunque, in meno
di un minuto… essere semplice da indossarsi … consentire al naufrago un salto di almeno 4,5 m
senza procurargli infortuni e senza danneggiarsi…mantenere la bocca della persona ad almeno 12 cm dal livello del mare… raddrizzare, in mare, da qualsiasi posizione, una persona incosciente
nell‟arco di cinque secondi e posizionarla in modo supino … non perdere più del 5% della sua
galleggiabilità nelle 24 ore … consentire brevi nuotate… permettere di salire su un mezzo di
salvataggio…
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Un giubbotto può essere anche gonfiabile. In questo caso deve avere, oltre alle caratteristiche su
descritte, le caratteristiche di gonfiarsi automaticamente, riempirsi d'aria manualmente ed essere
capace di gonfiarsi soffiando con la bocca. In tutti i casi deve mantenere la galleggiabilità anche se
uno dei due compartimenti si sgonfia.
Tutti i giubbotti devono essere corredati di:
Un fischietto.
Una lampada bianca della luminosità di 0,75 cd. con un‟autonomia luminosa di
otto ore ed essere visibile per il più ampio settore possibile. (Se la lampada è una lampada a flash
deve essere munita di un interruttore, non avere lenti che concentrano il raggio di luce e
lampeggiare ad una frequenza non superiore a cinquanta spot al minuto, con intensità minima di
0,75 cd.)
A bordo ci devono essere, adeguatamente e razionalmente sistemati, tanti giubotti quante sono le
persone imbarcate, delle quali almeno un 10% del tipo per bambini sul totale delle cinture(Solas
cap.III reg.7 para 2); in più devono esserci un 5% di giubotti di rispetto in rapporto al massimo
numero di persone trasportabili (Solas Cap.III reg. 21 para 2). Inoltre un adeguato numero di
giubbotti salvagenti deve essere reperibile dal personale di guardia nelle vicinanze del loro posto di
servizio ed un giusto numero di salvagenti deve essere sistemato nei pressi delle postazioni deimezzi di salvataggio più lontane dai punti di riunione. Le lance od i mezzi di soccorso devono
portare tanti giubbotti, quanti sono i membri di equipaggio previsti per la loro conduzione.
Su ogni giubbotto deve essere posto un timbro indelebile con il nome della nave.
Manutenzione. I giubbotti devono essere frequentemente controllati e contati, particolarmente sulle navipasseggere dove sono alcune migliaia. Nel controllo bisogna verificare se i fischietti non sono stati sottratti o lelampadine manomesse. Quando sono stipati in cassoni od armadi devono periodicamente essere ventilati espostati per evitare che siano danneggiati dalle muffe. Mai devono essere utilizzati per funzioni che non sianoquelle cui sono destinati.
Tuta d’immersione
6) Può essere dotata dei dispositivi previsti dal giubbotto gonfiabile.
7) Deve, dopo essere stata indossata, consentire di affrontare una scala a pioli per almeno 5m.
8) Permettere tutte le operazioni da effettuarsi in caso d‟abbandono nave.
9) Consentire, a chi la indossa, un salto di almeno 4,5m, senza danneggiarsi e senza procurare
danni.
10) Se dotata di dispositivi di galleggiamento, essi devono garantire le prestazioni del giubbotto
di salvataggio.11) Deve consentire di indossare con facilità un giubbotto di salvataggio.
12) Se non è fatta di materiale isolante termicamente, deve contenere le informazioni sulla
necessità ed il tipo d‟indumenti caldi da vestire e deve assicurare alla persona che la indossa, per
Una tuta d‟immersione deve essere costruita di materiale
impermeabile ed avere i seguenti requisiti:
1) Deve essere facilmente indossata senza aiuto, da una persona
in due minuti.
2) Deve sostenere una prova di fuoco di 2s.
3) Deve coprire tutto il corpo escluso, il volto. Le mani devono
essere coperte da guanti idonei
4) Essere dotata d‟opportuni dispositivi per liberare le gambe
della tuta dalle bolle d‟aria. 5) Dopo un salto di almeno 4,5 m non deve consentire ingresso
d‟aria.
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almeno un ora in acque calme a 5°c, che la temperatura interna non si abbassi di più di due gradi
dalla temperatura corporea.
13) Una tuta d‟immersione fatta con materiale termico isolante non deve consentire una
diminuzione della temperatura intorno al corpo di più di 2°c dopo un‟immersione di 6h in acque
calme la cui temperatura oscilla tra 0° e 2°c.
14) Una tuta d‟immersione, dell‟opportuna taglia, deve essere custodita in prossimità delle
imbarcazioni di soccorso, per ogni persona destinata ad equipaggiarla nell‟emergenza. Manutenzione: sistematici controlli devono essere eseguiti sulla sistemazione e la conservazione.
Vanno rispettate tutte le indicazioni ed istruzioni fornite dalla casa costruttrice.
I ndumento protettivo isolante
Questo indumento ha la funzione di proteggere contro l‟esposizione ai climi estremi ed in ambientesurriscaldato.
Caratteristiche. Deve : essere impermeabile... Assicurare una riserva di galleggiabilità o spinta di almeno70 N. ... Essere fatto di materiale che riduca il rischio di affaticamento da calore ... Coprire tutto il corpo
tranne la testa e le mani ed in alcuni casi l‟autorità può consentire anche la nudità dei piedi. Guanti ecappuccio idoneo devono essere reperibili insieme alla tuta. ... Potersi indossare in due minuti senza aiuto ...Superare una prova del fuoco di 2s... Avere una tasca per il VHF ... Consentire un settore di visibilità laterale
di almeno 120° .Se soddisfa alle regole previste può considerarsi un giubotto salvagente.
Tale tuta deve: consentire di salire su una scala verticale di almeno 5 metri... Permettere di effettuare unsalto di 4,5 metri nell‟acqua con i piedi avanti senza danneggiarsi o scostarsi di dosso, tantomeno compor taredanni alle persone... Non creare impedimenti per il nuoto (per almeno 25 metri) od ostacolare la salita su un
mezzo di salvataggio... poter far indossare un salvagente senza aiuto... consentire tutte le operazioni perl‟abbandono nave, l‟assistenza e l‟attività su un mezzo di soccorso... Avere in dotazione la lampada ed il
fischietto previsto per il giubotto salvagente...Inoltre, qualora il materiale di cui è fatto non è sufficientemente isolante, deve riportare le istruzioni degli
abiti caldi da indossare sotto.In caso di immersione in acqua con temperatura di 5° C, il calore corporeo non deve essere disperso ad un
ritmo superiore di 1,5° all‟ora nella prima mezzora. Infine deve consentire alla persona che lo indossa di ruotare facilmente il corpo con il volto in alto in non
meno di 5s e non avere la tendenza a capovolgere la persona in un mare mosso.
Deve essere facile da rimuovere da dosso, in acqua, in meno di due minuti. La sua funzionalità
deve essere assicurata nella banda di temperature dell‟aria tra – 30° C e +20° C. Deve essere di
colore arancione.
La dotazione di indumenti termici protettivi è del 10% delle persone destinate nei mezzi disalvataggio.
Manutenzione: La cura ed il controllo di tali indumenti è la stessa che si deve avere per ogni indumento odattrezzatura in materiale tessile o similare.
I ndumento protettivo termico
Un indumento protettivo termico deve essere fatto di materiale
impermeabile con una conduzione termica non superiore a 0.25W/(m.K) e, realizzato in modo da ridurre la perdita di calore del corpo
sia nel senso conduttivo sia evaporativo.
Tale indumento deve coprire tutto il corpo di una persona anche se
indossa un giubbotto di salvataggio, lasciando libera la faccia. Le mani
devono essere protette da guanti. Deve essere facilmente indossato,
senza aiuto, anche in una imbarcazione di salvataggio o di soccorso.
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Segnalamenti l uminosi pir ici
I fuochi a mano devono: essere conservati in una cassetta stagna… mostrare un‟etichetta che
illustri o definisca il modo di usarli… devono essere completi di sistemi di accensione… non
devono comportare alcun disagio per chi li usa regolarmente nè apportare danni al mezzo di
Mentre la SOLAS prevede che una nave deve essere dotata di 12 fuochi a paracadute custoditi
nelle vicinanze del ponte di comando, il D.P.R. 8 novembre 1991, n. 435 , prevede che in recipienti
stagni, colorati di rosso, con la scritta << segnali di soccorso>> , nei pressi del ponte di comando
delle navi passeggere devono essere custoditi 12 razzi a paracadute a luce rossa, 12 segnali amano a stelle rosse e 12 fuochi a mano a luce rossa. Per le navi da carico questi segnalamenti
devono essere 12 razzi a paracadute a luce rossa, sei segnali a mano a stelle rosse, nove fuochia mano a luce rosse.
Una lampada per segnalazioni diurne deve essere in dotazione per tutte le navi.
Manutenzione: la conservazione e lo stoccaggio di questi segnali deve essere molto attenta e accurata,evitando di stivarli in depositi troppo caldi o con presenza di fonti di calore. La cura deve essere quella che siriserva per ogni materiale contenente polvere pirica o similare. Importante è controllare la loro data discadenza e sostituirli quando scaduti. Non utilizzare materiale scaduto per le esercitazioni.
I razzi a paracadute: devono essere conservati in una cassetta stagna…
mostrare un‟etichetta che illustri o definisca il modo di usarli… devono
essere completi di sistemi di accensione… non devono comportare alcun
disagio per chi li usa regolarmente… devono accendersi ad un‟altezza
verticale di 300m… Alla massima altezza devono rilasciare un fuocoarancione sostenuto da un paracadute… bruciare uniformemente per non
meno di 40s, emettendo una luce di 30000 cd… avere una velocità di
discesa massima di 5 m/s senza danneggiare il paracadute o le ritenute di
sostegno durante la fase di combustione.
salvataggio con la loro combustione o le loro ceneri… emettere una luce
rossa… avere un‟intensità luminosa uniforme non inferiore a 15000 cd. e chenon duri meno di 1min… continuare a bruciare anche se immersi per 10 s
sotto uno strato di 10cm di acqua.
I segnali fumogeni galleggianti devono essere conservati in una cassetta
stagna…non esplodere durante la accensione, se usati regolarmente..
mostrare un‟etichetta che illustri o raffiguri il modo di usarli…
sprigionare, con emissione regolare, un fumo di colore molto visibile
(arancione) per un periodo non inferior e a tre minuti in acque calme…
funzionare senza fuoriuscita di fiamma … non affondare in unascia…continuare a bruciare anche se immersi per 10 s sotto uno strato
d‟ac ua di 10 cm.
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Principi costruttivi
La zattera di salvataggio deve essere costruita con materiali e nella forma che possa galleggiare almenoper 30 giorni con qualsiasi condizione di mare. Essa deve poter essere spinta in mare da 18 metri egalleggiare senza accusare danni ne deteriorare le dotazioni (qualora è prevista un’altezza di uso maggioredeve assorbire la caduta con le stesse garanzie).Essa deve sopportare, senza inconvenienti, il salto dipersone da almeno 4,5 metri. Tale mezzo deve poter essere rimorchiato a tre nodi di velocità con il caricocompleto di dotazioni, persone e con un’ancora galleggiante in mare.
La zattera deve essere automaticamente coperta da una tenda, appena in galleggiamento, per protezione
delle persone sistemate internamente. Tale tenda:
.1 deve prevedere l’isolamento dal caldo e dal freddo a mezzo di una camera d’aria o sistema similare.Deve essere provvista di un meccanismo che eviti accumulo d’acqua nella camera d’aria.
.2 internamente deve essere di colore confortevole.
.3 deve essere dotata di uscite chiaramente indicate, che possano aprirsi dall’interno e dall’esterno e checonsentano la ventilazione, ma impediscano l’entrata all’acqua di mare, al vento ed al freddo. Le zattere cheportano più di otto persone devono avere due uscite opposte.
.4 deve consentire un sufficiente ricambio d’aria anche con gli accessi chiusi.
.5 deve essere provvista di almeno un oblò.
.6 deve essere provvista di un mezzo per la raccolta dell’acqua piovana.
.7 deve avere sufficiente spazio per consentire a tutti gli occupanti di stare seduti.
.8 deve essere dotata di un’attrezzatura che le consente di sistemare un radar trasponder ad almeno un metrosopra il mare.
Capacità
Non è previsto il tipo approvato per zattere che portino meno di sei persone. Le zattere che
devono poter essere trasportate non devono superare, complessivamente, il peso di 185 chili.
Allestimento
Una sagola a festoni deve essere sistemata all‟interno edall‟esterno della zattera.
Una barbetta della lunghezza pari al doppio della distanza dal
punto di stivaggio alla superficie del mare a nave vuota oppure di 15
metri, se risulta tale lunghezza più lunga, deve attrezzare la zattera.
Tale barbetta deve assicurare un collegamento tra la zattera a la
nave, ma deve essere assicurata in modo tale, che a zattera
ammainata o gonfiata, non rappresenti un rischio di trascinamento
della zattera nell‟affondamento della nave.
Il legaccio che lega la barbetta alla nave deve cedere ad uno strappo non inferiore a 15.0 KN per
le zattere da 25 persone, a 10 KN per le zattere da 9 a 25 persone ed a 7,5 KN per gli altri tipi.
Gru
Zattere di salvataggio
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Le zattere di salvataggio, per la cui messa in mare è previsto un sistema a gru, devono sopportare
un urto laterale alla velocità di 3,5 m/s ed una caduta da tre metri, a pieno carico di naufraghi, senza
subire danni. Devono essere dotate di venti che le tengano accostate al ponte di imbarco e le
sostengano con sicurezza durante l‟accesso delle persone.
Le gru di ammaino devono poter ruotare facilmente, con le zattere appese al completo degli
occupanti. Dal momento dell‟imbarco alla posizione di ammaino la rotazione non deve superare i
tre minuti.
Dotazioni
Le dotazioni di cui ogni zattera deve essere fornita sono:
1. Un anello di soccorso galleggiante con una sagola, pure galleggiante di almeno 30 metri.
2. Un coltello galleggiante a manico, del tipo non a serramanico, assicurato con spago in una
tasca all’esterno della tenda ed in prossimità della barbetta. Le zattere che portano più di
tredici persone devono essere dotate di un secondo coltello dello stesso tipo.
3. Le zattere per dodici persone devono avere una gottazza. Quelle più grandi due gottazze.
4. Due spugne.
5. Due ancore galleggianti ciascuna legata ad un leggero, ma resistente cavo. Una è di
rispetto e l’altra deve essere attaccata al fondo della zattera ed attivarsi appena il mezzo è
gonfiato e galleggia, per tenere sempre orientata nel vento la zattera. La robustezza
dell’ancora e del del cavo devono essere adeguati a qualsiasi tipo di mare. Agli estremi del
cavo essa deve portare due perni rotanti ed il cono deve essere di tipo ribaltabile. Per le
zatterr e ammainabili e in dotazioni delle navi passeggere l’ancora deve dispiegarsi solo
manualmente.
6. Un corredo per il primo soccorso contenuto in un recipiente stagno, che possa aprirsi e
chiudere conservando la sua tenuta stagna.
7. Due pagaie galleggianti.
8. Tre apriscatole.(coltelli di sicurezza che contengono anche apriscatole sonoconsentiti).chiudere conservando la sua tenuta stagna.
9. Un fischio o segnale equivalente.
10. Quattro razzi a paracadute.
11. Sei fuochi a mano.
12. Due segnali fumogeni galleggianti.
13. Una torcia elettrica impermeabile. Adatta alla segnalazione morse, corredata di un set di
batterie e di una lampada di riserva conservati in contenitore stagno.
14. Un efficiente riflettore radar nel caso, la zattera non sia dotata di un trasponder radar.
15. Uno specchio per le segnalazioni diurne con annesse istruzioni per l’uso.
16. Una copia dei segnalamenti di soccorso previsti dalla regola V/16 su carta impermeabile o
conservata in contenitore stagno.17. Un set di lenze per pescare.
18. Una razione di viveri di non meno di 10000 kj per ogni persona, conservata in pacchetti
stagni all’aria e stivati in contenitori stagni all’acqua.
19. Un recipiente stagno all’acqua, contenete 1,5 litri di acqua per persona. Mezzo litro di
acqua a persona può essere sostituito da un apparato desalinatore capace di produrre la
stessa quantità di acqua potabile in due giorni o un litro per persona può essere assicurato da
un desalinatore manuale ad osmosi inversa capace di produrre la stessa quantità di acqua ogni due
giorni.
20. Un bicchiere inossidabile graduato.
21. Medicine contro il mal sufficienti per48 ore di mare ed una vomiterola per ogni persona.
22. Istruzioni per la sopravvivenza.23. Istruzioni per interventi di emergenza.
24. Vesti protettive termiche per almeno il 10% delle persone o, almeno, due.
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Le dotazioni su riportate costituiscono un SOLAS “A” PACK, scritta che deve essere riportata
in alfabeto latino sul contenitore.
Qualora i viaggi cui è destinata la nave siano di durata breve, alcune dotazioni possono essere
ridotte o rimosse a giudizio dell‟Autorità. In tale caso si riporta sul contenitore la scritta in alfabeto
latino SOLAS “B” PACK. Le dotazioni devono essere ben assicurate all‟interno della zattera e poter galleggiare nell‟acqua
per almeno trenta minuti senza danneggiarsi.
Gonfiaggio Automatico
Dopo l‟affondamento, se è attivato un debole legame per consentire il gonfiaggio automatico in
caso di galleggiamento, questo non deve rompersi se tirato fuori dal guscio, deve permettere lo
strappo per il gonfiaggio e rompersi solo ad un tiro di 2,2 KN.
Nel caso di uso di un sistema idrostatico di rilascio, per il libero galleggiamento, questi deve
essere costruito con materiali che prevengano il malfunzionamento dell‟apparato. A) Nessun
metallo zincato o similare deve costituire alcuna parte dell‟apparecchio. B) La zattera deve essere
rilasciata a non più di quattro metri di immersione. C) Un sistema di drenaggio deve evitare che si
accumuli acqua nell‟apparecchio quando è a posto. D) Non deve rilasciare il mezzo con i semplici
allagamenti del mare in coperta. E) Deve essere marcato con la serie del tipo ed un numero. F) Deve
essere accompagnato da un documento di identificazione o una piastra che specifichi data di
costruzione, tipo e numero di serie. G) Fatto in modo che ogni parte collegata alla barbetta non sia
più debole di questa.
Zattere di salvataggio gonf iabi li
Principi costruttivi
Le zattere di
salvataggio
gonfiabili, devono
rispettare tutte le
norme su scritte, ed
in aggiunta rispettare
le regole seguenti.
La camera di
galleggiamento
principale deve
essere divisa da
almeno due
compartimenti,
ciascuno munito di
una valvola di non ritorno per il gonfiaggio di ciascun di essi. Le camere di galleggiamento devono
essere suddivise in modo che, ove una fosse danneggiata e svuotata, la rimanente o le rimanenti
devono consentire un bordo libero di sicurezza tale, in tutta la periferia, da sostenere tutte le persone
previste, dal peso medio di 75 Kg,e sedute all‟interno.
Il pavimento della zattera deve essere impermeabile e sufficientemente isolante dal freddo.
Attraverso la possibilità, offerta agli occupanti, di sgonfiare o gonfiare uno o più compartimenti
oppure con l‟impiego di un equivalente sistema non dipendente dalla gonfiezza, si deve poterregolare lo scambio di calore con l‟acqua di mare.
La zattera deve essere gonfiata con gas non tossico. Il riempimento delle camere d‟aria deve
completarsi in un minuto alla temperatura di 18/20 gradi ed in circa tre minuti alla temperatura di
meno 30° C. La zattera non deve deformarsi quando ospita tutti gli occupanti. Ogni compartimento
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deve sopportare almeno il triplo della pressione d‟esercizio e deve avere un sistema che blocchi la
sovrappressione a due volte quella regolare per mezzo di una valvola di sovrappressione o un
limitatore nell‟impianto di pompaggio. La zattera deve essere dotata di una pompa di gonfiaggio o
di un soffietto per mantenere la giusta gonfiezza.
Accessi
Almeno una delle entrate deve essere attrezzata con una rampa di accesso semirigida, capace di sostenere un
peso di 100 Kg., per consentire ai naufraghi di salire a bordo. Tale rampa deve essere costruita in
modo da non creare pericoli di danni
alle camere d‟aria. Nelle zattere che vengono ammainate, tale rampa deve essere all‟opposto al
lato della murata della nave e della barbetta di prua.
Le entrate non fornite di una rampa, devono essere attrezzate con una scaletta il cui primo
scalino sia 40 cm. al disotto della linea di galleggiamento.
Deve essere previsto un sistema, all‟interno del mezzo, che consenta alle persone di spingersi
dentro.
Stabilità
Ogni zattera, completamente gonfiata ed attrezzata, con le persone a bordo, deve essere stabile in
mare.
La stabilità della zattera capovolta deve essere tale che, in mare calmo, basti una persona per
raddrizzarla.
La stabilità deve conservarsi se la zattera viene rimorchiata a più di tre nodi di velocità.
Le zattere devono essere attrezzate con sacche per l‟acqua che corrispondano ai seguenti
requisiti: 1) siano di colore visibile; 2) siano capacidi riempirsi di acqua per il 60% della loro
capacità, quando dispiegate, in 25 secondi; 3) devono avere una capacità minima complessiva di
220 litri per le zattere che portano più di 10 persone; 4) devono avere una capacità complessiva di2O litri d‟acqua (di zavorra) per persona trasportata; 5) devono essere disposte simmetricamente ai
lati della zattera; 6) devono essere dotate di un sistema che consenta la rapida fuoriuscita dell‟aria
quando vengono riempite.
Allestimento
Tutte le barbette della zattera, esclusa la sagola per il gonfiaggio, devono resistere ad uno sforzo
non inferiore a 10 kN per una zattera che porta nove o più persone, ed ad uno sforzo non inferiore a
7,5 kN per le zattere che portano meno persone. La zattera deve poter essere gonfiata da una sola
persona.
Una lampada, controllabile manualmente, deve essere sistemata in cima alla tenda. Tale lampadadeve essere visibile per tutto l‟orizzonte, in una notte chiara, ad almeno due miglia. La sua
autonomia minima deve essere di 12 ore. Se la lampada è ad intermittenza, essa deve produrre non
meno di 50 e non più di 70 accensioni al minuto. La lampada deve essere alimentata da una batteria
ad acqua di mare o a secco e deve accendersi automaticamente appena la zattera si gonfia in mare.
La batteria non si deve danneggiare nelle cadute e non deve soffrire l‟umidità durante la
permanenza sulla nave.
Una lampada ad accensione manuale, che si accende comunque appena la zattera viene gonfiata,
deve illuminare l‟interno della zattera per almeno dodici ore. La sua luminosità deve essere tale da
consentire ai naufraghi la lettura delle istruzioni.
Contenitore
La zattera deve essere contenuta in un guscio, abbastanza robusto da sopportare qualsiasi
condizione di mare. Esso deve avere una giusta galleggiabilità, quando contiene zattera e dotazioni,
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consentire lo svolgimento della sagola e permettere il gonfiaggio quando la nave affonda. Il guscio
deve essere sufficientemente stagno, escluso i fori di drenaggio sul fondo.
Il contenitore deve essere marcato con: il nome de costruttore o del tipo; il numero di serie; il nome
dell‟Autorità che lo ha approvato ed il numero di persone che può contenere; SOLAS; il tipo
di dotazioni contenute; la data dell‟ultima verifica; la lunghezza della barbetta; l‟altezza massima
dove può essere sistemato; le istruzioni di impiego.
Dati di identificazione.
La zattera deve riportare le seguenti informazioni: il nome del costruttore o il tipo; il numero di
serie; la data di costruzione; il nome dell‟Autorità che ha concesso l‟approvazione; il nome e la data
della stazione di servizio dell‟ultima verifica; il numero delle persone trasportabili segnato con
caratteri di almeno 10 cm, scritto sull‟entrata con colore contrastante con quello della zattera.
Deve essere previsto un sistema che consenta di corregere il nome della nave ed il suo numero di
registro senza aprire il contenitore.
Gru.
Una zattera ammainabile, oltre alle suddette norme, quando è appesa ad una gru di tipoapprovato, deve sostenere, con una temperatura intorno ai 20° C e con le valvole di sovrappresione
inattive, quattro volte la massa del numero complessivo delle persone ospitabili, mentre quando la
temperatura è di meno 30 gradi con le valvole di sovrappressione attive, deve sostenere 1,1 volte la
massa summenzionata.
Il contenitore di una zattera ammainabile deve essere assicurato in modo che nessuna delle sue
parti possa finire in mare.
Dotazioni aggiuntive
In aggiunta a tutte le dotazioni, una zattera gonfiabile deve essere fornita di un‟attrezzatura che
consenta la riparazione di piccoli fori ed una pompa o soffietto per il gonfiaggio. I coltelli devono
essere coltelli di sicurezza.
Zattere di salvataggio rigide
Parametri costruttiviLe zattere rigide devono rispettare la normativa già riportata ed adempiere alle normative
seguenti.
Il galleggiamento delle zattere rigide deve essere assicurato da materiale, opportunamente
galleggiante, sistemato il più possibile alla periferia del mezzo.
Il materiale deve essere ritardante all‟incendio oppure coperto da pitture con la stessa funzione. Il pavimento della zattera deve proteggere dall‟infiltrazione di acqua, mantenere gli occupanti
fuori dell‟acqua e isolati contro il freddo.
Accessi
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Gli occupanti devono poter indossare il giubbotto di salvataggio, essere comodamente seduti e
non intralciare l‟attività dell‟equipaggio della zattera.
Stabilità
Considerato che la zattera deve essere in grado di galleggiare in qualsiasi posizione si venga atrovare, la sua resistenza e la sua stabilità devono consentire ad una sola persona di raddrizzarla.
La stabilità della zattera deve essere tale che, al completo degli occupanti, deve consentire di
essere rimorchiata almeno a tre nodi.
Allestimento
La zattera deve essere dotata di un‟efficiente barbetta di ormeggio. La resistenza alla rottura di
essa e del sistema di collegamento alla nave non deve essere inferiore a 10 kN per le zattere che
possono portare più di nove persone e non deve essere inferiore a 7,5 kN per le zattere che ne
portano di meno.
Dati di identificazione
La zattera deve riportare le seguenti informazioni: il nome della nave ed il porto di registrazione
della nave di cui è in dotazione; il nome del costruttore o il tipo; il numero di serie; il nome
dell‟Autorità che ha concesso l‟approvazione; SOLAS; il numero delle persone trasportabili
segnato con caratteri di almeno 10 cm, posto su ciascuna entrata e di colore contrastante con quello
della zattera; il tipo di dotazione cui è fornita; la lunghezza della barbetta di ormeggio; la massima
altezza sulla nave cui può essere stivata; le istruzioni di messa in mare.
Gru
Una zattera ammainabile, oltre alle suddette norme, quando appesa ad una gru approvata, deve
sostenere quattro volte la massa del numero complessive delle persone ospitabili.
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Imbarcazioni di salvataggio
Parametri costruttivi
Ogni lancia deve essere costruita in modo da assicurare un ampio margine di stabilità e di bordo
libero, quando è completamente carica di persone ed equipaggiata. Tutte le lance devono esserecostruite in materiale rigido e conservare una stabilità positiva quando, in posizione dritta ed in
acque calme con il completo di persone e di dotazioni, subisce una falla in un compartimento sotto
la linea di galleggiamento. In questo caso non deve subire una sostanziale perdita di galleggiabilità
e non devono conseguirne ulteriori danni.
Ogni imbarcazione deve essere dotata di un certificato di prova, vidimato dall‟Amministrazione
che riporti i seguenti dati: nome ed indirizzo del costruttore; modello dell’imbarcazione e numero di
serie; mese ed anno di costruzione; numero delle persone trasportabili; il decreto del tipo
approvato e le limitazioni.
L‟ente classificatore deve rilasciare un certificato con i seguenti dati: numero del certificato; le
caratteristiche del materiale di costruzioni per facilitare le riparazioni; il peso complessivo quando
il mezzo è al completo di dotazioni ed uomini; tutte le caratteristiche.
possibile nell‟imbarcazione ed essere resistenti al peso di 100 Kg per ogni persona che imbarca.
Ogni imbarcazione deve avere una sufficiente resistenza a sopportare un peso, senza flessioni
residuali nel suo trasferimento:
Nel caso di barche con scafo metallico, ad una massa pari ad una volta ed un
quarto la massa totale del complesso delle persone più le dotazioni.
Nel caso di altre barche, a due volte la massa dell‟imbarcazione al completo di persone e dotazioni.
Ogni lancia deve avere una sufficiente resistenza a sopportare, al completo del carico più
eventuali pattini o parabordi, un impatto sulle murate pari ad una spinta laterale di 3,5 m/s ed unacaduta dall‟alto di 3 metri. ( Le imbarcazioni a caduta libera non devono sostenere la prova di tale impattolaterale, dal momento che le lance a caduta libera non vengano spinte contro la murata della nave perché laprotezione dei passeggeri è assicurata dai test di prova del prototipo).
La distanza verticale tra il pagliolo e la parte interna della copertura o della tenda deve essere,
per almeno il 50% della superficie del tavolato, di un metro e trenta per le barche da nove persone;
di un metro e settanta per le barche da 24 o più persone; una misura intermedia per le barche che
possono trasportare tra nove e ventiquattro persone.
Capacità
Nessuna imbarcazione può trasportare più di 150 persone.Il numero delle persone che una lancia può trasportare è il minore tra:
Il numero di persone aventi un peso medio di 75 Kg, con indosso il giubbotto disalvataggio, che possono sedersi in una posizione normale senza interferire con i mezzi
di propulsione o qualsiasi altro attrezzo della barca o
Tutte le imbarcazioni di salvataggio devono
avere una sufficiente resistenza che le consenta di
essere ammainate al completo di persone e
dotazioni e devono sopportare di essere
rimorchiate dalla nave alla velocità di cinque
nodi.
Lo scafo e la copertura rigida devono essere
ritardanti al fuoco e incombustibili.
I posti a sedere possono essere disposti su
banchi trasversalmente o longitudinalmenteoppure su sedili fissi, sistemati il più in basso
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Il numero di spazi disegnati secondo la figura uno. Le figure devono essere sovrapposte
come mostrato, essere dotate di poggiapiedi e deve esserci sufficiente spazio per le
gambe. La distanza verticale tra due sedili, dove è prevista simile sistemazione deve
essere minimo di 35 cm.
Ogni posto a sedere deve essere chiaramente marcato nell‟imbarcazione.
Accessi
Ogni imbarcazione deve essere disegnata in modo da avere un rapido imbarco ed un altrettantorapido esodo. Ogni lancia di salvataggio di una nave da carico deve consentire l‟imbarco di tutte le
persone in tre minuti.
Ogni lancia deve essere dotata di una scala, per consentire da ambo i lati, ad eventuali naufraghi,
di salire a bordo. Il piolo più basso della scala deve trovarsi 40 cm di sotto al livello del mare.
La barca deve essere attrezzata in modo che le persone più deboli possano essere sollevate dal
mare o essere imbarcate con una barella.
Tutte le superfici da percorrere devono essere trattate con materiale antisdrucciolevole.
Galleggiabilità
Ogni imbarcazione deve avere un‟adeguata galleggiabilità o essere attrezzata con adeguatomateriale galleggiante, ( che non deve essere danneggiabile dall‟acqua di mare, dal petrolio o dai
suoi derivati,) in grado di sostenere l‟imbarcazione al completo di persone e di dotazioni, quando
imbarca acqua di pioggia o di mare. Un aggiuntivo materiale di galleggiabilità che dia una spinta di
280 N. di spinta galleggiante per persona imbarcata è consentito. Il materiale di galleggiamento,
fino a che non è eccedente quello richiesto, non deve essere sistemato all‟esterno dello scafo.
Stabilità
Tutte le imbarcazioni, con il 50% delle persone imbarcabili sistemate tutte su un lato, sedute in
modo normale, deve avere, rispetto ai punti in cui si possa imbarcare acqua, un bordo libero dal lato
inclinato pari al 1,5% della lunghezza della barca oppure di 10 cm, considerando il valore più alto.
(Per le imbarcazioni totalmente chiuse che non hanno frisate, il limite è rappresentato, nelle
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condizioni descritte, da un angolo di sbandamento di 20 gradi oppure all’accertamento
dell’esistenza di un braccio di raddrizzamento di 20 cm con 45 gradi di sbandamento).
Propulsione
Ogni imbarcazione deve essere dotata di un motore ad iniezione con compressione. Su queste
barche non può essere usato un carburante che abbia un punto d‟infiammabilità di 43 gradi o meno. Ogni motore deve essere dotato di un sistema d‟avviamento a mano, o di un sistema meccanico
che deve essere alimentato da due fonti indipendenti d‟energia ricarica bile. Deve essere disponibile
ogni opportuno aiuto per l‟avviamento.Il sistema di messa in moto deve consentire di avviare il
motore in circa due minuti a temperatura esterna di meno 15 gradi, salvo che le autorità competenti,
in considerazione dei viaggi particolari della nave, non dispongano una temperatura diversa. Il
coperchio del motore, i banchi o qualsiasi ostacolo non devono costituire un impedimento per
l‟accensione.
Il motore deve essere in grado di funzionare a freddo, fuori dell‟acqua, per almeno cinque
minuti.
Il motore deve funzionare anche se la barca è allagata sopra l‟albero a gomito.
L‟elica deve poter essere sganciata dal motore. Deve essere prevista una marcia avanti ed una
marcia indietro.
Il condotto di scarico dei fumi deve essere congegnato in modo, da non permettere che l‟acqua di
mare entri nel motore in condizioni normali.
Ogni imbarcazione deve essere disegnata con due particolari cautele: la salvaguardia delle
persone che sono in acqua e la protezione del motore dai detriti galleggianti.
La velocità dell‟imbarcazione deve essere di minimo sei nodi, con tutte le persone a bordo ed al
completo delle dotazioni, in acque calme e deve essere almeno di due nodi con il rimorchio di una
zattera di 25 persone o peso equivalente. La riserva di combustibile, tenendo conto delle
temperature cui il viaggio va incontro, deve consentire un‟autonomia di 24 ore a sei nodi di
velocità.Il motore, la trasmissione e gli accessori devono essere protetti da un sistema di coibentazione.
Ogni dispositivo deve essere previsto per proteggere le persone da scottature o da contatti con le
parti mobili e per proteggere il motore dalle intemperie e dal mare. Un adeguato sistema deve essere
adottato per ridurre la rumorosità. Le batterie d‟accensione devono essere contenute in un vano
stagno all‟acqua, inferiormente e lateralmente, ed essere chiuso in alto da un adeguato coperchio
stagno. Il locale delle batterie deve essere fornito di un condotto di ventilazione per lo scarico dei
gas. (Deve essere previsto un sistema di riduzione del rumore tale che consenta di potersentire gli ordini).
Il motore e gli accessori devono essere costruiti in modo da non emettere segnali
elettromagnetici che possano interferire con il sistema radio di comunicazione di bordo.
Si deve prevedere un meccanismo che consenta la ricarica delle batterie per l‟accensione delmotore e l‟uso della radio e del proiettore. Le batterie della radio non devono essere usate per la
messa in moto. Deve essere previsto un sistema che consenta di caricare le batterie, con un
voltaggio di 50 V, che utilizzi le sorgenti della nave e che possa essere scollegato nella vicinanza
del punto di messa in mare ovvero utilizzi un caricabatterie ad energia solare.
Istruzioni, fatte di materiale impermeabile, devono essere sistemate vicino al quadro di controllo
per la messa in moto e l‟uso del motore.
Allestimento
Tutte le imbarcazioni devono essere dotate di almeno un alleggio sistemato nella parte più bassa
dello scafo. Tale alleggio deve essere congegnato in modo da permettere lo scarico dell‟acquaquando non è in mare e di bloccare l‟entrata dell‟acqua di mare quando la barca galleggia. Ciascun
alleggio deve essere dotato di un coperchio o tappo che sia assicurato alla barca con uno spago o
con una catenella o un mezzo similare. Gli aleggi devono essere di facile accesso e la loro posizione
deve essere chiaramente indicata con una scritta o una targa.
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Ogni imbarcazione deve essere dotata di un timone e di una barra. Quando è previsto un
meccanismo di controllo a distanza del timone, la barra deve essere in grado di governare il timone
in caso d‟avaria del meccanismo di governo a distanza. Il timone deve essere collegato
permanentemente alla barca. La barra deve essere attaccata permanentemente al timone oppure
legata nei pressi del timone; in ogni caso, se è previsto un sistema di comando a distanza del
timone, la barra può essere rimovibile. Il timone e la barra devono essere sistemati in modo da non
subire danni né durante la messa in mare né dalla propulsione.Una sagola galleggiante deve essere agganciata intorno allo scafo, escluso nella zona del timone
e del propulsore.
Le lance che non sono dotate di un sistema autoraddrizzante, devono essere corredate da appigli
nella parte inferiore esterna dello scafo, per consentire alle persone di agganciarsi. Gli appigli
devono essere fissati in modo tale che un loro danneggiamento non si ripercuota sullo scafo.
Ogni imbarcazione deve essere dotata di compartimenti o depositi stagni per la conservazione
delle dotazioni piccole, dell‟acqua e dei viveri. Deve essere previsto un sistema per la raccolta delle
acque piovane.
Ogni barca che è ammainata con un cavo o dei cavi deve includere un meccanismo di rilascio.
Il meccanismo deve prevedere che tutti i ganci si liberano contemporaneamente.Il meccanismo deve avere due possibilità di sgancio: per primo deve sganciare tutti i
collegamenti appena la barca galleggia o comunque quando non risulta in forza dei ganci;
per secondo un congegno sui ganci che consenta con una trazione di liberare la barca.
Questo sistema deve funzionare in tutte le condizioni di carico della barca, dalla situazione
di vuoto al massimo peso consentito. Il congegno deve essere adeguatamente protetto per
evitare che funzioni accidentalmente o prematuramente.
( Contro il funzionamento accidentale deve essere previsto un bloccaggio che proteggeil meccanismo ed entra in funzione solo se il sistema è sicuramente e completamentericomposto. Per il funzionamento prematuro bisogna istruire bene il personale. In ognicaso deve essere prevista una targa od una scritta d’allarme che allerti gli operatori.)
Il sistema di controllo dello sganciamento deve essere chiaramente identificabile e deveessere colorato diversamente dall‟insieme che lo attornia.
Il meccanismo deve essere costruito con un sistema di sicurezza di fattore sei, basatosullo sforzo estremo del materiale usato, presumendo il peso della barca equamente
distribuito tra i tiranti.
Ogni imbarcazione deve prevedere un congegno che impedisca che si molli la barbetta di prua
quando è sotto tensione.
Ogni lancia che è attrezzata con un apparato di radiotelefono fisso VHF a due vie, che adotta
un‟antenna montata separatamente, deve prevedere un attrezzatura che permetta di montare ed
assicurare efficacemente tale antenna nella sua posizione di operatività.
Le imbarcazioni che sono previste di essere ammainate lungo il fianco della nave, devono essere
attrezzate con scivoli o parabordi per evitare danni durante l‟operazione di ammaino. Una lampada, controllabile manualmente, deve essere sistemata in cima alla copertura. Tale
lampada deve essere visibile per tutto l‟orizzonte, di luce bianca, ed avere la capacità di 4.3 cd. La
sua autonomia minima deve essere di 12 ore. Se la lampada è ad intermittenza, essa deve produrre
almeno 50 accensioni al minuto nell‟arco delle prime due ore di funzionamento
Una lampada o sorgente di luce, a comando manuale, deve illuminare l‟interno
dell‟imbarcazione per almeno dodici ore. La sua luminosità deve essere tale da consentire ai
naufraghi la lettura delle istruzioni. Non sono accettate lampade a petrolio per questa funzione.
Ogni lancia deve essere provvista di mezzi per lo sgottaggio oppure di un sistema d‟auto
sgottaggio.
Ogni imbarcazione deve essere fatta in modo da prevedere un‟adeguata vista di prora, di poppa e
da ambo i lati, sia per la sicurezza dell‟operazione di ammaino e sia per la manovra del mezzo.
Dotazioni
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Tutte le dotazioni previste, escluso i mezzimarinai, devono essere assicurate alla barca con
qualche legame o essere chiuse nei depositi o sistemati in staffe o con sistemi o mezzi similari. Le
dotazioni devono essere assicurate in qualche modo perché non creino ostacoli durante le
operazioni di ammaino. Qualsiasi dotazione deve avere le dimensioni ed il peso accettabilmente più
piccolo possibile e deve essere impacchettata in un‟accettabile forma compatta. Eccetto quanto
diversamente stabilito, l‟equipaggiamento di dotazioni di una lancia deve essere costituito da:
1. un sufficiente numero di remi galleggianti per navigare in acque calme. Un adeguatonumero di scalmi o forcole o congegni equivalenti per attrezzare ciascun remo. Tali
accessori devono essere legati all‟imbarcazione;
2. due mezzimarinai;
3. una sassola galleggiante e due buglioli;
4. un manuale per la sopravvivenza;
5. una chiesuola contenente una bussola efficiente che sia luminosa o corredata di un
adeguato sistema di illuminazione. Nelle imbarcazioni totalmente chiuse la bussola
deve essere fissata permanentemente vicino alla barra del timone, per le altre
imbarcazioni può essere adottato un sistema adeguato per il posizionamento;
6. un ancora galleggiante di adeguate dimensioni, attrezzata con una gomena resistente
agli strappi ed una sagola guida che assicuri una solida tenuta quando è bagnata.
L‟ancora e gli accessori devono essere calibrati per qualsiasi tipo di mare;
7. due efficienti barbette di lunghezza uguale al doppio della distanza tra il punto di
sistemazione della lancia e la superficie del mare o di 15 metri secondo qual è la misura
più grande. Una barbetta deve essere sistemata nella parte estrema prodiera con il
congegno di sganciamento ed un‟altra deve essere fissata sotto la prora pronta all‟uso;
8. due accette, una a ciascun estremo della barca;
9. Un recipiente stagno, contenete 3 litri di acqua per persona. Un litro di acqua a persona
può essere sostituito da un apparato desalinatore capace di produrre la stessa quantità di
acqua potabile in due giorni o due litri per persona possono essere assicurati da un
desalinatore manuale ad osmosi inversa capace di produrre la stessa quantità di acquaogni due giorni.;
10. un mestolo antiruggine con sagola;
11. un bicchiere graduato antiruggine;
12. una razione di viveri dal valore di non meno di 10000 kj per ogni persona imbarcata. I
viveri devono essere conservati in una confezione stagna all‟aria e le confezioni devono
essere sistemate in un deposito stagno all‟acqua;
13. quattro razzi a paracadute;
14. sei fuochi a mano;
15. due segnali fumogeni galleggianti;
16. una torcia elettrica impermeabile, adatta alla segnalazione morse, corredata di un set di
batterie e di una lampada di riserva, il tutto conservato in contenitore stagno; 17. uno specchio per segnalamento diurno, con le istruzioni per usarlo per segnalare con
imbarcazioni ed aerei;
18. una copia dei segnali di soccorso previsti dalla regola V/16 su una carta impermeabile o
chiusa in contenitore stagno;
19. un fischio o segnale equivalente;
20. un corredo per il primo soccorso contenuto in un recipiente stagno, che possa aprirsi e
chiudere conservando la sua tenuta stagna;
21. medicine per il mal di mare sufficienti per 48 ore ed un sacchetto per il vomito per ogni
persona imbarcata;
22. un coltello a serramanico legato all‟imbarcazione;
23. tre apriscatole;24. due anelli di soccorso galleggianti con collegati almeno trenta metri di sagola;
25. se non è previsto un sistema di auto esaurimento una pompa a mano;
26. un set di lenze per pescare;
27. sufficienti attrezzi per riparare il motore ed i suoi accessori;
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28. un estintore portatile per incendio di carburante;
29. un proiettore con un settore di luminosità di almeno 6° verticali ed orizzontali e con
intensità di 2500 cd, che possa lavorare continuamente per almeno 3 ore.
30. un efficiente riflettore radar salvo che la barca non sia dotata di un risponditore radar;
31. tute termiche per almeno il dieci per cento delle persone imbarcate oppure due secondo
qual è il numero più grande;
32. nel caso che, in relazione ai viaggi che la nave ha programmato, le Autorità ritengonoinopportuno le dotazioni di cui al punto 12 e 26, esse possono essere omesse.
Dati identificativi
Il numero delle persone che può accogliere devono essere marcati con caratteri chiari ed
indelebili.
Il nome ed il porto di registro della nave, cui appartiene l‟imbarcazione, devono essere
chiaramente marcati su i due lati di essa, sotto la prora, in caratteri latini.
Il numero di identificazione, tra i mezzi che appartengono alla nave, deve essere anch‟esso
chiaramente marcato in modo che possa essere ben visibile dall‟alto.
Imbarcazioni parzialmente chiuse
Le imbarcazioni parzialmente chiuse devono rispettare tutta la normativa su scritta.
Ogni lancia parzialmente chiusa deve essere provvista di mezzi per lo sgottaggio oppure di un
sistema d‟auto sgottaggio
Le imbarcazioni parzialmente chiuse devono avere una copertura fissa rigida che copra non
meno del 20% del mezzo dalla prora e non meno del 20% da poppa. Il mezzo deve essere attrezzato
con una tenda ripiegabile permanentemente fissata alla copertura che, quando chiusa, copra
completamente l‟imbarcazione costituendo un riparo impermeabile che protegga gli occupanti dalleintemperie. La tenda deve essere predisposta in modo che:
sia provvista di opportuno scheletro rigido che permetta la chiusura della tenda;
possa essere facilmente sistemata da solo due persone;
deve essere isolante in modo da proteggere gli occupanti dal caldo e dal freddo e
costituita da due strati di tela separati da un cuscino d‟aria o da un sistema similare. Deve
essere costruita in modo che si eviti l‟accumulo di acqua nella camera d‟aria;
all‟esterno deve essere di un colore ben visibile ed all‟interno di un colore che non crei
sconforto per i passeggeri;
deve avere entrate da entrambe le estremità e da ambo i lati, fatta in modo da potersi
aprire dall‟interno e dall‟esterno e che quando è chiusa sia stagna all‟acqua d i mare,
protegga dal vento e dal freddo, ma consenta la ventilazione. Il sistema deve prevedereche sia chiusa che aperta, le entrate siano assicurate;
con le entrate chiuse vi sia sempre un sufficiente ricambio d‟aria;
ci sia un congegno per la raccolta dell‟acqua piovana;
gli occupanti possano sfuggire se la lancia si capovolge.
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L‟interiore della barca deve essere di un colore molto visibile.
Se esiste un apparato a due vie VHF, esso deve essere sistemato in una cabina abbastanza larga
da consentire la presenza dell‟apparato e dell‟operatore. Non è indispensabile la cabina se
l‟imbarcazione ha un sufficiente spazio coperto a soddisfazione dell‟Amministrazione.
Imbarcazioni parzialmente chiuse autoraddrizzanti .
Le imbarcazioni parzialmente chiuse autoraddrizzanti devono rispettare le norme precedenti ed
inoltre conformarsi alle regole seguenti.
Chiusura
Le imbarcazioni parzialmente chiuse devono avere una copertura fissa rigida che copra non
meno del 20% del mezzo dalla prora e non meno del 20% da poppa.
Le coperture rigide devono formare due zone chiuse. Se le due zone coperte hanno delle paratie,queste devono avere delle aperture che consentano un facile accesso alle persone che indossano un
giubbotto, una tuta d‟immersione o una protezione termica. L‟altezza interna deve consentire alle
persone, di accedere facilmente ai posti a sedere nella zona di poppa e di prora.
Le coperture rigide devono avere delle finestre o pannelli trasparenti per far entrare abbastanza
luce quando le aperture sono chiuse e la tenda distesa, in modo da evitare l‟uso della luce artificiale.
Le coperture rigide devono prevedere delle ringhiere che consentano un sicuro appiglio per le
persone che si muovono all‟esterno di esse.
La parte scoperta della barca deve essere attrezzata con una tenda ripiegabile permanentemente
attaccata alle coperture fatta in modo che possa essere facilmente distesa da due sole persone in due
minuti e costituita da due strati di tela separati da un cuscino di aria o sistema equivalente.
La chiusura costituita dalle coperture rigide e dalla tenda devono essere predisposte in modo che: si possano effettuare tutte le operazioni di ammaino e di recupero senza bisogna che gli
operatori escano fuori;
abbiano entrate da entrambe le estremità e da ambo i lati, fatte in modo da potersi aprire
dall‟interno e dall‟esterno e che quando sono chiuse siano stagne all‟acqua di mare,
proteggano dal vento e dal freddo, ma consentano la ventilazione. Il sistema deve
prevedere che sia chiuse che aperte, le entrate siano assicurate;
con le entrate chiuse e la tenda in opera vi sia sempre un sufficiente ricambio d‟aria pergli occupanti;
ci sia un congegno per la raccolta dell‟acqua piovana;
all‟esterno siano di un colore ben visibile ed all‟interno di un colore che non crei
sconforto per i passeggeri;
deve essere possibile spingere la barca con i remi.
Ribaltamento e raddrizzamento.
Una cintura deve essere disponibile per ogni posto a sedere. La cintura deve essere in grado di
mantenere una persona di cento chili al suo posto quando la lancia si ribalta.
La stabilità dell‟imbarcazione deve essere tale che naturalmente o automaticamente si raddrizzi
quando è carica di tutte le persone o parte di esse e delle dotazioni a bordo. Le persone devono
essere legate con le cinture.
Propulsione
Il motore e la trasmissione devono essere controllati dalla timoneria.
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Il motore deve essere in grado di funzionare anche quando la barca si capovolge e quindi si
raddrizza oppure deve fermarsi quando la barca si ribalta e si riavvia facilmente quando la barca
torna dritta e l‟acqua è stata espulsa dalla barca. Il sistema della carburazione e della lubrificazione
deve essere congegnato in modo che non vi sia perdita di carburante e non vi sia una perdita
superiore a 250 ml di olio lubrificante durante il ribaltamento. Il sistema di raffreddamento deve
essere fatto in modo da assorbire dall‟esterno l‟aria per il raffreddamento e scaricare i fumi
all‟esterno. Una valvola di tiraggio, comandata manualmente, deve consentire di impedire che l‟aria per il raffreddamento sia presa dall‟interno dell‟imbarcazione ed i gas esausti siano scaricati
all‟interno della barca.
Costruzione e parabordi
L‟imbarcazione semichiusa autoraddrizzante deve essere costruita e difesa da parabordi in modo
che possa assorbire urti contro i fianchi della nave alla velocità non inferiore di 3,5 m/s senza danni.
L‟imbarcazione deve essere munita di sistema automatico di esaurimento delle acque di sentina.
Imbarcazioni di salvataggio totalmente chiuse
Le imbarcazioni di salvataggio totalmente chiuse devono rispettare tutta la normativa delle
imbarcazioni di salvataggio ed in più attenersi alle seguenti norme.
Chiusura
Ogni imbarcazione di salvataggio totalmente chiusa deve essere provvista di una copertura rigida
stagna che copra tutta la barca. La copertura deve essere così congegnata:
1. per essere un riparo per gli occupanti;
2. l‟accesso all‟interno deve avvenire attraverso portelli che possano essere chiusi
ermeticamente;
3. i portelli devono essere sistemati in modo che nessun occupante deve uscire fuori per le
operazioni di ammaino e di recupero;
4. gli accessi devono potersi aprire e chiudere dall‟interno e dall‟esterno e devono essere
attrezzati in modo di poter restare aperti e assicurati.
5. deve essere possibile remare dalla barca; Deve essere capace, quando la barca è
capovolta, con i portelli chiusi e senza significanti infiltrazioni, di sostenere l‟intero peso
dell‟imbarcazione compreso le dotazioni e le persone trasportabili;
6. deve essere dotata di finestre o di pannelli trasparenti per consentire una sufficiente
illuminazione naturale senza bisogno della luce artificiale (nelle imbarcazioni totalmentechiuse, le finestre o i pannelli devono essere posizionati nella parte superiore della copertura);
7. Il suo colore esterno deve essere molto visibile mentre quello interno non deve essere
deprimente;
8. una ringhiera deve permettere un sicuro appiglio per le persone che sono all‟esterno, ed
aiuti nell‟imbarco e nello sbarco delle persone;
9. le persone devono avere un facile accesso ai propri sedili senza dover saltare scanni o
altri ostacoli;
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10. le persone devono essere protette dall‟abbassamento di pressione creata dal motore:
Ribaltamento e raddrizzamento.
Una cintura deve essere disponibile per ogni posto a sedere. La cintura deve essere in grado di
mantenere una persona di cento chili al suo posto quando la lancia si ribalta.
La stabilità dell‟imbarcazione deve essere tale che propriamente o automaticamente si raddrizziquando è carica di tutte le persone o parte di esse e delle dotazioni a bordo, con tutti i portelli e le
aperture chiuse ermeticamente. Le persone devono essere legate con le cinture.
In caso di falla in un qualsiasi compartimento la barca deve mantenere stabilità positiva, ma
qualora si ribaltasse devono essere previste delle vie di sfuggita per i passeggeri sopra la linea di
galleggiamento.
Il disegno dei tubi di scarico, di alimentazione o di qualsiasi altra apertura sul motore deve essere
fatto in modo che mai l‟acqua di mare entri nella macchina sia quando è ribaltata e sia quando viene
raddrizzata.
Propulsione
Il motore e la trasmissione devono essere controllati dalla timoneria.
Il motore deve essere in grado di funzionare anche quando la barca si capovolge e quindi si
riraddrizza oppure deve fermarsi quando la barca si ribalta e si riavvia facilmente quando
l‟imbarcazione torna dritta. Il sistema della carburazione e della lubrificazione deve essere
congegnato in modo che non vi sia perdita di carburante e non vi sia una perdita superiore a 250 ml
di olio lubrificante durante il ribaltamento. Il sistema di raffreddamento deve essere fatto in modo
da assorbire dall‟esterno l‟aria per il raffreddamento e scaricare i fumi all‟esterno. Una valvola di
tiraggio comandata manualmente deve impedire che l‟aria per il raffreddamento sia presa
dall‟interno dell‟imbarcazione ed i gas esausti siano scaricati all‟interno della barca.
Imbarcazioni a caduta libera.
Un‟ imbarcazione a caduta libera deverispettare tutte lenorme previste per le imbarcazioni di salvataggio con inaggiunta quanto segue.
Capacità di trasporto.
La capacità di trasporto di un‟imbarcazione a cadutalibera è lo spazio disponibile per le persone che stando sedutenon interferiscono con il motore e le manovredell‟equipaggio.
Lo spazio del sedile deve essere almeno di 430 mm. Ladistanza dal sedile anteriore deve essere almeno di 630 mm.L‟altezza della spalliera deve essere di almeno un metro.
Caratteristiche.
Ogni imbarcazione a caduta libera deve assumere una direzione precisa appena entra in acqua e nondeve venire a contatto con la nave quando viene lanciata dalla nave con una differenza di immersione di 10°ed uno sbandamento di 20°, da una altezza prevista dalla certificazione al completo di persone e di dotazioni
con: il totale delle persone caricabili, con gli occupanti sistemati in modo da spostare avanti il centro di gravità; con gli occupanti sistemati in modo da spostare indietro il centro di gravità, od armata con il soloequipaggio.
Per le petroliere, chimichiere e gasiere con un angolo di sbandamento di 20°, il lancio a caduta liberadeve essere possibile.
L‟altezza di lancio non deve eccedere quella prevista dalla certificazione.
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Costruzione
Ogni imbarcazione a caduta libera deve avere una robustezza capace di resistere, quando carica al pienodi persone e dotazioni, ad lancio da un‟altezza pari ad 1,3 l‟altezza di caduta certificata.
Protezione contro le accelerazioni pericolose.
Ogni imbarcazione a caduta libera deve essere costruita in modo da assicurare la protezione contro leaccelerazioni pericolose quando viene lanciata da un‟altezza prevista dalla certificazione, con mare calmo eduna differenza di immersione del 10° ed uno sbandamento di 20° con : il totale delle persone caricabili, con gli occupanti sistemati in modo da spostare avanti il centro di gravità; con gli occupanti sistemati in mododa spostare indietro il centro di gravità, od armata con il solo equipaggio.
Attrezzature
L‟imbarcazione deve essere dotata un sistema di rilascio che deve:1. avere due sistemi indipendenti del meccanismo di rilascio che devono potersi attivati
dall‟interno dell‟imbarcazione e che devono essere dipinti con colori differenti dei dintorni; 2. essere così congegnato da consentire il rilascio sia con l‟imbarcazione vuota che con il 200%
del carico normale previsto dall‟imbarco delle persone consentite dalla certificazione; 3. essere opportunamente protetto da un impiego accidentale o anticipato;4. essere disegnato in modo da poter essere provato senza il lancio effettivo5. essere progettato con un fattore di sicurezza 6 basato sulla resistenza del materiale usato
Certificato di approvazione
Oltre agli altri dati il certificato di approvazione deve riportare: l’altezza di certificazione prevista per il
lancio; l’angolo della rampa di lancio in relazione all’altezza.
Imbarcazioni con un sistema d’autorifornimento d’aria.
Tale tipo di imbarcazione deve rispettare tutta la normativa per le imbarcazioni di salvataggio, in
più, mentre procede con tutte le comunicazioni con l‟esterno chiuse, l‟aria all‟interno
dell‟imbarcazione deve rimanere salubre e respirabile ed il motore deve poter continuare a
funzionare per almeno 10 minuti. Durante questo periodo l‟aria non deve scendere al di sotto della
pressione esterna ne eccedere oltre i 20 mb. Il sistema di alimentazione deve essere equipaggiato dimisuratore della pressione dell‟aria che viene fornita continuamente.
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A. L‟acqua per il sistema di protezione deve essere fornita dal mare con una pompa a motore
autoadescante. Deve essere possibile comandare il sistema a pioggia.
B. L‟aspirazione dal mare deve essere congegnata in modo da evitare che venga aspirato
liquido infiammato.
C. Il sistema deve essere attrezzato per poter essere lavato con acqua dolce e deve permettere
un completo drenaggio.
Imbarcazioni di soccorso
Disposizioni generali
Ogni imbarcazione di soccorso deve adempiere a tutte le disposizioni previste per leimbarcazioni di salvataggio, tranne che per quelle incompatibili con le disposizioni seguenti:
I dispositivi di galleggiamento possono essere sistemati all‟esterno dello scafo, purché siano
adeguatamente protetti contro i pericoli di danneggiamento e dell‟esposizione alle intemperie.
Ogni imbarcazione di soccorso può essere costruita di tipo rigido o gonfiabile o essere una
combinazione dei due tipi e deve:
Essere non più lunga di 8,5 metri e non più corta di 3,8 metri.
Essere capace di trasportare almeno cinque persone sedute, con la possibilità
di stendere le gambe, ed una distesa.
Il mezzo che risulta essere una combinazione di rigido e gonfiabile deve conformarsi alle
appropriate norme di regolamento che siano a soddisfazione dell‟Amministrazione.
Quando il mezzo ha un‟adeguata coperta, essa deve essere protetta per il 15% dalla prora. Tale imbarcazione deve essere in grado di sviluppare una velocità almeno di sei nodi e
conservarla per minimo quattro ore.
Una barca di soccorso deve avere sufficiente mobilità e manovrabilità in mare da consentire alle
persone di essere recuperate dall‟acqua, di ordinare le zattere e rimorchiare la più grande zattera
Imbarcazioni con protezione dal fuoco
In aggiunta alle disposizioni previste per tutte le
imbarcazioni di salvataggio, tale tipo di
imbarcazione deve essere in grado, quando è in
mare, di proteggere per un periodo minimo diotto minuti dalle fiamme che la circondano
sviluppate da un incendio di petrolio, tutte le
persone che può ospitare.
Un‟imbarcazione che è fornita di un sistema di
acqua spruzzata per protezione contro il fuoco
deve conformarsi a quanto segue:
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disponibile a bordo completa di persone e dotazione o un peso equivalente ad una velocità minima
di due nodi.
Un mezzo di soccorso può essere dotato di un motore interno o di un fuoribordo. Nel caso di
motore fuoribordo, il timone e la barra devono essere parte del motore che può essere funzionante a
benzina, purché sia adottato un sistema di alimentazione approvato e che i serbatoi siano
particolarmente protetti contro il pericolo di incendio ed esplosione.
L‟attrezzatura per rimorchiare deve essere fissa a bordo ed essere sufficien temente robusta pereffettuare le operazioni succitate.
Se non indicato diversamente, il mezzo deve essere dotato di un efficace mezzo di esaurimento o
di auto-esaurimento.
L‟imbarcazione deve essere dotata di depositi stagni per consentire la conservazione di piccole
dotazioni.
Dotazioni di un mezzo di soccorso.
Tutte le dotazioni del mezzo di soccorso, ad esclusione degli alighieri, che devono essere liberi
di venire utilizzati, devono essere sistemate agganciate allo scafo per mezzo di catenelle, conservate
in depositi o compartimenti, sistemate in staffe o supporti similari, o comunque con attrezzature
simili. Le dotazioni devono essere assicurate in qualche modo, ma comunque non devono interferire
mai con le sicurezza delle procedure di ammaino e recupero. Tutte le dotazioni devono essere il più
piccole e leggere possibili senza inficiare la loro funzionalità.
L‟equipaggiamento normale di un‟imbarcazione di soccorso consiste in:
i. un sufficiente numero di remi o pagaie galleggianti che consentano di spostarsi con mare
calmo. Scalmi, pioli o equivalenti attrezzature devono essere previste per ogni remo. Gli
scalmi o le scalmiere devono essere assicurate alla barca con spaghi o catenelle;
ii. una sassola galleggiante;
iii. una chiesuola con una efficiente bussola illuminata o provvista di valido sistema diilluminazione;
iv. un‟ancora galleggiante munita di sagola guida e di gomena sufficientemente robusta della
lunghezza minima di 10 metri;
v. una barbetta dotata di congegno di rilascio e sistemata nella parte anteriore estrema della
barca;
vi. un cavo , non meno di 50 metri lungo, di sufficiente robustezza che possa rimorchiare la
più grossa zattera di bordo;
vii. una torcia elettrica impermeabile, adatta a segnalazioni morse, con un ricambio di
batteria e di lampade in un contenitore stagno;
viii. un fischio o segnale equivalente;
ix. una cassetta di pronto soccorso stagna che possa rinchiudersi dopo essere stata aperta.x. due anelli con sagola lunga minimo 30 metri;
xi. un proiettore capace di illuminare un oggetto colorato di notte avente la larghezza di 18
metri ad una distanza di 180 metri per un periodo totale di sei ore e attivo per almeno tre
ore consecutive;
xii. un efficiente riflettore radar;
xiii. delle vesti protettive termiche sufficienti per il 10% delle persone che il mezzo può
ospitare o due, quale delle due sia la quantità maggiore;
xiv. un sistema di spegnimento portatile del tipo approvato per la lotta all‟incendio da olio
combustibile.
In aggiunta alle dette dotazioni, ogni mezzo rigido deve includere:
a. un alighiero b. un bugliolo
c. un coltello od un‟accetta.
In aggiunta alle dotazioni normali un mezzo gonfiabile deve avere:
1. un coltello di sicurezza galleggiante;
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2. due spugne;
3. un efficiente soffietto o pompa manuale;
4. un corredo per la riparazione di piccoli fori;
5. un gancio d‟accosto di sicurezza.
Disposizioni aggiuntive per un mezzo di soccorso gonfiabile
La normativa che prevede la resistenza alle fiamme e l‟indeformabilità non è applicabile ai
mezzi gonfiabili.
Un mezzo gonfiabile deve avere una sufficiente resistenza e rigidità quando è attaccata al suo
sostegno o gancio, con il completo di persone e dotazioni, durante l‟ammaino ed il recupero.
Esso deve avere una resistenza capace di sopportare quattro volte il peso delle persone e le
dotazione in un ambiente a temperature di circa 20 gradi, con tutte le valvole inattive.
Esso deve avere sufficiente resistenza per sopportare 1,1 volte il peso consentito con le valvole
funzionanti, quando opera in ambiente di temperatura a meno trenta gradi.
Un‟imbarcazione di soccorso gonfiabile deve resistere ad ogni intemperie quando è sistemata su
un ponte scoperto della nave ed alle intemperie per trenta giorni quando è in mare con qualsiasi
tempo.
Il mezzo deve essere marcato con numero di serie, il nome del costruttore e la data di
fabbricazione.
La galleggiabilità di un mezzo gonfiabile deve essere assicurata o da un tubo suddiviso in
almeno cinque compartimenti separati di, approssimativamente, uguale volume oppure da due tubi
indipendenti, nessuno superiore al 60% del volume complessivo. La galleggiabilità deve essere
sempre assicurata anche se uno dei compartimenti si sgonfia, in modo che i compartimenti integri
possano sopportare il totale delle persone autorizzate ad imbarcare, dal peso medio di 75 chili,
sedute nella posizione normale. I Devono mantenere positivo il bordo libero per tutta la periferia
dell‟imbarcazione: con il compartimento di prora sgonfia, con tutto un lato sgonfio, con tutto un
lato ed il compartimento di prora sgonfi.I tubi che assicurano la galleggiabilità, sistemati intorno al mezzo, devono prevedere un volume
di sostentamento non inferiore a 0,17 mc per persona trasportata.
Ogni compartimento deve essere dotato di una valvola di non ritorno per il gonfiaggio manuale e
di mezzi per lo sgonfiamento. Una valvola di sovrappressione deve essere prevista a meno che
l‟Amministrazione non la ritenga superflua.
Sotto il pavimento e nelle parti vulnerabili esterne del mezzo devono essere sistemate delle
strisce di gomma a soddisfazione dell‟Amministrazione.
Quando è dotato di struttura per la copertura essa non deve interessare più del 20% della
lunghezza totale dell‟imbarcazione.
Adatte fasce gommate devono essere previste per assicurare le barbette di prua e di poppa e le
sagole di appiglio all‟esterno e all‟interno del mezzo. Il mezzo di soccorso deve essere tenuto sempre gonfio.
Battello di emergenza veloce
Questo tipo di battello deve sviluppare una velocità di 20 nodi con tre persone a bordo per
almeno 4 ore. Inoltre deve essere dotato di:
fanali di navigazione.
Un dispositivo d‟autoraddrizzamento comandato da una bombola a CO2 .
Un dispositivo di arresto automatico del motore collegato al braccio del guidatore.
Bitte per dare volta ai cavi di rimorchio.
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Dispositiv i per l’ammaino e l’imbarco
Disposizioni generali
Ogni dispositivo, insieme a tutti i suoi meccanismi per l‟ammaino ed il recupero, deve essere
congegnato in modo che i mezzi di salvataggio e le imbarcazioni di soccorso, possano, in sicurezza,essere calate nella situazione di 10° gradi di variazione d‟assetto (della nave) e con uno
sbandamento di 20° da uno dei lati, con il carico completo o quando sono senza persone a bordo.
Nonostante la detta regola, i dispositivi di ammaino delle petroliere, delle chimichiere e delle
gasiere, con un angolo finale di sbandamento superiore ai 20 gradi, devono essere capaci di
ammainare i mezzi di salvataggio dal lato sbandato, anche con un angolo superiore.
Un dispositivo di ammaino deve dipendere solamente dalla gravità e da eventuali energie
meccaniche potenziali. L‟ammaino dei mezzi di salvataggio e di soccorso deve essere indipendente
dalle fonti d‟energia di bordo per la sua messa in mare in qualsiasi condizione di carico .
Ogni sistema di ammaino deve essere costruito in modo da richiedere una manutenzione minima.
Comunque, le parti che richiedono una manutenzione da parte dell‟equipaggio devono essere
facilmente raggiungibili e di facile intervento.Il sistema di ammaino, gli accessori ed i freni dei verricelli devono resistere ad uno sforzo pari a
2.2 volte il massimo peso previsto.
Le strutture e tutte le carrucole, i cavi, i cuscinetti, le catene, i ganci ed ogni altro accessorio usati
in unione del sistema di ammaino, devono essere progettati con un fattore di sicurezza non inferiore
al minimo previsto in base al massimo lavoro che sono chiamati a svolgere ed allo sforzo massimo
che deve subire il materiale usato per la costruzione. Un fattore di sicurezza minimo di 4,5 deve
essere applicato per le gru, mentre un fattore di sicurezza minimo di sei deve essere assicurato per i
cavi, le catene di sospendita, gli anelli e le carrucole.
Ogni dispositivo di ammaino deve rimanere, quanto più possibile, efficiente nel caso di
congelamento.
Un dispositivo di ammaino deve essere in grado di recuperare la lancia con l‟equipaggio. Ogni sistema di ammaino di un mezzo di soccorso deve essere dotato di un verricello capace di
recuperare l‟imbarcazione, al completo di equipaggio e dotazioni, alla velocità non inferiore di 0.3
m/s.
Il sistema di ammaino deve consentire l‟applicabilità delle norme 4.1.4.2., 4.1.4.3., 4.4.3.1. e
4.4.3.2. del LSA.
Dispositivi di ammaino con cavi e verricelli.
Ogni sistema di ammaino che utilizzi cavi e verricelli, ad esclusione del sistema secondario di
ammaino per le imbarcazioni a caduta libera, deve rispettare le norme del paragrafo 6.1.1. del LSAed in più attenersi a quanto segue.
Il sistema di ammaino deve poter essere attivato da una sola persona dal ponte della nave e, ad
eccezione del sistema secondario di ammaino per le lance a caduta libera, da una posizione in
prossimità dell‟imbarcazione di salvataggio o di soccorso. Tali mezzi devono sempre essere in vista
della persona che manovra.
I cavi devono essere d‟acciaio, resistenti alla torsione e alla ruggine.
In caso di verricelli a più tamburi, se un sistema di compensazione non è montato, i cavi devono
svolgersi sul tamburo alla stessa velocità in operazione di ammaino, ed avvolgersi sempre alla
stessa velocità in operazione di recupero.I freni dei verricelli devono resistere ad uno sforzo: di una prova statica di peso pari ad 1,5 il massimo
peso di lavoro ed una prova dinamica di arresto pari ad 1.1 il massimo peso di lavoro ed alla massimavelocità di ammaino.
Un sistema di recu pero a mano deve essere previsto per il recupero d‟ogni mezzo di salvataggio
o di soccorso. Ogni leva o ruota del meccanismo manuale non deve essere trascinata e ruotare
quando un mezzo di salvataggio o di soccorso è ammainato o recuperato.
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Quando i bracci delle gru sono rientrati con i motori, interruttori di sicurezza devono essere
previsti con la funzione di bloccare automaticamente il meccanismo quando il sistema arriva a fine
corsa, ciò per evitare eccessi di tensione sui cavi o sulle gru, a meno che il motore non sia dotato di
congegni per bloccare quest‟eccesso.
La velocità di discesa di un imbarcazione di salvataggio o di soccorso non deve essere inferiore a
quella risultante dalla formula S = 0,4+0,02H; dove S è la velocità di discesa in metri al secondo ed
H è l‟altezza dal punto di sistemazione del mezzo al livello del mare, considerando la condizione dimassima leggerezza della nave.
La velocità di discesa del mezzo al completo delle dotazioni, ma senza persone a bordo deve
essere stabilita dall‟Amministrazione. La velocità di discesa di un mezzo di soccorso con le
dotazioni e senza persone a bordo deve essere almeno del 70% della velocità prevista dal paragrafo
precedente.
La massima velocità di discesa deve essere stabilita dall‟Amministrazione tenendo conto della
forma dell‟imbarcazione, delle protezioni fornite agli occupanti per le accelerazioni eccessive, e
della resistenza del dispositivo di ammaino, avendo presente la forza d‟inerzia per uno stop
d‟emergenza. Congegni devono essere incorporati nel dispositivo per assicurare che questa velocità
non sia superata.
Ogni sistema di ammaino deve essere dotato di freni capaci di bloccare la discesa e sostenere
l‟imbarcazione con il suo pieno carico. I cuscinetti dei freni, quando necessario, devo no essere
protetti dall‟acqua e dall‟olio.
I freni manuali devono essere sempre funzionanti finché l‟operatore, o un meccanismo attivato
dall‟operatore, non li escluda.
Ammaino con libero galleggiamento.
Quando un mezzo di salvataggio prevede un dispositivo di ammaino ed è anche previsto il libero
galleggiamento, il dispositivo di sganciamento per il libero galleggiamento del mezzo deve essereautomatico nella sua posizione di riposo.
Ammaino a caduta libera
Un sistema di ammaino a caduta libera deve rispettare le norme del capitolo 6.1.1. LSA ed in più
rispettare le seguenti norme.
Il dispositivo di ammaino deve essere strutturato in modo che eccessive accelerazioni non siano
subite dagli occupanti il mezzo.
Il sistema di ammaino deve essere costruito in modo da evitare surriscaldamenti da frizione o
emissione di scintille durante la caduta.
Il sistema di ammaino deve essere progettato e realizzato in modo che in posizione di lancio, ladistanza tra la parte più più bassa dell‟imbarcazione ed il livello del mare, con la nave vuota, non
superi la massima altezza di caduta prevista dalla certificazione.
Il sistema di lancio deve escludere ogni pericolo di rilascio accidentale in posizione di riposo.
Ove il sistema di rizzaggio non è escludibile dall‟interno dell‟imbarcazione, esso deve essere
congegnato in modo che non si possa accedere all‟imbarcazione prima del suo derizzaggio.
Il sistema di ammaino deve prevedere che almeno due operazioni indipendenti siano praticate
dall‟interno del mezzo prima del lancio.
Ogni sistema di ammaino deve essere provvisto di un sistema secondario di ammainata del
mezzo con i cavi. Esso deve rispettare le norme del capitolo 6.1.1. (eccetto 6.1.1.3.) e del capitolo
6.1.2 (eccetto 6.1.2.6.) del LSA. Esso deve consentire l‟ammainata in condizioni sfavorevoli di
inclinazione di soli 2° e di sbandamento di soli 5° da ambo i lati. La velocità di discesa non èsoggetta alle norme 6.1.2.8 e 6.1.2.9 del LSA. Se il sistema di ammaino con i cavi non è per gravità,
il sistema meccanico deve essere servito sia dall‟impianto di potenza principale che ausiliario della
nave.
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Dispositivi di ammaino per le zattere.
Ogni sistema di ammaino delle zattere deve rispettare le disposizioni previste, eccetto che l‟uso
della gravità per attivare e sbracciare il dispositivo, l‟imbarco dalla posizione di stivaggio ed ilrecupero della zattera carica. Il sistema di ammaino deve prevedere un rilascio automatico della
zattera, essere congegnato in modo da evitare un imprevisto prematuro rilascio della stessa durante
la discesa e deve sganciare la zattera appena galleggia.
Il gancio potrebbe includere anche un sistema di rilascio con mezzo appeso, ma deve: essere
chiaramente differenziato dal controllo del sistema automatico, richiedere almeno due operazioni
differenti per essere attivato; con un carico appeso al gancio di 150 kg. richiedere uno sforzo non
inferiore a 600 e non superiore a 700 N. per essere mollato, o prevedere un’ equivalente protezione
contro il rilascio accidentale del gancio; progettato in modo tale che il personale di bordo sul
ponte possa facilmente valutare che il gancio è sistemato in posizione di sicurezza.
Scalette d’imbarco.
Una ringhiera deve essere prevista per consentire un sicuro passaggio dal ponte alla sommità
della scala e viceversa.
I gradini della scaletta devono essere:
1 fatti di legno duro, esenti da nodi o altre irregolarità, piallati e liberi di spigoli taglianti e di
schegge o fatti d‟altro materiale che rispecchi queste disposizioni;
2 costituiti da superficie non scivolose a mezzo di scanalature longitudinali oppure da pellicole
di pittura antisdrucciolevole;
3 non più corti di 48 cm, non meno larghi di 11,5 cm, non meno spessi di 2,5 cm, escluso
coperture antisdrucciolevoli oppure rivestimenti;
4 equamente distanziati a non meno di 30 cm e a non più di 38 cm e assicurati in tale maniera
che essi rimangano sempre orizzontali.
I cavi laterali della pescaggina devono essere non fasciati e di manila non inferiori a 6,5 cm di
circonferenza. Ogni cavo deve essere continuo senza giunzioni sotto il gradino superiore. Qualsiasi
altro materiale usato deve rispondere alla qualità del cavo di manila per dimensione, carico di
rottura, resistenza all‟intemperie, per elasticità e tenuta. Ogni estremo del cavo deve essere protetto
dallo sfilacciamento.
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Sistema di evacuazione mar ino
Costruzione dei sistemi di evacuazione marini.
Il condotto del sistema di evacuazione marino (sem) deve consentire una sicura discesa di
persone di differenti età, dimensioni e capacità, che indossano un giubotto di salvataggio, dalla
stazione d‟imbarco alla piattaforma galleggiante o ai mezzi di salvataggio.
Robustezza e costruzione del condotto e della piattaforma devono essere approvate
dall‟Amministrazione.
La piattaforma operativa deve essere:
1. tale che assicuri un sufficiente galleggiamento per il carico di lavoro. Nel caso di una
piattaforma gonfiabile, le camere principali di galleggiamento, che per questo scopo
possono prevedere dispositivi strutturali gonfiabili, devono rispettare le norme del
capitolo 4.2 del LSA rapportate alle capacità della piattaforma salvo che essa si ottiene
dividendo per 0,25 l‟area utilizzabile prevista dal paragrafo 6.2.1.3.3. LSA.
2. stabile in direzione e prevedere un‟area di lavoro sicura per gli operatori del sistema.
3. dotata di una zona che assicuri l‟ormeggio di almeno due zattere per consentire diaccedere in esse e ricevere almeno il numero di persone che ogni volta è previsto
raggiungano la piattaforma. Questa area deve essere in metri quadrati almeno uguale al
20% del numero delle persone per cui è certificato il sem diviso per quattro, oppure 10
metri quadrati a seconda di qual’ è il valore maggiore. Tuttavia, l‟Amministrazione può
approvare diversi dispositivi che dimostrino di rispettare le esigenze.
4. in grado di avere un sistema di drenaggio automatico.
5. suddivisa in modo che la perdita di gas di qualsiasi compartimento non comprometta le
sue funzioni di mezzo di evacuazione. I cilindri di galleggiamento siano protetti dagli urti
contro la nave.
6. dotato di un sistema di stabilizzazione a soddisfazione della Amministrazione.
7. trattenuta da una cima di manovra od altro sistema che le consenta di posizionarsiautomaticamente e, ove necessario, permetta di correggerne la posizione richiesta per
l‟evacuazione.
8. dotata di dispositivi di aggancio per cime di ormeggio o di manovra resistenti all‟attracco
della più grande zattera prevista dal sistema.
Dove il condotto dà accesso direttamente ad un mezzo di salvataggio, esso deve essere corredato
di un sistema di rapido rilascio.
Attitudini del sistema di evacuazione marino
Un sistema di evacuazione marino deve essere:
1. attivato da una sola persona;
2. essere in grado di trasferire tutte le persone, cui è abilitato a servire, dalla nave alle
zattere in trenta minuti se trattasi di nave passeggeri ed in dieci minuti se trattasi di nave
da carico dal momento che è stato dato il segnale di abbandono nave;
3. progettato in modo che le zattere possano essere sganciate da una sola persona sia dalla
zattera che dalla piattaforma;
4. in grado di essere attivato dalla nave nelle condizioni più sfavorevoli di inclinazione
longitudinale superiore a 10° e di sbandamento superiore a 20° da ambo i lati;
5. nel caso sia costituito da uno scivolo inclinato, tale scivolo deve formare con il piano
orizzontale: un angolo tra i 30° ed i 35° quando la nave è dritta ed è nelle condizioni di
massima leggerezza; nel caso di nave da passeggeri, un angolo massimo di 55° nello stadio finale di allagamento come previsto dai riferimenti della regola II – 1/8;
6. valutato per il tempo della sua resa attraverso prove pratiche in porto;
7. in grado di rappresentare un valido sistema di evacuazione con una condizione di mare
associata ad un vento forza 6 della scala Beaufort;
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8. progettato, per quanto sia praticabile, in modo da rimanere funzionale in condizioni di
glaciazione;
9. costruito in modo da necessitare di un minimo di manutenzione ordinaria. Ciasuna parte
che richieda una manutenzione da parte del personale di bordo deve essere facilmente
accessibile e di semplice pratica.
Quando uno o più sem sono previsti su una nave, almeno il 50% di essi devono essereassoggettato ad una prova di dispiegamento dopo l‟installazione. Se i sistemi provati danno esito
favorevole, i rimanenti sistemi possono essere dispiegati a dodici mesi dall‟installazione.
Zattere gonfiabili abbinate con un sistema di evacuazione marino
Ogni zattera abbinata ad un sistema di evacuazione deve essere:
o conforme alle disposizioni della sezione 4.2;
o sistemata nei pressi del contenitore del sem, ma disposta in modo da essere filata in mare
libera dal sistema dispiegato e dalla piattaforma d‟imbarco;
o ammainata singolarmente dalla sua posizione di stivaggio con un sistema che le consenta
di essere ormeggiata alla piattaforma;
o stivata in ottemperanza alla regola III/13.4;
o collegata facilmente con una sagola di vai e vieni con la piattaforma.
Contenitore di un sistema di evacuazione
Il condotto di evacuazione e la piattaforma devono essere sistemati in un contenitore che è:
costruito in modo da resistere alle forti sollecitazioni incontrabili in navigazione; il più possibile
impermeabile, eccetto che nel foro di drenaggio previsto sul fondo.
Tale contenitore deve riportare i seguenti contrassegni: nome del costruttore o marchio di
commercializzazione; numero di serie; il nome dell’aut orità che lo ha approvato e le capacità del sistema; SOLAS; data di fabbricazione(mese ed anno); data e luogo dell’ultimo controllo; la
massima altezza di stivaggio sopra il livello del mare; sistemazione a bordo.
Istruzioni per il lancio e l‟impiego devono essere segnate sul contenitore o nei paraggi prossimi.
Contrassegni del sistema di evacuazione
Il sistema di evacuazione deve essere contrassegnato con : nome del costruttore o marchio di
commercializzazione; numero di serie; data di fabbricazione(mese ed anno); il nome dell’autorità
che lo ha approvato; data e luogo dell’ultimo controllo; le capacità del sistema.
Al tr i dispositivi per la sicurezza.
Lanciasagole.
Ogni dispositivo lanciasagole deve:
1. essere capace di lanciare una sagola con ragionevole precisione;
2. comprendere non meno di quattro proiettili, ognuno capace di portare la sagola ad
almeno 230 metri con tempo buono.
3. comprendere non meno di quattro sagole ciascuna con un carico di rottura non inferiore a
2kN;4. avere istruzioni o una chiara tabella che illustri il modo d‟impiego del lanciasagole.
Il razzo, nel caso di una pistola lanciarazzi, o il congegno, in caso di un completo razzo e sagola,
deve essere contenuto in un contenitore stagno all‟acqua. In più, nel caso di pistola lanciasagole, la
sagola ed il razzo insieme al mezzo d‟accensione devono essere conservati in un contenitore che
assicuri la protezione dalle intemperie.
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Sistema d’allarme d’emergenza generale.
Il dispositivo d‟allarme generale deve essere in grado di emettere il segnale d‟allarme
d‟emergenza generale consistente in sette o più brevi squilli, seguiti da uno squillo lungo per mezzo
del fischio o della sirena della nave ed, ancora, da una campana o clacson o altre suonerie
funzionanti elettricamente, alimentate dalla rete principale della nave e dalla rete di emergenza. Ilsistema deve poter essere attivato dal ponte di comando e, eccetto il fischio della nave, anche da
altri punti strategici. Il sistema deve essere sentito in tutti gli alloggi, i normali posti di lavoro
dell‟equipaggio e su i ponti scoperti, ed il suo livello di suono deve corrispondere agli standard
stabiliti dall‟Organizzazione. L‟allarme deve continuare a funzionare finché non è interrotto
manualmente oppure per trasmettere un messaggio vocale.
Il minimo livello di intensità per un allarme di emergenza, all‟interno ed all‟esterno, deve essere
di 80 db (A) e superiore a 10 db (B) al più alto livello del rumore di fondo esistente in loco con
un‟attività normale e con la nave in navigazione con tempo moderato. Nelle cabine dove non esiste un
altoparlante, deve essere sistemato un segnalatore elettrico, es. un cicalino o simile.Il livello di sonorità nelle cabine per dormire e nei bagni delle cabine deve essere almeno di 75 db. (A) o
almeno superiore di 10 db. (B) al rumore di fondo.
Miscellanea
Manuale d’addestramento.
Deve essere impiegato su tuttele navi.
Un manuale di addestramento deve essere previsto in ogni locale mensa dell‟equipaggio e zona
di ricreazione o in ciascuna cabina dell‟equipaggio.
Il manuale d‟addestramento, che può essere composto di più volumi, deve contenere istruzionied informazioni, con parole facilmente comprensibili ed illustrato quando è possibile, su tutti i
dispositivi di sicurezza previsti a bordo e su i migliori metodi di sopravvivenza. Ciascuna parte
delle informazioni può essere offerta in sistemi audio-visivi al posto del manuale. I seguenti
argomenti devono essere spiegati dettagliatamente:
1) vestizione corretta dei giubbotti salvagenti e tute d‟immersione;
2) luogo di riunione;
3) imbarco, ammainata e sganciamento del mezzo di salvataggio e dell‟imbarcazione di
soccorso; uso del sistema di evacuazione se impiegato;
4) metodo d‟ammainata dall‟interno del mezzo di salvataggio;
5) sganciamento dai dispositivi d‟ammainata;
6) metodi ed uso dei dispositivi di sicurezza a protezione dell‟ammaino delle lance, quando previsti;
7) illuminazione delle aree d‟ammainata;
8) uso di tutte le dotazioni di sopravvivenza;
9) uso di tutte le dotazioni d‟avvistamento;
10) con l‟aiuto d‟illustrazioni, l‟uso degli impianti radio di sopravvivenza;
11) l‟uso dei medicinali;
12) l‟uso del motore e degli accessori;
13) la conservazione dei mezzi di salvataggio e di soccorso, compreso la sistemazione ed il
rizzaggio;
14) il pericolo nell‟esporsi al sole e la necessità d‟indumenti caldi;
15) il migliore uso delle opportunità offerte dal mezzo per la sopravvivenza;
16) il metodi di recupero, compreso l‟uso del meccanismo di sollevamento dall‟elicottero
(imbracature, barelle, cesti), breeches-buoy, apparati di salvataggio di terra e
lanciasagole.
17) qualsiasi altra funzione contenuta nel ruolo d‟appello e istruzioni d‟emergenza;
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18) istruzioni per le riparazioni d‟emergenza di un dispositivo di salvataggio.
Istruzioni per le manutenzioni a bordo.
Le istruzioni per la manutenzione di bordo delle attrezzature di salvataggio, devono essere
facilmente comprensibili, illustrate quanto possibile, e, se appropriate, devono includere quando
segue per ogni attrezzatura: Una lista di controllo quando si effettuano le ispezioni sui mezzi di salvataggio e di
soccorso e sulle loro pertinenze.
Istruzioni per la manutenzione e le riparazioni.
Libro per la registrazione delle ispezioni e delle manutenzioni.
Schedario delle manutenzioni periodiche.
Schema dei punti di lubrificazione e lubrificante raccomandato.
Lista delle parti di rispetto. Lista della sistemazione delle parti di rispetto.
Ruolo d’appello ed istruzioni per l’emergenza.
Il ruolo d‟appello deve riportare i dettagli del segnale d‟emergenza generale e le azioni da
intraprendere dai passeggeri e dall‟equipaggio quando il segnale viene emesso. Il ruolo d’appello
deve anche specificare in che modo l’ordine d’abbandono nave verrà dato.Il ruolo d‟appello deve riportare anche i compiti assegnati ai vari membri dell‟equipaggio
compreso:
chiusura delle porte stagne, delle porte tagliafuoco, valvole, ombrinali, portelli
laterali, osteriggi, oblò, ed altre aperture similari a scafo; equipaggio dei mezzi di salvataggio e d’altre attrezzature di salvataggio; preparazione ed ammainata dei mezzi di salvataggio; approntamento di tutte le altre attrezzature di salvataggio; riunione dei passeggeri; uso delle attrezzature di comunicazione; equipaggiamenti delle squadre antincendio per la lotta all’incendio. Compiti speciali assegnati per l’uso degli impianti e le installazioni antincendio. Un responsabile per il trasporto della morfina in una delle lance.
Il ruolo d‟appello deve specificare quale ufficiale ha il compito della manutenzione e della
corretta conservazione degli impianti di salvataggio ed antincendio.Il ruolo d‟appello deve prevedere i sostituiti per le figure chiavi che possono essere infortunate,
tenendo presente che differenti emergenze possono richiedere differenti azioni.
Il ruolo d‟appello deve mostrare i compiti assegnati ai vari membri dell‟equipaggio, in relazione
ai passeggeri per i vari casi d‟emergenza. Questi compiti devono includere:
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allertare i passeggeri; controllare che siano opportunamente vestiti ed indossino il giubbotto di
salvataggio; riunire i passeggeri ai punti di riunione; mettere ordine nei corridoi e per le scale, tenendo sempre sotto controllo i
passeggeri; assicurarsi che un supplemento di coperte sia portato nelle imbarcazioni di
salvataggio:
Il ruolo d‟appello deve essere approntato prima che la nave parta. Quando il ruolo d‟appello è già
preparato, se capitano delle variazioni nella consistenza dell‟equipaggio, per cui sono necessarie
delle variazioni nel ruolo d‟appello, il comandante deve apportare le correzioni oppure preparare un
nuovo ruolo.
Il modello di ruolo dei passeggeri usato sulle navi passeggeri deve essere di tipo approvato.
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Salvataggio
Il concetto di salvataggio implica tutte le operazioni che tendono a salvare la vita delle persone
che sono in pericolo di soccombere sia sul mare che nel mare. Tale concetto intende anche il principio di conoscere le tecniche più adeguate per salvare la propria vita. In sintesi possiamo
accorpare queste operazioni in:
Abbandono della nave. Recupero di naufrago o “Uomo in mare”. Soccorso con l’aiuto dell’elicottero a naufrago o degente. Soccorso ed aiuto a membri e passeggeri di altra nave o aereo in pericolo.
Abbandono della nave.Pur restando la nave il mezzo meglio difeso per la sicurezza, può accadere che essa si venga a
trovare in situazione di imminente affondamento qualora la sua stabilità o la sua riserva di
galleggiabilità tendono a ridursi a zero e quindi ad assumere un valore negativo, oppure in casod‟incendio, se la sua capacità di consentire la vita a bordo, drasticamente si annulla. Queste
tendenze, valutate dal Comandante, lo inducono a predisporre l‟equipaggio ed i passeggeri ad
abbandonare la nave. A seconda del tipo di evento che costringe all‟abbandono, i tempi disponibili
per consentire l‟evacuazione cambiano notevolmente. Sulle navi passeggeri sono previsti almeno
trenta minuti per il totale salvataggio di tutti i presenti a bordo.
Può verificarsi anche che non tutti i mezzi siano utilizzabili e quindi può succedere che sia per il
tempo e sia per l‟avaria di alcuni mezzi, l‟unica via di salvezza sia quella di tuffarsi dalla nave. Tale
eventualità deve essere decisa solo all‟ultimo momento ed effettuata cercando di lanciarsi dal punto
più vicino all‟acqua o calarsi sfruttando una pescaggina, oppure l‟attrezzatura per lo sbarco del
pilota, ossia i penzoli delle imbarcazioni già ammainate, ovvero qualsiasi tipo di cima od addirittura
filando le manichette antincendio di murata in mare. Se i motori sono fermi, il posto di manovra di
poppa è tra i più indicati, di solito raggiungibile dai ponti esterni. In ogni caso cercare di evitare
salti superiori ai cinque metri.
In situazione di emergenza limite il segnale che viene emesso con tutti gli impianti di
segnalazione è quello d‟Allarme Generale, consistente in una successione di non meno di sette
brevi colpi di fischio o brevi squilli di sirena, seguiti da uno lungo, insieme con il suono delle
suonerie d‟allarme, degli altri apparecchi sonori eventualmente esistenti nei vari locali ed in chiaro
sul circuito interfonico. Ciascun membro dell‟equipaggio, preventivamente istruito dei suoi doveri
dal Ruolo d’appello e dalla scheda personale, si avvia al posto di riunione per la formazione delle
squadre oppure, ad adempiere la sua funzione, se ha degli specifici compiti personali. I passeggeri
vanno convogliati ai punti di riunione.
Ricordarsi che questo segnale non significa “Abbandono nave”. L‟ultimo comando deve essere
dato a voce dal Comandante!
Sulle navi passeggere, in genere il personale di camera e servizi, è destinato all‟assistenza dei
viaggiatori.
E‟ essenziale che il personale destinato all‟assistenza dei passeggeri mantenga il sangue freddo e
dimostri la massima calma. Nella scelta dei compiti da affidare, in caso d‟emergenza, è opportuno
Prima del salto assicurarsi che il giubbotto sia indossato e legato
appropriatamente.
Coprirsi il naso e la bocca con una mano.
Tenere fermo il giubbotto con l‟altra mano.
Tenere i piedi incrociati.
Guardare se non ci sono pericoli sul mare.
Saltare con i piedi in basso ed uniti.
Non saltare mai su una barca o su una zattera.
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conoscere le caratteristiche fisiche degli individui incaricati, il carattere e la personalità. Il panico
tra i passeggeri deve essere assolutamente evitato.
Il panico può insorgere per diverse cause, ma le più frequenti sono:
Diffusione e prevalenza dello stato d‟animo delle persone emotivamente agitate.
Tranquillizzare e calmare, anche con bonaria violenza le persone più spaventate.
La paura di sentirsi sperduti e imprigionati senza via d‟uscita. Convogliare a voce ed a
gesti verso i percorsi più comodi le persone disorientate.
Il terrore di sentirsi abbandonati e trascurati. Tenere continuamente informati i passeggeri
dello svolgersi degli eventi. Il personale deve dimostrare di conoscere i suoi compiti e di
saperli svolgere. Bisogna ad ogni costo evitare, specie da parte dei capi, segni
d‟incertezza e di dubbi. Le disposizioni devono essere chiare, semplici e sintetiche e
vanno date con voce ferma.
I responsabili devono ispezionare tutte le cabine, aprire tutte le porte e controllare i locali di
servizio.
Controllare che i passeggeri indossino panni pesanti, scarpe adatte, vestano correttamente il
giubbotto di salvataggio e che non cerchino di portarsi appresso oggetti pesanti, ingombranti e
pericolosi. Consentire il trasporto di coperte. Distribuire, se possibile, pastiglie o specifici per il maldi mare.
Una squadra deve provvedere alle persone disabili e ammalate, preventivamente segnalate. Tutti
devono avere particolare cura dei bambini, degli anziani e delle donne incinte. Allontanare tutti gli
estranei dalle zone di manovra dei mezzi di salvataggio.
Ai punti di riunione imporsi come capi e, secondo gli ordini, avviare il numero giusto dei
passeggeri all‟imbarco con sveltezza, ma con calma. Cercare di tenere le famiglie unite.
In caso di sbandamento eccessivo ed in aumento, accelerare al massimo la messa in mare delle
imbarcazione del lato opposto allo sbandamento, al limite senza persone a bordo.
Comandi da diffondere con calma:
Per motivi di sicurezza i passeggeri devono recarsi presso il propriopunto di riunione.
Indossate indumenti per tenervi caldi, indossate il giubbotto disalvataggio e portatevi una coperta di lana.
Le famiglie si tengano unite. Non usate gli ascensori. Aiutate tutti coloro che hanno bisogno di assistenza. Non dimenticate i documenti, gli occhiali e le medicine personali. Non ritornate in cabina per recuperare le vostre cose. Seguite le istruzioni che vi vengono date dagli ufficiali e dalle altre
persone di bordo. Seguite i percorsi di sicurezza segnalati. Il percorso per il punto di riunione “X” è impedito recatevi al ….. L’uscita dal punto di riunione “Y” per raggiungere le zattere è via “ponte
Passeggiata”
Uso degli zatterini gonfiabili lanciabili.
Tra tutti i mezzi di salvataggio sono i più semplici e rapidi da usare, ma sono anche i più difficili da
abbordare
Tali mezzi vengono lanciati dal ponte dove sono stivati e poi devono essere raggiunti calandosi
lungo le murate o buttandosi in mare con le precauzioni precedentemente raccomandate. Caduti inmare, gli zatterini, possono anche gonfiarsi capovolti ed è necessario raddrizzarli.
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Sono tenuti collegati alla nave dalla barbetta che aziona la bombola per la messa in pressione, la
quale, a sua volta, è collegata alla nave con un legame molto leggero, cedevole ad un forte strappo.
Tale barbetta non deve essere tirata troppo da chi ha già raggiunto il mezzo, finché tutti i naufraghi
non sono a bordo e poiché il marittimo designato al mezzo dovrebbe raggiungerlo per ultimo, se èsolo, bisogna raccomandare ai naufraghi di non strappare il legame. Se èlibera, la zattera, a
meno di calma assoluta di vento, assume un tale scarroccio che è impossibile raggiungerla a nuoto.
Per ovviare a questo pericolo, l‟operatore, prima di lanciare lo zatterino deve scollegare la sagola
dal legaccio e assicurarla ad una struttura resistente della nave.
In situazione normale, i naufraghi, devono raggiungere la zattera calandosi lungo una pescaggina, operazione non facile o quasi impossibile per donne, bambini o anziani.
Su alcune navi è istallato un dispositivo che consente di imbracare sotto
le braccia i passeggeri e calarli sulle zattere.
Sui mezzi con ponti più bassi, oggi viene attivato uno scivolo
gonfiabile, attraverso il quale i viaggiatori raggiungono una piazzola
galleggiante a cui vengono ormeggiate i mezzi.
Operazioni da eseguirsi:1. Liberare la zattera dalle rizze
2. Liberare la barbetta dal legaccio ed assicurarla ad uncandeliere resistente della ringhiera.
3. Assicurarsi che nell‟aria di caduta della zattera non vi sia
nessun ostacolo (naufraghi o altro mezzo di salvataggio).
4. Aprire l‟eventuale cancelletto di murata.
5. Portare la zattera al limite del ponte.
6. Lanciare la zattera con tutto l‟involucro in mare.
7. Aspettare che sia relativamente ferma e per evitare che si
gonfi sottosopra, assicurarsi che la sagola esca dalla parte
superiore e tirare la sagola finché la zattera non comincia
a gonfiarsi.
8. Qualora la zattera si gonfi capovolta bisogna buttarsi inmare e raddrizzarla.
9. Ammainare la pescaggina e, tenendo la zattera il più
possibile vicino alla murata, eseguire l‟imbarco dei
passeggeri.
10. Sistemati tutti i passeggeri secondo la capienza della
zattera, recuperare quanta più sagola possibile, e quindi
tagliare con il coltello in dotazione, il legame con la nave.
11. Allontanarsi rapidamente dalla murata, usando ogni
mezzo disponibile.
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alcune foto per spiegare meglio questo congegno. La loro lettura è molto chiara e semplice,
comunque diamo dei chiarimenti:
Foto 1 Foto 2 Foto 3 Foto 4
Le foto 1 – 2 – 3 mostrano il gonfiaggio dello scivolo
La foto 4 mostra l’invio della prima zattera
Importante, il gancio per la sagola di richiamo deve essere posta sotto il gancio della sagoladi ormeggio rossa. Ogni operazione di spostamento deve essere effettuata con questa sagola ocon le maniglie. Mai usare la sagola bianca che serve per il gonfiaggio!
Foto 5 Foto 6 Foto 7 Foto 8
La foto 5 mostra l’ormeggio della prima zattera da effettursi con la sagola colorata
La foto 6 raffigura la procedura per il gonfiaggio della zattera: Importante, afferrare la sagolabianca in prossimità del contenitore e tirarla dall’interno del contenitore e non dal sacchetto
dove è sistemata la sagola.Le foto 7 e 8 mostrano l‟ormeggio definitivo delle zattere.
Uso degli zatterini gonfiabili ammainabili.
L’uso degli zatterini gonfiabili ammainabili, risulta piùconfortevole per i naufraghi, ma richiede molta abilità da partedegli operatori e le operazioni devono essere svolte seguendo unaprecisa prassi. L’errore più ricorrente è la scarsa prudenza nelmaneggio della sagola bianca per il gonfiaggio. La sbadatagginepuò comportare il gonfiaggio dello zatterino prima di essereassicurato alla gruetta, in questo caso, con le opportune cauteleconviene buttare lo zatterino in mare, senza tentare manovrestrane.
La prima operazione corretta da eseguirsi è il trasporto delcontenitore sotto la gruetta di ammaino. Il peso è piuttosto
rilevante ed occorrono più persone per sollevare e trasportare la zattera ed il contenitore. Alcune navi sonodotate di un carrello che semplifica l’operazione. Oggi le zattere sono quasi tutte stivate a portata del ganciodella gruetta. Le zattere posizionate molto distanti dai ganci delle gru potrebbero diventare inutilizzabili.
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Diversi sono i tipi di gru per l’ammaino, e noi ne raffiguriamo solo due. L’importante è che durante leesercitazioni a bordo gli operatori destinati a questa operazione, acquistino la massima confidenza con l’usodella gruetta facendo ripetute prove pratiche.
Disegno 1 Disegno 2 Disegno 3
Il primo tipo è utilizzato su alcune navi passeggere da crociera, mentre il secondo è utilizzato su i traghettida passeggeri. Evidentemente la scelta dipende dalla conformazione delle murate delle soprastrutture.
Nel disegno uno e due è chiaro che la prima zattera è disposta sotto la gru, pertanto va solo liberata dallerizze.
Si procede nel seguente modo :1. Rimuovere la parte mobile della ringhiera.
2. Ammainare il gancio sollevando la leva del freno.
3. Agganciare l‟anello della zattera al gancio di sicurezza della gru.
4. Legare la sagola di gonfiaggio, le due sagole di manovra e la sagola del contenitore sui
punti previsti della ringhiera. 5. Si pone la leva del gancio di sicurezza su chiuso. Appena in tensione la zattera, il gancio
va riportato in posizione di automatico, così quando la zattera galleggia il gancio si apreautomaticamente. Se il gancio non si apre bisogna usare lo spinotto metallico,
inserendolo nel gancio, come da figura, e ruotare verso l‟alto. Importante, prima che la
zattera tocchi l‟acqua, il gancio deve essere in posizione di rilascio.
La foto sottostante mostra una gruetta per l’ammaino delle zattere con in evidenza il triangolo per l’autoammaino. I
disegni mostrano come va armato un gancio in posizione di autosganciamento e come va usato nel caso il sistema non
funziona. L’ultima foto mostra il perno dove va fissata la manovella per la rotazione della gru.
6. Con l‟estensione del cannocchiale o con la rotazione della gru, la prima volta, il contenitore della
zattera è posto in posizione di gonfiaggio fuoribordo, all‟altezza del trincarino del ponte. Per le altre
zattere, con il cannocchiale o la gru sbracciata, si recupera, con l‟imbando, il gancio e si collega alla
zattera, quindi basta attivare in risalita il verricello del cavo della gru e la zattera è tirata fuori dalla
ringhiera.7. Si tira, a questo punto, la sagola di gonfiaggio per tutta la sua lunghezza, circa 36 metri, fin a
che appare una striscia nera e si da uno strappo per avviare il gonfiaggio del mezzo. La
zattera si gonfia, mentre le due sagole di ormeggio, legate preventivamente alla ringhiera, la
tengono in posizione affiancata alla murata,
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8. Si fanno quindi salire i passeggeri sistemando per prima due persone dal lato opposto al lato
dove sono alloggiate le bombole di CO2. Si procede, avendo curo di non sbilanciare troppo
la zattera che è appesa come un pendolo.
9. Si mollano le due sagole di manovra con molta delicatezza.
10. Il responsabile della zattera, afferra il triangolo che rilascia il freno del verricello e cala
rapidamente la zattera in mare.
11. La zattera, se la leva del gancio di sicurezza è in posizione di automatico, si sgancia dallagru. In caso di difficoltà bisogna operare manualmente come al punto 5.
12. Si recupera tutta la lunghezza possibile della sagola di gonfiaggio e si taglia. Se ci sono
ancora operatori a bordo, la sagola si fa mollare.
13. L’operatore che deve ammainare la zattera successiva, recupera rapidamente il cavo, ilgancio ed il cavo del freno e riprende le operazioni.
14. Mollata la zattera, con tutti i mezzi disponibili, la pagaia ed anche le mani, ci si allontana il
più possibile dalla nave.
15. Il battello di urgenza o di soccorso, si attiva per tenere tutte le zattere raggruppate. E‟
opportuno che le zattere si leghino tutte tra loro con la sagola di gonfiaggio.
16. Di giorno, se esiste l‟interruttore, spegnere la lampada per economizzare energia.
Le foto
mostrano il freno a mano della guetta per ammainare le zattere ed una
sistemazione, su un moderno traghetto, delle zattere di ammaino.
Uso delle imbarcazioni di salvataggio.
L‟imbarcazione di salvataggio è il mezzo più tradizionale e collaudato, ma per le navi che
trasportano molte persone, considerate le sue dimensioni e la sua rigidità, è molto ingombrante.
Resta comunque il più agevole e comodo. Esso ha avuto un‟efficace evoluzione, ma non è cambiato
nella sua struttura di base. A seconda del tipo di nave, incontriamo imbarcazioni totalmentescoperte, parzialmente coperte, completamente chiuse ed alcune con un impianto di difesacontro zone di mare invase da liquidi infiammati. Per la messa in mare vi sono imbarcazioni che
vengono ammainate da gru ed altre a caduta libera. Le caratteristiche di tali imbarcazioni sono state
descritte in precedenza. I mezzi per la messa in mare generalmente usati sono di due tipi: uno con i
bracci di sostegno che agiscono con un sistema a cannocchiale ed uno con bracci che ruotano da
una posizione verticale ad una posizione orizzontale.
Ribadiamo che il miglior sistema per acquisire padronanza nell’uso dei mezzi di salvataggio è la
pratica con esercitazioni di emergenza!
La squadra destinata alle imbarcazioni di salvataggio è in genere formata da tre/cinque persone
ed uno dei componenti funge da capo lancia per dettare i tempi e le azioni da eseguirsi. Considerato
che un abbandono nave, effettivo, avviene in situazione di estrema crisi per la nave e per
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l‟equipaggio, non è improbabile che uno o più componenti la squadra sia impossibilitato a
partecipare, ma le operazioni per l‟ammainata sono molto semplici e possono essere eseguite da
Quindi mollare le rizze dell‟imbarcazione. In genere questa operazione si compie manovrando
su un solo gancio. Fare attenzione perché le rizze liberate possono colpire persone nei paraggi.
Sgombrare la lancia e le gru dalle rizze sciolte che imbracano la lancia. Si continua con:
1. Agire sulla leva del freno, in genere sollevandola. Per gravità si abbassano i bracci delle gru
con l‟imbarcazione, finché, arrivate al punto di scontro, i bracci delle gru si fermano e
ruotano fino al massimo sbraccio, quindi le imbarcazioni vanno in forza dei cavi e vengono
ammainate dagli stessi. Quando la ritenuta di accosto entra in tensione, bloccare il freno. Per
le gru a cannocchiale si attivano i pistoni fino al massimo sbraccio e si ammaina la barca fino
al punto di imbarco. Può capitare che le rizze che imbracano la lancia finiscano per
incocciare da qualche parte. Fermare subito l‟ammainata e liberare l‟impedimento.
2. Aprire i passaggi di murata o sulle ringhiere.
3. L‟incaricato al gancio di prua e quello di poppa, salgono sull‟imbarcazione e passano il bozzello del paranco con gancio all‟operatore sul ponte, perché lo incocci nell‟apposito
anello, quindi egli incoccia il paranco con tirante sull‟apposito anello previsto sul gancio di
sospendita. Mette in tensione il paranco di accosto, da volta al tirante e molla il cavetto di
ritenuta. Ad imbarco avvenuto molla il paranco.
L‟operazione può essere eseguita anche come descritta dalla figura quando c‟è sufficiente personale per eseguire l‟operazione. Su alcune imbarcazioni è fissato direttamente il paranco
in sostituzione della ritenuta d‟accosto. In questo caso l‟operazione è più semplice perché
basta solo mollare il paranco a fine operazione d‟imbarco.
4. Allungare sul ponte imbarcazione e dare volta opportunamente la barbetta di prora dotata di
congegno di rilascio.
5. Assicurata a murata l‟imbarcazione, si effettua l‟imbarco delle persone. Questa operazione
richiede cura ed attenzione. Le persone vanno sistemate dal personale responsabile
dell‟imbarcazione dalle estremità della barca verso il centro ed alternativamente a dritta ed a
sinistra. E‟ assolutamente da evitare di imbarcare le persone prima da un lato della barca e
poi dall‟altro per l‟ovvio rischio che essa si può inclinare pericolosamente da un lato.
6. Assicuratosi che lo specchio d‟acqua sottostante è libero ed avendo mollato i paranchi,l‟operatore addetto al freno ammaina rapidamente la lancia in moto continuo evitando
brusche ed inutili fermate che possono provocare pericolose sbandate ed innescare un
movimento pendolare deleterio.
persone estranee all‟equipaggio, purché ben guidate da un marittimo
abilitato.
In genere nei pressi delle imbarcazioni a riposo, esistono disegni che
illustrano la sequenza delle operazioni da effettuare. Ogni operazioneva‟eseguita rapidamente, ma con calma e presenza di spirito.
La prima operazione da operare è liberare la lancia e lo spazio della
sua manovra dalle persone estranee e da ogni intralcio o legame che
possa costituire un impedimento all‟ammainata del mezzo. Se esiste
una pescaggina bisogna subito svolgerla fuoribordo, facendo attenzione
a che le murate e lo specchio d‟acqua sottostante siano libere. Questo
controllo va comunque sempre effettuato, prima di qualsiasi
operazione.
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7. Durante l‟ammainata gli operatori devono tenersi ai penzoli delle gru. Ad essi si devono
aggrappare tutte le persone che si sentono a disagio o in posizione instabile.
8. Appena la barca galleggia (con mare ondoso cercare di ammainare la lancia nel cavo di un
onda e non fermarla sulla cresta), con il sistema automatico i ganci si liberano
spontaneamente. Se ciò non avviene, una manopola sotto la prora, sgancia
contemporaneamente i ganci di prora e di poppa.
mano ci deve essere accordo tra i due marittimi ai ganci, perché va mollato prima il gancio
di sottovento e poi quello di sopravento.
9. L‟uomo addetto al freno, ancora a bordo, si cala con la pescaggina, mentre la lancia è tenuta
sottobordo con la barbetta ed il mezzomarinaio.10. Avviare appena possibile il motore.
11. Completato l‟equipaggio, l‟imbarcazione si allontana rapidamente dalla nave ad una distanza
di sicurezza e resta raccolta con gli altri mezzi di salvataggio.
La prima foto mostra l’imbarcazione di un moder no traghetto vista di poppa con le rizze che la tengono alla gru, il
sistema di aggancio ai cavi e la ritenuta d’accosto. L’altra mostra il freno per l’ammaino dalla coperta ed il cavetto
che consente l’ammaino dalla lancia.
Sulle imbarcazioni totalmente chiuse o parzialmente chiuse, la sequenza delle operazioni è
la stessa, ma alcune manovre sono congegnate per essere eseguite dall‟interno, come lo
sganciamento del paranco d‟accosto e quello dello sganciamento dei cavi d‟ammaino. Moltesono attrezzate con un sistema che consente di ammainare la barca dall‟interno della stessa.
Sulle navi dove è alto il pericolo di sversamento di prodotti ad alta infiammabilità che
possono incendiare la superficie del mare, o che trasportano prodotti altamente tossici capaci di
emettere vapori letali, la convenzione prevede, come già descritto, imbarcazioni che possono
chiudersi ermeticamente, essere capaci di resistere al fuoco ed al calore per otto minuti e/o
potersi rifornire di aria sana autonomamente per dieci minuti, con il motore funzionante.
E‟ raccomandato, su queste imbarcazioni, di avviare appena possibile il motore perché la
barca possa allontanarsi rapidamente dalla nave, incombendo pericoli di esplosioni. Sembra
superfluo dirlo, ma è necessario ripetere che, in questi frangenti, si deve navigare controvento
per superare la zona inquinata più ristretta.
Il sistema, imbarcazione e struttura per la messa in mare più progredito è quello delle
imbarcazioni a caduta libera.
Infine se questo non avviene bisogna agire
direttamente sui ganci da parte del prodiero e del
poppiero. L‟operazione di sganciamento manuale
è molto pericolosa, specie se c‟è mare ondoso,
quindi richiede equilibrio, elasticità di movimenti
e prontezza di riflesso. Nello sganciamento a
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Uso delle imbarcazioni a caduta libera.
Il sistema di ammaino per queste imbarcazioni è doppio. Oltre alla caduta libera è previsto
che possono essere ammainate anche con un sistema di cavi. Nel primo caso tutti i comandi per
la messa in mare sono all‟interno del mezzo, mentre per il secondo caso vi deve essere una
persona all‟esterno che effettua l‟ammainata, da un punto da cui il mezzo è ben visibile.
Due raccomandazioni sono inserite nella Solas: (III/6.3.2) i salvagenti devono esseretrasportati a mano ed indossati dopo che l’imbarcazione è in mare; (III/6.3.3) il motoredeve essere avviato prima del lancio.
Prima di accedere all‟imbarcazione devono essere rimossi tutti i collegamenti con la nave.
La sistemazione dei naufraghi all‟interno del mezzo è su sedili imbottiti forniti di cinture che
devono essere subito allacciate e che tengono fermi al posto le persone anche in caso di
ribaltamento.
Tutte le imbarcazioni, costruite con parametri che le consentono d‟autoraddrizzarsi, devono
avere i sedili dotati di cinture.
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In caso d’avvistamento di un naufrago in mare oppure accorgendosi della caduta di una persona dallanave, bisogna subito correre verso il ponte di comando gridando, ripetutamente, “Uomo in mare sulla…..(dritta o sinistra)”e lanciare il primo salvagente anulare che si trova. Ogni persona che ode tale grido,lo ripete ad alta voce.
L’ufficiale ordina subito la barra dal lato cui è stato avvistato il naufrago e riduce la velocità della nave,emette un fischio lungo di sirena (lo IAMSART manuale Vol.III sect.4 dice tre), avverte il Comandante e fabuttare in mare uno dei due salvagenti anulari che sono sulle alette.
Il personale di guardia si munisce di binocolo e cerca di avvistare e seguire il naufrago. Se di notte siaccende il proiettore. Si annota la posizione della nave.
Manovra Williamson. Se il naufrago non è lontano, dopo 60° d’accostata dal lato dell’avvistamento, simettono 20° di barra dalla banda opposta e dopo 230° gradi d’accostata dalla rotta iniziale, si dovrebbeessere nei paraggi del naufrago, manovrando in modo da pervenire sul punto del recupero con lemacchine ferme. I vecchi testi ricordano che l’ampiezza della curva d’evoluzione è indipendente dallavelocità della nave.
La manovra più rapida è l’ Anderson, adatta per navi con curva d’evoluzione stretta e alta potenza dimotore, ma essa è sconsigliata per le navi monoelica perché non porta molto vicino al naufrago. Consistein un’unica accostata con timone alla banda dal lato del naufrago. Dopo 250° d’evoluzione si arriva, conmacchine ferme, nei paraggi del naufrago.
Se è passato del tempo dall’avvistamento, è più adatta la manovra Scharnov. Timone alla banda per240° quindi si scontra dal lato contrario, sempre alla banda, quindi, quando mancano 20° dalla rotta
opposta a quell’iniziale, si mette timone al centro e si fa via sulla rotta inversa. Tutto il personale nonimpegnato in operazioni specifiche si pone in osservazione. Di notte è controverso il principio di accenderele luci di coperta, perché se esse consentono una migliore visione dei paraggi ravvicinati, abbagliano lavista per guardare più lontano. Gli eventi consiglieranno l’azione opportuna.
La squadra prevista per il recupero del naufrago, indossa i giubbotti di salvataggio e appronta,sbracciandolo fuoribordo, il battello di soccorso.
In caso di mancato avvistamento del naufrago si effettua una ricerca con percorsi previsti dal manualeIAMSAR in dotazione sul ponte, adottando lo schema più idoneo alla situazione meteo ambientale.
Avvistato il naufrago, si ferma la nave ed il comandante ordina l’ammainata sottovento del battello disoccorso.
Oggi sono presenti sulle navi vari tipi di battelli di soccorso, compresi i più avanzati mezzi veloci, con
relative attrezzature per la messa in mare. In questo caso la sistematica eser citazione all’uso dei mezzi èimportantissima.E’ compito del comandante destinare al loro impiego il personale da lui ritenuto più adatto.
Importante è mettere in funzione il S.A.R.T. per consentire alla nave di seguire in ogni caso, con ilradar, la posizione del battello.
Dalla nave si deve seguire la posizione del naufrago e attraverso il V.H.F. indirizzare su di lui ilbattello. In ogni caso possono darsi i tradizionali segnali con il fischio:
un fischio breve accosta a dritta;due fischi brevi accosta a sinistra;tre fischi brevi fai via;quattro fischi brevi torna indietro.Raggiunto il naufrago, gli si lancia l’anello con sagola. Qualora il naufrago sia privo di sensi, se il
battello non consente di recuperarlo da bordo a braccia, uno dei membri la squadra di soccorso si tuffa inacqua, corredato dell’anello con sagola, porta il malcapitato sotto il mezzo aiutato con la sagola e, con molta cautela, lo si issa a bordo.
Appena sistemato sul battello, con i piedi più alti della testa, gli si slacciano i vestiti e le scarpe e lo siavvolge nella tuta termica. Si ricovera sotto la parte coperta del mezzo e gli si praticano i primi soccorsi. E’
Recupero di uomo in mare.
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importante non fargli prendere vento per non aggravare un’eventuale ipotermia. Arrivati sottobordo, siesegue la manovra di recupero del battello.
Le foto mostrano un’esercitazione in piscina per il recupero di un naufrago.
L‟IMO, con la circolare MSC/Circ.895, ha disposto che sulle navi RO-RO di lunghezza
superiore a 130, vi sia uno spazio sul ponte più adatto che sia destinato all‟appontaggio degli
elicotteri, definendo tutte le caratteristiche che tale area deve avere. E‟ opportuno conoscerla per
avere delle indicazioni, nel caso sia necessario ricevere un elicottero sulla propria nave.Cercheremo di sintetizzarla.
1. E’ preferibile che l’area consenta all’elicottero di accedere lateralmente alla nave e va
tenuto conto dei movimenti dell’elicottero, del vento e del moto della nave. Ove non è
possibile liberare una zona laterale è consigliabile che l’area sia nella parte centrale.
2. L‟area deve tener conto delle dimensioni dell‟elicottero ed essere superiore alla
lunghezza del velivolo, compreso il rotore. Le ostruzioni eventuali nel punto
d‟appontaggio non devono essere superiori a 10 centimetri.
3. Durante la notte la zona deve essere intensamente illuminata, avendo cura non dirigere i
riflettori sul pilota.
4. Deve essere esposta e ben illuminata una bandiera tipo pennello.
5. Devono essere approntati estintori a polvere, a CO2 e dei lanciaschiuma. Devono essereapprontati almeno due boccalini a doppio uso (getto/pioggia), collegati a manichette di
lunghezza tale che consentano di raggiungere qualsiasi punto dell‟area d‟ammaraggio.
Due equipaggiamenti completi per pompieri devono essere disponibili.
6. In aggiunta, bisogna avere pronta una chiave inglese, una coperta ignifuga, una tronchese,
un gancio o una ganascia, un seghetto con sei lame di rispetto, una scala, una sagola di d.
5mm e di l. 15 m., delle pinze, cacciaviti ed un coltello con guaina.
E‟ ovvio che tutta la zona deve essere libera da antenne varie o attrezzature e manovre alte per il
carico.
Se c‟è tempo dipingere una grossa H nel punto centrale della zona d‟ammaraggio. In caso
contrario, una persona, possibilmente con tuta rossa, si pone nel punto di previsto appontaggio ed
usa nel miglior modo il telegrafo gestuale.
Soccorso con l’aiuto dell’elicottero a naufrago o degente.
L‟elicottero rappresenta il mezzo più idoneo per il soccorso
rapido in mare. La sua flessibilità d‟impiego gli consente di
effettuare diverse operazioni in aiuto alle navi in difficoltà. E‟
complicato elencare e descrivere tutte le occasioni in cui il suo
apporto risulta ed è risultato vitale, di seguito ci interesseremo di
uelle iù fre uenti.
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Tenere conto della resistenza al peso del ponte scelto. Evitare tughe d‟alluminio senza armature
interne robuste.
E‟ essenziale tenere la gente il più lontano possi bile dalla zona operativa. Una squadra deve
essere organizzata per questo compito.
Per la partenza basta una persona ben in vista del pilota che gli dia, a gesti, le indicazioni
opportune.
Non è abituale, però, che un elicottero abbia degli spazi sufficienti per atterrare su una nave
e, per la complessità delle sovrastrutture, l‟operazione è sempre molto pericolosa. Quando è
possibile, è preferibile che i collegamenti con il mezzo aereo si effettuino mentre è sospeso in
aria, tenendo presente che difficilmente l‟elicottero riesce a restare fisso in un punto e sono
anche da valutare lo scarroccio ed il movimento della nave. Ogni operazione deve essere
effettuata con padronanza di movimenti e rapidamente.
In genere, la nostra libellula, cala un cavo con redancia cui può essere collegato una braga,
un cesto, una gabbia od una barella.
Quando si è incaricati di agganciare qualcosa al cavo, fare la massima attenzione che il cavo ed il
carico, qualsiasi cosa sia, stia ben libero da ogni ostacolo. Sarebbe pericolosissimo se il
penzolo andasse ad incocciare in una struttura fissa della nave.
Il cavo non deve essere toccato senza l’autorizzazione dell’equipaggio dell’elicottero. Essonon deve essere toccato, essenzialmente, per evitare l’elettricità statica. Per scaricare ilsuo potenziale eletrico deve prima toccare il ponte o l’acqua.
La comunicazione tra chi opera con il gancio e chi comunica con l‟elicottero deve essere netta,
chiara e precisa.
La segnalazione di sinistra indica
che la nave è pronta ad operare.
La segnalazione di destra indica
che l‟operazione è completata
Riportiamo qui di fianco la figura riportata dello
IAMSAR Manual per offrire un‟idea di come va
immaginata una zona per l‟ammaraggio. Chi vuole più
dettagli può leggere il manuale oppure la MSC/circ.895.
Secondo l‟annesso 9.3 del GMDSS la frequenza
d‟emergenza degli aeromobili è la 121.5 MHz, mentre
per coordinarsi nella ricerca ed il salvataggio, la
frequenza è la 123.1 MHz. Per altre comunicazioni tra
navi ed aeromobili può usarsi la 156.8 MHz. Il manualecontiene una tabella con tutte le frequenze in uso.
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Un‟altra operazione in cui può impegnarsi l‟elicottero, è quella di recuperare un naufrago in
mare. Se il naufrago è in buone condizioni, può da solo indossare la braga, invece se è privo di sensi
è necessario l‟intervento di un‟altra persona, che può essere calata dall‟elicottero oppure può
trovarsi vicino al naufrago. Potrebbe anche utilizzarsi, in casi estremi, una specie di rete che scivola
sulla superficie del mare.
Le foto mostrano un’esercitazione in piscina per il recupero del naufrago dall’elicottero.
. La tecnica è di avere dei contenitori legati ad una sagola galleggiante di circa 200 metri. Il tutto
viene lanciato a 100 metri dai naufraghi sopravento. I contenitori sono di colori diversi in rapporto
al contenuto.
I contenitori rossi contengono medicinali ed equipaggiamenti per il first aid.
I contenitori blue contengono cibi ed acqua.
I contenitori gialli contengono coperte e tute protettive.
I contenitori neri contengono materiali vari.
Qualora il recupero deve essere fatto da una zattera gonfiabile, va
sgonfiato il tubo di sostegno della tenda e la copertura stessa va
ammainata, come appare dalla foto a lato.
Durante le esercitazioni pratiche che si effettuano nel corso di
sopravvivenza viene anche usata un‟apparecchiatura che simula il
recupero di una persona con la braga di sollevamento.
Gli elicotteri del soccorso sono attrezzati anche per lanciare materialedi sopravvivenza
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Soccorso ad altra nave o recupero di naufraghi dalla propria nave.
Questa situazione d‟emergenza è quasi impossibile codificarla. I fattori che entrano in gioco
sono tanto differenziati, che alcune manovre consigliabili per un caso possono essere
controproducenti per altro.
Consultando i vecchi testi, con le navi dalle proporzioni di un tempo, i consigli e le esperienze
tramandate possono valere solo per le navi da diporto o il piccolo naviglio. Un tempo era
consigliato il vai e vieni, ma oggi immaginarlo tra una portacontainer ed una nave passeggeri è
pazzesco.Il primo fattore che condiziona qualsiasi operazione è lo stato del mare. Con mare
sufficientemente tranquillo, tutto diventa facile e semplice e si possono praticare mille espedienti
per manovre di soccorso. E‟ evidente che l‟uso del battello di soccorso o dei battelli di soccorso,
facilmente ammainabili e di buona manovrabilità, consente il trasbordo di persone da nave a nave o
il recupero di naufraghi con una certa maneggevolezza. Esercitarsi con assiduità all‟uso di questi
mezzi ritornerà utile in molti casi.
Il Comandante conosce bene la sua nave, le sue capacità manovriere ed i suoi difetti. Sa per
principio che una nave in movimento scarroccia più rapidamente di una nave ferma, ovviamente
tenendo presente anche la diversa velatura delle navi. Conosce bene qual è la velocità minima di
manovra, al di sotto della quale la nave diventa un chiodo. Conosce gli abbrivi della nave dopo che
ha fermato le macchine e lo spazio d‟arresto con il crash astern. Conosce le caratteristiche dellacurva d‟evoluzione e l‟influenza del sistema di propulsione, delle eliche di prua, insomma tutte le
capacità manovriere della nave e le sfrutterà in questo tipo d‟emergenza.
Non solo le capacità manovriere della nave entrano in gioco, ma la stessa struttura della nave.
Oggi le murate delle navi sono, a volte, muraglie invalicabili. Lanciare un salvagente anulare con la
sagola e poi recuperarlo con appeso un naufrago diventa molto complesso e pericoloso. Usare le reti per far arrampicare i naufraghi, in molti casi è irrealizzabile. Se il numero dei naufraghi è rilevante,
pensiamo al naufragio di un trasporto passeggeri o del recupero d‟emergenza di boat peoples,
ammassati su mezzi di fortuna, il recupero da parte di una grande nave richiede espedienti
estemporanei. Il vecchio detto: dagli eventi prenderai consiglio, ritorna attuale per questo tipo
d‟emergenza. La conoscenza della nave, delle sue strutture, delle sue attrezzature e la
professionalità dell‟equipaggio sono le risorse essenziali.
Con un traghetto la possibilità di aprire il portellone risolverebbe tutti i problemi. Per le navi
passeggeri i portellini di murata possano aiutare molto. Le navi che hanno attrezzature per le
operazioni commerciali potrebbero usarle, come potrebbero essere usate le gruette per le provviste.
Insomma tutte le apparecchiature di murata che consentono di sollevare pesi in coperta, armate con
adeguate attrezzature disponibili, possono consentire il recupero.Ad ogni buon conto, navigando in soccorso di un‟emergenza è opportuno approntare i seguenti
mezzi ed attrezzature, così come consigliato dall‟IAMSAR manual:
Mezzi di salvataggio, zattere gonfiabili, giubbotti di salvataggio, tute d‟immersione per
l‟equipaggio, salvagenti anulari, radio portatili, alighieri e grappini, accette, barelle, cesti di
Riportiamo qui di lato dueimmagini che ricordano la tragicavicenda dell’ Andrea Doria
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salvataggio, scala del pilota, reti per arrampicarsi, il codice dei segnali. Stare pronti sulle frequenze
medie ed alte, molto alte ed ultralte per comunicare col coordinatore del salvataggio e consentire
rilevamenti radio, tenere pronti ogni genere di necessità per la sopravvivenza, attrezzature
antincendio, un eiettore portatile, binocoli, macchine fotografiche, sassole e remi, la lampada di
segnalazione, il proiettore di ricerca, torce elettriche, la pistola con i fuochi di segnalazione,
l‟EPIRBS, segnalamenti luminosi galleggianti, segnali fumogeni, portavoce, cartelli, una cassetta
medicinali con attrezzi e medicine di primo intervento, barelle, coperte, abiti asciutti, cibo, protezioni varie. Per la navi attrezzate approntare gru e bighi sbracciati fuoribordo con appese reti
del carico; filare da ambo i lati un cavo da ormeggio galleggiante da prua a poppa per consentire ai
mezzi di salvataggio ed ai naufraghi di aggrapparvisi; dal ponte più basso e dai portelli di murata
filare pescaggine e scale del pilota; approntare tutti i mezzi di salvataggio per usare come ascensore
per i naufraghi in condizioni precarie; approntare il lanciasagole ed i sacchetti per consentire
collegamenti con nave o mezzi di salvataggio; cappelloni e proiettori se si è di notte.
Nella situazione di cattivo tempo di mare, il vecchio espediente dell‟olio per calmare le onde
ossia ridurre i frangenti, è sempre efficace.
o L‟olio vegetale ed animale è il più adatto.
o L‟olio lubrificante può usarsi.
o L‟olio combustibile deve essere usato solo in situazioni estreme perché molto dannoso
per i sopravvissuti in mare e pericoloso perché può incendiarsi E‟ stato dimostrato che
200 litri di olio lubrificante, scaricati lentamente con la nave che procede a lento moto,
hanno interessato i frangenti di 5000 metri quadrati di mare.
Nella fase di avvicinamento è opportuno avvicinarsi di sopravento quando è necessario dare
ridosso o per i pericoli che può correre la propria nave. Ad esempio, ad una nave con incendio a
bordo conviene avvicinarsi di sopravento. Invece è opportuno avvicinarsi sottovento ai mezzi di
salvataggio, ovviamente a seconda dell‟effettiva situazione meteomarina, perché così vengono
scarrocciati verso la nave, mentre nell‟approccio opposto, specie per le zattere, il vento le porta via.
I naufraghi in mare devono essere avvicinati di sottovento. Se esiste il caso di precedenza di
soccorso è ovvio che il recupero di naufraghi in mare ha la precedenza assoluta.
Soccorso ad aereo ammarato in mare.
Tra le tante emergenze può capitare anche di essere chiamati a soccorrere un aereo ammarato per
emergenza in mare o che ha deciso di ammarare nelle vicinanze della nave.
Quando un aereo prende questa decisione di ammarare nei pressi della nave, essa deve
comunicare la sua posizione e trasmettere segnali per farsi rilevare dall‟aereo. Se di giorno deve
emettere fumo nero in abbondanza, mentre di notte deve accendere il proiettore e tutte le luci e
proiettarle verso il cielo.
Il comandante della nave deve comunicare al pilota:
1. Direzione e forza del vento.2. Direzione, altezza e lunghezza del sistema d‟onda primario e se esiste quello
secondario.
3. Lo stato del mare attuale.
4. Le condizioni del tempo.
All‟avvicinarsi dell‟aereo il comandante deve indicare la direzione preferibile di ammaraggio
dell‟aereo navigando con l‟onda principale al traverso.
Nel frattempo si appronta la nave per il salvataggio dei superstiti da farsi il più rapidamente
possibile, considerato che l‟aereo resta poco a galla. Le tecniche e le precauzioni sono le stesse già
enunciate.
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Sopravvivenza
La sopravvivenza è la capacità di preservare al massimo le migliori condizioni fisiche e
psichiche nella situazione di naufrago. I consigli che citiamo derivano da esperienze riportate
da chi ha vissuto l‟esperienza o di chi ne è stato testimone e che hanno prodotto una ricca
bibliografia.
I suggerimenti fondamentali sono: cercare di stare sempre insieme con gli altri, maicome in questo caso l’unione fa la forza. Sforzarsi di mantenere la calma e la razionalità.Risparmiare su tutto,dall’energia fisica alle dotazioni. Immaginare in positivo tutti i
metodi per salvarsi. Collaborare alla sopravvivenza dei singoli e dei gruppi. Scegliersiun capo.
La situazione di naufrago può concretizzarsi in due situazioni:
1. trovarsi in mare, con o senza giubbotto di salvataggio, da solo o in compagnia.
2. trovarsi su un mezzo di salvataggio, in genere, in compagnia.
Trovandosi in mare.
La situazione più disperata è quella di trovarsi in mare, da solo, con la superficie del mare
coperta di petrolio incendiato, tempo burrascoso, magari ferito e senza giubbotto. Pure in questo
caso, mantenendo la calma c‟è la possibilità di salvarsi. E‟ consigliato in questo caso di nuotare
sott‟acqua verso il sopravento per superare le chiazze più pericolose, in emersione respirare facendo
filtro con le mani davanti alla bocca. Quindi cercare di raggiungere qualche mezzo di salvataggio
oppure riuscire ad aggrapparsi a qualche relitto che non manca mai in un naufragio e fare
l‟impossibile per salirvi sopra.
Abbiamo richiamato questa situazione estrema per far risaltare la necessità di essere sempre
preparati e meditare sulla necessità di programmare le vie di fuga da ogni ambiente che si frequentaa bordo. Tenere sempre presente il percorso più breve per arrivare ai mezzi di salvataggio,
localizzare la più vicina sistemazione di giubbotti di salvataggio e di tute d‟immersione. Queste
sono una buona protezione anche con il mare in fiamme.
I pericoli per chi si trova in mare possono essere:
1) L‟annegamento.
2) Il freddo e l‟ipotermia.
3) Il colpo di calore e la spossatezza.
4) Animali pericolosi.
5) Presenza di petrolio in superficie.
6) Ingerire acqua di mare.
1. Il pericolo maggiore di annegare può essere la disperazione, l‟agitarsi disperatamente. Conl‟ausilio del giubbotto, il corpo resta ad un‟altezza di sicurezza dalla superficie dell‟acqua, tale da
consentire un ansito regolare. Stare calma e rallentare al minimo la respirazione; il processo di
lenta inalazione aiuta ad essere distesi come, l‟essere tranquilli aiuta a respirare lentamente. Se si è
in acque agitate, mettere un filtro davanti alla bocca come un fazzoletto od al limite le stesse mani.
Indossando la tuta d‟immersione od il solo giubbotto, distendersi supino sull‟acqua e ricevere le
onde con i piedi davanti. Farsi cullare dalle onde e non contrastarle. Appena capita l‟opportunità
di qualsiasi relitto, di qualsiasi dimensione, afferrarlo e cercare di portarsi fuori dell‟acqua con
tutto il corpo o la maggior parte di esso.
2. Trovandosi in acque fredde il pericolo maggiore è la perdita di calore corporeo, con
conseguente ipotermia. Molti testi riportano delle tabelle con i tempi di sopravvivenza a seconda
della temperatura del mare. Più l‟acqua è fredda più rapido, in progressione esponenziale, è il
processo d‟abbassamento della temperatura corporea. La difesa è nel contenere al massimo la
dispersione del calore.
In emergenza indossare quanti più indumenti di lana è possibile a contatto della pelle e coprirli
con vesti di cotone, coprirsi il capo e le estremità con quanti e calze. Sono proprio il capo e le
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estremità quelle che perdono più calore e le prime a subire il processo di congelamento. Le scarpe
vanno rimosse. Queste precauzioni vanno rispettate anche in acque tiepide.
Altro espediente è muoversi il meno possibile. Ogni movimento brucia calore, specie da parte
delle braccia e delle gambe.
3. Nei climi più caldi, un altro pericolo viene dall‟esposizione al sole. In questi frangenti
incombe il colpo di calore e la spossatezza, tutti legati alla perdita di liquidi corporei. Molto
importante è coprire il capo, che stando fuori dell‟acqua è il più esposto, ed è anche un‟estremità
molto attiva e percettiva. La disidratazione incombe anche nell‟acqua. Nei climi caldi non è
improbabile il passaggio di piovaschi, subito approfittare del momento, per raccogliere con i palmi
delle mani od un qualsiasi contenitore, anche un cappello, quanta più acqua è possibile e berne a
sazietà. Mai bere acqua di mare.
4. Altri pericoli che incontra nel mare il naufrago, sono gli animali che aggrediscono e
possono portare danni agli uomini. Tra questi troviamo lo squalo, l‟orca, le meduse ed i serpenti di
mare.
Tra tutti il più pericoloso è lo squalo, anche se tra le tante specie che infestano i mari, gli
antropofagi sono pochi. L‟ultima teoria che parla degli squali, localizza nel suo muso una certa
ampolla di Lorenzini, capace di localizzare i segnali elettrici emessi dai corpi.
Questa consente allo squalo di orientarsi rispetto al campo magnetico della Terra che è, come
un‟enorme turbina, l‟attivatore dei segnali elettrici dei corpi che si muovono.
(questa teoria l‟abbiamo copiata da un “venerdì” di repubblica)
In acqua assumere la posizione
fetale, restando il più raggomitolato possibile. Se si è insieme con altri,
tenersi tutti stretti per imprigionare
quanto più calore è possibile.
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Ciò conferma il suggerimento di non muoversi troppo in presenza degli squali e di allontanarsi
lateralmente ad essi. Data la sensibilità del muso, il consiglio di colpirlo in quella parte viene
confermato.
Molto esposte sono le persone ferite che perdono sangue. Per evitare il richiamo dei predatori,
fasciare bene e racchiudere le lesioni con qualche cosa di impermeabile anche una vomiterola.
Le orche sono intelligenti e quindi difficili da ingannare, assalgono solo se affamate e non
sempre, anzi raramente, assalgono l‟uomo. Per le meduse ed i serpenti di mare, occorre difendersi dai tentacoli e dai morsi velenosi. La
protezione migliore è essere ben imbottiti di abiti, con anche le mani ed i piedi protetti. Esistono
altre specie di pesci che possono, con la puntura delle loro spine dorsali, procurare ferite molto
dolorose come le tracine, gli scorfani ed altre, però questi sono pericolosi solo quando vengono
pescati.
Si racconta che il morso dello squalo non si avverte. Ma quanto questo possa consolare lascia
molto perplesso.
Per curare le ferite da squalo, si praticano le cure abituali, mentre per la terapia sono
consigliati antibiotici e antidolorifici.
Le cure per le lesioni da medusa sono: antidolorifico, spasmolitico e antistaminico.
I serpenti di mare sono i più pericolosi. Come per i veleni di tutti i rettili, bisogna non muoversi,
non usare alcolici, incidere la ferita e succhiare il veleno, lavarla e stringere un laccio a monte del
morso. Praticare sieroterapia, cosa che su un battello di salvataggio e forse anche su una nave è
poco probabile praticare.
Una delle situazioni più dr ammatiche, che è stata descritta all‟inizio di questo capitolo, è la
situazione che si crea dopo il naufragio per incendio di una petroliera o gasiera. Questi bestioni del
mare, quando impazziscono, lasciano poco tempo al salvataggio e ci si può trovare in un mare
coperto di petrolio e di fiamme. In questi frangenti è opportuno proteggere tutta la testa, visocompreso, con un panno bagnato che faccia anche da filtro per i gas tossici . Superata la barriera
di fuoco e di petrolio è opportuno seguire i consigli generali.
Quando ci si trova soli in acqua per lungo tempo si può essere assaliti dalla sete, oppure neifrangenti di mare può capitare di essere sommersi. Evitare il più possibile di bere acqua di mare. Gli
effetti di questa ingestione producono diarrea ed a volte vomito, innescano la disidratazione e la
spossatezza e riducono le possibilità di sopravvivenza.
Ad ogni salvagente è legato un fischietto ed una piccola lampada da usare per richiamare
l‟attenzione. Specie di notte, questi due segnalamenti possono farvi rilevare da altri naufraghi
sistemati sui mezzi di salvataggio e da altri auspicabili soccorritori. Di giorno, quando si
avvistano ricercatori, distendersi il più possibile sull‟acqua per aumentare la macchia di
colore e mostrare la maggior superficie possibile del giubbotto che è di colore rosso, magari
se si è sufficientemente in forza, sfilarselo ed agitarlo in aria. Sbandierare qualcosa oppure
battere l‟acqua per fare quanta più schiuma si riesce. E‟ necessario creare il massimo
contrasto con il colore del mare nello spazio che circonda chi cerca aiuto.
Trovandosi su un mezzo di salvataggio.
I ndicazion i generiche.
Dopo che si è mollata la nave e ci si è allontanati da essa per evitare l‟effetto risucchio del
probabile inabissamento del bastimento, riunirsi agli altri mezzi di salvataggio, possibilmente
legandosi gli uni agli altri. E‟ del tutto inutile allontanarsi dal punto del disastro perché tutti i
soccorritori dirigeranno in quel punto, che viene trasmesso dall‟Epirb. Se si è vicino ad una riva
bassa, si può tentar di far costa, mentre bisogna allontanarsi dalle coste a strapiombo,
particolarmente se c‟è cattivo tempo . Un gruppo di mezzi di salvataggio è molto più facile da localizzarsi dei singoli, sia
visivamente che strumentalmente, inoltre è molto più confortante, psicologicamente, stare con
gli altri.
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Sui mezzi bisogna promuovere al massimo la solidarietà, l‟altruismo e la collaborazione.
Alcuni dei mezzi a motore devono rimorchiare al centro del raggruppamento le zattere di
salvataggio che hanno meno autonomia di movimento mentre gli altri devono perlustrare la zona
alla ricerca di persone finite in mare. E‟ necessario avere dei riferimenti gerarchici e crearsi dei
capi che sappiano regolare le operazioni e siano capaci di limitare possibili conflittualità. In
queste contingenze prevale chi ha più carattere e determinazione, emerge il capo carismatico.
Cercare di recuperare eventuali relitti della nave che possono risultare utili, ponendolimagari a rimorchio se sono troppo pesanti o voluminosi.
I consigli sui problemi delle esigenze organiche, che pure creano problemi ed imbarazzo a
bordo del mezzo, sono sempre stati ignorati per falso pudore e non hanno bibliografia. Ebbene,
recuperare a rimorchio un salvagente anulare, può diventare un utile sedile per le occorrenze.
Data la situazione vanno bandite alcune forme di pudicizia che possono creare una situazione di
stress supplementare. Aiutare i più deboli anche in questi casi fa parte della solidarietà.
E‟ opportuno trasbordare gli infortunati ed i malati su un‟imbarcazione in cui ci sia un
medico od un esperto di cure mediche. E‟ conveniente riunire le famiglie ed i gruppi di amici che
possano essere state divise nella fretta del salvataggio. Occorre stabilire dei turni di vedetta e di
ascolto, scegliendo le persone con la vista e l‟udito migliore.
Con il cattivo tempo è pericoloso essere troppo ravvicinati e nel contempo ci si deve
premunire per non perdere i collegamenti. Peggiorando il tempo filare le ancore galleggianti. Le
cime di congiunzione vanno allungate al massimo. Evitare di buttare in mare residui di cibi e
materiale insanguinato eventualmente servito per le medicazioni, potrebbero richiamare gli
squali che sono dei vicini poco raccomandabili. I delfini sono una buona protezione contro i
predatori e sono degli amiconi da non allontanare, ma da non alimentare.
Di fendersi dal fr eddo.
Il naufragio alle alte latidudini trova il peggior nemico nel freddo. Le sporgenze del corpo
come mani, piedi, naso, orecchie e testa sono le parti che per prima possono congelarsi nei climigelidi. Non lasciarle scoperte e cercare di proteggerle.
Per proteggersi dal freddo, evitare di esporsi al vento e stare rinchiusi sotto le coperture.
Tenersi tutti stretti e raggomitolati, fare solo qualche movimento ogni tanto per attivare la
circolazione. Tenere panni di lana a pelle e vesti di cotone sopra. Tenere le mani protette e
mettere i piedi senza scarpe, ma con i calzini, sotto le braccia od in serto di qualche vicino
scambiandosi il favore. Proteggere il capo, le orecchie ed il naso. Stendere coperte o qualsiasi
tipo di telo sopra le teste per conservare al massimo il calore dei corpi. Periodicamente
ossigenare l‟ambiente. Sgottare ed asciugare l‟acqua dal mezzo. I più faceti raccontino
barzellette per evitare di cadere in stato di sopore depressivo.
Di fendersi dal caldo.
Nelle basse latitudini il caldo diventa il peggior nemico. Difendersi dai raggi diretti del
sole, ma consentire una buona ventilazione del mezzo. La perdita di liquidi porta alla
disidratazione, quindi tenere fresco il corpo, bagnando periodicamente il capo, le estremità e
magari i vestiti. Approfittare di tutte le possibili piogge e piovaschi per recuperare acqua
dolce. Evitare di bere acqua di mare e non farla bere agli altri. Questa acqua, oltre agli altri
fastidi, provoca diarrea e vomito, quindi accentua la perdita dei liquidi dell‟organismo.
Il consiglio ultimo è quello di evitare di sudare , quindi ridurre al minimo qualsiasi attività e
muoversi lentamente.
Alimentazione
Nelle imbarcazioni di salvataggio sono previste razioni di viveri e provviste d‟acqua come
già specificato. Mentre senza mangiare si può vivere per settimane, senza bere si sopravvive
circa cinque giorni. E‟ quindi indispensabile razionare particolarmente l‟acqua. Nelle
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imbarcazioni il quantitativo di acqua è di tre litri a persone, mentre nelle zattere di solo un litro e
mezzo per occupante.
Nei climi più freddi il consumo di liquidi è rallentato rispetto ai climi caldi. In definitiva la
razione giusta, per un sufficiente reintegro di liquido per il corpo, è di mezzo litro d‟acqua a testa
ogni ventiquattro ore. Il primo giorno, le provviste d‟acqua non vanno distribuite perché
l‟organismo è ancora abbastanza impregnato di liquidi, ma va fatta eccezione per i bambini e per
le persone ferite, specie quelle che hanno perso molto sangue. Ribadiamo ancora una volta che bisogna sempre raccogliere l‟acqua piovana, avendo cura di non recuperare le prime acque
perché le superfici di raccolta possono essere coperte di sale.
Per i viveri oggi sono a disposizione delle tavolette che contengono gli elementi di base per
una corretta alimentazione. Esse non stimolano la sete.
Considerato che il sistema di ricerca e soccorso oggi, in tutto il mondo, è ben sviluppato, il
pericolo di restare a lungo in mare è piuttosto remoto. In ogni caso, con un po‟ di fortuna, si può
tentare di pescare. Mangiare pesce fresco è molto nutritivo. Alcuni consigliano anche di catturare
e mangiare gli uccelli marini, ovviamente ad estremi mali estremi rimedi.
In definitiva la sopravvivenza è l‟arte di arrangiarsi. Importante è non perdere mai le
speranze e la voglia di vivere.
Uso dei segnalamenti pirotecnici.
Sia le imbarcazioni di salvataggio che le zattere hanno in dotazione segnali a paracadute,
fuochi a mano e fumogeni. La prima raccomandazione è quella di usarli con parsimonia quando
veramente la loro luce può essere vista da qualcuno.
I razzi a paracadute ed i fuochi a mano sono più efficaci di notte, ma all‟occorrenza possono
essere usati anche di giorno, mentre i fumogeni sono più adatti di giorno, ma possono anche
essere usati di notte se c‟è un buon chiarore lunare.
Verso i segnali pirotecnici esiste un certo timore nell‟usarli. Bisogna maneggiarli con
cautela, ma senza preoccupazioni perché non scoppiano. Quando si adoperano, per massima prudenza, si possono usare dei guanti. Importante è leggere attentamente le istruzioni e seguirle
pedissequamente. Sono poche, ma imprescindibili. Quando si accendono è buona norma girare la
testa di lato per salvaguardare gli occhi. Usarli sempre con le mani tese sottovento.
Essi riescono a proiettarsi fino ad oltre 300 metri di altezza ed emettono una intensa luce
rossa, che si abbassa lentamente. La loro funzione è quella di avvertire che in zona ci sono
persone in pericolo, ma non ne indicano il sito. Per delimitare alla grande il sito è buona norma
farli partire il più verticalmente possibile. Tenere il braccio ben teso ed il pugno verso l‟alto,
senza inclinarlo.
Attenzione, quando si tengono in pugno specie nella zattera , mantenere una posizione dibuon equilibrio ed, assolutamente, evitare di farseli cadere di mano nella zattera o dicascare. Sono pur sempre dei fuochi poco compatibili con la gomma della zattera. In ogni caso,
quando sono esauriti o diventano pericolosi, buttarli in mare. Essi hanno la proprietà di
continuare ad ardere anche nell‟acqua.
I segnali a paracadute sono i cilindri più grandi, in genere di colore giallo, con
illustrato sull‟etichetta, con semplici vignette, il modo di impiegarli.
I razzi vanno usati quando si avvistano navi od aerei molto lontani, oppure si
sente il loro rumore.
I fuochi a mano sono i cilindri più piccoli e servono per farsi
localizzare con precisione. Si tengono accesi in mano per tutto il
tempo della loro funzione che è di tre minuti.
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Uso dell’eliografo.
L‟ancora galleggiante è l‟unico attrezzo di bordo che serve per difendersi in qualche modo
dal mare avverso.
Sulla zattera, essa è utile per frenare l‟eccessivo scarroccio e costituire un aiuto per non
essere travolti dai frangenti. Ci sono due ancore per ogni zattera. Delle due, una si dispiega
appena la zattera viene gonfiata e l‟altra è di rispetto, con un comando interno che consente di
usarla quando occorre. In particolari casi di tempo è opportuno usarle entrambe, come opportuno
usarle entrambe se ci si avvicina alla costa, tenendo presente la direzione del vento come
spiegato sotto.
L‟ancora galleggiante per le imbarcazioni, di forma affusolata, serve per tenere la prora al
vento e nella maggior parte dei casi, al mare per affrontarlo con maggiore stabilità. E‟ opportuno
tener presente che il vento ruota più rapidamente del mare. Ora poiché l‟ancora serve per tener la
I fumogeni sono dei barattoli cilindrici, più o meno larghi. Emettono
un denso fumo arancione, non tossico, che è meglio non inalare.
Durante la loro funzione possono essere tenuti in mano, ma possono
anche essere buttati in mare. Pure se sono meno pericolosi devono
essere usati con prudenza ed evitare di farli cadere nella lancia o nella
zattera.
Il suo limite è che può essere usato solo di giorno con un bel
sole, ed il bersaglio si trovi tra il sole ed il naufrago. Uso:
1. Traguardare attraverso il buco dello specchio.
2. Puntare il riflesso del sole nel buco del mirino, tenuto ad
una distanza dalla specchio pari alla lunghezza dello
spago.
3. Allineare l‟oggetto del quale si vuol richiamarel‟attenzione, con i due buchi, avendo cura di non spostare
il riflesso.
Uso dell’ancora galleggiante
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prua al mare, ma se chi orienta la barca è prevalentemente il vento, in caso di improvvisa
rotazione del vento l‟ancora può diventare più dannosa che utile. La stessa precauzione va
adottata se si fa costa. Con un vento di terra o di traverso al mare, l‟ancora galleggiante
rappresenta, più che un aiuto, un ostacolo. Con ciò non si vuole ridimensionare la grande
funzione di aiuto che tale attrezzo offre, ma occorre utilizzarlo con cognizione di causa.
Uso del motore.
Nella compilazione del ruolo di appello è buona norma assegnare un marittimo competente
alla conduzione del motore delle imbarcazioni di salvataggio e dell‟imbarcazione di soccorso.
Bisogna anche tener presente che l‟uso effettivo di questo mezzo è previsto in situazioni di
emergenza e può ben capitare che il competente risulti assente durante l‟abbandono nave,
quindi è giusto che, durante le esercitazioni, anche gl i altri componenti l‟armo della barca
vengano allenati all‟uso del motore e conoscano le funzioni degli accessori.
In linea di massima è necessario utilizzare con parsimonia l‟autonomia del mezzo.
Allontanatosi dalla nave abbandonata ed effettuato il raduno delle zattere, se si è lontani dalla
costa, è meglio fermare il motore ed usarlo solo quando è indispensabile.
Uso della bussola.
In mezzo al mare è importante orientarsi. Anticamente i naviganti si spostavano con
l‟aiuto del sole di giorno e della stella polare nell‟emisfero nord o della Croce nell‟emisfero
sud la notte.
Il sole, nell‟emisfero nord, sorge verso oriente, culmina a sud a mezzogiorno (sopra il
tropico) e tramonta verso ponente. Nell‟emisfero sud, sorge verso oriente, culmina a nord (sotto
il tropico) e tramonta verso ponente.
La stella polare è una stella non molto luminosa e difficile da individuare che indica il nord .
del timone per tre volte la distanza che le separa e si incontra la polare. La Croce è una
costellazione facilmente individuabile per la sua forma ed approssimativamente indica il sud.
Per trovarla bisogna identificare il Gran Carro, una
costellazione costituita da sette stelle ben visibili,
quattro a forma di quadrato e tre che si allungano dal
quadrato a forma di timone. Virtualmente si prolunga la
direzione delle ultime due stelle del quadrato dal lato
Una bussola magnetica è in dotazione delle
imbarcazioni di salvataggio, perché hanno la possibilità di spostarsi, mentre sulle zattere sarebbe
inutile.
La bussola è uno strumento che si orienta nel campo
magnetico terrestre, grazie ai magneti applicati sotto la
rosa, ed indica sempre il nord.
Sulla corona del mortaio è incisa una linea nera che si
denomina linea di fede. Questa deve essere posta in
allineamento con la prora dell‟imbarcazione ed in
corrispondenza di essa si legge la direzione che si sta
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Uso di dotazioni var ie
Manuale di sopravvivenza – E‟ un libricino che dà ottimi consigli per i naufraghi chesono completamente inconsapevoli della situazione in cui sono venuti a trovarsi.
Torcia elettrica – Con essa è possibile inviare segnali morse a lampi di luce, ma la suafunzione principale è di illuminare durante la notte in particolari situazioni. Usarlo solo se è
indispensabile. Come tutte le dotazioni il suo impiego va economizzato al massimo.
Pompe, sassole, spugne, gottazze, buglioli - Sono dotazioni che servono
essenzialmente a prosciugare quanto più è possibile l‟acqua dall‟interno del mezzo. Bisogna
stare all‟asciutto, sempre quando è possibile. Mai lasciarsi prendere dall‟indolenza e
dall‟abbandono spirituale, quindi sgottare acqua è un buon impegno per attivarsi.
Corredo di pronto soccorso, pillole contro il mal di mare,vomiterola – Sono piccoli aiuti per situazioni particolari. Le
riprenderemo nel capitolo apposito.
Copia dei segnalamenti – Serve per capire i segnali che inviano isoccorritori e permette di inviarne agli stessi.
Fischio – Serve per farsi localizzare specie di notte. Poiché tutti i
giubbotti sono dotati di fischi, qualora si presenta la necessità di attirare l‟attenz ione è meglio se
tutti si mettono a fischiare insieme. Può servire anche per comunicare ed inviare segnali.
Coltello, apriscatole – Un attrezzo che è tra i più utili per tante cose. Sulle zattere fare
attenzione ad usarlo con prudenza.
Set di lenze – Attrezzi di noto uso. Importante è evitare di richiamare gli squali con i
residui di eventuali pesci catturati. Non usarle subito. Oggi la possibilità di essere soccorsi in
breve tempo sono molto alte, quindi evitare di complicarsi l‟esistenza con ospiti molto sgraditi.
Estintore portatile – Il suo uso è semplice, comunque avere cura che sia sempre
manutenzionato ed efficiente. Nelle barche a motore è essenziale.Proiettore – Durante la notte è un mezzo indispensabile per ricercare naufraghi e
controllare il raduno dei mezzi di salvataggio. Può essere avvistato da molto lontano. Farne uso
con parsimonia.
Istruzioni per interventi di emergenza – Sulle zattere c‟è un kit di materiale per
piccole riparazioni ed il loro uso può diventare molto importante.
Vesti protettive – sia sulle lance che sulle zattere è previsto un certo numero di indumenti
protettivi, ma non per tutti. L‟uso nei climi freddi va riservato alle persone più deboli, ammalate
o infortunate.
Riflettore o risponditore radar – Tra i due strumenti c‟è una forte differenza.
Il primo è una superficie molto riflettente per le onde elettromagnetiche alle frequenze dei
radars e serve a rendere l‟eco del bersaglio più intenso sullo schermo PPI. Il secondo invece, quando stimolato dalle frequenze dei radar, emette dei segnali che
appaiono sul PPI come archetti concentrici nella direzione del bersaglio cioè dell mezzo fornito
di trasponder. Non devono mai essere usati contemporaneamente il risponditore
ed il riflettore.
Entrambi gli strumenti devono essere messi nella parte più alta del
mezzo ed all‟esterno, ove possibile sopra un asta. La distanza di
avvistamento è funzione sia dell‟altezza dell‟antenna del radar e
sia dell‟altezza dello strumento.
Il risponditore, per funzionare, deve essere attivato manualmente.
Difficilmente i risponditori sono già stivati tra le dotazione delmezzo di salvataggio, perciò bisogna assegnare ad un componente
l‟equipaggio il compito di portarli sui mezzi.
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Rimorchio di una zattera.
Per farsi rimorchiare, stando su una zattera, è opportuno utilizzare le cime in dotazione della
zattera. Qualora venisse fornita una cima dal rimorchiatore fare attenzione a dove si collega. Il
punto migliore è legarla in corrispondenza dei punti di fissaggio dell‟imbracatura che serve a
sollevare la zattera oppure legarla alla sagola per il gonfiaggio. Assolutamente evitare di legarla
alla cima di appiglio che circonda la zattera!
EPIRBs e VHF
La prima notazione essenziale è che questi apparecchi radio non sono presenti tra le
dotazioni permanenti dei mezzi di salvataggio, perciò è indispensabile che nel ruolo di
appello vi sia una o più persone che, tra gli altri compiti, siano incaricati di portare questi
apparecchi sui mezzi in caso di abbandono nave!
L‟EPIRB non è altro che un apparecchio radio che trasmette un segnale d‟allarme
intercettato e ritrasmesso dal satellite polare nella frequenza di 406 MHz o sulla frequenza di
1,6 GHz quando la nave opera nella zona coperta dalla costellazione dei satellitiINMARSAT. Esso è tenuto in una posizione molto accessibile a bordo, in genere sul ponte di
comando, è facilmente rimovibile ed è trasportabile da una sola persona, è galleggiabile e si
attiva automaticamente quando è in mare. L‟apparecchio si può metter in funzione anche
manualmente.
1) L‟EPIRB emette il segnale di allarme – 2) Il satellite rileva il segnale – 3) Il satellite rinvia il
segnale alla L.U.T di Bari. – 4) Il segnale arriva al MCC associato (Bari) – 5) Qui si elabora e
formatta il segnale e lo si invia al punto di contatto e di ricerca e soccorso MRCC ubicato a ROMA,
da dove si allerta l‟organizzazione nazionale. – 6) Questa è suddivisa in 13 MRSC ubicate nelle
Capitanerie di Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Reggio Calabria, Bari, Ancona, Ravenna,
Trieste, Catania, Palermo e Cagliari. 7) La MRSC coinvolta mobiliterà e coordinerà le unità della
guardia costiera in operazione SAR. e di determinazione dell‟ubicazione della fonte dell‟allarme.
Nella navigazione costiera l‟EPIRB può essere del tipo che invia un
messaggio di allarme sul canale 70, usando il DSC in VHF.
Poiché l‟EPIRB si attiva sia automaticamente, con l‟acqua di mare, che
manualmente, è meglio attivarlo con le mani quando lo si usa.
La sua autonomia è minima di 48 ore, quindi, tenendolo lontano
sufficientemente dai mezzi di salvataggio e opportuno legarlo in qualche
modo a rimorchio, affinché non venga allontanato troppo, sotto la spinta
del vento, dai mezzi di salvataggio.
Se un segnale emesso
dall‟EPIRB viene ricevuto,
nell‟organizzazione italiana si
attivano gli enti predisposti
per effettuare le operazionicodificate dalla normativa
internazionale.
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PREVENZIONE E DIFESA CONTRO L’INCENDIO
Il fuoco è una reazione chimica molto semplice che è opportuna conoscere per potersi difendere
meglio. Gli elementi indispensabili per produrre la reazione sono: il combustibile, il calore el’ossigeno.
Quando il calore porta un combustibile in prossimità del punto di combustione, che è diverso trai vari tipi di materiali, questi emette dei vapori che combinandosi con l‟ossigeno, abbondante
nell‟aria, innesca la reazione che si presenta sotto forma di fuoco, quando questi vapori vengono
accesi da un corpo già in combustione o da una scintilla.
un agente freddo in grado di assorbire molto calore e quindi abbassare la temperatura d‟ignizionedel combustibile. Tra questi agenti il più comune ed abbondante è l‟acqua, meglio se nebulizzata.
Eliminare l’ossigeno: il procedimento più semplice è il soffocamento, cioè creare una cortina
impermeabile all‟aria sopra il materiale incendiato (schiuma, polvere, coperte), oppure immettere
nel locale gas più pesanti dell‟ossigeno o, infine, impedire che l‟ossigeno consumato dalla
combustione venga compensato da nuove immissioni.
In alcuni testi si parla di tetraedro dell’incendio, nel quale appare la componente catena di
reazione chimica la cui interruzione con composti alogenati estingue l‟incendio. In effetti, questi
composti, come l‟halon, innescano una reazione chimica, ma essa porta comunque alla
combinazione con l‟ossigeno che viene depotenziato. L‟ultima normativa proibisce l‟ halon perché
molto distruttivo per lo strato di ozono dell‟atmosfera.
A bordo delle navi, specie per quelle che trasportano materiale organico (vegetali, frumenti, lana,cotone etc…) esiste un pericolo strisciante che è quello dell‟autocombustione. Questi materiali,
nella cui composizione molecolare è presente l‟ossigeno, quando sono umidi e tenuti sotto forti
pressioni, tendono a fermentare e produrre calore fino ad alimentare un‟autocombustione, che si
sviluppa negli strati più bassi dello stivaggio. Lo stesso pericolo può venire da stracci o canopi
imbevuti di petrolio. Questi tipi d‟incendi sono i più pericolosi perché quando diventano evidenti
sono estesi, massicci e del tutto imprevedibili. Come un tempo le navi da carico, oggi le
portacontainer vivono con questa spada di Damocle pendente sulla loro sicurezza.
Un altro pericolo che esiste a bordo è l‟esplosione. La nave per sua natura è una costruzione
ricca di anfratti, piccoli locali e spazi confinati dove possono addensarsi gas allo stato esplosivo.
Questa condizione dei gas è difficile da definire, in quanto il presupposto d‟esplosività varia da
situazione a situazione. Importante, per evitarla, è raggiungere i punti più nascosti della nave conuna buona ventilazione. E‟ essenziale, prima di entrare in locali chiusi e poco frequentati, per il
pericolo di presenza di gas, ventilarli abbondantemente.
Un sistema di classificazione degli incendi è quello che fa riferimento al tipo di combustibile ed
al relativo materiale estinguente. Tale classificazione raggruppa i tipi di incendio e li indica con una
lettera alfabetica racchiusa in un figura piana. Come ogni classificazione essa ha acquisito con gli
anni un‟accentuata variazione.
Oggi, in genere, gli incendi principali si raggruppano in quattro categorie:
In conseguenza, eliminando uno di questi tre elementi dalla
reazione, essa si annulla istantaneamente.
Eliminare il combustibile: il procedimento è quello di allontanare
tutto il materiale combustibile dalla fonte di calore.
Eliminare il calore: il procedimento è quello di portare sulla scena
Incendi di materialisolidi con radice
organica
Incendi di materialiliquidi come derivati di
idrocarburi, alcool, oliminerali etc…
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Tipo B – queste divisioni, costituite da paratie, ponti, soffitti o rivestimenti devono corrispondere
ai seguenti requisiti:
Essere costruite in modo che per almeno mezz‟ora non consentano il passaggio di fumo efiamme.
Devono essere opportunamente coibentate in modo che la temperatura delle pareti
opposte alla fonte di calore, non deve superare di 139° la temperatura iniziale, né deve
superarla di 225° , neppure nelle giunture o in alcun punto nei tempi seguenti:
Se sono classificate “B-15” - 15 minuti
Se sono classificate “B-0” - 0 minuti.
Devono essere costruite di materiale incombustibile.
Tipo C – queste divisioni devono essere costruite con materiale incombustibile.
Mezzi di sfuggita.
I mezzi di sfuggita, ossia le vie di fuga, sono richiamate come argomento specifico dal decreto
che istituisce la nostra certificazione. L‟importanza della loro conoscenza deve interessare chiunquevive a bordo, per evitare il pericolo dell‟intrappolamento nei locali o ambienti chiusi in caso di
incendio. Ribadiamo che la prima preoccupazione degli imbarcati deve essere quella di conoscere
bene ogni via di sfuggita di bordo. La regola 28 del capitolo II-2 detta le seguenti norme.
1) Al di sotto del ponte principale devono esserci due sfuggite da ogni compartimento
stagno, una delle quali deve essere diversa dalle porte stagne.
2) Al di sopra del ponte principale devono esserci due sfuggite da ogni zona verticale o da
spazi similari o da gruppi di locali. Una delle due deve essere costituita da una scala che
porti fuori dalla zona.
3) Se una stazione radio non da accesso diretto ai ponti esterni, ci devono essere due
sfuggite per ogni stazione, una delle quali può essere una finestra od oblò.
4) Un corridoio o parte di esso oppure locale di disimpegno con una sola via di uscita deveessere proibito.
5) Una delle sfuggite previste dal punto 1 e 2 deve essere protetta dal fuoco e portare
direttamente al ponte imbarcazione od ad un ponte esterno.
6) Quando uno spazio collettivo si estende per più ponti e contiene depositi o negozi con
materiale combustibile, ogni ponte deve avere due vie di sfuggite, una delle quali deve
portare direttamente al ponte imbarcazione o all‟esterno.
7) In aggiunta alle luci di emergenza, ogni via di sfuggita deve avere, ad un‟altezza non
superiore ai 30 centimetri, opportunamente distanziate, e sia negli angoli sia negli incroci,un punto luce o dei cartelli fluorescenti che indicano il percorso di fuga.
8) Una delle sfuggite dai locali macchine non deve sboccare in garage o spazi speciali.
9) Due vie di sfuggite devono essere previste per i locali macchine al di sotto del ponte
principale che abbiano i seguenti requisiti:
Due scale di acciaio molto distanziate l‟una dall‟altra devono portare a due porte
nella parte superiore ugualmente distanziate e che consentano di accedere ad un
percorso per gli spazi esterni. Una delle due sfuggite deve essere protetta dal
fuoco fin dall‟inizio.
Una sfuggita costituita da una scala di acciaio, protetta dal fuoco, deve partire
dalla parte più bassa del locale per portare ad un portello apribile da ambo i lati e
che faccia accedere ad un percorso per il ponte imbarcazione.
Due sfuggite, una delle quali protetta dal fuoco dall‟origine, devono essere
previste per ogni locale controllo macchine, una delle quali deve portare in unospazio esterno al locale macchine.
Gli ascensori non devono mai essere considerati vie di sfuggite.
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La nave è un mezzo intensamente protetto dal pericolo di un incendio, pur tuttavia questo
pericolo resta l‟insidia più minacciosa per chi naviga. Tenere sotto controllo ogni locale di bordo è
la migliore difesa da quest‟insidia. Per pervenire a questo tutela è necessaria la conoscenza della
nave cui devono tendere, particolarmente, le previste esercitazioni periodiche.
CONTROLLO
Il fuoco è come una malattia, se si conosce presto è molto più facile da curare e sconfiggere,
quindi è indispensabile, insieme alla difesa passiva, costituita dai presidi predisposti durante la
costruzione della nave, organizzare una difesa attiva fondata su un controllo per la rilevazione di
ogni focolare di incendio al suo insorgere, possibilmente abbinato ad una rapida ed automatica
azione di spegnimento.
Prima però, bisogna educare le persone che vivono a bordo e quanti frequentano la nave, ad una
cultura della prevenzione. Tale condotta va formata e perseguita durante le esercitazioni periodiche
che sono effettuate a bordo. Cartelli, disegni e scritte, distribuite nei punti strategici della nave,
devono sempre ricordare l‟immanenza del pericolo, insieme a evidenti avvisi che proibiscano quelle
azioni che possono costituire un pericolo.
Nelle figure sono riportate solo una minima parte delle azioni che possono essere l‟avvio di una
tragedia. Durante la caricazione di qualsiasi prodotto bisogna essere particolarmente vigili.
La rilevazione di focolari d‟incendio viene praticata con
l‟istallazione di terminali sensibili al calore
e/o al fumo in tutti i locali della nave.
Questi impianti hanno il loro terminale in
quadri sinottici sul ponte di comando, nellacentrale controllo macchine e nelle stazioni
di controllo antincendio. Abbinato al
pannello di controllo ottico esiste un
allarme acustico.
La convenzione prevede che ci deve
essere un rilevatore termico per ogni area di 37 mq, la distanza tra due rilevatori non deve superare
i 9 metri e l‟altezza dal ponte non deve essere superiore a 4,5 m. Un rilevatore di fumo deve essere
installato per ogni area di 74 mq, la distanza orizzontale fra due rilevatori non deve superare gli 11
m. e l‟altezza dal ponte non deve superare i 5,5m.
Disseminati per la nave inoltre, vi sono dei pulsanti manuali protetti da coperchi di vetro.Questi servono per dare l‟allarme incendio alle persone di guardia. Il loro uso è semplice. Con un
qualsiasi oggetto si rompe il vetrino e, su un quadro sinottico raffigurante il disegno della nave, si
accende un led in corrispondenza del punto da cui è partito l‟allarme. Contemporaneamente parte
un segnale acustico.
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Per alcuni locali come cale, depositi, magazzini etc… è previsto un sistema di estrazione difumo. Un estrattore aspira aria dai locali protetti e la convoglia su specifiche scatole poste sul ponte
di comando. Qualora arriva del fumo, parte un allarme acustico e si oscura un vetrino posto sulla
scatola specifica. Il personale di guardia può così individuare il locale in pericolo.
Una rete di rilevazione di calore e di fumo deve essere prevista in tutti i locali macchina che sono
periodicamente consegnati all‟automazione con assenza di personale di guardia. L‟allarme oltre che
sul ponte di comando o in una centrale dove c‟è sicuramente una persona di guardia, deve attivarsinell‟alloggio degli ufficiali di macchina.
Un apparato distinto è l‟impianto sprinkler che associa alla funzione di allarme anche quella di
impianto di estinzione. Esso è costituita da una rete di tubazioni che attraversa, in genere, tutti i
locali alloggi e di servizio della nave. Tale tubo contiene acqua in pressione. Su questa tubazione
sono attaccati dei tronchetti di tubi verticali che portano una testina per spruzzare l‟acqua. Lo
sbocco però è tappato da una fiale contenente un liquido che si espande all‟aumentare del calore.
Quando la temperatura alla testina si
aggira tra i 68° e 79° la fiala scoppia e
consente la fuoriuscita di un getto d‟acqua
dalla capacità di erogazione di 5 litri per
mq. al minuto. Nei locali dove la
temperatura è già elevata abitualmente,
come le cucine, le fiale possono essere
tarate ad una temperatura superiore di 30°.
L‟impianto sprinkler è diviso per sezioni
comandate da una stazione di intercettazione, di controllo e di
prova. Tale stazione è raffigurata nella figura accanto.
Tutto l‟impianto è alimentato da una pompa indipendente con
una sua presa mare. Tale pompa è attivata da un polmone
sensibile alle variazioni di pressione delle linee. L‟impianto
può essere collegato anche alle altre pompe di incendio di bordo ed è possibile collegarlo anche ad un impianto di terra
quando si è in bacino. Settimanalmente un incaricato deve provare il funzionamento di tutte le
stazioni di bordo.
Oltre alla vigilanza con apparecchiature idonee, la normativa prevede un servizio di ronda periodico
sulle navi passeggeri in tutti i locali della nave. Una ronda deve essere assicurata durante la terza
guardia.
E‟ buon abitudine, anche sulle altre navi, quando ciò è possibile, mandare il timoniere di guardia,
almeno una volta a turno, ad effettuare un giro per controllare la situazione a bordo.
LOTTA
La lotta contro l‟incendio è rapportata all‟estensione del fenomeno ed al tipo di materiale da
estinguere. Ovviamente nell‟incendio esteso sono coinvolti più specie di materiali e la possibilità di
domarlo si presenta più difficoltosa.Gli impianti e le dotazioni per combattere quest‟evento a bordo sono diversi:
Stazione di controllo centralizzata.
Dotazioni per il personale.
Estintori portatili.
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Estintori di grandi capacità.
Impianto ad acqua pressurizzata.
Impianto a CO2
Impianto di Halon
Impianto a vapore.
Impianto a pioggia o ad acqua nebulizzata. Impianto a schiuma a bassa espansione.
Impianto a schiuma ad alta espansione.
Impianto Sprinkler.
Impianto a polvere chimica.
Impianto di ventilazione.
Piano antincendio generale.
Sistema di gas inerte.
STAZIONE DI CONTROLLO CENTRALIZZATA. In genere questa stazione viene configurata sul ponte di comando. In essa devono
confluire: i pannelli di comando ed i sistemi di allarme degli impianti fissi antincendio.
L‟impianto fisso a CO2 ha una sua stazione di comando indipendente.
I pannelli di comando e di allarme del sistema sprinkler.
I pannelli di comando e gli indicatori delle porte tagliafuoco.
I pannelli di comando e gli indicatori delle porte stagne.
I pannelli di comando e gli indicatori di tutto il sistema di ventilazione.
Il comando dell‟allarme generale.
I sistemi di comunicazione compreso il telefono.
Il sistema di comunicazione interfonico.
DOTAZIONI PER IL PERSONALE.Dotazioni vigil i del fuoco.
Una veste protettiva che difenda dalle bruciature e scottature da vapore e dal calore
irradiato dal fuoco. La parte esterna deve essere idrorepellente.
Stivali e guanti di gomma isolanti all’elettricità.
Un elmetto rigido.
Una lampada elettrica di sicurezza con tre ore di autonomia.
Una piccozza.
Un apparecchio per la respirazione di tipo approvato (sagola incombustibile)
Dotazione stazione antincendioo Tre equipaggiamenti vigili del fuoco
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o 2 maschere con filtro polivalente
o 2 coperte protezione termica.
o 2 estintori portatili
o un ricambio di pile pari al 50% delle dotazioni delle lampade di sicurezza.
o 2 cinture di cuoio con attrezzi idonei.
o Borsa per elettricista.
o 4 buglioli con sagola.o Un piè di porco.
o Una scala portatile.
o Un trapano elettrico.
o Un estintore a CO2 di 20 KG.
o Mezzo di comunicazione con il ponte di comando.
ESTINTORI PORTATILI.
Estintore a polvere Estintore a CO2
Sulla nave sono posizionati diversi estintori portatili come
impone la normativa nazionale ed internazionale
La funzione di questi estintori è di poter consentire un
rapido intervento in caso di piccoli incendi. E‟ molto
importante conoscere quali estintori usare nei vari casi.
Gli estinguenti a polvere sono usati sui liquidi e sui
gas a basso punto di infiammabilità. Non sono conduttori
di elettricità, ma non hanno alcun effetto raffreddante. Una
volta sparsi sull‟incendio a causa della ventilazione può
verificarsi una riaccensione del focolaio..
Gli estinguenti a CO2 hanno un forte effettoraffreddante tale che, se il gas viene a contatto della pelle provoca ustioni. In ambienti chiusi hanno
anche effetto soffocante perché il gas è più pesante dell‟aria. Sono molto utili per gli incendi di
natura elettrica, ma è importante interrompere l‟alimentazione elettrica altrimenti il fuoco riprenderà
vigore.
Gli estinguenti ad acqua, poco in uso a bordo, servono solo per gli incendi di materiali di tipo
A. L‟acqua ha solo effetto raffreddante ed è un‟ottima conduttrice di corrente. Inoltre, per gli
incendi di materiali liquidi, questi possono galleggiare sull‟acqua e trasferire l‟incendio in un altro
ambiente seguendo lo spandersi della stessa.
Gli estinguenti a schiuma sono ideali sugli incendi di materiali liquidi. Hanno un forte effetto
soffocante e si espandono con una certa rapidità. Sono buoni conduttori elettrici e quindi non
devono essere usati in presenza di conduttori di elettricità.
ESTINTORI DI GRANDI CAPACITÀ.Sono in prevalenza del tipo a schiuma di 45 e 135 litri. Sono previsti nei locali caldaie ed
ovunque vi sia produzione ed uso del vapore.
Esistono anche estintori di grandi capacità di tipo a CO2 in dotazioni delle stazioni antincendio o
in ambienti dove lo ritiene opportuno l‟Autorità.
IMPIANTO AD ACQUA PRESSURIZZATA.
Questo impianto porta acqua pressurizzata in ogni punto della nave. Cassettecon manichette e boccalini sono distribuiti, secondo la normativa, in
corrispondenza degli sbocchi della linea antincendio. Almeno tre pompe di
opportuna portata servono la tubazione. Queste pompe sono impiantate in
differenti locali della macchina in modo che se uno di questi locali è fuori uso,
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negli altri locali ci sia sempre una pompa in grado di funzionare. Un interruttore per attivare le
pompe è presente sul ponte di comando.
Per sfruttare al meglio questo sistema capillare esistono diversi tipi di boccalini ed una gamma di
raccorderia.
Tra i vari tipi, il boccalino nella
posizione di getto pieno è
usato prevalentementequando è necessario fare
arrivare questo estinguente
molto lontano sia in
altezza che in
distanza, mentre
nella posizione di nebulizzazione aumenta l‟azione
raffreddante ravvicinata.
La lancia universale consente di utilizzare l‟acqua sia sotto
forma di getto pieno e sia sotto forma di acqua nebulizzata a
seconda della posizione della maniglia. La posizione tutta avanti
invece interrompe il flusso dell‟acqua.
A questa lancia può essere innestata una prolunga che permette di creare uno schermo protettivo di
acqua nebulizzata per l‟operatore più avanzato di una squadra di
intervento in un locale o ambiente incendiato.
Come in ogni momento dell‟emergenza, il lavoro di squadra è
essenziale, al punto che l‟errore di un solo operatore può accrescere
il pericolo per tutta la squadra. Le esercitazioni sono fondamentali e
vanno fatte usando tutta l‟attrezzatura disponibile.
Esiste ancora un accessorio che viene usato con la manichetta ed è l‟erogatore di schiuma.
pressione dell‟acqua e miscelata con l‟aria. La schiuma viene emessa dal
cannoncino.
Qualsiasi operazione, con l‟acqua e la schiuma, deve essere avviata sempre
con la certezza che nell‟ambiente non vi sia alcuna apparecchiatura sotto
corrente e che la corrente elettrica sia stata staccata da tutti i fili.
Ricordarsi sempre,che in ogni caso di incendio, la prima azione deve
essere di staccare la corrente da ogni ambiente. Nello stesso tempo,importante ed essenziale, è interrompere qualsiasi sistema di ventilazionee ridurre od azzerare il flusso d’aria in ogni ambiente colpito da incendio.
IMPIANTO A CO2
L‟impianto a CO2 sfrutta le capacità dell‟anidride
carbonica come agente estinguente, che come abbiamo
già detto ha un effetto raffreddante moderato ed un
effetto soffocante rilevante. E‟ ideale da usarsi negli
ambienti chiusi e per questo è particolarmente utilizzato nei locali macchine e
nei depositi.L‟impianto è sistemato in un locale estraneo ai locali protetti dal sistema,
possibilmente con l‟accesso che dia su un ponte esterno. In esso sono stivate
un certo numero di bombole molto grandi, in media da 100 lbs, contenenti anidride carbonica allo
stato liquido.
Questo apparecchio consente di affrontare un incendio di
liquido infiammabile in una ambiente confinato erogando una buona quantità di schiuma. Insieme ad esso viene usato un
barilotto contenente foamite. La cannula con prolunga viene
inserita nel barilotto. La foamite viene risucchiata dalla
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Una rete di tubi di dimensioni idonee parte dalla stazione per i vari
locali. Le bombole sono divise in batterie, raggruppate in modo che, a
seconda della necessità del locale, una specifica manopola comanda
l‟apertura delle bombole necessarie.
Importante è interrompere ogni ventilazione nei locali interessati
all‟incendio e chiudere tute le sue vie d‟aria. L’anidride carbonica è
letale, quindi prima di immetterla in qualsiasi ambiente bisognaaccertarsi che non vi siano esseri viventi sul posto.
Per il locale macchina, una bombola procrastina l‟arrivo della CO2 ed emette un segnale acustico
molto forte che avverte dell‟arrivo del gas.
Poiché l‟effetto raffreddante del gas è più spiccato appena esce dal contenitore, quindi quasi
nullo quando è già trasformato in gas, bisogna aspettare delle ore ed essere sicuri che l‟incendio è
domato prima di ridare aria all‟ambiente ed accedervi. Una volta isolato il locale e immesso il CO 2
non bisogna farsi prendere dalla fregola di vedere cosa succede ed aprire porte od oblò per
controllare.
IMPIANTO AD
HALON
.Questo tipo di impianto potrebbe essere presente ancora su qualche nave, ma l‟estinguente
alogeno Halon è stato posto fuori legge per il suo effetto dannoso sull‟ozono dell‟atmosfera. Il gas è
tossico e contenuto in appositi contenitori posti in alto. La sua azione è di combinarsi con i prodotti
della combustione ed interrompere la catena di reazione chimica dell‟incendio. Il suo effetto non è
raffreddante e quindi bisogna avere le stesse precauzioni che si adottano per un incendio domato
con CO2.
IMPIANTO A VAPORE.
E‟ un impianto che sfrutta il vapore prodotto dalle caldaie in funzione estinguente, quasi come
l‟acqua nebulizzata. Di solito è usato per le stive del carico. Da quando le navi a vapore sono
sempre meno presenti sul mercato è difficile trovare questo tipo di impianto sulle navi moderne. Le
precauzioni prima di immettere vapore sono sempre le stesse. Evacuazione degli esseri viventi e
blocco della ventilazione e delle vie d‟aria. Isolamento elettrico.
IMPIANTO A PIOGGIA OD AD ACQUA NEBULIZZATA.
Poiché è in gioco acqua in gran quantità bisogna ricordarsi sempre di isolare
elettricamente l‟ambiente nel quale si interviene, pur sapendo che, in ambienti protetti da questo
sistema, la normativa sull‟impiantistica elettrica è molto rigorosa ed il per sonale di macchina vi
dedica un‟attenzione particolare.
IMPIANTO A SCHIUMA A BASSA ESPANSIONE.
L‟impianto è alimentato dall‟acqua di mare e serve a proteggere ambienti chiusi
come locali macchine o garage o stive particolari. La differenza tra pioggia e
nebulizzazione dipende dalla pressione della linea e dagli ugelli eiettori.
L‟inconveniente di questo sistema è che dopo le prove, pur lavando le linee con
acqua dolce, con il passare del tempo si creano formazioni saline nelle tubazioni
e negli ugelli, riducendo di molto l‟efficacia di tutto il sistema.
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IMPIANTO A SCHIUMA AD ALTA ESPANSIONE
per consentire un rapido diffondersi della schiuma. L‟estinguente, nell‟arco di pochi minuti, riesce a
saturare qualsiasi ambiente per quanto grande esso possa essere. Il locale prima dell‟immissione
della schiuma va evacuato, comunque la schiuma non è tossica e se si resta imprigionati
nell‟ambiente, basta difendere le vie respiratorie con un fazzoletto per non essere soffocati e si
continua a respirare. Il pericolo maggiore, in questo caso, è costituito dalla perdita di orientamento
per raggiungere un‟uscita. Infatti si finisce immersi in un atmosfera lattea senza riferimenti.
Occorre molto tempo per liberare l‟ambiente invaso perché il processo di sgonfiamento della
schiuma è molto lento.
IMPIANTO A POLVERE CHIMICA.
Questo tipo di impianto è costituito da serbatoi di polvere chimica che vengono immesse in
circuito da propellenti gassosi e servono a proteggere i ponti principali delle gasiere o qualsiasi nave
addetta al trasporto di sostanze gassose anche in serbatoi.
IMPIANTO DI VENTILAZIONE.
Questo impianto è soggetto a norme di
particolare cura durante la costruzione. Esso
infatti costituisce una preoccupazione
particolare durante gli incendi perché può
trasferire il fuoco da un punto ad un altro della
nave, anche lontano. Per questo esso deve
essere ben conosciuto e manutenzionato. Bisogna
conoscere la posizione di tutte le serrande e la posizione degli interruttori di arresto delle
macchine ventilanti. Per la ventilazione della
macchina esistono anche sistemi a distanza
di chiusura della serrande, mentre sul ponte di comando sono sistemati gli interruttori dei ventilatori
E‟ un impianto che sfrutta un sistema che produce schiuma a bassa
espansione. Non molto in uso oggi, ma serviva particolarmente per
combattere un eventuale incendio che potesse svilupparsi nelle
sentine dei locali macchina.
Della polvere chimica veniva riversata in una tramoggia e,
combinandosi con l‟acqua e l‟aria, si trasformava in schiuma cheveniva convogliata con un condotto apposito nella zona a fuoco.
Quest‟impianto è molto efficace per saturare, in breve
tempo con la schiuma, grossi locali, come i garage delle
navi traghetto.
Esso è costituito da un serbatoio di liquido
schiumogeno con una tubazione che innesca, conl‟impianto idrico, l‟aspirazione del prodotto ed il suo
convogliamento dentro un miscelatore. Qui lo
schiumogeno si combina con l‟acqua, quindi la
preschiuma viene immessa in un cassone con un grande
ventilatore che la dilata e la diffonde rapidamente nel
locale. Con questo impianto, le vie d‟aria che si trovano
più lontane dal ventilatore non devono essere chiuse
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principali. La regola 16, la regola 38, la regola 48 e la regola 59 del II capitolo seconda parte,
dettano la normativa che regolamenta il sistema di ventilazione di tutti i tipi di nave.
PIANI GENERALI ANTINCENDI DELLA NAVE.
SISTEMA A GAS INERTE.
E‟ un sistema che immette a pressione negli spazi vuoti delle cisterne che trasportano liquidi
infiammabili, gas molto poveri di ossigeno (Anidride carbonica ed Azoto in genere) con lo scopo
di rendere inerte l‟ambiente ai possibili rischi di incendio. Tale sistema è utilizzato anche nel
trasporto di particolari prodotti delle chimichiere ed in casi particolari sulle gasiere.
ESERCITAZIONI.
(Art.234Dl. n.435) Appello per esercitazioni antincendio.
1) Sulle navi da passeggeri l‟appello dell‟equipaggio per esercitazioni antincendio deve aver
luogo, quando possibile, almeno una volta alla settimana; in ogni caso tale esercitazione
deve aver luogo quando la nave lascia l‟ultimo porto di partenza per un viaggio
Internazionale lungo. Nel corso delle esercitazioni le istruzioni interessanti l‟equipaggio
devono essere chiaramente illustrate, rivolgendo particolare attenzione ai marittimi che
hanno un limitato periodo di navigazione o che siano di recente imbarcati e verificando
che ogni persona dell‟equipaggio conosca il proprio compito e lo sappia assolvere. Ogni
membro dell‟equipaggio deve dimostrare familiarità con le sistemazioni, leapparecchiature e le attrezzature della nave che può essere chiamato ad usare.
2) Sulle navi da carico l‟esercitazione predetta deve aver luogo ad intervalli non superiori ad
un mese.
3) Se una nave parte da un porto dove sia stato sostituito più del 25 % dell‟equipaggio,
un‟esercitazione antincendio deve aver luogo entro le 24 ore dalla partenza.
4) Sulle navi, sia da passeggeri che da carico, nel corso dell‟esercitazione deve essere
scaricato almeno un estintore portatile il quale deve essere immediatamente ricaricato o
sostituito con altro di riserva.
5) Prima della partenza della nave, ed ogni sette giorni nel caso di viaggi superiori alla
settimana, devono essere provate le manovre a distanza delle valvole di intercettazione di
sicurezza(combustibili liquidi, ventilazione, impianti fissi antincendio, ecc.)
Disposti in due contenitori, i piani principali antincendi dellanave sono sistemati nelle vicinanze del ponte di comando e agli
accessi più frequentati quando si è in porto. La loro funzione è
quella di consentire ad operatori esterni di conoscere subito il
sistema antincendio della nave.
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SOCCORSO SANITARIO
Essere in grado di portare un primo soccorso sanitario alle persone coinvolte nell‟emergenza di
un naufragio è molto importante. La situazione ambientale risulta difficile per spazio, per aiutidisponibili e condizioni meteo e marine, pur tuttavia alcune pratiche elementari possono alleviare le
sofferenze ed evitare l‟evolversi negativo dello stato del paziente.
Riportiamo la tabella della cassetta medicinali per mezzi di salvataggio suggerita
dall‟Organizzazione mondiale della sanità.
1 fl. di compresse da 300 mg di acido acetilsalicilico – piccoli dolori e sofferenze, antipiretico.
5 flaconi di compresse da 50 mg di cloridrato di ciclizina - mal di mare, antistaminico leggero.
3 flaconi di compresse da 5 mg di diazepam – tranquillante.
1 scatola di fiale di morfina da 10 mg/ml – analgesico, sedativo.(droga)
1 flacone di compresse di cloruro di sodio – crampi da calore.
40 confezioni di protettivo per il sole – contro le bruciature da sole.
2 flaconi di tetraciclina – antibiotico ad ampio spettro.
1 scatola di bende elastiche da 10 cm.
1 scatola di garza sterile da 10cm x 10 cm.
1 scatola di bende assorbenti adesive 2cm x 8cm.
2 scatole di tamponi sterili 10cm x10cm
1 completo di forbici, bende e Lister
20 pezzi di sapone.
20 occhiali da sole.
2 confezioni di siringhe.
1 scatola di rotolo adesivo 5cm x 5m.2 termometri clinici.
Importante : La morfina che è in consegna, generalmente del medico di bordo, dove c’è, o
del comandante della nave, bisogna che venga portata nel mezzo di salvataggio! Una personadeve avere il compito di ricordarsi di questo medicinale importantissimo contro il dolore edeve essere designato nel ruolo d’emergenza.
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Emergenza sanitaria.I casi che possono verificarsi più frequentemente durante un‟ emergenza a bordo ed, in
particolare, in situazione di sopravvivenza sono:
o Annegamento
o Inalazione di fumi ed ustioni.
o Ipotermia
o Congelamentoo Malattie da calore.
o Emorragia
o Traumi da infortunio
o Insidie del mare.
o Mal di mare
La prima azione del soccorso è il controllo del triangolo della vita: cervello, polmoni, cuore.Cervello: fare delle domande semplici all‟infortunato: “Cosa è successo?” – “Dove ti fa male?”
oppure dargli dei comandi: “Apri gli occhi” – “Stendi la mano”. Guardare la
lucentezza degli occhi e cercare di capire se il cervello è vigile.
Respirazione: il soccorritore s‟inginocchia a livello del capo della vittima, si flette su di lui,
avvicina la guancia e l‟orecchio al naso della vittima per avvertirne il soffio, guarda
il torace per scorgere il movimento, valuta il colorito della pelle (viso, labbra,
orecchie, unghie).
Cuore: il soccorritore deve rilevare il polso (si pongono le dita lunghe sul polso del paziente alla
base del pollice) ed i battiti carotidei, ponendo l‟indice ed il medio a lato della trachea,
vicino al pomo di Adamo.
La rianimazione si effettua ripristinando la respirazione con il metodo dell‟insufflazione bocca a
bocca, ma se questa non è possibile si pratica la respirazione bocca-naso.
Respirazione bocca a bocca.
1) Praticare le prime tre insufflazioni appena possibile, non perdere tempo a ricercare
ostruzioni.
2) Eliminare ogni causa di ostruzione o di costrizione a livello del collo. Liberare le vie aeree e
togliere tutti i corpi estranei nella bocca e nella gola.
Dalla valutazione dell‟esame si decide se porre il paziente in posizione di sicurezza, come raffigurato a lato, oppure se praticare
subito la rianimazione
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3) Dopo aver esteso il capo dell‟esanime, allargare bene la propria bocca inspirare
profondamente, serrare le narici dell'infortunato con le dita e applicare le proprie labbra a
ventosa intorno alla sua bocca.
4) Per la respirazione bocca-naso, chiudere la bocca dell'infortunato e applicare, la propria bocca
intorno al suo naso.
Se possibile, prima di agire, disinfettare la bocca e il naso della vittima e quindi interporre un
fazzoletto di stoffa tra la propria bocca e quella della vittima. Il bocca-naso presentacomunque minori rischi di infezione.
5) Durante la manovra di respirazione bocca-bocca il soccorritore manterrà la massima
estensione del capo mettendo la sua mano sotto la nuca dell‟esanime, oppure portando le dita
della sua mano sul mento per sollevarlo verso l'alto L'importante è che la mano non prema
mai sulla trachea dell'infortunato.
6) Soffiare nei polmoni dell‟infortunato per ottenere il sollevamento del torace.
Se il torace non si alza, assicurarsi che le vie aeree siano libere.
Ristendere di nuovo dolcemente il capo dell‟asfittico e ritentare. Se ancora non c‟è
movimento significa che le vie aeree sono ostruite
7) Periodicamente alzarsi leggermente, staccare la bocca da quella dell'infortunato e controllare
l‟abbassamento del torace. Inspirare nuovamente e riprendere l‟immissione d‟aria.
Controllare, con frequenza, il polso carotideo dell'infortunato per essere sicuro che il cuore
batta.
Quando il cuore pulsa normalmente continuare a soffiare
al ritmo di 16-18 immissioni il minuto. Appena il curato
respira normalmente, metterlo in posizione di sicurezza
laterale.
Massaggio cardiaco
In presenza di arresto, sia della respirazione che della circolazione sanguigna, è indispensabile
praticare il massaggio cardiaco.
1) Stendere il degente sul dorso su un piano duro. Poggiare il palmo della mano sopra
l‟estremità inferiore dello sterno, tenendo le dita sollevate dalle costole. (Non appoggiare le
mani sulle costole né sulla parte inferiore dello sterno)
2) Coprire la prima mano con il palmo della seconda intrecciando le dita.
3) Tenere le braccia tese e portarsi in avanti in modo che le proprie braccia siano in posizione
verticale. Comprimere di 3 o 4 centimetri la metà inferiore dello sterno. Sollevarsi per
abbandonare la compressione. Eseguire l‟operazione di un secondo per 15 volte (contare
e…1 e…2 e…3).
4) Stendere il capo dell‟esanime e praticare due volte la respirazione bocca a bocca.
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5) Continuare con 10 compressioni e due insufflazione. Controllare la pulsazione della carotide
ogni minuto.
6) Appena il cuore riprende a battere interrompere il massaggio cardiaco e continuare la
respirazione bocca a bocca fino a che l‟infortunato non riprende a respirare da solo. Metterlo
quindi in posizione laterale di sicurezza.
Rianimazione con due persone.
Quando riprende la circolazione del sangue, si continua solo con la respirazione finché il
paziente non respira da solo.
Annegamento.Una persona annegata può presentare sintomi di asfissia per due cause: per inalazione di acqua
nei polmoni o per ostruzione delle vie respirator ie. E‟ inutile tentare di drenare acqua dai polmoni.
In genere la vittima tende a vomitare una grande quantità di acqua e lo stomaco tende a dilatarsi.
Ciò impedisce la respirazione e la circolazione, quindi bisogna aiutare il paziente a liberarsi
dell‟acqua dallo stomaco ed ad acquietarsi. A questo scopo si deve mettere il paziente su un lato e
comprimere sull‟addome. Il paziente può anche essere messo riverso ed, in questa posizione, il
soccorritore lo aiuta a liberarsi del liquido con le mani, che premono la parte superiore dell‟addome.
Quando l‟annegato non respira è necessario effettuare le seguenti operazioni.
1) Rimuovere ogni corpo estraneo dalla bocca dell‟annegato e praticare immediatamente la
respirazione artificiale anche in acqua. Tale operazione in galleggiamento è molto difficile.2) Riportare l‟annegato subito sopra un mezzo e poggiarlo su un piano solido. Assicurarsi che
respira e che il cuore batta. In caso contraria avviare le pratiche di rianimazione.
3) Quando respira naturalmente metterlo in posizione di riposo, bisogna togliergli gli abiti
bagnati e coprirlo con indumenti asciutti. Cercare di tenerlo caldo con ogni mezzo.
Inalazione di fumo e ustioni.
Durante un disastro in mare, può capitare ad un naufrago di trovarsi in acqua con petrolio
infiammato, essere ustionati ed inalare fumi tossici.
I soccorritori devono assicurarsi, appena salvato, che respiri e ci sia polso. In caso contrarioavviare subito la rianimazione. Bisogna togliergli gli abiti bagnati ed ustionati con molta prudenza,
usando delle forbici.Trattare le parti ustionate con acqua fredda per almeno dieci minuti. Coprire le
ustioni con garza o panni di cotone puliti(non usare ovatta o lana a diretto contatto delle ustioni).
Mai usare cerotti. Mai cospargere le ferite con alcool, pomate, oli o grassi. Non forare le vescicole,
Quando ci sono due persone disponibili per effettuare la rianimazione, una
pratica la respirazione artificiale ed
un‟altra il massaggio cardiaco. I due si
pongono di lato al paziente steso sul
dorso. La respirazione va effettuata una
volta ogni cinque compressione. Queste
funzioni vanno praticateininterrottamente. Il soccorritore che
pratica la respirazione controlla le
pulsazioni alla carotide
frequentemente.
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non asportare lembi di pelle, non intervenire in nessun modo sulle ferite da ustione. Non togliere i
vestiti che si possono essere attaccati alla pelle.
Fare bere molta acqua al paziente. Le tavolette di sale (cloruro di sodio) possono aiutarlo a
recuperare i sali perduti. Iniziare il trattamento antibiotico. Se il paziente è molto ansioso si possono
dare 5mg di diazepam. Nei casi estremi di dolori fortissimi, se nel corredo c‟è la morfina, fargli un
iniezione.
Può capitare che un naufrago sia anche ricoperto di petrolio. Usare molta cautela nel pulirlo, perché il petrolio potrebbe nascondere ferite o bruciature. Pulire subito le parti intorno agli occhi ed
alla bocca. Pulire le altre parti con un panno leggero, usare il sapone delicatamente. Non usare
benzina, alcool od altri prodotti similari.
Il metodo preferito di respirazione artificiale per chi ha inalato fumi tossici e assorbito petrolio,
può essere il metodo Silvester.
Piegare il proprio corpo in avanti e premere sul torace. Annullare la
pressione ed estendere rapidamente le braccia del paziente in avanti elateralmente il più possibile. Ripetere questo movimento ritmicamente
venti volte al minuto. Tenere sempre libera la bocca del paziente.
Riassunto dei punti da tenere a mente nell’applicare la rianimazione
Sistemare il paziente supino su una superf icie soli da .
Se il paziente è incosciente aprigli la bocca; controllare che resti aperta.o Tenergli le spalle sollevate.o Spingere la testa all’indietro. o Pulirgli la bocca con le dita.
Se il paziente non respira praticare la respirazione artificiale.o Prima di iniziare la respirazione artificiale, controllare il polso
carotideo. Se necessario controllarlo dopo un minuto esuccessivamente ogni cinque minuti.
o Immettere quattro rapidi respiri e continuare con la frequenza di 12insufflazione al minuto
o Il torace deve sollevarsi ed abbassarsi. Se ciò non avviene assicurarsiche la testa del paziente sia piegata indietro il più possibile.
Mettere il paziente supino su una superficie
solida con la testa piegata al massimo e sistemare
sotto le sue spalle indumenti avvolti od un
giubbotto di salvataggio.
Inginocchiarsi a cavalcioni sulla testa del paziente. Se
opportuno piegare la testa del paziente da un lato per lasciare
libera la bocca.
Afferrare i suoi polsi ed incrociarli sulla parte bassa del
torace
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Se il polso è assente, iniziare il massaggio cardiaco esterno.
Se possibile utilizzare due soccorritori.Non aspettare.
o Localizzare il punto di compressione (parte medio-bassa
dello sterno).
o Comprimere lo sterno 4- 5 cm, da 60 ad 80 volte il minuto.
o Se C’è un solo rianimatore – Eseguire 15 compressioni e due
rapide insufflazioni.o Se ci sono due rianimatori – Eseguire un insufflazione ogni
cinque compressioni.
L’esame delle pupille è importante. Se esse appaiono sensibili alla luce, ciò dimostra che il
cervello sta ricevendo sufficiente sangue ed ossigeno.
Iniezione intramuscolare.
Dato che il corredo medico di un mezzo di salvataggio prevede l‟uso di siringhe per l‟antibiotico,
è opportuno dare istruzioni di come va fatta un‟iniezione intramuscolare.
L‟operazione è semplice. L‟importante è mantenere sterili gli attrezzi. Le zone corporee più
idonee per l‟iniezione intramuscolare sono i quarti esterni dei glutei. Si aspira l‟acqua distillata dalla
fiale e si inietta nel flaconcino. Si estrae la siringa, facendo attenzione di appoggiarlo su una garza
sterile, e si scioglie la polvere. Si introduce di nuovo l‟ago della siringa nel flaconcino e si aspira il
medicinale. Si estrae di nuovo la siringa e si appoggia sulla garza sterile. Se dopo l‟aspirazione del
medicinale dovessero apparire delle bollicine d‟aria nella siringa, con piccoli colpi delle dita sulla
stessa, si fanno arrivare in alto e si espellono, pompandole fuori.
Si pulisce il punto dove si effettuerà l‟iniezione con un batuffolo impregnato di alcool. Si
introduce perpendicolarmente alla superficie individuata, l‟ago della siringa nella pelle per tutta la
sua lunghezza per superare lo strato di grasso. Si aspira e, se si dovesse aspirare sangue, si ritiral‟ago e lo si introduce in un‟altra zona; quando nell‟aspirare non appare sangue si inietta lentamente
la medicina.
Ipotermia.
L‟ipotermia è la causa principale di decessi tra i sopravvissuti ad un naufragio. In un ambiente
freddo, se il calore perso è superiore al calore prodotto dall‟organismo, si abbassa la temperatura del
corpo e subentra l‟ipotermia. Questo accidente si presenta, in molti casi, nei naufraghi recuperati dal
mare freddo, ma può essere anche causata da lunga esposizione al vento. I colpiti appaiono
sorprendentemente pallidi, presentano una generalizzata rigidità muscolare, sono percorsi da forti brividi e mostrano diversi gradi di incoscienza o di shock.
Nel caso di salvataggio di naufrago con sintomi di ipotermia, bisogna subito svestirlo dei panni
bagnati, rivestirlo con abiti asciutti e coprirlo con coperte. Evitare assolutamente di fargliingerire alcolici. Importante è suscitare in lui la voglia di vivere.
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Se è possibile prendergli la temperatura rettale.
1) Appena salvato, controllare la sua respirazione.
2) Se il naufrago non respira iniziare subito la respirazione bocca a bocca.
3) Gli sforzi per la rianimazione devono continuare per almeno trenta minuti.
4) Se non si sente il polso carotideo, praticargli anche il massaggio cardiaco. In un soggettoaffetto da grave ipotermia il cuore batte debolmente e questi battiti sono difficili darilevare. Cercare di r il evare il polso caroti deo per almeno un minuto. Un massaggiocardiaco prematuro è pericoloso in presenza di ipotermia grave.
5) Se il paziente respira, ma è in stato di incoscienza, stenderlo in posizione di sicurezza.
6) Evitare ogni strapazzo. Se è il caso, non rimuovergli neanche i vestiti bagnati e non fargli
alcun massaggio.
7) Evitargli qualsiasi ulteriore perdita di calore con la traspirazione o l‟esposizione al vento.
Avvolgerlo in coperte.
8) Evitare di dargli qualsiasi cosa da bere o da mangiare. Il liquido potrebbe finire nei
polmoni oppure potrebbe sopravvenire il vomito, obbligandolo a consumo di energia.
9) Importante è riscaldare il corpo. Riscaldare le sole estremità può essere controproducente.
10) Tenerlo a contatto con il calore di altri corpi.
Importante: Non ritenere mai deceduta una persona affetta da ipotermia anche se respiro e
cuore sembrano assenti.
Congelamento.
Le ferite da freddo su alcune parti del corpo, il volto e gli arti, sono causate dall‟ esposizione dei
tessuti e dei vasi sanguigni superficiali alle temperature rigide. Queste ferite sono causate da diversi
fattori: temperatura, durata dell‟esposizione, velocità del vento, umidità, tipo di vestiti e indumenti
bagnati. La rilevanza della ferite è correlata all‟affaticamento, alla sensibilità personale, alla
presenza di lesioni, alla stato emozionale, al fumo ed all‟uso di alcolici.
L‟effetto del congelamento può manifestarsi con tre casi.
Geloni.Questa forma lieve dell‟effetto del freddo compare in clima moderatamente freddo, temperatura
tra lo 0° ed i 16°. I geloni interessano particolarmente le dita, il dorso della mano, le orecchie e
qualche volta la parte anteriore delle gambe. Essi si manifestano con un arrossamento bluastro della
pelle, lieve gonfiore, prurito con la sensazione di scottatura che si accentua con il calore.
Generalmente essi scompaiono quando ci si sottrae all‟esposizione al freddo, ma possono
peggiorare nel tempo, con aumento del gonfiore e ulcerazione delle parti. Se si dispone di vaselina,
un leggero strato di crema è idoneo a proteggere. In ogni caso è giusta una buona protezione con
panni di lana asciutta.
Piedi gelati .Tale malattia colpisce i piedi e le caviglie delle persone che si trovano in un mezzo di
salvataggio, in un clima con meno di 10° di temperatura dopo circa dodici ore. I sintomi sono:
gonfiore del piede e della caviglia, pallore della pelle, intirizzimento, pizzicore, prurito, sofferenze e
crampi.
Mantenere il piede asciutto e caldo. Slacciare le scarpe ed eventualmente levarle. Tenere il piede
sollevato. Mettere calze o indumenti asciutti di lana. Muovere spesso le dita e la caviglia. Nonmassaggiare la parte. Possibilmente mettere il piede sotto le ascelle di un‟altra persona.
Congelamento.E‟ l‟effetto più dannoso procurato dal freddo. In questo caso c‟è la distruzione di tessuti che può
essere più o meno estesa. In genere le parti interessate sono le dita delle mani e dei piedi, le guance,
le orecchie ed il naso. Se l‟esposizione al freddo si prolunga possono essere interessate anche le
braccia e le gambe. La parte risulta coperta da ghiaccio e la pelle è bianca o giallognola. Il dolore è
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forte. Spesso la parte si presenta solo molto fredda ed intirizzita, con senso di pizzicore e
sofferenza.
A rischio di questo pericolo sono le persone poste di vedetta o comunque esposte all‟intemperie.
Nei climi freddi ridurre al minimo i turni di guardia all‟esterno e offrirgli tutte le protezioni
possibili. Nei mezzi non protetti da tende stare il più vicino possibile gli uni agli altri sotto le
coperte.
Quando il danno è superficiale, solo la parte esterna risulta rigida, mentre la parte sottostante simantiene molle. Quando invece il danno è accentuato tutta la parte risulta rigida. Allo
scongelamento la parte si arrossisce e diventa tumida, può successivamente insorgere la cancrena e
la necrosi dei tessuti.
E‟ vietato categoricamente l‟uso di alcolici o di qualsiasi tipo di unguento.
L‟azione primaria è di porre al caldo l‟infermo. Togliergli gli indumenti freddi e bagnati e
qualsiasi forma di costrizione come scarpe e guanti. Vestirlo di indumenti caldi e asciutti.
Nell‟imbarcazioni gli indumenti potrebbero essere riscaldati, ma non troppo, sullo scarico del
motore. Altre persone potrebbero dare, al paziente, gli abiti che stanno indossando. Egli va avvolto
sempre in coperte calde. Altri possono riscaldargli, con il proprio corpo, il posto dove metterlo a
riposare. Senza soffocarlo, ci si può adagiare intorno dando il proprio calore. Non fare camminareo muovere il paziente e non massaggiargli alcuna parte. Se possibile creare un‟intelaiatura che
impedisca alle coperte di toccare le parti affette dal congelamento e tenere queste parti sollevate.
Malattie da calore.
Scottature da sole. Nelle zone tropicali, ma non solo, le scottature da sole sono tra i pericoli più ricorrenti. Esse
possono raggiungere il terzo grado di ustione se vengono trascurate. Inizialmente si presentano
come un semplice arrossamento della pelle, edema e secchezza della pelle. Possono essere
accompagnate da dolori localizzati, febbre, nausea, vomito, diarrea, debolezza e spesso prostrazione. Quando si è a bordo di un mezzo di salvataggio occorre essere sempre coperti e mai
guardare il sole ed i suoi riflessi nell‟acqua. Indossare sempre gli occhiali da sole ed evitare di
esporsi al sole forte. Tenersi sempre al riparo sotto la tenda e se, non ci dovesse essere,
improvvisarne qualcuno con i mezzi a disposizione. Il trattamento di queste affezioni è raffreddare
la parte con acqua e cospargerla di unguento previsto nella dotazione dei medicinali, ma la migliore
cura è la prevenzione.
Disidratazione.Durante la permanenza su un mezzo di salvataggio nel calore della zona torrida, bisogna cercare
di non incorrere nel pericolo della disidratazione che è conseguenza dell‟eccessiva sudorazione.
Limitare al minimo i movimenti e tenersi all‟ombra della tenda. Rinfrescarsi spesso con l‟acqua dimare, magari tuffandosi in mare con il giubbotto e legato ad una sagola per non sprecare energie.
Nelle zattere sgonfiare il pavimento e buttare acqua di mare sulla tenda.
In genere per la distribuzione dell‟acqua si evita di consumarne nelle prime 24 ore, quindi si
consuma circa mezzo litro al giorno.
La disidratazione è accentuata da vomito, diarrea e presenza di ustioni e si presenta con sete
eccessiva, temperatura elevata, cute asciutta, occhi spenti, secchezza della bocca e della lingua,
scarsa emissione di urine dense e scure, nervosismo ed a volte allucinazioni. L‟unico rimedio è
fornire acqua a sufficienza e far prendere delle pasticche di sale per reintegrare le perdite saline al
malcapitato . Non bere acqua di mare.
Colpo di sole.Il colpo di sole è un‟affezione che comporta un‟alta mortalità. Essa è conseguenza del blocco
della traspirazione e sudorazione. I primi sintomi sono mal di testa, malessere ed eccessiva
sensazione di calore, ma rapidamente subentrano la perdita di conoscenza, le convulsioni ed il
delirio. La pelle è calda, arrossata e secca. Nei casi peggiori possono apparire piccoli punti circolari
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sanguinolenti. La temperatura corporea è superiore ai 41° mentre quella rettale supera i 42°. Il polso
è rapido e forte e supera le 160 pulsazioni al minuto. La respirazione è rapida e profonda. Le pupille
degli occhi prima sono contratte e poi si dilatano. La muscolatura è contratta, si presentano crampi,
convulsioni e conati di vomito cui può seguire il collasso circolatorio ed un profondo shock.
Bisogna subito intervenire per abbassare la temperatura del corpo. Il paziente va subito svestito
ed immerso in acqua a temperatura di 20°. In alternativa bisogna portarlo all‟ombra, coprirlo con
coperte intrise d‟acqua e bagnarlo con acqua fredda fin quando la temperatura non cala. Questa vamisurata ogni dieci minuti ed evitare che scenda al di sotto di 38,5°. Bisogna massaggiare in
continuità ogni parte del corpo per consentire al sangue fresco di arrivare al cervello.
Crampi da calore.I crampi da calore colpiscono le persone che lavorano in ambienti dove c‟è un‟alta temperatura.
La malattia comporta forti dolori e spasmi dei muscoli addominali e dello scheletro, ed è
conseguenza di forte sudorazione senza la compensazione dei sali perduti. Il paziente giace a terra
con le gambe sollevate mentre grida dal dolore. La pelle è pallida ed umida. In genere non c‟è
perdita di conoscenza.
Il paziente deve essere portato al fresco e fatto bere acqua con aggiunta di un cucchiaino di sale
per ogni bicchiere. Subito bisogna fargli bere mezzo bicchiere d‟acqua e quindi continuare ogni
quarto d‟ora finché non cessano i crampi. Massaggi e pressioni con le mani vanno fatte sui muscoli
per alleviare il dolore.
Colpo di calor e.Il colpo di calore è conseguenza dell‟eccessivo consumo di liquidi e di sali. La circolazione di
organi vitali come il cuore ed il cervello risente il ristagnare del sangue nei vasi periferici per
raffreddare l‟organismo. I capillari si contraggono per compensare questa deficienza della
circolazione. Il paziente appare pallido e umido. Spossatezza, capogiri, nausea, appannamento dellavista e lievi crampi sono i sintomi di un possibile attacco.
All‟apparire dei sintomi il paziente deve essere messo seduto con la testa piegata sulle ginocchia,
quindi deve essere posto sdraiato con tutti gli abiti slacciati e la rimozione di qualsiasi oggetto che
lo stringe (orologio, bracciale, collanina etc..). Mezzo bicchiere d‟acqua con l‟aggiunta di un
cucchiaino di sale gli deve essere subito somministrato, quindi l‟operazione va ripetuta ogni quarto
d‟ora. Il paziente deve essere tenuto al fresco per molto tempo e deve evitare l‟esposizione alle alte
temperature.
Emorragia
Il corpo umano contiene circa 5 litri di sangue ed una perdita di circa mezzo litro di liquido può
essere sopportata dall‟organismo, ma una perdita maggiore mette in pericolo di vita. Per questo le
emorragie devono essere subito poste sotto controllo.
Un‟emorragia può essere esterna o interna. I segni ed i sintomi di un‟eccessiva perdita di sangue
sono: fiacchezza o svenimento, capogiri, pallore, pelle umida, nausea, sete, inappetenza, polso
veloce e debole, respiro corto, pupille dilatate, ronzio alle orecchie, irrequietezza ed apprensione. Il
paziente può venir meno e subire il blocco della respirazione. La quantità dei sintomi e la loro
intensità indicano quando rapidamente si perde sangue ed in che ammontare.
L‟emorragia va controllata sollevando la parte del corpo interessata e compr imendo il punto
dove è localizzata la ferita.
Il sistema più semplice per fermare un emorragia è di mettere una garza od un panno pulito sullaferita e comprimere con il palmo della mano. Si può anche sistemare una benda incrociandola sulla
prima garza e stringerla. Non interrompere la circolazione a valle della ferita. Quando la
medicazione è ben fatta, deve restare in posto per almeno 24 ore.
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In presenza di una ferita emorragica, la pressione deve essere applicata sulla ferita e l‟arto
colpito o la testa devono essere tenuti ben sollevati per ridurre la pressione sanguigna nella zona.
Quando la pressione diretta sulla ferita non è sufficiente bisogna comprimere l‟arteria principale
a monte della ferita. Poiché questa operazione blocca la circolazione sotto la ferita essa deve essere
attivata solo se indispensabile e giusto per il tempo sufficiente a fermare l‟emorragia.
I punti di pressione sono indicati dalle figure riportate sotto. Poiché gli arti sono i più esposti a
questo pericolo si precisa che il punto di pressione dell‟arteria brachiale è localizzato a mezza viatra il gomito e l‟ascella in prossimità del muscolo largo. Per comprimere questa arteria bisogna
appoggiare il pollice all‟esterno del braccio mentre le dita comprimono la parte interna. La
pressione si ottiene stringendo le dita. Il punto di pressione dell‟arteria femorale è situato giusto
sotto la metà della piega dell‟inguine. Prima di applicare la pressione il paziente deve essere posto
supino. La compressione va fatta col calcagno della mano mentre si tiene la gamba ferma.
Uso del torn ichetto.In presenza di emorragie gravi agli arti si può far uso di un tornichetto come mostra il disegno.
Questo attrezzo va usato in casi estremi. Rilasciarlo periodicamente e lentamente ogni 20 minuti
anche se ciò può comportare perdite di sangue e pericolo di shock.
Stato di shock.Lo stato di shock può essere provocato da: emorragia interna ed esterna, perdita di plasma per
ustioni gravi, disidratazione, vomiti e diarrea, crisi cardiaca, traumi gravi, grandi emozioni o
spaventi.
I sintomi: polso debole, frequente ed irregolare, respiro affannoso, pallore, labbra bluastre, pelle
fredda e umida, sudore, debolezza, stordimento, ansietà, agitazione, vomito, sete, freddo, tremiti.Soccorso: rassicurare il paziente, se le condizioni lo consentono sdraiarlo e sollevargli gli arti
inferiori (purché non siano presenti fratture). Non muovere il paziente se si temono fratture allacolonna vertebrale. Coprirlo con coperta e tenerlo caldo, ma non troppo. Non usare borse calde.
Slacciare gli abiti ed eliminare qualsiasi costrizione. Arrestare eventuali perdite di sangue, coprire le
ustioni, immobilizzare le fratture Se ha sete umettargli le labbra ma non dargli da bere. Controllare
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respiro, polso e reazione agli stimoli ogni 10 minuti. Se vomita o perde conoscenza metterlo in
posizione di sicurezza. Se respiro e battito si fermano praticare la rianimazione.
Otorragia.
Mettere il paziente in posizione semiseduta con il capo inclinato dal lato della perdita sanguigna.
Coprire con garza e fasciare l‟orecchio. Non tappare mai l’orecchio. Trattamento da shock.
Epistassi.
Mettere seduto il paziente con la testa reclinata in avanti. Farlo respirare con la bocca e fargli
pinzare le radici con il pollice e l‟indice. Fargli sputare il sangue eventualmente presente in bocca.
Ogni dieci minuti rilasciare le nari per controllare se l‟emorragia si è causticata. Non fargli alzarela testa. Evitare l‟uso di cotone emostatico, se non indispensabile.
Trauma da infortunio.
Il trauma da infortunio può presentare ferite più o meno gravi e fratture alle ossa. Tenendo
presente che nella situazione di naufrago ci sono a disposizione pochi presidi sanitari e che il piùdelle volte si deve improvvisare, ci si può solo adeguare a consigli di carattere generale.
Ferite La ferita è una lesione della pelle o della mucosa che, a seguito di un avvenimento traumatico
perdono la loro integrità. Una lesione caratterizzata dal mantenimento della continuità della cute è
invece la contusione e l‟ematoma.
Ferita contenente un corpo estraneo. Se il corpo estraneo non si può estrarre senza rischio,
coprirlo delicatamente con una garza o un fazzoletto pulito. Mettere una ciambella di stoffa attorno
al corpo estraneo per non premere su di esso e assicurarlo con un bendaggio che non passi sul corpo
estraneo. Sollevare la parte lesa e immobilizzarla più distante possibile dalla ferita.
Ferita all’occhio. Fare sdraiare l‟infortunato sul dorso e tenergli la testa immobile. Non tentaredi togliergli il corpo estraneo dall’occhio. Fare chiudere l‟occhio al paziente e ricopritelo con
garza sterile e bloccarlo con un bendaggio. Consigliare all‟infortunato di non muovere l‟altro
occhio, eventualmente bendare anche quello.
Ferita al cuoio capelluto. Arrestare l‟emorragia praticando la compressione locale, quindi
mettere una garza e fasciare la testa. Se c‟è pericolo di frattura o corpo estraneo non praticare la
compressione. Se l‟infortunato è cosciente farlo sdraiare con il capo e le spalle leggermente rialzate.
Se è incosciente sdraiarlo nella posizione di sicurezza.
Ferita del palmo della mano. Per arrestare l‟emorragia mettere una garza sterile sulla ferita e
comprimere. Chiedere al paziente di stringere il pugno ed eventualmente aiutarsi con l‟altra mano.
Sollevare il braccio. Bendare il pugno ben stretto e legare sulle dite per tenere ben chiuso il pugno.
Sostenere il braccio con una sciarpa.
Ferita penetrante del torace. Chiudere la ferita con il palmo della mano. Mettere il ferito in
posizione semiseduta sostenendo testa e spalle. Inclinarlo dalla parte della ferita per consentire al
polmone sano di respirare. Ricoprire la ferita con una medicazione. Se l‟infortunato è senza
coscienza metterlo in posizione laterale di sicurezza con la parte sana rivolta verso l‟alto.
Ferita addominale. Mettere il ferito sdraiato con le gambe piegate, mettendo qualcosa sotto le
ginocchia. Medicare la ferita con garza e bende.
Se il paziente è incosciente, sostenere l‟addome e metterlo in posizione laterale di sicurezza. Non
somministrare niente per bocca. Se il ferito tossisce o vomita sostenergli l‟addome e premere con i
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vestiti per evitare la fuoriuscita delle budella. Se l‟addome fuoriesce non toccarla, coprirla con un
tessuto pulito e fermare tutto con bendaggio morbido. In questo caso il ferito viene sdraiato e tenuto
con le gambe piegate, protetto da una coperta.
Fratture.La frattura è un interruzione completa o incompleta dell‟integrità dell‟osso. Tutte le fratture
vanno trattate con attenzione. Manovre errate di persone inesperte possono accentuare il danno.Se il paziente deve essere spostato farlo con la massima delicatezza e oculatezza. L‟infortunato con
fratture non dovrebbe essere spostato. Metterlo nella posizione più confortevole possibile ed
immobilizzare la parte lesa. Emorragia grave, difficoltà respiratorie e stato di incoscienza devono
essere affrontate prima della frattura. Immobilizzare la frattura nella posizione in cui si trova il
ferito. Non muovere la parte lesa se non è indispensabile. L‟immobilizzazione deve arrestare i
movimenti ma non deve bloccare la circolazione o provocare dolore.
Fratture esposte. Se l‟osso sporge coprire con garza e bendare delicatamente. In caso di
emorragia praticare la compressione a distanza. Dopo aver bendato porre un tarallo di stoffa intorno
alla parte fuoriuscita e bendare senza premere sull‟osso. Se l‟arto non è deformato sostenerlo al
collo con una sciarpa. Toccare la lesione il meno possibile perché le infezioni dell‟osso e del
midollo sono molto rischiose e difficili da curare.
Fratture della testa.
La scatola cranica è un‟ottima protezione per la testa, ma anch‟essa è soggetta a fratture. La
frattura del capo produce a volte lesioni o commozione cerebrale o perdita di conoscenza. Ogni
trauma cranico deve essere considerato grave. I sintomi sono: segni evidenti di trauma cranico,
sangue o liquido cefalo-rachideo che esce dall‟orecchio o dal naso, occhio rosso e palpebre nere,
pupille inegualmente dilatate, temporanea perdita di coscienza.
Se l‟infortunato è cosciente metterlo semiseduto con testa e spalle appoggiate: tenerlo sotto
controllo continuo. Se esce del liquido dall‟orecchio piegare il capo d al lato della lesione. Mettereuna garza sterile ma non tappare l‟orecchio. Se l‟infortunato è incosciente porlo in posizione di
sicurezza laterale. Controllare polso, respiro e lucidità ogni quarto d‟ora.
Frattura della mandibola
Dolore nel muover la mandibola, irregolarità nel parlare, presenza in bocca di bava e sangue,
ipersensibilità, irregolarità nella palpazione dei bordi della mandibola.
Assicurare la respirazione, fermare le emorragie, far sedere l‟infortunato con il capo reclinato in
avanti, sostenere la mandibola con una medicazione densa e tenerla con una fascia sopra la testa,
tutto delicatamente. In presenza di vomito tenere la mandibola con le mani. In caso di incoscienza
mettere il malato in posizione di sicurezza laterale con un cuscino sotto la parte lesa.
Frattura alla colonna vertebrale.
Su un mezzo di salvataggio è difficile questo tipo di frattura, comunque se dovesse capitare
bisogna evitare di spostare il paziente. Per diagnosticare questo tipo di frattura si chiede
all‟infortunato se sente qualche formicolio ai piedi ed alle gambe. Il formicolio indica la presenza di
qualche pressione sul midollo spinale. Si chiede di muovere le dita dei piedi, se non ci riesce può
essere presente un grave danno al midollo. Infine si fanno scorrere leggermente le dita sopra la pelle
della parte inferiore delle gambe e dei piedi. In mancanza di sensibilità può esserci grave danno al
midollo.
Se arriva un elicottero od altro soccorso bisogna poggiarlo su una barella ed allora si seguono le
seguenti procedure: sistemare dei cuscini tra le gambe o qualcosa di simile. Fare una fasciatura ad
otto sui piedi e le caviglie. Non far fare nessun movimento di piegatura della spina dorsale. Per porlo disteso mettere in trazione i piedi e la testa. Annodare una benda attorno ai gomiti ed alla
parte centrale delle cosce per costringere il paziente a restare rigidamente disteso. Preparare la
barella e quindi eseguire le operazioni descritte dalle figure.
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Durante le operazioni, che vanno eseguite lentamente, due persone devono tenere in trazione la
testa ed i piedi.
Fratturala collo.Avere le stesse cure della frattura alla colonna, mettere il paziente disteso e cercare di fare un
collare intorno al collo con qualcosa di soffice e quindi legarvi una fasciatura.
Frattura delle costole.
Far sedere il paziente, se il dolore è molto forte, farlo sistemare semiseduto inclinato verso la
parte lesa. Sostenere al collo l‟arto dalla parte lesa.
Frattura della clavicola.
Incrociare il braccio del lato leso dolcemente sul torace. Infilare un cuscinetto tra il braccio ed il
torace. Sostenere il braccio con una sciarpa al collo.
Frattura del braccio ed avambraccio.
Sostenere con delicatezza l‟arto infortunato appoggiandolo sul torace e ponendo un cuscinetto tra
arto e torace. Sostenere il braccio con un telo al collo. Per completare l‟immobilizzazione mettere
un altro telo di traverso intorno al primo e legarlo dal lato della mano.
Se il braccio non può essere piegato fate distendere il paziente, stendete il braccio lungo il
tronco, mettete qualcosa di morbido tra braccio e tronco e quindi fasciate in tre punti stingendo
l‟arto al tronco.
Frattura del bacino.
Mettere l‟infortunato disteso, se gli è confortevole, fargli piegare le ginocchia mettendo un
sostegno sotto. Aspettare i soccorsi.
Frattura del femore o della gamba.
Allineare i due arti. Sistemare del morbido tra le due gambe, se si ha una stecca o qualcosa di
simile metterlo tra i cuscinetti morbidi. Fasciare insieme gli arti in più punti. Fasciare ad otto piedi e
caviglie.
Insidie del mare.
Meduse.
Provocano eruzioni cutanee e bruciore nella parte colpita. Se dovesse rimanere attaccata addosso
una parte di medusa applicare alcool sulla zona interessata per uccidere le cisti non schiuse. In
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mancanza di alcool usare sabbia od una qualsiasi polvere. Una piccola digressione: i vecchi
pescatori consigliavano di strofinare un po’ della propria minzione. Non strofinare la zona della
puntura con mani bagnate o panno umide perché si accentua il dolore.
Serpenti di mare.
Il morso provoca: rallentamento del respiro, dolore, edema, astenia, confusione, convulsione,
paralisi.Il trattamento è non far muovere il paziente. Fare un incisione e succhiare il veleno da sputare
subito. Lavare la ferita e sistemare un bendaggio delicato. Immobilizzare la parte.
Pesci velenosi.
La puntura di questi pesci causano un dolore intenso e straziante. La terapia è immergere la parte
punta nell‟acqua più calda che il paziente è in grado di sopportare. Su un mezzo di salvataggio
questo è piuttosto improponibile, ma se ingegno aiuta, si possono sfruttare gli scarichi del motore
per riscaldare acqua di mare in qualche modo. Estrarre rapidamente la parte per evitare vescicole.
Ripetere l‟operazione se si ripresenta il dolore.
Ferita da squalo
La ferita prodotta dagli squali sono come delle rasoiate. La migliore cura, come in tutti i casi, è
la prevenzione, evitare che essi si avvicinino e comportarsi come già descritto. Nel caso deprecabile
di una ferita da squalo, le cure sono rapportate al danno e vanno praticate con gli interventi
opportuni. Le terapie sono: muovere il colpito con cautela, liberare la parte colpita dal vestiario e
slacciare ogni oggetto che crei costrizione. Coprire lo sfortunato con una coperta, pulire la ferita e
tamponare con garza sterile. Se necessario curare l‟emorragia con la compressione opportuna o
applicando un tornichetto. In presenza di frattura intervenire come già suggerito.
Mal di mare.
Il mal di mare è attribuibile al movimento del mezzo. Gli effetti di questa sindrome variano dalla
semplice nausea associata a secchezza della bocca e mal di testa fino a vomito ripetuto, vertigini,
prostrazione. Nei casi gravi, l‟entità del vomito con la perdita abbondante di liquidi, può comportare
disidratazione e collasso generale.
Prevenzione: assumere le pasticche per il mal di mare prima dell‟insorgere del pericolo. Le
persone poco abituate al mare fanno bene a premunirsi per tempo.
Trattamento: nella cassetta medicinale è presente il cloridrato di ciclizina, adoperarlo nel caso di
mal di mare. Questo medicinale produce sonnolenza ed il malato deve essere incoraggiato a
dormire. Al risveglio fargli prendere acqua con sale e se c‟ è la disponibilità un po‟ di zucchero.
La buona norma di chi va per mare è consigliare di bere il meno possibile e assumere cibi secchicome biscotti e pane duro.
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Salvataggio di persona in mare
Esaminati i casi di sopravvivenza e salvataggio collettivi, esponiamo adesso le tecniche più
adatte per salvare una persona che trovasi in difficoltà nell‟acqua con o senza salvagente e le
relative tecniche di trasporto.Una persona che si trova in mare, se non sa nuotare, si trova in uno stato di terrore ed i suoi
movimenti e reazioni sono esasperati, alla ricerca di un appoggio cui aggrapparsi con tutte le sue
forze. E‟ necessario, in ogni caso, intervenire subito per scongiurare l‟irreparabile e l‟operazione di
salvataggio del singolo deve svolgersi con prontezza, decisione e tecniche appropriate.
Effettuare un salvataggio richiede nel salvatore doti particolari: generosità, altruismo, forza
fisica, alta abilità nel nuotare, ma in particolare la conoscenza e la pratica di tecniche sperimentate.
Il gesto, sempre generoso, deve accompagnarsi ad opportuna razionalità, in quanto l‟operazione è
ad alto rischio ed in acqua gli imprevisti sono sempre in agguato.
Bisogna avvicinarsi al naufrago con prudenza ed evitare che egli si avvinghi al soccorritore con
furore. Chi è in pericolo di vita centuplica le sue forze ed è in uno stato d‟esasperazione
irragionevole. Nella situazione tener presente che è in gioco anche la propria vita. Non preoccuparsidi far violenza e male al pericolante se il momento diventa critico.
Al naufrago bisogna sempre avvicinarsi dalle sue spalle, solo se questi è esanime ci si può
avvicinare di fronte.
Le prime tecniche da apprendere sono quelle di come divincolarsi da eventuali prese del
pericolante.
Liberarsi da prese ai polsi : bisogna sollevare verso l‟alto le braccia imprigionate, ed
eventualmente facendo pressione con le ginocchia sull‟altro, abbassarle con violenza spostandole
verso l‟esterno. Questo movimento costringe il naufrago a mollare la presa, quindi lo si raggira per
poterlo prendere alle spalle.
L iberarsi dalla presa al collo: in questo caso il salvatore deve abbassare la testa e appoggiare
le mani chiuse a pugno sul torace del pericolante ed allontanarlo con vigore. Dopo essersi
liberato lo raggira per prenderlo di spalle.
Liberarsi dalla presa alla nuca: In questo frangente il prigioniero afferra i diti mignoli
dell‟avvinghiato che stringono la nuca e li torce verso l‟esterno . Il movimento procura disagio e
sofferenza al naufrago che sarà costretto a lasciare la presa. Approfittando subito della situazione il
salvatore, continua a tenere i mignoli dell‟altro, fa perno su di essi e lo gira di spalle, quindi inizia la
tecnica di trasporto.
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L iberarsi dal la presa al busto con le braccia li bere: in questo caso si passa un braccio dietro il
corpo dell‟altro, con la mano libera, a palmo aperto, si comprime il naso e la bocca del naufrago
impedendogli la respirazione, si spinge all‟indietro la testa dell‟esagitato e lo si spinge indietro con
le ginocchia. Liberatosi della stretta si procede a raggirarlo ed effettuare la tecnica di trasporto.
Liberarsi dalla presa al busto con le braccia bloccate: per liberare le braccia bisogna,
scotendosi, liberare le mani e le braccia e quindi applicare la tecnica descritta.
Tecniche di trasporto di un naufrago.
Una volta liberatosi da eventuale presa, bisogna attivare la tecnica del trasporto. Prima bisogna
valutare lo stato del nostro naufrago che può essere uno dei seguenti:
Sa nuotare, ma non è in grado di farlo per impedimento fisico. Si mostra calmo e
disponibile.
E‟ in stato di abbandono. Svenuto o asfittico.
Si mostra moderatamente agitato.
Si mostra molto agitato.
Stimato la situazione si decide la tecnica preferibile di trasporto, procurando sempre di
avvicinarsi con cautela al naufrago.
Il trasporto deve sempre avvenire con il trasportato galleggiante sul dorso, mentre il trasportatore
può nuotare sul dorso spingendosi solo con le gambe, oppure su fianco spingendosi con le gambe ed
un braccio, infine sul petto usando le gambe ovvero le braccia.
Importante è che gesti e parole del salvatore siano sempre calme e misurate per infondere
sicurezza nel pericolante. La fiducia del soccorritore e la sua calma si trasmettono al naufrago che si
abbandona al sopravvenuto, collaborando per la sua salvezza e facendo risparmiare risorseenergetiche al soccorritore.
Trasporto di nauf rago calmo e collaborante: in questo caso si può avvicinare il naufrago di
fronte, guardandolo negli occhi e sorridendo. Si invita il naufrago ad appoggiare le proprie mani
sulle spalle del salvante ed ad allungare le gambe. Assunta la posizione di rana, il soccorritore
nuoterà verso la salvezza, spingendo il naufrago galleggiante sul dorso.
Trasporto del nauf rago nuotando a dorso: questa presa è consigliata in qualsiasi stato emotivosia il naufrago. Il soccorso viene preso di spalla alla nuca, sotto le orecchie con quattro dita di ambo
le mani, con il pollice rivolto in alto e con le orecchie tenute libere. A questo punto il soccorritore
deve trascinare il naufrago nuotando a dorso con le sole gambe. Un esercizio molto gravoso che
richiede energia e resistenza marcata.
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Trasporto del nauf rago nuotando di f ianco: Questo sistema, quando è adottabile, crea una particolare comunione di tranquillità. Il contatto fisico distende il naufrago. Il soccorritore passa un
braccio sul petto del naufrago e lo stringe a se, facendogli appoggiare la testa sulla sua spalla. Con
tale presa, procede verso la salvezza nuotando sul fianco con le gambe ed un braccio, mentre la
testa dello scampato è sempre fuori dell‟acqua abbondantemente.
Tr asporto con presa alle ascelle: questo metodo è consigliato per il trasporto del naufrago in
difficoltà di respirazione. La presa è dalle spalle, agguantando il pericolante alle braccia sotto leascelle, con tensione ad allargargli il torace per facilitare la sua respirazione. Lo spostamento
avviene di dorso con le sole gambe.
Trasporto con presa al mento: con questa tecnica si prende il naufrago sotto il mento con le
quattro dita delle mani con i pollici verso l‟alto ai lati della mandibola. Il traspo rto è di dorso con le
solo gambe.
Trasporto con presa di spalle immobilizzante: lo scopo di questa presa è di bloccare i
movimenti delle braccia dell‟agitato e costringerlo a calmarsi per il trasporto con presa alle ascelle.
Il soccorritore, arrivato di spalle, lo afferra per un braccio ed insinua l‟altro braccio sotto l‟ascella
del naufrago premendo la mano sul collo in modo da immobilizzarlo. In caso che ciò non basti si fa
passare il braccio libero sotto l‟ascella, comprimendo il collo con ambo le mani. Quando il naufrago
da segni di calma si provvede al trasporto con la presa sotto le ascelle.
Trasporto con avvicinamento in immersione: nel caso il naufrago appaia particolarmente
agitato ed impaurito, conviene avvicinarsi in superficie fino a tre o quattro metri, quindi si caricano
i polmoni di aria e ci immerge per afferrare il naufrago alle gambe e ruotarlo di dorso. Quindi
emergendo alle sue spalle si applicano le prese ed il trasporto più opportuno.
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International Aeronautical and MaritimeSearch and Rescue
IAMSAR
Il sistema SAR ha tre livelli di coordinamento.Il SAR coordinatore (SCs)
Il SAR coordinatore della missione (SMCs)
Il coordinatore d‟area (OSCs)
Lo SCs ha la responsabilità generale su:
o L‟istituzione, il reclutamento, l‟equipaggiamento e la dirigenza di un sistema SAR.
o L‟istituzione dei centri di coordinamento per la ricerca (RCCs) e dei centri periferici per
la ricerca (RSCs)
o La fornitura e l‟organizzazione dei mezzi.
o La preparazione e l‟esercitazioni per l‟adempimento del servizio.
o Sviluppo delle politiche del SAR.
Lo SMCs viene nominato per ogni singola operazione. Tale incarico dura solo per
l‟espletamento di un‟emergenza ed in genere è ricoperto dal direttore della RCC allertata o da uno
designato. Il suo compito si esaurisce quando un‟operazione è portata a termine con successo
oppure risultano inutili ulteriori interventi.
Lo SMC deve essere preparato per ogni forma d‟emergenza ed aver familiarità con
l‟applicazione di qualsiasi piano SAR e:
o Assemblare le informazioni che riguardano la situazione delle emergenze.
o Sviluppare accurati ed eseguibili piani d‟azione SAR.
o Inviare e coordinare le risorse per eseguire i piani SAR.
I compiti dello SMC comprendono:1. Conoscere e valutare ogni dato sull‟emergenza.
2. Accertarsi dei mezzi d‟emergenza in dotazione d‟ogni unità scomparsa o in
difficoltà.
3. Essere informato delle prevalenti condizioni meteo della scena.
4. Se necessario, informarsi dei movimenti e della posizione d‟ogni mezzo nella
zona ed allertarli per operazioni di ricerca, di vedetta e di servizio di guardia sugli
apparati radio.
5. Eseguire i tracciati nell‟area di ricerca e decidere sui metodi ed i mezzi da mettere
in azione.
6. Sviluppare il piano di ricerca e le azioni di salvataggio più opportune.
7. Coordinarsi con le RCC confinanti se necessario.
8. Predisporre le riunioni del personale per impartire le istruzioni ed alla fine, per
l‟esame dei risultati.
9. Valutare ogni rapporto e modificare il piano d‟azione se opportuno.
10. Predisporre il rifornimento di combustibili dei mezzi aerei ed, in caso di ricerca
prolungata, predisporre i servizi per le necessità del personale addetto alla ricerca.
11. Disporre per la distribuzione degli aiuti ai sopravvissuti.
12. Tenere aggiornato un resoconto della situazione.
13. Divulgare rapporti sulla situazione.
14. Consigliare il capo della RCC sull‟opportunità di abbandonare o sospendere le
ricerche.15. Liberare i mezzi intervenuti quando l‟assistenza non è più necessaria.
16. Avvertire le Autorità competenti degli accidenti. Se possibile avvertire lo Stato di
bandiera del mezzo.
17. Preparare un rapporto finale.
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Quando due o più mezzi operano sulla scena dell‟allarme per la stessa emergenza, uno di essi
assume la funzione di Coordinatore d’area (OSCs), per coordinare le attività dei ricercatori.Il designato può essere il comandante di un mezzo sul posto o nelle vicinanze, in grado di
espletare la sua funzione nel SAR.
Per principio il primo mezzo che arriva in zona assume la funzione d‟OSC fin qua ndo non viene
stabilito diversamente dallo SMC.
Sistema di rapportazione delle navi.
Il sistema di rapportazione delle navi è istituito da alcuni Stati perché le navi mercantili possono
essere gli unici mezzi in grado di portare soccorso in un‟emergenza , in determinate zone del mare.
Un sistema di rapportazione consente ad uno SMC di, prontamente:
o Identificare le navi che si trovano nelle prossimità dell‟emergenza e conoscere la loro
posizione, rotta e velocità.
o Richiedere altre informazioni sulla situazione a bordo (se c‟è un dottore etc…)
o Conoscere come contattare le navi.
I comandanti delle navi sono obbligati ad inviare periodici rapporti alle autorità operanti nel
sistema SAR.
The Automated Mutual Assistence Vessel Rescue System (AMVER).
Il sistema AMVER è un sistema mondiale di rapportazione operante esclusivamente in funzione
SAR e offre informazioni per tutti gli RCCs.
Radiocomunicazioni in zona di emergenza.
L‟OSC deve coordinare le comunicazioni radio in zona.
Tutti i mezzi della ricerca devono rapportare all‟OSC su una determinata frequenza. Se si decide di cambiare una frequenza bisogna dare anche le istruzioni opportune qualora non
si riesca ad effettuare il contatto sulla nuova frequenza.
Tutti i mezzi coinvolti in un operazione SAR devono utilizzare il Codice Internazionale dei
Segnali.
Normalmente lo SMC stabilisce le frequenze da utilizzare in zona, specificando la primaria e la
secondaria.
Segnali ottici.
I seguenti mezzi di comunicazione ottici devono essere usati quando è opportuno:
Lampada di segnalazione.Codice internazionale delle bandiere.
Segnali internazionali di pericolo.
I seguenti segnali previsti dalla regola V/16 della SOLAS 74 devono essere usati:
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Per rispondere affermativamente ad un aereo in operazioni SAR, la nave alza a riva l‟intelligenza
Per rispondere negativamente innalza a riva la lettera “N” del codice oppure la trasmette
.
Le lettere seguenti, disegnate sul ponte o segnalate in qualsiasi maniera, hanno il significato:
Da parte dell‟aereo si possono avere le seguenti risposte di aver capito:
oppure devia dalla sua rotta nella direzione indicata dall‟aereo, oppure trasmette a
lam i o con il testa d‟albero la lettera “T” cioè una linea .
a lam i di luce o con il testa d‟albero un se nale linea unto che è la lettera “N”
“V” – chiedo assistenza “X” – chiedo assistenza medica
“N” – no o negativo “Y” – si o affermativo
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oppure trasmette la lettera “T” o “R”.
Quando invece non ha capito, l‟aereo trasmette il messaggio morse “RPT” oppure vola diritto
senza muovere le ali.
Quando l‟aereo vuole entrare in comunicazione con il mezzo manda un messaggio o addirittura
paracaduta uno strumento per le comunicazioni. In risposta a questo invito si segnala la lettera “T”
o la lettera “R” per significare di aver capito il messaggio. Si trasmette il segnale “RPT” per una
risposta negativa.
Poiché chiunque navighi sul mare può essere coinvolto in un‟operazione SAR, sia come
soccorritore e sia come soccorso, è opportuno che a bordo vengano effettuate delle riunioni per
discutere e apprendere lo IAMSAR manual che ha sostituito il MERSAR. In ogni situazione è
importante sempre avere a portata di mano l‟elenco delle frequenze utilizzabili nelle comunicazioni
di SAR.
In questa sede diamo solo delle informazioni sulla pianificazione e la conduzione della ricerca.
Per maggiori approfondimenti si sappia che a bordo è obbligatorio che vi sia una copia dei trevolumi dello IAMSAR.
Per le unità e gli aeromezzi che partecipano ad una ricerca, gli schemi di ricerca e le procedure
devono essere preventivamente concordati, per collaborare con minimi rischi e ritardi.
Schemi di ricerca standard sono definiti per le varie situazioni.
In caso di SAR, l‟OSC deve avere al più presto un piano di azione dallo SMC. Tali piani sono
elaborati da persone esperte della materia e della situazione in corso. In mancanza di un piano
suggerito, l‟OSC organizza un suo piano. Egli comunque può modificare il piano suggerito da terrain base alle variazioni che si presentano in loco, come l‟arrivo di nuove unità di soccorso o
l‟assunzione di nuove conoscenze ed altre informazioni sul caso, oppure l‟incidere di improvvise
variazioni del tempo, od anche la riduzione della visibilità, ancora può variare i piani per il
sopravvenire della notte, etc… In caso di difficoltà di linguaggio trai vari operatori in zona devono
manda un
messaggiofa oscillare le
ali di giorno
accende ad intermittenza le
luci di posizione la notte
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essere usati il Codice dei Segnali e lo Standard Marine Navigational Vocabulary che è in via di
sostituzione con lo Standard Marine Communication Phrases.
Lo OSC quando assume la responsabilità dell‟incarico deve informare la stazione radio costiera
o la stazione radio del traffico aeronautico più prossima e tenerla aggiornata dello svilupparsi degli
eventi.
Uno dei compiti dell‟ OSC é tenere informato lo SMC ad intervalli regolari o quando cambiano
le situazioni sulla scena.
Datum.
All‟inizio di una ricerca è necessario stabile un datum o riferimento geografico assumendo i
seguenti fattori:
o La posizione comunicata ed il momento in cui è partito il SAR.
o Ogni supplementare informazione derivata da rilevamenti o avvistamenti.
o L‟intervallo di tempo tra l‟incidente ed il previsto arrivo dei soccorsi.
o I probabili spostamenti derivati dal pescaggio dei mezzi in pericolo rapportati allo
scarroccio ed alla deriva. Lo scarroccio è sottovento e la sua componente dipende dallaforza del vento, la velatura ed il pescaggio del mezzo che si cerca.
o Il vento e la corrente, che si valutano al momento di arrivare sulla scena, possono essere
riportati nei calcoli di valutazione del vettore
spostamento, sommando vettorialmente lo scarroccio
e la deriva.
( per
potersi
orientare
nella
valutazione degli spostamenti di naufraghi,va stimato che le persone in acqua non
hanno scarroccio e quindi sono soggetti solo
all’effetto della corrente. Lo scarroccio delle
zattere è molto accentuato ed a pag. 3-17, il
manuale porta la seguente tabellina.
Per le imbarcazioni il calcolo non è possibile
perché esse hanno autonomia di movimento.)
o La distanza dello spostamento è
uguale alla velocità oraria del vettore
risultante, moltiplicata per il tempo
intercorso tra la valutazione dell‟ultimo
datum e l‟inizio della ricerca.
o L‟ultimo datum valutato deve
tener conto di questi fattori.
Ricerca visiva.
Un pattugliamento individuale deve essere subito avviato dall‟OSC con uno o più mezzi. Gli schemi di pattugliamento sono già predefiniti e si assumono in rapporto alla situazione.
Distanza dei sentieri.
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La maggior parte degli schemi è costituito da sentieri e curve che coprono aree geometriche. La
distanza tra i vari sentieri è denominato interspazio.
Gli interspazi vanno calcolati con l‟aiuto delle tabelle riportate nel manuale.
Le variazioni del tempo meteo e di altri fattori possono far mutare gli interspazi.
Lo SMC si deve assicurare che ogni soccorritore esegua la sua ricerca senza intralciare gli altri esenza pericoli per tutti i soccorritori.
Gli interspazi riportati nelle tabelle del manuale si riferiscono a tutti gli schemi escluso gli
schemi a settori.
Le tabelle tengono conto delle condizioni meteo e della visibilità, però altri fattori possono essere
presi in considerazione tipo: condizioni del mare, ora del giorno, posizione del sole, capacità delle
vedette etc…
Velocità di ricerca.
Nell‟eseguire una ricerca con più mezzi, ognuno deve assumere la velocità disposta dall‟OSC.
Essa è costituita dalla massima velocità consentita alla più lenta unità del gruppo.
Con visibilità ridotta l‟OSC deve ordinare una riduzione della velocità.
Area di ricerca.
L‟area di ricerca si può stabilire in 10 mg se la ricerca inizia subito.
In caso di tempo ritardato l‟area va calcolata:
o Valutando lo spazio che un mezzo di salvataggio può percorrere in un certo lasso di
tempo con la formula A = S (interspazio) x V (velocità di ricerca) x T (tempo disponibile
per la ricerca).
o L‟area totale è la somma delle aeree percorribile da tutti i mezzi di salvataggio in
predicato. At = A1 + A2 + A3 + ....
o In presenza di mezzi dello stesso tipo l‟area totale è costituito dall‟area singola per il
numero dei mezzi.
o Il raggio di ricerca è uguale alla radice quadrata dell‟area totale diviso due.
o Per disegnare l‟area si disegna un cerchio che, con centro il datum, ha un raggio pari al
raggio di ricerca. Tracciando le tangenti verticali alla circonferenza si determina l‟area di
ricerca. In caso di più unità di ricerca,l‟area viene suddivisa in sub aree da assegnare
opportunamente alle singole unità di ricerca.
Modelli di ricerca.Ricerca a quadrato in espansione.
Molto utile quando la posizione dell‟incidentato da ricercare è nota sufficientemente.
Il punto d‟inizio della ricerca è il datum.Valida per navi e piccoli battelli che ricercano persone in mare o
piccoli oggetti in presenza di poco scarroccio o in assenza di esso.
In considerazione degli spazi ristretti questa ricerca va fatta
da una sola unità.E‟ richiesto un attento governo. Il primo tratto è orientato nel
letto del vento.
E‟ molto difficoltoso per gli aerei ad ala fissa percorrere tratti
con interspazio inferiori a due miglia.
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Ricerca a settor i
La ricerca a settori è molto efficace quando la posizione
del ricercato è ben nota e l‟area di ricerca è piccola.
Viene usata per la ricerca in un‟area circolare centratasul datum.
Essa va effettuata da una sola unità, perché l‟area è
piccola.
Un mezzo aereo ed una nave possono effettuarla
insieme, ma in settori differenziati.
Un segnale galleggiante od un radio diffusore devono
essere sistemati sul datum.
Per i mezzi aerei il raggio dell‟area di ricerca è tra le
cinque e le venti miglia.
Per le navi il raggio della zona è tra le due e le cinque miglia, ed ogni accostata è di 120°
preferibilmente a dritta.
Ricerca di un apparato trasmittente.
Ricerca auricolare di tracciamento della circonferenza Ricerca auricolare usando i tempi
Ricerca a senti ero l ineare
Questa ricerca si configura come un unico sentiero che viene effettuato su due rotte opposte ai
confini di un unico interpazio con al centro la rotta del mezzo scomparso , oppure su tre tracce, una
centrale che segue il percorso della rotta del mezzo scomparso e due laterali come la precedente.
Essa si applica quando si ricerca un aereo o una nave scomparsa su una rotta conosciuta.
Spesso è usata come ricerca iniziale.
Questa ricerca è più adatta agli aeromezzi per la loro alta velocità.
L‟aeromezzo pattuglia ad altezza tra i trecento ed i seicento metri di giorno, e tra i seicento ed i
novecento metri di notte.
Ricerca a senti er i paral leli .
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Di seguito sono rappresentati schemi di ricerca con più navi:
Ricerca coordinata nave ed aereo
Questa ricerca si effettua solo se nella zona c‟è un OSC per dare le istruzioni e comunicare con
l‟aereo.
La velocità della nave si ricava dalla seguente formula: Vs = ( S x V a ) / ( L + S) dove Vs è la
velocità che deve tenere la nave, S è l‟interspazio in miglia nautiche, V a è la velocità in nodi
dell‟aereo, ed L è la lunghezza della singola gamba del tracciato dell‟aereo .
Avvio dell a ricerca
Quando un‟unità di soccorso arriva sul posto prima degli altri, si porta subito sul datum ed avvia
una ricerca a quadrato di espansione.
Se possibile bisogna segnare il datum con un oggetto che abbia la stessa deriva dell‟oggettoricercato, ad esempio ammainando una zattera di salvataggio.
Questo oggetto deve essere usato come datum per tutta la ricerca.
Quando arrivano altre unità soccorritrici, l‟OCS sceglie lo schema di ricerca più idoneo e
assegna le sub-aree.
E‟ una ricerca ad ampio raggio che si effettua quando
la localizzazione dei sopravvissuti è molto incerta.
Molto efficace in acqua ed in terra.
Usata abitualmente quando ci sono più unità diricerca con l‟area che viene divisa a zona.
Il punto d‟inizio è l‟angolo di una sub-areasulla traccia a mezzo interspazio dalla cornice che
delimita l‟area.
Il tracciato di ricerca è composta da rotte
parallele ed opposte sul lato lungo della zona.
La ricerca a zig-zag è spesso usata.
Tutta la ricerca la fa l‟aereo mentre la nave si sposta
come punto di riferimento.
Ogni volta che l‟aereo passa sulla nave corregge la
sua posizione sul tracciato di ricerca.Questa ricerca in combinata si è dimostrato più efficace della ricerca di unaereo in solitaria.
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In condizioni di buona visibilità l‟OCS autorizza l‟unità che sta effettuando il quadrato di
espansione a continuare la ricerca, mentre alle altre affida un diverso schema nella stessa zona.
Con cattiva visibilità oppure per insufficienza di unità soccorritrici, ordina l‟interruzione della
ricerca alla prima unità e dispone una ricerca a sentieri paralleli.
Visibi li tàridotta.
Una ricerca a sentieri paralleli, in condizione di cattiva visibilità, pone problemi per le seguenti
considerazioni:
o Necessità di ridurre la distanza tra le unità di ricerca con riduzione della sicurezza.
o Perdita di copertura dell‟area di ricerca.
o Potenziali rischi di collisione.
Durante lo stato di visibilità ridotta, lo OSC deve ponderare la necessità di ridurre la velocità di
ricerca.
In alcune circostanze una nave senza radar, deve valutare la possibilità di lasciarsi scadere
rispetto alle altre navi e deve informare l‟OSC.
o La nave potrà continuare la ricerca quando verrà giudicata in sicurezza la sua posizione.
o Se sopravviene una riduzione di visibilità e le navi hanno iniziato un piano di ricerca,
questo deve continuare da parte di tutti, nonostante la perdita di copertura.
All‟inizio di un pattugliamento con cattiva visibilità, l‟OSC deve valutare l‟allungamento dei
tempi per la velocità ridotta.
Per pattugliare interamente un‟area, in particolari condizioni, bisogna giudicare l‟eventualità di
ridurre gli interspazi.
Nel ridurre gli interspazi, vengono ridotte le distanze tra le unità di ricerca e quindi verranno
persi alcuni sentieri.
L‟OSC deve decidere se accettare una riduzione dell‟area di ricerca e, con la valutazione della
deriva stimata, deve decidere se ridurre il pattugliamento da un lato o da entrambi oppure ridurre
l‟area di ricerca. Quando la visibilità migliora, l‟OSC deve apportare le opportune correzioni del piano per
recuperare le zone di ricerca perdute precedentemente.
Ricerca con i l radar.
Quando più navi sono disponibili per il soccorso, bisogna avviare una ricerca radar, specie se la
posizione dell‟incidente è molto approssimata e non vi è il supporto aereo.
Non esiste alcun schema per questo tipo di ricerca.
L‟OSC dispone un raggruppamento delle navi in linea di fronte ad un intervallo pari ad una volta
e mezzo la distanza di scoperta radar.
La seguente tabella può essere di guida per valutare la distanza minima di avvistamento radar.
Altezza cui è sistemata l‟antenna
Oggetto da ricercare 15 m. 30 m.
Nave di 10000 grt 13.0 NM 18.0 NM
Nave di 1000 grt 6.0 NM 8.4 NM
Nave di 200 grt 5.5 NM 7.7 NM
Barca di nove metri 1.9 NM 2.7 NM
Azioni successive
L‟OSC quando ha portato a termine una ricerca senza risultati deve valutare il prosieguo
dell‟operazione. Egli deve considerare che il fallimento può essere dovuto all‟errata valutazione deldatum, ad un errore di valutazione della deriva, ad un mancato avvistamento dell‟oggetto, evento
probabile se l‟oggetto è piccolo, od infine, ad un suo affondamento per il cattivo tempo. In
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quest‟ultimo caso però, il coordinatore deve cercare delle testimonianze dell‟accaduto, come
dotazioni galleggianti, relitti o macchie d‟olio.
Egli deve decidere se pattugliare nuovamente la stessa area, aggiungendo un‟area che tenga
conto dello spostamento avvenuto durante la precedente ricerca. Questa area può essere aggiunta
nella direzione dello spostamento per deriva e scarroccio o in tutta la periferia della zona
precedente.
OSC può valutare anche l‟opportunità di investigare un‟area diversa determinando e valutandoun diverso datum e può considerare che un piccolo oggetto può non essere avvistato di giorno,
mentre di notte è più facilmente visibile se corredato di una lampada di illuminazione. Quindi rifare
la ricerca di notte.
E‟ buona pratica durante la ricerca di notte o in cattiva visibilità arrestare periodicamente tutti i
macchinari di bordo, quelli che possono essere fermati, per rimanere in ascolto di eventuali grida di
aiuto.
Messaggi in emergenza.
I messaggi di emergenza vengono così suddivisi:Messaggi di soccorso. Ogni messaggio di soccorso inizia con la parola MAYDAY pronunciata
tre volte, seguita dalla richiesta di soccorso con tutte le possibili indicazioni e chiuso con la stessa
parola pronunciata altre tre volte. Quando si riceve questo tipo di messaggio bisogna accorrere in
soccorso di chi lo richiede o, solo nel caso che si fosse troppo lontani, ripetere il messaggio
precisando che è collazionato.
Messaggi di urgenza. Questi messaggi avvertono solo della situazione di rischio di un mezzo e
vengono aperti dalla parola PANPAN pronunciata tre volte, seguita dalle informazioni e chiuso con
la stessa parola pronunciata tre volte. Questo messaggio non comporta intervento immediato, ma ha
la precedenza rispetto a tutti gli altri messaggi escluso quello di soccorso.
Messaggi di sicurezza. La parola Security apre questo tipo di messaggio che è terzo nella
gerarchia dei messaggi in emergenza ed è solo informazione di un pericolo esistente per la sicurezzadella navigazione.
Regola V/10 della SOLAS 74.
Messaggi di soccorso – Obblighi e procedure
a) Il Comandante di una nave in mare che è in posizione idonea per provvedereall’assistenza, quando riceve un messaggio in qualsiasi forma, di persone in pericolo
i d di i ll i l ità t’ i t ibil t