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t t icino N° 42, autunno 2014 Spazi verdi

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tticinoN° 42, autunno 2014

Spazi verdi

2 EDITORIALE

IndiceVoglia di verde 3Ieri, oggi... e domani? 6Spazi verdi per i nostri figli 12NO al raddoppio: firmate il referendum! 14Attività giovanili 15

ImpressumBollettino trimestrale della SezioneTicino di Pro Natura. Viene allegatoalla Rivista nazionale di Pro Natura.Editrice:Pro Natura TicinoViale Stazione 10, c.p. 23176500 BellinzonaTel.: 091 835 57 67Fax: 091 835 57 66E-mail: [email protected]: 65-787107-0Internet: www.pronatura-ti.chRedattrice responsabile:Martina SpinelliCommissione redazionale:Christian Bernasconi, FiorenzoDadò, Marzia Mattei-Roesli, AndreaPersico, Sara Rossi, Baldassare Sco-lari, Martina Spinelli, Luca Vetterli.Produzione e stampa:Schlaefli & Maurer AG, UetendorfTiratura:3000Foto:Andrea Persico se non indicato altri-menti.In copertina:La Riviera vista dall’elicottero (giu-gno 2009).

Claudio Valsangiacomo, presidente di Pro Na-

tura Ticino (foto: Nara Valsangiacomo).

che ancora oggi mi ricorda le forestetropicali africane. Poi, alle Fornaci, ar-rivarono le ruspe che cambiarono com-pletamente il paesaggio, i pascoli perle mucche furono sostituiti dall’asfaltodestinato alle varie infrastrutture au-tostradali. Gli anni ’70 erano anni diprofonda trasformazione e degrado delpaesaggio ticinese. Le ruspe non sisono mai fermate in questi decenni,continuano a divorare voracementesempre più terreno di fondovalle, percostruire e cementificare irrimediabil-mente il nostro territorio. Nel frat-tempo l’autostrada A2 si intasa tutti igiorni, e qualcuno vorrebbe raddop-piare l’accesso da nord con un secondotunnel nel Gottardo… e lo volete chia-mare «progresso»?… sic! Aldilà deimiei nostalgici ricordi biografici è ve-ramente quello che vogliamo per le generazioni dei nostri figli? Il progressonon può avere altri colori oltre al gri-gio?

Claudio Valsangiacomo

Da ragazzo mi capitava di passare oree ore nella natura del fondovalle delMendrisiotto, a volte in solitudine. Tra-scorrevo i mercoledì pomeriggio e ifine-settimana aiutando i miei genitorinei campi o pascolando le nostre muc-che nella zona Fornaci fra Novazzanoe Coldrerio, un’incantevole area prativache per secoli aveva fornito l’argilladestinata alla produzione di laterizi.Quando i lavori agricoli lo permette-vano, mi avventuravo con qualche coe-taneo nella Valle della Motta, selvaggiae magica. Ricordo l’entusiasmo di unapasseggiata alla scoperta delle sorgentidel fiume Roncaglia… volevamo emu-lare quanto visto alla TV qualche seraprima: un film sulla scoperta delle sor-genti del Nilo. Armati di un bastonedecorato con qualche intarsio, un paiodi biscotti e stivaletti calzati sotto ipantaloncini corti percorremmo i pochikm del riale arrivando alle sue sor-genti, fummo immersi in una natura

E per i nostri figli?

A QUATTR’OCCHI CON

Voglia di verde

Con una bancarella decorata dalle rivi-ste di Pro Natura e imbandita di biscotti,torte e caffé, ci installiamo all’ombradei cachi della Casetta del pescatore perdare il benvenuto ai passanti e condivi-dere un piacevole momento con loro.

«Si potrebbe costruire rispettando il territorio,

cercando il materiale e lo stileche meglio si sposa con il verde

e l’ambiente circostante.»

Un’ottima occasione per scambiarequattro chiacchiere sulle ragioni che liportano in questa oasi naturale a duepassi dal centro di Lugano.Il bel tempo è dalla nostra parte e lagente di passaggio non tarda ad arri-

vare. È facile attirare attenzione conun banchetto così ricco ma sono con-vinta che anche la magia del luogogiochi il suo ruolo; i sorrisi sono tanti,i volti sembrano più rilassati e l’anda-tura è più tranquilla che in città. Sa-ranno i canti degli uccelli a infonderequesta cordialità? Oppure è la vista dilibellule e farfalle ad alleggerire glianimi, mentre l’odore dell’uva addol-cisce l’atmosfera? Proviamo a scoprirloinsieme.Roberta di Breganzona è la prima afermarsi a parlare con noi e, sorseg-giando il caffé, ci spiega che per lei «illaghetto è un sogno. Abito in una zonaurbana ma sono velocemente nella na-tura. È incredibile, mi basta attraver-sare un quartiere densamente popolatoUn angolo del nucleo di Muzzano visto dal-

l’omonimo laghetto.

In una bella mattinata d’inizio settembre ci rechiamo nella riserva diMuzzano per passare una giornata a contatto con la natura e con la po-polazione che approfitta del sole e del verde per rilassarsi, correre epasseggiare lungo le rive del laghetto di Pro Natura.

4 A QUATTR’OCCHI CON

e subito dopo inizia uno spazio verde.Ormai è diventato il mio percorso abi-tuale, a volte lo faccio a piedi e altre acorsa». Cerca la quiete e il contatto conla natura e ci racconta di come le piac-cia osservare tutto quello che trova sulsuo cammino «dall’albero al piccoloinsetto e questo mi serve per ricen-trarmi». Non è la sola ad aver notatola vita rigogliosa attorno al laghetto;anche Enya e Yara, due bambine aspasso con i genitori mi elencano conmeraviglia quel che hanno visto: uc-

«Ci vengo quasi tutti i giorni. Qui trovo pace e bellezza,

inoltre riesco a liberare la testadai pensieri (cosa che in cittànon mi è proprio possibile).»

cellini, farfalle, libellule e i cavalli dellascuderia vicina. I genitori ci diconoche dove abitano non c’è più tantoverde e visto che cercano aria buonasenza andare troppo lontano tra le loromete preferite ci sono il laghetto diOriglio e quello di Muzzano. Inoltre,«nel verde possiamo animare e soddi-sfare i nostri sensi. È importante, so-prattutto per le bambine, ed è unaspetto che oggigiorno viene spessotrascurato». Anche per Lorenza, un’al-tra signora che si ferma a chiacchierare

con noi, una passeggiata nel verde ap-paga i sensi: «mi piace ascoltare i cantidegli uccelli, il vento tra gli alberi eammirare i cambiamenti delle sta-gioni.»Poi c’è chi, come Alessandra, ha biso-gno del potere curativo della natura.«Ci vengo quasi tutti i giorni. Qui trovopace e bellezza, inoltre riesco a liberarela testa dai pensieri (cosa che in cittànon mi è proprio possibile). Oggi neho un particolare bisogno visto che houn gran mal di testa». Notiamo conpiacere che ci sono veri e propri abitu-dinari della riserva tra i quali ancheArmando e Charlotte; vengono spessoe in passato portavano anche i lorostudenti. «Qui si trova pace, silenzio.È possibile pensare in modo profondoe il luogo ci trasmette anche speranzaper il futuro umano».Oltre alle persone che si sono fermatein nostra compagnia ci sono anche glisportivi che sicuramente preferisconocorrere nel verde che in città, abitantidella zona che approfittano della vici-

«Non dico che non bisogna piùcostruire ma forse ci vorrebbe

una considerazione globale a livello di piano regolatore

perché ci sono vere e propriebrutture in Ticino.»

nanza alla riserva per passeggiare iloro cani ma anche persone che ap-profittano delle panchine per leggersiun buon libro.Quando chiediamo un’opinione sul-l’utilizzazione del territorio in Ticino ipareri sono contrastanti. C’è chi, comeAlessandra, viene da regioni ben piùurbanizzate: «io sono scappata da Mi-lano, dove la distruzione del territorioè ben peggiore. Qui mi sembra un pa-radiso a confronto!». Anche Armandoe Charlotte sono stranieri installati inTicino da ormai diversi anni e per loroLugano è ancora un posto da cartolina:«è una bella città circondata da splen-dide montagne. Quando siamo sul lagoin barca e guardiamo la città ci sembradi essere in vacanza». Però anche lorosi sono resi conto della velocità concui il territorio cambia. «Quando siamovenuti a vivere qui la nostra casa era

Un momento dell’intervista (foto Loredana

Spinelli).

A QUATTR’OCCHI CON 5

nel verde mentre ora ci sono solo caseattorno a noi e i continui lavori di co-struzione, con rumori e polvere, cihanno rovinato la pace quotidiana.Però c’è necessità di costruire…» An-

«Nel verde possiamo animare e soddisfare i nostri sensi.

È importante, soprattutto per le bambine

ed è un aspetto che oggigiornoviene spesso trascurato.»

che Roberta è consapevole della granderichiesta: «capisco che la gente vogliacostruire la casa in zone verdi e belle.Non sono un’estremista. Non dico chenon bisogna più costruire ma forse civorrebbe una considerazione globalea livello di piano regolatore perché cisono vere e proprie brutture in Ticino».Poi c’è Lorenza, originaria di Sorengo,nata e cresciuta nella campagna di Cor-tivallo, che prova un sentimento mistotra rammarico e impotenza. Anche perlei «sono state fatte delle oscenità in-credibili nel Luganese. Il monte Bré èedificato fino alla vetta e il castello diParadiso si ritrova in mezzo ai palazzi.Siamo veramente al limite! Me nerendo conto ma posso fare ben poco.Si pensa in un dato modo ma poi nonsi riesce a fermare l’avanzata del ce-mento».A fine giornata, in occasione del festi-val Facciamo la corte, giungono alla

Casetta anche alcuni giovani di Muz-zano, un’ottima occasione per averela loro opinione e così chiedo anche aloro un commento sul territorio: «piùvai a sud e più c’è grigio. Un po’ diverde ci sta bene per passeggiare e peravere un po’ di tranquillità. Nel nostrocomune siamo ancora fortunati…» maqualcuno del gruppo aggiunge «al-meno finché le gru non arriverannoanche qui!». Quest’affermazione ac-cende una discussione tra di loro per-ché in verità negli ultimi anni sonospuntate case tutte attorno alle loroabitazioni: i vigneti, sopra e sotto casa,sono spariti sotto le villette dei nuovivicini. Alla fine si allontanano cer-cando di quantificare le case che sonospuntate di recente…Con la famiglia di Gravesano il discorsosi approfondisce ulteriormente, per Pa-squale il «problema del Ticino è legatoalla morfologia del terreno, abbiamotante valli e montagne ma poca pia-

«Il laghetto è un sogno. Abito inuna zona urbana ma sono velo-

cemente nella natura…»

nura. Però ho la sensazione che tuttosia fatto senza cercare uno stile, sem-bra tutto buttato lì senza una vera or-ganizzazione. Penso sia necessario tro-vare un equilibrio: ci vuole la cittàsenza dimenticarsi che abbiamo biso-gno anche del verde» e conclude il suo

pensiero con «dobbiamo salvare il sal-vabile!». Anche sua moglie Michelle èd’accordo: «si potrebbe costruire ri-spettando il territorio, cercando il ma-teriale e lo stile che meglio si sposacon il verde e l’ambiente circostante».Giornate così piacevoli a contatto conil grande pubblico, perlopiù non mem-bri della nostra associazione, riscal-dano il cuore per la gradevole compa-gnia e gratificano per il lavoro svoltoda Pro Natura per la protezione del la-ghetto di Muzzano e per la natura ingenerale. Tutti sono stati più che ferminel rispondermi che è il verde ad atti-

«Penso sia necessario trovareun equilibrio: ci vuole la città

senza dimenticarsi che abbiamobisogno anche del verde: dob-biamo salvare il salvabile!»

rarli nella zona, nessuno tra loroavrebbe passato il sabato nella riservase le rive del laghetto fossero troppoedificate. Fa veramente piacere vedereche ciò per cui Pro Natura si batte èapprezzato, condiviso e sfruttato dallapopolazione per trovare un po’ di sanocontatto con la natura e un po’ di paceinteriore.

Grazie a tutti!Intervista di Martina Spinellie torte di mamma Loredana

Colori e odori alla riserva di Muzzano. Da sinistra libellula Crocothemis erythraea, aromi e Polyommatus icarus.

6 CONOSCERE

Ieri, oggi... e domani?In queste pagine vi presentiamo una serie di paesaggi ticinesi: com’erano, come sono diventati ecome potranno essere in futuro.Il territorio, è palese, è sottoposto ad una enorme pressione e il verde, tanto importante per lanatura ma anche per il nostro benessere, si sta sempre più riducendo. La nostra aspettativa non èquella di tornare al passato, nè di radere al suolo tutto per far posto alla natura. Siamo però

San Martino, Mendrisio, visto da San Nicolao: sopra negli anni ’60 (foto tratta dal libro «La N2 Chiasso Lamone» edito

dal Consiglio di Stato del Canton Ticino, 1968) e sotto nel 2010 (foto Ivo Durisch).

CONOSCERE 7

convinti che non si possa andare anvanti di questo passo ma che sia necessario porsi dei limiti e ri-pensare la pianificazione partendo da valori quali la qualità di vita e non l’interesse economicocome è stato finora. Dobbiamo preservare spazi verdi sui fondivalle perché possano goderne anchele generazioni future. Nostalgici? No assultamente! Vogliamo solo andare avanti ma in una direzionediversa e più armoniosa dell’attuale!

Cadenazzo in primo piano e St. Antonino, Camorino, Giubiasco e Bellinzona visti dalla strada cantonale sotto Roba-

sacco. In alto nel 1954 (foto dell’archivio del Consorzio correzione fiume Ticino), sotto nel 2014.

8 CONOSCERE

«Il giardino dell'Eden è ovunque,devi solo prendertene cura!»

(Jan Bernasiewicz)

CONOSCERE 9

Due paesaggi strutturati in modo differente. Tu dove vorresti vivere? (Disegni di Alberto E.

Conelli). Sull’interessante tema del paesaggio abbiamo pubblicato nel 2008 la rivista «Volti

e risvolti del paesaggio» ottenibile in pdf o in formato cartaceo: www.pronatura-ti.ch/rivista

10 CONOSCERE

Tenero e il Gambarogno visti dall’Oratorio di la Fraccia (inizio 1900). Archivio federale dei monumenti storici (AFMS): Archivio Rudolf Zinggeler.

CONOSCERE 11

Ad un secolo di distanza abbiamo cercato la stessa arcata per riproporvi il medesimo panorama come appare nel settembre 2014.

12 CON GLI ALTRI

Il Laghetto di Muzzano rappresenta un’oasi di

verde importante per la biodiversità ma

anche per svago e relax.

Nulla scompare attualmente più in fretta del verde dai nostri fondivalle.Il verde che resta diventa sempre più prezioso ma anche esposto a mi-nacce crescenti. Per arrestare il collasso occorre agire subito firmandol’Iniziativa popolare «Spazi verdi per i nostri figli» (formulario allegato).Ma occorre pure tutelare il patrimonio culturale dei nostri abitati, ancheesso minacciato dalle nuove costruzioni, firmando l’Iniziativa popolaregemella «Un futuro per il nostro passato» (vedi riquadro).

Spazi verdi per i nostrifigli: firmate l’iniziativa

Nei nostri fondivalle si costruiscetanto, anzi troppo, in modo spesso di-spersivo, e quasi sempre a scapito dellestesse rare risorse: il verde e il nostropatrimonio culturale. Negli ultimi anniè cresciuta la consapevolezza che bi-sogna porre un freno a questa malsanafrenesia e alcune importanti decisionisono già state prese, in particolare conil voto popolare del marzo 2013 peruna pianificazione territoriale più ri-spettosa. La legge attuale tuttavia nonriconosce ancora sufficientemente ilvalore intrinseco del verde, ma gli at-tribuisce piuttosto un potenziale di svi-luppo – si legga: di edificazione – chesi può cogliere se ne si dimostra il fab-bisogno. Lo sviluppo degli ultimi anni

mostra però che anche il principio delfabbisogno va rimesso in discussionecon l’interrogativo di quale paesaggiovorremmo plasmare con il nostro stiledi vita e tramandare alle generazionifuture. Tutte le inchieste d’opinionefatte sui paesaggi preferiti dalla popo-lazione mostrano che si tratta di pae-saggi variati con molta natura e moltoverde. Eppure l’evoluzione sta an-dando esattamente nella direzione op-posta. Bisogna quindi correggere il tiro.

Ridiamo dignità al verdeL’iniziativa popolare vuole dare unadignità propria al verde, in particolarea quello che resta nei fondivalle urba-nizzati, tutelandolo dalla pressione edi-

Cinque motivi per firmare l’iniziativa popolare:

gli spazi verdi sono in pericolo evanno conservati megliol’agricoltura nostrana e i suoi pro-dotti vanno favoritiil paesaggio deve restare diversi-ficatoci vuole più spazio per la naturabisogna costruire in modo menodispersivo

Ci rispedisca ancor oggi il formulariofirmato anche con una sola o duefirme. Ogni firma conta: per la riu-scita dell’iniziativa ce ne vogliono al-meno 7000!

CON GLI ALTRI 13

La Riviera: una valle ancora ben preservata

ma minacciata.

lizia. Lo vuole cioè sottrarre alla logicadell’interesse economico, spesso pri-vato, a favore dell’edificazione, sotto-lineando, a livello di legge, il suo valoreproprio e l’impegno pubblico alla con-servazione. L’iniziativa agisce su duelivelli: da una parte vuole manteneredurevolmente libero lo spazio di fon-dovalle oggi non ancora edificabile mache di fronte alla pressione edilizia po-trebbero divenirlo in futuro, e dall’altrarecuperare spazio verde ancora inedi-ficato attraverso dezonamenti mirati.L’iniziativa vuole così porre un limiteanche alla pressione economica cre-scente che produce un inquinamentoeccessivo, il collasso della rete viaria ein definitiva una riduzione della qua-lità di vita per la popolazione residente.

Sosteniamo l’agricolturaL’iniziativa vuole sostenere l’agricolturache proprio nelle aree di fondovalle di-spone dei terreni più fertili, evitandoneun’ulteriore perdita, come pure il fra-zionamento di terre coltivabili tra una

zona urbanizzata e l’altra. L’agricolturadeve non solo poter contribuire anchein futuro al sostentamento della popo-lazione con i propri prodotti ma restarepresente sui fondivalle per poter ravvi-vare il legame con la popolazione ur-bana, oggi troppo scarso. Una politicadi salvaguardia degli spazi verdi è an-che un’efficace politica di sussistenza.

Diversifichiamo il paesaggioAttraverso la limitazione dell’edifica-zione l’iniziativa intende favorire la di-versità del paesaggio che resterebbe li-bero sia a favore della popolazione edei suoi bisogni di svago che a favoredelle altre specie con le quali spartiamoil nostro spazio vitale. La risorsa piùlimitata della biodiversità è lo spazio,sempre più degradato e conteso dalleattività umane. La sfida principale chedobbiamo superare è la riduzione delnostro consumo irreversibile di spazio.L’iniziativa popolare «Spazi verdi per inostri figli» è un importante passo inquesta direzione.

L’Iniziativa popolare «Un fu-turo per il nostro passato»Assieme all’iniziativa per gli spaziverdi è stata lanciata un’iniziativagemella che vuole tutelare il patrimo-nio culturale dei nostri abitati, mi-nacciato da demolizioni e dallasostituzione con costruzioni nuove.L’iniziativa «Un futuro per il nostropassato: per un’efficace protezionedel patrimonio culturale del territorioticinese» è sostenuta da tutte le asso-ciazioni ambientaliste, tra cui ProNatura. I formulari d’iniziativa sonoottenibili presso la STAN, Società ticinese per l’arte e la natura / ViaBorghese 42 / 6600 Locarno / Tel. 091 751 16 25 oppure su Internet:www.stan-ticino.ch

14 CON GLI ALTRI

No all’aumento del traffico e dell’in-quinamento dell’aria: fatto il raddoppionon sarà più possibile limitare il traf-fico di scorrimento ad una sola corsiaper galleria come il Parlamento pro-mette: le colonne e la pressione del-l’Europa imporranno presto o tardil’apertura di tutte le corsie. Ne farannole spese le tratte autostradali già oggicollassate nel Luganese e nel Mendri-siotto.

No ad una galleria superflua: il risa-namento della galleria stradale del SanGottardo è possibile a tappe offrendonei periodi di chiusura un trasbordoferroviario breve ed efficace per le auto(Göschenen – Airolo) e un trasbordolungo per i camion attraverso la galle-ria ferroviaria di base (apertura 2016).

No ad un raddoppio controproducenteper la sicurezza: oggi il rischio di inci-dente nella galleria del San Gottardo èpiù basso che nelle tratte autostradalia cielo aperto. Il raddoppio aumenta

la sicurezza nei 17 chilometri di galle-ria ma accresce il traffico che a suavolta fa aumentare gli incidenti sul re-sto dell’autostrada. Secondo dati uffi-ciali un aumento del traffico del 3%,indotto dal raddoppio, annulla i van-taggi per la sicurezza e ogni ulterioreaumento la peggiora. Per migliorare lasicurezza bisogna togliere i camion dal-l’autostrada e trasferirli sulla ferrovia,misura fattibile dal 2016.

No alla chiusura del tunnel senza tra-sbordo ferroviario: anche se approvatadal popolo la seconda galleria non po-trà entrare in esercizio prima del 2027.Entro quella data occorrerà però risa-nare la galleria esistente con la neces-sità di chiuderla per un periodo di 4mesi e mezzo senza poter disporre distrutture per il trasbordo di auto e ca-mion: esse costerebbero troppo oltreall’investimento per il raddoppio.

No ai miliardi spesi male: il raddoppiocosta almeno il doppio rispetto a tuttele altre soluzioni di risanamento dellagalleria esistente. E per di più compro-mette la redditività dei miliardi spesiper la galleria ferroviaria di base.

NO al raddoppio:firmate il referendum!Il chiaro NO scaturito in Svizzera e in Ticino dalle due votazioni sul rad-doppio della galleria autostradale del San Gottardo non è bastato; ilParlamento federale ha nuovamente deciso il raddoppio e su di esso sitornerà quindi a votare una terza volta. Prima però bisogna raccogliere50 mila firme col referendum contro il raddoppio: ogni firma conta,anche la tua!

Cinque buoni motivi per firmare anchequi il referendum (formulario allegatoalla rivista):

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Attività giovanili

Come iscriversi alle uscite?Visitate il nostro sito:www.pronatura-ti.ch/giovanidove potete iscrivervi online, oppurespedite una cartolina postale firmatadai genitori indicando nome, indi-rizzo, telefono, e-mail, data di na-scita e allergie a: Pro Natura Giovani,CP. 2317, 6501 Bellinzona, possibil-mente tre settimane prima dell’atti-vità.Attenzione: l’assicurazione è a caricodei partecipanti. Posti limitati.Agli iscritti sarà data conferma e ver-ranno fornite indicazioni sui luoghi,gli orari e il materiale da prendere.

ZERO SEDICI 15

Scivolose costruzioni di neveCosa faremo non te lo sveliamo perintero. Comunque sappi che se ti piacela neve, costruire e divertirti scivolandola giornata fa per te. Garantito!Attività in collaborazione con l’Asso-ciazione Amici capanna Brogoldone diLumino.

Data: sabato 24 gennaio 2015.Luogo: Monti di Saurù, Lumino.Durata: tutto il giorno, con picnic.Partecipanti: da 8 a 14 anni, massimo20 partecipanti.Prezzo: 15.–

Aperitivo sul lagoDopo un intenso anno di scorribandenon guasta trovarsi allegramente as-sieme per visionare le foto della sta-gione trascorsa, assaporare qualcheleccornia prenatalizia, scaldarsi alfuoco e chiacchierare liberamente. Viaspettiamo tra le 16 e le 18 all’Aulasull’acqua presso il laghetto di Muz-zano. Iscrizione gradita per motivi or-ganizzativi.

Data: sabato 13 dicembre 2014.Luogo: Casetta del Pescatore, Laghettodi Muzzano.Orario: dalle 16.00.Partecipanti: per giovani e genitori sim-patizzanti del nostro gruppo.Attività gratuita: contributi culinari be-naccetti.

Cinipiday: chi salverà i castagni?Una piccola e minuscola vespina mi-naccia i nostri castagni parassitandonele gemme. Cosa sarà mai un Dryoco-smus kuriphilus? Sopravvivranno i no-stri boschi? Chi potrà salvarli? Riusci-remo a mangiare delle caldarrostedurante l’uscita? Torneremo a casa...con qualche castagna? Lo saprete solose parteciperete all’escursione...

Data: domenica 26 ottobre 2014.Luogo e durata: Brontallo. Tutta la gior-nata.Partecipanti: da 8 a 14 anni, massimo20 partecipanti.Equipaggiamento: buone scarpe, abiticaldi, K-way e un buon picnic.Prezzo: 10.–

Costruiamo una strana capannaRendersi utili ad un biotopo co-struendo una capanna? Certo che sipuò. Puliremo un prato dall’erba ac-cumulatasi durante l’anno e, racco-gliendo qualche lungo ramo, cerche-remo di costruire un rifugio da uomodi Neanderthal. Un’avventura per i piùpazzerelli.

Data: sabato 8 novembre 2014.Luogo e durata: torbiera della Bedrina,Dalpe. Tutta la giornata.Partecipanti: da 7 a 15 anni, massimo20 partecipanti.Equipaggiamento: buone scarpe, abiticaldi, K-way e un buon picnic.Prezzo: 10.–

Spazi verdi per crescere.