spazio aziende novembre 2012 n. 98
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Rubrica di informazione FISCALE-LAVORO-PREVIDENZATRANSCRIPT
Spazio Aziende – n. 98 ‐ Novembre 2012
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F I S C A L E
Ricostruzione ricavi in base ai caffè somministrati
Sentenza CTP Lecco n. 75/2/12
L’accertamento è legittimo se la ricostruzione del numero di pasti somministrati è stata effettuata in base ai caffè preparati, in assenza di ricevute relative esclusivamente al servizio di bar.
Sponsorizzazioni sportive
Sentenza CTP Reggio Emilia 18.9.2012, n. 116/4/12
Le sponsorizzazioni sportive sono deducibili soltanto se è dimostrabile il nesso tra l’attività economica esercitata dal soggetto erogatore e la capacità della società sportiva beneficiaria di promuoverne l’immagine.
Studi di settore e acquisto di beni di lusso
Sentenza Corte Cassazione 4.10.2012, n. 16939
È legittimo l’accertamento basato sugli studi di settore effettuato nei confronti di un contribuente che, nonostante presenti un calo del volume d’affari, dallo stesso giustificato dalla crisi economica del settore in cui opera, acquista beni di lusso (nel caso di specie, un’autovettura di grossa cilindrata, una barca e un grande appartamento).
Cassa negativa
Sentenza Corte Cassazione 5.10.2012, n. 17004
È ribadito che la presenza della cassa negativa, oltre a costituire un’anomalia contabile, fa presumere l’esistenza di ricavi non contabilizzati almeno pari al disavanzo e pertanto legittima, da sola, l’accertamento. Grava sul contribuente fornire la prova contraria.
IVA per cassa
Decreto MEF 11.10.2012
È stato emanato ed è ora in corso di pubblicazione sulla G.U. il Decreto attuativo delle disposizioni ex art. 32-bis, DL n. 83/2012 che hanno modificato l’attuale regime IVA c.d. “per cassa”. Tale regime è applicabile, a decorrere dall’1.12.2012, alla generalità dei soggetti IVA, ossia alle imprese / lavoratori autonomi con un volume d’affari non superiore a € 2.000.000.
Studi di settore e malattia del contribuente
Sentenza Corte Cassazione 12.10.2012, n. 17534
Gli studi di settore non possono essere applicati nei confronti di un contribuente che ha dichiarato un reddito inferiore a quello presunto da GERICO a causa di “comprovate precarie condizioni fisiche”.
Decreto Crescita 2.0
DL 18.10.2012, n. 179
È stato pubblicato sul S.O. n. 194/L alla G.U. 19.10.2012, n. 285 il c.d. “Decreto Crescita 2.0” nell’ambito del quale sono contenute, tra l’altro, le seguenti novità: - obbligo della PEC anche per le imprese individuali; - introduzione di agevolazioni per le start-up innovative; - obbligo per i professionisti di accettare pagamenti anche tramite carte
di debito (bancomat).
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NUOVE REGOLE (DAL 24.10.2012) PER LE CESSIONI DI PRODOTTI AGRICOLI / ALIMENTARI
L’art. 62, DL n. 1/2012, c.d. “Decreto Liberalizzazioni” ha introdotto una specifica disciplina finalizzata a favorire una maggior trasparenza ed efficienza nel settore agroalimentare evitando, in particolare, l’utilizzo di termini di pagamento eccessivamente lunghi e l’applicazione, da parte del contraente che dispone di una maggior forza commerciale, di condizioni contrattuali “ingiustificatamente” gravose.
Le nuove regole, di seguito esaminate:
fanno riferimento anche al DM 19.10.2012 contenente le relative disposizioni attuative; ⇒
⇒ sono in vigore dal 24.10.2012 e sono applicabili ai contratti stipulati, a decorrere dal 24.10.2012, che hanno ad oggetto la cessione di prodotti agricoli / alimentari. Entro il 31.12.2012 i contratti in essere al 24.10.2012 vanno adeguati ai nuovi requisiti. Sul punto si ritiene che tale disposizione sia applicabile soltanto ai contratti redatti in forma scritta.
Le disposizioni in merito al divieto di “condotte sleali”, ai termini di pagamento e alla decorrenza automatica degli interessi di mora, “si applicano automaticamente a tutti i contratti … anche in assenza di adeguamenti contrattuali alla predetta normativa”.
AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA NUOVA DISCIPLINA
La disciplina in esame è applicabile alle:
“cessioni di prodotti agricoli e alimentari, la cui consegna avviene nel territorio della Repubblica italiana, con particolare riferimento alle relazioni economiche tra gli operatori della filiera connotate da un significativo squilibrio nelle rispettive posizioni di forza commerciale”.
FATTISPECIE ESCLUSE
Sono escluse dalla disciplina in esame:
le cessioni effettuate al consumatore finale;
i conferimenti: ⇒
⇒
⇒
di prodotti agricoli / alimentari effettuati alle cooperative, ex art. 1, comma 2, D.Lgs. n. 228/2001, da parte dei soci delle cooperative stesse;
di prodotti agricoli / alimentari effettuati alle organizzazioni di produttori, ex D.Lgs. n. 102/2005, da parte dei soci delle organizzazioni stesse;
di prodotti ittici effettuati tra imprenditori ittici, ex art. 4, D.Lgs. n. 4/2012.
“le cessioni di prodotti agricoli e alimentari istantanee, con contestuale consegna e pagamento del prezzo pattuito”.
Al fine dell’applicazione della nuova disciplina risulta, quindi, di particolare interesse individuare cosa si intende per:
► prodotti agricoli; ► prodotti alimentari.
PRODOTTI AGRICOLI Animali vivi Carni e frattaglie commestibili Pesci, crostacei e molluschi Latte e derivati del latte; uova di volatili; miele naturale Budella, vesciche e stomachi di animali, interi o in pezzi, esclusi quelli di pesci Prodotti di origine animale, non nominati né compresi altrove; animali morti dei capitoli 1 o 3, non atti all'alimentazione umana Piante vive e prodotti della floricoltura Legumi, ortaggi, piante, radici e tuberi, mangerecci Frutta commestibile; scorze di agrumi e di meloni Caffè, tè e spezie, escluso il matè (voce n. 0903) Cereali Prodotti della macinazione; malto; amidi e fecole; glutine; inulina Semi e frutti oleosi; semi, sementi e frutti diversi; piante industriali e medicinali; paglie e foraggi Pectina Strutto ed altri grassi di maiale pressati o fusi; grasso di volatili pressato o fuso Sevi (della specie bovina, ovina e caprina) greggi o fusi, compresi i sevi detti «primo sugo» Stearina solare; oleo-stearina; olio di strutto e oleomargarina non emulsionata, non mescolati né altrimenti preparati Grassi e oli di pesci e di mammiferi marini, anche raffinati Oli vegetali fissi, fluidi o concreti, greggi, depurati o raffinati Grassi e oli animali o vegetali idrogenati anche raffinati, ma non preparati
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Margarina, imitazioni dello strutto e altri grassi alimentari preparati Residui provenienti dalla lavorazione delle sostanze grasse, o delle cere animali o vegetali Preparazioni di carni, di pesci, di crostacei e di molluschi Zucchero di barbabietola e di canna, allo stato solido Altri zuccheri; sciroppi; succedanei del miele, anche misti con miele naturale; zuccheri e melassi, caramellati Melassi, anche decolorati Zuccheri, sciroppi e melassi aromatizzati o coloriti (compreso lo zucchero vanigliato, alla vaniglia o alla vaniglina), esclusi i succhi di frutta addizionati di zucchero in qualsiasi proporzione Cacao in grani anche infranto, greggio o torrefatto Gusci, bucce, pellicole e cascami di cacao Preparazioni di ortaggi, di piante mangerecce, di frutti e di altre piante o parti di piante Mosti di uva parzialmente fermentati anche mutizzati con metodi diversi dall'aggiunta di alcole Vini di uve fresche; mosti di uve fresche mutizzati con l'alcole (mistelle) Sidro, sidro di pere, idromele ed altre bevande fermentate Alcole etilico, denaturato o no, di qualsiasi gradazione, ottenuto a partire da prodotti agricoli compresi nell'allegato I, ad esclusione di acquaviti, liquori ed altre bevande alcoliche, preparazioni alcoliche composte (dette estratti concentrati) per la fabbricazione di bevande Aceti commestibili e loro succedanei commestibili Residui e cascami delle industrie alimentari; alimenti preparati per gli animali Tabacchi greggi o non lavorati; cascami di tabacco Sughero naturale greggio e cascami di sughero; sughero frantumato, granulato o polverizzato Lino greggio, macerato, stigliato, pettinato o altrimenti preparato, ma non filato; stoppa e cascami (compresi gli sfilacciati) Canapa (Cannabis sativa) greggia, macerata, stigliata, pettinata o altrimenti preparata, ma non filata; stoppa e cascami (compresi gli sfilacciati)
PRODOTTI ALIMENTARI “qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato, destinato ad essere ingerito, o di cui si prevede ragionevolmente che possa essere ingerito, da esseri umani”.
FORMA (SCRITTA) DEL CONTRATTO
I contratti aventi ad oggetto la cessione di prodotti agricoli e alimentari devono, a pena di nullità:
• essere stipulati in forma scritta.
Va evidenziato che per forma scritta si intende:
“qualsiasi forma di comunicazione scritta, anche trasmessa in forma elettronica o a mezzo telefax, avente la funzione di manifestare la volontà delle parti di costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale avente ad oggetto la cessione dei prodotti”;
• riportare la durata, le quantità e le caratteristiche del prodotto venduto, nonché il prezzo, le modalità di consegna e di pagamento.
Gli elementi essenziali del contratto possono essere contenuti:
nel contratto / accordo quadro o di base conclusi a livello di “centrali di acquisto”;
nei seguenti documenti purché riportanti gli estremi ed il riferimento ai corrispondenti contratti / accordi:
‐ contratto di cessione dei prodotti;
‐ documento di trasporto / consegna o fattura;
‐ ordine di acquisto;
negli scambi di comunicazioni e di ordini antecedenti alla consegna dei prodotti.
La presenza di un contratto non è necessaria se i relativi elementi essenziali sono riportati:
⇒ ⇒
nel documento di trasporto / consegna;
nella fattura.
In tali casi nei predetti documenti deve essere apposta la seguente annotazione:
“Assolve gli obblighi di cui all’articolo 62, comma 1, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27”.
CONDOTTE SLEALILe condotte sleali (vietate) sono rappresentate da:
1. imposizione (diretta o indiretta) di condizioni di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, nonché condizioni extracontrattuali e retroattive;
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2. applicazione di condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti;
3. subordinazione della conclusione, dell'esecuzione dei contratti e della continuità e regolarità delle medesime relazioni commerciali all’esecuzione di prestazioni da parte dei contraenti che, per loro natura e secondo gli usi commerciali, non abbiano alcuna connessione con l'oggetto degli uni e delle altre;
4. conseguimento di indebite prestazioni unilaterali, non giustificate dalla natura o dal contenuto delle relazioni commerciali;
5. adozione di ogni ulteriore condotta commerciale sleale che risulti tale anche tenendo conto del complesso delle relazioni commerciali che caratterizzano le condizioni di approvvigionamento.
Rientrano nella definizione di “condotte commerciali sleali” anche il mancato rispetto dei “principi di buone prassi” e le pratiche sleali approvate a livello comunitario in data 29.11.2011 (vedasi allegati 1 e 2).
È vietato, altresì, “qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose” ed, in particolare, quelle che:
● prevedono servizi e/o prestazioni accessorie “senza alcuna connessione oggettiva, diretta e logica con la cessione del prodotto oggetto del contratto”;
● escludono l’applicazione di interessi di mora o il risarcimento delle spese di recupero crediti;
● determinano prezzi “sotto costo” alle cessioni effettuate dagli imprenditori agricoli; ● impongono al cedente, dopo la consegna dei prodotti, “un termine minimo prima di poter emettere la fattura”.
È fatto salvo:
“il caso di consegna dei prodotti in più quote nello stesso mese, nel qual caso la fattura potrà essere emessa solo successivamente all’ultima consegna del mese”.
TERMINI E DECORRENZA DEL PAGAMENTOIl pagamento del corrispettivo delle cessioni di prodotti agricoli / alimentari va effettuato:
• per le merci deteriorabili, entro 30 giorni; • per tutte le altre merci, entro 60 giorni.
In entrambi i casi il termine di pagamento decorre dall’“ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura”. Così ad esempio, se la fattura è ricevuta il 5.11.2012 il relativo pagamento dovrà essere eseguito entro il 29.12.2012 (ovvero entro il 28.1.2013 nel caso di prodotti non deteriorabili). In merito va evidenziato che nel conteggio dei giorni va ricompreso, quale dies a quo, l’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura.
merci deteriorabili entro 30 giorni, decorrenti dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura
Termine di pagamento
merci non deteriorabili entro 60 giorni, decorrenti dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura
PRODOTTI AGRICOLI / ALIMENTARI DETERIORABILI
a) prodotti agricoli, ittici e alimentari preconfezionati che riportano una data di scadenza o un termine minimo di conservazione non superiore a 60 giorni;
b) prodotti agricoli, ittici e alimentari sfusi, comprese erbe e piante aromatiche, anche se posti in involucro protettivo o refrigerati, non sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a 60 giorni;
c) prodotti a base di carne che presentano, alternativamente, una delle seguenti caratteristiche fisico – chimiche: aW superiore a 0,95 e pH superiore a 5,2; aW superiore a 0,91; pH uguale o superiore a 4,5;
d) tutti i tipi di latte.
L’emissione della fattura va effettuata considerando le differenti tipologie di termini di pagamento previste per le cessioni dei prodotti e pertanto:
“il cedente deve emettere fattura separata per cessioni di prodotti assoggettate a termini di pagamento differenti”.
RITARDATO PAGAMENTOIn caso di ritardato pagamento decorrono gli interessi “automaticamente” dal giorno successivo alla scadenza del termine
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di pagamento del corrispettivo. Il saggio degli interessi è maggiorato di ulteriori 2 punti percentuali ed è inderogabile.
Al fine della determinazione degli interessi dovuti assume particolare rilevanza la data di ricevimento della fattura. La stessa è “validamente certificata” soltanto se il ricevimento della fattura è avvenuto tramite: ‐ consegna “a mani”; ‐ raccomandata A.R.;
‐ sistema EDI (o altro mezzo equivalente).
In caso di incertezza in merito alla data di ricevimento della fattura va fatto riferimento “salvo prova contraria” alla data di consegna dei prodotti.
Sul punto va evidenziato che la locuzione “salvo prova contraria”, consente al contribuente di poter superare la suddetta presunzione che fa coincidere la data di ricevimento della fattura con la data di consegna dei prodotti in mancanza del ricevimento “certificato” della stessa.
DEFINIZIONE DEGLI INTERESSI DI MORA Gli interessi legali di mora vanno calcolati utilizzando il tasso di riferimento “in materia di lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”.
Si rammenta che gli interessi legali di mora sono costituiti da una: ⇒
⇒ ⇒
componente variabile, connessa alla politica monetaria della Banca Centrale Europea, comunicata semestralmente mediante pubblicazione della stessa sulla G.U.; componente fissa pari a 7 punti percentuali; maggiorazione pari a 2 punti percentuali.
La “componente variabile” degli interessi di mora riferita al 2° semestre 2012 è stata fissata nella misura dell’1%.
Ciò comporta che, ad esempio, al mancato pagamento di una fornitura di prodotti agricoli / alimentari scadente nel 2° semestre 2012 sono applicabili (in automatico) gli interessi di mora nella misura del 10% (1% + 7% + 2%).
CESSIONI DI PRODOTTI ALCOOLICI Per la cessione di prodotti alcoolici “è fatto salvo” quanto disposto dall’art. 22, Legge n. 28/99, in base al quale l’acquirente, autorizzato alla rivendita di alcoolici, deve effettuare il pagamento della fornitura “entro sessanta giorni dal momento della consegna o ritiro dei beni medesimi”. In caso di ritardato pagamento:
“il cessionario, senza bisogno di costituzione in mora, è tenuto al pagamento di interessi corrispondenti al tasso ufficiale di sconto maggiorato di cinque punti percentuali, salva pattuizione tra le parti di interessi moratori in misura superiore e salva la prova del danno ulteriore. In ogni caso la mancata corresponsione del prezzo entro i termini pattuiti costituisce titolo per l'ottenimento di decreto ingiuntivo …”.
REGIME SANZIONATORIO Relativamente alle sanzioni applicabili è previsto che:
violazione dell’obbligo della forma scritta del contratto, o degli altri obblighi
sanzione da € 516 a € 20.000 determinata facendo riferimento al valore dei beni oggetto di cessione
condotta sleale sanzione da € 516 a € 3.000 determinata facendo riferimento al beneficio ricevuto dal soggetto che non ha rispettato i divieti
ritardo del pagamento sanzione da € 500 a € 500.000 determinata in base al fatturato, alla ricorrenza ed alla misura del ritardo
Allegato 1
PRINCIPI DI BUONE PRASSI
Le parti si impegnano ad agire in conformità con le legislazioni applicabili, tra cui quella sulla concorrenza.
Principi generali
A. CONSUMATORI: le parti devono sempre tenere in considerazione gli interessi dei consumatori e la sostenibilità generale della filiera alimentare nelle relazioni B2B. Le parti devono assicurare una massima efficienza e ottimizzazione delle risorse nella distribuzione delle merci lungo la filiera alimentare.
B. LIBERTÀ DI CONTRATTO: le parti sono entità economiche indipendenti, che rispettano i diritti degli altri di definire le proprie strategie e politiche di gestione, inclusa la libertà di determinare indipendentemente se impegnarsi o meno in un accordo.
C. RAPPORTI EQUI: le parti devono relazionare nei confronti della altre parti in maniera responsabile, in buona fede e con diligenza professionale.
Principi specifici
1. ACCORDI SCRITTI: gli accordi devono essere in forma scritta, salvo casi nei quali ciò sia impraticabile o accordo a voce consentito da entrambe le parti, e devono essere chiari e trasparenti e includere il maggior numero possibile di elementi rilevanti
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e prevedibili, inclusi i diritti e le procedure di fine rapporto. 2. PREVEDIBILITÀ: modifiche unilaterali ai termini contrattuali non devono essere fatte a meno che le circostanze e le condizioni
per queste non siano già state stabilite precedentemente. Gli accordi devono delineare il processo attraverso il quale ognuna delle parti possa discutere con l’altra le modifiche necessarie per l’implementazione dell’accordo o per risolvere circostanze imprevedibili, entrambi situazioni che devono essere contemplate nell’accordo stesso.
3. CONFORMITÀ: gli accordi devono essere rispettati. 4. INFORMAZIONE: qualora ci fosse uno scambio di informazioni, questo deve avvenire in conformità con la legislazione sulla
concorrenza e le altre legislazioni applicabili, e le parti devono assicurarsi che le informazioni fornite siano corrette e non fuorvianti.
5. CONFIDENZIALITÀ: la confidenzialità delle informazioni deve essere rispettata a meno che le informazioni non siano già pubbliche o indipendentemente e legittimamente note alla parte che riceve l’informazione. Le informazioni devono essere usate dal destinatario solo per scopi legittimi per i quali sono state comunicate.
6. RESPONSABILITÀ SUI RISCHI: tutte le parti nella filiera devono prendersi i propri rischi imprenditoriali. 7. RICHIESTA GIUSTIFICABILE: una parte non può esercitare minacce per ottenere un vantaggio ingiustificato o per trasferire un
costo ingiustificato.
Allegato 2
PRATICA ESEMPI DI PRATICHE SLEALI ESEMPI DI PRATICHE CORRETTE
Accordi scritti / non scritti
Rifiutare o evitare di emettere alcuni termini per iscritto rende più difficile stabilire l’intento delle parti e identificare i loro diritti ed obblighi secondo il contratto.
Le parti assicurano che l’accordo sia in forma scritta salvo casi nei quali ciò sia impraticabile o accordo a voce consentito da entrambi le parti. L’accordo contiene circostanze precise e norme dettagliate in base alle quali le parti possono modificare i termini dell’accordo in maniera consapevole e puntuale, incluso il processo per determinare necessari risarcimenti per eventuali costi per entrambe le parti.
Le disposizioni del contratto scritto sono chiare e trasparenti.
Quando i contratti non sono scritti, una delle parti manda una conferma scritta in seguito.
Termini e condizioni generali
Imporre termini e condizioni generali che contengano clausole sleali.
Usare termini e condizioni generali che facilitino l’attività commerciale e che contengano clausole giuste.
Fine rapporto
Porre fine unilateralmente alla relazione commerciale senza preavviso, o con un preavviso troppo breve e senza una ragione obiettivamente giustificabile, ad esempio se gli obiettivi di vendita non sono stati raggiunti.
Porre fine unilateralmente ad un rapporto commerciale rispettando l’accordo e il processo stabilito in conformità con la legislazione applicabile.
Sanzioni contrattuali
Sanzioni contrattuali applicate in maniera non trasparente e non proporzionale ai danni subiti.
Sanzioni imposte senza giustificazioni previste nell’accordo o nella legislazione applicabile.
Se una parte non riesce ad adempiere ai propri obblighi, le sanzioni contrattuali sono applicate in maniera trasparente, nel rispetto dell’accordo ed in maniera proporzionale al danno subito.
Le sanzioni contrattuali sono determinate in anticipo, sono proporzionate per entrambe le parti e sono applicate per compensare i danni subiti.
Azioni unilaterali Cambiamenti non contrattuali unilaterali e
retroattivi nel costo o prezzo di prodotti o servizi.
Un contratto contiene le circostanze legittime e le condizioni in base alle quali un’azione unilaterale possa essere permessa.
Informazioni
Nascondere informazioni essenziali rilevanti per l’altra parte nei negoziati contrattuali e che l’altra parte si aspetterebbe legittimamente di ricevere.
Una parte usa o condivide con una parte terza informazioni sensibili fornite in maniera confidenziale dall’altra parte senza l’autorizzazione di questa in modo da ottenere un vantaggio competitivo.
Fornire informazioni rilevanti essenziali per l’altra parte nei negoziati contrattuali e assicurare che le informazioni non vengano usate impropriamente.
Ripartizione del rischio
Trasferimento di un rischio ingiustificato o sproporzionato all'altra parte, ad esempio imponendo una garanzia di margine attraverso un pagamento in cambio di nessuna prestazione.
Imporre una richiesta di finanziamento delle attività commerciali proprie ad una parte.
Imporre una richiesta di finanziamento di una promozione.
Impedire all'altra parte di fare delle
I diversi operatori corrono rischi specifici nelle diverse fasi della filiera collegati alle potenziali ricompense per avere un'attività in quel settore. Tutti gli operatori si prendono la responsabilità per i propri rischi e non cercano di trasferire i rischi ad altre parti.
Trasferimento di rischi che viene negoziato e deciso dalle parti per ottenere una situazione di soddisfazione reciproca.
Le parti concordano termini e condizioni corrispondenti al contributo di ciascuna di esse nei
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dichiarazioni legittime di marketing o promozionali sui suoi prodotti.
confronti di attività commerciali realizzate individualmente e delle attività promozionali.
Compenso per l’inclusione nel
listino
Imporre compensi per l'inserimento nel listino che sono non proporzionali al rischio di commercializzare un nuovo prodotto.
I compensi per l'inserimento nel listino - quando utilizzati per mitigare il rischio preso nel commercializzare un nuovo prodotto – sono concordati tra le parti e proporzionali al rischio preso.
Interruzione del rapporto
commerciale
Minacciare l'interruzione del rapporto di lavoro o la fine di quest'ultimo per ottenere un vantaggio senza giustificazione oggettiva, ad esempio punendo una parte per esercitare i propri diritti.
Chiedere il pagamento di servizi non resi o prodotti non consegnati o il pagamento che chiaramente non corrisponde al valore / costo del servizio reso.
Vendite condizionate
Imporre ad una parte l'acquisto o la fornitura di una serie di prodotti o servizi collegati ad un'altra serie di prodotti o servizi - sia da una delle due parti o da una parte terza.
Le parti stabiliscono di vincolarsi a prodotti o servizi che aumentano l'efficienza generale e la sostenibilità della filiera e portano benefici sia alle parti che ai consumatori.
Consegna e ricezione delle
merci
Interrompere deliberatamente il programma di consegna o di ricezione per ottenere un vantaggio ingiustificato.
Le forniture che arrivano all'ora stabilita permettono ai fornitori di pianificare in tempo i processi di produzione e gli orari di consegna, e permettono all’acquirente di pianificare la ricezione, l'immagazzinamento e l'esposizione delle merci consegnate.
Se una parte ha bisogno di consegnare o di ricevere in anticipo / ritardo / in maniera parziale, avvisa in tempo l'altra parte e sempre in conformità con l'accordo scritto.
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L A V O R O E P R E V I D E N Z A
Contratti a tempo determinato: riduzione degli intervalli temporali
Circolare Ministero del Lavoro n. 27 del 7 novembre 2012
In merito agli intervalli temporali fra due contratti a tempo determinato (art. 5, co. 3, D.Lgs n. 368/2001) il Ministero del Lavoro, con la Circolare n. 27/2012, sottolinea che i termini ridotti (20 o 30 giorni), stabiliti inizialmente per le assunzioni nell’ambito di un processo organizzativo, sono stati estesi dal DL n. 83/2012 (convertito in Legge n. 134/2012) alle ipotesi di attività stagionali e ad “ogni altro caso previsto dai contratti collettivi”; quindi, risulta valida ogni altra ipotesi di riduzione degli intervalli da parte della contrattazione collettiva di qualsiasi livello, anche per casi diversi e ulteriori rispetto ai processi organizzativi.
Apprendistato: il punto sul Testo Unico
Circolare INPS n. 128 del 2 novembre 2012
Con la Circolare n. 128 del 2 novembre 2012, l’INPS fa il punto sulla normativa introdotta con il Testo unico sull’Apprendistato (D.Lgs n. 167/2011), fornendo diverse indicazioni in merito allo sgravio del 100% della contribuzione c/azienda per imprese fino a 9 dipendenti. Tra l’altro, l’Istituto ricorda che tale sgravio rientra nel regime “de minimis” e, di conseguenza, l’azienda dovrà valutare se può beneficiare o meno di detta agevolazione. Inoltre, la circolare fornisce indicazioni in merito alla compilazione del Flusso Uniemens per gli apprendistati.
Comunicazione della prosecuzione del rapporto di lavoro a termine
Decreto Ministero del Lavoro 10 ottobre 2012
Nota del Ministero del Lavoro n. 15322 del 31 ottobre 2012
In merito all’obbligo di comunicazione, entro la scadenza del termine originario, dell’eventuale prosecuzione del contratto a tempo determinato e della durata della stessa (art. 5, co. 2‐bis, D.Lgs n. 368/2001), introdotto dalla Riforma Fornero, il Ministero del Lavoro con Decreto 10 ottobre 2012 (G.U. n. 251 del 26 ottobre 2012), prevede che il datore deve comunicare la prosecuzione al Centro per l’impiego ove è ubicata la sede di lavoro, secondo le modalità di trasmissione delle comunicazioni obbligatorie. Tale disposizione entra in vigore il 25 novembre 2012. La Nota n. 15322 del 31 ottobre 2012 del Ministero del Lavoro, a seguito del DM, chiarisce che la prosecuzione va comunicata, tramite compilazione del quadro “Proroga” del modello UniLav, •
•
inserendo nel campo “Data fine proroga” la data del nuovo termine del rapporto lavorativo, per il periodo intercorrente tra il 25 novembre 2012 ed il 10 gennaio 2013; utilizzando i campi “Data fine proroga/prosecuzione di fatto” e “Prosecuzione di fatto” per inserire la data del nuovo termine, a partire dal 10 gennaio 2013 (ore 19.00), giorno in cui entreranno in vigore i modelli unificati aggiornati.
Somministrazione di lavoro a termine e raggiungimento dei 36 mesi
Interpello Ministero del Lavoro n. 32 del 19 ottobre 2012
Con riferimento al rapporto di lavoro a tempo determinato, il limite massimo di durata di 36 mesi per lo svolgimento di mansioni equivalenti con lo stesso datore, nel quale sono computati anche i periodi di missione mediante somministrazione a termine, non rappresenta un ostacolo al ricorso a quest’ultima fattispecie contrattuale con lo stesso lavoratore. Il Ministero del Lavoro, con Interpello n. 32 del 19 ottobre 2012, precisa che, una volta esaurito il suddetto limite, il datore può ricorrervi fermi restando i limiti stabiliti dalla contrattazione collettiva.
LE NOVITA’ DEL DECRETO “ ULTERIORI MISURE URGENTI PER LA CRESCITA DEL PAESE “
È stato pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 194 della Gazzetta Ufficiale n. 245 del 19 ottobre 2012, il Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del paese”, che contiene le seguenti novità di interesse per i datori di lavoro: • • •
estensione della PEC obbligatoria alle imprese individuali; nascita e crescita delle start up innovative; disciplina del rapporto di lavoro subordinato e liberalizzazione del contratto a tempo determinato per le start‐up innovative.
Il Decreto Legge n. 179/2012 è entrato in vigore “il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale” e, quindi, il 20 ottobre 2012, e “sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.”
POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (Art. 5) L’obbligo di comunicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata all’atto dell’iscrizione al registro delle imprese, disposto dall’art. 16, comma 6 del DL n. 185/2008 per le imprese costituite in forma societaria, è esteso: • alle imprese individuali,
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• •
che si iscrivono al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, successivamente alla data di entrata in vigore del DL in esame (20 ottobre 2012).
Per quanto riguarda, invece, le imprese individuali già attive al 20 ottobre 2012 e non soggette a procedure concorsuali, il termine ultimo per ottemperare all’obbligo di comunicare l’indirizzo PEC è fissato al 31 dicembre 2013. L’indirizzo PEC andrà comunicato all’ufficio del registro delle imprese competente per territorio. Qualora, all’atto della richiesta di iscrizione nel registro delle imprese, le ditte individuali non provvedano a comunicare anche l’indirizzo PEC, l’ufficio del registro che riceve la domanda sospende la stessa per un periodo massimo di 3 mesi, in attesa dell’integrazione con l’indirizzo PEC. Pertanto, precisa l’articolo 5, comma 2 del DL n. 179/2012, la sanzione di cui all’articolo 2630 del codice civile non viene irrogata direttamente (sanzione amministrativa da 103 a 1.032 euro per omessa esecuzione di denunce o comunicazioni previste dalla legge). Inoltre, è prevista la costituzione dell’“Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata” (INI – PEC) presso il Ministero per lo Sviluppo Economico, quale registro degli indirizzi PEC delle imprese costituite in forma societaria, imprese individuali e professionisti, cui i soggetti iscritti avranno libero accesso, al fine di semplificare la presentazione di istanze, dichiarazioni e dati, nonché lo scambio di informazioni e documenti in modalità telematica tra la pubblica amministrazione e i soggetti iscritti a detto Indice. A tal fine, è prevista l’emanazione, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del DL n. 179/2012, di un apposito regolamento dell’INI – PEC, da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico, con il quale dovranno essere definite le modalità di accesso e di aggiornamento dello stesso, nonché le modalità con cui gli ordini professionali dovranno comunicare all’Indice gli indirizzi PEC di tutti i professionisti associati.
START-UP INNOVATIVE: FINALITÀ E DEFINIZIONE (Art. 25, commi 1 - 4) Nell’ambito delle misure per la crescita contenute nel c.d. Decreto Sviluppo‐bis, particolare rilievo assumono quelle relative alla nascita ed alla crescita delle imprese start‐up innovative (art. 25 e ss.). L’obiettivo è quello di favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico, l'occupazione, in particolare giovanile, contribuire allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale, alla creazione di un ecosistema maggiormente favorevole all'innovazione, così come promuovere maggiore mobilità sociale e attrarre in Italia talenti e capitali dall'estero.
Definizione di start-up innovativa Ai sensi del comma 2 dell’articolo 25 del DL 179/2012 si definisce impresa start‐up innovativa (c.d. “start‐up innovativa”) • una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero • una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell'articolo 73 del TUIR (DPR n. 917/1986), • le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un
sistema multilaterale di negoziazione. Le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura istituiscono una apposita sezione speciale del registro delle imprese di cui all'articolo 2188 del codice civile, a cui la start‐up innovativa deve essere iscritta al fine di poter beneficiare della disciplina prevista dall’articolo 25 e seguenti.
Requisiti L’impresa start‐up innovativa deve possedere i seguenti requisiti: a) la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale e dei diritti di voto nell'Assemblea
ordinaria dei soci sono detenute da persone fisiche; b) è costituita e svolge attività d'impresa da non più di quarantotto mesi; c) ha la sede principale dei propri affari e interessi in Italia; d) a partire dal secondo anno di attività della start‐up innovativa, il totale del valore della produzione annua, così
come risultante dall'ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell'esercizio, non deve essere superiore a 5 milioni di euro;
e) non distribuisce e non ha distribuito utili; f) ha, quale oggetto sociale esclusivo, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi
innovativi ad alto valore tecnologico; g) non è stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.
Ulteriori requisiti L’impresa start‐up innovativa, deve possedere almeno uno dei seguenti ulteriori requisiti: • le spese in ricerca e sviluppo devono essere uguali o superiori al 30% del maggiore valore fra costo e valore totale
della produzione della start‐up innovativa. Le spese risultano dall'ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della start‐up innovativa; dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l'acquisto di beni immobili;
• impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale − in possesso di titolo di dottorato di ricerca o − che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un'università italiana o straniera, oppure − in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di
ricerca pubblici o privati, in Italia o all'estero; • sia titolare o licenziatario di almeno una privativa industriale relativa ad un’invenzione industriale, biotecnologica,
a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale direttamente afferenti all'oggetto sociale e all'attività d'impresa.
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Società già costituite Ai sensi del comma 2 dell’articolo 25 del DL n. 179/2012 può essere definita impresa start‐up innovativa, anche una società già esistente purché sia costituita e svolga attività d'impresa da non più di quarantotto mesi. In particolare il comma 3 dell’articolo 25 del DL n. 179/2012 prevede che le società • già costituite alla data di conversione in legge del decreto e • in possesso dei requisiti previsti, sono considerate start‐up innovative se entro 60 giorni dalla stessa data depositano presso l'Ufficio del registro delle imprese, di cui all'articolo 2188 del codice civile, una dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale che attesti il possesso dei requisiti previsti dal comma 2 dell’articolo 25. Per le società già costituite, la disciplina prevista dall’art. 25 e seguenti trova applicazione per un periodo di
quattro anni dalla data di entrata in vigore del decreto (20 ottobre 2012), se la start‐up innovativa è stata costituita entro i due anni precedenti, tre anni, se è stata costituita entro i tre anni precedenti, e due anni, se è stata costituita entro i quattro anni precedenti.
Definizione di start-up a vocazione sociale Ai sensi del comma 4 dell’art. 25 del DL n. 179/2012 sono start‐up a vocazione sociale • le imprese start‐up innovative con i requisiti previsti dai commi 2 e 3, • che operano in via esclusiva nei settori indicati all'articolo 2, comma 1, del D.Lgs n. 155/2006 recante "Disciplina
dell'impresa sociale, a norma della legge 13 giugno 2005, n. 118". I settori nei quali opera l’impresa sociale (organizzazione privata, ivi compresi gli enti di cui al libro V del codice civile, che esercita in via stabile e principale un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi di utilità sociale) sono: • assistenza sociale (Legge 8 novembre 2000, n. 328); • assistenza sanitaria per l'erogazione delle prestazioni di cui al DPCM 29 novembre 2001; • assistenza socio‐sanitaria (DPCM 14 febbraio 2001); • educazione, istruzione e formazione (Legge 28 marzo 2003, n. 53); • tutela dell'ambiente e dell'ecosistema (Legge 15 dicembre 2004, n. 308); • valorizzazione del patrimonio culturale (D.Lgs 22 gennaio 2004, n. 42); • turismo sociale (art. 7, comma 10, Legge 29 marzo 2001, n. 135); • formazione universitaria e post‐universitaria; • ricerca ed erogazione di servizi culturali; • formazione extra‐scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica ed al successo scolastico e
formativo; • servizi strumentali alle imprese sociali, resi da enti composti in misura superiore al settanta per cento da
organizzazioni che esercitano un'impresa sociale.
INCUBATORE DI START-UP INNOVATIVE (Art. 25, comma 5) Il DL Sviluppo‐bis introduce la nuova figura di “incubatore di start‐up certificato”: si tratta di una società costituita per offrire servizi e per sostenere la nascita e lo sviluppo di start‐up innovative. Ai sensi del comma 5 dell’art. 25 del DL n. 179/2012, è incubatore di start‐up innovative certificato (c.d. ”incubatore certificato”), • una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero • una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell'articolo 73 del TUIR (DPR n. 917/1986). Le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura istituiscono una apposita sezione speciale del registro delle imprese di cui all'articolo 2188 del codice civile, a cui l’incubatore certificato deve essere iscritto al fine di poter beneficiare della disciplina prevista dall’articolo 25 e seguenti.
Requisiti L’incubatore start‐up deve possedere i seguenti requisiti: a) disporre di strutture, anche immobiliari, adeguate ad accogliere start‐up innovative, quali spazi riservati per poter
installare attrezzature di prova, test, verifica o ricerca; b) disporre di attrezzature adeguate all'attività delle start‐up innovative, quali sistemi di accesso alla rete internet,
sale riunioni, macchinari per test, prove o prototipi; c) deve essere amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia di impresa e innovazione e
avere a disposizione una struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente; d) avere regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari
che svolgono attività e progetti collegati a start‐up innovative; il possesso dei requisiti di cui alle lettere a), b), c), d) è autocertificato dall'incubatore di start‐up innovative, mediante dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale, al momento dell'iscrizione alla sezione speciale del registro delle imprese, sulla base di indicatori e relativi valori minimi che sono stabiliti con decreto del Ministero dello sviluppo economico da adottarsi entro 60 giorni dalla data di conversione in legge del decreto.
e) avere adeguata e comprovata esperienza nell'attività di sostegno a start‐up innovative; il possesso del requisito di cui alla lettera e) è autocertificato dall'incubatore di start‐up innovative, mediante dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale, presentata al registro delle imprese, sulla base di valori minimi che sono stabiliti con decreto del Ministero dello sviluppo economico da adottarsi entro 60 giorni dalla data di conversione in legge del decreto. I valori minimi sono individuati con riferimento ai seguenti indicatori: numero di candidature di progetti di
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costituzione e/o incubazione di start‐up innovative ricevute e valutate nel corso dell'anno; numero di start‐up innovative avviate e ospitate nell'anno; numero di start‐up innovative uscite nell'anno; numero complessivo di collaboratori e personale ospitato; percentuale di variazione del numero complessivo degli occupati rispetto all'anno precedente; tasso di crescita media del valore della produzione delle start‐up innovative incubate; capitale di rischio raccolto dalle start‐up innovative incubate; numero di brevetti registrati dalle start‐up innovative incubate, tenendo conto del relativo settore merceologico di appartenenza.
REMUNERAZIONE DELLE START-UP INNOVATIVE E DELL’INCUBATORE CERTIFICATO (Art. 27) Nell’ambito delle norme volte a favorire la nascita e lo sviluppo delle cd. “start‐up innovative” di cui all’articolo 25 del DL n. 179/2012, l’articolo 27 del medesimo decreto prevede che: • • •
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il reddito di lavoro, degli amministratori, dipendenti o collaboratori continuativi, derivante dalla concessione, da parte delle start‐up innovative ovvero degli incubatori certificati di − strumenti finanziari, ovvero − ogni diritto o incentivo collegato a strumenti finanziari, ovvero − diritti di opzione per l’acquisto di strumenti finanziari, non concorre alla formazione del reddito imponibile dei soggetti suddetti, sia ai fini fiscali che contributivi, a condizione che tali strumenti finanziari o diritti non siano riacquistati dalla start‐up innovativa o dall'incubatore certificato, dalla società emittente o da qualsiasi soggetto che direttamente controlla o è controllato dalla start‐up innovativa o dall'incubatore certificato, ovvero è controllato dallo stesso soggetto che controlla la start‐up innovativa o l'incubatore certificato.
Nell’eventualità che i soggetti sopra indicati (start‐up, incubatore certificato o lavoratori interessati) violino il “divieto di riacquisto” ovvero cedano tali strumenti finanziari in violazione della norma, “… il reddito di lavoro che non ha previamente concorso alla formazione del reddito imponibile dei suddetti soggetti è assoggettato a tassazione nel periodo d'imposta in cui avviene la cessione.” Ai successivi commi, l’articolo 27 dettaglia i casi di esclusione dal reddito imponibile del percettore degli strumenti finanziari emessi dalla star‐up o dall’incubatore certificato, nonché il regime fiscale applicabile in caso di cessione onerosa degli strumenti finanziari stessi.
Redditi di lavoro L’esenzione da imposizione fiscale e contributiva per gli amministratori, dipendenti e collaboratori delle start‐up innovative, trova applicazione con riferimento:
all'attribuzione di azioni, quote, strumenti finanziari partecipativi o diritti emessi ‐ dalla start‐up innovativa e dall'incubatore certificato, con la quale i soggetti interessati intrattengono il
proprio rapporto di lavoro, ovvero ‐ da società direttamente controllate da una start‐up innovativa o da un incubatore certificato; al reddito di lavoro derivante ‐ dagli strumenti finanziari, ‐ dai diritti attribuiti e assegnati, ovvero ‐ dai diritti di opzione attribuiti e esercitati, dopo la conversione in legge del DL n. 179/2012.
Compensi per prestazioni di opere e servizi Qualora le azioni, le quote e gli strumenti finanziari partecipativi siano emessi a fronte dell'apporto di opere e servizi resi a favore delle start‐up innovative o dell’incubatore certificato, le stesse non concorrono alla formazione del reddito complessivo del soggetto che effettua l'apporto, in deroga al disposto dell’art. 9 del TUIR, al momento della loro emissione o al momento in cui è operata la compensazione che tiene luogo del pagamento. Rientrano in tale regime anche i crediti maturati a fronte di una prestazione di opere e servizi, compresi quelli professionali, resa nei confronti della start‐up o dell’incubatore certificato.
Plusvalenze da cessione Per quanto riguarda le plusvalenze realizzate mediante la cessione a titolo oneroso degli strumenti finanziari emessi dalle start‐up o dall’incubatore finanziario, invece, il comma 5 dell’articolo 27 del DL n. 179/2012 dispone l’applicazione del normale regime impositivo ordinariamente applicabile.
START‐UP INNOVATIVE: DEROGHE ALLA DISCIPLINA DEL CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO (Art. 28, commi 1 ‐ 6 e 9 ‐ 10)
Con riferimento alle imprese start‐up innovative (art. 25 e ss.), sono previste particolari disposizioni riguardo la disciplina del rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato (art. 28), che viene liberalizzata nell’ottica di una maggiore flessibilità in entrata nel mercato del lavoro. In particolare, con riferimento alla regolamentazione di questa tipologia contrattuale, già oggetto di alcune sostanziali modifiche ad opera della Legge n. 92/2012 (c.d. Riforma Fornero) e della Legge n. 134/2012 di conversione del DL Sviluppo, sono introdotte alcune deroghe all’applicazione della disciplina generale (D.Lgs n. 368/2001 e successive modificazioni). Si sottolinea che, ai sensi del comma 6 dell’articolo 28 del DL n. 179/2012, salve le esclusioni espressamente stabilite, va applicato il D.Lgs n. 368/2001 anche ai contratti a tempo determinato delle start‐ up.
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Sfera applicativa Secondo il dettato normativo (art. 28, comma 1) le nuove disposizioni trovano applicazione per il periodo indicato dallo stesso decreto legge di
4 anni dalla data di costituzione di una start‐up innovativa (ai sensi dell’art. 25, comma 2 del decreto), oppure nel caso di società già costituite alla data di conversione in legge del decreto in oggetto, per i periodi indicati in precedenza (si veda paragrafo “Società già costituite”).
Apposizione del termine Le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo (anche riferibili all’ordinaria attività del datore di lavoro), solitamente necessarie per l’instaurazione di un rapporto di lavoro a termine (art. 1, comma 1, D.Lgs n. 368/2001), si intendono sussistenti nel caso in cui i lavoratori siano assunti da parte di una start‐up innovativa per lo svolgimento di attività concernenti l’oggetto sociale della stessa (art. 28, comma 2). Pertanto, a favore di tali imprese e dell’ingresso dei lavoratori nel mercato del lavoro, è previsto il ricorso ad una sorta di “contratto acausale”, simile a quello previsto dalla Riforma Fornero di cui all’art. 1, comma 9, lett. b), della Legge n. 92/2012. Con riferimento al contratto a tempo determinato concluso dalle start‐up innovative il decreto (art. 28, comma 3) prevede una durata minima di 6 mesi ed una durata massima di 36 mesi.
Intervallo minimo tra contratti Ferma restando tale durata massima, il dettato normativo (art. 28, comma 3) consente la stipula di più contratti successivi per le attività delle imprese innovative,
senza che siano rispettati, fra un contratto e l’altro, i periodi di intervallo minimo (art. 5, comma 3, D.Lgs n. 368/2001) ampliati dalla Legge n. 92/2012 e pari a: − 60 giorni dalla data di scadenza del rapporto a tempo determinato nel caso di contratto di durata fino a 6
mesi, o − 90 giorni dalla data di scadenza del rapporto a tempo determinato se la durata è superiore ai 6 mesi, ovvero anche senza soluzione di continuità.
Di conseguenza, viene introdotta un’ulteriore deroga all’osservanza dei nuovi limiti temporali, in aggiunta alle ipotesi di riduzione degli stessi riguardanti assunzioni nell’ambito di un processo organizzativo, di attività stagionali o di casistiche individuate dalla contrattazione collettiva, definite dalla Legge n. 92/2012, come integrata dalla Legge n. 134/2012, c.d. “Decreto Sviluppo”.
Durata massima Decorso il limite massimo di durata di 36 mesi del contratto o dei contratti a tempo determinato stipulati, similmente a quanto già previsto dall’articolo 5, comma 4‐bis del D.Lgs n. 368/2001, secondo il comma 3 dell’articolo 28 del decreto, è ammessa l’instaurazione di un ulteriore contratto a termine
tra lo stesso datore e lo stesso lavoratore, per le attività inerenti all’oggetto sociale della start‐up, per la durata residua massima di 12 mesi, da calcolarsi rispetto ai 4 anni dalla data di costituzione della start‐up.
Condizione imprescindibile per il ricorso a tale eventualità è che la stipulazione del contratto sia effettuata presso la DTL competente per territorio. In caso di superamento dei suddetti limiti il rapporto di lavoro va considerato a tempo indeterminato, come disposto dall’articolo 28, comma 4, del DL n. 179/2012: “Qualora, per effetto di successione di contratti a termine stipulati a norma del presente decreto, o comunque a norma del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, o di altre disposizioni di legge, il rapporto di lavoro tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i trentasei mesi, comprensivi di proroghe o rinnovi, o la diversa maggiore durata stabilita a norma del comma 3, ed indipendentemente dagli eventuali periodi di interruzione tra un contratto e l’altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato.”
Violazioni Il provvedimento, al fine di evitare abusi ed un’applicazione impropria della nuova disciplina, prevede che:
in caso di prosecuzione o rinnovo dei contratti a tempo determinato oltre la durata massima fissata, ovvero di loro trasformazione in contratti di collaborazione privi dei caratteri della prestazione d’opera o professionale, gli stessi contratti sono trasformati in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (art. 28, comma 5); qualora il rapporto a termine sia concluso da una società priva dei requisiti di start‐up innovativa (art. 25, comma 2), il contratto si considera instaurato a tempo indeterminato con applicazione delle disposizioni derogate (art. 28, comma 9).
Infine, si evidenzia che le misure contenute nell’articolo 28 del DL n. 179/2012 costituiscono oggetto di monitoraggio, ai sensi della Riforma Fornero (art. 1, commi 2 e 3, della Legge n. 92/2012), rispetto alla loro efficacia nella promozione delle start‐up innovative, conformemente alle previsioni dell’articolo 32 dello stesso decreto (art. 28, comma 10).
START-UP: RETRIBUZIONE DEI LAVORATORI (Art. 28, commi 7 e 8) Il DL Sviluppo bis stabilisce l’entità della retribuzione spettante ai lavoratori assunti da parte delle imprese start‐up innovative, come definite dall’articolo 25 comma 2 del DL n. 179/2012 ed in possesso dei requisiti necessari elencati dallo stesso articolo. Il trattamento retributivo da corrispondere a tali lavoratori è così costituito: • una parte “fissa” non inferiore al minimo tabellare previsto, in base al livello di inquadramento, dal contratto
collettivo applicabile;
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una parte variabile rappresentata da trattamenti connessi all’efficienza o alla redditività dell’impresa, nonché alla produttività del lavoratore/gruppo di lavoro o, ancora, ad altri obiettivi o parametri di rendimento convenuti tra le parti, incluse l’assegnazione di opzioni per l’acquisto di quote o azioni della società e la cessione gratuita delle stesse.
Viene demandata ai contratti collettivi, conclusi dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, la determinazione (anche mediante accordi interconfederali o avvisi comuni) della retribuzione e la regolamentazione degli altri aspetti del rapporto lavorativo nell’ambito di queste società, per favorirne lo sviluppo ed una maggior presenza nel sistema produttivo. In particolare, è prevista la possibilità per la contrattazione collettiva di delineare:
criteri per l’individuazione sia dei minimi tabellari per la promozione dell’avvio delle start‐up, sia della parte variabile della retribuzione; disposizioni per adattare le regole in tema di gestione del rapporto di lavoro alle necessità delle imprese innovative.
INCENTIVI ALL’INVESTIMENTO IN START-UP INNOVATIVE (Art. 29) Per il triennio 2013‐2015 è consentito alle persone fisiche e giuridiche rispettivamente di detrarre o dedurre dal proprio reddito imponibile parte delle somme investite in start‐up innovative. Più precisamente, l’articolo 29 del Decreto in esame prevede che: •
•
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per gli anni 2013, 2014 e 2015, dall’IRPEF lorda si detrae un importo pari al 19% della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start‐up innovative, direttamente o per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in start‐up innovative. Tale importo, se non può essere detratto, in tutto o in parte, nel periodo d’imposta di riferimento, può essere portato in detrazione nei periodi d’imposta successivi, ma non oltre il terzo. L’investimento massimo detraibile non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di 500.000 euro e deve essere mantenuto per almeno due anni, pena la decadenza dal beneficio e l’obbligo di restituire l’importo detratto; per i periodi d’imposta 2013, 2014 e 2015, non concorre alla formazione del reddito dei soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società (IRES), diversi da imprese start‐up innovative, il 20% della somma investita nel capitale sociale di una o più start‐up innovative, direttamente o per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società che investano prevalentemente in start‐up innovative. L’investimento massimo deducibile non può eccedere, in ciascun periodo d'imposta, l’importo di 1.800.000 euro e deve essere mantenuto per almeno due anni, pena la decadenza dal beneficio ed il recupero a tassazione dell’importo dedotto.
In deroga a quanto sopra, per le start‐up a vocazione sociale e per le start‐up che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico:
la detrazione è pari al 25% della somma investita, e la deduzione è pari al 27% della somma investita.
Un apposito decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico, che dovrebbe essere emanato entro il 19 dicembre 2012, individuerà le modalità di attuazione delle suddette agevolazioni.
SCADENZARIO Mese di NOVEMBRE
LLuunneeddìì 1122 nnoovveemmbbrree
MOD. 730/2012 INTEGRATIVO
• Consegna, da parte del CAF/professionista abilitato al dipendente/pensionato/collaboratore, della copia del mod. 730/2012 integrativo e del relativo prospetto di liquidazione 730-3 integrativo;
• Invio telematico da parte del CAF/professionista abilitato all’Agenzia delle Entrate dei modd. 730/2012 integrativi e dei relativi modd. 730-4 integrativi;
• Comunicazione al sostituto d’imposta da parte del CAF/professionista abilitato del mod. 730-4 se non è possibile l’invio telematico all’Agenzia.
GGiioovveeddìì 1155 nnoovveemmbbrree
Iva CORRISPETTIVI GRANDE DISTRIBUZIONE
Invio telematico dei corrispettivi relativi al mese di ottobre da parte delle imprese della grande distribuzione commerciale e di servizi.
VVeenneerrddìì 1166 nnoovveemmbbrree
IVA LIQUIDAZIONE MENSILE E TRIMESTRALE
• Liquidazione IVA riferita al mese di ottobre e versamento dell’imposta dovuta; • Liquidazione IVA riferita al terzo trimestre e versamento dell’imposta dovuta
maggiorata degli interessi dell’1% (da non applicare ai soggetti trimestrali speciali).
IVA DICHIARAZIONI D’INTENTO
Invio telematico della comunicazione dei dati relativi alle dichiarazioni d'intento ricevute da marzo per le quali sono state emesse “per la prima volta” fatture senza applicazione dell’IVA registrate: • per il mese di ottobre (soggetti mensili); • per il mese di settembre (soggetti trimestrali). Tale termine va inteso quale “termine ultimo” e pertanto la comunicazione può
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essere inviata anche in un momento antecedente ancorché nel mese / trimestre non sia stata emessa alcuna fattura connessa con le dichiarazioni d’intento ricevute.
IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI
Versamento delle ritenute operate ad ottobre relative a redditi di lavoro dipendente e assimilati (collaboratori coordinati e continuativi e lavoratori a progetto – codice tributo 1004).
IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI DI
LAVORO AUTONOMO
Versamento delle ritenute operate ad ottobre per redditi di lavoro autonomo (codice tributo 1040).
RITENUTE ALLA FONTE OPERATE DA CONDOMINI
Versamento delle ritenute (4%) operate ad ottobre da parte dei condomini per le prestazioni derivanti da contratti d’appalto/d’opera effettuate nell’esercizio di impresa o attività commerciali non abituali (codice tributo 1019 a titolo di IRPEF, 1020 a titolo di IRES).
INPS DIPENDENTI
Versamento dei contributi previdenziali relativi al personale dipendente, per le retribuzioni maturate nel periodo di paga di ottobre.
INPS AGRICOLTURA
Versamento della terza rata 2012 dei contributi previdenziali sul reddito convenzionale da parte dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP).
IRPEF ALTRE RITENUTE ALLA FONTE
Versamento delle ritenute operate ad ottobre relative a: • rapporti di commissione, agenzia, mediazione e rappresentanza di commercio
(codice tributo 1038); • utilizzazioni di marchi e opere dell'ingegno (codice tributo 1040); • contratti di associazione in partecipazione con apporto di lavoro (codice tributo
1040) e con apporto di capitale o misto (codice tributo 1030) se l’ammontare dell’apporto è non superiore al 25% del patrimonio netto dell’associante risultante dall’ultimo bilancio approvato prima della data di stipula del contratto.
INPS GESTIONE SEPARATA
Versamento del contributo del 18% o 27,72% da parte dei committenti, sui compensi corrisposti ad ottobre a collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori a progetto, collaboratori occasionali, nonché incaricati alla vendita a domicilio e lavoratori autonomi occasionali (compenso superiore a € 5.000). Versamento da parte dell'associante del contributo dovuto sui compensi corrisposti ad ottobre agli associati in partecipazione con apporto esclusivo di lavoro, nella misura del 18% ovvero 27,72% (soggetti non pensionati e non iscritti ad altra forma di previdenza).
INPS CONTRIBUTI IVS
Versamento della terza rata fissa per il 2012 dei contributi previdenziali sul reddito minimale da parte dei soggetti iscritti alla gestione INPS commercianti – artigiani.
MMaarrtteeddìì 2200 nnoovveemmbbrree
Enasarco VERSAMENTO CONTRIBUTI
Versamento da parte della casa mandante dei contributi relativi al terzo trimestre.
LLuunneeddìì 2266 nnoovveemmbbrree
IVA COMUNITARIA Elenchi intrastat mensili
Presentazione in via telematica degli elenchi riepilogativi delle cessioni di beni / servizi resi e degli acquisti di beni / servizi ricevuti, registrati o soggetti a registrazione, relativi a ottobre (soggetti mensili).
VVeenneerrddìì 3300 nnoovveemmbbrree
ACCONTI Mod. 730/2012
Operazioni di conguaglio sulla retribuzione erogata nel mese per l’importo dovuto a titolo di acconto 2012 (seconda o unica rata).
ACCONTI IRPEF/IRES/IRAP 2012
Versamento della seconda o unica rata dell’acconto IRPEF/IRES/IRAP 2012 da parte di persone fisiche, società di persone e soggetti IRES con esercizio coincidente con l’anno solare.
ACCONTI CONTRIBUTI IVS
Versamento della seconda rata dell’acconto 2012 dei contributi previdenziali sul reddito eccedente il minimale da parte dei soggetti iscritti alla gestione INPS commercianti – artigiani.
ACCONTI CONTRIBUTI GESTIONE SEPARATA
Versamento della seconda rata dell’acconto 2012 del contributo previdenziale da parte dei professionisti sprovvisti di cassa previdenziale.
ACCONTI CEDOLARE “SECCA”
Versamento della seconda o unica rata dell’acconto dell’imposta sostitutiva (21% - 19%) dovuta per il 2012.
IVA ELENCHI “BLACK LIST” MENSILI
Invio telematico della comunicazione delle operazioni con soggetti aventi sede, residenza o domicilio in Paesi a fiscalità privilegiata per le operazioni, registrate o soggette a registrazione, di importo superiore a € 500, relative ad ottobre (soggetti mensili).
INPS DIPENDENTI
Invio telematico del mod. UNI-EMENS contenente sia i dati contributivi che quelli retributivi relativi al mese di ottobre. L’adempimento interessa anche i compensi corrisposti a collaboratori coordinati e continuativi/lavoratori a progetto, incaricati alla vendita a domicilio, lavoratori autonomi occasionali, nonché associati in partecipazione con apporto esclusivo di lavoro.
ISCRIZIONE AL CATASTO EDILIZIO DEI FABBRICATI RURALI
Presentazione, tramite la procedura DOCFA, da parte dei soggetti interessati, della richiesta di iscrizione nel Catasto edilizio dei fabbricati rurali iscritti nel Catasto terreni.