sped.in a.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - filiale di ... · sped.in a.p.45% art.2 comma 20/b...

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C onfagricoltura è intervenuta più volte nel corso degli ultimi gior- ni per chiedere alla Commissio- ne europea di fare di più per sostenere il settore primario in questa fase di gra- ve emergenza. Una richiesta che è stata portata avanti anche dai ministri dell’Agricoltu- ra dei 27 Stati membri della Ue che han- no invocato il varo di misure urgenti e più incisive per la gestione della crisi in- nescata dalla pandemia Covid-19. «Come evidenziato nei giorni scorsi in una lettera che abbiamo indirizzato ai parlamentari europei - ha detto Mas- similiano Giansanti, presidente di Con- fagricoltura -, la reazione dell’Unione non si può limitare alla flessibilità, pur apprezzabile, in materia di aiuti della Pac e alla riprogrammazione dei fondi già assegnati agli Stati membri per i programmi relativi allo sviluppo rura- le». A PAGINA 2-3 G razie all’azione di Confagricoltura, il settore del florovivaismo ha ripreso, sia pure parzialmente, la propria attività, per cercare di uscire da una gravissima crisi che rischia di colpire duramente le imprese. Intanto, anche il mondo del vino sta vivendo una fase di forte rallentamento delle vendite, mentre gli allevatori produttori di latte e i suinicoltori si appellano a tutti gli attori della filiera perché prevalga la resposabilità. A PAGINA 4-5 www.lombardia.confagricoltura.it I settori Il florovivaismo riparte, latte e suini si appellano alla responsabilità di filiera «L’Europa faccia di più» La richiesta di Confagricoltura per sostenere il settore agricolo Quindicinale di Confagricoltura Lombardia Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di Milano C on una lettera inviata all’assessore regionale Rolfi, Antonio Boselli, pre- sidente di Confagricoltura Lom- bardia, e Gianluigi Vimercati, pre- sidente regionale degli agrituri- smi, hanno evidenziato la situa- zione di grave crisi in cui versa il settore. Nel messaggio, sono state presentate anche alcune propo- ste in merito al Regolamento re- gionale per l’attività agrituristica in fase di elaborazione. In partico- lare, la proposta del nuovo regola- mento prevede il requisito della ruralità dei locali da destinare alla attività agrituristica sia conferma- to dall’Agenzia delle entrate già al momento della presentazione del- la domanda per il rilascio del certi- ficato di connessione. Confagri- coltura ha segnalto che in alcune province l’ufficio territorialmente competente del catasto lega tale classificazione del fabbricato ai re- quisiti «soggettivi» del proprieta- rio: ne deriva che in sede di aper- tura di una nuova attività agrituri- stica si presenta l’ipotesi che vi siano fabbricati potenzialmente destinabili ad attività agrituristi- ca, ma privi del requisito in sede di presentazione della domanda di connessione. Inoltre, si chiede di specificare la previsione per la quale tutti i prodotti a marchio siano acquista- bili dalla azienda agrituristica in qualsiasi esercizio commerciale a prescindere dalla sua classifica- zione. Infine, la proposta del nuovo re- golamento include la possibilità che i passaggi di prodotto interni tra azienda agricola e attività agri- turistica possano essere attestati, oltre che da autofatture, anche so- lo dal «registro dei passaggi inter- ni» disponibile per le aziende a re- gime Iva ordinario. I n una fase particolarmente critica per il nostro paese, Confagricoltu- ra Lombardia evidenzia come sia- no assolutamente improprie le tra- smissioni televisive, come quella anda- ta in onda nei giorni scorsi su Rai Tre, che cercano di legare tra loro in conse- guenza logica singoli aspetti la cui cor- relazione non ha nulla di scientifico. In particolare, nella trasmissione si sosteneva un sillogismo del tutto im- poprio: l’allevamento contribuisce al- la formazione del PM 10, sul particola- to si possono trovare anche i virus, Co- vid 19 è un virus, quindi l’allevamento è responsabile della diffusione del Co- vid 19 in Pianura Padana. Ipotesi del tutto prive di evidenza scientifica. A PAGINA 6 Agriturismo in crisi, proposte per il Regolamento Nuovi attacchi mediatici privi di fondamento al settore zootecnico Boselli: «Stop alle fake news» MERCOLEDÌ 22 APRILE 2020 ANNO XXV - N O 8 € 1,50

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Page 1: Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di ... · Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di Milano Con una lettera inviata all’assessore regionale

Confagricoltura è intervenuta più volte nel corso degli ultimi gior-ni per chiedere alla Commissio-

ne europea di fare di più per sostenere il settore primario in questa fase di gra-ve emergenza.

Una richiesta che è stata portata avanti anche dai ministri dell’Agricoltu-ra dei 27 Stati membri della Ue che han-no invocato il varo di misure urgenti e più incisive per la gestione della crisi in-nescata dalla pandemia Covid-19.

«Come evidenziato nei giorni scorsi in una lettera che abbiamo indirizzato ai parlamentari europei - ha detto Mas-similiano Giansanti, presidente di Con-fagricoltura -, la reazione dell’Unione non si può limitare alla flessibilità, pur apprezzabile, in materia di aiuti della Pac e alla riprogrammazione dei fondi già assegnati agli Stati membri per i programmi relativi allo sviluppo rura-le».

A PAGINA 2-3

G razie all’azione di Confagricoltura, il settore

del florovivaismo ha ripreso, sia pure parzialmente, la propria attività, per cercare di uscire da una gravissima crisi che rischia di colpire duramente le imprese.

Intanto, anche il mondo del vino sta vivendo una fase di forte rallentamento delle vendite, mentre gli allevatori produttori di latte e i suinicoltori si appellano a tutti gli attori della filiera perché prevalga la resposabilità.

A PAGINA 4-5

www.lombardia.confagricoltura.it

ä I settori

Il florovivaismo riparte,latte e suini si appellano

alla responsabilità di filiera

«L’Europa faccia di più»La richiesta di Confagricoltura per sostenere il settore agricolo

Quindicinale di Confagricoltura LombardiaSped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di Milano

Con una lettera inviata all’assessore regionale Rolfi, Antonio Boselli, pre-

sidente di Confagricoltura Lom-bardia, e Gianluigi Vimercati, pre-sidente regionale degli agrituri-smi, hanno evidenziato la situa-zione di grave crisi in cui versa il settore. Nel messaggio, sono state presentate anche alcune propo-

ste in merito al Regolamento re-gionale per l’attività agrituristica in fase di elaborazione. In partico-lare, la proposta del nuovo regola-mento prevede il requisito della ruralità dei locali da destinare alla attività agrituristica sia conferma-to dall’Agenzia delle entrate già al momento della presentazione del-la domanda per il rilascio del certi-

ficato di connessione. Confagri-coltura ha segnalto che in alcune province l’ufficio territorialmente competente del catasto lega tale classificazione del fabbricato ai re-quisiti «soggettivi» del proprieta-rio: ne deriva che in sede di aper-tura di una nuova attività agrituri-stica si presenta l’ipotesi che vi siano fabbricati potenzialmente

destinabili ad attività agrituristi-ca, ma privi del requisito in sede di presentazione della domanda di connessione.

Inoltre, si chiede di specificare la previsione per la quale tutti i prodotti a marchio siano acquista-bili dalla azienda agrituristica in qualsiasi esercizio commerciale a prescindere dalla sua classifica-

zione.Infine, la proposta del nuovo re-

golamento include la possibilità che i passaggi di prodotto interni tra azienda agricola e attività agri-turistica possano essere attestati, oltre che da autofatture, anche so-lo dal «registro dei passaggi inter-ni» disponibile per le aziende a re-gime Iva ordinario.

In una fase particolarmente critica per il nostro paese, Confagricoltu-ra Lombardia evidenzia come sia-

no assolutamente improprie le tra-smissioni televisive, come quella anda-ta in onda nei giorni scorsi su Rai Tre, che cercano di legare tra loro in conse-guenza logica singoli aspetti la cui cor-relazione non ha nulla di scientifico.

In particolare, nella trasmissione si sosteneva un sillogismo del tutto im-poprio: l’allevamento contribuisce al-la formazione del PM 10, sul particola-to si possono trovare anche i virus, Co-vid 19 è un virus, quindi l’allevamento è responsabile della diffusione del Co-vid 19 in Pianura Padana. Ipotesi del tutto prive di evidenza scientifica.

A PAGINA 6

Agriturismo in crisi, proposte per il Regolamento

Nuovi attacchi mediatici privi di fondamento al settore zootecnico

Boselli: «Stop alle fake news»

MERCOLEDÌ 22 APRILE 2020ANNO XXV - NO 8

€ 1,50

Page 2: Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di ... · Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di Milano Con una lettera inviata all’assessore regionale

«Ammonta a 15,5 miliardi di dolla-ri - rende noto

Confagricoltura - la somma che gli agricoltori statuni-tensi riceveranno nelle pros-sime settimane sotto forma di aiuti straordinari al reddi-to per limitare l’impatto dell’emergenza Coronavi-rus». Le modalità dell’inter-vento saranno formalizzate dal dipartimento di Stato all’Agricoltura (Usda) nel corso della settimana ed è già stato comunque annun-ciato che sarà destinato so-prattutto ai produttori di lat-te, carni bovine, mais e al settore ortofrutticolo. «In ag-giunta al sostegno straordi-nario dei redditi agricoli - sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimi-liano Giansanti - è stato de-ciso anche lo stanziamento supplementare di circa 15 miliardi per l’acquisto di prodotti agroalimentari, da destinare agli aiuti alimenta-ri. Di fronte all’emergenza sanitaria - aggiunge Gian-santi - sono stati mobilitati negli USA circa 50 miliardi di dollari per supportare il settore agricolo. Un ulterio-re intervento a sostegno dei redditi è previsto nel prossi-mo mese di luglio, per un ammontare di circa 10 mi-liardi. Ad oggi, invece, nes-suna risorsa aggiuntiva è stata individuata a favore dell’agricoltura dell’Unione europea, anche se diversi settori produttivi sono già in crisi».

Da Bruxelles finora è arri-vata la flessibilità per la pre-sentazione e la gestione de-gli aiuti diretti della PAC e l’annuncio di un provvedi-mento che consentirà di riassegnare i fondi non an-cora impegnati nell’ambito dei programmi per lo svilup-po rurale. «In pratica - rileva

Giansanti - l’emergenza Co-ronavirus dovrebbe essere affrontata solo con la ripro-grammazione di risorse già assegnate agli agricoltori a costo zero per il bilancio dell’Unione. Insomma, dall’altra parte dell’Oceano sono state varate misure in-cisive per la continuità pro-duttiva delle imprese, men-tre dall’Ue, almeno per il momento, sono arrivate so-lo misure superficiali, ac-compagnate da autorevoli riconoscimenti per il lavoro svolto dagli agricoltori. Co-me negli Stati Uniti - aggiun-ge Giansanti - è necessario il varo di un programma straordinario della UE a so-stegno dei redditi e per la ge-stione dei mercati. Come in-dicato dal Fondo monetario internazionale, la crisi sarà profonda e di non breve du-rata a livello europeo e nel mondo. A differenza degli anni passati, non potremo fare affidamento sull’au-mento delle esportazioni per compensare la stagna-zione della domanda inter-na. Una risposta deludente e non adeguata alla gravità della situazione del settore agricolo in Italia e nella Ue perchè l’’emergenza non può essere gestita con il ri-corso agli aiuti di Stato e con la riprogrammazione dei

fondi ancora non spesi a li-vello nazionale per lo svilup-po rurale».

Confagricoltura ha poi ri-cordato che nel 2014, per li-mitare l’impatto del bando delle esportazioni agroali-mentari della UE verso la Fe-derazione Russa, furono stanziati fondi extra-agrico-li per oltre un miliardo di eu-ro. Anche per questo moti-vo l’Italia non può accettare che secondo la Commissio-ne il bilancio dell’Unione non dispone delle risorse fi-nanziarie, per dare seguito agli interventi richiesti dagli Stati membri – tra i quali l’I-talia – per reagire alle crisi già in atto in termini di con-trazione dei prezzi ed insta-bilità dei mercati. «In so-stanza - aggiunge Giansanti - il commissario ha invitato gli Stati membri a procede-re in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci na-zionali sotto pressione, o at-tingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura: è una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte strate-gico per far fronte ad una crisi profonda e che non sa-rà di breve durata. Per que-sti motivi è indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’a-gricoltura almeno fino alla fine di quest’anno».

Ininistri dell’Agricoltura dei 27 Stati membri della Ue hanno chiesto il varo di misure urgen-ti e più incisive per la gestione della crisi inne-

scata dalla pandemia Covid-19. La richiesta – fa sa-pere Confagricoltura – è contenuta in una lettera inviata alla Commissione europea.

«Al Consiglio della Ue va il nostro apprezzamen-to per l’iniziativa assunta – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Come evidenziato nei giorni scorsi in una lettera che ab-biamo indirizzato ai parlamentari europei, la rea-zione dell’Unione non si può limita-re alla flessibilità, pur apprezzabile, in materia di aiuti della Pac e alla ri-programmazione dei fondi già asse-gnati agli Stati membri per i pro-grammi relativi allo sviluppo rura-le».

«Come evidenziato nella lettera del Consiglio – aggiunge Giansanti – siamo alle prese con una crisi che si protrarrà nel tempo e che condizio-nerà le prospettive dell’agricoltura e dell’intero sistema agroalimentare. Occorre, quindi, un supporto imme-diato ai redditi e per la gestione dei mercati, e un programma di rilan-cio delle imprese una volta superata l’emergenza sanitaria».

«I ministri hanno evidenziato che alcuni settori produttivi sono già in difficoltà ed è stata sollecita-ta l’attivazione degli strumenti già previsti dalla normativa dell’Unione, a partire dagli aiuti per lo stoccaggio».

«Per i provvedimenti più urgenti – prosegue il presidente di Confagricoltura – si può fare ricorso alla riserva di crisi che ha una dotazione di circa 460 milioni di euro. Si tratta di somme già preleva-te sugli aiuti della Pac erogati agli agricoltori».

«La Commissione europea non può pensare di gestire una situazione straordinaria a costo zero per il bilancio dell’Unione - conclude Giansanti - Uno stanziamento ad hoc per il nostro settore do-vrà essere inserito nella proposta sul nuovo Qua-

dro finanziario della Ue che sarà presentata a fine mese».

I ministri, dunque, sono tornati a sollecitare in-terventi sul mercato da parte della Commissione Ue «per tutti i settori vulnerabili», facendo seguito alle richieste già presentate al commissario all’Agri-coltura, Janusz Wojciechowski, il 25 marzo scorso in teleconferenza. I ministri, si legge nella dichiara-zione, «notano con preoccupazione l’emergere de-gli impatti della crisi del Covid-19 nel settore agroa-limentare, che sono già significativi nel caso di al-

cuni comparti». Inoltre, continua la dichiarazione, i 27 «ritengono che gli impatti a medio e lungo termine potrebbero essere gravi e di lunga durata per gli agricoltori europei, per l’industria alimentare e per l’e-conomia rurale».

«Ancora una volta ha vinto il lavo-ro di squadra. Le nostre richieste per venire in aiuto alle aziende agri-cole che stanno subendo pesantissi-me ripercussioni sociali ed econo-miche dal coronavirus sono state condivise dai colleghi della commis-sione Agricoltura del Parlamento europeo e oggi ufficializzate in una

lettera del presidente, Norbert Lins, al commissa-rio alla Politica agricola, Janusz Wojciechowski». Così Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordi-natori S&D e PPE alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, sono pronti a continuare il loro pressing affinché la Commissione europea de-cida misure concrete in aiuto ai produttori.

«In primo luogo – hanno spiegato i due eurode-putati – abbiamo urgentemente bisogno di attivare l’ammasso privato europeo per latte, formaggi, car-ne bovina, ovina, suina e prosciutti, che sono tra i settori economicamente più colpiti. Per finanziare questa misura, come ComAgri chiediamo l’imme-diata mobilitazione dei margini di bilancio dispo-nibile e, solo successivamente, lo spiegamento del-la riserva di crisi che potrebbe rendere disponibili fino a ulteriori 478 milioni di euro».

Il presidente di

Confagricoltura: «Di fronte ad

una crisi di portata storica la

Commissione europea

non può trincerarsi

dietro i limiti di bilancio»

Si è riunito, in videoconferenza, il Tavo-lo regionale della viticoltura dedicato alla filiera vitivinicola lombarda, convo-

cato dall’assessore all’Agricoltura, Alimenta-zione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, per discute-re delle problematiche riguardanti il settore generate dalla diffusione del coronavirus. Al Tavolo hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria e di tutti i con-sorzi lombardi.

«La situazione - ha dichiarato l’assessore Rolfi al termine dell’incontro - è complicata a causa della chiusura del mercato principale, ossia quello della ristorazione, dei bar e dei punti ristoro. Abbiamo studiato insieme - ha aggiunto l’assessore - alcune iniziative da mettere in pratica nel breve termine: in pri-mis la proposta di distillazione di crisi, possi-bilità garantita dalla normativa. Significa pro-durre alcol - ha continuato - con il vino in gia-cenza per liberare spazio alle nuove produ-zioni e ciò può essere uno strumento per evi-tare eccessi produttivi». In merito al program-

ma nazionale, c’è una disponibilità di 20 mi-lioni di euro sul programma nazionale di so-stegno dal quale Regione Lombardia vuole at-tingere per dare risposta al problema della quantità, mentre sulle scadenze amministra-tive, anche di livello comunitario, «ci siamo posti - ha detto l’assessore - l’obiettivo di pro-

rogare tutto il possibile alleggerendo i con-trolli e dando risposte anche a difficoltà logi-stiche e sulla promozione chiederemo al Go-verno di poter utilizzare i fondi dell’Ocm vi-no, solitamente dedicati a progetti per l’este-ro, anche per il mercato interno. Sarà proprio quello italiano il primo mercato sul quale pro-muovere i nostri vini».

La Regione Lombardia, in queste settima-ne, ha già garantito ai consorzi e agli agrituri-smi la possibilità di vendere i propri prodotti con la modalità di consegna a domicilio: «La grande sfida in questo momento di crisi - ha sottolineato l’assessore - è quella di costruire una comunicazione di filiera più efficace tra produttori e ristoratori. Nella nostra ristora-zione di eccellenza - ha aggiunto - dobbiamo trovare prima i vini lombardi, che ormai co-prono l’intera gamma di prodotti disponibili sul mercato. Abbiamo grandi cuochi e grandi vini e l’alleanza deve essere indissolubile».

Dal mondo del vino, sono tante le ipotesi avanzate per far fronte all’impatto dell’emer-

genza sul mercato vitivinicolo, in particolare nel segmento on-trade e nella vendita diretta in cantina, caratterizzato da una riduzione delle vendite. La prima proposta riguarda l’u-so dell’alcol per l’emergenza con l’opportuni-tà per i produttori vinicoli di destinare vino da tavola in giacenza alla distillazione, al fine di ricavarne alcol ad uso medicale, a disposizio-ne della Protezione Civile. A ciò si aggiunge la necessità di fissare una misura di distillazione per far fronte alle giacenze e alla potenziale mancanza di capienza nelle cantine per le uve e i mosti per la prossima vendemmia.

L’ultima richiesta della filiera riguarda in-vece la possibilità, per alcune produzioni viti-vinicole temporaneamente eccedenti o con difficoltà di sbocco sul mercato, di ricorrere all’ammasso privato per una parte del quanti-tativo in giacenza. Questa misura potrebbe essere di supporto per alcune produzioni da invecchiamento che non troverebbero subito mercato nei mesi estivi quando auspicabil-mente potrebbe riaprire il canale HORECA.

«Ben venga il decreto sull’anticipo Pac potenziato al 70% erogato in forma agevolata. Si tratta però di fondi che erano già a disposizione del comparto agricolo anche

prima del coronavirus e che vengono semplicemente anticipati. Quindi, al momento, non si vedono, dal Governo risorse nuove e nemmeno modalità semplificate di accesso alla liquidità. Serve uno sforzo ulteriore, anche nelle capacità di ascolto dei territori. Il settore primario è quello che sta tenendo in piedi il Paese garan-tendo cibo agli italiani in una situazione di difficoltà. Un comparto che ha continuato a produrre scontrandosi con i rischi e con le mutate esigenze di mercato». Lo ha detto l’assessore regionale Fa-bio Rolfi, in merito agli interventi per il comparto agricolo in rela-zione all’emergenza coronavirus. «Il sistema delle Regioni - ha ri-cordato Rolfi - aveva avanzato una serie di proposte, ma, al mo-mento, non abbiamo avuto riscontro». La Regione Lombardia in-vece è intervenuta, in queste settimane, con interventi dedicati all’agricoltura: «Abbiamo stabilito - ha concluso Rolfi - la riapertu-ra dei mercati coperti con la garanzia di rispettare le misure di si-curezza, la possibilità di vendita a domicilio per il florovivaismo, la possibilità di consegna a domicilio per gli agriturismi, la deroga per il siero latte nei biogas, stanziato fondi all’agricoltura di monta-gna ed abbiamo abbattuto gli interessi bancari per le aziende agri-cole e convocato il Tavolo suinicoltura ed il Tavolo latte».

La richiesta dei ministri degli Stati membri alla Commissione

«Sostenere l’agricoltura»De Castro: «Pesantissime ripercussioni per le aziende»

Giansanti:

«Siamo

alle prese

con una crisi

che sarà di

lunga durata»

Rolfi ha ascoltato le istanze dei rappresentanti delle Associazioni di categoria e dei Consorzi lombardi riuniti in videoconferenza

Dal tavolo regionale sulla viticoltura le richieste dei produttori

Giansanti: «L’Ue aiuti l’Italia»

Rolfi: «Servono interventiurgenti dal Governo centrale»

2 Primopiano CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020

Page 3: Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di ... · Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di Milano Con una lettera inviata all’assessore regionale

«Ammonta a 15,5 miliardi di dolla-ri - rende noto

Confagricoltura - la somma che gli agricoltori statuni-tensi riceveranno nelle pros-sime settimane sotto forma di aiuti straordinari al reddi-to per limitare l’impatto dell’emergenza Coronavi-rus». Le modalità dell’inter-vento saranno formalizzate dal dipartimento di Stato all’Agricoltura (Usda) nel corso della settimana ed è già stato comunque annun-ciato che sarà destinato so-prattutto ai produttori di lat-te, carni bovine, mais e al settore ortofrutticolo. «In ag-giunta al sostegno straordi-nario dei redditi agricoli - sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimi-liano Giansanti - è stato de-ciso anche lo stanziamento supplementare di circa 15 miliardi per l’acquisto di prodotti agroalimentari, da destinare agli aiuti alimenta-ri. Di fronte all’emergenza sanitaria - aggiunge Gian-santi - sono stati mobilitati negli USA circa 50 miliardi di dollari per supportare il settore agricolo. Un ulterio-re intervento a sostegno dei redditi è previsto nel prossi-mo mese di luglio, per un ammontare di circa 10 mi-liardi. Ad oggi, invece, nes-suna risorsa aggiuntiva è stata individuata a favore dell’agricoltura dell’Unione europea, anche se diversi settori produttivi sono già in crisi».

Da Bruxelles finora è arri-vata la flessibilità per la pre-sentazione e la gestione de-gli aiuti diretti della PAC e l’annuncio di un provvedi-mento che consentirà di riassegnare i fondi non an-cora impegnati nell’ambito dei programmi per lo svilup-po rurale. «In pratica - rileva

Giansanti - l’emergenza Co-ronavirus dovrebbe essere affrontata solo con la ripro-grammazione di risorse già assegnate agli agricoltori a costo zero per il bilancio dell’Unione. Insomma, dall’altra parte dell’Oceano sono state varate misure in-cisive per la continuità pro-duttiva delle imprese, men-tre dall’Ue, almeno per il momento, sono arrivate so-lo misure superficiali, ac-compagnate da autorevoli riconoscimenti per il lavoro svolto dagli agricoltori. Co-me negli Stati Uniti - aggiun-ge Giansanti - è necessario il varo di un programma straordinario della UE a so-stegno dei redditi e per la ge-stione dei mercati. Come in-dicato dal Fondo monetario internazionale, la crisi sarà profonda e di non breve du-rata a livello europeo e nel mondo. A differenza degli anni passati, non potremo fare affidamento sull’au-mento delle esportazioni per compensare la stagna-zione della domanda inter-na. Una risposta deludente e non adeguata alla gravità della situazione del settore agricolo in Italia e nella Ue perchè l’’emergenza non può essere gestita con il ri-corso agli aiuti di Stato e con la riprogrammazione dei

fondi ancora non spesi a li-vello nazionale per lo svilup-po rurale».

Confagricoltura ha poi ri-cordato che nel 2014, per li-mitare l’impatto del bando delle esportazioni agroali-mentari della UE verso la Fe-derazione Russa, furono stanziati fondi extra-agrico-li per oltre un miliardo di eu-ro. Anche per questo moti-vo l’Italia non può accettare che secondo la Commissio-ne il bilancio dell’Unione non dispone delle risorse fi-nanziarie, per dare seguito agli interventi richiesti dagli Stati membri – tra i quali l’I-talia – per reagire alle crisi già in atto in termini di con-trazione dei prezzi ed insta-bilità dei mercati. «In so-stanza - aggiunge Giansanti - il commissario ha invitato gli Stati membri a procede-re in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci na-zionali sotto pressione, o at-tingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura: è una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte strate-gico per far fronte ad una crisi profonda e che non sa-rà di breve durata. Per que-sti motivi è indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’a-gricoltura almeno fino alla fine di quest’anno».

Ininistri dell’Agricoltura dei 27 Stati membri della Ue hanno chiesto il varo di misure urgen-ti e più incisive per la gestione della crisi inne-

scata dalla pandemia Covid-19. La richiesta – fa sa-pere Confagricoltura – è contenuta in una lettera inviata alla Commissione europea.

«Al Consiglio della Ue va il nostro apprezzamen-to per l’iniziativa assunta – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Come evidenziato nei giorni scorsi in una lettera che ab-biamo indirizzato ai parlamentari europei, la rea-zione dell’Unione non si può limita-re alla flessibilità, pur apprezzabile, in materia di aiuti della Pac e alla ri-programmazione dei fondi già asse-gnati agli Stati membri per i pro-grammi relativi allo sviluppo rura-le».

«Come evidenziato nella lettera del Consiglio – aggiunge Giansanti – siamo alle prese con una crisi che si protrarrà nel tempo e che condizio-nerà le prospettive dell’agricoltura e dell’intero sistema agroalimentare. Occorre, quindi, un supporto imme-diato ai redditi e per la gestione dei mercati, e un programma di rilan-cio delle imprese una volta superata l’emergenza sanitaria».

«I ministri hanno evidenziato che alcuni settori produttivi sono già in difficoltà ed è stata sollecita-ta l’attivazione degli strumenti già previsti dalla normativa dell’Unione, a partire dagli aiuti per lo stoccaggio».

«Per i provvedimenti più urgenti – prosegue il presidente di Confagricoltura – si può fare ricorso alla riserva di crisi che ha una dotazione di circa 460 milioni di euro. Si tratta di somme già preleva-te sugli aiuti della Pac erogati agli agricoltori».

«La Commissione europea non può pensare di gestire una situazione straordinaria a costo zero per il bilancio dell’Unione - conclude Giansanti - Uno stanziamento ad hoc per il nostro settore do-vrà essere inserito nella proposta sul nuovo Qua-

dro finanziario della Ue che sarà presentata a fine mese».

I ministri, dunque, sono tornati a sollecitare in-terventi sul mercato da parte della Commissione Ue «per tutti i settori vulnerabili», facendo seguito alle richieste già presentate al commissario all’Agri-coltura, Janusz Wojciechowski, il 25 marzo scorso in teleconferenza. I ministri, si legge nella dichiara-zione, «notano con preoccupazione l’emergere de-gli impatti della crisi del Covid-19 nel settore agroa-limentare, che sono già significativi nel caso di al-

cuni comparti». Inoltre, continua la dichiarazione, i 27 «ritengono che gli impatti a medio e lungo termine potrebbero essere gravi e di lunga durata per gli agricoltori europei, per l’industria alimentare e per l’e-conomia rurale».

«Ancora una volta ha vinto il lavo-ro di squadra. Le nostre richieste per venire in aiuto alle aziende agri-cole che stanno subendo pesantissi-me ripercussioni sociali ed econo-miche dal coronavirus sono state condivise dai colleghi della commis-sione Agricoltura del Parlamento europeo e oggi ufficializzate in una

lettera del presidente, Norbert Lins, al commissa-rio alla Politica agricola, Janusz Wojciechowski». Così Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordi-natori S&D e PPE alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, sono pronti a continuare il loro pressing affinché la Commissione europea de-cida misure concrete in aiuto ai produttori.

«In primo luogo – hanno spiegato i due eurode-putati – abbiamo urgentemente bisogno di attivare l’ammasso privato europeo per latte, formaggi, car-ne bovina, ovina, suina e prosciutti, che sono tra i settori economicamente più colpiti. Per finanziare questa misura, come ComAgri chiediamo l’imme-diata mobilitazione dei margini di bilancio dispo-nibile e, solo successivamente, lo spiegamento del-la riserva di crisi che potrebbe rendere disponibili fino a ulteriori 478 milioni di euro».

Il presidente di

Confagricoltura: «Di fronte ad

una crisi di portata storica la

Commissione europea

non può trincerarsi

dietro i limiti di bilancio»

Si è riunito, in videoconferenza, il Tavo-lo regionale della viticoltura dedicato alla filiera vitivinicola lombarda, convo-

cato dall’assessore all’Agricoltura, Alimenta-zione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, per discute-re delle problematiche riguardanti il settore generate dalla diffusione del coronavirus. Al Tavolo hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria e di tutti i con-sorzi lombardi.

«La situazione - ha dichiarato l’assessore Rolfi al termine dell’incontro - è complicata a causa della chiusura del mercato principale, ossia quello della ristorazione, dei bar e dei punti ristoro. Abbiamo studiato insieme - ha aggiunto l’assessore - alcune iniziative da mettere in pratica nel breve termine: in pri-mis la proposta di distillazione di crisi, possi-bilità garantita dalla normativa. Significa pro-durre alcol - ha continuato - con il vino in gia-cenza per liberare spazio alle nuove produ-zioni e ciò può essere uno strumento per evi-tare eccessi produttivi». In merito al program-

ma nazionale, c’è una disponibilità di 20 mi-lioni di euro sul programma nazionale di so-stegno dal quale Regione Lombardia vuole at-tingere per dare risposta al problema della quantità, mentre sulle scadenze amministra-tive, anche di livello comunitario, «ci siamo posti - ha detto l’assessore - l’obiettivo di pro-

rogare tutto il possibile alleggerendo i con-trolli e dando risposte anche a difficoltà logi-stiche e sulla promozione chiederemo al Go-verno di poter utilizzare i fondi dell’Ocm vi-no, solitamente dedicati a progetti per l’este-ro, anche per il mercato interno. Sarà proprio quello italiano il primo mercato sul quale pro-muovere i nostri vini».

La Regione Lombardia, in queste settima-ne, ha già garantito ai consorzi e agli agrituri-smi la possibilità di vendere i propri prodotti con la modalità di consegna a domicilio: «La grande sfida in questo momento di crisi - ha sottolineato l’assessore - è quella di costruire una comunicazione di filiera più efficace tra produttori e ristoratori. Nella nostra ristora-zione di eccellenza - ha aggiunto - dobbiamo trovare prima i vini lombardi, che ormai co-prono l’intera gamma di prodotti disponibili sul mercato. Abbiamo grandi cuochi e grandi vini e l’alleanza deve essere indissolubile».

Dal mondo del vino, sono tante le ipotesi avanzate per far fronte all’impatto dell’emer-

genza sul mercato vitivinicolo, in particolare nel segmento on-trade e nella vendita diretta in cantina, caratterizzato da una riduzione delle vendite. La prima proposta riguarda l’u-so dell’alcol per l’emergenza con l’opportuni-tà per i produttori vinicoli di destinare vino da tavola in giacenza alla distillazione, al fine di ricavarne alcol ad uso medicale, a disposizio-ne della Protezione Civile. A ciò si aggiunge la necessità di fissare una misura di distillazione per far fronte alle giacenze e alla potenziale mancanza di capienza nelle cantine per le uve e i mosti per la prossima vendemmia.

L’ultima richiesta della filiera riguarda in-vece la possibilità, per alcune produzioni viti-vinicole temporaneamente eccedenti o con difficoltà di sbocco sul mercato, di ricorrere all’ammasso privato per una parte del quanti-tativo in giacenza. Questa misura potrebbe essere di supporto per alcune produzioni da invecchiamento che non troverebbero subito mercato nei mesi estivi quando auspicabil-mente potrebbe riaprire il canale HORECA.

«Ben venga il decreto sull’anticipo Pac potenziato al 70% erogato in forma agevolata. Si tratta però di fondi che erano già a disposizione del comparto agricolo anche

prima del coronavirus e che vengono semplicemente anticipati. Quindi, al momento, non si vedono, dal Governo risorse nuove e nemmeno modalità semplificate di accesso alla liquidità. Serve uno sforzo ulteriore, anche nelle capacità di ascolto dei territori. Il settore primario è quello che sta tenendo in piedi il Paese garan-tendo cibo agli italiani in una situazione di difficoltà. Un comparto che ha continuato a produrre scontrandosi con i rischi e con le mutate esigenze di mercato». Lo ha detto l’assessore regionale Fa-bio Rolfi, in merito agli interventi per il comparto agricolo in rela-zione all’emergenza coronavirus. «Il sistema delle Regioni - ha ri-cordato Rolfi - aveva avanzato una serie di proposte, ma, al mo-mento, non abbiamo avuto riscontro». La Regione Lombardia in-vece è intervenuta, in queste settimane, con interventi dedicati all’agricoltura: «Abbiamo stabilito - ha concluso Rolfi - la riapertu-ra dei mercati coperti con la garanzia di rispettare le misure di si-curezza, la possibilità di vendita a domicilio per il florovivaismo, la possibilità di consegna a domicilio per gli agriturismi, la deroga per il siero latte nei biogas, stanziato fondi all’agricoltura di monta-gna ed abbiamo abbattuto gli interessi bancari per le aziende agri-cole e convocato il Tavolo suinicoltura ed il Tavolo latte».

La richiesta dei ministri degli Stati membri alla Commissione

«Sostenere l’agricoltura»De Castro: «Pesantissime ripercussioni per le aziende»

Giansanti:

«Siamo

alle prese

con una crisi

che sarà di

lunga durata»

Rolfi ha ascoltato le istanze dei rappresentanti delle Associazioni di categoria e dei Consorzi lombardi riuniti in videoconferenza

Dal tavolo regionale sulla viticoltura le richieste dei produttori

Giansanti: «L’Ue aiuti l’Italia»

Rolfi: «Servono interventiurgenti dal Governo centrale»

CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020 Primopiano 3

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«In pianura padana è concentrata gran parte della filiera

suinicola italiana e per que-sto abbiamo voluto riunire il Tavolo interregionale per ave-re una visione della situazio-ne in questo momento diffici-le a causa del coronavirus. La filiera è compatta e questo rappresenta un buon punto di partenza. Ora redigeremo un documento congiunto con proposte che faremo al Ministro e che vogliamo at-tuare nel breve e nel medio periodo per supportare que-sto importante settore agroa-limentare italiano».

Lo hanno detto gli assesso-ri regionali, con delega all’A-gricoltura, di Lombardia ed Emilia-Romagna, Rolfi e Mammi che, lunedì 6 aprile, hanno convocato, in video-conferenza, il Tavolo sulla sui-nicoltura a cui hanno parteci-pato tutti gli attori del settore.

«L’azione - hanno detto - deve essere efficace nell’im-mediato per sostenere i con-sumi e la redditività delle aziende agricole e nel medio periodo come visione strate-gica. Come sostegno alla li-quidità - hanno aggiunto - in-tendiamo chiedere risorse de-rivanti dal fondo suinicolo na-zionale nella riconversione di prodotto marchiato a prodot-to smarchiato o a cotto per al-leggerire l’eccesso di produ-zione che non trova colloca-zione a causa della chiusura del settore alberghiero e della ristorazione».

Sul rapporto con la Gdo, «Intendiamo potenziare - hanno concluso - il rapporto con la grande distribuzione per dare più risalto nei super-mercati alle produzioni suini-cole nazionali e investire ri-sorse del fondo suinicolo na-zionale. Di cui si chiede im-mediata approvazione, verso la promozione del Made in Italy, sostenendo produzioni Dop e le Igp fatte con carne italiana».

Il presidente della Federazione regionale di prodotto ha proposto una serie di misure urgenti per risollevare il settore dall’emergenza attuale

Crisi equidi: Badi «É indispensabile un intervento economico del Governo»

«Al momento attuale non sembra esistano evidenti ragioni per

una diminuzione del prezzo del latte e per il futuro occorre guar-dare avanti con uno sguardo d’in-sieme insieme a tutta la filiera».

In estrema sintesi sono queste le conclusioni cui è giunta la Se-zione latte di Confagricoltura Lombardia, riunita d’urgenza sia pure in modo virtuale, e condotta da Antonio Boselli presidente di Confagricoltura Lombardia.

Incontro molto partecipato sia pure con le difficoltà deI collega-menti in video. Presenti i rappre-sentanti di tutte le province inte-ressate alla produzione di latte per esaminare la situazione che si è venuta a creare nel comparto lattiero caseario a seguito della pandemia Corona virus e le even-tuali azioni da intraprendere a tu-tela del settore e degli allevatori.

Il tutto senza dimenticare la tragica situazione del paese in preda alla pandemia Covid 19.

L’argomento principale dell’in-contro, introdotto dal presidente

Boselli, ha riguardato le richieste pervenute da una parte dell’indu-stria, dapprima di contenere la produzione di latte, ed in un se-condo momento di rivedere al ri-basso il prezzo pattuito del latte. Lo spunto per que-sta richiesta è stata la supposta diminu-zione dei consu-mi abbinata ad una diminuzio-ne temporanea delle quotazioni del latte spot. Per la verità la ri-chiesta non è sta-ta unanime e, anzi, c’è stata anche qual-che azienda di trasfor-mazione del latte che ha chiesto il contrario. La situazione si è poi stabilizzata semplicemen-te grazie ad uno spostamento dei consumi: dai canali Horeca a quelli domestici.

Si trattava semplicemente di riorganizzare i canali della distri-buzione. Tuttavia qualche caseifi-cio ha insistito nel chiedere un

adeguamento al ribasso del prez-zo del latte, ma le maggiori socie-tà lattiero casearie hanno rispet-tato il contratto, con in testa Lac-talis che sta pagando 38,5 centesi-

mi il litro. Tuttavia il timore, sempre presente in que-

sti casi, è di un facile tentativo di specu-

lazione. Da qui una approfondi-ta analisi della situazione da parte della se-zione latte che ha spaziato da

un approfondi-mento degli aspet-

ti di mercato, com-merciali, ai risvolti sulla

produzione, al coinvolgi-mento della intera filiera con i re-lativi aspetti legali e al coinvolgi-mento della politica.

Antonio Boselli ha concluso ri-tenendo che in un contesto gene-rale di tale complessità non con-venga intraprendere azioni di for-za o di tipo legale, visto anche che le ditte principali stanno rispet-

tando il contratto e che anche la cooperazione ha raggiunto un certo equilibrio nella gestione del-la fornitura di latte, nella sua tra-sformazione e distribuzione ver-so i canali dei consumi domestici. Però quello che è successo e che è ancora in corso deve fornire lo spunto per intraprendere un dia-logo della filiera e di interprofes-sione con il fine di non essere più impreparati di fronte ad eventua-li ulteriori crisi. Da qui occorre ri-partire per sviluppare progetti or-ganici, di filiera e rilanciare la pro-duzione nazionale volta anche ad un miglioramento delle sue posi-zioni sull’export.

Dare maggior peso alle Orga-nizzazioni di prodotto che devo-no essere parte attiva in questo progetto da una parte detenendo il prodotto di partenza e dall’altra chiedendo un forte coinvolgi-mento della politica. Serve infine prestare attenzione ad un aspetto importante che é emerso in que-sto periodo di crisi, ossia la valo-rizzazione delle vendite dirette con la consegna a domicilio.

Latte, rispettare i contratti di forniturasignifica tutelare il futuro della filiera

Confagricoltura Lombardia evidenzia la grave situazione di difficoltà in cui si trova

in queste settimane il com-parto zootenico degli equidi, che si era peral-tro appena risvegliato da una profonda crisi iniziata nel 2008.

«In questa fase - spie-ga Ferruccio Badi, presi-dente della Federazione regionale di prodotto equi-ni - stiamo vivendo il fermo del-le lezioni di equitazione e delle uscite di ippoturismo, tutte le prenotazioni dall’estero per le settimane in natura con i cavalli sono state cancellate, i movimenti turistici dei fine settima-na sono congelati, le trattative per le

vendite dei cavalli annullate, così co-me le monte degli stalloni e tutti gli

eventi ludici e sportivi. E tutto questo avviene in un mo-

mento dell’anno che per le nostre imprese vale mediamente il 70% del-le entrate. Nello stesso tempo - prosegue Badi - per il nostro settore i

costi di gestione riman-gono invariati, soprattut-

to per quanto riguarda l’ali-mentazione degli animali».

Per questi motivi, la Frp di Confa-gricoltura Lombardia chiede al go-verno alcune misure puntuali finaliz-zate a sostenere il comparto ed in particolare che per l’anno 2020 siano stralciati gli obblighi di pagamenti

contributivi, dei versamenti Iva, del-le imposte per lo Stato, le Regioni, i Comuni e che venga riconosciuto un indennizzo di mille euro per capo co-me contributo per il mantenimento. Inoltre si chieda che venga istituita una linea di credito agevolata per le aziende del settore che peraltro deve essere considerato agricolo a tutti gli effetti, anche da un punto di vista fi-scale, amministrativo e previdenzia-le. «Infine - concludeFerruccio Badi - è importante che sia istituito un tavo-lo di settore a livello nazionale per in-dividuare le corrette strategie per la ripresa di questo settore, soprattutto da un punto di vista turistico: è indi-spensabile un intervento del gover-no in favore di questa attività agrico-la, orgoglio italiano nel mondo».

SUINICOLTURA

Rolfi e Mammiconvocano

il Tavolo Suini

4 Attualità CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020

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La difficile situazione econo-mico-commerciale indotta dall’emergenza coronavi-

rus con le misure di contrasto che stanno limitando la fluidità di mo-vimento delle merci tra i paesi, ri-schia di portare conseguenze estremamente negative per la filie-ra agroalimentare italiana, met-tendo in evidenza la fortissima di-pendenza per il nostro sistema produttivo dalle importazioni di materie prime vegetali agricole e la forte preoccupazione della filie-ra agroalimentare nel reperimen-to di tali materie prime necessarie ad assicurare un livello sufficiente di auto approvvigionamento inter-no e a garantire alle aziende italia-ne del settore di poter mantenere la loro presenza sui mercati inter-nazionali.

Come opportunamente fotogra-fato da Ismea nel suo ultimo rap-porto, «la diffusione del Covid-19 pone le industrie italiane di tra-sformazione in una condizione di estrema vulnerabilità proprio per il fatto di essere grandi importatri-ci di materie prime. La fortissima richiesta proveniente sia dal con-sumo finale interno sia per soddi-sfare le richieste all’export, infatti, potrebbe generare nel breve perio-do difficoltà di approvvigionamen-

to della materia prima da parte dei trasformatori, soprattutto per il prodotto di provenienza estera a fronte delle difficoltà di movimen-to dei trasportatori e dei flussi at-traverso le frontiere».

Tutto ciò rende necessarie ur-genti misure di contrasto, con l’o-biettivo soprattutto di stimolare una ripresa della produzione pri-maria nazionale, di qualità, ri-spondente alle esigenze dell’indu-stria della trasformazione, assolu-tamente vitale per tutta la filiera agroalimentare del nostro Paese.

L’Italia è un grande importatore di granaglie e di farine proteiche fondamentali alle proprie necessi-tà sia per l’alimentazione umana, sia per l’alimentazione animale. Una condizione determinata dalla limitata capacità del nostro Paese di produrre le materie prime ne-cessarie al fabbisogno interno.

Ciò per la concomitanza di più fattori: la ridotta Sau disponibile; la presenza di vaste aree a bassa produttività; gli elevati costi soste-nuti per far fronte a standard pro-duttivi superiori; la scarsa capaci-tà di innovazione, con rese produt-tive ferme da oltre 20 anni, a causa di insufficienti finanziamenti a fa-vore della ricerca, ma anche per precise scelte politiche di limita-zione in tal senso. A ciò si aggiun-ga, che negli ultimi anni hanno fortemente inciso sulle potenziali-tà di produzione, anche la riduzio-ne degli aiuti comunitari e l’eleva-ta concorrenza a livello globale che ha comportato quotazioni po-co remunerative per il nostro siste-ma produttivo al maggiore rischio sanitario a cui sono esposte le no-stre produzioni e alle avversità le-gate ai cambiamenti climatici. Se-condo gli ultimi dati forniti dall’I-stat, nell’anno appena trascorso le quantità dei principali cereali, se-

mi oleosi e farine proteiche, pro-dotte evidenziano un tasso di au-toapprovvigionamento, in com-plesso, di appena il 41% del nostro fabbisogno interno, e dove la quo-ta delle importazioni ha ormai un peso del 59%.

Il tutto provoca una perdita per la nostra agricoltura di 4,4 miliardi di euro in termini di mancata pro-duzione, con uno speculare aggra-vio di spesa sulla nostra bilancia commerciale.

Le criticità maggiori riguardano oltretutto produzioni strategiche e non rinunciabili per l’agroali-mentare italiano, come il mais, il grano e le farine proteiche, dove si registra un grado di autoapprovvi-gionamento allarmante, rispetti-vamente solo del 49%, del 36% e del 16%. Una situazione preoccu-pante su cui l’attuale emergenza sanitaria sta determinando ulte-riori difficoltà per i rifornimenti dall’estero, con diverse criticità ri-scontrate alle frontiere che, pur non bloccandole, limitano la flui-dità dei movimenti delle merci con danni notevoli per le aziende e per la loro produttività.

A destare preoccupazioni sono le problematiche di carattere logi-stico che coinvolgono aziende del trasporto su strada, le difficoltà per il personale viaggiante, la qua-rantena per gli autisti che rientra-no nel proprio paese, le lunghe so-ste alle frontiere. Nei porti la situa-zione è analoga a quella del tra-sporto su strada, con il rischio di bloccare volumi elevatissimi di merce. Infine, anche il ricorso ai treni cargo è del tutto inadeguato per carenze strutturali e infrastrut-turali. A ciò si aggiungano le preoc-cupanti notizie che arrivano da al-cuni Paesi importanti produttori mondiali che di fronte al rischio di carestie, adombrano la possibilità

di aumentare le loro scorte inter-ne, riducendo o addirittura bloc-cando le esportazioni. Pur nella speranza che ciò non avvenga, è tuttavia possibile che le conse-guenze degli attuali limiti ai flussi commerciali durino ancora nei prossimi mesi autunnali ed inver-nali, prima che si possa tornare ad una situazione di normalità.

In questa fase di emergenza mondiale, pur avendo apprezzato lo sforzo per le recenti misure adottate dal Ministero dell’Agricol-tura e indirizzate a sostenere an-che la produzione maidicola e del-la soia, riteniamo sia necessario un intervento più organico e con risorse adeguate a spingere davve-ro verso queste scelte colturali di importanza strategica.

Per tali ragioni si ritiene di asso-luta priorità, sviluppare le seguen-ti linee di azione: incentivare le produzioni nazionali del compar-to agroalimentare attraverso un si-stema di incentivi comunitari e na-zionali diretti agli agricoltori; man-tenere alta l’attenzione sul nego-ziato europeo per la politica agri-cola comune; defiscalizzare i pre-mi produzione; rafforzare l’attivi-tà di ricerca per le NBT; favorire le semine ai terreni messi a riposo.

Confagricoltura Lom-bardia esprime ap-prezzamento per il

chiarimento dato dalla Regio-ne Lombardia sull’ordinan-za numero 528 a proposito della vendita al dettagio di prodotti agricoli, compresi piante, fiori e or-ticoli, da parte degli imprendi-tori agricoli.

«La Regione - dice Antonio Bo-selli, presidente di Confagricoltu-ra Lombardia - ha confermato che, anche in ba-se dal Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile scorso, le imprese agricole possono commer-cializzare i prodotti della pro-pria attività. L’interpretazio-ne regionale - continua il pre-sidenteBoselli - è in linea con quanto richiesto fortemente da Confagricoltura, in consi-

derazione del grave stato di crisi in cui si trovano le azien-de del comparto florovivaisti-co, e conferma la possibilità, anche per i florovivaisti e non solo per la Grande distri-buzione organizzata, di ven-dere al dettaglio fiori, piante,

semi e fertiliz-zanti».

« In questo mo-do - conclude il presidente di Confagricoltura Lombardia - si dà la possibilità ad attività ferme da oltre un mese di avviare nuova-mente un com-mercio che pos-sa dare, almeno parzialmente, os-

sigeno alle imprese; nello stesso tempo, i cittadini che si trovano a vivere altre setti-mane di lockdown, possono reperire più facilmente quan-to è necessario per dedicarsi al loro giardino o al bancone fiorito».

DIRETTORE RESPONSABILEUmberto Bertolasi

COMITATO DI REDAZIONE:Ildebrando Bonacini,Andrea Colombo,Laura Cerri,Roberto Ferrari,Simona Giorcelli,Guido Lombardi,Aldo Marcassoli,Riccardo Speroni

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296 copie.

Questo numeroè stato chiuso in tipografia mercoledì 22 aprile 2020

Questo periodicoè associatoall’Unione StampaPeriodica Italiana

Il virus pone le

industrie italiane

in una condizione

di vulnerabilità

in quanto

importatrici di

materie prime

Cereali, rilanciareil made in Italy

Confagricoltura ringrazia l’Amministrazione regionale per aver accolto la richiesta a favore del settore

Florovivasimo, arriva l’ok dalla Regione per riaprire

Uno

dei settori

più colpiti

dalle

conseguenze

dell’epidemia

CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020 Attualità 5

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In una fase particolarmente criti-ca per il nostro paese, Confagri-coltura Lombardia evidenzia co-

me siano assolutamente improprie le trasmissioni televisive, come quel-la andata in onda nei giorni scorsi su Rai Tre, che cercano di legare tra loro in conseguenza logica singoli aspetti la cui correlazione non ha nulla di scientifico.

In particolare, nella trasmissione si sosteneva un sillogismo del tutto im-poprio: l’allevamento contribuisce alla formazione del PM 10, sul parti-colato si possono trovare anche i vi-

rus, Covid 19 è un virus, quindi l’alle-vamento è responsabile della diffu-sione del Covid 19 in Pianura Pada-na.

«E dobbiamo assistere a tutto que-sto - commenta Antonio Boselli, pre-sidente di Confagricoltura Lombar-dia - mentre persone che abitano in aree focolaio dove non si trovano al-levamenti di suini o di bovini conti-nuano a morire o ad essere ricovera-te in terapia intensiva: basta con que-ste fake news, i dati scientifici smenti-scono le assurdità che vengono pur-toppo diffuse anche dalla televisione pubblica. Certo - prosegue Boselli -, l’allevamento contribuisce alla for-mazione del PM 10, così come ogni altra attività antropica. Peccato che tutti i dati scientifici dimostrino che a tutta l’agricoltura nel suo complesso possa essere imputato al massimo un 15% delle emissioni, e peccato

che il sequestro di CO2 ad opera delle colture vegetali superi di quattro vol-te il valore di tali emissioni».

La trasmissione televisiva metteva sotto accusa in particolare la deroga concessa dalla Regione Lombardia per gli spandimenti effettuati in feb-braio, in quanto le continue piogge autunnali non avevano consentito di effettuare tali operazioni in prece-denza .

«Tale autorizzazione - precisa il presidente di Confagricoltura Lom-bardia Boselli - è arrivata dopo un’at-tenta valutazione del ministero dell’Ambiente e sempre subordinata alle emissioni di bollettini agro-me-teorologici che individuavano i gior-ni più adatti per farlo . Purtroppo è ormai confermato - conclude Boselli - che numerose persone contagiose, spesso ignare e senza sintomi, erano

in circolazione fin dai primi di genna-io: ma, come sempre, meglio pren-dersela con gli agricoltori che sono pochi e fanno un lavoro ai più scono-sciuto; meglio magari pensare che la loro attività, ossia la produzione di ci-bo, possa essere delegata ad altre na-zioni: così alla prossima pandemia, oltre alle mascherine, compreremo dalla Cina anche la carne».

L’agricoltura e l’allevamento sono attività essenziali di fondamentale importanza per l’alimentazione umana oltre che di tradizione mille-naria; la portata di tali attività, che

per la loro natura intrinseca sono ca-ratterizzate dalla circolarità poiché ri-mettono nell’ambiente le materie prime che utilizzano, si è inoltre an-data via via riducendo nel corso dei secoli, durante i quali al contempo l’innovazione e lo sviluppo tecnologi-co ne hanno sensibilmente aumenta-to la sostenibilità ambientale.

In ragione di ciò, si è aiche espres-so il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari: «Stigmatizziamo con forza tutte quei messaggi che lasciano intendere che l’agricoltura e l’allevamento siano fonti primarie di inquinamento, che riteniamo ancora più irricevibili se non rapportati all’impatto causato da altri comparti dell’economia, ca-ratterizzati senza ombra di dubbio da una minore circolarità».

Lunedì 13 aprile sera è andato in onda su «Report» un servizio in cui si è provato a mettere in cor-

relazione diretta la vocazione agricola e zootecnica della pianura Padana con la diffusione del coronavirus: «Un tentativo maldestro, una balla colossa-le che non può essere diffusa in prima serata sulla televisione di Stato ed è l’ennesima azione denigratoria infon-data verso un settore economico che tiene in piedi il Paese».

Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Siste-mi Verdi, Fabio Rolfi che ha voluto of-frire la propria presa di posizione al si-stema del comparto agricolo.

«Serve una risposta di sistema del comparto agricolo - ha proseguito Rol-

fi - magari interrompendo ogni forma di promozione pubblicitaria sui canali Rai, dato che la produzione agri-cola nazionale è vista così male. I soldi per promuo-vere - ha aggiunto Fabio Rolfi - i nostri formaggi, vini e salumi possono tranquillamente esse-re investiti su altre emittenti ottenendo la stessa visibilità. È stata fatta - ha conti-nuato l’assessore Rolfi - anche la solita, strumen-tale correlazione tra zoo-tecnia e inquinamento senza raccontare i progressi in termini di innovazione e sostenibilità ambienta-

le in campo agricolo». Si ricorda poi che si sono state numerose migliorie

nell’ambiente nonostante il setto-re agricolo non si sia mai fer-

mato: «In queste settima-ne - ha ricordato poi l’as-

sessore - i protagonisti dell’agricoltura e della zootecnia hanno con-tinuato a lavorare nei campi e nelle stalle, ma la qualità dell’aria

è migliorata considere-volmente. E la concen-

trazione di Pm10 è calata a dismisura. Abbiamo

quindi visto su Rai3 il solito attacco ideologico, utile solo - ha

aggiunto - a screditare un settore por-

tabandiera del Made in Italy a tutto vantaggio delle multinazionali e dei competitor stranieri».

Ancora una volta, è importantissi-mo richiamare la centralità della scienza nel dibattito politico e sociale: «In questo periodo - ha detto l’assesso-re - è fondamentale dare notizie basa-te su nozioni scientifiche e su dati rea-li, non su opinioni di fondamentalisti. Il nostro oeprato è e sarà sempre al fianco della scienza. Seguendo la tra-smissione - ha aggiunto - mi sono chiesto se anche a New York, la città più colpita al mondo dal Covid-19, ci sia una presenza massiccia di alleva-menti di bovini e suini, ma al momen-to - ha concluso ironicamente Rolfi - non mi risulta».

Boselli: «Basta fake news»

Rai Tre, ancora un attacco al settore agricolo su «Report»Rolfi: «Considero solo le notizie basate sulla scienza»

Agrinsieme:

«Stigmatizziamo

le notizie che

sono prive di

qualsiasi riscontro

scientifico»

Il presidente

regionale:

«Privo di evidenza

il collegamento

tra allevamento

e contagi»

ä La nota di Confagricoltura Lombardia

6 Attualità CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020

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Giansanti chiede soluzioniper il lavoro in agricoltura«I

l tempo sta per sca-dere, la carenza di manodopera in agri-

coltura rischia di compromet-tere i raccolti e sarebbe un fat-to gravissimo in una situazio-ne di emergenza che vede sa-lire ogni giorno il numero del-le persone che chiede aiuti alimentari. Abbiamo avanza-to le nostre proposte e siamo pronti a discutere con tutti, senza preclusioni. Lo stru-mento migliore è quello più rapido e in pochi giorni dob-biamo trovare una soluzione e dare una risposta alle pres-santi richieste degli agricolto-ri che non vogliono perdere il risultato del loro lavoro». Il presidente di Confagricoltu-ra, Massimiliano Giansanti, torna ad evidenziare l’urgen-za di attivare quanto prima gli strumenti normativi ne-cessari per l’impiego di perso-nale nelle campagne: la rac-colta delle primizie nei campi

in alcune regioni è già iniziata e nelle prossime settimane entra nel vivo con la matura-zione di gran parte delle pro-duzioni ortofrutticole e delle lavorazioni per i raccolti d’au-tunno.

Confagricoltura ha già pro-posto alle ministre delle Poli-tiche agricole e del Lavoro di facilitare il ricorso alla mano-dopera, dando da un lato la possibilità, solo per questa fa-se emergenziale, di impiega-re persone che hanno perso il lavoro - cassintegrati o fruito-ri del reddito di cittadinanza - senza far perdere loro tali di-ritti acquisiti, garantendo condizioni sanitarie ottimali e l’inquadramento nell’ambi-to del contratto collettivo na-zionale; dall’altro di poter uti-lizzare in campagna le perso-ne che si trovano momenta-neamente inoccupate a cau-sa del blocco di molte attività produttive, individuando ve-

locemente un percorso co-mune, all’interno dello stesso Ccnl, volto a dare garanzie a tutti.

«Da quando abbiamo avan-zato tali proposte - afferma Giansanti - abbiamo ricevuto numerose richieste di perso-ne pronte a lavorare in cam-pagna in questo periodo di necessità. Mai come ora è evi-dente che occorre semplifica-re i passaggi burocratici. Oc-corrono soluzioni immediate per dare seguito a questa di-sponibilità di domanda e of-ferta e garantire i raccolti. In Italia, primo Paese europeo colpito dall’epidemia Corona-virus, non abbiamo ancora trovato una soluzione a un’e-mergenza annunciata. Il no-stro appello alla politica - con-clude Giansanti - è di non per-dere altro tempo prezioso e di attivare gli strumenti più ade-guati a dare risposte concre-te».

In attesa che si trovi velocemente una soluzione all’emer-genza manodopera nelle campagne, Confagricoltura si è attivata per fare incontrare domanda e offerta di lavoro

attraverso AgriJob, la piattaforma che facilita l’incontro tra aziende agricole e lavoratori. Si tratta di un servizio di inter-mediazione, riconosciuto dal Ministero del Lavoro, che con-sente a chi cerca occupazione di essere messo in contatto di-rettamente con le aziende della propria provincia, e alle im-prese di intercettare velocemente i candidati.

In queste settimane Confagricoltura ha richiamato l’atten-zione sulla questione manodopera con l’espandersi dell’epi-demia Coronavirus, proponendo alcune soluzioni per evitare di compromettere i raccolti: sono pervenute centinaia di se-gnalazioni da tutta Italia di persone disponibili a lavorare per la raccolta delle primizie. Di qui l’attivazione della piattafor-ma online. Il funzionamento è semplice: il lavoratore compi-

la il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in ho-mepage sul sito confederale confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata au-tomaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda che cerca manodo-pera. Anche le imprese possono usare la piattaforma, pubbli-cando le offerte di lavoro, per essere così intercettate dai can-didati del proprio territorio.

«Rimane l’urgenza di trovare una soluzione normativa alla questione manodopera - afferma il presidente Massimiliano Giansanti - Bene quindi l’iniziativa della ministra Bellanova per trovare un ‘corridoio’ con la Romania che favorisca il re-clutamento di manodopera già specializzata, ma bisogna ac-celerare». Sul fronte interno, Confagricoltura ha sollecitato l’introduzione di uno strumento normativo agile e immedia-to per impiegare le persone inoccupate nell’ambito del con-tratto collettivo nazionale di lavoro.

Confagricoltura interviene sull’emergenza

Manodopera, Agrijobunisce domanda e offerta

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«Con le restrizioni determina-te dall’emergenza Coronavi-rus, molte imprese agricole

si sono organizzate per la consegna a domicilio di prodotti di stagione e non solo: frutta e verdura, vino, birra ali-mentare, olio, latte, formaggi, latticini, yogurt, carne, salumi, uova, ma anche piantine in vaso, semi e cibo per ani-mali».

Lo sottolinea Confagricoltura che, sul territorio, sta supportando le inizia-tive delle aziende associate.

In Lombardia, la regione più colpita dal Coronavirus, oltre 250 imprese di Confagricoltura hanno aderito all’ini-ziativa «Negozi a casa tua» con la con-segna della spesa direttamente a do-micilio (sul sito lombardia.confagricol-tura.it/ita/ le aziende aderenti, divise per province).

È stata attivata anche la distribuzio-ne di piatti pronti di cucina tipica dagli agriturismi.

Le aziende agricole e agroalimentari italiane in questo periodo di emergen-za e di quarantena si confermano fon-damentali.

«I consumatori - conclude Confagri-coltura - hanno capito che dietro ogni cibo acquistato c’è il lavoro di un agri-coltore, che non si è fermato e sta con-tinuando, nonostante le difficoltà, ad assolvere il proprio compito di attività indispensabile. E lo fa - come recita la campagna social di Confagricoltura - orgoglioso di garantire cibo. Il più buo-

no. Quello italiano».«Non è la soluzione al grave proble-

ma economico che sta vivendo il no-stro settore, ma è sicuramente un’op-portunità per tutti gli agriturismi at-trezzati».

Sono queste le prime parole di Gian-luigi Vimercati, presidente degli agri-turismi di Confagricoltura Lombardia, in seguito all’emendamento del Consi-glio regionale che offre l’opportunità ai quasi 1.700 agriturismi della Lom-bardia di consegnare a domicilio i piat-ti di propria produzione, preparati con i prodotti aziendali, ovviamente nel pieno rispetto delle norme an-ti-Covid19.

«Generalmente il nostro settore dell’agriturismo emerge positivamen-te nelle analisi del comparto primario tra le dinamiche economiche, ma ad oggi è uno dei pochi che rileva conse-guenza negative su tutti i fronti - ha continuato il presidente degli agrituri-smi, Gianluigi Vimercati -. Oltre ad una chiusura totale negli ultimi due mesi e ad una liquidità pari a zero si deve aggiungere il fatto che nei primi due mesi dell’anno abbiamo lavorato poco rispetto agli anni precedenti. Ci aspettiamo quindi seri interventi del Governo e della Regione per far fronte a questa emergenza economica e que-sto emendamento regionale va pro-prio in questa direzione. Speriamo che la situazione d’emergenza possa presto rientrare».

Continuano le iniziative di Confagricoltura

8 Economia CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020

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«Questa primavera an-che in Lombardia daremo il via all'at-

tuazione del programma di lotta biologica alla cimice asiatica. Abbiamo program-mato 25 siti di lancio della ve-spa samurai distribuiti tra Mantova, BrescIa e la Valtelli-na; in ogni sito ci saranno due lanci». Lo ha annunciato l'as-sessore della Regione Lom-bardia Fabio Rolfi in merito alle azioni di contrasto alla ci-mice asiatica. Il programma di lotta biologica è stato pre-parato dal Tavolo tecnico co-stituito dal Servizio fitosanita-rio centrale del ministero del-le Politiche agricole. «La Con-ferenza Stato-Regioni ha ap-provato il Decreto che rende di nuovo possibile in Italia in-terventi di lotta biologica con antagonisti naturali di insetti alieni. Un ottimo risultato che arriva purtroppo in grave ritardo rispetto alle necessità, a causa di alcune resistenze ideologiche da parte del mini-stero dell'Ambiente. L'inter-vento legislativo era necessa-rio per poter impiegare la ve-spa samurai per il controllo della cimice asiatica», ha con-cluso Fabio Rolfi.

Èstato pubblicato il decre-to del Ministero dell’Am-biente che stabilisce i cri-

teri per la reintroduzione ed il ripopolamento delle specie au-toctone ed i criteri per l’immis-sione in natura delle specie non autoctone.

Si potrà quindi procedere con l’introduzione sul territorio nazionale dell’antagonista al-loctono ovvero la «vespa samu-rai» utile per contrastare la dif-fusione della cimice asiatica. per quanto riguarda l’immissio-ne di specie non autoctone è stabilito che gli enti che vorran-no procedere con l’introduzio-

ne dell’insetto non autoctono presentino una richiesta al Mi-nistero dell’Ambiente accom-pagnata da uno studio del ri-schio (studio completato dal Crea). Lo studio del rischio do-vrà contenere specifici elemen-ti, essere condotto con approc-cio multidisciplinare e tener conto delle indicazioni del Co-mitato fitosanitario nazionale.

Secondo quanto appreso in via informale dal servizio fitosa-nitario del Mipaaf, la prossima settimana, nel corso del comita-to fitosanitario, si dovrebbe pro-cedere all’approvazione del cro-noprogramma delle attività di

moltiplicazione e di lancio (che dovrebbero essere effettuati a partire da metà giugno) ed alla stesura delle lettere con cui le Regioni chiederanno l’autoriz-zazione al Ministero dell’Am-biente per poter procedere all’immissione.

Dovrebbe trattarsi di due let-tere: una firmata dalle Regioni che hanno riportato danni pro-vocati da cimice asiatica ed una proposta dalle Regioni che, in via preventiva, vorranno proce-dere ai lanci.

Successivamente dovrebbe essere approvato un «Piano di intervento» che dovrebbe esse-

re emanato con decreto firmato dal Ministro.

Infine, sempre in via del tutto informale, il Mipaaf ha informa-to che i decreti con la declarato-ria di calamità sono pronti e ver-ranno pubblicati a stretto giro e che le procedure per l’accesso agli aiuti verranno definite dalle Regioni che hanno trovato un accordo nel corso dell’incontro svoltosi qualche giorno fa tra Assessori regionali e Ministro Bellanova.

Il Mipaaf dovrebbe comun-que predisporre una circolare per armonizzare il regime delle sanzioni.

Cimice asiatica, ok al decreto per gli interventi della vespa samurai

L’ASSESSORE

Rolfi:«L’azionedel parassitava fermata»

CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020 Economia 9

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La legge prevede che, in casi di crisi idrica, possa essere concessa una

deroga temporanea che porta il deflusso minimo dal 10% al 5%, ma

il numero di soggetti che si devono esprimere per acconsetire alla richiesta la rende inapplicabile

«Chiediamo la sospen-sione del deflusso mi-nimo vitale per l’agri-

coltura o, almeno, la definizione di procedure semplificate per la con-cessione della deroga. Nelle prossi-me settimane è presumibile si ri-presenterà il problema della sicci-tà per gli agricoltori e dobbiamo in-tervenire subito affinché questa criticità non si vada ad aggiungere alla crisi economica derivante dall’emergenza coronavirus».

Lo ha detto l’assessore all’Agri-coltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fa-bio Rolfi. La situazione dei grandi laghi desta preoccupazione: il maggiore è sceso sotto la media storica (meno del 60% del riempi-mento), mentre restano abbon-dantemente sotto media anche il lago di Como (20% del riempimen-to) e d’Iseo (27% del riempimento) mentre il Garda, ad oltre il 92% del riempimento è l’unico a godere di ottima salute. «Il prolungato perio-

do di siccità e le previsioni mete-reologiche che confermano il per-durare della situazione anche per i prossimi giorni impongono che un’immediata deroga al Deflusso Minimo Vitale»: lo chiede Ales-sandro Bettoni, presiden-te del Consorzio Du-nas. Di giorno in giorno, infatti, au-mentano le richie-ste di acqua per irrigare le coltu-re, prati, frumen-ti, pomodori, ma questa scarseggia sempre più, con il paradosso che la po-ca che c’è non si può nemmeno distribuire al territorio per lasciarla scorre-re nel fiume. I laghi di Como ed Iseo iniziano ora la fase di ricarica per far fronte alle richieste estive e non hanno sufficiente acqua. Il fiu-me Serio è ridotto ad un torrente, così come il Tormo, l’Aspice e tutti

i sistemi di fontanili e colatori che si alimentano dalla falda o tramite la rete irrigua superficiale. «Ancora oggi - prosegue Bettoni - assistia-mo all’incapacità della burocrazia

di affrontare situazioni emer-genziali per l’agricoltura

ed il territorio. Una norma che è lode-

vole nei suoi prin-cipi, quelli di ga-rantire un mini-mo di acqua per la tutela dell’ha-bitat fluviale, si

trasforma in una spada di Damo-

cle per il territorio che si giova di un si-

stema irriguo millena-rio». La legge sul Deflusso Mi-

nimo Vitale prevede infatti che nei fiumi debba sempre rimanere il 10% della portata media naturale annua. «Sembra un percentuale di poco conto - continua il presiden-te del Dunas - ma, in una situazio-

ne come quella di oggi, si tramuta nella totalità dell’acqua disponibi-le: ad esempio nel fiume Serio quel 10% a Crema corrisponde a 3,5 m3/s, peccato che oggi non ci so-no nemmeno 3 m3/s, la poca ac-qua che c’è deve rimanere nel fiu-me, a scapito di oltre 15.000 ettari serviti dalle antiche rogge di irriga-zione. La stessa legge – continua il presidente del Consorzio di bonifi-ca - prevede che, in casi di crisi idri-ca, possa essere concessa una de-roga temporanea che porta il DMV dal 10% al 5%, ma la burocrazia ed il numero di soggetti che si devono esprimere per acconsetire alla de-roga la rende di fatto inapplicabile. Non possiamo che sollecitare con estrema urgenza - conclude Betto-ni - la richiesta di deroga già avvia-ta dall’assessore Rolfi nei giorni scorsi. Chiediamo inoltre la convo-cazione urgente del tavolo dell’ac-qua regionale per decidere come affrontare il tema dell’acqua in Lombardia».

Deflusso minimo vitale, il Dunaschiede una deroga automatica

Il primo aprile scorso Agea ha emanato una circolare con cui completa l’istruttoria per le mi-sure a superficie del sostegno ac-coppiato per la campagna 2019, ad eccezione delle tre misure pre

viste per il settore dell’olio d’o-liva. Pertanto, sulla base delle su-perfici accertate dagli Organi-smi pagatori, Agea ha definito i seguenti importi: premio specifi-co alla soia di 74,18 euro/ettaro; premio colture proteaginose 47,72 euro/ettaro; premio fru-mento duro 101,93 euro/ettaro; premio leguminose da granella ed erbai annuali di sole legumi-nose 24,37 euro/ettaro; premio per il settore riso 153,22 euro/et-taro; premio per il settore pomo-doro da destinare alla trasforma-zione 174,34 euro/ettaro.

Si ricorda che, a causa delle particolari difficoltà evidenziate del settore saccarifero, Agea ave-va già provveduto, in anticipo ri-spetto ai tempi ordinari, a defini-re l’importo unitario del premio per la barbabietola da zucchero per la campagna 2019, pari a 741,30 euro ad ettaro.

Tra le produzioni vegetali inte-ressate manca ancora quindi ora unicamente la fissazione dei pagamenti diretti accoppiati per il comparto dell’olio di oliva. Ri-mangono pure da fissare tutti i pagamenti definitivi per i com-parti zootecnici. Si evidenziano gli aumenti relativi ad alcuni specifici comparti (segnatamen-te barbabietole da zucchero, ri-so e grano duro), conseguenti al-le modifiche apportate ai massi-mali finanziari dei comparti.

Agea, emanate le misureper il sostegno accoppiato

Lo scorso 10 aprile si è svolto un incontro tecnico in video-conferenza con i responsabili dei Servizi Veterinari di Regione Lombardia e con tutti i rappresentanti della filiera avicola in merito alle nuove misure di controllo per il contenimento dell’influenza aviaria negli allevamenti. Durante la riunione è stato presentato il nuovo Piano di Sorveglianza IA, evidenziando le nuove misure tecniche che dovranno essere adottate all’interno degli allevamenti. Per l’applicazione delle nuove norme e deroghe, la Regione Lombardia è stata suddivisa in due zone. La zona A è la zona ad alto rischio di introduzione e diffusione, rientrano al suo interno alcuni comuni delle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova facenti parte dell’ex area di monitoraggio intensivo e altri comuni della provincia di Pavia, Milano, Mantova e Cremona. La zona B è la zona ad alto rischio di introduzione e di maggior diffusione, comprendente alcuni comuni delle province di Brescia e Mantova, facenti parte dell’ex area di vaccinazione.Brevemente, il nuovo Piano di sorveglianza IA riguarda l’estensione dell’area di divieto accasamento tacchini sessi misti, l’obbligo di accasamento per aree omogenee, la gestione degli allevamenti avicoli all’aperto, il divieto di allevare anatidi con altre specie avicole, il divieto di allevare selvaggina da penna con altre specie avicole, ed altro.A questo proposito, si ricorda che è aperto il bando regionale per l’assegnazione di due milioni di euro per adeguare le dotazioni di biosicurezza degli allevamenti. Il bando, emanato da Regione Lombardia e non con finanziamenti europei quindi non soggetto a controlli, è aperto a tutte le specializzazioni produttive: pollame da carne, tacchini, ovaiole, oche, anatre, selvaggina da ripopolamento.Sono numerose le domande presentate ad oggi, tuttavia la risorsa finanziaria è largamente capiente per accoglierne molte altre. Si ricorda infine che la scadenza del bando è stata prorogata al 15 maggio e forse potrà essere posticipata nuovamente.

DALLA REGIONE

Aviaria, nuovoPiano di

SorveglianzaUna richiesta

che trova

in accordo

anche

l’assessore

Rolfi

10 Economia CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020

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Flessibilità, arrivano le primerisposte dell’Unione europea

Una decisa richiesta è arrivata nel-le mani del Ministro all’agricoltu-ra Bellanova dall’assessore lom-

bardo Fabio Rolfi, su un importante aspetto relativo alla gestione reflui zoo-tecnici su cui Confagricoltura Lombardia da tempo sollecita un riscontro.

La «Deroga Nitrati» definita dalla Com-missione Europea, che permette alle aziende che rispettano rigidi disciplinari gestionali di spandere oltre il limite nor-malmente consentito, non è stata attiva-ta per Lombardia e Piemonte, a causa della nota di messa in mora dell’Italia su cui Regione ha prontamente risposto, e ora le aziende coinvolte, sicuramente tra le più virtuose in termini di gestione di re-flui, si trovano in una delicata situazione, in quanto potrebbero non trovarsi oggi in grado di rispettare i parametri.

Più volte sollecitato da Confagricoltura Lombardia, l’assessorato lombardo all’a-gricoltura ha scritto alla ministra, solleci-tando un necessario chiarimento tecni-co-politico sul ruolo di assoluto attuatore della Direttiva Nitrati che il Ministero

dell’Ambiente sta tenendo sulla vicenda, in modo da accompagnare tutti insieme le Regioni Lombardia e Piemonte in un percorso politico-amministrativo di con-cessione e proroga per l’anno 2020 delle condizioni della Deroga appena scaduta, consentendo alle aziende agricole di po-tervi aderire. Grande preoccupazione de-sta il fatto che la mancanza della norma

rischia di vanificare sia i presupposti di azioni di sostegno specificatamente agro-ambientali, sia gli investimenti strutturali del PSR a cui queste aziende hanno aderito. In molti casi, infatti, l'ade-sione alla Deroga rappresenta una condi-zione che deve essere mantenuta sulle misure a superficie e di investimento del PSR, per cui la conformità alla Direttiva

Nitrati è condizione necessaria non solo per l'ammissibilità del progetto, ma che deve essere mantenuta fino momento del collaudo dell’opera ed oltre.

Si attende ora un’azione ministeriale per non abbandonare le 180 aziende lom-barde al loro destino.

Nei giorni scorsi, sempre in tema di ge-stione reflui, è arrivata una nota di chiari-mento sull’utilizzo della tecnica della fer-tirrigazione: nel nuovo Programma di Azione questa è consentita con diverse varie tecniche: con manichette superfi-ciali o interrate, con pivot ad «ali goccio-lanti» o con nebulizzazione controllata.

Il diffondersi di queste tecniche, insie-me ai sistemi di interramento, come i si-stemi ombelicali, costituisce una delle priorità della pianificazione regionale che è, e continuerà ad esserlo, sostenuta attraverso forme di finanziamento, al fi-ne di ottimizzare le pratiche di utilizza-zione agronomica degli effluenti di alle-vamento, riducendo i costi delle conci-mazioni ed i rischi ambientali connessi a tale pratica.

Effetti del lockdown

Animali selvatici: aumentano idanni ai terreni agricoli

Nelle scorse settimane la Commissione ha adot-tato un primo pacchet-

to di misure coordinate a livel-lo europeo per consentire agli Stati membri tutta la flessibili-tà necessaria a sostenere fi-nanziariamente i propri siste-mi sanitari, le imprese e i lavo-ratori, sia sul versante della eli-minazione dei vincoli del pat-to di stabilità e crescita alla spesa pubblica, sia su quello delle regole che disciplinano gli aiuti di Stato alle imprese.

Nel contesto di tale risposta economica coordinata, la Commissione è intervenuta per coordinare, accelerare e rafforzare gli sforzi di approv-vigionamento di dispositivi medici, attraverso una proce-dura di appalto congiunta ac-celerata con 26 Stati membri e la mobilitazione delle risorse del meccanismo di protezione civile dell’UE (rescEU) e ha in-dirizzato il finanziamento del-la ricerca e dell’innovazione verso lo sviluppo di un vacci-no, finanziando con 48,5 mi-lioni di euro 18 progetti di ri-cerca a livello transnazionale.

Inoltre, con la «Coronavirus Response Investment Initiati-ve (CRII)», la Commissione ha proposto di indirizzare subito 37 miliardi di euro nell’ambito della politica di coesione (8 miliardi di prefinanziamenti e 28 miliardi di fondi non anco-ra assegnati) verso l’epidemia di COVID-19 e di spenderli nel 2020 attraverso procedure ec-cezionali e accelerate.

Lo Strumento europeo di so-stegno temporaneo per miti-gare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza (SURE, acronimo di European instru-ment for temporary support to mitigate unemployment ri-sks in an emergency)è la rispo-

sta della Commissione a que-sta situazione: un nuovo stru-mento che erogherà fino a 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti ai paesi che ne hanno bisogno per garantire che i la-voratori percepiscano un red-dito e che le imprese manten-gano il proprio personale.

L’assistenza finanziaria nel quadro dello strumento SURE assumerà la forma di un pre-stito concesso dall’Unione eu-ropea agli Stati membri che ne fanno domanda. La Commis-sione contrarrà prestiti sui mercati finanziari per finan-ziare quelli agli Stati membri, che sarebbero poi concessi a condizioni favorevoli: gli Stati membri beneficerebbero quindi del buon rating di cre-dito dell’UE e di bassi costi di finanziamento.

La passività potenziale deri-vante da tali prestiti dell’Unio-ne sarà resa compatibile con le restrizioni cui è sottoposto il bilancio europeo con garanzie rilasciate dagli Stati membri, i quali verseranno all’Unione un contributo pari al 25% dei prestiti concessi, con una chia-ve di riparto che rispecchia la rispettiva quota sul totale del Reddito nazionale lordo.

Questi prestiti saranno basa-ti su un sistema di garanzie vo-lontarie degli Stati membri nei confronti dell’UE. Lo strumen-to entrerà in funzione una vol-ta che tutti gli Stati membri si saranno impegnati in relazio-ne a tali garanzie.

In particolare, SURE soster-rà i regimi di riduzione dell’o-rario lavorativo (cassa integra-zione) e misure analoghe, per aiutare gli Stati membri a pro-teggere i posti di lavoro, i lavo-ratori dipendenti e i lavoratori autonomi dal rischio di licen-ziamento e perdita di reddito.

Dall’assessorato all’Agricoltura una decisa richiesta al ministero per consentire alle aziende di aderire alla deroga

Nitrati, pressing della Lombardia

C ome se non bastassero l’emergenza Covid 19, le tensioni sui prezzi di alcuni prodotti, la

carenza di manodopera stagionale o le gelate fuori stagione, l’agricoltura si trova a fronteggiare pure un’ulteriore avversità: il ritorno degli animali selvatici, che scorrazzano negli appezzamenti provocando seri danni ai terreni e alle coltivazioni. La presenza di cinghiali, cervi e caprioli, in particolare, in Lombardia non è una novità. Ma negli ultimi giorni le segnalazioni si stanno moltiplicando, proprio in seguito alle misure restrittive imposte dai decreti anti-coronavirus.In questo periodo sono ovviamente vietate le attività venatorie, compresi gli abbattimenti selettivi ma

sulle nostre Prealpi e sulle nostre colline non ci sono nemmeno persone che vanno a camminare o a fare escursioni, dunque, rispetto al solito, c’è una minore azione di disturbo di questi animali.Confagricoltura ha lanciato da tempo l’allarme sulla proliferazione degli ungulati. Principale fonte di preoccupazione per gli agricoltori, sono proprio i cinghiali: privi di predatori naturali, sono aumentati notevolmente di numero negli ultimi anni. E soprattutto sono aumentati i danni da loro provocati: scavando con il muso alla ricerca di cibo, sono in grado di devastare ampie porzioni di pascoli o di campi seminati: zolle sollevate quasi fosse passato un aratro.

CORRIERE AGRICOLO 22 APRILE 2020 Economia 11

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