s.p.e.m.e s.r.l sede legale: reg. pilone rocche n....
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AREA FUNZIONALE DEL TERRITORIO
Settore Tutela Ambiente C.so Nizza, 21 – 12100 Cuneo
S.P.E.M.E S.r.l Sede legale:
Reg. Pilone Rocche n. 35
12020 Venasca (CN)
P.IVA: 00170090047
Sede operativa:
Regione Pilone Rocche, n° 35
Comuni di Venasca e Piasco (CN)
PROGETTO DI AMPLIAMENTO E RECUPERO AMBIENTALE DEL SITO DI DISCARICA PER
RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI SITA NEI COMUNI DI PIASCO E VENASCA (CN) IN
LOCALITA' "PILONE ROCCHE".
PIANO DI GESTIONE
La vista "interna" del sito di discarica, dicembre 2014.
Ottobre 2015
Gruppo di progettazione
Coordinamento: ing. Francesco Melidoro
Collaboratori: ing. Guido Anelli
dott. Michele Melidoro
geol. Michele Cima
geom. Enrico Magnano
p.i. Roberto Contotto
PIANO DI GESTIONE
1. LE MODALITÀ DI GESTIONE DELL’IMPIANTO
1.1 Procedure per l’accettazione dei rifiuti conferiti
L’Ente gestore dell’impianto (S.P.E.M.E. S.r.l.) è responsabile dello svolgimento delle
attività connesse con lo stoccaggio definitivo dei rifiuti in discarica che si svolgono
all’interno e nei pressi dell’impianto, ma mai sui bordi.
Sono state comunque prese tutte le precauzioni per evitare la perdita accidentale o
l’abbandono di rifiuti nei pressi dell’impianto o durante le fasi ed operazioni di scarico
autorizzate.
I rifiuti conferiti all’impianto vengono visionati dagli addetti; se accettati come
corrispondenti alle tipologie previste, saranno sottoposti a pesatura previo controllo del
formulario di identificazione.
I mezzi di trasporto su precisa ed esplicita indicazione dei responsabili potranno poi
scaricare nella zona operativa dell’impianto, ma mai sui bordi.
I veicoli in uscita vengono obbligatoriamente sottoposti alle procedure amministrative
necessarie per la quantificazione dei rifiuti conferiti e, in relazione alla tipologia del rifiuto
conferito e alle condizioni meteorologiche, alle operazioni igieniche di decontaminazione
(lavaggio ed eventuale rimozione di materiali incastrati nel mezzo).
Si precisa che l’accettazione dei rifiuti all’impianto è subordinata alle verifiche e ai
controlli analitici di laboratorio che vengono effettuati dai tecnici del laboratorio Gem
Chimica di fiducia del gestore sui materiali conferiti dalla ditta produttrice.
1.2 La metodologia adottata per lo smaltimento dei rifiuti e la coltivazione
dell'impianto.
I rifiuti autorizzati allo smaltimento dal gestore vengono posizionati all’interno
dell'invaso su una superficie la meno estesa possibile e su strati con un’altezza media di
1,5 2,20 m circa cadauno; al di sopra dello strato dei rifiuti si provvede, per il loro
ricoprimento, al posizionamento di materiale naturale di spessore non inferiore a 20 cm. Il
riempimento di ogni strato viene avviato lungo il lato corto per progredire gradatamente
in avanti e verso l’alto, in maniera di arrivare quanto prima al piano finale; ciò allo scopo
di poter iniziare quanto prima le opere di recupero della superficie.
Il personale addetto è periodicamente formato ed addestrato in merito ai seguenti aspetti:
misure operative gestionali;
misure igieniche dell’impianto;
misure igieniche e sanitarie di carattere personale;
misure per affrontare condizioni di emergenza.
I mezzi meccanici impiegati per la gestione riguardano essenzialmente:
1 compattatore Caterpillar 836 idoneo allo spandimento e alla compattazione dei
rifiuti;
1 pala gommata Hitachi LX 210 idonea per il caricamento e il trasporto degli inerti
nell’area di cantiere;
2 escavatori Fiat: Hitachi 200 e Hitachi 280 per spandimento giornaliero materiale
inerte sui rifiuti;
1 escavatore Doosan 340;
1 trattore Fiat 1100;
1 autocarro Astra BM304 (3 assi) per il trasporto dei materiali;
1 autocarro Fiat 330 (3 assi) per il trasporto degli inerti;
1 escavatore mini Komatsu;
1 muletto Ausa;
1 mezzo d'opera Iveco Eurotrakker.
Trattandosi di rifiuti con contenuto alto di umidità ( 100%) non si sono mai verificati nè si
possono manifestare fenomeni di inquinamento delle aree limitrofe all’impianto legate al
trasporto eolico.
Il percolato prodotto viene accumulato all’interno di due vasche di accumulo in c.a. a
tenuta stagna di capacità cadauna pari a 330 mc per il successivo trattamento chimico
fisico e biologico.
Sotto tal profilo occorre ribadire che non vi é né vi potrà essere battente idraulico di
percolato sul fondo della discarica, posto che le pompe che rilanciano il percolato nelle
suddette vasche di accumulo esterne alla discarica sono posizionate all’interno del pozzo
di raccolta, in posizione più depressa rispetto al piano d’imposta della discarica: esse,
quindi, consentono di assolvere in pieno alla funzione prescritta dal p.to 2.3 dell’allegato 1
del d.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 in ordine alla quale il “sistema di raccolta del percolato deve
essere progettato e gestito in modo da minimizzare il battente idraulico sul fondo della discarica al
minimo compatibile con i sistemi di sollevamento e di estrazione”.
1.3 Tipologia dei rifiuti ammessi in discarica.
Le tipologie dei rifiuti ammessi in discarica sono i seguenti:
RIFIUTI AUTORIZZATI CODICE C.E.R.
Scarti di ghiaia e pietrisco 01.04.08
Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra 01.04.13
Fanghi derivanti da processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta 03.03.05
Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti e cartone 03.03.07
Scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati 03.03.08
Fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio 03.03.09
Scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati
dai processi di separazione meccanica 03.03.10
Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla
voce 03.03.10 03.03.11
1.4 Le caratteristiche dei rifiuti smaltiti e dei terreni utilizzati come copertura
giornaliera.
I rifiuti che vengono conferiti in discarica sono accompagnati da un formulario che li
individua, specificando il produttore e/o detentore, il destinatario, il trasportatore, le
caratteristiche del rifiuto, la destinazione, le modalità e il mezzo di trasporto.
Per l’ammissibilità e la caratterizzazione dei rifiuti in discarica, il gestore si avvale del
laboratorio GEM CHIMICA S.n.c. di Busca (Cn).
I rapporti di prova per la determinazione delle concentrazioni vengono effettuate secondo
i dettami del d.lgs. n. 36 del 13/01/03 e della tabella 5 del decreto ministeriale 27/09/2010,
pubblicato sulla G.u. n. 281 del 01/02/2010 (limiti nell'eluato per rifiuti non pericolosi).
Anche il terreno utilizzato come infrastrato viene preliminarmente sottoposto ad analisi
chimiche e chimico-fisiche in conformità alla tabella 4.1, allegato 4, del decreto 10 agosto
2012, n. 161.
Dai rapporti sino ad oggi elaborati e prodotti agli Enti di controllo (Provincia di Cuneo e
Arpa) arrivano precise informazioni e garanzie sulla “non pericolosità dei rifiuti” che
sono stati smaltiti in discarica.
Sui rifiuti in ingresso dei produttori vengono da ultimo determinati altresì i rispettivi
poteri calorifici inferiori. In particolare nell'anno 2014 i valori del PCI sui rifiuti in ingresso
sono stati i seguenti:
DENOMINAZIONE CARTIERA
RAPPORTO DI PROVA N.
DATA POTERE CALORIFICO INFERIORE (KJ/Kg)
BURGO GROUP SPA 307/14 24/10/2014 2.687
4.206/14 18/07/2014 < 700 COLOGNO SPA 3.164/14 05/06/2014 6630
844/14 19/02/204 8.367 VALLI SPA 608/14 10/02/2014 7.177
4.209/14 18/07/2014 19.840 SONOCO ALCORE DE MOLLI SRL
4.208/14 18/07/2014 7.110
607/14 10/02/2014 5.741 TIVOLI SPA 4.205/14 18/07/2014 11.996
306/14 24/01/2014 1.263
4.210/14 18/07/2014 < 700
305/14 24/01/2014 12.058 TORRE MONODVI' SPA 4.961/14 18/08/2014 7.180
304/14 24/01/2014 6.163 ADDA SPA 4.211/14 18/07/2014 5.893
308/14 24/01/2014 7.756 BOSCO MARENGO SPA 4.207/14 18/07/2014 24.528
309/14 24/01/2014 12.365 CONFALONIERI SPA 494/14 04/02/2014 2.094 VESCOVO ROMANO 6888/14 28/10/2014 6.862 SMITH PACKAGING SPA 303/14 24/01/2014 < 700 R. REGUZZONI 7.185/14 07/11/2014 21.504
1.5 Le quantità dei rifiuti smaltiti
Nell’anno 2014 presso l’impianto di “Pilone Rocche” sono state smaltite le seguenti
quantità:
RIFIUTI AUTORIZZATI
CODICE C.E.R.
QUANTITA’ (espresse in tonn.)
Scarti di ghiaia e pietrisco 01.04.08 -
Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra 01.04.13 -
Fanghi derivanti da processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta
03.03.05 -
Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti e cartone
03.03.07 53.636,300
Scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati
03.03.08 -
Fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio 03.03.09 -
Scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica
03.03.10 721,110
Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 03.03.10
03.03.11 14.486,560
Sommano 68.843,970
2. SULLA DETERMINAZIONE VOLUMETRIA RESIDUA DISPONIBILE.
Per determinare la volumetria residua disponibile teorica, al netto cioè del volume dovuto
ai cedimenti di compattazione, di consolidazione secondaria e a quelli dovuti alla posa in
opera dello strato di copertura finale, Speme Srl procede ad effettuare semestralmente un
rilievo plano-altimetrico spinto in altezza sino alla quota massima di copertura finale
autorizzata.
L'ultimo rilievo plano-altimetrico é stato eseguito con GPS marca Geomax, doppia
frequenza, partendo dal caposaldo individuato con un chiodo fisso alla quota 570,720
m.s.l.m.
La strumentazione della postazione di base del GPS e l'individuazione del caposaldo fisso.
L'ubicazione del caposaldo a quota 570,720 m.s.l.m.
Esso ha interessato tutto l'ambito della discarica comprendendo anche una fascia esterna
all'invaso.
Dal rilievo é possibile inoltre tracciare delle sezioni rappresentative dell'intera area
investigata su cui riportare i profili dello stato di fatto e quello di progetto autorizzato.
3. IL MONITORAGGIO DELLE MATRICI AMBIENTALI.
3.1 Considerazioni preliminari.
Preliminarmente occorre riferire che in merito alla struttura degli acquiferi e alla
circolazione idrica nel sottosuolo e in superficie e, in particolare alle orientazioni e alla
natura delle fratture presenti negli ammassi rocciosi, gli ordini di grandezza della
conducibilità idraulica "misurata in superficie" per i seguenti litotipi affioranti dell'area,
secondo l'elaborazione dei dati geostrutturali raccolti in sito dagli Autori di cui al capitolo
precedente, sarebbero i seguenti:
10-7 ÷ 10-8 m/s per le serpentiniti;
10-9 ÷ 10-10 m/s per i micascisti e i calcescisti.
Le "misurazioni in profondità", sempre secondo i citati Autori, portano, invece, ad una
costante riduzione dei valori di conducibilità idraulica di uno o due ordini di grandezza
rispetto a quelli osservati in superficie. Questo fenomeno, che avviene naturalmente nei
primi metri di profondità, evidenziato anche in studi effettuati in vallate limitrofe, è
spiegato come "effetto del progressivo ripulimento delle fratture da parte dei prodotti di
alterazione delle rocce affioranti, veicolati dall'acqua durante il suo movimento".
Si è, insomma, in presenza di ammassi rocciosi che delimitano serbatoi idrici modesti, con
un volume d'acqua immagazzinato dai sistemi acquiferi fessurati generalmente ridotto. Si
può, infatti, affermare che "la pioggia che cade sul bacino, non alimenta acquiferi del substrato
cristallino"; esso mostra, piuttosto, la tendenza a defluire rapidamente nel denso reticolo
idrografico o ad essere drenata dalla coltre dei depositi quaternari superficiali.
In sintesi, in merito alla circolazione idrica nel sottosuolo, possiamo osservare che la coltre
delle "alteriti" superficiali può contenere degli accumuli d'acqua, i quali per loro natura
tendono a svuotarsi velocemente nei mesi siccitosi attraverso le numerose sorgenti che
orlano i loro bordi.
3.2 Sulle metodiche di rilevamento adottate.
In ottemperanza a quanto prescritto dall'allegato tecnico 2 - piano di monitoraggio e
controllo - di cui alla citata autorizzazione Suap , Speme Srl in data 24/07/2013 ha
trasmesso alla Provincia di Cuneo e all'Arpa le metodiche di rilevamento che si intendono
adottare ai fini degli autocontrolli delle acque sotterranee, superficiali e di ruscellamento,
del percolato, delle emissioni da discarica, dei dati meteo, del bilancio di materia, dei
rifiuti in ingresso, sui rifiuti in ingresso, sui materiali da utilizzare come copertura
infrastrato, sul trattamento del percolato, sull'utilizzo dell'acqua e dell'energia e, infine,
sulle emissioni sonore.
A tali metodiche occorre dunque fare riferimento per un'analisi di dettaglio.
3.3 Il monitoraggio delle acque.
Premesso quanto riportato nel capitolo precedente, si rileva come annualmente vengono
prodotti per ogni trimestre i rapporti di analisi riferiti alle acque relative al piezometro n.
1, piezometro n. 2, acqua di pozzo(area servizi), al percolato, al rio Serravalle, alle acque di
ruscellamento superficiali lato Piasco e Venasca.
Dai certificati delle analisi chimico-fisiche redatte per il 2014 e riferite alle acque
sotterranee, si é constatato come tutti i valori dei parametri esaminati rientrassero
ampiamente sia nei limiti fissati dalla tab. 2 dell'allegato 5 alla parte IV del d.lgs. 152/06,
G.u. n. 88 del 14/04/2006, sia in quelli di soglia di attenzione (tab. B dell’allegato tecnico 2
dell’autorizzazione integrata ambientale e dal provvedimento provinciale n. 553/2011).
Anche per il percolato tutti i valori dei parametri esaminati per l'anno 2014 sono risultati
raffrontabili con quelli fissati dalla tab. 3 dell'allegato 5 alla parte III del d.lgs. 152/06, G.u.
n. 88 del 14/04/2006.
Relativamente al pozzo ad uso ufficio ed officina, il consumo annuo uffici (dicembre 2014 -
dicembre 2013) è risultato pari a 111 mc, mentre quello medio giornaliero é risultato pari a
circa 0,30 mc/d; il consumo annuo officina è stato invece pari a 373 mc, quello medio
giornaliero è risultato pari a circa 1,02 mc/d.
3.4 Il monitoraggio delle emissioni. Circa le emissioni in atmosfera relative alle esalazioni del biogas e alla qualità dell’aria,
precise rassicurazioni in merito all’assenza di odori caratteristici di rifiuti arrivano dalle
letture mensili eseguite dalla Speme con apposita attrezzatura. Dette misurazioni hanno
confermato la non rilevabilità di idrogeni solferati (H2S) e ammoniaca (NH3) in tutti i punti
osservati sia sotto che sopra vento
Anche in ordine alla produzione del biogas è stata osservata l’assenza di impatto olfattivo
sull’ambiente circostante.
Dal mese di settembre 2013 è iniziato un periodo di prova sperimentale per i pozzi n.ri 6, 7
e 8 (unici punti di esalazione dotati di flusso) con l'applicazione di n. 3 biofiltri per
l'eventuale abbattimento di CH4.
I biofiltri in dotazione ai pozzi 6, 7 e 8.
I valori in ingresso e in uscita dai suddetti biofiltri sono i seguenti:
DATA RILIEVO
POZZO N° 6 POZZO N° 7 POZZO N° 8 Ingresso
filtro Uscita filtro
Ingresso filtro
Uscita filtro
Ingresso filtro
Uscita filtro
Anno 2013
30.09.2013 44,7 0,0 16,0 0,0 45,6 0,0
31.10.2013 45,3 1,4 14,4 0,0 46,7 0,0
29.11.2013 46,3 0,0 12,7 0,9 47,2 0,0
27.12.2013 43,2 2,3 12,9 0,0 46,6 0,0
31.01.2013 44,2 1,4 40,1 2,6 44,7 0,4
Anno 2014
31.01.2014 44,2 1,4 40,1 2,6 44,7 0,4
28.02.2014 45,9 3,6 37,4 2,2 45,8 0,0
31.03.2014 46,2 0,5 41,5 3,2 45,1 0,3
30.04.2014 46,5 0,3 46,4 2,6 43,5 1,9
30.05.2014 44,5 2,1 46,3 1,6 45,8 1,6
30.06.2014 45,0 1,5 44,0 0,3 42,3 4,1
Nel mese di luglio 2014 sono stati applicati ai pozzi n. 2 e 10 i biofiltri per l'abbattimento eventuale del CH4 Data rilievo Pozzo 2 Pozzo 6 Pozzo 7 Pozzo 8 Pozzo 10 31.07.2014 48,1 - 12,8 45,1 - 06,8 45,7 - 1,5 45,5 - 1,5 44,5 - 12,2
29.08.2014 38,6 - 8,1 46,1 - 2,4 45,2 - 1,6 44,0 - 3,5 46,2 - 13,1
30.09.2014 11,6 - 0,9 44,5 - 1,2 46,6 - 1,7 45,2 - 9,6 44,1 - 2,0
31.10.2014 6,8 - 1,2 45,8 - 2,5 45,5 - 7,2 43,9 - 9,4 44,8 - 2,5
Nel mese di novembre 2014 é stato applicato anche al pozzo n. 3 il biofiltro per l'abbattimento eventuale del CH4 Data rilievo Pozzo 2 Pozzo 3 Pozzo 6 Pozzo 7 Pozzo 8 Pozzo 10
28.11.2014 10,4 - 1,4 43,7 - 8,1 43,2 - 3,1 44,6 - 2,1 45,6 - 1,1 44,8 - 2,1
30.12.2014 20,1 - 3,0 44,0 - 2,4 43,6 - 2,0 45,1 - 1,7 44,3 - 1,6 44,1 - 3,0
Sulla base delle osservazioni delle recenti indagini svolte dal consulente Speme (Emendo
s.r.l.) e convalidate dai rilievi svolti dai tecnici Arpa, si conferma che le modeste quantità
di biogas osservate rendono difficile l’applicazione di un impianto di aspirazione
forzata e termo-combustione controllata. Si ricorda infatti che gli impianti più piccoli
hanno una portata minima di 100 – 150 Nm3/h di biogas LFG50 e che il limite minimo
standard di metano per assicurare una adeguata combustione in torcia corrisponde al 25-
30%.
Come evidente la combustione presso una torcia ad alta temperatura (>850°C conforme al
d.lgs. 36/03) è garantita solo con una concentrazione di metano superiore al 30%.
Poiché la dotazione di fiaccole statiche (piccole torce senza aspirazione forzata da
posizionarsi sui pozzi) è da sconsigliarsi in quanto la combustione svolta è incompleta
(basse temperature e basse turbolenze) ed il rischio rappresentato dalle fiamme libere
delle fiaccole è sicuramente maggiore del potenziale beneficio apportato, si è fatto
ricorso all'unica soluzione attualmente applicabile per il trattamento dei soli punti di
esalazione dotati di flusso, ovvero alla bio-ossidazione.
L’ossidazione biologica di gas di discarica con basso potere calorifico prevede una
trasformazione a mezzo di microrganismi specifici del metano in anidride carbonica ed
acqua.
Sono state create piccole unità bio-ossidanti (circa 1000 litri) in corrispondenza degli
esalatori più attivi, senza pertanto dover “centralizzare” l’unità di trattamento.
Il flusso di esalazione è stato fatto confluire entro tali volumi con lo scopo di ridurre le
quantità di metano (trasformandola in anidride carbonica ed acqua) emessa in atmosfera.
Il biofiltro n. 10
Il monitoraggio dei biofiltri relativi all'anno 2014 ha evidenziato i seguenti risultati.
MONITORAGGIO BIOFILTRI 2014
DATA CAMINO CH4
INGRESSO CH4 CO2 O2 BAL
PRESSIONE PRESSIONE STATICA
USCITA BAROMETRICA INGRESSO USCITA
6 46,8 0,8 1 19,8 78,4 0 0
07/01/2014 7 18,9 0 10 13,7 76,3 943 0 0
8 45,7 0 0,7 19,8 79,5 0 0
6 45,2 1 1,6 19,6 77,8 0 0
14/01/2014 7 17,8 0 13,7 10,5 75,8 942 0 0
8 44,9 0 0,5 19,7 79,8 0 0
6 45,5 2,2 3,2 18,5 76,1 0 0
20/01/2014 7 13,4 0 22 1,6 76,4 944 0 0
8 44,9 0 0,5 19,5 80 0 0
6 44,2 1,4 3,1 17,8 77,7 0 0
31/01/2014 7 40,1 2,6 4,5 16,2 76,7 938 0 0
8 44,7 0,4 0,8 20,5 78,3 0 0
6 45,3 1,8 2,4 18,6 77,2 0 0
13/02/2014 7 29,1 0,5 5,1 17,1 77,3 939 0 0
8 45,8 0,7 0,9 18,4 80 0 0
6 45,9 3,6 3,6 18,2 74,6 0 0
28/02/2014 7 37,4 2,2 3 17,1 77,7 957 0 0
8 45,8 0,5 0,8 19,6 79,1 0 0
6 46,6 3,1 2,7 18,7 75,5 0 0
13/03/2014 7 33,5 0 0,,2 19,8 80 958 0 0
8 45,8 0 0,8 19,3 79,9 0 0
6 46,2 0,5 0,8 19,8 78,9 0 0
31/03/2014 7 41,5 3,2 3,8 17,9 75,1 952 0 0
8 45,1 0,3 1,5 19 79,2 0 0
6 44,1 1,1 1,5 18,6 78,8 0 0
14/04/2014 7 16,8 1 2,1 17,9 79 958 0,13 0
8 46,3 0,5 0,8 18,7 80 0 0
6 46,5 0,3 0,7 19,4 79,6 0 0
30/04/2014 7 46,4 2,6 3,1 17,9 76,4 943 0 0
8 43,5 1,9 2,2 18,6 77,3 0 0
6 45,8 1,9 2,2 18,3 77,6 0 0
14/05/2014 7 33,2 2,4 2,5 18,5 76,6 953 0 0
8 46,2 1,8 2,1 18,1 78 0 0
6 44,5 2,1 2,6 18,3 77 0 0
30/05/2014 7 46,3 1,6 1,9 19,1 77,4 947 0 0
8 45,8 1,6 1,7 19,4 77,3 0 0
6 48,5 1,9 1,5 18,4 78,2 0 0
13/05/2014 7 28,8 1,7 4,6 19 74,7 956 0 0
8 45,9 1,9 2,8 18,1 77,2 0 0
6 0,3 0,2 19,5 dati acquisiti dall'ente
23/06/2014 7 5 6 17 958 ARPA
8 12 10 16,5
6 45 1,5 2,5 18,2 77,8 0 0
30/06/2014 7 44 0,3 0,5 19,1 80,1 947 0 0
8 42,3 4,1 5,4 17,6 72,9 0 0
6 46,2 0,6 0,8 18 80,6 0 0
16/07/2014 7 46,6 0,9 2,4 16,8 79,9 957 0 0
8 44,4 4,3 5,9 16,1 73,7 0 0
2 48,1 12,8 14,4 12,6 60,2 0 0
6 45,1 0,8 1 18,6 79,6 0 0
31/07/2014 7 45,7 1,5 2,3 17,5 78,7 943 0 0
8 45,5 0,8 1,5 18,1 79,6 0 0
10 44,5 12,2 13,2 12 62,6 0 0
2 20,2 8,8 18,9 9,7 62,6 0 0
6 45 0,9 0,8 18,7 79,6 0 0
19/08/2014 7 45,7 1,5 2 18,5 78 949 0 0
8 45,6 2,1 2,5 18,1 77,3 0 0
10 44,6 7,9 8,2 15,8 68,1 0 0
2 38,6 8,1 9,3 14,5 68,1 0 0
6 46,1 2,4 2,5 17,6 77,5
0 0
29/08/2014 7 45,2 1,6 1,9 18,2 78,3 957 0 0
8 44 3,5 4 15,1 77,4
0 0
10 46,2 6,5 7,2 13,1 73,2 0 0
2 45,4 1,5 2,5 17 79 0 0
6 44,3 1,9 2 16,8 78,7
0 0
15/09/2014 7 46,4 2,5 2,8 15,9 78,8 952 0 0
8 45,2 1,7 2,1 16,3 79,9
0 0
10 44,8 2,7 3,1 15,4 78,8 0 0
2 11,6 0,9 3,7 16,6 78,8 0 0
6 44,5 1,2 1,5 17,1 80,2 0 0
30/09/2014 7 46,6 1,7 2,5 18 77,8 963 0 0
8 45,2 9,6 9,7 15,8 64,9 0 0
10 44,1 2 2,3 17 78,7 0 0
2 18,3 1,5 2,1 17,1 79,3 0 0
6 44,3 1,4 1,8 18,2 78,6 0 0
13/10/2014 7 44,9 2 2,4 15,9 79,7 949 0 0
8 45,2 3,5 4 15,1 77,4 0 0
10 44,1 1,1 3,2 15,4 80,3 0 0
2 6,8 1,2 5 12,6 81,2 0 0
6 45,8 2,5 2,1 18 77,4
0 0
31/10/2014 7 45,5 7,2 6 12,8 74 960 0 0
8 43,9 9,4 10,2 13,1 67,3
0 0
10 44,8 2,5 9,1 6,4 82 0 0
14/11/2014
2 15,1 3,5 14,3 6,7 75,5
952
0 0
3 44,2 26,5 35,6 2 35,9 0 0
6 44,4 7,8 3,4 18,7 70,1 0 0
7 45,8 8,5 3,3 17,1 71,1 0 0
8 45,4 18,6 22,4 10,2 48,8 0 0
10 44,1 4 13,3 11,2 71,5 0,11 0
28/11/2014
2 10,4 1,4 12,2 5 81,4
950
0 0
3 43,7 8,1 9 17 65,9 0 0
6 43,2 3,1 2,9 19,2 74,8 0 0
7 44,6 2,1 4 18,1 75,8 0 0
8 45,6 1,1 1,2 19,7 78 0 0
10 44,8 2,1 4,3 13 80,6 0 0
12/12/2014
2 25,6 2,1 7,3 6,2 84,4
954
0 0
3 44,1 6,5 7 9,3 77,2 0 0
6 44,4 2,8 2,5 18,2 76,5 0 0
7 45 2 3,7 18,2 76,1 0 0
8 44,3 1,7 1,9 18,7 77,7 0 0
10 44,7 2,3 3,4 14,2 80,1 0 0
30/12/2014
2 20,1 3 8,3 8,4 80,3
958
0 0
3 44 2,4 2,5 9,9 85,2 0 0
6 43,6 2 2,9 16,8 78,3 0 0
7 45,1 1,7 2,6 17,9 77,8 0 0
8 44,3 1,6 2,4 18 78 0 0
10 44,1 3 6,5 13,9 76,6 0 0
In merito all'efficienza dei biofiltri, calcolata sul rapporto tra la differenza della
concentrazione di metano secondo la seguente formula:
EffBF = (%CH4 prima BF - %CH4 dopo BF) / %CH4 prima BF ,
i risultati ottenuti hanno evidenziato prestazioni medie superiori al 96%. Si ritiene che la
condizione di flusso molto modesta, come verificato nel corso dei rilievi, contribuisca ad
incrementare l'azione di adsorbimento della massa filtrante.
Inoltre, in data 23 giugno 2014 l'ARPA Piemonte ha eseguito un rilievo sugli stessi punti
osservati nel corso della indagine e del monitoraggio esposto.
Dalle osservazioni eseguite, ARPA il 23/06/2014 ha rilevato come:
nei pozzi dotati di biofiltro (6-7-8) le emissioni a valle del trattamento siano
risultate minime;
presso alcuni pozzi non ancora dotati di biofiltro (2-3-10) le concentrazioni siano
state superiori al 10%.
A tal proposito si osserva come le determinazioni condotte dall'ARPA siano state
caratterizzate dall'approfondimento della sonda di rilievo all'interno delle tubazioni
emergenti dal terreno.
Tuttavia, sulla base delle valutazioni dell'ARPA, confermate in parte (pozzo 10) dei rilievi
eseguiti in data 3/7/2014, e degli ottimi risultati fino ad ora evidenziati dai biofiltri,
Speme, come abbiamo visto, ha ritenuto di ampliare la dotazione di trattamento
(biofiltri) anche ai restanti pozzi mantenendo la stessa tipologia costruttiva e gestionale.
In definitiva la situazione aggiornata in ordine alla posizione dei biofiltri attuale é
illustrata nello schema seguente.
4. L'IMPIANTO DI TRATTAMENTO PERCOLATO.
Con determinazione n. 146 del 19/01/2010 il Dirigente del Settore Tutela Ambiente della
Provincia di Cuneo ebbe ad autorizzare la realizzazione e gestione di un impianto di
trattamento del percolato prodotto dalla discarica e l'attivazione dello scarico in corpo
idrico superficiale delle acque reflue industriali.
L'impianto è entrato in esercizio il 01/06/2010 e sino al 26/08/2010 si è protratta la fase di
avviamento e di messa a regime.
Le analisi chimiche e chimico-fisiche delle acque di percolazione in uscita dall'impianto di
trattamento vengono analizzate mensilmente dal Laboratorio Gem Chimica di Busca (Cn)
con riferimento alla tabella 3, all. 5, parte III, d.lgs. 152/06.
Il fango di risulta dell'impianto di trattamento del percolato viene smaltito all'interno
della discarica. Anche per il suddetto fango vengono effettuate le analisi chimiche e
chimico-fisiche di laboratorio e la determinazione del potere calorifico inferiore. I risultati
delle analisi vengono posti a confronto con i valori di cui alla tabella 5 del D.m.
27/09/2010, G.u. n. 281 del 01/12/2010 (limiti nell'eluato per rifiuti non pericolosi). Il
potere calorifico inferiore accertato sino ad oggi varia da 2.243 a 3.986 KJ/Kg.
Il consumo totale di energia è stato pari a 27.890 Kw - 21.186 Kw = 6.704 Kw, quello medio
giornaliero, invece, è risultato pari a 6.704 Kw/235 d = 28,53Kw/d.
Durante la fase di esercizio, l'impianto subirà dei fermi macchina di routine necessari per
l'effettuazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. La descrizione,
la data e il nominativo dell'operatore che effettuerà l'intervento saranno riportati nel
registro di conduzione dell'impianto di depurazione del percolato, al pari della
descrizione degli interventi da attuarsi durante la fase di gestione.
5. LA MANUTENZIONE E LE AZIONI CORRETTIVE DEI SISTEMI DI TRASPORTO
DEL PERCOLATO.
Perdite di percolato
In caso (improbabile) di trasudamento di percolato attraverso il corpo della discarica si
procederà al ripristino dell’integrità della stessa.
Nel contempo si dovrà intensificare l’estrazione del percolato, valutando la possibilità di
perforare un pozzo in prossimità della perdita.
Dati di produzione
Se a causa di anomalie allo stato non ipotizzabili, i dati di produzione evidenziassero
un’eccessiva formazione di percolato con formazione di battenti idraulici pericolosi per la
stabilità della massa dei rifiuti con rischio di contaminazioni, verranno attuati gli
interventi necessari ad aumentare l’efficienza di estrazione del liquido, quali ad esempio:
Verifica accurata della funzionalità del sistema di estrazione e della necessità di
integrazione dello stesso attraverso l’esecuzione di ulteriori pozzi di estrazione;
Aumento della frequenza di emungimento.
Intasamento delle tubazioni principali
In caso di intasamento delle tubazioni principali, si procederà al lavaggio del tubo
mediante l’invio di getti d’acqua in pressione o di siluri disintasanti.
6. DRENAGGIO ACQUE DI PIOGGIA
Lungo tutto il perimetro della discarica sono presenti canalizzazioni di gronda per la
raccolta e l’allontanamento delle acque di pioggia, realizzate sia con elementi
prefabbricati e/o in c.a. sia mediante fossi in grado di smaltire anche le piogge intense di
breve durata che investono la superficie della discarica, e per le quali è stato calcolato un
tempo di ritorno di almeno 10 anni. Tali canalizzazioni durante tutta la fase di gestione
confluiscono nella rete di drenaggio superficiale naturale della zona.
Inoltre, a discarica colmata, è prevista la possibilità di raccolta delle acque di pioggia sulla
sommità della discarica tramite canalizzazioni prefabbricate per evitare un’eccessiva
erosione durante la fase iniziale del recupero della superficie della discarica. Va ricordato
che le acque di provenienza esterna, non venute a contatto coi rifiuti o con la zona
operativa, sono esenti da contaminazione.
7. VIABILITÀ A SERVIZIO DELL’IMPIANTO ED AREE DI SERVIZIO
La funzionalità della discarica è anche garantita da una buona mobilità dei mezzi di
trasporto; a questo scopo sono state previste aree e piazzali di manovra.
La sicurezza per l’ingresso e l’uscita dei mezzi dell’impianto è garantita da uno svincolo
in fregio alla strada di accesso, unicamente a servizio dell’impianto.
Il cancello principale è posizionato, rispetto alla linea di confine, in maniera tale da evitare
che i mezzi in attesa di essere ammessi all’impianto ingombrino lo svincolo.
Per quanto detto sopra gli accessi e la viabilità sono forniti di opportune segnalazioni e di
un impianto di illuminazione adeguato.
Grazie al sistema viabilità-gestione previsto per quest’impianto il movimento dei mezzi al
di fuori dell’area di servizio sarà estremamente limitato, riducendo così l’effetto della
discarica vista come un cantiere permanente durante tutto il periodo della gestione.
Lo spazio di movimento dei mezzi nell’area servizi è inoltre asservito da un impianto di
irrigazione artificiale per limitare l’eccesso di polvere e fango, favorire il deflusso delle
acque superficiali naturali e/o di lavaggio e rendere conseguentemente più celere ed
efficiente la gestione.
8. SISTEMI DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI.
Al fine di ridurre le emissioni originate dalla dispersione eolica del rifiuto e le emissioni di
polveri, sono previste le seguenti misure:
Evitare di tenere inutilmente accesi i motori degli automezzi e degli altri
macchinari;
I mezzi circolanti all’interno della rete viaria dovranno rispettare una velocità
molto bassa;
Le strade di accesso alle zone di coltivazione saranno, in condizioni di bassa
umidità e in periodi siccitosi, periodicamente innaffiate;
I rifiuti conferiti saranno coperti al termine di ogni giornata con strati di terreno.
9. STABILITÀ DEI RIFIUTI E CALCOLO DEI CEDIMENTI.
In ordine alla determinazione del grado di stabilità in cumulo del materiale oggetto di
stoccaggio, v.si relazione “Le analisi di stabilità” allegata. Ad essa si rimanda per un esame
di dettaglio. Alla stessa relazione si rimanda il lettore in ordine ai cedimenti: da essa
arrivano precise indicazioni in merito alla stima degli stessi.
10. SIGILLATURA SUPERFICIALE, RECUPERO AMBIENTALE E PROCEDURA DI
CHIUSURA.
Dopo la deposizione dell’ultimo strato si provvederà a sigillare la sommità della discarica
in modo da impedire l’infiltrazione di acque di pioggia e da favorire lo sviluppo della
vegetazione. La pendenza minima delle falde della copertura sarà non inferiore al 2%.
Nel corso dell’assestamento della discarica si provvederà al controllo della regolarità della
stratificazione superficiale, effettuando, nel caso, eventuali ricarichi per la
regolarizzazione dei cedimenti.
Il recupero ambientale si completa con l’inerbimento dell’intera superficie della discarica
e delle relative scarpate, mediante semina o, se del caso, idrosemina, nonché con la messa
a dimora di arbusti ed alberi di medio fusto rispondenti ai tipi vegetazionali del loco.
Sul punto v.si il “Piano di recupero ambientale” allegato.
Al termine della fase di coltivazione, si procederà alla chiusura della discarica che
comporta la realizzazione delle seguenti opere:
Opere generali di sistemazione viaria e di distribuzione dell’energia elettrica;
Opere per la raccolta ed il collettamento del biogas (biofiltri);
Opere di impermeabilizzazione e drenaggio superficiale (raccolta e
convogliamento delle acque piovane);
Opere di ripristino ambientale.
La procedura di chiusura della discarica verrà attuata secondo quanto previsto e
concordato con gli Enti competenti e sarà composta sia da atti di tipo burocratico-
amministrativo sia di tipo tecnico.
In particolare, dal punto di vista tecnico sarà tra l’altro verificata la conformità della
morfologia della discarica e la capacità di allontanamento delle acque meteoriche rispetto
a quanto previsto in progetto.
Sulle modalità e sulle caratteristiche del recupero ambientale è stato elaborato nello
specifico un “Piano di recupero”; ad esso e ai suoi allegati si rimanda per una visione
d’assieme.
11. RISORSE NECESSARIE PER L’INTERVENTO MANUTENTIVO
Per una discarica, in genere, gli interventi di manutenzione e le azioni correttive da
attuarsi sulla base dei controlli effettuati possono consistere , specialmente in caso di
condizioni anomale o di emergenza, in interventi di entità considerevole e richiedere
coperture finanziarie rilevanti.
Nel presente piano sono stati indicati solo alcuni dei possibili interventi di ripristino della
funzionalità del sistema in caso di perdita di efficienza: nella maggioranza dei casi ,
infatti, la scelta dell’intervento tecnicamente ed economicamente più idoneo non può
essere definita a priori ma deve, necessariamente, essere valutata caso per caso, in base
alle risorse disponibili e, comunque, commisurata alla gravità della disfunzione accertata
a seguito dei controlli.
12. LA GESTIONE DI EVENTUALI INCIDENTI.
La corretta gestione dell’impianto di smaltimento controllato sino ad oggi effettuata a
cura della S.p.e.m.e. S.r.l. non ha fatto registrare alcun incidente degno di menzione, nè
francamente essi sono ipotizzabili ove si consideri la particolare configurazione
geomorfologica dell’anfiteatro che ospita la discarica, l’assenza di falda freatica e/o di
confinamento a quote ragionevoli, la composizione merceologica dei rifiuti smaltibili,
l’assenza di battente idraulico di percolato sul fondo discarica nonchè la scrupolosa
attenzione e la professionalità messa in campo dai tecnici addetti alle operazioni
gestionali.
Ciò non di meno ogni possibile evento pericoloso che in ipotesi si dovesse manifestare è
stato attentamente considerato e valutato, ponendo in atto le relative misure cautelative
riassunte nel prospetto seguente
EVENTO MISURA ADOTTATA
Rischio di infiammabilità nel contorno degli
esalatori
Innalzamento dei camini
Segnaletica
divieto di fumare all’interno delle aree di
cantiere
delimitazione delle zone circostanti ai
pozzi mediante l’apposizione di paline e
nastri segnaletici
Interventi di manutenzione in zone a
ventilazione limitata (torrino di raccolta e
sollevamento percolato)
imbracatura dell’operatore
presenza di almeno due persone all’esterno
della zona a rischio per il recupero
d’emergenza dell’operatore
divieto di operazioni che utilizzino fiamme
libere o utensili elettrici
segnalatore portatile per l’accertamento di
presenza di gas infiammabili
inondazione nell’area di discarica per effetto
della bassa permeabilità dei rifiuti conferiti
le acque in eccesso vengono captate a
mezzo idrovera installata su una gru con
sbraccio L= 18 mt e collegata alle vasche di
raccolta del percolato e/o ad un mezzo
semovente(botte)
Incendio in area di discarica soffocamento immediato mediante
copertura di materiale terroso
13. IL RAGGIUNGIMENTO DEI LIVELLI DI GUARDIA DI INDICATORI DI
CONTAMINAZIONE.
La società S.P.E.M.E. S.r.l., come da prescrizione provinciale, è dotata di un programma di
analisi ambientali allo scopo di verificare:
eventuali fughe di percolato nella sottostante falda con conseguenti fenomeni
d’inquinamento;
emissioni dannose in atmosfera (essenzialmente metano e anidride carbonica).
Per quanto riguarda le emissioni liquide, in caso di raggiungimento dei livelli di guardia,
la procedura da seguirsi è la seguente:
rifacimento dell’analisi nel punto incriminato al fine di escludere eventuali errori di
determinazioni analitica.
In caso di conferma dei risultati si procede a ricostruire, nel raggio di azione del
punto incriminato , il plume d’inquinamento tramite rilievo elettromagnetico. Esso
opera in relazione alla teoria dell’induzione elettromagnetica ed alla conseguente
valutazione della conducibilità del terreno o di materiali sepolti, misurando la
risposta del suolo ad un campo magnetico indotto. In tal modo si può individuare
dove la dispersione di sostanze “attive” dal punto di vista ionico crea un aumento
della conducibilità elettrica. Così facendo si individuano i punti critici nei quali
intervenire.
L’intervento di risanamento può essere sostanzialmente di due tipi:
scavo e ripristino del telo di protezione in HDPE;
realizzazione di un ulteriore pozzo di raccolta del percolato e suo convogliamento
alle cisterne di accumulo;
Continuo monitoraggio ambientale.
Nel caso di eccessive dispersioni di metano e anidride carbonica in atmosfera, l’impianto
verrà immediatamente dotato di una centrale d’estrazione e combustione del biogas,
provvedendo nel contempo ad incrementare l’aspirazione agendo sulla regolazione delle
singole valvole che verranno installate sulla testa dei nuovi pozzi duali.
Se ciò non fosse sufficiente, così come analizzato per l’aspetto percolato, si provvederà
alla realizzazione di nuovi camini in modo da aumentare le zone di raccolte del biogas
evitando l’eccessiva dispersione corticale.
14. DISPERSIONI ACCIDENTALI DI RIFIUTI NELL’AMBIENTE.
Poiché la dispersione eolica dei rifiuti non si può materialmente manifestare in
conseguenza della natura tipologica degli stessi, l’unica dispersione accidentale di rifiuti
nell’ambiente che potrebbe in ipotesi eventualmente verificarsi è quella relativa alla
perdita di materiale da parte dei mezzi conferitori. Nel caso in cui ciò dovesse succedere,
si interviene mediante mezzi meccanici (pale meccaniche, ragni caricatori) coadiuvati, se
necessario, da manodopera protetta da appositi DPI al fine di rimuovere il materiale
disperso, conferendolo nelle zone di abbancamento dei rifiuti.
15. I CONTROLLI DELL'ARPA.
Annualmente l'Arpa effettua un sopralluogo finalizzato alla “verifica delle modalità di
gestione della discarica per rifiuti speciali e monitoraggio acque sotterranee, superficiali, percolato
ed emissioni in atmosfera”.
Nel 2014 l'Arpa ha effettuato due sopralluoghi: il primo è avvenuto in data 23 giugno,
mentre il secondo è stato effettuato in data 30 settembre 2014.
In tali occasioni l'ARPA ebbe a prelevare rispettivamente campioni delle acque di scarico
dell'impianto di depurazione dei campioni delle acque sotterranee e superficiali, nonché
ad effettuare, come abbiamo visto, misure delle concentrazioni di CH4, O2 e CO2 dei pozzi
esalatori in dotazione alla discarica.
All'esito di tali sopralluoghi é stata redatta in data 26 novembre 2014 la Relazione Tecnica
RT 1115/CN.
In esito ai campionamenti effettuati Arpa ha constatato come le prescrizioni autorizzative
del provvedimento AIA - SUAP n. 43/2013 fossero state in generale rispettate.