spigolature di una ragazza novantenne

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Elena Monciardini Palomba SPIGOLATURE DI UNA RAGAZZA NOVANTENNE

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Pensieri, ricordi, viaggi di mia madre

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Elena Monciardini Palomba

SPIGOLATURE DI UNA RAGAZZA NOVANTENNE

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Elena Monciardini Palomba

SPIGOLATUREDI UNA RAGAZZA NOVANTENNE

affetti, pensieri, viaggi

ROMA 2013

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Questi testi sono della nostra mamma e noi siamoorgogliose di presentare una riedizione di Spigolature diuna ragazza novantenne”. Già proprio così: una ragazzache fra qualche giorno compi novantacinque anni. È piùfacile e breve dirlo che scriverlo novantacinque anni,soprattutto se sono vissuti intensamente.

Desideriamo dirvi qualche cosa di più, cominciando da capo.La nostra mamma scrive da sempre, sia per lavoroche per passione. Scrive e scriveva con la penna e conla macchina da scrivere: la famosa Olivetti Studio cheancora possediamo. Il trasferimento elettronico è lavorodi Fiorella, così come l’impaginazione corredata dafotografie del genero.La cosa più sorprendente di questa ragazza è la grafia.Non potete credere, è uguale a quella dei suoi ventanni(noi non eravamo ancora nate), diritta, chiara, bella,senza tremolii di sorta, così come la firma.

Molti componimenti sono dedicati al papà mortogiovanissimo: un amore perenne. Altri a Civenna, unalocalità sul lago di Como, incorniciata dalle Grigne

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sempre innevate. Qui la mamma non solo soggiorna perlunghi periodi, ma considera una seconda patria questacittadina amena. Buona lettura.

16 ottobre 2010

* * *

Questo avevamo scritto due anni e mezzo fa.

Ora la mamma non c’è più: se n’è andata discretamenteper raggiungere, come ha scritto, il suo amore dopocinquantacinque anni di “separazione”.

Vogliamo raccogliere i suoi pensieri e i nostri in questanuova edizione che nella copertina immortala il sorriso didue giovani belli all’inizio del loro amore.

Nell’appendice c’è un lungo racconto del nostro papàdel 1951 (abbiamo il manoscritto), i nostri pensieri, quelli di Silvana (amica della mamma) e di Anna Luisa (amica di Fiorella).Troverete anche una intervista affettuosa del nipoteFederico: “La ragazza milanese”, in cui è palpabile tutta lacarica di energia della mamma. Era l’anno 2008 http://youtu.be/kawACnGjRRU

4 marzo 2013

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SPIGOLATUREDI UNA RAGAZZA NOVANTENNE

a mio nipote Federico

Milano 1935 - STIPEL Ufficio commutazione

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Ricordo di un amore

Immutata nel pensieroappare l’immaginedel tuo visoVola nella mentequale allodolas’innalzadalla cupa terraverso il cieloDell’amore il ricordoporta con séricchezza,e il cuore canta di gioia

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Ali spezzate

Giovane, bello, allegrocanta nel cuoretanto amoreAmore per la sposaper le bimbeArdente di speranzadi fiduciaper un futuro radiosodi paceCessò il cuoreil suo battito:un dardo infuocatospezzò le aliVolò in cielo l’anima suae mi attende

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Grazie

Civenna miahai accolto le spogliedell’amato maritoTi ringrazio!Hai nel sacrariol’immagine e la memoriadel fratello dispersoTi ringrazio!Anche la mia salmanell’ora della chiamatariposerà in teTi ringrazio!

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Buongiorno

Una voce mattutinacorre nell’eteredolcissimae l’affanno se ne vaDileguano le nottipaurosee il giorno confortatoriprendeColmano il cuore amaroraggi di lucela voce porta con sé

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Il cigno nel laghetto

Un vecchio cigno solitarios’adagiapensoso e stancosul piccolo specchio d’acquaAlza l’esile colloguarda i bimbiaffascinatidalla sua bianca figuraPoi fieroimprovvisamente scompareabbracciato dagli alberi chinisulle acque cangianti

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Ritornare

Bello è il ritornoalla mia città nataleMilano è un ricordodell’infanziadella giovinezzadel primo amoreTi rivedo con gioia, mia bella Milano!Mi commuove ricordarela pienezza della vitatrascorsaall’ombra della“bela Maduninache domina Milan”

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Plenilunio

Tramonta il solele ombre della seraoscuranoil lagoi montii paesi.La luna fa capolino.Dietro le Grigneun alone rosatopoi prorompebellamaestosaregina del lagoLampada accesacon scia d’argentoDimentichi pensieriangosce paureRiposi sognando

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Il passero solitario

Piccola creatura alatacerchi briciole di paneper sopravvivereall’oblio terreno

Con altriin fratellanza amorosa sfidiil freddoil caldol’arsurala fame

Piccoli esseritenerezza infinitaesempio di generositàprivi di egoismo umano

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Gocce di rugiada

Nei pratial mattinoi fiori assetati anelanostille di rugiada

Le corolle si apronoaccarezzatedai primi raggi del sole

Sono piccole gemmepreziosi donidel cieloinvito alla gioia

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Tramonto sul mare

Quando il giorno muoreil sole svaniscenell’immensità del mare.Piano, pianissimola sfera infuocatas’immerge nell’onda bluLo sfavillio degli ultimi raggiregala una pennellatadi luce doroPoi all’alba come sirenala sfera solare apparee ravviva l’anima un rinnovato amore

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Primavera capricciosa

Ciuffi di stelle doratemessaggere di primaveraCapricciosa è questa fataprigioniera del vento,della pioggia e della neveIl sole intristitoda nuvole ferrignenon dà caloreal cuoredesideroso di nuove fragranze

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Il caminetto

S’innalzano scintille allegramentee il fuoco divampanel caminetto anticoSalgono fiamme luminosestrane sembianzestelline luccicanti vivaci follettidiavolini impazzitiAmmirare è un’estasiMezzanotte suonanel campanile accantoIl caminetto lentamentesi spegne.Il cuore sogna

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L’aquilone

Dalla terra al cielopiano piano s’innalzavolteggia e va.Sempre più in altoGioiscono i bimbipadroni del filo.Audace sfida il vento dispettosoper conquistareil cieloPoi dona stelle dorateai bimbi soliche attendono una mamma e un papàper sempre

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L’autunno

Sera ottobrinaintorno al fuocole castagnescoppiettano allegramenteIl vento pungei pioppi stanchidella luce d’estateDanzano le foglie umidescivolano sul pratoe lo colorano di arcobalenoLe foglie secchesull’erbadormonoTu sogni l’odore del granoil fiore della camomilla al soleil colore scarlatto dei papaverinel campo di passeri affamati.

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Luna rossa

Nell’immensità pervincaun alone arancioneaccompagna la lunaEccola: scivolapiano pianoe nel suo splendore appareSfera di fuocoMarte guerrieroinsanguinaAi piedi il lagodisegnauna scia rossastradi insolita bellezzaPoi la lunasi perde poco a pocoe nell’acquasi smarrisce l’ombra luminosaAspettiamo, sognando,la magia di un nuovo ritorno

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Tramonto radioso

Mille raggicome frecce argentatescintillano nell’azzurro cieloe alle Grigne donanoultime pennellatedi rosso aranciatoI fiori baciatidal sole al tramontodolcemente riposanoGli uccellini lancianoallegri gorgheggianelando al nuovo giorno

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Sole nascente

Orizzonte rosacielo turcheselago argentatoè l’albaTimidamente spuntail soleRaggi tenuifasci di luceun faro accesoLuce vivissimanel cieloIl nuovo giornoal cuorerinnovala vita.

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Onde marine

Bianche onde spumeggiantibimbe vivacissime gareggianoin corsa frenetica verso la spiaggia traguardo agognatoBianche nuvolefarfalle capricciose volanoveloci fra cielo e mareLo sguardo ammiracon amoremeravigliagratitudinel’opera dell’infinito

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L’arcobaleno

Lampeggia il cieloLa buia pioggia cadeVento tuoni saetteE’ un passaggio velocePoi l’arcobaleno radiosospezza le nuvole foschearricchisce l’animoassetato di paceE’ quiete dopo la tempesta

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Inno alla luna

Improvvisa la luna apparenel cielo abbuiatoe il mare l’accogliela specchiaRegina della notteregna nel suo splendoree al mare regalal’argentea sua corona

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Inno al sole

Nuvole bianche nuvole grigiesi alternano nel cieloC’è uno squarcio di serenoe il sole fa capolinoE’ timoroso ha paura di essere prigionierodi mani nemicheE’ triste il sole!E’ desideroso di dare calorealla vitae tanto amore nel cuoredi tutti gli uomini.

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Pasqua

Suonate a festacampane civennesiil Redentore è risortoin un mattino di primaveraed è l’alba di PasquaGarrule rondinis’innalzano nel cieloper dare lode al SignoreNel campo di granotrionfano spighe efiori vermigliRaggi tenui del soleilluminano la terradove il mondo giaceTutt’intorno è gioia vita e amore

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Invito a Civenna

Fra verdeggianti pratifioriti ancora in autunno avanzatorespira Civenna e vi attendeUna sinfonia eccentricapettirossi e canarini regalanoal viandante smarrito nella sua maliaAlbe e tramontisquarciano le Grigne amatee infiammano il cuoreIl lago dipinge i riflessi del solee accoglie la lunacomplice di incontriUn abbraccio incantatoe l’anima sorridesbigottita nell’incantamento

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Piccolo zigano

Manina fragileaddestrataalle corde di violinoDa paesi lontani é venutovive senza casasenza ciboquasi mutoSono notedi tremule melodieeco del pentagramma musicaleAi passantievocatristezzagioiasperanza

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Flamenco

Danzatrici rutilantiespressione incognita e romanticaesaltazione dell’amoredella passionedella gelosiasentimenti contrastantinei gesti nei corpinei voltiMusica bizzarraarmoniosaesultanteSi dimentica ogni malein un obliosenza fineal suono delle naccherepulsa la mente e il cuore

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Il vento

Arroganteimpetuosoè il colpo di ventoTi assale alle spalletoglie il respiroscompiglia i capelliPoi se ne vacome un viandantefrettolosoRimane il freddonel corpo e nell’animama la volontà prevalee riprendi il cammino

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Fuochi d’artificio

Colonna di stelle luminoses’innalza dal mare

Trine merletti figurine insolitei maestri creano

A noi la gioia nel cuorel’incanto negli occhi

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Dedicato a Federico, il mio prediletto nipote,padre del caro Andrea.

Sorridano insieme.

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Il sorriso

Sorriso è un cielo vestito di dolce brezzain un frammento di maggio.Sorriso è il mare senza limiti e corniciin un paese lontano.Sorriso sono i bimbiperduti in giochi infinitiSorriso sono le mammeincantate dei loro bimbi.Sorriso siamo noiche nel groviglio degli annici illuminiamonel sorriso dell’Eterno.

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Tornare da Procida

Tornare a casa,lasciare la bellezzavissuta in serenitàè nostalgiaAlbe, tramontiovunque vaiappagano l’anima assetatadi silenzioCorre veloce l’aliscafonel mare una sciaspumeggianterompe la tranquillità dell’ondaE’ il tramonto.e il sole indora le acquetutto illuminacon gli ultimi raggi

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Gli scogli innamorati

Sono di pietra levigatafioriscono nel mare fluttuantetra onde di spumaSono così viciniche sembrano abbracciarsiin un atto d’amoreSfidano i venticon tenaciae al mare talvolta nemico diconoNon potrai mai grande redistruggere il nostro amoreil mondo intero ammirala nostra tenerezza

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Nel mare di Taormina

Vorrei immergerminel profondo abissoriemergere poinel tramonto infuocatocon rinnovato ardoree portare al mondola mia pace

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Segesta

Fantasmi di guerrieri normanniancora si aggiranofra le rovine della città perdutaNel campo disseminatod’erbacce e rocce sassoseormai sola si piange SegestaCorre veloce il mio pensieroE vedo elmi e destrieri solitariAggirarsi nel nulla

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Etna

Dalla profondità della terrasi alzavigorosa e ardentela voce del vulcanoLa lava infuocatascende irruentenessuna forza umanapuò arrestarlaPauroso,inesorabileè il suo cammino distruttorePoi resta solo cenere nera

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Terra rossa di Toscana

Campi verdeggianti,luminosità dello smeraldoRugiada che splendesu erba e fioriIl rosso fuoco della terraè un tocco magicovivo e maestosoGruppi d’agnellicome perlebiancheggiano al soleLa natura godeper le sue bellezzeL’uomo eleva cantia chi dà vita e amore

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Nonna ElenaRoma 2009

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La vecchiezza

Tarda è l’etàaffaticata la mentelo spirito vigila attentoil pensiero vaga nell’amore perduto.Sarà riannodato un giornoper l’eternità e sarà un incendioTi ritroverò, amore, aspettami

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Per Andrea

Sei arrivato in un giorno d’autunnoChe diceva futuroSei arrivato in un frammento di novembreHai rubato al cielo un pezzo di azzurroPer i tuoi occhi di rugiadaAl corallo il colore vermiglioPer le tenere labbraAlla luna il chiarorePer il tuo luminoso visettoSei arrivato al tuo primo compleanno,Gioia mia,Il mondo ti attende.

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APPENDICE

I Bimbi

Abitano nella volta celeste, lassù in alto, ove, talvolta,volgiamo lo sguardo per diventare migliori.La loro culla è al centro diogni stella.Le stelle brillano esplendono, perché riflettonoil loro sorriso.

Vagano nello spazio, sono sempre a noi d’intorno anchese non li vediamo,per scrutarci, studiarci, vigilarci e proteggerci.Sono tutti belli. Tutti felici.Solo il tempo li trasforma.

Non li porta la cicogna.Non li comprano i genitori.Non li manda Iddio per benedire le case.Vengono da soli.

Germogliano di sera, tra una tenue luce soffusa di poesia,fra tanto raccoglimento, nel gran silenzio di un baciosenza fine,in una aureola d’amore che non dovrebbe mai terminare.Sono i bimbi che si procurano una mamma e un papà.Scendono dal cielo per scegliere il papà e la mamma.Dicono:- Quando questi “ragazzi” saranno grandi completeremo

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la loro felicità sorridendo per essi. Aiutiamoli -

Si fanno d’attorno per avvicinare una ragazza ad ungiovanotto dopo averli scelti a convenienza. Li sospingono, li aiutano a comprendersi, a a realizzare i loro desideri,ad amarsi ed, infine, ad unirsi.La sera, a notte, veglianoil sonno delle fanciulle,ne raccolgono i sospiri,ne interpretano i sogni,analizzano i palpiti del cuore,ne aiutano le dolci intenzioni.

Poi fanno da Cherubini che cantano a festa nel dì dellenozze. Gettano petali di fiori al passaggio della sposa.Raccolgono e custodiscono il profumo del dono supremo.Dissipano ogni dolore, allontanano ogni malinconia.Rallegrano il focolare.Sono l’anello di congiunzionedi ogni umana gioia.Il conforto e la speranzadell’avvenire, la certezza diun migliore domani.

Sorridono sempre anchequando piangono. Il loropianto è armonia.Piangono per le pene di unamamma che soffre.E quando dormono riprendono le spoglie di angeli.

Di giorno scacciano i cattivi pensieri, perché irradianofelicità e benessere.Vincono le furie degli elementi, perché sommergono ogniaffanno.Hanno la forza del gigante,perché piegano ognimalattia.Hanno la potenza del sole,perché diradano le nubi diogni tristezza.Il loro sorriso è canto divino,è fonte arcana di vita.

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Era di maggio e c’erano le rose quando una bimbasi staccò dal cielo e trasmigrò dalla stella.Giunse sul finire dell’inverno per recare il tepore tiepidodella Primaveraportando squilli di felicità e di letizia.

Dopo, un poco più tardi, di dipartì verso l’Ave Maria,ai primi d’autunno per tornare, ai primi raggi d’estate,con una piccola Margherita per mano.

Adesso crescono e sono felici.Tanti occhi le vegliano.Due cuori fremono per loro.

Fiorenzo Palomba 2 ottobre 1951

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Alla mia mamma

Ero una bimba capricciosaTu la mia mammaFragile, dolce, bellissimaSempre vicino a me.Ero un’adolescente ribelleTu la mia mammaMalinconica, severa, bellissimaSempre vicino a me.Ora sono una donnaE tu sei sempre la mia mammaFaro della mia vitaRoccia nelle avversità e nella malattiaSempre vicino a me.

Fiorellaottobre 2010

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A mia madre

Riprenditi tutti i bacie tutte le carezzeche mi hai datoRiprendeteli tuttie mettili sulla tua gobba di vedova,per una volta un peso dolceCome sei bianca,come sei bellaNelle tue vene salienti corre il tuo sangue,il mio sangue,sangue benedettoMadre mia,anima mia

Margheritagiugno 2010

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A mio padre

Caro Papà,non ti ho conosciuto, però la fede, l’amore e il ricordo dellamamma per te, beh, é come se fossi stato sempre con noi.La mamma mi ha insegnato che sei tu il mio Angelo Custodeed io non solo lo credo ma ti sento.Non so dove sei, da qualche parte sarai: sarai sopra lamia spalla accucciato? Mi tieni per mano? Sei tu che midici certe cose all’orecchio? Occupi la mia testa: che spaziooccupi?Qualunque spazio occupi tu, devo fare più posto adesso...per te e per la mamma. Sento che sta per raggiungerti, peròti avverto: non sta correndo, non che non voglia, ma semplicementee saggiamente aspetta il tempo giusto, tu che sei ilsuo amore bello.Avrò, pensa, due angeli custodi che lavoreranno per me; chebellezza! e anche se il dolore sarà insopportabile e nientesarà più come prima, mi consolerò vedendo le vostre aliFinalmente unite. Costantemente.

Margherita

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Cara Elena

Finalmente sei arrivataAll’orizzonte di una nuovaEterna primaveraE ti vedo leggeraPrincipessa etereaLa corona di rubiniSanno i tuoi capelliDi rugiade e brezzeColgono dita gaieMargheritineAll’amato ne fai donoCavalcate arcobaleniTu sorridiInfiammata di armoniaPoi ti volgiA un fiore spezzatoE soffi una rimaScreziata di divinoLa mente si veste di magiaUn’immagine penetraLa ricerca superioreTi muovi sui sentieriSpolverati di misteroNon è aspro il ventoTutto è danza e coloreStella splendenteMusica nel cuore

con affetto e amicizia senza tramonto

silvana giuseppe tommaso david

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A Fiorella

Una ragazza dai capelli grigivolto miniatodal poeta tempoLascia che ti guardimadreè tanto che ti sognoinesplicabile auroradel viver miolascia ch’io ti guardilà dove tu sei.Giardini dell’Elisoci vedranno unitepasseggiare.Io ti ritroveròIo, grigia ragazzacome te.

Anna Luisa Manca Carosiomarzo 2013

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Indice

Ricordo di un amoreAli spezzateGrazieBuongiornoIl cigno nel laghettoRitornarePlenilunioIl passero solitarioGocce di rugiadaTramonto sul marePrimavera capricciosaL’aquiloneIl caminettoL’autunnoLuna rossaTramonto radiosoOnde marineSole nascenteL’arcobalenoInno alla lunaInno al soleInvito a CivennaPasquaPiccolo ziganoFlamencoIl ventoFuochi d’artificioIl sorrisoTornare da ProcidaGli scogli innamoratiNel mare di Taormina

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SegestaEtnaTerra rossa di ToscanaLa vecchiezzaPer AndreaAPPENDICEI bimbiAlla mia mammaA mia madreA mio padreCara ElenaA Fiorella

Fotografie di Scipione Semeraro

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La scrittura poetica è stata compagna della sua vita sia nei momenti di gioia che in quelli di dolore: è un dono che ha coltivato fin da bambina. La mamma lo ricordava di frequente.

Il ricordo del marito anima ogni scritto insieme alla natura e a Civenna, sul lago di Como, che considera la seconda patria.

Era nata a Milano nel 1915 dove ha trascorso gran parte della sua vita. Ha dedicato il suo tempo al lavoro come assistente del personale Telecom (allora Stipel e poi Sip), alle figlie, al nipote Federico, alla poesia e al volontariato, occupandosi degli ultimi e dei malati.

Ha ricevuto per gli scritti poetici riconoscimenti e attestati.

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