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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti, 1997) - ABACO Edizioni, Forlì, 2000 SPUNTI METODOLOGICI SUI DATI FAUNISTICI DI COPPA NEVIGATA Gianni SIRACUSANO Riassunto Nell'indagine archeozoologica dovrebbe essere molto sentita, perché indispensabile per una disciplina scientifica, la necessità di ampliare le possibilità di confronto e di uniformare i metodi indagine. Ciononostante, solo pochi autorevoli studiosi hanno posto la loro attenzione scrivendo saggi volti alla ricerca di una sintesi metodologica e non è raro trovare ricerche molto interes- santi, ma con dati poco utilizzabili per un confronto. La natura stessa di questo campo di ricerca lascia ancora ampi spazi alla soggettività e alla interpretazione. Oltre ad aggiornare le informazioni relative ai resti faunistici, questo articolo vorrebbe rappresentare un piccolo contributo per uno standard di lavoro comune proponendo alcune correlazioni tra dati come indici di riferimento. Il gran numero di campioni faunistici raccolti a Coppa Nevigata ha permesso, anche, di trarre vantaggiose informazioni dalla con- sistenza dei dati, rendendo così possibile il confronto più oggettivo di elementi con maggiore certezza di identificazione e di quantifi- cazione, quali, ad esempio, il numero di ossa misurate (OM), con dati meno precisamente determinabili come il numero totale dei frammenti (NF) e con quelli ancor più soggettivi come il minimo numero degli individui (NMI). Si verificano, inoltre, le attribuzioni delle età di morte e si confrontano le cur\>e di mortalità rilevate dalla dentizione con l'analisi delle saldature delle epifisi. Parole chiave Indice di identificazione, indice di frammentazione, indice di uti- lizzazione risorse, ossa misurabili, curve di mortalità. Stima dei reperti In relazione alle esigenze sentite dagli archeozoologi di trovare metodologie comuni tali da permettere ampie possi- bilità di confronto tra i dati di diversi siti (Albarella, 1995) si tenta qui di proporre una sorta di "mozione d'ordine" da cui partire per stimolare nuove sintesi, contestazioni o, infi- ne, altre riflessioni. Ci si chiede: quanto è importante il virtuosismo dello stu- dioso nella stima di un campione faunistico? In altre parole: è possibile ottenere gli stessi risultati considerando validi solo i dati effettivamente riscontrabili (misurabili) rispetto ad uno studio più analitico che cerca di dare un'attribuzione tassonomica al maggior numero di frammenti? E frequente, in letteratura, trovare evidenziato il numero totale dei resti. È altrettanto frequente leggere come "cap- pello" introduttivo un commento riguardante il cattivo stato di conservazione dei reperti faunistici. Per anni, in contrasto con quanto mi suggeriva il mio mae- stro Sandor Bokönyi, oltre ai consueti conteggi dei fram- Summary METHODOLOGICAL CUES FROM SOME FAUN AL DATA ABOUT COPPA NEVIGATA There is a keen interest in the archaeozoological research, about the necessity to broaden possibility of comparison and standardize investigation methods. In fact the achievement of a common method-line for the archaeozoological research has been the main effective of several articles by renowned authors. Nevertheless it is not unusual to find very interesting researches supported by only few useful comparable elements, so that such works cannot sati- sfactorily be utilized. The nature itself of this science allows a wide range of subjectivity and this article is intended as a little contri- bute to reduce it by relating some data as landmark index for a standardization besides bringing up to date the faunal record of the site. The large number of faunal remains here collected allows to draw favorable information from the stock of the quantifiable data, and consequently to carry out a more factual comparison. In such way it has been possible to appreciate quantitatively the differen- ces between specimens with better identification certainties , such as the Number of Misurable Bones (MB) and those less precisely determinable such as the Number of Fragments (NF) and that together with the furthermore subjective ones, as the Minimum Number of Individuals (MNI). Moreover ageing and mortality pro- files resulting from the observation of dentitionare comparable to those coming from the survey of epiphisal welding. Keywords Identification index, integrity index, resourches exploitation index, misurable bones, mortality profile. menti identificati, ho contato anche tutti i frammenti che non riuscivo a classificare. Per lo più si trattava di schegge. Tra queste, la grande maggioranza di quelle riconoscibili è costi- tuita da costole e in misura minore da vertebre la cui collo- cazione sistematica non sempre é agevole. Questo materiale è stato finora inutilizzato. E stato un lavoro inutile? Per prin- cipio non butto mai niente, perciò ho deciso di vedere se è possibile avvalersi di questa informazione o se è invece più produttivo abbandonare questo conteggio. Partendo dall'assunto che tutti i ricercatori procedono allo stesso modo, ho pensato che tutto questo lavoro potesse essere meglio utilizzato se inserito in una serie di parametri da usare eventualmente per confronto, o come punto di par- tenza per un'indagine tafonomica. L'analisi in questione è stata fatta per i campioni raccolti dal 92 al 96. Sono stati raccolti ed identificati come reperti faunistici 16612 campioni; 7550 (49,1%) (Tab.l) di questi mostravano elementi diagnostici da cui è stato possibile risa- lire alla posizione tassonomica. Per esprimere questa situa- zione si potrebbe individuare un valore numerico che ho 81 Atti del Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti , 1997) - ABACO Edizioni, Forll, 2000 SPUNTI METODOLOGICI SUI DATI FAUNISTICI DI COPPA NEVIGATA Gianni SIRACUSANO Riassunto Nell'indagine archeozoologica dovrebbe esse re molto sentita, perchi indispensabile per una disciplina scientifica, la necessita di ampliare le possibilita di confronto e di uniformare i metodi di indagine. Ciononostante, solo pochi autorevoli studiosi hanno posto la loro attenzione scrivendo saggi volti alia ricerca di una sintesi metodologica e non e raro trovare ricerche molto interes- santi, ma con dati poco utilizzabili per un confronto. La natura stessa di questo campo di ricerca lascia ancora ampi spazi alla soggettivita e alia interpretazione. Oltre ad aggiornare le informazioni relative ai restifaunistici, questo articolo vorrebbe rappresentare un piccolo contributo per uno standard di lavoro comune proponendo alcune correlazioni tra dati come indici di riferimento. Il gran numero di campionifaunistici raccolti a Coppa Nevigata ha permesso, anche, di trarre vantaggiose informazioni dalla con- sistenza dei dati, rendendo COS! possibile il confronto piu oggettivo di elementi con maggiore certezza di identificazione e di quantifi- cazione, quali, ad esempio, il numero di ossa misurate (OM), con dati meno precisamente determinabili come il numero totale dei frammenti (NF) e con quelli ancor piu soggettivi come il minimo numero degli individui (NMI). Si verificano, inoltre, le attribuzioni delle eta di morte e si confrontano le curve di mortalita rilevate dalla dentizione con l'analisi delle saldature delle epifisi. Parole chiave Indice di identificazione, indice di frammentazione, indice di uti- lizzazione risorse, ossa misurabili. curve di mortalita. Stima dei reperti In relazione alle esigenze sentite dagli archeozoologi di trovare metodologie comuni tali da permettere ampie possi- bilita di confronto tra i dati di diversi siti (Albarella, 1995) si tenta qui di proporre una sorta di "mozione d' ordine" da cui partire per stimolare nuove sintesi, contestazioni 0, infi- ne, altre riflessioni. Ci si chiede: quanto e importante il virtuosismo dello stu- dioso nella stima di un campione faunistico? In altre parole: e possibile ottenere gli stessi risultati considerando validi solo i dati effettivamente riscontrabili (misurabili) rispetto ad uno studio piu analitico che cerca di dare un'attribuzione tassonornica al maggior numero di frammenti? E frequente, in letteratura, trovare evidenziato il numero tot ale dei resti. E altrettanto frequente leggere come "cap- pello" introduttivo un commento riguardante il cattivo stato di conservazione dei reperti faunistici. Per anni, in contrasto con quanto mi suggeriva il mio mae- stro Sandor Bokbnyi, oltre ai consueti conteggi dei fram- Summary METHODOLOGICAL CUES FROM SOME FAUNAL DATA ABOUT COPPA NEVIGATA There is a keen interest in the archaeozoological research. about the necessity to broaden possibility of comparison and standardize investigation methods. In fact the achievement of a common method-line for the archaeozoological research has been the main effective of several articles by renowned authors. Nevertheless it is not unusual to find very interesting researches supported by only few useful comparable elements, so that such works cannot sati- sfactorily be utilized. The nature itself of this science allows a wide range of subjectivity and this article is intended as a little contri- bute to reduce it by relating some data as landmark index for a standardization besides bringing up to date thefaunal record of the site. The large number of faunal remains here collected allows to draw favorable information from the stock of the quantifiable data. and consequently to carry out a more factual comparison. In such way it has been possible to appreciate quantitatively the differen- ces between specimens with better identification certainties. such as the Number of Misurable Bones (MB) and those less precisely determinable such as the Number of Fragments (NF) and that together with the furthermore subjective ones, as the Minimum Number of Individuals (MNI). Moreover ageing and mortality pro- files resulting from the observation of dentitionare comparable to those coming from the survey of epiphisal welding. Keywords Identification index, integrity index. resourches exploitation index. misurable bones, mortality profile. menti identificati, ho contato anche tutti i frammenti che non riuscivo a classificare. Per 10 piu si trattava di schegge. Tra queste, la gran de maggioranza di quelle riconoscibili e costi- tuita da costole e in misura minore da vertebre la cui collo- cazione sistematica non sempre e agevole. Questo materiale e stato finora inutilizzato. E stato un lavoro inutile? Per prin- cipio non butto mai niente, percio ho deciso di vedere se e possibile avvalersi di questa informazione 0 se e invece piu produttivo abbandonare questo conteggio. Partendo dall'assunto che tutti i ricercatori procedono allo stesso modo, ho pensato che tutto questo lavoro potesse essere meglio utilizzato se inserito in una serie di parametri da usare eventualmente per confronto, 0 come punto di par- tenza per un' indagine tafonomica. L' analisi in questione e stata fatta per i campioni raccolti dal 92 al 96. Sono stati raccolti ed identificati come reperti faunistici 16612 campioni; 7550 (49,1 %) (Tab. 1 ) di questi mostravano elementi diagnostici da cui e stato possibile risa- lire alla posizione tassonomica. Per esprimere questa situa- zione si potrebbe individuare un valore numerico che ho 81

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti, 1997) - ABACO Edizioni, Forlì, 2000

SPUNTI METODOLOGICI SUI DATI FAUNISTICI DI COPPA NEVIGATA

Gianni SIRACUSANO

Riassunto Nell'indagine archeozoologica dovrebbe essere molto sentita,

perché indispensabile per una disciplina scientifica, la necessità di ampliare le possibilità di confronto e di uniformare i metodi dì indagine. Ciononostante, solo pochi autorevoli studiosi hanno posto la loro attenzione scrivendo saggi volti alla ricerca di una sintesi metodologica e non è raro trovare ricerche molto interes-santi, ma con dati poco utilizzabili per un confronto.

La natura stessa di questo campo di ricerca lascia ancora ampi spazi alla soggettività e alla interpretazione. Oltre ad aggiornare le informazioni relative ai resti faunistici, questo articolo vorrebbe rappresentare un piccolo contributo per uno standard di lavoro comune proponendo alcune correlazioni tra dati come indici di riferimento.

Il gran numero di campioni faunistici raccolti a Coppa Nevigata ha permesso, anche, di trarre vantaggiose informazioni dalla con-sistenza dei dati, rendendo così possibile il confronto più oggettivo di elementi con maggiore certezza di identificazione e di quantifi-cazione, quali, ad esempio, il numero di ossa misurate (OM), con dati meno precisamente determinabili come il numero totale dei frammenti (NF) e con quelli ancor più soggettivi come il minimo numero degli individui (NMI). Si verificano, inoltre, le attribuzioni delle età di morte e si confrontano le cur\>e di mortalità rilevate dalla dentizione con l'analisi delle saldature delle epifisi.

Parole chiave Indice di identificazione, indice di frammentazione, indice di uti-lizzazione risorse, ossa misurabili, curve di mortalità.

Stima dei reperti In relazione alle esigenze sentite dagli archeozoologi di

trovare metodologie comuni tali da permettere ampie possi-bilità di confronto tra i dati di diversi siti (Albarella, 1995) si tenta qui di proporre una sorta di "mozione d'ordine" da cui partire per stimolare nuove sintesi, contestazioni o, infi-ne, altre riflessioni.

Ci si chiede: quanto è importante il virtuosismo dello stu-dioso nella stima di un campione faunistico? In altre parole: è possibile ottenere gli stessi risultati considerando validi solo i dati effettivamente riscontrabili (misurabili) rispetto ad uno studio più analitico che cerca di dare un'attribuzione tassonomica al maggior numero di frammenti?

E frequente, in letteratura, trovare evidenziato il numero totale dei resti. È altrettanto frequente leggere come "cap-pello" introduttivo un commento riguardante il cattivo stato di conservazione dei reperti faunistici.

Per anni, in contrasto con quanto mi suggeriva il mio mae-stro Sandor Bokönyi, oltre ai consueti conteggi dei fram-

Summary METHODOLOGICAL CUES FROM SOME FAUN AL DATA ABOUT COPPA NEVIGATA

There is a keen interest in the archaeozoological research, about the necessity to broaden possibility of comparison and standardize investigation methods. In fact the achievement of a common method-line for the archaeozoological research has been the main effective of several articles by renowned authors. Nevertheless it is not unusual to find very interesting researches supported by only few useful comparable elements, so that such works cannot sati-sfactorily be utilized. The nature itself of this science allows a wide range of subjectivity and this article is intended as a little contri-bute to reduce it by relating some data as landmark index for a standardization besides bringing up to date the faunal record of the site.

The large number of faunal remains here collected allows to draw favorable information from the stock of the quantifiable data, and consequently to carry out a more factual comparison. In such way it has been possible to appreciate quantitatively the differen-ces between specimens with better identification certainties , such as the Number of Misurable Bones (MB) and those less precisely determinable such as the Number of Fragments (NF) and that together with the furthermore subjective ones, as the Minimum Number of Individuals (MNI). Moreover ageing and mortality pro-files resulting from the observation of dentitionare comparable to those coming from the survey of epiphisal welding.

Keywords Identification index, integrity index, resourches exploitation index, misurable bones, mortality profile.

menti identificati, ho contato anche tutti i frammenti che non riuscivo a classificare. Per lo più si trattava di schegge. Tra queste, la grande maggioranza di quelle riconoscibili è costi-tuita da costole e in misura minore da vertebre la cui collo-cazione sistematica non sempre é agevole. Questo materiale è stato finora inutilizzato. E stato un lavoro inutile? Per prin-cipio non butto mai niente, perciò ho deciso di vedere se è possibile avvalersi di questa informazione o se è invece più produttivo abbandonare questo conteggio.

Partendo dall'assunto che tutti i ricercatori procedono allo stesso modo, ho pensato che tutto questo lavoro potesse essere meglio utilizzato se inserito in una serie di parametri da usare eventualmente per confronto, o come punto di par-tenza per un'indagine tafonomica.

L'analisi in questione è stata fatta per i campioni raccolti dal 92 al 96. Sono stati raccolti ed identificati come reperti faunistici 16612 campioni; 7550 (49,1%) (Tab.l) di questi mostravano elementi diagnostici da cui è stato possibile risa-lire alla posizione tassonomica. Per esprimere questa situa-zione si potrebbe individuare un valore numerico che ho

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti , 1997) - ABACO Edizioni, Forll, 2000

SPUNTI METODOLOGICI SUI DATI FAUNISTICI DI COPPA NEVIGATA

Gianni SIRACUSANO

Riassunto Nell 'indagine archeozoologica dovrebbe esse re molto sentita,

perchi indispensabile per una disciplina scientifica, la necessita di ampliare le possibilita di confronto e di uniformare i metodi di indagine. Ciononostante, solo pochi autorevoli studiosi hanno posto la loro attenzione scrivendo saggi volti alia ricerca di una sintesi metodologica e non e raro trovare ricerche molto interes­santi, ma con dati poco utilizzabili per un confronto.

La natura stessa di questo campo di ricerca lascia ancora ampi spazi alla soggettivita e alia interpretazione. Oltre ad aggiornare le informazioni relative ai restifaunistici, questo articolo vorrebbe rappresentare un piccolo contributo per uno standard di lavoro comune proponendo alcune correlazioni tra dati come indici di riferimento.

Il gran numero di campionifaunistici raccolti a Coppa Nevigata ha permesso, anche, di trarre vantaggiose informazioni dalla con­sistenza dei dati, rendendo COS! possibile il confronto piu oggettivo di elementi con maggiore certezza di identificazione e di quantifi­cazione, quali, ad esempio, il numero di ossa misurate (OM), con dati meno precisamente determinabili come il numero totale dei frammenti (NF) e con quelli ancor piu soggettivi come il minimo numero degli individui (NMI). Si verificano, inoltre, le attribuzioni delle eta di morte e si confrontano le curve di mortalita rilevate dalla dentizione con l'analisi delle saldature delle epifisi.

Parole chiave Indice di identificazione, indice di frammentazione, indice di uti­lizzazione risorse, ossa misurabili. curve di mortalita.

Stima dei reperti

In relazione alle esigenze sentite dagli archeozoologi di trovare metodologie comuni tali da permettere ampie possi­bilita di confronto tra i dati di diversi siti (Albarella, 1995) si tenta qui di proporre una sorta di "mozione d' ordine" da cui partire per stimolare nuove sintesi, contestazioni 0, infi­ne, altre riflessioni.

Ci si chiede: quanto e importante il virtuosismo dello stu­dioso nella stima di un campione faunistico? In altre parole: e possibile ottenere gli stessi risultati considerando validi solo i dati effettivamente riscontrabili (misurabili) rispetto ad uno studio piu analitico che cerca di dare un'attribuzione tassonornica al maggior numero di frammenti?

E frequente, in letteratura, trovare evidenziato il numero tot ale dei resti. E altrettanto frequente leggere come "cap­pello" introduttivo un commento riguardante il cattivo stato di conservazione dei reperti faunistici.

Per anni, in contrasto con quanto mi suggeriva il mio mae­stro Sandor Bokbnyi, oltre ai consueti conteggi dei fram-

Summary METHODOLOGICAL CUES FROM SOME FAUNAL DATA ABOUT COPPA NEVIGATA

There is a keen interest in the archaeozoological research. about the necessity to broaden possibility of comparison and standardize investigation methods. In fact the achievement of a common method-line for the archaeozoological research has been the main effective of several articles by renowned authors. Nevertheless it is not unusual to find very interesting researches supported by only few useful comparable elements, so that such works cannot sati­sfactorily be utilized. The nature itself of this science allows a wide range of subjectivity and this article is intended as a little contri­bute to reduce it by relating some data as landmark index for a standardization besides bringing up to date thefaunal record of the site.

The large number of faunal remains here collected allows to draw favorable information from the stock of the quantifiable data. and consequently to carry out a more factual comparison. In such way it has been possible to appreciate quantitatively the differen­ces between specimens with better identification certainties. such as the Number of Misurable Bones (MB) and those less precisely determinable such as the Number of Fragments (NF) and that together with the furthermore subjective ones, as the Minimum Number of Individuals (MNI). Moreover ageing and mortality pro­files resulting from the observation of dentitionare comparable to those coming from the survey of epiphisal welding.

Keywords Identification index, integrity index. resourches exploitation index. misurable bones, mortality profile.

menti identificati, ho contato anche tutti i frammenti che non riuscivo a classificare. Per 10 piu si trattava di schegge. Tra queste, la gran de maggioranza di quelle riconoscibili e costi­tuita da costole e in misura minore da vertebre la cui collo­cazione sistematica non sempre e agevole. Questo materiale e stato finora inutilizzato. E stato un lavoro inutile? Per prin­cipio non butto mai niente, percio ho deciso di vedere se e possibile avvalersi di questa informazione 0 se e invece piu produttivo abbandonare questo conteggio.

Partendo dall'assunto che tutti i ricercatori procedono allo stesso modo, ho pensato che tutto questo lavoro potesse essere meglio utilizzato se inserito in una serie di parametri da usare eventualmente per confronto, 0 come punto di par­tenza per un' indagine tafonomica.

L' analisi in questione e stata fatta per i campioni raccolti dal 92 al 96. Sono stati raccolti ed identificati come reperti faunistici 16612 campioni; 7550 (49,1 %) (Tab. 1 ) di questi mostravano elementi diagnostici da cui e stato possibile risa­lire alla posizione tassonomica. Per esprimere questa situa­zione si potrebbe individuare un valore numerico che ho

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Siracusano G.

NF % % Cavallo 2 0 .05% 0 .03% Bue 819 20 .19% 10.85% Pecora 168 4 .14% 2 .23% Capra 34 0 .84% 0 .45% O/C 2466 60.80% 32.66% Maiale 441 10.87% 5.84% C a n e 126 3.11% 1.67% Tot. dorn. 4056 100.00% 53.72%

Cervo 440 5 .83% Capriolo 14 0 .19% Cinghiale 9 0 .12% Volpe 19 0 .25% Lepre 22 0 .29% Mustelidl 14 0 .19% Lupo 7 0 .09% Mm 137 1.81% G.rum. 242 3 .21% Uccelli 231 3 .06% Tartarughe 2201 29.15% Pesci 156 2 .07% Anf./rett. 2 0 .03% Tot. selv. 3494 46 .28% TOT 7550 100.00%

Tab.l. Numero resti identificati. Settori definiti 1992/96.

1992/96 Eq % Bos % Ovis % Capra % O/C % Sus % Canis % Cerv. % Capri % Cingh % Lepre % CORNA

Eq % 18 0.02 2 0.06 3 0.00 0.00 19 0.04 2 0.14

N. CRANIO 32 0.04 4 0.02 1 0.03 69 0.03 34 0.08 1 0.01 14 0.03 V. CRANIO 35 0.04 58 0.02 35 0.08 3 0.02 10 0.02 4 0.44 D suo 1 0.33 77 0.09 170 0.07 16 0.04 5 0.04 19 0.04 MAND 45 0.05 157 0.06 27 0.06 5 0.04 25 0.06 1 0.07 D Inf. 110 0.13 221 0.09 58 0.13 4 0.03 19 0.04 D ? 21 0.03 25 0.01 10 0.02 10 0.08 4 0.01 ATLANTE 5 0.01 1 0.01 6 0.00 2 0.00 1 0.01 1 0.05 EPISTROFEO 3 0.00 9 0.00 1 0.00 1 0.00 VERT. C. 2 0.00 4 0.00 2 0.00 2 0.00 VERT. T. 10 0.01 8 0.00 6 0.01 VERT. L. 7 0.01 1 0.03 17 0.01 1 0.00 3 0.01 1 0.05 VERT. S e Cg. 1 0.33 1 0.00 1 0.03 11 0.00 1 0.01 1 0.00 1 0.05 COSTE 37 0.05 243 0.10 19 0.04 17 0.13 22 0.05 6 0.30 SCAPOLA 11 0.01 14 0.09 2 0.06 92 0.04 13 0.03 3 0.02 11 0.03 OMERO 40 0.05 12 0.07 2 0.06 146 0.06 23 0.05 3 0.02 18 0.04 RADIO 30 0.04 8 0.05 3 0.09 173 0.07 14 0.03 4 0.03 19 0.04 4 0.29 ULNA 10 0.01 2 0.01 46 0.02 14 0.03 2 0.02 9 0.02 CARPO 11 0.01 2 0.06 23 0.01 11 0.02 1 0.01 14 0.03 Me 43 0.05 21 0.13 5 0.14 83 0.03 11 0.02 6 0.05 34 0.08 1 0.07 2 0.10 COXA 17 0.02 62 0.03 2 0.00 1 0.01 11 0.03 2 0.14 1 0.11 FEM/PAT 36 0.04 4 0.02 267 0.11 34 0.08 4 0.03 36 0.08 1 0.07 TIB/FIB 1 0.33 55 0.07 7 0.04 1 0.03 330 0.13 31 0.07 3 0.02 21 0.05 1 0.07 3 0.15 ASTR 11 0.01 17 0.10 9 0.00 5 0.01 1 0.01 10 0.02 CALCAGNO 11 0.01 9 0.06 2 0.06 9 0.00 9 0.02 6 0.05 4 0.01 TARSO 14 0.02 1 0.01 8 0.00 3 0.01 2 0.02 4 0.01 2 0.22 Mt 49 0.06 12 0.07 3 0.09 151 0.06 13 0.03 10 0.08 34 0.08 2 0.14 1 0.11 2 0.10 Mp 5 0.01 5 0.00 8 0.02 6 0.05 0.00 FALI 26 0.03 23 0.14 6 0.17 38 0.02 14 0.03 12 0.10 31 0.07 3 0.15 FALII 23 0.03 16 0.10 4 0.11 17 0.01 17 0.04 10 0.08 29 0.07 1 0.11 1 0.05 FAL III 15 0.02 12 0.07 4 0.00 14 0.03 5 0.04 8 0.02 ALTRO TOT 3 1.00

9 819

0.01 1.00 163 1.00 35 1.00

6 2470

0.00 1.00 441 1.00 126 1.00

2 440

0.00 1.00 14 1.00 9 1.00 20 1.00 4540

Tab.2. Produzione animale 92/96.

82

SiracusQno G.

NF % %

Cavallo 2 0.05% 0.03%

Bue 819 20.19% 10.85%

Pecora 168 4.14% 2.23%

Capra 34 0.84% 0.45%

O/C 2466 60.80% 32.66%

Maiale 441 10.87% 5.84%

Cane 126 3.11 % 1.67%

Tot. dom. 4056 100.00% 53.72%

Cervo 440 5.83%

Capriolo 14 0.19%

Cinghiale 9 0.12%

Volpe 19 0.25%

Lepre 22 0.29%

Mustel idi 14 0.19%

Lupo 7 0.09%

Mm 137 1.81%

G.rum. 242 3.21 %

Uccelli 231 3.06%

Tartarughe 2201 29.15%

Pesci 156 2.07%

Anf.lrett . 2 0.03%

Tot. selv. 3494 46.28%

TOT 7550 100.00%

Tab. !. Numero resti identificati. Settori definiti 1992/96.

1992196 Eq % 80S % Ovis % Capra % O/C % Sus % Canis % Cerv. % Caprl % Cingh % Lepre % CORNA 18 0.02 2 0.06 3 0.00 0.00 19 0.04 2 0. 14 N. CRANIO 32 0.04 4 0.02 1 0.03 69 0.03 34 0.08 1 0.01 14 0.03 V. CRANIO 35 0.04 58 0.02 35 0.08 3 0.02 10 0.02 4 0.44 D sup 1 0.33 77 0.09 170 0.07 16 0.04 5 0.04 19 0.04 MAND 45 0.05 157 0.06 27 0.06 5 0.04 25 0.06 1 0.07 D int. 110 0.13 221 0.09 58 0.13 4 0.03 19 0.04 D ? 21 0.03 25 0.01 10 0.02 10 0.08 4 0.01 ATLANTE 5 0.01 1 0.01 6 0.00 2 0.00 1 0.01 1 0.05 EPISTROFEO 3 0.00 9 0.00 1 0.00 1 0.00 VERT. C. 2 0.00 4 0.00 2 0.00 2 0.00 VERT. T. 10 0.01 8 0.00 6 0.01 VERT. L. 7 0.01 1 0.03 17 0.01 1 0.00 3 0.01 1 0.05 VERT. S e Cg. 1 0.33 1 0.00 1 0.03 11 0.00 1 0.01 1 0.00 1 0.05 COSTE 37 0.05 243 0.10 19 0.04 17 0.13 22 0.05 6 0.30 SCAPOLA 11 0.01 14 0.09 2 0.06 92 0.04 13 0.03 3 0.02 11 0.03 OMERO 40 0.05 12 0.07 2 0.06 146 0.06 23 0.05 3 0.02 18 0.04 RADIO 30 0.04 8 0.05 3 0.09 173 0.07 14 0.03 4 0.03 19 0.04 4 0.29 ULNA 10 0.01 2 0.01 46 0.02 14 0.03 2 0.02 9 0.02 CARPO 11 0.01 2 0.06 23 0.01 11 0.02 1 0.01 14 0.03 Mc 43 0.05 21 0.13 5 0.14 83 0.03 11 0.02 6 0.05 34 0.08 1 0.07 2 0.10 COXA 17 0.02 62 0.03 2 0.00 1 0.01 11 0.03 2 0.14 1 0.11 FEMlPAT 36 0.04 4 0.02 267 0.11 34 0.08 4 0.03 36 0.08 1 0.07 TIB/FIB 1 0.33 55 0.07 7 0.04 1 0.03 330 0.13 31 0.07 3 0.02 21 0.05 1 0.07 3 0.15 ASTR 11 0.01 17 0.10 9 0.00 5 0.01 1 0.Q1 10 0.02 CALCAGNO 11 0.01 9 0.06 2 0.06 9 0.00 9 0.02 6 0.05 4 0.01 TARSO 14 0.02 1 0.01 8 0.00 3 0.01 2 0.02 4 0.01 2 0.22 M1 49 0.06 12 0.07 3 0.09 151 0.06 13 0.03 10 0.08 34 0.08 2 0.14 1 0.11 2 0.1 0 Mp 5 0.01 5 0.00 8 0.02 6 0.05 0.00 FAll 26 0.03 23 0.14 6 0.17 38 0.02 14 0.03 12 0.10 31 0.07 3 0.15 FALII 23 0.03 16 0.10 4 0.11 17 0.01 17 0.04 10 0.08 29 0.07 1 0.11 1 0.05 FALIII 15 0.02 12 0.07 4 0.00 14 0.03 5 0.04 8 0.02 ALTRO 9 0.01 6 0.00 2 0.00 TOT 3 1.00 819 1.00 163 1.00 35 1.00 2470 1.00 441 1.00 126 1.00 440 1.00 14 1.00 9 1.00 20 1.00 4540

Tab.::! . Produzione animaJe 92/96.

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Archeozoologia a Coppa Nevi gata: spunti metodologici

chiamato indice di identificazione (li) espresso dal rapporto tra i frammenti identificati (Tab.l) e il numero dei reperti non identificati e che nel nostro caso è: 7550/9062 = 0,83.

A questo dato, che come si diceva è piuttosto approssima-tivo, si può affiancare un altro parametro. La tabella 2 mostra insieme alle frequenze anatomiche l'abbondanza relativa di quelle specie la cui utilizzazione appare legata ad attività specializzate, per cui oltre agli animali domestici sono inclusi in questa categoria anche quelli sottoposti ad una pressione venatoria attuata da specialisti. Il rapporto tra il numero dei resti appartenenti a questa categoria di anima-li e il totale dei reperti identificati può dare un'idea sulla dipendenza dalle risorse ambientali ovvero il grado di eman-cipazione dalle stesse, raggiunto con le attività considerate produttive ai fini dell'economia dipendente dagli animali del sito. Il valore risultante che per questo motivo ho chiamato Indice di utilizzazione delle risorse (/ ur ), e che a Coppa Nevigata è 4540/7550 = 0,60, esprime anche la relazione tra le attività produttive qualificate e quelle legate ad un tipo di approvvigionamento meno specializzato.

Anche se il valore dell' / ur ha un senso soprattutto se uti-lizzato per confronti, in assoluto, nel caso specifico di Coppa Nevigata l'indice non sembra molto alto. Pertanto si può ipotizzare che le attività di allevamento, così come la caccia grossa, lasciavano ampio spazio anche alla raccolta, la pic-cola caccia e la pesca in laguna che poteva essere svolta anche da donne e bambini.

Lo stato di conservazione dei reperti può essere quantifi-cato da un Indice di frammentazione (I fr) inteso come il rapporto tra il numero dei resti identificati ma non misurabi-li e il numero dei resti misurati. Considerando lo stesso periodo di scavo (1992/96), il numero dei resti identificabili è rappresentato dalle specie a cui si è appena fatto riferi-mento (ungulati domestici e selvatici, cani e lepri), impor-tanti ai fini dell'andamento dell'economia del villaggio. I reperti sono stati considerati misurabili quando su questi era possibile effettuare almeno due delle misurazioni riportate in letteratura (Von Den Driesch, 1982). Questo dato può dirci qualcosa in più che una semplice supposizione sullo stato dei reperti. In sostanza più il valore si approssima all'unità (quando Ifr = 1 tutti i frammenti identificati risultano misu-rabili), maggiore è la possibilità di verificare i dati ed è anche maggiore la possibilità di elaborarli in modo attendi-bile. Si osserva che su 4537 frammenti ossei 518 (11,4%) sono risultati misurabili (Tab.3); per cui I fr = 4540/518 = 8,76. Perciò possiamo dire che a Coppa Nevigata, media-mente, un osso su 9 identificati, mostra porzioni misurabili.

Ossa misurate La tabella 3 mostra l'aspetto quantitativo delle ossa con

porzioni misurabili riferito alle varie campagne di scavo. Questo schema è stato elaborato per rispondere ad alcuni quesiti quali: 1) Si può capire quanto sia stata accurata la raccolta? 2) Quanto può influire sulla stima dei reperti pren-dere in considerazione e classificare i frammenti più picco-li?

Mettendo a confronto i dati degli anni 55/75 con quelli 83/96, non si notano particolari discontinuità tra gli scavi compiuti da Puglisi e quelli poco distanti iniziati qualche

CAMPIONI MISURATI (escluse corna e falangi)

55/75 83/96 55/96 SPECIE % % % Bos taurus 104 0.18 110 0.17 214 0.17 Ovis 86 171 257 Capra 31 28 59 Ovis/Capra 162 0.48 121 0.49 283 0.49 Sus scrofa dorn. 64 0.11 57 0.09 121 0.10 Canis fam. 55 0.09 52 0.08 107 0.09 Tot. domestici 502 0.86 539 0.83 1041 0.84

Cervus elaphus 74 0.13 93 0.14 167 0.14 Capreolus capr. 5 0.01 9 0.01 14 0.01 Sus scrofa ferus 2 0.00 3 0.00 5 0.00 Lepus sp. 1 0.00 4 0.01 5 0.00 Tot. selvatici 82 0.14 109 0.17 191 0.16 TOTALE 584 648 1232

Tab.3. Confronto tra i reperti misurati nelle campagne di scavo 55/75 e 83/96.

anno dopo da Cazzella e Moscoloni. Questo dimostra la con-tinuità nel metodo. In questo campionamento, per una que-stione di omogeneità dei dati, sono state escluse le corna e le falangi che sono state eliminate per evitare l'eventuale sot-tostima dovuto alla perdita di questi ossicini appartenenti ad animali più piccoli.

Per meglio indagare su quanto possano aver influito sul campionamento le modalità di raccolta nella tabella 4 sono stati messi a confronto i frammenti misurabili con e senza corna e falangi.

I risultati, come atteso, mostrano qualche differenza nelle percentuali tra gli animali di grossa taglia (le loro ossa pic-cole hanno maggiore probabilità di conservarsi) con quelli di piccola taglia ma il divario sembra essere accentuato solo tra i bovini ed i caprovini mentre maiali e cani mantengono quasi la stessa percentuale anche nel campionamento privo di falangi. Questo fa pensare che la minor incidenza dei campioni di caprovini privati di falangi, ben rappresentate in animali di uguale taglia, non sembra doversi attribuire a negligenze nella raccolta ma a qualche altra causa di ordine tafonomico.

Nei cervi, invece, la presenza o meno delle falangi nel campionamento è rilevante e solo in parte è spiegabile con la parallela esclusione dei palchi.

Come si vede sempre dalla tabella 4, non c'è una grande affinità tra il conteggio dei frammenti (NF) e quelli dei resti misurati (OM), soprattutto per quanto riguarda i caprovini (sottostimati) e i cani ed i cervi (sovrastimati). Da notare (e non è poco!) l'esclusione del cavallo, non rappresentato per mancanza di campioni misurabili. Sembra proprio che pren-dere in considerazione solo i campioni più rigorosamente CAMPIONI MISURATI (OM) TOT. IDENTIFICATI (NF) (escluse corna e falangi) (lutte) (tutte)

92/96 92/96 92/96 SPECIE % % % Equus caballus 0 0.00 0 0.00 3 0.00 Bos taurus 47 0.14 87 0.17 819 0.18 Ovis 81 0.25 122 0.24 163 0.04 Capra 11 0.03 21 0.04 35 0.01 Ovis/Capra 60 0.18 60 0.11 2470 0.54 Sus scrofa dom. 34 0.10 60 0.12 441 0.10 Canis fam. 34 0.10 49 0.09 126 0.03 Tot. domestici 267 0.81 399 0.77 4057 0.89

Cervus elaphus 53 0.16 107 0.21 440 0.10 Capreolus capr. 5 0.02 5 0.01 14 0.00 Sus scrofa ferus 3 0.01 4 0.01 9 0.00 Lepus sp. 2 0.01 3 0.01 20 0.00 Tot. selvatici 63 0.19 119 0.23 483 0.11 TOTALE 330 518 4540

Tab.4. Confronto tra campioni misurati (OM) e totale dei frammenti iden-tificati (NF).

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chiamato indice di identiJicazione (li) espresso dal rapporto tra i frammenti identificati (Tab.l) e il numero dei reperti non identificati e che nel nostro caso e: 7550/9062 = 0,83.

A questo dato, che come si diceva e piuttosto appross ima­tivo, si pub affiancare un altro parametro. La tabella 2 mostra insieme alle frequenze anatomiche I'abbondanza relativa di quelle specie la cui utilizzazione appare legata ad attivita specializzate, per cui oltre agli ani mali domestici sono inclusi in questa categoria anche quelli sottoposti ad una pressione venatoria attuata da specialisti. Il rapporto tra il numero dei resti appartenenti a questa categoria di anima­li e il totale dei reperti identificati pub dare un ' idea sulla dipendenza dalle risorse ambientali ovvero il grado di eman­cipazione dalle stesse, raggiunto con le attivita considerate produttive ai fini dell 'economia dipendente dagli animali del sito. n valore risultante che per questo motivo ho chiamato Indice di utilizzazione delle risorse (J ur ), e che a Coppa Nevigata e 454017550 = 0,60, esprime anche la relazione tra le attivita produttive qualificate e quelle legate ad un tipo di approvvigionamento meno specializzato.

Anche se il valore dell ' I ur ha un senso soprattutto se uti­lizzato per confronti, in assoluto, nel caso specifico di Coppa Nevigata I'indice non sembra molto alto. Pertanto si pub ipotizzare che le attivita di allevamento, cosl come la caccia grossa, lasciavano ampio spazio anche alIa raccolta, la pic­cola caccia e la pesca in laguna che poteva essere svolta anche da donne e bambini.

Lo stato di conservazione dei reperti pub essere quantifi­cato da un Indice di jrammentazione (J fr) inteso come il rapporto tra il numero dei resti identificati ma non misurabi­li e il numero dei resti misurati. Considerando 10 stesso periodo di scavo (1992/96 ), il numero dei resti identificabili e rappresentato dalle specie a cui si e appena fatto riferi­mento (ungulati domestici e selvatici, cani e lepri), impor­tanti ai fini dell ' andamento dell 'economia del villaggio. I reperti sono stati considerati misurabili quando su questi era possibile effettuare almeno due delle misurazioni riportate in letteratura (Von Den Driesch, 1982). Questo dato pub dirci qualcosa in piu che una semplice supposizione sullo stato dei reperti. In sostanza piu il valore si approssima all ' unita (quando I fr = 1 tutti i frammenti identificati risultano misu­rabili), maggiore e la possibilita di verificare i dati ed e anche maggiore la possibilita di elaborarli in modo attendi­bile. Si osserva che su 4537 frammenti ossei 518 (11,4%) sono risultati misurabili (Tab.3); per cui I fr = 45401518 = 8,76. Percib possiamo dire che a Coppa Nevigata, media­mente, un os so su 9 identificati, mostra porzioni misurabili .

Ossa misurate

La tabella 3 mostra l' aspetto quantitati vo delle ossa con porzioni misurabili riferito alle varie campagne di scavo. Questo schema e stato elaborato per rispondere ad alcuni quesiti quali : 1) Si pub capire quanto sia stata accurata la raccolta? 2) Quanto pub influire sulla stima dei reperti pren­dere in considerazione e classificare i frammenti piu picco­Ii ?

Mettendo a confronto i dati degli anni 55/75 con quelli 83 /96 , non si notano particolari discontinuita tra gli scavi compiuti da Puglisi e quelli poco distanti iniziati qualche

Archeozoologia a Coppa Nevigata : spunti metodologici

CAMPIONI MISURATI (escluse coma e 'slang;)

55175 83/96 55/96

SPECIE % % %

Bos taurus 104 0.18 110 0.17 214 0.17

Qvis 86 171 257

Capra 31 28 59 Qvis/Capra 162 0.48 121 0.49 283 0.49

Sus scrola dam. 64 0.11 57 0.09 121 0.10

Canis tarn . 55 0.09 52 0.08 107 0.09

Tot. domestlcl 502 0.86 539 0.83 1041 0.84

Cervus elaphus 74 0.13 93 0.14 167 0. 14 Capreolus capr. 5 0.01 0.01 14 001 Sus scrota ferus 0.00 0.00 5 0.00 Lepus sp. 0.00 4 0.01 5 0.00 Tot. selvatici 82 0.14 109 0.17 191 0.16 TOTALE 584 648 1232

Tab.3. Confronto tra i reperti misurati nelle campagne di scavo 55175 e 83/96.

anno dopo da Cazzella e Moscoloni. Questo dimostra la con­tinuita nel metodo. In questo campionamento, per una que­stione di omogeneita dei dati , sono state escluse le coma e le falangi che sono state eliminate per ev itare l' eventuale sot­tostima dovuto alIa perdita di questi ossicini appartenenti ad animali piu piccoli.

Per meglio indagare su quanto possano aver influito suI campionamento le modalita di raccolta nella tabella 4 sono stati messi a confronto i frammenti misurabili con e senza coma e falangi.

I ri sultati , come atteso, mostrano qualche differenza nelle percentuali tra gli animali di grossa taglia (le loro ossa pic­cole hanno maggiore probabilita di conservarsi) con quelli di piccola taglia ma il divario sembra essere accentuato solo tra i bovini ed i caprovini mentre maiali e cani man engono quasi la stessa percentuale anche nel campionamento privo di falangi . Questo fa pensare che la minor incidenza dei campioni di caprovini privati di falangi , ben rappresentate in animali di uguale taglia, non sembra doversi attribuire a negligenze nella raccolta ma a qualche altra causa di ordine tafonomico.

Nei cervi, invece, la presenza 0 meno delle falangi nel campionamento e rilevante e solo in parte e spiegabile con la parallela esclusione dei palchi.

Come si vede sempre dalla tabella 4, non c'e una grande affinita tra il conteggio dei frammenti (NF) e quelli dei resti misurati (OM), soprattutto per quanto riguarda i caprovini (sottostimati) e i cani ed i cervi (sovrastimati). Da notare (e non e poco! ) I'esclusione del cavallo, non rappresentato per mancanza di campioni misurabili. Sembra proprio che pren­dere in considerazione solo i campioni piu rigorosamente

CAMPIONI MISURATI (OM) TOT. IDENTlFICATI (NF) (escluse coma e 'alangi) (rutte) (rutte)

92196 92196 92196 SPECIE % % % Equus cabal Ius 0.00 0 0.00 3 0.00 Bos taurus 47 0 .14 87 0.17 819 0.18 Qvis 81 0.25 122 0.24 163 0.04 Capra 11 0.03 21 0 .04 35 0 .01 Qvis/Capra 60 0.18 60 0.11 2470 0.54 Sus scrola dam. 34 0.10 60 0.12 441 0.10 Canis lam. 34 0.10 49 0.09 126 0.03 Tal. domestici 267 0.81 399 0.77 4057 0.89

Cervus elaphus 53 0.16 107 0.21 440 0.10 Capreolus capr. 5 0 .02 5 0.01 14 0 .00 Sus scrola lerus 3 0 .01 4 0.01 9 0.00 Lepus sp. 0.01 3 0.01 20 0.00 Tot. selvatici 63 0.19 119 0.23 483 0.11 TQTALE 330 518 4540

TabA. Confronto tra campioni misurati (OM) e totale dei frammenti iden­tificati (NF).

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Siracusano G.

1983/96 O.M. MNI NF

SPECIE (esci, core tal i Bos taurus 110 16.98% 67 23.02% 1886 20.32%

Ovis/Capra 320 49.38% 114 39.18% 5181 55.82%

Sus scrofa dom. 57 8.80% 43 14.78% 1037 11.17%

Cams tam. 52 8.02% 17 5.84% 248 2.67%

Tot. domestici 539 83.18% 241 82.82% 8352 89.98%

Cervus elaphus 93 14.35% 27 9.28% 809 8.72%

Capreolus capr. 9 1.39% 10 3.44% 62 0.67%

Sus scrofa ferus 3 0.46% 8 2.75% 29 0.31%

Lepus sp. 4 0.62% 5 1.72% 30 0.32%

Tot. selvatici 109 16.82% 50 17.18% 930 10.02%

TOTALE 648 291 9282

1992/96

¡MUGE a mSMMEmMSOM TOT. IDENTIFICATI

f TOTALE MISURATI 1992/96

(esci, coma e falangi) (tutte)

SPECIE n % n I f r n Ifr

Equus caballus 3 17.43 87 Bos taurus 819 0.18 47 17.43 87 9.41

Ovis 163 0.04 81 2.01 122 1.34

Capra 35 0.01 11 3.18 21 1.67

Ovis/Capra 2470 0.54 60 41.17 60 41.17

Sus scrofa dom. 441 0.10 34 12.97 60 7.35

Canis fam. 126 0.03 34 3.71 49 2.57

Tot. domestici 4057 0.89 267 15.18 399 10.16

Cervus elaphus 440 0.10 53 8.30 107 4.11

Capreolus capr. 14 0.00 5 2.80 5 2.80

Sus scrofa ferus 9 0.00 3 3.00 4 2.25

Lepus sp. 20 0.00 2 10.00 3 6.67 Lepus sp. 20 0.00 119 Tot. selvatici 483 0.11 63 7.67 119 4.06

TOTALE 4540 330 13.75 518 8.76

Tab.5. Confronto tra i metodi di conteggio. OM: ossa misurate; MNI: numero minimo degli individui; NF: numero di tutti i frammenti identifi-cati.

verificabili come quelli misurabili, alla luce di questi risul-tati sia una scelta da valutare attentamente.

Per verificare queste anomalie sono stati messi a confron-to le ossa misurate (OM) con il NF e con il NMI conteggia-ti dall'83 al 96 (Tab.5). Si precisa che F NMI è stato calcola-to con un "livello superiore di aggregazione" (Albarella, 1995). La marcata sottostima dei caprovini appare confer-mata solo in relazione al NF, così come quella dei bovini e dei suini, mentre nel confronto col NMI è addirittura diffici-le trovare punti in comune (Fig. 1 ). Anche da questi dati si nota la netta sovrastima dei cani e dei cervi che risulta mar-cata soprattutto considerando il NF.

(Tab.6) Una delle possibili spiegazioni per queste irrego-larità è l'elevatissimo Indice di frammentazione nei capro-vini (una porzione misurabile ogni 41 reperti) compensato in parte dalla rappresentatività dei generi Ovis (122 misurate su 163 identificate) e Capra (21 misurate su 35), il cui basso I

fr è dovuto al fatto che l'assegnazione dei campioni all'una o all'altra specie è strettamente dipendente dalla integrità delle porzioni ossee così come accade a maggior ragione per caprioli o ancor più cinghiali. Ad ogni modo considerando i caprovini come un'unica specie, l'indice di frammentazione

60.00»

Fig. l . Confronto conteggi 1983/96. O.M. = ossa misurate; MNI = numero minimo degli individui: NF = numero di tutti i frammenti identificati. 84

Tab.6. Indice di Frammentazione (/ fr).

è I f r = 13,14, cioè superiore a quello espresso dagli anima-li considerati.

Alla minore frammentazione osservata nei cani (I fr = 2,57), i quali presumibilmente erano utilizzati solo occasio-nalmente come cibo (alcuni campioni portanti segni di tagli e bruciature e la curva di mortalità ne testimoniano comun-que un certo uso alimentare) (Siracusano, 1995); e nei cervi (Ifr = 4,12), corrisponde anche una maggiore coincidenza tra i reperti misurati e tutti quelli classificati. Per cui la stima elaborata sulla base dei campioni misurati porta ad una dif-ferente valutazione delle varie specie rispetto al NF.

Per quanto riguarda i cervidi una spiegazione che si può dare (sempre ammettendo una discreta capacità di distinzio-ne rispetto ai bovini domestici) è quella di una maggiore compattezza rilevata saggiando la consistenza del tessuto osseo di questi animali rispetto agli ungulati domestici di uguale taglia per cui la conservazione migliore dovuta ad una maggiore integrità si riflette con un Ifr piuttosto basso.

Curve di mortalità Un altro aspetto quantitativo preso in esame è quello

riguardante le classi di età e perciò tutto quello che riguarda la saldatura delle epifisi e l'eruzione e l'abrasione dentaria.

In totale dall'83 al '96 sono state (comprendendo anche i denti sciolti) 1793 le ossa delle cinque specie prese in consi-derazione da cui è stato possibile trarre qualche informazio-ne relativa all'età. Considerando che negli stessi anni sono state raccolte 9162 ossa, appartenenti alle specie suddette, da cui si sarebbe potuto ricavarne le età escludendo le coma e i palchi, si vede che la percentuale è del 19,6%, vale a dire che in media da un reperto su cinque è stato possibile ricavarne una diagnosi sull'età.

Dubbi ed esitazioni mi assalgono quando si tratta di defi-nire questo argomento. Per permettere un eventuale verifica viene illustrato nella tabella 7 quali e quante ossa post-cra-niali hanno contribuito dall '83 al 96 alla determinazione del-l'età. Da questa tabella è comunque possibile "giocando" con i numeri confrontare in modo quasi immediato le pro-porzioni tra le ossa portanti segni "giovanili" e quelle che invece hanno concluso il loro accrescimento. Lo si può fare sia confrontando in generale le varie specie (si vede che ai suini appartengono le ossa più giovani) oppure si potrebbe-ro cercare i campioni più significativi perché più numerosi o perché indiscutibilmente importanti al fine della determina-zione delle età e rapportarne quelli dalle epifisi fuse con quelli dalle epifisi non saldate (e.g. le tibie distali con epifi-

Siracusano G.

1983196 O.M. MNI NF

SPECIE (escI. cor.e tal.) 80s taurus 110 16.98°0 67 23.02% 1886 20.32%

OvIs1Capra 320 49.3800 11 4 39.18% 51 81 55.82%

Sus scrota dom. 57 8.80% 43 14.78% 1037 11.17%

Cams tam 52 8 . 02"~ 17 5.84% 248 2.67%

To\. domesuCl 539 83.18% 241 82.82% 8352 89.98%

Cervus elaphus 93 14.35% 27 9.28% 809 8.72%

Capreolus capr. 9 1.39% 10 3.44% 62 0.67%

Sus scrola lerus 0.46% 2.75% 29 0.31 %

lepus sp 4 0.62% 1.72% 30 0.32%

To\. selvauCl 109 16.82% 50 17.18% 930 10.02%

TOTAlE 648 291 9282

Tab.5. Confronto tra i metodi di conteggio. OM: ossa misurate; MN1: numero minima degli individui ; NF: numero di tutti i frammenti identifi­cati .

verificabili come quelii misurabili , alia luce di questi risul­tati sia una scelta da valutare attentamente.

Per verificare queste anomalie sono stati messi a confron­to le ossa misurate (OM) con il NF e con il NMI conteggia­ti dall ' 83 al 96 (Tab.5). Si precisa che I'NMI e stato calcola­to con un "livello superiore di aggregazione" (Albarella, 1995). La marcata sottostima dei caprovini appare confer­mata solo in relazione al NF, cosl come quella dei bovini e dei suini , mentre nel confronto col NMI e addirittura diffici­le trovare punti in comune (Fig. I). Anche da questi dati si nota la netta sovrastima dei cani e dei cervi che risulta mar­cata soprattutto considerando il NF.

(Tab.6) Una delle possibili spiegazioni per queste irrego­lariat e l' elevatissimo Indice di frammentazione nei capro­vini (una porzione misurabile ogni 41 reperti) compensato in parte dalla rappresentativita dei generi Ovis (122 misurate su 163 identificate) e Capra (21 misurate su 35), il cui basso I fr e dovuto al fatto che l'assegnazione dei campioni all'una o all' altra specie e strettamente dipendente dalla integrita delle porzioni ossee cosl come accade a maggior ragione per caprioli 0 ancor piu cinghiali. Ad ogni modo considerando i caprovini come un ' unica specie, l'indice di frammentazione

"0 00

4G Ol

o o.

.0.

lOOt

Fig.!. CorLfronto conteggi 1983/96. O.M. '" ossa misurate; MNI '" numero minima degli individui ; NF '" numero di tutti i frammenti identificati .

84

1i!!i1~ @tJmMlIIlifFfIV.mJK!JXM/E

1992/96 TOT. IDENTIFICATI TOTAlE MISURATI

(escl. coma e lalangi) (Iutte)

SPECIE % Ifr fir

Equus caballus Bos taurus 819 0.18 47 17.43 87 9.41

Qvis 163 0.04 81 2.01 122 1.34

Capra 35 0.01 11 3.18 21 1.67

QvislCapra 2470 0.54 60 41 .17 60 41 .17

Sus scrola dom. 441 0.10 34 12.97 60 7.35

Canis lam. 126 0.03 34 3.71 49 2.57

To\. domestici 4057 0.89 267 15.18 399 10.16

Cervus elaphus 440 0.10 53 8.30 107 4.11

Capreolus capr. 14 0.00 2.80 2.80

Sus scrofa ferus 9 0.00 3.00 2.25

lepus sp. 20 0.00 10.00 6.67

To\, selvatici 483 0.11 63 7.67 119 4.06

TOTAlE 4540 330 13.75 518 8.76

Tab.6. Indice di Frammentazione (I fr).

e I fr = 13,14, cioe superiore a quello espresso dagli anima­li considerati.

AlIa minore frammentazione osservata nei cani (Ifr = 2,57), i quali presumibilmente erano utilizzati solo occasio­nalmente come cibo (alcuni campioni portanti segni di tagli e bruciature e la curva di mortalita ne testimoniano comun­que un certo uso alimentare) (Siracusano, 1995); e nei cervi (Ifr = 4,12), corrisponde anche una maggiore coincidenza tra i reperti misurati e tutti quelli classificati. Per cui la stima elaborata sulla base dei campioni misurati porta ad una dif­ferente valutazione delle varie specie rispetto al NF.

Per quanto riguarda i cervidi una spiegazione che si pub dare (sempre ammettendo una discreta capacita di distinzio­ne rispetto ai bovini domestici) e quella di una maggiore compattezza rilevata saggiando la consistenza del tessuto ossea di questi animali rispetto agli ungulati domestici di uguale taglia per cui la conservazione migliore dovuta ad una maggiore integrita si riflette con un Ifr piuttosto basso.

Curve di mortalita

Un altro aspetto quantitativo preso in esame e queUo riguardante le classi di eta e percio tutto quello che riguarda la saldatura delle epifisi e l' eruzione e l' abrasione dentaria.

In totale dall ' 83 al '96 sono state (comprendendo anche i denti sciolti) 1793 le ossa delle cinque specie prese in consi­derazione da cui e stato possibile trarre qualche informazio­ne relativa all'eta. Considerando che negli stessi anni sono state raccolte 9162 ossa, appartenenti alle specie suddette, da cui si sarebbe potuto ricavarne le eta escludendo le coma e i palchi, si vede che la percentuale e del 19,6%, vale a dire che in media da un reperto su cinque e stato possibile ricavarne una diagnosi sull'eta.

Dubbi ed esitazioni mi assalgono quando si tratta di defi­nire questo argomento. Per permettere un even tu ale verifica viene illustrato nella tabella 7 quali e quante ossa post-cra­niali hanno contribuito dall ' 83 a196 alIa determinazione del­l' eta. Da questa tabeUa e comunque possibile "giocando" con i numeri confrontare in modo quasi immediato le pro­porzioni tra le ossa portanti segni "giovanili" e queUe che invece hanno concluso illoro accrescimento. Lo si puo fare sia confrontando in generale le varie specie (si vede che ai suini appartengono le ossa piu giovani) oppure si potrebbe­ro cercare i campioni piu significativi perche piu numerosi 0

perche indiscutibilmente importanti al fine della determina­zione delle eta e rapportarne quelli dalle epifisi fuse con quelli dalle epifisi non saldate (e.g. le tibie distali con epifi-

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Archeozoologia a Coppa Nevi gata: spunti metodologici

83/96 Ep. non s. Epifis s. Ep. non s. Epifisi s. Ep. non s. Epifisi s. Ep. non s. Epifisi s. Ep. non Epifisi s.

P* dt PX 1

dt P* dt PX dt PX dt PX 1

dt PX dt PX dt px dt px dt

ATLANTE PX

1 2 5 PX PX

1 PX

2 2

EPISTR 1 6 2 1 1

VERT 9 1 9 1 1

SCAPOLA 1 6 20 9 7 3 1 1 4 7

OMERO 2 2 4 7 19 2 33 2 5 1 1 5

RADIO 2 6 2 6 9 20 24 12 2 11 4 1 2 1 1 1 7 5

ULNA 2 8 2 1 4 2 2 3

Me 1 6 7 23 17 11 2 1 5 3 17

COXA 2 9 6 2 1 2

F EM/PAT 4 6 2 10 20 9 7 6 9 1 1 1 4 2

TIB/FIB 2 9 19 8 30 3 40 1 11 7 1 2 1 1 2

CALCAGNO 6 9 18 0 17 12 4 3 1 1

Mt 7 3 0 20 20 12 3 7 3 7

Mp 1 0 0 7

FALI 3 24 40 0 51 12 20 1 11 4 39

FAL II 3 26 12 0 29 12 14 2 2 3 35

FAL III 2

TOT 35 37 72 41 152 134 83 129 59 63 51 18 7 3 24 15 20 9 94 39

Tab.7. Elenco ossa post-craniali con elementi diagnostici certi per la determinazione dell'età.

si saldate dei caprovini rispetto a quelle non saldate hanno un rapporto di 4 : 3 mentre nei bovini è di 2 : 1).

Le attribuzioni dell'età di morte sono state fatte in accor-do con gli studi di Silver (1969) con le correzioni apportate da Riedel (1976), da Tagliacozzo, Scali, Cassoli ( 1989 ) e da Tagliacozzo (1994). Dalla saldatura delle epifisi si determi-nano solamente i limiti d'età senza poterne circoscrivere l'intervallo. Ma vediamo se è possibile ottenere qualche informazione in più.

La tabella 8 illustra analiticamente le classi d'età a cui si è risaliti dalla fusione delle epifisi, mentre nella tabella 9 ven-gono riportati i risultati dello stato di dentizione utilizzando il metodo di Payne (1973 e 1987) per i caprovini e di Grant (1984) per i bovini e i suini (in questa tabella non sono stati considerati i denti sciolti).

Per costruire la tabella 10 si è partiti dal seguente assioma: tutti gli animali morti dovevano essere nati vivi alla nascita; inoltre se la dimensione della popolazione si considera costante per tutto il periodo considerato, la sopravvivenza degli individui si riflette nella distribuzione d'età della popo-lazione. Assieme ai dati originali di riferimento, viene ripor-tata una sintesi che tende a semplificare le classi d'età. Le colonne a fianco enumerano: il numero di capi che soprav-vivono in relazione alle classi d'età (s); il rapporto tra quan-ti sopravvivevano rispetto alla classe d'età precedente (lx); il rapporto tra i capi più longevi (ultima classe d'età) e i vari intervalli presi in considerazione (ly).

Ad esempio: i 116 campioni ossei di bovini dovevano rap-presentare tutti quegli animali che sopravvissero senza alcu-na perdita fino ai 9 mesi (non risulta, infatti, alcun resto scheletrico con evidenze morfologiche attestante un'età inferiore a quella). I reperti che mostrano di avere avuto una sopravvivenza che supera l 'anno d'età sono risultati 110; ciò significa che 6 (il 5%) di essi sono stati abbattuti prima del compimento dell'anno. Ben 52 (il 45%) sarebbero invece quelli eliminati prima del compimento del secondo anno d'età, visto che 58 erano i resti ossei che mostravano età superiori; e cosi via, fino ai tre capi che mostravano più di 5 anni d'età.

I dati così elaborati mostrano dei picchi in corrispondenza degli intervalli d'età rappresentati da un maggior numero di reperti e, dai relativi istogrammi (Fig.2 e 3), si nota come nei bovini sembrano evidenziarsi due periodi di mattanza. Un primo periodo di abbattimenti corrisponde ai due anni di età.

l'altro periodo, meno evidente, lo si trova in corrispondenza dei tre anni d'età. Per i suini sembrano esservi addirittura tre periodi di mattanza: il primo intorno ad un anno d'età, il secondo in corrispondenza dei due anni ed il terzo a circa due anni e mezzo. Quest'ultimo sembra quello che selezio-na maggiormente la popolazione dei maiali con l'elimina-

1983/96

BOS < 9 > 9 >12 >18 >24 >30 >36 >42 >48 >60

VERT. 3 SCAPOLA 6

OMERO 4

RADIO 2 6 ULNA

Me 7 COXA 2 FEM/PAT 2

TIB/FIB 1 19

CALCAGNO 1 9 Mt 1 3

Mp

FALI 24

FAL II 26 TOT 0 6 2 50 1 28 14 8 4 3 Tot prog. 116 116 110 108 58 57 29 15 7 3

O/C < 6 > 6 > 10 >16 >24 >30 >36 >42 >48 >60 VERT. 2 12 SCAPOLA 20 9 OMERO 33 1 2 RADIO 24 12 ULNA 1 Me 17

COXA 9 6 FEM/PAT 9 7 TIB/FIB 40 3 CALCAGNO 17

Mt 5 20 Mp

FALI 4 47

FAL II 12 29 TOT 41 44 61 47 62 21 30 14 9 12 Tot prog. 341 300 256 195 148 86 65 35 21 12

SUS < 12 >12 >24 >30 >36 >42 >48 >60 VERT. 3 SCAPOLA 7 3

OMERO 2 5

RADIO 2 4 1

ULNA 2 Me 2 COXA 2 1

FEM/PAT 6 TIB/FIB 7 CALCAGNO 4 Mt 3 Mp

FALI 20

FAL II 12 14 TOT 25 27 29 3 6 7 0 3 Tot prog. 100 75 48 19 16 10 3 3

Tab.8. Classi d 'età in base alla fusione epifisaria.

85

Archeozoologia a Coppa Nevigata: spunti metodologici

83/96 Ep. non s. Epifisi s. Ep. non s. Epifisis. Ep. non s . Epifisis. Ep. non s. Epifisis. Ep. non s. Epifisis.

px dt px dt px dt px dt px dt p. dt p. dt p. dt p. dt px dt

ATLANTE 1 2 5 1 2 2

EPISTR

VERT

SCAPOLA 20

OMERO 7 19 2 33

RADIO 9 20 24 12 2 11

ULNA

Mc 23 17 11 17

COXA

FEMlPAT 2 10 20

TlBIFIB 19 8 30 3 40 1 11

CALCAGNO 18 0 17 12

Mt 0 20 20 12

Mp

FALl 24 40 0 51 12 201

11 4 39

FALII 26 12 0 29 12 14 2 3 35

FALIII

TOT 35 37 72 41 152 134 83 129 59 63 51 18 3 24 15 20 9 94 39

Tab.7 . Elenco ossa post-craniali con elementi diagnostici certi per la determinazione dell ' eta.

si saldate dei caprovini rispetto a quelle non saldate hanno un rapporto di 4 : 3 mentre nei bovini e di 2 : 1).

Le attribuzioni dell'eta di morte sono state fatte in accor­do con gli studi di Silver (1969) con le correzioni apportate da Riedel (1976), da Tagliacozzo, Scali, Cas soli (1989) e da Tagliacozzo (1994). Dalla saldatura delle epifisi si deterrni­nano solamente i lirniti d' eta senza poteme circoscrivere I'intervallo. Ma vediamo se e possibile ottenere qualche informazione in piu.

La tabella 8 illustra analiticamente le classi d' eta a cui si e risaliti dalla fusione delle epifisi, mentre nella tabella 9 ven­gono riportati i risultati dello stato di dentizione utilizzando il metodo di Payne (1973 e 1987) per i caprovini e di Grant (1984) per i bovini e i suini (in questa tabella non sono stati considerati i denti sciolti).

Per costruire la tabella 10 si e partiti dal seguente assioma: tutti gli animali morti dovevano essere nati vivi alla nascita; inoltre se la dimensione della popolazione si considera costante per tutto il periodo considerato, la sopravvivenza degli individui si riflette nella distribuzione d'eta della popo­lazione. Assieme ai dati originali di riferimento, viene ripor­tata una sintesi che tende a semplificare le classi d' eta. Le colonne a fianco enumerano: il numero di capi che soprav­vivono in relazione alle classi d'eta (s); il rapporto tra quan­ti sopravvivevano rispetto alla classe d'eta precedente (lx) ; il rapporto tra i capi piu longevi (ultima classe d' eta) e i vari intervalli presi in considerazione (ly).

Ad esempio: i 116 campioni ossei di bovini dovevano rap­presentare tutti quegli animali che sopravvissero senza alcu­na perdita fino ai 9 mesi (non risulta, infatti , alcun res to scheletrico con evidenze morfologiche attestante un ' eta inferiore a quella). I reperti che mostrano di avere avuto una sopravvivenza che supera I'anno d'eta sono risultati 110; cio significa che 6 (il 5%) di essi sono stati abbattuti prima del compimento dell ' anno. Ben 52 (il 45 %) sarebbero invece quelli elirninati prima del compimento del secondo anno d'eta, visto che 58 erano i resti ossei che mostravano eta superiori; e cosi via, fino ai tre capi che mostravano piu di 5 anni d'eta.

I dati COS! elaborati mostrano dei picchi in corrispondenza degli intervalli d' eta rappresentati da un maggior numero di reperti e, dai relativi istogramrni (Fig.2 e 3), si nota come nei bovini sembrano evidenziarsi due periodi di mattanza. Un primo periodo di abbattimenti corrisponde ai due anni di eta,

l' altro periodo, meno evidente, 10 si trova in corrispondenza dei tre anni d'eta. Per i suini sembrano esservi addirittura tre periodi di mattanza: il primo intomo ad un anno d' eta, il secondo in corrispondenza dei due anni ed il terzo a circa due anni e mezzo. Quest' ultimo sembra quello che selezio­na maggiormente la popolazione dei maiali con l' elirnina-

1983/96

BOS VERT. SCAPOLA

OMERO RADIO ULNA

<9 >9 >12 > 18 >24 >30 > 36 >42 >48 > 60

Mc COXA FEM/PAT

TIB/FIB CALCAGNO Mt

Mp FAL I FAL II

TOT

Tot prog.

24 26

19

50 1 28 14 116 116 110 108 58 57 29 15

3

O/C <6 >6 >10 >16 > 24 >30 > 36 >42 >48 >60 VERT. 2 12

SCAPOLA OMERO RADIO

ULNA Mc

COXA FEM/PAT

TIB/FIB CALCAGNO

Mt

Mp FALl

20

FAL 11 12 29

33 24

47

17

40

12

17

20

TOT 41 44 61 47 62 21 30 14 12 Tot prog. 341 300 256 195 148 86 65 35 21 12

SUS < 12 > 12 > 24 > 30 > 36 > 42 > 48 > 60 VERT. 3

SCAPOLA OMERO

RADIO

ULNA Mc

COXA

FEM/PAT TIB/FIB

CALCAGNO

Mt

Mp

FAL I 20

FAL 11 12 14

TOT 252729 7 Tot ro . 100 75 48 19 16 10

Tab.8. Classi d'eta in base alla fus ione epifisaria.

85

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Siracusano G.

MANDIBOLE + MASCELLE 1983/96 BOS O/C SUS 0-6 m 0 0% A 0-2 m 0 0% 0-6m 2 5%

6-12m 0 0% B 2-6m 14 10% 6-12m 9 24%

12-18m 2 5% C 6-12m 20.6 15% 12-18m 14.7 40%

18-24m 4.7 11% D 1-2a 53.6 39% 18-24m 7.5 20%

24-30m 11.7 29% E 2-3a 23.7 17% 24-30m 1.8 5%

30-36m 7.6 19% F 3-4a 13.7 10% 30-36m 0 0%

36-42m 5 12% G 4-6a 8.1 6% 36-42m 0 0%

42-48m 5 12% H 6-8a 2.3 2% 42-48m 2 5%

4-5a 3 7% 1 8-1 Oa 2 1% 4-5a 0 0%

>5a 2 5%

TOTALE 41 100% 138 100% 37 100%

Tab.9. Classi d'età in base alla dentizione.

Saldatura epifisi Dentizione Mandibole+mascel le BOS nm s Ix s Ix iy nm s Ix s Ix iy

0-9m 0 116 1.000 0-9m 116 1.000 39 0-12m 0.0 41.0 1.000 0-12m 41.0 1.000 21 >9m 6 116 1.000 >9m 116 1.000 39 12-18m 2.0 41.0 1.000 1-2a 41.0 1.000 21

>12m 2 110 0.948 >12m 110 0.948 37 18-24m 4.7 39.0 0.951 2-3a 34.3 0.837 17 >18m 50 108 0.931 >24m 58 0.500 19 24-30m 11.7 34.3 0.837 3-4a 15.0 0.366 8 >24m 1 58 0.500 >36m 29 0.250 10 30-36m 7.6 22.6 0.551 4-5a 5.0 0.122 3 >30m 28 57 0.491 >48m 7 0.060 2 36-42m 5.0 15.0 0.366 5-6a 2.0 0.049 1 >36m 14 29 0.250 >60m 3 0.026 1 42-48m 5.0 10.0 0.244 >42m 8 15 0.129 48-60m 3.0 5.0 0.122 >48m 4 7 0.060 >60m 2.0 2.0 0.049 >60m 3 3 0.026

Saldatura epifisi Dentizione Mandibole+mascel le O/C nm s Ix s Ix iy nm s Ix iy

0-6m 41 341 1.000 0-6m 341 1.000 28 0-2m 0.0 138.0 1.000 69 >6m 44 300 0.880 >6m 300 0.880 25 2-6m 14.0 138.0 1.000 69

>10m 61 256 0.751 >12m 195 0.572 16 6-12m 20.6 124.0 0.899 62 >16m 47 195 0.572 >24m 86 0.252 7 1-2a 53.6 103.4 0.749 52 >24m 62 148 0.434 >36m 35 0.103 3 2-3a 23.7 49.8 0.361 25 >30m 21 86 0.252 >48m 21 0.062 2 3-4a 13.7 26.1 0.189 13 >36m 30 65 0.191 >60m 12 0.035 1 4-6a 8.1 12.4 0.090 6 >42m 14 35 0.103 6-8a 2.3 4.3 0.031 2 >48 m 9 21 0.062 8-10a 2.0 2.0 0.014 1

>60m 12 12 0.035

Saldatura epifisi Dentizione Mandibole+mascel le SUS nm s Ix s Ix iy nm s Ix s Ix iy 0-12m 25 , 1 0 0 1.000 0-12m 100 1.000 33 0-6m 2.0 37.0 1.000 0-6m 37.0 1.000 19

>12m 27 75 0.750 >12m 75 0.750 25 6-12m 9.0 35.0 0.946 6-12m 35.0 0.946 18 >24m 29 48 0.480 >24m 19 0.190 6 12-18m 14.7 26.0 0 .703 1-2a 11.3 0.305 6 >30m 3 19 0.190 >36m 10 0.100 3 18-24m 7.5 11.3 0.305 2-3a 3.8 0.103 2 >36m 6 16 0.160 >48 m 3 0.030 1 24-30m 1.8 3.8 0 .103 3-4a 2.0 0.054 1 >42m 7 10 0.100 >60m 3 0.030 1 30-36m 0.0 2.0 0.054 4-5a 2.0 0.054 1 >48m 0 3 0.030 36-42m 0.0 2.0 0.054 5-6a 0.0 0.000 >60m 3 3 0.030 42-48m 2.0 2.0 0.054

48-60m 0.0 0.0 0.000

Tab.10. Schemi per l'elaborazione delle curve di mortalità. Legenda: lx: rapporto nati/sopravvissuti; s: numero sopravvissuti; nm; numero capi uccisi; mortalità in rapporto al numero di sopravvissuti.

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SiraclI WIlO G.

MANDIBOLE + MASCELLE 1983/96

BOS O/C SUS

O-Sm 0 0% A 0-2m 0 0% 0-6m 2 5%

S-12m 0 0% B 2-Sm 14 10% 6-12m 9 24%

12-18m 2 5% C S-12m 20.6 15% 12-18m 14.7 40%

18-24m 4.7 11% 0 1-2a 53.6 39% 18-24m 7.5 20%

24-30m 11 .7 29% E 2-3a 23.7 17% 24-30m 1.8 5%

30-3Sm 7.6 19% F 3-4a 13.7 10% 30-36m 0 0%

3S-42m 5 12% G 4-Sa 8.1 6% 36-42m 0 0%

42-48m 5 12% H S-8a 2.3 2% 42-48m 2 5%

4-5a 3 7% 8-10a 2 1% 4-5a 0 0%

>5a 2 5%

TOTALE 41 100% 138 100% 37 100%

Tab.9. Classi d'eta in base alia dentizione.

Saldatura epifisi Dentizione Mandibole+mascelle BOS nm s Ix s Ix Iy nm s Ix s Ix Iy

0-9m 0 116 1.000 0-9m 116 1.000 39 0-12m 0.0 41 .0 1.000 0-12m 41.0 1.000 21 >9m 6 116 1.000 >9m 116 1.000 39 12-18m 2.0 41 .0 1.000 1-2a 41.0 1.000 21

>12m 2 110 0.948 >12m 110 0.948 37 18-24m 4.7 39.0 0.951 2-3a 34.3 0.837 17 >18m 50 108 0.931 >24m 58 0.500 19 24-30m 11 .7 34.3 0.837 3-4a 15.0 0.366 8 >24m 1 58 0.500 >36m 29 0.250 10 30-36m 7.6 22.6 0.551 4-5a 5.0 0.122 3 >30m 28 57 0.491 >48m 7 0.060 2 36-42m 5.0 15.0 0.366 5-6a 2.0 0.049 1 >36m 14 29 0.250 >60m 3 0.026 1 42-48m 5.0 10.0 0.244 >42m 8 15 0.129 48-60m 3.0 5.0 0.122 >48m 4 7 0.060 >60m 2.0 2.0 0.049 >60m 3 3 0.026

Saldatura epifisi Dentizione Mandibole+mascelle O/C nm s Ix s Ix Iy nm s Ix Iy

0-6m 41 341 1.000 0-6m 341 1.000 28 0-2m 0.0 138.0 1.000 69 >6m 44 300 0.880 >6m 300 0.880 25 2-6m 14.0 138.0 1.000 69

>1 0m 61 256 0.751 >12m 195 0.572 16 6-12m 20.6 124.0 0.899 62 >16m 47 195 0.572 >24m 86 0.252 7 1-2a 53.6 103.4 0.749 52 >24m 62 148 0.434 >36m 35 0.103 3 2-3a 23.7 49.8 0.361 25 >30m 21 86 0.252 >48m 21 0.062 2 3-4a 13.7 26.1 0.189 13 >36m 30 65 0.191 >60m 12 0.035 1 4-6a 8.1 12.4 0.090 6 >42m 14 35 0.103 6-8a 2.3 4.3 0.031 2 >48m 9 21 0.062 8-10a 2.0 2.0 0.014 1

>60m 12 12 0.035

Saldatura epifisi Dentizione Mandibole+mascelle SUS nm s Ix s Ix Iy nm s Ix s Ix Iy 0-12m 25 100 1.000 0-12m 100 1.000 33 0-6m 2.0 37.0 1.000 0-6m 37.0 1.000 19 >12m 27 75 0.750 >12m 75 0.750 25 6-12m 9.0 35.0 0.946 6-12m 35.0 0.946 18 >24m 29 48 0.480 >24m 19 0.190 6 12-18m 14.7 26.0 0.703 1-2a 11 .3 0.305 6 >30m 3 19 0.190 >36m 10 0.100 3 18-24m 7.5 11 .3 0.305 2-3a 3.8 0.103 2 >36m 6 16 0.160 >48m 3 0.030 1 24-30m 1.8 3.8 0.103 3-4a 2.0 0.054 1 >42m 7 10 0.100 >60m 3 0.030 1 30-36m 0.0 2.0 0.054 4-5a 2.0 0.054 1 >48m 0 3 0.030 36-42m 0.0 2.0 0.054 5-6a 0.0 0.000 >60m 3 3 0.030 42-48m 2.0 2.0 0.054

48-60m 0.0 0.0 0.000

Tab. 10. Schemi per l'elaborazione delle curve di mortalita. Legenda: Ix: rapporto natiJsopravvissuti ; s: numero sopravvissuti; nm: numero capi uccisi; Iy: mortalita in rapporto aJ numero di sopravvissuti .

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Archeozoologia a Coppa Nevi gata: spunti metodologici

zione dei due terzi dei capi rimasti. Per quanto riguarda i caprovini gli abbattimenti sembrano diluirsi nel corso delle stagioni anche se si intravede una maggiore incidenza degli abbattimenti intorno ai 18 mesi e ai due anni e mezzo.

Con lo stesso ragionamento utilizzato dalle rilevazioni sulle fusioni epifisarie, si può procedere nei confronti delle età stimate dall'eruzione o dall'abrasione dentaria laddove non siano stati elaborati sistemi di determinazione circostan-ziati.

Il materiale utilizzato consisteva esclusivamente in man-dibole e mascelle per quanto riguarda caprovini e suini, mentre si è presentata l'opportunità per i bovini di inserire tra i dati oltre alle mandibole e alle mascelle, anche alcuni MJ e Pi sciolti. Nei caprovini appaiono più evidenti gli abbattimenti tra il secondo e il terzo anno d'età, secondo la

curva che Payne associa con lo sfruttamento di questi ani-mali per il latte e la carne.

Mentre si può accordare una buona corrispondenza nelle curve di mortalità elaborate sia per mezzo delle mandibole che per mezzo delle saldature delle epifisi dei caprovini, non altrettanto si può dire a proposito dello stesso confronto effettuato con i resti di bovini né tantomeno con quelli di suini (Fig.3). Questo può non significare nulla, essendo noto che anche in uno stesso individuo lo sviluppo scheletrico può subire una notevole differenziazione. Eppure il fatto che vi sia una corrispondenza abbastanza evidente nel confronto tra le età mandibolari e quelle post-craniali nei caprovini, dimostra la validità di un lavoro sistematico come quello di Payne e la necessità di estenderlo anche agli altri animali domestici.

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zione dei due terzi dei capi rimasti. Per quanto riguarda i caprovini gli abbattimenti sembrano diluirsi nel corso delle stagioni anche se si intravede una maggiore incidenza degli abbattimenti intomo ai 18 mesi e ai due anni e mezzo.

Con 10 stesso ragionamento utilizzato dalle rilevazioni sulle fusioni epifisarie, si pub procedere nei confronti delle eta stimate dall 'eruzione 0 dall 'abrasione dentaria laddove non siano stati elaborati si sterni di determinazione circostan­

ziati . Il materiale utilizzato consisteva esclusivamente in man­

dibole e mascelle per quanto riguarda caprovini e suini , mentre si e presentata l' opportunita per i bovini di inserire tra i dati oltre alle mandibole e alle mascelle, anche alcuni M3 e P4 sciolti . Nei caprovini appaiono piu evidenti gli abbattimenti tra il secondo e il terzo anno d'eta, secondo la

Fig.2. Morfologia dentaria.

Archeozoologia a Coppa Nevigata: spunti metodologici

curva che Payne associa con 10 sfruttamento di questi ani­mali per il latte e la came.

Mentre si pub accordare una buona corrispondenza nelle curve di mortal ita elaborate sia per mezzo delle mandibole che per mezzo delle saldature delle epifisi dei caprovini, non altrettanto si pub dire a proposito dello stesso confronto effettuato con i resti di bovini ne tantomeno con quelli di suini (Fig.3). Questo pub non significare nulla, essendo nota che anche in uno stesso individuo 10 sviluppo scheletrico pub subire una notevole differenziazione. Eppure il fatto che vi sia una corrispondenza abbastanza evidente nel confronto tra le eta mandibolari e quelle post-craniali nei caprovini, dimostra la validita di un lavoro sistematico come quello di Payne e la necessita di estenderlo anche agli altri animali domestici.

Fig.3 . SaJdatura epifis i.

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