storie di successo mario palmisano la lamiera …...200 mm, un’altezza di 220 mm e un peso di 1,5...
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COME RIESCONO AL BAR PRELIBATEZZE CALDE E FREDDE
QUALI CAFFÈ, CIOCCOLATE, SORBETTI E GELATI RARAMENTE
VENGONO ANCHE A CASA. IL SEGRETO, OLTRE AD UN PRECISO DOSAGGIO DEGLI INGREDIENTI,
STA ANCHE IN SOFISTICATE MACCHINE STUDIATE AD HOC
DOVE ANCHE LA LAMIERA RIVESTE UN RUOLO DI RILIEVO.
A RICORDARCELO LA DITTA BOLOGNESE PROTAGONISTA DI
QUESTE PAGINE.
L’approccio con la Tesani & Sam-marchi S.r.l. di Calderara di Re-no (BO) non poteva nascere sotto migliori auspici. Nell’atrio,
infatti, a salutarci, per prima, è una pila di riviste “Lamiera” ordinatamente sistemata su di un tavolinetto di…lamiera perforata. Che questo materiale qui sia la passione di tutti ce lo conferma anche l’amministrato-re, Maurizio Sammarchi, il quale si ramma-rica di non poterlo più maneggiare come faceva una volta dovendo occuparsi ormai solo di gestione.
Da molto tempo siete apprezzati tran-ciatori e stampatori, tuttavia le vo-stre origini parlano di tornitura in la-stra. Cosa vi è rimasto di essa?Il ricordo di una lavorazione che sfiorava l’arte e in cui le capacità manuali degli ope-ratori potevano essere determinanti. Quel-li in gamba non solo riuscivano a creare più pezzi rispetto agli altri, ma anche di quali-tà superiore. La tornitura in lastra ha ca-ratterizzato la produzione aziendale per oltre tre lustri, poi per stare al passo con i tempi e garantire gli elevati numeri ri-chiesti dal mercato alla fine degli anni ’60 è stato necessario orientarsi verso le nuo-ve strade della tranciatura e dello stam-paggio, perseguendo inoltre anche quella della costruzione di stampi. Ancora adesso una buona parte di quelli impiegati nasco-no nell’attrezzeria interna.
Presse e stampi oggi vi consentono di collaborare soprattutto con i presti-giosi marchi di macchine da bar. Ma per quali tipologie realizzate più par-
LA LAMIERA AL BARMario Palmisano
ticolari e con che materiali?In questo momento stiamo lavorando “da matti” per le macchine per caffè, ciocco-late e sorbetti, mentre è parecchio scema-ta la richiesta di componenti per gelatie-re da quando, purtroppo, un grosso cliente ha delocalizzato la produzione in Spagna. I diversi particolari realizzati per gli articoli suddetti sono in acciaio inox Aisi 316, pre-ferito nel settore alimentare in virtù dell’al-ta resistenza alla corrosione e dell’elevata stabilità della struttura interna.
A cosa sono invece destinati nastri e fogli di alluminio visibili in magazzi-no?Sotto le nostre presse diventano più che altro semi gusci per valigette molti dei qua-li fornite anche con il logo personalizzato del cliente.
Quante presse rispondono ogni giorno all’appello e su che spessori lavorano?In totale ne abbiamo 16, delle quali 13 mec-caniche e 3 idrauliche. Le prime, con po-tenze da 20 a 315 tonnellate, essendo do-tate di cuscino premilamiera, possono ese-guire sia operazioni di tranciatura che di stampaggio (su pezzi però poco impegna-tivi); quelle idrauliche, invece, da 30, 80 e 200 tonnellate, vengono impiegate per lo stampaggio e l’imbutitura di particolari an-che molto complessi. Gli spessori lavorati per il ferro vanno da 0,6 a 6 mm, per l’ac-ciaio inox da 0,6 a 3 mm, per l’alluminio da 1,2 a 2 mm mentre per il rame abbiamo una produzione unica sui 2 mm. In offici-na un significativo contributo lo offre inol-tre la rifilatrice-bordatrice, la quale ci ha consentito di acquisire importanti ordini. La nostra squadra tecnologica è completa-ta da una cesoia a ghigliottina e da una ta-gliadischi.
MAURIZIO SAMMARCHI,amministratore della Tesani & Sammarchi S.r.l.
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Qual è stato il prodotto più ostico che vi è capitato di realizzare?Una pentola per una cioccolatiera della Carpigiani ottenuta attraverso imbutitura profonda da lamiera di 0,8 mm di spesso-re. Di acciaio inox, aveva un diametro di
200 mm, un’altezza di 220 mm e un peso di 1,5 kg. Per arrivare al difficile risultato fi-nale abbiamo impiegato stampi a più sta-zioni grazie ai quali di tali pentole ne realiz-zavamo circa 800 alla volta. La rifilatura da-va poi il tocco finale.
FIG|01| - Frontale macchina da caffè.FIG|02| - Pezzi stampati o tranciati.FIG|03| - Pezzi stampati. In primo piano semiguscio per valigia in alluminio.FIG|04| - Pressa meccanica a collo di cigno da 200 t.FIG|05| - Pressa meccanica a due montanti da 315 t.
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Tutto il vostro parco macchine parla italiano. È una scelta dettata da un po’ di sano nazionalismo?Abbiamo acquistato tecnologia italiana semplicemente perché i costruttori di casa nostra sono sempre stati in grado di offrire macchine altamente performanti con un ot-timo rapporto qualità/prezzo. A tal proposi-to spiace rilevare che alcuni di essi in questi ultimi anni, a causa della contingenza nega-tiva, siano stati costretti a chiudere nono-
stante si fossero costruiti nel tempo la fama di produttori di vere e proprie “fuoriserie”, specie con le presse. Di certo comunque il prossimo investimento sarà ancora orienta-to al “Made in Italy” perché senza dubbio of-fre il meglio.
Su di voi invece che ripercussioni ha avuto la crisi iniziata nel 2008?Dire che non facciamo più i numeri di una volta può apparire scontato. I grossi lot-ti, infatti, sono ormai appannaggio di pae-si emergenti a basso costo di manodopera, i quali hanno pure messo in ginocchio alcuni nostri importanti clienti. Un esempio ecla-tante è quello di un produttore di ferri da stiro: per esso evadevamo carichi di lavoro spropositati, fino a 30.000 carenature al me-se; poi sono entrati in ballo i cinesi propo-nendo il medesimo ferro da stiro, ovviamen-te copiato, ad un prezzo pari ad un terzo del precedente. Il risultato è che oggi quel
cliente da 20 dipendenti è passato a 6 e le 30.000 carenatura ce le richiede in un anno.
Dal vostro osservatorio qual è oggi lo stato di salute del mercato? È un mercato che ha ancora la “febbre”, an-che se non molto alta, diciamo a 37,5. Suffi-ciente però per non farti sentire in forma. A preoccupare poi è la sua completa schizofre-nia: a giorni in cui è necessario lavorare 12 ore improvvisamente ne seguono altri dove non si riesce a coprire le 8 ore. Ciò accade anche perché nessuno, per paura, fa più ma-gazzino e così quando la commessa arriva è sempre per domani. La dice lunga il fatto che la visibilità del lavoro non supera mai i 15-20 giorni contro i 2-3 mesi registrati ai bei tem-pi del 2006-2007.
Con quale spirito guardate al domani?Negli ultimi due anni una certa seppur timi-da ripresa l’abbiamo avvertita, quindi affron-tiamo il 2014 con ottimismo augurandoci che possa riportarci quella serenità necessaria per affrontare le continue sfide del mercato. Da parte nostra continueremo a proporci co-me realtà affidabile capace di fornire non so-lo un prodotto di qualità, ma pure un servi-zio flessibile e puntuale di assistenza tecni-ca, venendo incontro a tutte le richiesta della clientela, sia per piccoli che per grandi stock di produzione. Personalmente un incoraggia-mento lo trovo anche nella consapevolezza di poter lasciare un giorno il testimone a mio fi-glio Mirco, già da tempo presente in azienda.
UNA LUNGA STORIA FRA TORNI IN LASTRA, PRESSE E STAMPIFino al 1956 Enea Tesani e Franco Sammarchi hanno lavorato insieme come dipendenti in una società specializzata nella tornitura in lastra. In quell’anno poi, 27 primavere il primo e 22 l’altro, pensarono bene di mettere a frutto quanto imparato aprendo a Bologna un’attività in proprio: nasce così la Tesani & Sammarchi S.r.l. La tornitura in lastra li accompagnerà fi no al 1970, dopo di che abbracciano lavorazioni considerate più redditizie e che tuttora distinguono la loro azienda nel panorama della deformazione della lamiera: la tranciatura e lo stampaggio, alle quali abbinano la progettazione e la costruzione dei relativi stampi. Ora questa impresa, operativa a Calderara di Reno (BO), e precisamente nella cittadella industriale ed artigianale del Bargellino, in cui fu una delle prime ad insediarsi agli inizi del 1980, è un punto di riferimento per una trentina di importanti clienti attivi, soprattutto, nel settore delle macchine da bar, seguito da diversi altri fra i quali: valigeria, compressori, ricambistica, macchine lavasecco, ecc. Dei 200-300 quintali di materiali, in fogli e in rotoli che ogni mese passano nelle presse il più gettonato è l’acciaio inox, mentre in misura minore vengono usati anche acciaio al carbonio, ferro, alluminio e rame. L’apporto di 8 dipendenti permette alla ditta di raggiungere un fatturato di 1,2 milioni di euro.
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FIG|06| - Pressa idraulica da 200 t.FIG|07| - Rifi latrice e bordatrice. FIG|08| - Tagliadischi.
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