sul libro di testo ‘’imparo e applico con 10 in …

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SUL LIBRO DI TESTO ‘’IMPARO E APPLICO CON 10 IN TECNOLOGIA (PROCESSI PRODUTTIVI ED ENERGIA)’’ – studiare: da pag. 184 a pag. 185.

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Page 1: SUL LIBRO DI TESTO ‘’IMPARO E APPLICO CON 10 IN …

SUL LIBRO DI TESTO ‘’IMPARO E APPLICO CON 10 IN TECNOLOGIA (PROCESSI PRODUTTIVI ED ENERGIA)’’ – studiare:

• da pag. 184 a pag. 185.

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IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEL PETROLIO

Il petrolio è una sostanza di origine organica, composta inprevalenza da Carbonio e Idrogeno (Idro-carburi). La suaformazione ha preso avvio molti milioni di anni fa, a causadella decomposizione sotterranea di antichi animali e piante.

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IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEL PETROLIO

FASE 1 - Molti animali e vegetali preistorici,una volta morti, sprofondano sul fondo dimari, laghi e paludi. I loro resti organicivengono sepolti dai sedimenti. Lentamente, isedimenti vengono a loro volta inglobatinelle ROCCE MADRI e decomposti in assenzadi Ossigeno.

FASE 2 - Nel corso di milioni di anni la crostaterrestre ha subito grandi trasformazioni: ilpetrolio contenuto nelle ROCCE MADRI èstato riassorbito da strati di SABBIE E ROCCEPOROSE, dette anche ROCCE SERBATOIO (A).

FASE 3 – Le ROCCE SERBATOIO si trovano aloro volta racchiuse sotto a strati di ROCCIAIMPERMEABILE (B), che intrappolano ilpetrolio in GIACIMENTI SOTTERRANEI dettiTRAPPOLE PETROLIFERE. Spesso i giacimenticontengono anche GAS NATURALE e ACQUA.

A

B

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L’ ESTRAZIONE DEL GREGGIO

Il pozzo di estrazione viene scavato con unoSCALPELLO ROTANTE dal quale fuoriesce delfango a pressione: il fango serve al tempostesso a consolidare le pareti del condotto diperforazione e a raffreddare l’ingranaggio discavo. Il dispositivo è sostenuto dalla TORREDI PERFORAZIONE.

Una volta raggiunto il giacimento, il petroliopuò fuoriuscire spontaneamente (per suapressione naturale). In caso contrario, deveessere pompato all’esterno.

Il petrolio appena estratto si dice GREGGIO,in quanto deve essere purificato dalle sueimpurità (acqua, detriti). La purificazioneavviene nei CENTRI DI DECANTAZIONE.

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I PRINCIPALI GIACIMENTI DI PETROLIO

Gran parte delle riserve petrolifere mondiali si trova ricompresa nei confini di stati politicamente instabilio nemici del sistema occidentale. Il controllo di questi ricchi giacimenti costituisce quindi una efficacearma di ricatto politico e diplomatico.

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LA RICERCA DEL PETROLIO IN MARE

Gli studiosi stimano che poco meno della metàdelle riserve di petrolio del pianeta si trovino sottoi fondali marini (circa il 45 %).

PIATTAFORMA FISSA

Sono ancorate direttamente al fondo del mare congambe in cemento o in acciaio. Sono utilizzatesoprattutto per i giacimenti di petrolio molto ricchie quindi sono destinate a durare a lungo. Se netrovano molte vicino alle coste, per esempio neifiordi norvegesi. Generalmente si utilizzano dove ilfondale marino non è profondo più di 450 metri.

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LA RICERCA DEL PETROLIO IN MARE

Gli studiosi stimano che poco meno della metàdelle riserve di petrolio del pianeta si trovino sottoi fondali marini (circa il 45 %).

Sono piattaforme ancorate al fondo con gambe inacciaio, progettate per essere flessibili dal punto divista strutturale. Sono utilizzate dove il mare èprofondo tra 450 e 900 m. La flessibilità della torrepermette di assorbire bene la pressione esercitatadal vento e dal mare. Torri di questo genere sono ingrado di sopportare anche il passaggio di uragani.

PIATTAFORMA FLESSIBILE

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LA RICERCA DEL PETROLIO IN MARE

Gli studiosi stimano che poco meno della metàdelle riserve di petrolio del pianeta si trovino sottoi fondali marini (circa il 45 %).

È una piattaforma che sta a galla perché poggia sucolonne riempite d’aria, di grandi dimensioni. Ètenuta al suo posto tramite tiranti infilati nelfondale marino per mezzo di lunghi pali. Questosistema permette alla piattaforma di muoversilateralmente ma non verticalmente, e ciò la rendesicura in caso di uragani o forti tempeste. Si utilizzain acque profonde tra 150 e 750 metri.

PIATTAFORMA FLOTTANTE CON TIRANTI

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LA RICERCA DEL PETROLIO IN MARE

Gli studiosi stimano che poco meno della metàdelle riserve di petrolio del pianeta si trovino sottoi fondali marini (circa il 45 %).

Consiste in un’unità semisommersa equipaggiatacon i sistemi di trivellazione e di estrazione. Èancorata sul fondo del mare per mezzo di catene etiranti oppure può essere tenuta ferma grazie amotori. Il materiale estratto dal fondo marino èportato in superficie con un sistema di tubi che tieneconto dei possibili movimenti della piattaforma. èutilizzata in acque profonde tra i 450 e 2.100 metri.

PIATTAFORMA FLOTTANTE

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LA RICERCA DEL PETROLIO IN MARE

Gli studiosi stimano che poco meno della metàdelle riserve di petrolio del pianeta si trovino sottoi fondali marini (circa il 45 %).

È una piattaforma galleggiante tenuta saldamenteferma grazie a tiranti fissati sul fondo del mare. èun sistema tra i meno costosi e può essere utilizzatoanche in acque profonde fino a 2.000 metri.

PIATTAFORMA FISSA CON TIRANTI

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LA RICERCA DEL PETROLIO IN MARE

Gli studiosi stimano che poco meno della metàdelle riserve di petrolio del pianeta si trovino sottoi fondali marini (circa il 45 %).

Il nome, inglese, significa “boa a palo”: è unapiattaforma composta da un singolo cilindro digrande diametro su cui poggia la piattaformapetrolifera. È usata per perforare la crosta terrestrealla ricerca di greggio o per estrarlo una voltatrovato. La piattaforma è trattenuta in posizionecon un sistema di ancore. Può essere utilizzata dovela profondità dell’acqua arriva anche a 3.000 metri.

PIATTAFORMA SPAR

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SUL LIBRO DI TESTO ‘’IMPARO E APPLICO CON 10 IN TECNOLOGIA (PROCESSI PRODUTTIVI ED ENERGIA)’’ – studiare:

• da pag. 186 a pag. 187.

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IL TRASPORTO NEGLI OLEODOTTI

Una volta estratto dal suo giacimento, il PETROLIO GREGGIO non èancora pronto per essere utilizzato. Deve prima essere raffinato inappositi centri industriali (RAFFINERIE). Il trasporto alle raffinerieavviene per fasi successive: prima si pompa il greggio per moltichilometri lungo gli OLEODOTTI, che arrivano fino ai porti di imbarco.Da qui, via nave, il greggio viene portato alle raffinerie e trattato perricavare carburanti, bitumi o materie plastiche.

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LA TORRE DI RAFFINAZIONE DEL PETROLIO

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IL PROCESSO DI ‘’CRACKING’’

Per aumentare la disponibilità di IDROCARBURILEGGERI (ad esempio la Benzina) da impiegarecome carburanti per auto, si innesca la rotturaartificiale (CRACKING) delle grosse molecole degliIDROCARBURI PESANTI (ad esempio i residui delladistillazione avvenuta nella torre).

Dalla rottura delle molecolepiù grosse e pesanti si formaun maggior numero di nuovemolecole più leggere (ossia gliIDROCARBURI LEGGERI). Taleprocesso consente di riciclaregli scarti della distillazione delgreggio.

BENZINA 50% KEROSENE 7% GASOLIO 21% LUBRIF. 10% R.PESANTI 12%

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SUL LIBRO DI TESTO ‘’IMPARO E APPLICO CON 10 IN TECNOLOGIA (PROCESSI PRODUTTIVI ED ENERGIA)’’ – studiare:

• da pag. 186 a pag. 187.