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Sviluppo dello spazio suburbano non edificato Rapporto di sintesi 13 settembre 2012

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Sviluppo dello spazio suburbano non edificato

Rapporto di sintesi

13 settembre 2012

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Impressum

Metron Raumentwicklung AG www.metron.ch

CH 5201 Brugg

Adeline Bodenheimer Dipl. -Ing. Landschaftsplanung/ -architektur FH BSLA

Beat Suter dipl. Ing. FH in Raumplanung FSU/SIA

Jürgen Hengsberger Dipl. Ing. Landschaftsarchitektur/ -planung, MSc ETH Raum-

entwicklung

ETH Zürich www.plus.ethz.ch

IRL - Fachbereich PLUS

8093 Zürich

Adrienne Grêt -Regamey Prof. Dr. sc. ETH Zürich

Madeleine Manyoky MSc ETH Geomatik-Ing.

Reto Camenzind Bundesamt für Raumentwick lung (ARE)

Isabel Scherrer Bundesamt für Raumentwick lung (ARE)

Muriel Odiet Bundesamt für Raumentwick lung (ARE)

Doris Sfar Bundesamt für Wohnungswesen (BWO)

Gabrielle Gsponer Bundesamt für Strassen (ASTRA)

Laët it ia Béziane Bundesamt für Verkehr (BAV)

Sarah Pearson Bundesamt für Umwelt (BAFU)

Markus Thommen Bundesamt für Umwelt (BAFU)

Erica Zimmermann Bundesamt für Umwelt (BAFU), Abteilung Wald

Olivier Schne ider Bundesamt für Umwelt (BAFU), Abteil ung Wald

Silvio Schmid Bundesamt für Umwelt (BAFU), Abteilung Wald

Anton Stübi Bundesamt für Landwirtschaft (BLW)

Gisèle Jungo Bundesamt für Gesundheit (BAG)

Nadja Mahler Bundesamt für Sport (BASPO)

Hansjörg Birrer Bundesamt für Sport (BASPO)

Jacques Baudet Schweizerischer Städteverband (SSV)

Copertina: composizione grafica delle parole più ricorrenti nella versione tedesca del rapporto

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Indice

1 Premessa 1

1.1 Progetto e contesto 1

1.2 Lo spazio suburbano non edif icato 2

2 Lo spazio non edificato nelle aree suburbane 4

2.1 Tendenze e prospett ive 4

2.2 Definizioni di riferimento 8

2.3 I servizi fornit i nello spazio suburbano non edif icato 10

2.4 Strumenti principali e possibilità di intervento 12

3 Metodo e deduzioni scientifiche 15

3.1 Procedimento, scambio di esperienze 15

3.2 Sinergie triangolari 16

3.3 Infogramma 17

4 Analisi 19

4.1 Sinergie (CHE COSA?) 19

4.1.1 Nucleo tematico 1: “Varietà e ident if icazione” 20

4.1.2 Nucleo tematico 2: “Accessibilità per lo svago e il moviemento” 24

4.1.3 Nucleo tematico 3: “Risorsa minacciata” 28

4.2 La piramide “chi fa che cosa?” (CHI?) 32

5 Conclusioni 34

6 Riferimenti bibliografici 35

7 Allegato 36

7.1 L’infogramma 36

7.2 Considerazioni emerse dagli incontri di scambio 39

7.2.1 “Varietà e ident if icazione” (nucleo tematico 1) 39

7.2.2 “Accessibilità per lo svago e il movimento” (nucleo tematico 2) 40

7.2.3 “Risorsa minacciata” (nucleo tematico 3) 41

7.3 Documentazione sulla buona prassi 43

7.3.1 Documentazione presentata all’ incontro 1 (Pianif icazione integra le) 43

7.3.2 Documentazione presentata all’ incontro 2 (Paesaggio e

biodiversità) 44

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7.3.3 Documentazione presentata all’ incontro 3 ( Contesto abitat ivo e

lavorat ivo; mobilità; movimento e salute pubbl ica) 44

7.3.4 Documentazione presentata all’ incontro 4 (Ag r icoltura e

selvicoltura) 46

7.3.5 Altro47

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Indice delle immagini

Fig. 1: Spazio suburbano non edificato (il fiume Birs presso Muttenz, BL) .................................................................................................... 1

Fig. 2: Villars-sur-Glâne (FR), quartiere di Cormanon-Est .................. 3

Fig. 3: Il terreno agricolo si imbatte con la zona industriale................. 6

Fig. 4: Progetto territoriale Svizzera, cartina 2 "Valorizzare gli insediamenti e i paesaggi" (ARE, versione rielaborata 2012) ............ 9

Fig. 5: Terzo incontro dedicato a "Contesto abitativo e lavorativo; mobilità; movimento e salute pubblica" (Grenchen, 10 maggio 2011) ....................................................................................................... 15

Fig. 6: Sinergia triangolare: servizi, attori e possibilità di intervento .. 16

Fig. 7: L’infogramma come appare in Internet: (1) disco centrale suddiviso in 18 parti che rappresentano i servizi offerti nello spazio non edificato, (2) elenco degli attori coinvolti, (3 e 4) elenco delle possibilità di intervento, (5) elenco dei servizi, e (6) finestra interattiva per verificare le sinergie. ................................................................. 17

Fig. 8: Zurigo nord: coesistenza di strutture multidimensionali in uno spazio frammentato ......................................................................... 21

Fig. 9: Le sinergie nell’ambito del nucleo tematico 1 così come espresse dall’infogramma. I settori delimitati in rosso corrispondono ai servizi del nucleo tematico “Varietà e identificazione”. Gli attori elencati sopra hanno, in quest’ambito, un potenziale sinergico massimo, ossia il maggior numero di intersezioni con l’operato di altri attori coinvolti nel nucleo tematico 1. In verde, gli altri servizi che sono coperti da almeno due di questi attori. ............................................. 23

Fig. 10: "Giardinaggio urbano" sul sedime dell’ex aeroporto di Berlino Tempelhof ....................................................................................... 24

Fig. 11: Le sinergie nell’ambito del nucleo tematico 2 così come espresse dall’infogramma. I settori delimitati in rosso corrispondono ai servizi del nucleo tematico “Accessibilità per lo svago e il movimento”. Gli attori elencati sopra hanno, in quest’ambito, un potenziale sinergico massimo, ossia il maggior numero di intersezioni con l’operato di altri attori coinvolti nel nucleo tematico 2. In verde, gli altri servizi che sono coperti da almeno due di questi attori..................... 26

Fig. 12: Superfici rese impermeabili e infrastrutture di traffico in una zona industriale ben collegata ......................................................... 29

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Fig. 13: Le sinergie nell’ambito del nucleo tematico 3 così come espresse dall’infogramma. I settori delimitati in rosso corrispondono ai servizi del nucleo tematico “Risorsa minacciata”. Gli attori elencati sopra hanno, in quest’ambito, un potenziale massimo di sinergie, ossia il maggior numero di intersezioni con gli altri operatori coinvolti nel nucleo tematico 3. In verde, gli altri servizi che sono coperti da almeno due di questi attori. .............................................................. 31

Fig. 14: La piramide “chi fa che cosa?”: i compiti degli attori coinvolti nello sviluppo dello spazio suburbano non edificato ......................... 32

Fig. 15: Infogramma – rappresentazione schematica della piattaforma interattiva ........................................................................................ 36

Fig. 16: Disco suddiviso in settori e livelli politici............................... 36

Fig. 17: Elenco delle possibilità di intervento .................................... 37

Fig. 18: Esempio: analisi in funzione di due tipi di attori (“persone alla ricerca di uno spazio per lo svago” e “proprietari fondiari / persone che intendono costruire”) ....................................................................... 38

Fig. 19: Chiavetta USB con l’infogramma (offline) ............................ 38

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1 Premessa

1.1 Progetto e contesto

Avviato nell’autunno del 2009 sotto l’egida dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale e dell’Ufficio federale delle abitazioni, il progetto "Sviluppo dello spazio suburbano non edi-ficato: esperienze a confronto per proseguire in modo mirato" ha coinvolto otto Uffici della Confederazione. L’obiettivo è rilevare le interrelazioni tematiche riguardanti lo spazio non edificato e promuovere un approccio integrale alla pianificazione del territorio. Tra il 2010 e il 2011 sono stati organizzati quattro incontri di scambio sui temi seguenti:

- pianificazione integrale; - paesaggio e biodiversità; - contesto abitativo e lavorativo, mobilità, movimento e salute pubblica; - agricoltura e selvicoltura.

Il presente rapporto sintetizza i risultati di questi incontri. Elaborato in seduta stante, è stato ulteriormente rivisto e integrato nel giugno 2012, in occasione della riunione conclu-siva.

Fig. 1 : Spazio suburbano non edi f icato ( i l f iume Bi rs pre sso Mut tenz, BL)

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1.2 Lo spazio suburbano non edificato

Durante gli scorsi decenni, i comprensori insediativi nelle periferie delle città svizzere si sono estesi a un punto tale che oggi quasi tre quarti della popolazione nazionale vive nello spazio suburbano. Per questi abitanti, le aree non occupate da edifici, vale a dire comprensori naturali e spazi verdi, zone multifunzionali non riservate esclusivamente al traffico e superfici accessibili al pubblico, ma anche campi, pascoli, boschi e foreste, con-trobilanciano le zone edificate, sovente intensamente sfruttate. Se gradevoli e acco-glienti, gli spazi non edificati migliorano la qualità di vita e salvaguardano la biodiversità nelle zone abitate ma, in particolare negli agglomerati, rappresentano anche, sempre più, un importante polo di attrazione sulle attività economiche.

Una sfida fondamentale nella gestione dello spazio non edificato è data dal fatto che gran parte della sua superficie è di proprietà privata, ad esempio nelle zone agricole ma an-che in quelle residenziali. Questa situazione, malgrado le considerevoli potenzialità in termini anche solo di superficie, impedisce un intervento diretto degli enti pubblici.

La peculiarità dello spazio suburbano rispetto a quello urbano o rurale è densa di signifi-cato, pur manifestandosi in sfumature. Nella nostra percezione, è ancora assai difficile classificare (e interagire con) le zone, alla periferia dei centri di concentrazione urbana, caratterizzate da una crescita rapidissima e che restano tuttora soggette a grandi cam-biamenti. Il pericolo è che si formino “comuni dormitorio”, abitati soprattutto da pendolari del lavoro e degli acquisti. L’identità e la qualità specifica di uno spazio sono sovente dettate da una miscela di svariati elementi e strutture. Regolarmente siamo confrontati con un fitto intreccio di assi di comunicazione, zone di attività industriali e commerciali, superfici ecologicamente pregiate, aree più o meno densamente abitate che si interrom-pono bruscamente in particelle dove si ergono capannoni di grandi dimensioni, diretta-mente adiacenti a vaste zone agricole. Per molti aspetti, nelle fasce suburbane le qualità di vita e di spazio presentano ancora un considerevole potenziale di sviluppo.

Alla periferia delle zone di conurbazione, comuni un tempo rurali sono “risucchiati” dai centri urbani e si ritrovano improvvisamente “città”, senza aver avuto il tempo necessario per prendere in considerazione le questioni di pianificazione territoriale, in particolare quelle legate alle superfici non costruite. Ed eccoli confrontati a problemi di pianificazione complessi, rispetto ai quali sono impreparati, poiché mancano loro, in parte, le conoscen-ze specifiche e le dotazioni. Di conseguenza, la sfida più importante è riqualificare le strutture organizzative e le competenze amministrative di questi comuni.

Durante il secondo semestre del 2012 la Svizzera ha superato gli 8 milioni di abitanti. Alla luce di questo incremento demografico, che non sembra volersi arrestare (nel corso del 2009, 2010 e 2011 si è registrata una progressione annua dell’1,0% circa, ciò che at-tualmente significa un aumento di 80.000 persone l’anno1), e dei nuovi e diversi stili di vita che si manifestano, tra l’altro, in una continua progressione della superficie abitativa pro capite, lo spazio non edificato diventa un bene sempre più raro. Senza contare che aumenta costantemente anche la domanda di superfici per potenziare le infrastrutture.

1 Fonte: comunicato stampa UST del 26.04.2012

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A livello di pianificazione, le zone non edificate vengono generalmente trattate come “su-perfici residue”, oppure sono regolamentate in modo settoriale. Tuttavia, in considerazio-ne dei numerosi servizi che questi spazi assicurano alla popolazione, all’economia e all’ecologia, si fa più urgente la necessità di conservarli e di metterli in valore. Nello speci-fico, lo spazio non edificato che si trova all’interno degli abitati ha bisogno di particolare attenzione e di una gestione che favorisca lo sviluppo e la densificazione verso l’interno.

Negli scorsi decenni, l’incalzante espansione edilizia ha sfruttato le superfici in modo certamente eccessivo; sproporzionato è stato anche il concomitante fenomeno di imper-meabilizzazione. Tutto ciò a scapito della biodiversità, della permeabilità dei terreni e dell’interconnessione tra gli spazi non costruiti. Qualità, configurazione e aspetto esteti-co del paesaggio e delle zone non edificate sono fattori sempre più sottovalutati o consi-derati in modo frammentario. Di conseguenza, a livello di pianificazione territoriale occor-rono misure per contrastare l’impoverimento delle superfici non costruite, e ciò in diversi ambiti quali la biodiversità, gli aspetti paesaggistici, o la mancanza di interconnessioni a livello di agglomerato.

È giunto il momento di lavorare alla pianificazione dello spazio non edificato con un approccio integrale e coordinato su larga scala.

F ig . 2 : V i l lars-sur-Glâne (FR), quar t i ere d i Cormanon -Est

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2 Lo spazio non edificato nelle aree suburbane

2.1 Tendenze e prospettive

Pressione sulle superfici e sui servizi

La rapida espansione degli insediamenti e della rete di trasporti aumenta enormemente la pressione sui terreni non edificati, all’interno e nelle periferie degli abitati. Nel Canton Zurigo, ad esempio, dal 1994 in poi le superfici edificate sono aumentate del 12 per cento (ca. 3000 ha), quelle destinate ai trasporti del 4 per cento (ca. 430 ha), mentre quelle riservate all’agricoltura sono diminuite in misura simile (ca. 2900 ha)2.

Oltre all’incremento della popolazione e della superficie abitativa pro capite, un ruolo non indifferente è da attribuire alla decentralizzazione, dai poli urbani ai Comuni periferici, di quelle funzioni che richiedono molto spazio, un fenomeno causato dal prezzo elevato dei terreni, dalla diminuzione delle superfici disponibili o da una rete di trasporti inadeguata nei nuclei cittadini.

In concomitanza con l’intenso sfruttamento legato all’espansione edilizia, altri due ele-menti hanno inciso fortemente sul territorio: il cambiamento strutturale nell’agricoltura e la crescente richiesta esercitata sulle zone boschive come spazi di svago e riposo. Le tensioni tra produzione economica, diversificazione dei servizi offerti dall’agricoltura e coesistenza di esigenze diverse su superfici in continua diminuzione si fanno sempre più forti, e con ogni probabilità non si fermeranno. Se questa tendenza proseguirà, perché dettata da ragioni esclusivamente economiche o a causa di una pianificazione scoordina-ta, la qualità degli insediamenti di numerose località alla periferia dei centri di conurba-zione sarà decisamente compromessa.

Lo spazio suburbano subisce quindi molteplici pressioni, esercitate contemporaneamen-te per ragioni diverse (abitazione, svago e riposo, infrastrutture e mobilità). I servizi garantiti dallo spazio non edificato, inoltre, sollecitano e coinvolgono gruppi di interesse che possono essere all’origine di dinamiche positive, ma anche di divergenze e conflitti. Tra questi servizi, rivendicati d’altronde in termini e modi assai diversi, possiamo qui ri-cordare: un habitat per la flora e la fauna, una produzione agricola e forestale, la ge-stione dei pericoli naturali, un luogo di identificazione e di prossimità con il pae-saggio, una rete completa di trasporti, strade e sentieri, ma anche opportunità grade-voli per fare movimento, praticare uno sport e trascorrere il tempo libero e, infine, un contesto abitativo e lavorativo di qualità, con luoghi dove sia possibile incontrarsi, ‘prendere possesso’ dello spazio, dando libero sfogo a iniziative e impegni indivi-duali.

Potenzial ità sottouti lizzate

La Tipologia dei paesaggi svizzeri pubblicata dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale distingue tra “paesaggio insediativo” (che corrisponde alle zone suburbane) e “paesaggio

2 Dati raccolti dall’Ufficio di statistica del Canton Zurigo (2011).

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urbano”3. Secondo i dati raccolti dall’Ufficio federale di statistica, rispetto al paesaggio urbano, quello insediativo conta una superficie destinata a uso residenziale e ai trasporti complessivamente inferiore. Qui, tuttavia, nel bilancio complessivo incide molto lo spazio paesaggistico esterno all’abitato (soprattutto boschi e foreste, pascoli e terreni agricoli) mentre le aree verdi, ad esempio, oppure i luoghi di svago o i terreni immediatamente adiacenti agli edifici sono, percentualmente, meno importanti rispetto alla zona urbana4. Nelle fasce suburbane vi è quindi l’opportunità di pianificare lo spazio non edificato per far sì che offra qualità e servizi in grado di raccogliere le molteplici esigenze di una popo-lazione in rapida crescita. Le superfici non costruite e ancora permeabili che si trovano all’interno degli abitati suburbani devono essere tutelate subito, garantendo, con misure efficaci, uno sviluppo di qualità. A questo scopo, occorrerà definire gli standard qualitativi ai quali mirare partendo da situazioni concrete e specifiche, e rinunciare quindi a soluzio-ni generiche o a soluzioni ‘design’, sfruttando inoltre le possibilità che si offrono in occa-sione di interventi di risanamento o di riassetto del territorio.

Aspetti di politica sociale

Nella vita pubblica e di conseguenza anche nello spazio pubblico, i problemi sociodemo-grafici si fanno sempre più percepibili: incremento della popolazione, cambiamenti nei rapporti percentuali tra le fasce di età e migrazione sono temi che non smetteranno di sollecitare la pianificazione del territorio, ma anche l’economia nazionale, le assicurazioni sociali e i fondamenti stessi della nostra convivenza civile. Senza dimenticare altri feno-meni dalle conseguenze complesse, quali la crescente domanda di superficie da destina-re agli alloggi, l’emergenza di nuove modalità abitative e l’aumento delle economie domestiche. Negli agglomerati svizzeri il numero di economie domestiche che contano una sola persona è passato dal 29% del 1980 (710’329 nuclei familiari) al 36% del 2000 (1,12 milioni di nuclei familiari). Nel 1980, una persona occupava in media 34 m2 di su-perficie abitativa; nel 2000 questa cifra era già salita a 44 m2.5 Le ripercussioni del consumo di superficie sullo spazio non edificato sono evidenti e sempre più sovente sono oggetto di discussione: la popolazione tende a esprimere le sue esigenze in modo sempre più diretto, organizzato e attivo, rivendicando la disponibilità di tali superfici, ma anche la possibilità di avere voce in capitolo sulla loro configurazione e funzionalità. Nel dibattito sembra prendere lentamente piede anche una certa sensibilità di fronte alla quotidiana scomparsa di terreni agricoli, di zone naturali e di paesaggi. Nella società comincia a farsi strada un atteggiamento critico nei confronti della dispersio-ne degli insediamenti.

3 Il “paesaggio insediativo” così come definito nella Tipologia dei paesaggi svizzeri corrisponde in larga misu-ra allo “spazio suburbano” come concepito dal presente progetto.

4 Fonte: ARE, UFAM, UST (2011): A paesaggio urbano: 3,8% bosco/boschetto, 2,4% prati e campi, pascoli locali, 29,3% terreno annesso a edifici, 8,3% zone verdi e di riposo all’interno degli insediamenti; B pae-saggio insediativo (suburbano): 13,4% bosco/boschetto, 24,2% prati e campi, pascoli locali, 22,4% terre-no annesso a edifici, 4,6% zone verdi e di riposo all’interno degli insediamenti.

5 Fonte: Ufficio federale di statistica, Censimento federale della popolazione

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F ig . 3 : I l ter reno agr ico lo s i scontra c on la zona industr ia le .

Aspetti di politica sanitaria

Nella vita sociale, l’avvento dei media digitali, la facilità d’accesso alla rete mondiale e la crescente domanda di mobilità e consumo evidenziano sempre più la perdita di contatto diretto tra l’essere umano e la natura. Anche nella salute pubblica si fanno tangibili le tensioni suscitate dai problemi demografici e sociali che abbiamo ricordato sopra, dalla mancanza di tempo e dalla crescente distanza con l’ambiente e il paesaggio. Lo spa-zio non edificato che offre la possibilità di fare movimento favorisce l’interazione con la natura e, a sua volta, l’incoraggiamento all’esercizio e al movimento influisce in diversi modi sulla salute umana. È provato che un’attività fisica regolare ha esiti positivi anche su fattori molto rischiosi quali ipertensione, ipercolesterolemia e sovrappeso, favorendo la prevenzione di malattie non trasmissibili quali diabete, tumori, disturbi cardiocircolatori e osteoporosi; questa prevenzione costituisce d’altra parte una delle principali sfide cui deve far fronte il nostro sistema sanitario.

All’interno degli insediamenti, la pressione sullo spazio non edificato e i conflitti sempre più numerosi riguardo la sua utilizzazione, invece, limitano le possibilità di esercitare atti-vità fisiche all’aria aperta, nei pressi dell’abitazione o del posto di lavoro. L’importanza che questo spazio riveste per la salute pubblica deve spingerci a mantenerlo e a organiz-zarlo tenendo conto di questa funzionalità; occorre quindi garantire anche collegamenti ciclabili e pedonali gradevoli e sicuri, così da aumentare il numero di tragitti quotidiani coperti grazie alla sola forza muscolare (ad es. per recarsi a scuola, al lavoro o a fare la spesa). Incoraggiare il movimento e la salute pubblica può contribuire in termini assai positivi alla qualità della vita nelle nostre zone residenziali.

Presa di coscienza e necessità di intervento

Negli ultimi tempi si scorgono segni di una rinnovata presa di coscienza e di un maggiore interesse da parte della popolazione, che rivendica, in modo più attivo, spazi non costruiti di qualità, nelle immediate vicinanze delle zone intensamente abitate e sfruttate. Movi-menti e iniziative spontanei o gruppi d’interessi rivendicano il diritto, ad esempio, di utilizzare in modo transitorio certe aree dismesse. Nella pianificazione territoriale, i pro-cessi partecipativi diventano così sempre più importanti, tanto in sede teorica quanto in fase di realizzazione.

Nel dibattito politico si torna sempre più sovente a parlare di contenimento, densificazio-ne e sviluppo centripeto delle zone abitate. Si pensi, ad esempio, all’iniziativa per il pae-saggio e al relativo controprogetto, alla revisione parziale della legge sulla pianificazione

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del territorio (LPT), all’iniziativa sulle abitazioni secondarie o all’iniziativa cantonale zuri-ghese sui terreni agricoli.

Eppure sovente nella prassi si ricorre solo a strumenti di pianificazione isolati e settoriali, senza alcun legame fra loro. Alla gestione dello spazio suburbano non edificato difetta una prospettiva interdisciplinare e, soprattutto, sovracomunale. Ora è giunto il mo-mento di dare la massima priorità a una pianificazione specifica di queste zone, attenta ai bisogni della società e dell’ecosistema, nonché basata su criteri di funzionalità e efficacia.

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2.2 Definizioni di riferimento

Nel corso del progetto abbiamo analizzato diverse tipologie e definizioni possibili per lo spazio suburbano. Riprendere tout court il “Comune suburbano” come definito dall’Ufficio federale di statistica (UST) avrebbe, in parte, falsato la prospettiva, poiché avrebbe comportato lacune tra i nuclei urbani e lo spazio rurale.

La tipologia dei Comuni pubblicata dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale si basa sulle definizioni dell’UST ma cerca di rendere maggiormente conto di aspetti legati alla pianificazione (ARE, 2008). Tra le sue categorie figurano anche la cosiddetta “corona periferica” e il “Comune periurbano”, che corrispondono al meglio a quanto i partecipanti al progetto intendono per “Comune suburbano”.

Il gruppo di lavoro ha preso in considerazione una terza possibilità, ossia la definizione di agglomerato data dall’UST, secondo la quale può essere considerato “Comune su-burbano” il Comune periferico di un agglomerato con nucleo urbano. Questa sarebbe la definizione più esauriente, che permetterebbe di classificare in modo univoco tutti i Co-muni svizzeri.

Nell’ambito del nostro progetto, tuttavia, definire, rispettivamente, lo spazio suburbano e i relativi comuni sulla base di metodi puramente statistici, sarebbe in parte inadeguato. A livello federale, il dibattito in corso si articola soprattutto attorno al Progetto territoriale Svizzera. Alle categorie ivi impiegate, quali “spazio suburbano” e “paesaggio soggetto a pressione immobiliare”, ci si può riferire a titolo orientativo nella lettura del presente rap-porto (cfr. infra, p. 9, il riquadro e l’illustrazione che fanno il punto sulle due definizioni così come proposte nel Progetto territoriale Svizzera).

A un livello più circoscritto, ossia all’interno delle superfici così delimitate, ci riferiamo allo spazio che, nella zona residenziale (o immediatamente adiacente oppure con una re-lazione funzionale diretta), non è occupato da edifici, ossia aree verdi, strade e piaz-ze a traffico limitato. In senso lato, a questa categoria appartengono anche i terreni agri-coli, i boschi, le foreste e gli spazi naturali nelle periferie degli insediamenti che, in una prospettiva paesaggistica, presentano strette affinità con le zone non costruite all’interno dell’abitato, per l’interconnessione ecologica ma anche, soprattutto, per lo svago di pros-simità oppure per le attività sportive o di altro genere che la popolazione vi pratica. Di conseguenza, lo “spazio suburbano” come inteso dal presente progetto corrisponde a:

• “spazio suburbano” o “paesaggio soggetto a pressione immobiliare”, come intesi nel Progetto territoriale Svizzera E

• spazio non edificato all’interno degli insediamenti* O • spazio paesaggistico adiacente agli insediamenti* O

• spazio funzionalmente legato agli insediamenti, che serve ad es. per lo svago di pros-simità, il movimento e lo sport, il contenimento di piene, l’interconnessione ecologica o simili*

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(*ad es. piazze e aree verdi, strade a circolazione ridotta o chiuse al traffico, cortili interni, aree dismesse e superfici residue, superfici di successione ecologica e superfici ruderali, scarpate lungo infrastrutture, comprensori di orti familiari, margini di zone residenziali, parchi, superfici forestali e agricole)

Progetto territoriale Svizzera, versione rielaborata (2012)

Valorizzare, delimitare e densificare gli spazi suburbani Nello spazio suburbano, gli insediamenti vanno gestiti assieme alle

zone ricreative di prossimità e alle superfici agricole che si trovano in

mezzo, in modo tale da formare uno spazio paesaggistico percepibi-

le come una singola entità. Qui, come anche in altri spazi, è neces-

sario delimitare gli insediamenti verso l’esterno, sfruttare le riserve di

utilizzazione all’interno delle zone edificabili e valorizzare

l’insediamento esistente. Vanno inoltre valorizzate le qualità urbani-

stiche e ecologiche dei centri delle città, dei nuclei, degli spazi liberi

e delle superfici destinate al traffico. È necessario anche aumentare

l’attrattiva residenziale, per il commercio al dettaglio e i servizi. Gli

spazi naturali e il territorio non edificato vanno collegati e sviluppati a

livello sovracomunale.

Proteggere i paesaggi soggetti alla pressione im-mobiliare da un’ulteriore dispersione degli insedia-menti Nei territori periurbani, laddove il paesaggio ha subito negli

ultimi decenni una notevole pressione insediativa, è necessario

porre limiti precisi alla dispersione degli insediamenti. Le superfici

agricole ancora esistenti devono essere tutelate. Lo sviluppo della

superficie edificata deve concentrarsi nei nuclei insediativi.

Fig. 4 : Proget to ter r i tor ia le Sv izzera ( d isegno) , car t ina 2 "Valor izzare g l i ins ediament i e i paesa ggi" (A RE,

vers ione r ie laborata 2012)

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2.3 I servizi forniti nello spazio suburbano non edificato

Le zone suburbane non edificate sono un importante spazio vitale per l’essere umano e offrono molteplici servizi: salvaguardano e migliorano la qualità abitativa; permettono di praticare attività ricreative e di fare moto e, di conseguenza, favoriscono la salute pubbli-ca; fungono da habitat per la fauna e la flora. Questi e numerosi altri servizi si manifesta-no in modi assai diversi, tanto in ambito economico, quanto in ambito sociale, sanitario o ecologico. Proteggere lo spazio suburbano non edificato significa quindi contribuire a queste prestazioni e consentire una loro realizzazione a lungo termine. Per identificare e classificare tali servizi esiste una bibliografia specializzata di riferimen-to, ad esempio la tipologia dei servizi ecosistemici (ecosystem services) proposta dal Millennium Ecosystem Assessment (MA)6, alla quale si può aggiungere la sistematica, più vasta, presentata da De Groot (2006), che si estende all’ambiente edificato e permet-te così di considerare tutto il territorio. A quest’ultima fa riferimento anche il rapporto di sintesi sul programma nazionale di ricerca “Sviluppo sostenibile dell’ambiente edificato” (PNR 54)7, che circoscrive cinque classi di servizi paesaggistici forniti dallo spazio subur-bano. Questa griglia di base può essere utilizzata per catalogare le prestazioni offerte dalle aree suburbane non edificate.

I servizi concreti identificati nel corso del progetto sono stati messi a confronto con gli indicatori per i beni e i servizi ecosistemici descritti dall’UFAM (cfr. Staub, Ott et al., 2011) e con i servizi paesaggistici delineati nel rapporto di sintesi sul PNR 54. Li abbiamo rias-sunti in un elenco di 18 servizi.

Habitat / Biodiversità

S1 Habitat per la fauna e la flora Salvaguardare la ricchezza strutturale, la biodiversità e l’interconnessione tra habitat grazie alla pre-senza di corridoi verdi.

Produzione

S2 Agricoltura Mantenere la produzione di derrate alimentari e di materie prime grazie alla coltivazione di terreni agricoli.

S3

Selvicoltura Mantenere la produzione di materie prime grazie all’opportuna gestione e valorizzazione del patrimonio boschivo e forestale.

S4 Materie prime minerali Estrarre materie prime minerali.

S5 Energia Produrre energie rinnovabili e trasportare energia.

6 Fonte: Millenium Ecosystem Assessment, 2005

7 Fonte: Grêt-Regamey et al., 2011

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Regolazione

S6 Microclima e qualità dell’aria Regolare e migliorare il microclima, la qualità dell’aria e l’assorbimento di CO2.

S7 Rumori Proteggere dai rumori e garantire zone residenziali tranquille (oasi di quiete).

S8 Pericoli naturali Proteggere da pericoli naturali quali frane o alluvioni (zone di contenimento).

S9 Acque Regolare il bilancio idrico grazie a superfici scolanti e garantire l’approvvigionamento in acqua potabile e acqua per uso industriale.

Cultura

S10 Estetica del paesaggio Trasmettere informazioni fondamentali, in particolare attraverso la leggibilità del paesaggio e le sue peculiarità.

S11 Appropriazione Esercitare attività di svago, coltivare orti e frutteti (“orti familiari”).

S12 Identificazione Rendere visibili, attraverso la diversità o le caratteristiche degli spazi, elementi di riferimento identitario (identità, patria, “il nostro parco, il nostro quartiere”).

S13 Esperienza (vivere il paesaggio) Fare esperienza del paesaggio e della natura nelle vicinanze delle zone residenziali.

S14 Socializzazione Favorire la comunicazione e l’interazione sociale grazie alle funzioni di passaggio e di sosta negli spazi.

S15 Svago e salute pubblica Promuovere la salute pubblica grazie all’offerta di spazi aperti rilassanti e tranquilli dove esercitare un’attività fisica.

S16 Movimento Favorire il movimento, lo sport e le competizioni, ma anche una gestione individuale del tempo libero.

Supporto

S17 Trasporti Garantire vie di collegamento prive di traffico e ostacoli, offrire un supporto al traffico lento (pedoni, ciclisti).

S18 Riserva di spazio Costituire una riserva di superfici destinate alle attività umane più disparate, alla produzione agricola, alla riserva idrica, alla salvaguardia della biodiversità e così via.

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2.4 Strumenti principali e possibilità di intervento

La gestione dello spazio non edificato nelle aree suburbane coinvolge, a livello politico e decisionale, diversi attori che possiedono sia gli strumenti sia le possibilità di intervento per garantirne la salvaguardia e lo sviluppo. Uno degli obiettivi del nostro progetto è met-tere in luce questi strumenti, così da chiarire le competenze e gli ambiti d’intervento.

La pianificazione del territorio è espressione di una stretta collaborazione tra gli stru-menti specifici di cui dispongono i Cantoni e i Comuni, ma anche le regioni e la Confede-razione.

I piani di utilizzazione comunali stabiliscono la destinazione concreta di ogni particella e sono pertanto vincolanti per i proprietari fondiari. Questi piani devono orientarsi in base a direttive e obiettivi di sviluppo territoriale a lungo termine che il Comune è tenuto a elabo-rare non solo per la zona residenziale e i trasporti, ma anche in riferimento alla natura e al paesaggio, al rapporto con lo spazio non edificato, all’assetto del paesaggio, all’agricoltura, alla selvicoltura e alle infrastrutture destinate all’attività fisica e sportiva.

I piani di utilizzazione comunali devono poi essere approvati dalle autorità cantonali. A questo livello si decidono questioni fondamentali per la pianificazione del territorio, ad esempio la separazione tra zone edificabili e non, in funzione di compiti quali la tutela delle aree coltivabili (in part. delle superfici per l’avvicendamento delle colture), o la co-struzione al di fuori delle zone edificabili. Nel suo piano direttore, il Cantone stabilisce le disposizioni vincolanti che i Comuni sono tenuti a osservare nella pianificazione territoria-le.

In diverse parti del Paese (ad es. AG, BE, FR, GR, SG, SO, VD, ZH), tra Cantoni e Co-muni esiste un livello intermedio, ossia la regione, che dispone di strumenti di pianifica-zione specifici (piani direttori, conferenze). A questo livello si coordinano i compiti sovra-comunali e si offre un sostegno alle autorità comunali e cantonali nell’applicazione prati-ca. La regione formula inoltre, autonomamente, direttive di sviluppo.

In numerose agglomerati si elaborano e si applicano programmi di agglomerato, ossia strumenti di pianificazione che consentono, all’interno di una zona abitata (estesa anche su più Comuni), di coordinare gli interventi, soprattutto per quanto riguarda le problemati-che interdisciplinari o sovracantonali. La Confederazione partecipa alla realizzazione di questi programmi attraverso il fondo infrastrutturale (cofinanziamento delle infrastrutture di traffico). Sebbene lo sviluppo dello spazio suburbano non edificato sia un aspetto inte-grante dei programmi di agglomerato, la Confederazione non ha finora stanziato alcun finanziamento complementare specifico.

L’esempio dei programmi di agglomerato non è l’unico che prova come la Confedera-zione possa influire sulla prassi pianificatoria. La Confederazione, infatti, ha la possibilità di ricorrere ad altri strumenti, quali i cosiddetti “progetti modello” o i “progetti urbani”, op-pure a dispositivi più specifici (si pensi all’attribuzione di marchi di qualità, al progetto Città dell’energia, all’aiuto per i parchi periurbani secondo la legge sulla protezione della natura e del paesaggio LPN, alla pianificazione agricola, ai progetti di interconnessione

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secondo l’ordinanza sulla qualità ecologica OQE). L’articolo 13 della legge sulla pianifica-zione del territorio (“Concezioni e piani settoriali”), inoltre, riserva alla Confederazione uno strumento di pianificazione proprio, da impiegare ovunque la Costituzione le riservi competenze estese (ad es. Piano settoriale dei trasporti PST, Piano settoriale elettrodotti PSE, Piano settoriale delle superfici per l’avvicendamento delle colture SAC).

Per riunire in uno specchietto riassuntivo tutti gli strumenti concernenti la pianificazione dello spazio non edificato, ci sembra opportuno prendere come riferimento le “attività d’incidenza territoriale” che la Confederazione, i Cantoni e i Comuni esercitano sulla base dell’articolo 1 dell’ordinanza sulla pianificazione del territorio (OPT) e tra le quali figurano, in particolare, l’elaborazione e l’approvazione di “piani direttori, concezioni e piani d’utilizzazione”. La “pianificazione integrale”, tuttavia, non comprende solo questi stru-menti, ma anche numerosi e importanti processi informali e sistemi di incentivi fiscali, che abbiamo quindi aggiunto all’elenco riassuntivo riportato sotto, il quale rappresenta uno strumentario essenziale per la pianificazione dello spazio suburbano non edificato. Lo schema sottostante si articola su tre livelli politici (Confederazione, Cantone, Comune) e su una categoria supplementare (programmi, direttive ecc.).

Strumenti e possibilità di intervento

Confederazione: piani generali e piani settoriali (ad es. trasporti e mobilità, superfici per l’avvicendamento delle colture)

Cantone: piano direttore cantonale, piano direttore regionale, pianificazione forestale

Comune: piano direttore comunale (zone residenziali, trasporti, natura e paesaggio), direttive (zone residenziali, trasporti, natura e paesaggio, spazio per il movimento), piani di utilizzazione (incl. regolamento edilizio e piano di azzonamento, piani sovra-comunali), piani di utilizzazione speciali

programmi nazionali o programmi di intervento inventari Rete ecologica nazionale (REN) piani di sviluppo paesaggistico pianificazione agricola (istituzione responsabile), bonifica integrale (istituzione re-

sponsabile), ricomposizione particellare intercomunale (Comuni), progetti di inter-connessione secondo l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE)

Agenda 21 a livello locale

programmi di agglomerato (istituzione responsabile) programma “Progetti urbani” (istituzione responsabile) progetti modello / progetti pilota (istituzione responsabile) pagamenti diretti sviluppo delle aree rurali e miglioramenti strutturali Esame dell’impatto ambientale (EIA) progetti del Fondo Svizzero per il Paesaggio (FSP)

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Soprattutto gli strumenti fondati su un approccio integrale, quali i programmi di ag-glomerato o i piani generali per lo sviluppo del paesaggio, ma anche la pianificazione agricola, influiscono su tutti o su buona parte dei servizi che può offrire lo spazio subur-bano non edificato e sono pertanto importantissimi per promuovere le sinergie tra i singoli settori specializzati, nonché per sancire formalmente lo sviluppo di queste zone non edificate.

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3 Metodo e deduzioni scientifiche

3.1 Procedimento, scambio di esperienze

In quattro incontri e una riunione finale, il progetto ha riunito esperti e attori per discutere le problematiche evidenziate nel capitolo 2 e delineare le possibili soluzioni. Gli obiettivi principali erano, da un lato, portare alla luce i punti di contatto tra settori che, in diversi modi, sono legati allo sviluppo dello spazio non edificato e, dall’altro, promuovere un ap-proccio integrale alla pianificazione del territorio. Gli incontri interdisciplinari hanno per-messo di mettere a confronto competenze e esperienze, di discutere delle difficoltà e di proporre possibili soluzioni. Le tematiche trattate sono state le seguenti:

1° incontro (11 novembre 2010): pianificazione integrale 2° incontro (3 febbraio 2011): paesaggio e biodiversità 3° incontro (10 maggio 2011): contesto abitativo e lavorativo; mobilità; moto, e-

sercizio fisico e salute pubblica 4° incontro (25 ottobre 2011): agricoltura e selvicoltura incontro conclusivo (12 giugno 2012)

Ad ogni incontro, per favorire la discussione i relatori hanno preso in esame alcuni casi concreti, al fine di affrontare le problematiche a partire dalla prassi e dai dati scientifici e di discutere importanti questioni. In tal modo, il confronto di idee che ha coinvolto collabo-ratori dell’amministrazione pubblica e rappresentanti politici, pianificatori, esperti e ricer-catori provenienti da orizzonti diversi ha permesso di considerare i vari temi del giorno sotto diverse prospettive.

Il capitolo 4 riassume le conclusioni più importanti alle quali è giunto il gruppo di lavoro, le necessità di intervento che si delineano e le prime soluzioni proposte. Per ogni incontro è stata riunita ed è disponibile la documentazione completa, suddivisa per temi.

Fig. 5 : Terzo incontro dedicato a "Contesto a bi ta t ivo e lavorat ivo ; m obi l i tà ; moto, eserc iz io f is ic o e sal ute

pubbl ica" (Grenchen, 10 maggio 2011)

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3.2 Sinergie triangolari

Il triangolo sinergico, ai cui vertici si trovano i servizi, gli attori e le possibilità di intervento, costituisce la base per le valutazioni scientifiche dell’infogramma e per le considerazioni che figurano nel capitolo 4.

Questo triangolo comprende tutti i settori di interesse, gli ambiti specializzati, le discipline, che entrano in linea di conto nella pianificazione delle zone suburbane non edificate. Le sinergie in gioco si organizzano poi in funzione dei tre vertici del triangolo, che possono essere considerati punti di vista e punti di partenza: i diversi attori che operano nello spa-zio suburbano, le loro possibilità di intervento e i servizi offerti nelle zone non edificate.

Le tre dimensioni del triangolo costituiscono la base dell’infogramma presentato nelle pagine seguenti.

Fig. 6 : S inerg ie t r iangolar i : serv iz i , a t t or i e poss ib i l i tà d i in tervent o

servizi offerti nello spazio suburbano

non edificato

attori nello spazio suburbano

possibilità di intervento

ambiente paesaggio biodiversità

trasporti urbanistica

politica sociale pianificazione del territorio

abitazione spazi pubblici

agricoltura e selvicoltura salute pubblica, sport, movimento

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3.3 Infogramma Nel corso degli scambi di esperienze organizzati nell’ambito del presente progetto è stato elaborato un infogramma, in seguito messo alla prova con quanto emerso dai dibattiti e rimodellato di conseguenza. Si trattava di raffigurare graficamente le possibilità di intervento che si presentano a chi agisce ai diversi livelli politici, in funzione dei diversi servizi presi in considerazione di volta in volta. Sovrapponendo le prerogative settoriali ai 18 servizi elencati nel capitolo 0 è stato possibile mettere in luce intersezioni, sinergie ma anche lacune nelle attuali pos-sibilità di intervento. Il modello evidenzia quindi le varie opportunità che si presentano ai diversi attori per influire sulla pianificazione dello spazio non edificato nelle aree suburba-ne e i punti di contatto fra i settori presi in considerazione. L’infogramma è accessibile da una piattaforma web interattiva, descritta in dettaglio nell’allegato 1 (v. anche Fig. 7).

Fig. 7 : L ’ in fogramma come ap pare in In ternet : (1) d isc o centra le suddiv iso in 18 par t i che rappres enta no i serv iz i o f fer t i da l lo spazio non edi f ic ato , (2) e lenco degl i a t t or i co invol t i , (3 e 4) e lenc o del le poss ib i l i t à d i

in tervento, (5) e lenco dei serv iz i , e ( 6) f inest ra in terat t iva per ve r i f icare le s inerg ie.

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Tre domande pilota permettono all’utente di comprendere con chi occorre mettersi in contatto, quali strumenti sono a disposizione e su quali servizi è possibile di volta in volta influire:

attori – servizi

“Attori con servizi in comune?” Sullo schermo appaiono tutti i servizi sui quali gli attori selezionati posso-no avere un influsso comune.

servizi – attori “Servizi con attori in comune?” Sullo schermo appaiono tutti gli attori che possono avere, sui servizi sele-zionati, un influsso comune.

possibilità di intervento – servizi

“Possibilità di intervento con servizi in comune?” Sullo schermo appaiono tutti i servizi sui quali le possibilità di intervento selezionate possono avere un influsso comune.

Nell’esempio sottostante, gli attori A e B possono far leva su un potenziale sinergico nel ricorrere agli interventi 2 e 3 e hanno un influsso comune sul servizio b.

l’attore A ha le

possibilità di intervento 1, 2, 3

e influisce sui servizi a e b

l’attore B ha le

possibilità di intervento 2, 3, 4

e influisce sui servizi b e c

Sulla base dei risultati emersi dall’utilizzazione dell’infogramma e dai dibattiti durante gli incontri, è stato possibile individuare 3 ambiti tematici che corrispondono a 3 condizioni imprescindibili per uno sviluppo integrale e efficace dello spazio suburbano non edificato, ossia: garantire che questo spazio sia percepibile (1), accessibile (2) e sufficientemente esteso (3). Il capitolo 4 descrive in dettaglio questi ambiti tematici e mette in luce le ri-spettive possibilità di intervento.

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4 Analisi

Le pagine seguenti illustrano concretamente, raggruppandole in tre nuclei tematici, le necessità di intervento che si delineano, e le prime soluzioni possibili emerse dagli scam-bi di esperienze e dall’impiego dell’infogramma. I risultati dettagliati si trovano nella do-cumentazione completa raccolta in occasione degli incontri di scambio.

4.1 Sinergie (CHE COSA?)

Se si considerano tutti i servizi offerti nello spazio non edificato, ma anche i possibili in-terventi e gli attori (persone e istituzioni), si constata la possibilità di creare numerose sinergie. Attorno al triangolo che le riassume e al relativo infogramma, attraverso le rela-zioni tra gli attori, i servizi e le possibilità di intervento si cristallizzano tre condizioni indi-spensabili per garantire uno sviluppo integrale e efficace dello spazio suburbano non edificato. Per garantire uno sviluppo integrale, efficace e qualitativo dello spazio suburbano non edificato occorre quindi far sì che:

1. esso sia percepibile, specifico, pregnante 2. la popolazione possa accedervi, raggiungerlo e appropriarsene 3. questo spazio si estenda su una superficie sufficiente

Da queste tre condizioni sono stati estrapolati tre nuclei tematici che, nelle pagine se-guenti, saranno analizzati alla luce delle sinergie espresse dal triangolo servizi-attori-possibilità di intervento, e messi in relazione con quanto emerso dai diversi scambi di esperienze e dalle discussioni sui casi concreti. Per ogni nucleo tematico saranno e-spresse proposte di intervento. Nuclei tematici

1. “Varietà e identificazione” (percezione)

2. “Accessibilità per lo svago e il movimento” (configurazione) 3. “Risorsa minacciata” (interazione)

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4.1.1 Nucleo tematico 1: “Varietà e identificazione”

Percezione : ident if icaz ione | sent imento di appartenenza

a una patria | esperienza de l paesaggio | estet ica del pa e-

saggio | percezione del paesaggio | f isionomia del pa e-

saggio | pecul iarità del paesaggio rurale | r icchezza stru t-

turale | varietà degli hab itat | biodiversità

Per diversi aspetti, lo spazio suburbano è caratterizzato dalla coesistenza “selvaggia” delle utilizzazioni più disparate, dalla stretta correlazione tra zone abitate, zone riservate ai trasporti e zone ricreative di prossimità, da una società complessa, eterogenea e in costante evoluzione. Sovente non esiste (o non se ne sentono ancora gli effetti) un’interpretazione positiva e una progettazione integrale delle superfici non edificate e del paesaggio. È difficile riconoscersi in questo genere di spazio, coglierne le peculiarità e identificarsi con esso, contrariamente a quanto accade in luoghi più tipici, ad esempio un centro urbano dalla fisionomia marcata e dagli elementi caratterizzanti o, in zona rurale, un frutteto tradizionale. Per essere colto nella sua coesione e nella sua pienezza, uno spazio deve pertanto essere apprezzato come tale. Il primo nucleo tematico del presente rapporto mette in luce le peculiarità territoriali dell’agglomerato, lo charme di quel certo patchwork strutturale che lo caratterizza e il volto stesso dell’eterogeneità suburbana.

Tesi

Bisogna tenere conto del fatto che la Svizzera è un paese di piccole dimensioni. La pos-sibilità di circoscrivere lo spazio, e di renderlo in tal modo più comprensibile, così come gli aspetti qualitativi della suddivisione in piccole parti sono fattori importanti per instillare un senso di appartenenza e di identificazione in chi abita aree suburbane. Gli spazi non edificati, pertanto, vanno gestiti con un approccio sovracomunale, che coinvolga anche la popolazione a livello regionale, e ciò richiede una coordinazione tra i diversi livelli istitu-zionali. L’impulso può venire tanto dal Cantone, quanto dalla regione o dal Comune. Oc-corre inoltre incoraggiare le iniziative locali, ad esempio della società civile o dell’economia privata, mettendo a loro disposizione supporti tecnici o finanziari.

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Fig. 8 : Per i fer ia set tent r ionale d i Zur i go: coes is tenza d i s t ru t ture mul t id imension al i in uno spazio f ram mentar io

Proposte

• Sensibilizzare, valorizzare e dare visibilità alle qualità e ai vantaggi concreti (spazio suddiviso in piccole parti, scambio interdisciplinare sugli obiettivi perseguiti ecc.).

• Rendere attenti agli eventuali costi di realizzazione in caso di migliorie qualitative, tenendo tuttavia conto che, in questo ambito, certi obiettivi possono essere raggiunti con investimenti minimi. Concretizzare principi quali l’adesione al processo globale, non solo delle istituzioni responsabili ma anche degli enti e delle persone che stanzia-no mezzi finanziari, coinvolgendo tutte le parti interessate. Da parte della Confedera-zione (event. delle autorità cantonali) sarebbe molto utile un aiuto sotto forma di sug-gerimenti e rapporti su casi concreti (ad es. modelli di finanziamento, progetti di piani-ficazione con esiti positivi, partenariati pubblico-privato ecc.).

• Promuovere maggiormente i piani intercomunali per lo sviluppo dello spazio non edificato, in particolare delle aree funzionali.

• Utilizzare meglio gli strumenti a disposizione per la pianificazione dello spazio su-burbano non edificato (piani di sviluppo paesaggistico; pianificazione agricola e relativi contributi per migliorare la qualità del paesaggio; piani di utilizzazione; piani generali concernenti le zone dove praticare movimento e sport).

• Nelle procedure per l’ottenimento della licenza edilizia a livello comunale, porre garanzie elevate per quanto concerne la qualità dello spazio non edificato, redigendo un elenco concordato dei criteri qualitativi e dei relativi indicatori di valutazione.

• A livello cantonale, mettere a punto un quadro per la valutazione qualitativa, a di-sposizione delle autorità comunali, per l’applicazione pratica in casi specifici.

• Individuare personalità leader che si impegnino ad avvicinare l’opinione pubblica e i rappresentanti politici sui temi e i problemi legati allo spazio non edificato.

• Tenersi in contatto, incoraggiare e accogliere positivamente le eventuali iniziative pri-vate volte a mettere in atto progetti di spazio non edificato; offrire un maggior numero di partenariati pubblico-privato.

• Per la pianificazione di determinate zone e comprensori nei quali sono coinvolti diversi investitori e costruttori, elaborare previamente una strategia per lo sviluppo dello spazio non edificato.

• Introdurre e applicare con coerenza il prelievo del plusvalore. Destinare tali mezzi finanziari allo sviluppo dello spazio non edificato, se possibile a livello sovracomunale.

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• Utilizzare le potenziali sinergie offerte dalle direttive concernenti i trasporti e la mobilità per sviluppare, a livello sovracomunale, le zone non edificate che si trovano lungo importanti assi di circolazione. Interpretare queste direttive in modo esauriente e dare loro un ruolo trainante. Prelevare il plusvalore presso i proprietari fondiari e utiliz-zare questo contributo per mettere in valore lo spazio non edificato.

Sinergie: servizi – attori

Il nucleo tematico 1 (“Varietà e identificazione”) identifica i servizi seguenti: habitat per la fauna e la flora, agricoltura, estetica del paesaggio, identificazione e esperienza (vivere il paesaggio). Ricorrendo all’infogramma, è ora possibile verificare quali attori entrano in gioco. Se il loro operato concerne più di uno di questi servizi, sono considerati attori con un potenzia-le sinergico massimo. Identificarli permette di capire fino a che punto è possibile solleci-tarne la cooperazione (possibilità di intervento) e la sinergia per salvaguardare e svilup-pare lo spazio suburbano non edificato in funzione delle necessità legate a questo nucleo tematico. In questo ambito, le parti che presentano notevoli possibilità di instaurare sinergie8 sono:

→ UFAM, UFAG, proprietari fondiari (di terreni agricoli, di boschi e di foreste), organizza-zioni di interesse, persone alla ricerca di spazi di svago e distensione, coltivatori (selvicol-tori e agricoltori). Entrano inoltre in gioco anche le amministrazioni cantonali e comunali.

8 L’elenco si basa sull’infogramma che, nel limite del possibile, fornisce dati aggiornati e completi sugli attori e sulle loro possibilità di intervento. Si tratta tuttavia di un modello da prendere solo come esempio e che ne-cessita di continue integrazioni. L’ordine in cui compaiono gli attori nell’elenco corrisponde a quello dei livelli di organizzazione dello Stato (Confederazione, Cantone, regione, Comune) e non esprime alcuna priorità.

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Fig. 9 : Le s inerg ie ne l l ’ambi to de l nuc leo temat ico 1 co sì come espresse d al l ’ in fogramma. I set tor i d el i mi tat i in

rosso corr ispondono a i serv iz i d e l nuc leo temat ico “Va r ie tà e ident i f icaz ione” . Gl i a t tor i elencat i sopra hanno,

in quest ’ambi to, un potenzia le s i nerg ico massimo, o ss ia i l maggior numer o d i i n tersez ion i con l ’op erat o d i a l t r i at tor i co invol t i ne l nuc leo te mat ico 1. In verde, g l i a l t r i serv iz i c he sono coper t i da a l meno due d i ques t i a t tor i .

Buona prassi

I casi concreti sono presentati più approfonditamente nell’allegato.

Regione / Agglomerato n.

Losanna – schema direttore di Losanna Nord (SDNL) 1

Yverdon-les-Bains – aggloY (progetto di agglomerato) 2

Eurodistretto trinazionale di Basilea (TEB) – strategia di sviluppo 2020 3

Valle della Limmat – parco di agglomerato 4

Agglomerato franco-ginevrino-vodese – progetto di agglomerato transfrontaliero 5

Agglomerato franco-ginevrino-vodese – agricoltura, città e paesaggio 14

Agglomerato Losanna-Morges – pianificazione integrale “natura e paesaggio” 16

“Birsstadt” / “Ville de Birs” – strategia per la pianificazione dello spazio non edificato 27

Località

Hintermann & Weber, “Biodiversità” (relazione) 7

Bernex – parco di agglomerato 22

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4.1.2 Nucleo tematico 2: “Accessibili tà per lo svago e i l moviemento”

Configurazione : qualità dello spazio abitat ivo e lavorat i-

vo | spazio di incontro | interaz ione socia le | "appropria-

zione" di spaz io non edif icato | potenziale di integrazione |

spazio per il movimento | tempo l ibero | svago e salute

pubblica | interconnessione e percorribi lità | raggiungibi lità

e accessibilità | percorsi pedonal i gradevol i e punt i di col-

legamento ai t rasport i pubb lici | mobilità e t rasport i | fu n-

zionalità

Negli insediamenti e ai loro margini delle zone abitative, costretto in superfici sempre più ridotte e caratterizzate da un’utilizzazione multifunzionale, lo spazio pubblico è chia-mato a soddisfare interessi e aspettative di vario genere che possono anche, almeno in parte, entrare in conflitto. Per pianificare e sistemare queste parti di territorio diventa sempre più importante chiarire in ogni minimo dettaglio tutte le esigenze e coinvolgere attivamente e direttamente chi abita e lavora nelle vicinanze. Questo nucleo tematico tiene conto dell’utilizzo concreto e locale dello spazio non edificato, della sua accessibili-tà, della sua percorribilità e di altri aspetti a esso legati, quali la mobilità, l’esercizio fisico e la salute pubblica.

Tesi

Nel pianificare lo spazio suburbano non edificato occorre dare priorità ai bisogni degli utenti e tenere equamente conto degli interessi in gioco. L’ente pubblico deve fungere da esempio, anche se sovente le competenze politiche e professionali non sono adeguate alla situazione. Per finanziare la pianificazione dello spazio suburbano non edificato va data precedenza agli strumenti già esistenti (ad es. nel settore agricolo) e al prelievo del plusvalore (per istituire, ad es., un fondo speciale). Una stretta collaborazione sovraco-munale, o persino la fusione di più Comuni, può influire positivamente sulle questioni finanziarie e sui meccanismi per conciliare gli interessi in gioco.

Fig. 10: Giard inaggio urbano s ul sedime del l ’ex aero po r to d i Ber l ino Temp elhof

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Proposte

• Portare avanti con efficacia i processi partecipativi per chiarire al meglio i bisogni e far sì che la popolazione accolga favorevolmente gli interventi nello spazio pubblico.

• Rispondere al bisogno di superfici di cui lasciare la libera gestione alla popolazione. • Sondare regolarmente le possibilità di cooperazione tra le autorità comunali e altri

attori, mantenerle vive, sfruttarle e svilupparle. • Modificare normative comunali di riferimento orientandole verso lo sviluppo qualitati-

vo delle zone non edificate (regolamenti edilizi, piani di azzonamento, piani di utilizza-zione; vincolare ad es. le autorizzazioni di costruzione a uno sviluppo delle aree non edificate ecc.). Promuovere l’acquisizione e l’approfondimento di competenze in seno all’ente pubblico e tra i rappresentanti politici (aggiornamento professionale, scambio di esperienze ecc.).

• Non concentrarsi esclusivamente sulla progettazione, ma considerare anche misure di gestione quali: garanzia della qualità, consapevolezza dei costi, processi parteci-pativi e di “appropriazione” di terreni pubblici e privati, coinvolgimento della popolazio-ne e così via.

• Dare particolare importanza e promuovere, in qualsiasi caso, la raggiungibilità e i col-legamenti fra spazio non edificato, assi di traffico lento e fermate di trasporti pub-blici. Progettare piani generali per la mobilità, anche in collaborazione con il settore privato e con datori di lavoro.

• Preferire utilizzazioni multifunzionali o organizzate secondo priorità, così da concilia-re al meglio i vari interessi in gioco. Dare la precedenza a superfici destinate alla sal-vaguardia della biodiversità, sulle quali promuovere una dinamica naturale. Fare leva sulle possibili sinergie tra agricoltura e altri ambiti (svago di prossimità, movimento, sport, salute pubblica, contatto con la natura ecc.). Garantire nel contempo superfici destinate innanzitutto alla produzione del settore primario, che deve restare l’attività economica principale (in caso contrario, non sarebbe più possibile praticare alcuna agricoltura autentica).

• Riflettere dapprima, a un livello sovraordinato, sulle esigenze in gioco e sulle possibili-tà di soddisfarle. In un secondo tempo, sviluppare obiettivi specifici, legati a un luogo in particolare: che cosa occorre fare, dove e in che misura? In questo processo, l’ente pubblico (Cantone, regione e Comune) deve fungere da esempio.

• Per tenere equamente conto degli interessi in gioco, anche se contradditori, met-tere in rilievo le competenze e indicare le procedure adatte (ad es. analisi dei bisogni, procedure partecipative ecc.).

• Promuovere l’istituzionalizzazione dei processi di pianificazione dello spazio non edifi-cato per il settore privato.

• Poiché lo spazio non edificato agibile deve avvicinare anche l’economia privata e pre-sentare quindi un valore aggiunto, sollecitare, nel limite del possibile, i meccanismi di mercato e approfittare dei loro benefici.

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Sinergie: servizi – attori

Il nucleo tematico 2 (“Accessibilità per lo svago e il movimento”) identifica i servizi se-guenti: socializzazione, movimento, svago e salute pubblica. Ricorrendo all’infogramma, è ora possibile verificare quali attori entrano in gioco. Se il loro operato concerne più di uno di questi servizi, sono considerati attori con un potenzia-le sinergico massimo. Identificarli permette di capire fino a che punto è possibile solleci-tarne la cooperazione (possibilità di intervento) e la sinergia per salvaguardare e svilup-pare lo spazio non edificato nelle aree suburbane in funzione delle necessità legate a questo nucleo tematico. In questo ambito, le parti che presentano notevoli possibilità di instaurare sinergie9 sono: → UFSPO, UFSP, UFAB, proprietari fondiari, enti o persone che intendono costruire, persone alla ricerca di spazi di svago e associazioni. Entrano inoltre in gioco anche le amministrazioni cantonali e comunali.

Fig. 11: Le s inergie nel l ’ambi to d el nuc leo temat ico 2 c osì come espresse dal l ’ in fogramma. I set to r i de l imi tat i in rosso corr ispondono a i serv iz i de l nuc leo temat ico “A ccessib i l i tà per lo svag o , i l moto e l ’eserc iz io f is ico ” .

Gl i a t tor i e lencat i sopra hanno, in quest ’amb i to , un pot enzia le s inerg ico mas simo, oss ia i l maggior nu mero d i in tersez ioni con l ’operato d i a l t r i a t tor i co invol t i ne l nuc leo te mat ico 2. In verde, g l i a l t r i s erv iz i che so no

coper t i da a lmeno due d i que st i a t tor i .

9 L’elenco si basa sull’infogramma che, nel limite del possibile, fornisce dati aggiornati e completi sugli attori e sulle loro possibilità di intervento. Si tratta tuttavia di un modello da prendere solo come esempio e che ne-cessita di continue integrazioni. L’ordine in cui compaiono gli attori nell’elenco corrisponde a quello dei livelli di organizzazione dello Stato (Confederazione, Cantone, regione, Comune) e non esprime alcuna priorità.

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Buona prassi

I casi concreti sono presentati più approfonditamente nell’allegato.

Agglomerato n.

Eurodistretto trinazionale di Basilea (TEB) – Strategia di sviluppo 2020 (parco paesag-gistico di Wiese)

3

Valle della Limmat – parco di agglomerato 4

Losanna Ovest – trasporti 23

Località

Germania meridionale – spazi per fare esperienza della natura 6

Hintermann & Weber, “Biodiversità” (relazione) 7

5 Yverdon-les-Bains – Les Jardins de poche 10

Winterthur – spazio destinato al moto, all’esercizio fisico e allo sport 12

Zurigo – orti di quartiere e aziende agricole che offrono servizi sociali 15

Unione Svizzera dei Contadini, “I servizi dell’agricoltura nello spazio suburbano” (rela-zione)

18

UFAM, “Vivere la foresta” (relazione) 19

Quartiere / Comprensorio

Lenzburg, Gleis Nord – sviluppo di un’area 8

Emmen, Feldbreite – sviluppo di un quartiere 9

Zurigo – progetto QUARZ (valorizzazione dei centri di quartiere) 11

Friburgo, Grand-Places – riassetto 13

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4.1.3 Nucleo tematico 3: “Risorsa minacciata”

Interazione : mantenimento dei terreni agrico li e conteni-

mento degli insediament i | sviluppo centripeto dell ’abitato |

marg ini del l’ab itato | quart ieri strut turat i in modo più gr a-

devole, con spazi non ed if icat i e superf ici di t raf f ico | con-

sumo di spazio abitat ivo

La consultazione in merito all’iniziativa sul paesaggio e al relativo controprogetto (revi-sione parziale della LPT) indica la linea da seguire: occorrono interventi efficaci per con-tenere le zone abitate! Lo sviluppo centripeto e la densificazione influiranno sullo spazio insediativo, sulla tipologia degli edifici e sugli stili di vita. La questione fondamentale è: come armonizzare densità e qualità? A livello comunale occorrono nuovi metodi e stru-menti, che consentano di ridisegnare, guardando al futuro, l’abitato attuale. Il terzo nucleo tematico affronta la grande questione della dinamica sviluppo-crescita, nonché i rapidi cambiamenti strutturali a diversi livelli (ad es. disposizione delle superfici nello spazio, strutture politiche e amministrative, eterogeneità della popolazione, economia e indu-stria), la penuria di superfici a disposizione e i futuri obiettivi di densificazione nelle attuali strutture insediative.

Tesi

La pianificazione dello spazio suburbano non edificato deve tenere conto delle necessità legate alle zone abitate e ai trasporti, ma anche delle attuali utilizzazioni (agricoltura, selvicoltura). Il bisogno di regolamentazione è elevato. Occorre fissare dei principi su quadro di azione, condizioni e norme per modifiche e sviluppo. Un approccio integrale può aiutare a raggiungere l’equilibrio necessario tra densificazione e sviluppo dello spa-zio non edificato. La maggiore densità, d’altra parte, deve presentare una migliore qualità urbanistica: questo è un principio fondamentale. A livello preminente, i piani regolatori comunali possono essere uno strumento utile per una pianificazione integrale, che tenga quindi conto tanto della zona abitata, quanto dei trasporti e dello spazio non edificato.

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Fig. 12: Super f ic i rese imperme abi l i e in f rast rut ture d i t rasp o r to in una zona ind ust r ia le ben co l legata

Proposte

• Nel processo di pianificazione (insediamento, trasporti, quartiere, comprensorio ecc.), stabilire in modo vincolante sin dall’inizio le dimensioni e la qualità dello spazio non edificato.

• Negli strumenti di pianificazione esistenti, stabilire in modo più chiaro e vincolante la necessità di sviluppare lo spazio non edificato.

• Promuovere una maggiore collaborazione intercomunale e interdisciplinare nella gestione del territorio e nell’utilizzazione efficace delle risorse fondiarie.

• È compito dell’amministrazione pubblica entrare maggiormente in contatto con i privati e i gruppi di interesse, fungendo da “centro di competenza”, per chiarire punti controversi, coordinare, aiutare a tener conto di tutti gli interessi in gioco, fare propo-ste e introdurre incentivi.

• Rafforzare l’identificazione degli attori con il contesto complessivo, prendendo l’iniziativa di chiarire la situazione e negoziando i diversi interessi in gioco.

• Riservare ai terreni agricoli un’attenzione e una salvaguardia speciali. • Far sì che la Confederazione introduca, come misura complementare di incoraggia-

mento, un sistema di incentivi finanziari (a livello cantonale, regionale e comunale) inteso a promuovere lo spazio suburbano non edificato.

• Chiarire e definire quanto prima le modalità di finanziamento, con creatività, coinvol-gendo gli enti e le persone direttamente interessati (ad es. investitori privati e econo-mia locale), sfruttando le possibili sinergie, tenendo conto di programmi affini, iniziati-ve e opportunità di promozione (ad es. pagamenti diretti, programmi, fondo per il pae-saggio alimentato con il prelievo del plusvalore) e sfruttando le risorse finanziarie già disponibili.

• Con interventi normativi adatti, offrire la possibilità di diversificare l’approccio ai problemi, così da tenere conto, al meglio, dell’eterogeneità degli attori, degli ambiti di intervento e delle logiche di negoziazione (consulenza, informazione, offerte di coope-razione, incentivi (finanziari), direttive qualitative (elenco di criteri) e valori soglia, pre-scrizioni giuridiche ecc.).

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• Promuovere l’istituzione di una piattaforma di coordinamento regionale per la ge-stione del territorio e l’informazione reciproca, dove chiarire e tenere opportunamente conto di tutti gli interessi in gioco, pattuire obiettivi e criteri di qualità e così via.

Sinergie: servizi – attori

Il nucleo tematico 3 (“Risorsa minacciata”) identifica i servizi seguenti: agricoltura, selvi-coltura, trasporti, riserva di spazio, socializzazione, movimento, svago e salute pubblica. Inevitabilmente, l’intenso sfruttamento del territorio fa sì che questi servizi entrino in con-flitto. Identificando gli attori con un potenziale sinergico è tuttavia possibile coordinarli e svilupparli in modo ottimale. Ricorrendo all’infogramma, è ora possibile verificare quali attori entrano in gioco. Se il loro operato concerne più di uno di questi servizi, sono considerati attori con un potenzia-le sinergico massimo. Identificarli permette di capire fino a che punto è possibile solleci-tarne la cooperazione (possibilità di intervento) e la sinergia per salvaguardare e svilup-pare lo spazio non edificato nelle aree suburbane in funzione delle necessità legate a questo nucleo tematico. In questo ambito, le parti che presentano notevoli possibilità di instaurare sinergie10 so-no:

→ ARE, UFAG, coltivatori (selvicoltori e agricoltori), proprietari fondiari, enti o persone che intendono costruire, persone alla ricerca di uno spazio di svago. Entrano in gioco anche USTRA, UFT, amministrazioni cantonali e comunali, organizzazioni di interesse.

10 L’elenco si basa sull’infogramma che, nel limite del possibile, fornisce dati aggiornati e completi sugli attori e sulle loro possibilità di intervento. Si tratta tuttavia di un modello da prendere solo come esempio e che ne-cessita di continue integrazioni. L’ordine in cui compaiono gli attori nell’elenco corrisponde a quello dei livelli di organizzazione dello Stato (Confederazione, Cantone, regione, Comune) e non esprime alcuna priorità.

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Fig. 13 : Le s inerg ie ne l l ’ambi to d e l nuc leo temat ico 3 c osì come espresse dal l ’ in fogramma. I set to r i de l imi tat i in rosso corr ispondono a i serv iz i de l nuc leo temat ico “Ri sorsa minacciata” . Gl i a t tor i e lencat i sopra ha n no, in

quest ’ambi to, un potenzia le s in erg ico massimo, oss i a i l maggior numero d i in tersez ioni con l ’oper ato d i a l t r i at tor i co invol t i ne l nuc leo temat ico 3. In verde, g l i a l t r i serv iz i c he sono coper t i da a l meno due d i ques t i a t tor i .

Buona prassi

I casi concreti sono presentati più approfonditamente nell’allegato.

Agglomerato n.

Agglomerato franco-ginevrino-vodese – agricoltura, città e paesaggio 14

Agglomerato Losanna-Morges – pianificazione integrale “natura e paesaggio” 16

“Netzstadt Aarau-Olten-Zofingen” – pianificazione agricola nel Niederamt 20

Thun – piano sovracomunale di utilizzazione delle zone destinate alle attività lavorative 21

Località

UFAG, “Opportunità e lacune degli odierni e futuri strumenti di pianificazione agricola” (relazio-ne)

17

Unione Svizzera dei Contadini, “I servizi dell’agricoltura nello spazio suburbano” (relazione) 18

Münsingen BE – promozione della biodiversità 26

Quartiere / Comprensorio

Lenzburg, Gleis Nord – sviluppo di un’area 8

Emmen, Feldbreite – sviluppo di un quartiere 9

Berna, quartiere Stöckacker 24

Köniz, parco di Liebefeld 25

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4.2 La piramide “chi fa che cosa?” (CHI?)

Occorre ora chiedersi a chi spettano le responsabilità, che cosa bisogna fare e quali sono i compiti più urgenti. Secondo quanto emerso dagli incontri organizzati nell’ambito del presente progetto, gli attori coinvolti nello sviluppo dello spazio suburbano non edificato hanno responsabilità e obblighi diversi.

Fig. 14 : La p i ramide “ch i fa che c osa?” : i compi t i degl i a t t or i co invol t i ne l lo sv i luppo del lo spazio su-

burbano non edi f icato

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La delimitazione tra processi “top-down” e processi “bottom-up” è labile e interscambiabi-le. La descrizione seguente inizia a livello federale e finisce a livello locale.

La massima priorità va data all’integrazione dello spazio non edificato e della sua piani-ficazione nelle politiche di agglomerato e nelle diverse politiche settoriali della Confede-razione, nonché alla ricerca di possibili sinergie. Gli scambi di esperienze organizzati nell’ambito del presente progetto costituiscono un primo passo in tal senso. Parallela-mente, nelle diverse politiche federali sono state individuate nuove opportunità, che con-sentono di far leva su possibili sinergie (cfr. compendio delle attività della Confederazio-ne, incontro finale) e dare nuovi impulsi (ad es. sviluppo dei programmi di agglomerato, Piano d’azione Biodiversità). Ciò che conta, è che lo sviluppo dello spazio non edificato sia riconosciuto come un compito primario, e sia inserito in tutte le politiche settoriali. Inoltre occorre impiegare meglio gli strumenti esistenti. Le misure di sensibilizzazione e informazione devono essere osservate già a livello sovraordinato (Cantone, Confedera-zione), così da garantire una prospettiva adatta ad ogni dimensione. Il Cantone, da parte sua, deve svolgere un ruolo centrale nella diffusione dell’informazione. Parallelamente occorre, in un’interazione tripartita, identificare e definire le qualità dello spazio non edifi-cato.

A livello cantonale e regionale occorrono basi di riferimento e sistemi di valutazione per rendere tangibili e comprensibili le qualità dello spazio non edificato, e per poterle svilup-pare a lungo termine. A livello comunale occorrono un servizio specializzato competente, piani generali, capitolati d’oneri e disposizioni concrete, che favoriscano lo sviluppo dello spazio non edificato nell’esercizio delle consuete mansioni pubbliche, ma anche nei con-tatti con il settore privato.

A livello locale, schede informative possono servire a sensibilizzare la popolazione. Le zone non edificate dovrebbero inoltre essere accessibili, per una gestione autonoma. Occorre sostenere l’impegno di personalità leader, attingere ai mezzi finanziari a disposi-zione, formare gli attori coinvolti. Dapprima promuovere e in seguito garantire la parteci-pazione e la cooperazione, così da poter verificare regolarmente la realizzazione pratica.

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5 Conclusioni

Gli scambi di esperienze organizzati nell’ambito del presente progetto hanno permesso di raccogliere numerosi esempi, di individuare fattori decisivi per il successo di un intervento e gli eventuali ostacoli. Alcuni temi non hanno cessato di riemergere e vanno pertanto considerati come le 8 sfide più importanti per gli esperti che hanno partecipato al pro-getto:

pianificazione integrale, interdisciplinare e intersettoriale dello spazio non edificato

(natura / paesaggio / agricoltura e selvicoltura / salute pubblica / sport / movimento /

contesto abitativo / svago di prossimità / sviluppo verso l’interno degli insediamenti)

integrazione dello spazio suburbano non edificato nella politica di agglomerato e nei

futuri programmi di agglomerato, con appositi incentivi finanziari

Confederazione comunicazione, sensibilizzazione, esperienza, percezione: far sì che lo spazio subur-

bano non edificato diventi un tema centrale dello sviluppo territoriale

promuovere piani generali sovracomunali e regionali, così come interventi specifici

sullo spazio non edificato, per controbilanciare lo sviluppo forzato degli agglomerati e

dei trasporti e come parte integrante di una garanzia generale della qualità nelle re-

gioni

creare una piattaforma di discussione a livello regionale, sullo sviluppo dello spazio

non edificato e applicare le misure pratiche (piattaforma di coordinamento)

regioni e Cantoni istituire mezzi e incentivi finanziari, ad es. prelevando plusvalori e destinandoli a un

fondo gestito dal Cantone ("1 % a favore dello spazio non edificato")

dichiarare lo sviluppo delle zone non edificate condizione indispensabile dello svilup-

po sostenibile degli insediamenti e dei quartieri (incontro, moto e esercizio fisico,

biodiversità, progettazione, contrappeso alla densificazione, interconnessione, varie-

tà)

Comuni e privati promuovere e esigere uno sviluppo qualitativo dello spazio non edificato nei progetti

privati di densificazione, come controprestazione

habitat, biodi-

versità

produzione regolazione cultura supporto

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6 Riferimenti bibliografici ARE (2008): Bauzonenstatistik Schweiz 2007 / Statistique suisse des zones à bâtir, Ber-na

ARE (2010): Istruzioni per l’esame e il cofinanziamento dei programmi d’agglomerato di 2a generazione, Berna

ARE, UFAM, UST (2011): Tipologia dei paesaggi svizzeri: i paesaggi della Svizzera, Ber-na

DATEC (2012): Progetto territoriale Svizzera, Berna

Grêt-Regamey, A., Neuenschwander, N., Bakhaus, N., Wissen Hayek, U., Tobias, S. (2011): Fokusstudie Landschaft. Rapporto di sintesi sul Programma nazionale di ricerca PNR 54 “Sviluppo sostenibile dell’ambiente edificato”, FNS, Berna.

Schuler, M. (1997): Die Raumgliederung der Schweiz. Ufficio federale di statistica, Berna.

Schuler, M., Dessemontet, P., Joye, D. (2005): Die Raumgliederung der Schweiz / Les niveaux géographiques de la Suisse. Serie “Statistica della Svizzera”. Ufficio fede-rale di statistica, Neuchâtel.

Statistischen Amt des Kantons Zürich (2011a): Statistisches Jahrbuch des Kantons Zü-rich 2011. URL: http://www.statistik.zh.ch/internet/justiz_inneres/statistik/de/statistiken/veroeffentlichungen/jahrbuch.html (28.9.2011)

Statistischen Amt des Kantons Zürich (2011b): Kantons Zürich in Zahlen 2011. URL: http://www.statistik.zh.ch/internet/justiz_inneres/statistik/de/statistiken/veroeffentlichungen/zhiz.html (28.9.2011)

Staub, C., Ott, W., Heusi, F., Klingler, G., Jenny, A., Häcki, M., Hauser, A. (2011): Indika-toren für Ökosystemleistungen: Systematik, Methodik und Umsetzungsempfehlun-gen für eine wohlfahrtsbezogene Umweltberichterstattung. “Studi sull’ambiente” n. 1102. Ufficio federale dell’ambiente, Berna. Di questo testo esiste una sintesi in francese: “Indicateurs pour les biens et servi-ces écosystémiques : systématique, méthodologie et recommandations relatives aux informations sur l’environnement liées au bien-être”.

UST (2000): Censimento federale della popolazione, Berna

UST (26.04.2012): comunicato stampa "Prosegue la crescita demografica", Berna

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7 Allegato

7.1 L’infogramma

L’infogramma interattivo, accessibile in rete, permette all’utente di individuare intersezioni e sinergie, ma anche conflitti e lacune nelle attuali possibilità di intervento per la salva-guardia dei servizi offerti dallo spazio non edificato. Esso è articolato in sei parti principali: un disco centrale, suddiviso in settori (1), tre elenchi [attori (2), possibilità di intervento (3 e 4) e servizi (5)] e la finestra per scegliere il tipo di sinergia (6) (cfr. fig. 15).

Fig. 15: In fogramma – rappres entaz ione schemat i ca del la p ia t ta forma in t erat t iva

Ogni settore del disco (1) che si trova al centro dello schermo corrisponde a uno dei 18 servizi che può offrire lo spazio suburbano non edificato (cfr. cap. 0). Il disco esprime graficamente le risposte alle diverse ricerche e distingue i livelli politici: Confederazione (cerchio esterno), Cantone, regione e Comune (cerchio interno).

F ig . 16: Disco suddiv iso in set tor i e l ive l l i po l i t ic i

L’elenco in alto a sinistra permette di selezionare uno o più attori (2) facendo apparire, sul disco centrale, le rispettive possibilità di intervento e i servizi sui quali influiscono.

Il secondo elenco a destra permette di selezionare una o più possibilità di intervento (3) facendo apparire, sul disco centrale, i livelli corrispondenti ai vari attori e i servizi sui quali essi incidono.

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Fig. 17: E lenco del le poss ib i l i tà d i in tervento

In basso a destra è possibile azionare un filtro supplementare e selezionare uno o più dei tre tipi di intervento possibile (4): strumenti preminenti, strumenti facoltativi e sistemi di incentivi (fiscali e di mercato).

La finestra in alto a destra permette di evidenziare o nascondere i vari servizi (5) offerti dallo spazio suburbano non edificato. In tal modo appaiono, sul disco centrale, le rispetti-ve possibilità di intervento.

La finestra in basso a sinistra, infine, permette di mettere in luce le sinergie (6), in fun-zione degli attori, dei servizi e delle possibilità di intervento che sono stati selezionati.

La figura 18 mostra un esempio pratico. Tutti i servizi sui quali possono influire gli attori selezionati appaiono in grigio, mentre le possibili sinergie appaiono evidenziate in verde chiaro. Sotto il disco sono riassunti, in due elenchi, gli attori selezionati (a sinistra) e i servizi che essi condividono (a destra). In questo caso specifico, si tratta di: agricoltura e selvicoltura, protezione dai rumori, socializzazione, moto, svago e salute pubblica, tra-sporti. Per analizzare ulteriormente le sinergie tra gli attori in questione, ad esempio in funzione delle possibilità di intervento, basta selezionare il relativo pulsante (“sinergie”).

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Fig. 18: Esempio: anal is i in funz io ne d i due t ip i d i a t tor i ( “per sone a l la r icerca d i un o sp azio d i svago” e “pr o-

pr ietar i fondiar i / persone che i n te ndono costru i re” )

Durante la riunione conclusiva del 12 giugno 2012 i partecipanti hanno ricevuto una chiavet-ta USB con l’ultima versione dell’infogramma e sono stati invitati a testarlo.

F ig . 19: Chiavet ta USB con l ’ in fo gramma (of f l ine)

Per non limitare l’utilizzazione di questo strumento di analisi ai soli partecipanti alla riu-nione finale, è stata messa in rete una versione successiva, che sarà regolarmente ag-giornata anche dopo la conclusione del progetto.

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7.2 Considerazioni emerse dagli incontri di scambio

7.2.1 “Varietà e identificazione” (nucleo tematico 1)

Considerazioni emerse dagli incontri d i scambio

• È necessario rafforzare la cooperazione intercomunale per tutelare, al di là dei confini territo-riali, i paesaggi rurali quali fattori di identità e per garantire una compensazione equilibrata tra usufrutto e plusvalore. Si tratta, ad esempio, di privilegiare la salvaguardia di superfici forestali interconnesse. (Incontro 4 e incontro conclusivo)

• Occorre formare una nuova mentalità e una nuova cultura che oltrepassino i confini terri-toriali e disciplinari, chiarire i vincoli e le responsabilità, aprirsi allo scambio e cercare possibili sinergie. Ciò vale soprattutto per i Comuni suburbani, dove l’identità degli spazi è sovente carat-terizzata da molteplici sovrapposizioni, e occorre perciò un considerevole sforzo per cambiare direzione quando si tratta di gestire il consumo del suolo e del paesaggio. Questi Comuni, inol-tre, potranno aiutarsi reciprocamente ancor più se aggiorneranno le loro strutture ammini-strative e le competenze dei loro collaboratori. (Incontri 1 e 3)

• Riconoscere che si tratta di una sfida comune e concreta, che va oltre i confini comunali e can-tonali, è la premessa per garantire, a progetti e iniziative, una gestione forte a livello regiona-le. (Incontri 1 e 4)

• Le personalità leader (in particolare tra i deputati) aiutano a dare risonanza nel dibattito pub-blico e nell’agenda politica a problematiche comuni a più settori e contribuiscono in termini posi-tivi all’avvio di progetti concernenti l’utilizzazione dello spazio non edificato. (Incontro 1)

• Esistono numerosi strumenti di pianificazione integrale ai quali ricorrere per sviluppare, a livello sovracomunale, lo spazio suburbano non edificato (cfr. cap. 0). In larga parte, tuttavia, questi strumenti costituiscono piani preparatori a un livello generale, i quali, in un secondo tem-po, devono poi essere applicati a livello comunale. (Incontri 1, 3, 4 e incontro conclusivo)

• Occorre completare e precisare in termini espliciti il mandato pianificatorio affidato ai Cantoni e ai Comuni. In particolare, le condizioni poste ai piani direttori cantonali devono essere form u-late tenendo conto anche dello spazio suburbano non edificato del suo sviluppo. Vanno inoltre precisati i requisiti concreti per i piani di utilizzazione e la gestione del territorio a livello interco-munale, per la compensazione e l’ottimizzazione (armonizzare insediamenti e spazi non edifica-ti), per l’istituzione di misure di compensazione e di un sistema di prelievo cantonale/comunale del plusvalore, compresa l’utilizzazione dei mezzi finanziari così sbloccati. (Incontri 3 e 4, incon-tro conclusivo)

• È indispensabile informare e soprattutto spiegare alla popolazione, ai collaboratori delle am-ministrazioni e ai rappresentanti politici il ruolo fondamentale dello spazio suburbano non edifi-cato, il suo valore e le sue potenzialità. Ciò appare ancora più importante di fronte ai cambia-menti dinamici e alle molteplici sovrapposizioni, nonché alle problematiche che questi fenomeni comportano per la percezione interna di molti Comuni di agglomerato e l’immagine che rifletto-no all’esterno. (Incontri 1, 2, 3 e 4)

• Per sviluppare lo spazio e il paesaggio suburbani quali fattori di identità, di ricchezza, comples-sità e peculiarità regionale, è necessario specificare concreti criteri qualitativi (con i relativi in-dicatori di valutazione) concernenti le particolarità locali (ad es. elementi tipici del paesaggio rurale, diversità e ricchezza strutturale, topografia, età del soprassuolo, prossimità della natura, storia del paesaggio ecc.). (Incontri 2 e 3)

• Un’interlocutrice importante per la salvaguardia di un paesaggio rurale ricco e variato è l’agricoltura, che va coinvolta nella pianificazione e nei progetti concernenti lo spazio suburba-no. (Incontri 1, 2 e 4)

• I terreni agricoli devono beneficiare di un’attenzione e una tutela privilegiate. Per far sì che i contadini possano continuare a esercitare la loro professione in modo autentico, l’attività princi-pale dell’azienda agricola deve restare la produzione. Solo a questa condizione ha poi senso aggiungere offerte complementari quali attività per il tempo libero (sport, svago, fitness), la

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cura del paesaggio e la protezione della natura. L’agricoltura ha pertanto bisogno di superfici produttive, e questo bisogno non deve essere rimesso in discussione. (Incontro 4)

• Nelle zone suburbane non basta accontentarsi di aree verdi “normali” sui tetti o sulle facciate, nei campi sportivi e così via. Occorrono anche superfici con specifiche caratteristiche qualitati-ve, ad es. adatte a incoraggiare il movimento e l’esercizio fisico della popolazione. (Incontro 3 e incontro conclusivo)

• È necessario riservare superfici destinate innanzitutto alla salvaguardia della biodiversità con obiettivi di sviluppo specifici, ad esempio la tutela di caratteristiche locali o dell’habitat per determinate specie e la garanzia, per questi esseri viventi, di uno spazio di interconnessione. Dove opportuno, va perseguita una dinamica naturale. (Incontro 2)

7.2.2 “Accessibil i tà per lo svago e i l movimento” (nucleo tematico 2)

Considerazioni emerse dagli incontri d i scambio

• Per salvaguardare e mettere in valore lo spazio non edificato nelle aree suburbane occorre confrontarsi con una domanda fondamentale: qual è la sua importanza per la società? Affinché sia considerato come un’importante parte costitutiva dell’abitato, i servizi che esso offre devono essere conosciuti e riconosciuti. Occorre pertanto sensibilizzare la popolazione, valorizzando e rendendo visibili le qualità e i vantaggi concreti di questo spazio. (Incontri 1 e 2)

• A livello comunale, è necessario porre standard qualitativi elevati per la gestione dei terreni non edificati, in particolare nelle procedure per l’ottenimento della licenza edilizia, e ciò indipen-dentemente dal fatto che il progetto concerna spazi abitativi o di lavoro. Si può pensare, ad e-sempio, all’istituzione di un sistema di stima immobiliare. Occorre inoltre un elenco dei criteri qualitativi e dei relativi indicatori di valutazione. (Incontro 3)

• È necessario precisare le caratteristiche qualitative concernenti le specificità dello spazio non edificato nei comprensori insediativi, ma anche al suo esterno, ad esempio, quello destinato allo svago. Queste caratteristiche serviranno poi a garantire la qualità e potranno anche essere ut i-lizzate come argomentario (prossimità della natura, percentuale di aree verdi, funzione sociale, flessibilità, apertura, possibilità lasciata alla popolazione di ‘impossessarsi’ del luogo, raggiungi-bilità, sicurezza, accessibilità, utilizzazioni possibili, grado di apertura al pubblico, contatto con la natura e il paesaggio ecc.). (Incontri 2 e 3, incontro conclusivo)

• Nel pianificare lo spazio suburbano non edificato va lasciato un margine alla densificazione e allo sviluppo centripeto dell’abitato. Occorre pertanto stabilire parametri qualitativi e quantita-tivi concernenti funzioni, requisiti e utilizzazioni delle singole superfici, tenendo conto di even-tuali priorità e lasciando la possibilità di aprire trattative. (Incontro 3, incontro conclusivo).

• All’interno degli abitati, lo spazio pubblico non edificato è chiamato a tenere conto di interessi e aspettative diversi, e in parte contraddittori, su superfici sempre più ridotte. I processi parteci-pativi diventano pertanto importantissimi per comprendere i vari bisogni e far sì che la popola-zione accolga favorevolmente gli interventi di pianificazione e sistemazione. (Incontri 2 e 3, in-contro conclusivo)

• Nelle zone sempre più densamente popolate attorno ai centri urbani, la possibilità di organiz-zarsi in modo autonomo e di godersi la vita è un criterio qualitativo molto apprezzato dalla popo-lazione. Per suscitare iniziative e incoraggiare un certo impegno, sovente basta semplicemen-te rendere accessibile una superficie non edificata. (Incontro 3, incontro conclusivo)

• In caso di progetti concernenti un comprensorio di una certa estensione, nei quali sono presenti più investitori e costruttori, elaborare, prima dell’inizio dei lavori, una strategia per lo svi-luppo dello spazio non edificato può contribuire a mettere in collegamento i vari settori e a dare alla zona un volto coerente. La procedura può prevedere diverse tappe, così da essere sufficientemente flessibile e raggiungere gli obiettivi per gradi. (Incontro 3)

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• La cooperazione tra Comuni e altri attori è importante e va esaminata caso per caso. L’amministrazione pubblica deve rispondere alle iniziative e agli impulsi privati (economia, po-polazione), incoraggiandoli, e attirare l’attenzione sull’importante ruolo svolto dallo spazio non edificato. (Incontri 2 e 3, incontro conclusivo)

• La pianificazione dello spazio non edificato deve tener conto sin da subito, in una prospettiva di utilizzazione, appropriazione e gestione dei flussi di utenza, della raggiungibilità e di collega-menti con infrastrutture di traffico lento gradevoli e sicure e con la rete di trasporti pubblici. (In-contri 3 e 4, incontro conclusivo)

• Valorizzare il ruolo dello spazio non edificato come spazio destinato allo svago e alla ricrea-zione può essere d’aiuto. È opportuno, in tal caso, concludere alleanze e trovare sinergie. (In-contro 3)

7.2.3 “Risorsa minacciata” (nucleo tematico 3)

Considerazioni emerse dagli incontri d i scambio

• Per quanto riguarda i servizi di produzione e supporto, il conflitto per le superfici a buon mercato si gioca nello spazio suburbano. Qui si presenta con acutezza il problema di contenere l’espansione degli insediamenti, nei punti «sensibili» tra zone edificabili e zone non edificabili. Mentre lo sfruttamento dei terreni disponibili si fa sempre più marcato, il concomitante fenome-no di impermeabilizzazione del suolo vanifica la volontà di salvaguardare superfici destinate alla produzione agricola o allo sviluppo paesaggistico. La pianificazione dello spazio suburbano non edificato può contribuire in modo decisivo a promuovere il dibattito e a orientare la situazione in una prospettiva che tenga conto di tutto il territorio. (Incontri 1, 3 e 4)

• È costruttivo e efficace indicare in modo esplicito le possibilità di aprire trattative per mante-nere i parametri qualitativi e quantitativi dello spazio non edificato. Stabilire in modo vincolante la quantità di spazio che va lasciato libero da costruzioni permette di evitare sin da subito even-tuali conflitti per la sua utilizzazione. (Incontro 4)

• Le attività edilizie in zona suburbana devono rispettare severe condizioni per la salvaguardia della qualità del circostante spazio non edificato. Oltre ad analizzare dettagliatamente come ot-tenere e mantenere questo obiettivo, occorre stabilire quali specifiche caratteristiche qualita-tive vadano promosse in un determinato luogo. (Incontri 2, 3 e 4)

• Anche da parte privata possono sorgere iniziative per progetti concernenti spazi non edificati (ad es. il campus Novartis a Basilea; il quartiere Feldbreite a Emmen). Spetta alle autorità co-munali stimolare e incoraggiare questo interesse. (Incontri 1 e 3, incontro conclusivo)

• Gli impulsi finanziari della Confederazione possono essere molto importanti per favorire lo sviluppo dello spazio suburbano non edificato. A livello regionale questi stimoli possono giunge-re, ad esempio, da progetti modello quali il parco di agglomerato della Valle della Limmat. (In-contri 1 e 2)

• I flussi finanziari che concernono anche lo spazio non edificato sono numerosi e, malgrado talvolta perseguano obiettivi in parte collimanti, non sono coordinati. Stilarne un elenco detta-gliato permetterebbe di fare chiarezza e di scoprire eventuali sinergie. (Incontro 1)

• Per confrontarsi con la pianificazione dello spazio suburbano non edificato mancano attualmen-te i supporti adatti. A livello cantonale e sovracomunale andrebbe istituito un sistema di incen-tivi finanziari. I fondi necessari potrebbero essere sbloccati, ad esempio, mediante prelievi del plusvalore o tasse di compensazione. (Incontri 1, 2 e 4)

• Su sedimi privati il processo di pianificazione dello spazio non edificato va istituzionalizzato. L’amministrazione pubblica deve fungere maggiormente da “centro di competenza” nei confronti dei privati per chiarire punti controversi, coordinare e aiutare a tener conto di tutti gli interessi in gioco, far proposte e introdurre incentivi. La responsabilità dello spazio suburbano privato e semiprivato va assunta sulla base di partenariati. L’ente pubblico deve mettere a disposizione gli aiuti per intavolare e portare a termine le trattative. (Incontro 3)

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• Lo sviluppo degli insediamenti nel corso degli ultimi decenni è avvenuto in gran parte a spese delle zone agricole e delle zone destinate alle protezione della natura: una ragione di più per coinvolgere anche l’agricoltura nelle pianificazione territoriale. (Incontro 4)

• I terreni agricoli devono beneficiare di estrema attenzione e tutela. L’area degli abitati va con-tenuta, coerentemente con questo principio. (incontro 4)

• Occorre rafforzare la gestione interdisciplinare del territorio. Considerata la forte interdipen-denza tra sviluppo degli insediamenti, selvicoltura e agricoltura, nella fascia suburbana occorre coordinare gli strumenti di pianificazione in modo più mirato, in particolare nei settori seguenti: insediamenti, spazi verdi, boschi e foreste, agricoltura. Per quanto riguarda gli strumenti di pia-nificazione agricola, va ricercata una coordinazione anche in merito ai contributi per migliorare la qualità del paesaggio o agli interventi di ricomposizione particellare e di bonifica integrale. (Incontro 4)

• I piani intercomunali di utilizzazione e le ricomposizioni particellari intercomunali vanno riconsiderati, così da spostare le zone edificabili e salvaguardare le superfici destinate priorita-riamente all’agricoltura. (Incontro 4)

• Il nuovo sistema di pagamenti diretti previsto dalla politica agricola 2014-17 introdurrà un nuovo strumento, ossia i progetti per la promozione del paesaggio a livello regionale, che potranno incoraggiare anche una miglior gestione dello spazio non edificato nelle aree suburbane. (In-contro 4)

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7.3 Documentazione sulla buona prassi

7.3.1 Documentazione presentata al l’ incontro 1 (Pianificazione integra le)

1 Losanna – piano direttore di Losanna Nord (SDNL) Tema Introdurre una pianificazione intercomunale del territorio, coordinata e a lungo

termine, con l’obiettivo esplicito di una collaborazione transfrontaliera. Livello strategia Luogo Losanna Nord (12 Comuni, Canton Vaud) Organizzazione "groupe de pilotage" (rappresentanti dei Comuni e del Cantone) Periodo SDNL 2007 (2004-2007), SDNL 2012 (2011-2013) 2 Yverdon-les-Bains – aggloY (progetto di agglomerato) Tema Pianificare il territorio a livello intercomunale e interdisciplinare, con un approccio

partecipativo. Livello analisi dei bisogni, strategie settoriali, interventi Luogo agglomerato di Yverdon-les-Bains (9 Comuni) Organizzazione "comité de pilotage" (rappresentanti dei Comuni e del Cantone, progettisti) Periodo aggloY 2007 (orizzonte 2020) aggloY 2012 (orizzonte 2030) 3 Eurodistretto trinazionale di Basilea (TEB) – strategia di sviluppo 2020 Tema Orientare le dinamiche territoriali nella zona urbana basilese (abitato, trasporti,

paesaggio). Livello Direttive (in seguito vincolate a strumenti che entreranno in funzione successiva-

mente) Luogo Trinazionale Svizzera – Germania – Francia Organizzazione Eurodistretto trinazionale di Basilea (TEB) Periodo 2009 (orizzonte 2020) 4 Valle della Limmat – parco di agglomerato Tema Pianificare il territorio e il paesaggio a livello sovracomunale e sovracantonale,

così da ottenere uno spazio naturale e di riposo non frammentato, con l’obiettivo esplicito di una collaborazione a lungo termine.

Livello strategia per lo sviluppo dello spazio non edificato, concorso di idee e interventi Luogo Valle della Limmat (17 Comuni e Città, Canton Argovia e Canton Zurigo) Organizzazione gruppo che riunisce rappresentanti dei Comuni e delle Città, delle associazioni di

pianificazione regionale, del Canton Argovia e del Canton Zurigo (ai Cantoni spetta la direzione del progetto); sostenuto dalla Confederazione (ARE) come progetto modello

Periodo strategia (2007-09), primi progetti (dal 2010)

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7.3.2 Documentazione presentata al l’ incontro 2 (Pae saggio e biodiversità)

5 Agglomerato franco-ginevrino-vodese – programma d’agglomerato transfrontaliero Tema Introdurre una pianificazione intercomunale del territorio, coordinata e a lungo

termine, con l’obiettivo esplicito di una collaborazione transfrontaliera. Livello strategia generale, strategie settoriali, interventi Luogo agglomerato franco-ginevrino-vodese Organizzazione Canton Ginevra, 7 Comuni, i "conseils généraux" dei due dipartimenti francesi

(Ain e Alta-Savoia), la regione Rodano-Alpi (Ginevra è la seconda metropoli dell’agglomerato franco-ginevrino-vodese), cooperazione delle metropoli francesi

Periodo progetto d’agglomerato franco-ginevrino-vodese 2007 (orizzonte 2020); progetto d’agglomerato franco-ginevrino-vodese 2012 (orizzonte 2030)

6 Germania meridionale – spazi per fare esperienza della natura Tema Introdurre, diffondere e sancire nella prassi pianificatoria comunale la progetta-

zione di spazi urbani dove fare esperienza della natura, per contrastare la sempre maggior estraneità tra essere umano e ambiente naturale.

Livello lavoro di ricerca Luogo Germania meridionale Organizzazione Arbeitskreis Städtische Naturerfahrungsräume (D) Tappe 2000 > 7 “Biodiversità” (relazione) Tema "Di quanta superficie abbiamo bisogno per garantire pienamente la funzionalità

del paesaggio e della biodiversità?" Livello relazione scientifica Luogo - Organizzazione Hintermann & Weber, Darius Weber Periodo gennaio 2011

7.3.3 Documentazione presentata al l’ incontro 3 ( Contesto abitativo e lavorativo; mobil i tà; movimento e salute pubblica)

8 Lenzburg, Gleis Nord – sviluppo di un’area Tema Pianificare un’area in termini innovativi e in modo sostenibile. Livello pianificazione generale, concorso di architettura (estate 2010); approvazione del

progetto, revisione parziale del regolamento edilizio e del piano di azzonamento (aprile 2011), prime domande di costruzione (2011), inizio dei lavori (2012)

Luogo Lenzburg, "area Hero" (ca. 60’000 m2) Organizzazione EBM (proprietario fondiario), impresa edile Losinger-Marazzi, Città di Lenzburg Periodo 2007 >

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9 Emmen, Feldbreite – sviluppo di un quartiere Tema Progettare un quartiere moderno e dinamico con un’alta qualità di vita, dove lo

spazio non edificato sia il tratto distintivo e l’elemento unificante. Livello Strategia per lo sviluppo dello spazio non edificato (sotto forma di manuale che ne

presenta le diverse tipologie), che permetta di stabilire principi vincolanti per gli interventi di progettazione (fissati nel piano regolatore).

Luogo Emmen, quartiere Feldbreite (ca. 100’000 m2) Organizzazione Proprietari fondiari (Fondo Alfred Schindler e Arvum Immobilien AG), Comune di

Emmen, Creafactory AG (comunicazione) Periodo approvazione piano regolatore (2009); conclusione del concorso d’architettura sui

primi sedimi e inizio delle demolizioni (2012) 10 Yverdon-les-Bains – Les Jardins de poche Tema Animare, in chiave sostenibile, piccoli spazi pubblici non edificati, seguendo una

procedura partecipativa. Livello strategia generale, applicazione pratica su parcelle ben definite Luogo Yverdon-les-Bains Organizzazione Équiterre, Comune di Yverdon-les-Bains, sponsor esterni Periodo novembre 2009 > 11 Zurigo – progetto QUARZ (valorizzazione dei centri di quartiere) Tema Valorizzare lo spazio pubblico, prestando particolare attenzione ai pedoni. Livello Da schede di coordinamento a livello di pianificazione strategica fino a studi di

pianificazione concreta (mostrare la procedura da seguire per sistemare questo tipo di spazi).

Luogo centri di quartiere della Città di Zurigo Organizzazione Città di Zurigo, Ufficio delle costruzioni Periodo dal febbraio 2006 12 Winterthur – spazio dedicato al moto, all’esercizio fisico e allo sport Tema Pianificare su base cooperativa lo sviluppo della politica sportiva comunale, in

funzione dei bisogni attuali e futuri. Livello Strategia generale, stimoli per realizzare gli obiettivi sanciti nelle direttive della

Città; redazione di un manuale che andrà poi approvato dall’autorità legislativa comunale.

Luogo Città di Winterthur Organizzazione Ufficio dello sport di Winterthur, Institut für kooperative Planung und Sportentwick-

lung di Stoccarda Periodo pianificazione su base cooperativa 2008/09, strategia generale 2010-12, realizza-

zione dal 2013 13 Friburgo, Grand-Places – riassetto Tema Sviluppare uno spazio pubblico centrale (Grand-Places). Livello Vasto processo partecipativo e interattivo; stesura di un capitolato d’oneri. Luogo Friburgo (parcella centrale, presso la stazione ferroviaria) Organizzazione Città di Friburgo (iniziatrice) Periodo 2010 >

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7.3.4 Documentazione presentata al l’ incontro 4 (Ag ricoltura e selvicoltura)

14 Agglomerato franco-ginevrino-vodese – agricoltura, città e paesaggio Tema Introdurre una pianificazione intercomunale del territorio, coordinata e a lungo

termine, con l’obiettivo esplicito di una collaborazione transfrontaliera. Livello Strategia generale, strategie settoriali, misure di intervento. Luogo agglomerato ginevrino Organizzazione Canton Ginevra, 7 Comuni, i “conseils généraux” dei due dipartimenti francesi (Ain

e Alta-Savoia), la regione Rodano-Alpi (Ginevra è la seconda metropoli dell’agglomerato franco-ginevrino-vodese), cooperazione delle metropoli francesi

Periodo Progetto d’agglomerato franco-ginevrino-vodese 2007 (orizzonte 2020); Progetto d’agglomerato franco-ginevrino-vodese 2012 (orizzonte 2030).

15 Zurigo – orti di quartiere e aziende agricole che offrono servizi sociali Tema Promuovere e sostenere iniziative della popolazione a favore della natura e del la

coltivazione agricola. Livello relazione scientifica Spazio zona urbana zurighese Organizzazione Grün Stadt Zürich Periodo in corso 16 Agglomerato Losanna-Morges – pianificazione integrale “natura e paesaggio” Tema Grazie a un coordinamento sovracomunale, pianificare strategicamente, stabilen-

do caratteristiche qualitative e priorità, differenziando le costanti spaziali e le op-portunità di aprire trattative.

Livello Pianificazione di fondo, giuridicamente non vincolante (sarà poi vincolata a stru-menti che entreranno in funzione successivamente, quali piani comunali di svilup-po, piani forestali).

Luogo zona Losanna-Morges Organizzazione Comuni, Ufficio di pianificazione della città di Losanna (iniziatore) Periodo 2010 > 17 “Opportunità e lacune degli odierni e futuri strumenti di pianificazione agricola” (relazione) Tema Discussione sui nuovi strumenti previsti dalla politica agricola 2014-17: evoluzione

dei pagamenti diretti, contributi per la qualità del paesaggio, pianificazione agrico-la, piani sovracomunali di utilizzazione e ricomposizioni particellari intercomunali, ricomposizioni particellari e bonifiche integrali, azzonamento su base volontaria e progetti per la qualità del paesaggio.

Livello relazione scientifica Luogo - Organizzazione Ufficio federale dell’ambiente, Markus Wildisen Periodo ottobre 2012 18 “I servizi dell’agricoltura nello spazio suburbano” (relazione) Tema Analisi della situazione, approcci possibili e questioni aperte. Livello relazione scientifica Luogo - Organizzazione Unione Svizzera dei Contadini, Martin Würsch Periodo ottobre 2011

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19 “Vivere la foresta” (relazione) Tema Analisi della situazione e dei problemi, approcci possibili e questioni aperte. Livello relazione scientifica Luogo - Organizzazione Ufficio federale dell’ambiente, Silvio Schmid Periodo ottobre 2011

7.3.5 Altro

20 “Netzstadt Aarau-Olten-Zofingen” – pianificazione agricola nel Niederamt Tema Pianificare l’agricoltura per conferirle posto che le spetta nell’evoluzione regionale. Livello Processo partecipativo, in corso, che coinvolge tutti gli enti e le persone interessati. Luogo zona Aarau-Olten-Zofingen (15 Comuni) Organizzazione associazione di Comuni, con sostegni finanziari del Cantone e dell’UFAG Periodo 2011 – 2013 21 Thun – Piano sovracomunale di utilizzazione delle zone destinate alle attività lavorative Tema Densificare e utilizzare, in chiave sostenibile, le zone comunali destinate alle attività

lavorative, mediante concentrazione attorno a un fulcro di sviluppo. Livello Progetto modello: sviluppo di una strategia generale mediante un processo partecipa-

tivo che coinvolge tutte le persone e gli enti interessati. Luogo agglomerato di Thun Organizzazione 5 Comuni, Canton BE, ARE, UFAG Periodo 2010/11 22 Bernex – parco di agglomerato Tema In una zona circondata da insediamenti e assi di traffico, dare una nuova funzione alle

attività agricole ancora praticate (adattamento dei piani di utilizzazione). Livello Strategia generale, misure di intervento. È previsto un concorso. Luogo agglomerato ginevrino / zona Bernex Organizzazione Canton Ginevra, Tiphaine Bussy-Blunier Periodo Progetto d’agglomerato franco-ginevrino-vodese 2007 (orizzonte 2020); progetto

d’agglomerato franco-ginevrino-vodese 2012 (orizzonte 2030). 23 Losanna Ovest – trasporti Tema Collaborazione tra i Comuni dell’agglomerato con un grosso potenziale di sviluppo e

promozione dei trasporti pubblici e del traffico lento. Livello parte di un programma di agglomerato (“schéma directeur”) Luogo Losanna Ovest, 9 Comuni Organizzazione Centro operativo che integra le sue attività nel programma di agglomerato e nel piano

direttore cantonale. Periodo Organizzazione (2004); prime realizzazioni (2010).

Informazioni http://www.ouest-lausannois.ch/Default.asp 24 Berna, quartiere Stöckacker Tema Ristrutturare un quartiere edificato nel 1945/46 con interventi di densificazione edilizia

(indice di sfruttamento 1,13 / 146 unità abitative) e di valorizzazione degli spazi esterni. Obiettivi: costruire in modo sostenibile, mettere a disposizione superfici multifunzionali, delimitare zone di compensazione ecologica lungo il tracciato ferroviario, migliorare gli allacciamenti di dettaglio per il traffico lento, allestire spazi di incontro, provvedere a una presenza vegetale ricca di specie e varietà.

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Livello Progetto di sopraedificazione approvato; votazione sul finanziamento (autunno 2012); inizio dei lavori (2013); probabile termine (2015).

Luogo quartiere Stöckacker, zona sud (superficie ca. 17’000 m2) Organizzazione Città di Berna, Amministrazione delle proprietà immobiliari e Ufficio della pianificazione Periodo concorso di architettura (2009); piano di sopraedificazione (2012); probabile realizza-

zione (2013-15) Informazioni http://www.bern.ch/leben_in_bern/wohnen/wohnen/wohnbaufoerderung/projekte/stoec

kacker/ 25 Köniz, parco di Liebefeld Tema Mantenere un’area verde non edificata nell’insediamento, parallelamente a interventi di

densificazione e valorizzazione dell’abitato. Livello Progetto realizzato. Luogo Liebefeld (superficie pubblica ca. 36.000 m2) Organizzazione Comune di Köniz BE Periodo Concorso di progetti (2005); apertura (2009); premio Wakker (2012). Informazioni http://www.koeniz.ch/xml_1/internet/de/application/d3/d529/f530.cfm 26 Münsingen – promozione della biodiversità Tema Pianificare il paesaggio nell’abitato: gli strumenti adottati dal Comune bernese di Mün-

singen, con esempi concreti. Livello Relazione scientifica, realizzazione in corso da diversi anni, diversi esempi di buona

prassi: progettazione e manutenzione, nel rispetto della natura, dei terreni e delle a-ziende del Comune, comprese le superfici adibite al traffico stradale, le aree di nuova edificazione, la rinaturazione di corsi d’acqua, il lavoro di informazione.

Luogo Münsingen BE Organizzazione Comune di Münsingen, Ufficio delle costruzioni, sezione Ambiente (responsabile:

Claudia Heer) Periodo In corso. 27 “Birsstadt” / “Ville de Birs” – strategia per la pianificazione dello spazio non edificato Tema Delineare, all’interno dell’agglomerato, strutture non edificate di paesaggio urbano e,

partendo da qui, sviluppare elementi chiave per una strategia generale. Livello Direttiva sovracomunale con misure di intervento. Luogo Cantoni BL, BS e SO: da Dornach SO, seguendo il corso del fiume Birs fino al suo

sbocco nel Reno, presso Basilea. Organizzazione Gruppo di lavoro (Confederazione, Cantoni e Comuni) (progetto modello). Periodo Strategia generale (2007-11); paesaggio dell’anno (2012). Informazioni http://www.umland.ch/pdf/anthos%20Birsstadt%204-10.pdf