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LE TARGHE E I VEICOLI DEI VIGILI DEL FUOCO di Guglielmo Evangelista

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LE TARGHE E I VEICOLI DEIVIGILI DEL FUOCO

di Guglielmo Evangelista

Chi, soprattutto da bambino, non ha ammirato i pompieri? Le autopompe che corrono a sirene spiegate nonpossono fare a meno di attirare l’attenzione e gli stessi incendi hanno per tutti un fascino sinistro: in fondo ilfuoco e l’acqua usata per spegnerlo sono fra gli elementi primordiali che segnano il nostro inconscio….Da piccolo assistetti casualmente, con un terrore infantile, a parecchi incendi, che ricordo tutti perfettamente,regolarmente domati dai Vigili del Fuoco accorsi con le autopompe Fiat 640, che allora rappresentavano ilmeglio di quanto disponibile; più tardi abitai su una strada che costituiva la direttrice di uscita di una casermae, per anni, vidi tutti i giorni uscirne i mezzi in dotazione, tanto che alla fine decisi che avrei fatto l’ufficiale deiVigili del Fuoco finché non seppi che ci voleva una laurea in ingegneria: non erano materie che facevano perme e ho ripiegato su altre uniformi.Ancora più tardi, nel turbolento ’68 romano, quando bastava un niente per far scoppiare manifestazioni eviolenze, il sentire una sirena in lontananza destava sempre apprensione, ed era un sollievo quando, invecedei soliti veicoli della “celere”, spuntava da dietro l’angolo la rossa autopompa diretta chissà dove.Al di là delle considerazioni personali, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non manca mai di suscitarecuriosità e i suoi veicoli rappresentano un parco interessante, per la varietà dei modelli e delle soluzionitecniche adottate.

LA STORIA MODERNA DEL CORPO

I moderni servizi antincendio – peraltro presenti in varie forme fin dall’antichità - hanno avuto origine dalCorpo dei Sapeurs-pompiers di Parigi creato ai primi dell’800 e formato dai veterani delle campagnenapoleoniche. Da questa origine è derivata una certa impostazione militaristica: infatti abbiamo ancoracomandanti, ufficiali, caserme e uniformi e il servizio nel Corpo in pace e in guerra è parificato a quellomilitare (in Francia i comandanti sono tuttora ufficiali del Genio Militare).Per moltissimi anni in Italia il servizio antincendio rimase di spettanza dei comuni (Corpi pompieristici oCivici Pompieri): di conseguenza nelle città più grandi si poteva contare su risorse umane, fondi adeguati eun vasto parco mezzi, mentre nei centri minori si faceva affidamento su volontari chiamati in caso dinecessità e su attrezzature rudimentali, ma nella maggior parte dei casi gli unici mezzi antincendio erano labuona volontà della gente e gli immancabili Carabinieri. Da questo derivava un forte squilibrio territoriale frale aree più ricche e sviluppate e quelle più povere, dove non si aveva alcuna possibilità di far fronte alleemergenze.Il mezzo automobilistico fu adottato molto presto: le prime autopompe comparvero subito dopo il 1900, e ipompieri di Torino sperimentarono nel 1905 un veicolo elettrico. I veicoli a motore si dimostraronoparticolarmente indicati per i servizi antincendio: certamente i costi di acquisto erano elevatissimi ma rispettoalla trazione ippica si poteva contare su una maggiore velocità di approntamento ed intervento e vi eranoforti risparmi di gestione in quanto venivano eliminati i cavalli che, pur restando inattivi per la maggior partedel tempo, dovevano egualmente essere nutriti ed accuditi.Un altro passo avanti fu rappresentato dalle pompe con motore a scoppio o elettrico, di pronto impiego e piùefficace rendimento rispetto a quelle a vapore.Con il passare del tempo emerse sempre di più l’esigenza di dare ai vari corpi locali un assetto unitario inmodo da evitare le disparità di efficienza, di dotazioni e di trattamento del personale, diversissime a secondadelle località e dipendenti dalle finanze più o meno floride dei vari comuni e di assicurare un’uniformecopertura su tutto il territorio nazionale: già all’inizio del ‘900 esistevano delle associazioni a caratterevolontario e privato che raggruppavano i corpi meglio organizzati delle città più importanti, attraverso le qualisi formava il personale e si uniformavano le attrezzature.Il primo salto di qualità fu la legge 2472 del 10 ottobre 1935, che istituiva un Corpo dei Pompieri, suddiviso intanti Corpi Provinciali: benché il Ministero dell’Interno avesse ampie attribuzioni che esercitava tramite unIspettorato Centrale, i Corpi erano ancora organismi dipendenti dalle province. Il vero momento di creazionedel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (nome coniato ex novo che confinò quello di pompiere nellinguaggio familiare) coincise con la promulgazione della legge 27 febbraio 1939 n. 333, le cui disposizionifurono perfezionate ed integrate con la legge n. 1570 del 27 dicembre 1941.Il governo dell’epoca dedicò particolari attenzioni all’organizzazione del Corpo che, nella sua essenza,incarnava in modo emblematico il vivere pericolosamente, che era una delle massime care al regime.I Vigili del Fuoco, dipendenti dal Ministero degli Interni, ricevettero una struttura fortemente centralizzata, chetutt’oggi dimostra di reggere bene il passare degli anni e che è invidiata in molti paesi esteri.Pur mantenendo l’articolazione in Corpi Provinciali (ciascuno dei quali fu contraddistinto da un numero,assegnato – pur con alcune irregolarità - in ordine alfabetico), dal 1939 le competenze delle province furonoridotte drasticamente a pochi obblighi circa la messa a disposizione dei locali e la loro manutenzione.Esistettero dei Corpi a Tripoli, Derna, Bengasi e Misurata in Libia, a Massaua, Asmara, Addis Abeba eMogadiscio in Africa Orientale, a Rodi e a Tirana: sembra di capire che tutti questi avessero un ordinamentoidentico a quelli nazionali, ma la normativa nono ne parla mai esplicitamente.

Durante la seconda guerra mondiale il Corpo venne militarizzato e, dopo l’8 settembre 1943, funzionòvirtualmente diviso fra Sud e Nord, senza particolari modificazioni di struttura. Nella Repubblica SocialeItaliana non venne incorporato nella Guardia Nazionale Repubblicana.Nelle ultime settimane di guerra gli ufficiali dei Corpi del Nord ebbero spesso un ruolo politico-militare moltorilevante: i Vigili del Fuoco potevano infatti ancora mantenere una posizione neutrale, continuavano ad avereintatta la loro organizzazione, non appartenevano alla G. N. R. ed erano relativamente rispettati dai tedeschi,sensibili a gerarchie ed uniformi: si qualificarono così come interlocutori credibili fra tutte le parti in lotta,risolvendo talvolta situazioni molto delicate.Con la legge n. 469 del 13 maggio 1961 vennero apportate profonde modificazioni al Corpo, che persebuona parte di quelle caratteristiche che lo avvicinavano a un corpo militare, e furono aboliti i CorpiProvinciali.Oggi il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dipende dal Ministero degli Interni, Direzione Generale dellaProtezione Civile e dei Servizi Antincendi, e conta una Scuola Centrale Antincendi, vari organi tecnici e distudio e 101 Comandi provinciali.In ogni provincia, oltre a quella del comando, vi sono sedi periferiche sparse nelle località più importanti evari distaccamenti in certi punti particolari (porti, aeroporti, ecc.). Vi sono in tutto il paese 370 di queste sediminori, delle quali 190 sono presidiate da Vigili del Fuoco Volontari: in questo computo non sono consideratiil Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta dove vige un ordinamento autonomo e le sedi dei volontari sonoestremamente numerose.Vi sono poi le Colonne Mobili Regionali tenute di riserva per le grandi calamità: ogni colonna è formata dauna Sezione Comando, da varie Sezioni Operative, da una Sezione Logistica e una Sezione Mezzi Speciali.La differenza nello status del personale fra effettivo e volontario non ha nessuna ripercussione sulla gestionedei mezzi che vengono assegnati dal Comando Provinciale e portano le normali targhe del Corpo Nazionale.Questo discorso tuttavia non vale tuttavia per la Valle d’Aosta e per il Trentino-Alto Adige di cui si parleràdiffusamente in seguito.

NASCITA E PRIMI ANNI DELLE TARGHE V.F.

I veicoli destinati ai servizi antincendio, dalle origini fino a tutti gli anni ’30, avevano la normale targa civile deltipo previsto nelle varie epoche. Fin dalla promulgazione del Regio Decreto 512 del 31 agosto 1910 eranoesentati dal pagamento del bollo di circolazioneCon la costituzione del Corpo Nazionale nel 1935 il materiale passò in proprietà alle province ma,ovviamente, continuò a portare la targa civile.In molte fotografie si vedono infatti autoveicoli, anche di nuova costruzione, che, pur avendo sostituito sullefiancate gli stemmi comunali con quello nazionale e con la scritta “Ministero dell’Interno”, mantengono taletipo di targa.L’articolo 19 del Regio Decreto Legge 27.2.1939 n. 333 (riconfermato poi testualmente dall’articolo 20 dellalegge n. 1570 del 1941) dispose che l’immatricolazione degli automezzi o motomezzi dei corpi dei vigili delfuoco è fatta a cura del Ministero dell’Interno, a termine dell’art. 97 del regio decreto 8 dicembre 1933-XII n.1740.Questo richiamo esplicito alla normativa corrente comportava l’applicazione di una targa di tipo militare, consigla in rosso, fondo bianco e scritte in nero. Per quanto concerne la numerazione adottata, questa erasimile a quella civile, seguendo il rigido ordine numerico e progressivo che prosegue tutt’oggi, con serieseparate per autoveicoli, motocicli e rimorchi.Potremmo in fondo dire che la targa VF, rispetto alle altre speciali, presenta una maggiore regolarità e nonriserva molte sorprese.Poiché a suo tempo il Corpo non fu mai denominato “Regio”, a seguito del mutamento del regimeistituzionale non fu necessario cambiare la sigla e di conseguenza le targhe che, tra l’altro, cometestimoniano alcuni documenti, erano rimaste immutate dopo l’ 8 settembre 1943 anche nel territorio dellaRepubblica Sociale.A proposito di questo periodo, esiste la fotografia di un’autopompa che porta la targa civile “nazionale” chevenne adottata dalla R.S.I. (I - A 20835). Trattandosi di un esemplare molto anziano è da escludersi che sitratti di una nuova costruzione: forse è un mezzo che era in servizio nel parco antincendio di qualche dittaprivata requisito o che addirittura non è mai effettivamente appartenuto ai Vigili del Fuoco.Durante la guerra avvenne un certo numero di requisizioni: si trattava di autovetture e autocarri di tipoordinario e antiquato sfuggiti alle requisizioni militari, anche se è difficile individuarli nell’eterogeneo parcodell’epoca ereditato dalle amministrazioni comunali e in quegli anni ancora in servizio: si direbbe che alcuniabbiano mantenuto la targa civile mentre ad altri sia stata rilasciata quella VF.Sempre in periodo bellico è verosimile che siano stati acquisiti anche i parchi antincendio delle città slovenee dalmate annesse all’Italia come Lubiana e Spalato, dove furono regolarmente istituiti i locali CorpiProvinciali, così come il materiale dei Corpi di Pola, Zara e Fiume dopo il 1945 dovrebbe essere passato allaJugoslavia, ma mi manca ogni informazione.

Nonostante il trasferimento nel Corpo Nazionale dei veicoli antincendio preesistenti, esistono parecchi mezzid’epoca preservati che portano la targa civile, oltre a quello già ricordato con la targa della RSI: forse di trattadi unità appartenuti ad industrie private o radiati dal Corpo Nazionale prima della promulgazione della leggen. 333 del 1939. Di questi conosco l'autopompa VA 2137, oltre all’autopompa, senza targa, conservata aPavia.

CARATTERISTICHE DELLE TARGHE FINO AL 1982

Come tutte le targhe speciali anche quella dei Vigili del Fuoco ha fondo bianco, sigla in rosso e cifre in nero;nella targa anteriore la sigla è anteposta al numero. La numerazione è progressiva partendo da uno.In origine i caratteri della sigla VF sulla targa posteriore avevano un’altezza leggermente inferiore a quelladelle cifre: probabilmente per il loro confezionamento furono usati gli stessi stampi che dagli anni precedentierano impiegati per le targhe coloniali: solo dopo il 1970 tutti i caratteri assunsero le stesse dimensioni;ancora più tardi la targa ricevette una cornice in rilievo.Le dimensioni, tanto della targa posteriore che di quella anteriore, erano identiche a quelle delle targhe civili;la riduzione di formato di quella posteriore avvenuta per queste ultime nel 1952 è stata recepita con un certoritardo.In tutti i casi nei quali i mezzi hanno ingombranti apparecchiature speciali sul frontale, la targa anteriore nonviene applicata o assume le posizioni più impensate a seconda dello spazio disponibile, come sullemacchine per movimento terra dove si trova su appositi supporti sopra il meccanismo idraulico della palameccanica.In un unico esempio ho visto la targa posteriore di una macchina operatrice applicata sul lato destro delveicolo giustificata dalla solita mancanza di spazio.Fin dall’origine i caratteri erano molto semplici e quindi diversi da quelle civili dell’epoca. La cifra 4 erachiusa.A metà degli anni ’60 (durante il periodo di assegnazione delle targhe 7xxx), fu aggiunto a destra della siglalo stemma della Repubblica. Nelle targhe anteriori questo appare fra sigla e numero, molto ravvicinato allaprima.Poiché parecchi veicoli dei Vigili del Fuoco sono stati preservati, in sede di restauro si incontrano su di essialcune targhe dall’aspetto un po’ diverso, ma si tratta sempre di rifacimenti poco scrupolosi dell’aspettooriginale, sempre che addirittura non siano state assegnate targhe con numerazione di fantasia.Per oltre quaranta anni la targa non ha cambiato nulla nella sua struttura ed è cambiata pochissimo neglielementi di dettaglio: forse fra tutte le targhe italiane, ordinarie e speciali, è quella che in questo lungoperiodo ha subito i minori cambiamenti.Mentre la progressione numerica procede da 1 senza eccezioni, all’interno di questa, se si ha riguardo alcomplesso delle immatricolazioni dei vari modelli di veicolo, queste appaiono piuttosto frammentarie: anchele serie intuitivamente più numerose, come quelle delle autopompe, assegnate in larga scala a tutti idistaccamenti della penisola, raramente superano le cento unità. Le più ampie che ho individuato sono le12931 - 13034 e 14674 - 14773 (Fiat Nuova Campagnola), 14177 - 14278 (Fiat Fiorino) 15405 - 15464 e17805 -17 934 (Fiat Uno) 19272 - 19382 e 19526 -19764 (Land Rover).Esiste poi una piccola sequenza del tutto particolare, la 14061-67: si trattò di un gruppetto assortito di setteunità (nell’ordine un anfibio, due furgoni, un autoscala Iveco 160, due scavatrici e un altro autoscala Iveco160). Questa serie sembra essere stata acquistata in blocco per avere dei veicoli rappresentativi nuovissimiin occasione della parata per il due giugno del 1983, durante la quale li vidi sfilare al completo.

IL PARCO AUTOMEZZI ORIGINARIO

Con la sua costituzione il Corpo ereditò un parco estremamente eterogeneo composto dai veicoli piùdisparati, talvolta provenienti dall’adattamento di mezzi militari alienati dopo la guerra 1915-18, quasi maicostruiti specificatamente come veicoli antincendio, ma trasformati per questo uso, spesso con metodiartigianali. I mezzi in servizio negli anni ’30 erano spesso anziani, costruiti nei decenni precedenti, poiché icomuni sapevano che erano in procinto di perdere la titolarità del servizio, così che nell’ultimo periodo eranostati ovviamente molto cauti nel fare investimenti in questo settore e nel rinnovare il materiale.Le unità di base erano, ovviamente, l’autopompa e l’autoscala (erano però anche molto frequenti le scalemontate su rimorchi). Si trattava di veicoli la cui carrozzeria era rigorosamente scoperta, un po’ comeavviene ancora oggi negli Stati Uniti e in altri paesi, anche se non si capisce la ragione per la quale i Vigilidel Fuoco debbano spostarsi senza alcuna protezione dalle intemperie. Vi erano poi autovetture, autocarri eautobotti, alcune attrezzate come autoinnaffiatrici delle strade, poiché questo era uno dei servizinormalmente affidati ai pompieri sotto la gestione comunale negli intervalli di tempo in cui non c’eranoemergenze.

Un veicolo tipico di quegli anni era la vettura attrezzata, ottenuta da unità di serie di grandi dimensioni e ditipo obsoleto, probabilmente acquistate d’occasione e rimesse in efficienza previa la sistemazione a bordo dialloggiamenti per semplici apparecchi antincendio, idranti, piccole scale.La situazione di emergenza dell’epoca, che avrebbe portato in breve alla guerra, impedì la rapidaalienazione di questo parco, che continuò ad essere mantenuto quasi tutto operativo almeno per tutto ilperiodo bellico, ma qualche esemplare, in dotazione a distaccamenti di provincia, sembra aver funzionatofino agli anni ‘60.Ad ogni modo, fin da quel primo periodo, cominciarono ad entrare in servizio veicoli di nuova progettazione,elaborati dai telai di tutti gli autocarri che praticamente all’epoca offriva il mercato. Si trattava di mezzimoderni e veramente funzionali, che certamente misero subito il giovanissimo Corpo all’avanguardia rispettoalle altre nazioni.Nelle autopompe furono introdotte già allora quelle caratteristiche che ancora oggi sono alla base delletipiche realizzazioni italiane in questo campo: cabina completamente chiusa con sistemazioni interne perun’intera squadra, con dietro alla cabina un cassone con il serbatoio dell’acqua e, in estrema posizioneposteriore, il gruppo motopompa. Ai due lati del serbatoio si trova una serie di vani destinati ad ospitare gliattrezzi manuali. Completa le dotazioni una breve scala. Vi erano autopompe tipo a cabina avanzata edaltre, meno diffuse, con il tradizionale cofano motore esterno.Su questi complessi i carrozzieri si sbizzarrirono con allestimenti dal design elegante e moderno, chedavano a questi mezzi una notevole imponenza. Con le loro forme aerodinamiche e attraenti, la ricchezzadelle cromature, forse fin ridondanti per l’uso cui erano destinati, i mezzi dei Vigili del Fuoco costruiti inquesto periodo stavano alla pari con le più raffinate autovetture fuori serie, surclassando qualsiasi altracarrozzeria dell’epoca progettata per veicoli pesanti.Terminato il conflitto, più che i danni di guerra pesarono sull’efficienza del parco il logorio del periodo bellicoe la necessità di eliminare i mezzi più antiquati, ormai del tutto al di là della loro vita operativa e tenuti inservizio solo a causa della particolare situazione. Di fronte a questo si moltiplicavano le richieste diinterventi, anche in campi quasi del tutto nuovi come quello degli incidenti automobilistici.Per far fronte a queste esigenze anche i Vigili del Fuoco ricorsero al materiale bellico alleato: naturalmente iparchi dei residuati non offrivano nulla nel campo dei veicoli antincendio, ma furono acquisiti ordinari mezziex militari che venivano utilizzati per trasporto materiali, come autobotti o come autogru o che venivanoadattati alla buona come autopompe o autoscale.Nel primo dopoguerra entrarono in servizio i soliti autocarri Dodge, Ford e G.M.C. presenti anche nelle altreforze armate italiane; furono invece peculiari del parco VF gli autobotti Bedford, alcuni tipi di mezzi anfibi e lemonumentali autogru Diamond. Queste ultime restarono in servizio fino alla metà degli anni ’70 ed eranonote per il loro consumo: su un giornale di Cremona di parecchio tempo fa si leggeva che l’esemplare indotazione al locale Corpo consumava la bellezza di un litro di benzina ogni cinquecento metri.Curiosamente non furono mai acquisite jeep o, almeno, non ho alcun ricordo di esse né mi risulta essercialcun riscontro fotografico.E ‘ difficilissimo riuscire a ricostruire la composizione del parco originario: se i veicoli costruiti durante gli anni’30 hanno carrozzerie che li ricollegano con una certa facilità a questa o a quella casa costruttrice, i mezzipiù antichi, abbondantemente manipolati e spesso realizzati in un esemplare unico da artigiani locali, sonodifficilmente riconoscibili, probabilmente anche dagli esperti.Questa prima dotazione dovette comprendere circa 1000 unità, numero desumibile dalla sequenza delleimmatricolazioni, che verosimilmente avvennero tutte più o meno contemporaneamente a partire dal 1939:infatti tutti gli esempi che conosco di numeri di targa inferiori a 1000 riguardano in massima parte veicoliantiquati e raramente identificabili, mentre dopo il numero 1100 cominciano a farsi sempre più prevalenti leserie dei normali modelli che in quel periodo erano sul mercato: autovetture Fiat 1100, Lancia Aprilia,autocarri Fiat 666 e Alfa Romeo 800. Si incontrano sempre meno esempi di modelli prebellici con numeri ditarga superiori a 1000, ma se ne ritrovano ancora a lungo nella progressione: è probabile che si tratti dimezzi ex comunali che furono regolarmente targati in un secondo tempo (magari accantonati e rimessi inservizio a causa della guerra) o mezzi civili requisiti.In linea teorica i numeri di targa da 1000 a 3000 dovrebbero essere stati rilasciati durante la guerra (ilnumero 975 risale –apparentemente per certo – al gennaio 1941) o , in parte, nel periodo immediatamentesuccessivo, ma ho delle osservazioni decisamente contrastanti. Esiste infatti un documento nel quale èriportato il numero di targa 2955 appartenente ad un autocarro in dotazione al Corpo di Torino nel 1944,mentre i primi residuati bellici mi risultano immatricolati da 1336 in poi (si tratta di una serie di oltre venti unitàe quindi non ci sono dubbi di un’errata lettura del numero: il dato è un punto fermo), e parecchi altri figuranonelle centinaia successive. Potrebbe ipotizzarsi che tali residuati abbiano ricevuto numeri assegnati a veicolirequisiti e poi restituiti ai proprietari oppure radiati: d’altra parte, anche ammettendo che i residuati fosserostati acquisiti già nel 1945 (ma in genere questo avvenne dovunque molto più tardi) e che la sopra ricordatatarga 2955 sia erronea, fra il numero di targa 1000 attribuibile al 1941 e il 1300, in ogni caso non anteriore al1945, sembra improbabile che in questi quattro anni siano entrate in servizio solo trecento nuove unità.

Non è comunque qui che finiscono le incongruenze. Ufficialmente l’Isotta Fraschini 8A VF 433, vetturad’epoca tutt’oggi orgogliosamente esibita dal Comando di Milano, figura ceduta 1942 mentre un’altra fontela dà requisita e trasformata nel 1941; posto che per le sue dimensioni e la sua classe è da escludersi cheprovenisse dal preesistente parco comunale, ha comunque ha una targa troppo bassa perché questa siastata assegnata nel periodo di guerra.Un elenco molto parziale e approssimato dei tipi entrati a far parte della prima dotazione può essere ilseguente:(In tutti gli elenchi seguono i numeri in neretto indicano i periodi di effettiva acquisizione da parte dei Vigili delFuoco, gli altri soltanto quelli di produzione dei vari modelli)

Tipo Versione Anni NoteFiat 508 Autovettura 1932-1937Fiat 1500 “ 1935-1939 Berlina e cabrioletFiat 500 A-B “ 1936-1948Fiat 508 C “ 1937-1939Fiat 15 ter Autopompa 1911-1922Fiat 18 BL “ 1914-1921Fiat 501 “ 1919-1926 Realizzata su telaio di autovetturaFiat 502 F “ 1923-1927 “Fiat 507 “ 1927-1929 “Fiat 515 “ 1930-1935 “Fiat 1500 “ 1935-1939 “Isotta Fraschini 8A “ 1924-1933 “OM 665 Superba “ 1923-1934 “Fiat 618 “ 1934-1937Fiat 621 “ 1929-1939SPA 25C12 “ 1925-1934Continental Seagrave “ 1924 Esemplari importati da una nota

azienda statunitense specializzatafin dall’inizio del secolo in mezziantincendio

Isotta Fraschini GM 3 “ 1915 c.Ceirano 47C “ 1925-1931Fiat 621 “ 1929-1939Fiat 635 “ 1938-1939Magirus “ 1926-1929Fiat 507 Autolettiga 1927-1929Lancia Ardita “ 1931-1937Lancia Astura Furgone 1931-1937 Realizzato su telaio di autovetturaLancia RO “ 1933-1936Fiat 508 Autocarro 1932-1937 Realizzato su telaio di autovetturaFiat 508 C “ 1937-1939 Realizzato su telaio di autovettura

A partire dal 1939 cominciarono ad entrare in servizio i veicoli di nuovo tipo appositamente costruiti: si trattòdi un gruppo che costituì il nucleo originario da cui, nonostante le difficoltà del periodo, partì il rinnovamentodel parco; le caratteristiche tecnico-operative di questi erano omogenee, ma dal punto di vista meccanico edestetico erano molto diversi fra loro poiché, anche presso i Vigili del Fuoco, fu rispettata la prassi difrazionare le commesse fra quasi tutte le aziende automobilistiche esistenti in Italia.A queste serie appartennero i seguenti autoveicoli:

Tipo Versioni Anni NoteFiat 1100 B/E Autovettura, autocarro, furgone, lettiga 1939-1952Lancia Aprilia Autovettura 1936-1949Fiat 666 N Autopompa, autocarro,autoscala, autogru 1939-1948 L’autogru esisteva i versione

pesante (gru Artiglio) eautogru/carro attrezzi

Fiat 626 Autopompa 1939-1948Fiat 634 Autoscala, autogru 1931-1939Alfa Romeo 500 Autopompa, autocarro 1937-1940

Alfa Romeo 800 Autopompa, autoscala 1940-1950OM LOC Autopompa 1938-1943OM Taurus Autopompa 1939-1950OM Ursus (?) Autogru 1939SPA 38 Autopompa, autobotte 2500 lt. 1936-1948

Dopo il 1945 si affiancarono al gruppo precedente vari residuati bellici, anche nazionali, che furono incorporati per lamassima parte fino a verso il 1950, ma qualcuno anche successivamente:

Tipo Versioni NoteBedford OYD Autopompa Ex ingleseBedford OYC Autobotte da 2275 lt. “Bedford QL Autobotte “Diamond T42 Autogru Ex USADodge VH 48(?) Autocarro, autoscala “Ford/GM CMP C8 Autopompa, autocarro “GMC DUKW 356 Anfibio “Volkswagen Kfz 1/20 VW 166 Anfibio Ex tedescoBianchi Miles Autobotte Ex Regio EsercitoBreda TP 32/33 Trattrice “

I veicoli più antichi, come già s’è detto, vennero rapidamente eliminati dopo la guerra, benché la vita diqualche esemplare sia proseguita anche dopo il 1950; parecchi, accantonati nelle caserme, sono statituttavia conservati così che, nel complesso, esiste una documentazione completa della loro evoluzione: moltisono stati restaurati a cura degli stessi Vigili del Fuoco e sono esposti in varie sedi, in primo luogo nel museodi Mantova a suo tempo voluto e organizzato dall’ingegner Nicola Colangelo. Abbiamo già ricordato l’IsottaFraschini VF 433; l’autoscala 1289, rimasta accantonata presso la caserma di via Genova a Roma per moltianni, fu successivamente – molto lentamente- restaurata dal personale della sede.I mezzi di nuovo modello entrati in servizio dopo il 1939, per quanto ho potuto constatare, hanno inveceavuto nel complesso una vita proporzionalmente piuttosto breve: forse dietro le eleganti carrozzerie sinascondeva una costruzione fatta con materiali autarchici di seconda qualità: vennero ritirati verso il 1960 enon ne ricordo più nessuno in servizio con l’eccezione delle 1100 autolettiga: la VF 1595 restò in dotazionealla caserma romana di via Capo Sile fin dopo il 1965. Sempre verso quell’epoca scomparvero anche gliultimi residuati bellici: vidi ancora il piccolo autocarro della Ford canadese VF 1712 accantonato nellacaserma di Chieti nel 1970 (assieme alla 508C e alla 1100 camioncino targate 1193 e 1175).L’unica eccezione fu rappresentata dalle potenti autogru Diamond che, nelle forze armate statunitensi, eranostate impiegate negli aeroporti: soggette ad un tipo di servizio che richiedeva un logorìo modesto rispetto aglialtri mezzi, qualche esemplare protrasse il suo servizio per quasi tutti gli anni ’70, venendo rimpiazzato solodagli IVECO delle ultime generazioni.

IL PARCO AUTOMEZZI DAL DOPOGUERRA A OGGI

Gli anni ’50 e ’60 furono caratterizzati dall’entrata in servizio di serie omogenee di autoveicoli ripartiti nellegrandi categorie delle autopompe, delle autoscale, degli autocarri e delle autogru. Il maggior fornitore fu laFiat, seguita dalla OM che era specializzata soprattutto nei mezzi leggeri.Ampia diffusione ebbero le Campagnole che spesso, come presso tutte le altre forze e corpi armati, svolseroa lungo le funzioni delle autovetture: queste ultime erano dapprima soprattutto utilitarie e solo dopo ladistribuzione delle Fiat 1100 questa categoria venne assegnata con una certa larghezza a tutti i Comandiprovinciali.Nel complesso la vita dei veicoli dei Vigili del Fuoco è molto lunga: da una parte questo è indice della cronicamancanza di fondi destinati al Corpo che, per la sua importanza, meriterebbe ben migliore trattamento,dall’altra la carriera di alcuni mezzi speciali è prolungata dalla scarsa usura, essendo richiesto il lorointervento piuttosto raramente. Non è infatti raro incontrare ancora oggi nei distaccamenti secondariautopompe degli anni ’70 e veicoli speciali ancora più antichi. Risulta perfino in servizio qualcheCampagnola tipo AR 59.Con il passare del tempo e con l’estensione dei compiti il parco si è arricchito di numerosi veicolispecializzati, destinati ad emergenze che –fortunatamente- si presentano con una certa rarità.La specializzazione spinta, che spesso dà luogo alla necessità di piccole serie, presenti solo in poche unitànei comandi più grandi, si concreta in un numero elevatissimo di tipi: è pertanto opportuno cercare diesaminare i vari modelli raggruppando ciascun tipo in distinte categorie.

AUTOVETTURE

Ovviamente le autovetture, generalmente destinate solo alle sedi principali, servono come veicoli dirappresentanza, per il trasporto degli ufficiali, per le ispezioni ed i servizi amministrativi. Sono sempre diserie e, raramente vengono impiegate in servizi di emergenza. I veicoli distribuiti normalmente ai comandisono di due tipi, uno medio e leggero: con il tempo si sono succeduti diversi abbinamenti: Topolino/1100E,600/1100, 850/124, 131/127. Il più recente è il binomio Fiat Punto/Alfa 156. Normalmente i vari modellivengono acquistati in circa cento-duecento unità, cioè in proporzione al numero dei Comandi provinciali, male consegne delle Fiat Uno e delle Fiat Punto sono molto più numerose in quanto da un po’ di anni esseprendono anche il posto dei pulmini Fiat 900, non più in produzione.Presso il Ministero degli Interni, dove ha sede la Direzione Generale, ha sempre prestato servizio un nucleodi vetture di classe più elevata destinate ai funzionari dei gradi più alti. E’ abbastanza singolare registrare lapresenza di una prestigiosa Alfa Romeo 6C, probabilmente un unico esemplare in servizio a suo tempo aMilano.Lo scarso numero di Fiat Panda è utilizzato per il servizio delle stazioni radio del Corpo.L’assegnazione di una nuova linea di autovetture normalmente ha sempre portato alla rapida radiazione ditutte quelle preesistenti di analoga cilindrata ed aventi lo stesso impiego, anche se talvolta queste sono stateconservate ad esaurimento nei compiti meno impegnativi: la 131 VF 12905 di Cremona, benché sostituita daun’Alfa 33, è rimasta in servizio fino al 2002.

TipoQuantità(circa) Anni Note (basate sui miei avvistamenti)

Fiat 500C 1949-1955Fiat 600, multipla 1955-1965Fiat 850 100 1964-1972Fiat 1100/103, Special, D 1953-1965Fiat 124 170 1966-1973Fiat 125 Poche 1967-1976Fiat 127, 900L 130 1971-1982Fiat 128 Poche 1969-1985Fiat 132 1600/1800 25 1976-1979 Note solo serie VF 110xx e 118xxFiat 131 1300/2000TC 170 1976-1982Fiat 130 1 1976 Solo VF 11060. Esemplare unicoFiat Regata 70 10 1984 Un’unica serie VF 145xxFiat Tipo 1,6IE 100 1995 Solo serie VF 182xx e 183xxFiat Uno 55/45 560 1984-1995Fiat Croma CHT 40 1989-1996Fiat Panda 4x4 Alcune 1989- >>Fiat Tempra 20 1992 Solo serie VF 175xxFiat Punto S 340 1997->>A.R. 6C 2500 1 (?) 1939-1952A.R. Giulia T.I. 1963-1972A.R. 1750 2000 Alcune 1967-1972A.R. Alfasud 1,2/1,3 170 1981-1982A.R. Alfa 6 1 1981 VF 12087. Unico esemplare?A.R. Alfetta 2,0 50 1972-1984A.R. Arna 1,3SL 10 1985 Solo serie VF 14788-14797A.R. Alfa 90 Alcune 1985-1990A.R. Alfa 33 180 1985-1991 Anche un’unità del tipo familiare: VF

16165A.R. Alfa 156 2,4 70 2000- >>Lancia Thema 1 1989 Nota solo VF 16428Citroen Saxo 80 2001- >>

PULMINI, FURGONI, CAMIONCINI

E’ una categoria molto assortita, destinata fondamentalmente al trasporto di personale e di piccole quantitàdi materiale. Nel complesso hanno avuto sviluppo negli anni più recenti, quando la maggiore disponibilità di

mezzi ha reso possibile destinare appositi veicoli anche ai servizi di tipo secondario prima espletati medianteCampagnole o autocarri leggeri.I camioncini vengono utilizzati anche a margine degli interventi per il trasporto di attrezzature. I furgoni fraqueste categorie sono i più numerosi e, oltre ai tipi ordinari per trasporti vari, hanno in molti casi degliallestimenti speciali che, dietro alla carrozzeria di serie, nascondono all’interno particolari apparecchiature.

Pulmini

TipoQuantità(circa) Anni

Fiat 850T/900E 250 1970-1987Fiat 238 130 1971-1973Fiat 242 50 1980-1982Fiat Ducato 2,5 TD 70 1995-2000Alfa Romeo F 12 180 1968-1972Renault Master 10 1998

Camioncini

TipoQuantità(circa) Anni

Fiat 1100/103 1953-1959A.R. “Romeo” 1955-1968Mitsubishi L 200 130 1996-1998

Furgoni

TipoQuantità(circa) Anni Note

Fiat 1100T 1959-1967Alfa Romeo F 20 75 1970-1975Fiat 239 50 1970-1976Fiat/Autobianchi 500 210 1981 Sequenze VF 113xx-11435 e 115xx-

11608Fiat 242 60 1980-1982Iveco 35F8, 35.8, 35.10 125 1981-1996 Molto esemplari sono attrezzati come

carri di soccorso e per appoggiosommozzatori

Fiat Fiorino 530 1985-2000Iveco 40.10, 45,10 40 1988-1991Fiat Ducato 1992Fiat Scudo 1992Ford Transit Alcuni 1998 Polisoccorso. Allestito dalla ditta BAI.

Solo serie VF 198xxMercedes Sprinter 408D 1997 PolisoccorsoMercedes 708D 2002Chevrolet Silverado GHC 1 1998 Polisoccorso. Esemplare unico,

donato dai VF di Lugano

FUORISTRADA

Per questi servizi sono state impiegate per lungo tempo le Campagnole: a giudicare da quanto è emersodalle mie ricerche sembrerebbero essere state adottate in epoca piuttosto recente (forse il fatto chel’esigenza di avere questi veicoli è stata avvertita tardivamente spiega perché non furono mai acquisite jeepresiduato bellico) e non se ne rileva traccia prima degli anni ’60: il numero più basso che conosco è 6500,riferibile al 1963: considerato che oggi alcuni di questi veicoli sono ancora in servizio dimostrando di reggerebene un’età di trenta anni, se fossero esistiti esemplari risalenti agli anni ’50, sicuramente, nel tempo, neavrei incontrato qualcuno. Si tratta di veicoli semplici e robusti che costituiscono ancora oggi una parte nonindifferente del parco, ed hanno dimostrato una grande affidabilità e longevità. Le “Nuova Campagnola”, agiudicare dal fatto che ancora oggi sono molto diffuse, devono avere avuto una riuscita migliore rispetto aquelle nell’esercito. Dopo che la Fiat sospese la produzione del modello, si è ripiegati sulle Land Rover,

dopo aver sperimentato e comparato qualche tipo di svariati costruttori. I fuoristrada sono presenti in tutte lesedi e uno di essi assieme ad un autopompa rappresentano la dotazione standard dei distaccamenti minori.Non risultano consegnate ai Vigili del Fuoco Alfa Romeo “Matta”, tanto più che furono costruite in un periodoin cui questo tipo di veicolo non era in dotazione al Corpo, tuttavia ne esiste una fotografia: forse ne fuacquisito qualche esemplare di seconda mano dall’Esercito.Alcune AR59 erano dotate di una gru, potendo così funzionare da piccolo carro attrezzi.Oltre ai fuoristrada tradizionali vanno ricordati i piccoli cingolati, alcuni dei quali anfibi, destinati ai soccorsi inzone disagiate, e quelli per i collegamenti nelle zone innevate, i cosiddetti Gatti delle Nevi.

TipoQuantità(circa) Anni Note(basate sui miei avvistamenti)

Alfa Matta AR 51 1951-1953Fiat Campagnola AR 59 1959-1973Fiat Nuova Campagnola 750 1974-1986Fissore Magnum Alcuni 1991 Solo serie VF 171xxMercedes G 300 Alcune 1991 Solo serie VF 170xxToryota Alcune 1991 Solo serie VF 173xxBertone Freeclimber 1990c.Land Rover Discovery/Defender 601 1994->>Mitsubishi Pajero 1 (?) 1996 Noto solo VF 19017

BV 206 1997->> Complesso motrice + rimorchioBRT 87 1997->>Prinoth T/4 1986->> Gatto delle nevi. Sono in servizio

anche altri modelli di altri costruttori

AUTOAMBULANZE

Sono chiamate tecnicamente autolettighe, e vengono fatte intervenire con una certa frequenza in occasionedi emergenze rilevanti. Nonostante quanto possa sembrare all’apparenza, solo in caso di necessità svolgonoservizio di pronto soccorso per le eventuali vittime civili, ma normalmente sono tenute di riserva per fornireassistenza agli eventuali Vigili del Fuoco infortunati.Nel complesso, pur essendo presenti in tutti i Comandi provinciali, non sono fra i mezzi più diffusi.Il parco attuale è piuttosto anziano e dovrà essere presto rinnovato.

TipoQuantità(circa) Anni

Fiat 1400 1950-1958Volkswagen Typ 2 pochissimi 1950-1967A.R. “Romeo” 1955-1968Fiat 238/238E 80 1973-1982A.R. 40AR8 20 1983 Un’unica serie nota (VF 141xx)Fiat Ducato 70 1988-1990

AUTOPOMPE E AUTOSCALA

Sono i classici automezzi dei Vigili del Fuoco, quelli che siamo più comunemente abituati a vedere sullestrade. Sono rari gli interventi senza autopompa perché questi veicoli, oltre a permettere il trasporto diun’intera squadra, in svariati vani appositamente progettati, portano con sé anche una vasta attrezzatura perogni necessità di emergenza (scale, corde, estintori, motopompe portatili ed attrezzi a mano).Tecnicamente le autopompe si suddividono in autopompe-serbatoio e autobotti-pompa, a seconda che lascorta d’acqua abbia la prevalenza o meno sulle altre attrezzature. Spesso sullo stesso telaio, dalledimensioni e con possibilità di sviluppare capacità operative identiche, si sono succedute motorizzazionidiverse e vi sono intervenuti diversi carrozzieri. In questi ultimi anni si stanno anche sperimentando alcunitipi stranieri.Autopompe e autoscale vanno considerati insieme in quanto, spesso, derivano entrambi dagli stessi motori edagli stessi telai di autocarri commerciali sui quali vengono montati i due diversi allestimenti.Con il passare degli anni i modelli si sono sempre più perfezionati, aumentando le dotazioni, la capacità delserbatoio o la lunghezza della scala. Ad ogni modo, in relazione al tipo di interventi o della zona operativa,sono in servizio tipi più pesanti o più leggeri; nel caso dei servizi boschivi esistono apposite autopompe

specializzate che sono tecnicamente idonee a muoversi su terreni impervi e in spazi ridotti ed hannoattrezzature più essenziali in quanto ad esse viene richiesta esclusivamente la capacità di estinguere gliincendi e non si ipotizzano altri tipi di intervento.Le autoscale, utilizzate soprattutto nelle aree urbane, hanno un impiego meno frequente, con laconseguenza che hanno una vita operativa più lunga delle autopompe e ne sono in servizio ancora molterisalenti agli anni ’70.Possono essere assimilati agli autopompe gli autocarri attrezzati per l’uso della schiuma o della polvereanziché dell’acqua e destinati ad estinguere incendi di sostanze particolari o in determinate condizioniambientali.Fra i veicoli antincendio costruiti in Italia esiste anche una serie di autopompe su telaio Lancia, e una diqueste è stata preservata: tuttavia essa è priva di contrassegni e di targa che ne impediscono di accertarel’origine. In effetti non ho mai visto questo modello in servizio presso il Corpo Nazionale; a meno che non sitratti di prototipi acquisiti in limitatissima serie è probabile che i veicoli Lancia siano stati tutti collocati pressoaziende private.

Quantità (circa)Tipo Autopompa Autoscala Anni NoteFiat 639N/640 N 1949-1952Fiat 642 N65 - 1952-1958 Solo autopompaFiat 682 N - 1952-1955 “OM Leoncino - 1956-1964 “OM Tigre - 1958-1962 Solo autoscalaOM 130, 150, 160 760 - 1967-1981 Solo autopompa. Molte serie fra cui

VF 11675-11743 e 11801-11849Fiat 643 - 80 1970-1972 Solo autoscalaFiat 684N - 80 1973-1975 Solo autoscalaIveco 160, 160.24, 190.26 700 120 1982-1993Iveco 55.10, 60.10, 65.12,90.10

80 - 1983-1991 Solo autopompa

Iveco 79.13, 79.14 465 - 1981-1989 Solo autopompaIveco 80F13 5 (?) - 1981 Solo autopompa. Serie VF 11861-65

(?)Magirus 335 - 10 (?) 1985 Solo autoscala. Serie VF 14777-786

(?)Iveco 40.10 combi 4x4 230 - 1988-1996 Solo autopompa. Diverse versioniIveco 109.14 - 10 1990 Solo autoscala. Serie VF 168xxBremach RBT 850 20 - 1990-1993 Autopompa boschivaIveco 330.26, 330.35 1991-1992Iveco 150 E27 1994 - >>Iveco 100 E21, 100E8 - 1996 - >> Solo autopompaMercedes 408/1828 - 1997 - >> Solo autopompaMercedes VAM 4000 1999 - >>Iveco 8010 TSK 2000 - Autopompa boschivaMan 99 - Autopompa boschivaMercedes Unimog 1963-1983 Carro schiuma, vari modelli. Anche

aeroportualeIveco 50 OM 10 1981 Carro polvere

AUTOGRU

Si tratta dei veicoli il cui intervento è più frequentemente richiesto in occasione di incidenti stradali ma,ovviamente, vengono utilizzati anche ogni volta che vi sia necessità di rimuovere ostacoli o oggettipericolanti. Accanto ai tipi ordinari, ricavati come le autopompe da telai commerciali, vi sono anche esemplaridi grande potenza appositamente realizzati. Non sono comunque un tipo molto diffuso e, in genere sonopresenti solo in un paio di unità in ogni comando provinciale.

TipoQuantità(circa) Anni

Fiat 640 N 1949-1952Fiat 643 N3 40 - 1972

Lancia Esagamma 1971 Accertata un’unica serie VF 93xxFiat 697 1973 Nota solo la serie VF 100xxIveco 300 PC 80 1974-1983 Gru CristianiniFiat 691 1973-1974 Gru OrmigIveco 330 PC braccio mobile 1978 Nota solo la serie VF 116xxAstra B 205 1984 Nota solo la serie VF 145xxMagirus 1998- >>Astra BM 305 1999- >> Gru Cormach

AUTOBOTTI

Normalmente, le autopompe portano con sé una scorta d’acqua sufficiente alla necessità o, nei centri urbani,hanno a disposizione delle prese a cui allacciarsi. L’intervento delle autobotti è richiesto solo in casiparticolari di mancanza di risorse idriche o, anche in assenza una situazione di emergenza, esse vengonorichieste per il rifornimento alla popolazione temporaneamente priva di erogazione dell’acqua. In tempi recenti, per gli interventi più importanti, sono entrati in servizio dei grandi autoarticolati (i cosiddettichilolitrici). Un altro tipo moderno di autobotte è quello scarrabile, in cui la cisterna è mobile e può esserespostata anche lontano dal veicolo.

TipoQuantità(circa) Anni

Fiat 640 N 1949-1952OM 150, 160 100 1966-1978Fiat 691 1973-1974OM 170 1995Iveco 145.17 1987-1990Iveco 150 E27 1999->>

AUTOCARRI

Sono presenti in rilevante quantità ed in un disparato numero di modelli, e sono utilizzati per il trasporto dimateriali vari. Un certo numero sono dello stesso tipo di quelli impiegati dall’esercito, fra cui ricordiamo gliACL e gli ACP, ma per la massima parte si tratta di modelli commerciali. Alcuni hanno carrozzerie speciali.Attualmente, salvo pochi esemplari anziani, non sono più in servizio autocarri di tipo leggero, ma solo medi epesanti.

TipoQuantità(circa) Anni Note

Fiat 666/626 1939-1948Alfa Romeo 500 1937-1940Fiat 640 N 1949-1952 Anche furgoneLancia ACL 51 1952-1970OM ACL 51 1952-1969Fiat 682 N 1952-1955OM Leoncino 1950-1964 Anche furgoneOM Tigre 1958-1962OM Titano 90 1967-1971 Anche trattrice per semirimorchiOM Lupetto, Tigrotto 55 170 1967-1976 Anche furgoneFiat 6602 (CP 62) 1962-1965Fiat 639 N, 643 N 1963-1970Iveco ACL 75, 80 PC, 80.10, ACM 90 55 1982-1990 Anche furgoneIveco 160 NC 1983-1985MAN 4x4 120 1990-1992Iveco 330.35 10 1987 Trattrice per semirimorchi. Nota serie

VF 158xxIveco 190.26, 190.42, 190.48 1988-1998 Anche trattrice per semirimorchiIveco 185.17 5 (?) 1990 Solo furgone. Nota serie VF 168xxIveco 110 1993 Furgone e carro attrezzi

Iveco 59.12 1996-1997 Solo furgoneIveco 440.42 1994 Solo trattrice. Serie Eurostar e EurotechIveco 330.35 Attrezzato con snorkel tridimensionaleAstra HD 66.45 1999Fiat 639 Attrezzato come laboratorio nucleareIveco 190.26 1991 “ “ “Iveco 90 PC 1983 “ “ “

VEICOLI PER SERVIZI AEROPORTUALI

I servizi antincendio vengono svolti negli aeroporti anche dagli ordinari veicoli VF quali fuoristrada,camioncini, autopompe, ma la parte più importante è affidata a veicoli specializzati per questo tipo diintervento. Le autopompe sono tecnicamente uguali a quelle ordinarie, ma hanno maggiore potenzialità ecarrozzerie speciali, inadatte alla circolazione su strada.Vi sono poi vari altri veicoli con attrezzature speciali destinati al salvataggio o al trasporto dei passeggeridegli aerei incidentati.La totalità dei servizi antincendio negli aeroporti è stata affidata ai Vigili del Fuoco con la legge n.930 del 23dicembre 1980: questi erano di spettanza del Ministero dei Trasporti e, in alcuni casi, dell’AeronauticaMilitare: in conseguenza di queste norme sono stati trasferiti al Corpo parecchi veicoli, che in precedenzaportavano in massima parte la targa civile e in quantità minore la targa AM: sono stati subito sostituiti conveicoli di nuova costruzione e solo pochi sono stati reimmatricolati con la targa VF.

ModelloQuantità(circa) Anni Tipo

Lancia 506.12 1958-1970 AutopompaIveco-Rampini Sirmac 524D 1991 AutopompaOM Tigrotto 1982-1983 Autobus trasporto passeggeriMercedes Unimog ARI 1983 Carro schiumaIdroschiuma Perlini 605D 100 1984 Carro schiumaIVECO Tucano IDS 7000 1994-1995AIS Sirmac 1990AIS Iveco Magirus Dragon 50 1998IVECO 190.30 1991 Dotato di cabina elevabile per

l’accesso alla cabina degli aerei

AUTOBUS

Non è un tipo di veicolo per il quale si possa ipotizzare un uso specifico presso i Vigili del Fuoco. E’ statosempre tenuto in servizio un numero limitato di esemplari: i più numerosi sono presso le Scuole Antincendidi Roma e altri, di più piccole dimensioni, si trovano nei Comandi delle città più grandi. Sono utilizzati per iltrasporto del personale per esercitazioni, visite di istruzione, ecc.Un caso del tutto singolare è rappresentato da un vecchio autobus 411 acquistato usato e, dopo unaprofonda ricostruzione, utilizzato per il trasporto di un gruppo sportivo collegato ai Vigili del Fuoco che lohanno immatricolato nel proprio parco.Poiché le trasferte possono essere lunghe, ad esso viene aggiunto un rimorchio passeggeri (forse l’unicoveicolo di questo genere ad essere ancora in servizio in Italia), anch’esso ricostruito ed attrezzato adalloggio.

TipoQuantità(circa) Anni Note

Fiat 682 1954Fiat 309 1959-1970OM 90 1969 Unica serie nota VF 84xxIveco 55F10, A55F10, 55.10 100 1980-1983Mercedes G 508 1981Iveco 370, 370 S, 370 ST 1987- >>Iveco 45.10 1991Fiat 411 1 1957

VEICOLI LOGISTICI

Si tratta di veicoli in dotazione alle Colonne Mobili che vengono impiegati solo in occasione di grandiinterventi: sono talvolta dotati di cuccette e servono come supporto al personale che vi partecipa, comecentro di comando o per l’assistenza alla popolazione.

TipoQuantità(circa) Anni Note

OM Lupetto 1970 Solo una piccola serie nella sequenza VF 87xxIveco 79.13 furgone operativo 1982 Furgone operativoIveco 60.10 30 1986Iveco 95.14 20 1987-1997Iveco 190.48 (?) 1987-1992 Autoristoro

MACCHINE OPERATRICI

Sono veicoli introdotti in epoca piuttosto recente, a parte i bulldozer già presenti fin dagli anni ’60, e per lamaggior parte sono cingolati. E’ molto frequente vederli al lavoro in occasione di terremoti ed altre calamitànaturali. I tipi individuati sono i seguenti (oltre a quelli indicati vi possono essere altri veicoli di tipopressoché identico, ma di un’altra versione o di un altro costruttore)

TipoQuantità(circa) Anni Note

Bulldozer Vari modelli di cui alcuni di costruzione AllisGru semovente a due assiScavatrice a due assiScavatrice Fiat-Allis a cingoliScavatrice FH 200.3 1998Scavatore SL 9 1983Scavatrice FH 302Moltopala Fiat Hitachi FR 130.2Motopala Bobcat SL 55BMotopala FR 7BMotopala JCB 4CX 2002Motopala FL 10Apripista FD5

VEICOLI ANFIBI

I primi mezzi in dotazione furono ricavati da residuati bellici, ed ebbero il loro battesimo durante l’alluvionedel Polesine nel 1951. Questi vecchi ma robustissimi esemplari sono rimasti a lungo in servizio e il parcoincrementato con veicoli dello stesso tipo dismessi dall’esercito, fino a che sono stati sostituiti dai più grandiFiat di nuovo modello. Sono presenti in numero limitato e i nuovi lotti vengono messi in servizio a notevoledistanza di tempo l’uno dall’altro.

TipoQuantità(circa) Anni Note

Fiat/IVECO 6640A/6640G AMDS 125 1974-1984

CODICI

Come avviene nell’esercito, in molti documenti gli automezzi sono indicati da un acronimo che ne riassumele caratteristiche, particolarmente molto analitico. Quelli che ho potuto individuare sono i seguenti:

AA automezzo anfibioABP o AP autobotte pompaA/BUS autobusACT autocarroAF autofurgoneAF/OP autofurgone operativoAG autogru

AIS autoidroschiumaAISP autoidroschiuma pompaAL autolettigaAPS autopompa serbatoioARI automezzo interventi rapidiAS autoveicolo soccorsoASA autofurgone soccorso aeroportualeATT trattrice per semirimorchiAV autovetturaCA campagnola o fuoristradaCG caricatore gommatoES escavatoreMCT motocarroPOL polilogisticoRI rimorchioS/RI semirimorchio

LE TARGHE DOPO IL 1982

A metà del 1982 comparve anche per i mezzi dei Vigili del Fuoco la targa con le scritte su di una sola riga,del tipo standard adottato per le targhe speciali, e di formato identico sia per la targa anteriore che per quellaposteriore. La sua consegna iniziò con il numero 13100, ed è curioso considerare che avvenne nel belmezzo della fornitura di un unico lotto di Alfa Sud, così che, pur essendo macchine di modello identico edentrate in servizio contemporaneamente, alcune hanno la targa di vecchio tipo ed alcune del nuovo.Ad ogni modo, sia prima che dopo questa data, su veicoli portanti la targa posteriore su due righe, questa èstata divisa orizzontalmente in due parti che poi sono state affiancate, e si distingue facilmente per lavisibilissima giuntura. Poiché questo intervento appare in modo saltuario, è presumibile che si tratti iniziativeprese localmente senza alcun carattere di ufficialità.Allo stesso modo alcune targhe anteriori precedenti al 1982, rifatte in tempi recenti per deterioramento osmarrimento di quelle preesistenti, sono state artigianalmente eseguite in dimensioni maggiorate rispetto aquelle originarie, acquistando un aspetto simile a quelle della serie successiva.Nelle targhe del nuovo formato lo stemma della Repubblica restò posizionato fra la sigla e il numero a metàaltezza dei caratteri: verso il 1990 “migra” verso l’alto, in corrispondenza dell’apice superiore delle scritte.Nel 2000, presumibilmente con l’assegnazione del numero progressivo 21200, i caratteri sono statileggermente modificati nelle dimensioni, e ora appaiono più piccoli. La loro grafica è rimasta immutatamentre il punzone ufficiale è tornato a metà altezza delle scritte.La sigla, dalle origini fino ad oggi, non è mai stata puntata.

TARGHE MOTOCICLISTICHE E MOTOCICLI

La targa dei motocicli era del consueto formato di cm.16,5x16,5, con la sigla sulla riga superiore e le cifre suquella inferiore. Non era prevista targa anteriore.I caratteri erano identici, anche come misure, a quelli delle targhe automobilistiche: poiché di conseguenzahanno un certo spessore sproporzionato alle dimensioni della targa, le cifre sulla riga inferiore, quandoraggiungono il numero di tre, la occupano completamente.Le lettere hanno sempre la stessa altezza delle cifre e non sono puntate.Nei primi anni di esistenza del Corpo i motocicli hanno avuto un impiego vastissimo. Venivano usati nellaversione motocarrozzetta per il trasporto degli ufficiali dei distaccamenti privi di autovettura, come staffettadelle colonne di veicoli, per il servizio di portaordini, mentre i motocarri erano adibiti ai trasporti leggeri.La loro introduzione è un’esclusiva del Corpo Nazionale, non risultandomi che in precedenza ve ne fosseroin servizio presso i Corpi locali.Un nucleo di motoveicoli è stato anche impiegato come veicoli antincendio in grado di sostituire leautopompe in occasione di piccolissimi interventi: è abbastanza facile immaginare un motocarro impiegato inquesto compito in quanto può portare un’attrezzatura completa benché di modeste dimensioni, ma vivenivano destinate perfino motociclette con sistemazioni di fortuna per idranti e attrezzi vari.Dopo la massiccia acquisizione di centinaia di nuovi veicoli, nel dopoguerra l’impiego dei motocicli è andatoscemando sempre di più, e risultano solo piccole forniture di moto Guzzi, in buona parte impiegate comeveicoli per i collegamenti radio. Anche se risulterebbe che l’acquisito di qualche esemplare si sia protrattofino alla fine degli anni ’60, già a quell’epoca erano praticamente scomparsi.Ancora prima dei motocicli sono scomparsi i motocarri, dei quali non mi risulta acquisito nessun nuovoesemplare dopo gli anni ’40.

I motocarri erano immatricolati probabilmente nella serie automobilistica poiché, come era uso all’epoca,erano considerati autocarri a tre ruote: sono giunto a questa conclusione perché il motocarro VF 910,certamente risalente ai primi anni ’40, ha un numero notevolmente superiore a quello raggiunto molti annidopo dalle targhe motociclistiche (la più alta che conosco è la 655, mentre ne vidi personalmente alcuneverso la metà degli anni ‘60, su motocicli moderni, attorno a 500).E’ tuttavia l’unica prova: gli altri motocarri a me noti (portanti i numeri 203, 269, 424), tutti di epoca moltoantica, potrebbero appartenere tanto alle serie automobilistiche che a quelle motociclistiche, entrambe agliinizi delle rispettive numerazioni.Ad ogni modo la loro targa, qualunque fosse la serie prescelta per la loro numerazione, aveva le stessedimensioni di quelle dei motocicli. La maggioranza non portava certamente la targa anteriore, ma in alcunefoto poco chiare sembra che ne portino una curva e in asse con il parafango, anche le la qualità delleimmagini non è sufficiente per darne la certezza.I tipi noti sono i seguenti:

Tipo Quantità Anni NoteGilera VLE 1935-1941 Con sidecarGuzzi 500 Alce 1939-1945Guzzi Airone 1939-1957Motocarro Guzzi Ercole CassonatoMotocarro Benelli 500 1948 AutopompaMotocarro Benelli 500 1948 Carro schiumaMotocarro Benelli Cassonato e furgoneBenelli VL-MGuzzi Falcone 1953-1966Guzzi V7 1967-1969Guzzi Nuovo Falcone 1969-1976

I RIMORCHI E LE TARGHE DEI RIMORCHI

I rimorchi sono sempre stati una presenza costante nel parco dei Vigili del Fuoco perché molteapparecchiature speciali hanno piccole dimensioni e, montate su un rimorchio, possono venire trainate da unmezzo leggero senza il bisogno di far intervenire un autocarro.Un certo numero di questi erano in servizio presso gli antichi Corpi locali, ma la loro proliferazione è delperiodo successivo, soprattutto con la diffusione delle motopompe con motore a scoppio che, montate supiccoli rimorchi a un asse, sul luogo di intervento vengono sganciate dal mezzo che ve le ha portate espostate dove servono.La maggior parte dei tipi di rimorchio attuali sono ad un asse, per lo più ripartiti, come abbiamo appena visto,fra quelli destinati al trasporto di motopompe e simili e quelli per il trasporto delle imbarcazioni; un gruppoabbastanza numeroso è rappresentato anche da quelli a piano ribassato a due o più assi per il trasporto dimacchine operatrici.La legge 333 del 1939 parla solo di immatricolazione di automezzi e motomezzi senza prevedere i rimorchie, d’altra parte, forse si trattava di un’ipotesi che all’epoca non interessava molto il legislatore perché neipreesistenti autoparchi esistevano solo piccoli carrelli appendice o vecchi rimorchi in legno già usati con latrazione ippica e adattati alla meglio ad essere trainati da autocarri, per i quali è difficile ipotizzare la targa.Ad ogni modo, indipendentemente da un’esplicita previsione normativa, la targa per rimorchi venneeffettivamente adottata: questa, con le diciture disposte su due righe, portava su quella superiore la scrittarimorchio, in nero e in lettere maiuscole, e su quella inferiore la sigla in rosso seguita dal numero in nero;dalle poche immagini in mio possesso sembra avere una lunghezza maggiore di quella automobilistica.Ho potuto però vedere “dal vivo” un secondo tipo, portante il numero 181: era identico ad una targaautomobilistica, con la sigla in posizione centrale sulla riga superiore e senza altre distinzioni. Trattandosi diun avvistamento finora rimasto senza seguito non è escluso che si trattasse soltanto del rifacimento di unatarga deteriorata.Ad ogni modo, dopo la promulgazione del Codice della Strada del 1959, fu adottata una targa identica aquelle civili, anche nelle dimensioni di mm. 267x 62, con la scritta RIMORCHIO sovrastante il numero eseguita dalla sigla in rosso.Come per i rimorchi civili, la targa era applicata sul lato destro del veicolo, mentre posteriormente figura laripetitrice del mezzo trainante: negli esempi che conosco è sempre realizzata a mano in modoapprossimativo, su supporto cartaceo o metallico.Non saprei dire se, nel 1959, tutte le targhe dei rimorchi preesistenti siano state sostituite con quelle dinuovo tipo: infatti la 181, ricordata prima e molto antica, rimase immutata nei trent’anni successivi, mentre la

343, riprodotta in “Un secolo di targhe”, è sicuramente una sostituzione del tipo vecchio, considerato che, ametà degli anni ’60, la progressione dei numeri delle targhe dei rimorchi aveva già superato il numero 600.Su questo tipo di targhe non figura il punzone ufficiale.Le targhe di rimorchi rilasciate durante gli anni ’70, a differenza di tutte le altre targhe VF, hanno la siglapuntata.A partire dal 1982 è stata adottata una nuova targa, solo posteriore e identica a quella automobilistica che, aparte la consueta immatricolazione nella serie separata, se ne differenzia solo per una piccola R rossa fra lasigla e il numero, posta sotto il punzone ufficiale che si trova sempre spostato in corrispondenza dell’apicedelle scritte.Da quando sono state adottate le targhe di nuovo tipo, la targa laterale “tipo 1959” è stata quasi semprespostata posteriormente senza ripetitrice (anche se ho potuto osservare qualche caso del genere anchenegli anni precedenti).I rimorchi più piccoli a un solo asse non portano targa.

Tipo Quantità Anni Assi NoteScala Magirus 1939 2Piattaforma mobile 1939 2Porta bombole 1952 1Carro schiuma 1950- >> 1 o 2Motopompa 1 Vari tipiPorta naspi 1Porta idrante 1Porta imbarcazioni 1 o 2Carro luce 1Modulo boschivo 1 CisternaPiano ribassato 2 o 3 Marca Rolfo, Adige, Cometto,

Bettoja, De AngelisCassone ordinario 2Cisterna ordinario 2Cassone 1 Di varie dimensioni e portate,

anche furgoneCompressore 1Semirimorchio cassone 2Semirimorchio cucina 1Semirimorchio cisterna 25000 lt. 2Trasporto piccoli semoventi 1Docce 2Lavabi-WC 2Aspiratore fumo 2Pianale trasporto containers 3

TARGHE PROVVISORIE

Si tratta di targhe solo di tipo posteriore che compaiono in alcune fotografie degli anni ’50 su veicoli nuovi difabbrica: potrebbero essere targhe provvisorie, ma anche targhe di prova. Portano la sigla sulla rigasuperiore e il numero su quella inferiore, senza nessuna altra ulteriore dizione. Le scritte sono in nero subianco o in bianco su nero e sono tracciate a mano. Le targhe sono di cartone. Conosco i numeri 018, 039 e91, quest’ultimo senza zero anteposto con il numero sulla riga superiore e la sigla su quella inferiore, cioènella stessa posizione delle targhe provvisorie ordinarie.Oltre a queste non ho mai visto personalmente qualsiasi altra targa di prova o che comunque non fossequella definitiva.

RELITTI A ROMA

Mi piace riportare qui due ricordi personali.Nel 1984 un casuale “sopralluogo” alla piccola caserma di Primavalle mi ha fatto scoprire un interessanteparco di mezzi dei Vigili del Fuoco accantonati e demolendi. La caserma operativa era molto piccola(tuttavia, oltre alla solita autopompa ed alla Campagnola, aveva in dotazione anche un raro autocarro OMTitano VF 8312 caricato con il bulldozer VF 8332) ma alle sue spalle sorgeva un ampio terreno utilizzato

come deposito. Questo aveva un muro di cinta, ma era tanto basso da non nascondere nulla di quello che sitrovava al suo interno. La maggior parte dei mezzi, che a decine vi erano ricoverati, qualcuno letteralmenteuno sull’altro, altri anche in passabili condizioni, non aveva la targa, ma il numero di immatricolazione erastato trascritto sulle fiancate. Fra i mezzi più facilmente visibili e riconoscibili c’erano diverse autopompe Fiat640, fra cui la VF3535 e Fiat 642 come la VF 5279, la Giulia VF 7171, il rarissimo autocarro Lancia CL 51 VF6692, l’anfibio residuato bellico VF 4386 e l’autoscala VF 1289, che poi venne salvata dalla demolizione,portata alla caserma di via Genova e restaurata. Vi sono tornato successivamente sperando che, col tempo,vi fosse stato portato qualche altro veicolo, ma al contrario vidi che quelli che c’erano erano stati in granparte eliminati, e nessuno nuovo era venuto a sostituirli: probabilmente oggi non rimane più nulla.Un altro curioso episodio che riguarda un “fossile vivente”, avvenuto a Roma, mi vide per testimone attornoal 1990. Già da tempo avevo notato alla caserma di Porta San Paolo il Fiat 640 con cassone telonato VF4587. In condizioni appena dignitose, senza essere riverniciato nei nuovi colori, a fasce bianche e rosse,rimase immobile per anni al suo posto, tanto che mi chiedevo se effettivamente fosse operativo.Un giorno, mentre passavo per la via Cristoforo Colombo, assistei, a debita distanza, all’incendio di undistributore di benzina. I Vigili del Fuoco erano già sul posto con un’autopompa, ma dopo un po’ si sentì unasirena e, in lontananza (chi conosce Roma sa che da molti punti si possono avere dei panorami di ampi trattidella Cristoforo Colombo), vidi arrivare nientemeno che il vecchio 4587! Nonostante la sirena – di vecchiotipo e non bitonale - procedeva con incredibile lentezza e trainava il non meno vecchio rimorchio VF 181 cheportava un cannoncino lanciaschiuma.Quando finalmente arrivò, ricordo i commenti ironici della gente: in effetti in mezzo al traffico modernofaceva una figura veramente modesta. Ad ogni modo sul luogo dell’incendio fece comunque il suo dovere.Dopo quel giorno tornò immobile ancora per un paio d’anni finché venne sostituito da un autocarro piùmoderno.

LE TARGHE DEI VIGILI DEL FUOCO DELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE

Una peculiarità del sistema dei servizi antincendio italiani è quella di essere affidati ad un unico CorpoNazionale e di non dipendere da enti locali. Anche se questa affermazione è esatta sia per quanto concerneil coordinamento generale che i servizi più pesanti e delicati, in realtà esiste un’infinità di altre organizzazioniantincendi, sia private (industrie chimiche, raffinerie, porti, ecc.) sia pubbliche (installazioni militari, regioni,servizi forestali). In tutti questi casi, pur essendo in servizio mezzi identici a quelli dei Vigili del Fuoco, questihanno le normali targhe civili o quelle speciali previste per gli altri veicoli dell’ente al quale appartengono.Le uniche eccezioni sono quella della Regione Trentino-Alto Adige, divisa nelle due province di Trento e diBolzano alle quali si è aggiunta più recentemente la Valle d’Aosta.L’organizzazione antincendio e di protezione civile locale, in Trentino, ha tradizioni antichissime: nella solaprovincia di Trento vi sono 239 corpi locali di Vigili del Fuoco e in Alto Adige ben 306, tutti ottimamenteorganizzati e che ebbero il riconoscimento ufficiale con la Legge Regionale n. 24 del lontano 20 agosto1954. L’articolo 19, terzo comma di questa legge stabiliva che “Gli automezzi comunque in dotazione alServizio regionale Antincendi…sono immatricolati nel registro automobilistico del Corpo Nazionale dei Vigilidel Fuoco, salva restando la proprietà degli stessi alla Regione od ai Comuni della Regione”.In deroga a queste disposizioni conosco veicoli con targa civile: sono casi rari, forse connessi a situazioniparticolari, come il prestito o il noleggio.Solo molti anni più tardi il nuovo Codice della Strada del 1993, all’articolo 138 comma 11 ha previsto lapossibilità che essi abbiano una propria targa.In conseguenza di quanto sopra, nella Provincia di Bolzano queste targhe speciali furono istituite conDecreto del Presidente della Giunta Provinciale n. 2 del 19 gennaio 1995, e in quella di Trento con analogoDecreto del 21 giugno 1994.Esse nel loro aspetto richiamano, entro certi limiti, più le targhe civili, delle quali hanno le stesse dimensionie caratteri, piuttosto che quelle del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: sono composte dalla sigla VF inrosso seguita, in nero, da una combinazione alfanumerica e dalla sigla provinciale (BZ o TN). A destra dellasigla si trova lo stemma della Repubblica sotto il quale figura lo stemma della provincia, la cui applicazionequi compare per la prima volta e fu estesa più tardi anche alle targhe civili di Trento e Bolzano.Esiste anche una targa posteriore del formato su due righe utilizzata su autocarri e fuoristrada, con la sigla egli stemmi su quella superiore e il gruppo alfanumerico su quella inferiore.Anche le targhe dei rimorchi sono del tutto diverse da quelle ordinarie VF, mentre sono simili a quelle deirimorchi civili avendo, sopra le scritte, la dizione RIMORCHIO in rosso. Essendo tali targhe sempreposteriori, non esistono ripetitrici.A fronte di targhe identiche sono stati adottati, curiosamente, due diversi sistemi di numerazione: nellaprovincia di Trento la numerazione è progressiva da A 00. Il numero più alto noto è Z 36 corrispondente, dalpunto di vista numerico, a 2236. Nel corso della prima immatricolazione dei mezzi ho l’impressione che laprima assegnazione delle targhe abbia proceduto per distaccamento, con serie di numeri contigui assegnatia tutti i mezzi in dotazione a ciascuno di essi.

Nella provincia di Bolzano è invece utilizzata una progressione identica a quella usata a livello nazionale peri ciclomotori, cioè viene impiegata un’unica serie di tre caratteri che comprende in successione tanto i numeriche le lettere dell’alfabeto, quindi con sequenze di 32 caratteri. La più alta nota è 31M, equivalente alprogressivo 3126.La normativa prevedeva tanti tipi di targhe quanti sono quelli delle targhe civili (autoveicoli, motoveicoli,ciclomotori, rimorchi, macchine operatrici semoventi e trainate e targhe di prova per tutti i tipi di veicolielencati prima), tutte sostanzialmente improntate agli stessi canoni costruttivi che, come già abbiamo detto,si rifacevano a quelli delle corrispondenti targhe previsti dal Nuovo Codice della Strada, con l’eccezione deiciclomotori per i quali è riservata una normale targa di tipo motociclistico.Di fatto i motocicli in servizio sono pochissimi, con targhe del solito formato di 16,5x16,5 cm. e probabilmentecerti tipi di targhe, benché previsti in astratto, non sono mai stati rilasciati.In entrambe le province la numerazione è promiscua per tutti i tipi di veicoli e rimorchi, eccetto quella delletarghe di prova.Con Decreto del Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano n. 71 del 25 febbraio 2000 la targa è statamodificata in modo da allinearsi, come aspetto, a quello che avevano assunto le targhe civili italiane (cioècon le bande laterali blu) e di conseguenza tanto lo stemma che la sigla provinciale sono stati spostatilateralmente. E’ stata introdotta la sigla bilingue VF-FW (Vigili del Fuoco-Feuerwehr).Non tutti i tipi di targhe previsti in astratto dalla normativa (ciclomotori, operatrici, prova, ecc.) sono bilingue,ma solo quelli dove lo spazio disponibile lo consente.Anche a Trento venne adottato analogo provvedimento con Decreto del Presidente della provincia n. 32 del9 ottobre 2001.

Nel 1996 Il parco complessivo della provincia di Trento comprendeva:

12 autoscale2 autopiattaforme71 autobotti con capacità superiore a 2000 litri77 autobotti con capacità inferiore a 2000 litri6 autolettighe578 automezzi vari510 rimorchi3 motocicli3 autocarri braccio mobile1 motoslitta

Fondamentalmente i mezzi sono degli stessi tipi e modelli di quelli usati dal Corpo Nazionale, anche se,soprattutto in Alto Adige, si nota la presenza di molti veicoli di costruzione tedesca del tutto sconosciuti nelresto della penisola: sono infatti in servizio autopompe Mercedes 814, 817, 1329, autocarri Unimog, furgoniWolkswagen Transporter e Mercedes Sprinter 416.Talvolta i Corpi locali conservano restaurati e marcianti autoveicoli d’ epoca un tempo in dotazione agli stessiche, come prevede la normativa, vengono regolarmente immatricolati promiscuamente al normale parco inservizio. Ricordiamo l’autopompa Citroen del 1951 (VF 10H BZ) e la Fiat 1100E (VF J13 TN); esiste ancheun’autocarretta SPA proveniente dall’esercito.In Valle d’Aosta, con legge regionale n. 7 del 19 marzo 1999, è stato istituito il Corpo Valdostano dei Vigilidel Fuoco, con competenze operative e amministrative che sembrano maggiori che in Trentino.L’articolo 19 della legge prevedeva che, in attesa di poter disporre di una propria targa, gli automezzidovevano essere immatricolati nel parco dei Vigili del Fuoco. Anche nel caso della Valle d’Aosta la nuovatarga dovrebbe essere di imminente distribuzione nel periodo in cui scrivo.

COLORITURA E SCRITTE

E’ fin troppo ovvio precisare che i veicoli dei Vigili del Fuoco sono verniciati in rosso. Lo schema originario, ditonalità dapprima piuttosto squillante (rosso minio), che poi si fece più scura, interessava l’intera carrozzeriamentre, dal 1980 circa, esso è stato modificato con l’aggiunta di ampie fasce bianche e la tonalità risultanuovamente schiarita.Fanno eccezione a quanto detto sopra solo (e comunque non sempre), le autovetture “ministeriali” inservizio a Roma, verniciate nel canonico blu scuro e alcuni veicoli speciali o rimorchi, la cui carrozzeria nonpermette una buona resa della verniciatura bicolore e che quindi rimangono totalmente rossi.Da quando è stato introdotto il nuovo schema di coloritura tutti i veicoli destinati agli interventi, ma anchevarie autovetture, portano sulla carrozzeria la scritta in nero “Vigili del Fuoco” mentre verso gli anni ‘60-’70,per un periodo non troppo lungo, ricordo che venivano applicati sui parabrezza delle vetrofanie azzurre con

scritte la destinazione d’uso o le caratteristiche del veicolo (“partenza leggera”, “colonna mobile”, “carro xxx”e così via).Alcuni veicoli, forse quelli delle colonne mobili, avevano un distintivo analogo agli STANAG dell’esercito, cioèdei rettangoli verniciati anteriormente e posteriormente sulla carrozzeria: erano bipartiti diagonalmente, conla parte superiore rossa e quella inferiore verde, con una cornice bianca e dei simboli, che tuttavia non hopotuto individuare.Attualmente i veicoli in dotazione alle colonne mobili portano una decalcomania rettangolare solo posteriorecon una piccola scritta in rosso sulla riga superiore colonna mobile vf seguita dal nome della regione.Sotto, in nero e in dimensioni molto maggiori, vi sono varie sigle alfanumeriche.

DOTAZIONE DI ALCUNI DISTACCAMENTI

COMUNE DI CREMONA1933

COMUNE DI PIACENZA1933

COMANDO PROVINCIALE DI ROVIGO1951

2 autopompe 2 autopompe Modello Targa VF Note1 carro attrezzi1 rimorchio scala

1 carro attrezzi con motopompa

Fiat 500 2453

Fiat 500c 4470Fiat 507 757 Carro attrezziDodge 1484-1485 Carro attrezzi

DISTACCAMENTO DI JESI1960

Fiat 515 2627 Autopompa

Modello Targa VF Fiat 626 2556 AutopompaAutopompa Fiat 640 4044 Fiat 640N 3557 AutopompaAutopompa Bedford 1643 Bedford 2672 AutobotteAutobotte pompa A.R.500 975 Autogru 3901Autocarro A.R. 500 3029 Fiat 640N 4324 AutocarroMotocarro Benelli 500 424 Volkwagen 4357 Anfibio

Guzzi 500 910 MotocarroBreda 120 RimorchioMagirus 73 Rimorchio scala

COM. PROV. DICREMONA 1995

COM. PROV. DIPIACENZA 1996

COM. PROV. DI UDINE(escluso il capoluogo) 2002

ABP 5 3 2APS 7 9 19AA 1 1 -AF 12 4 7ACT 3 - 2AG 2 1 -AL 1 - 1A.scala 2 2 -AS - - 1AV 10 - 1CA 7 10 12A/bus 1 - -RI 7 - 8ES - 1

Dist. Di NizzaMonferrato 1998

Distaccamento diClusone (BG) 2002

Distaccamento diZogno (BG) 2002

Distaccamento diMagenta (MI) 2002

APS 2 1 2 2ABP 1 - - 1CA 3 1 1 1AF 1 1 3 -AV 1 1 -RI 3 - - -

Aeroporto di Orioal Serio (2001)

Aeroporto diCagliari (2001)

AISP Dragon 3 3AIS Perlini 2 2ARI Sirmac 2 2ASA 1 1APS 1 -