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19 dicembre 2018 NEL TUO NOME IL TUO VALORE Registrazione al Tribunale di Roma n. 14 del 13/02/2014 REPUTATION AGENCY Tecniche psicologiche per il benessere aziendale Il teatro in epoca digitale Conversazione con Renzo Sicco Crimini relazionali: dal cyberbullismo al cyberstalking

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19 dicembre2018

NEL TUO NOME IL TUO VALORE

Registrazione al Tribunale di Roma n. 14 del 13/02/2014

REPUTATIONAGENCY

Tecniche psicologiche

per il benessere aziendale

Il teatro in epoca digitaleConversazione con Renzo Sicco

Crimini relazionali:

dal cyberbullismo al cyberstalking

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EDITORIALELavoro digitale, tra salute e sicurezza: come conciliarli?

REDAZIONALEWelfare aziendale: uno strumento di benessere

17 L’INTERVISTAFare teatro in epoca digitaleConversazione con Renzo Siccoa cura di Giuseppe de Paoli

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DAL MERCATO

INDICE

21 IL LIBROCrimini relazionali nell’era digitale: un libro per tuttia cura di Reputation Agency

24 DALLE AZIENDELe opportunità dell’era digitale: le nuove tecnologieal servizio della sicurezza delle personeBarbara Aboaf

PERSONE E LAVOROIpnosi, al lavoro!Marco Mozzoni

13 BUONE PRATICHEIl welfare secondo Engineeringa cura di Reputation Agency

27 SALUTE E SICUREZZASicurezza e lavoro: EU-OSHA premia le buone pratichea cura della Redazione

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EDITORIALE

Giuseppe de Paoli

Direttore Responsabile

Lavoro digitale,tra salute e sicurezza:come conciliarli?

La rivoluzione digitale degli ultimi anni e il rapido sviluppodelle piattaforme online hanno reso evidente, a fianco dimolte opportunità, nuovi problemi per la tutela dei lavoratori“digitali” che svolgono le loro mansioni prevalentemente, oesclusivamente, attraverso il web.

Sono i networkers, professionisti perlopiù autonomi, preparati, flessi-bili, attivi in settori diversi (dalle Telecomunicazioni alla Sanità, dalla Fi-nanza alla Pubblica Amministrazione) in cui l’incidenza della rete e dellenuove tecnologie è sempre più chiara.Questi Professionisti sono molto citati da vari studi economici che lidefiniscono “strategici” per il futuro del Paese, ma sono notevolmentesottovalutati dai decisori politici, che faticano a riconoscerne la fun-zione e le necessità.Molti networkers, infatti, pur avendo una buona, a volte ottima, pre-parazione tecnica, hanno una posizione precaria che comporta lavorisaltuari, avvicendamenti elevati, modelli lavorativi non chiaramente de-finiti.Spesso il lavoro che hanno, seppur importante, non basta a garantireloro la piena occupazione e li costringe in situazioni di forte incertezza,accentuata dal fatto che un settore in rapida evoluzione, come quello

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La prevenzione passa attraverso la cultura

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EDITORIALE

delle nuove tecnologie, rende ne-cessario un continuo lavoro d’ag-giornamento.

La situazione descritta ha spinto l’Eu-Osha, agenzia Ue per la Sicurezzae la Salute sul Lavoro, a proporre nuove norme per questi professioni-sti, indipendentemente dalla loro mansione.L’agenzia vuole garantire tutele precise tra cui il pieno diritto alla rap-presentanza sindacale, cosa particolarmente difficile per professionistiche, generalmente, non stanno più negli ambiti di lavoro tradizionali,come la fabbrica o l’ufficio.

Con questi obiettivi Eu-Osha si richiama esplicita-mente al modello adottato dalla Francia che haapprovato, nell’agosto 2016, una legge ad hoc.La normativa francese prevede sostanzialmentetre interventi: l’assicurazione sugli infortuni nelluogo di lavoro (a carico del datore); formazioneprofessionale continua; la possibilità di organiz-zarsi in una rappresentanza sindacale. Sono indicazioni che Eu-Osha vorrebbe, giusta-mente, vedere adottate in tutti i paesi Ue.

Non vanno poi dimenticate le problematiche disalute legate al diffondersi dell’uso sempre più in-vasivo delle tecnologie. Si pensi, ad esempio, alla

tematica del Tecno Stress, una patologia legata al lavoro, che avanzaparallelamente allo sviluppo del digitale e coinvolge in particolare i la-voratori dell’ICT (information Communication Technologies).Norme uniche, a livello Ue, sono necessarie anche per affrontare que-sto problema, non nuovo, ma che si presenta in forme sempre più in-sidiose, come accade quando è violato ripetutamente il confine tra la-voro e vita privata, un comportamento che può comportare rilevantiproblemi psicologici e relazionali.

È noto poi che l’uso prolungato, ossessivo a volte, di personal com-puter, smartphone, tablet, può alterare la concezione del tempo ecreare seri disturbi d’attenzione. Altra patologia, che sembra affliggerein particolare le giovani generazioni, è la nomophobia, (neologismonato dall’abbreviazione di “no-mobile-phone”) cioè la paura incontrol-lata di non ricevere il segnale e di trovarsi sconnessi dalla rete, con re-lativa ansia, disagio, tensione. Sul tema della dipendenza esistono tan-

Una normativa unica europea è necessariaanche per affrontare il tecno-stress,

un problema non nuovo che sipresenta però in forme sempre

più insidiose.“

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EDITORIALE

tissime ricerche che hannocomprovato effetti patolo-gici quando l’utente nonpuò usare i dispositivi digi-tali; un recente studio delSipac (Società Italiana di In-tervento sulle PatologieCompulsive) evidenzia chela mancanza del cellulare, anche per brevi periodi, può produrre, insoggetti assuefatti, episodi di ansia e depressione che rendono neces-sario l’intervento di uno specialista. I più esposti a tali fenomeni sono i lavoratori del digitale, che devonoessere sempre connessi per far fronte alle crescenti richieste di “fles-sibilita” da parte dei datori di lavoro, ma anche perché hanno acquisitoabitudine e stili di vita nocivi. Questi lavoratori, già a fortissimo rischiodi tecno stress, dovranno confrontarsi anche con l’aumento dei rischiergonomici, viste le sempre più frequenti interfacce tra uomo e mac-china: un altro problema che dovrà trovar posto nella “Carta dei dirittifondamentali del lavoro digitale’’.

Certo se l’allarme contro l’uso eccessivo e maldestro delle tecnologie èdoveroso, va detto anche dei rimedi che tutti noi possiamo mettere incampo. Il primo, concreto, rimedio antistress è di tornare a socializzaredal vivo, aumentare le occasioni d’incontro, condividere con gli amici(di persona e non con i like!), staccare dal PC almeno per qualche ora diseguito, stare in mezzo alla natura.

In questo numero è possibile trovare altri spunti interessanti offerti daspecialisti su queste tematiche.Marco Mozzoni, psicologo e psicoterapeuta, spiega come introdurrel’ipnosi in azienda, per sciogliere le resistenze e accelerare il cambia-mento.Barbara Aboaf ci racconta come la sicurezza e la salute delle personedebba essere considerato un processo che si attiva fin dall’entrata dellavoratore in azienda.Nel nuovo libro di Isabella Corradini, invece, viene affrontato il temadelle molestie in rete, partendo dal (cyber) bullismo per poi analizzarei fenomeni del mobbing e dello stalking alla luce della dimensione di-gitale. Buona lettura!

DAL MERCATO

SPECIALE EDITORIA

COME STAL’EDITORIA ITALIANA?

Secondo il Rapporto divulgato dall’AIE (Associa-zione Italiana Editori) relativo all’anno 2017, viene con-

fermata l’inversione di tendenza del mercato editoriale ita-liano, che vede per il terzo anno di seguito un andamentopositivo.I principali indicatori di crescita considerati dall’AIE sono il numero

delle case editrici attive (+0,5% dal 2016 con 4.902 case editriciche hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno), la

produzione dei titoli su carta (+9,2) e la produzione in tutti i macrogeneri(+8,7 con 68.022 novità). Cresce inoltre del 4,5% il mercato del libro ela vendita di diritti, stabile il prezzo medio di copertina. In calo risultainvece la produzione di e-book, ridotta del 15,9%.Il basso indice di lettura rappresenta il problema centrale del mercatoeditoriale. Rispetto ai canali di vendita invece continua a resistere il

negozio fisico, nello specifico le librerie di catena o a conduzionefamiliare; un incremento si registra riguardo all’e-commerce,

contrariamente a quanto accade per la grandedistribuzione, che non riesce ad attrarre nuovo

pubblico.Fonte: http://www.aie.it/Cosafacciamo/

Cifreenumeridelleditoria/Mercatoeindaginidisettore.aspx

LA PICCOLA EMEDIA EDITORIA CRESCE

I dati Nielsen, presentati a Più Libri Più Liberi loscorso 5 dicembre, segnalano una tendenza positivaper piccoli e medi editori: nei primi dieci mesi dell’annosi registra infatti un bilancio positivo sia per numero dicopie vendute che per fatturato attraverso i canali trade,ovvero librerie e online (ad esclusione di Amazon). Dall’ana-lisi emerge un ulteriore segnale incoraggiante per le caseeditrici con meno di 10 milioni di fatturato annui: la piccolae media editoria riscontra una tendenza positiva superiore almercato editoriale complessivo, il quale registra una flessionedello 0,9% nei primi mesi del 2018, dopo 3 anni di crescita.Se si guarda al periodo tra gennaio e ottobre 2018, il mer-cato del libro relativo alla piccola e media editoria rivela diessere in buona salute: ogni tre copie vendute nel 2018,più di una appartiene a marchi piccoli o medi, guada-gnandosi il 41,8% del fatturato complessivo.Fonte: https://plpl.it/comunicati-stampa/a-un-mese-dal-natale-e-segno-per-i-piccoli-e-medi-

editori-e-quanto-emerge-dai-dati-nielsen-presentati-oggi-a-plpl/

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DAL MERCATO

EDITORIA ITALIANAALL'ESTERO SECONDO L’UFFICIO

STUDI AIE

Negli ultimi 4 anni, nel mercato complessivo i titoli italianivenduti all’estero sono cresciuti del 36,5% mentre l’acquisto

di titoli esteri è sceso del -10,7%. Guardando al solo mercato2018 della piccola e media editoria, l’analisi mette in luce una

crescita in entrambe le direzioni, seppur maggiore per ciò che riguardai diritti italiani ceduti (+7,2% contro il 2,7% dei diritti esteri acquistati).La tendenza appare invece invertirsi se focalizziamo lo sguardo solo sullepiccole case editrici, che cedono meno diritti italiani di quanti neacquistino all’estero. Sono alcuni dei dati emersi il 6 dicembre nell’ambitodella Fiera della Piccola e Media editoria di Roma, in cui è stata presentatal’indagine curata dall’Osservatorio dell’AIE 2018 sull’import export deidiritti.Fonte: https://plpl.it/comunicati-stampa/leditoria-italiana-prosegue-la-sua-crescita-allestero-365-negli-ultimi-4-anni-presentata-

lindagine-sullimport-export-dei-diritti-2018-realizzata-dalluf/

VERSO IL SALONEINTERNAZIONALE DEL LIBRO DI

TORINO 2019

Dopo il grande successo registrato dal Salone del Libro di To-rino nel 2018, ci si avvia verso l’edizione 2019 che si dovrebbe svol-

gere dal 9 al 13 maggio.Tuttavia, la situazione a Torino quest’anno è complessa, dal momento che il

marchio del Salone è all’asta, e da più parti si stanno impegnando forze perproteggere la tradizionale manifestazione culturale, che rappresenta un punto di

eccellenza del capoluogo piemontese. A settembre il Ministero per i Beni e le Atti-vità culturali ha dichiarato l’intenzione di tutelare il marchio, pur senza nazionalizzarloné acquistarlo, a seguito della liquidazione della Fondazione per il Libro e di tutti gliannessi, tra cui il marchio. Di recente si è formato anche un comitato spontaneo, cheha dato l’avvio ad un crowdfunding civico con l’intento dichiarato di salvaguardarne laproprietà partecipando all’asta, che si terrà la mattina del 24 dicembre. Nel frattempo,malgrado l’addio di Massimo Bray, Presidente del Circolo Lettori e del Salone, avve-nuto a settembre, il Circolo sta lavorando senza sosta alla preparazione della manife-stazione. Anche la possibilità di unire le forze con Milano, giunta nel marzo scorsoalla seconda edizione di Tempo di Libri, sembra esclusa. Peraltro, non è certo chela manifestazione milanese avrà luogo nel 2019, dal momento che non sono

ancora note né le date né il programma.Fonte: https://www.corriere.it/cultura/18_settembre_27/salone-libro-

torino-ministero-tutela-marchio-94ee3f50-c286-11e8-85a4-d6c3d427f951.shtml?refresh_ce-cp

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Il 2018 sta andando verso la sua conclusionee nelle aziende è tempo di bilanci, non solofiscali. Nelle organizzazioni la chiusuradell’anno è spesso il momento in cui si valutail raggiungimento degli obiettivi, individuali

e di team, e si progetta l’anno che verrà,analizzando ciò che ha funzionato e ciò che, alcontrario, è ancora migliorabile. Questo bilancio,è ormai noto, non può focalizzarsi solo sugliobiettivi di business veri e propri, ma devecontemplare la cura e l’attenzione verso i lavoratori.

Negli ultimi anni, una delle risorse utilizzate dalleaziende per migliorare il benessere dei lavoratori,ed agire indirettamente anche sul business, è statoil welfare uno strumento con cui le aziendepossono intervenire sul benessere dei dipendentimigliorandone la salute e la qualità della vita.Il welfare riguarda la vita in azienda e nella sferaprivata perché può fornire ai lavoratori una serie diagevolazioni – sanitarie, sociali, familiari, ecc. –molto utili alla promozione del benesserepsicofisico e alla conciliazione dei ritmi della vitalavorativa e privata , creando un ritorno diretto sulla

motivazione dei dipendenti e sulla produttività. Tra le agevolazioni tipiche di un sistema di welfareaziendale ben funzionante ci sono l’utilizzo deiservizi di sostegno per il lavoratore e i suoi familiari(asili nido aziendali o convenzionati, struttureestive per i figli dei dipendenti, voucher oconvenzioni per servizi di sostegno agli anziani,polizze sanitarie, convenzioni con palestre, luoghidi benessere e relax, strutture per vacanze).Si tratta di politiche che le aziende possonomettere in campo con costi relativamentecontenuti e non vanno sottovalutate nelle ricadutesulla forza lavoro. Negli ultimi anni, il welfareaziendale ha vissuto un netto rilancio grazie anchealle misure fiscali adottate con la Legge di stabilitàdel 2016 (https://www.ilsole24ore.com/art/risparmio/2018-10-23/welfare-aziendale-mercato-21-miliardi-euro-164319.shtml?uuid=AEMdpKUG).Nei primi mesi del 2018 il Censis, in collaborazionecon Eudaimon, ha presentato una ricerca in cuiviene analizzato l’utilizzo da parte delleorganizzazioni aziendali di questo strumento evengono presentate le possibili prospettive disviluppo. Un dato interessante che emerge dallo

7Welfare aziendale:uno strumento dibenessere

REDAZIONALE

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REDAZIONALE

studio è che il 58,7% dei lavoratori intervistatipreferirebbe usufruire di politiche di welfarepiuttosto che ricevere la stessa cifra sotto formadi incremento retributivo, e ciò appare verosoprattutto per lavoratori appartenenti al middlee top management (73,6% sono quadri edirigenti), per i dipendenti con figli minori di 3anni (68,2%) per le coppie con figli (61,5%), per ilaureati (63,5%) per coloro che hanno redditifamiliari medio-alti (62,2%) per i millennials, ovveroi lavoratori tra i 18 e i 34 anni (60,1%). Dallo studio emerge inoltre che le politiche di welfaremaggiormente attese e apprezzate sono quelle chesi focalizzano sulla sanità e sulla previdenzaintegrativa, che totalizzano rispettivamente il 53,8%e il 33,3% delle preferenze, seguite dalla necessitàdi buoni pasto (23,9%) nonché al tempo libero(soprattutto rispetto a convenzioni per gli acquisti21,3%) e al supporto alla famiglia e alla genitorialità(20,5%) (http://aias-sicurezza.it/wp-content/uploads/media-protect/free/censis_sintesi_welfare_aziendale_24gen18.pdf).

Al di là di quanto emerso dallo studio, le politichedi welfare aziendale dovrebbero andarsi a sommaree non a sostituire un aumento retributivo, così da

intendersi come ulteriori agevolazioni a favore delbenessere e della qualità della vita del lavoratore.Inoltre, accanto alle più classiche misure giàampiamente sperimentate in organizzazioniparticolarmente illuminate, si possono contemplaresvariati interventi, sempre più tarati sul realebisogno dei lavoratori. Per valorizzare le organizzazioni che mettono inatto politiche di welfare, nel 2017 sono nati iWelfare Awards, a cura della società EasyWelfare,che hanno come obiettivo quello di premiare lemigliori buone pratiche, suddividendo le proposteaziendali in differenti categorie (https://easywelfare.com/welfare-awards/).

Va detto che accanto a tante aziende che stannocogliendo le opportunità del welfare per migliorareil proprio clima interno, nonché fidelizzare idipendenti e attrarre nuovi talenti, ce ne sonoaltrettante che dimostrano perplessità e persinosfiducia verso tali iniziative. Resta molto da farequindi per promuovere nel management laconsapevolezza che mettere le persone al centroè una strategia vincente, forse la migliore in unmomento storico, economico e sociale di grandeincertezza e instabilità.

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D’accordo, siamo tutti un po’ stressati.E come non esserlo, oggi? Chi nonha lavoro ha i suoi problemi e chi illavoro ce l’ha… forse ne ha ancoradi più, di problemi. Nessuno è im-

mune dallo Zeitgeist, lo “spirito del tempo”, nem-meno la Generazione Z dei giovanissimi chehanno intorno ai ventanni, che non sanno chepesci pigliare e confessano di “non godere dibuona salute mentale”, come ha denunciato inquesti giorni l’American Psychological Associationnel nuovo rapporto “Stress in America”1. Ma che 8 lavoratori americani su 10 dichiarino diessere al limite della sopportazione in ufficio e il42% arrivi addirittura, a causa dello stresslavorativo, a lasciare una buona posizione (ancheuna zattera oggi è tanto preziosa nel mare agitatodella crisi economica che non riusciamo a lasciarcialle spalle), vuol dire che qualcosa non va proprioa livello di sistema. Infatti, secondo una recenteindagine2, più del 66% delle aziende USA non faniente per tentare di alleviare lo stress nei luoghidi lavoro. Perché?Forse perché pensare di prendersi cura di tutte levariabili, umane e non, che interagiscono in unambiente di lavoro allo scopo di armonizzare iprocessi, migliorare l’efficienza aziendale, aumentare

i fatturati e ridurre i costi, sarebbe la favola in cui“tutti vissero felici e contenti”. Non entrano in giocoinfatti soltanto competenze e capacità, ma attitudini,personalità, percezioni, emozioni, motivazioni,convinzioni, valori… Sul versante della culturaorganizzativa, poi, rituali e cerimonie, storie eleggende, lingue e “dialetti”, metafisiche implicitee assunzioni condivise hanno la loro importanzanello strutturare lo scenario nel quale gli attori sitrovano a performare lo spettacolo quotidiano.

L’interazione tra umani, seppure in un contestonormato come quello di un’azienda, fa esploderecomplessità difficilmente controllabili a tavolino egli equilibri funzionali restano obiettivi daperseguirsi giorno per giorno. Da decenni lapsicologia e le scienze comportamentali sfornanomodelli su modelli (gerarchici, a rete, organici,cross-funzionali, virtuali e chi più ne ha più nemetta), ma i modelli che arrivano dall’esterno –ormai dovremmo averlo capito – sono vestiti tantoallettanti quanto proibitivi, non ultimo perchésiamo sempre noi a doverci adattare a quei vestiti,non il contrario. E questo aggiunge difficoltà a unasituazione già difficile di suo, rischiando di creareulteriori forzature, resistenze, frustrazioni, invece diagevolare il cambiamento atteso.

PERSONE E LAVORO

Ipnosi, al lavoro!

Marco Mozzoni

Come introdurre l’ipnosi in azienda per sciogliere leresistenze e accelerare il cambiamento

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PERSONE E LAVORO

Ora l’approccio “ipnotico” lavora esattamenteall’opposto. Inizia ricalcando l’esistente, entrandonel mondo dell’altro, rispecchiandone la“fisiologia”, per mettersi a disposizione su quellaparticolare personale “frequenza” e favorire lacrescita dei driver naturali di cambiamento, nelcontesto “terapeuticamente orientato” dei terminidell’incarico. Allora ecco che l’ipnosi cosituisce unapproccio strategico, non semplicemente una“tecnica per alleviare lo stress” o migliorare leprestazioni individuali (che già sarebbe tanto diguadagnato, in mancanza d’altro).

Anche se la parte più profonda ha già capito dovevogliamo / possiamo arrivare, è giusto daresoddisfazione anche alla mente abituata a stare insuperficie, rendendo ancora più esplicito ilfunzionamento con linguaggio caro allacontemporaneità…

Come spiego nel mio ultimo libro, “Ipnosi in pil-lole”3, l’ipnosi è la modalità naturale più efficacedi espansione delle capacità umane per facilitareil ripristino e l’auto-regolazione delle funzionineuro-psico-fisiologiche dell’organismo. In altre

parole, lavora in via preferenziale con l’inconsciocome un enzima di accelerazione dei processi in-terni di autoguarigione e miglioramento. È perquesto che funziona benissimo per problematichecome lo stress, l’ansia, la depressione, i disturbipsicosomatici – solo per fare qualche esempio –e in particolar modo nel miglioramento delle per-formance sportive e lavorative, nel miglioramentodei processi decisionali e creativi, ma anche nelcontesto della comunicazione e delle relazioniprofessionali.

Nel delicato ecosistema del lavoro, l’ipnosi e l’au-toipnosi risultano dunque metodologie operativeproficue e convenienti: in prima battuta nella ge-stione dello stress e nella riduzione dell’ansia, conconseguente miglioramento delle prestazioni co-gnitive come memoria, attenzione, lucidità di ana-lisi delle situazioni complesse. Inoltre possono for-nire aiuto decisivo anche nel frangente delmiglioramento dell’efficienza delle comunicazionidei team di lavoro, nella risoluzione dei conflitti enella traduzione nella pratica – finalmente – diquella benedetta “intelligenza emotiva” che cimette in grado di andare oltre gli elementi “ra-

Marco Mozzoni, Ipnosi in pillole(Armando Editore, 2018)www.armandoeditore.it/catalogo/ipnosi-in-pilloleIllustrazione di copertina: Raffaella Cocchi – www.raffaellacocchi.it

Come funziona l’ipnosi e come la si può usare nella vita quotidiana? Come potenziarecon l’ipnosi clinica e l’autoipnosi le nostre capacità in modo efficace e del tutto naturale? Di questo e di molto altro si occupa il nuovo libro di Marco Mozzoni, Ipnosi in pillole(Armando Editore, 2018), che si presenta, a tratti, come un vero e proprio “manuale difunzionamento umano”, per la ricchezza di riferimenti alle nuove scoperte sul cervelloe per la sintesi e la chiarezza espositiva con cui agevola anche il lettore che per la primavolta affronta l’argomento.Frutto di anni di studio, di insegnamento e di esperienza clinica maturata sul campo, ilvolume si rivolge in particolare a chi vuole liberarsi definitivamente da stress, ansia, de-

pressione, disturbi psicosomatici e da tutti gli altri “disordini del vivere contemporaneo”, ma anche a quanti voglionopreservare il proprio benessere, aumentare la performance sportiva e professionale con un metodo di lunga tradi-zione clinica la cui efficacia è confermata ogni giorno dalla ricerca neuroscientifica.

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PERSONE E LAVORO

zionali” del classico calcolo costi benefici, per con-siderare allo stesso modo anche le componentimeno visibili, che di solito escludiamo di defaultper educazione, per abitudine ecc. dalle nostrevalutazioni “logiche”, quelle componenti cheperò, in realtà, rappresentano la parte strutturantedi ogni attività fondata sul rapporto umano, comel’organizzazione aziendale per l’appunto.

Non per niente il padre delle neuroscienze con-temporanee e premio Nobel, Eric Kandel, oggiprofessore emerito alla Columbia University di NewYork, afferma senza mezzi termini che “il controllodelle nostre azioni è prevalentemente inconscio”4.E l’ipnosi è la via maestra per lavorare con l’incon-scio, in modo che tra processi razionali e processiprofondi non vi sia alcun conflitto ed entrambi ti-rino dalla stessa parte, consentendoci da un latodi prendere decisioni fondate su basi solide, au-tenticamente “nostre”, dall’altro di riuscire a met-tere in atto e mantenere i nostri propositi neltempo, cosa di particolare importanza e difficoltà,come ben sa chi decide solo a tavolino di perderepeso o “eliminare il caffè e le sigarette”5.

Ma come funzionano ipnosi e autoipnosi? In-tanto, tutta l’ipnosi è autoipnosi. Questo perché,in sostanza, il clinico abilitato (in Italia medici epsicologi specializzati in psicoterapia ipnotica) sipone semplicemente come una sorta di trainerche, con suggerimenti verbali appropriati, aiutal’altra persona a entrare in uno stato modificatodi coscienza in cui avrà maggiore consapevolezzacorporea delle cose, una consapevolezza più am-pia e capillare, non filtrata dagli schemi rigididella coscienza. E ciascuno ha la propria “fre-quenza” particolare in ipnosi, la propria dimen-sione, che quando ritrova non scorda mai più epuò riattivare al bisogno o quotidianamente, asuo beneficio. Come quando impariamo ad an-dare in bicicletta senza le rotelline di sostegno:è un equilibrio corporeo che alla fine troviamo

da soli e una volta appreso via esperienza restanostro per sempre.

Da un punto di vista neurofisiologico, in ipnosi av-vengono modifiche molto vantaggiose, sia a livellodi sistema nervoso che di tutto l’organismo. Comeho spiegato recentemente a “La Voce di NewYork” in un’intervista6, la riduzione in stato di ipnosidell’inibizione operata ordinariamente dalle regionifrontali dell’emisfero sinistro ci fa passare dal suo-nare in un’orchestra classica, con un direttore chesegue la solita partitura, a un complesso jazz, incui la melodia si viene creando man mano, con ilcontributo individuale di ogni singolo elementovalorizzato in un processo espressivo dal bassoverso l’altro che ci rende capaci di esplorare alter-native creative impensabili nello stato ordinario dicoscienza. Allo stesso tempo, i ritmi fisiologici, dalrespiro, alle pulsazioni, al rilascio di ormoni, si re-golarizzano, con un recupero di energie che ècome dire ricaricare le batterie quando ce n’è bi-sogno. È importante sapere infine che in stato diipnosi il corpo rilascia oppioidi endogeni, endor-fine, encefaline, anandamide e altre molecole“buone” con poteri antidolorifici, ansiolitici e anti-depressivi, che sono i nostri farmaci naturali7.

Chi familiarizza con lo stato ipnotico poi diventasempre più capace di comprendere anche le mi-nime sfumature del comportamento proprio e al-trui, divenendo così molto esperto nel leggere acolpo d’occhio non solo la “lettera” ma anche lo“spirito” delle comunicazioni che quotidiana-mente scambiamo tra esseri umani, non tanto per

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PERSONE E LAVORO

manipolare gli altri (cosa impossibile con l’ipnosi,basata su una collaborazione rispettosa tra le per-sone), ma di favorire uno scambio autentico, orien-tato a una cooperazione più efficace e vantag-giosa, per sé e per l’organizzazione intera.

Il tempo è prezioso e gli errori costano. In questoambito, un intervento da parte di un esperto diipnosi in azienda rappresenta un’opportunità dimiglioramento per tutti, non solo a livello indivi-duale, come abbiamo visto, ma anche e soprat-tutto a livello degli stessi processi organizzativi,che possono essere perfezionati a partire dai teamdi lavoro fino a coinvolgere l’intero sistema apertocomposto da tutti gli stakeholder aziendali, in unaridefinizione e consolidamento di una “corporateculture” che può rispondere prontamente allenuove sfide della sostenibilità, dell’etica di impresa,dell’urgenza di passare da una economia lineare auna economia circolare che può salvare il pianeta.

Lavorare sul “fattore umano” con i metodi inno-vativi delle neuroscienze cognitive e comporta-mentali in grado di accelerare i processi evolutividelle persone aiuta infatti le aziende a migliorarei processi decisionali e produttivi, a ridurre stresse conflitti, a potenziare la produttività dei team dilavoro, a migliorare la comunicazione essenzialetra reparti, fornitori, distributori, clienti, collabo-

ratori; insomma, a sciogliere le resistenze e acce-lerare un cambiamento ormai improcrastinabile.

Chi saprà muoversi come una startup, introdu-cendo nella propria cultura driver di innovazionecome agilità, collaboratività, apertura mentale,nuovi modi di lavorare, nuove forme di partner-ship, nuovi modelli di investimento, adattando lestrutture e le prassi organizzative alle caratteristi-che dei team che lavorano in network, riuscirà adacquisire la flessibilità e la velocità necessarie perrispondere adeguatamente alle nuove domandedei mercati. E – a nostro avviso – l’ipnosi è la viamaestra per aiutare ciascuno a trovare la propriastrada in questa sfida epocale.

Note1. AAVV, “Gen Z, generazione sotto stress”, BrainFactor,16/11/20182. Steven L. McShane, Mary Ann Von Glinow, “OrganizationalBehavior”, 8th Edition, McGraw-Hill Education, 20183. Marco Mozzoni, “Ipnosi in pillole”, Armando Editore, 20184. Eric Kandel et al., “Principi di Neuroscienze”, CEA Casa Edi-trice Ambrosiana, 20145. CCCP, “Io sto bene”, da “CCCP Fedeli alla linea”, 19866. Francesco Margoni, “The Truth About Hypnosis and Its Ef-fects: an Interview with Marco Mozzoni”, La Voce di New York,Sept 13, 20187. Gary Elkins et al., “Handbook of Medical and PsychologicalHypnosis. Foundations, Applications and Professional Issues”,Springer, 2016

Marco Mozzoni

Svolge consulenza aziendale applicando metodi innovativi delle neuroscienze organizzative pergestire lo stress e i conflitti, sciogliere le resistenze e accelerare il cambiamento, potenziare le per-formance dei team di lavoro, migliorare i processi decisionali e operativi. Psicologo e psicotera-peuta specializzato in ipnosi clinica, già professore di comunicazione all’Università di Milano-Bicoccae consulente scientifico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è affiliato allaAmerican Psychological Association (APA), alla British Society of Clinical and Academic Hypnosis(BSCAH), alla Società Italiana di Neuropsicologia (SINP), alla Società Italiana di Ipnosi. Ha pubblicatodiversi libri e studi in campo neuropsicologico su temi di interesse clinico e professionale.

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Engineering è un importante attore diriferimento nel delicato e quanto maistrategico processo di digitalizzazionedel Paese, dalle imprese alla pubblicaamministrazione. L’essenza dell’attività

che svolge da oltre trent’anni e che l’ha portataa giocare un ruolo di primo piano a livello nazio-nale e internazionale, sta nell’intelletto delle per-sone che la popolano e che supportano i clientinella definizione di strategie e processi e nellosviluppo di soluzioni e architetture software ne-cessarie all’esecu-zione delle strategie.

“Una questione di te-sta” è il nostro man-tra, in cui convergonovision e mission di En-gineering” dice Clau-dio Biestro, DirettoreGenerale Human Re-sources & Organiza-tion del Gruppo.

“Facile quindi cogliere come, più di molte altrerealtà, Engineering abbia proprio nel capitaleumano il suo asset di maggior valore”.

Un asset che oggi è composto da 10.500 persone,dislocate in 50 sedi tra Italia e estero e impegnatea seguire oltre mille grandi clienti in tutti i mercati.

La politica del personale di Engineering, di con-seguenza, è da sempre contraddistinta da unagrande attenzione verso tutto ciò che può contri-

buire a creare per illavoratore delle con-dizioni migliori di vitapersonale e fami-gliare, al di là dellaretribuzione econo-mica. “Da sempre – sottoli-nea Biestro – ci occu-piamo dei nostri la-voratori guardandoai loro bisogni in una

BUONE PRATICHE

Il welfare secondoEngineering

A cura di

Reputation Agency

Il responsabile hr Claudio Biestro: flessibilità, praticità,innovazione e, soprattutto, un modo di essere e considerarel’azienda. “Una questione di testa” è il nostro mantra.

14REPUTATION today dicembre 2018

BUONE PRATICHE

sfera complessiva. Investiamo costantementenell’aggiornamento delle loro competenze attra-verso la Scuola di IT & Management creata adhoc, che con oltre 360 corsi specializzati eroga19.000 giornate di formazione all’anno. Questoassicura non solo il massimo livello di aggiorna-mento delle competenze messe a disposizionedei nostri clienti, ma anche il valore del lavoratorestesso sul mercato quando per mille ragioni do-vesse decidere di cambiare realtà lavorativa”. “Inoltre – prosegue il direttore hr di Engineering– ci impegniamo a far crescere professionalmenteil lavoratore ma anche a supportarlo nell’evolu-zione della sua vita privata, creando programmi disostegno per i figli in età prescolare e scolare, dimantenimento della salute con forme assicurativeintegrative, di gestione della complessità quoti-diana attraverso formule di orari flessibili e l’intro-duzione del lavoro agile o smart working e dimolte altre misure che concorrono alla semplifica-zione della vita quotidiana e a generare un mag-gior reddito reale. Negli anni questo approccio, guidato dalla visionedel fondatore e del top management, ha assuntouna definizione molto precisa condivisa dalmondo delle imprese e dal legislatore: parliamodi welfare aziendale e la Direzione HR di Enginee-ring è costantemente focalizzata nell’identifica-zione e nello sviluppo di strumenti e programmiche diano sostanza al termine”.È chiaro quindi come per Engineering sia stato unpercorso più che naturale, e mai vissuto come im-posizione, seguire – e spesso cogliere come op-portunità di dialogo – le modifiche apportatenegli ultimi anni dal legislatore ampliando lagamma di beni e servizi che il datore di lavoromette a disposizione dei propri dipendenti inesenzione da contribuzione e imposizione fiscale.

In occasione dell’ultimo rinnovo del Contratto deiMetalmeccanici (che ha previsto che le aziendemettano a disposizione dei lavoratori dal 1 giugno

2017 il valore di beni e servizi pari a 100 euro peril 2017, 150 per il 2018 e 200 per il 2019, ndr), En-gineering ha investito importanti risorse per aprireuna finestra ad hoc di presentazione del proprioprogramma di welfare tra i dipendenti, con il preciso obiettivo di offrire una visone pun-tuale e chiara dei nuovi vantaggi al maggior nu-mero di persone possibili, e di rispondere a tutti ilegittimi quesiti, dubbi o richieste dei lavoratori.

La Direzione HR lo ha fatto attivando molteplicicanali di comunicazione interna: da un roadshowdi incontri nella maggior parte delle sedi, a canalidigitali di presentazione a distanza, come wor-kshop e info point Webex, organizzati in coope-razione con la Società di gestione del portale delwelfare aziendale.

“È stato un lavoro impegnativo, ma i risultati nonhanno tardato a farsi vedere” commenta Madda-lena Mendola, Headof Compensation &Benefit di Enginee-ring, sottolineandoche “siamo passatidal 15% che ha con-vertito il premio inservizi nel 2017 – ilprimo anno del pro-gramma – al 25%che lo ha fatto nel2018, raddoppiandola percentuale degliaderenti”.

Tra le novità del pro-gramma 2018 sonostate inserite, e particolarmente apprezzate dai di-pendenti, la dematerializzazione del voucher (nonpiù cartaceo ma disponibile in formato elettronicosulla piattaforma Welfare in 48 ore) e stampabiledirettamente dal dipendente; la possibilità di uti-

15REPUTATION today dicembre 2018

BUONE PRATICHE

lizzare una parte o tutto l’importo del welfare perla quota di adesione al fondo di solidarietà azien-dale; la possibilità di fruire, senza termine di sca-denza, della quota del Premio di Risultato da con-vertire in welfare.“Nel complesso, il dipendente ha a sua disposi-zione una piattaforma digitale in grado di fornireun pacchetto completo per la gestione del wel-fare derivante da CCNL e dal Premio di Risultato.Per quest’ultimo – prosegue Maddalena Mendola– è prevista una grande flessibilità circa la quotaconvertibile in welfare: da una piccola percentualefino alla totalità dell’importo. Proprio per questaragione è stato sin da subito un successo, apprez-zato ed utilizzato dai dipendenti”.

Il modo in cui Engineering accompagna i proprilavoratori nella vita che hanno in ufficio e nelleloro case, e il modo in cui opera rispetto all’am-biente e al territorio in cui si trova è pensato percontribuire ad alimentare il senso di orgoglio e diappartenenza dei dipendenti, un approccio bene

espresso anche nell’ultima edizione del BilancioSociale del Gruppo. “Il concetto di Welfare per noi – riprende ClaudioBiestro – va, da sempre, molto oltre la definizionedi un pacchetto di misure e programmi che deter-minano flessibilità, praticità e innovazione nellafruizione di beni e servizi; è soprattutto un mododi essere e di considerare l’azienda come parte in-tegrante delle vite e dell’ambiente su cui impatta. Secondo i princìpi del Global Reporting Initiative,il valore economico diretto generato dal Gruppo,che nel 2017 ha superato un miliardo di euro, èstato ridistribuito per una quota pari al 91% tra ri-sorse umane, fornitori, contributi alle comunità eal territorio, finanziatori e Stato.Inoltre nell’ambito del Premio BBS Biblioteca Bilan-cio Sociale, Engineering ha ricevuto una menzionespeciale per l’eccellente collaborazione pubblico-privato che vede cittadini e dipendenti coincidereper interesse e priorità. Ecco – conclude Biestro –credo che questo sia una buona definizione delmodo in cui Engineering interpreta il Welfare”.

Dati, sicurezza e reputazione

INTERNET DELLE COSE

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ISABELLA CORRADINI(A CURA DI)

Aspetti sociali, di misurazione e di gestione

LA REPUTAZIONEAZIENDALE

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ISABELLA CORRADINIENRICO NARDELLI

Nel tuo nome, il tuo valore

LA REPUTAZIONE

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ISABELLA CORRADINIBARBARA FERRARIS DI CELLE(A CURA DI)

Internet delle coseDati, sicurezza e reputazioneA cura di Isabella Corradini

Attraverso esempi pratici e considerazioni maturate da esperti in campoistituzionale e aziendale, il volume affronta le problematiche complesseche l’evoluzione della cosiddetta Internet delle cose pone a imprese e cit-tadini (chiamati a prendere coscienza del fatto che i rischi a sicurezza, pri-vacy, furti d’identità aumenteranno esponenzialmente). Un volume utileal mondo dei professionisti e delle imprese e a chiunque voglia approfon-dire un argomento di particolare attualità.

La reputazioneNel tuo nome, il tuo valoreA cura di Isabella Corradini, Barbara Ferraris di Celle

Una panoramica interdisciplinare del concetto di reputazione e della suaespressione nei vari ambiti, pesantemente influenzata dalla pervasivitàdella tecnologia nella società contemporanea.

La reputazione aziendaleAspetti sociali, di misurazione e di gestione

Isabella Corradini, Enrico Nardelli

La valutazione della reputazione aziendale e la conoscenza del propriovalore reputazionale (“cosa”, “come” e “dove” misurare) sono strategievantaggiose e tappe obbligate per qualsiasi organizzazione che operanell’attuale contesto economico e sociale. Gli Autori discutono questiaspetti analizzando la letteratura di riferimento e descrivendo alcuni prin-cipali modelli di misurazione.

www.francoangeli.it

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17Fare teatroin epoca digitale

L’era digitale sta tra-sformando anchel’approccio al Tea-tro. Le nuove tec-nologie permet-

tono una più efficace gestionedei documenti, favoriscono lericerche, aiutano a memoriz-zare i dati, possono esse usatedirettamente nella messa inscena. Come cambia, in que-sta situazione, il lavoro di re-gista teatrale, di colui che perdefinizione è abituato a nar-rare storie?

Ne parliamo con Renzo Sicco, regista della com-pagnia Assemblea teatro, autore di oltre cinquantaspettacoli rappresentati in gran parte del mondo,dalla Svizzera all’Etiopia; spettacoli che attingonodalla Storia (come quello su Giordano Bruno, suNeruda, su Pinochet) o da storie che scrive luistesso o “prende in prestito” riadattandole. daamici scrittori e giornalisti come Luis Sepulveda,Erri de Luca, Gabriele Romagnoli.

Nel corso della sua attivitàSicco ha collaborato con Da-rio Fo, Augusto Boal, RuthOppenheim, Lindsay Kemp,Peter Gabriel, Roger Waterse molti altri.La sua visione appare subitochiara: “La tecnologia contamolto – dice – ma se cerchi ditrasmettere delle emozioniforti, non è detto che ti serva.E oggi abbiamo bisogno so-prattutto di emozioni sincere”.

Le nuove tecnologie peròpossono aiutare, soprattutto

nel lavoro di ricerca. Quanto è importante laparte relativa alla ricerca per diventare regista?

“La ricerca è utile per stare aggiornati con i cam-biamenti del linguaggio e con il progredire di tec-nologie sempre più raffinate. Il teatro attuale infatti cerca, non senza fatica, dirappresentare un mondo che è in continuo muta-mento e presenta diversi elementi di discontinuità

L’INTERVISTA

Conversazione con Renzo Sicco

A cura di

Giuseppe de Paoli

18REPUTATION today dicembre 2018

rispetto alle mutazioni, ben più lente, di altre epo-che. Negli ultimi anni infatti il linguaggio ha avutoun cambiamento molto forte ed è ancora in fasedi trasformazione (involuzione a volte, per esem-pio in certo lessico politico): questo cambiamentoè un fatto di cui non possiamo non tenere conto.La ricerca quindi è certamente importante ma,ancora di più, lo è la curiosità: un grande propul-sore che ti porta a indagare nuovi punti di vista,che contribuisce a far fluire le idee, aiuta a lavorarecon scioltezza.”

Come cambia quindi, in epoca tecnologica, l’im-postazione di chi vuol fare il regista?

“Per quanto riguarda assemblea Teatro ci con-frontiamo con la tecnologia ma l’idea base è cheil recupero di una dimensione artigianale del tea-tro sia particolarmente espressiva in un mondo incui siamo tutti iperconnessi tecnologicamente. Non a caso stiamo proponendo uno spettacoloin cui abbiamo in scena una disegnatrice che di-pinge direttamente sulla sabbia: difficile trovarequalcosa di più fluido e semplice al tempo stesso,

eppure se guardiamo i volti degli spettatori inquella situazione, li troviamo particolarmente coin-volti, direi affascinati da questi approcci. Un lavoro di questo tipo può essere molto piùevocativo di tanti artifizi tecnologici.”

Ed è singolare in un’epoca in cui la tecnologiaacquista sempre più peso.

“Certo, ma dipende da cosa si cerca: la tecnologiapuò essere utile, ma se cerchi di trasmettere delleemozioni forti, non è detto che ti serva. E oggiabbiamo bisogno soprattutto di emozioni sincere.Quando sono in viaggio in giro per il Mondo conAssemblea Teatro, mi è successo di provare amandare delle cartoline (pur potendo usare tran-quillamente il telefonino o la mail) e mi sono resoconto di quando sia sempre più difficile trovarle.

Ma quando ci sono riuscito e leho spedite l’effetto e stato grande:quel gesto, apparentemente ‘vin-tage’, emergeva tra le centinaia dimail che siamo abituati a scam-biarci.Anche far teatro può essere ‘vin-tage’, faticoso, ma il risultato èmolto più significativo tanto più ènaturale, come sono naturali leemozioni.Non dico che bisogna rimanere at-taccati al modello elisabettiano oai Carri di Tespi (teatri mobili dicui si servivano gli attori del teatronomade popolare ndr), è neces-sario però far fluire l’emozione equesta nasce soprattutto dall’’au-

L’INTERVISTA

l’idea base è che il recupero di unadimensione artigianale del teatro sia

particolarmente espressiva in unmondo in cui siamo tutti

iperconnessi tecnologicamente“

19REPUTATION today dicembre 2018

tenticità’ del linguaggio (che nonsempre si concilia con la tecnica.)Il teatro è per sua natura artigianale,frutto dell’integrazione di più saperi:scenografia, regia, costumi, suoni,performance degli artisti: l’insiemedi questi fattori fornisce una caricadi autenticità di grande valore.”

Quali altre doti, oltre alla curiosità,sono importanti per diventare re-gista?

“Oltre alla curiosità è fondamentalela capacità di intuire e capire le persone con cui silavora ed una buona dose di pazienza! Il lavoro d’équipe presuppone rispetto e assun-zione di responsabilità nel senso etimologico (abi-lità nel rispondere) ed è una abilità che va eserci-tata, soprattutto nei confronti del pubblico.”

Che consigli daresti ad un giovane che vuoleintraprendere la professione di regista ?

“Di ricordarsi che è un mestiere che assorbe molto,che incide, con i suoi tempi anche nella vita privatae nei nostri ritmi, spesso stravolgendoli. Chi studia da regista quindi deve mettere in contoanche qualche rinuncia e ricordarsi che un mestierefaticoso, a volte, ma comunque molto bello!”

Un autore che ti ha molto ispirato nel tuo per-corso?

“Nel mio caso, essendo legato al teatro di parola,sono stato colpito dalla forza, la coerenza e l’uma-nità di Luis Sepulveda che, oltre che un grandescrittore, è anche un regista. Di lui abbiamo messoin scena Le rose di Atacama e Storia di una gab-bianella e del gatto che le insegnò a volare.”Un’altra persona che mi ha colpito molto per lesue qualita è Erri de Luca, uno scrittore intenso,

potente del quale abbiamo rappresentato, tra glialtri, Dopo aver dato l’assalto ai cieli e Il pesodella farfalla. E poi ci sono i tanti autori incontratinel nostro percorso, ognuno dei quali ha datoqualcosa di proprio, ha lasciato un segno.”

Un aneddoto bizzarro della tua carriera?

“Adesso che si torna a parlare tanto di immigra-zione e chiusura delle frontiere mi vengono inmente le nostre tournée teatrali in varie parti delmondo, negli anni in cui le frontiere erano chiuse.Avevamo a che fare continuamente con controlliseveri, attuati da doganieri spesso rigidi e maldi-sposti, soprattutto in merito ai materiali vari cheavevamo sui nostri camion, che spesso venivanoconsiderati ‘strani’, se non sospetti.Era un tormento: ricordo che quando la tournées’è rivolta verso i paesi dell’est abbiamo dovutopassare la frontiera spagnola, poi quella francese,quella austriaca, e quella ungherese.Una volta lì, stremati, contavamo finalmente discaricare i camion e poi finalmente rilassarci edinvece ci hanno chiesto, imposto, di rappresentare– quella stessa sera – l’intero spettacolo che eradestinato a 3 persone che componevano la com-missione di censura! Volevamo scappare, ma ab-biamo dovuto esibirci!

L’INTERVISTA

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REPUTATION today dicembre 2018

Crimini relazionali nell’eradigitale: un libro per tutti

Itemi del bullismo, del mobbing, dello stal-king e della molestia in generale non sonocerto nuovi, ma continuano a richiamare l’at-tenzione dell’opinione pubblica e delle isti-tuzioni. Soprattutto perché nell’attuale era

digitale questi fenomeni si potenziano nelle azionie negli effetti. Le tecnologie digitali, sempre più permeanti e ca-paci di modellare gli ambiti privati e lavorativi,hanno rivoluzionato il modo di comunicare ed ilcomportamento sociale delle persone, nel benee nel male. Se, infatti, non si possono negare ibenefici che apportano, non mancano alcune con-siderazioni critiche sull’argomento. Si pensi, adesempio, a come oggi le persone, giovani e menogiovani, vivano in simbiosi con gli smartphone edi social media; li utilizzano in modo talmente di-sinvolto da confidare e condividere informazionidi natura estremamente personale, esponendosicosì a seri rischi per la propria sicurezza.È proprio grazie alle opportunità offerte dalletecnologie digitali che le molestie hanno tro-vato modalità innovative con cui manifestarsi. Ilbullismo, il mobbing e lo stalking, pur nella diver-sità dei contesti, si accompagnano così a forme

di cyberbullismo, cybermobbing e cyberstalking,con effetti talvolta tragici.Nel testo si vuole offrire una prospettiva di com-parazione tra questi tre fenomeni, partendo dallaloro descrizione originaria e allargando alla loromanifestazione digitale. Questa rappresenta unadelle due chiavi di lettura adottate nel libro perinvestigare i tre fenomeni. L’altro aspetto di cui siè tenuto conto è il concetto di “relazione”, cherappresenta la situazione base da cui si originanole azioni ostili nei confronti delle vittime. Il contesto è un elemento imprescindibile per ana-lizzare i tre fenomeni. Bullismo, mobbing e stalkingvengono investigati con riferimento a tre specificiambiti, rispettivamente: scuola, luogo di lavoro,sfera privata della vittima. Tuttavia, non sono daescludersi in alcuni casi situazioni di sovrapposi-

IL LIBRO

Il libro è stato presentato il 5 dicembre 2018a Più Libri Più Liberi.

Ogni mattina mi alzo e ringrazio ilcielo che Internet esista: se usatabene infatti la rete può essere un

potente strumento di democrazia.(dalla prefazione di Lorella Zanardo)“

A cura di

Reputation Agency

22REPUTATION today dicembre 2018

zione. Lo stalking, ad esempio, pur essenzialmenteriferibile ad una dimensione privata, può esten-dersi anche quella lavorativa, assicurando un mag-gior controllo della vittima. Inoltre, nel caso dellostalking occupazionale, la fase conflittuale trovaproprio origine sul luogo di lavoro, intrecciandosicon conflitti lavorativi e storie di mobbing. Senzacontare che gli stessi confini tra lavoro e privatotendono sempre più a dissolversi, sia per l’impiegoassiduo delle tecnologie digitali, sia per l’affer-mazione di nuovi modelli organizzativi, come il la-voro agile (smart working), che tendono a rivisitareil concetto di luogo fisico di lavoro.Una riflessione sul titolo. Volutamente si è deciso diutilizzare l’espressione “crimini relazionali” con l’in-tenzione di evidenziare la relazione nella sua formapatologica e criminosa. Dal punto di vista penali-stico, infatti, l’espressione avrebbe potuto risultarein un certo senso inappropriata per due motivi. Ilprimo è che «nel diritto penale italiano vigente èscomparsa, assorbita in quella di delitto, la figuraautonoma del crimine (distinta dal delitto per mag-giore gravità); il termine appartiene quindi all’usocorrente e giornalistico...» (http://www.treccani.it/vocabolario/crimine/). Inoltre, non tutte e tre letipologie di molestia trovano una collocazione nelnostro codice penale. Se per lo stalking, infatti, sipuò far riferimento alla norma “atti persecutori”

(Art. 612-bis c.p.), lo stesso non può dirsi per ilmobbing e per il bullismo, per i quali non sussisteuna fattispecie giuridica specifica (non esiste, cioè,il reato di mobbing così come quello di bullismo).Possono tuttavia configurarsi altre fattispecie cri-minose con richiesta di risarcimento del danno.Nel testo saranno specificati i principali riferimentinormativi, in ambito civile e penale, che attengonoa ciascun fenomeno analizzato.Da un punto di vista più squisitamente psicolo-gico, invece, la dizione di crimine relazionale èmotivata dal fatto che i comportamenti prevarica-tori, che contraddistinguono il bullismo, il mob-bing e lo stalking, possono compromettere seria-mente lo stato di salute delle vittime e spingerleverso soluzioni drastiche e drammatiche, come il

suicidio o il tentativo di suicidio. Nel testo, dopo un inquadramento delloscenario digitale e delle principali formedi criminalità ad esso associate, si è pro-ceduto all’analisi delle tre tipologie dimolestie, per poi avanzare una compa-razione, evidenziandone i punti di con-tatto e le differenze più significativi.Conclude la disamina il capitolo dedi-cato alla prevenzione che resta la rispo-sta più efficace e che vede nel fattoreumano la sua principale fonte di ispira-zione e di intervento.(Testo tratto dall’Introduzione al libro).

IL LIBRO

Isabella Corradini

Crimini relazionalinell’era digitaleconoscere per prevenire

Cyber... bullismo, mobbing estalkingPrefazione di Lorella Zanardo

(Edizioni Themis)pp. 160, € 20,00

Da sinistra Lorella Zanardo, Enrico Nardelli e Isabella Corradini aPiù Libri Più Liberi

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DIRETTORE ESEC

COORDINATORE

Prof. Massimo GianniniCOORDINATORE

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ott. FrancescoDIRETTORE ESEC

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REPUTATION today dicembre 2018

Negli ultimi anni la tecnologia ha con-tribuito fortemente ad automatizzaree integrare le tipiche funzioni relativealle risorse umane (Human Resources)in termini di formazione, ricompense,

gestione delle competenze, solo per fare alcuniesempi. Abbiamo assistito e stiamo assistendo ad un’au-tomazione della gestione delle risorse umane.L’obiettivo è però quello di continuare a svilup-pare nuovi strumenti finalizzati a coinvolgere sem-pre più i dipendenti, migliorare le loro esperienzeed aiutare i team impegnati nella gestione dellerisorse umane a lavorare insieme meglio ed inmodo più produttivo.

Digitalizzare i processi significa soprattutto averenuovi strumenti che consentano la raccolta di datiutili a prendere decisioni, anche strategiche, almomento giusto.Nei processi che riguardano la gestione delle ri-sorse umane si integrano anche gli aspetti di sa-lute e sicurezza sul lavoro che, nella maggior parte

delle organizzazioni, rappresentano una delle re-sponsabilità che risiedono sotto il cappello delleHuman Resources (HR), ma alla quale spesso nonsi pensa come a uno dei processi primari.La digitalizzazione invece può dare un grande va-lore aggiunto in termini di miglioramento delleperformance, di riconoscimento e tutela del brandaziendale, di tutela delle persone, che rappresen-tano il capitale umano di una organizzazione nonreplicabile.Se ci fermiamo un momento a riflettere, ci ren-diamo immediatamente conto di come la salute ela sicurezza sul lavoro rappresentino aspetti impre-scindibili dei processi gestionali HR, a partire dalmomento in cui le persone entrano in azienda edevono presenziare a due “appuntamenti” pre-cisi, ovvero la visita medica ed il percorso di for-mazione volto alla prevenzione dei rischi a cui sa-ranno potenzialmente esposte nella nuova attivitàlavorativa. Inoltre, esattamente come accade per tutti gli altriprocessi HR, la tutela della salute e della sicurezzaaccompagna tutto il percorso aziendale: dagli ag-

Le opportunità dell’eradigitale: le nuovetecnologie al servizio dellasicurezza delle persone

DALLE AZIENDE

Barbara Aboaf

Human Resources & OrganizationHead of Health, Safety & Environment

Vodafone Italia Spa

25REPUTATION today dicembre 2018

DALLE AZIENDE

giornamenti formativi ai cambi di mansione, allemodifiche organizzative, alle politiche di welfaree benessere organizzativo.

Una grande organizzazione ha sicuramente dellesfide importanti da affrontare nella gestione diquesti aspetti, tenuto conto di alcune specifichesituazioni contingenti, quali:• La complessità di gestione: l’adempimento a

semplici modifiche normative può richiederesforzi importanti nella modifica dei processiaziendali;

• i frequenti cambiamenti organizzativi interni pos-sono influire sugli aspetti di salute e sicurezza,richiedendo una rivalutazione rapida degli stessi;

• la necessità di realizzare report in tempo realeindirizzati alla Direzione, agli Enti di Controllo eall’Organismo Vigilanza, sulle performance rela-tive alla salute e sicurezza.

La disponibilità di dati, che consentano la letturadei comportamenti organizzativi e delle perfor-mance, diventa quindi elemento essenziale perpoter agire nell’ottica del miglioramento conti-nuo. Bisogna saper analizzare, imparare dagli er-rori e reagire tempestivamente agli stessi.Parlare di sistemi e digitalizzazione dei processi disalute e sicurezza sul lavoro richiede che questinon siano avulsi dal resto del business, ma chesiano parte integrante; inoltre coloro che si occu-pano di questi aspetti non possono essere consi-derati come meri consulenti tecnici, ma vannoconsiderati come partner delle direzioni aziendali. Assumendo un tale presupposto, va da sé che lasalute e sicurezza si integrano con tutti gli altri pro-cessi e sistemi aziendali (che siano essi in uso o dasviluppare), in particolare sistemi di gestione delpersonale.

I benefici attesi da una gestione digitalizzata sonomolti e di grande valore aggiunto per gli individuie per l’organizzazione. Tra questi:

• Miglioramento della Customer Experience dellepersone che hanno un ruolo nel sistema di ge-stione Salute Sicurezza Lavoro;

• Comunicazione tempestiva a tutta l’organizza-zione (Dirigenti, Line Managers, HR Managers,Addetti Emergenza e Primo Soccorso)

• Redazione di report in tempo reale (su infortuni,mancati incidenti, audit ecc.)

• Organizzazione e mantenimento delle informa-zioni:- per il monitoraggio delle scadenze (forma-

zione, sorveglianza sanitaria, manutenzioni,ecc.)

- per il reporting tramite indicatori di presta-zione (Key Performance Indicator) e dashboard(App operative).

• Riduzione dello sforzo e della possibilità di er-rore umano per i tecnici della prevenzione;

• Reazione rapida e proattiva alle richieste dell’or-ganizzazione.

Tuttavia, non si può negare che lo sviluppo di unsistema digitalizzato comporta vincoli e difficoltà,relativi, ad esempio, ai budget e alla disponibilitàeconomica (spesso ci si muove per step); alla ne-cessità di far comunicare sistemi diversi; ai tempidi gestioni spesso lunghi e «in coda» rispetto adaltri processi di business; alle modifiche che pos-sono influire su flussi e processi aziendali, con con-seguenti costi.Si sa però che i costi dell’innovazione per un’or-ganizzazione sono ben giustificati quando sono ingrado di generare valore per il cliente. E, allar-gando il concetto di cliente: chi più del dipen-dente stesso è il cliente dei processi di salute e si-curezza sul lavoro? Chi più del dipendente puòessere l’efficace portavoce dell’immagine e delbrand aziendale?

La disponibilità di dati, che consentano lalettura dei comportamenti organizzativi

e delle performance, diventaquindi elemento essenziale per

poter agire nell’ottica delmiglioramento continuo.“

Complessità di security e gestionedel rischioIl modello a “misurazione continua dell’efficacia”Francesco Farina, Massimo Marrocco

Un testo che raccoglie idee, conoscenze ed esperienze, matu-rate, in anni di attività di didattica e ricerca dell’Università di“Tor Vergata”, intorno al concetto di funzione trasversale dellaSecurity, che deve essere contemplata nella definizione di lineestrategiche e processi fondamentali di una azienda, di politichedi programmazione e gestione sistemica della sicurezza. Un tentativo di elevamento concettuale di una funzione dallediverse sfaccettature, normative come operative, la cui evo-luzione deve andare in parallelo alla evoluzione della com-plessità che si propone di tutelare.

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a cura di Mirko Lapi

L’analista rappresenta il valore aggiunto in ogni processo dianalisi e le tecniche strutturate possono supportarlo ottimiz-zando i tempi, valorizzando i dati e mitigando le vulnerabilitàcognitive.Partendo da tale presupposto, l’esperimento didattico con-dotto con gli autori si prefigge di sviluppare dibattito e rifles-sioni. Siamo infatti consapevoli che solo attraverso il con-fronto, pur senza la presunzione di fornire risposte definitive,l’analisi intelligence può coltivare l’ambizione di mitigare l’in-certezza con cui quotidianamente dobbiamo confrontarci.

pp. 160 – € 14,00

themiscrime.com

EDIZIONI THEMIS

Novità novembre-dicembre 2018

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REPUTATION today dicembre 2018

Sicurezza e lavoro:EU-OSHA premia lebuone pratiche

SALUTE E SICUREZZA

EU-OSHA, agenzia Ue per la sicurezza ela salute sul lavoro, premia le aziendeche adottano “buone pratiche” sultema salute in ambiti professionali.L’ormai tradizionale premio ha l’obiet-

tivo di mettere in comune e diffondere le buonepratiche oltre che sensibilizzare sul tema della sa-lute e sicurezza sul lavoro ( quest’anno con atten-zione particolare al tema delle sostanze nocive ).L’Agenzia inoltre intende valorizzare le aziendeche avranno un approccio olistico nella gestionedella salute e sicurezza sul lavoro, con esiti concretirispetto al miglioramento, sia nella gestione disostanze pericolose che delle condizioni di lavoro(https://healthy-workplaces.eu/it/get-involved/good-practice-awards).Il premio si svolge ormai da oltre cinque anni evede coinvolti in modo molto attivo diversi partnerdella campagna, i quali hanno spesso colto l’oc-casione per realizzare momenti di scambio e con-divisione, come previsto dal bando di premiazionehttps://healthy-workplaces.eu/it/campaign-partners/good-practice-exchange

Le candidature possono essere presentate dalleparti sociali, dagli operatori, da consulenti e pro-fessionisti della sicurezza. Ciascun Focal Point, incollaborazione con le parti sociali selezionera’ ledue candidature piu’ meritevoli da segnalare aEU-OSHA.L’Agenzia grazie all’attenta valutazione di una giu-ria tripartita, selezionerà ULTERIORMENTE i vin-citori, ai quali nel novembre del 2019 verrannoassegnati i premi e gli encomi durante la consuetacerimonia di premiazione (https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/avvisi-e-scadenze/scadenza-buone-pratiche-2018-2019.html). Tutti irisultati delle organizzazioni che hanno partecipatoal Premio verranno valorizzati e saranno divulgateutili informazioni sulle pratiche vincitrici attraversouna pubblicazione distribuita nel territorio euro-peo e promossa sul sito web dell’Agenzia.

Le proposte su cui l’EU-OSHA porrà l’attenzionedevono quantomeno eguagliare o superare le no-mative vigenti nel paese in cui sono state attuate,nonché essere esenti da scopi commerciali. Inol-

A cura della Redazione

28REPUTATION today dicembre 2018

tre, l’Agenzia europea ha evidenziato alcuni ele-menti che la giuria terrà in particolare considera-zione nella fase di valutazione delle candidature:• approccio olistico ai temi della campagna;• miglioramenti concreti e dimostrabili nel campo

della salute e sicurezza relativa alle sostanze pe-ricolose;

• particolare priorità verso le misure collettive ri-spetto ad interventi verso i singoli lavoratori;

• reale partecipazione e coinvolgimento dellaforza lavoro e dei suoi rappresentanti;

• sostenibilità nel tempo della buona pratica;• trasferibilità ad altri luoghi di lavoro, siano essi

in altri Stati membri o in aziende di altri settori edi dimensioni differenti;

• tempestività degli interventi.

Tutte le aziende possono partecipare. In Italia, iltermine per la presentazione delle candidature èfissato per il 15 gennaio 2019.Tutte le informazioni sono disponibili sul sito:https://osha.europa.eu/it/healthy-workplaces-campaigns/awards/good-practice-awards

Alla stessa pagina è possibile visionare alcuni esempidi buone pratiche premiate nelle scorse edizioni.

SALUTE E SICUREZZA

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29REPUTATION today dicembre 2018

Responsabile scientificoIsabella Corradini

Psicologa sociale e criminologa, è esperta di fattore umano e metodologie diawareness nell’ambito della sicurezza (safety&security). È inoltre attiva nell’areadella comunicazione e reputazione aziendale. È Presidente e Direttore Scien-tifico del Centro Ricerche Themis e responsabile di Reputation Agency. Hafondato con Enrico Nardelli, professore ordinario di Informatica all’Universitàdi Roma “Tor Vergata”, il Link&Think Research Lab per ricerche interdisciplinariin ambito socio-tecno-umanistico. È docente in corsi di perfezionamento e

master presso enti e università italiane sui temi di psicologia, sicurezza, comunicazione e reputa-zione. È coordinatrice delle attività di comunicazione e del monitoraggio del progetto MIUR - CINIProgramma il Futuro. È curatrice di una collana sulla reputazione per la casa editrice Franco Angeli.Cura inoltre la rubrica “People&Tech” per Key4biz, quotidiano on line sulla digital economy.

Twitter: @isabcorLinkedin: https://it.linkedin.com/in/isabellacorradini

Partner

Direttore responsabileGiuseppe de Paoli

Giornalista professionista e Web Content Manager. Scrive per Focus e BrainFactor. Ha lavorato per Adn Kronos, agenzia stampa, e per la stessa è statocorrispondente da Torino e dalla Valle d’Aosta. Ha lavorato al ParlamentoEuropeo ed al Ministero dell’Ambiente occupandosi di media planning emedia relation e curato la realizzazione di seminari e convegni. Ha colla-borato con La Stampa, IctBusiness, Sinetworkers , Il Valore, Amadeus, LaGazzetta del Piemonte ed altre testate. È tra i promotori di Giornalistico,

network di professionisti specializzati nella Comunicazione Istituzionale.

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Centro Ricerchesocio-psicologichee criminologico-forensi

30REPUTATION today dicembre 2018

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REPUTATION today desidera facilitare la pubblicazione di articoli chepossono provenire da tutti i lettori.Si riportano di seguito le norme editoriali alla base dei criteri selettivicon cui verranno presi in esame gli articoli.Il testo deve essere accompagnato da una dichiarazione firmatadell’autore o dagli autori nella quale si attesti che l’articolo è origi-nale e non è stato pubblicato in precedenza su altre testate.I lavoridevono pervenire all’indirizzo della redazione:[email protected]. nella loro forma definitiva,completi dinome, cognome, qualifica, foto e firma dell’autore.Gli argomenti proposti debbono essere correlati agli aspetti gestio-nali, organizzativi, giuridici e sociali delle seguenti aree: comunica-zione e social media; reputazione aziendale; società, cultura e repu-tazione; buone pratiche; reputazione on line; misurazione dellareputazione.Il sommario dovrà chiarire lo scopo e le conclusioni del lavoro e nondovrà superare le 300 battute (spazi inclusi).Didascalie e illustrazioni devono avere un chiaro richiamo nel testo.La bibliografia sarà riportata in ordine alfabetico rispettando le ab-breviazioni internazionali.La Direzione, ove necessario, si riserva di apportare modifiche for-mali che verranno sottoposte all’Autore prima della pubblicazionedel lavoro.

REPUTATION todayanno IV, numero 19, dicembre 2018

Direttore ResponsabileGiuseppe De Paoli

Responsabile ScientificoIsabella Corradini

Responsabile area Sistemie TecnologieEnrico Nardelli

RedazioneIleana Moriconi

GraficaPaolo Alberti

Pubblicazione trimestraleregistrata presso il Tribunaledi Roma il 13/02/2014 n. 14

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