tecnologia e salute ... la nuova.… · lista nell’analisi delle strategie d’infiltrazione...

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Bebe è tornata, la canzone di Jovanotti e l’entusiasmo dei fans nelle cronache IL libro che sarà presentato al cimitero di s. michele Da una lapide sboccia una storia Il tragico destino di una 25enne russa morta a Venezia leggenda del circo Dopo Moira morto anche il marito Walter Nones Tram, paralisi sul ponte della Libertà furgone in panne CHIARIN A PAGINA 24 «Donne, il burqa non è un obbligo dell’Islam» l’imam di venezia ARTICO A PAGINA 25 Hamad Mahamed, imam di Venezia Tensione a Cona terzo capannone e altri profughi sindaco preoccupato A PAGINA 32 A PAGINA 11 Walter Nones, viveva a San Donà Mantovani, 170 licenziamenti Rischiano il posto anche 32 lavoratori a tempo determinato FURLAN A PAGINA 19 chioggia Due guasti alle linee black-out per ore B. ANZOLETTI A PAGINA 33 di DANIELE MARINI I l progetto presentato dal go- verno e dal ministro Calen- da la scorsa settimana per “Industria 4.0” ha avuto, fra i molti, almeno un duplice meri- to. Innanzitutto, costituisce una rivisitazione delle azioni di poli- tica industriale del nostro paese. A PAGINA 13 INDUSTRIA 4.0 FORMAZIONE COME PILASTRO la regina delle paralimpiadi di rio ■■ Bebe Vio è tornata dal Brasile. La grande stella delle Paralimpiadi di Rio riempie la zona arrivi di Tessera, una folla la attende, la festeggia. In aereo, la sorpresa della canzone “Ragazza magica” di Jovanotti. Poi i parenti, gli amici. Il sogno si è avverato: domani Bebe sarà al Quirinale, giovedì sfilata di moda a Parigi. TOFFOLETTO A PAGINA 43 L’ombra delle mafie sull’incen- dio della Fe.Mar., l’azienda di Caorle distrutta nel rogo. La dit- ta lavora nel Nordest, ma di re- cente ha vinto anche un appalto a Cremona, dove c’è una forte infiltrazione della ’ndrangheta. ALLE PAGINE 2 E 3 Incendio, l’ombra delle mafie Le indagini sul rogo a Caorle portano a un appalto vinto a Cremona mestre Sequestrato pitbull usato per l’elemosina A PAGINA 26 Aveva 25 anni, era arrivata dalla Russia per stare con l’uomo che amava. Era incin- ta e morì prima di partorire. Della ragazza sono rimasti il nome e l’addio incisi sulla pietra del cimitero di San Mi- chele. Da questa storia è na- to un libro, edito in Russia e presto pubblicato in Italia, con presentazione proprio al cimitero di San Michele. ZANARDI A PAGINA 37 di DINO AMENDUNI A 56 anni dal primo dibat- tito tra Nixon e J.F. Ken- nedy, il confronto televi- sivo tra candidati alla presiden- za degli Stati Uniti è uno dei po- chi formati della comunicazio- ne politica ad aver conservato la sua centralità nel tempo. A PAGINA 6 CON I SERVIZI CLINTON E TRUMP SFIDA IN TV ALLE PAGINE 4 E 5 consiglio dei ministri Referendum costituzionale si andrà al voto il 4 dicembre CONEGLIANO E VALDOBBIADENE Le colline del Prosecco candidate a patrimonio dell’umanità Unesco A PAGINA 14 TECNOLOGIA E SALUTE» Una app per orientarsi negli ospedali di Venezia e Mestre BIANCHI A PAGINA 27 Amministratori veneti Da Costa a Nardon, a Chiarot i redditi dei manager pubblici A PAGINA 16 VENEZIA CASTELLO, CAMPO S. LIO 5653 - TEL. 041 / 24.03.111 - FAX 041 / 52.11.007 MESTRE VIA POERIO 34 - TEL. 041 / 50.74.611 - FAX 041/95.88.56 MARTEDÌ 27 SETTEMBRE 2016 € 1,00 ANNO XVI - N O 263 POSTE ITALIANE S.p.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353 / 2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, PD www.nuovavenezia.it y(7HB5J4*LNMTKN( +.!z!}!$!/

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Page 1: TECNOLOGIA E SALUTE ... La Nuova.… · lista nell’analisi delle strategie d’infiltrazione della criminalità organizzata. Sta per presentare, assieme al collega Michele Mo-gnato,

Bebe è tornata, la canzone di Jovanotti e l’entusiasmo dei fansnelle cronache

IL libro che sarà presentato al cimitero di s. michele

Da una lapide sboccia una storiaIl tragico destino di una 25enne russa morta a Venezia

leggenda del circo

Dopo Moiramorto ancheil maritoWalter Nones

Tram, paralisisul pontedella Libertà

furgone in panne ■ CHIARIN A PAGINA 24

«Donne, il burqanon è un obbligodell’Islam»

l’imam di venezia ■ ARTICO A PAGINA 25

Hamad Mahamed, imam di Venezia

Tensione a Conaterzo capannonee altri profughi

sindaco preoccupato ■ A PAGINA 32

■ A PAGINA 11Walter Nones, viveva a San Donà

Mantovani, 170 licenziamentiRischiano ilpostoanche32 lavoratoria tempodeterminato ■ FURLANA PAGINA19

chioggia

Due guasti alle lineeblack-out per ore

■ B. ANZOLETTI A PAGINA 33

di DANIELE MARINI

I l progetto presentato dal go-verno e dal ministro Calen-da la scorsa settimana per

“Industria 4.0” ha avuto, fra imolti, almeno un duplice meri-to. Innanzitutto, costituisce unarivisitazione delle azioni di poli-ticaindustrialedelnostropaese.

■ APAGINA13

INDUSTRIA 4.0FORMAZIONECOME PILASTRO

la regina delle paralimpiadi di rio

■■ Bebe Vio è tornata dal Brasile. La grande stella delle Paralimpiadi di Rio riempie la zona arrivi di Tessera, unafolla la attende, la festeggia. In aereo, la sorpresa della canzone “Ragazza magica” di Jovanotti. Poi i parenti, gliamici. Il sogno si è avverato: domani Bebe sarà al Quirinale, giovedì sfilata di moda a Parigi. ■ TOFFOLETTO A PAGINA 43

L’ombra delle mafie sull’incen-dio della Fe.Mar., l’azienda diCaorle distrutta nel rogo. La dit-ta lavora nel Nordest, ma di re-cente ha vinto anche un appaltoa Cremona, dove c’è una forteinfiltrazione della ’ndrangheta.

■ ALLEPAGINE2E3

Incendio, l’ombra delle mafieLe indagini sul rogo a Caorle portano a un appalto vinto a Cremona

mestre

Sequestrato pitbullusato per l’elemosina

■ A PAGINA 26

Aveva 25 anni, era arrivatadalla Russia per stare conl’uomo che amava. Era incin-ta e morì prima di partorire.Della ragazza sono rimasti ilnome e l’addio incisi sullapietra del cimitero di San Mi-chele. Da questa storia è na-to un libro, edito in Russia epresto pubblicato in Italia,con presentazione proprio alcimitero di San Michele.

■ ZANARDIAPAGINA37

di DINO AMENDUNI

A 56 anni dal primo dibat-tito tra Nixon e J.F. Ken-nedy, il confronto televi-

sivo tra candidati alla presiden-za degli Stati Uniti è uno dei po-chi formati della comunicazio-nepoliticaadaverconservatolasuacentralitàneltempo.

■ APAGINA6CONISERVIZI

CLINTONE TRUMPSFIDA IN TV

■ ALLE PAGINE 4 E 5

consiglio dei ministri

Referendumcostituzionalesi andrà al votoil 4 dicembre

CONEGLIANO E VALDOBBIADENELe colline del Prosecco candidatea patrimonio dell’umanità Unesco■ A PAGINA 14

TECNOLOGIA E SALUTE» Una app per orientarsi negli ospedali di Venezia e Mestre ■ BIANCHI A PAGINA 27

Amministratori venetiDa Costa a Nardon, a Chiaroti redditi dei manager pubblici■ A PAGINA 16

■ VENEZIA CASTELLO, CAMPO S. LIO 5653 - TEL. 041 / 24.03.111 - FAX 041 / 52.11.007■ MESTRE VIA POERIO 34 - TEL. 041 / 50.74.611 - FAX 041/95.88.56 MARTEDÌ 27 SETTEMBRE 2016

€ 1,00 ANNO XVI - NO 263POSTE ITALIANE S.p.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALED.L. 353 / 2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, PD

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Page 2: TECNOLOGIA E SALUTE ... La Nuova.… · lista nell’analisi delle strategie d’infiltrazione della criminalità organizzata. Sta per presentare, assieme al collega Michele Mo-gnato,

di Ugo Dinello◗ MESTRE

«Partiamo dai fatti: negli ultimidue anni ci sono stati 40 roghidolosi in aziende di trattamentorifiuti in Veneto. Prima non suc-cedeva. Questo cosa vuol dire?Che la criminalità organizzatasta tentando di entrare in unodei mercati più ricchi e in espan-sione, cioè quello del trattamen-to rifiuti e lo fa con mezzi illega-li».

Alessandro Naccarato, pado-vano, 47 anni, è uno dei deputa-ti più attivi all’interno dellaCommissione antimafia, specia-lista nell’analisi delle strategied’infiltrazione della criminalitàorganizzata. Sta per presentare,assieme al collega Michele Mo-gnato, un’interrogazione al go-verno su quanto successo allaFe.Mar. di Caorle.

Quindi siamo di fronte all’at-tacco “militare” delle mafieche puntano a impadronirsi diquesto settore dell’economiaveneta. Ma ora cosa succede-rà?

«Ora seguiranno i metodi“occulti” con strumenti moltomeno visibili. Ci sarà l’interven-to economico e finanziario, cioèla pressione per entrare comesoci in queste società di gestio-ne del ciclo dei rifiuti. Quindi,una volta conquistate le fascepiù importanti del settore, assi-steremo all’alterazione del mer-cato: improvvisamente i costi di

smaltimento esploderanno,non potremo più programmarela difesa ambientale del nostroVeneto senza scendere a patticon questi soggetti».

Ma una persona comune hagià parecchi problemi. Perchédovrebbe interessarsi a quantosta succedendo nel campo deirifiuti?

«In pochi si rendono contoche anche qui si stanno impian-tando, direttamente o indiretta-mente, organizzazioni di tipocriminale. Spesso tutto ciò è per-cepito come un fenomeno lon-tano. Il motivo è semplice. In Ve-neto finora non abbiamo assisti-

to al controllo “militare” del ter-ritorio, non ci sono le ronde del-la camorra o della ’ndranghetache decidono se puoi aprire unnegozio o meno, se ti puoi spo-sare e con chi. Qui l’azione ma-fiosa finora è stata economica.Ma una volta che queste orga-nizzazioni governeranno que-sto mercato e che imporranno iloro prezzi anche il cittadino do-vrà pagare costi molto, moltopiù alti. In Veneto ci saranno pa-droni occulti. Stiamo andandoverso il tentativo di controllo delterritorio, nonostante qui le for-ze dell’ordine e la magistraturastiano reagendo egregiamente.

Ma quello che preoccupa è lamancanza di denunce, l’instau-rarsi di un clima di omertà».

Omertà in Veneto?«Cito la Commissione d’in-

chiesta sulle attività illecite con-nesse al ciclo dei rifiuti: “In Ve-neto sono diffusi i reati ambien-tali senza denuncia da parte de-gli imprenditori, questo per unrapporto di reciproca conve-nienza”. La traduzione è sempli-ce. Prima gli imprenditori vene-ti hanno cercato di “usare” que-ste organizzazioni per smaltirein modo illecito, abbattere i co-sti, guadagnare di più e arric-chirsi a danno del territorio. Oraqueste organizzazioni vengonoa prendersi le aziende degli im-prenditori che li hanno chiama-ti per arricchirsi».

Conquista inarrestabile?«No. Il pericolo è enorme:

stiamo assistendo alla “fase deifuochi”, poi entreranno nelle so-cietà e controlleranno mercatoe territorio. Ma possiamo fer-marli se agiremo bene e tutti in-sieme».

Come?«Con il controllo di ogni sin-

golo appalto e, soprattutto, su-bappalto. C’è il nuovo Codicedegli appalti, molto efficace:usiamolo. Ma la loro parte devo-no iniziare a farla anche gli im-prenditori, denunciando lepressioni. Le pochissime volteche lo hanno fatto i criminali so-no stati battuti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bettin: «Attenzione alle nuove società»

A destra,l’intervento deivigili del fuocoalla Fe.Mar.di CaorleA sinistra,Diego Giroe l’ordinedi sequestrodei restidel capannonea cui è statoappiccatoil fuoco

◗ CAORLE

Su due roghi, a distanza di anninon si sa nulla. Su un altro, av-venuto a metà settembre per ilmomento, non è emerso nulla.Incendi dolosi che riguardanoaziende che trattano rifiuti:due private e una pubblica.Due di queste, le private, quan-do hanno subìto l’attentatoerano impegnate in appalti an-che fuori regione. Anche loroavevano avuto richieste di en-trare in società con altre azien-de nella gestione di questi nuo-vi appalti? Non è mai statochiarito e le indagini sono fini-te in nulla.

Per gli investigatori e per lastessa Commissione Antima-fia, gli incendi dolosi sono“reati spia” del tentativo di in-filtrazioni da parte di organiz-zazioni criminali, che si muo-vono spesso con due obiettivi:mandare un segnale, o metterefuori gioco le aziende. L'ultimocaso è quello appunto quello laFe.Mar Ambiente di Caorle,

che ha interessi a Cremona, cit-tà che da anni è al centro deltentativo di infiltrazioni della’ndrangheta, Non serve anda-re molto più indietro nel tem-po per risalire al secondo caso.Nella notte tra il 17 e il 18 set-tembre un incendio doloso hadistrutto tre camion nella sedeoperativa moglianese della Ve-ritas, l’azienda municipalizza-ta veneziana che si occupa del-

la raccolta dei rifiuti. Altri quat-tro mezzi sono stati seriamen-te danneggiati per complessivi200 mila euro di danni. Le tele-camere interne alla sede opera-tiva della Veritas hanno filma-to il momento in cui le fiammesi sono sviluppate da uno deicamion parcheggiati. Un casosul quale è stata presentataun’interrogazione parlamenta-re degli onorevoli Alessandro

Naccarato e Floriana Casellatopreoccupati che dietro al rogodoloso non ci siano la manodella criminalità organizzata.Risale invece alla metà di lugliol’incendio, sempre di originedolosa, che colpì l'aziendaNuova Ecologica 2000 di Fos-sò, specializzata in raccolta,trasporto e recupero di rifiutidi vario genere, con danni peroltre mezzo milione di euro. Lefiamme hanno distrutto quat-tro tir, un capannone azienda-le e un deposito.

Ad agire, da quanto emergedalle indagini, avviate dalle for-ze dell'ordine sarebbe stato ungruppo composto da almenotre persone. Il 2 gennaio 2013brucia la ditta Rossato Fortuna-to di via Marinoni 80 a Pianigache si occupa di raccolta, stoc-caggio e smaltimento rifiutispeciali e di tipo industriale. Lefiamme hanno raggiunto i 15metri di altezza prima che i vi-gili del fuoco della sede operati-va di Mestre, Padova e Mira riu-scisse a intervenire. (c.m.)

Ditte in fumo, tre casi irrisoltiI precedenti. Dall’esplosione nel deposito Veritas ai casi di Fossò e Pianiga

«Vogliono il VenetoMa possiamo fermarli»L’allerta di Alessandro Naccarato, deputato Pd della Commissione antimafia«In due anni 40 roghi appiccati in aziende del ciclo rifiuti. E mai una denuncia»

MARGHERA. «Qualcosa di torbido e losco sta accadendo nelsettore dei rifiuti nella nostra area, come confermal’incendio di a Caorle, ennesimo episodio di questo tipo, ilsecondo in pochi giorni (dopo quello di Mogliano, ai danni diVeritas)». Il presidente della Municipalità di Marghera,Gianfranco Bettin (nella foto) è stato il primo politico

veneziano a battersi contro le “ecomafie” ericostruisce i nessi tra i vari roghi. «Èevidente che non si tratta di episodi casualima di vicende con ogni probabilità collegatee che lasciano pensare a manovre peraccaparrarsi fette del grande e crescentebusiness dei rifiuti. Manovre in cui non siesita a usare la violenza e l’intimidazione».Ma il vero allarme è per l’inquinamento“politico”. «Il metodo principale dallenostre parti per infiltrarsi da parte delleorganizzazioni criminali, è di solito piùsofisticato: la corruzione, la scalatainvisibile, le complicità politiche. E più

spesso si fa ricorso a ditte all’apparenza illibate, più che anoti malavitosi o a gruppi equivoci». I rimedi esistono: «Perdifendersi va garantita la massima trasparenza nellestrategie di gestione dei rifiuti, in ogni passaggio, e dotarsidi strumenti di controllo com’è l’Osservatorio ecomafie -Ambiente e Legalità promosso da Legambiente. Latrasparenza va in particiolare garantita quando le aziendepubbliche del settore si aprono a partecipazioni societarienuove, e quando si accingono a ridefinire le propriestrategie industriali, come sta avvenendo in questi giornicon la vicenda Veritas - Ecoprogetto. Non si possonoprendere tali decisioni senza un vero confronto con la cittàe i suoi rappresentanti». (u.d.)

l’analisi

◗ PIANIGA

I primissimi a entrare di prepo-tenza nelle cronache per traffi-ci di rifiuti tra Veneto, Campa-nia e Calabria non sono stati ca-labresi o campani ma due vene-ti “doc”: Sandro Rossato, di Pia-niga, e Stefano Gavioli, di Me-stre. Il secondo ha gestito, oltreai cantieri “Tencara” (quelli del“Moro di Venezia”), tante attivi-tà, tutte fallite, ma i veri affarisono stati nel settore rifiuti:una delle società, la Eneram-

biente spa, si è aggiudicata dal2005 al 2010 l’appalto per la rac-colta immondizie in vari quar-tieri di Napoli, per 123 milionidi euro, un’attività che ha sem-pre interessato la camorra (ba-sti pensare alla “terra dei fuo-chi”). Ma Gavioli con un’altrasua società, la Enertech, ha ge-stito anche la discarica di Alli,in Calabria, in un feudo della’ndrangheta. L’ha gestita in unmodo un po’ rocambolesco, se-condo l’accusa anche sversan-do il percolato nei corsi d’ac-

qua tanto che secondo il rap-porto del Ros dei carabinieriquando la discarica è in gestio-ne «il livello del fiume Alli si al-za anche di 5 centimetri».

Sandro Rossato, titolare del-la Rossato Fortunato e dellaRamm, invece in Calabria ci vasubito dopo aver creato la Sesa(società estense servizi ambien-tali) con l’attuale direttore diSesa, Angelo Mandato, cui hapoi ceduto le quote e con cui èstato socio, nel 2000, anche nel-la creazione della Rossato sud

srl e del Consorzio stabile airo-ne sud. Nella società c’è anchela Edilprimavera della famiglia’ndranghetista Libri-Alampi.L’antimafia di Catanzaro stron-ca i suoi traffici arrestandoloprima nel 2006, poi nel 2014.Molte le società che gli hannodato appalti. Tra queste Veri-tas, che ha concesso a Rossatol’ultimo appalto una settimanaprima del suo arresto e per unvalore di 39.990 euro, dieci eu-ro sotto la soglia che impone lagara d’appalto europea. (u.d.)

la storia

I veneti esportatori nei feudi di camorra e ’ndrangheta

di Carlo Mion◗ CAORLE

Le indagini sull’incendio dolo-so che ha distrutto la sede ope-rativa della Fe.Mar Ambientenon hanno imboccato una pi-sta precisa anche se il direttoredell’azienda Diego Giro sostie-ne che si tratta di criminalità or-ganizzata. E senza tentenna-menti.Strane richieste alla ditta. La Fe.Mar Ambiente nasce dalle cene-ri della Ecoverde, società fallitadopo un lungo contenzioso conil comune di Lignano che a uncerti punto tolse l’appalto a Gi-ro. In corso ci sono ancora cau-se civili e penali che duranodall’inizio degli anni Duemila.Giro nella nuova società ha unaquota dell’1 per cento, mentreil restante è di Debora Gnan, se-gretaria di Giro ai tempidell’Ecoverde. Ma di fatto a ge-stire tutto è Giro, direttoredell’attuale azienda. Giro in unrecente passato è stato avvicina-to da alcune aziende che inten-devano entrare in affari con lui.Lui, a quanto pare, ha detto dino. I nomi di questi imprendito-ri sono stati forniti ai carabinie-ri.Gli appalti della Fe.Mar. La granparte degli appalti l’aziendabruciata li ha a Nordest.Dall’inizio di gennaio, però, la-vora anche a Cremona, dove havinto un appalto per 800milaeuro. Iniziano da qui i problemidi Giro? Non viene escluso nul-la dagli investigatori dei carabi-nieri. Cremona non è solo unatranquilla provincia della Lom-bardia famosa per la mostarda.Cremona da sei-sette anni è in-teressata dal tentativo di infil-trazione criminale della ’ndran-gheta. Si tratta della cosca Gran-de Aracri di Cutro, come dimo-strato da varie inchieste e inparticolare da quella chiamata“Aemilia” della Dda di Bologna.

Inchiesta che ha portato a diver-si arresti anche tra Mantova eCremona. A Mantova ci sareb-bero i principali referenti dellacosca anche per Cremona. Agiugno di quest’anno la com-missione antimafia, presiedutada Rosy Bindi è stata a Mantovaper fare il punto sulla situazio-ne. “Nella provincia di Mantovanon è una forzatura parlare diveri e propri insediamenti di‘ndrangheta. Qui le ‘ndrine so-no ormai insediate, controllanoil territorio e lo usano perespandersi verso altre zone, so-prattutto nel Veneto». A dirlo lapresidente della Commissione,Rosy Bindi, che ha poi spiegatocome i maggiori tentativi di in-filtrazione delle ’ndrine avven-gono nella sanità e nel settoredella raccolta e trattamento ri-fiuti. Sempre Bindi ha ricordatocome il principale linguaggiodei malavitosi calabresi è pro-prio quello degli incendi. A me-tà 2016 a Mantova c’è stato unnumero maggiore di incendidolosi di tutto il 2015.Incendio doloso. Non ci sonodubbi sul fatto che il fuoco cheha distrutto il capannone cheospitava la Fe.Mar sia di naturadolosa. Oltre all’individuazionedi tre focolai c’è la rete di recin-zione tagliata da dove l’incen-diario o gli incendiari sono en-trati. Hanno puntato al localedove era ospitato l’archivio. So-no stati distrutti tutti i docu-menti e un furgone. Gli investi-gatori dell’Arma, coordinati dal-la Procura di Pordenone, voglio-no capire se il punto di innescoè stato scelto casualmente, op-pure se lo scopo degli attentato-ri era quello di distruggere do-cumenti. Sono attesi i risultatidegli accertamenti compiutidai carabinieri dell’aliquotascientifica sul liquido infiam-mabile usato per appiccare lefiamme.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Sulle fiamme dolosel’ombra delle mafieLe indagini sull’incendio che ha distrutto la Fe.Mar. di Caorleportano a un appalto di 800 mila euro che fa gola alla ’ndrangheta

azienda di rifiuti a fuoco

L’incendio a Pianiga

Alessandro Naccarato, deputato veneto della Commissione antimafia

Il rogo di Mogliano

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2 Primo piano LA NUOVA MARTEDÌ 27 SETTEMBRE 2016

Page 3: TECNOLOGIA E SALUTE ... La Nuova.… · lista nell’analisi delle strategie d’infiltrazione della criminalità organizzata. Sta per presentare, assieme al collega Michele Mo-gnato,

di Ugo Dinello◗ MESTRE

«Partiamo dai fatti: negli ultimidue anni ci sono stati 40 roghidolosi in aziende di trattamentorifiuti in Veneto. Prima non suc-cedeva. Questo cosa vuol dire?Che la criminalità organizzatasta tentando di entrare in unodei mercati più ricchi e in espan-sione, cioè quello del trattamen-to rifiuti e lo fa con mezzi illega-li».

Alessandro Naccarato, pado-vano, 47 anni, è uno dei deputa-ti più attivi all’interno dellaCommissione antimafia, specia-lista nell’analisi delle strategied’infiltrazione della criminalitàorganizzata. Sta per presentare,assieme al collega Michele Mo-gnato, un’interrogazione al go-verno su quanto successo allaFe.Mar. di Caorle.

Quindi siamo di fronte all’at-tacco “militare” delle mafieche puntano a impadronirsi diquesto settore dell’economiaveneta. Ma ora cosa succede-rà?

«Ora seguiranno i metodi“occulti” con strumenti moltomeno visibili. Ci sarà l’interven-to economico e finanziario, cioèla pressione per entrare comesoci in queste società di gestio-ne del ciclo dei rifiuti. Quindi,una volta conquistate le fascepiù importanti del settore, assi-steremo all’alterazione del mer-cato: improvvisamente i costi di

smaltimento esploderanno,non potremo più programmarela difesa ambientale del nostroVeneto senza scendere a patticon questi soggetti».

Ma una persona comune hagià parecchi problemi. Perchédovrebbe interessarsi a quantosta succedendo nel campo deirifiuti?

«In pochi si rendono contoche anche qui si stanno impian-tando, direttamente o indiretta-mente, organizzazioni di tipocriminale. Spesso tutto ciò è per-cepito come un fenomeno lon-tano. Il motivo è semplice. In Ve-neto finora non abbiamo assisti-

to al controllo “militare” del ter-ritorio, non ci sono le ronde del-la camorra o della ’ndranghetache decidono se puoi aprire unnegozio o meno, se ti puoi spo-sare e con chi. Qui l’azione ma-fiosa finora è stata economica.Ma una volta che queste orga-nizzazioni governeranno que-sto mercato e che imporranno iloro prezzi anche il cittadino do-vrà pagare costi molto, moltopiù alti. In Veneto ci saranno pa-droni occulti. Stiamo andandoverso il tentativo di controllo delterritorio, nonostante qui le for-ze dell’ordine e la magistraturastiano reagendo egregiamente.

Ma quello che preoccupa è lamancanza di denunce, l’instau-rarsi di un clima di omertà».

Omertà in Veneto?«Cito la Commissione d’in-

chiesta sulle attività illecite con-nesse al ciclo dei rifiuti: “In Ve-neto sono diffusi i reati ambien-tali senza denuncia da parte de-gli imprenditori, questo per unrapporto di reciproca conve-nienza”. La traduzione è sempli-ce. Prima gli imprenditori vene-ti hanno cercato di “usare” que-ste organizzazioni per smaltirein modo illecito, abbattere i co-sti, guadagnare di più e arric-chirsi a danno del territorio. Oraqueste organizzazioni vengonoa prendersi le aziende degli im-prenditori che li hanno chiama-ti per arricchirsi».

Conquista inarrestabile?«No. Il pericolo è enorme:

stiamo assistendo alla “fase deifuochi”, poi entreranno nelle so-cietà e controlleranno mercatoe territorio. Ma possiamo fer-marli se agiremo bene e tutti in-sieme».

Come?«Con il controllo di ogni sin-

golo appalto e, soprattutto, su-bappalto. C’è il nuovo Codicedegli appalti, molto efficace:usiamolo. Ma la loro parte devo-no iniziare a farla anche gli im-prenditori, denunciando lepressioni. Le pochissime volteche lo hanno fatto i criminali so-no stati battuti».

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Bettin: «Attenzione alle nuove società»

A destra,l’intervento deivigili del fuocoalla Fe.Mar.di CaorleA sinistra,Diego Giroe l’ordinedi sequestrodei restidel capannonea cui è statoappiccatoil fuoco

◗ CAORLE

Su due roghi, a distanza di anninon si sa nulla. Su un altro, av-venuto a metà settembre per ilmomento, non è emerso nulla.Incendi dolosi che riguardanoaziende che trattano rifiuti:due private e una pubblica.Due di queste, le private, quan-do hanno subìto l’attentatoerano impegnate in appalti an-che fuori regione. Anche loroavevano avuto richieste di en-trare in società con altre azien-de nella gestione di questi nuo-vi appalti? Non è mai statochiarito e le indagini sono fini-te in nulla.

Per gli investigatori e per lastessa Commissione Antima-fia, gli incendi dolosi sono“reati spia” del tentativo di in-filtrazioni da parte di organiz-zazioni criminali, che si muo-vono spesso con due obiettivi:mandare un segnale, o metterefuori gioco le aziende. L'ultimocaso è quello appunto quello laFe.Mar Ambiente di Caorle,

che ha interessi a Cremona, cit-tà che da anni è al centro deltentativo di infiltrazioni della’ndrangheta, Non serve anda-re molto più indietro nel tem-po per risalire al secondo caso.Nella notte tra il 17 e il 18 set-tembre un incendio doloso hadistrutto tre camion nella sedeoperativa moglianese della Ve-ritas, l’azienda municipalizza-ta veneziana che si occupa del-

la raccolta dei rifiuti. Altri quat-tro mezzi sono stati seriamen-te danneggiati per complessivi200 mila euro di danni. Le tele-camere interne alla sede opera-tiva della Veritas hanno filma-to il momento in cui le fiammesi sono sviluppate da uno deicamion parcheggiati. Un casosul quale è stata presentataun’interrogazione parlamenta-re degli onorevoli Alessandro

Naccarato e Floriana Casellatopreoccupati che dietro al rogodoloso non ci siano la manodella criminalità organizzata.Risale invece alla metà di lugliol’incendio, sempre di originedolosa, che colpì l'aziendaNuova Ecologica 2000 di Fos-sò, specializzata in raccolta,trasporto e recupero di rifiutidi vario genere, con danni peroltre mezzo milione di euro. Lefiamme hanno distrutto quat-tro tir, un capannone azienda-le e un deposito.

Ad agire, da quanto emergedalle indagini, avviate dalle for-ze dell'ordine sarebbe stato ungruppo composto da almenotre persone. Il 2 gennaio 2013brucia la ditta Rossato Fortuna-to di via Marinoni 80 a Pianigache si occupa di raccolta, stoc-caggio e smaltimento rifiutispeciali e di tipo industriale. Lefiamme hanno raggiunto i 15metri di altezza prima che i vi-gili del fuoco della sede operati-va di Mestre, Padova e Mira riu-scisse a intervenire. (c.m.)

Ditte in fumo, tre casi irrisoltiI precedenti. Dall’esplosione nel deposito Veritas ai casi di Fossò e Pianiga

«Vogliono il VenetoMa possiamo fermarli»L’allerta di Alessandro Naccarato, deputato Pd della Commissione antimafia«In due anni 40 roghi appiccati in aziende del ciclo rifiuti. E mai una denuncia»

MARGHERA. «Qualcosa di torbido e losco sta accadendo nelsettore dei rifiuti nella nostra area, come confermal’incendio di a Caorle, ennesimo episodio di questo tipo, ilsecondo in pochi giorni (dopo quello di Mogliano, ai danni diVeritas)». Il presidente della Municipalità di Marghera,Gianfranco Bettin (nella foto) è stato il primo politico

veneziano a battersi contro le “ecomafie” ericostruisce i nessi tra i vari roghi. «Èevidente che non si tratta di episodi casualima di vicende con ogni probabilità collegatee che lasciano pensare a manovre peraccaparrarsi fette del grande e crescentebusiness dei rifiuti. Manovre in cui non siesita a usare la violenza e l’intimidazione».Ma il vero allarme è per l’inquinamento“politico”. «Il metodo principale dallenostre parti per infiltrarsi da parte delleorganizzazioni criminali, è di solito piùsofisticato: la corruzione, la scalatainvisibile, le complicità politiche. E più

spesso si fa ricorso a ditte all’apparenza illibate, più che anoti malavitosi o a gruppi equivoci». I rimedi esistono: «Perdifendersi va garantita la massima trasparenza nellestrategie di gestione dei rifiuti, in ogni passaggio, e dotarsidi strumenti di controllo com’è l’Osservatorio ecomafie -Ambiente e Legalità promosso da Legambiente. Latrasparenza va in particiolare garantita quando le aziendepubbliche del settore si aprono a partecipazioni societarienuove, e quando si accingono a ridefinire le propriestrategie industriali, come sta avvenendo in questi giornicon la vicenda Veritas - Ecoprogetto. Non si possonoprendere tali decisioni senza un vero confronto con la cittàe i suoi rappresentanti». (u.d.)

l’analisi

◗ PIANIGA

I primissimi a entrare di prepo-tenza nelle cronache per traffi-ci di rifiuti tra Veneto, Campa-nia e Calabria non sono stati ca-labresi o campani ma due vene-ti “doc”: Sandro Rossato, di Pia-niga, e Stefano Gavioli, di Me-stre. Il secondo ha gestito, oltreai cantieri “Tencara” (quelli del“Moro di Venezia”), tante attivi-tà, tutte fallite, ma i veri affarisono stati nel settore rifiuti:una delle società, la Eneram-

biente spa, si è aggiudicata dal2005 al 2010 l’appalto per la rac-colta immondizie in vari quar-tieri di Napoli, per 123 milionidi euro, un’attività che ha sem-pre interessato la camorra (ba-sti pensare alla “terra dei fuo-chi”). Ma Gavioli con un’altrasua società, la Enertech, ha ge-stito anche la discarica di Alli,in Calabria, in un feudo della’ndrangheta. L’ha gestita in unmodo un po’ rocambolesco, se-condo l’accusa anche sversan-do il percolato nei corsi d’ac-

qua tanto che secondo il rap-porto del Ros dei carabinieriquando la discarica è in gestio-ne «il livello del fiume Alli si al-za anche di 5 centimetri».

Sandro Rossato, titolare del-la Rossato Fortunato e dellaRamm, invece in Calabria ci vasubito dopo aver creato la Sesa(società estense servizi ambien-tali) con l’attuale direttore diSesa, Angelo Mandato, cui hapoi ceduto le quote e con cui èstato socio, nel 2000, anche nel-la creazione della Rossato sud

srl e del Consorzio stabile airo-ne sud. Nella società c’è anchela Edilprimavera della famiglia’ndranghetista Libri-Alampi.L’antimafia di Catanzaro stron-ca i suoi traffici arrestandoloprima nel 2006, poi nel 2014.Molte le società che gli hannodato appalti. Tra queste Veri-tas, che ha concesso a Rossatol’ultimo appalto una settimanaprima del suo arresto e per unvalore di 39.990 euro, dieci eu-ro sotto la soglia che impone lagara d’appalto europea. (u.d.)

la storia

I veneti esportatori nei feudi di camorra e ’ndrangheta

di Carlo Mion◗ CAORLE

Le indagini sull’incendio dolo-so che ha distrutto la sede ope-rativa della Fe.Mar Ambientenon hanno imboccato una pi-sta precisa anche se il direttoredell’azienda Diego Giro sostie-ne che si tratta di criminalità or-ganizzata. E senza tentenna-menti.Strane richieste alla ditta. La Fe.Mar Ambiente nasce dalle cene-ri della Ecoverde, società fallitadopo un lungo contenzioso conil comune di Lignano che a uncerti punto tolse l’appalto a Gi-ro. In corso ci sono ancora cau-se civili e penali che duranodall’inizio degli anni Duemila.Giro nella nuova società ha unaquota dell’1 per cento, mentreil restante è di Debora Gnan, se-gretaria di Giro ai tempidell’Ecoverde. Ma di fatto a ge-stire tutto è Giro, direttoredell’attuale azienda. Giro in unrecente passato è stato avvicina-to da alcune aziende che inten-devano entrare in affari con lui.Lui, a quanto pare, ha detto dino. I nomi di questi imprendito-ri sono stati forniti ai carabinie-ri.Gli appalti della Fe.Mar. La granparte degli appalti l’aziendabruciata li ha a Nordest.Dall’inizio di gennaio, però, la-vora anche a Cremona, dove havinto un appalto per 800milaeuro. Iniziano da qui i problemidi Giro? Non viene escluso nul-la dagli investigatori dei carabi-nieri. Cremona non è solo unatranquilla provincia della Lom-bardia famosa per la mostarda.Cremona da sei-sette anni è in-teressata dal tentativo di infil-trazione criminale della ’ndran-gheta. Si tratta della cosca Gran-de Aracri di Cutro, come dimo-strato da varie inchieste e inparticolare da quella chiamata“Aemilia” della Dda di Bologna.

Inchiesta che ha portato a diver-si arresti anche tra Mantova eCremona. A Mantova ci sareb-bero i principali referenti dellacosca anche per Cremona. Agiugno di quest’anno la com-missione antimafia, presiedutada Rosy Bindi è stata a Mantovaper fare il punto sulla situazio-ne. “Nella provincia di Mantovanon è una forzatura parlare diveri e propri insediamenti di‘ndrangheta. Qui le ‘ndrine so-no ormai insediate, controllanoil territorio e lo usano perespandersi verso altre zone, so-prattutto nel Veneto». A dirlo lapresidente della Commissione,Rosy Bindi, che ha poi spiegatocome i maggiori tentativi di in-filtrazione delle ’ndrine avven-gono nella sanità e nel settoredella raccolta e trattamento ri-fiuti. Sempre Bindi ha ricordatocome il principale linguaggiodei malavitosi calabresi è pro-prio quello degli incendi. A me-tà 2016 a Mantova c’è stato unnumero maggiore di incendidolosi di tutto il 2015.Incendio doloso. Non ci sonodubbi sul fatto che il fuoco cheha distrutto il capannone cheospitava la Fe.Mar sia di naturadolosa. Oltre all’individuazionedi tre focolai c’è la rete di recin-zione tagliata da dove l’incen-diario o gli incendiari sono en-trati. Hanno puntato al localedove era ospitato l’archivio. So-no stati distrutti tutti i docu-menti e un furgone. Gli investi-gatori dell’Arma, coordinati dal-la Procura di Pordenone, voglio-no capire se il punto di innescoè stato scelto casualmente, op-pure se lo scopo degli attentato-ri era quello di distruggere do-cumenti. Sono attesi i risultatidegli accertamenti compiutidai carabinieri dell’aliquotascientifica sul liquido infiam-mabile usato per appiccare lefiamme.

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Sulle fiamme dolosel’ombra delle mafieLe indagini sull’incendio che ha distrutto la Fe.Mar. di Caorleportano a un appalto di 800 mila euro che fa gola alla ’ndrangheta

azienda di rifiuti a fuoco

L’incendio a Pianiga

Alessandro Naccarato, deputato veneto della Commissione antimafia

Il rogo di Mogliano

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MARTEDÌ 27 SETTEMBRE 2016 LA NUOVA Primo piano 3