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Introduzione
La tecnologia meccanica studia i processi di fabbricazione di componen@ meccanici e par@ struAurali. I processi di fabbricazione nel tempo sono profondamente cambia@ con lo scopo di diventare sempre più flessibili e rapidi. Si è passa@ da una produzione di massa scarsamente diversificata ad una produzione ad elevata personalizzazione. -‐ Processi di produzione veloci e flessibili; -‐ Sistema organizza@vo e ges@onale capace di integrare tuAe le fasi del processo produKvo
tra loro e con i seAori di vendita Nel tempo si è passa@ da una produzione prevalentemente per magazzino ad una produzione su commessa. La progeAazione del processo produKvo diventa quindi fondamentale per per poter stare al passo in queste dinamiche produKve.
Introduzione
Tecnologia Meccanica
Introduzione 6
Progettazionedel prodotto
Progettazionedel processo
Controllo e ottimizzazionedella produzione
Scelta delleattrezzature
Processoproduttivo
costi e capacità di processo
Prestazionidesiderate
Concezionedel prodotto
Prodotto finitoassemblatocontrollatopronto all’uso
Sistemi produttivi
dalla concezione del prodotto alla sua immissione nel mercato
(eventuale feed-back)
La filiera produ1va
La realizzazione di un prodoAo passa per una successione di operazioni che portano a successivi cambiamen@ di forma e finitura fino ad arrivare al prodoAo finito. Una @pica filiera produKva parte dalla progeAazione del prodoAo processo per arrivare al pezzo che ha subito i necessari controlli dimensionali, struAurali, ecc.
Tecnologia Meccanica
Introduzione 15
-- formaDisegno del finito -- tolleranze
-- materiale
Scelta della tecnologia
modifiche del finitodesign for manufacturing
Progettazioneprodotto/processo
fonderia, deformazione plastica, asportazione di truciolo,lavorazioni speciali, saldatura
dimensionali, strutturali
(fonderia, deformazione plastica) asportazione di truciolo,lavorazioni speciali
grezzo
finito
controlli
Realizzazioneprodotto
La filiera produttiva dell’industria meccanica (II)
Dalle singole tecnologie al processo produ1vo
Tecnologia Meccanica
Introduzione 7
fonderia
controllo di prodotto / processo
asportazione di truciolo
lavorazioni non convenzionali
saldatura / incollaggio
assemblaggio
deformazione plastica
PROCESSO PRODUTTIVO
Dalla singola tecnologia al processo produttivo
Il processo produKvo è composto dall’insieme delle tecnologie necessarie per produrre, assemblare e testare un prodoAo e le singole par@ che lo cos@tuiscono. ProgeAare un processo produKvo significa quindi definire tuAe le tecnologie ed i rela@vi parametri di lavoro, la sequenza secondo cui si sviluppano ed i controlli necessari.
La filiera produ1va
La forma, le dimensioni, la finitura superficiale e le caraAeris@che del materiale, insieme alle tecnologie di produzione intese come successione di processi lega@ al cambiamento di forma determinano i cicli di fabbricazione che a loro volta determinano il sistema produKvo
Tecnologia Meccanica
Introduzione 14
La filiera produttiva dell’industria meccanica (I)
Ciclo di fabbricazione
- disegno del finito- analisi dei materiali e dei trattamenti- analisi critica del progetto- tecniche di fabbricazione C del grezzo
C del finito
forma/dimensionetolleranze
finitura superficiale
Tecnologie meccaniche comesuccessione di cambiamenti
di forma
Sistema produttivo
Inserimento delle singole fasi della lavorazionein un sistema produttivo
Dal processo produ1vo al sistema produ1vo
Il sistema produKvo è l’insieme delle risorse e delle tecnologie che si affiancano ai processi produKvi per eseguire una produzione di prodoK.
Tecnologia Meccanica
Introduzione 8
Economia
Processi produttivi
Management
Organizzazione della produzione
Finanzia aziendale
Impianti industriali
Risorse umane SISTEMA PRODUTTIVO
Dal processo produttivo al sistema produttivo
La proge8azione e la scelta della tecnologia di lavorazione
Uno stesso oggeAo può essere realizzato con diverse tecnologie, la scelta della migliore dipenderà da una serie di faAori: produKvità necessaria, materiale u@lizzato, finitura superficiale, proprietà meccaniche, forma e dimensioni, ecc.
Tecnologia Meccanica
Introduzione 16
oggetto da produrre
asportazione di materia
materialerimosso
deformazione plastica
prima
dopo
aggiunta di materia
parte 1
adesivo
parte 2
fonderia
liquidoforma
Scelta della tecnologia al fine di ottenere una determinata forma finale
Ciclo di vita del prodo8o
Idea del prodoAo: Nasce o da un ordine preciso o da uno studio di mercato e porta ad un progeAo preliminare ProgeAo esecu@vo: Funzionalità, costo, fasi di produzione, ecc. Proto@pi sono spesso prodoK in questa fase
Preparazione dei disegni e scelta dei cicli di fabbricazione: progeAazione del processo produKvo, oKmizzazione dei parametri di processo e del ciclo produKvo, ecc. Pianificazione della produzione: Ges@one del personale, materie prime, ecc. Produzione ed eventuali assemblaggi e controlli qualità e vendita del prodoAo. Vita u@le del prodoAo e fine vita.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Definizioni
“Uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromeAere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.” Commissione Brundtland del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente 1987 “Immaginare il futuro per costruire il presente” Enrico Ma?ei
Equità di ?po INTERGENERAZIONALE
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile non è solo ambientale
Tre dimensioni della sostenibilità: Sostenibilità ambientale: Preservare nel tempo le tre funzioni dell’ambiente: fornitore di risorse, riceAore di rifiu@ e fonte direAa di u@lità. All’interno di un sistema territoriale ciò implica la capacità di valorizzare l’ambiente in quanto “elemento dis@n@vo” del territorio, garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio. Sostenibilità economica: Capacità di un sistema economico di generare una crescita duratura. In par@colare, la capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento delle popolazioni. All’interno di un sistema territoriale ciò implica la capacità di produrre e mantenere all’interno del territorio il massimo del valore aggiunto combinando efficacemente le risorse, al fine di valorizzare la specificità dei prodoK e dei servizi territoriali
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile non è solo ambientale
Sostenibilità sociale: Capacità di garan@re condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi e per genere. All’interno di un sistema territoriale ciò implica la capacità dei soggeK di intervenire insieme, efficacemente, in base ad una stessa concezione del progeAo, incoraggiata da una concertazione fra i vari livelli is@tuzionali. In sintesi, il conceAo di sviluppo sostenibile si sostanzia in un principio e@co e poli@co, che implica che le dinamiche economiche e sociali delle moderne economie siano compa@bili con il miglioramento delle condizioni di vita e la capacità delle risorse naturali di riprodursi in maniera indefinita.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Analisi del ciclo di vita – fondamentale per uno sviluppo sostenibile
SETAC Un procedimento oggeKvo di valutazione dei carichi energe@ci ed ambientali rela@vi ad un processo o un’aKvità, effeAuato aAraverso l’iden@ficazione dell’energia e dei materiali usa@ e dei rifiu@ rilascia@ nell’ambiente, la valutazione include l’intero ciclo di vita del processo o aKvità, comprendendo l’estrazione e il traAamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l’uso, il riuso, il riciclo e lo smal@mento finale (DALLA CULLA ALLA TOMBA – FROM CRADLE TO GRAVEL).
ISO Compilazione e valutazione aAraverso tuAo il ciclo di vita dei flussi in entrata e in uscita, nonché i potenziali impaK ambientali, di un sistema di prodoAo.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
StruAura di una LCA
" ISO 14040: Principles and framework " ISO 14041: Goal and scope defini@on and inventory analysis " ISO 14042: Life cycle impact assessment " ISO 14043: Interpreta@on Pra@camente la standardizzazione introdoAa dalla norma ISO 14040 permeAe di poter eseguire e, in caso, cer@ficare uno studio LCA secondo uno schema prestabilito che consenta, in par@colare, di evidenziare le caraAeris@che di completezza, affidabilita e riproducibilita dell'analisi. Una grande novita sta nel faAo che la norma prevede la possibilita di un controllo da parte di revisori interni ed esterni ed eventualmente una cer@ficazione da parte di un ente di cer@ficazione riconosciuto.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Fase 1: Goal Defini?on and Scoping Durante questa fase è necessario definire: le finalità dello studio, l’unità funzionale e i confini del sistema studiato. In par@colare l’unità funzionale è la misura della performance degli output funzionali del sistema di prodoAo. Scopo principale dell’Unità Funzionale è fornire un riferimento a cui gli input e gli output di processo possano essere correla@.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Fase 2: Life Cycle Inventory Consiste nella raccolta dei da@ e nelle procedure di calcolo volte a quan@ficare gli input e gli output rilevan@ di un sistema di prodoAo. Si traAa di un processo itera@vo, che si ripete in base alle ulteriori esigenze informa@ve che si manifestano durante la sua realizzazione. Il sistema in studio deve essere modellizzato come una sequenza complessa di operazioni unitarie che comunicano tra loro e con l’ambiente aAraverso input ed output (figura 3). È necessario procedere alla costruzione di un modello analogico della realtà, in grado di rappresentare nella maniera più fedele possibile tuK gli scambi tra le singole operazioni appartenen@ alla catena produKva effeKva.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Fase 2: Life Cycle Inventory
Fase 3: Life Cycle Assessment Consiste nella valutazione della significa@vità degli impaK ambientali potenziali, associa@ ai da@ derivan@ dalla fase di inventario. Gli impaK ambientali vengono prima classifica@, vengono cioè assegnate le aggregazioni iniziali di da@ a categorie di impaAo rela@vamente omogenee, successivamente vengono assegna@ dei pesi alle diverse categorie. Questa ul@ma procedura viene effeAuata al fine di permeAere la comparazione degli impaK potenziali di diversi prodoK. Le principali categorie di impaAo ambientale da tenere in considerazione riguardano l’u@lizzo di risorse, la salute dell’uomo e le conseguenze ecologiche.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Fase 2: Life Cycle Inventory
Fase 4: Life Cycle Interpreta?on Consiste nell’interpretazione dei risulta@ delle fasi di inventario e di valutazione degli impaK e nell’eventuale redazione di conclusioni e di raccomandazioni per il miglioramento della performance ambientale del sistema studiato.
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Fase 2: Life Cycle Inventory
L’obieKvo fondamentale di una LCA consiste nell’imputare i consumi e le emissioni oAenu@ nella fase di raccolta da@ (Analisi di Inventario) a specifiche categorie di impaAo riferibili ad effeK ambientali conosciu@, e nel quan@ficare, con opportuni metodi di caraAerizzazione, l’en@tà del contributo complessivo che il processo o il prodoAo arrecano agli effeK considera@ (Analisi degli ImpaK). La procedura di uno studio di LCA è di @po itera@vo poiché ogni fase successiva può meAere in evidenza cri@cità o semplici aspeK che necessitano di un ulteriore indagine. Via via che si approfondisce l’analisi, nuovi da@ potranno poi essere sos@tui@ o aggiornare i vecchi, richiedendo la revisione dei calcoli stessi
Tendere ad uno sviluppo sostenibile
Fase 2: Life Cycle Inventory
Settori di Applicazione LCA
• Design e scelta delle tecnologie di prodoAo (ReS): valutazione compara@va di prodoK della concorrenza ed opportunità di iden@ficare possibili miglioramen@ del prodoAo in fasi diverse del suo ciclo di vita
• Strategie tecnologiche ed impian@s@che: possibilità di scegliere opzioni tecnologiche caraAerizzate da un minor consumo di energia e materiali
• Marke@ng: possibilità di u@lizzare i risulta@ della LCA per dichiarazioni ambientali ineren@ il prodoAo (ISO 14040, EPD) oppure per l’oAenimento di marchi di e@cheAatura ecologica (ECOLABEL in Italia)
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Prodo8o Un prodoAo è cos@tuito da elemen@ (cioè par@ non ulteriormente scomponibili). Un soAogruppo è cos@tuito da più elemen@ uni@ tra loro in una fase di montaggio che possono o meno avere una funzione propria (es. Pompa benzina, gruppo biella-‐pistone) Un gruppo è un insieme di soAogruppi ed elemen@ (uni@ con una fase di montaggio) che ha necessariamente una funzione o direAa o indoAa (Motore, asse ruota o scatola cambio) Disegni I disegni servono a rappresentare graficamente un prodoAo: -‐ Disegni di concepimento -‐ Disegni di definizione -‐ Disegni di catalogo -‐ Disegni di fabbricazione
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Disegni di concepimento Sono delle rappresentazioni schema@che, senza quote, dei vari elemen@, soAogruppi, gruppi e del complessivo di essi (prodoAo). Se occorre a rappresentare più chiaramente il prodoAo o un gruppo ecc. in ques@ disegni si possono inserire descrizioni di par@colari funzionalità.
Registro di un eleArodomes@co
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Disegni di definizione Sono una evoluzione dei disegni di concepimento. Sugli elemen@ si iniziano ad inserire delle quote derivan@ da uno studio di funzionalità (dimensionamen@ struAurali, pun@ di ancoraggio obbliga@, ecc.), insieme ad altre indicazioni funzionali quali rugosità, eventuali traAamen@ superficiali e/o termici, ecc. Nei soAogruppi e gruppi ancora si riportano poche informazioni, principali quote di ingombro e quote funzionali (dimensionamento struAurale, eventuali pun@ di centraggio, ecc.)
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Greggio della fusione in ghisa della scatola esterna
Disegni di fabbricazione Sono una ulteriore evoluzione dei disegni di definizione. Sono des@na@ alla produzione del prodoAo, quindi contengono tuAe le info necessarie alla fabbricazione, al controllo, al montaggio di elemen@, soAogruppi, gruppi e complessivo del prodoAo. -‐ Disegni del greggio: disegni di
definizione con aggiunta delle informazioni rela@ve al @po di greggio da oAenere (per fusione, per lavorazione plas@ca, ecc.). Si aggiungeranno quindi i sovrametalli, i raccordi, ecc.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Disegni di fabbricazione -‐ Disegni di aArezzature: Se sono necessarie par@colari aArezzaggi per la produzione
(utensili speciali, dime e calibri par@colari, ecc.)
Spina di tornitura della scatola esterna
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Disegni di fabbricazione -‐ Disegni del modello: Se nella produzione si fa uso
di un modello (modello in legno, conchiglia, ecc.)
-‐ Disegni di lavorazione: evoluzione dei disegni funzionali in cui si verificano le quote in funzione dei processi di lavorazione e si inseriscono tuAe le informazioni necessarie per il ciclo di lavorazione.
Disegno di lavorazione della scatola esterna
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Quotatura La quotatura è cos@tuita dall’insieme delle informazioni riguardan@ le dimensioni, eventualmente unite alle informazioni funzionali, dell’elemento, del soAogruppo, gruppo o complessivo. -‐ Quotatura di definizione: Si riporta sui disegni di definizione
o Quote funzionali: determinano la funzionalità dell’elemento (geometria, baAute, ecc.) o dell’accoppiamento dell’elemento per formare un gruppo o un soAogruppo (corsa, interferenza o gioco, arres@, ecc.). Queste quote sono usate anche in fase di collaudo
o Quote ausiliarie: rela@ve a par@ dell’elemento che rimangono tal quali come nel greggio o che possono essere lavorate senza par@colari tolleranze o modificabili in fase di fabbricazione. Generalmente queste quote si indicano tra parentesi.
-‐ Quotatura di fabbricazione
o Sui disegni del greggio si deduce dalla quota di definizione con l’aggiunta dei sovrametalli, dei raccordi, ecc.
o Sui disegni di lavorazione si deduce dalla quotatura funzionale e dalla quotatura ausiliaria con i necessari aggiustamen@ rela@vi ai processi di produzione.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze Da un punto di vista pra@co, il conceAo di dimensione è necessariamente legato al conceAo di precisione nel realizzarla. InfaK, la forma e le dimensioni di un oggeAo a disegno rappresentano delle condizioni ideali che non possono essere raggiunte con precisione assoluta. I processi di produzione sono sempre affeK da errori che fanno sì che la geometria e le dimensioni dei pezzi realizza@ (forma e dimensioni reali) si discos@no da quelle indicate a disegno (forma e dimensioni nominali). Nel disegno è necessario indicare i limi@ massimi di variabilita consen@@ (tolleranze), entro i quali è possibile acceAare i pezzi.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze
2
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 3
TOLLERANZEDIMENSIONALI
ERRORIMACROGEOMETRICI
TOLLERANZEGEOMETRICHE
ERRORIMICROGEOMETRICI
RUGOSITA’
Errori di lavorazione
ERRORI DIMENSIONALIDeviazione delle dimensioni reali
da quelle nominali
ERRORI GEOMETRICIDeviazione delle superfici reali
da quelle nominali
ERRORI DI REALIZZAZIONE DI PEZZI
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 4
Errori dimensionali
Definizione
Tolleranza e lavorazione
Tipi di collegamenti
Sistema ISO di tolleranze e collegamenti
Indicazione delle quote con tolleranza
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Perché si applicano le tolleranze L’u@lizzo delle tolleranze è finalizzato a garan@re il correAo funzionamento dei componen@. InfaK, la garanzia che diversi componen@ possano lavorare correAamente si può avere essenzialmente in due modi:
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Appunti di Disegno Tecnico Industriale 224
Perché le tolleranze ?
L’utilizzo delle tolleranze è finalizzato a garantire il corretto accoppiamento dei componenti.
Dati due pezzi progettati in modo da accoppiarsi tra loro (immaginiamo foro cilindrico e parte cilindrica), l’accoppiamento può avvenire in due diversi modi:
Aggiustaggio
I pezzi da montare sono lavorati assieme ed adattati al momento del montaggio
Intercambiabilità
I pezzi da montare sono prodotti in quantità prefissate (lotti) e l’accoppiamento deve avvenire comunque tra pezzi scelti casualmente dai lotti
Sistema possibile soltanto per piccole produzioni Possibile la produzione dei pezzi in
luoghi e tempi diversi;
Sostituzione di pezzi rotti;
Accoppiamento senza aggiustaggi
Necessità di definire limiti di variabilità per le dimensioni e la forma dei componenti
TOLLERANZE
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 225
Tolleranze dimensionali - definizioni
Stabilire una tolleranza dimensionale significa indicare i limiti entro i quali può variare una determinata dimensione.
Albero: termine convenzionale per indicare una parte piena (ad esempio albero o perno cilindrico). Convenzionalmente le grandezze riferite ad alberi si indicano con letteraminuscola.
Foro: termine convenzionale per indicare una parte vuota (ad esempio foro cilindrico). Convenzionalmente le grandezze riferite ad alberi si indicano con lettera maiuscola.
Dimensione nominale (Dn, dn): dimensione teorica indicata, a disegno, dalla quota;
Dimensione limite massima (Dmax, dmax): massima dimensione ammessa;
Dimensione limite minima (Dmin, dmin): minima dimensione ammessa;
Scostamento superiore (Es = Dmax – Dn; es = dmax - dn): differenza tra la dimensione limite massima e la dimensione nominale;
Scostamento inferiore (Ei = Dmin – Dn; ei = dmin - dn): differenza tra la dimensione limite minima e la dimensione nominale;
Tolleranza (IT = Dmax – Dmin; IT = dmax - dmin): differenza tra la dimensione limite massima e la dimensione limite minima. Si vede semplicemente che IT = Es – Ei; IT = es -ei
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze dimensionali Il conceAo di tolleranza dimensionale nasce proprio dall’impossibilità pra@ca di realizzare una dimensione in modo perfeAo. Si è parlato di quote, ma appare evidente come assegnare un valore numerico esaAo ad una quota non ha significato da un punto di vista pra@co. Il valore numerico assegnato ad una quota viene perciò denominato VALORE NOMINALE D. Il valore nominale individua la cosiddeAa LINEA DELLO ZERO. Una volta realizzato un elemento si può misurare la DIMENSIONE EFFETTIVA De che necessariamente differirà da quella nominale. A questo punto occorre capire se questa dimensione reale risulta acceAabile o meno. A tal proposito si definiscono delle dimensioni limite Dmax e D min assegnate in base alle esigenze funzionali dell’elemento
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze dimensionali La differenza tra il massimo e il minimo definisce il campo di tolleranza (o tolleranza): cioè, l’ampiezza della fascia entro cui la dimensione reale può variare senza compromeAere la funzionalità dell’elemento.
Scostamento superiore
Scostamento inferiore
In caso di accoppiamento, per gli scostamen@ si usa la leAera maiuscola se si riferisce al foro, mentre su usa la leAera minuscola se si riferisce all’albero.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze dimensionali Riassumendo
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Appunti di Disegno Tecnico Industriale 226
Assegnazione di una tolleranza dimensionale
In base alle definizioni date si osserva che il limiti di variabilità dimensionali (tolleranza dimensionale) sono univocamente determinati quando si siano assegnati:
1) La tolleranza (ampiezza del campo di tolleranza);
2) Uno dei due scostamenti (posizione del campo di tolleranza)
Convenzionalmente si definisce la linea dello zero come la linea corrispondente alla dimensione nominale.
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 227
Ampiezza della zona di tolleranza: grado di tolleranza normalizzato (IT)
L’ampiezza del campo di tolleranza è determinata, nel sistema ISO, dal grado di tolleranza normalizzato (IT). Esistono 20 gradi di tolleranza normalizzati, denominati con le sigle da IT0 a IT18 (IT0 e IT01 solo per usi particolari).
L’ampiezza del campo di tolleranza è funzione (discreta) di due parametri: la dimensione nominale e il valore di IT.
Si possono individuare tre gruppi di tolleranze in base alla loro precisione:
Lavorazione calibri(alberi da IT01 a IT4, fori da IT01 a IT5)
Lavorazioni precise(alberi da IT5 a IT11, fori da IT6 a IT11)
Lavorazioni grossolane (alberi e fori da IT12 a IT18)
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze dimensionali Scostamen@ posi@vi quelli situa@ sopra la linea dello zero, viceversa quelli soAo sono nega@vi
Tolleranza bilaterale a cavallo della linea dello zero Tolleranza unilaterale quando è tuAa sopra (Scostamen@ posi@vi) o tuAa soAo (scostamen@ nega@vi) la linea dello zero.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze dimensionali In sintesi
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II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 5
Tolleranza
Definizione– differenza tra la dimensione massima e minima (cioè intervallo
entro il quale può oscillare la dimensione effettiva): differenza algebrica tra scostamento superiore ed inferiore
Dim
.m
in
Dim
.m
ax
To
lle
ran
za
Linea dello zero
Dim
en
sio
ni
Sco
sta
mn
en
toin
f.
Sco
sta
mn
en
tosu
p.
Zona ditolleranza D
ime
nsio
ni
Linea dello zero
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 6
Tolleranza e lavorazione
Dimensioni
N. pezzi
Dimensioni
N. pezzi
-b +b+a-a
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Accoppiamen? Si definisce accoppiamento la connessione di due elemen@ uno interno e l’altro esterno (albero-‐foro; calibro-‐riscontro; ecc.)
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II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 7
Tolleranza e lavorazione
Dimensioni
N. pezzi
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 8
Tipi di collegamenti
con interferenza
con gioco
incerto
INTERFERENZA
GIOCO
4
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 7
Tolleranza e lavorazione
Dimensioni
N. pezzi
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 8
Tipi di collegamenti
con interferenza
con gioco
incerto
INTERFERENZA
GIOCO
Tre @pologie di accoppiamen@: -‐ Con Gioco -‐ Con Interferenza (o stabile) -‐ Incerto
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Accoppiamen? Accoppiamento mobile o con gioco (Ge): La dimensione effeKva dell’albero, qualunque sia l’en@tà delle tolleranze, è sempre inferiore alla dimensione effeKva del foro
Gioco massimo Gmax differenza tra dimensione minima dell’albero e dimensione massima del foro: Gioco minimo Gmin differenza tra la dimensione limite superiore dell’albero e la dimensione limite inferiore del foro
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II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 9
Collegamento con gioco
Gioco MINIMO: differenza tra dimensione minima del foro e dimensione massima dell’albero
Gioco MASSIMO: differenza tra dimensione massima del foro e dimensione minima dell’albero
Ø9,7
Ø10
,1
Ø10
,3
Ø10
Gmin = Dmin - dmax = 10.1 – 10 = 0.1 mm
Gmax = Dmax - dmin = 10.3 – 9.7 = 0.6 mm
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 10
Collegamento con interferenza
Interferenza MINIMA: valore assoluto della differenza tra dimensione massima del foro e dimensione minima dell’albero
Interferenza MASSIMA: valore assoluto della differenza tra dimensione minima del foro e dimensione massima dell’albero
Imin = dmin - Dmax = 20 – 19.9 = 0.1 mm
Imax = dmax - Dmin = 20.3 – 19.7 = 0.6 mm
Ø19,7
Ø19,9
Ø20
Ø20,3
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Accoppiamen? Accoppiamento stabile o con interferenza (Je): La dimensione effeKva dell’albero (prima dell’accoppiamento), qualunque sia l’en@tà delle tolleranze, è sempre superiore alla dimensione effeKva del foro
Interferenza massima Jmax differenza tra dimensione massima dell’albero e dimensione minima del foro: Interferenza minima Jmin differenza tra la dimensione limite inferiore dell’albero e la dimensione limite superiore del foro
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II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 9
Collegamento con gioco
Gioco MINIMO: differenza tra dimensione minima del foro e dimensione massima dell’albero
Gioco MASSIMO: differenza tra dimensione massima del foro e dimensione minima dell’albero
Ø9,7
Ø10
,1
Ø10
,3
Ø10
Gmin = Dmin - dmax = 10.1 – 10 = 0.1 mm
Gmax = Dmax - dmin = 10.3 – 9.7 = 0.6 mm
II FACOLTA’ DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO 10
Collegamento con interferenza
Interferenza MINIMA: valore assoluto della differenza tra dimensione massima del foro e dimensione minima dell’albero
Interferenza MASSIMA: valore assoluto della differenza tra dimensione minima del foro e dimensione massima dell’albero
Imin = dmin - Dmax = 20 – 19.9 = 0.1 mm
Imax = dmax - Dmin = 20.3 – 19.7 = 0.6 mm
Ø19,7
Ø19,9
Ø20
Ø20,3
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Accoppiamen? Accoppiamento incerto se può verificarsi sia con gioco o con interferenza a seconda delle dimensioni reali di albero e foro. Riassumendo
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Accoppiamen?
Gli accoppiamen@ mobili sono quelli maggiormente usa@ nelle lavorazioni meccaniche. Un gioco piccolo da maggiore certezza rispeAo alla posizione dei due elemen@; tuAavia penalizza la capacità di lubrificazione. Questa soluzione è quindi suggerita per accoppiamento con un moto rela@vo nullo o molto limitato. Un gioco medio da maggiore possibilità di lubrificazione è quindi più idoneo per par@ in moto rela@vo. Se infine si richiedono giochi grandi si ricorre a soluzioni par@colari per garan@re l’accoppiamento (innes@ a baioneAa, chiaveAe, ecc.) Tolleranze piccole richiedono in genere lavorazioni più costose.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze ISO Il sistema ISO prevede 20 gradi di tolleranze fondamentali: IT01; IT0; IT1; ……… ; IT18 Si possono individuare tre gruppi di tolleranze in base alla loro precisione: Lavorazione calibri, al@ssima precisione, alberi da IT01 a IT4, fori da IT01 a IT5 Lavorazioni precise, costruzioni meccaniche comuni, alberi da IT5 a IT11, fori da IT6 a IT11 Lavorazioni grossolane, fusione, laminazione, stampaggio; alberi e fori da IT12 a IT18 L’ampiezza del campo di tolleranza è funzione (discreta) di due parametri: la dimensione nominale e il valore di IT. In par@colare per gradi da 5 a 18 le norme hanno stabilito dei valori mul@pli di una unità di tolleranza i
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze ISO L’unità di tolleranza i è data da:
In cui D è la dimensione nominale in mm. Il termine 0,001D @ene conto dell’incertezza di misura che cresce con la dimensione nominale. Per i gradi da 01 a 1 si ha:
Per i gradi da 2 a 4 si calcolano con una progressione geometrica tra i valori stabili@ dal grado IT1 e il grado IT5. Assegnata la qualità della lavorazione e quindi il grado di tolleranza si calcolano poi le tolleranze dimensionali da inserire nei disegni.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze ISO Negli accoppiamen@ è importante definire la posizione del campo di tolleranza
Secondo le ISO, la posizione (funzione della dimensione nominale D) rispeAo alla linea dello zero si definisce mediante un simbolo leAerale faAo da una o due leAere (maiuscole per fori e minuscole per alberi).
Ad ogni simbolo leAerale è associato un valore dello scostamento fondamentale mediante relazioni che sono funzione della dimensione nominale. Per le leAere da A a H (fori) lo scostamento fondamentale è quello inferiore Ei. Mentre per i simboli da J a ZC è quello superiore Es.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze ISO Per alberi, i simboli da a a h prendono come scostamento fondamentale quello superiore es.
Mentre le posizioni da j a zc prendono lo scostamento inferiore ei. Per semplicità esistono delle tabelle che riportano sia il valore della tolleranza dimensionale in funzione della dimensione nominale e del grado di tolleranza e anche la posizione in funzione della dimensione nominale e del simbolo leAerale.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze ISO Una volta determinata la tolleranza e lo scostamento principale tramite i valori tabella@, si deduce molto facilmente lo scostamento rimanente:
Nel caso di dimensioni tra 500 mm e 3150 mm esistono 11 gradi di tolleranza da IT6 a IT16 e l’unità di tolleranza I è:
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze ISO Analogamente per gli scostamen@
Quindi una quota è completamente definita mediante il suo valore nominale seguito da un simbolo leAerale che indica la posizione dello scostamento fondamentale e il grado di tolleranza
25 f 8 25: Dimensione nominale f: posizione dell’intervallo di tolleranza (alberi leAera minuscola) – es=20 micron 8: grado o qualità della tolleranza – t=33 micron
In alterna@va si può anche scrivere:
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Tolleranze ISO Per definire un accoppiamento si usa una notazione in cui si riporta la dimensione nominale, comune ai due elemen@, seguita dai simboli corrisponden@ cominciando dal foro
25 H 8/f 7
Sistemi di lavorazione foro base o albero base Per ragioni pra@che, nella realtà quo@diana, si adoAa un sistema di tolleranze che consente di oAenere un accoppiamento con gioco, stabile o incerto tenendo fissa la posizione del campo di tolleranza di uno dei due elemen@ e facendo variare quello dell’altro. Nel sistema foro base, si usa come posizione del campo di tolleranza per tuK i fori la posizione H (Ei = 0) mentre la posizione del campo per gli alberi può variare da a a zc a seconda dell’accoppiamento che si intende realizzare. Nel sistema albero base, si usa per tuK gli alberi la posizione h (es = 0), mentre la posizione dei fori va da A a ZC a seconda dell’accoppiamento da realizzare.
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Accoppiamen? raccomanda? (ISO) foro-‐base Allo scopo di limitare ulteriormente le aArezzature per il controllo e gli utensili per la lavorazione, le tabelle ISO presentano una serie di accoppiamen@ raccomanda@ da usare nella progeAazione.
6
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 232
Accoppiamenti albero-base e foro-base.
Gli accoppiamenti teorici possibili sono tutti quelli ottenibili combinabili le posizioni e i gradi di tolleranza normalizzati. Poiché ne risulta un numero molto elevato, si utilizzano due sistemi preferenziali: albero-base e foro-base.
Sistema albero-base
L’albero si trova in posizione h. Ne deriva che per le seguenti posizioni dei fori si ha:
da A ad H → accoppiamento con gioco;
da Js ad N → accoppiamento incerto;
Da P a ZC → accoppiamento con interferenza.
Comporta il vantaggio di un minore numero di calibri esterni (a forcella) per controllare gli alberi e un maggior numeri di calibri a tampone (meno costosi) per controllare i fori.
Si utilizza questo sistema quando si impiegano alberi di acciaio trafilati che si trovano in commercio già lavorati in posizione h.
Sistema foro-base
Il foro si trova in posizione H. Ne deriva che per le seguenti posizioni degli alberi si ha:
da a ad h → accoppiamento con gioco;
da js ad n → accoppiamento incerto;
Da p a zc → accoppiamento con interferenza.
Permette di risparmiare sul numero di alesatori fissi per finire i fori (bastano quelli in posizione H).
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 233
Accoppiamenti raccomandati foro-base.
Allo scopo di limitare ulteriormente le attrezzature per il controllo e gli utensili per la lavorazione, le tabelle ISO presentano una serie di accoppiamenti raccomandati da usare nella progettazione.
H8/f8; H8/h8Accoppiamenti rotanti in genere con bassi
carichi e limitate esigenze di centratura
H11/d11Macchine agricole;
apparati di sollevamento; organi esposti ad intemperie
GROSSOLANA
H8/n8Ingranaggi di forza da smontare raramente
H7/h6Centratura di
scorrimento; comandi idraulici di precisione
H7/f7Accoppiamenti rotanti
veloci; centratura imperfetta
MEDIA
H7/r6Trasmissione con carichi assiali e torsionali senza
linguette o scanalati
H7/n6Parti bloccate
assialmente (senza linguetta o scanalato);
buona centratura
H6/h6Alberi veloci poco
caricati
H7/g6Accoppiamenti rotanti con buona centratura; lubrificazione mediocre
BUONA
H6/p5Parti da considerarsi un
sol pezzo
H6/n5Parti non bloccate
assialmente (vincolo torsionale linguetta o
profili scanalato)
H6/h5Accoppiamento di
centratura lubrificato internamente
H6/g5Parti rotanti lubrificate;
acciaio bonificato rettificato
ALTA
BLOCCATO SERRATOBLOCCATO LEGGEROMOBILE DI SCORRIMENTOLIBEROPRECISIONE
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Accoppiamen? raccomanda? (ISO) albero-‐base
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Appunti di Disegno Tecnico Industriale 234
Accoppiamenti raccomandati albero-base.
D10/h8Parti scorrevoli con gioco abbondante senza esigenze di
precisione
GROSSOLANA
F8/h7Movimento relativo con
gioco sensibile
E8/h7; F8/h8; H9/h8
Parti scorrevoli con gioco abbondante
MEDIA
N6/h7Smontabile con forte
pressione
J6/h6Senza scorrimento
assiale relativo
H6/h6Parti con movimento relativo; alberi veloci
lubrificati
BUONA
M6/h6Smontabile senza forte pressione con vincolo
rotatorio e di scorrimento assiale
ALTA
BLOCCATO SERRATOBLOCCATO LEGGEROMOBILE DI SCORRIMENTOLIBEROPRECISIONE
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 235
Tolleranze dimensionali generali
Le tolleranze dimensionali sono di solito applicate alle quote funzionali del disegno. Per tutte le quote non oggetto di specifica tolleranza si fa riferimento alle tolleranze generali. A titolo di esempio si riporta la tabella relativa agli scostamenti limite ammessi per dimensioni lineari esclusi smussi e raccordi. Per questi ultimi e per le quota angolari si rimanda ai testi specifici.
± 8± 6± 4± 2,5± 1,5± 1--molto
grossolanav
± 4± 3± 2± 1,2± 0,8± 0,5± 0,3± 0,2grossolanac
± 2± 1,2± 0,8± 0,5± 0,3± 0,2± 0,1± 0,1mediam
-± 0,5± 0,3± 0,2± 0,15± 0,1± 0,05± 0,05finef
oltre 2000 fino a 4000
oltre 1000 fino a 2000
oltre 400 fino a 1000
oltre 120 fino a 400
oltre 30 fino a 120
oltre 6 fino a 30
oltre 3 fino a 6
da 0,5 a 3
denominazione
Designazione
Scostamenti limite ammessi per classi di dimensioni nominali (in mm)Classe di tolleranza
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Sistemi di lavorazione foro base o albero base Gli accoppiamen@ con interferenza possono essere realizza@ a temperatura ambiente facendo uso di una pressa se Jmax è piccolo. Viceversa occorre riscaldare il foro o raffreddare l’albero per interferenze più grandi. Il salto termico può essere calcolato con:
Δθ = salto termico rispeAo alla T ambiente. D = Diametro del foro (se si riscalda il foro) o dell’albero (se si riscalda l’albero) K = Parametro adimensionale che @ene conto del trasferimento di calore tra i due elemen@ β = Coefficiente di dilatazione termica lineare del materiale con cui sono faK gli elemen@
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Indicazione delle tolleranze sui disegni Negli accoppiamen@
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Indicazione delle tolleranze sui disegni Le notazioni per alberi e fori sono state estese anche alle lunghezze: Simbologie dei fori in ogni traAo cavo Simbologie degli alberi in ogni traAo pieno
In generale le lunghezze possono essere rappresentate con molte meno limitazioni. In mol@ casi per le lunghezze si indica solo la dimensione nominale e si da una tolleranza generale rela@va ai processi di lavorazione nella tabella esplica@va del disegno Per le dimensioni angolari non esistono prescrizioni par@colari
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Controllo delle tolleranze – Metrologia Industriale
Tecnologia Meccanica
Metrologia industriale 8
METROLOGIA INDUSTRIALE
Il confronto dei valori misurati con
le rispettive tolleranze ammesse
permette la selezione dei pezzi nelle
due fondamentali categorie
La sola verifica finale sul prodotto finito, pur garantendo la
qualità del prodotto in uscita, non è in grado di correggere
eventuali anomalie del processo, le quali potrebbero avere
come conseguenza lo scarto del prodotto.
I requisiti sono essenzialmente
tolleranze, dimensionali e geometriche,
e rugosità riportate dal progettista sul
disegno del componente
“conforme”
“non conforme”
Obiettivi della misurazione
di componenti ottenuti per
lavorazione meccanica
verifica di conformità
del prodotto ai requisiti
specificati
controllo del
processo produttivo
Rappresentazione grafica e definizione geometrica del prodo8o
Controllo delle tolleranze – Metrologia Industriale Tecnologia Meccanica
Metrologia industriale 9
Metrologia assoluta e metrologia a comparazione
METODI
assolutoa comparazione
trasduttori a grande campo
in grado di rilevare le dimensioni
complessive del misurando
soluzioni seriali soluzioni parallele
trasduttori a piccolo campo
non sono in grado di rilevare le
dimensioni complessive del misurando
forniscono direttamente il valore
totale attribuibile al misurando
rilevano gli scostamenti dei valori del
misurando rispetto ad un campione di
riferimento, normalmente definito
“riscontro di azzeramento” o “master”
+or