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Teenagers.it Anno 1, Numero 1 N O V I T A D I F E B B R A I O Scienziati dei biscotti Editoriale La classe II C della scuola secondaria di primo grado dell‟IC di Cesa si è impegnata nella realizzazione di un giornalino di classe. Gli allie- vi, consapevoli dell‟importanza della comunicazione, si sono proposti di realizzare questo progetto per stimolare e rinnovare il piacere della lettura e della scrittura. Certamente, realizzare un giornale non è una cosa semplice perché richiede tempo, volontà e, soprattutto, responsa- bilità e cooperazione. Gli alunni, pieni di entusiasmo, desiderio di imparare e approfondire la conoscenza dei mezzi di informazione, hanno profuso un grande impegno nella realizzazione del giornale di classe. Esso tratterà di tutti gli argomenti che riguardano i ragazzi di oggi e getterà lo sguardo su curiosità ed eventi che li circondano. L‟idea nasce dal desiderio di realizzare un giornalino come molto spesso si vede nei telefilm americani. I ragazzi si impegneranno e si adopereranno ogni mese, affinché questo progetto possa andare avan- ti e soddisfare le curiosità di tutti, alunni e professori. Il giornalino verrà distribuito nelle varie classi della scuola alla fine di ogni mese. Gli allievi unanimemente hanno scelto quale titolo del loro giornale “teenagers.it”, titolo che riguarda appunto i ragazzi adolescenti. Abbiamo incontrato il responsabile del nostro plesso, il prof Nicola De Michele , che ci ha accolto con grande cordialità mostrando interesse ed entusiasmo per la nostra iniziava. Il prof ha risposto con simpaa alle domande poste. Buongiorno possiamo cominciare? Si iniziamo Da quanto tempo il preside ha affidato l’incarico di occuparvi di questo plesso e di noi alunni della scuola secondaria di primo grado? Il preside mi ha affidato quest’incarico circa sei anni fa. Occuparsi di una scuola nella nostra realtà, quali responsabilità comporta nei confron di docen e genitori? Le responsabilità sono tanssime, so- prauo per la burocrazia complessa. Poi i ragazzi sono molto prote dai genitori e la figura del docente è molto soovalutata ed io molto spesso devo fare da paciere per far capire ai genitori la buona fede dell’in- segnate che non ha nessun interesse a morficare l’alunno né tantomeno a meere bru vo. Il mio rapporto con gli insegnan non è sempre idilliaco per- ché molte volte non vengo ben visto perché alcuni pensano che io abbia delle preferenze. Intervistando …. il nostro vicepreside Che rapporto ha, invece, con gli alun- ni? Il rapporto con gli alunni voi già sapete com’è, siete in seconda e già avete avuto modo di capire quanto ci tenga a voi e quanto mi preoccupi per la vostra educazione e prepara- zione. Faccio tante cose per voi che potrei non fare. Assumo una grande responsabilità quando vi accompa- gno ai viaggi d’istruzione . Quanto prepara la scuola al futuro? Purtroppo voi siete in un’età molto parcolare ed io chiedo ai miei colle- ghi di considerare i vostri cambi d’u- more perché avete bisogno di una guida e di comprensione. La scuola ha proprio questo compito: di forma- re le nuove generazioni araverso l’acquisizione di competenze ma anche di formare uomini e donne che si affacciano alla società. C’è una domanda che si aspeava che invece non le abbiamo posto? In realtà ci sarebbe una domanda che mi sarei aspeato, cioè se sono sod- disfao del mio lavoro e delle perso- ne che mi circondano. Vuole rispondere a questa doman- da? Certo , allora, io sono soddisfao del mio lavoro anche se mi porta via tanto tempo e vengo chiamato tele- fonicamente anche di noe dai vigi- lan se vi sono intrusioni nella scuola com’è accaduto negli ulmi tempi quando sono stato chiamato alle quaro del mano per l’intrusione dei ladri nell’edificio scolasco. Per quanto riguarda le persone che mi circondano, sono soddisfao di loro anche se con alcuni, molte volte ho dei babecchi, che però poi si risol- vono essendo solo uno scambio di opinioni. Cosa ne pensa della nostra inizia- va? Per me quest’iniziava è molto bella, perché per me tue le iniziave che partono da voi alunni sono costru- ve. Le allieve intervistano il prof. Nicola De Michele

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Teenagers.it Anno 1, Numero 1 N O V I T A ’ D I F E B B R A I O Scienziati dei biscotti

Editoriale

La classe II C della scuola secondaria di primo grado dell‟IC di Cesa

si è impegnata nella realizzazione di un giornalino di classe. Gli allie-

vi, consapevoli dell‟importanza della comunicazione, si sono proposti

di realizzare questo progetto per stimolare e rinnovare il piacere della

lettura e della scrittura. Certamente, realizzare un giornale non è una

cosa semplice perché richiede tempo, volontà e, soprattutto, responsa-

bilità e cooperazione. Gli alunni, pieni di entusiasmo, desiderio di

imparare e approfondire la conoscenza dei mezzi di informazione,

hanno profuso un grande impegno nella realizzazione del giornale di

classe. Esso tratterà di tutti gli argomenti che riguardano i ragazzi di

oggi e getterà lo sguardo su curiosità ed eventi che li circondano.

L‟idea nasce dal desiderio di realizzare un giornalino come molto

spesso si vede nei telefilm americani. I ragazzi si impegneranno e si

adopereranno ogni mese, affinché questo progetto possa andare avan-

ti e soddisfare le curiosità di tutti, alunni e professori. Il giornalino

verrà distribuito nelle varie classi della scuola alla fine di ogni mese.

Gli allievi unanimemente hanno scelto quale titolo del loro giornale

“teenagers.it”, titolo che riguarda appunto i ragazzi adolescenti.

Abbiamo incontrato il responsabile del nostro plesso, il prof Nicola De Michele , che ci ha accolto con grande cordialità mostrando interesse ed entusiasmo per la nostra iniziativa. Il prof ha risposto con simpatia alle domande poste.

Buongiorno possiamo cominciare? Si iniziamo

Da quanto tempo il preside ha affidato l’incarico di occuparvi di questo plesso e di noi alunni della scuola secondaria di primo grado?

Il preside mi ha affidato quest’incarico circa sei anni fa.

Occuparsi di una scuola nella nostra realtà, quali responsabilità comporta nei confronti di docenti e genitori? Le responsabilità sono tantissime, so-prattutto per la burocrazia complessa. Poi i ragazzi sono molto protetti dai genitori e la figura del docente è molto sottovalutata ed io molto spesso devo fare da paciere per far capire ai genitori la buona fede dell’in-segnate che non ha nessun interesse a mortificare l’alunno né tantomeno a mettere brutti voti. Il mio rapporto con gli insegnanti non è sempre idilliaco per-ché molte volte non vengo ben visto perché alcuni pensano che io abbia delle preferenze.

Intervistando …. il nostro vicepreside

Che rapporto ha, invece, con gli alun-ni? Il rapporto con gli alunni voi già sapete com’è, siete in seconda e già avete avuto modo di capire quanto ci tenga a voi e quanto mi preoccupi per la vostra educazione e prepara-zione. Faccio tante cose per voi che potrei non fare. Assumo una grande responsabilità quando vi accompa-gno ai viaggi d’istruzione .

Quanto prepara la scuola al futuro? Purtroppo voi siete in un’età molto particolare ed io chiedo ai miei colle-ghi di considerare i vostri cambi d’u-more perché avete bisogno di una guida e di comprensione. La scuola ha proprio questo compito: di forma-re le nuove generazioni attraverso l’acquisizione di competenze ma anche di formare uomini e donne che si affacciano alla società.

C’è una domanda che si aspettava che invece non le abbiamo posto? In realtà ci sarebbe una domanda che mi sarei aspettato, cioè se sono sod-disfatto del mio lavoro e delle perso-ne che mi circondano.

Vuole rispondere a questa doman-da? Certo , allora, io sono soddisfatto del mio lavoro anche se mi porta via tanto tempo e vengo chiamato tele-fonicamente anche di notte dai vigi-lanti se vi sono intrusioni nella scuola com’è accaduto negli ultimi tempi quando sono stato chiamato alle quattro del mattino per l’intrusione dei ladri nell’edificio scolastico. Per quanto riguarda le persone che mi circondano, sono soddisfatto di loro anche se con alcuni, molte volte ho dei battibecchi, che però poi si risol-vono essendo solo uno scambio di opinioni.

Cosa ne pensa della nostra iniziati-va?

Per me quest’iniziativa è molto bella, perché per me tutte le iniziative che partono da voi alunni sono costrutti-ve.

Le allieve intervistano il prof.

Nicola De Michele

P A G I N A 2

T E E N A G E R S . I T

Il Carnevale è famoso in Italia e nel mondo per la possibilità di mascherarsi per un giorno trasformandosi in un personaggio della tradizione, della storia, della fantasia, tratto dalla letteratura, ma anche che rappresenti una paro-dia di ciò che accade nella vita quotidiana. Sappiamo che il Carnevale è una festa molto divertente soprattutto per i bambini, ma quando si tratta di tradizioni locali da onorare, anche gli adulti non si tirano indietro e sono pronti a mascherarsi e a festeggiare. Ogni città ha le proprie tradizioni per il Carnevale che possono riguardare l‟organizza-zione di sfilate, carri, feste in maschera, spettacoli musicali o di magia e non solo. Scopriamo le origini del Carne-vale, come mai e dove lo si festeggia e quali sono le tradizioni legate a questo particolare momento dell‟anno. La parola Carnevale deriva dal latino „carnem levare‟ e significa “eliminare la carne”. Il Carnevale infatti si inserisce nella tradizione cattolica come momento di festa che precede la Quaresima, un periodo di digiuno e di astinenza in attesa della Pasqua, dove soprattutto in passato si evitava di mangiare la carne. Questa festa in Italia si distingue per le sue maschere regionali e tradizionali, ognuna con le proprie caratteristiche divertenti e subito riconoscibili, da Arlecchino a Pulcinella per citare due dei personaggi più famosi. Il carnevale, però, non è solo maschere e divertimento ma anche assaporare le tante prelibatezze della tradizione gastronomica italiana. Alcuni dolci di Carnevale tradizionali del nostro Paese sono le chiacchiere o frappe o bugie, le frittelle di Carnevale con le mele o con l‟uvetta, le castagnole, le ciambelle di Carnevale, il krapfen di Carnevale, i ravioli dolci, i coriandoli di Carne-vale, il sanguinaccio al cioccolato, i tortelli di Carnevale e un dolce antichissimo che si chiama Migliaccio fatto con semola, uova, ricotta e zucchero.

La maschera di Pulcinella ha origini antichissime: le sue carat-teristiche incarnano alla perfezione l‟uomo. La nascita della maschera di Pulcinella risale a tempi antichi. Basta pensare che la prima comparsa si ebbe già nel 1300, quando la paro-la “Pulcinella” veniva utilizzata, come testimoniano alcune poesie, per indicare un cialtrone, nullafacente e perditem-po. Altri posizionano la nascita della maschera già in epoca greca: sembra che le sue origini siano legate alle Fabulae Atel-lanae degli antichi romani ed alla figura di Maccus, un servitore dal lungo naso e dalla tunica larga e bianca che nascondeva una pancia prominente oppure a quella di Cicirrus, un personaggio dall‟aspetto di animale, per la precisione di gallo, molto più simile a Pulcinella.

E‟ comunque certo che la sua nascita ufficiale è da ricercarsi nella seconda metà del 1500, con la commedia dell‟arte, grazie all‟attore Silvio Fiorillo che, tuttavia, indossava una maschera diversa da quella del Pulcinella che conosciamo ora. Secondo gli studiosi, il nome della famosa maschera napoletana, sarebbe legato ad un contadino di Acerra, un certo Puccio d‟Aniello, al quale Silvio Fiorillo si ispirò per dar vita al suo personaggio.

La maschera della tradizione campana: Pulcinella

Capua, con il suo Carnevale, giunto nel 1985 all'edizione del centenario, si colloca nell'ampia mappa delle capitali della comicità popolaresca e dell'allegria. Lo scenario architettonico che accoglie la manifestazione è particolarmente significativo: Piazza dei Giudici ed il Corso Appio dove nei secoli passati si svolsero fastose cerimonie per ospitare sovrani e dignitari civili ed ecclesiastici in visita alla città. Alle testimonianze storico-ambientali, si aggiungono nei sei giorni dedicati alla manifestazione, gli apparati architettonici, le luminarie, i carri. Questi ultimi mostrano sempre una feconda fanta-sia nella varietà dei temi: dalla caricatura di personaggi celebri alla rappresentazione deformata di fatti della vita popolare, dalla rievocazione di maschere tradizionali italiane al commento di fatti politici internazionali.

A Carnevale ogni scherzo vale...

Il Carnevale di Capua

Carnevale” di G. D’Annunzio

Carnevale vecchio e pazzo

s’è venduto il materasso

per comprare pane e vino

tarallucci e cotechino.

E mangiando a crepapelle

la montagna di frittelle

gli è cresciuto un gran pancione

che somiglia ad un pallone.

Beve e beve e all’improvviso

gli diventa rosso il viso

poi gli scoppia anche la pancia

mentre ancora mangia, mangia…

Così muore carnevale

e gli fanno il funerale

dalla polvere era nato ed in polvere è tornato

Le maschere della tradizione

carnevalesca

I dolci di Carnevale

San Valentino, nuovi amori e nuove coppie!

P A G I N A 3 N O V I T A ’ D I F E B B R A I O

Rose rosse, cioccolatini,

poesie, lettere d‟amore,

peluche, cenette a lume di

candela, carezze al chiaror

dell‟ultimo quarto di luna.

L‟Italia si tingerà d‟amore.

I cuori si riscalderanno…

Ma chi era San Valentino?

Le fonti narrano che giunto a Roma, il patrizio Va-

lentino iniziò la sua opera d‟evangelizzazione e con-

versione dei pagani. Fu, così, arrestato. Per tale moti-

vo, il 14 febbraio del 273, il fervente San Valentino

fu sottoposto alla pena della decapitazione. Nel corso

della sua lunga esistenza, compì molteplici miracoli.

In particolare, narrano alcuni

testi sacri, avrebbe salvato

dalle persecuzioni pagane

molti giovani innamorati, e si

sarebbe a lungo prodigato

affinché il vero sentimento

dell‟amore sincero potesse

troneggiare, imperituro, al di

là di ogni ostacolo.!!

Che cos’è per te l’a-

more?

Le nostre inviate sono andate in giro per la scuo-

la, chiedendo a tutti i ragazzi che cosa fosse per

loro l’amore.

L’amore inteso non solo come sentimento passio-

nale, ma anche amore verso la famiglia, amore

verso un amico o amore verso gli animali.

I ragazzi che sono stati intervistati hanno più o

meno la stessa concezione dell’amore:

-- L’amore è il bene incondizionato che si prova

verso un’altra persona.

-- L’amore è quando due persone si amano e

vogliono stare sempre insieme.

-- L’amore è quando senti le farfalle nello stoma-

co e quando ti tremano le gambe.

-- L’amore è principalmente fiducia. In amore

non bastano solo le parole, bisogna anche saperlo

dimostrare.

-- L’amore è un sentimento condiviso tra due

persone, quando due cuori si fondano e ne forma-

no uno solo.

-- L’amore è quando mangi la pizza.

#LeCupido2k18

Tu assomigli tantissimo

all’idea che mi sono fatto

della felicità

-Gio Evan

L’amore

Oltrepassa ogni limite

Vince sempre ogni sfida

E ti colpisce anche se non vuoi

"L'Amore è quell'attimo che non aspetta

nemmeno un secondo, che rincorre il

minuto, anche 60 volte, fino a che non

arriva l'ora di vederti… L'Amore è

quell'onda di argento vivo che lega gli

occhi al cuore indissolubilmente… Tutto

quello che vedrà il cuore si guarderà dagli

occhi e tutto quello che si guarderà dagli

occhi si vede dal cuore... e adesso che so

tutte queste cose proteggimi, difendimi,

voglio fidarmi di te ancora una volta...

Amò".

Alessandro Siani

I Giorni della Merla Che cosa sono i giorni della merla? I tre giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di

gennaio: 29, 30 e 31. Sempre secondo la tradizione, sarebbero i tre giorni più freddi dell‟anno. Ci sono tante

versioni della leggenda, ora ve ne racconteremo due delle tante. Tanto tempo fa a Milano ci fu un inverno mol-

to rigido. La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città. Sotto la grondaia di un palazzo c‟era il nido di una

famigliola di merli, che a quel tempo aveva le piume bianche come la neve. C‟era la mamma merla, il papà

merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l‟estate. La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche bri-

ciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano

subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo. Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e

disse alla moglie di spostare il nido più vicino al camino per non sentire il freddo e il papà partì per andare in

cerca di cibo. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro. Dopo tre

giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal ca-

mino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini! Per fortuna da quel giorno l‟inverno divenne meno

rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera. Da quel giorno però tutti i merli

nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del

mese di gennaio sono detti “I tre giorni della merla”. La seconda leggenda racconta di una merla dal bellissimo

piumaggio bianco che era sempre presa in giro da gennaio. Lui non aspettava altro che lei uscisse dal nido in

cerca di cibo, per scatenare freddo e gelo. Stufa delle continue persecuzioni, un anno la merla fece provviste

che bastassero per un mese intero e poi si rinchiuse nel suo nido. Rimase lì, al riparo, per tutto il mese di gen-

naio, che all‟epoca durava ventotto giorni. Giunti all‟ultimo giorno del mese, la merla, credendo di aver ingan-

nato il perfido gennaio, sgusciò fuori dal nido e si mise a cantare per prenderlo in giro. Gennaio, furioso, se ne

risentì e chiese tre giorni in prestito a febbraio. Avutoli in dono, scatenò bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La

merla si nascose allora in un camino e vi restò ben nascosta aspettando che la bufera passasse. Trascorsi i tre

giorni e finita la bufera, la merla uscì dal camino, ma a causa della fuliggine, il suo bel piumaggio candido si

era tutto annerito. Così essa rimase per sempre con le piume nere e da quel giorno tutti i merli nascono di colore

scuro.

CURIOSITA‘ Il nome Febbraio deriva ...

… dal latino “februarius (mensis)”

“(mese) purificatore”, derivato di

“februus” “purificante”.

Candelora

“Per la Santa Candelora, se nevica o se

plora, dell‟inverno siamo fora.” Il pro-

verbio riguarda la Candelora. Ma che

cos‟è questa festa? E‟ la festa della puri-

ficazione della Vergine (2 febbraio), in

cui si effettua la benedizione delle can-

dele. Ha origine dal latino “festum can-

delarum” che significa “festa delle can-

dele” o “festum cereorum” che significa

“festa dei ceri”.

I giorni della merla

rappresentati dai

ragazzi della II C

Questo giornalino è stato realizzato da tutti gli allievi della classe II C, che hanno mostrato

notevole impegno ed entusiasmo nella sua compilazione ed elaborazione. Una menzione

particolare va, tuttavia, a quelle allieve, Antonella De Michele e Lisa Verde, che sono state

guida per gli altri compagni, dando loro spunti ed idee. Menzione va fatta anche al gruppo

delle intervistatrici capeggiate da Vanda Re ed al gruppo che ha curato la parte grafica,

capeggiato da Luisa Macallè.