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TERMO

Procedura di verifica dispersioni

termiche edifici a norma di legge 10/91 aggiornato al D.Lgs. 192 del 19/08/2005

come modificato dal D.Lgs. 311 del 29/12/2006

MICROSOFTWARE S.r.l.

via Menicucci, 1

60121 ANCONA

Tel: 071.205380 FAX: 071.206777

e-mail: [email protected]

www.microsoftware.it

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MARCHI REGISTRATI I marchi citati sono registrati dai legittimi proprietari. AVVERTENZA La Microsoftware S.r.l. si riserva il diritto di modificare il

software senza preavviso e/o il presente manuale senza preavviso.

RESPONSABILITÀ La Microsoftware S.r.l. non si assume alcuna responsabilità

diretta o indiretta per qualsiasi conseguenza dovuta ad errori del sistema o al non corretto uso dello stesso.

L’uso del programma è a totale rischio del cliente e la sua utilizzazione ne sottintende l’accettazione incondizionata delle suddette norme.

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CONVENZIONI USATE IN QUESTO MANUALE

Termini utilizzati

Nel manuale vengono citati alcuni oggetti propri di Windows usando la terminologia tecnica che li identifica universalmente nel campo dell’informatica. Di seguito sono riportate alcune esemplificazioni dei termini più comuni. CHECKBOX

Sono gli oggetti di windows che servono ad indicare generalmente una scelta di tipo SI o NO, e sono rappresentati con un riquadro dove compare un segno di spunta per la scelta affermativa e scompare per quella negativa. Se abilitati è possibile variare il loro stato semplicemente cliccandoli con il mouse. Vengono generalmente utilizzati per esprimere scelte multiple su una lista di possibili valori.

RADIO BUTTON

Sono utilizzati per indicare una scelta esclusiva: un solo valore accettabile da una lista di possibili valori. L’elemento risulta selezionato quando cliccando con il mouse sul cerchietto che lo rappresenta questo viene riempito con un punto nero.

COMBOBOX

È simile ad una casella di testo ma con la particolarità di poter attivare una lista di possibili valori selezionabili tramite il mouse con un semplice clic sul valore scelto. Per attivare la lista basta cliccare sull’icona rappresentata dalla freccia rivolta verso il basso.

DOCUMENTO RTF È un formato di testo (Rich-Text Format) che consente anche

vari tipi di formattazione (dimensione e tipo di carattere, grassetto, corsivo …) ed è compatibile con Microsoft Word.

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ICONE DI USO COMUNE

Icone di gestione e navigazione archivi

Le icone rappresentate qui di seguito sono comuni a tutti i programmi Microsoftware in cui svolgono le funzioni di gestione e navigazione all’interno degli archivi presenti nel programma in uso.

Conferma le variazioni apportate a un gruppo di dati registrando l'avvenuta modifica nel database.

Annulla le variazioni apportate a un gruppo di dati evitando che il programma

aggiorni i dati contenuti nel database con altri non corretti.

Crea un nuovo elemento nell'archivio che si sta consultando.

Elimina l'elemento selezionato nell'archivio che si sta consultando.

Questo gruppo di quattro icone consente di spostarsi fra gli elementi dell'archivio che si sta consultando; in particolare la prima e l'ultima consentono rispettivamente di posizionarsi sul primo e sull'ultimo elemento dell'archivio, mentre le altre due intermedie spostano la selezione sull'elemento precedente e su quello successivo. Le stesse icone vengono utilizzate nella finestra di anteprima per visualizzare le pagine.

Aprono e chiudono l’intera struttura dell’albero su cui si è posizionati consentendo la completa visione degli elementi presenti nell’albero.

Icone acceleratici

Le icone acceleratici consentono di accedere alle funzioni del programma più comunemente usate senza dover selezionare il relativo menù.

Icona di stampa, cliccando su questa icona viene avviata la stampa relativa al contesto in cui ci si trova.

Apre la documentazione in linea di Termo, in formato PDF.

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Avvia il collegamento al sito www.microsoftware.it.

Predispone l’invio di una e-mail all’indirizzo [email protected].

Duplica l’elemento selezionato.

Sposta l’elemento o il nodo selezionato nella posizione precedente.

Sposta l’elemento o il nodo selezionato nella posizione successiva.

Attiva la finestra del controllo ortografico.

Icone di stampa

Prima di eseguire la stampa vera e propria il programma attiva sempre la funzione di anteprima. Tale funzione permette di visualizzare il documento sul video in modo da controllare la correttezza delle informazioni riportate prima di mandarlo in stampa. Per gestire la visualizzazione in formato elettronico del documento all’estremità della finestra di anteprima è presente una barra che include tutte le funzione di gestione di tale formato di visualizzazione.

Barra della finestra di anteprima.

Stampa il documento.

Avvia l’esportazione del documento in anteprima nel formato RTF.

Avvia l’esportazione del documento in anteprima nel formato DOC editabile con Word.

Avvia l’esportazione del documento in anteprima nel formato PDF leggibile con

Acrobat Reader.

Diminuisce lo zoom di 10 unità.

Aumenta lo zoom di 10 unità.

Adatta lo zoom alla dimensione della pagina.

Adatta lo zoom per consentire la visualizzazione dell’intera pagina.

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Porta lo zoom a 100%.

Aumenta e diminuisce lo Zoom di 1 unità.

Visualizza i righelli nella parte superiore e sinistra della finestra di anteprima.

Attenzione! L’esportazione nel formato DOC è disponibile solo se nel sistema è installato Microsoft Word, di cui Termo si serve per la generazione del documento.

Controllo ortografico

In Termo è presente la funzione di controllo ortografico che, una volta attivata, consente di evidenziare ed eventualmente correggere gli errori ortografici presenti nella casella di testo attiva.

Controllo ortografico. Il controllo ortografico è basato su un dizionario, fornito con il programma, di oltre 120.000 parole, comprendente anche termini tecnici. L'utente può comunque aggiornare l'elenco delle parole valide, agendo su un dizionario personalizzato, differente per ciascun utente di Windows. Il programma consente anche di segnalare automaticamente, nella casella di testo, le parole eventualmente errate sottolineandole in rosso (opzione "controlla ortografia durante la digitazione"), oppure di correggere la parola errata mentre la si sta scrivendo (opzione "correzione automatica durante la digitazione"). Per maggiori informazioni relative alle opzioni disponibili per il controllo ortografico vedere il paragrafo 6.2. La correzione automatica avviene in base ad un ulteriore dizionario che contiene un elenco di errori tipici di battitura e le relative correzioni; anche questo dizionario è integrabile attraverso il dizionario personalizzato dell'utente. Il controllo ortografico viene avviato premendo l'apposito pulsante (abilitato solo se il controllo attivo è una casella di testo), presente in alcune finestre di Termo ove vi siano delle caselle di testo. Premendo il pulsante, se non ci sono errori di ortografia comparirà una finestra che indica che il controllo è stato completato, altrimenti verrà visualizzata un'altra finestra che consente di modificare la parola errata o di aggiungerla al dizionario se invece era corretta.

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Controllo ortografico.

In questa finestra ci sono diversi pulsanti: • Ignora: la parola viene considerata corretta per la sessione corrente

(finché il programma non viene chiuso. • Ignora tutto: come sopra per tutte le parole non trovate nel dizionario. • Cambia: la parola errata viene sostituita con quella scelta tra i suggerimenti

o con una inserita dall'utente. • Cambia tutto: come sopra con la differenza che se più avanti nel testo si dovesse

incontrare di nuovo la stessa parola, questa verrebbe sostituita automaticamente.

• Aggiungi: la parola viene lasciata così com'è e viene aggiunta al dizionario dell'utente.

• Auto-correzione: la parola viene aggiunta al dizionario dell'utente e quando si scriverà di nuovo la parola errata questa verrà automaticamente corretta durante la digitazione (se l'opzione di autocorrezione è stata attivata).

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1. INTRODUZIONE

1.1 La legge 10/91 ed i decreti integrativi La legge 10/91 rientra nell’ambito delle leggi attuative del Piano Energetico Nazionale (P.E.N.) e detta le norme in materia di uso razionale dell’energia e contenimento del consumo di energia negli edifici. La legge è completata ed integrata da numerosi documenti normativi sia di tipo legislativo che di carattere tecnico. Con la legge 10/91 è stato introdotto il concetto molto importante che la legge traccia la filosofia e le indicazioni generali del risparmio energetico, i decreti attuativi contengono le cosiddette regole tecniche e le norme UNI-CT riportano le metodologie di calcolo richieste. La legge 10/91 impone, come fatto innovativo che, nella progettazione termica degli edifici vengano considerate non solo le caratteristiche dell’involucro edilizio, ma anche tutte le caratteristiche ambientali ed impiantistiche che influenzano il bilancio energetico dell’edificio. Sono regolamentati dalla legge tutti gli edifici, pubblici e privati, di nuova costruzione e soggetti a ristrutturazione, qualunque sia la loro destinazione d’uso. Il decreto legislativo 192 del 19 agosto 2005 (come modificato dal D.Lgs. 311 del 29 dicembre 2006), che aggiorna il D.P.R. 412/93 (a sua volta aggiornato con il D.P.R. 551/99), recepisce la direttiva europea 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia e stabilisce il criterio per la valutazione della conformità di un edificio alle specifiche del Piano Energetico Nazionale. Tale criterio è la verifica che l’indice di prestazione energetica (EPi) dell’edificio, definito come il rapporto fra il fabbisogno energetico convenzionale per la climatizzazione invernale e l’area utile dell’edificio (o il volume lordo riscaldato, a seconda della classificazione dell’edificio), sia inferiore ad un valore limite dipendente dalla zona climatica. Il calcolo dell’EPi richiede la suddivisione dell’edificio in zone termiche, vale a dire porzioni di edificio climatizzate da uno stesso impianto termico. Lo scopo della normativa, con il calcolo dell’EPi, non è quello di calcolare la potenza termica necessaria per il dimensionamento del generatore di calore, quanto il fabbisogno di energia mensile o stagionale. 1.2 Obiettivi del programma TERMO è la procedura che consente di gestire gli adempimenti relativi al calcolo ed alla stampa della relazione di conformità di un edificio alla normativa costituita dalla legge 10/91 e successivi decreti attuativi, per la verifica delle dispersioni termiche.

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Il programma consente anche di effettuare il calcolo igrometrico delle strutture disperdenti secondo il metodo Glaser e di effettuare il calcolo degli elementi radianti che devono essere inseriti nell’edificio. Una volta inseriti i dati definiti essenziali dalla normativa stessa, TERMO consente di effettuare il calcolo e la verifica dell’indice di prestazione energetica (EPi) e il calcolo del fabbisogno energetico normalizzato (FEN), utilizzando il metodo descritto nella UNI EN ISO 13790. 1.3 Organizzazione del programma TERMO viene fornito completo di alcuni archivi di base che consentono di reperire in modo molto semplice sia i dati climatici della località di ubicazione che i dati strutturali dell’edificio che devono essere presi in considerazione nella stesura della relazione di conformità. Fra gli archivi trova spazio anche un archivio materiali costituito da oltre 100 elementi il cui scopo è quello di consentire all’utente di estendere e personalizzare autonomamente gli archivi strutturali standard forniti con il programma. Anche l’archivio materiali, così come l’archivio dei dati climatici possono essere estesi direttamente dall’utente sulla base delle proprie esigenze. TERMO gestisce i dati dei propri archivi raggruppandoli in unità chiamate edifici. Ogni edificio rappresenta un singolo progetto con i propri archivi di dati su cui vengono effettuati i calcoli di verifica, le stampe e tutte le operazioni richieste. Questa organizzazione, rendendo ogni edificio indipendente dagli altri, consente di spostare i progetti da una macchina ad un’altra, salvare e recuperare i dati con grande facilità.

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2. INSTALLAZIONE

2.1 Kit di distribuzione Il kit di distribuzione della procedura comprende:

1. il presente manuale d’uso 2. il CD ROM contenente tutti le applicazioni Microsoftware

I supporti di distribuzione non sono protetti dalla duplicazione e consentono ripetute installazioni della procedura stessa. Successivamente alla installazione, il programma è configurato in modalità di valutazione con funzioni . Una volta eseguita la registrazione, tutte le funzioni della procedura risulteranno abilitate. Il programma può essere installato più volte, funzionando in modalità di valutazione, su qualsiasi elaboratore anche in assenza di password di abilitazione. Questa particolarità di funzionamento risulta molto utile per poter disporre di posti aggiuntivi di lavoro senza alcun costo supplementare, tali posti di lavoro sono utili per l’inserimento dati e il loro controllo, essendo comunque attiva l’anteprima di stampa degli elaborati. 2.2 Requisiti hardware e software L’installazione di Termo sul proprio personal computer è totalmente automatizzata. Gli unici vincoli che devono essere soddisfatti sono relativi alla configurazione del proprio PC. Configurazione minima: Sistema operativo Windows 2000, memoria RAM disponibile almeno 256 MB, scheda grafica con risoluzione 1024x768 a 65000 colori. Il processore deve essere almeno un Pentium 3 o compatibile e si deve disporre di almeno 200 MB di spazio libero su disco per il funzionamento della procedura; l’occupazione degli archivi dipende dalla dimensione degli stessi. Configurazione ottimale: Sistema operativo Windows XP/Vista, memoria RAM disponibile 1 GB, scheda grafica con risoluzione 1280x1024 a 16.000.000 colori con accelerazione 3D. Il processore deve essere almeno un Pentium 4 o compatibile e si deve disporre di almeno 200 MB di spazio libero su disco per il funzionamento della procedura; l’occupazione degli archivi dipende dalla dimensione degli stessi.

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È indispensabile avere configurata una stampante da poter utilizzare in ambiente Windows ed è opportuno l’uso di una stampante a getto di inchiostro o laser; rimane possibile l’utilizzo di stampanti ad aghi con l’inconveniente però di dover affrontare interminabili attese durante l’esecuzione delle stampe.

Attenzione ! Prima di procedere all’utilizzo del programma si raccomanda di impostare la dimensione dei caratteri di Windows su “piccoli” altrimenti l’interfaccia grafica del programma potrebbe modificarsi a tal punto da rendere inutilizzabile il programma. Per impostare i caratteri si deve fare clic con il tasto destro del mouse sullo sfondo dello schermo, selezionare la voce proprietà dall’apposito menù, selezionare la sezione impostazioni e successivamente il tasto “avanzate”.

2.3 Installazione di Termo Dopo aver controllato la corretta configurazione del sistema si può procedere all’installazione della procedura. Inserire il CD nell’apposito lettore, verrà avviato in modo totalmente automatico il programma di installazione e verrà mostrata la finestra di installazione. Se il programma di installazione non venisse avviato in automatico (per eventuali configurazioni che disabilitano l’autorun dal CD), fare clic sull’icona di “Risorse del computer” e da qui selezionare l’icona del CD facendo doppio clic. Se ancora l’installazione non dovesse partire verrà mostrato il contenuto del CD; in tale caso avviare il file Setup.exe.

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Figura 2.1 – Finestra di installazione delle procedure Microsoftware

Il setup, oltre a mostrare i programmi installabili sulla parte sinistra della finestra, riporta in alto a destra alcuni pulsanti di utilità tra cui “Informazioni Sistema”. Premendo questo pulsante comparirà la seguente finestra:

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Figura 2.2 - Finestra informazioni di sistema.

In questa finestra possono essere reperite informazioni utili anche in caso di assistenza tecnica, come il sistema operativo in uso, se e quale versione è installata nel sistema sia di DCOM sia di MDAC (applicativi Microsoft necessari per il funzionamento di Termo), qual è la stampante predefinita e la dimensione del foglio di default, quanto spazio disponibile si ha a disposizione su tutti gli hard disk della macchina che si sta usando. Infine vengono riportate anche le applicazioni Microsoftware a 32 bit correntemente installate con numero di versione e percorso di installazione. È importante notare che se un programma non compare in questa lista non è detto che non sia installato, ma soltanto che il setup non è in grado di reperirne le informazioni relative. È possibile poi verificare se una procedura Microsoftware è stata correttamente installata anche dalla schermata iniziale, tramite un segno di spunta verde accanto al nome della procedura stessa. Per installare Termo fare clic sul pulsante denominato “Termo” e successivamente su “Installazione” (oppure fare doppio clic direttamente su “Termo”). L’installazione della procedura è la classica installazione a 32 bit di Windows; se si seguono le istruzioni secondo le impostazioni di default, il programma verrà installato nella cartella “C:\Programmi\Microsoftware\Termo6” ed inoltre verrà creata una nuova cartella nel menù di avvio sotto la voce programmi denominata Applicazioni Microsoftware dove verrà riportato il collegamento all’avvio del programma. Verrà automaticamente creato anche il collegamento sul desktop.

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Attenzione ! Prima di installare Termo è necessario che nessuna altra applicazione sia in esecuzione. In particolare l’esistenza di alcuni programmi Anti Virus possono compromettere la corretta installazione del programma. Per installare correttamente Termo chiudere tutte le applicazioni in esecuzione e disattivare gli eventuali Anti Virus presenti, poi lanciare il Setup.

Al termine dell’installazione viene richiesto di riavviare il sistema.

Attenzione ! È indispensabile lasciare che il setup riavvii il computer, altrimenti non verranno installati correttamente gli ActiveX Data Objects di Microsoft.

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3. REGISTRAZIONE

3.1 Richiesta di registrazione Effettuata l’installazione secondo quanto descritto nel Capitolo Installazione, ed avviato il software Termo si noterà che nella barra del titolo presente nella parte superiore nella finestra principale è riportata la dicitura “Termo (versione di valutazione)”. La versione di valutazione introduce alcune limitazioni alle funzionalità del programma, Questo messaggio non comporterà alcuna limitazione alle funzioni di stesura degli elaborati del programma in quanto tutte le funzioni saranno pienamente accessibili ed operative consentendo all’utente di lavorare in tutta tranquillità; l’unica limitazione posta alle versioni di valutazione è quella di non consentire nessun tipo di output esterno né su carta né in formato elettronico (esportazione RTF o latri formati) e quindi tutte le icone e tutte le voci di menù che consentono di accedere a queste funzioni risulteranno disabilitate. Per abilitare le funzioni di output sarà quindi necessario registrarsi presso la Microsoftware S.r.l. di Ancona seguendo le istruzioni riportate di seguito.

1. Avviare il programma e nella finestra principale selezionare la voce Registrazione / password del menù Utilità.

Figura 3.1 - Menu Utilità.

2. A seguito di questa operazione viene visualizzata la finestra mostrata in Figura 3-

2, nella quale la parte di sinistra mostra lo stato di attivazione dei moduli; la parte di destra consente di effettuare le operazioni di richiesta registrazione, modifica password e spostamento procedura. Se la procedura è in versione di valutazione, cioè nessun modulo è attivato, la finestra mostra la password dimostrativa.

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Figura 3.2 - Registrazione.

Numero seriale della macchina su cui è installata la procedura.

Avvia la creazione guidata della Richiesta registrazione.

Apre la finestra per la modifica password.

Apre la finestra di visualizzazione dell’informativa sulla privacy.

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3. La registrazione si effettua premendo il pulsante Richiesta di Registrazione posto sulla parte destra il quale avvierà la creazione guidata della Richiesta di Registrazione. Essa guida l’utente per passi nella compilazione dei dati utente per la registrazione, selezione dei moduli da attivare, generazione della stampa del modulo di richiesta ed informa su come richiedere la registrazione. Impiegando i pulsanti Avanti e Indietro si ha la possibilità, rispettivamente, di avanzare con la creazione guidata o di tornare indietro. Il pulsante Annulla consente in ogni momento di annullare l’operazione.

Figura 3.3 - Richiesta di registrazione.

La finestra di richiesta di registrazione consente sia di richiedere la registrazione di seguito di nuove installazioni che a seguito di uno spostamento del programma da una macchina ad un’altra. In questo occorre disinstallare il programma dal PC nel quale era stato precedentemente installato e richiedere la password per la nuova macchina.

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Per procedere con la richiesta di registrazione a seguito dello spostamento del programma, attivare l’opzione:

E specificare il numero di serie relativo alla precedente installazione nella relativa casella di immissione:

4. Al termine della creazione guidata, l’utente viene informato su come effettuare la registrazione e premendo il pulsante Fine si procede alla stampa del modulo di Richiesta di Registrazione. Il numero seriale, ricavato dall’elaboratore stesso, viene riportato in automatico. Il modulo della Richiesta di Registrazione dovrà essere spedito, debitamente sottoscritto, presso la Microsoftware S.r.l. Via Menicucci 1, 60121 Ancona ovvero inviato via fax al numero 071.206777.

La Microsoftware s.r.l., dopo aver ricevuto la richiesta, provvederà al rilascio della password che potrà avvenire tramite e-mail, se fornita ovvero via posta all’indirizzo indicato nel modulo di registrazione. 3.2 Inserimento / Modifica password Una volta entrati in possesso della licenza, e quindi della relativa password di abilitazione del modulo richiesto, è necessario selezionare nuovamente la voce Registrazione / Password del menù Utilità. A seguito di questa operazione viene visualizzata la finestra relativa allo stato di attivazione dei moduli dalla quale, premendo il pulsante Modifica password, si accede alla finestra di dialogo per l’impostazione della password. Nella casella di testo della password si dovrà inserire la password riportata nella licenza, sostituendo quella dimostrativa già presente ed evidenziata, e quindi confermarla cliccando l’apposita icona di conferma. Si noterà che le abilitazioni dei vari moduli passeranno dal valore “NO” al valore “SI” e verranno indicati i moduli attivati. A questo punto l’operazione di Modifica password è conclusa e attraverso il pulsante Esci si può procedere alla chiusura della finestra. Se si è inserita la password in modo corretto la dicitura “versione di valutazione” presente nella barra superiore della finestra sparirà e il programma sarà abilitato in conformità al modulo acquistato.

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Figura 3.4 - Inserimento password.

pulsante per la conferma della password

pulsante per annullare la modifica della password La procedura inserisce automaticamente una password dimostrativa sino a quando l’utente non inserirà quella fornita dalla Microsoftware S.r.l. a seguito del rilascio della licenza.

Attenzione ! La richiesta di password non è necessaria in caso di aggiornamento del programma. Se si reinstalla una nuova versione di Termo su un elaboratore su cui è presente una versione precedente già matricolata della stessa procedura, la password viene conservata.

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4. CONFIGURAZIONE DELLA PROCEDURA

4.1 Impostazione dell’area di lavoro

Normalmente Termo utilizza come area di lavoro (ovvero la cartella in cui sono presenti gli archivi di base) la sottocartella ARCHIVI, creata automaticamente nel path di installazione. Se si vuole cambiare la cartella di lavoro (per esempio quando si utilizza il programma in rete e si vogliono utilizzare da più workstation gli stessi archivi) occorre selezionare la voce Area di lavoro dal menù Utilità.

Figura 4.1 - Finestra di selezione dell'area di lavoro.

Per selezionare una nuova area di lavoro è sufficiente scegliere con il mouse la nuova cartella e premere il pulsante di conferma. In tal caso verrà chiuso l’edificio corrente e quindi attivato il nuovo percorso. È possibile anche crearne una nuova con l’apposito pulsante .

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5. MENÙ PRINCIPALE

All’avvio della procedura, dopo la visualizzazione dello splash screen con il logo di Termo, viene visualizzata la finestra principale completa del menù e dei tasti di scelta rapida delle operazioni più comuni.

Figura 5.1 – Menù principale.

Attiva la gestione degli edifici presenti nell’area di lavoro.

Attiva la gestione calcolo legge 10 per l’edificio corrente.

Attiva la gestione riqualificazione energetica per l’edificio corrente.

Attiva la gestione del modulo impianti per l’edificio corrente. Per le altre icone vedi la sezione “Icone di uso comune”.

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6. MENÙ FILE

Dopo aver avviato Termo, occorre stabilire su quale edificio si intende operare; si può richiamarne uno già esistente oppure crearne uno nuovo. Sarà inoltre possibile impostare i parametri di stampa come i margini del foglio, la formattazione dei paragrafi, lo stile, abilitare il controllo ortografico, personalizzare la struttura del documento stampato, abilitare le copie di emergenza e informazioni aggiuntive a pié di pagina. Per accedere a tutte queste funzioni si deve utilizzare il menù File o il pulsante di scelta veloce corrispondente all’operazione desiderata.

Figura 6.1 – Menù file.

6.1 Gestione edifici

Questa opzione attiva l’omonima finestra nella quale è possibile effettuare diverse operazioni quali l’attivazione, la duplicazione, il salvataggio, il ripristino, la modifica dei dati generali, la compattazione e ristrutturazione del file dell’edificio e la stampa della lista degli edifici presenti all’interno dell’area di lavoro selezionata. Per inserire un nuovo edificio bisogna cliccare il pulsante ed inserire il nome identificativo dell’edificio. Una volta creato l’edificio sarà possibile inserire le altre informazioni: Committente, Descrizione e indirizzo. Tra le altre funzioni si può notare il pulsante per la cancellazione dell’edificio selezionato, per la duplicazione dell’edificio selezionato, ossia per crearne uno nuovo duplicando i dati già esistenti nell’altro, per il salvataggio ed il ripristino dell’edificio. Queste ultime funzioni si basano sul formato di compressione ZIP per poter trasportare un edificio anche tramite dischetto da 3.5’’. Per caricare l’edificio d’esempio basta cliccare sul pulsante denominato “Carica” e selezionare la cartella \Termo6\Esempio del CD.

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Figura 6.2 – Gestione edifici.

Duplica l’edificio selezionato

Attiva la funzione di salvataggio dell’edificio selezionato

Attiva la funzione di ripristino dell’edificio

Attiva la funzione di compattazione dell’edificio

Attiva la funzione di ristrutturazione degli archivi

Informazioni sull’edificio selezionato

Attiva la gestione delle copie di emergenza

Attiva la funzione di conversione dell’edificio delle versioni 3.x

Invia edificio per e-mail

Attiva il correttore ortografico

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Stampa la lista degli edifici nell’area di lavoro corrente

Per duplicare un edificio è sufficiente inserire un nuovo nome dell’edificio che non sia già presente in archivio e cliccare sul pulsante “Duplica”; verrà generata automaticamente una copia dell’edificio che verrà aggiunta alla lista presente nella finestra Gestione edifici.

Figura 6.3 – Duplicazione edificio.

Nella finestra relativa al salvataggio dell’edificio si dovrà scegliere la destinazione del file da salvare. Per default viene proposta l’unità A, ma è sempre possibile scegliere un’altra destinazione; infine si cliccherà il pulsante “Salva”. La funzione di salvataggio effettua in automatico anche la compattazione del file dell’edificio.

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Figura 6.4 – Salvataggio edificio.

Per il caricamento si dovrà attivare l’apposita finestra nella quale si sceglierà la cartella dalla quale selezionare il file. Verranno riportati tutti gli edifici di Termo presenti nella cartella selezionata: selezionare il file da ripristinare e cliccare sull’apposito pulsante “Carica”.

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Figura 6.5 – Carica edificio.

Sempre nella finestra Gestione edifici sono presenti due pulsanti di utilità: “Compattazione edificio” e “Ristrutturazione edificio”. Il primo permette di ridurre le dimensioni dell’edificio selezionato. Infatti il sistema di archiviazione utilizzato da Termo, quando si effettuano ripetute cancellazioni ed inserimenti di dati, può anche rendere il file molto grande; tramite la compattazione si riporta l’edificio alla dimensione minima, ottimizzando anche le prestazioni. Il secondo effettua una ricostruzione dell’edificio – e degli archivi di base – ricreandolo da zero e re-inserendo tutti i dati in esso contenuti. Questa operazione, che è utile solo in caso di accertato danneggiamento del file dell’edificio, viene avviata in automatico da Termo qualora si stia caricando un edificio creato da una versione precedente del programma. La funzione di ristrutturazione comprende quella di compattazione.

Attenzione ! La ristrutturazione dell’edificio e degli archivi di base può richiedere molto tempo. Sebbene Termo sia stato progettato per ripristinare le condizioni iniziali in caso di interruzione del processo, è consigliato lasciar completare l’operazione senza tentare di chiudere il programma.

Non è possibile con una versione di Termo utilizzare archivi specifici di versioni successive.

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6.2 Parametri di Termo

Parametri del programma attiva la finestra di configurazione dei parametri di Termo. Tale finestra è suddivisa in otto parti accessibili tramite dei tabulatori presenti nella parte superiore della finestra stessa. La prima sezione consente di impostare i margini di stampa, la seconda consente di impostare alcune opzioni di stampa, la terza sezione della finestra consente di inserire una riga di testo per eventuali personalizzazioni delle stampe; tale testo verrà riportato a piè pagina di ogni pagina stampata. La quarta sezione consente di impostare i parametri per le copie di emergenza. La quinta sezione contiene i parametri per il controllo ortografico. La sesta sezione è utile per impostare la struttura del documento stampato, ossia quali parti inserire e quali escludere dalla stampa. La settima sezione consente di inviare l’edificio compresso via e-mail al supporto Microsoftware o ad un indirizzo specificato. L’ottava sezione permette di personalizzare l’aspetto del programma con varie proposte grafiche. Nella finestra sono presenti, nella parte bassa, i pulsanti “Ok”, “Annulla” e “Applica”, il primo serve per applicare le modifiche apportate e chiudere la finestra, il secondo annulla le modifiche e chiude la finestra il terzo serve per applicare le modifiche senza uscire dalla finestra corrente. Se si sceglie la linguetta “Foglio” è possibile impostare alcuni parametri si stampa come i margini e l’orientamento della carta.

Figura 6.6 – Parametri del programma (Foglio).

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Figura 6.7 – Parametri di stampa (Opzioni).

Nella finestra “Opzioni” è possibile scegliere l’utilizzo della giustificazione del testo ed il sistema di numerazione delle pagine (per esempio pag 2 di 20). Nella finestra “Personalizzazione” è possibile specificare una riga di testo che verrà stampata in basso a sinistra in tutte le stampe di Termo. Inoltre, è possibile scegliere se utilizzare o meno la lista degli ultimi edifici utilizzati e in caso affermativo quanti edifici memorizzare nella cronologia. Questa lista verrà visualizzata sempre nel menù “File”, dopo la voce “Imposta stampante”, come mostrato in (Figura 6.1). Dalla versione 4 è possibile aprire più edifici contemporaneamente, per facilitare lo scambio di dati: per attivare questa possibilità scegliere “Apri gli edifici usando finestre diverse” nella sezione “Apertura edifici”; viceversa se si vuole utilizzare un edificio alla volta scegliere “Apri gli edifici usando una sola finestra”.

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Figura 6.8 – Opzioni di personalizzazione.

Nella finestra “Copia di emergenza” è possibile scegliere se usare o meno il sistema di backup automatico di Termo. Se attivato, Termo, ad ogni apertura di un edificio, salva una copia dello stesso in modo da poter essere ripristinata in seguito ad operazioni che hanno causato la perdita irreversibile di dati (ad esempio cancellazione di dati strutturali o dei locali ecc…). L’eventuale ripristino della copia di emergenza viene effettuato nella finestra “Gestione edifici” (Paragrafo 6.1).

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Figura 6.9 – Parametri gestione copia di emergenza.

Nella finestra "Controllo ortografico" ci sono le opzioni che consentono di controllare gli eventuali errori di ortografia durante la digitazione (sottolineando in rosso le parole errate, ossia non presenti nel dizionario) oppure di correggere automaticamente gli errori durante la digitazione. Anche se entrambe queste opzioni sono disabilitate il pulsante del controllo ortografico manuale rimane comunque attivo e funzionale.

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Figura 6.10 – Parametri del controllo ortografico.

Nella finestra “Invio e-mail” è possibile impostare il nome, l’indirizzo del mittente, il Server per l’invio della posta (SMTP) e la porta del server. Tali dati vengono automaticamente prelevati da Outlook, nel caso questo risulti installato oppure è possibile personalizzare tali dati.

Figura 6.11 – Parametri invio edifici per e-mail.

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Tali impostazioni sono molto importanti in caso di assistenza tecnica, perché l’edificio che richiede un intervento da parte dell’assistenza può essere inviato tramite e-mail, consentendo così una risoluzione di eventuali problemi molto tempestiva. Per inviare l’edificio per e-mail vedere il paragrafo 6.1. Nella finestra “Aspetto” è possibile scegliere l’aspetto grafico di Termo tra “Windows Classic”, “Office XP”, “Office 2003” e “Windows XP” (quest’ultimo solo per sistemi operativi Windows XP).

Figura 6.12 – Impostazione aspetto grafico.

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7. MENÙ EDIFICIO

Il menù Edificio permette di accedere alle finestre di gestione calcolo “Legge 10”, gestione Riqualificazione energetica e al modulo “Impianti termici”. Sono inoltre presenti altre opzioni che permetto all’utente di visualizzare i materiali utilizzati nell’ambito della legge 10, i materiali delle tubazioni utilizzati negli impianti e le normative dei diametri anch’esse utilizzate negli impianti. Quest’ultima funzione è importante in quanto permette di specificare i diametri commerciali in base ai quali il modulo “impianti termici” deve effettuare i calcoli. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di tale funzione e delle altre funzioni di riepilogo degli elementi utilizzati nell’edificio, si rimanda al capitolo 8 relativo agli archivi di base.

Figura 7.1 – Menù edificio.

7.1 Legge 10

Selezionando la voce “Legge 10” del menù edificio viene aperta la finestra di gestione calcolo “Legge 10” che redige la stampa della Relazione tecnica, la verifica dell’EPi ed la stampa dell’Attestato di qualificazione energetica. La gestione Legge 10 presenta sulla sinistra l’albero dell’Edificio, suddiviso in:

• Dati generali • Dati strutturali • Centrali termiche • Zone termiche • Calcolo edificio • Dati descrittivi

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Figura 7.2 – Informazioni generali “Legge 10”.

7.1.1 Dati generali dell’edificio

I dati generali dell’edificio consistono in:

• Informazioni generali, comprendono i dati identificativi dell’opera. È fondamentale specificare il Comune e la Provincia in cui è situato l’edificio; tali dati possono essere inseriti con l’apposita funzione richiamabile col il pulsante

. Tale pulsante permette di aprire la finestra visibile nella figura seguente in cui sono elencati tutti i Comuni d’Italia aggiornati alle ultime normative del 2008; per cercare un Comune basta digitare nell’apposito campo il nome del Comune da trovare e Termo si posizionerà nel Comune desiderato, per confermare cliccare il pulsante “Ok” o fare doppio clic sulla riga selezionata. Fondamentale è il parametro “Tipo di intervento” che consente di specificare se l’edificio è di nuova costruzione, se si tratta di una ristrutturazione, se si tratta di un intervento sul solo impianto termico, ecc…, e di conseguenza il tipo di verifica da effettuare, così come previsto dall’allegato I del D.Lgs. 311/2006. Nel caso in cui si selezioni la voce “Ristrutturazione di un edificio con superficie utile inferiore a 1000 m2” (art. 3, comma 2, lettera c del D.Lgs. 29/12/2006 n. 311)

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non è necessario effettuare il calcolo dell’EPi in quanto non sono richieste verifiche per questo indice; ciò comporta una riduzione delle informazioni che l’utente deve fornire al programma. Tuttavia, la selezione di questa opzione, comporta l’impossibilità di stampare l’attestato di qualificazione energetica ed il diagramma di classificazione energetica che si basano sui valori dell’EPi e dell’EPi limite. Se l’utente desidera produrre tali documenti anche per la tipologia di intervento sopra citata è necessario selezionare la voce “Ristrutturazione di un edificio con superficie utile inferiore a 1000 m2 con calcolo EPi” ed inserire tutti i dati necessari per il calcolo dell’EPi. Individuare il giusto periodo di applicazione poiché in base a quello cambiano i limiti di EPi e trasmittanze. È indispensabile specificare inoltre la temperatura di progetto, il numero di unità abitative dell’edificio e la classificazione dell’edificio sulla base delle tabelle di legge (Figura 7.4), tutti gli altri dati presenti nella sezione Informazioni generali sono comunque importanti per una completa relazione tecnica. Il parametro “Modalità inserimento dati” permette di scegliere se inserire i dati in modalità tabellare oppure con un CAD integrato al programma.

Figura 7.3 – Cerca Comune.

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Figura 7.4 – Classificazione edificio.

• Fattori tipologici, sono piante, sezioni e prospetti, con specifica indicazione dell’orientamento dell’edificio, dell’uso prevalente dei locali e della presenza di sistemi di protezione solare, specificare quali di questi dati verranno inseriti nella relazione.

• Dati climatici, sono i parametri climatici della località, vengono autocompilati se nelle informazioni generali è stato scelto un Comune dall’apposita tabella, è comunque fondamentale inserire i gradi giorno, la temperatura esterna relativa al Comune in cui è situato l’edificio, le Province di riferimento ovvero le Province più vicine all’edificio e i giorni di riscaldamento; il pulsante permette di riallineare i dati climatici del Comune precedentemente selezionato. La temperatura del terreno viene presa in considerazione solo per la verifica termoigrometrica, mentre per l’EPi viene calcolata in base alla normativa.

7.1.2 Dati strutturali

Nei dati strutturali devono essere inserite tutte le tipologie di strutture che verranno utilizzate nell’edificio, essi si dividono in sette tipi:

• Pareti • Pavimenti • Soffitti • Vetrate • Porte • Finestre • Ponti termici

Le tipologie possono essere create ex-novo, basta selezionare la categoria, per esempio “Pareti” e cliccare sul pulsante . Dopo aver scelto il tipo verrà richiesta la descrizione da attribuire alla nuova struttura (Figura 7.5)

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Figura 7.5 – Inserimento descrizione nuovo elemento.

Per l’inserimento dei dati della struttura attenersi alle istruzioni relative riportate nel capitolo 8.2. Per tutte le tipologie, escluse le finestre, è possibile attingere dall’archivio di base selezionando la categoria desiderata e cliccando sul pulsante presente nella barra degli strumenti (Figura 7.6) disposta sopra l’albero dell’edificio.

Figura 7.6 – Barra degli strumenti dell’edificio.

Per importare dall’archivio di base è necessario selezionare l‘elemento desiderato e cliccare sul pulsante presente nella finestra di importazione (Figura 7.8) oppure trascinare (drag & drop) il nodo selezionato nella corrispondente cartella contenuta nella struttura nell’albero dell’edificio. Il pulsante presenta nella finestra di importazione permette di visualizzare la descrizione dettagliata del nodo selezionato mentre il pulsante permette di aprire la finestra di ricerca elemento (Figura 7.3). I dati importati nell’edificio sono comunque modificabili o sostituibili in qualsiasi momento senza aver effetto sugli archivi di base, le modifiche rimarranno nella sola scheda dell’edificio in uso. Entrambe le funzioni di creazione e di importazione possono essere anche richiamate dal menù che compare cliccando con il tasto destro del mouse su una delle categorie (Figura 7.7).

Figura 7.7 – Menù tasto destro del mouse sulle strutture.

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Le strutture inserite possono essere eliminate con l’apposito pulsante . Altre operazioni ammesse sulle strutture sono la duplicazione (pulsante ) e l’esportazione verso gli archivi di base (pulsante ). Nel caso di duplicazione il programma chiederà all’utente il nome dell’elemento duplicato mentre in caso di esportazione verso gli archivi di base verrà chiesta, se presente, anche la categoria all’interno della quale inserire l’elemento esportato.

Figura 7.8 – Finestra di importazione.

Ogni struttura può essere analizzata attraverso il diagramma di Glaser cliccando sul pulsante , per verificare se si presentano fenomeni di condensa interstiziale in una o più interfacce tra i vari strati della struttura. Se la struttura non è utilizzata in alcun locale dell’edificio premendo il pulsante la stessa verrà analizzata utilizzando condizioni climatiche generiche.

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Figura 7.9 – Diagramma di Glaser.

La linea verde identifica la temperatura, quella rossa la pressione di saturazione e quella blu la pressione parziale; se la linea rossa tocca la linea blu la struttura genera condensa. È possibile modificare la visualizzazione dei grafici in modo da vedere solo il grafico delle temperature o solo quello delle pressioni tramite il riquadro “Tipo diagramma”. Cliccando su di un grafico mensile si ottiene l’ingrandimento di quel mese; ricliccando si ritorna alla visualizzazione precedente. Il check “Visualizza retini” permette di abilitare o disabilitare la visione grafica dei retini nelle stratigrafie. Termo, nel riquadro “Analisi interfacce”, evidenzia mese per mese la quantità di condensa eventualmente generata (colonna “gc” nella griglia), partendo dal mese in cui si verifica la condensa. La colonna “Ma” invece rappresenta la condensa accumulata nei mesi precedenti. In alto è possibile scegliere se visualizzare i dati relativi alla struttura nel suo complesso (somma di tutte le interfacce) oppure relativi alla singola interfaccia. La colonna fRsi,min identifica il fattore di qualità minimo ammissibile della struttura affinché non si verifichi condensa superficiale. Quando gc è 0 significa che non c’è condensa in una determinata interfaccia, se è positivo significa che il vapore in quel mese condensa in quell’interfaccia fra due strati, se è negativo significa che la condensa sta evaporando (se Ma decresce fino ad azzerarsi si può dire che la condensa è evaporata completamente). Per quanto riguarda la verifica della condensazione superficiale è sufficiente confrontare il fattore di qualità della struttura fRsi con il valore di fRsi,min massimo (fRsi,max); se il

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fattore di qualità è superiore significa che non si verificano fenomeni di condensazione superficiale. In basso viene visualizzato il riepilogo dei dati, con l’indicazione dell’eventuale quantità di condensa (che deve essere inferiore a 500 g/m²) e viene anche riportato se la condensa riesce ad evaporare completamente nei mesi più caldi. L’ultima dicitura è rossa se la struttura non è verificata oppure verde se è verificata, cioè se non presenta condensa affatto oppure se la quantità di condensa è inferiore al limite e riesce ad evaporare completamente.

Figura 7.10 – Finestra.

Le finestre non hanno un archivio di base quindi vanno sempre create ex-novo. Nella parte superiore della schermata sono presenti i dati generali della finestra come la tipologia, la spunta “doppio serramento” ed in sola lettura la trasmittanza totale della finestra ed il relativo limite superiore. Se viene spuntato il controllo “doppio serramento” verrà richiesta anche la resistenza dell’intercapedine, che può essere anche calcolata cliccando sul pulsante .

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Se si tratta di un doppio serramento nella parte sottostante della gestione finestre vanno inseriti sia i dati della finestra interna che quelli della finestra esterna. Termo possiede un automatismo per la creazione delle finestre attivabile con il pulsante qui sotto raffigurato.

Figura 7.11 – Pulsante di calcolo caratteristiche geometriche finestra.

La pressione di questo pulsante attiva la gestione qui sotto raffigurata.

Figura 7.12 – Automatismo per la generazione delle finestre.

Inserendo negli appositi spazi forma geometrica, larghezza, altezza, numero di ante, numero di elementi orizzontali, spessore medio del telaio e altezza della soprafinestra, il programma calcolerà l’area della vetrata, il perimetro della vetrata e l’area del telaio. Le modifiche apportate a questi valori verranno visualizzate in tempo reale mediante un semplice disegno posto sul lato destro della videata e rappresentante la finestra editata. Dopo aver inserito le caratteristiche geometriche della finestra occorre inserire la trasmittanza selezionando una struttura vetrata. In questo caso, premendo sul pulsante

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, è possibile prelevare i dati o dall’archivio di base o dai dati strutturali precedentemente inseriti. È importante inoltre inserire le trasmittanze del telaio. Anche in questo caso è previsto sia l’inserimento manuale dei valori sia la loro importazione da un archivio di base (Figura 7.13) richiamabile tramite la pressione del pulsante .

Figura 7.13 – Finestra di scelta trasmittanze telaio.

Se presente deve essere specificato il sottofinestra, inserendo l’area e la struttura che lo compone, importandola con il pulsante . Stessa cosa per il cassonetto di cui va specificata l’area e la trasmittanza che può essere calcolata premendo il pulsante . Se la finestra è dotata di una tapparella è sufficiente cliccare sul pulsante per calcolare la resistenza termica addizionale dovuta a chiusure chiuse. Nella finestra può essere applicato un ponte termico che verrà automaticamente dimensionato dal programma in base alle dimensioni della finestra. Per ultimo può essere specificato il coefficiente di trasmissione solare dei vetri, inserendolo manualmente o importandolo con l’apposito pulsante . Infine i ponti termici possono essere importati dall’archivio di base o creati ex-novo come precedentemente spiegato per le altre strutture. Se viene creato un nuovo ponte termico è fondamentale specificare il tipo di ponte termico (angoli, balconi, pilastri ecc..) e la trasmittanza lineica. Se vengono forniti anche i valori di L2D, l1 e l2 è possibile effettuare il calcolo della trasmittanza del ponte termico, premendo il pulsante e fornendo le trasmittanze U1 e U2 delle pareti che formano il ponte termico, le cui lunghezze utilizzate nel modello di calcolo sono rispettivamente l1 e l2.

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7.1.3 Centrali termiche

Per centrali termiche vengono intesi i generatori con cui sono riscaldate le zone termiche. Per creare una centrale termica selezionare il nodo omonimo e cliccare sul pulsante o premere il tasto destro del mouse. La finestra delle centrali termiche è suddivisa in sei parti accessibili tramite linguette presenti nella parte superiore della finestra stessa.

Figura 7.14 – Prima sezione dati generatore.

La prima sezione contiene i dati del generatore, descrizione, marca, modello, note e tutti i dati relativi al rendimento e alle perdite del generatore (dati forniti dalle case produttrici). È possibile scegliere un generatore tra quelli proposti dall’archivio di base di Termo cliccando sul pulsante . Nel caso in cui i dati relativi alle perdite o ai rendimenti dovessero mancare Termo permette di calcolarli in modo semplice con delle finestre di aiuto, attivabili dai relativi

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pulsanti , dove scegliendo tra i dati proposti quelli più adatti alla situazione si otterrà il valore desiderato. Nella seconda sezione vanno specificati il tipo di impianto di riscaldamento (che influenza il calcolo dei rendimenti di produzione e distribuzione dell’impianto di acqua calda sanitaria) e il rendimento di distribuzione che può essere calcolato con il pulsante

. Gli altri dati presenti riassumono le zone termiche servite dal generatore, il volume lordo totale riscaldato, la superficie totale che lo delimita ed il relativo rapporto S/V. Le successive sezioni contengono i dati descrittivi dell’impianto, tra cui i sistemi di generazione, dove inserire una descrizione del sistema di generazione impiegato. Ad esempio:

• generatore di calore ad acqua calda centralizzato alimentato a metano; • complesso di cogenerazione di energia termica ed elettrica installato presso

l’edificio; • sistema cogenerativo urbano o di quartiere; • pompe di calore elettriche aria-acqua per climatizzazione delle singole unità

immobiliari. I dati relativi ai sistemi di termoregolazione possono essere per esempio:

• gruppo di termoregolazione in centrale termica, pilotato dalla temperatura esterna ed operante sulla temperatura dell’acqua in uscita dal generatore di calore, il gruppo è dotato di programmatore che consente la regolazione delle temperatura ambiente su due livelli nell’arco delle 24 ore;

• sistema di termoregolazione di una singola unità immobiliare, pilotato dalla temperatura media rilevata da 3 sonde di temperatura poste in 3 ambienti diversi, il sistema è dotato di programmatore che consente l’accensione e lo spegnimento automatico sino a 14 volte nell’arco di una settimana e la regolazione delle temperatura media degli ambienti su 2 livelli nell’arco delle 24 ore;

• valvole termostatiche da radiatore pilotate da sensore termico inserito nella testa dell’apparecchio.

I dati omessi di queste sezioni non verranno stampati. Una centrale termica può essere utilizzata su una o più zone termiche.

7.1.4 Zone termiche

La zona termica è un’insieme di locali che sono riscaldati dalla stessa centrale termica. Attraverso il nodo “Zone termiche” è possibile accedere ad una sezione denominata “Locali non contenuti in zone termiche” che conterrà tutti i locali non riscaldati (per esempio vano scala, cantina, ecc…) o che comunque non sono associabili a zone termiche, ad esempio locali riscaldati che non concorrono alla verifica dell’edificio perché è sufficiente verificare solo una determinata zona. Per creare una zona termica selezionare il nodo omonimo e cliccare sul pulsante o premere il tasto destro del mouse.

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La finestra delle zone termiche è suddivisa in tre parti accessibili tramite linguette presenti nella parte superiore della finestra stessa.

Figura 7.15 – Prima sezione dati zona termica.

La prima sezione comprende i dati della zona; vanno inseriti la classificazione della zona termica, la temperatura di progetto il regime di funzionamento, il tipo di accensione, il tipo di ventilazione, il volume lordo riscaldato e la superficie che lo delimita. Termo permette di definire un profilo di regolazione climatica che consente, durante alcuni periodi temporali, la riduzione della temperatura a valori al di sotto di quello usuale di progetto. La procedura di calcolo del regime intermittente è ritenuta valida soltanto per i sistemi di riscaldamento nei quali l’emissione di calore può essere regolata agevolmente in maniera rapida a seconda delle variazioni del fabbisogno di calore. Inoltre la potenza del sistema di riscaldamento deve essere tale da assicurare il raggiungimento della temperatura interna di progetto quando la temperatura esterna è al valore di progetto più basso. Se il sistema di riscaldamento è dimensionato in modo preciso si dovrebbe utilizzare un regime di funzionamento intermittente. Sono previsti i seguenti regimi di funzionamento:

• continuo, non è applicato alcun profilo di riscaldamento intermittente; • spegnimento, il sistema di riscaldamento non fornisce calore;

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• regime attenuato, il flusso di calore è controllato per mantenere una temperatura attenuata;

• regime ridotto, il calore è fornito in funzione della temperatura esterna ad una potenza inferiore a quella del regime normale.

A seconda del regime di funzionamento, le modalità di funzionamento all’accensione possono seguire due diverse strategie:

• accensione prefissata, il tempo di accensione dell’avviamento è fissato dall’utente;

• accensione ottimizzata, il sistema di regolazione ottimizza i tempi di accensione in funzione della temperatura interna ed esterna.

Cliccando sui pulsanti il programma fornirà delucidazioni in merito ai campi da compilare. Il campo tipo di ventilazione permette di selezionare la modalità di calcolo utilizzata dal programma per determinare la quantità d’aria per infiltrazione attraverso i componenti edilizi. Sono possibili due opzioni:

• ventilazione naturale • ventilazione forzata.

Entrambe le modalità di ventilazione sono legate al tipo di schermatura dell’edificio rispetto al clima esterno, alla permeabilità delle pareti e alla differenza di temperatura tra interno ed esterno. Nel caso di ventilazione meccanica è necessario impostare i coefficienti di esposizione al vento e, se presente, il rendimento del recuperatore di calore. Il volume lordo riscaldato e la superficie che lo delimita devono essere definiti solo se si utilizza la modalità di inserimento dati tabellare; nella modalità CAD questi vengono automaticamente compilati dopo aver eseguito il disegno.

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Figura 7.16 – Seconda sezione centrale termica.

Nella seconda sezione deve essere specificata la centrale termica che riscalda la zona in questione. La centrale termica può essere importata cliccando sul pulsante dai dati strutturali o dall’archivio di base; se importata dall’archivio Termo provvederà ad aggiungere automaticamente la nuova centrale termica nell’omonimo nodo. Successivamente vanno inseriti il rendimento di regolazione e di emissione che possono essere calcolati con i relativi pulsanti , dove scegliendo tra i dati proposti quelli più adatti alla situazione si otterrà il valore desiderato.

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Figura 7.17 – Terza sezione produzione acqua calda sanitaria.

Nella terza sezione vanno inseriti i dati relativi la produzione di acqua calda sanitaria. Il sistema di produzione permette di stabilire se l’acqua calda sanitaria (ACS) viene fornita dallo stesso generatore di calore utilizzato per il riscaldamento o da un altro dispositivo. La scelta effettuata ed il tipo di impianto di riscaldamento (scheda Centrali termiche, Dati zona termica) influenzano il calcolo dei rendimenti di produzione e distribuzione dell’impianto di ACS. Per completare correttamente i dati richiesti per la produzione di acqua calda sanitaria Termo permette di calcolarli in modo semplice con delle finestre di aiuto, attivabili dai relativi pulsanti , dove scegliendo tra i dati proposti quelli più adatti alla situazione si otterrà il valore desiderato. La temperatura acqua prodotta ed entrante rappresentano rispettivamente la temperatura di erogazione dell’acqua calda sanitaria e quella della rete dell’acqua fredda sanitaria. Convenzionalmente si considera una differenza di temperatura tra acqua fredda e acqua calda di 25 °C, corrispondente ad una temperatura di ingresso (entrante) di 15 °C ed una temperatura di erogazione (prodotta) di 40 °C. Se nella sezione “Dati generali - Informazioni Generali” è stata scelta la modalità di inserimento dati tabellare occorre inserire, a questo punto, tutti i locali come specificato qui di seguito; altrimenti passare al capitolo Inserimento dati tramite CAD.

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Ogni locale presente nell’edificio deve essere inserito nella zona termica di appartenenza; i locali non assegnati ad alcuna zona termica saranno quelli non riscaldati o quelli che non intervengono nella verifica (nel caso di ampliamento dell’edificio per un volume superiore del 20% dell’edificio esistente è sufficiente verificare il solo ampliamento). Per creare un nuovo locale posizionarsi su una zona termica e cliccare il pulsante , oppure premere il tasto destro del mouse. I locali riscaldati possono essere spostati da una zona termica all’altra con il drag & drop; tutti i locali, sia riscaldati che non possono essere spostati di posizione all’interno della zona di appartenenza utilizzando il drag & drop oppure cliccando sugli appositi pulsanti

. Nei locali riscaldati vanno inseriti area, volume netto, temperatura interna (se diversa da quella di progetto), tipo di ventilazione ed il numero di ricambi d’aria. Il tipo di ventilazione è utilizzata dal programma per determinare la quantità d’aria per infiltrazione attraverso i componenti edilizi del locale. Questo campo è modificabile solamente se per la zona termica è stata impostata l’utilizzo della ventilazione forzata (tramite il campo tipo di ventilazione). Inoltre, nel locale vanno specificate le strutture che lo compongono ovvero pareti, pavimenti, soffitti e ponti termici. Per l’inserimento dei dati sopra citati occorre selezionare il locale, cliccare sul pulsante

o premere il tasto destro del mouse e scegliere quale struttura si vuole inserire tra quelle proposte nel menù (Figura 7.18). In alternativa, lo stesso menù è attivabile premendo il pulsante presente nella barra degli strumenti presenti sopra l’albero dell’edificio.

Figura 7.18 – Menù inserimento strutture nei locali.

L’importazione dei dati strutturali avviene attingendo i dati inseriti nella precedente sezione ed utilizzando i soliti metodi di importazione (Figura 7.8). I dati riportati negli spazi con sfondo grigio sono quelli calcolati o derivanti dall’archivio di base e comunque non modificabili, gli altri dati come il volume, la lunghezza o il locale adiacente devono essere specificati dall’utente poiché indispensabili per i calcoli. Se la struttura inserita nel locale è un pavimento verso terra o una parete addossata al terreno vanno specificati ulteriori dati, come la tipologia del pavimento (controterra, su intercapedine o piano interrato), alcuni dati geometrici e informazioni sull’isolamento. Per ulteriori informazioni riferirsi alla norma UNI EN ISO 13370.

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Nelle pareti vanno specificati anche i serramenti presenti, questi possono essere inseriti selezionando la parete che li contiene e cliccando o sul pulsante della barra degli strumenti o premendo il tasto destro del mouse (Figura 7.19).

Figura 7.19 – Menù integrato con la scelta dei serramenti.

Se il serramento inserito è una porta occorre specificarne l’area, mentre se è una finestra l’area è già stata definita in precedenza; occorre però specificare, se presenti, le ostruzioni che provocano ombreggiatura sul componente finestrato, inserendo l’angolo di incidenza di eventuali ostruzioni esterne, aggetti orizzontali e/o verticali.

Figura 7.20 – Dati della finestra.

Anche per i locali è prevista l’operazione di duplicazione (pulsante ) che permette di duplicare un locale e tutte le relative strutture ad esso collegate. Per quanto riguarda i ponti termici, occorre specificare se si tratta di una dispersione tra interno ed esterno oppure attraverso un locale non riscaldato: per fare questo scegliere <esterno> nel campo “locale adiacente” per il primo caso oppure scegliere il locale opportuno nel secondo caso. In più è necessario specificare la lunghezza caratteristica del ponte termico nell’apposito campo.

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Qualora si tratti di un ponte termico provocato da un innesto di un solaio in una parete esterna oppure di un divisorio in una parete esterna occorre anche verificare che detto ponte termico sia corretto. Infatti se un ponte termico è corretto, la trasmittanza della parete va confrontata con il limite imposto dal D.Lgs. 311, altrimenti è la trasmittanza media tra parete e ponte termico che va confrontata con il limite. Per verificare se un ponte termico è corretto scegliere la parete principale e la parete che si innesta nella parete principale: Termo provvederà a calcolare la lunghezza della parete fittizia, secondo le definizioni del D.Lgs. 311, e cioè il tratto di parete esterna in corrispondenza del ponte termico, la sua trasmittanza e a dare una valutazione se il ponte termico è effettivamente corretto.

Figura 7.21 – Correzione ponte termico.

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Figura 7.22 – Parete fittizia.

Ritornando alla finestra dei locali riscaldati, nella parte alta ci saranno riportati dei dati riassuntivi come il tipo di locale e la dispersione totale, nella parte bassa invece potrà essere inserito il tipo e il numero di elementi radianti presenti nella stanza. Per l’inserimento degli elementi radianti cliccare sul pulsante , si aprirà la finestra di importazione elementi radianti presenti nell’archivio di base da cui potremo importare uno o più tipi di elementi radianti. Se il tipo di elemento radiante è unico Termo proporrà in automatico il numero di elementi necessari altrimenti è necessario modificare manualmente il numero. Il programma ha una funzione di calcolo automatico elementi radianti che serve per definire, nel caso di più modelli, il numero di elementi radianti ancora necessari per il modello selezionato.

Attenzione ! Termo è in grado di calcolare in automatico il numero di elementi radianti necessari solo se il calcolo delle dispersioni è già stato effettuato.

I locali non riscaldati possono essere inseriti soltanto nel nodo speciale “Locali non contenuti in zone termiche” e devono essere inseriti unicamente per il calcolo della loro temperatura interna, che è determinata dai locali riscaldati adiacenti e dalla temperatura esterna. La temperatura interna può essere inserita manualmente, calcolata in base al tipo di locale (selezionandone uno proposto da Termo) (Figura 7.23) o calcolata in base alle strutture; quest’ultima opzione richiede che siano state inserite le strutture che compongono il locale non riscaldato.

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Figura 7.23 – Selezione tipologia locale non riscaldato.

Una volta inserita una struttura in un locale, oppure una finestra in una struttura o ancora un ponte termico in un locale, è possibile sostituire l’elemento inserito con un altro già presente nell’edificio. Ad esempio se si inserisce una parete, con relativi dati geometrici e serramenti, e poi ci si accorge di aver sbagliato, Termo mette a disposizione un’apposita funzione che permette di sostituire tale parete con un’altra, senza dover reinserire tutti i dati e le eventuali finestre e/o porte. Questa funzione è accessibile tramite il pulsante oppure dal menu contestuale (tasto destro del mouse). La sostituzione agisce sulle strutture, sulle finestre, sulle porte e sui ponti termici di un determinato locale. Un’altra possibilità che Termo mette a disposizione è la rotazione dei locali; infatti le pareti prevedono un’esposizione identificabile con un punto cardinale (N, E, S, O). Se per qualunque motivo (ad esempio palazzine simmetriche) fosse necessario effettuare una rotazione oppure un ribaltamento rispetto ad un asse di un locale è sufficiente premere il pulsante , selezionare i locali da ruotare/ribaltare e scegliere il tipo di rotazione/ribaltamento da effettuare.

Figura 7.24 - Rotazione e ribaltamento di locali.

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7.1.5 Inserimento dati tramite CAD

Questa funzione viene attivata dalla sezione Dati generali, Informazioni generali, Modalità inserimento dati. Tale modalità consente di inserire le pareti e i locali di ogni piano tramite input grafico, cioè disegnando le strutture sull’apposita tavola messa a disposizione. Il primo passo da fare per l’inserimento grafico dei dati è definire i piani nell’omonima sezione.

Figura 7.25 – Gestione piani.

Per creare un nuovo piano cliccare sul pulsante poi definire dalla griglia il nome del piano e la quota; i piani verranno automaticamente ordinati per quota. In ogni piano vanno definiti il soffitto e il pavimento scegliendoli tra le strutture precedentemente selezionate. Va inserito inoltre il livello medio del terreno che è la quota media del terreno circostante. Il pulsante permette di duplicare il piano selezionato; verrà creata una copia del piano con un nuovo nome. Il pulsante genera un nuovo piano sopra quello selezionato con la particolarità di creare un’unione tra i due piani, viene cioè omesso il solaio (utile in caso di piani sfalsati). Dopo aver definito i piani si passa alla sezione Layout come mostra la figura di seguito.

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Figura 7.26 – Layout del primo piano dell’esempio.

In questa finestra ci sono nuove toolbar: quella in alto nella parte destra della finestra (Figura 7.27) si riferisce agli oggetti che possono essere posizionati e dimensionati nel disegno e alla selezione del piano, l’eventuale disegno di sfondo utilizzabile come ausilio per l’inserimento dei dati. Quella in basso (Figura 7.28) riguarda i parametri grafici del disegno.

Figura 7.27 – Toolbar degli oggetti del disegno.

Figura 7.28 – Toolbar dei parametri grafici del disegno.

Di seguito viene elencato il significato dei vari pulsanti. Toolbar oggetti:

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Modalità selezione. In questa modalità è possibile selezionare un oggetto nel disegno per visionarne le proprietà geometriche o strutturali, oppure per cancellarlo o modificarne posizione e dimensioni.

Modalità inserimento parete. Per inserire una parete premere questo bottone; verrà visualizzata la finestra di importazione delle pareti nella quale si deve scegliere quale tipologia di parete inserire, selezionandola tra quelle inserite precedentemente nella sezione “Dati strutturali”. Una volta scelta si può disegnare la parete sulla tavola e quando la parete è stata inserita si può proseguire con l’inserimento di un’altra parete della stessa tipologia; se si vuole cambiare tipo di parete basta ripremere il bottone.

Modalità inserimento copertura. Per inserire una copertura premere questo bottone; verrà visualizzata la finestra di importazione delle coperture nella quale si deve scegliere quale tipologia di copertura inserire, selezionandola tra quelle inserite precedentemente nella sezione “Dati strutturali”. Una volta scelta si può disegnare la copertura sulla tavola; ogni clic sulla tavola corrisponderà ad un vertice. Quando la copertura è stata inserita premere ESC per interrompere l’inserimento. Poi si può proseguire con l’inserimento di un’altra della stessa tipologia; se si vuole cambiare tipo basta ripremere il bottone.

Si possono inserire le coperture solo nelle parti di disegno in cui non è presente un piano superiore.

Modalità inserimento locale. Per inserire un locale premere questo bottone poi cliccare nello spazio del disegno, racchiuso da pareti, da assegnare ad un locale; il nome e le proprietà del locale possono essere modificate selezionando il locale e agendo nelle proprietà come spiegato in seguito.

Modalità inserimento serramento. Per inserire un serramento premere questo bottone; verrà visualizzata la finestra di importazione dei serramenti nella quale si deve scegliere la tipologia di serramento da inserire, selezionandola tra quelle inserite precedentemente nella sezione “Dati strutturali”. Il serramento va inserito esclusivamente all’interno di una parete. Dopo aver inserito il serramento si rimane in modalità inserimento serramento, per poterne definire altri.

Modalità inserimento lucernario. Per inserire un lucernario premere questo bottone; verrà visualizzata la finestra di importazione dei lucernari nella quale si deve scegliere la tipologia di lucernario da inserire, selezionandola tra quelle inserite precedentemente nella sezione “Dati strutturali”. Il lucernario va inserito esclusivamente all’interno di una copertura. Dopo aver inserito il lucernario si rimane in modalità inserimento lucernario, per poterne definire altri.

Modalità inserimento porta. Come per i serramenti permette di inserire una porta. Modalità inserimento orientamento, questo va posizionato una sola volta nel

disegno e ruotato nella direzione giusta. Visualizza coperture, se il pulsante è cliccato verranno visualizzate le coperture ove

presenti altrimenti verranno nascoste; nascondendole possono essere selezionabili gli elementi presenti al di sotto delle coperture.

Selettore di piano. Consente di specificare su quale piano andare ad operare. Il

piano può essere selezionato tramite la combobox, scegliendo il nome del piano

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desiderato, oppure tramite i bottoni su/giù rispettivamente per passare al piano superiore (se presente) o inferiore (se presente).

Cancella elemento. Cancella l’elemento selezionato. Se non c’è alcun elemento correntemente selezionato questo bottone è disattivato. Cancellando una parete si cancellano anche tutte le finestre e le porte contenute.

Disegno di sfondo. Questa funzione permette di inserire un disegno di AutoCAD (in formato DWG o DXF) come sfondo della tavola, in modo da facilitare l’inserimento delle pareti; in questo modo è sufficiente ricalcare lo sfondo, aiutati anche dallo snap.

Edificio in 3D. Questa funzione genera la rappresentazione grafica in 3D

dell’edificio. Toolbar parametri:

Posizione del cursore. Indica la posizione corrente, in m, del mouse nella tavola. È

utile anche per valutare la posizione iniziale e finale delle pareti.

Snap. Attiva/disattiva la modalità snap su griglia. Se questa modalità è attiva il cursore è vincolato a muoversi su una griglia le cui maglie sono ampie 10 cm. In questo modo non c’è rischio di inserire punti poco precisi. La modalità snap può essere attivata anche con il tasto F9.

Griglia. Attiva/disattiva la visualizzazione della griglia. Se questa modalità è attiva

(e se il livello di ingrandimento non è eccessivamente basso) verranno visualizzati i nodi di una griglia le cui maglie sono ampie 10 cm. La griglia può essere attivata/disattivata anche con il tasto F7.

Osnap. Attiva/disattiva la modalità snap su oggetto. Se questa modalità è attiva,

quando il cursore si trova in prossimità di un vertice di una parete o di una linea del disegno di sfondo verrà calamitato verso tale vertice. In questo modo si avrà la certezza che il punto inserito coinciderà esattamente con quello già presente nel disegno. La modalità osnap può essere attivata/disattivata anche con il tasto F3.

Orto. Attiva/disattiva la modalità orto. Se questa modalità è attiva sarà possibile

inserire soltanto pareti perfettamente orizzontali o verticali (a meno che non sia attiva anche la modalità osnap e ci si trovi in prossimità di un vertice, nel qual caso la parete terminerà sul vertice a prescindere dall’ortogonalità). La modalità orto può essere attivata/disattivata anche con il tasto F8.

Modalità zoom finestra. Permette di definire un rettangolo (finestra) che verrà

ridimensionato per occupare tutto lo schermo. Questa funzione serve per ingrandire un determinato dettaglio del disegno. Dopo aver definito la finestra si ritorna automaticamente alla modalità selezione.

Zoom in. Ingrandisce il disegno.

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Zoom out. Rimpiccolisce il disegno. Adatta zoom alla finestra. Adatta zoom all’estensione del disegno. Zoom precedente.

Quando si disegna la pianta di un piano, la prima operazione da fare, se si ha a disposizione il disegno di AutoCAD della pianta, è di caricare questo disegno sullo sfondo, così si avrà una guida per disporre tutte le pareti. Per fare questo premere il bottone della toolbar oggetti del disegno.

Figura 7.29 – Caricamento di un disegno di sfondo.

Verrà visualizzata una finestra in cui si deve dapprima selezionare il file di disegno (bottone ), stando attenti che non sia troppo voluminoso, altrimenti si subiranno degli inevitabili rallentamenti durante la fase di input, e poi definire la scale e l’origine degli assi. La scala è indispensabile per una corretta conversione tra le unità del DWG/DXF e l’unità di misura di Termo, il m. L’origine degli assi è calcolato automaticamente dal programma, in base al contenuto del disegno, ma può essere modificato. Premere “OK” per confermare e caricare il disegno come sfondo delle tavole dei piani, che verrà riportato in grigio chiaro per non confondersi con le pareti che sono in nero, il livello di trasparenza è comunque modificabile. Per eliminare il disegno di sfondo cliccare sul pulsante .

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Ora si possono inserire le pareti (bottone della toolbar oggetti) che grazie alla funzione osnap è un’operazione semplicissima. Infatti basta avvicinarsi con il cursore ad una linea di riferimento che il vertice più vicino verrà evidenziato con un quadratino e da lì partirà la parete selezionata.

Figura 7.30 – Snap su una linea del disegno di sfondo.

A questo punto si preme il pulsante sinistro del mouse e si trascina fino al punto finale della parete utilizzando anche in questo caso lo snap su oggetto. Rilasciando il pulsante del mouse l’input della parete sarà completo.

Figura 7.31 – Inserimento di una parete.

Da notare che la parete non è una semplice linea, ma piuttosto un rettangolo che come tale ha uno spessore. Lo spessore è stata definito in precedenza, durante l’inserimento della parete nei “Dati strutturali”. Se ci si accorge che lo spessore della parete non coincide con quello del disegno di sfondo, o si vuole cambiarlo per altri motivi, è sufficiente andare nella sezione “Dati strutturali”, individuare la tipologia di parete in questione e modificarne lo spessore. Al ritorno nel disegno tutte le pareti della stessa tipologia verranno riadattate automaticamente alla nuova misura inserita. Quando si usa lo snap su oggetti o la modalità orto, è possibile decidere da quale parte deve essere rivolta la parete con un semplice movimento del mouse. Questo perché per inserire la parete (che è un rettangolo) vengono definiti soltanto due punti (la base), mentre gli altri sono normalmente proposti in automatico. Ad esempio si voglia inserire un rettangolo orizzontale; allora si clicca con il mouse su di un punto, si trascina e si lascia su un altro punto che ha la stessa ordinata del punto precedente. Se si attiva la modalità orto, questa è un’operazione automatica. Il rettangolo in queste condizioni si svilupperà al di sopra o al di sotto della linea orizzontale appena tracciata? Il programma propone una soluzione; se non è quella desiderata, ad esempio se il rettangolo è tutto al di sotto della linea ma si voleva il contrario, è sufficiente spostare il mouse leggermente verso l’alto e il rettangolo sarà ribaltato. Analogamente spostandosi verso il basso il rettangolo sarà ribaltato nuovamente.

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Per definire i vari locali occorre prima definirne il perimetro tramite le pareti, quindi è assolutamente necessario che non ci siano spazi tra le pareti, cioè queste devono toccarsi. Per assicurarsi di ciò ci si può aiutare ancora una volta con lo snap su oggetti, che funziona non solo con il disegno di sfondo ma anche con le pareti effettivamente inserite. Per avere una prova certa della continuità tra due pareti non deve essere presente il segmento che le divide. Per un esempio di pareti contigue vedere la Figura 7.32, per un esempio di pareti non contigue vedere la Figura 7.33.

Figura 7.32 – Pareti contigue.

Figura 7.33 – Pareti non contigue.

Per inserire un locale premere il bottone della toolbar oggetti e cliccare nel disegno in una zona completamente delimitata da pareti. Se l’inserimento è andato a buon fine si otterrà un risultato analogo a quello della Figura 7.34, con la descrizione del locale riportata in nero e l’area che costituisce il locale colorata in rosa (oppure in grigio se il locale è stato definito come non riscaldato). Se invece la zona che circonda il punto di inserimento del locale non è completamente delimitata oppure è già definito un locale per quell’area la descrizione del locale verrà riportata in grigio e l’area che costituisce il locale non verrà colorata. In questo caso bisogna spostare il locale in un’altra area oppure disegnare le pareti intorno (inserimento del locale prima delle pareti che lo delimitano) che è ancora un’operazione lecita (in questo caso il locale si colorerà di rosa o di grigio quando la parete immessa chiuderà il perimetro del locale).

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Figura 7.34 – Inserimento di un locale.

L’inserimento di una finestra o di una porta si esegue dapprima selezionando l’opportuna modalità (bottone oppure ) e poi cliccando su una parete già inserita nel disegno. Tenendo premuto il pulsante del mouse è possibile scegliere la posizione dell’elemento muovendosi all’interno della parete, fino al rilascio del pulsante che conferma l’inserimento.

Figura 7.35 – Inserimento di una finestra.

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Per modificare un inserimento errato o non soddisfacente si deve scegliere la modalità selezione (bottone ) e cliccare sull’oggetto da modificare (parete, locale, finestra, porta). A questo punto verranno visualizzati i punti di controllo dell’oggetto selezionato (4 per le pareti, 1 per le finestre e le porte): se si tratta di una parete è possibile modificarne le dimensioni e/o la posizione agendo sui punti di controllo corrispondenti con i 4 vertici del rettangolo; se si tratta di porte o finestre è possibile muoverli lungo la parete su cui giacciono cliccando sul punto di controllo; se si tratta di un locale è possibile spostarlo altrove cliccando sul punto di inserimento dello stesso.

Figura 7.36 – Modifica di una parete.

Una volta inseriti tutti gli elementi di un piano, si può passare al piano superiore, utilizzando il selettore di piano. Si possono presentare due possibilità:

• È presente il disegno di sfondo e si vuole utilizzarlo anche per il secondo piano • Non è presente il disegno di sfondo oppure non si vuole utilizzarlo perché si

utilizzerà il layout del piano inferiore come ausilio per il disegno del piano superiore, visto che sono simili.

Nel primo caso è opportuno utilizzare il pulsante e caricare uno sfondo come precedentemente spiegato, altrimenti il programma in automatico proporrà come sfondo il disegno del piano sottostante. L’inserimento di una copertura si esegue dapprima selezionando l’opportuna modalità (bottone ) poi cliccando con il pulsante sinistro sul disegno, ogni clic crea un vertice della copertura, passando vicino ai punti delle pareti si potrà godere delle funzione osnap per facilitare l’inserimento dei vertici; spostandosi con il mouse e cliccando ad ogni vertice si otterrà la forma di copertura desiderata. L’inserimento di un lucernario si esegue selezionando l’opportuna modalità (bottone ) e poi cliccando su una copertura già inserita nel disegno. Per visionare e modificare le proprietà di un oggetto occorre selezionarlo. Si è già visto che un oggetto selezionato è individuabile dalla presenza dei punti di controllo o dal fatto che il suo bordo è tratteggiato (per i locali, in più, la descrizione dello stesso è rossa). Per le pareti le proprietà sono riportate in Figura 7.37.

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Figura 7.37 – Parametri della parete.

Dopo aver inserito tutte le strutture e i locali, occorre modificare le proprietà di ogni singolo locale, agendo nella finestra riportata nella figura sottostante.

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Figura 7.38 – Parametri del locale.

È fondamentale inserire la zona termica di appartenenza, specificare se è un locale riscaldato o meno. Il pulsante permette di estendere il locale al piano superiore; in questo modo il locale viene copiato sul piano superiore, viene tolto il solaio che li divide e viene applicata dal programma un’unione con il locale superiore e viceversa nel locale del piano di sopra. L’unione tra due locali, può essere effettuata manualmente agendo sull’apposita scelta. Il pulsante attiva la possibilità di specificare degli scambi termici con il terreno nel caso in cui sia presente un pavimento controterra, un pavimento su intercapedine o un piano interrato. Il pulsante attiva la finestra di definizione solai del locale, questi vengono definiti automaticamente dal programma a seconda dei solai scelti per ogni piano ma il tipo ed il colore possono essere modificati su ogni locale a seconda delle proprie esigenze; l’area e il locale adiacente vengono invece presi dal disegno e non possono essere modificati. Infine il pulsante attiva la finestra di gestione dei ponti temici, in cui è possibile inserire uno o più ponti termici del locale scegliendoli tra quelli inseriti nei dati strutturali e specificando la loro lunghezza.

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Figura 7.39 – Parametri della porta.

Nelle proprietà della porta è possibile modificare la larghezza, l’altezza e il tipo di porta.

Figura 7.40 – Parametri della finestra.

Nelle proprietà della finestra è possibile modificare il tipo di finestra e si possono inserire i fattori di riduzione dovuti a ombreggiature e tendaggi.

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Figura 7.41 – Parametri della copertura.

Nelle proprietà della copertura è possibile modificare il tipo, il colore, la posizione di ogni vertice e l’altezza dei vertici fissi. La griglia contiene tutti i vertici della copertura con relativa posizione (x, y) e quota (z) tutte definite in metri. La copertura deve avere tre altezze fissate poiché un piano è definito univocamente da tre punti; queste sono automaticamente rilevate dal programma in fase di creazione della copertura ma possono essere comunque modificate. L'utente può scegliere altre altezze fisse rispetto a quelle proposte dal programma deselezionando sulla colonna "Fissa" quelle che non desidera e selezionando le altre. L'altezza del vertice (z) può essere modificata solo se l'altezza è stata spuntata come fissa; le altre altezze verranno automaticamente ricalcolate da Termo. L'altezza minima ammessa dal programma è pari al livello del piano, l'altezza massima, nel caso in cui è presente un piano superiore è quella del piano stesso, altrimenti è l'altezza del piano più 10.

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Figura 7.42 – Parametri del lucernario.

Nelle proprietà del lucernario è possibile modificare il tipo di lucernario.

7.1.6 Controllo dei dati inseriti

Nella barra degli strumenti dell’edificio è presente anche il pulsante per il controllo dei dati inseriti . Dopo aver premuto questo pulsante, alla fine del controllo, verrà visualizzata una finestra che indica gli eventuali dati mancanti.

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Figura 7.43 – Verifica dati formato tabellare

La finestra verifica dati (Figura 7.43) è dotata di un semaforo che denota con il rosso una situazione in cui ci sono dei dati essenziali mancanti quindi non sarà possibile effettuare la verifica dell’edificio, con il giallo è possibile effettuare la verifica anche se mancano dei dati importanti, con il verde il semaforo evidenzia una situazione ottimale dove è possibile effettuare la verifica e tutti i dati necessari sono stati correttamente inseriti. Ogni riga delle tabelle che elencano i dati mancanti sono dei collegamenti con i dati stessi ovvero basterà fare doppio clic sulla riga che Termo porterà direttamente al punto in cui il dato è assente. È inoltre possibile visualizzare il tutto in maniera testuale cliccando sul pulsante . Il controllo dei dati può essere anche stampata cliccando sul pulsante in alto a destra della finestra.

7.1.7 Verifica edificio

Dopo l’inserimento di tutti i locali nelle relative zone termiche può essere avviata la verifica dell’edificio; il nodo “Verifica” sarà in grassetto finché questa non sarà stata eseguita.

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Figura 7.44 – Finestra verifica edificio.

Nella parte superiore della finestra ci sono dei dati riassuntivi dell’edificio; per effettuare la verifica occorre cliccare sul pulsante Calcola. Come prima operazione Termo effettua il controllo che tutti i dati essenziali siano stati inseriti, operazione questa che può essere eseguita anche manualmente premendo il pulsante della barra degli strumenti dell’edificio. Se i dati essenziali sono stati tutti inseriti si può procedere con i calcoli. Nella parte inferiore della finestra saranno elencate tutte le zone termiche con i dati del rendimento globale medio stagionale e dell’EPi: l’ultima colonna indica se la verifica per la zona specifica ha dato esito positivo (sfondo cella verde) o negativo (sfondo cella rosso). In basso vengono mostrati i dettagli della verifica e le motivazioni dell’esito. Anche qui il colore rosso indica esito negativo, mentre il verde esito positivo. La verifica si intende positiva quando tutti i controlli effettuati risultano positivi. Ad esempio se si sta trattando un edificio di nuova costruzione, affinché i calcoli siano verificati l’EPi deve essere inferiore all’EPi limite per ogni zona termica. In più non si devono verificare fenomeni di condensa superficiale o interstiziale, la trasmittanza dei

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divisori deve essere inferiore a 0,8 W/m²K (se la classe dell’edificio è diversa da E.8 e siamo in zona C,D,E o F) e le masse superficiali delle pareti esterne devono essere superiori a 230 kg/m² (se siamo in zona A,B,C, D o E e l’irradianza sul piano orizzontale nel mese di massima insolazione è maggiore o uguale a 290 W/m²). In basso è possibile scegliere se visualizzare il dettaglio relativo a:

• Trasmittanze, per analizzare le trasmittanze delle singole pareti, comprensive di eventuali ponti termici non corretti, e confrontarle con i valori limite;

• Verifica termoigrometrica, per verificare l’eventuale presenza di fenomeni di condensazione superficiale o interstiziale delle pareti dell’edificio (premendo il pulsante si ha il dettaglio mensile della struttura selezionata);

• Masse superficiali, per verificare che le masse superficiali delle singole pareti siano superiori al limite imposto;

• Dati della zona termica, per analizzare le energie che concorrono mese per mese al fabbisogno energetico per il calcolo dell’EPi (Q, funzionamento continuo) e per il calcolo del rendimento (QR, funzionamento intermittente).

A seconda del tipo di intervento alcuni di questi dettagli non saranno accessibili perché non costituiscono valori sottoposti a verifica.

Figura 7.45 - Dettaglio della verifica termoigrometrica.

7.1.8 Dati descrittivi

Questo capitolo comprende specifici elementi che motivano eventuali deroghe a norme fissate dal regolamento, tale sezione è suddivisa in dati descrittivi, fonti rinnovabili, deroghe, allegati e dichiarazione di rispondenza. Nei dati descrittivi vanno specificati la classe dei serramenti, la valutazione dell’efficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrate, in quanto, in base al comma 10 del D.Lgs. 29/12/2006 n. 311, è obbligatoria la presenza di efficaci sistemi schermanti esterni in

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caso nuova costruzione o ristrutturazione di collegi, conventi, case di pena e caserme aventi superficie utile maggiore di 1000 m2; inoltre tali schermi devono essere presenti anche in caso di nuova costruzione o ristrutturazione di edifici appartenenti alle classi E2, E3, E4, E5 e E7 (classificazione descritta nel D.P.R. 26/08/1993 n. 412) e l’attenuazione dei ponti termici. Nella sezione relativa alle fonti rinnovabili di energia vanno inserite delle valutazioni specifiche per l’utilizzo delle stesse (ai sensi dell’art. 1 comma 3 della legge) e gli impianti solari utilizzati per la produzione di acqua calda sanitaria. Nelle deroghe vanno inserite le specifiche riguardanti le seguenti prescrizioni:

• Temperatura massima negli ambienti. • Produzione centralizzata mediante generatori di calore separati per il

riscaldamento e l’acqua calda sanitaria. • Adozione di dispositivi di regolazione automatica della temperatura nei singoli

locali. Negli allegati va specificata la presenza di elaborati grafici e tabelle di calcolo. La finestra presenta una lista predefinita dove a fianco è possibile inserire il numero di allegati di quel tipo presenti nella relazione inoltre viene data la possibilità di definirne altri nello spazio sottostante la lista predefinita. Nella sezione dichiarazione di rispondenza possono essere inseriti i dati che completano la dichiarazione di rispondenza; se tali dati non vengono immessi verranno lasciati gli spazi vuoti, per poi completare la dichiarazione a penna una volta stampata.

7.1.9 Menù stampa

Premendo il pulsante presente sulla barra degli strumenti della finestra Edificio oppure cliccando con il tasto destro del mouse sopra un nodo qualsiasi dell’albero è possibile accedere al menù di stampa visibile nella seguente figura.

Figura 7.46 – Menù di stampa.

La prima voce del menù permette di stampare la relazione tecnica finale del calcolo termico in conformità all’articolo 28 della legge 09/01/91 n° 10. La voce “Stampa dati edificio” consente di stampare i dati inseriti nei vari nodi formanti l’albero dell’edificio. Cliccando su tale opzione viene mostrata una nuova finestra (Figura 7.47) in cui è possibile specificare se stampare i dati relativi all’intero edificio o solamente i capitoli desiderati.

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Figura 7.47 – Menù stampa dati dell’edificio.

Il capitolo relativo alla verifica dell’edificio non è stampabile se i rispettivi calcoli non sono stati ancora effettuati al momento della stampa. La terza opzione di stampa permette di ottenere su supporto cartaceo la lista di tutti gli elementi radianti utilizzati in una zona termica o in tutte le zone termiche presenti nell’edificio. Per stampare i dati relativi alla zona desiderata è necessario selezionare tale zona nell’albero dell’edificio ed avviare il comando di stampa. Selezionando un qualsiasi altro nodo dell’albero è invece possibile stampare la lista degli elementi radianti utilizzati in tutte le zone termiche presenti nell’edificio.

7.1.10 Stampa attestato di certificazione e di qualificazione energetica

L’attestato di certificazione energetica degli edifici è prodotto utilizzando le procedure e metodologie approvate dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano ovvero le procedure stabilite dai Comuni con proprio regolamento antecedente alla data dell’8 ottobre 2005. L’attestato di certificazione energetica si ottiene selezionando la zona termica interessata e cliccando sul pulsante oppure premendo il tasto destro del mouse.

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Figura 7.48 – Finestra classificazione energetica.

Il tipo di classificazione energetica da prendere in considerazione dipende da quando indicato nel regolamento degli enti competenti. In assenza del regolamento di cui sopra, in luogo dell’attestato di certificazione energetica è prodotto l’attestato di qualificazione energetica conformemente allo schema riportato all’allegato A del D.M. 297 del 19/02/2007; tale attestato si ottiene selezionando la zona termica interessata, cliccando sul pulsante oppure premendo il tasto destro del mouse

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Figura 7.49 – Finestra attestato di qualificazione energetica.

e completando i dati mancanti sull’apposita finestra (Figura 7.49). Cliccando sui pulsanti il programma fornirà delucidazioni in merito ai campi da compilare.

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7.2 Riqualificazione energetica

Selezionando la voce “Riqualificazione energetica” viene aperta la finestra di gestione “Riqualificazione energetica” che redige esclusivamente l’Attestato di qualificazione energetica. Anche questa gestione presenta sulla sinistra l’albero dell’Edificio, suddiviso in:

• Dati generali • Dati strutturali • Centrali termiche • Zone termiche • Calcolo edificio • Dati descrittivi

L’inserimento dati per questa gestione è pressoché identico a quelle descritto nel capitolo Legge 10 ad esclusione di alcune sezioni riportate di seguito. I dati richiesti sono esclusivamente quelli indispensabili per la sola redazione dell’Attestato di qualificazione energetica.

Figura 7.50 – Informazioni generali “Riqualificazione energetica”.

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7.2.1 Dati generali dell’edificio

I dati generali dell’edificio consistono in:

• Informazioni generali, comprendono i dati identificativi dell’opera. È fondamentale specificare il Comune e la Provincia in cui è situato l’edificio; tali dati possono essere inseriti con l’apposita funzione richiamabile col il pulsante

. Tale pulsante permette di aprire la finestra visibile nella figura seguente in cui sono elencati tutti i Comuni d’Italia aggiornati alle ultime normative del 2008; per cercare un Comune basta digitare nell’apposito campo il nome del Comune da trovare e Termo si posizionerà nel Comune desiderato, per confermare cliccare il pulsante “Ok” o fare doppio clic sulla riga selezionata. Se l’utente vuole effettuare un calcolo rigoroso, su “Metodo di calcolo” deve scegliere D.Lgs. 311/2006 altrimenti, se vuole utilizzare dei metodi di calcolo semplificati, può scegliere D.M. 19/02/2007 Allegato B per interventi effettuati prima del 2008 o D.M. 07/04/2008 Allegato G per interventi effettuati dopo il 2008; a seconda della scelta effettuata il programma richiederà solo i dati opportuni. Individuare il giusto periodo di applicazione poiché in base a quello cambiano i limiti di EPi e trasmittanze. È indispensabile specificare inoltre la temperatura di progetto e la classificazione dell’edificio sulla base delle tabelle di legge, tutti gli altri dati presenti nella sezione Informazioni generali sono comunque importanti per un completo Attestato di qualificazione energetica. Il parametro “Modalità inserimento dati” permette di scegliere se inserire i dati in modalità tabellare oppure con un CAD integrato al programma.

7.2.2 Verifica edificio

Dopo l’inserimento di tutti i locali nelle relative zone termiche (vedi capitolo Legge 10) può essere avviata la verifica dell’edificio; il nodo “Verifica” sarà in grassetto finché questa non sarà stata eseguita.

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Figura 7.51 – Finestra verifica edificio (Allegato G).

Nella parte superiore della finestra ci sono dei dati riassuntivi dell’edificio; per effettuare la verifica occorre cliccare sul pulsante Calcola. Come prima operazione Termo effettua il controllo che tutti i dati essenziali siano stati inseriti, operazione questa che può essere eseguita anche manualmente premendo il pulsante della barra degli strumenti dell’edificio. Se i dati essenziali sono stati tutti inseriti si può procedere con i calcoli. Nella parte inferiore della finestra saranno elencate tutte le zone termiche con i relativi rendimenti ed EPi; l’ultima colonna indica se la verifica per la zona specifica ha dato esito positivo (sfondo cella verde) o negativo (sfondo cella rosso). La verifica si intende positiva quando tutti i controlli effettuati risultano positivi. In basso è possibile scegliere se visualizzare il dettaglio relativo alle Trasmittanze, per analizzare le trasmittanze delle singole pareti, comprensive di eventuali ponti termici non corretti e solo nel caso di calcolo D.Lgs. 311/2006 i dati della zona termica, per analizzare le energie che concorrono mese per mese al fabbisogno energetico per il calcolo dell’EPi (Q, funzionamento continuo) e per il calcolo del rendimento (QR, funzionamento intermittente).

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7.3 Impianti termici

Selezionando la voce “Impianti termici” del menù edificio viene aperta la finestra di gestione dell’omonimo modulo che presenta sulla sinistra l’albero dell’Edificio. Esso è suddiviso in:

• Dati generali • Elementi utilizzati • Zone termiche

Figura 7.52 – Informazioni generali “Impianti termici”.

7.3.1 Dati generali dell’edificio

I dati generali dell’edificio consistono in:

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• Informazioni generali, comprendono i dati identificativi dell’opera. I dati relativi al Comune e alla Provincia possono essere inseriti con l’apposita funzione richiamabile col il pulsante già descritta nel capitolo 7.1.1.

• Dati di calcolo, rappresentano i dati fondamentali sui quali si basa il calcolo degli impianti termici. La “temperatura ambiente” viene utilizzata per il calcolo della potenza effettiva dei terminali; il parametro “Delta T” rappresenta la differenza di temperatura fra l’acqua entrante nei terminale e quella uscente; generalmente sono adottati valori variabili da 10 a 15 °C negli impianti con caldaie tradizionali e da 5 a 10 °C negli impianti con caldaie a condensazione e pompe di calore. Con caldaie a condensazione e pompe di calore un salto termico contenuto serve ad aumentare la resa termica dei corpi scaldanti. Questo parametro è utilizzato per determinare la portata di fluido (espressa in l/h) in relazione alla potenza termica richiesta. Il “fattore moltiplicativo per l’intermittenza” viene utilizzato solamente nel caso in cui l’utente desideri impostare le potenze termiche richieste dai terminali dell’impianto in funzione delle dispersioni calcolate tramite la legge 10. Infine, tramite l’ultimo parametro, è possibile stabilire la velocità della ventola dei ventilconvettori; questo parametro influenza il fattore correttivo globale tramite il quale si calcola la potenza termica effettiva di un di un ventilconvettore rispetto alla potenza termica nominale inserita dall’utente.

7.3.2 Elementi utilizzati nell’edificio

Questa sezione racchiude tutti gli elementi utilizzabili all’interno di un impianto termico. Essi sono suddivisi in cinque cartelle rappresentanti rispettivamente le tubazioni, le valvole, i terminali (radiatori, termoconvettori e ventilconvettori), i pannelli radianti ed i collettori. Ogni elemento può essere creato ex-novo: basta selezionare la categoria, per esempio “Terminali” e cliccare sul pulsante . Verrà richiesta la descrizione da attribuire al nuovo elemento (Figura 7.53)

Figura 7.53 – Inserimento descrizione nuovo elemento.

I dati da inserire per ogni elemento sono simili a quelli presenti negli archivi di base e quindi si rimanda al capitolo 8 per maggiori informazioni. Esistono tuttavia delle differenze per quanto concerne gli elementi “Collettori” e “Terminali”. Per i terminali è possibile specificare eventuali valvole presenti all’ingresso (valvola termostatica) e all’uscita

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(detentore) dell’elemento. Per i collettori è possibile specificare le valvole di preregolazione, di intercettazione ed un’eventuale valvola di zona presente all’ingresso del collettore. L’associazione di valvole ai collettori e ai terminali permette di velocizzare la successiva fase di stesura del layout dell’impianto (Figura 7.54).

Figura 7.54 – Dati dei terminali presenti nell’edificio.

Le valvole possono essere associate all’elemento in questione mediante il pulsante presente a lato del campo desiderato. La sua pressione permette di attivare una finestra all’interno della quale è possibile selezionare la valvola. Si ricorda che le valvole selezionabili sono solamente quelle presenti nella cartella “Valvole” della sezione “elementi utilizzati” e quindi è necessario definire opportunamente le valvole prima di poterle assegnare ai terminali o ai collettori. Per cancellare l’assegnazione di una valvola ad un terminale (o ad un collettore) è sufficiente premere il pulsante presente a lato del campo desiderato. Altre differenze rispetto agli archivi di base del programma sono la possibilità di specificare la tipologia degli attacchi dei radiatori e la possibilità di inserire nella scheda dei collettori il valore di una perdita aggiuntiva per la contabilizzazione del calore. La tipologia degli attacchi del radiatore è selezionabile tramite una combo box fra dei valori preimpostati. Tale selezione influenza sia il calcolo della potenza effettiva del terminale

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sia il calcolo delle lunghezza di andata e ritorno dei rami dell’impianto che collegano il radiatore.

Figura 7.55 – Finestra di assegnazione delle valvole.

Per tutti gli elementi presenti nella sezione “elementi utilizzati” è possibile attingere dall’archivio di base selezionando la categoria desiderata e cliccando sul pulsante presente nella barra degli strumenti (Figura 7.56) disposta sopra l’albero dell’edificio.

Figura 7.56 – Barra degli strumenti dell’edificio.

Per importare dall’archivio di base è necessario selezionare la voce desiderate e cliccare sul pulsante presente nella finestra di importazione (Figura 7.58) oppure trascinare (drag & drop) il nodo selezionato nella corrispondente cartella presente nella struttura nell’albero dell’edificio. Il pulsante situato nella finestra di importazione permette di visualizzare la descrizione dettagliata del nodo selezionato ed un’eventuale immagine associata mentre il pulsante

permette di aprire la finestra di ricerca elemento analoga a quella vista nei capitoli precedenti. I dati importati nell’edificio sono comunque modificabili o sostituibili in qualsiasi momento senza aver effetto sugli archivi di base, le modifiche rimarranno nella sola scheda dell’edificio in uso.

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Entrambe le funzioni di creazione e di importazione possono essere anche richiamate dal menù che compare cliccando con il tasto destro del mouse su una delle categorie (Figura 7.57).

Figura 7.57 – Menù tasto destro del mouse sugli elementi utilizzati.

Gli elementi inseriti possono essere eliminati con l’apposito pulsante . Altre operazioni ammesse sugli elementi sono la duplicazione (pulsante ) e l’esportazione verso gli archivi di base (pulsante ). Nel caso di duplicazione il programma chiederà all’utente il nome dell’elemento duplicato mentre in caso di esportazione verso gli archivi di base verrà chiesta, se presente, anche la categoria all’interno della quale inserire l’elemento esportato.

Figura 7.58 – Finestra di importazione.

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7.3.3 Zone termiche

La zona termica è un’insieme di piani che sono riscaldati dallo stesso generatore. Per creare una zona termica selezionare il nodo omonimo e cliccare sul pulsante o premere il tasto destro del mouse. Nella finestra della zona termica (Figura 7.59) è possibile specificare i principali dati del generatore e del fluido. Per maggiori informazioni relative ai dati del generatore si rimanda al capitolo degli archivi di base. I dati del fluido sono costituiti dalla temperatura media in caldaia, dalla densità e dalla viscosità. In particolare questi ultimi due campi possono essere calcolati in funzione della temperatura media premendo il pulsante posto a lato di ciascun campo. Tramite il pulsante presente vicino al campo descrizione è possibile importare dall’archivio di base un generatore. In questo caso i dati relativi al fluido verranno automaticamente compilati se non presenti. In particolare la temperatura media in caldaia verrà prelevata dall’archivio di base mentre la viscosità e la densità verranno calcolati.

Figura 7.59 – Dati della zona termica.

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Il programma offre anche la possibilità di importare una zona termica presente nel modulo “Legge 10”. Per eseguire tale operazione basta premere il pulsante posto nella barra sopra l’albero dell’edificio o premere il tasto destro del mouse. Nella fase di importazione il programma provvederà anche ad importare automaticamente il generatore definito per tale zona e calcolare i dati relativi al fluido termovettore. All’atto della creazione di una nuova zona termica verrà creato anche un piano associato a tale zona. Un piano rappresenta il nodo sul quale è possibile inserire lo schema di impianto vero e proprio. Oltre al disegno dell’impianto è possibile associare al piano una descrizione identificativa ed una quota. Quest’ultima è necessaria nel caso in cui si desideri realizzare impianti termici con colonne montanti e viene utilizzata per calcolare le lunghezza delle colonne montanti. È importante che due piani collegati da una stessa colonna montante abbiano quote diverse. Ulteriori piani possono essere creati mediante il pulsante oppure attraverso la duplicazione di un piano già esistente (pulsante ). L’eliminazione di un piano avviene tramite la pressione dell’apposito pulsante . Tramite il nodo “piano” è possibile inserire gli elementi che costituiscono l’impianto termico tramite input grafico cioè disegno la struttura sull’apposita tavola messa a disposizione.

Figura 7.60 – Layout di un piano dell’impianto termico.

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In questa finestra sono presenti due toolbar: quella in alto (Figura 7.61) si riferisce agli oggetti che possono essere posizionati e dimensionati nel disegno mentre quella in basso (Figura 7.62) riguarda i parametri grafici del disegno. Inoltre è presente un pannello in cui viene mostrata e può essere impostata la posizione del cursore (Figura 7.63).

Figura 7.61 – Toolbar degli oggetti del disegno.

Figura 7.62 – Toolbar dei parametri grafici del disegno.

Figura 7.63 – Pannello di controllo della posizione del cursore.

Di seguito vengono elencati i significati grafici dei vari bottoni. Toolbar oggetti:

Attivare (o disattiva) la modalità a schermo intero che, nascondendo l’albero di navigazione e la finestra del programma, permette al layout dell’impianto di occupare la dimensione totale dello schermo.

permette di inserire il generatore della zona termica nel disegno. È possibile inserire il generatore solamente in un piano della zona termica anche se questa è composta da più piani. Il collegamento tra i vari piani avviene tramite le colonne montanti.

permette di inserire un terminale nel disegno. Se nalla sezione “terminali” degli elementi utilizzati nell’impianto sono presenti più voci, alla pressione del pulsante verrà attivata una finestra mediante la quale è possibile selezionare il terminale desiderato. In questa finestra verranno quindi riepilogati riepilogati tutti i radiatori, termoconvettori e ventilconvettori definiti nella sezione “elementi utilizzati” dell’edificio. Se la sezione terminali contiene invece un solo elemento, quest’ultimo verrà automaticamente selezionato. Per inserire nel disegno il terminale selezionato basta effettuare un doppio click sulla voce desiderata o trascinare quest’ultima sopra il layout del disegno nella posizione desiderata.

permette di inserire un pannello radiante nel layout. Anche in questo caso alla pressione del pulsante verrà visualizzata o meno una finestra mediante la quale è

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possibile selezionare il pannello radiante desiderato in funzione del fatto che nella sezione “pannelli radianti” degli elementi utilizzati sono presenti una o più voci.

permette di inserire una valvola nel disegno con le stesse modalità viste per i terminali.

permette di inserire una colonna montante nel disegno.

permette di inserire un collettore nel disegno.

permette di inserire una tubazione nel disegno.

cancella l’elemento/i selezionato/i. Se non c’è alcun elemento selezionato questo bottone è disattivato. Cancellando una elemento a cui è associata un’etichetta verrà cancellata anche quest’ultima se presente. Nel caso di cancellazione di una tubazione, l’etichetta verrà eliminata solamente se la tubazione selezionata è l’unica appartenente ad un ramo altrimenti verrà associata ad un’altra tubazione appartenente alle stesso ramo.

cancella tutto il contenuto del piano, cioè tutte gli elementi formanti l’impianto del piano.

Permette di modificare le proprietà dei pannelli radianti selezionati. Questo comando è disponibile solamente se nella sezione “elementi utilizzati” sono stati inseriti dei pannelli radianti. Per maggiori informazioni si rimanda al capitolo successivo.

modifica la scala degli elementi disegnati (ad accezione delle tubazioni). Questo comando permette di aumentare (o diminuire) il fattore di scale dei vari elementi che compongono l’impianto. È bene precisare che questo comando permette di modificare solamente le dimensioni grafiche dell’oggetto ma non la sua posizione. Alle pressione del pulsante viene aperta la finestra di Figura 7.64 che permette di specificare sia il fattore di scala sia gli elementi sottoposti a modifica.

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Figura 7.64 – Modifica della scale degli elementi dell’impianto.

modifica il carattere delle etichetta associate agli elementi del disegno. Premendo questo pulsante viene visualizzata la finestra di Figura 7.65 in cui è possibile specificare il font desiderato e le etichette che devono essere sottoposte a modifica.

attiva il controllo degli errori nello schema dell’impianto. Premendo questo pulsante vengono individuati ed evidenziati eventuali anomalie dovute a errati collegamenti fra gli elementi dell’impianto.

Effettua il calcolo dell’impianto. (per maggiori informazioni vedere il capitolo successivo).

Questa funzione permette di impostare i principali parametri del disegno (Figura 7.66) come le sue dimensioni, la presenza della griglia, ecc. e di inserire un disegno di AutoCAD (in formato DWG o DXF) come sfondo della tavola, in modo da facilitare l’inserimento degli elementi. Premendo il pulsante verrà visualizzata una finestra in cui si deve dapprima selezionare il file di disegno (bottone ), stando attenti che non sia troppo voluminoso, altrimenti si subiranno degli inevitabili rallentamenti durante la fase di input, e poi definire la scale e l’origine degli assi. La scala è indispensabile per una corretta conversione tra le unità del DWG/DXF e l’unità di misura di Termo. Per eliminare lo sfondo del disegno premere il pulsante

. Maggiori informazioni relative alla finestra di impostazione del disegno verranno fornite in seguito.

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Figura 7.65 – Modifica del carattere delle etichette.

Toolbar parametri:

Attiva/disattiva la modalità snap su griglia. Se questa modalità è attiva il cursore è

vincolato a muoversi su una griglia di dimensione impostabile tramite la scheda “Snap e Griglia” della finestra “Impostazioni del disegno”. In questo modo non c’è rischio di inserire punti poco precisi. La modalità snap può essere attivata anche con il tasto F9.

Attiva/disattiva la visualizzazione della griglia. Se questa modalità è attiva (e se il

livello di ingrandimento non è eccessivamente basso) verranno visualizzati i nodi di una griglia di dimensione impostabile tramite la scheda “Snap e Griglia” della finestra “Impostazioni del disegno”. La griglia può essere attivata/disattivata anche con il tasto F7.

Attiva/disattiva la modalità snap su oggetto. Se questa modalità è attiva, quando il

cursore si trova in prossimità di un vertice delle linee di sfondo o di un punto di

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ancoraggio degli elementi verrà calamitato verso tale vertice. In questo modo si avrà la certezza che il punto inserito coinciderà esattamente con uno già presente nel disegno. La modalità osnap può essere attivata/disattivata anche con il tasto F3. I parametri relativi alla funzione “Osnap” possono essere impostati tramite la scheda “Snap ad oggetto” della finestra “Impostazioni del disegno”. Tramite questa scheda è possibile specificare le modalità di osnap attive, le dimensioni entro cui si deve attivare l’effetto “calamita” e le dimensioni ed il colore del contrassegno sullo schermo indicante l’attivazione o meno dell’osnap.

Attiva/disattiva la modalità orto. Se questa modalità è attiva sarà possibile

effettuare spostamenti perfettamente orizzontali o verticali (a meno che non sia attiva anche la modalità osnap e ci si trovi in prossimità di un vertice). La modalità orto può essere attivata/disattivata anche con il tasto F8 ed è utilizzata principalmente per inserire tubazioni perfettamente orizzontali o verticali.

Ingrandisce il disegno.

Rimpiccolisce il disegno.

Zoom a finestra.

Zoom pagina. Adatta le dimensioni del disegno a quelle della pagina.

Adatta lo zoom all’estensione del disegno.

Attiva lo zoom precedente (se esistente).

Pannello di controllo della posizione del cursore:

Sono presenti quattro campi nei quali è visibile o modificabile le posizione del cursore. Essa è rappresentata sia in coordinate cartesiane (cioè x e y), nei campi a sinistra, sia in coordinate polari (raggio e angolo) nei campi a destra. Le coordinate inoltre possono essere espresse sia in coordinate assolute (cioè rispetto all’origine degli assi) sia in coordinate relative cioè rispetto alla posizione dell’ultimo punto inserito. Quest’ultima funzione è molto utile nel caso si voglia inserire una tubazione di lunghezza prefissata, ad esempio 5 m. In tal caso, dopo aver posizionato il punto iniziale della tubazione, si deve specificare la lunghezza della tubazione. Per avere una tubazione perfettamente orizzontale basta inserire il valore 5 nella casella x e 0 nella casella y; per avere una tubazione perfettamente verticale inserire il valore x = 0 e y = 5 mentre per avere una tubazione inclinata è più conveniente utilizzare le coordinate polari in quanto è sufficiente selezionare il valore 5 nel campo raggio e l’angolo di inclinazione nel campo angolo. Si ricorda che per passare da un campo all’altro presente in questo pannello di controllo si deve premere il tasto TAB mentre per confermare l’operazione si deve premere il tasto Invio. Il passaggio da coordinate assolute a coordinate relative può essere effettuato mediante gli appositi pulsanti posti sul pannello di controllo o mediante la pressione del tasto F6.

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Figura 7.66 – Impostazioni del disegno.

Quando si disegna lo schema di un impianto, la prima operazione da fare, se si ha a disposizione il disegno di AutoCAD della pianta, è di caricare questo disegno sullo sfondo, così si avrà una guida per disporre tutti gli elementi. Per fare questo premere il bottone sopra descritto. Ora si possono inserire gli elementi dell’impianto vero e proprio. Ad esempio si possono posizionare il generatore, tutti i terminali presenti nei vari locali del piano, i collettori ed infine le tubazioni.

Attenzione ! Affinché i vari elementi dell’impianto termico siano correttamente collegati tra loro è necessario che la funzione di Osnap sia attiva.

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Figura 7.67 – Object Snap su una terminale dell’impianto.

Per modificare un inserimento errato o non soddisfacente si deve selezione l’oggetto da modificare mediante un click sopra di esso. A questo punto verranno visualizzati i punti di controllo dell’oggetto selezionato (2 per le tubazioni e 6 per gli altri elementi). Se l’oggetto in selezione è una tubazione è possibile modificare singolarmente i due vertici della stessa mentre se si tratta di un qualsiasi altro oggetto (ad eccezione dei pannelli radianti) è possibile solamente spostare l’oggetto.

Figura 7.68 – Modifica di un terminale.

L’inserimento dei pannelli radiante avviene tramite una polilinea che permette di individuare il contorno dell’area interessata dal pannello. Una volta attivata la funzione di inserimento di un pannello radiante tramite il pulsante, si devono individuare i vertici del contorno e alla fine dell’operazione premere il tasto Esc. Per modificare la posizione dei vertici basta selezionare il pannello mediante un clic sopra di esso (quanto un pannello è selezionato vengono evidenziati tutti i vertici) e spostare il vertice desiderato. Dopo avere inserito o selezionato un elemento dell’impianto, nella parte destra dello schermo viene mostrata una scheda contenente tutte le informazioni ed i parametri impostabili per l’oggetto in questione. In questa scheda vengono riportati anche i principali risultati del procedimento di calcolo che verrà descritto in seguito. I principali parametri impostabili per ogni oggetto (ad eccezione delle tubazioni e dei pannelli radianti) sono: posizione, angolo di rotazione, scala dell’oggetto, elevazione rispetto al piano. Inoltre per i terminali, i collettori e le colonne montanti sono presenti ulteriori due campi che permettono di specificare un eventuale numero di curve addizionali non disegnabili necessarie per collegare l’elemento ed un’eventuale lunghezza addizionale anch’essa non disegnabile. Nella scheda sono presenti anche dei campi non modificabili (come le dimensioni dei vari oggetti) in quanto calcolati dal programma. Per le tubazioni il programma permette di specificare il punto iniziale ed il punto finale mentre la lunghezza viene automaticamente calcolata. Oltre ai dati geometrici per ogni elemento è necessario specificare i parametri necessari al calcolo dell’impianto. Di seguito vengono riportati i campi da compilare per ogni elemento:

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Figura 7.69 – Parametri dei terminali (a), generatori (b) e collettori (c).

Terminali: (Figura 7.69a) si deve specificare la potenza termica richiesta dal terminale. Questa può essere inserita manualmente o importata (pulsante ) dai calcoli delle dispersioni effettuati mediante il modulo “Legge 10“. In questo secondo caso il valore della dispersione viene moltiplicato per il “fattore moltiplicativo per l’intermittenza” impostabile attraverso il nodo “dati di calcolo” della sezione “Dati generali”. Collettori: (Figura 7.69c) è necessario specificare il numero delle uscite e la prevalenza di zona se si desidera che non venga calcolata automaticamente. Valvole: (Figura 7.70a) è necessario specificare il modello della valvola e, nel caso sia presente, la sua posizione di taratura. Il programma è in grado di calcolare automaticamente il modello della valvola in base al diametro degli attacchi in modo tale che questi si adattino al diametro delle tubazioni a cui la valvola stessa è connessa. In particolare la scelta viene effettuata cercando il modello avente diametro di attacco maggiore o uguale a quello della tubazione. Se la posizione di taratura della valvola (che viene utilizzata per reperire dall’archivio il valore di Kv necessario per calcolare la perdite della valvola) non dovesse essere specificata, il programma utilizzerà un valore di default (dipendente dal tipo di valvola). Per le valvole di taratura ed i detentori viene fornita la possibilità di effettuare il calcolo automatico della posizione di taratura. In questo caso il

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programma calcolerà la posizione di taratura ottimale al fine di ridurre lo sbilanciamento presente fra i vari rami che compongono l’impianto. Colonne montanti e tubazioni: (Figura 7.70b, Figura 7.70c) è necessario specificare il diametro della colonna montante (o della tubazione) qualora non si voglia che il programma calcoli automaticamente tale valore. Per effettuare tale operazione basta attivare il flag “Diametro fisso” e scegliere il valore desiderato nella ComboBox.

Figura 7.70 – Parametri delle valvole (a), colonne montanti (b) e tubazioni (c).

Pannelli radianti: (Figura 7.71) è necessario specificare la potenza richiesta al pannello che può essere anche importata dai calcoli delle dispersioni effettuati mediante il modulo “Legge 10” con le stesse modalità viste per i terminale. Tramite questa scheda è possibile anche modificare anche i dati geometri e costruttivi del pannello. I dati geometrici riguardano la posizione dei vertici, l’area della zona periferica cioè un’area non interessata da riscaldamento o caratterizzata da un diverso valore di interasse e un’eventuale lunghezza di adduzione. Per indicare che la zona periferica non è interessata da riscaldamento si deve impostare a zero il valore dell’interasse della zona periferica. L’area complessiva del pannello radiante è calcolata automaticamente dal programma. È possibile anche eliminare o aggiungere altri vertici al pannello mediante i pulsanti presenti nella scheda. Il primo permette di eliminare il vertice selezionato

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che è evidenziato in rosso ed è selezionabile tramite il relativo edit posto a lato; il secondo invece permette di inserire ulteriori vertici dopo quello selezionato. Anche in questo caso per completare l’inserimento dei vertici si deve premere il pulsante Esc. I dati costruttivi riguardano sia la struttura che contiene il pannello radiante (resistenza termica del pavimento, resistenza termica sotto pannello, conducibilità termica del massetto, spessore del massetto) sia la temperatura ambientale. I dati sono modificabili tramite la pressione del pulsante che mostra la stessa finestra attivabile mediante il pulsante ma in riferimento al solo pannello radiante in modifica. Per collegare una tubazione ad un pannello radiante si deve attivare la funzione di Osnap e far coincidere un estremo della tubazione con un punto qualsiasi del contorno del pannello.

Figura 7.71 – Parametri dei pannelli radianti.

Per evitare errori in fase di verifica dati (procedura che viene avviata automaticamente prima di effettuare il calcolo), bisogna prestare attenzione alla cancellazione delle voci presenti nella sezione “elementi utilizzati” dell’edificio perché esse potrebbero essere stata inserite come elementi all’interno del layout di un impianto. Ad esempio cancellando una voce dalla sezione “tubazioni”, tutti gli elementi dell’impianto facenti riferimento alla tubazione cancellata verranno eliminati dallo schema. L’eliminazione di un modello di valvola invece potrebbe comportare l’invalidazione delle impostazioni effettuate per le valvole; in questo caso è necessario per le valvole non valide assegnare nuovi modello e posizione di taratura.

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Dati costruttivi dei pannelli radianti Mediante il pulsante è possibile attivare la finestra mostrata in figura (Figura 7.72) tramite la quale è possibile modificare i parametri relativi alle caratteristiche fisiche della struttura di contenimento di uno o più pannelli. Tramite le check box è possibile selezionare solamente le voci che si vogliono effettivamente modificare. Inoltre è possibile indicare se tali valori devono essere usati come default per i successivi pannelli radianti che verranno inseriti nel layout dell’impianto. La modifica può interessare il solo pannello radiante selezionato, tutti quelli del piano corrente o tutti quelli presenti nella zona termica corrente.

Figura 7.72 – Dati costruttivi del pannelli radianti.

Il valore della conducibilità termica del massetto può essere importato dagli archivi di base dei materiali mentre i valori di resistenza termica del pavimento e di resistenza termica sotto pannello possono essere calcolati mediante le finestre mostrate in Figura 7.73 e Figura 7.74. La temperatura ambiente è solo in lettura perché il suo valore può essere modificato nella sezione “Dati di calcolo” della struttura dell’impianto termico.

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Figura 7.73 – Calcolo della resistenza termica del pavimento.

Figura 7.74 – Calcolo della resistenza termica sotto pannello.

Gestione delle etichette Ad ogni elemento viene associata un’etichetta (quelle delle tubazioni sono visibili solamente quando il calcolo dell’impianto è stato effettuato) che può essere personalizzata nel tipo di carattere, nella posizione e nell’orientamento. Il carattere dell’etichetta può essere modificato attraverso la pressione del pulsante che attiva la finestra mostrata in Figura 7.65 decritta precedentemente.

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Per modificare la posizione invece basta selezionare l’etichetta desiderata (che viene evidenziata tramite la visualizzazione dei punti di controllo) e spostarla sul layout nella posizione desiderata proprio come accade per gli elementi che compongono l’impianto. Si ricorda tuttavia che la posizione dell’etichetta è relativa a quella dell’oggetto a cui è associata, cioè spostando l’oggetto viene spostata anche l’etichetta. Premendo con il tasto destro del mouse sopra un’etichetta compare un menù (Figura 7.75) nel quale è possibile selezione la voce “Allinea etichetta ad oggetto”. Questa funzione serve per riposizionare l’etichetta nella posizione di default rispetto all’oggetto.

Figura 7.75 – Menù gestione etichette.

Nello stesso menù sono presenti due comandi per ruotare l’etichetta di 90° o 180° gradi. Tuttavia è possibile ruotare liberamente la scritta. Per far ciò è necessario spostare il punto di controllo di colore verde (Figura 7.76)

Figura 7.76 – Punti di controllo di un’etichetta.

Il testo dell’etichetta non è modificabile ma calcolato dal programma in base al tipo di oggetto a cui è riferita. In particolare per le tubazioni viene indicato il diametro della tubazione ed il numero del ramo; per i terminali viene indicato un codice identificativo progressivo, il numero degli elementi nel caso in cui il terminale sia un radiatore ed il modello del terminale; per tutti gli altri elementi viene mostrato solo il codice identificativo.

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Ogni etichetta può essere resa visibile o meno attraverso la voce “Mostra etichetta” presente nel menù sopra citato. Si ricorda che la cancellazione di un elemento dell’impianto comporta anche la cancellazione o lo spostamento (nel caso in cui l’elemento sia una tubazione) dell’etichetta associata e che le etichette delle tubazioni non sono visibili se il calcolo dell’impianto non è stato effettuato.

7.3.4 Calcoli

Tramite la sezione “Calcoli” è possibile effettuare il calcolo dell’impianto relativo ad una zona termica. I risultati vengono mostrati in una tabella (Figura 7.77) in cui sono visibili tutti i rami presenti nell’impianto con i rispettivi valori calcolati. Questi sono il diametro del ramo, la portata, la velocità del fluido, la lunghezza, le perdite concentrate, distribuite, totali e progressive e lo sbilanciamento del terminale. Inoltre per ogni ramo è mostrato (se presente) il codice del terminale, del collettore del pannello radiante o della colonna montante su cui il ramo è chiuso. Per ogni ramo inoltre viene mostrato un dettaglio di tutte le perdite concentrate in cui è possibile vedere una descrizione della perdita ed il valore della perdita. A tal proposito si evidenzia che il programma è in grado di identificare automaticamente le curve, le diramazioni e gli allargamenti/restringimenti di sezione delle tubazioni presenti nell’impianto in funzione delle caratteristiche dei materiali delle tubazioni. (per maggiori informazioni si rimanda al paragrafo 8.10). Se al ramo è associato un terminale è visibile una nuova scheda nella quale sono riportati tutti i dati calcolati per il terminale stesso. Nel caso di un cui il terminale sia un radiatore, un termoconvettore o un ventilconvettore viene mostrata la potenza nominale ed effettiva dell’elemento ed il fattore correttivo globale. Nel caso di un radiatore viene mostrato anche il numero di elementi necessari per soddisfare la potenza termica richiesta. Per i collettori vengono mostrati la prevalenza di zona, la portata, la potenza erogata dai terminali ad esso collegati ed il salto termico medio del fluido. Per i pannelli radianti vengono indicati la potenza richiesta, la potenza erogata, l’interasse, la prevalenza, il salto termico del fluido, la lunghezza della tubazione contenuta nel pannello, la velocità del fluido e la temperatura superficiale. Un’ulteriore scheda è visibile se nell’impianto sono presenti delle valvole di regolazione e si è scelto di utilizzare il bilanciamento delle valvole in fase di calcolo. Tale scheda mostra la descrizione, il modello e la posizione delle valvole di regolazione presenti sul ramo selezionato.

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Figura 7.77 – Dettaglio dei calcoli.

Per effettuare il calcolo è necessario premere il pulsante (analogo a quello visto nella sezione piani) che attiva l’omonima finestra (Figura 7.78).

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Figura 7.78 – Calcolo dell’impianto termico.

Tramite tale finestra è possibile selezione la modalità di calcolo e alcuni parametri fondamentali come la perdita lineare unitaria (cioè per unità di lunghezza) massima o la velocità massima del fluido che si desidera per ogni ramo (sia in fase di predimensionamento sia in fase di bilanciamento). Nel casi si siano utilizzati dei pannelli radianti è necessario specificare anche la prevalenza massima disponibile per ogni pannello e la minima velocità di fluido desidera. Il valore della prevalenza massima viene utilizzato solamente se non è stata specificata una prevalenza di zona per il collettore al quale il pannello radiante è collegato. Il tipo di calcolo predimensionamento permette di calcolare i diametri delle tubazioni partendo dalla portata di fluido che ognuna di esse deve sostenere e dai valori di perdita lineare unitaria massima e velocità massima impostati dall’utente. Le portate sono calcolate in modo automatico in base alle potenze termiche richieste ai terminali dell’impianto. Tramite questo procedura di calcolo vengono anche calcolati tutti i dati (interasse, temperature, portate e prevalenza) dei pannelli radianti. La modalità di calcolo bilanciamento opera in modo analogo alla procedura di predimensionamento ma cerca anche di minimizzare lo sbilanciamento esistente fra i vari rami della rete attraverso una riduzione dei diametri delle tubazioni o utilizzando delle valvole di taratura se l’opzione “Taratura delle valvole” è attiva. Naturalmente il procedimento di bilanciamento può essere eseguito purché non si superi lo sbilanciamento del ramo più sfavorito (contrassegnato nella tabella che mostra i risultati di calcolo descritta precedentemente dalla lettera s) ed i limiti imposti dall’utente. Quando l’opzione di taratura delle valvole è attiva, alla fase di bilanciamento mediante restringimento dei tubi, viene fatto seguire un’ulteriore processo in cui il programma calcola il valore Kv da associare alla valvola di taratura (associata ad un terminale o disegnata nello schema) che può eliminare o ridurre lo sbilanciamento del ramo. Tale processo si articola in due fasi: nella prima viene scelto il diametro della valvola più

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idoneo cioè che sia uguale o maggiore a quello della tubazione mentre nella seconda fase viene individuata la posizione di taratura a cui corrisponde un valore di Kv vicino a quello desiderato. Premendo il pulsante OK si avvia la procedura di calcolo che consiste di due fasi: controllo dei dati mancanti relativi alla zona termica in fase di processo e calcolo vero e proprio. I dati mancanti sono suddivisibili in due categorie: essenziali ed importanti. I dati mancanti essenziali devono per forza essere rimpiazzati con valori validi altrimenti non è possibile procedere con il calcolo, i dati mancanti importanti consentono di effettuare ugualmente il calcolo. Se il programma rileva che qualche dato essenziale manca, verrà presentata la finestra in Figura 7.79. Il semaforo è rosso se esistono dati mancanti essenziali (e quindi non si può procedere oltre, almeno finché i dati mancanti non saranno completati) riportati nella griglia in alto. Se esistono dati mancanti importanti questi sono riportati nella griglia in basso, ma non impediscono di continuare con il calcolo (infatti se esistono solo dati importanti mancanti la finestra non verrà visualizzata affatto). Il controllo dei dati mancanti può essere effettuato in qualsiasi momento premendo il bottone sopra l’albero dell’edificio, nella parte sinistra della finestra. Con questa funzione verrà visualizzata la finestra di Figura 7.79 in ogni caso, anche se tutti i dati sono stati inseriti correttamente. In questo caso il semaforo sarà verde e le due griglie saranno vuote. Se invece esistono soltanto dati mancanti importanti il semaforo sarà giallo e la griglia in alto sarà vuota. Il controllo dei dati mancanti effettuato mediante la pressione del pulsante è influenzata da tutte le zone termiche dell’edificio mentre la procedura di controllo che viene lanciata automaticamente in fase di calcolo è influenzata solamente dalla zona per la quale si sta effettuando il calcolo. Dalle griglie dei dati mancanti si può conoscere quali sono i dati che devono essere completati o modificati tramite la colonna descrizione e la colonna posizione, che indica dove andare ad inserire/modificare il dato mancante. È però anche possibile fare doppio clic su una qualsiasi riga della griglia per essere portati direttamente sul campo sul quale inserire/modificare il valore mancante. Se si preferisce una visualizzazione descrittiva dei dati mancanti premere il bottone ; premere il bottone per stampare la relazione sui dati mancanti.

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Figura 7.79 – Controllo dei dati mancanti.

Se la verifica dei dati mancanti è andata a buon fine verrà effettuato il calcolo vero e proprio. Se sono presenti dei pannelli radiante, il calcolo potrebbe generare errori che vengono riportati in una tabella simile a quella visibile in Figura 7.80. Per ogni errore vengono mostrati il nome del piano, il codice del pannello, il tipo di errore rilevato e alcune informazioni utili per eliminarlo. Mediante doppio clic su una riga della griglia viene selezionato automaticamente il pannello radiante che ha portato all’errore in fase di calcolo in modo tale da permette la modifica dei dati. Quando il calcolo viene completato i risultati saranno riportati in una griglia, come quella in Figura 7.77.

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Figura 7.80 – Errori rilevati in fase di calcolo.

7.3.5 Stampa

Premendo il pulsante presente sulla barra degli strumenti della finestra Edificio oppure cliccando con il tasto destro del mouse sopra un nodo qualsiasi dell’albero è possibile accedere al menù di stampa visibile nella seguente figura.

Figura 7.81 – Finestra di stampa dati dell’impianto termico.

I parametri di stampa permetto di selezionare quali elementi si desidera effettivamente riprodurre su carta.

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Per stampare i dati relativi ad una zona desiderata è necessario selezionare tale zona nell’albero dell’edificio ed avviare il comando di stampa. Selezionando un qualsiasi altro nodo dell’albero è invece possibile stampare i dati relativi a tutte le zone termiche presenti nell’edificio.

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8. MENÙ ARCHIVI DI BASE

Il menù archivi di base consente l’accesso e la gestione dell’archivio di base fornito con il programma. All’interno di suddetto archivio sono presenti tutte le schede dei materiali, delle pareti, dei pavimenti, dei soffitti, delle vetrate, delle porte, dei ponti termici, dei Comuni, delle normative dei diametri, dei materiali delle tubazioni, delle tubazioni, dei generatori, dei terminali, dei collettori e delle valvole. Termo è fornito di un archivio ricco di schede contenenti tutte le informazioni utili alla stesura della relazione tecnica; l’utente può comunque modificare, aggiungere ed eliminare le schede a suo piacimento.

Figura 8.1 – Menù archivi di base

8.1 Materiali

I materiali sono gli elementi che compongono la struttura e concorrono a determinare la trasmittanza U della stessa. Termo fornisce la possibilità di definire direttamente la conduttanza e lo spessore del materiale oppure permette di definire solamente la conduttività, in questo caso lo spessore andrà definito al momento dell’assegnazione del materiale ad una struttura.

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Il fattore di resistenza al vapore serve per la redazione del diagramma di Glaser. Infine andranno inseriti i dati relativi alla densità e al calore specifico del materiale.

Figura 8.2 – Archivio dei materiali.

Nel materiale è possibile caricare un’immagine; il programma in automatico quando verrà utilizzato il materiale nella struttura utilizzerà l’immagine per generare una stratigrafia più esplicativa. Per caricare un’immagine cliccare sul pulsante carica immagine; per ottenere una buona stratigrafia è suggerito utilizzare bitmap 8 x 8 o metafile tipo wmf o emf; è inoltre consigliato non caricare immagini pesanti che rallenterebbero notevolmente il programma in fase di disegno dello strato.

8.2 Pareti

L’archivio contiene numerose pareti interne ed esterne con i relativi strati di materiali che le compongono pronte per l’inserimento nei locali. Per creare una nuova parete selezionare una categoria presente e ciccare sul pulsante

, si aprirà una finestra dove verrà richiesta la descrizione della nuova parete. Per creare una nuova categoria la procedura è analoga, cioè premere il pulsante quando si è sul nodo principale dell’albero. Nella struttura creata dovranno essere specificati i materiali che la compongono ed i relativi spessori, se questi non sono già stati inseriti nei dettagli del materiale.

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Figura 8.3 – Archivio delle pareti.

Per l’inserimento dei materiali ciccare sul pulsante presente sopra griglia nella parte bassa della finestra, si aprirà la finestra contenente l’archivio dei materiali (Figura 8.4) da cui si potranno importare tutti gli elementi del caso cliccando sull’apposito pulsante oppure trascinando il materiale sulla griglia (drag & drop).

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Figura 8.4 – Finestra di importazione materiali.

I materiali che compongono la struttura vanno ad incidere sui valori delle trasmittanze U della struttura. Oltre ai materiali concorrono a determinare tali valori le resistenze liminari Rsi ed Rse. Rsi è la resistenza verso l’interno e Rse quella verso l’esterno; questi sono dei valori fissi proposti in automatico da Termo. Ogni tipologia può essere analizzata attraverso il diagramma di Glaser cliccando sul pulsante (Figura 7.9). I dati proposti nel digramma di Glaser come la temperatura interna, esterna e le umidità relative sono dati generici proposti dal programma poiché, trattandosi di un archivio di base, non sono riferiti ad alcun edificio quindi vanno modificati per ottenere un’analisi più veritiera del caso.

8.3 Pavimenti

L’archivio contiene i più comuni pavimenti interni e esterni completi di analisi dei materiali che li compongono. Per capire se una struttura come in questo caso un pavimento deve essere considerato interno o esterno procedere come di seguito:

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Interno |Struttura| Interno = Interno Interno |Struttura| Esterno = Esterno Interno |Struttura| Terreno = Esterno Gli altri casi non sono contemplati dal programma; interno può a sua volta essere riscaldato o non riscaldato. Per l’inserimento di nuovi pavimenti attenersi alle istruzioni relative riportate nel capitolo 8.2.

8.4 Soffitti

L’archivio contiene una vasta gamma di soffitti interni ed esterni completi di analisi dei materiali che li compongono. Per l’inserimento di nuovi pavimenti attenersi alle istruzioni relative riportate nel capitolo 8.2.

8.5 Vetrate

L’archivio contiene le più comuni vetrate presenti in commercio; l’archivio è suddiviso in tre categorie, vetri doppi, vetri singoli e vetri tripli. Ogni vetrata è completa di analisi dei materiali che la compongono. Per l’inserimento di nuovi vetrate attenersi alle istruzioni relative riportate nel capitolo 8.2.

8.6 Porte

L’archivio delle porte è suddiviso per default in due categorie, porte e portoni ma è possibile creare nuove categorie selezionando il nodo principale Porte, cliccando sul pulsante e digitando la descrizione della nuova categoria che si desidera inserire. Per l’inserimento di nuovi porte attenersi alle istruzioni relative riportate nel capitolo 8.2.

8.7 Ponti termici

L’archivio è fornito di una vasta serie di ponti termici tra varie murature di diverso spessore e tipologia. È possibile creare nuove categorie selezionando il nodo principale Ponti termici, cliccando sul pulsante e digitando la descrizione della nuova categoria che si desidera inserire. Per inserire nuovi ponti termici selezionare una categoria, cliccare sul pulsante e digitare la descrizione del nuovo ponte termico. Nel ponte termico è sufficiente inserire la trasmittanza lineare, inoltre è possibile inserire un’immagine esplicativa, di cui l’archivio è già fornito. Se vengono forniti anche i valori di L2D, l1 e l2 è possibile effettuare il calcolo della trasmittanza del ponte termico, premendo il pulsante e fornendo le trasmittanze U1 e

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U2 delle pareti che formano il ponte termico, le cui lunghezze utilizzate nel modello di calcolo sono rispettivamente l1 e l2.

Figura 8.5 – Ponti termici.

8.8 Comuni

La tabella dei Comuni è aggiornata agli ultimi decreti ministeriali del 2005 e contiene tutte le informazioni necessarie ai calcoli.

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Figura 8.6 – Archivio Comuni.

L’archivio permette l’inserimento di nuovi Comuni, basta cliccare sul pulsante ed inserire il nome del Comune e la Provincia di appartenenza.

Figura 8.7 – Finestra di inserimento nuovo Comune.

8.9 Normative diametri

Questo archivio (Figura 8.8) permette di definire le più importanti normative dei diametri commerciali. Ad ogni normativa è possibile associare i vari diametri ognuno dei quali deve essere definito mediante una descrizione, un diametro interno espresso in mm ed uno spessore.

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Per creare una nuova normativa si deve premere il tasto posto nella barra in alto sopra l’albero delle normative. L’eliminazione di una normativa avviene tramite la pressione del pulsante . Inoltre è possibile modificare l’ordine delle normative. Per associare un diametro commerciale ad una normative si deve premere il pulsante posto sopra la griglia dei diametri ed inserire le relative informazioni nella griglia stessa. La cancellazione di un diametro commerciale avviene tramite la pressione del pulsante

dopo aver selezionato nella griglia l’elemento desiderato.

Figura 8.8 – Archivio delle normative dei diametri commerciali.

8.10 Materiali delle tubazioni

Questo archivio (Figura 8.9) permette di definire tutti i materiali che verranno utilizzati per caratterizzare le tubazioni. Per ogni materiale, oltre a fornire una descrizione identificativa, è necessario specificare i seguenti parametri: densità, rugosità, specificare se il materiale è flessibile (come, ad esempio, il rame) e se utilizzare il diametro interno o esterno per il calcolo delle perdite di carico localizzate. Il check di materiale flessibile influenza il modo con cui il motore di calcolo individua le curve presenti nelle tubazioni degli impianti. Infatti se il materiale non è flessibile il programma segnerà come errori tutti quei nodi di congiunzione di tubazioni che non formano angoli noti (cioè di 45°, 60° o 90°). In caso di materiale flessibile, invece, tali nodi non verranno segnalati come errori ma non verranno neanche considerati come pezzi speciali cioè punti in cui si ha una perdita di carico.

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Figura 8.9 – Archivio dei materiali delle tubazioni.

8.11 Tubazioni

Permette di definire le tubazioni da utilizzare nel modulo impianti. È possibile creare nuove categorie e nuove tubazioni utilizzando le procedure descritte nei precedenti capitoli (8.6 e 8.7).

8.12 Generatori

L’archivio è fornito di un vasto assortimento di marche e tipi di generatori. In ogni generatore sono presenti tutte le informazioni necessarie ai calcoli; tutti i dati presenti sono stati forniti dalle case produttrici. È possibile comunque creare nuove categorie e nuovi generatori; le procedure da seguire sono quelle descritte fino ad ora nei precedenti capitoli (8.6 e 8.7).

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Figura 8.10 – Archivio generatori.

Se il costruttore non fornisce dati come le perdite attraverso l’involucro (Pd) e le perdite al camino a bruciatore spento (Pfbs), Termo permette di calcolarli in modo semplice con delle finestre di aiuto, attivabili dai relativi pulsanti , dove scegliendo tra i dati proposti quelli più adatti alla situazione si otterrà il valore desiderato (Figura 8.11).

Figura 8.11 – Finestra di aiuto per calcolare il valore Pd.

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Le dimensioni della caldaia servono al modulo “impianti termici” per creare oggetti in scale (rispetto alle dimensioni reale dell’elemento) sul layout dell’impianto. Se tali dimensioni non dovessero essere inserite, il programma assumerà come valori utili dei valori di default.

8.13 Terminali

L’archivio contiene una vasta gamma di terminali (radiatori, termoconvettori, ventilconvettori) pronti all’inserimento nei locali e nei layout di impianti. È possibile creare nuove categorie e nuovi elementi; le procedure da seguire sono quelle descritte fino ad ora nei precedenti capitoli (8.6 e 8.7). Nei terminali è necessario inserire dei dati descrittivi e, in caso di radiatore, il coefficiente caratteristico che sarà utilizzato per il calcolo della potenza reale. Nel caso di ventilconvettore inoltre è possibile inserire i fattori di correzione legati alla velocità di rotazione della ventola (alta, media, bassa). Per utilizzare il terminale all’interno del modulo impianti è necessario specificare la normativa dei diametri da utilizzare ed il diametro degli attacchi del terminale. Le dimensioni, come già descritto nel capitolo precedente, possono essere omesse in quanto il programma utilizzerà valori di default. In questo caso però lo schema dell’impianto non sarà conforme alla realtà per quanto concerne le dimensioni dei terminali.

8.14 Pannelli radianti

Figura 8.12 – Archivio pannelli radianti.

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Questo archivio (Figura 8.12) permette di catalogare i pannelli radianti normalmente utilizzati dall’utente. La modalità con cui è possibile creare nuove categorie e nuovi elementi sono le stesse descritte nei capitoli precedenti (8.6 e 8.7). Per ogni pannello radiante è necessario fornire una descrizione, un modello, una marca, il materiale di cui è composta la tubazione, la normativa diametri da utilizzare ed il diametro della tubazione. Inoltre è necessario inserire i valori degli interassi con il quale il pannello radiante viene fornito in commercio. Questi valori vengono utilizzati in fase di calcolo per determinare l’interasse ottimale che garantisce l’emissione della potenza termica richiesta al pannello e il non superamento della prevalenza disponibile ai suoi attacchi. Per inserire un nuovo valore di interasse è sufficiente premere il pulsante posto sopra la relativa tabella. Per cancellare un interasse si deve premere il pulsante . Gli interassi vengono ordinati automaticamente dal programma in ordine crescente.

8.15 Collettori

In questo archivio (Figura 8.13) è possibile memorizzare, suddivisi in categorie, tutti i collettori presenti in commercio. Per ogni collettore è necessario specificare la normative diametri da utilizzare, il diametro dell’attacco del collettore e quello delle derivazioni, la lunghezza del singolo collettore ed eventuali perdite di carico dovute a strumenti di contabilizzazione del calore. La lunghezza del singolo collettore può anche essere omessa in quanto il programma utilizzerà un valore di default per disegnare l’elemento collettore all’interno del layout di impianto.

Figura 8.13 – Archivio collettori.

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8.16 Valvole

Questo archivio permette di memorizzare le valvole disponibili in commercio. Per ogni tipo di valvola è possibile specificare vari modelli caratterizzati da un codice, da un diametro degli attacchi (ingresso e uscita) e da una lunghezza. Per ogni modello è inoltre possibile specificare delle posizioni di taratura. Queste sono caratterizzate da una descrizione e da un valore di Kv in base al quale effettuare il calcolo delle perdita di carico. Se la valvola non dispone di posizioni di taratura ma ha comunque un valore di Kv ben preciso si può creare una posizione fittizia a cui associare il valore di Kv noto. In fase di calcolo il programma utilizzerà tale valore per calcolare la perdita di carico associata alla valvola. Se il valore di Kv della valvola non dovesse essere noto si deve lasciare vuota la griglia delle posizioni di taratura ed il programma in fase di calcolo utilizzerà dei valori di default dipendenti solamente dal tipo di valvola.

Figura 8.14 – Archivio valvole.

Per creare una nuova valvola valgono le stesse spiegazioni descritte nei capitoli precedenti mentre per creare o cancellare un modello di valvola si deve agire sui pulsanti

presenti sopra la griglia dei modelli. Per associare una posizione di taratura ad un determinato modello occorre selezionare il modello desiderato nella relativa griglia e premere il pulsante posto sopra la griglia delle posizioni. La cancellazione di una posizione di taratura avviene tramite la pressione del tasto .

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8.17 Gestione aggiornamenti

La penultima sezione degli archivi di base è quella relativa agli aggiornamenti degli archivi. La finestra di dialogo che consente la gestione degli aggiornamenti viene attivata selezionando la voce di menu Archivi di base/Gestione aggiornamenti. La finestra di dialogo, mostrata nella figura sottostante, prospetta a confronto, per ogni categoria di archivio, il numero di elementi presenti nella libreria Microsoftware e nell’archivio utente. Su ogni archivio, a seconda della sua tipologia, possono essere effettuate le seguenti operazioni: sostituzione e aggiornamento automatico.

Figura 8.15 – finestra Gestione aggiornamenti

L’ultima riga, denominata Archivio totale, rappresenta tutti gli archivi; essa, infatti, riporta la somma del numero degli elementi di tutti gli archivi. Le operazioni di sostituzione e

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aggiornamento automatico relative a questa ultima riga agiscono globalmente su tutti gli archivi. Per esempio, per aggiornare mediante sostituzione tutti gli archivi elencati possiamo procedere alternativamente in due modi: o premere ad uno ad uno i pulsanti Sostituzione su tutti gli archivi o semplicemente premendo una sola volta il pulsante Sostituzione corrispondente all’ultima riga Archivio totale.

8.17.1 Aggiornamento per sostituzione

L’operazione di sostituzione provvede a sostituire gli elementi contenuti nell’archivio di base selezionato con il corrispondente delle libreria Microsoftware. Questa operazione è adatta a tutti quegli utenti che non hanno modificato gli elementi dell’archivio di base e che con una sola operazione vogliono allineare il proprio archivio con quello fornito dalla Microsoftware.

Attenzione ! Poiché l’aggiornamento avviene tramite sostituzione integrale dell’archivio con il nuovo, eventuali modifiche o integrazioni eseguite dall’utente vengono perse.

8.17.2 Aggiornamento automatico

L’aggiornamento automatico confronta il contenuto degli elementi dell’archivio di base con quello delle schede della Libreria standard Microsoftware e quando trova degli elementi mancanti o modificati li aggiorna sovrascrivendoli. Questa operazione è adatta a tutti quegli utenti che pur avendo aggiunto nuovi elementi non hanno effettuato modifiche su quelli già esistenti e che con una sola operazione vogliono allineare i propri archivi a quelli forniti dalla Microsoftware. Gli archivi della libreria standard Microsoftware è costituita da tutti gli elementi degli archivi di base; l’unica differenza risiede nel fatto che non sono modificabili direttamente dall’utente, ma sono caricati all’interno degli archivi di base di Termo per poter essere modificati. Al primo utilizzo di Termo e ad ogni impostazione dell’area di lavoro gli archivi di base vengono caricati in base alla libreria standard Microsoftware.

Attenzione ! Poiché l’aggiornamento automatico avviene aggiungendo gli elementi non esistenti e sostituendo quelli con lo stesso nome, eventuali modifiche sugli elementi originali eseguite dall’utente vengono perse.

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8.18 Importazione dati da versione precedente

L’ultima sezione degli archivi di base “importazione dati da versione precedente” permette di importare in modo del tutto automatico eventuali elementi creati dall’utente negli archivi di base della procedura Termo 4.xx e 5.xx. In particolare tutti gli elementi presenti nei vecchi archivi e non nei nuovi saranno aggiunti mentre quelli con lo stesso nome verranno ignorati. Per attivare questa funzione è necessario che sul computer sia installata anche la procedura Termo 4.xx e/o 5.xx dalla quale si vuole effettuare l’importazione dei dati, altrimenti la voce del menù in questione sarà invisibile all’utente.

8.19 Stampe degli archivi generali

In tutte le finestre degli archivi generali si trova l’icona di stampa, la quale visualizza la finestra di stampa. L’attivazione della finestra di stampa è sensibile alla posizione selezionata nell’albero al momento della selezione dell’icona di stampa.

Figura 8.16 - Stampa degli archivi di base.

L’intervallo di stampa che viene presentato all’utente al momento della stampa dipende da dove si era posizionati nell’albero al momento della selezione dell’icona di stampa. Esempio: se si è posizionati su una categoria, selezionando la stampa e prendendo come intervallo “Selezione corrente”, verranno stampati tutti gli elementi della sezione nella tipologia di stampa selezionata. Se ci si posiziona nella radice dell’albero, il pannello dell’intervallo di stampa verrà disabilitato e se si lancerà la stampa verrà effettuata la stampa di tutto l’archivio. Il tipo di stampa fornisce due modalità di stampa:

• Completa, con cui vengono riportati tutti i dati degli elementi rientranti nell’intervallo di stampa;

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• Indice, riporta solamente la descrizione della categoria e la descrizione degli elementi rientranti nell’intervallo di stampa.

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9. MENÙ UTILITÀ

Il menù utilità è stato parzialmente descritto nel capitolo 3 e nel capitolo 4 per quanto riguarda la registrazione del programma e l'impostazione dell'area di lavoro. Questo menù inoltre consente di effettuare il controllo della versione di Termo, per verificare se è in esecuzione l'ultima versione del programma oppure è necessario un aggiornamento.

Figura 9.1 - Menù utilità.

9.1 Controllo nuove versioni

Questa funzionalità di Termo consente di verificare se esistono nuove versioni del programma, collegandosi al sito internet della Microsoftware. Per effettuare tale controllo è quindi necessario un collegamento ad internet. La versione dei programmi Microsoftware è composta di 2 numeri (per esempio 1.1), più un eventuale terzo numero che rappresenta la release (per esempio 1.1.1), cioè indica un aggiornamento della versione che normalmente esce con il CD. Avviata la procedura di “Aggiornamento guidato” e cliccato sul pulsante “Avanti”, il programma verificherà la disponibilità una connessione ad Internet ed in tal caso cercherà la presenza di un’eventuale aggiornamento disponibile. Si possono presentare tre casi:

• Il programma è già aggiornato. In tal caso non è necessario alcun aggiornamento e l’utente è invitato ad uscire dalla procedura guidata.

• L'ultima versione del programma è più aggiornata rispetto a quella che sta usando l'utente, ma i primi due numeri sono identici (per esempio l'utente ha la versione 1.1.1 e quella disponibile sul sito è la 1.1.2). In questo caso verrà fornita una breve descrizione dell’aggiornamento disponibile e premendo sul pulsante “Avanti“ sarà possibile avviare la procedura di download automatico e di installazione dell’ultima versione disponibile.

• L'utente ha una versione più vecchia di quella presente sul sito, cioè i primi due numeri sono diversi (per esempio l'utente ha la versione 1.1 e sul sito c'è la versione 1.2.1). In questo caso occorre prima installare la versione fornita con l'ultimo CD e poi rieseguire il controllo della versione, per poi scaricare l'ultima patch.

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Per gli utenti che non dispongono di un collegamento ad Internet sul PC nel quale è installato il programma Termo è possibile utilizzare la procedura manuale di aggiornamento. In tal caso è comunque necessario utilizzare una macchina in grado di collegarsi al sito Internet della Microsoftware raggiungibile mediante l’indirizzo www.microsoftware.it. A questo punto è necessario accedere alla pagina “Supporto” e dopo aver immesso la password richiesta si deve cliccare sulla sezione “Aggiornamenti”. Verrà aperta una nuova pagina nella quale è possibile individuare e scaricare l’ultima versione disponibile per il programma desiderato. Il file scaricato dovrà poi essere eseguito sulla macchina nella quale è installato il programma Termo.

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10. MENÙ FINESTRA

Il menù finestra è visibile solamente nel caso in cui l’utente abbia attivato la gestione multiedificio attraverso la scheda “Personalizzazione” raggiungibile mediante il menù “File”, “Parametri del programma”. In questo menù sono presenti due comandi di base: disponi tutto e affianca verticalmente più delle voci associate ad ogni singolo edificio aperto. Questo ultime permettono di attivare la finestra relativa all’edificio il cui nome compare nella voce di menù. La funzione “disponi tutto” permette di visualizzare contemporaneamente tutte le finestre relative ai vari edifici aperti. La loro disposizione sullo schermo dipende dal numero di file aperti nell’istante in cui viene premuto il pulsante. La funzione “affianca verticalmente” è attiva solamente nel caso in cui siano aperti contemporaneamente due edifici. Tale procedura permette di disporre verticalmente sullo schermo le due finestre in modo tale da permettere un rapido confronto fra due edifici o di trasferire dati da un edificio all’altro con delle semplici operazioni di drag & drop.

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11. MENÙ “?”

Figura 11.1 – Menù ?.

Termo mette a disposizione dell’utente il manuale in linea attivabile attraverso l’apposita icona ovvero da menù (opzione “?”). La struttura gerarchica del manuale e le funzioni di ricerca messe a disposizione da Adobe Acrobat Reader consentono in modo rapido il passaggio da un argomento all’altro e di approfondire gli argomenti trattati in una determinata sezione tramite spiegazioni specifiche e dettagliate. La voce Documentazione serve per aprire un documento in cui sono riportate le normative specifiche per la termotecnica, come il D.P.R. 412/93, il D.Lgs. 192/2005, ecc…, e anche altre normative riguardanti la contabilità lavori e la sicurezza nei cantieri. La voce Microsoftware Online apre il sito internet Microsoftware e la voce Contattaci prepara un’e-mail per la Microsoftware; entrambe le funzioni necessitano di una connessione ad internet. La voce Informazioni su Termo fornisce tutti i dati relativi alla versione della procedura, del sistema operativo, dell’elaboratore, degli edifici che possono essere usati dal programma e degli archivi di base; queste informazioni sono utili in caso di assistenza tecnica.

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Figura 11.2 – Informazioni sulla versione.

L’ultima voce, Info Aggiornamenti, è utile per conoscere quali sono gli aggiornamenti apportati da questa versione rispetto alla precedente e consente, in caso di aggiornamento di Termo, di aggiornare gli archivi di base se sono presenti differenze dalla libreria fornita dalla Microsoftware.

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12. IL MODELLO DI VERIFICA DI TERMO ALLA LUCE DELLA NORMATIVA

12.1 Introduzione

La corretta verifica di un edificio ai sensi della Legge 10/91, con riferimento alle normative UNI ed UNI EN connesse, prevede la fornitura di una serie di informazioni riguardanti la localizzazione e le caratteristiche geometriche dello stesso oltre alla descrizione delle caratteristiche termofisiche delle tipologie edilizie che ne compongono l’involucro. Le verifiche riguarderanno singolarmente tutte le zone termiche che lo compongono. Per semplicità si definisce zona termica una porzione di edificio, a temperatura costante, riscaldata da un singolo generatore di cui saranno note le caratteristiche. Nel caso di una civile abitazione con diverse unità immobiliari con riscaldamento autonomo, ogni appartamento viene associato ad una zona termica. Nel caso di riscaldamento centralizzato si avrà una unica zona termica.

12.2 Verifica

La verifica dipende dal tipo di intervento da effettuarsi sull’edificio. • Per edifici di nuova costruzione, ristrutturazioni integrali, demolizioni e ricostruzioni di

edifici esistenti con superficie utile > 1000 m² e per ampliamenti con un volume > 20% del volume dell’edificio stesso viene valutato l’EPi (Indice di prestazione energetica) per ogni zona termica e confrontato con il valore limite; inoltre viene valutato il rendimento globale medio stagionale ed anch’esso confrontato con il valore limite come anche le trasmittanze di tutte le strutture della zona termica. Se questa verifica risulta negativa si può usare un’alternativa, a patto che il rapporto tra superficie trasparente complessiva e superficie utile sia inferiore a 0,18: confrontare il rendimento termico utile con un opportuno valore limite e confrontare le trasmittanze di tutte le strutture con i valori limite riportati nell’allegato C del D.Lgs. 311/2006; in questo caso il valore associato all’EPi sarà quello limite (e quindi la verifica sarà positiva).

• Per ristrutturazioni totali o parziali in casi non rientranti nel punto precedente, la verifica da effettuare riguarda le sole trasmittanze delle strutture dell’edificio.

• Per nuove installazioni di impianti termici in edifici esistenti o ristrutturazione degli stessi impianti occorre verificare che il rendimento globale medio stagionale sia superiore al valore limite riportato nell’allegato C del D.Lgs. 311/2006.

• Per sostituzioni di generatori di calore, in alternativa a verificare il rendimento globale medio stagionale come al punto precedente, è sufficiente che il rendimento termico utile in corrispondenza di un carico pari al 100% della potenza nominale sia superiore al valore limite. Se quest’ultimo punto non risulta verificato, in alternativa la verifica risulta positiva anche se il rendimento termico utile in corrispondenza di un carico pari al 30% della potenza nominale è superiore ad un opportuno valore limite.

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12.3 Dati relativi all’edificio

I dati da fornire riguardano il comune in cui l’edificio è localizzato, i dati climatici della località, la temperatura interna dipendente dalla classificazione dell’edificio (18 °C per la classe E.8, 20 °C per tutte le altre).

12.4 Caratteristiche dei componenti costituenti l’involucro edilizio

Per definire il valore dell’EPi occorre individuare le varie strutture che compongono l’involucro edilizio e le loro caratteristiche termofisiche. Le strutture si dividono in opache (pareti, soffitti, pavimenti, porte) e trasparenti (vetrate, finestre). Inoltre è opportuno definire i ponti termici, ovvero quelle situazioni in cui si ha una modifica del flusso termico e una modifica delle temperature superficiali (ad esempio giunti verticali ed orizzontali, spigoli, serramenti di porte e finestre, ecc…). Per ogni tipologia disperdente vanno ricavati i valori dei coefficienti superficiali di scambio termico (resistenza superficiale interna) e (resistenza superficiale esterna) e la

trasmittanza termica U . siR seR

Le resistenze superficiali dipendono da fenomeni convettivi e di irraggiamento e i rispettivi valori sono tabellati nella UNI EN 6946, in base al flusso termico che investe la struttura: ascendente (soffitti), orizzontale (pareti verticali), discendente (pavimenti). Sono espresse in m²K/W. La trasmittanza termica è definita come il flusso di calore che passa attraverso una struttura di 1 m² di superficie e con 1 K di differenza di temperatura tra i lati della struttura stessa. Si esprime in W/m²K. La trasmittanza termica di una struttura formata da più strati di materiali si ottiene sommando le resistenze termiche degli stessi e facendo l’inverso, ossia:

sei isi RRRU

++=

∑1

Per quanto riguarda le strutture costituite da vari strati di materiali per ottenere i valori sopraindicati vanno valutati i seguenti parametri, per ogni strato: • Lo spessore (solitamente in cm); • La conduttività utile di calcolo, ovvero il flusso di calore che nelle condizioni di regime

stazionario passa attraverso una parete dello spessore di 1 m per 1 m² di superficie e per una differenza di 1 K tra le due facce opposte e parallele della parete di materiale considerato (W/mK);

• La conduttanza termica unitaria, ovvero il flusso di calore che nelle condizioni di regime passa attraverso 1 m² di superficie per una differenza di temperatura di 1 K tra le 2 facce opposte di uno strato (W/m²K);

• La resistenza termica unitaria (m²K/W), pari all’inverso della conduttanza unitaria.

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La resistenza termica dello strato è data dallo spessore diviso per la conduttività, qualora quest’ultima sia nota, oppure dall’inverso della conduttanza.

CsR 1==

λ

Infatti solitamente se il materiale è omogeneo viene data la conduttività (che sarà divisa per lo spessore per ottenere la conduttanza), altrimenti vengono dati la conduttanza, che tiene conto del materiale nel suo complesso, e lo spessore considerato. Se la struttura è trasparente (vetrata), può essere composta di un solo strato (vetrata singola) o di due o tre strati di vetro intervallati da intercapedini d’aria (vetrate doppie o triple). In quest’ultimo caso la resistenza termica delle intercapedini d’aria viene calcolata come indicato nella UNI EN ISO 10077-1, tenendo in considerazione l’emissività delle superfici vetrate. Per le finestre (UNI EN ISO 10077-1) occorre valutare i parametri relativi alla superficie vetrata e al telaio della finestra: • L’area del vetro gA (m²);

• L’area del telaio fA (m²);

• La trasmittanza termica dell’elemento vetrato gU (W/m²K);

• La trasmittanza termica del telaio fU (W/m²K);

• La lunghezza perimetrale della superficie vetrata gl (m);

• La trasmittanza termica lineica dovuta alla presenza del distanziatore posto tra i 2 vetri in presenza del telaio (se vetro doppio o triplo) gΨ (W/mK).

La trasmittanza della finestra è così ottenuta:

fg

ggffggw AA

lUAUAU

+Ψ++

=

Le strutture e i ponti termici sin qui definiti costituiscono la base per la determinazione delle strutture effettivamente presenti nei vari locali. Infatti la stessa struttura può essere utilizzata in locali diversi e, una volta inserita nel locale in questione, deve essere completata con dati aggiuntivi come area, esposizione, ecc….

12.5 Zone termiche

Ogni singolo locale appartenente all’intero edificio può essere associato ad una zona termica per il calcolo dell’EPi. Oltre ai locali di cui è composta, la zona termica va

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completata con i suoi dati geometrici, volume lordo riscaldato e superficie che delimita tale volume (che determinano il rapporto S/V), e soprattutto con le caratteristiche del generatore di calore, come potenza, rendimento, ore di accensione ecc…. A tutti i locali, oltre alla descrizione delle tipologie disperdenti, viene associata, se riscaldati, una temperatura di progetto che generalmente è quella definita per l’intero edificio. Possono essere definiti anche locali non riscaldati come vani scale, sottotetti, cantine ecc… In questo caso la temperatura può essere definita manualmente con l’ausilio di apposite tabelle ovvero calcolata automaticamente dalla procedura in funzione degli apporti termici dei locali riscaldati adiacenti. In quest’ultimo caso la temperatura del locale viene calcolata dinamicamente.

12.6 Dispersioni termiche a temperatura interna costante

La dispersione termica totale, , di una singola zona termica riscaldata a temperatura interna uniforme, durante un dato periodo di tempo, è data da:

lQ

( ) tHQ eil θθ −=

dove

lQ è la dispersione termica totale (J);

iθ è la temperatura interna di progetto (°C);

eθ è la temperatura media esterna durante il periodo di calcolo (°C);

t è la durata del periodo di calcolo (s); H è il coefficiente di dispersione termica, dato da:

VT HHH +=

TH è il coefficiente di dispersione termica per trasmissione (W/K);

VH è il coefficiente di dispersione termica per ventilazione (W/K). Il coefficiente di perdita di calore per trasmissione è calcolato con l’espressione seguente:

TH

UsDT HLLH ++=

dove

DL è il coefficiente di accoppiamento diretto tra lo spazio riscaldato e l'esterno attraverso l'involucro edilizio (W/K);

sL è il coefficiente di perdita di calore attraverso il terreno in condizioni stazionarie (W/K);

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UH è il coefficiente di perdita di calore per trasmissione verso ambienti non riscaldati (W/K).

Il coefficiente di perdita di calore per trasmissione attraverso gli elementi edilizi di separazione tra lo spazio riscaldato e aria esterna è calcolato con:

∑∑ Ψ+=k kki iiD lUAL

dove

iA è l’area dell’elemento i-esimo dell’involucro edilizio (m²);

iU è la trasmittanza termica dell’elemento i-esimo (W/m²K);

kl è la lunghezza del ponte termico lineare k-esimo (m);

kΨ è la trasmittanza termica lineica del ponte termico k-esimo (W/mK). Il coefficiente di perdita di calore per trasmissione attraverso il terreno viene calcolato in accordo con la EN ISO 13370. Tale norma differenzia il calcolo a seconda del tipo di pavimento e i tipi previsti sono tre: pavimento controterra, pavimento su intercapedine e piano interrato. Innanzitutto vanno definite alcune grandezze che sono necessari in tutti e tre i casi e cioè: dimensione caratteristica del pavimento

PAB21

=′

e spessore equivalente del pavimento, cioè lo spessore del terreno che ha la stessa resistenza termica del pavimento

( )sefsit RRRwd +++= λ

dove A è l’area del pavimento a contatto con il terreno dello spazio considerato (m²); P è la lunghezza delle pareti esterne separanti lo spazio riscaldato dall’ambiente

esterno e non comprende la lunghezza delle pareti che separano lo spazio in considerazione da altre parti dell’edificio; se il pavimento riguarda l’intero edificio P è uguale al perimetro del pavimento (m);

w è lo spessore totale delle pareti perimetrali, comprendente tutti gli strati (m); λ è la conduttività termica del terreno (W/mK);

fR è la resistenza termica del pavimento (m²K/W). Nel caso di pavimenti controterra il coefficiente di accoppiamento termico in regime stazionario è

ΔΨ+= PUALs 0

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dove

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+′

+′= 1ln2

0tt d

BdB

U ππ

λ, se Bdt ′< (pavimenti non o moderatamente isolati);

tdBU

+′=

457,00λ

, se Bdt ′≥ (pavimenti ben isolati);

ΔΨ è il fattore perimetrale, nullo per pavimenti privi di isolamento (W/mK). Per isolamenti posizionati orizzontalmente lungo il perimetro del pavimento, il fattore perimetrale vale

⎥⎦

⎤⎢⎣

⎡⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+′+

−⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+−=ΔΨ 1ln1ln

ddD

dD

ttπλ

dove D è la larghezza dell’isolamento perimetrale, come in figura (m); d ′ è uno spessore equivalente aggiuntivo, pari a λ′R (m); R′ è la differenza tra la resistenza termica dell’isolamento perimetrale e quella del

suolo che esso sostituisce (m²K/W).

λnn dRR −=′

dove

nR è la resistenza termica dell’isolamento perimetrale (m²K/W);

nd è lo spessore dell’isolamento perimetrale, come in figura (m).

Isolamento perimetrale orizzontale (1 – soletta di pavimento; 2 – isolamento perimetrale

orizzontale; 3 – parete di fondazione)

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Per isolamenti posizionati verticalmente, al di sotto del livello del suolo, lungo il perimetro o bordo del pavimento e per fondazioni in materiale con conduttività termica minore di quella del terreno, il fattore perimetrale vale

⎥⎦

⎤⎢⎣

⎡⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+′+

−⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+−=ΔΨ 12ln12ln

ddD

dD

ttπλ

Il significato di e è espresso nelle seguenti figure: D nd

Isolamento perimetrale verticale (1 – soletta di pavimento; 2 – isolamento perimetrale

verticale; 3 – parete di fondazione)

Fondazioni in materiale a bassa densità (1 – soletta di pavimento; 2 – parete di

fondazione a bassa densità)

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Nel caso di pavimenti su intercapedine il coefficiente di accoppiamento termico in regime stazionario è

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

++=

xgfs UUU

AL 11

dove

fU è la trasmittanza termica della parte sospesa del pavimento (W/m²K);

gU è la trasmittanza termica per il flusso termico attraverso il terreno (W/m²K);

xU è la trasmittanza termica equivalente che tiene conto dello scambio termico per lo spazio sottopavimento attraverso le pareti dell'intercapedine e per effetto della ventilazione dello stesso spazio aerato (W/m²K).

fU va calcolata secondo la EN ISO 6946, come descritto in precedenza per le strutture,

mentre si determina con la seguente gU

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+′

+′= 1ln2

ggg d

BdB

U ππ

λ

dove ( )segsig RRRwd +++= λ

gR è la resistenza termica di isolamenti sul fondo dell’intercapedine. Il valore di si ottiene tramite xU

BfvBUhU wwx ′+′= ε14502

dove h è l’altezza della superficie superiore del pavimento sopra il livello del terreno (m);

wU è la trasmittanza termica delle pareti dell’intercapedine sopra il livello del terreno esterno, calcolata secondo EN ISO 6946 (W/m²K);

ε è l’area delle aperture di ventilazione per unità di lunghezza di perimetro dell’intercapedine (m²/m);

v è la velocità del vento a 10 m di altezza (m/s);

wf è il coefficiente di schermatura dal vento. Nel caso di piano interrato il coefficiente di accoppiamento termico in regime stazionario è dato da

bwbfs UPzUAL +=

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dove z è la profondità del pavimento rispetto al livello del terreno (m);

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+

+′

++′= 1

21ln

212

zdB

zdBU

ttbf

ππ

λ, se Bzdt ′<+ 21 (male isolato);

zdBU

tbf 21457,0 ++′=

λ, se Bzdt ′≥+ 21 (ben isolato);

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+⎟⎟

⎞⎜⎜⎝

⎛+

+= 1ln5,012wt

tbw d

zzd

dz

Uπλ

( )wd sewsi RRR ++= λ

wR è la resistenza termica di tutti gli strati delle pareti del piano interrato.

sione tra spazi riscaldati e ambienti esterni attraverso spazi non riscaldati è ottenuto da

Il coefficiente di perdita di calore per trasmis

ueiu

ueiuU HH

HLH+

=

dov

olato tenendo conto dell’accoppiamento diretto e quello con il

ficiente di perdita di calore dallo spazio riscaldato allo spazio non riscaldato

fficiente di perdita di calore dallo spazio non riscaldato all'ambiente esterno (W/K).

n valore dipendente soltanto dalla composizione dello spazio non riscaldato, dato da:

e è il coefficiente di accoppiamento termico tra lo spazio riscaldato e quello non riscaldato, calc

iuL

terreno (W/K); è il coefiuH (W/K); è il coeueH

In pratica il coefficiente di accoppiamento termico iuL va moltiplicato per u b

ueiu

ue

HHHb+

=

Il coefficiente di dispersione termica per ventilazione è calcolato per mezzo di

dove

aaV cVH ρ&=

V& è la portata d'aria di rinnovo dell'edificio, comprensiva della portata d'aria attraverso spazi non riscaldati (m³/s);

aacρ è la capacità termica volumica dell’aria, pari a 1200 J/m³K.

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La portata d’aria può essere calcolata da una stima della portata d’aria di ricambio , e cioè , dove

nnVV =& V è il volume dello spazio riscaldato, calcolato sulla base delle

dimensioni interne. La precedente relazione è valida in regime di ventilazione naturale. In caso di ventilazione meccanica o forzata si ha che

( ) xvf VVV &&& +−= η1

2

50

sup

50

1⎥⎥⎦

⎢⎢⎣

⎡ −+

=

VnVV

ef

eVnV

ex

x&&

&

dove

supV& è la portata d'aria fornita (m³/s);

exV& è la portata d'aria esausta (m³/s);

50n è il numero di ricambi d’aria risultanti ad una pressione di 50 Pa;

e ed f sono coefficienti di schermatura dal vento;

fV& è la portata media quando il sistema è in funzione, che per sistemi bilanciati è pari

al più grande tra e ; supV& exV&

vη è l’efficienza dell’eventuale recuperatore di calore dell’aria.

12.7 Apporti di calore

L’apporto di calore totale è dato da

siig QQQ +=

dove

gQ è l’apporto di calore totale (J);

iQ è l’apporto di calore interno (J);

siQ è l’apporto di calore solare incidente sulle superfici trasparenti (J). Gli apporti di calore interni includono qualunque calore generato nello spazio riscaldato dalle sorgenti interne diverse dal sistema di riscaldamento, per esempio:

iQ

• apporti dovuti al metabolismo degli occupanti; • il consumo di calore dovuto alle apparecchiature elettriche e agli apparecchi di

illuminazione;

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• gli apporti netti provenienti dal sistema di distribuzione e di scarico dell'acqua.

tQ ii Φ= dove

iΦ è la potenza media degli apporti interni che in assenza di dati dettagliati sono ricavati come indicato nel prospetto B.3 dell’appendice B della UNI 10379:2005, in base all’area utile del locale (W);

t è la durata del periodo di calcolo (s). Gli apporti solari dipendono dall’insolazione normalmente disponibile nella località interessata, dall'orientamento delle superfici di raccolta, dalla presenza di ombreggiatura permanente, dalla trasmittanza solare e dalle caratteristiche di assorbimento delle superfici soleggiate.

∑ ∑=j n snjsjsi AIQ

dove

sjI è l'energia totale della radiazione solare globale su una superficie unitaria avente esposizione j durante il periodo di calcolo, calcolata automaticamente in base alla località e ai dati climatici (J/m²);

snjA è l'area effettiva della superficie di raccolta n con esposizione j, ed è equivalente all'area di un corpo nero che ha lo stesso apporto solare della superficie considerata.

Superfici di raccolta tipiche sono le superfici vetrate e il valore di di un elemento vetrato come una finestra è dato da

sA

gFFFAA Fcss =

dove A è l'area della finestra (m²);

sF è il coefficiente di correzione dovuto all’ombreggiatura;

cF è il coefficiente di riduzione dovuto a tendaggi;

FF è il coefficiente di riduzione dovuto al telaio, pari al rapporto tra l'area trasparente e l'area totale dell’unità vetrata;

g è la trasmittanza dell’energia solare totale. Il coefficiente di riduzione dovuto all’ombreggiatura viene calcolato in base alla presenza di ostacoli permanenti, aggetti orizzontali o verticali, e dall’angolo che essi formano con il centro della finestra (UNI EN 832).

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12.8 Fabbisogno di calore

Il fabbisogno di energia termica dello spazio riscaldato, necessario a garantire la temperatura interna di progetto in funzionamento continuo è dato da

hQ

( ) ( )siiselh QQQQQ +−−= η

dove è il fattore di utilizzazione ed è un fattore di riduzione degli apporti termici, che è stato introdotto nel bilancio energetico medio per tenere conto del comportamento dinamico dell'edificio (UNI EN 832).

η

Il termine indica gli apporti solari esterni che incidono sulle pareti opache ed è dato, come indica la UNI 10379:2005, da

seQ

∑= n nsnernnsennse IFRAUQ ,,, α

dove α è il coefficiente di assorbimento della radiazione solare, dipendente dal colore della

struttura (colore chiaro , colore medio , colore scuro ); 3,0 6,0 9,0erF è un termine moltiplicativo precalcolato pari a per le pareti orizzontali, per

quelle inclinate e per quelle verticali.

8,0 9,00,1

Si definisce il rapporto apporti/perdite come

sel

sii

QQQQ

−+

e la costante di tempo, espressa in secondi, che caratterizza l'inerzia termica interna dello spazio riscaldato, come

HC

dove C è l'effettiva capacità termica interna, ovvero il calore accumulato nella struttura dell'edificio quando la temperatura interna varia in modo sinusoidale con un periodo di 24 h ed un'ampiezza di 1 K.

111

+−−

= a

a

u γγη , se 1≠γ

1+=

aa

uη , se 1=γ

dove

Page 141: Termo

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ooaa ττ+= ;

oa viene considerato pari a 1 per il calcolo mensile;

oτ viene considerato pari a 16 h per il calcolo mensile; τ è la costante di tempo precedentemente definita espressa in ore. La capacità termica dei componenti edilizi a contatto con la zona termica può essere determinata come segue:

∑ ∑=j i jijijij AdcC ρ

dove

ijρ è la densità del materiale dello strato i dell’elemento j (kg/m³);

ijc è il calore specifico del materiale dello strato i dell’elemento j (J/kgK);

ijd è lo spessore dello strato i dell’elemento j (m);

jA è la superficie dell’elemento j situato nel volume considerato (m²). La somma deve essere fatta per tutti gli strati di ciascun elemento, ma solo fino allo spessore massimo, che nel caso del calcolo del fattore di utilizzazione è di 10 cm (UNI EN ISO 13790). Il fabbisogno di energia utile necessario a garantire la temperatura interna di progetto in regime di funzionamento intermittente viene calcolato allo stesso modo del fabbisogno , solo che in luogo della temperatura interna di progetto deve essere considerata una temperatura “media” che tenga conto dell’effetto dell’intermittenza, in base anche al regime di funzionamento adottato (spegnimento, a potenza ridotta, a temperatura attenuata). La norma UNI EN ISO 13790 fornisce tutti i dettagli necessari per calcolare la temperatura

hvsQ

hQ

iadθ . L’idea di base è considerare l’edificio come un circuito descritto dalla figura seguente in cui è la potenza del generatore di calore, hΦ iθ e eθ sono rispettivamente la

temperatura interna ed esterna, cθ è la temperatura delle strutture alle quali è applicata

la capacità termica (calcolata come descritto in precedenza, ma sulla base di uno spessore massimo della struttura di 3 cm).

ihC

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icce

ih

dH è il coefficiente di scambio termico diretto, dovuto alle strutture leggere (porte e

finestre) e alla ventilazione (W/K);

ceH è il coefficiente di scambio termico tra le strutture e l’esterno (W/K);

icH è il coefficiente di scambio termico tra le strutture e lo spazio riscaldato (W/K).

∑=j si

jic

jRA

H

dove

jA è l’area dell’elemento j (m²);

jsiR è la resistenza termica superficiale interna dell’elemento j (m²K/W).

vwd HHH +=

dove

wH è il coefficiente di scambio termico delle strutture leggere cioè è la somma di tutti i coefficienti di scambio termico delle porte e delle finestre (W/K);

vH è il coefficiente di scambio termico per ventilazione (W/K).

( )( )dic

dicce HHH

HHHH−−−

=

dove H è il coefficiente di scambio termico globale (W/K). L’effettiva frazione di capacità termica è data da

ceic

ic

HHH+

La costante di tempo della temperatura delle strutture dopo una variazione della potenza di riscaldamento è data da

Page 143: Termo

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HCih

p ξζτ =

dove dic

ic

HHH+

=ξ .

Di seguito vengono riportati i calcoli necessari per il calcolo di iadθ in tutti i tipi di intermittenza contemplati dalla UNI EN ISO 13790, suddividendo il periodo di intermittenza in quattro frammenti: 0t

1t è il tempo di funzionamento a potenza ridotta o spegnimento oppure, in caso di attenuazione, il tempo necessario per raggiungere la temperatura di attenuazione (s);

2t è il tempo in cui il sistema si mantiene alla temperatura di attenuazione, pari a 0 in caso di spegnimento o funzionamento a potenza ridotta (s);

3t è il tempo necessario per ritornare alla temperatura interna di progetto (s);

4t è il tempo residuo di accensione, significativo soltanto nel caso di accensione prefissata (s).

Di conseguenza il pedice 0 si riferisce alla situazione iniziale, il pedice 1 alla fine della fase 1, trascorso il tempo , il pedice 2 alla fine della fase 2, trascorso un ulteriore tempo

e così via. 1t

2t

( )eiec θθζθθ −+= 00

HeiΦ

+= θθ 3 , dove Φ è la potenza nominale del generatore di calore (W)

( )eiec θθζθθ −+=′ 33

ei θθ =1 , in caso di spegnimento o funzionamento attenuato

Hei1

+= θθ , in caso di funzionamento a potenza ridotta 1Φ (W)

( )eiec θθζθθ −+=′ 11

12 cc θθ ′=′ , in caso di spegnimento o funzionamento a potenza ridotta

( eiec )θθζθθ −+=′ 22 , in caso di funzionamento a temperatura attenuata 2iθ (°C) In caso di accensione ottimizzata

Page 144: Termo

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( )

( ) ⎥⎥⎥

⎢⎢⎢

⎟⎟⎟⎟

⎜⎜⎜⎜

′−+−

′−′=′

−p

t

ccii

ccp

e

tτθθξθθ

θθξτ0

1003

133 ln,0max ;

in caso di accensione prefissata 3t′ è il tempo di accensione (s).

Se non viene calcolato successivamente viene preso pari a 3t 3t ′ .

301 ttt ′−=′

Se non viene calcolato successivamente viene preso pari a 1t 1t ′ .

( ) p

t

ccii e τθθξθθ1

1011

′−

′−+=′

Se il regime di funzionamento è a temperatura attenuata e 12 ii θθ ′>

( )⎥⎦

⎤⎢⎣

⎡⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛−

′−=

12

101 ln,0max

ii

ccpt

θθθθξτ

01 cc θθ = se 01 =t

ξθθθθ 12

11ii

cc−

+′= se 0 1 >t

In caso di accensione ottimizzata

( )⎪⎭

⎪⎬⎫

⎪⎩

⎪⎨⎧

⎥⎦

⎤⎢⎣

⎡⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛−

′−′−−=

03

23102 ln,0max,0max

ii

ccpttt

θθθθξτ ;

in caso di accensione prefissata ( )[ ]3102 ,0max tttt ′+−=

12 cc θθ = se 02 =t

( ) p

t

cccc e τθθθθ2

2122

′−+′= se 02 >t

( )⎥⎦

⎤⎢⎣

⎡⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛−

′−′=

03

233 ln,0max

ii

ccpt

θθθθξτ

In caso di accensione prefissata se 33 tt ′> occorre incrementare e ripetere il calcolo interamente.

3t ′

Se il regime di funzionamento non è a temperatura attenuata oppure 12 ii θθ ′≤

01 cc θθ = se 01 =′t

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ξθθθθ 11

11ii

cc−′

+′= se 01 >′t

12 cc θθ = In caso di accensione prefissata

( )⎥⎦

⎤⎢⎣

⎡⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛−

′−′=

03

233 ln,0max

ii

ccpt

θθθθξτ

In caso di accensione prefissata se 33 tt ′> occorre incrementare e ripetere il calcolo interamente.

3t ′

23 cc θθ = se 03 =t

ξθθθθ 30

33ii

cc−

+′= se 03 >t

( )32104 ttttt ++−=

( ) ([ ]3210403322110

1ccccpiiiiiad tttt

tθθθθξτθθθθθ −+−++++= )

Nel programma Termo viene richiesto il numero di ore di funzionamento ridotto, corrispondenti con il periodo . Per il tempo restante la temperatura viene considerata

pari alla temperatura interna di progetto 0t

0iθ . L’energia termica fornita dal sistema di produzione è data da

dce

hvsp

QQ

ηηη=

dove

eη è il rendimento di emissione dei corpi scaldanti;

cη è il rendimento di regolazione dipendente dal sistema di controllo della temperatura adottato;

dη è il rendimento di distribuzione, che caratterizza l’influenza della rete di distribuzione sulla perdita di energia termica non direttamente cedute agli ambienti da riscaldare;

Il fabbisogno di energia per la produzione di acqua calda sanitaria ed è dato da:

( )0θθρ −= www VcQ

Page 146: Termo

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dove ρ è la densità dell'acqua (pari a 1000 kg/m³); c è la calore specifico dell'acqua (pari a 4186 J/kgK);

wV è il volume di acqua calda richiesta durante il periodo di calcolo (m³);

wθ è la temperatura dell'acqua calda prodotta (°C);

0θ è la temperatura dell'acqua entrante nel sistema di produzione dell'acqua calda (°C).

Il volume di acqua calda richiesta può essere calcolato come volume d’acqua richiesto giornaliero per il numero di giorni del periodo di calcolo. Il fabbisogno di energia primaria è

p

pQ Qη

=

ec QQQ +=

dove

cQ è l’energia primaria richiesta per la conversione del generatore in energia utile (J);

eQ è l’energia primaria richiesta per il funzionamento degli ausiliari (J). L’energia termica utile prodotta dall’apparato generatore è data da

auxpu QQQ −=

dove è l’energia termica fornita dagli ausiliari al fluido termovettore. auxQ

auxQ è definita dal prodotto tra l’energia elettrica assorbita dalle pompe (a sua volta

derivante dal prodotto tra la potenza assorbita dalle pompe poQ

poΦ e il periodo di

funzionamento dell’impianto termico giornaliero espresso in secondi ) e la frazione utile dell’energia elettrica assorbita dalle pompe di circolazione effettivamente trasferita al fluido

at

poη , convenzionalmente posta pari a 0,85. Si ha quindi:

poapopopoaux tQQ ηη Φ==

Per i generatori a combustione risulta che

tuuc QQ η=

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10011 ⎟⎠⎞

⎜⎝⎛ −′+

′+′−+=

FCFCP

FCPPF fbs

dfbrtuη

c

brbrbr Q

QF η=

( )[ ]( ) fbsfbr

dfbrfbsd

PPFCPPPFPPFC

′+′−⋅+⋅−−⋅++′+′

=1001

1001

aun

u

tQCP

Φ=

sen

pobre

QQQ

η+

=

dove

tuη è il rendimento termico utile medio mensile del generatore;

brF è la frazione utile dell’energia elettrica utilizzata dal bruciatore riferita all’energia primaria necessaria per la combustione; tale frazione è solitamente minore dell’1% dell’energia primaria richiesta per la combustione ed è quindi trascurabile. Termo infatti la pone pari a 0;

fP sono le perdite termiche percentuali al camino con bruciatore funzionante;

dP sono le perdite termiche percentuali verso l’ambiente attraverso l’involucro;

fbsP sono le perdite termiche percentuali al camino con bruciatore spento. I valori di , e sono forniti dal costruttore (oppure desunti dai prospetti della UNI 10348) e si riferiscono ad una differenza tra la temperatura del fluido e quella interna di 50 °C.

fP dP fbsP

( ) 2,050θΔ=′ ff PP

( )50θΔ=′ dd PP

( )50θΔ=′ fbsfbs PP I valori di , e fP ′ dP ′ fbsP ′ si riferiscono alla effettiva differenza di temperatura θΔ tra la temperatura del fluido e quella interna. FC è il fattore di carico al focolare; CP è il fattore di carico utile;

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unΦ è la potenza nominale utile del sistema di produzione (W);

brQ è l’energia elettrica assorbita dal bruciatore (J);

poQ è l’energia elettrica assorbita dalle pompe di circolazione (J);

senη è il rendimento del sistema elettrico nazionale (pari a 0,36). Nel caso di caldaie a condensazione il termine fP ′ è corretto da un termine detrattivo dato da

75,0100 ⋅−

⋅=PCI

PCIPCSR

dove PCS è il potere calorifico superiore del combustibile (MJ/Nm³); PCI è il potere calorifico inferiore del combustibile (MJ/Nm³); Per i generatori a pompa di calore risulta che:

sen

uc COP

QQ

η⋅=

0≅eQ

dove COP è il coefficiente di effetto utile medio mensile della pompa di calore valutato in

termini di energia primaria; è un dato fornito dal costruttore (i costruttori possono fornire in alternativa la potenza resa e la potenza utilizzata: in questo caso il COP può essere calcolato come rapporto di questi due valori);

senη è il rendimento del sistema elettrico nazionale (pari a 0,36). Se la pompa di calore non è elettrica, ma a gas, non occorre correggere il COP con il rendimento del sistema elettrico nazionale senη .

12.9 Determinazione del rendimento globale medio stagionale

Il rendimento globale medio stagionale sg,η è dato dal rapporto tra il fabbisogno energetico stagionale ed il fabbisogno di energia primaria stagionale:

pdcesg ηηηηη =,

Page 149: Termo

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dove

∑∑=

QQp

in cui le sommatorie vanno effettuate per tutti i mesi del periodo di riscaldamento. Infatti sia sia Q vanno calcolati considerando un periodo di un mese, per tutti i mesi del periodo di riscaldamento. Dove il periodo di riscaldamento comprende solo una parte del mese, il calcolo deve considerare solo quella parte.

pQ

12.10 Fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale

L’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale è dato da

utileSQ

EPi ∑=

dove

utileS è la superficie utile totale dello spazio considerato (m²). La sommatoria va effettuata per tutti i mesi del periodo di calcolo e Q è dato dalla seguente:

pdce

hQQηηηη

=

Per il calcolo di pη si procede come visto in precedenza sostituendo a il termine

in quanto il calcolo va fatto in regime di funzionamento continuo. hvsQ

hQ

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A APPENDICE

A.1 Riferimenti normativi

I calcoli effettuati dal programma Termo sono conformi alle seguenti norme UNI:

• UNI 7357 – Calcolo del fabbisogno termico per il riscaldamento di edifici. • UNI EN 832 (norma europea che sostituisce la UNI 10344) – Riscaldamento

degli edifici. Calcolo del fabbisogno di energia. • UNI EN ISO 10077-1 (norma europea che sostituisce la UNI 10345) –

Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Trasmittanza termica dei componenti edilizi finestrati. Metodi di calcolo.

• UNI EN ISO 13370 (norma europea che sostituisce la UNI 10346) – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Scambi di energia termica tra terreno ed edificio: Metodo di calcolo.

• UNI 10348 – Riscaldamento degli edifici. Rendimenti di riscaldamento. Metodo di calcolo.

• UNI 10349 – Riscaldamento e raffreddamento degli edifici. Dati climatici. • UNI 10351 – Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità del

vapore. • UNI 10379:2005 – Riscaldamento degli edifici. Fabbisogno energetico

convenzionale normalizzato. • UNI EN ISO 6946 – Componenti ed elementi per edilizia. Resistenza termica e

trasmittanza termica. Metodo di calcolo. • UNI EN ISO 13788 (norma europea che sostituisce la UNI 10350) – Prestazione

igrometrica dei componenti e degli elementi per edilizia. Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità superficiale critica e condensazione interstiziale. Metodo di calcolo.

• UNI EN ISO 13789 – Prestazione termica degli edifici. Coefficiente di perdita di calore per trasmissione. Metodo di calcolo.

• UNI EN ISO 13790 – Prestazione termica degli edifici. Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento.

• UNI EN 12524 – Materiali e prodotti per l’edilizia. Proprietà igrometriche. Valori tabulati di progetto.

• UNI EN ISO 14683 – Ponti termici in edilizia. Coefficiente di trasmissione termica lineica. Metodi semplificati e valori di riferimento.

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SOMMARIO

CONVENZIONI USATE IN QUESTO MANUALE .............................................................. 1 TERMINI UTILIZZATI ............................................................................................................ 1

ICONE DI USO COMUNE .................................................................................................. 2 ICONE DI GESTIONE E NAVIGAZIONE ARCHIVI ........................................................................ 2 ICONE ACCELERATICI ......................................................................................................... 2 ICONE DI STAMPA ............................................................................................................... 3 CONTROLLO ORTOGRAFICO ............................................................................................... 4

1. INTRODUZIONE ......................................................................................................... 6 1.1 LA LEGGE 10/91 ED I DECRETI INTEGRATIVI .............................................................. 6 1.2 OBIETTIVI DEL PROGRAMMA .................................................................................... 6 1.3 ORGANIZZAZIONE DEL PROGRAMMA ......................................................................... 7

2. INSTALLAZIONE ........................................................................................................ 8 2.1 KIT DI DISTRIBUZIONE .............................................................................................. 8 2.2 REQUISITI HARDWARE E SOFTWARE ......................................................................... 8 2.3 INSTALLAZIONE DI TERMO ....................................................................................... 9

3. REGISTRAZIONE ..................................................................................................... 13 3.1 RICHIESTA DI REGISTRAZIONE ............................................................................... 13 3.2 INSERIMENTO / MODIFICA PASSWORD .................................................................... 16

4. CONFIGURAZIONE DELLA PROCEDURA ............................................................ 18 4.1 IMPOSTAZIONE DELL’AREA DI LAVORO .................................................................... 18

5. MENÙ PRINCIPALE ................................................................................................. 19 6. MENÙ FILE ............................................................................................................... 20

6.1 GESTIONE EDIFICI ................................................................................................. 20 6.2 PARAMETRI DI TERMO ........................................................................................... 25

7. MENÙ EDIFICIO ....................................................................................................... 31 7.1 LEGGE 10 ............................................................................................................ 31

7.1.1 Dati generali dell’edificio ............................................................................. 32 7.1.2 Dati strutturali .............................................................................................. 34 7.1.3 Centrali termiche ......................................................................................... 41 7.1.4 Zone termiche ............................................................................................. 42 7.1.5 Inserimento dati tramite CAD ...................................................................... 52 7.1.6 Controllo dei dati inseriti .............................................................................. 65 7.1.7 Verifica edificio ............................................................................................ 66 7.1.8 Dati descrittivi .............................................................................................. 68

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7.1.9 Menù stampa .............................................................................................. 69 7.1.10 Stampa attestato di certificazione e di qualificazione energetica ............... 70

7.2 RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA ............................................................................ 73 7.2.1 Dati generali dell’edificio ............................................................................. 74 7.2.2 Verifica edificio ............................................................................................ 74

7.3 IMPIANTI TERMICI .................................................................................................. 76 7.3.1 Dati generali dell’edificio ............................................................................. 76 7.3.2 Elementi utilizzati nell’edificio ...................................................................... 77 7.3.3 Zone termiche ............................................................................................. 81 7.3.4 Calcoli .......................................................................................................... 96 7.3.5 Stampa ...................................................................................................... 101

8. MENÙ ARCHIVI DI BASE ....................................................................................... 103 8.1 MATERIALI .......................................................................................................... 103 8.2 PARETI ............................................................................................................... 104 8.3 PAVIMENTI .......................................................................................................... 106 8.4 SOFFITTI ............................................................................................................ 107 8.5 VETRATE ............................................................................................................ 107 8.6 PORTE ............................................................................................................... 107 8.7 PONTI TERMICI .................................................................................................... 107 8.8 COMUNI ............................................................................................................. 108 8.9 NORMATIVE DIAMETRI ......................................................................................... 109 8.10 MATERIALI DELLE TUBAZIONI................................................................................ 110 8.11 TUBAZIONI .......................................................................................................... 111 8.12 GENERATORI ...................................................................................................... 111 8.13 TERMINALI .......................................................................................................... 113 8.14 PANNELLI RADIANTI ............................................................................................. 113 8.15 COLLETTORI ....................................................................................................... 114 8.16 VALVOLE ............................................................................................................ 115 8.17 GESTIONE AGGIORNAMENTI ................................................................................. 116

8.17.1 Aggiornamento per sostituzione ............................................................... 117 8.17.2 Aggiornamento automatico ....................................................................... 117

8.18 IMPORTAZIONE DATI DA VERSIONE PRECEDENTE ................................................... 118 8.19 STAMPE DEGLI ARCHIVI GENERALI ........................................................................ 118

9. MENÙ UTILITÀ ....................................................................................................... 120 9.1 CONTROLLO NUOVE VERSIONI ............................................................................. 120

10. MENÙ FINESTRA ............................................................................................... 122 11. MENÙ “?” ............................................................................................................ 123 12. IL MODELLO DI VERIFICA DI TERMO ALLA LUCE DELLA NORMATIVA .... 125

12.1 INTRODUZIONE ................................................................................................... 125 12.2 VERIFICA ............................................................................................................ 125 12.3 DATI RELATIVI ALL’EDIFICIO.................................................................................. 126 12.4 CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI COSTITUENTI L’INVOLUCRO EDILIZIO............... 126 12.5 ZONE TERMICHE ................................................................................................. 127

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12.6 DISPERSIONI TERMICHE A TEMPERATURA INTERNA COSTANTE ............................... 128 12.7 APPORTI DI CALORE ............................................................................................ 134 12.8 FABBISOGNO DI CALORE ...................................................................................... 136 12.9 DETERMINAZIONE DEL RENDIMENTO GLOBALE MEDIO STAGIONALE ........................ 144 12.10 FABBISOGNO DI ENERGIA PRIMARIA PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE ........... 145

A APPENDICE ............................................................................................................ 146 A.1 RIFERIMENTI NORMATIVI ...................................................................................... 146

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