the world of il consulente numero 2
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IL CONSULENTE
T H E W O R L D O F
NUMERO 2 31 MARZO 2011
IL CONSULENTE
NUMERO 2 31 MARZO 2011
ADALBERTO BERTUCCI
Perchè mi autodenuncio
ANDREA TOMMASINI Intervista alla grande
soprano Anna Cuò
ROBERTO DE LORENZIS
Riforma Enpacl: quando
strutturale fa rima con virtuale
DOMENICO MARIANI I contenuti della sentenza
LUCIANO OLIVETTI Da manovale a ingegnere
Pubblicazione Quindicinale Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma
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NUMERO 2 31 MARZO 2011
Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma
I N D I C E
I n F o c u s
R u b r i c h e
Luciano Olivetti
Da manovale a ingegnere
OYASUMINASAY: il dolore del Giappone
raccontato e cantato dalla grande soprano Anna Cuò
L'ora del coraggio
6
10
In copertina: Terremoto
in Giappone, marzo 2011
AA.VV.
18
I contenuti della sentenza
12
20
Voci dal Territorio
La Consulta VII
22
Vita nell'Ordine..Ordine nella Vita
CDL - Card - La Forza dell'Unione
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Riforma Enpacl: quando
strutturale fa rima con virtuale
4
2
2
Roberto De Lorenzis
Andrea Tommasini
26
Pasquinate
Il Pelo nell'uovo
Domenico Mariani
CONTINUA IL GRANDE SUCCESSO DELLA RIVISTA!
Alla chiusura di questo numero, il precedente n. 1 aveva
registrato 5.604 contatti IP e quasi 97.500 pagine aperte !
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Tutti voi avre-
te seguito, ne
sono certo, le
vicende relati-
ve alla re-
cente Senten-
za della Cassazione penale che,
unica nel recente panorama giuri-
sprudenziale, ha inaspettatamente
sancito l’illegittimità della attività
di consulenza fiscale prestata dal
consulente del lavoro a favore di
imprese e lavoratori autonomi. Sia-
mo i primi ad essere consapevoli
della occasionalità che contraddi-
stingue questo isolato dispositivo,
che certamente non metterà a ri-
schio il lavoro (in taluni casi preva-
lente) di tantissimi Colleghi. E
tuttavia mi sono sentito in dovere
di dare un segnale forte a tutti i
Colleghi, cancellandomi
dall’Ordine dei commercialisti,
cui ero iscritto (ho la doppia iscri-
zione) e, contestualmente, autode-
nunciandomi alla autorità penale
per esercizio abusivo della profes-
sione.
Le ragioni di questo gesto sono es-
senzialmente due: in primo luogo,
pur nella consapevolezza della
occasionalità dell’intervento dei
giudici di legittimità, ritengo
insufficienti , e forse esiziali, i rime-
di posti in essere a tutela della
Categoria. Dotare i Colleghi di
un atto di diffida da utilizzare a
fronte di impedimenti della attivi-
tà di consulenza fiscale non mi
sembra proprio il massimo: i
Colleghi, ne sono certo, oltre a co-
noscere perfettamente la normati-
va che li legittima in campo
fiscale, sono certamente in grado
di redigere in piena autonomia un
atto del genere. Il secondo dei
motivi che mi hanno spinto a
compiere questo gesto trova giu-
stificazione non tanto nelle ragio-
ni della mente, quanto – piuttosto
– nelle ragioni del cuore. Come
tutti i Colleghi sanno mio padre,
quasi venti anni orsono, si autode-
nunciò alle autorità penali per
molto meno ed ottenne una stori-
ca sentenza della Cassazione che
segnò l’inizio di un lungo cammi-
no che ha condotto i Consulenti,
oggigiorno, ad essere pari agli
altri professionisti nel campo fi-
scale.
Sono certo che oggi, in una situa-
zione simile, Egli avrebbe fatto
esattamente la stessa cosa. Il ri-
spetto che nutro per la sua memo-
ria, unitamente al rispetto verso i
Colleghi ed al senso di responsa-
bilità che mi deriva dalla carica
che mi onoro di rivestire, mi
hanno indotto a compiere lo stes-
so gesto.
Oggi come venti anni orsono. E
per i prossimi venti anni, se sarà
necessario.
T H E W O R L D O F
PERCHE' MI
AUTODENUNCIO
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I
IL CONSULENTE
Direttore responsabile
Comitato scientifico
Gabriella Di Michele - Aldo
Forte - Giuseppe Sigillò
Massara - Pierluigi Matera -
Antonio Napolitano - Mauro
Parisi - Vincenzo Scotti -
Virginia Zambrano
Antonio Carlo Scacco
Progetto grafico e digitalizzazione
Antonio Carlo Scacco
Editore
NUMERO 2 31 MARZO 2011
2
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House Organ del Consiglio provinciale dell'Ordine dei
Consulenti del Lavoro di Roma Pubblicazione quindi-
cinale.
Redazione
Eleonora Marzani
Massimiliano Pastore
Daniele Donati
Giuseppe Marini
Andrea Tommasini
Aldo Persi
Care Amiche, cari Amici
Ordine dei Consulenti del Lavoro -
Consiglio Provinciale di Roma
00145 Roma - via Cristoforo Colombo, 456
Tel. 06/89670177 r.a. - Fax 06/86763924 -
Segreteria: [email protected]
Ente di Diritto Pubblico - Legge 11-1-
1979 N.12
Per contributi e suggerimenti
Questo numero è stato chiuso in redazione il 30
marzo 2011
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Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma
Abbiamo scelto di commentare musicalmente questo numero della rivista con il brano giapponese dal tito-
lo OYASUMINASAY per il dolcissimo contenuto delle sue parole che rendono omaggio e tributo alla
tragedia di proporzioni apocalittiche che ha colpito i nostri fratelli Giapponesi. A spiegarci il testo di
questa canzone la straordinaria cantante lirica Anna Cuo’, che ho potuto intervistare grazie alla sua
straordinaria disponibilità della quale noi tutti la ringraziamo ed in forza di una amicizia che ci ha visti
lavorare insieme lo scorso 19 marzo in Genova, dove il tema musicale di questo numero, era inserito
all’interno della scaletta musicale che ha trovato luogo presso il Casino dei Nobili in Genova. Uno
straordinario spettacolo per la Regia di Francesco Garramone, nel quale la Signora Cuo’ ha fatto vibra-
re con la sua voce dolcissima i cuori del pubblico che ivi ha potuto convenire. Assistente alla Regia ed
organizzatore era il sottoscritto, al Violino David Simonacci, al Violoncello Giorgio Matteoli, al piano-
forte Lucio Perotti. Ballava Tommaso Renda per le Coreografie di Ilenia Montagnoli.
IL DOLORE DEL GIAPPONE
RACCONTATO E CANTATO DALLA
GRANDE SOPRANO GIAPPONESE
ANNA CUO'
Anna, ci puoi raccontare il si-
gnificato piu’ profondo di que-
sta canzone con la quale hai
fatto battere forte i cuori della
gente e contemplare con misti-
ca solidarietà, il dolore del popo-
lo Giapponese?
Sono appena rientrata da un
concerto tenuto nella splendida
città di Genova, dove abbiamo
condiviso una straordinaria espe-
rienza di riflessione e propagazio-
ne del messaggio di solidarietà al
mio popolo. Infatti, tra i vari
pezzi scelti per l'evento, peraltro
in tempi assolutamente non so-
spetti, c'era un pezzo giapponese
non molto conosciuto ma, di un'
armonia ed una dolcezza
disarmanti, come lo sono l'arte e
la cultura di questo Paese.
Il brano si intitola " Oyasumina-
sai ",che significa Buona-
notte...ma dietro questa semplice
parola, nel testo della canzone,
c'è una poesia che racchiude un
grande messaggio di speranza,
perchè non parla di un giorno fini-
to ma di un giorno che sembra fi-
nire nell' attesa del nuovo giorno.
Il testo della canzone si traduce
in " in attesa che l'ombra degli
alberi, mossi dal vento, ricominci
a danzare sulla porta...in attesa
che gli uccellini ricomincino a
cantare....in attesa che la monta-
gna splenda di nuovo...in attesa
che la notte si allontani...buona
notte!”
E’ come se il destino lo sapesse, è
davvero il sentimento che in que-
sto momento, sopra ogni cosa, vi-
ve in noi giapponesi e non solo..
La speranza di un “Nuovo Doma-
ni”! Sono rimasta commossa, che
il pubblico ed i miei colleghi - o
meglio amici -, abbiano parteci-
pato insieme a me con immensa
e sincera emozione e condivisio-
ne, non facendomi così sentire so-
la, in un momento davvero
difficile per me personalmente
ma ancora piu’ in grande per il
mio popolo.
Puoi farci avere qualche tua
sensazione ed esperienza perso-
nale o familiare su questo
incredibile evento sismico e
sullo tsunami?
Tutti nel mio paese aspettavamo
da tempo, un forte terremoto
annunciato più volte da molti si-
smologi ma che mai nessuno
avrebbe immaginato una tragedia
di queste dimensioni. Questo ci
OYASUMINASAY
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Andrea Tommasini
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deve far riflettere su molte scelte fu-
ture! Perchè nessuno se l'aspetta-
va, ma è arrivato.... l'11 Marzo
2011... in un attimo, un sobbalzo
fortissimo...e poi, un interminabile
scossa che spostava ogni cosa e
persona...non finiva mai...lunghissi-
ma...inaspettatamente prepotente e
insistente...!! Poi, tutto si calma, ci
si rialza tutti , ci si organizza subi-
to senza panico, si riassicura,
pensando subito agli altri e incredi-
bilmente ci si rende conto che
nulla è crollato.
Poi di colpo cominciano a suonare
le sirene ,annunciando l'arrivo
dello Tsunami, ma tutti sanno, cre-
dono, da quello che hanno impa-
rato , di avere un po' di tempo per
organizzarsi e scappare, chi si
incammina velocemente a prende-
re i figli a scuola, chi esce dal lavo-
ro per andare a casa in contro alla
propria famiglia... ma in un atti-
mo...il mare avanza ...e travolge
tutto!!!
Questa volta non ha potuto lascia-
re nemmeno quel poco tempo ,
perchè spinto da una forza più
grande di lui! In un istante miglia-
ia di vite... di storie... di famiglie
spezzate!!
Tutto questo ve lo posso racconta-
re grazie ai racconti dei miei fami-
liari e amici, avendolo io vissuto,
come voi, da qui e guardando nei
giorni la tv, con un profondo senso
di angoscia, di colpa, di impotenza
di inutilità che è indescrivibile.
E poi 12 ore interminabili senza riu-
scire a prendere la linea con nessu-
no...prima di scoprire che grazie a
Dio stavano tutti bene... beh avrei
dato la vita in quei momenti spa-
ventosi, per essere al posto alme-
no di mia madre, per non farle
vivere quel terrore da sola! Dio
che incubo...e in più dover conti-
nuare a lavorare, a condurre una vi-
ta “ Normale “, mentre dall'altra
parte del mondo tutto si distrugge-
va e non si riusciva a comunicare.
E’ il mio paese e insieme ad esso
vi è tutta la mia famiglia. E’stato e
continua ad essere davvero molto
difficile! Ma sento e ho vissuto
sulla mia pelle in questi ultimi 10
giorni, una grande solidarietà ed
ammirazione verso il mio popolo
e questo, mi dà speranza!
Qual è secondo te il messaggio
contenuto in questo evento ri-
spetto all’evoluzione del tuo po-
polo?
Anche se potrà sembrare una
follia, sento che questa Catastrofe
Naturale e Nucleare. non sia stata
solo una Disgrazia ma un qualco-
sa che porterà ad un cambiamento
Positivo! E voglio credere che il
fatto che sia accaduto proprio lì,
anche se il mio paese, non sia
stato un caso. Da questo evento è
emerso quello che è realmente
anche agli occhi del mondo. Non
solo il paese del sushi, della tecno-
logia, della forma, dell'educazio-
ne, ma un paese popolato da
persone, sì minute, si un po' “Tutte
Uguali” come si dice in occidente,
ma che in realtà hanno dimostrato
già in passato e ancora oggi, che so-
no dei giganti di rispetto, dignità,
compostezza, coraggio. Auspico
sinceramente che possano essere
di grande esempio ed insegna-
mento a tutto il mondo che, in un
momento cosi tragico e triste in
molti sensi e fronti, ne ha davvero
bisogno!
Nell’archetipo di riferimento
dell’esempio, su cosa ritieni che
possa giungere al mondo l’inse-
gnamento piu’ grande?
Nella tristezza di tutte queste vite
strappate alla Vita stessa, sono
orgogliosa che siano anche la dimo-
strazione che non è l'Esteriorità,
che tanto in Occidente ci persegui-
ta ultimamente, a rendere una
persona od un paese più capace ,
intelligente , dignitoso, ma solo
quello che siamo e che scegliamo
di essere e di diventare. Nella vita
si può anche sbagliare (riflettendo
su questa tragedia nucleare inces-
sante ) ma l'importante poi è
rendersene conto e avere l'umiltà
e la dignità di chinare la testa, sa-
per chiedere perdono, prendersi le
proprie responsabilità a costo di
perdere tutto, guardare avanti
pensando davvero a un futuro mi-
gliore per tutti noi e smetterla di
pensare solo a se stessi. Le grandi
tragedie insegnano a liberarci dei
propri egoismi e delle orride abitu-
dini che l’ego struttura negli indi-
vidui. Rompere quella lente che
deforma l’esistenza portando l’uo-
mo a guardanre solo i propri inte-
ressi, cercare in tutti i modi di non
ripetere gli stessi errori , anche a
costo di ricominciare tutto da
capo e anche...per non dimentica-
re chi siamo realmente nella no-
stra anima e nel nostro cuore.
Possiamo dunque affermare che
le anime che hanno perso la loro
vita terrena in questa tremenda
tragedia, possano essere conside-
rate anime elette alla stregua e
dignità degli eroi?
Credo proprio di si. Il loro sacrifi-
cio umano, sul piano animico ed
evoluzionistico sicuramente può
essere letto “in onore” di tutti que-
gli angeli che non ci sono più e
tutti quegli eroi ,che hanno scelto,
in modo più o meno consapevole,
di sacrificare le loro vite, in pas-
sato e oggi , per salvaguardare
l'esistenza dell'intera umani-
tà!....Credo che abbiano trovato
questo grande coraggio,
pensando principalmente alla vi-
ta e al futuro dei loro figli e
quindi dei Nostri.. e questa volta
non dobbiamo e non possiamo
più dimenticarlo!
OYASUMINASAY
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L'ORA
DEL
CORAGGIO
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L'ORA
A seguito della sentenza della Corte di cassazione (VI penale)
n. 10100/2011 che ha messo in discussione la competenza in
materia di assistenza fiscale e contabile prestata dai consulenti
del lavoro a favore di lavoratori autonomi ed imprese, Il Presi-
dente del Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del
lavoro di Roma, Adalberto Bertucci, si è sospeso dall’Ordine
dei dottori commercialisti ed esperti contabili (al quale era
contestualmente iscritto) e, contemporaneamente, si è autode-
nunciato alle autorità penali per violazione dell’articolo 348
c.p. (esercizio abusivo della professione). Come si ricorderà la
sentenza ha sancito il divieto per il consulente del lavoro di
svolgere un'attività “tipica” quale quella della consulenza fisca-
le alle aziende ed ai professionisti, pena l’integrazione del reato
di cui all’articolo 348 c.p.. Si tratta di una sentenza assoluta-
mente singolare nel consolidato orientamento giurisprudenzia-
le, che oltretutto, contrasta con la normativa vigente ( basti
pensare al D.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, il quale prevede
per i consulenti del lavoro il patrocinio e la rappresentanza pie-
na per il contenzioso davanti alle commissioni tributarie , e la
conseguente possibilità di redigire e discutere ricorsi aventi per
oggetto qualsiasi tributo)
AUTODENUNCIA DEL
PRESIDENTE ADALBERTO
BERTUCCI PER ESERCIZIO
ABUSIVO DELLA
PROFESSIONE
DEL
CORAGGIO
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CORTE DI CASSAZIONE:
LA
STORIA
SI
RIPETE
QUASI 20 ANNI ORSONO ORESTE BERTUCCI,
AUTODENUNCIATOSI PER ESERCIZIO ABUSI-
VO DELLA PROFESSIONE IN MATERIA DI AS-
SISTENZA FISCALE E CONTABILE, OTTENEVA
UNA STORICA SENTENZA DELLA CASSAZIO-
NE A PROPRIO FAVORE (N. 8685/1993).
Come è a noi tutti noto, in data 21.06.1993 la Sesta Sezione Penale della Suprema
Corte di Cassazione - su ricorso proposto dal Presidente Oreste Bertucci, che all’uopo
si era addirittura autodenunciato per ottenere una pronuncia giudiziaria in materia di
rapporti tra attività di esclusiva competenza dei commercialisti rispetto a quelle esercita-
bili legittimamente dai consulenti del lavoro – aveva espresso il seguente principio di di-
ritto: “Non integra esercizio abusivo di professione (art. 348 c.p.) di dottore
commercialista da parte di un consulente del lavoro la tenuta della materia fiscale e
della contabilità, relativa a piccole e medie imprese assistite nell'ambito dell'attività di
mero rilevamento, annotazione, catalogazione, accorpamento e trascrizione di dati,
aventi rilevanza contabile e fiscale, e costituisce pratica di scarso rilievo professionale,
non implicando necessariamente contributi di consulenza tecnico-contabile, di stime
commerciali e finanziarie, di verifica e revisione dei bilanci, di amministrazione e liqui-
dazione di aziende, riservate ai dottori commercialisti. Essa, pertanto, deve essere rite-
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CORTE DI CASSAZIONE:
LA
STORIA
SI
RIPETE
nuta attività di natura "affine" che rientra nella generale competenza del consulente del
lavoro (artt. 1 e 2 legge 11 gennaio 1979, n. 12). Tale attività non cambia natura
quando, anzichè essere effettuata su scritture e documenti interni all'azienda, sia trasfe-
rita su dichiarazioni e denunzie destinate a essere esibite ad uffici pubblici, compresi
quelli fiscali, semprechè non sussiste la necessità di una consulenza contabile o
commerciale generale ….... Nell’esprimere il principio di cui in massima, la Suprema
Corte ha altresì precisato che “Il processo penale non conosce azioni dichiarative, per
cui non possono prospettarsi al giudice problemi di carattere generale, non necessari
alla soluzione del caso concreto, ma diretti a fornire più ampie indicazioni sul
comportamento futuro per altri soggetti o categorie di soggetti, che si troveranno ad
interpretare le norme giuridiche. Ne consegue che il giudice penale non può affrontare
e risolvere i problemi relativi alla generale competenza professionale dei consulenti
del lavoro ed all'eventuale riserva di competenza in materia fiscale in favore dei dotto-
ri commercialisti e dei ragionieri, se nel caso di specie oggetto della denuncia è l'attivi-
tà di "tenuta della materia fiscale, relativa a piccole e medie imprese ... assistite
nell'ambito della attività di consulenti del lavoro", sicuramente rientranti nella compe-
tenza di questi ultimi. (Fattispecie in tema di esercizio abusivo di professione (art. 348
c.p.) di dottore commercialista da parte di un consulente del lavoro, presidente
dell'albo dei consulenti del lavoro, autodenunciatosi allo scopo di provocare una pro-
nuncia giudiziaria che sancisse la legittimità dell'attività nei confronti degli apparte-
nenti alla categoria professionale da lui rappresentata. La Corte di cassazione ha
annullato senza rinvio la sentenza di condanna impugnata dall'imputato) (Cass. pen.,
Sez. VI, 21/06/1993, n. 8685, Bertucci, in Mass. Pen. Cass., 1994, fasc.3, 21; in Cass.
Pen., 1995, 916, 955, nota ANGELO).
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Desidero complimentarmi
con L’Ordine di Roma, con il
suo presidente Adalberto
Bertucci, con il direttore Anto-
nio Carlo Scacco e con gli
altri colleghi che collaborano
per la miglior riuscita della rivi-
sta The World Of Il Consu-
lente: l’immediato successo,
tributato alla pubblicazione fin
dal numero zero, dimostra
quanta voglia di discutere ci
sia nella Categoria.
Forse stufi di riviste ed artico-
li che ci propongono solo bana-
li commenti alle circolari ed
album fotografici i colleghi di-
mostrano di appassionarsi al
confronto sui temi e sulle
scelte che li riguardano.
Raccolgo pertanto con piacere
l’invito a partecipare al dibatti-
to in corso sul nostro Ente di
previdenza. Malgrado l’attuale
Consiglio di Amministrazione
dell’Ente fosse espressione di
liste contrapposte il senso di re-
sponsabilità ha comunque ca-
ratterizzato sin dal primo
momento l’attività dei consi-
glieri e, pur nell’iniziale divi-
sione di ruoli fra maggioranza
ed opposizione, ha reso possibi-
le la realizzazione di risultati
concreti e positivi.
Trascorso poco più di un
anno dalle elezioni, quegli stes-
si colleghi che hanno proposto
e sostenuto Presidente, Vice
Presidente e consiglieri della
(ex) maggioranza, d’improvvi-
so ci hanno rivelato che gli
eletti da loro proposti non so-
no adeguati al compito, non
vanno per niente bene ed
andrebbero mandati a casa!
Se ci fosse un minimo di se-
rietà e di coerenza questi colle-
ghi dovrebbero vergare una
bella lettera di dimissioni, scu-
sandosi con la Categoria per
aver così clamorosamente sba-
gliato le loro scelte precedenti:
invece no, ci ripropongono nuo-
vi candidati, salvatori della
patria, a loro dire messa in peri-
colo da quelli che ci avevano
suggerito prima, che ci ga-
rantiscono essere più capaci,
più appassionati, competenti
ed esperti……..almeno fino al
prossimo ripensamento.
Mi piacerebbe che, per una
volta, si dicesse con chiarezza
cosa andava fatto e non è stato
fatto, cosa è stato fatto in mo-
do errato e quali sono le cose
concrete che si intendono fare;
mi piacerebbe, in sostanza,
che i candidati si proponesse-
ro in alternativa con delle pro-
poste, senza dover per forza
infangare chi c’era prima.
Non intendo con ciò di-
fendere il collega Miceli, è
capacissimo a difendersi da so-
lo, ma constatare come, anco-
ra una volta, dobbiamo
assistere ad una vergognosa
opera di attacco personale, ba-
sato sui “si dice”. Io stesso, e
prima di me altri colleghi, so-
no stato vittima di questo
malcostume: accuse pesanti,
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RIFORMA ENPACL:
QUANDO
STRUTTURALE
FA RIMA CON
VIRTUALE
Roberto De Lorenzis
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non supportate da prova alcu-
na, portate nei corridoi e nelle
conventicole in maniera subdo-
la, mai diretta, e quindi senza
assunzione di responsabilità
da parte di chi le formula e pos-
sibilità di difesa da parte
dell’accusato. C’è una assolu-
ta sproporzione fra il nulla
che si contesta e il danno gra-
ve che si infligge alle istituzio-
ni di Categoria, al loro
quotidiano funzionamento ed
alla dignità della Categoria
tutta. Una sequenza impressio-
nante di accuse, voci, imbo-
scate, maldicenze: qualcosa di
infamante resta e poi magari
il nervosismo induce chi è
sotto accusa a commettere
qualche errore; assistiamo co-
sì non solo al continuo
smantellamento delle istituzio-
ni di Categoria ma ad una co-
stante guerra nella quale
nessun ragionamento è possibi-
le: non si possono valutare
opzioni diverse, o sei di qui o
sei di là, e avanti così fino
alla sconfitta definitiva
dell’avversario che diviene il
“nemico assoluto” da
distruggere. Questo sistema è
deleterio, depaupera le scarse
risorse umane disponibili e ne
scoraggia tante altre a
rendersi disponibili, genera sfi-
ducia nei confronti degli orga-
nismi di Categoria e
disincentiva, di conseguenza,
la partecipazione dei colleghi.
Questo sistema, oltretutto,
induce a scelte sbagliate fatte
non in funzione della migliore
strategia possibile per la
Categoria ma in funzione
della miglior difesa del pro-
prio operato: le scomposte e
controproducenti reazioni alla
recente pronuncia della Cassa-
zione, che ha ritenuto eserci-
zio abusivo della professione
di Commercialista l’attività di
un C.d.L. che prestava assi-
stenza fiscale a lavoratori auto-
nomi e imprese,
rappresentano una prova
drammaticamente attuale di su-
perficiale autodifesa. Non pos-
siamo andare avanti così, ne
va del bene di tutti. Invece
niente, tutto si spegne nella
continua personalizzazione di
ogni contrasto, che si risolve
in fattore di fragilità politica.
Le elezioni del nuovo Consi-
glio di amministrazione
dell’Enpacl si avvicinano:
sappiamo già chi è il presi-
dente scelto da una certa parte,
e persino i consiglieri desi-
gnati, ben prima delle demo-
cratiche segnalazioni da parte
dei regionali, in barba alla
tanto sbandierata democrazia;
ma, oltre ai nomi, qualcuno ha
visto uno straccio di pro-
gramma che ci riveli cosa si
propongono di fare? Il “pro-
gramma” elaborato per l’Ente
di Previdenza fino a pochi
giorni fa sembrava
condensarsi in due paroline ma-
giche: “riforma strutturale”.
Ad ogni intervento, articolo,
intervista si ripeteva che il no-
stro sistema previdenziale ha
necessità di una riforma struttu-
rale. Ma qualcuno ci vuole spie-
gare cosa significa, o meglio,
quali contenuti deve avere una
riforma per definirsi struttura-
le? E come si intende procede-
re per realizzarli?
Nella totale assenza di indica-
zioni concrete mi sono fatto
l’idea che tale termine volesse
significare una specie di
formula magica che soddisfi il
sogno segreto di ogni contri-
buente: pagare meno contribu-
ti e ricevere pensioni più alte,
ovviamente senza innalzare
l’età pensionabile. Se la ri-
forma strutturale è questa sono
più che d’accordo: ditemi do-
ve devo firmare! Oppure per
riforma strutturale si deve
intendere il passaggio al siste-
ma contributivo, nella superfi-
ciale quanto errata
convinzione che tale sistema
rappresenti il miglior modo
per avvicinarsi al sogno
suddetto?
Nel frattempo sono state rese
note le cifre elaborate dal ME-
FOP che hanno confermato
ciò che già si sapeva: con il si-
stema contributivo si paga di
più per avere meno: il sogno al
contrario! L’incantesimo si è
rotto, provocando per qualcu-
no il crollo di una bella illusio-
ne. Come per magia la riforma
strutturale è sparita dai pro-
grammi: una riforma impopo-
lare non è certo il miglior
esordio per chi si propone co-
me “dream team”. Sfumato
uno slogan se ne inventa un
altro: che problema c’è?
Ed ecco la nuova parola
d’ordine: trasparenza. Questa
volta è un programma facile
da realizzare, il palazzo
dell’Ente è già di vetro, baste-
rà togliere le pellicole ri-
flettenti e diventerà
completamente e perfetta-
mente “trasparente”.
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NUMERO 2 31 MARZO 2011
Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma
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I CONTENUTI
DELLA
SENTENZA
Domenico Mariani
C
ome è a noi tutti no-
to, in data
21.06.1993 la Sesta
Sezione Penale della Suprema
Corte di Cassazione - su ri-
corso proposto dal Presidente
Oreste Bertucci, che all’uopo
si era autodenunciato per otte-
nere una pronuncia giudizia-
ria in materia di rapporti tra
attività di esclusiva compe-
tenza dei dottori commerciali-
sti rispetto a quelle esercitabili
legittimamente dai consulenti
del lavoro – aveva espresso
un importante principio di
diritto (vedi pagina 6).
Detto principio di diritto è
stato più volte ribadito nel
corso degli anni e sempre negli
stessi termini di cui sopra, sia
pure in modo ancora più specifi-
co.
E così, per esempio, in altre
pronunce si è ribadito come
non rientri nell’attività esclusi-
va e riservata ai dottori
commercialisti l’attività di de-
nuncia dei redditi e denuncia
IVA. Più precisamente si è riba-
dito che “non integra l'ele-
mento oggettivo del reato di
esercizio abusivo di una profes-
sione (art. 348 c.p.), la compila-
zione delle denunce dei redditi
e dell'IVA, atteso che queste atti-
vità non rientrano tra quelle ri-
servate ai dottori
commercialisti e ai ragionieri,
ai sensi dell'art. 1 lett. a) l. 28
dicembre 1952, n. 3060 e
dell'art. 1 d.P.R. 27 ottobre
1953, n. 1067, dovendo consi-
derarsi vietate solo quelle che,
in deroga al principio costitu-
zionale della libera esplicazio-
ne del lavoro, sono riservate -
da un'apposita norma - alla pro-
fessione considerata. In base
alle disposizioni contenute in
dette fonti normative la Corte
ha già affermato che l'art. 348
c.p. è una norma penale in
bianco che presuppone l'esi-
stenza di norme giuridiche qua-
lificanti una determinata
IL PRINCIPIO DI DIRITTO SECONDO CUI PER STABILIRE UNA RI-
SERVA E' SUFFICIENTE CHE LA PRESTAZIONE EROGATA COSTI-
TUISCA UN ATTO TIPICO E' PALESEMENTE IN CONTRASTO CON
IL PRINCIPIO DI LEGALITA'
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attività professionale che pre-
scrive l'iscrizione in un determi-
nato albo; che l'identificazione
delle attività protette non può
prescindere dal dato normativo
per il principio, costituzio-
nalmente garantito, della libera
esplicazione delle attività, lavo-
rative, applicabile anche alle
professioni intellettuali, onde il
reato è integrato solo in relazio-
ne alle cosiddette attività pro-
tette, intendendosi per tali
quelle dalla legge riservate a de-
terminate categorie; che nel ca-
so della professione dì
commercialista occorre fare rife-
rimento alle attività descritte
nell'art. 1 del d.p.r. 27 ottobre
1953, n. 1067, nel quale non
vi è traccia di una riserva in
materia di compilazione e pre-
sentazione di denunce dei reddi-
ti o di denunce IVA; che tale
articolo è stato predisposto in
attuazione di una precisa diretti-
va contenuta nella legge delega
28 dicembre 1952, n. 3060
(art. 1, lett.a) che prescrive che
la determinazione del campo di
attività professionale non deve
importare attribuzioni in via
esclusiva", onde qualsiasi dispo-
sizione legislativa contraria
avrebbe implicato seri dubbi di
legittimità costituzionale per
eccesso dalla delega; che tutta-
via la disciplina contenuta nel
citato art. 1 concorre a delinea-
re ipotesi del reato nei casi in
cui tale normativa è integrata
da altre disposizioni aventi
forza di legge che prevedano
attività tipiche riservate alle
categorie in esame, così come
avviene per le attività di sinda-
co di società commerciali (art.
2397 c.c.) o per le attività di
controllo contabile di cui
all'art. 5 del Dlgs. 27 gennaio
1992, n. 88 o per le attività pre-
viste dalla legge sul contenzio-
so tributario che l'art. 17,
comma terzo, del d.p.r. 3 no-
vembre 1981, n. 739 riserva
agli iscritti nell'albo se svolta
in esecuzione di mandato pro-
fessionale” (Cass. pen., Sez.
VI, 14/02/2001, n. 13124, Melo-
ni, in Cass. Pen., 2002, 1388;
in Fisco 2001, 13830; conf.
Cass. Sez. VI 1 marzo 1996,
PM in proc. Albertini).
Pertanto, la nuova pronuncia
della Sesta sezione penale, a
mio parere, nella parte in cui in
essa si afferma che “orbene il
consulente del lavoro, avendo
competenza in materia di reddi-
ti di lavoro dipendente, può le-
gittimamente occuparsi della
liquidazione e del pagamento
delle relative imposte. Ma
l’indagato prestava assistenza fi-
scale e contabile anche a lavo-
ratori autonomi e imprese e,
quindi, operava in un campo
per il quale non aveva la neces-
saria abilitazione….”, si inseri-
sce nel solco decisionale già
delineato sempre dalla Sesta Se-
zione, laddove la stessa aveva
comunque escluso (vedasi pre-
cedente Pres. Oreste Bertucci)
che il consulente del lavoro po-
tesse …..svolgere attività di
consulenza tecnico-contabile,
di stime commerciali e finanzia-
rie, di verifica e revisione dei bi-
lanci, di amministrazione e
liquidazione di aziende [ndr
più in generale] attività di
consulenza contabile o
commerciale generale.
Occorre precisare che, contra-
riamente ai primi e preoccu-
panti commenti diffusi
nell’immediatezza della pubbli-
cazione della sentenza
(commenti secondo i quali che
la Cassazione avrebbe addi-
rittura inibito al consulente del
lavoro la possibilità di redazio-
ne dei bilanci societari), dalla
lettura del testo integrale della
pronuncia tutto ciò non si
evince.
Ciò del resto risulta coerente
con altre pronunce sul punto,
nelle quali si era precisato co-
me “La condotta del delitto di
cui all'art. 348 c.p. sia integrata
dal compimento di atti di
esercizio di una professione
per la quale è richiesta una spe-
ciale abilitazione da parte dello
Stato, insuscettibili di estensio-
ne in via analogica e riservati
ad essa in via esclusiva, sulla
base di un apposito provvedi-
mento normativo che, per la
professione esercitata dai dotto-
ri commercialisti e ragionieri,
è costituito dall'art. 1 del d.P.R.
27 ottobre 1953, n. 1067. In
applicazione di tale principio
la Corte di cassazione ha rite-
nuto estranee al contenuto tipi-
co della professione di
commercialista la compilazio-
ne delle dichiarazioni di impo-
sta e le attività rimesse agli
amministratori di società
commerciali, come la redazio-
ne dei bilanci (Cass. pen., Sez.
V, 17/10/2001, n. 41142,
Coppo, in Cass. Pen., 2002,
3448). Ed ancora, sempre la
Sezione Sesta ha precisato che,
quanto all’attività di redazione
dei bilanci non è un’attività ri-
servata. Di conseguenza non
commette il reato di esercizio
abusivo della professione colui
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che, pur non essendo dottore
commercialista predispone il
rendiconto altrui. La Sesta Se-
zione, nell’occasione, ha ri-
cordato che il codice civile
assegna in primis all’ammini-
stratore della società il compito
di redigere il bilancio e che allo
stesso è consentito dall’art.
2380 c civ. di affidare detto
compito anche a non soci. Non
si parla mai insomma di incari-
chi da riservare ad iscritti in
appositi Albi. (Cass. Sez. VI 13
giugno 2001 n. 281; Cass. Sez.
VI del 27 gennaio 2001 n.
904). Quanto alla specifica atti-
vità di controllo del bilancio,
in altra pronuncia, si pure inci-
denter tantum, sempre la Sesta
Sezione aveva precisato come
occorresse distinguere il
controllo come attività computi-
stica (controllo dei calcoli) dal
controllo intrinseco di attendibi-
lità, solo quest’ultimo di compe-
tenza esclusiva dei dottori
commercialisti (Cass. Sez. VI
sent. 23.04.1996, n. 4276).
Pertanto, a mio parere, la
sentenza in commento nella
parte in cui sembra inibire la
possibilità per il consulente del
lavoro di prestare “assistenza fi-
scale e contabile” dice tutto e
niente, apparendo molto generi-
ca e non specifica, come, al
contrario, risultano essere gli
altri precedenti espressi in mate-
ria dalla Suprema Corte di Cas-
sazione e particolarmente dalla
stessa Sezione Sesta. La generi-
cità dell’assunto espresso dai
Giudici di legittimità sembra
consono con la fase particolare
del procedimento penale in cui
la sentenza è stata emessa, po-
sto e considerato che non è una
pronuncia che ha deciso in via
definitiva la problematica ed
all’esito di tre gradi di giudizio,
trattandosi all’evidenza di una
sentenza cautelare (relativa
cioè ad un sequestro) emessa
all’esito di una delibazione
sommaria in cui la Suprema
Corte si è pronunciata sul fu-
mus commissi delicti e cioè
sull’astratta sussumibilità di
una determinata condotta
nell’ambito di una specifica
fattispecie di reato (art. 348
c.p.). A mio parere, all’esito del
procedimento penale, nulla
esclude che una valutazione
più attenta e soprattutto definiti-
va induca i giudici di legittimi-
tà quantomeno ad essere più
precisi e specifici in ordine
all’assunto “assistenza fiscale e
contabile”.
Al contrario, secondo lo scri-
vente, la novità assoluta e pre-
occupante espressa dalla
recente sentenza consiste nel
fatto che, secondo i giudici,
“per stabilire se una determi-
nata prestazione integri il reato
previsto dall’art. 348 c.p. non è
necessario rinvenire nella legge
che regola la professione in tesi
abusivamente esercitata una
clausola di riserva esclusiva ri-
guardante quella specifica pre-
stazione, ma è sufficiente
l’accertamento che la prestazio-
ne erogata costituisce un atto ti-
pico, caratteristico di una
professione per il cui esercizio
manca l’abilitazione”.
Detto principio di diritto è pa-
lesemente pericoloso ed antico-
stituzionale, posto e
considerato che contrasterebbe
con il principio di legalità
espresso dall’art. 25 della Costi-
tuzione, per quanto del resto
detto in precedenza sempre
dalla Sesta Sezione della Su-
prema Corte, che ha sempre co-
stantemente precisato come
l’art. 348 c.p. fosse una
norma penale in bianco, o
meglio a struttura aperta, che
presuppone l’esistenza di
norme giuridiche diverse, qua-
lificanti una determinata attivi-
tà professionale, le quali
prescrivono una speciale abili-
tazione dello Stato ed
impongono l’iscrizione in uno
specifico albo, in tal modo
configurando le cd professioni
protette (Cass. Sez. VI n.
9089/1995 e 2685/1994). Ne
deriva che l’identificazione
delle attività costituenti eserci-
zio di una data professione non
può prescindere dal dato
normativo, pena la violazione
del precetto di cui all’art. 25
Cost. come del resto rilevato
dalla stessa Corte Cost. (Ord.
169/1983). Se così non fosse, e
se quindi fosse possibile defini-
re le “materie” di competenza
esclusiva di determinate profes-
sioni per successive aggiunzio-
ni o modificazioni, prive di
base normativa, ne discende-
rebbe la capacità dei singoli
professionisti o delle corpora-
zioni professionali nel loro
insieme non solo di determina-
re una limitazione di capacità
lavorativa dei terzi, in contra-
sto con gli artt. 1, 4, 35 e 41
Cost., ma addirittura di de-
terminare, attraverso l’estensio-
ne di fatto dei contenuti
dell’attività professionale, la
illiceità penale di atti prece-
dentemente leciti. (Cass. Sez.
Sesta 23.04.1996, n. 4276).
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Pertanto, quello che mi
sembra innovativo (e co-
munque anticostituzionale,
oltre che contraddittorio ri-
spetto a precedenti pronunce
della stessa sezione) per il mo-
mento è il principio secondo il
quale “per stabilire se una de-
terminata prestazione integri il
reato previsto dall’art. 348 c.p.
non è necessario rinvenire
nella legge che regola la profes-
sione in tesi abusivamente
esercitata una clausola di ri-
serva esclusiva riguardante
quella specifica prestazione,
ma è sufficiente l’accertamento
che la prestazione erogata costi-
tuisce un atto tipico, caratteristi-
co di una professione per il cui
esercizio manca l’abilitazione”.
Una tesi del genere legittime-
rebbe addirittura la prassi a
circoscrivere ed ampliare e,
quindi, a rendere di compe-
tenza esclusiva o meno di una
determinata categoria professio-
nale, una specifica attività lavo-
rativa. Ciò non è assolutamente
possibile, visto e considerato
che un soggetto si troverebbe
addirittura nel dubbio assoluto
e non potrebbe mai sapere con
certezza se una determinata
sua condotta risulti o meno pe-
nalmente lecita; il tutto in
aperto contrasto con uno dei
principi cardine del sistema pe-
nale: il principio di legalità.
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I RILIEVI DELLA
FONDAZIONE
ORESTE BERTUCCI
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Sembra questa l’evoluzione del
consulente del lavoro. Infatti,
l’attuale radicamento nel territo-
rio della nostra professione deno-
ta la crescita fortissima, in
termini numerici e qualitativi, di
quello che un tempo appariva un
“mestiere contabile” di serie infe-
riore. Se volessimo datarne la ge-
nesi, potremmo collocare l’atto
di nascita nel lontano 1979. Allo-
ra, quasi in sordina, tra i tanti un
esperimenti appariva degno di po-
co interesse: la creazione di una
figura di sostegno alle imprese,
per meglio ridefinire l'aggancio
al mondo produttivo. Parole po-
co aderenti alla realtà dell’epoca,
ma alla base della formidabile
evoluzione degli ultimi decenni .
Oggi fare il Consulente del Lavo-
ro è come partecipare ad una ga-
ra di orienting: rintracciare il
punto di intersezione di due angu-
sti viottoli, dove su uno corre
l’allora “tecnico commerciale”,
sull’altro marciano le piccole e
medie imprese. Tutto ciò non è
stato solo un percorso cosparso
di lustrini e paillettes, ma anche
uno sconnesso sentiero su cui
confrontarsi con situazioni di
grave di precarietà. Precarietà.
Un sostantivo che oggi è parte
integrante del lavoro quotidia-
no; un compagno quasi insepa-
DA
MANOVALE
A INGEGNERE
Luciano Olivetti
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rabile, come il telefonino e la
ventiquattrore.
Nel terzo millennio si trova pre-
carietà sotto un punto di vista
temporale: l’esigenza dell’imme-
diato. Tutto subito: scarsa o
nulla programmazione. Una
condizione che ci porta ad opera-
re in un sistema in affanno; il
problema quotidiano è il pro-
getto strategico: a livello politi-
co, imprenditoriale, gestionale,
di vita. Non più obiettivi a me-
dio o a lungo termine, il "brevis-
simo" domina e condiziona la
nostra esistenza. Ma precarietà
è anche legislativa: dove la
norma cambia come l’abito di
un’indossatrice. E’ pure precarie-
tà lavorativa: dove la condizio-
ne del Consulente del Lavoro
non può non percepire una
condizione di tangibile crisi eco-
nomica. In breve: l’instabile,
l’incerto è diventato presenza sta-
bile nel lavoro di tutti i giorni.
Non può, infine, mancare
nell’approccio alla nostra profes-
sione una valutazione più globa-
le. L’era postindustriale sta
portando alle conclusioni estre-
me quanto iniziato con la rivolu-
zione industriale. Dalla
liberazione dell’uomo dalla fati-
ca bruta fino all’accesso al pro-
dotto finito tramite un processo
produttivo agevolato. Viene pe-
rò in qualche modo ridotto o
soppresso il valore economico
stesso del produrre e la miticità
dell’attività amanuense. Oggi
tutti sanno che non c’è più una
reale problematica del “creare”,
quanto la necessità di consuma-
re e, successivamente di smalti-
re quel che resta. Nello sfondo
conquista spazi una finanza che
con mezzi discutibili e talvolta
perversi assoggetta tutto il moto
dello sviluppo economico.
Le sicurezze ormai crollano in
questo contesto di continua cre-
scita disordinata e all’Uomo
non resta che tentare di rifonda-
re le perdute certezze facendo ri-
corso a quello che già ha
posseduto: i valori della civiltà
preindustriale. Non è un va-
gheggiamento del ritorno ad epo-
che passate, di per sé
improponibile, ma il tentativo
di recupero in termini umanisti-
ci di valori condivisi in età prece-
denti.
Il Consulente del Lavoro in una
situazione quale quella descritta
può operare in termini diversi
dando preminenza all’uomo
presente nella figura professio-
nale.
Non si possono vendere pro-
messe, nessuno le vorrebbe. Più
aderente alla dimensione uma-
na è senz’altro il contributo di
esperienza, serietà, dedizione
che può assicurare un simile
professionista, capace consape-
volmente di dichiarare: sono un
Consulente del Lavoro, mi dedi-
co a questo e lo faccio con tutte
le risorse di cui dispongo, uma-
ne e professionali.
In sintesi la forza di una rifonda-
zione. Non un mestiere come il
“piatto del giorno” o peggio un
ripiego momentaneo
aspettando la sognata opportuni-
tà, bensì un impegno a tutto
tondo senza soluzioni di conti-
nuità, sottolineando con la mas-
sima forza questa diversa
accezione di proporsi nel
mercato del lavoro.
DA
MANOVALE
A INGEGNERE
Foto by lore1988
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lickr
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LA CONSULTA VII
LA COMPOSIZIONE
DELLA CONSULTA VII
Presidente
DRAZZA EMILIANO
Altri componenti
DRAZZA DAVIDE
CAPRELLA GIOVANNI
PIERI PATRIZIA
BOTTONE PIERO
FERRIGNO MASSIMO
VO
CI D
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RIT
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clicca per andare al Forum delle
Consulte
clicca per vedere la brochure
informativa
Q
uando tempo fa, nel
Consiglio della mia
Consulta, determi-
nammo come obiettivo
dell’attività delegata dall’Ordi-
ne di Roma sul territorio di
competenza, di perseguire la
divulgazione nelle scuole
dell’attività del consulente del
lavoro e la centralità del
Consulente come intermedia-
rio della Pubblica Amministra-
zione, non avrei mai pensato
che si raggiungesse sui due te-
mi quella vasta convergenza
da parte di tutte le altre
Consulte. Ma, ancora di più,
non avrei mai immaginato,
anche se lo speravo, che la
questione dell’intermediario e
del suo status giuridico fosse
così sentito e condiviso da
tutti. E non solo nel nostro
Ordine, dato che le notizie che
arrivano trasversalmente
anche da altri ordini, come
quello dei Commercialisti, se-
gnalano una attenzione massi-
ma in ogni consesso dove
l’aspetto ”intermediario”
venga sollevato. Ecco allora
che in una delle ultime riunio-
ni delle Consulte, allorchè si
chiese da parte dei Coordinato-
ri di far dare un giudizio a
tutti i consulenti sui servizi re-
si dall’INPS in modo da po-
ter rilevare l’indice di
gradimento sull’attività delle
sedi di quell’Ente sul territo-
rio, è accaduto l’inaspettato:
ironicamente, nel prendere la
parola dissi che il problema
non era misurare quell’indice,
ma semmai era l’Ente che,
sul territorio, doveva essere
chiamato a dare un giudizio
sul nostro operato per quanto
continuamente noi Consulenti
facciamo e svolgiamo proprio
per conto di quell’amministra-
zione. Il seguito è noto: l’Unio-
ne Giovani Consulenti, che
rappresenta il momento ideali-
stico e meno pragmatico del
nostro Ordine, e per questo
quello che prima di tutti può
portare quella fase di idealizza-
zione da trasporre poi sul pia-
no pratico, è subito partito
con lo spirito che gli è pro-
prio, con l’encomiabile iniziati-
va sulla petizione
dell’indennità informatica in
atto le cui massive adesioni
da tutta Italia, tuttora in corso
e in aumento costante, testi-
moniano quanto il problema
era sottostimato e sentito.
Ma l’aspetto che più preme
qui considerare , non è tanto
la dinamica delle azioni così
come si sono succedute da
parte di tutti gli attori, quanto
la presa di coscienza che sta
dietro alle azioni intraprese:
per la prima volta la co-
scienza collettiva dei consu-
lenti è emersa nella sua totale
unità di intenti. Coscienza di
unità collettiva che è alla base
del sentirsi consulenti del la-
voro, attivi e partecipi delle
problematiche sociali. Questa
coscienza di unità d’intenti –
anche se ancora non piena-
mente consapevole in tutti
noi - già in passato ha scos-
so il nostro mondo e costitui-
to momenti aggregativi di
massima intensità : non si
può far passare sotto silenzio
la dura presa di posizione
partita in passato da alcuni
consulenti illuminati sulla
rappresentatività in sede tribu-
taria prima negata e oggi
UNA COSCIENZA COLLETTIVA
di Emiliano Drazza
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LA CONSULTA VII
LA COMPOSIZIONE
DELLA CONSULTA VII
Presidente
DRAZZA EMILIANO
Altri componenti
DRAZZA DAVIDE
CAPRELLA GIOVANNI
PIERI PATRIZIA
BOTTONE PIERO
FERRIGNO MASSIMO
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Consulte
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informativa
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Parco Giovanni Palatucci, Roma by Patafisik
raggiunta con un incalzante attività di
convincimento; d'altra parte come
non ricordare quanto messo in atto
dall’Ordine di Roma sulla concreta
elevazione dei titoli di studio per i pro-
pri iscritti attraverso le varie
convenzioni universitarie - antesigna-
ne di quelle attuali - concretizzatesi
già dal 1999; dell’imponente sforzo
fatto con la Provincia di Roma e con
il Ministero del lavoro sui corsi per
disoccupati di cui siamo stati
eccellenti gestori sia sotto l’aspetto
organizzativo che della formazione
attiva. Questa coscienza collettiva
che, in passato, ci ha animato e matu-
rato, portando al confronto aperto e
concreto con tutti le nostre idee sui
problemi sociali e del modo del lavo-
ro, può oggi a buon ragione indi-
rizzarsi anche su quel versante “
sindacale” spesso utilizzato per fini di-
versi da quelli propri: l’azione intra-
presa dai nostri giovani consulenti
sulla ”petizione informatica” servirà
a portarci e a calarci sul piano della
difesa dei nostri diritti, ad acquisire
finalmente quella piena consapevo-
lezza che ancora ci mancava per esse-
re un Ordine di alto rango e
indispensabile per una moderna so-
cietà. Di puntare sul quel riconosci-
mento giuridico dello status di
“intermediario” per la Pubblica
Amministrazione proprio nei
confronti di quest’ultima; ad
affrontare prima tra noi, in tutte le se-
di opportune e ogni qualvolta se ne
presenti la possibilità, e poi con i no-
stri interlocutori, la condizione di
“telelavoro” che ci vede attualmente
soggetti “passivi” e non “attivi” co-
me invece dovremmo. Ci vorrà
tempo per raggiungere quello che ci
prefiggeremo, ma una cosa è certa:
il percorso verso una piena e consape-
vole coscienza collettiva è iniziato.
LA BANDA DEL GOBBO
Il Quarticciolo è un'area urbana del VII Municipio
di Roma. il Quarticciolo era la base operativa della
famosa banda del Gobbo (Giuseppe Albano), il qua-
le è stato dapprima un partigiano e, dopo la libera-
zione di Roma, un bandito capo della omonima
banda. Affetto da malformazione alla schiena dovu-
ta ad una caduta, fu soprannominato il “Gobbo del
Quarticciolo”. Giuseppe Albano era appunto
“gobbo” e la sua malformazione fece si’ che, pur
non identificandolo per nome e cognome, i nazisti
lo riconoscessero con sicurezza in ogni azione parti-
giana cui partecipava al punto che in certo periodo,
intorno all’aprile del 1944, il Comando tedesco arri-
vo’ ad ordinare l’arresto di tutti i “gobbi” di Roma.
Roma 10 settembre 1943, combattimenti a Porta
San Paolo. Giuseppe Albano è il primo da
sinistra, di schiena.
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LA PRIMA CARTA SCONTO RISERVATA AI
CONSULENTI DEL LAVORO
L’Ordine dei consulenti del Lavoro – Consiglio Provinciale di Roma con l’obiettivo di
consolidare ed aumentare ulteriormente il senso di appartenenza ed il livello dei servizi
offerto ai propri iscritti ha demandato alla Fondazione Studi Oreste Bertucci la realizza-
zione della “CDL CARD”.
La CDL CARD è in buona sostanza una carta sconti, gratuita, nominativa, e riservata
esclusivamente ai consulenti del lavoro e rispettivi familiari, che consente un risparmio
immediato in Italia e all'estero, presso gli esercizi convenzionati, sia pubblici, sia pri-
vati, selezionati con priorità nei confronti dei clienti degli stessi Consulenti del Lavoro e
da essi segnalati alla Fondazione.
La condizione di essere clienti non è certamente vincolante, in quanto, abbiamo ritenuto
di voler dare la possibilità di accesso anche agli altri esercizi ritenuti comodi o strategi-
ci o che, in ogni caso, intendono riservare alla categoria quel segnale di attenzione nei
nostri confronti che ogni giorno conquistiamo con il nostro servizio professionale ed
umano, alle imprese ed alla società.
Ciascun consulente ha facoltà di segnalare alla Fondazione, attraverso i recapiti di se-
guiti specificati, i propri clienti del settore Commercio o servizi interessati alla stipula
di una convenzione a titolo non oneroso che possa riservare alla Categoria, sconti o
“corsie preferenziali” per i titolari di Cdl Card nell’acquisto di beni o servizi.
L’iniziativa è stata promossa ed attuata dalla nostra Presidenza attraverso la Fondazio-
ne Studi Oreste Bertucci con il duplice obiettivo, sia di rafforzare il senso di apparte-
nenza della Categoria all’Ordine, sia di aiutarci a fidelizzare i nostri clienti ed ha
immediatamente riscosso ampio consenso da parte dei titolari e dei convenzionati.
I settori merceologici nei quali la Card esercita i propri ambiti d’azione, sono già molte-
plici e con il contributo di tutti i nostri iscritti contiamo di poter coprire quanto prima
tutti i settori di mercato nella comune esigenza di risparmio.
Per maggiori informazioni puoi visitare il sito internet www.cdlcard.it nella pagina dedi-
cata oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected].
CDL CARD - LA FORZA
DELL’UNIONE
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IL CONSULENTE
T H E W O R L D O F
NUMERO 2 31 MARZO 2011
Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma
NAVIGA TRA I SETTORI
ABBIGLIAMENTO
ABBIGLIAMENTO SPORTIVO
ABITI DA SPOSA
ALBERGHI
ANTIFURTI - SICUREZZA
ARREDAMENTI
ARREDI PER UFFICIIO
ASSICURAZIONI
ATTIVITA' SPORTIVE
AZIENDA VINICOLA
BANCHE DATI
CARTOPLASTICA
CIRCOLI NAUTICI
COSTRUZIONI IN FERRO
DENTISTI - ODONTOIATRI
ESTETICA- BENESSERE
FOTO - 3D
GALLERIE D'ARTE
GIOCHI E TEMPO LIBERO
GIOIELLERIE - ORAFI - OROLOGI
IMPIANTI TERMOIDRAULICI
INFORMATICA
MACCHINE PER UFFICIO
MATERIALE PER UFFICIO
MEDICINA
PELLETTERIA
RISTORANTI
RISTRUTTURAZIONI EDILI
SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
SCUOLE - ISTRUZIONE
SOFTWARE PAGHE-FISCALI
STAMPE DIGITALI
TRAGHETTI - MEZZI VELOCI
TRASPORTI E LOGISTICA
TURISTICO - ALBERGHIERA
VIDEOTECHE
OTTICA
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NUMERO 2 31 MARZO 2011
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IL CONSULENTE
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CONVEGNI - TAVOLE ROTONDE - INCONTRI
• Convegno
Martedì 5 aprile 2011 ore 14,45 - Oly Hotel – Via Santuario Regina degli Apostoli 36
Le novità nel contenzioso tributario a seguito delle modifiche c.p.c. e delle sentenze di
cassazione sull’IRAP Dott.
Giorgetto Marconi - Giudice Commissione Tributaria - Dottore Commercialista
Dott. Giulio Renato Fiorimanti - Dottore Commercialista – Dottore in Giurisprudenza
• Tavola Rotonda
Venerdì 8 aprile 2011 ore 09,30 – Sede Ordine - Via C. Colombo 456
Contratto a termine e decadenza delle impugnative di licenziamento e recesso:
le novità sul Collegato Lavoro e le più accreditate interpretazioni della nuova normativa
Avv. Stefano Canali De Rossi
• Tavola Rotonda
Martedì 12 aprile 2011 ore 9,30 – Sede Ordine - Via C. Colombo 456
La funzione del Consulente del Lavoro nella selezione e valutazione del personale
Dott.ssa Vittoria Pompò
• Convegno
Venerdì 15 aprile 2011 ore 9,30 - Oly Hotel – Via Santuario Regina degli Apostoli 36
Personale in trasferta e gestione dei rimborsi spese
Dott. Giuseppe Marini - Comitato Scientifico Fondazione Studi “O. Bertucci
clicca qui per prenotazioni
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NUMERO 2 31 MARZO 2011
Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma
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IL PELO
NELL'UOVO
L’uscita di “The World Of Il Consulente”
(il cui numero zero è apparso lo scorso 1
marzo), è stata accompagnata da uno
straordinario consenso di pubblico sia
sotto il profilo quantitativo (migliaia di
collegamenti IP e decine di migliaia di
pagine aperte), che sotto quello
qualitativo (apprezzamenti e consensi per
la grafica innovativa e per i contenuti). Di
tutto ciò ringraziamo i nostri lettori ai
quali ci sentiamo di promettere, forti del
loro consenso, un impegno ancora
maggiore per rendere questa Rivista
ancora più bella e, soprattutto,
interessante. Potevamo rendere questa
pubblicazione l’ennesima, banale
passerella fotografica di volti più o meno
noti o, peggio, il ricettacolo di stantie
“interviste” ai soliti “intervistati” dove
dalla mediocrità della formula “a
domanda risponde” si è passati
all’insipidezza della formula “a risposta,
domanda”: formule vecchie e antiquate
che la Categoria dei Consulenti del lavoro
– sinceramente – non merita.
Tra i tanti consensi è tuttavia doveroso
registrare qualche dissenso. Uno, in
particolare, ci è stato mosso per essere
noi non del tutto ferrati in materia di
inglese ( il riferimento, per chi non lo
avesse capito, è al titolo di questa
Rivista). La cosa ci ha sollevato non poco:
saremmo stati assai più dispiaciuti se ci
avessero contestato di non essere ferrati
nell’italiano, circostanza che, peraltro,
assai spesso constatiamo anche in coloro
che sono convinti (ahiloro) di essere
ferrati nella lingua inglese. Nel
rassicurare i lettori sulla assoluta
correttezza del nome di questa Rivista,
neanche lontanamente ci ha sfiorato il
pensiero di muovere contestazioni ai
giudizi dei nostri benevoli e ferratissimi
critici.
Abbiamo preferito chiedere un commento
al nostro Pasquino: il quale, se non altro,
è sicuramente il più ferrato di tutti nella
nostra bella lingua romana.
IL CONSULENTE
T H E W O R L D O F
NUMERO 2 31 MARZO 2011
Er monno d'er Consulente
E’ 'n foijo strano, nun tradizzionale
fatto 'n casa, cò mezzi risicati
e mò ch’è sortito avessi da vedè che carnevale !
avessi da sentì se sò n’caz…ti !
Noi però, grazziaddio, ce ne fregamo
der giudizzio der communicatore:
perchè la robba nostra noi la famo
cor libbero penziero e tanto core.
Ma 'nà cosa propio nun vò scenne
che più ce penso e più me resta fori.
Nun è che non je piaceno le penne
nun è che je stanno antipatichi l’autori
“'A copertina ? noo.. potrebbe annà..”
“L’azzurro ? Ce sta bbene, eccome!”
E allora, ched'è che nun je và?
Ce crederessi ? nun je piace … er nome!
“
PA
SQ
UIN
AT
E
”