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DOMANI
Viaggio alla ricerca della felicità per Adolescenti
è giàQUI
diocesi di cremona
BeatiAnno Oratoriano
2015 •2016
noi
Fantasia, desideri e pensieroImmaginare un itinerario di formazione per gli adolescenti non è agevole. Spesso l’idea stessa di itinerario – inteso come cammino strutturato e consequenziale – resta più nella testa degli educatori che non nella effettiva realizzazione pratica, condizionata da diversi fattori. È comunque importante darsi alcuni obiettivi e non disperdere il patrimonio di una vera programmazione. Quest’ultima aiuta a collocare i classici “incontri” dentro un orizzonte più ampio che fa respirare la vita dell’Oratorio e le sue aperture; cerca di parlare alla globalità della vita dei ragazzi e si muove per alleanze e non per compartimenti stagni.
Anche la figura dei catechisti degli adolescenti assume una forma spesso impe-gnativa e ricca che va dalla conduzione degli incontri alla relazione anche in mo-menti altri. “Domani è già qui” si presenta come un contributo a questo lavoro di costruzione: una mappa aperta, modulare, concepita nell’ottica della sussidia-rietà e non dell’esaustività, destinata ad essere assunta, copiata, stralciata per quello che serve, con la libertà e l’intelligenza di chi ha la responsabilità di ac-compagnare i ragazzi.
Filo conduttore è ovviamente l’anno oratoriano “Beati noi, sfide giovani per la vita”, di cui il sussidio è mediazione. Come per il parallelo giovani, anche questo è agganciato ai tempi liturgici, per i quali offre una presentazione ed una intera-zione su alcune beatitudini, lanciando idee e suggerimenti. Il titolo – “Domani è già qui” – vorrebbe essere da una parte una chiave di lettura delle Beatitudini, che creano un ponte suggestivo e paradossale tra il presente ed il futuro, tra l’og-gi della vita reale e il domani escatologico; dall’altra una provocazione riguar-dante la percezione che del tempo hanno gli adolescenti: sempre meno inclini a “ragionare” su progetti e strutture di futuro (si parla in psicologia evolutiva di presentismo), eppure carichi di energie e desideri.
Ci auguriamo che le pagine del sussidio siano un aiuto innanzitutto a pensare e proporre e un sostegno alla fantasia e all’affetto degli educatori: tutti siamo ormai consapevoli della delicatezza delle proposte alla fascia adolescenziale e della necessità di contenuti di qualità. Questo e altri strumenti (rimandiamo vo-lentieri anche alle pagine di Teen generation) sono a disposizione.
d. Paolo ArientiPastorale giovanile diocesana
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INTRODUZIONE
Elaborazione dei contenuti: Mattia Cabrini & Maria Chiara PelosiProgetto grafico: Paolo Mazzini
Un’unica cornice evangelicaQuest’anno abbiamo scelto un solo brano che accom-pagni tutto il percorso dell’anno pastorale. Il capitolo 5 dell’evangelista Matteo è la versione più lunga delle Bea-titudini quella in cui Gesù parla dei beati in terza persona coinvolgendo quindi ognuno di noi. Abbiamo “sbriciola-to” la Parola in modo che possa accompagnare l’anno ca-techistico dei ragazzi seguendo i tempi liturgici. In que-sto modo si ha la possibilità di andare a fondo su ciascuna beatitudine dedicandole anche più di un solo incontro. Il catechista avrà comunque la possibilità di scegliere altri brani della Parola che possano ricollegarsi al tema.
Per ogni beatitudine un aspetto della vitaLe beatitudini sono come segni lungo il sentiero della vita che rappresenta la ricerca della felicità. Ogni bea-titudine quindi diventa un’indicazione precisa e impor-tante per la nostra vita. Abbiamo cercato la traduzione di ogni beatitudine in un tema che possa avvicinarsi alla vita dei ragazzi. Le beatitudini affrontano vari temi della vita di un uomo e quindi nella sezione obiettivi trovate una proposta di traduzione si concretizza in vari temi: da-gli affetti, al dolore, alla povertà, alla libertà, alla giustizia o la pace.
Piste e attivitàNegli ultimi anni abbiamo notato bisogni crescenti dal punto di vista degli strumenti. Per questo abbiamo in-serito una o più attività per ogni tema. Essa può essere ovviamente modificata e adattata alle esigenze e alle ca-ratteristiche del gruppo. In alcuni casi troverete più pi-ste di attività per ogni beatitudine. Questo da una parte perché ci immaginiamo che il lavoro su una beatitudine a volte può non esaurirsi in un solo incontro e in secondo luogo perché lo stesso tema può essere trattato a vari li-velli (animativo, riflessivo, esperienziale) e quindi starà al catechista scegliere la pista più adatta.
Un film e una canzoneIl mondo comunicativo degli adolescenti fa leva sull’im-magine e sulla musica. I linguaggi sono importanti anche per veicolare messaggi e far riflettere quindi proponiamo per ogni tema un film e un testo musicale che possono essere utilizzati come stimolo di riflessione con il grup-po. Se non si possiede il tempo necessario per la visione di un film completo trovate comunque alcuni link che ri-mandano a spezzoni dei film consigliati.
STRUTTURA DEL PERCORSO
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Gli adolescenti e la preghieraIl presente sussidio è uno strumento che nelle mani del catechista dovrebbe aiutarlo nella pro-gettazione dei singoli incontri. Esso offre da una parte un orizzonte di contenuti e dall’altra un sostegno nella ricerca e definizione di strumenti metodologici (attività, materiale multimedia-le). Un elemento non sempre esplicitato all’interno del sussidio, ma che va tenuto presente ne-gli incontri è la dimensione della preghiera. È importante prevedere un momento di preghiera all’inizio o alla fine del’incontro e fare in modo che il segno della croce sia la cornice nella quale si svolge l’intero incontro. In questo modo i ragazzi si abituano a pensare l’incontro non solo come un “momento intra nos” ma come luogo in cui incontrare l’Altro, in questo senso tutto quello che viene detto, fatto, lavorato è già di per sé preghiera. In secondo luogo si fa cogliere loro la differenza tra un’ora di IRC scolastica o un altro qualsiasi laboratorio formativo e un per-corso di catechesi vero e proprio. Non da ultimo questo ci permette di introdurli alla preghiera. I ragazzi adolescenti spesso non sono abituati alla preghiera personale: gli risulta “difficile” coltivare una comunicazione con un Dio che non vedono né possono ascoltare. Accompagnarli in questa dimensione significa innanzitutto pregare con loro e pregare per loro. Significa orga-nizzare brevi momenti, ma ben curati (senza essere troppo prolissi!). La Parola deve essere al centro in modo da far cogliere come la preghiera sia essenzialmente esperienza di ascolto. Poi servirà la fantasia dell’educatore nel creare gesti o simboli che possono aiutare nell’esplicitare alcuni aspetti. Il simbolo per essere tale parla da sé e non deve essere forzato! Infine si consiglia di far fare esperienza di varie modalità di preghiera proposte dalla chiesa: dalla liturgia delle ore, l’uso dei salmi, l’adorazione eucaristica, il rosario, ecc. Ricordate che ai ragazzi queste cose appariranno “vecchie” e poco “personali” quindi andranno comunque accompagnati e dosate!
Testimoni di oggi e di domaniUn altro elemento che può arricchire gli incontri formativi è la testimonianza. L’incontro con persone che incarnano qualche aspetto del Vangelo è sicuramente un’esperienza stimolante e accattivante per i ragazzi. Bisogna però fare attenzione a non abusarne per non creare nei ra-gazzi un effetto opposto a quello auspicato. Per esempio persone che raccontano scelte di vita troppo “alte” rischiano di apparire ai loro occhi distanti e impraticabili. La scelta di testimoni o realtà associative deve prestare attenzione alla loro capacità di non risultare autoreferenziali o esclusive. Ricordiamoci inoltre che la durata dell’intervento del testimone va calibrati sulla tenuta di un gruppo. In ogni caso il momento di testimonianza non va delegato alla sola perso-na che interviene, ma va introdotto, gestito e guidato nella direzione concordata. Un eventuale dibattito va sollecitato e nel limite del possibile preparato prima perché spesso l’imbarazzo dei ragazzi la fa da padrone. Facciamo presente alcuni contatti di realtà diocesane che negli ultimi anni hanno dimostrato di essersi preparate nel gestire incontri con adolescenti. Per info più dettagliate si faccia riferimento a “Teen generation” su www.focr.it.
GIORNO DOPO GIORNO
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ContatticAritAs diocesAnAtelefono 0372 [email protected]
ufficio missionAriotelefono 0372 [email protected]
consultorio ucipemtelefono 0372 20751 / [email protected]
centro diocesAno VocAzioniSeminario vescovile 0372 [email protected]
suore AdorAtricitelefono 0363 [email protected]
frAti cAppuccinifra Giorgio Petacchi 0372 [email protected]
CdV
SCHEMA RAGIONATOBeati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli
Beati i miti,perché erediteranno la terra
Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio
Beati gli operatori di Pace,perché saranno chiamati figli di Dio
Il tempo ordinario è quello della vita, della quotidianità, quello in cui si vive la propria vita da discepoli che si met-tono a seguire Gesù nel cammino e nel-le scelte di ogni giorno. Questa prima rosa di beatitudini ci da l’occasione di affrontare alcuni temi “ordinari” della vita di un giovane come la libertà dalle cose, la povertà, gli affetti, la pazienza e la pace.
TEMPOORDINARIO
Beati gli afflittiperché saranno consolati
Beati quelli che hanno fame e sete della giustiziaperché saranno saziati
Beati i perseguitati per la giustiziaperché di essi è il regno dei cieli
L’Avvento nella liturgia è il tempo dell’attesa, della promessa e della speranza. Il tempo in cui rilanciare il nostro quotidiano verso un oltre mi-sterioso e affascinante. è il tempo dove la venuta di Cristo nel mondo è la spe-ranza dell’uomo. Ci accompagneranno le beatitudini che vedono protagonisti coloro a cui viene donata la speranza. La fame di giustizia, la persecuzione e l’afflizione interpellano il nostro stile di vita e il nostro sguardo sulla storia.
AVVENTOe NATALE
Beati i misericordiosiperché troveranno misericordia
La Quaresima è il lungo tempo della preghiera e della conversione in cui siamo chiamati a riscoprirci dei pecca-tori perdonati. Esso è il tempo centra-le di quest’anno giubilare in cui siamo invitati a riconoscere, sperimentare e annunciare la gioia del perdono. In un anno dedicato alla misericordia que-sta beatitudine sarà il filo conduttore di tutto il tempo quaresimale in modo da aiutare i ragazzi a sviscerare i temi della libertà dal peccato, della forza del perdono, della conversione davanti a questo amore.
TEMPO diQUARESIMA
Beati voiquando vi insulteranno, vi perseguite-ranno e mentendo diranno ogni male contro di voi per causa mia. Rallegra-tevi ed esultate: grande è la vostra ri-compensa nei cieli. Cosi infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.Voi siete il sale della terra: ma se il sale perdesse sapore, a che cosa ser-virà? A null’altro che essere gettato via e calpestato! Voi siete la luce del mondo: non può restare nascosta una città costruita su un monte! Così rispende la vostra luce davanti agli uomini.
è il tempo più “vero” di quelli liturgici: quello in cui camminiamo insieme a Gesù risorto. Vivere il tempo di Pasqua con i ragazzi significa farli accorgere che qualcuno ha preso a cuore la loro strada e cammina con loro. è il tempo delle scelte, in cui più di altri pensare e ripensare alla propria vocazione. Per-secuzione e fatica da un lato allegria e gioia dall’altro fanno parte caratteriz-zano la vita di un Cristiano. Il sale non perde la sua forza e la luce non può es-sere nascosta così come un uomo che ha incontrato Cristo risorto nella pro-pria vita.
TEMPO diPASQUA
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Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli
Beati i miti,perché erediteranno la terra
Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio
Beati gli operatori di Pace,perché saranno chiamati figli di Dio
TEMPOORDINARIO
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Beati i poveri in spiritoperché di essi è il regno dei cieli
essere liberi di essere se stessiI giovani non conoscono la povertà, spesso non l’hanno mai sperimentata e quindi la rifuggono. Se vuoi essere qualcuno deve avere certi vestiti, certe tecnologie, altrimenti sei “sfigato”, poco interessante e la tua vita non è all’altezza degli altri. Gesù, in questo passo come in tutto questo brano, ci spiazza e dedica una beatitudine alla povertà. Siamo abituati a dire “beati quelli che hanno i soldi, la villa, la piscina, l’ultimo smart pho-ne, … Egli invece ci dice “beati i poveri”. Ci parla non solo di una povertà materiale, che già di per sé è un tema molto interessante da poter trattare con i ragazzi; ci parla di una povertà di spirito; ovvero di coloro che non riempiono la loro vita di se stessi. Non essere troppo pieni di sè significa lasciare il posto agli altri e all’Altro. Si tratta di quelli che non pensano di bastare a se stessi e di essere autosufficienti. Chi è povero di cose e soprattutto di spirito è costretto ad affidarsi con gioia. Chi ha fede, dice Gesù, ha in mano il regno dei cieli. A persone così è fatta la promessa del cielo, della pienezza della vita.
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PISTA 1 SENZA NIENTE, MA CON TUTTO
Far sperimentare ai ragazzi la possibilità di fare a meno di tante cose nella vita
Far cogliere loro ciò che veramente è necessario Riflettere su cosa vuol dire essere liberi dalle cose
Formare due o tre gruppi che si devono sfidare in un gioco a staffetta. Ad ogni gruppo viene chiesto di scegliere tra alcuni oggetti sul foglio cosa desiderano portare in valigia per partire in una vacanza con gli amici. Una volta fatto l’elenco, a ciascun gruppo viene consegnato un grosso zaino (o sacco) in cui per ogni oggetto scelto viene messo dentro un peso o un oggetto ingombrante (per esempio un vecchio libro). Chi avrà l’elenco più lungo, avrà ovviamente anche lo zaino più ingombrante o pesante. Successivamente viene chiesto loro di realizzare un percorso fatto di va-rie difficoltà (qui il catechista può sbizzarrirsi) come una staffetta dove il testimone da passarsi è ovviamente lo zaino. Terminato il gioco, si può riflettere sul fatto che indipendente da chi ha vinto spesso la nostra vita è appesantita da tante cose che rallentano il nostro cammino.Rimanendo quindi nelle squadre, si può dare un nome a questi pesi cre-ando alcuni stimoli per la riflessione:
Quali sono le cose veramente indispensabili secondo te(vestiti, cellulare, musica, …)?
Quali invece quelle che spesso rovinano le tue relazioni con gli altri?
Obiettivi
Attività
PISTA 2 POVERI DI Sè
Aiutare i ragazzi a non pensarsi da soli Far cogliere loro il valore delle relazioni nella propria vita Far sperimentare il bisogno di affidarsi
Obiettivi
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UN FILM PER RIFLETTERE E UNA CANZONE DA ASCOLTARE
Chiedere ai ragazzi di arrivare all’incontro con un oggetto della loro stan-za che li rappresenti il più possibile e al quale sono affezionati. Una volta ritrovati in gruppo si chiede loro di metterlo in un posto della stanza e il catechista darà a ciascun ragazzo alcuni bigliettini di carta e una biro. Se-guirà quindi un tempo di silenzio, magari accompagnato da musica, in cui i ragazzi potranno girare liberamente per la stanza osservando gli oggetti e quando vogliono possono lasciare un biglietto con scritta una carat-teristica vicino all’oggetto (per esempio forchetta: spigolosa, appuntita, elegante, utile…). Trascorso un tempo stabilito dal conduttore, ciascuno si siederà vicino a dove è posto il suo oggetto e potrà leggere i vari aggetti-vi che ci sono vicini. Quindi scegliere due parole che rispecchiano e due invece che non entrano.Quanto da 1 a 10 questi aggettivi rispecchiano la persona che sei?
RiflEssionE: L’attività ci porta a riflettere sul fatto che gli oggetti di cui ci circondiamo raccontano sempre qualcosa di noi stessi, di chi siamo. Sen-za demonizzarli invitiamo i ragazzi a saper scegliere tra le cose in base a quanto le cose possono essere stimolo e quanto muro alla relazione. In ogni caso si può sempre concludere che nessuna persona si esaurisce negli og-getti di cui si ci circonda, ma è se stesso nelle relazioni vere che crea e in cui investe con gli altri e con Dio.
Attività
Into the wilde – Nelle terre selvaggeUn film di Sean Penn. Con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Brian Dierker. Drammatico, du-rata 148 min. - USA 2007.
Pura celebrazione della libertà e della ricerca della libertà, la pellicola racconta la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze ma-
teriali per immergersi all’interno della natura selvaggia. Il forte trasformismo del protagonista facilita per lo spettatore un’istantanea immedesimazione in una figura tormentata che non viene dipinta né come giovane avventuriero né come idealista ingenuo. Esso non è sicuramente un esempio da idealizzare, ma ci mette fortemente in discussione tra ciò che abbiamo e ciò che cerchiamo. Il fascino della selvatichezza dell’ambiente, le difficoltà dei legami di sangue, l’in-dividualismo contro il bisogno di amore e le contraddizioni dell’idealismo nelle sue spinte critiche ma anche arroganti. Alle volte, si trasforma in un vero e pro-prio atto di fede il cui credo fugge da tutto ciò che è religioso in senso stretto per trovare sfogo in una dimensione che è solo e unicamente personale. Tutti le persone che Chris incontrerà lungo il suo peregrinare oltre a colmare un vuoto familiare, fonte di profonde sofferenze, amplificano l’idea di un percorso a stadi funzionale a liberarsi da qualsiasi dipendenza da ogni tipo di comfort e privile-gio. L’acquisizione della saggezza avviene quasi per osmosi attaverso la sponta-neità e la profondità degli incontri fatti.
Se non si dispone del tempo necessario suggeriamo alcuni spezzoni di-sponibili su youtube ai seguenti link:
Non voglio cosehttps://www.youtube.com/watch?v=FIntwxihRzg
Into the wilde: La felicitàhttps://www.youtube.com/watch?v=1Epg_O8R358
Libertà e veritàhttps://www.youtube.com/watch?v=WFCu1jKSGq4
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1 Venderò di Edoardo BennatoAl termine dell’ascolto si può chiedere ai ragazzi di scrivere che cosa sa-rebbero disposti a “vendere”, a mettere in gioco di loro stessi pur di essere felici. Se il gruppo è maturo questo può essere condiviso nel gruppo come conclusione.
Venderò le mie scarpe nuove ad un vecchio manichino per vedere se si muove se sta fermo o se mi segue nel cammino
Venderò il mio diploma ai maestri del progresso per costruire un nuovo automa che dia a loro più ricchezza e a me il successo
Ai signori mercanti d’arte venderò la mia pazzia mi terranno un po’ in disparte chi è normale non ha molta fantasia
Raffaele è contento non ha fatto il soldato ma ha girato e conosce la gente e mi dice: stai attento che resti fuori dal gioco se non hai niente da offrire al mercato
Venderò la mia sconfitta a chi ha bisogno di sentirsi forte e come un quadro che sta in soffitta gli parlerò della mia cattiva sorte
Raffaele è contento non si è mai laureato ma ha studiato e guarisce la gente e mi dice: stai attento che ti fanno fuori dal gioco se non hai niente da offrire al mercato
Venderò la mia rabbia a tutta quella brava gente che vorrebbe vedermi in gabbia e forse allora mi troverebbe divertente.
Ogni cosa ha un suo prezzo e nessuno lo sa quanto costa la mia libertà
Note
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Beati i mitiperché erediteranno la terra
la pazienza e la provaLa pazienza si attribuisce solitamente ai saggi e agli anziani e sembra una caratteristica molto lontana dai giovani. In realtà essere pazienti significa essere provati. Sin da giovanissimi ci accorgiamo che la nostra vita è fatta da prove, non solo quelle scolastiche, ma quelle umane, fisiche, emotive e relazionali… Se da bambini il mondo ci sembra bello e perfetto da adole-scenti iniziamo a capire che ci sono anche fatiche, dolori, sofferenze, cose che non vanno secondo i nostri piani. La prova, intesa come difficoltà, è quindi parte della vita di un adolescente. In generale potremmo dire che è parte della vita e quindi anche di una vita felice. Dalla gestione di una serie di prove dipende la maturità di un ragazzo. Accompagnarli a vivere nella pazienza significa far capire loro che ci vuole tempo per sistemare le cose, che la vita non è qualcosa di comodo e che il tutto e subito non esiste. Il mite è colui che ha pazienza, che non pretende di risolvere le cose da sé ma che sa affidarsi. Colui che sceglie l’equilibrio dell’ascolto e dell’amore: sono coloro che ridisegnano il potere nella forma dell’amore.
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PISTA SE FOSSI PIETRO...
Farli immedesimare in una situazione concreta per capire cos’è l’atteg-giamento della mitezza
Far capire loro la differenza tra buonismo e mitezza
Facciamo zoom sulla figura di Pietro. Siamo nell’orto del Getsemani, ar-rivano le guardie per arrestare Gesù ma Pietro reagisce tagliando l’orec-chio a un soldato. Pietro ama Gesù e, umanamente, agli occhi di tanti di noi e dei nostri ragazzi, questo amore porterebbe a giustificare il suo ge-sto brutale. Ma Gesù interviene: ancora una volta ci insegna che all’odio, alla rabbia, alla violenza non si risponde secondo la logica del “occhio per occhio…”.Chiediamo allora ai nostri ragazzi di fare un gioco di ruolo, facciamoli gio-care al “SE FOSSI PIETRO, IO”… e a turno invitiamoli a esprimere quale sarebbe stata la loro reazione immediata se si fossero trovati nel Getse-mani accanto a Gesù, durante il momento dell’arresto. Incoraggiamoli ad essere sinceri, a far emergere i loro reali sentimenti e reazioni.Proviamo a fargli fare un ulteriore sforzo di immaginazione. Se invece del Getsemani si trovassero nella loro città, a scuola, in famiglia, nel gruppo… e qualcuno vorrebbe fare del male alla persona che più amano, loro come reagirebbero? “SE QUALCUNO VOLESSE FERIRE CHI AMO, IO”…
Soffermiamoci con loro sulle risposte. Ci sono differenze tra le risposte del primo e del secondo SE FOSSI…? Se sì, perché?
RiflEssionE: Dopo aver immaginato prima di essere Pietro, poi di trovarci accanto a qualcuno che amiamo e a cui vogliono far del male, invitiamo infine i ragazzi a cambiare prospettiva, provando a trasformare le loro ri-sposte, soprattutto se prevedono reazioni di rabbia, vendetta, violenza… in risposte e atteggiamenti d’amore, altruismo, mitezza.
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aUN FILM
InvictusUn film di Clint Eastwood. Con Morgan Freeman, Matt Da-mon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern, Julian Lewis Jones. Rata 134 min. - USA 2009.
Nelson Mandela è il presidente eletto del Sud Africa. Il suo in-tento primario è quello di avviare un processo di riconciliazione nazionale. Per far ciò si deve scontrare con forti resistenze sia
dalla parte dei bianchi che da quella dei neri. Ma Madiba, come lo chiamano ri-spettosamente i suoi più stretti collaboratori, non intende demordere. C’è uno sport molto diffuso nel Paese: il rugby e c’è una squadra, gli Springboks, che catalizza l’attenzione di tutti, sia che si interessino di sport sia che non se ne occupino. Perché gli Springboks, squadra formata da tutti bianchi con un solo giocatore nero, sono uno dei simboli dell’apartheid. Mandela decide di puntare proprio su di loro in vista dei Mondiali di rugby che si stanno per giocare in Suda-frica nel 1995. Il suo punto di riferimento per riuscire nell’operazione di riunire la Nazione intorno alla squadra è il suo capitano François Pienaar.
Se non si dispone del tempo necessario suggeriamo alcuni spezzoni di-sponibili su youtube ai seguenti link:
Invictus: il perdono libera l’animahttps://www.youtube.com/watch?v=FtPWkq2VnrI
Potrebbe essere interessante approfondire alcune figure di santi o di pro-tagonisti della storia contemporanea che hanno testimoniato l’atteggia-mento della mitezza in situazioni di violenza e di ingiustizia.
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Note
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Beati i puri di cuoreperché vedranno Dio
Gli affettiIl Vangelo proclama felici quanti sanno vivere delle relazioni libere e non basate sul possesso o sul trattenere. Le relazioni sono un elemento chiave per gli adolescenti. Proprio da queste dipende spesso la loro felicità. Le relazioni però sono come le piante: esse vanno curate e coltivate nel tem-po per poterle proteggere dal virus dell’egoismo. Le relazioni sono pure e trasparenti quando sono caste nel senso che non cedono alla volontà di possesso. Gesù sembra dirci che, quando saremo capaci di anteporre l’altro ai nostri interessi, saremo sulla strada verso la felicità. Questa è per Gesù la via per poter guardare in faccia Dio: rendere puri gli affetti, perché nessuna creatura sia schiava. Questo tema coinvolge quindi tutti gli aspetti della relazione, in particolare il mondo dell’affettività e della sessualità.
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PISTA LA DOLCEZZA DI UN DONO
Aiutare i ragazzi a riflettere sulle proprie relazioni di amicizia e di affetto Aiutarli a smascherare atteggiamenti egoistici nelle loro relazioni Mettere a tema e verificare la propria relazione con Dio
Il tema delle relazioni e della sessualità è strettamente collegato a quello del piacere. Si potrebbe quindi lavorare su un’attività culinaria capace di stimolare i sensi e in particolare il gusto. La dolcezza di un dolce può diventare quindi metafora del piacere. Si divide il gruppo dei ragazzi in gruppetti di 4/5 persone e gli si forniscono gli ingredienti per realizzare l’impasto di alcuni biscotti (la ricetta di biscotti al burro si può trovare facilmente su internet). Ogni ragazzo quindi prenderà un poco dell’im-pasto e dovrà realizzare un biscotto con la forma e le decorazioni perso-nalizzate. Quindi tutti i biscotti vengono raccolti nelle teglie e messi in forno. Mentre si aspetta la cottura si può far vedere ai ragazzi lo spezzone di video che viene indicato sotto oppure sfruttare il tempo per chiede-re loro quali sono gli ingredienti di una relazione di amore nella vita e confrontarsi con le loro riposte. Quando arrivano i biscotti, ormai cotti, ogni ragazzo dovrà recuperare il proprio e confezionarlo con cellophane, carta da regalo, fiocchi, ecc. come un dono. Quindi saranno poi chiamati a scegliere a chi regalarlo: le assegnazioni delle coppie possono essere libere o ad estrazione, la cosa importante è che ogni ragazzo potrà avere solo un biscotto. A questo punto gli animatori faranno un regalo a ciascun ragazzo consegnando un biscotto confezionato. È arrivato il momento dell’assaggio di entrambi i doni, al termine del quale i ragazzi dovranno compilare un breve questionario di gradimento.
Quale era il più buono tra il dono degli animatori e quello del tuo compagno?Quale era quello confezionato meglio?
Qual è stato dei due quello che ti ha fatto più piacere ricevere?
RiflEssionE: Al termine di questa lunga attività si potrebbe concludere con una riflessione su quello che si è fatto. Ovviamente il biscotto confezionato è più buono e all’apparenza anche il più attraente, ma quello personale seppur rotto, sbriciolato, bruciacchiato o confezionato male è sicuramente
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UN FILM PER RIFLETTERE
La tigre e la neveUn film di Roberto Benigni. Con Roberto Benigni, Nico-letta Braschi, Jean Reno, Gianfranco Varetto, Tom Waits, Emilia Fox. Commedia, durata 118 min.
Attilio è un poeta che ogni notte sogna di sposare la donna della sua vita, Vittoria, che nella realtà lo sfugge di continuo. Quan-do lei, partita per un’intervista al più importante poeta iracheno
rientrato in patria in prossimità della guerra, verrà gravemente ferita Attilio la raggiungerà e farà di tutto per salvarla. Non ci saranno ostacoli che potranno fer-marlo nel tentativo di farla sopravvivere: dalla mancanza di medicinali al posto di blocco in cui verrà ritenuto un terrorista. È una storia di amore quella che Be-nigni ci propone questa volta. Quell’amore che, partendo dai singoli, può portare la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film “comico” (anche se le sue usuali gag non mancano) ma una riflessione poetica (di grande qualità la “lezione” sul fare poesia) sul bisogno di speranza che il mondo moderno nutre, anche quando sembra che il cinismo domini. Una speranza che non pretende di abbracciare teoricamente l’umanità, ma che parte dal darsi da fare per la concreta salvezza di un essere umano. Magari pregando Allah con un Padre Nostro e nel frattempo cercando di far spostare una mosca dal capezzale di chi sta soffrendo. C’è chi ha braccia così grandi da credere di poter abbracciare il mondo ma troppo corte per accogliere un amico. L’Attilio di Benigni e Cerami è esattamente l’opposto.
Se non si ha la possibilità di vedere tutto il film suggeriamo questo video del regista:
Amati e farsi amare di Roberto Benignihttps://www.youtube.com/watch?v=u9x2aXyBVDI
3 più originale e sincero. Quello confezionato non richiede impegno e tem-po mentre quello preparato a mano racchiude il tempo e la fatica di chi ci ha lavorato. In questo senso possono essere lette anche le nostre relazioni: possiamo scegliere una relazione comoda che replichiamo con lo stampino e che si basa sull’immagine e ci sono relazioni invece su cui vale la pena in-vestire tempo ed energie per renderle più originali e autentiche. Essere puri di cuore vuol dire non cedere alla tentazione di una vita comoda e inflazio-nata per continuare a camminare verso un orizzonte più alto e originale. Questo richiede impegno, fatica, saper aspettare: ingredienti scomodi, ma che sanno dare gusto alla propria vita.
ZOOMThat’s AmoreQuesta pubblicazione è frutto di una condivisione di obiettivi, competenze ed esperienze diverse che hanno portato a sperimentare nella nostra Diocesi una modalità nuova di pensare e realizzare l’educazione affettiva di preadolescenti e adolescenti, che coinvol-ga in modo più globale la comunità cristiana e veda nell’educazione affettiva uno degli aspetti primari e trasversali della educazione delle nuove generazioni. Chi sta con i ragaz-zi sa infatti che educare alla affettività è educare a relazioni positive che tengano conto del valore della persona, e quindi di ciascuno, e che aprano ad una attenzione all’altro, come risposta ad una comune vocazione ad amare.
In quest’ottica le dimensioni della corporeità, emotività, razionalità e spiritualità devo-no essere valorizzate e fatte crescere in modo unitario ed armonico, processo che richie-de pazienza e passione quotidiana: non sono dunque sufficienti pochi incontri specifici per educare alla affettività ed il tema non è competenza solo di operatori esperti che spiegano nozioni fisiologiche e norme morali, ma è una sfida che coinvolge ciascuno di noi come genitore, sacerdote, catechista, educatore.
“That’s Amore”è disponibile pressogli uffici della FOCr
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Beati gli operatori di paceperché saranno chiamati figli di Dio
la paceLa pace è un valore che a parole tutti condividono, ma che assume oggi sempre di più i tratti di un’utopia. Tutti desiderano la pace, ma le tragi-che notizie che ci arrivano ogni ci giorno, ci portano a considerarla un sogno o qualcosa di infantile. Quando eravamo bambini infatti, i grandi ci obbligavano a “fare pace” scambiando una stretta di mano. Un ado-lescente inizia a capire che più si diventa grandi e più è difficile andare verso l’altro con la mano tesa perché scattano meccanismi psicologici che fanno da blocco: rancori, passati irrisolti, sgarbi insormontabili, un orgo-glio troppo ingombrante. Il Vangelo proclama felici quanti costruiscono percorsi di pace e rifiutano la violenza come logica di risoluzione dei con-flitti. Secondo Gesù chi opera la pace, possiede una parentela stretta con Dio, ne diventa addirittura figlio. La pace è all’origine un forte desiderio che anima ciascun uomo. C’è una pace che desideriamo ardentemente dentro e c’è una pace che abbiamo occasione di costruire fuori. Le due cose non sono poi così scollegate. Un adolescente vive interiormente tut-to tranne che la pace interiore in quanto emozioni e pensieri sono spesso in conflitto tra di loro in questa fascia d’età. Con i ragazzi però è impor-tante comprendere come la pace sia innanzitutto un dono che dobbiamo abituarci a chiedere al Signore: “dirigi i nostri passi sulla via della pace”, perché possa continuare a camminare sulle nostre gambe mediante azio-ni concrete. Se da Dio sapremo accogliere la pace allora, seguendo l’e-sempio di Gesù, sapremo anche metterla in pratica e quindi diventarne costruttori. Il Padre ha bisogno di persone che collaborino al suo progetto di amore e di pace.
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PISTA 1 IL PRANZO DEI POPOLI
Far conoscere e riflettere sul bisogno di pace che c’è nel mondo Far cogliere come la pace sia anche un dono e non solo un costrutto
artificiale dell’uomo Sperimentare azioni concrete in cui sentirsi costruttori di pace
Come primo passaggio potrebbe essere interessante raccogliere alcuni dati aggiornati sul numero di conflitti e dei livelli di povertà e di fame nel mondo. Si potrebbero presentare ai ragazzi mediante un video, una slide, un cartina geografica in modo da far prendere loro consapevolezza del grande bisogno di pace che ha il mondo di oggi. Successivamente pro-poniamo un’attività marchiata “Sermig” di Torino dal titolo “Il pranzo dei popoli”. Esso può diventare tranquillamente anche una “cena”, ma in ogni caso va realizzato all’ora di un pasto.
PREPARAZIONE: Prima che arrivino i ragazzi bisogna preparare diverse zone della sala come se fossero diverse tavole del mondo. Preparare la ta-vola imbandita per il 10% dei presenti comunque un max di 5-6 persone, di fronte ma a distanza, stuoie e ciotole sul pavimento, taniche con acqua a lato. L’ideale sarebbe stampare i nomi delle nazioni su cartelli e disporli in cerchio al centro. In modo che la tavola imbandita possa rappresentare l’Europa o l’America del Nord, la zona dove si mangia per terra l’Asia e in-vece all’esterno o nella zona più povera l’Africa.
Obiettivi
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4 SVOLGIMENTO: Il mondo, tutto il mondo, viene messo a tavola, contem-poraneamente, e ad ognuno dei ragazzi che partecipano, viene chiesto di mettersi in gioco, accettando di rinascere casualmente in un qualsiasi Paese pescando un biglietto da un sacchettino. Una breve riflessione, dati alla mano, sulla sua nuova situazione aiuta a vivere questa nuova iden-tità: quanti soldi avrebbe in tasca quel giorno, quanta acqua per bere, cucinare, lavarsi, quanti anni di vita davanti, quante possibilità di essere ancora a scuola (lavoro di ricerca lasciato agli animatori, serve anche a loro). Ogni ragazzo si posiziona “nel” suo Paese.Ci sono gli Stati Uniti seduti comodamente ad un tavolo e con a dispo-sizione tutto quello che vogliono, insieme a Italia, Giappone, Australia, Francia ed altri pochi fortunati, con tanto di camerieri che li servono e li riveriscono (animatori). Rappresentano all’incirca il dieci per cento dei partecipanti a questo pranzo; i piatti di portata come quelli dei commen-sali devono essere stracolmi di cibo, quello che avanza dalle cucine e dai piatti di portata finisce direttamente nei bidoni spazzatura appositamen-te preparati in un angolo della sala o piazza (si consiglia di camuffare delle pentole dentro ai bidoni per evitare il reale spreco del cibo). Tut-to succede davanti agli occhi della Sierra Leone, seduto per terra dopo aver ricevuto una manciata di chicchi di riso che dovrebbero bastargli per tutta la giornata, in compagnia di Romania, Venezuela, Pakistan, e di un sacco di altri Paesi. Con una fascia rossa legata al braccio, ci sono poi i Paesi in guerra, e in un angolo della sala ci sono anche i morti di fame con la fascia nera. Quando viene annunciato il “buon appetito”, i partecipan-ti al Pranzo dei Popoli possono muoversi liberamente all’interno della sala che ospita la loro assemblea, riproponendo tante volte senza accor-gersene le dinamiche che generano i grandi fenomeni sociali del nostro tempo, dalle emigrazioni ai conflitti. Dopo, hanno il tempo di pensare e di discutere insieme su quello che hanno osservato, e soprattutto quello che gli è successo, su quello che hanno provato, per fare un passo avanti verso la conoscenza e la consapevolezza della realtà del mondo. Nessun intervento degli animatori dovrà interrompere l’attività; ma un animatore potrà riprendere la scena per rivedere e riflettere sulle varie dinamiche. L’organizzare questa attività per l’ora di pranzo permette di far leva sulla reale fame dei partecipanti e quindi di rendere l’attività più veritiera e significativa.
è fondamentale una fase di rielaborazione finale per raccogliere quanto è accaduto e far esprimere come ci si è sentiti per dare senso ai veri vissuti (rabbia, tristezza, pietà, invidia, ecc.). Si potrebbe infine concludere con un vero pranzo insieme.
PISTA 2 DESIDERI E PAURE
Far conoscere e riflettere sul bisogno di pace che c’è nel mondo Far cogliere come la pace sia anche un dono e non solo un costrutto
artificiale dell’uomo Sperimentare azioni concrete in cui sentirsi costruttori di pace
La pace è un desiderio che ci anima e che ci spinge a cercare la felicità. Di fronte ad una piccola o grande scelta per la propria vita ci sentiamo tormentati e speriamo che una volta fatta sia quella giusta e ci lasci fi-nalmente la pace. In ogni scelta paura e desiderio confliggono tra di loro. Esse sono due facce della stesa medaglia, pertanto si potrebbero far pre-parare ai ragazzi delle grandi sagome facendogli disegnare il contorno
Obiettivi
Attività
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UN FILM PER RIFLETTERE E UNA CANZONE DA ASCOLTARE
Alla luce del soleUn film di Roberto Faenza. Con Luca Zingaretti, Alessia Goria, Corrado Fortuna, Giovanna Bozzolo, Francesco Foti. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 90 min. - Italia 2005. uscita venerdì 21 gennaio 2005.
La storia di padre Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio di Palermo, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Un uomo
che «sparava» dritto, dovere inflessibile nella denuncia e alieno da ogni compro-messo. Con gesti concreti, dedicandosi al recupero dei bambini del quartiere per sottrarli alla mafia, padre Puglisi diventa una presenza scomoda, un simbolo, un freno alla corruzione. È la storia di un vero costruttore di pace.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consi-gliano gli spezzoni ai seguenti link:
Alla luce del solehttps://www.youtube.com/watch?v=J_vuKEbUlh4
Parla il Killer di Padre Pino Puglisi al TGRhttps://www.youtube.com/watch?v=n-TMuugINBE
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PISTA 3 A SERVIZIO DELLA PACE
Far conoscere e riflettere sul bisogno di pace che c’è nel mondo Far cogliere come la pace sia anche un dono e non solo un costrutto
artificiale dell’uomo Sperimentare azioni concrete in cui sentirsi costruttori di pace
Per questo tema può essere interessante anche l’incontro con alcune per-sone che sono sopravvissute e scappate da zone di Guerra. In modo da poter ascoltare la loro testimonianza oppure prendere contatti con alcune realtà che svolgono un particolare lavoro a servizio della pace. Per incon-tri, testimonianze ed esperienze di servizio si può fare riferimento alla Caritas diocesana o all’ufficio missionario.
Obiettivi
Attività
del proprio corpo su cartone. Il lavoro può essere fatto in piccoli gruppi o anche individualmente anche se richiede più tempo. Una volta realiz-zate le sagome, si chiede loro di pensare al proprio futuro e scrivere quali sono i desideri. E sull’altro lato della sagoma invece le paure. Al termine ciascuno se vuole presenta la propria sagoma. I desideri sono ovviamente ciò che spingono e trainano i ragazzi a migliorare e ad andare avanti, le paure sono ciò che frenano, ma allo stesso tempo ciò che permettono di chiedersi se quella è veramente la scelta giusta.
Questo lavoro potrebbe chiudersi con un momento di preghiera in cui offrire al Signore i nostri conflitti interiori e chiedere a Lui il dono della pace affin-ché illumini le nostre scelte verso la strada del domani.
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4 La terra degli uomini di Lorenzo JovanottiSi suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
E a volte i forzuti si accasciano dimenticano ogni lezione Lo sai cosa intendo se dico che a tutto c’è una soluzione e tutte le luci si accendono miliardi di pixel si infiammano si muovono a ritmo di un battito di un battito di un battito
E sotto ai miei piedi c’è un pozzo sulla mia testa c’è il cielo e io vivo proprio nel mezzo nella terra degli uomini dove suona la musica e governa la tecnica e mi piace la plastica si sperimenta la pratica e e si forma la lacrima dove suona la musica e il futuro si srotola e l’amore si fa... e l’amore si fa
Son sempre i migliori che partono ci lasciano senza istruzioni a riprogrammare i semafori in cerca di sante ragioni e c’è sempre un gran sole a sorpren-derci nell’indifferenza degli arbitri che stanno lì a leggere i monitor con le facce impassibili
E sotto ai miei piedi c’è un baratro e sulla mia testa c’ho gli angeli e qui siamo proprio nel mezzo nella terra degli uomini dove suona la musica l’amicizia si genera dove tutto è possibile dove un sogno si popola la chitarra si elettrica e risuonan gli armonici dove ridono i salici dove piangono i comici e la forza si amplifica ed il sangue si mescola e l’amore è una trappola mica sempre però qualche volta ti libera e ti senti una favola e ti sembra che tutta la vita non è solamente retorica ma sostanza purissima che ti nutre le cellule e ti fa venir voglia di vivere... fino all’ultimo attimo oh
Dove suona la musica nella terra degli uomini dove trovi anche un posto per chi ti sorride da un angolo
Fino all’ultimo attimo fino all’ultimo attimofino all’ultimo attimo
Note
Beati gli afflittiperché saranno consolati
Beati quelli che hanno fame e sete della giustiziaperché saranno saziati
Beati i perseguitati per la giustiziaperché di essi è il regno dei cieli
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AVVENTOe NATALE
Prenota in FOCr i
SUSSIDI diAVVENTO
per il cammino di preghierain preparazione
al Natale
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Beati gli afflittiperché saranno consolati
il doloreIl tema del dolore entra prepotentemente nella riflessione esistenziale di un adolescente lasciandolo spesso ammutolito, sconsolato, arrabbiato. Di fronte ad un mondo adulto che cerca di esorcizzare la sofferenza, il mon-do giovanile ne resta sgomento. Il dolore è parte della nostra vita tanto quanto le relazioni, gli affetti, i sogni e per questo Gesù ne parla nel suo discorso sulla felicità. Cosa c’entra il dolore con la felicità? sembrano due cose in antitesi tra di loro. Il Vangelo proclama felici coloro che vivono la contrarietà del dolore, il grande mistero antagonista. Viene promessa la consolazione: viene offerto di credere nel futuro.
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PISTA DESTINI INCROCIATI
Aiutarli a fare memoria di alcuni momenti dolorosi della propria vita Sviluppare all’interno del gruppo sentimenti di empatia Far emergere domande di senso legate al dolore
L’attività è una sorta di grande gioco - simulata in cui i ragazzi sono chia-mati ad immedesimarsi, attraverso carte che consegnerete ad ognuno di loro, nella vita di persone che hanno una storia di fatica, dolore, prova (es. ragazza madre, genitore di un figlio disabile, atleta che rimane para-lizzato, ragazzo che di ritorno da una festa fa un incidente in cui muore la persona sull’altro auto...). Vengono inventate o prese dalla realtà alcune storie e divise in tre pezzi quindi stampate su tre carte. Le carte danno proprio l’immagine della casualità del destino. All’inizio dell’attività a ciascun ragazzo viene assegnato un personaggio e quindi consegnata la prima carta. Probabilmente più ragazzi avranno lo stesso personaggio e potranno girare insieme per le varie tappe anche se la vita rimane indi-viduale. Ad ogni carta corrisponde un momento/fase della vita, al quale corrisponde un’attività (gioco o momento di riflessione legati a ciò che gli è accaduto). Nei momenti più duri e dolorosi verrà loro sottoposto un questionario dal titolo “Ma che razza di Dio c’è nel cielo?” Tutte le storie procedono contemporaneamente.
STRUTTURA: 5 personaggi e 3 eventi vita per ognuno:
Ragazza madreRagazzo/a cui muore morosa/o
PadreAtleta
“Assassino”
Di seguito vi proponiamo come esempio due vite tipo e il questionario.
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ma che razza di dio c’è nel cielo?
1Qual è stato il sentimento più incontrollabile che hai provato nel momen-to in cui la “tua” vita è stata sconvolta?
2Se in quel momento avessi avuto di fronte a te Dio, cosa gli avresti fatto/detto?
3Riesci a trovare una consolazione? Se sì, quale/in cosa?Se no, pensi che sarà sempre così, che non la potrai mai trovare?
5Il dolore legato alla vicenda del personaggio ti fa ricordare qualche per-sona della tua vita reale?
6Se ti accadesse qualcosa di simile, credi che esista qualcuno nella tua vita reale che potrebbe capirti? Chi?
7Se ti accadesse qualcosa di simile, credi che esista qualcuno nella tua vita reale capace di placare il tuo dolore? Se sì, perché? Se no, perché?
8Credi che avresti voglia di parlare di quello che ti è capitato?Se sì, perché? Se no, perché?
4In questo momento cosa hai voglia di fare? (max 1 risposta)
Scappare Solo piangere Pregare
Avere qualcosa da prendere a pugni
Uscire con gli amici e non pensarci
Chiudermi in casa e non vedere nessuno
Andare a bere qualcosa per svagarmi
Dimenticare tutto il prima possibile
Altro
UN FILM PER RIFLETTERE E UNA CANZONE DA ASCOLTARE
Quasi amiciUn film di Olivier Nakache, Eric Toledano. Con François Clu-zet, Omar Sy, Anne Le Ny, Clotilde Mollet, Audrey Fleurot. Titolo originale Intouchables. Commedia, durata 112 min. - Francia 2011.
I due registi descrivono il complicato rapporto tra due “perso-naggi” entrambi scottati dalla vita: uno segnato da un terribile
incidente a seguito del quale è rimasto paralizzato e ha perso la moglie,l’altro Yabdel, dal triste passato di immigrato senegalese. Il rapporto tra i due non se-gue una precisa logica ma alterna momenti di duro scontro ad altri di pacata riconciliazione: il miliardario scorbutico,solo e conformista, trova attraverso “l’elemento di disturbo” la forza di reagire e lottare nonostante le sue tragiche condizioni. Acquista coraggio e fiducia nelle sue capacità tanto da spingersi ol-tre il semplice rapporto epistolare con una giovane ragazza di cui è innamorato, da farsi rispettare dall’insolente figlia, di aiutare ed essere aiutati nel periglioso cammino della vita.L’ossimoro che permea Quasi amici , basato su una storia vera, contribuisce a evidenziare le debolezze dei due protagonisti: Philippe è inabile ma intellet-tualmente attivo pur se socialmente incapace in quanto “intrappolato” nel suo mondo ovattato, Yabdel, al contrario, è una bomba di “mobilità”,apparentemente forte e sicuro di sé ma fragile interiormente senza una precisa collocazione e direzione entro cui collocare la sua vita; non ha ambizioni se non accedere al sussidio di disoccupazione, suo unico mezzo di sostentamento. L’incontro/scon-tro/rappacificazione è una bella lezione di vita, un’esplosione di sincerità e di speranza sul significato della ricchezza che è nulla senza la condivisione e le emozioni di cui è portatrice.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consi-gliano dello spezzone al seguente link:
Quasi amici earth wind and fire “Senti questa che figata”https://www.youtube.com/watch?v=jq98g_duYk4
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Ma che razza di Dio c’è nel cielo di Roberto VecchioniSi suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
L’infinito silenzio sopra un campo di battagliaquando il vento ha la pietà di accarezzare; l’inspiegabile curva della moto di un figlio che a vent’anni te lo devi scordare... Sentire d’essere noi le sole stelle sbagliatein questa immensa perfezione serale; e non capirci più niente nel viavai di messia discesi in terra per semplificare. Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di guitto mascherato da Signore sta giocando col nostro dolore? Ma che razza di disperato, disperato amore, lo potrà mai consolare?
Aprire gli occhi e morire in un fruscio di farfalla neanche il tempo di una ninna nanna; l’idiozia della luna, la follia di sognare, la sterminata noia che prova il mare; e a questa assurda preghiera di parole, musica, colori, che Gli continuiamo a mandare, non c’è nessuna risposta, salvo che è colpa nostra e che ci dovevamo pensare.
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Note
Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di disperato, disperato amore, può tagliare la notte e il dolore? Ma che razza di disperato, disperato amore più di questo respirare, più di tutto lo strisciare? più di questo insensato dolore?
Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di buio c’è nel cielo? Ma che razza di disperato, disperato amore più di questo insensato dolore? Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di buio c’è nel cielo? Ma che razza di disperato, disperato amore più di questo non capire, non sapere sbagliare e lasciarsi perdonare? Ma chi è l’altro Dio che ho nel cuore? Ma che razza d’altro Dio c’è nel mio cuore, che lo sento quando viene, che lo aspetto non so come che non mi lascia mai, non mi perde mai e non lo perdo mai.
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Beati quelli che hanno famee sete della giustizia
perché saranno saziati
il beneIl Vangelo proclama felici quanti desiderano la giustizia o perché ne sono privati o perché la servono. Gesù chiede di perseguire il bene, averne fame e sete, guardando al suo compimento e non solo alle sue limita-zioni. Quando intervistano i parenti di qualche vittima di omicidio o in-cidente i parenti ai microfoni chiedono che “sia fatta giustizia”. Oppure di fronte ad un fatto di cronaca in cui un giovanissimo muore di droga i ragazzi sono i primi che iniziano a discuterne tra loro su ciò che “è giusto e ciò che è sbagliato”. L’adolescenza infatti è un età in cui matura nel ra-gazzo una coscienza come luogo delle decisioni e di giudizio. Attenzione però perché il rischio è quello di fraintendere le parole di Gesù. Spes-so i parenti arrabbiati delle vittime non chiedono giustizia, ma vendetta. Spesso i nostri giudizi su fatti di cronaca sono stereotipi perché frutto di una conoscenza superficiale dell’evento. Gesù parla di “affamati e asse-tati” della giustizia. Ovvero di tutte quelle persone che hanno bisogno del pane tanto quanto della giustizia perché l’ingiustizia gli sta portando via la vita: si riferisce a persone vittime di violenza, di sopruso, di logiche disumane di sfruttamento e di corruzione. A loro viene fatta la promessa di essere un giorno saziati e della felicità, perché l’hanno desiderata così ardentemente che sapranno coglierne il vero valore. In avvento questa beatitudine apre le porte anche al tema della speranza in un Dio che si è fatto uomo per stare dalla parte di chi cerca un mondo più giusto.
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PISTA 1 STORIE DA BEATI
Presentare ai ragazzi figure concrete e storie vere di “affamamti e asse-tati della giustizia”
Lavorare con loro il concetto di giustizia per renderlo complesso e di spessore
Far cogliere loro il valore di una promessa che genera speranza: quella che Gesù fa a coloro che vivono nell’ingiustizia.
Come attività qui potrebbe essere interessante proporre ai ragazzi la conoscenza di qualche testimone. Si potreb-
bero presentare loro storie di alcune vittime della mafia, che hanno dato la vita per il nostro Stato come i magistrati Falco-ne e Borsellino, oppure del prete di Brancaccio Padre Puglisi. Si
potrebbe raccontare loro l’esperienza di qualche missionario che ha dato la vita per il popolo in cui era stato chiamato
a lavorare come le tre suore saveriane uccise in Burundi nel 2014. Oppure si potrebbe presentare loro la figura di qualche santo, si pensi a San Massimiliano Kolbe morto ad Aushwitz per salvare una famiglia ebrea.
Obiettivi
Attività
PISTA 2 LA LEGGE è UGUALE PER TUTTI
Presentare ai ragazzi figure concrete e storie vere di “affamamti e asse-tati della giustizia”
Lavorare con loro il concetto di giustizia per renderlo complesso e di spessore
Far cogliere loro il valore di una promessa che genera speranza: quella che Gesù fa a coloro che vivono nell’ingiustizia.
Se invece si pensa di gestire l’incontro in una maniera più ludica si po-trebbe mettere in scena un processo. L’animatore propone ai ragazzi un caso, che può essere inventato oppure preso da un reale fatto di cronaca. Si chiede loro di dividersi in due gruppi: l’accusa e la difesa. Ciascun grup-po dovrà approfondire il caso, cercando su internet oppure intervistando dei testimoni (che potrebbero essere interpretati da altri animatori). Poi ciascun gruppo dovrà scrivere almeno dieci motivazioni che accusano o difendono l’imputato. Il giudice – animatore gestirà il dibattito e al termi-ne del quale prenderà la decisione. Al termine del gioco è importante lasciare un tempo per decostruire quanto è stato fatto.
La riflessione conclusiva dovrebbe incentrarsi sulle dinamiche che sono emerse e che sono state osservate facendo cogliere loro come la giustizia sia un concetto complesso che non dovrebbe mai schiacciare l’uomo, ma anzi liberarlo.
Obiettivi
Attività
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PISTA 3 A TU PER TU CON LA GIUSTIZIA
Presentare ai ragazzi figure concrete e storie vere di “affamamti e asse-tati della giustizia”
Lavorare con loro il concetto di giustizia per renderlo complesso e di spessore
Far cogliere loro il valore di una promessa che genera speranza: quella che Gesù fa a coloro che vivono nell’ingiustizia.
Un’altra possibilità per trattare questo tema potrebbe essere quello della testimonianza. Nella nostra società siamo abituati a pensare alle carceri come dei “luoghi di giustizia” in cui persone colpevoli scontano una loro pena. Potrebbe essere interessante organizzare una visita o un incontro con il cappellano del carcere o con qualche realtà associativa di volonta-riato che vi presta servizio.
Obiettivi
Attività
UN FILM PER RIFLETTERE
The helpUn film di Tate Taylor. Con Emma Stone, Viola Davis, Bryce Dallas Howard, Octavia Spencer, Jessica Chastain. Dram-matico, Ratings: Kids+16, durata 137 min. - USA 2012. - Walt Disney uscita venerdì 20 gennaio 2012.
Jackson, Mississippi. Inizio degli Anni Sessanta. Skeeter si è ap-pena laureata e il primo impiego che ottiene è presso un giorna-
le locale in cui deve rispondere alla posta delle casalinghe. Le viene però un’i-dea migliore. Circondata com’è da un razzismo tanto ipocrita quanto esibito e consapevole del fatto che l’educazione dei piccoli, come lo è stata la sua, è nelle mani delle domestiche di colore, decide di raccontare la vita dei bianchi osser-vata dal punto di vista delle collaboratrici familiari ‘negre’ (come allora venivano dispregiativamente chiamate). Inizialmente trova delle ovvie resistenze ma, in concomitanza con la campagna che una delle ‘ladies’ lancia affinché nelle abita-zioni dei bianchi ci sia un gabinetto riservato alle cameriere, qualche bocca inizia ad aprirsi. La prima a parlare è Aibileen seguita poi da Minny. Il libro di Skeeter comincia a prendere forma e, al contempo, a non essere più ‘suo’ ma delle donne che le confidano le umiliazioni patite.
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Beati i perseguitatiper la giustizia
perché di essi è il regno dei cieli
la fede. ne vale la pena?Gesù in questa beatitudine si riferisce a tutti coloro che verranno perse-guitati per aver seguito i suoi insegnamenti, nonostante siano nel giusto. Si tratta di tutti coloro che soffrono fino ad dare la vita per proclamare la giustizia del Vangelo. Quanti uomini e donne in tutto il mondo, ancora oggi, versano il loro sangue per la fede. Che cosa può dire questa beati-tudine ai nostri ragazzi? Innanzitutto potrebbe essere molto interessante far conoscere loro questa realtà, ovvero che ci sono persone che per la fede sono disposte a dare la vita, mentre magari per noi è un orpello. Fargli sorgere la domanda: perché per alcuni è così importante? Che cosa mi vogliono testimoniare? Il secondo aspetto potrebbe essere quello di far notare loro perché chi è credente e vive il Vangelo dovrebbe essere perseguitato. Cosa c’è nello stile evangelico che va contro le logiche del mondo? I cristiani vengono perseguitati perché danno fastidio dunque la loro vita è significativa. Questo vuol dire che se nessuno mi dice nulla de-duco che la mia testimonianza è invisibile. Diventa importante far capire ai ragazzi che un giovane felice è tale perché la propria vita dice qualcosa, ha il sapore del Vangelo per me e per chi incontro e per chi servo. In que-sto dobbiamo aiutarci a camminare. A loro è dato il regno, il compimento di una vita piena. Gesù benedice quanti esprimono con storie personali drammatiche il valore della giustizia e lo gridano al mondo.
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PISTA 1 PAZZI MA CREDIBILI
Far conoscere ai ragazzi il valore della fede nella testimonianza del martirio
Giocare sul fatto che essere nel giusto significa essere controcorrente Aiutarli a capire come essere credenti credibili agli occhi degli altri Farli riflettere sul valore della loro fede.
Essere nel giusto e non essere creduti. Il gioco si presenta come una sfi-da tra singoli ragazzi che si improvviseranno profeti. Si selezionano un gruppo di volontari che avranno il compito di convincere la folla (il resto del gruppo) con una teoria assurda. Le teorie possono essere inventate: un tempo gli esseri umani volavano, l’acqua con il caldo si congela, ecc. In un tempo stabilito (all’incirca un minuto e mezzo) dovranno compiere la loro arringa e convincere il popolo della loro teoria. Si tratta di un modo simpatico per dimostrare ai ragazzi come spesso i profeti venivano consi-derati dei pazzi o comunque dei personaggi molto strani.
Al termine del gioco però sarà evidente come il ragazzo che avrà convinto meglio il pubblico sarà quello che ha creduto di più nella sua teoria, quasi come a dire che un vero credente è anche credibile agli occhi degli altri.
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Attività
PISTA 2 UN MESSAGGIO CONTROCORRENTE
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PISTA 3 INCONTRI
Far conoscere ai ragazzi il valore della fede nella testimonianza del martirio
Giocare sul fatto che essere nel giusto significa essere controcorrente Aiutarli a capire come essere credenti credibili agli occhi degli altri Farli riflettere sul valore della loro fede.
Siccome vivere il vangelo vuol dire andare controcorrente e saper dire qualcosa con la propria vita agli altri il gioco che andiamo a presenta-re descrive bene questa situazione in maniera ludica. Si scelgono alme-no cinque ragazzi dal gruppo e gli si fa pescare una parola che poi loro dovranno mimare al resto della squadra. Attenzione però perché non si tratta del solito gioco del mimo. Quattro ragazzi su cinque infatti pesche-ranno la stessa parola, mentre uno solo pescherà una parola diversa. Que-sti dovranno mettersi in riga e al via contemporaneamente realizzare un mimo della propria parola. Il gruppo guardando i mimi dovrà individua-re chi ha la parola diversa e indovinarla. Per rendere la cosa ancora più difficile si potrebbe cercare delle parole diverse ma che come mimo si assomigliano (per esempio quattro persone pescano la parola pipistrello e una la parola cicogna).
Obiettivi
Attività
Far conoscere ai ragazzi il valore della fede nella testimonianza del martirio
Giocare sul fatto che essere nel giusto significa essere controcorrente Aiutarli a capire come essere credenti credibili agli occhi degli altri Farli riflettere sul valore della loro fede.
Se invece si vuole affrontare questo tema in maniera più riflessiva, po-trebbe essere interessante far preparare ad alcuni animatori delle bio-grafie di martiri e poi farli incontrare ai ragazzi. In questo senso il gruppo adolescenti potrebbe compiere una sorta di itinerario nella storia e pas-sare da un incontro all’altro dove queste figure si presentano, raccontano la loro storia di fede, e magari lasciano un piccolo compito ai ragazzi.
La peccatrice del vangelo potrebbe chiedere loro di scrivere su uno dei sassi che la circonda qualcosa che vorrebbero cambiare di sé
S. Stefano potrebbe regalare un pezzo della sua tunica ai ragazzi su cui scrivere una cosa “vera” o “giusta” che gli ha comunicato la fede.
Ecc… fino ad alcune figure di martiri contemporanei che potrebbero aiu-tare i ragazzi a riflettere su quanto vale per loro la fede.
Obiettivi
Attività
UN FILM PER RIFLETTERE E UNA CANZONE DA ASCOLTARE
Il miglio verdeUn film di Frank Darabont. Con Tom Hanks, David Morse, Michael Clarke Duncan, Michael Jeter, James Cromwell. Ti-tolo originale The Green Mile. Fantastico, durata 188 min. - USA 1999.
Film un po’ lungo ma che si sposa bene con il tema. Non è una storia vera perché è tratta da un romanzo di Stephen King ma è
immagine di tanta realtà. Il miglio verde è, in slang, il percorso dei condannati a morte. Soggetto che ha sempre un forte appeal cinematografico. A percorrerlo dovrà essere un gigantesco nero accusato dell’assassinio di due bambine (ma è innocente). L’uomo ha poteri quasi divini. Guarisce malati gravissimi e, in un caso, riporta alla vita un morto. La storia vive nella memoria del capo dei secon-dini (Hanks), che era stato a sua volta “miracolato” dal condannato.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consi-gliano dello spezzone al seguente link:
Il miglio verde – Paul parla a John Coffehttps://www.youtube.com/watch?v=c0cXORtrpXY
Il pescatore di Fabrizio De AndrèCanzone enigmatica, come enigmatico ne è l’autore. Non si può sapere con precisione cosa essa vuole dire, ma può essere interessante vedere come la interpretano i ragazzi. Perché il pescatore aiuta un assassino?Cosa prova l’assassino quando scappa?Chi è per voi questo pescatore?
All’ombra dell’ultimo sole s’era assopito un pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino due occhi grandi da bambino due occhi enormi di paura eran gli specchi di un’avventura.
E chiese al vecchio dammi il pane ho poco tempo e troppa fame e chiese al vecchio dammi il vino ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno non si guardò neppure intorno ma versò il vino, spezzò il pane per chi diceva ho sete e ho fame.
E fu il calore d’un momento poi via di nuovo verso il vento davanti agli occhi ancora il sole dietro alle spalle un pescatore.
Dietro alle spalle un pescatore e la memoria è già dolore è già il rimpianto d’un aprile giocato all’ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi vennero in sella con le armi chiesero al vecchio se lì vicino fosse passato un assassino.
Ma all’ombra dell’ultimo sole s’era assopito il pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso.
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Beati i misericordiosiperché troveranno misericordia32
TEMPO diQUARESIMA
Prenota in FOCr i
SUSSIDI diQUARESIMA
per il cammino di preghierain preparazione
alla Pasqua
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Beati i misericordiosiperché troveranno misericordia
la misericordiaÈ il tema della prossima GMG a Cracovia ed è il tema su cui papa Fran-cesco ha voluto concentrare l’anno giubilare. Il tema della misericordia diventa fulcro del percorso di catechesi e viene collocato proprio in Qua-resima perché ci dà occasione si sviscerare bene tutti i temi che sgor-gano da questa beatitudine. La Quaresima è un tempo forte in cui poter incrementare i momenti di preghiera e l’ascolto della Parola. Potrebbe essere un tempo in cui chiedere ai ragazzi di partecipare ad un momen-to di preghiera quotidiano o settimanale, alla chiusura dell’oratorio o al mattino presto prima di andare a scuola. Potrebbe essere un gesto mis-sionario quello di regalare loro un sussidio per la preghiera personale. È buona cosa proporre loro un momento in cui accostarsi al sacramento della riconciliazione magari guidato e non troppo pesante (in allegato a questo sussidio trovate una traccia di celebrazione penitenziale e una per l’esame di coscienza, entrambe sul tema delle beatitudini). Infine si consiglia di organizzare anche piccole occasioni di servizio in parrocchia o coinvolgendo altre realtà diocesane. Qualcuno propone anche un ritiro, magari residenziale, che possa essere occasione per fermarsi maggior-mente sulla parola e sul mistero della Pasqua. È il tempo buono anche per organizzare qualche incontro con testimoni che lavorano nel mondo della carità.
Accanto a tutte queste possibili iniziative continua però il cammino ca-techistico ordinario fatto di incontri settimanali o occasionali. Pertanto vi proponiamo alcuni temi che si potrebbero affrontare con i ragazzi a partire dal “Beati i misericordiosi”:1 Riconoscersi peccatori: la conversione come occasione per ripensare
alla propria strada2 Il perdono: un amore non banale ma fortemente radicato nell’atteggia-
mento del dono3 Essere perdonati: La gioia e la forza di un perdono gratuito; riconoscersi
destinatari dell’amore di Dio e degli altri.4 Digiuni e penitenze: fuori dal tempo o occasione per rimettere al centro
ciò che ha un valore profondo? Il senso della rinuncia.
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PISTA 1 RICONOSCERSI PECCATORI: CONVERTIRSI PER RIPENSARE ALLA PROPRIA STRADA
Provocare negli adolescenti una riflessione sugli aspetti della Quaresi-ma tra cui le tentazioni
Dare tempo e strumenti ai ragazzi per rileggere la propria esperienza di fede.
IL LABIRINTO dELLA FIdUCIA La vita a volte è come un labirinto in cui bisogna continuamente sceglie-re che strada prendere. La coscienza è il luogo della scelta in cui tutte le voci interiori ed esterne trovano sintesi. In questo gioco si ha la possibi-lità di giocare sulle voci che vale la pena seguire e quelle che è meglio lasciar perdere. I ragazzi si stendono sul tappeto formando i corridoi di un labirinto (se sono pochi si possono usare sedie o panchine). Si sceglie un ragazzo che viene bendato con una sciarpa. A questo punto i ragazzi
Obiettivi
Attività 1
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a8 stesi a terra si spostano per cambiare forma ai corridoi del labirinto, in
modo da confondere il ragazzo bendato, che non può più fidarsi della sua memoria. Gli educatori si dividono in due squadre: la PRIMA degli ingan-natori e la SECONDA dei consiglieri giusti. Si fa fare qualche giro su di sé al ragazzo bendato e poi una guida lo introduce nel labirinto. Il ragazzo deve arrivare alla fine del percorso, ascoltando le voci degli educatori e decidendo da quale gruppo lasciarsi guidare. Il gioco si può ripetere, dando la possibilità ad ogni ragazzo di sperimentarlo. Alla fine si potrà riflettere su cosa il gioco insegna alla nostra vita.
UN’ICONA dELLA MIA FEdEUn’altra attività più introspettiva e meno ludica consiste nel chiedere a ciascun ragazzo di realizzare una icona che raffiguri Dio. Si potrebbe ini-ziare l’incontro presentando brevemente che cos’è un’icona sacra e come viene realizzata. Poi si può lasciare un tempo abbastanza lungo nel qua-le ogni ragazzo potrà disegnare la sua icona. È necessario preparare dei piccoli pannelli di legno e metter a loro disposizione dei materiali: colori, tempere, pennarelli, tessuti, stoffe, sabbie, ecc. L’immagine potrà essere astratta o naturalistica. Durante il lavoro è buona cosa che ci sia silenzio e che ciascun ragazzo lavori da solo. Un sottofondo musicale potrebbe aiutare i ragazzi ad entrare nel clima giusto. Al termine del proprio lavoro ogni ragazzo singolarmente potrà scegliere un luogo della stanza dove fermarsi e, guardando la propria icona, scrivere una preghiera che abbia come tema la sua relazione con Dio. La preghiera verrà lasciata a lato dell’icona fermata da una candela accesa. Ogni ragazzo potrà abbandona-re l’aula una volta accesa la sua candela. I catechisti quanto tutti avranno finito raccoglieranno i materiali, conservandoli per l’incontro successivo.
Attività 2
PISTA 2 IL PERDONO: UN AMORE NON BANALE RADICATO NELL’ATTEGGIAMENTO DEL DONO
Far comprendere ai ragazzi il senso e il valore del perdono.
Per questa attività occorre preparare un cartellone, un piatto con del co-lore a tempera, dei pennarelli, un secchio pieno d’acqua ed un bicchiere. Si potrebbe partire dall’ascolto del Vangelo di Giovanni (4,5-42) il rac-conto della samaritana al pozzo. Successivamente l’educatore prepara un cartellone con scritti degli ambiti, dove quotidianamente fa delle espe-rienze di vita. Ne proponiamo alcuni: amici, famiglia, scuola, sport, affetti, gruppi parrocchiali e/o associazioni ecc. Si chiede ai ragazzi di riflettere sulle loro esperienze di fragilità e sui loro errori (es.: ho tradito, ho abban-donato, ho giudicato, ho sparlato, ho deriso, ho mentito etc.) e a riferir-le ai diversi ambiti evidenziati sul cartellone. Dopodiché ogni ragazzo si sporcherà il palmo della mano con del colore a tempera e andrà a mettere la propria impronta in corrispondenza dell’ambiente dove ha fatto espe-rienza di essere venuto meno, con un certo comportamento; scriverà poi una parola accanto alla sua orma seguendo gli spunti precedentemente proposti. A questo punto, il gruppo discuterà per trovare una soluzione alle fragilità emerse. Infine, avvicinandosi al secchio preparato ad inizio incontro, un educatore laverà la mano al ragazzo prendendo con un bic-chiere dell’acqua dal secchio. Questo gesto sta a testimoniare il fatto che il Signore dà a noi la possibilità di ricominciare con il suo amore gratuito.
Obiettivo
Attività
PISTA 3 ESSERE PERDONATI: LA GIOIA E LA FORZA DI UN PERDONO GRATUITO
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Far capire ai ragazzi il valore di un Dio misericordioso.
Si potrebbe lasciare ai ragazzi un tempo per riflettere sull’ultimo periodo per individuare una cosa che ha rovinato il loro rapporto con Gesù e il suo stile di vita. La richiesta deve essere chiara: “cosa nell’ultimo periodo ti ha allontanato da Gesù?”. Una volta che un ragazzo avrà dato il nome a questo “peccato”, lo potrà segnare su un foglietto ed inchiodarlo con il martello all’icona preparata nell’incontro precedente. A questo punto si potrebbe riflettere con loro su come il peccato come un chiodo rovini il legno su cui tutti i giorni facciamo il nostro disegno con Dio. Dopo aver ascoltato un brano sul perdono o al termine della confessione, si può pro-cedere a rimuovere il chiodo, segno del peccato. Solo Dio è in grado di rimuoverlo, anche se il buco da esso causato resta. Solo l’amore che vi è in una relazione forte sarà capace di riempirlo.
Obiettivo
Attività
PISTA 4 DIGIUNI E PENITENZE: FUORI DAL TEMPO O OCCASIONE PER DIRE CIò CHE VALE?
Far cogliere ai ragazzi il senso di alcune scelte che hanno il sapore della rinuncia.
L’ESPERIENZA dEL dESERTOSi consegna ad ogni ragazzo un foglio A4, chiedendo loro di piegarlo in due parti. Si chiede poi loro di pensare alla propria giornata a di scrivere in ogni parte un evento quotidiano per loro abbastanza importante (per esempio andare a scuola, fare allenamento, uscire con gli amici...). Una volta fatto si chiede loro di scegliere uno delle due parti, quella a cui non rinuncerebbero e di strappare via (rinunciare) all’altra. A questo punto si chiede di piegare ulteriormente in due il foglio e di scri-vere nelle due metà due ricordi di esperienze importanti o significative. Ancora si chiede loro di scegliere una delle due parti, quella col ricordo a cui si sentono più legati e di strappare l’altro. Di nuovo si piega il foglio chiedendo loro di scrivere due valori/quali-tà che sentono come proprie e che per loro hanno massima priorità su altri valori/qualità (per esempio sincerità, onestà, accoglienza, simpatia, disponibilità, intelligenza...). Ancora una volta si chiede loro di scegliere quello che è “più vero” per loro stessi. Infine si piega un’ultima volta e si chiede di scrivere su ogni metà una loro debolezza o fragilità sulle quali sanno di poter cadere maggiormente in tentazione (irascibilità, indifferenza, pigrizia, malizia, disonestà...) e si chiede loro di scegliere quella che per loro è più difficile da affrontare perché più radicata nel loro cuore.
Fatto questo si legge il brano delle tentazioni di Gesù nel deserto:Mt 4, 1-11.
Si riflette insieme ai ragazzi sul senso della tentazione e della rinuncia che riguarda anche la vita di Gesù. In Quaresima siamo chiamati ad un tempo di deserto, perché il nostro cuore venga messo alla prova, per poter com-prendere che una rinuncia non è mai fine a se stessa e non è nemmeno una via breve per vivere secondo giustizia. La rinuncia, il deserto, la quaresima con i suoi “fioretti”, ci aiutano a fare la verità nel nostro cuore, a lasciare emergere l’importanza della presenza di Gesù nella nostra vita, per provare a vivere con maggiore consapevolezza il nostro essere cristiani.
Obiettivo
Attività
UN FILM PER RIFLETTERE E UNA CANZONE DA ASCOLTARE
Le chiavi di casaUn film di Gianni Amelio. Con Kim Rossi Stuart, Charlotte Rampling, Alla Faerovich, Pierfrancesco Favino, Manuel Ka-tzy.
Gianni è un giovane padre che ha abbandonato il figlio Paolo subito dopo la nascita. Il bambino è nato affetto da handicap, mentre la giovane compagna di Gianni è morta di parto. Quindici
anni dopo l’uomo decide di fare la conoscenza del figlio: l’occasione è data da un viaggio per portare il ragazzo in una clinica di Berlino per seguire alcune terapie. Durante il soggiorno nella città tedesca, Gianni farà la conoscenza di Nicole una donna matura con una figlia affetta da handicap, che gli farà capire la grandezza dell’impegno che lo attende. Anche grazie a Nicole, Gianni e Paolo impareranno a conoscersi a fondo e a confrontarsi, ma la parte più commovente è alla fine quando Paolo conforta il padre.
L’essenziale di TiromancinoSi suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
Nella vita comunque paghi per le scelte sbagliate per quelle occasioni mancate che non ti fanno dormire ma ti sanno ferirecon ostinazioneattraverso i ricordidi fatti e persone.
Ogni giorno ci porta notizie del tempo passatoe accende le luci su un volto che hai amato.
È l’eterna ripresa di una scena sospesa.
L’essenziale è riuscire ad avere qualche cosa di buono da fareo almeno da direper non restare a guardare.L’essenziale è provare a dare il meglioperchè a dare il peggio c’è sempre tempo.E infatti come vedi è tornato l’inverno...
Cosa stava per succedere, cosa stavo per prenderema ormai non accadràno, non succederàe non saprò mai come sarebbe stato se quel giorno d’estateio non mi fossi fermato,se quell’amore negato non si fosse perduto.
Ogni giorno mi porta notizie di quanto ho sbagliatoe accende le luci su un volto che ho odiato.
È l’eterna ripresa di una scena sospesa.
L’essenziale è provare a fare in modo di avere sempre qualcosa in cui credida inseguireper non restare a piedi.L’essenziale è riuscire a dare forma anche a quello che ti sembra assurdoe se pensi al futuronon tutto è perduto.
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Beat
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Beati voiquando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendodiranno ogni male contro di voiper causa mia.
Voi siete la luce del mondonon può restare nascostauna città costruita su di un monte!
TEMPO diPASQUA
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Beati voiquando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo
diranno ogni male contro di voi per causa mia.Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra ricompensa
nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profetiprima di voi. Voi siete il sale della terra:
ma se il sale perdesse sapore, a che cosa servirà?A null’altro che ad essere gettato via e calpestato!
DOMANI9TEM
PO di
PASQ
UA
PISTA STORIE DI BUIO
Riflettere sulla consolazione che deriva dalle parole del vangelo Capire che vale la pena affrontare le difficoltà e i fallimenti per costru-
ire qualcosa di importante attraverso la propria vita.
Si dividono i ragazzi in due gruppi. Si crea della penombra nella stanza. Ogni componente del gruppo 1 e viene invitato a pensare a un momento di buio (tristezza, dolore, sofferenza...) nella propria esistenza e a espri-merlo con un gesto, una parola, un segno... Al termine, ogni componente del gruppo 2, sceglie un componente del gruppo 1 ed è invitato a trovare una modalità per portargli consolazione.Si distribuiscono dei foglietti a ogni ragazzo.
Ai componenti del gruppo 1 si domanda:
Che cosa hai trovato mentre pensavi e cercavi un modoper manifestare la tua “storia di buio”?
Trova una parola che riesca a descrivere come ti sei sentitoquando sei stato consolato e scrivila sul foglietto.
Obiettivi
Attività
la fatica e la gioia del seguire la propria vocazioneIl Vangelo proclama l’ultima beatitudine guardando alla verità delle cose, senza però restarne imprigionato: chiede addirittura di esultare perché la profezia non perde il suo valore e il suo senso, perché la luce ed il sapo-re restino carichi di efficacia. Queste affermazioni ci aiutano a riflettere sul senso della vita cristiana nel mondo, in mezzo e a servizio di tutti gli uomini della terra, senza però conformarsi alla mentalità del mondo, come ci ricorda Giovanni (17, 11-16). Siamo chiamati alla coerenza e ad una saldezza senza paragoni, non per presunzione di superiorità o perfezione e nemmeno per lanciare giudizi sugli altri uomini. Siamo chiamati alla saldezza in cristo per diffondere tra gli uomini il Suo amore, la sua paro-la, uno stile di vita più umano perché compiuto ad imitazione di Cristo. Siamo però anche consapevoli degli ostacoli che sicuramente troveremo lungo la strada, siamo consapevoli della libertà che gli uomini hanno di accettare o rigettare la presenza di Cristo e con essa la voce dei suoi te-stimoni.Siamo consapevoli che scegliendo Cristo incontreremo anche fatiche, de-lusioni, tradimenti e fallimenti; le parole dell’ultima beatitudine ci aiuta-no a risollevare la testa e ci invitano a credere al Regno dei cieli.
è GIà QUI
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Beat
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9 Ai componenti del gruppo 2 si domanda:
Che cosa hai provato quando osservavi le “manifestazioni di buio”?
Trova una parola che riesca a descrivere che cosa hai provatoquando hai dato consolazione e scrivila sul foglietto.
Si raccolgono i foglietti in un cesto e si mescolano. Ogni ragazzo di en-trambi i gruppi viene invitato a condividere la prima domanda e se rie-sce a raccontare quando ha sperimentato questi sentimenti nella propria vita. Si conclude l’incontro con la preghiera del Salmo 107(106) e invi-tando ogni ragazzo a pescare un biglietto delle parole di consolazione da portare a casa.
UN FILM PER RIFLETTERE E UNA CANZONE DA ASCOLTARE
La ricerca della felicitàUn film di Gabriele Muccino. Con Will Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Cecil Williams, Kurt Fuller. Titolo originale The Pursuit of Happyness. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 117 min. - USA 2006. - Medusa uscita venerdì 12 gennaio 2007.
Chris Gardner è un brillante venditore senza fortuna nella San Francisco degli anni ‘80. Padre affettuoso di Christopher, un vivace bambino di cinque anni, e marito di una scontrosa compagna, Chris fatica a sbarcare il luna-rio. La moglie, incapace di reggere la crisi, abbandona marito e figlio per cercare fortuna a New York. Rimasto solo Chris cerca tenacemente e ottiene un posto da stagista non retribuito presso una società di consulenza finanziaria. Senza stipen-dio, sfrattato dall’appartamento e poi dalla stanza di un infimo motel, Chris e il suo bambino cercheranno di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni pubblici della metropolitana. Indossando sempre il suo abito migliore e l’orgoglio di chi non vuole mollare, Chris troverà una porzione di felicità.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consi-glia lo spezzone al seguente link:https://www.youtube.com/watch?v=7IHsMS3EgiE
Offeso di Niccolò FabiSi suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.Dillo pure che sei offeso da chi distrugge un entusiasmo da chi prende a calci un cane da chi è sazio e ormai si è arreso da tutta la stupidità chi si offende tradisce il patto con l’inutile omertà rimane senza la protezione del silenzio, dell’assenso del “tanto dobbiamo sopravviverci qui dentro”
Quando vivere diventa un peso quando nei sondaggi il tuo parere non è compreso quando dire amore diventa sottinteso quando la mattina davanti al sole non sei più sorpreso Offeso
Dillo pure che sei offeso dalle donne che non ridono dagli uomini che non piangono dai bambini che non giocano dai vecchi che non insegnano se hai qualcosa da dire dillo adesso non aspettare che ci sia un momento più conveniente per parlare
Quando vivere diventa un peso quando nei sondaggi il tuo parere non è compreso quando dire amore diventa sottinteso quando davanti al sole la mattina non sei più sorpreso dillo pure che sei offeso
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Voi siete la luce del mondonon può restare nascosta
una città costruita su di un monte!Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini!
DOMANI10TEM
PO di
PASQ
UA
PISTA 1 LUCI E OMBRE
Riflettere coi ragazzi sul fatto che anche loro sono chiamati a dare te-stimonianza del proprio essere cristiani
Non c’è bisogno di grandi discorsi o parole urlate, ma si tratta di uno stile di vita luminoso, aiutandosi vicendevolmente nel cammino della fede.
Un attività ludica che può aiutare i ragazzi a scoprire la bellezza di illu-minarsi il cammino a vicenda è quella del “Percorso al buio”. I catechi-sti dovranno preparare in una stanza abbastanza grande un percorso ad ostacoli. Nella stanza poi verranno chiuse le finestre e spente le luci in modo da creare il buio. Il gruppo di ragazzi dovrà dividersi in squadre che contemporaneamente si sfideranno al percorso. Ogni squadra avrà a disposizione una torcia e il percorso verrà affrontato a coppie, uno che lo affronta e l’altro che gli illumina la via. La torcia rappresenta il testimone della staffetta che dovrà essere impugnata almeno una volta da tutti i partecipanti della squadra.
Obiettivi
Attività
una vocazione che è testimonianza per gli altriUna luce non può esistere per essere nascosta ma essa illumina suo mal-grado la vita degli altri. In questo senso siamo chiamati a vivere la nostra vocazione e testimoniare questa felicità a chi ci circonda.
è GIà QUI
PISTA 2 SENTIERI LUMINOSI
Riflettere coi ragazzi sul fatto che anche loro sono chiamati a dare te-stimonianza del proprio essere cristiani
Non c’è bisogno di grandi discorsi o parole urlate, ma si tratta di uno stile di vita luminoso, aiutandosi vicendevolmente nel cammino della fede.
Proponiamo due giochi che affrontano il tema del vedere. La luce è ciò che permette ai nostri occhi di vedere. Spesso però i nostri occhi sono stanche e distratti e incapaci di vedere i scegli che il signore ha lasciato lungo il nostro cammino e che servono a dare una direzione alla nostra vita. In primo luogo si mostrano una serie di immagini con effetti ottici e si chiede di descrivere ciò che vedono. Le immagini si prestano a una dupli-ce lettura. Con questo gioco vogliamo mostrare come il vedere è legato alla prospettiva... angolatura da cui si guardano le cose (le immagini si possono trovare in internet facendo una ricerca: effetti ottici). In secon-do luogo si invitano i ragazzi a guardare velocemente la stanza e poi a chiudere gli occhi. Si pongono delle domande sugli oggetti presenti nella
Obiettivi
Attività
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UN FILM PER RIFLETTERE E UNA CANZONE DA ASCOLTARE
Scoprendo ForresterCon Sean Connery, Rob Brown, F. Murray Abraham, Anna Paquin, Busta Rhymes.
Jamal Wallace è uno studente del Bronx con una grande passione per la letteratura e un altrettanto grande amore per il basket. Ca-sualmente entra in contatto con William Forrester, uno scrittore che vinse il Premio Pulitzer con l’unico libro pubblicato. Era poi
scomparso e nessuno ne aveva saputo più nulla. A lui, che diviene il suo maestro, Jamal sottopone un racconto che viene giudicato positivamente. Il ragazzo ha ricevuto un’offerta di borsa di studio da una prestigiosa istituzione privata. Ma c’è un ostacolo: il docente di letteratura trova il suo testo troppo pregevole e non crede che un ragazzo del Bronx possa arrivare a tanto. Pertanto é meglio che resti al suo posto e pensi al basket. Nel frattempo anche Forrester trova un aiuto in Jamal. Riesce a uscire di nuovo dall’appartamento in cui si era autorecluso. Il ragazzo però non riesce a risollevare le sorti della propria squadra e tutto sembra risolversi negativamente quando...
Voglio coraggio di The SunSi suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
Notte fonda, buio pesto Fisso il vuoto che detesto Il mondo piange in un inferno Voglio uscire dal silenzio I dubbi sono inesistenti Le risposte spesso assenti Ma chiudo qui col mio passato Il futuro non va aspettato
È adesso il momento di dare il meglio a viso aperto Questo è coraggio: buttarsi anche se c’è il vuoto Svegliati orgoglio! Difendi chi è più nel bisogno Voglio coraggio! Chi cambia sé cambia il mondo
Scarpe nuove appese al chiodo C’è esclusione, non c’è gioco
Senza spazio il tempo è morto Non ci sto, gli tengo un posto Il Bel Paese è in affanno deriso e vinto, un urlo spento Ma tutto inizia dall’interno Un uomo nuovo è un nuovo inizio
Se tutti gli sforzi, le attese, le lotte non bastano a dire quello che sei Stringi un po’ i denti Il domani ci chiama È un appello, è il momento atteso, lo sai Tutto parte da noi.
Voglio coraggio! Io credo in Te e cambio il mondo
stanza e li si invita a descriverli (colore e scritta di un cartellone, di un attaccapanni, di un quadro, ecc.) alcuni se li ricorderanno, altri non riusci-ranno a descriverli, questo ad indicare come il guardare può alle volte es-sere superficiale, distratto, non attento a cogliere i particolari: vede...ma non vede. Si commenta insieme l’esperienza che hanno fatto di “vedere...non vedere”. Infine si invitano gli adolescenti a scrivere la loro pagina di Vangelo, ossia a raccontare una situazione che hanno vissuto in modo negativo e come, grazie all’aiuto di qualcuno, sono riusciti a rileggerla in modo diverso, positivo... scoprendovi qualcosa di bello. Oppure, raccon-tare una situazione in cui, con l’aiuto di qualcuno, hanno potuto vedere qualcosa che da soli non riuscivano a vedere, qualcosa di bello che li ha meravigliati. Ciascuno è invitato a raccontare e condividere questa “pa-gina di vangelo”, per divenire testimoni delle meraviglie che Dio opera nella nostra vita.
INSERTI
Celebrazione penitenzialesul tema delle Beatitudini
Esame di coscienzasul tema delle Beatitudini
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CELEBRAZIONE PENITENZIALEBeatinoi
INSERTO 1
sul tema delle Beatitudini
Di seguito si allega un traccia per il sacramento della confessione dedicata agli adolescenti. Essa può essere usata integralmente oppure integrata o estrapolan-do dei pezzi a piacimento del catechista.
CANTO: COME TU MI VUOI
Eccomi Signor vengo a te mio ree si compia in me la Tua volontàEccomi Signor vengo a Te mio Dioplasma il cuore mio e di Te vivròSe Tu lo vuoi Signore manda mee il Tuo nome annuncerò Come Tu mi vuoi io saròdove Tu mi vuoi io andròQuesta vita io voglio donarla a Teper dare gloria al Tuo nome mio reCome Tu mi vuoi io saròdove Tu mi vuoi io andròSe mi guida il Tuo amore paura non hoper sempre io sarò come Tu vuoi
Eccomi Signor vengo a Te mio Ree si compia in me la Tua volontàEccomi Signor vengo a te mio Dioplasma il cuore mio e di Te vivròTra le Tue mani mai più vacilleròe strumento Tuo sarò
Come Tu mi vuoi io saròdove Tu mi vuoi io andròQuesta vita io voglio donarla a Teper dar gloria al Tuo nome mio reCome Tu mi vuoi io saròdove Tu mi vuoi io andròSe mi guida il Tuo amore paura non hoper sempre io sarò come Tu vuoi
INVOCAZIONI
O Dio, per tutte le volte che abbiamo cercato la via più comoda alla felicità, acco-modandoci e rinunciando a camminare verso le mete alte che tu ci proponi.signore Pietà
O Dio, Signore dei nostri giorni, spesso abbiamo messo noi stessi al di sopra di tutto, sacrificando la nostra vita interiore, la nostra famiglia e gli affetti.Cristo Pietà
O Dio, Padre della pace, l’umanità ha vissuto lunghe guerre e continua ad uccide-re i tuoi figli in nome del potere e dell’odio.signore Pietà
O Dio, spesso ti abbiamo sostituito con mille idoli e non sei stato il nostro unico punto di riferimento.Cristo Pietà
O Dio, datore di vita per tutte le volte che ci siamo allontanati da te e da quel sentiero che il discorso della montagna ci propone.signore Pietà
PRIMA LETTURA
dAL LIBRO dEL PROFETA ISAIAIn quei giorni il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi, oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non siete contenti di stancare la pazienza degli uomini, perché ore vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un Figlio che chiamerà Emmanuele: Dio-con-Noi».Parola di Dio.
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SALMO 23
INVOCAZIONI
Alleluja
Rallegratevi ed esultate,perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Alleluja
dAL VANGELO SECONdO MATTEOVoi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si po-trà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucer-niere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.Parola del Signore.
R. Ecco viene il signore re della gloria
Del Signore è la terra e quanto contiene l’universo ed i suoi abitanti.È lui che l’ha fondata sui mari e sui fiumi l’ha stabilita. R.
Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo?Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronuncia menzogna. R.
Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio, sua salvezza.Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.
VANGELO
S: Le Beatitudini evangeliche rappresentano il profilo ideale del seguace di Cri-sto: esse sono come segni lungo un sentiero di montagna che migliaia di uomi-ni nel corso della storia hanno seguito spesso dando la vita. È il sentiero, ci dice Gesù, della felicità:
S: Beati i poveri in spirito, Beati i miti e i misericordiosi, Beato chi costruisce la pace
L: perché la loro fatica costituisca i mattoni più solidi per costruire il proprio fu-turo.
T: Perdona signore il nostro attaccamento al denaro e alle cose della terra; per-donaci per la ricerca di primeggiare e per la mancanza di generosità.
S: Beati i puri di cuore, Beato chi è nel pianto e nel doloreL: perché ad essi è fatta la promessa di vedere Dio e di esserne figliT: Perdonaci signore se abbiamo cercato consolazioni che ci portano lontano da
Te, se abbiamo rifiutato di consolare coloro che sono nella pena, nella tristez-za, nello sconforto.
S: Beato chi cerca la giustizia con il cuore e alla verità dona la voceL: perché ci insegna a sporcarci le mani anziché tenerle in tasca ignorando la croce.T: Perdona signore le nostre rabbie, i nostri rancori, le nostre vendette, il nostro
rifiuto di perdonare.
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LETTURA
CONFESSIONI INDIVIDUALI
dAL LIBRO dEL PROFETA EZECHIELERenderò santo il mio nome disonorato tra le gentie profanato da voi in mezzo a loro per vostra iniquità.E allora le genti sapranno che sono il Signore;quando la mia santità mostrerò ai loro occhi per mezzo di voi,vi prenderò tra le genti e sul vostro suolo vi ricondurrò:così dice il signore Iddio.
Non agisco in riguardo a voi o casa di Israele,ma per amore del mio nome.
Aspergerò su di voi acqua pura e sarete purificati,vi laverò da ogni vostra sozzura e adgli idoli che adorate,vi infonderò un cuore nuovo e uno spirito nuovoe toglierò il vostro cuore di pietra e di carne ve lo darò.Il mio Spirito dentro di voi porrò e farò sìche camminiate nei miei statuti.
Non agisco in riguardo a voi o casa di Israele,ma per amore del mio nome.
S: Nella fiducia di essere esauditi, rivolgiamo a Dio, per l’intercessione di Maria la preghiera che Gesù, suo Figlio, ci ha insegnato:
Padre nostro...
ORAZIONE
O Dio che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della sal-vezza eterna, fa che sperimentiamo la sua intercessione perchè per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita, Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.Amen.
BENEDIZIONE
MagnificatLa mia anima canta la grandezza del Signoreil mio spirito esulta nel mio SalvatoreNella mia povertà l’Infinito mi ha guardatain eterno ogni creatura mi chiamerà beata.
Strofe:1 La mia gioia è nel Signore che ha compiuto grandi cose in me. La mia lode al Dio fedele che ha soccorso il suo popolo e non ha dimenticato le sue promesse d’amore. 2 Ha disperso i superbi nei pensieri inconfessabili, ha deposto i potenti, ha risollevato gli umili, ha saziato gli affamati e aperto ai ricchi le mani.
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ESAME DI COSCIENZABeatinoi
INSERTO 2
sul tema delle Beatitudini
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”Gesù chiama “beati” i poveri in spirito, cioè quelli distaccati dalle cose. Lo dob-biamo dire anche noi.
In un modo come il nostro, dove il consumismo penetra dappertutto, dove il mate-rialismo congela i cuori nell’esasperato desiderio di un benessere solo terreno, tu riesci ad andare controcorrente e mantenere il cuore distaccato da tutto?
“Beati gli afflitti, perché saranno consolati”Gesù dice “beato” colui che è afflitto, che piange, perché egli pensa che il dolore dell’uomo, se ben unito al suo, è fonte di gioia ancor già da questa terra e senz’al-tro garanzia della gioia futura. Gesù pensa così. Il mondo che ci circonda non ragiona affatto così.
E tu cosa ne pensi? In un mondo che spesso cerca la felicità a tutti i costi nell’edoni-smo, tu riesci a testimoniare che si può essere felici anche nelle lacrime? Credi che tutto ciò ce gli altri chiamano disgrazie può diventare, nell’ottica di Cri-sto, motivo di gioia profonda, pura e feconda di bene?
“Beati i miti, perché erediteranno la terra” Sei violento fisicamente? Sei violento a parole? Sai rispondere al male con il bene?
“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”Sei onesto? Lotti contro le ingiustizie che vedi? Lotti contro le ingiustizie che fai tu?
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”Sai perdonare? Perdoni veramente, dimenticando, o prima o poi “lo rinfacci”?
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”Gesù è convinto che sono beati i puri di cuore. La purezza! Ma chi parla oggi di purezza? Non si vuol più parlarne, si dimentica questa parola, perché scotta.
Tu vuoi vivere la purezza profondamente e pienamente?Lo sai che non si concilia la vita di Gesù in noi, che l’Eucarestia ci porta, con la faci-lità con cui si segue qualsiasi programma televisivo, con la lettura di certi giornali, con la visione di certi film, con lo sfoggio di certi abbigliamenti… ?Credi che, come chi vuol raggiungere un traguardo non misura gli sforzi, così il cri-stiano non deve misurare la fatica che la purezza può costargli?
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”Oggi, con tutte queste tensioni, diffidenze, divisioni, guerre, terrorismo… noi dobbia-mo essere quelli che portano la pace, perché dobbiamo incominciare da noi stessi.
Lo sai che quando avvertiamo qualche cosa che ci turba dobbiamo fare subito pace, perché non si sanno le conseguenze, perché siamo già un focolaio di tensione se lasciamo esplodere quel qualcosa che è dentro di noi, perché, come quando si butta un sasso nell’acqua, chissà che cosa poteva succedere se noi non avessimo operato veramente come portatori di pace?Sei operatore di pace nella tua famiglia, nel luogo di lavoro o di studio, nella chiesa, negli ambienti che frequenti…?