trekkenfild n.12-2014

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    Speciale cross

    n.12

    Campaccio, Vallagarina, 5 Mulini

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    stanti concorrenti. E qui non smet-teremo mai di porre laccento suquesto increscioso, almeno per noipuristi del cross e dellatletica in ge-nere, fatto: perch mai gliamatori/master devono comportarsiin siffatta maniera? perch mai que-sti signori in mutande devono vivere

    in un mondo tutto loro? Sarannomenate nostre, ma nch neavremo la possibilit non smette-remo di rimarcare tutto ci.Ma torniamo a bomba sulledizione2014 del Campaccio, vinta rispettiva-mente da Albert Rop (Bahrain) edalletiope Ayelew. Ancora una voltaabbiamo assisitito a gare di notevole

    valore tecnico. Unico rammarico stata la totale assenza dei massimirappresentanti azzurri del mezzo-fondo. Doverano i vari Lalli eMeucci? Dati per sicuri partenti sinoallimmediata vigilia non si sono poipresentati ai nastri di partenza. Mi-stero. Mistero buffo per. Possibileche nella programmazione i tecnici

    personali e federali non siano riuscitia inserire anche questa prova? Nondimentichiamo che non molti anniaddietro queste prove, Campaccio,

    Vallagarina, 5 Mulini, erano frequen-tate dal or ore del mezzofondo az-zurro e che mettere in bacheca unpiazzamento o meglio ancora un suc-cesso, rappresentava il ore alloc-chiello della stagione invernale. Ora,purtroppo, quasi tutti i migliori ita-liani sembrano snobbare le gare dicasa nostra. Altri obiettivi stagionali?Forse. Ma continuiamo a non com-prendere il valore di queste scelte.

    Dap

    'un tratto lo scorse: stava l, sul tavo-

    ne dell'angolo stampa creato all'in-rno del nuovo, bellissimo Palazzettoello Sport, di anco a giornali e rivi-e, a fogli con le classiche delle gareffettuate e a fogli con le liste dei nomii chi stava gareggiando o di chi si ac-ingeva a gareggiare. Nel Palazzettoera gente che entrava e usciva, chendava e veniva, che mangiava e be-eva ai tavoli del ricco buffet. Da unochermo televisivo posto li appresso gliiungeva la voce chiara, competente eppassionata del telecronista Francoragagna che stava trasmettendo iniretta per Raisport 2. Da fuori gliiungeva invece la voce concitata dellopeaker Gianni Mauri che lanciava iuoi continui Forza ragazzi!. E sa-eva, perch c'era appena stato, che luori c'era un incessante movimentoi atleti e di pubblico. Sapeva che l

    fuori c'era un sole dalle tentazioni pri-

    maverili e quadri colorati di sport e divita. Pensando a quel l fuori, men-tre guardava attirato da quel certoche individuato sul tavolone dellastampa gli sembr che il tempo nonfosse passato, nemmeno per lui, chetutto fosse rimasto immutato, che glianni fossero sempre quelli del... Qualinon avrebbe saputo dire con esattezza.Forse quelli del decennio '70 o del de-cennio '80 o del decennio '90 o chiss!Era la storia, la storia che si ripete,sempre uguale e sempre diversa.Quella volta ad essere in scena in queldi San Giorgio su Legnano era la sto-ria di un cross, di un famoso cross,quello detto del Campaccio. Era unastoria intrecciata con un lo intessutod'oro, lungo cinquantasette anni, vistoche il suo principio partiva dal marzodel '57.

    Quando lo scorse, l su quel ta-volone, ebbe un sussulto: quelloera il suo libro! Il libro cheanni prima aveva scritto in oc-casione dei cinquant'anni delCampaccio. Sulla copertina,di color amaranto, oltre al ti-tolo Campaccio... e dintorni 50 anni di storia apparivanoin corsa Stefano Baldini ePaula Radcliffe con sullosfondo la fotograa della par-tenza della prima edizione,starter, ben visibile, AdolfoConsolini. Un altro sussulto loebbe un attimo dopo quandoun tale prese il libro e si misea sfogliarlo.Fu qui che m entre l fuori lastoria andava avanti, la suastoria prese ad andare a ri -troso. Cos gli vennero inmente i mi lle episod i vissut iper metter e assieme le 272 pa-gine del li bro. Gli sovv ennerole innumerevoli volte che si

    rec a San Giorgio, di giorno e dinotte, pre sso la sede della Societ perinformarsi, per documentarsi, perconcordare coi dirigenti il come e ilquando, il chi e il cosa. Si ricord diquanto gli fosse stato utile l'apportodel vicepresidente Livio Mereghetti,autentica memoria storica della So-ciet, del deus ex machina SergioMeraviglia e di uno st uolo di magni-fici collaboratori tra i quali si giovmolto dell'amic o Paolo Terzani. Si ri-cord delle infinite telefonate e delleinterviste fatte ad atleti illustri e no,e a personaggi di un tempo passato edel tempo presente; dei tanti incontriavuti con alcuni di costoro; dei so-pralluoghi in compagnia di FiorinoMezzenzana sul percorso, anche diquello primitivo; della ponderatascelta delle fotografie fatt a tra le millee mille che la Societ gelosamente cu-stodiva. G li tornarono in mente lelunghe consultazioni di libri d'atle-tica, di riviste, di quotidiani fatteanche lass nell'eliso dell'archivio

    della Gazzetta dello Sport; e comenon ricordarsi i continui incontricon Diego Galbiati, il valente coordi-natore grafico d ell'Editore?E poi ancora quella presentazione aMilano in una sala dell'hotel Miche-langelo, presenti il presidente FidalFranco Arese e il mitico direttore dellaGazzetta dello Sport Candido Can-nav... E poi... e poi...E poi tutt o s'era avvolt o di silen zio.Qualcuno aveva spento il televisore;la voce di Gianni Mauri non si sen-tiva pi; il libro era sparito e con luii giornali; sui tavoli del buffet eranorimaste solo briciole; sui prati nonc'era quasi pi nessuno, le tribunes'erano svu otate, appari va solo qual-che anima vagante. Gli striscionidegli sponsor erano stati tolti. Il soledeclinava. Era ora di tornare a casa.Mentre in tasca gli si era infilatazitta zitt a qualche altra ricca paginada aggiungere, un giorno, al libro delgrande Campac cio.

    Ennio Buongiovanni

    Azzurri cercansi6 gennaio - 57 cross del Campaccio

    Sognando la storia

    in dalle pi remote ere geologichecross del Campaccio apre ufcial-

    mente la stagione delle corse suirati nel Belpaese. Certo, ci sonotati anni in cui anche questa vec-hia nobile dellatletismo ha cam-iato data, spostandosi verso lidi pialdi. Ma, tendenzialmente, si por-

    tati a ritenere che questa gara alleporte di Milano sia la prima in as-soluto della nuova stagione. E anchein questa alba del 2014 cos stato.Su prati, che molto intelligente-mente lamministrazione ha resonon edicabili salvaguardandoli cosdal sacco edilizio molto in voga nello

    stivale tutto, il 6 gennaio scorso sisono dati battaglia centinaia di pic-coli, grandi e vecchi atleti. Ancorauna volta le danze sono stateaperte dai soliti master oamatori che poi, puntual-mente, hanno lasciato campolibero (in tutti i sensi) ai re-

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    l 37 Cross della Vallagarina di-putatosi il 12 gennaio, se aincere la prova senior ma-chile stato il solito kenianoi turno questa volta il4enne Robert Ndiwa, quiuarto nel 2013 e se aincere tra le senior donnestata la solita keniana di

    urno questa volta la8enne Linah Cheruto aincere la prova delle ca-ette stata una piccola...eniana, la non ancora4enne Nadia Battocletti.he di keniano, inteso come

    ratti somatici e colore dellaelle, non ha proprio nulla, mahe di capacit di gambe, di pol-

    moni e di cuore d ad intenderei avere proprio tutto.i pensi solo questo. Ndiwa sui 9070

    metri del percorso ha rilato al se-ondo arrivato (l'italo-marocchinoassine Rachik) un distacco di729 pari a circa 3 al km; la Che-uto sulla distanza di 6440 metri hanitto alla seconda (la nostra Silvia

    Weissteiner) un distacco di 2732quivalente a poco pi di 4 al

    m; la Battocletti su 2040 metriella sua gara ha dovuto aspet-are sul traguardo la prima chea seguiva (Giulia Leonardi)er quasi 22 pari a un divarioi 10 e rotti al km. Se i dueeniani vincitori hanno do-

    minato le rispettive gare,he dire della giovanissimaincitrice tra le cadette?he nemmeno i due afri-ani hanno saputo inig-ere distacchi tantolamorosi ai loro imme-iati inseguitori e che,nche se ormai la si conosceva, ha

    impressionatoper la facilit della

    corsa e per il baratro che,pur senza impegnarsi a fondo

    soprattutto nella prima parte digara, ha scavato fra s e le altre

    concorrenti anche se forse diqualit non particolarmente eccelsa

    - inevitabilmente morticate datanta superiorit.Gi nella categoria Ragazze, Nadiaha ottenuto una notevole serie disuccessi: nel 2013 ha corso i 600metri in 1'3915 e i 1000 metri in2'5671; sua la vittoria nella corsacampestre ai Giochi Studenteschisvoltisi a L'Aquila e sua anche la

    vittoria nel G ran Premio del mez-zofondo a Trento; anche al Vallaga-rina dello scorso anno inflisse allaseconda un distacco di 15. Difronte a simili capacit come si fa a

    non definirla una piccola keniana(almeno in erba)? La Battocletti,per lo meno nell'ambito degli ad-detti ai lavori, non la si scopre cer-tamente oggi. Ampliamo allora unpo' la sua conoscenza.La ragazzina nata a Cles il 12aprile 2000. Pesa 39 kg. distribuitisu 157 cm. d'altezza. Un partico-lare interessante che figliad'arte. Suo pap infatti quel Giu-liano Battocletti, nato a Cles nel1975, che tra il 1996 e il 2005 ha

    vestito 17 maglie azzurr e vantandoun palmares di notevole caraturanel quale si evidenziano, tra tantialtri, risultati di questo tipo:bronzo Juniores nei 5000 Mondiali

    di Lisbona 1994; 13'20 nei 5000;27'4574 nei 10.000; 1h00'47 nellamezza; 2h11'58 nella maratona; untitolo europeo di cross a squadre(Ferrara 1998; con lui De Nard,Pusterla, Di Napoli) nel quale ri-sult miglior azzurro giungendo 7assoluto; quattro titoli italiani: duedi corsa campestre, uno nellamezza e uno nei 10.000 metri.Giuliano, detto Cavallo pazzo, sidistinse per il suo modo aggressivodi affrontare le gare, nel non averpaura di niente e di nessuno. Erasolito dire Oggi non ce n' per

    nessuno, nemmeno per gli africaniil che sta a indicare quanto avesseun animus pugnandi e una menta-lit vincente.Ma Nadia se figlia d'arte da partepaterna, lo anche da parte ma-terna in quanto la mamma la37enne Jawahara Saddougui, nataa Taurit (Marocco) stata unadiscreta mezzofondista (800 m.). Edunque se tanto mi d tanto... eccola piccola keniana!La ragazza nonesa ha iniziato a cor-rere, e subito a distinguersi, in se-conda elementare. Corre dunquedall'et di sette anni. Attualmentefrequenta la 3a media presso laScuola secondaria di primo grado

    G.B. Lampi di Fondo, una localitche dista circa cinque chilometrida Cavareno, il paesino dove la fa-miglia Battocletti abita. A scuola,che raggiunge con un autobus dilinea, ha un buon profitto in tuttele materie con particolare merito inEducazione Fisica (toh!). Dopol'Atletica ovviamente predilige legare di mezzofondo le piace il ba-sket; ha simpatia per il ballo; portaorecchini; ha capelli lunghi e mori;si allena tre volte la settimana; tesserata per l'Atletica Valli di None Sole e ad allenarla chi pu essere

    se non lo stesso pap Giuliano? Ap-pare piuttosto timida, ma appenasente lo sparo dello starter partecome un proiettile (alla faccia dellatimidezza!...). Costituzionalmente ancora un po' esile ma chiaro che in pieno sviluppo e che quantoprima il suo fisico si irrobustir; lasua corsa spontanea, naturale, dibell'assetto, elastica, con falcateampie e frequenti. Nella stagioneha corso cinque cross vincendonequattro e classificandosi seconda alprestigioso Campaccio del 6 gen-naio dove a batterla stata la forteMarta Zenoni che per, va notato, del '99 e sappiamo cosa vuol direun anno in pi a questa et.

    Aspettiamola alla Cinque Mulinidove le pale del mulino superstite il Meraviglia - girano una volta al-l'anno come per indicare il giro dipale della vita ma soprattutto persalutare i grandi campioni e le gio-

    vani speranze del l'Atletica az zurratra le quali un posto d'eccellenzaspetta indubbiamente alla nostrasemplice, simpatica, brava e mode-sta Nadia Battocletti. Che il Si-gnore e pap Giuliano - laconservino sempre cos e la fac-ciano correre sempre pi forte.

    Ennio Buongiovanni

    12 gennaio - 37 cross della Vallagarina

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    giorni prima della campestre, si piazzata in un hotel a due passi daltracciato, ne ha saggiato le difcolt,ma ha pure unito lutile (la corsa) aldilettevole (la cultura). Infatti, labionda americanina andata a Cre-mona per visitare la mostra del

    grande liutaio Stradivari!Tanto di cappello alla cam-pionessa mondiale di Daegu2011, nonch vice campio-nessa lo scorso anno a Moscanella distanza dei 1500. Il

    giorno prima della CinqueMulini nellapposita seratadedicata alla consegna uf-ciale dei numeri di gara, Jen-nifer Simpson stata latletapi richiesta, pi fotografata.Alla domanda come sarebbeandata la gara il giorno suc-cessivo, lei ha risposto: sarunavventura. Cos stato.Certamente un avvenimentoche lei stessa ricorder: te-nere dietro alla keniana Ky-piegon (prima) e allabritannica Steel (seconda) stato come digerire un

    pranzo di Natale a ferragosto.Lafricana, due volte campio-nessa del mondo di cross a li-

    vello juniores con un modo dicorrere superlativo, linglesinacon le treccine con una capar-biet tipica delle atlete dellaterra dAlbione stato assaigravoso. La Simpson ha strettoi denti, ma giunta staccatis-sima al terzo posto con soli 12di vantaggio su Valeria Rofnoprima delle nostre. Lennesimasda africana tra Kenya e Etio-pia in campo maschile si ri-solta a favore di Paul Tanui,keniano, capace di centrare unbronzo alle spalle di Farah e di

    Jeilan a Mosca la scorsa estate.Succosa e tambureggiante lacampestre maschile, dove Mu-khtar Edriss, vincitore dellapassata edizione, con problemia un ginocchio, si acconten-tato del quinto posto. Primodegli italiani Michele Fontana,

    il pi regolare e continuo degli azzurrinella stagione invernale, Lunico chenon si tirato indietro, lunico a cuipiace correre e sporcarsi di fango. LaCinque Mulini ha cercato in pi di unoccasione di posizionarsi nel calenda-rio per avere un buon numero di ita-liani, ma le Fiamme Gialle, lacorazzata dellatletica italiana, ognianno hanno quasi in concomitanza laCoppa dei Campioni. A San Vittoreanticipano di una settimana? I nan-zieri non vengono, debbono prepa-

    rarsi. La spostano? Saranno stanchi!Pi o meno funziona cos, ma se im-provvisamente arrivasse qualche eurosonante in pi e con i chiari di luna incircolazione pare assai difcile, laquestione si appiana. Adesso il crossin Italia si prende una pausa. A feb-braio niente di tutto ci, si aspettamarzo in un week end tutto dedicatoalla corsa campestre, dove far lesor-dio anche la staffetta peccato chenegli stessi giorni a Sopot in Polonia,periferia di Danzica, in programma cisiano i mondiali indoor. S avete lettobene i Mondiali. Che bella idea!

    Walter Brambilla

    anti gli aneddoti, tante le storie,anto da raccontare. La Cinque Muliniumero 82 va in archivio registrandoer lennesima volta un successo afri-

    ano, nella fattispecie keniano. Nonince un italiano dallepoca di Albertoova (1986), unera geologica fa,uando a San Vittore si facevano picic sui prati in attesa della gara, se ilempo lo permetteva. Allepoca lainque Mulini era la rivincita del

    Mondiale di cross che allora si chia-mava Cross delle Nazioni, che aveva

    na valenza nettamente superiorela prova iridata, tant che era alle-

    tita annualmente, mentre ora il Mon-iale viene organizzato ogni due anni.arlare del passatou essere pleona-tico e poco atti-ente alla realthe in questocca-one, domenica 26ennaio, ha signi-ato anche cross

    er tutti un cir-uito di gare giova-ili e master cheprivano le danzerima del cross tar-ato Iaaf. Cos perna volta bambini,iovanissimi e geni-ori sono stati fatticiamare lungo leve maleodorantiellOlona, per laioia anche di co-oro che hanno or-anizzato: lUnioneportiva San Vit-

    tore Olona 1906. Evitando di adden-trarci nei meandri giovanili e amato-riali, linteresse si indirizza verso altrilidi, quelli specicatamente agoni-

    stici. Veniamo al dunque. Il primomotivo dinteresse il rivedere sui pratilombardi unatleta statunitense: Jen-nifer Simpson, nata Barringer, prove-niente dallIowa, ma di stanza aBoulder in Colorado, la miler ha vo-luto apurare di personacosera questo cross, neaveva sentito parlare a piriprese a allora con il suomanager volata in Eu-ropa, arrivando per ra-gioni di fuso orario tre

    26 gennaio - 82 Cinque Mulini

    sempreAfrica

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    'ultimo record fu un 10.3 che il quotidiano sportivol'Equipe, con la feroce ironia di cui a volte so no ca-aci i francesi, evidenzi nel titolo a piena pagina. L'arti-olo riguardava la squalica a vita di Ben Johnson e quel0.3 era il rapporto fra testosterone e ipotestosterone

    he l'atleta di Toronto aveva lasciato nel campione di li-uido organico passato al test. Di record, in effetti, sirattava: il livello di una persona normale 1.1 (il 90 perento dell'umanit), il limite tollerato dai laboratori anti-oping era, all'epoca, 6.1 (una persona su 10 mila). ilmarzo 1995: il sipario cala denitivamente sull'atletaen Johnson, ex sensazione dei 100 metri, l'atleta chefd anima e corpo alla chimica. Johnson fu pescatoai test non una ma due volte: la prima nell'88, quandon'intera Olimpiade sprofond con lui nello scandalo; laeconda, appunto, cinque anni pi tardi. Ben Johnson ilrande truffatore? Oppure vittima del sistema? Comun-ue la si rigiri, questa la storia amara di un atleta cheoleva diventare un campione ed ebbe la malauguratadea di mettersi nelle mani sbagliate. Aveva avuto unaita difcile: emigrato in Canada dalla Giamaica, famiglia

    modesta, molti fratelli e sorelle, scuole irregolari, il gio-ane Ben era stato un ragazzo difcile. Facile, per gentecaltra e senza scrupoli, approttare della sua ingenuit.ntorno alla vicenda di SuperBen ruotano infatti perso-aggi non a torto indicati come i principali responsabili

    ello scandalo: Charlie Francis, l'allenatore, e Jamiestaphan, il medico-stregone che forniva anabolizzantima lui, anche al processo, negher). Quando Ben Joh-son fu pescato positivo a Seul, nel settembre 1988,oche ore dopo aver vinto l'oro nei 100, la sua parabolai atleta dopato era all'apice. Infatti, come lui st essoonfess nell'interrogatorio davanti al giudice canadeseharles Dubin, le pratiche dopanti erano cominciate nel981. E fu Charlie Francis a precisare la posologia: cin-ue pastiglie al giorno di Dianabol, in altre settimane diura persino dieci. Dall'86 cominciarono le iniezioni in-amuscolari di Furazobol, poi, nell'87 e nell'88, si passl Winstrol: lo usavano nell'ippica per mettere le ali aiavalli. Johnson, all'epoca, andava fortissimo: dal 1025ei primi anni Ottanta era arrivato al 9 79 con cui al-Olimpiade coreana aveva staccato di cinque metri Carl

    Lewis. L'anno prima, ai Mondiali di Roma, 983 ( diecicentesimi meglio del record di Calvin Smith: un'enor-mit) e l'odiato Carl ancora alle sue spalle. Nell'86,l'anno della consacrazione, una sola battuta d'arresto in19 gare nei 100 metri, Lewis scontto tre volte, un 995

    ai Goodwill Games. Fino al 1984, quando conquist aLos Angeles due bronzi olimpici (100 e staffetta), gua-dagnava 200 dollari per corsa. Dopo, non sarebbe scesodai 70 mila. Aveva cominciato a farsi notare nel '79: eraun fuscello di 45 chili. Nell'80 era st ato riserva ai Giochidi Mosca. Nell'82, a ne gennaio, aveva battuto per laprima volta Carl Lewis nelle 50 yards; in Aus tralia, aiGiochi del Commonwealth, aveva conquistato due me-daglie d'argento. Ma fu nel 1986 che divent per tuttiSuperBen Johnson, la pallottola umana: i suoi mus colisembravano usciti dallo scalpello di Fidia. Quando i nodi

    vennero al pettine, nessuno ebbe piet di lui: non la fe-deratletica mondiale, che gli cancell i record e glistrapp dal collo taurino tutte le medaglie; non gli spon-sor, che stracciarono i contratti miliardari (perdita sti-mata: 31mila milioni); non l'opinione pubblica. E anche

    Che ne hanno fatto?

    quando, tre anni dopo, un titubante e quasi spauritoBen Johnson si ripresenter sulle piste, saranno inpochi a credere a una sua completa redenzione. Viene dinuovo inghiottito in un vortice implacabile: non ci s onopi n Francis n Astaphan, ma rimasta la voglia in-sana di essere il pi veloce, a qualsiasi prezzo. Rientranel '91 e fallisce la qualicazione ai Mondiali di Tokio. Ciriprova nel '92 e, pur partecipando all'Olimpiade di Bar-cellona, non lascia traccia. All' inizio del '93 le cos e simettono al meglio: parte forte nella st agione indoor.Troppo forte. Qualcuno nota che i suoi muscoli sem-

    brano di nuovo gon. Qualcunaltro nota il fondo degli occhisempre pi giallo. Il 3 marzo1993, il Toronto Star svelache il 17 gennaio Ben Johnson stato trovato ancora positivo.Fine della storia. Fine di BenJohnson atleta. Oggi, non an-cora rassegnato, Johnson unultracinquantenne ( nato nel1961) in cerca di vetrina. Hafatto di tutto, dalla squalica inpoi, persino il preparatore atle-tico di Maradona e della nazio-nale di calcio libica. Per qualchetempo, una dozzina di anni fa,fece tappa persino a Pozzuoli,dove prest il volto per campa-

    gne di benecenza sognando(invano) di costruire un campodi atletica dove seguire nuovitalenti. Non ancora del tuttoconvinto che, una dozzina

    d'anni fa, fosse lui a st are dalla parte dei cattivi. O, al-meno, non convinto di essere stato il solo. Il riferi-mento chiaro: pur non odiandolo, non ha una buonaopinione sul suo arcirivale Carl Lewis: Fu trovato posi-tivo al doping molte volte ha detto recentemente ,ma era protetto perch americano. E anche quandoparla di oggi, del fenomeno Usain Bolt, non m anca distupire con dichiarazioni roboanti: forte, fortissimo,ma io lavrei battuto. Non ha la potenza che avevo io.Da dove provenisse, questa potenza, non un mistero.

    Claudio Colombo

    Punture di spilloMaratoneggiando -Spulciando attentamente sui siti

    dedicati allatletica (sono veramente tanti) si scopreche c stato un raduno di maratoneti in Toscana,in gennaio, vicino a Piombino, esattamente neipressi del Golfo di Baratti, localit splendida conpercorsi in riva al mare contornati da stupende pi-nete. Evitando ogni commento in campo femminile,visto che le ragazze convocate hanno tutti i crismiper arrivare e alla grande sino a Zurigo, capitanateda quella Valeria Straneo che dimostra ogni giornoche passa, qualit atletiche e umane di gran spes-sore. Ci si soffermati sui maschietti. Leggete inomi dei presenti: Ruggero Pertile (anni 40), Libe-rato Pellecchia (anni 31, 2h1428 a Berlino 2013),Domenico Ricatti (anni 33, 2h1516 a Padova2013), Francesco Bona (anni 30, 2h1459 nel 2011a Treviso), Giovanni Gualdi (anni 34, 2h1532 Pa-dova 2013), Denis Curzi (anni 39), Danilo Gof(anni 40, fresco vincitore della maratona di N.York,master) e poi la rivelazione Michele Palamini,primo a Reggio Emilia lo scorso dicembre con

    2h1703, Alessandro Brancato, Alessandro Gulizia,Daniele DOnofrio, Vincenzo Agnello e Manuel Comi-notto. Gli ultimi cinque nomi invito qualsiasi lettorea raccontare le loro imprese, se ne sono a cono-

    scenza. I tecnici interessati al raduno erano: PieroIncalza, Silvio Bosio, Giovanni Ruggero, Luciano DiPardo, Ruggero Grassi, sotto locchio vigile di Lu-ciano Gigliotti. Assistenza medica di Denise Caval-lini, Stefano Righetti e Maurizio Odorizzi. Facciamosubito le pulci agli assistent coach: Giovanni Rug-gero marito di Deborah Toniolo e Luciano Di Pardosono pi giovani di alcuni convocati. Denise Caval-lini, non si sapeva fosse laureata in medicina, eranota pi che altro come supporto tecnico a DanieleMeucci, non presente nonostante il raduno fosse inlinea daria a pochi chilometri da casa sua. Il to-scano assai restio a prendere parte ai raduni, loera in passato con la gestione Endrizzi-Danzi, gu-riamoci adesso che sotto lombrello protettivo diMassimo Magnani. Il dott. Righetti tra laltro ilpadre della sposa di Francesco Bona, per farla breve il suocero. Gigliottti: si vocifera che le notti cheavr trascorso il gran guru della maratona azzurra,siano state piene in incubi. Davanti a suoi occhi si

    saranno palesati i fantasmi di Gelindo Bordin, diStefano Baldini, di Alessandro Lambruschini e diMaria Guida, solo per citare i nomi pi famosi alle-nati dallex rugbista triestino nito controvoglia in

    seguito alla seconda guerra mondiale in terra emi-liana. Incubi ricorrenti, pare che qualcuno lo abbiasentito urlare: ma debbo seguire questi vecchi e vetu-sti ronzini Ironia a parte non pare che il pano-rama azzurro sui 42 km e rotti sia esaltante, ma gliamici che seguono solo le maratone non si debbonoabbattere: tutta lEuropa messa, forse, peggio. A Zu-rigo ai Campionati Continentali, grazie alla CoppaEuropa, i convocati saranno sei. C spazio per tuttivecchi e giovani. Se Meucci e Lalli avranno dallaloro la salute e una stagione tranquilla senza infor-tuni (su Lalli purtroppo c qualche apprensione) ese lingegnere non andr alla caccia di facili ingaggisul podio a Zurigo dovremmo vederli, sia indivi-dualmente che a squadre. Ma state attenti che Pertilee Gof i pi longevi, venderanno cara la pelle, magi che ci siamo non si pensato di andare risve-gliare le velleit agonistiche di tal Massimo VincenzoModica? Sai che trioProviamoci.

    Trekkenld

    Ben Johnson,il grande peccatore

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    deve essere in grado di inviare i cosiddetti oss ervatoriche sappiano, sempre rapportandosi ai docenti accom-pagnatori e mai allo studente direttamente, offrire lapropria competenza per segnalare eventuali potenzialitche, se sviluppate tecnicamente, potrebbero sfociare inrisultati agonistici di rilievo. Gli inviati federali potreb-bero cos indirizzare gli studenti che volessero praticareatletica leggera nella struttura e nella societ pi ade-guata alle esigenze. Tornando alla Lombardia, dove ilpresidente Grazia Vanni particolarmente sensibile alrapporto con la Scuola, e come lei i consiglieri GinoBrizzi, Romano Pinciroli, Carlo Cariboni, Lucia Morandi,Alberto Rampa, i presidenti provinciali o i giudici Vin-cenzo Gerola e Ivan Rufni solo per fare qualche nome,succede che i sopracitati uomini federali, non abbianoneppure il tempo durante le varie manifestazioni in cuisono impegnati in prima linea a livello organizzativo, disollevare lo sguardo per ricercare e coinvolgere possibili

    talenti. E dunque fondamentale una gura preposta aquesto delicato ruolo in grado di collaborare con i tantitecnici, anche nazionali, presenti sui campi in veste didocenti di educazione sica della propria scuola.Perch nonnellaScuola? Nei corsi di aggiornamento i do-centi di educazione sica si lamentano per linapplicabilitdelle esercitazioni mostrate dai relatori che necessitano distrutture, attrezzature e spazi adeguati che spesso gli edi-ci scolastici non sono in grado di offrire. Di norma i do-centi pi appassionati si arrangiano ma succede ancheche diano appuntamento ai ragazzi selezionati dalle fasi diistituto direttamente presso il campo sportivo pi vicino.

    Questo per evitare infortuni o tendiniti varie ma ancheperch si ha la possibilit di provare qualche rincorsa estacco nel lungo o nellalto su una pedana vera, il passag-gio di qualche ostacolo senza il rischio di scivolare o, sem-plicemente, i cambi per la 4x100.Dal 16 novembre del 1950, data in cui Giulio Onesti haproclamato lentrata dello sport nella scuola, sono passati

    vari lustri ma i problemi, le chiusure, le polemiche, le ina-deguatezze bloccano un fenomeno che non ha bisogno disterili proclami, troppe volte ascoltati sui campi, del tipo colpa della Scuola se lo sport giovanile non decolla(vogliamo parlare dellabbandono e della dispersione di ta-lenti nello sport agonistico giovanile???) oppure entriamonoi tecnici e ci prendiamo gli studentino comment! Ilmondo dello Sport dovrebbe essere in grado di aiutare laScuola a trasmettere, anche e soprattutto tramite la pra-tica sportiva, il senso di appartenenza al proprio istituto,alla propria maglia scolastica. Forse sarebbe il primo

    passo per insegnare ai giovani il rispetto anche per quelladel proprio club e, per i pi fortunati, per la maglia az-zurra. Quanti mister o coach vietano ai loro ragazzi lespe-rienza di indossare la maglia scolastica per una disciplinadiversa da quella praticata agonisticamente? Siamo sicuriche faccia male correre la campestre di istituto o un 100metri ad un calciatore o giocare qualche partita di basketad un giovane altista?

    Giuliana Cassani

    (Consigliere FIDAL Lombardia e collaboratrice Ufcio Scolastico

    Regionale Attivit motorie e Sportive - per la Lombardia)

    ogliono davvero le federazioni dare una mano alla Scuolael coinvolgere e avviare i giovani alla pratica sportivagonistica? Un quesito trito e ritrito su una situazione cheontinua a viaggiare su binari morti, che porta ad una di-persione di potenziali studenti-atleti esagerata, che

    manca di un paio di presupposti educativi essenziali: laollaborazione e il rispetto del sistema scolastico, delleue regole, dei suoi bisogni, delle sue difolt e delle suerandi potenzialit. Le federazioni per la Scuola e non

    ella Scuola. Questa la mossa vincente che, per non nirelo scacco matto abituale, presuppone unorganizzazione

    ederale che non pu essere dilettantistica.hi per la federazione tiene i rapporti con la Scuola, chi,er fare un esempio pratico, viene alla Conferenza Re-ionale dei Campionati Studenteschi (gi nati nel 1983-4 per la scuola superiore e poi sostituiti no allannocorso dai Giochi Sportivi Studenteschi) in rappresen-anza della propria federazione, deve conoscere la strut-ura e i regolamenti dellattivit sportiva scolasticaromossa dagli accordi CONI-MIUR, deve capire chena nale regionale, per esempio, si organizza in colla-orazione, a volte anche economica (trasportare centi-aia di studenti costa) con gli ufci scolastici coinvolti soprattutto, deve conoscere le schede tecniche deiampionati legate alla propria disciplina e decise dalle

    strutture federali nazionali in accordo con il MIUR....Le federazioni per la Scuola, si diceva. La FIDAL perprima. Perch? Per i numeri. Ogni anno, per esempio inLombardia, ai Campionati Studenteschi, tra fasi provin-ciali e regionali, latletica leggera raccoglie circa la metdel totale in termini di partecipazioni tra tutt e le disci-pline sportive (di norma 23-25 o gni anno). Prendendo lestatistiche in Lombardia del 2011-2012, anno in cui sisono disputate le fasi provinciali e regionali sia di corsa

    campestre, sia su pista siamo ad un totale di 37.962 stu-denti (atletica su pista+campestre) su 74.045 (tutte lediscipline). Voglio ricordare che nel 2012-2013 la cam-pestre in Lombardia non stata disputata per decisioneunanime della Commissione Organizzatrice regionale,riunitasi il 7 marzo 2013 e formata dallUfcio Scola-stico, dal Coni e dalle federazioni dopo seria e attentaanalisi delle problematiche relative al ritardo del Pro-getto Tecnico dei Giochi Sportivi studenteschi . Questoper dare uno stop ad ogni critica (ancora oggi, ognitanto, riemerge il caso) formulata, come avviene pur-troppo di norma, senza sentire gli ufci competenti.Cosa signicaper la Scuola? Signica capacit di instau-rare un rapporto collaborativo e rispettoso con gli inse-gnanti di educazione sica; signica che alle varie fasiprovinciali o regionali il settore tecnico Fidal territoriale

    Scuola e sportquesito irrisolto?

    Punture di spilloVi racconto una storia. Vera, non inventata. Dunque unepisodio. Il luogo: la festa annuale della Fidal Lom-bardia. Hotel a 4 stelle, parcheggio, sala gremita inogni ordine di posto, giovani atleti, vecchi dirigenti,nuovi adepti, in prima la il gotha dellatletismo lom-bardo sotto il prolo dirigenziale, con laggiunta del

    numero uno della nostra federazione e lacclamatis-simo Antonio Rossi, luomo pi medagliato della pa-gaia, olimpicamente parlando, il quale ha dalla suaanche un fascino che lo rende ancora pi simpaticoalla platea femminile. Prima che la premiazione ini-ziasse in diretta streaming, adesso usa cos, con unatelecamera ssa che manda in onda ci che accade eche forse, ripeto forse, qualche decina di persone, se-guono da casa, chiacchiere, sorrisi, battute: o non la festa della nostra disciplina, e allora mi son dettofaccio un giochetto a qualche convitato, chiedendo sesapessero quale manifestazione fosse in programmail 1 maggio festa del Lavoro in Lombardia. I pochi in-terpellati hanno riposto esattamente, mentre lunicoconsigliere nazionale lombardo, cercatevi il nome,cos vi divertirete mi ha riposto: le staffette? Scor-dandosi bellamente della gara di marcia di Sesto SanGiovanni. Ma, oltre a ci, il malcapitato, non riesco achiamarlo in altra maniera, non sapeva che que-stanno la classica che ha dalla sua un Albo dOro

    tanto da essere considerata per anni una specie dicampionato mondiale del tacco e punta, non verr di-sputata. Alla faccia dellinformazione e del modo divivere in prima persona latletica, ma cosa volete, iconsiglieri nazionali non vengono retribuiti, pertantonon possiamo di certo creare a loro problemi di sorta,lunica cosa che si pu chiedere di essere attenti alloro mondo e non al solo orticello della loro provincia.

    La marcia salta un turno o denitivamente? Questolarcano. Il Geas che negli ultimi anni si sobbarcatolincarico, per bocca di Roberto Vanzillotta ha detto:no, questa volta non mi sposto di data, tutte le volteche la Iaaf piazza la Coppa del Mondo rompe le sca-tole a noi, (questanno il 2 e3 maggio) mai a altre ma-nifestazioni. Il bello - ha proseguito - che non hoavuto conforto da parte di nessuno, inteso sotto il pro-lo federale. Complimenti! Ma se non vado errato trai responsabili della marcia in seno alla federatleticamondiale c un certo Maurizio Damilano, o no? Chici capisce bravo. Adesso attendiamo qualche mese enon appena un azzurro o unazzurra salir sul podiodi una manifestazione europea, cominceranno ipeana sulla marcia: la disciplina dimenticata, il ser-batoio di medaglie azzurre e via cantando. Peccato.Ma anche loro i fautori della stessa disciplina andas-sero una buona volta daccordo, non sarebbe male pertutti. O no?

    Trekkenld

  • 8/13/2019 Trekkenfild N.12-2014

    7/7

    Brodo primordialeBQuarta e ultima puntata del nostro

    viaggio sue lunghe distanze. Ci era-

    vamo lasciati con il record di Harry

    Watkins del 1899 e che resistette

    per 14 anni. Nel mezzo tutta una

    serie di tentativi e miglioramenti ad

    opera di grandi campioni, fra i qualiil francese Bouin, di cui interes-

    sante seguire un suo

    allenamento in Svezia,

    nel tentativo di supe-

    rare il muro delle 12

    miglia, corrispondenti

    a chilometri 19,312.

    Alle 7 faceva cola-

    zione con frutta fresca

    (soprattutto prugne) e

    conserva di rabarbaro;

    allo 8 vestito di indu-

    menti pesanti (ma-

    glione di lana, vecchio

    paio di calzoni, grosse

    scarpe) era nel bosco,

    camminando, arrampi-

    candosi sugli alberi,

    trasportando trochi

    ecc. terminando alle

    11. Massaggio e poipranzo in albergo:

    carne ai ferri, legumi

    variati ogni volta,

    frutta, acqua con

    succo darance spre-

    mute e zucchero. Dopo

    lallenamento beveva

    gin con acqua calda,

    aggiungendovi limone

    e zucchero.Per risolvere il problema del muro

    dei 20 chilometri, per, occorreva

    un grandissimo atleta: Emil Zato-

    pek. I suoi due primati dellora si

    collocano quattro giorni prima e

    dieci dopo il suo ventinovesimo

    compleanno. Il 15 settembre 1951 a

    Praga Zatopek pass i 5.000 in

    15356, i 10.000 in 3105, i 15.000

    in 46?14 e com nellora km.

    19,558 terminando i 20,000 metri in

    1h01158; il 29 settembre 1951 a

    Stara Boleslav percorse in unora

    km. 20,052 e i 20.000 metri in

    59516. I suoi passaggi ad ogni chi-lometro furono: 258, 555, 8562,

    11564, 14574 (5.000), 17574,2056, 2355, 26532, 29534

    (10.000), 3252, 3551, 3852,

    4152, 44546 (15.000), 4756,

    50562, 5700, 59516 (20.000).

    Il primato mondiale dellora pass in

    Nuova Zelanda con Bill Baillie e in

    Australia con Ron Clarke; torn in

    Europa col belga Gaston Roelants:

    km 20,664 il 28 novembre 1966 a lo-

    vanio. Roelants. Record migliorato

    poi nel 1972 con km. 20.878.

    Fermiamo qui la storia e invitiamo i

    lettori a documentarsi con i nume-

    rosi libri che arricchiscono la lette-

    ratura dellatletismo.D. P.

    Il record dellora

    Il cecoslovacco EmilZatopec (a sinistra),primo atleta oltre i 20chilometri nellora di

    corsa (20,052 nel1951), seguito dalfinlandese Heino,suo predecessorecome recordman.