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Numero 4 Ottobre Dicembre 2014 Trimestrale anno XV - N. 4 Ottobre-Dicembre 2014 - Abbonamento 57,00 euro - Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano (contiene I.P.) - Codice ISSN 2280-9287 PROGETTI VIDEO E-ZINE NEWSLETTER EVENTI TECNOLOGIE DESIGN ILLUMINAZIONE INTERNI WWW.ARCHITETTI.COM WWW.ARCHITETTI.COM (4) (10) (6) (12-13) Approccio al disegno del prodotto digitale Verdemare, verde in città Urban-Promo Giovani 6 Sostenibilità rappresentata di Nicola Tasselli a cura di Giacomo Sacchetti di Enrico Patti di Federica Maietti (3) La mappa del rischio di Milano a cura di Pionero.it L’architettura è online, offline oppure Open Source? (2) SCOPRI LE SOLUZIONI SYNTESIS ® COLLECTION

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Page 1: Trimestrale anno XV - N. 4 Ottobre-Dicembre 2014 ... · Numero 4 Ottobre Dicembre Trimestrale anno XV - N. 4 Ottobre-Dicembre 2014 - Abbonamento 57,00 euro - Sped. in A.P. - 45% -

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(4) (10)(6) (12-13)

Approccio al disegno del prodotto digitale

Verdemare, verde in città

Urban-Promo Giovani 6

Sostenibilitàrappresentata

di Nicola Tasselli a cura di Giacomo Sacchettidi Enrico Patti di Federica Maietti

(3)

La mappa del rischio di Milano

a cura di Pionero.it

L’architettura è online, offline oppure Open Source? (2)

SCOPRI LE SOLUZIONI SYNTESIS® COLLECTION

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2 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

Direttore responsabilePaolo Maggioli

DirettoreMarcello [email protected]

Coordinamento redazionaleGiacomo [email protected]

RedazioneRaffaella Antonacci, Alessandro Co-sta, Nicola Marzot, Luca Rossato, Cri-stina Vanucci

CollaboratoriLibri: Beppe Giardino. Dalla Sicilia: Sal-vatore Padrenostro. Architettura: Valen-tina Piscitelli. Urbanistica: Mila Sichera. Città: Gianni Zenoni.

Progetto Grafico e impaginazioneGrafici Maggioli Editore

Tutti i diritti riservatiÈ vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale pubblicato senza autoriz-zazione dell’Editore. Le opinioni espres-se negli articoli appartengono ai singo-li autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio, lasciandoli responsabili dei lo-ro scritti. L’autore garantisce la paterni-tà dei contenuti inviati all’Editore manle-vando quest’ultimo da ogni eventuale ri-chiesta di risarcimento danni provenien-te da terzi che dovessero rivendicare di-ritti su tali contenuti.

Direzione amministrazione e diffusioneMaggioli Spa Divisione EditoriaMaggioli Editore è un marchioMaggioli Spa presso c.p.o. RiminiVia Coriano, 58 - 47924 Riminitel. 0541 628111fax 0541 622100

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RegistrazionePresso il Tribunale di Rimini del 11/9/2002 al n. 19

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Avviso ai lettoriQuesta pubblicazione è stata inviata su ri-chiesta del destinatario o su indicazione di terzi, tramite abbonamento postale. L’indi-rizzo fa parte della banca dati di Maggio-li Spa e potrà essere utilizzato per comu-nicati tecnici o promozionali. Ai sensi del-la legge 675/96, è diritto del destinatario chiedere la cessazione dell’invio e la can-cellazione dei dati in nostro possesso. Qua-lora non desideriate ricevere gratuitamen-te Architetti, siete pregati di inviarne comu-nicazione al servizio clienti.

EDITORIALEArchitettura senza ArchitettiL’architettura è un evento online o offline oppure sarà Open Source?

di Marcello [email protected]

“Le città contemporanee sono dei cestini della spazzatura per problemi creati nello spazio glo-bale e per i quali non possono fare nulla. I nostri problemi so-no senz’altro un prodotto glo-bale ma le soluzioni sono de-mandate a coloro che risiedo-no nelle città. I centri urbani, in particolare i più estesi, sono co-stretti ad agire come laboratori di sperimentazione e progetta-zione delle soluzioni alle diver-se situazioni, prima che queste diventino operative. Le città so-no l’ultima speranza per un’a-zione collettiva veramente effi-cace.” Queste parole sono state pronunciate all’evento finale del Meet the Media Guru 2013 sul palco del Dal Verme di Milano da Zygmunt Bauman. Un evento li-quido, come scrive Maria Grazia Mattei nell’introduzione del pic-colo ma illuminante volumetto “La vita tra reale e virtuale” che riporta il testo della conferenza del famoso sociologo, edito da Egea nel 2014. Un evento liqui-do che ha permesso a Bauman (con altri 750.000 utenti connes-si in rete) di “condividere alcuni pensieri” (perché lui non si sen-te certo un guru) in merito ad al-cuni “profondi cambiamenti che si sono prodotti nella nostra vita negli ultimi due o tre decenni”. La vita che muta è quella che ci fa stare almeno sette ore di me-dia davanti al muro di vetro. Una vita divisa tra i due mondi: quel-lo dell’online e quello dell’offli-ne generato dall’avvento del pri-mo per contrappasso. Una vita in cui la rete appare come un sorta di comfort zone in cui i conflitti (quelli che comunque in qualun-que modo nella vita offline ci at-tendono e chiedono di essere ri-solti) sono minimi o annullati per la relazione in condizioni di bas-so rischio e alta condivisione tra chi la pensa allo stesso modo: la gated community. Bauman pre-senta un interessante parallelo tra progresso e memoria, tra fa-cilità e fragilità e cerca di con-centrare il suo pensiero sui dan-ni collaterali piuttosto che sugli indubbi benefici. Danni collate-rali che, per quello che riguarda gli architetti, si concentrano so-prattutto nel fatto che la perdi-ta dell’incubazione delle infor-mazioni, non risiedendo più nel nostro cervello, cambia il modo di lavorare e riciclare della no-stra mente, di “fare sintesi, rifor-mulare e riordinare” cose spar-se “diffuse e disordinate che già si trovano da qualche parte nel

nostro sistema nervoso”. Insom-ma, danni collaterali, a lungo ter-mine, sulla creatività umana. Ec-co perché, riprendendo la cita-zione iniziale, le città possono diventare un luogo importante per sperimentare nuovi modelli (di azione collettiva) condivisi e diversamente partecipati. La pensa allo stesso modo Carlo Ratti, partendo tuttavia da un as-sunto che non trova la rivoluzio-ne digitale produttrice di impli-cazioni critiche come la super-ficializzazione delle informazioni e la fragilizzazione dei rapporti umani. Per Carlo Ratti il poten-ziale della rete permetterà, in-vece, di passare dall’architettu-ra forgiata e controllata dall’ar-chitetto prometeico ad un coin-volgimento capace di innesca-re (come è stato in altri perio-di della storia dell’umanità) una reale e concreta partecipazione degli utenti. Costruire nuove ar-monie, perché oggi “le perso-ne sono più lontane che mai dal percorso progettuale e modelli nuovi di approccio collaborativo open source potrebbero sortire effetti interessanti”. Nel loro ul-timo volume “Architettura Open Source. Verso una progettazio-ne aperta” (Einaudi, 2014) Car-lo Ratti e altri importanti 14 cu-ratori operanti anch’essi in open source delineano, dalle attuali li-nee di ricerca, un futuro in cui si possa progettare attraverso una produzione democratizzata, con tipologie dal basso, adattabili a livello locale e riproducibili, “pro-dotte da cittadini che non usa-no solo un capitale finanziario ma anche il capitale sociale di cui dispongono”, come quando si costruivano insieme i granai. “L’architettura open source è presentata come un’innovazio-ne, ma in realtà si tratta del ver-nacolare con una connessione a Internet”. In questo caso il pro-getto collaborativo costituisce il seme per far attecchire un labo-ratorio di sperimentazione che fa leva proprio sui problemi che so-no alla base delle criticità in atto (crisi dello sviluppo economico, della giustizia sociale e dell’eco-nomia del lavoro, risorse scarse e modelli di professione tecnica e pianificazione in disfacimento). In qualche modo viene tradotto il principio dialogico di Bauman per la condivisione delle cono-scenze (anche in rete), attraver-so i tre ingredienti del sociologo angloamericano Richard Sen-nett: il dialogo deve essere in-formale, aperto e collaborativo.Ma importanti sono sempre i gradi di diversità (che fanno cul-tura), non di omologazione!Nel volume di Ratti+14 le ba-si storico-critiche non manca-no. Si parte dall’architetto pro-meteico (vedi Tom Wolfe e il Le Corbusier che costruì una Cit-tà Radiosa dentro il proprio cra-nio) per giungere all’individua-zione della matrice collaborati-va del MM nella Germania della Bauhaus. Ci si arrotola come un boa attorno al genio architetto (Howard Roark) de La fonte me-ravigliosa descritto da Ayn Rand, per alzare la palla da schiacciare al critico Deyan Sudjic e la sua visione iperpotente (per scala e complicazioni) della forma cul-turale espressa dall’architettu-

ra: un’architettura gonfiata, obe-sa anche per implicazioni spe-culative, distanti dalla realtà dei bisogni, che portano a distrug-gere definitivamente il mito il-luminista dell’architetto visio-nario (Vanstiphout). Dato quin-di che l’architettura è scivola-ta nella stratosfera, per definir-la deve essere sempre determi-nato un aggettivo di ruolo, fun-zione o significato. Architettura senza architetti, che è il titolo del libro_mostra di Bernard Rudofsky del 1965 (un progetto che fu al tempo stesso indagine, documentazione e ce-lebrazione dell’architettura ver-nacolare), è per Ratti+14 il pun-to di riferimento del Novecento dell’architettura senza autore, “intesa come uno strumento di progettazione sostenibile esisti-to per migliaia di anni nelle cul-ture di tutto il mondo”; è un’ar-chitettura ottimizzata localmen-te e culturalmente, che tende all’idea di un’architettura col-lettiva. Architettura socievole: diceva Lewis Mumford: “la fun-zione prima delle città è di tra-sformare il potere in forma, l’e-nergia in cultura, la materia mor-ta in simboli viventi d’arte, la ri-produzione biologica in creati-vità sociale”. Architettura so-ciale: da Vasari, Morris, John James, Ruskin, fino a Giancar-lo De Carlo. Architettura pro-testante con il vangelo archi-tettonico dell’uomo comune e la sorgente di idee che può na-sce dall’indagine metodologica sulle “forme collettive”, come le definiva De Carlo. Architet-tura plug and play (John Ha-braken) dove l’architetto met-te l’hardware, ovvero la struttu-ra, poi vede come gli utenti uti-lizzano lo sgabuzzino tridimen-sionale. Architettura interatti-va e generativa di Cedric Price, ideatore di The Generator, per lui l’architettura è una medicina che deve curare ma anche pre-venire, attraverso funzioni non richieste ma creative e diverten-ti. Architettura nomade di Ta-kis Zenetos, che anticipa l’idea di casa-città-rete; un luogo do-ve i collegamenti e le interazioni sono più importanti della struttu-ra. L’analisi matematico-forma-le di Christopher Alexander e il modo di costruire senza tem-po che l’architettura collettiva esprime attraverso il suo famo-so Oregon Experiment. L’archi-tettura kitsch di Pessac (capo-lavoro chiuso o sistema aperto) che, ricorda Huxtable citata da Ratti+14, portò a dire Le Cor-busier: “Sapete, è sempre la vi-ta ad avere ragione e l’architet-to ad avere torto”. L’architettura di Pessac “delineata dalle plani-metrie firmate da Le Corbusier era scomparsa sotto un palin-sesto di vita quotidiana”. Archi-tettura metabolica giapponese (Maki, Tange, Kurokawa), che in-dusse tra il Sessanta e il Settan-ta del secolo scorso sperimen-tazioni visionarie di megastrut-ture con grande successo an-che mediatico, di cui (ahimè) il famigerato Corviale, progettato nel 1972 e terminato nel 1982, è l’unico tentativo compiuto italia-no. Era il sogno dell’architettura partecipativa? Non proprio. Non è semplice lottare contro l’indif-

ferenza e tenere alto il ruolo e il valore (come straordinaria pos-sibilità anche democratica) della scelta partecipata sul progetto. Il risultato è mediocre nel migliore dei casi, spesso caotico e anar-chico. Ma nel MIT di Negroponte l’idea venne e fu quella di “tra-sformare la partecipazione in un software” con l’obiettivo di risol-vere la “mentalità disorganizza-ta delle azioni comunitarie”, ga-rantendo sempre gli input degli utenti. Un’ottima premessa, pec-cato che la progettazione socia-le sistematica risultò perversa-mente infestata di variazioni ed eccezioni problematiche che co-strinsero o ad una banalizzazio-ne della soluzione o ad una fin-zione partecipativa. I nuovi paradigmi partecipativi nel mondo digitale si manifesta-rono dagli albori degli anni No-vanta in una nuova idea di sof-tware, da quel manufatto pub-blico (come lo chiama sempre il sociologo Richard Sennet citato anche da Ratti+14) che è il si-stema operativo Linux, un sof-tware in modalità open source, che un gruppo libero e aper-to di sviluppatori creò, diffuse e diffonde da un’iniziale e straor-dinaria lampadina accesasi nel cervello di Linus Torvalds, che Ratti+14 similmente collega-no a quell’altrettanto aperto e gratuito cervello di Benjamin Franklin. Il villaggio globale-tri-bale di McLuhan, che aveva una connettività spaziale straordina-ria ma un solo grande difetto, era unidirezionale, cambiò con Inter-net e il World Wide Web promet-tendo finalmente un sistema au-topoietico.Ci vuole un po’ di tempo (nep-pure molto) e alcuni nodi comin-ciano a sciogliersi.Oggi il mercato è sicuramen-te violentato dai grandi capitali-sti del metodo proprietario (ve-di Microsoft), ma è anche in par-te popolato da un’economia del-la reputazione e del pragmati-smo che in tempo di crisi glo-bale attecchisce con più forza. Nel “mercato open source” si sta passando dall’ecologia del-la condivisione gratuita al crow-sourcing, alla condivisione a pa-gamento e alle licenze Creati-ve Commons. È un mondo che ha fatto nascere Mozilla Firefox, Wikipedia, YouTube, Flickr, eBay, AirBnB e le sue galassie di con-sumismo collettivo. Un altro pas-saggio storico, che può servire a comprendere il futuro dell’Ar-chitettura Open Source, è quel-lo che vede la nascita (sempre al MIT nel 2001) di uno dei pri-mi Fab Lab, ovvero del labora-torio per la fabbricazione digi-tale. Il Fab Lab parte dalla buo-na inossidabile idea che si im-para facendo, ovvero costruen-do, meglio se si fa insieme lo-calmente e con i mezzi neces-sari per risolvere anche proble-mi locali: costruzione come edu-cazione, dice Neil Gershenfeld! Ed ecco come altri nodi si sciol-gono, perché per fare architet-tura si deve passare prima o poi dal digitale al materiale. L’auto-costruzione e l’autoprogettazio-ne (del grande Enzo Mari) fanno leva su un esempio antichissimo e ancora molto attuale: creare e produrre cibo, meglio se cucina-

re (di cui, tra parentesi, è stra-colmo il web). Il tutto si basa su un codice condiviso, sul concet-to legalizzato di riuso (che è mol-to vicino all’architettura di oggi), sulla flessibilità, l’evoluzione e l’adattamento non dimentican-do il riconoscimento dell’autore del primo ramo. Molte di que-ste strategie, che nascono e si sviluppano nella rete con sape-ri e creatività potentissime (ve-di l’elemento hardware Arduino) trovano spazio tuttavia sempre nella progettazione oggettuale e nel Design: le regole del gioco sono quelle dell’edificio-ogget-to, mentre l’architettura, quan-do prova ad essere tale, si con-fronta anche con il contesto (e le sue regole urbanistiche), la testi-monianza, i linguaggi stratifica-ti, non sempre trasferibili in un ecosistema di fabbricazione, per quanto open source. Tuttavia se si guarda la realtà e come que-sta sia già terribilmente conta-minata da un consumo (di suo-lo, di spazio, di memoria, di as-surde forme ripetute ed imitate, ecc.) inoltre a costi insostenibili e spesso senza consapevolezza ci si rende conto come tenden-ze quali OAN (Open Architectu-re Network), WikiHouse o www.estateguru.eu non siano poi co-sì assurde. Nel numero della rivista Domus del giugno 2011, viene pubbli-cato il primo manifesto OSArc (Open Source Architecture), che Ratti+14 riportano integralmen-te a fine volume.OSArc dichiara l’approccio in-clusivo, partecipativo, dal basso verso l’alto, trasparente e colla-borativo nell’uso di software e strumenti per la progettazione digitale; OSArc è ecologica, ri-voluzionaria (sul processo edi-lizio tradizionale) e democrati-ca (perché destabilizza la tra-dizionale gerarchia feudale del committente/architetto/uten-te); si confronta con le logiche finanziare e della finzione par-tecipativa che appare mera-mente consultativa; cerca uno standard comune ed universale nel www.openstructures.net; si innesta sull’evoluzione del BIM e del 3Dprinting immaginando una progettazione continua ed evolutiva in un vasto ecosiste-ma di applicazioni e di senso-ri che incessantemente ri cre-ano il progetto anche durante la realizzazione, la gestione, la manutenzione e quindi per tut-to il ciclo di vita dell’edificio; OSArc sostituisce la standar-dizzazione con la personaliz-zazione intelligente.

La progettazione vuole diventare plurale e l’architetto deve muta-re in architetto corale.

Se il futuro sarà (ad esempio) nella condivisione dei file di pro-gettazione è facile comprendere come molti degli attuali ruoli di-sciplinari e professionali scom-pariranno...Forse in questo editoriale ho prodotto una fusione a freddo tra Bauman e Ratti+14 ma ne valeva la pena, anche per non smettere mai di essere curiosi, attraverso l’impegno, l’immagi-nazione e la determinazione… (cfr. Goethe)!

Ma l’architettura che cosa ci ha dato? Dov’è il meccanismo a orologeria delle utopie sociali che Ledoux, Fourier, Le Corbusier e Gropius ci avevano promesso? Oggi la stessa energia che ha prodotto l’architettura vernacolare, le cattedrali gotiche e i granai americani supera la scala locale, quella dello scambio diretto, per raggiungere le vaste distese di Internet.

Carlo Ratti+14, Architettura Open Source, Torino, Einaudi, 2014

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3Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

SMART CITYGeolocalizzazione e mobilità urbanaLa Mappa del Rischio di Milano

a cura della Redazione [email protected]

Una maggiore sicurezza urbana grazie alla tecnologia Smart ci-ty come programmazione e so-luzione dei problemi di una gran-de città. Le idee di Microsoft ed Esri Italia per migliorare l’urba-nizzazioneSmart city come programmazio-ne e soluzione dei problemi di una grande città. Microsoft Ita-lia ed Esri Italia ci credono parti-colarmente: durante lo Smart Ci-ty Exhibition di quest’anno hanno presentato la Mappa del Rischio, una soluzione per il Comune di Milano pensata per la mappatu-ra e la prevenzione dei rischi con-nessi alla sicurezza in occasione dei grandi eventi.“Il Comune di Milano ha elabo-rato degli indici del rischio: Mi-crosoft ed Esri Italia hanno pre-parato assieme un cruscotto di gestione, ossia una mappa di questi indici, spiega Paolo Os-so, Responsabile Marketing di ESRI Italia - L’immagine del cruscotto è giusta per in-dicare l’intelligenza della cit-tà: il guidatore riceve indica-zioni dal cruscotto e in base a queste fa delle scelte: in que-sta immagine c’è la resilien-za della città. Nel caso specifico di Milano, il Comune può rispon-dere agli input che provengono dal territorio in ambito di sicu-rezza urbana e gestione di gran-di eventi. Grazie alla Mappa del Rischio riesce a dare la rispo-sta giusta nel momento giusto e soprattutto nel posto giusto”.La Mappa del Rischio rientra fra i progetti legati a CityNext, un’iniziativa nata con l’intento di promuovere la diffusione del-le Smart City sul territorio italia-no e che riguarda tantissime at-tività come il turismo, l’aspetto governativo, la sanità, la scuola. Attraverso le nuove tecnologie – cloud, mobile, social enter-prise e big data – Microsoft e i propri partner stanno supportan-do le amministrazioni locali per rispondere in modo efficace alle esigenze dei cittadini e alle sfide imposte dalle crescenti dinami-che di urbanizzazione. L’obietti-vo di Microsoft è quello di soste-nere l’evoluzione del tessuto ur-bano, offrendo dispositivi e so-luzioni end-to-end e dando vita a progetti capillari sul territorio per migliorare la qualità della vita delle persone e la relazio-ne cittadini-aziende-pubblica amministrazione.Quindi si parte dallo specifico caso di Milano per andare sull’o-biettivo finale: ecco come la mo-bilità urbana prende forma, at-traverso tecnologie che con-

sentano effettivamente di ge-stire meglio il territorio e quindi di aumentare sicurezza e quali-tà di vita dei cittadini.“La smart city è una città che re-agisce ai bisogni del cittadino – insiste ancora Paolo Osso –. La prima volta che ho sentito parlare di smart city è stato per le smart grid, reti elettriche di servizi che rispondevano e fornivano ener-gia a determinate aree in base ai comportamenti del cittadino. La smart city è la città che reagi-sce, il cittadino è inevitabilmente attore della città e soggetto prin-cipale perché in teoria lo scopo finale è il miglioramento della vi-ta del cittadino stesso”.Esri Italia lavora costantemente sulle smart city e propone tec-nologie a sostegno della mobi-lità urbana in chiave smart. In questo senso, anche il progetto City Next sviluppato assieme a Microsoft ha un preciso scopo. “Nessun progetto di smart city o di gestione del territorio può prescindere dall’utilizzo di tec-nologie per la geolocalizzazio-ne – è il ‘paletto’ di Esri -. Ogni servizio, ogni cittadino, ogni re-te di trasporti è in un luogo e va gestito e si comporta in manie-ra diversa a seconda del luogo in cui è. Quindi tecnologia per la geolocalizzazione e la lo-cation intelligence è elemen-to fondamentale per partire con un progetto di smart city“.Tra i vari progetti legati a CityNext, la Mappa del Rischio ha come obiettivo principale il miglioramento della programma-zione dei piani di intervento per la sicurezza del cittadino, per as-sicurare adeguate forme di con-trollo e prevenzione (presidi sul territorio, sicurezza nei parchi, ecc.) e per gestire le eventuali zone a rischio della città.Il progetto è stato sviluppato nell’ambito del programma eu-ropeo “Prevenzione, prepara-zione e gestione delle conse-guenze in materia di terrori-smo e altri rischi legati alla si-curezza” ed ha visto Microsoft e Esri Italia supportare il Comune di Milano nell’elaborazione di un modello condiviso di risk asses-sment, basato su una serie di in-dici di rischio (Associazioni a de-linquere, Falsificazione, Danneg-giamenti contro i beni o proprie-tà, Terrorismo, Criminali ambien-tali). A partire da questi indici è stata poi elaborata una Mappa del rischio, che identifica luo-ghi, strutture e aree che ripor-tano elevate criticità relative al-la sicurezza, condivisa all’inter-no di una rete privata aperta a

tutti i soggetti coinvolti (Osser-vatorio Sicurezza Urbana).La Mappa del Rischio utilizza la tecnologia Microsoft Dynamics CRM (Customer Relationship Management) che permette di organizzare e automatizzare i processi. La Piattaforma Esri permette di avere tutte le infor-mazioni, sempre pronte all’uso, su tutti i dispositivi, in qualsiasi momento: nella gestione di una città, questo aspetto si rivela di particolare utilità, per la capaci-tà di ricevere dati in streaming da tutti i sensori posizionati sul territorio urbano a vari scopi. Esri Italia è impegnata in numerosi progetti a supporto delle ammi-nistrazioni locali per fornire so-luzioni e servizi per l’innovazio-ne tecnologica nelle città.Per garantire una maggiore si-curezza nelle città, inoltre, Esri e Microsoft hanno ideato un siste-ma che allerta la polizia munici-pale quando i sensori, dislocati sul territorio cittadino, rilevano qualcosa di sospetto e, sempre in tema di sicurezza, l’alleanza tra le due aziende ha portato al-la definizione di uno strumento di Cybersecurity per difendersi dagli attacchi informatici.“La tecnologia può e dev’essere sempre di più un’alleata nel per-corso di evoluzione delle città in-telligenti”, ha dichiarato Rita Te-nan, Direttore della Divisione Pub-blica Amministrazione di Microsoft Italia. “Grazie a Microsoft CityNext ed alla collaborazione con i nostri partner siamo in grado di fornire soluzioni che realmente migliora-no la qualità della vita dei cittadi-ni, con un partenariato pubblico-privato che contribuisce al mante-nimento della sicurezza nella città di Milano, che si appresta ad ospi-tare Expo”. “La lettura geografica delle in-formazioni è ormai elemento im-prescindibile nella pianificazione e gestione urbana, soprattutto in ottica Smart City. La storia di successo del Comune di Milano, esempio di integrazione tra Esri ArcGIS e Microsoft Dynamics CRM, è la testimonianza dell’im-pegno di Esri Italia, a supporto di molte amministrazioni loca-li, nella realizzazione di sistemi e soluzioni per la città intelligen-te, su tematiche strategiche co-me la mobilità, l’ambiente, la ge-stione e l’accesso ai servizi co-munali, lo studio dei vincoli ur-banistici e delle suddivisioni ca-tastali, la sicurezza”, conferma ancora Paolo Osso.Bruno Monti, Responsabile del Servizio SIT e Toponomastica Co-mune di Milano sottolinea come il

Comune di Milano sia molto soddi-sfatto “dei risultati sino ad ora ot-tenuti con l’ausilio delle tecnolo-gie di Esri Italia e di Microsoft che hanno permesso di generare un sistema performante e soprattut-to utile alle necessità operative e di analisi su un tema complesso e delicato come quello della sicu-rezza. È proprio nel supporto della gestione operativa quotidiana che si misura l’effettivo effort del si-stema e il tutto sarà utilizzato an-che in occasione dell’Esposizione Universale del 2015. Grazie all’in-tegrazione tra le soluzioni Micro-soft Dynamics CRM e la Piattafor-ma Esri, Esri Italia è riuscita a col-legare tutti i sistemi direttamente con le forze dell’ordine, che for-nisce al decision maker una sui-te conoscitiva utile a migliorare le scelte operative attraverso anche la disponibilità di cruscotti e ana-lisi predittive. Siamo certi che la collaborazione porterà l’Ammini-strazione Comunale ad elevare la disponibilità strumentale e cono-scitiva ad un livello sempre mag-giore per rispondere alle istanze che la città richiede sia nella ge-stione dei Grandi Eventi sia nello svolgimento della vita quotidiana”.

La tecnologia della mappa del rischioIl sistema viene alimentato da molteplici banche dati del Co-mune di Milano (con update au-tomatico), ma anche dai dati pro-

venienti dalle Infrastrutture Criti-che aderenti al progetto, con la finalità di offrire tutte le funzio-nalità di un cruscotto di sintesi.La Mappa del Rischio sta evol-vendo verso un prodotto più completo, interoperabile, in gra-do di essere alimentato da ulte-riori “banche dati correlate” e fornire sempre più performanti “potenzialità di analisi”.Attualmente si sta operando per collegare alla mappa questi si-stemi di raccolte dati:• La web Application di VERBA-

TEL che ingloba 3 sistemi di gestione (POLIZIA LOCALE).

• Il sistema Integra, per la rac-colta delle “notizie di reato”.

• Il sistema Relazioni di Servi-zio, per la raccolta delle “re-lazioni di servizio”.

• Il sistema Gest Inc, relativo agli incidenti stradali.

• Il CRM di Ambrogio (DIRE-ZIONE CENTRALE SISTEMI INFORMATIVI E AGENDA DI-GITALE), sistema alimentato dai Vigili di Quartiere, che in-seriscono i dati in tempo rea-le con palmari gps.

• Indicatori ISTAT: viene rap-presentato attraverso un widget apposito, che mostra su mappa le aree omogenee colorate (render) con la sca-la cromatica prevista in fase di pubblicazione del servizio.

In coordinamento con la Pre-fettura di Milano, verrà imple-mentato all’interno del visore della Mappa del Rischio an-che il modulo di visualizzazio-ne delle Telecamere in diretta streaming.

Per informazioniwww.pionero.it

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Pionero - www.pionero.it è uno spazio, confortevole e aperto, in cui pionieri e appassionati dell’innovazione si confrontano liberamente sul futuro e su come la tecnologia e i social network trasformano (e potenziano) città, lavoro, produttività, comunicazione… Per noi pioniere oggi è chi non si oppone al cambiamento ma ne sa cogliere le opportunità, sia che fondi una startup o riconverta l’impresa di famiglia, sia che eserciti la sua cittadinanza in modo più consapevole grazie ai social media o elabori una nuova app per poterlo fare. Ti senti un pioniere anche tu? Allora condividi con noi e con la comunità di Pionero quello che pensi.

Invia una mail a [email protected] raccontandoci del tuo lavoro e delle tue

passioni, e/o proponendoci un tuo articolo.

Saluti da Milano

La mappa del rischio di Milano

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4 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

L’ORDINE DEL MESEGli Architetti di Reggio Emilia: Walter BaricchiL’intervista: svendere la certificazione energetica, il più basso dei commerci

di Giacomo [email protected]

Stiamo intervistando alcuni dei protagonisti del mondo delle Pro-fessioni tecniche in Italia: i presi-dente degli Ordini degli Architet-ti. Degli ingegneri si stanno oc-cupando i nostri fratelli del Ta-bloid ingegneri. Trattiamo, gene-ralmente, di attualità politica e professionale. Riproponiamo qui l’intervista a Walter Baricchi, Pre-sidente degli Architetti di Reggio Emilia con il quale abbiamo af-frontato molti temi. Sblocca Ita-lia, Pos obbligatorio per i profes-sionisti, Groupon che svende la certificazione energetica, disse-sto idrogeologico. Questi i temi dell’intervista a Walter Baricchi, Presidente dell’Ordine degli Ar-chitetti di Reggio Emilia.GS. Iniziamo dall’attualità nor-mativa. È stato da poco conver-tito in legge lo Sblocca Italia. Il decreto contiene molte novi-tà nel campo dell’urbanistica e della tutela del paesaggio oltre che, in generale, dell’edilizia. Nei giorni scorsi ci siamo confronta-ti, anche sui social network, con i professionisti e gli architetti. Le sensazioni sono diverse, c’è chi crede che il nuovo decreto sa-

rà utile, chi è un po’ scettico, chi non ci crede per niente. Qual è la sua posizione a proposito?WB. Molto scettica. L’elefan-tiasi delle procedure ammi-nistrative, la referenzialità e la moltitudine di soggetti a cui rappportarsi anche per la più semplice pratica edilizia, un quadro normativo paralizzante e l’assoluta mancanza da par-te dei diversi soggetti politici e non (Governo, Parlamento, par-titi, sindacati, associazioni, ecc.) di prevedere per tempo la crisi o per lo meno a crisi già avvia-ta di predisporre efficaci propo-ste di riposizionamento del mer-cato rendono molto difficoltosa la ripresa.Negli ultimi anni i Professionisti hanno attraversato alcune diffi-coltà particolari. Tutto il mondo dell’edilizia è in ginocchio, ma le novità normative non hanno aiutato in particolare proprio i Professionisti. Il POS obbliga-torio è una di queste novità. Bi-sogna però pensare che l’intro-duzione del POS è finalizzata a ridurre le transazioni in nero. Da-vanti a questa utile motivazio-

ne, quali sono le argomentazio-ni più convincenti del fronte del NO al POS?L’ennesimo inutile balzello nel-la quotidiana angheria verso il mondo professionale. Nel set-tore edilizio quasi nessun com-mittente paga con bancomat/carta di credito ma con bonifi-ci bancari.Aggiungo che se si vuole davve-ro esercitare un efficace control-lo fiscale delle transazioni baste-rebbe condizionare il rilascio di ogni autorizzazione edilizia alla esibizione alla pubblica ammi-nistrazione dell’avvenuto paga-mento da parte del cliente.Di continuo, su Google, si vedono offerte e sconti per la certifica-zione energetica. Può succede-re anche che nei siti specializza-ti compaiano le pubblicità (prove-nienti da Google) della certifica-zione energetica scontatissima, e si può fare poco per evitare che ci finiscano. In questo momento, se un sito sull’edilizia vuole so-pravvivere, deve aiutarsi in diver-si modi. Tra questi, il tenere in ro-tazione le pubblicità di Google. Ma se i suoi banner vanno con-tro l’interesse del sito (vendono la certificazione a 99 euro) Google non ti ascolta tanto: te li fa toglie-re, ma puoi inoltrare solo un nu-mero limitato di richieste in que-sto senso. Quindi, l’informazione tecnica si trova di fronte a que-sto problema, che non è da po-co: fa pubblicità ai cattivi meto-di di esercitare la Professione su siti che vogliono informare bene i professionisti. Questa è una delle conseguenze delle svendite (pen-so anche a Groupon) sul giornali-smo on line. Qual è invece la con-seguenza più diretta sulla profes-sione vera e propria?

Personalmente la ritengo mar-ginale. Questo non è fare pro-fessione ma il più basso dei commerci. Stile, etica e qualità della professione sono ben altra cosa. Certo che anche qualche abilitato alla professione si pre-sta e questo è eticamente scor-retto e mortificante non solo per la dignità professionale ma per la scarsa qualità del servizio of-ferto. Credo che il cittadino deb-ba essere adeguatamente infor-mato e tutelato rispetto ai servi-zi che gli vengono offerti. Quan-to alla presunta concorrenza non ritengo che questo sia il merca-to del professionista.A proposito del maltempo e dei disastri di quest’anno (e di tan-te altre volte), il CNAPPC ha di-chiarato: “È ora che i poteri pub-blici riuniscano le migliori intel-ligenze dell’Italia per disegnare un progetto nuovo per le città, i territori e soprattutto per i citta-dini. Le regole e le forme tradi-zionali dell’urbanistica non ser-vono più. La città, il mercato, gli

inquinamenti e la natura si evol-vono troppo rapidamente per le ingegnerie normative e piani re-golatori ‘conformativi’ che sono già vecchi quando vengono ap-provati”.La soluzione sulla carta appare giustissima, ma sembrano sem-pre parole quelle che si dicono a proposito di questi problemi, da una parte perché alla fine non si fa mai nulla, dall’altra perché si fa sempre riferimento a “cabine di regia”, o simili, e non si arri-va mai da nessuna parte. Esem-pio classico: il Piano città. È un problema... c’è una soluzione o il territorio italiano è stato co-sì trascurato da essere, adesso, divenuto incurabile?Il CNAPPC non governa il pae-se. Fa il suo doveroso compi-to di richiamare costantemen-te i rappresentanti della politi-ca nazionale rispetto a problemi molto seri denunciati da tempo e mai risolti. È nostro compito come Ordini territoriali prende-re questo testimone e farcene

interpreti alla scala locale dove inefficenza, sperpero di risorse, mancanza di politiche ed azio-ni di prevenzione, incapacità di guardare alla realtà della crisi e alla obsolescenza delle attua-li regole della urbanistica, stan-no causando il collasso del ter-ritorio e gravi difficoltà al tes-suto socio-economico. Dob-biamo però saperci confronta-re anche nella nostra catego-ria con un mercato fallito dove 150 mila iscritti (il 30% dell’in-tera Europa) non potranno mai avere una prospettiva credibi-le, con il l sistema imprendito-riale dell’edilizia dove ad ec-cellenze si coniugano non dei costruttori ma dei meri immo-biliaristi commercianti di mat-toni, causa di una insostenibi-le bolla speculativa, la dequa-lificazione delle maestranze, sempre più reclutate all’este-ro con un vero e proprio sper-pero delle trazioni costruttive e della qualità delle nostre espe-rienze artigiane, l’incapacità di fare rete e ricercare nuove for-me per fare la professione, una ipertrofia burocratica e norma-tiva che sta letteralmente uc-cidendo le capacità tecniche e culturali dei nostri architetti ri-dotti a meri certificatori e com-pilatori di moduli.Il nostro Presidente ha detto che questo non è un paese per ar-chitetti. È un paese dove il con-formismo e l’autoreferenziali-tà degli organismi legislativi e di controllo impediscono di fatto la libertà dell’espressio-ne progettuale, hanno tolto ogni prospettiva ai giovani, hanno az-zerato l’entusiasmo e la passio-ne e la cultura del progetto di cui il nostro paese è stato maestro.

[ANALOGICO SÌ O NO]

Approccio al disegno del prodotto digitaleIl disegno e la disciplina del progetto come metodo di assimilazione del reale

Nicola Tasselli, [email protected]

Tecnica Vs tecnologia, scorcia-toie e tecnologie salva tempo per futuri disoccupati? Quan-do una cosa credono di saper-la fare tutti...Cosa possiamo fare per svilup-pare le capacità e la sensibili-tà necessarie per produrre una buona comunicazione del nostro progetto/prodotto, ma soprattut-to, sono tutti in grado di farlo?Esistono molte strade persegui-bili e tutte necessitano di tempo e dedizione. Oggi la rivoluzione digitale ha reso possibile a tutti (o quasi) di poter partecipare al processo di visualizzazione delle idee. Questa democrazia di pro-cesso ha però contribuito all’ine-sorabile appiattimento delle com-petenze tecniche specifiche, con-tribuendo alla produzione di con-tenuti clone, stilisticamente indi-stinguibili fra loro. L’Instagram del disegno fa sì che chiunque

possa produrre un contenuto “in stile” e fa in modo che sia possi-bile replicarne le caratteristiche all’infinito, da tutti, senza sensi-bilità. Nel breve termine dovremo addirittura affrontare il processo di replicabilità del progetto lega-to al mondo tridimensionale, or-mai tecnicamente semplificato e reso low-cost, affidato all’uten-za ampia, lo troviamo già com-mercializzato a fascicoli in edi-cola. Arriveremo quindi al punto in cui il prodotto frutto del lavo-ro dell’artigiano digitale sarà re-plicabile da chiunque con sforzo comparabile alla realizzazione di una fotocopia. Questi processi hanno sì contri-buito all’abbassamento dei costi di produzione per il professioni-sta, ma in contemporanea han-no altresì favorito il progressivo svilimento della figura professio-nale che li governa.

Ora 1 vale 1 e si è completamen-te intercambiabili.Quali potrebbero essere le armi in mano alla resistenza del fare? La tecnica? La qualità? La possi-bilità di legare il prodotto a com-petenze difficilmente replicabili? O il marketing della sostanza?Possono essere tutte strategie utilizzabili ma resta da capire se nel mondo del “low budget” esi-stono ancora baluardi di resisten-za legati alla qualità del proget-to. La strategia del concetto “low budget” e la corsa a produrre al di là del muro della fiscalità si so-no dimostrate fallimentari e sicu-ramente non sostenibili con co-scienza sociale; ma il disegno e il buon progetto possono riuscire ad aprirci gli occhi e a farci muo-vere più velocemente del popolo del “low budget”?Oltre al buon progetto dovremo tornare a concentrarci anche sul

“marketing della sostanza”, per-ché in futuro non potremo esse-re tutti commercianti del lavoro di altri. Tornare a produrre il no-stro sostentamento, magari co-minciando a progettare soluzio-ni tecniche che basino il proprio futuro oltre che sull’economia di realizzazione anche alla propria sostenibilità strutturale.Senza voler essere anacronistici e (sperare) nel ritorno alle tec-niche analogiche si può auspi-care almeno che l’uso dei nuovi strumenti venga mediato da una buona base di metodo che possa elevare il semplice rappresenta-tore a progettista.Un noto marchio di makers ha coniato un motto che recita: Ma-ke things not slides (fate cose non presentazioni); aggiungerei anche una postilla, senza il sa-crificio del progetto nascono so-lamente banalità.

Reggio Emilia, Palazzo del monte

Piazza San Prospero

Cad, il valzer delle sedie copy

and paste. Porzione di progetto

Lo studio dei rapporti proporzionali utilizzati nel progetto del pro-spetto del tempio malatestiano di Rimini, L.B. Alberti

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5Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

PORTONI SEZIONALIAria di casaPensare e disegnare ogni particolare, condividendolo con la famiglia

A cura della [email protected]

Una casa a misura delle esigen-ze proprie e di quelle della fami-glia, progettata con passione e cura dal proprietario stesso sce-gliendo tecnologie di ultima ge-nerazione, fra cui il portone Hör-mann per il box a due posti.

Casa propria è il luogo che più ci rappresenta, nel quale ciascuno di noi ritrova se stesso circon-dandosi delle persone e delle cose che gli sono più care: per questa ragione molti ambiscono a costruirsela da soli o, meglio, a farsela realizzare secondo i gusti e le aspettative personali. E, in questo caso, lavorare nel settore dell’edilizia è senz’altro d’aiuto.È nata così la nuova casa del-la famiglia Carrieri, gli ingegne-ri Michele e Rosanna Cisternino e le loro due bambine, una villa indipendente su tre livelli recen-temente completata a Castel-lana Grotte, in provincia di Ba-ri. “Per me – ci spiega Carrieri – si è trattato della realizzazio-ne di un sogno coltivato da anni. L’ho pensata e disegnata in ogni particolare condividendo le scel-te con mia moglie e, appena ho avuto la possibilità, non ho per-so tempo a realizzarla”.L’edificio sorge in una zona di espansione residenziale, non lontano dalle famose Grotte di Castellana: mette a disposizio-ne circa 120 metri quadrati al piano rialzato, oltre alla mansar-da e ad altri locali situati nel li-vello inferiore, dove si trova an-che un box ampio circa 70 me-tri quadrati. L’immagine è deci-samente contemporanea, carat-terizzata dalla prevalenza di su-perfici bianche che spiccano ri-spetto alla ricchezza dei colori del giardino circostante.

“In questo progetto ho profuso quanto di meglio ho imparato nel corso della mia carriera profes-sionale, sia per quanto riguarda gli aspetti architettonici, sia per quelli tecnico-costruttivi. Gli am-bienti sono organizzati per ren-dere funzionale ogni angolo, ca-mere grandi e disimpegni picco-li, dagli spazi polifunzionali co-me la grande tavernetta per una serata in compagnia a quelli di servizio come la lavanderia, dal bagno per rilassarsi nella vasca con luci policromiche e musica di sottofondo alla mansarda da attrezzare a minipalestra.Tutto è pensato per aumentare il piacere di stare nella propria ca-sa: più aperture per camera as-sicurano ventilazione naturale e

oltre a 70 metri quadrati di ve-tri ad alta efficienza energetica rendono la casa estremamen-te luminosa, senza rinunciare al comfort e con l’occhio sempre puntato al rispetto dell’ambien-te e delle risorse energetiche.Linee nette e prevalenza di bian-co all’esterno, ma con contra-sti decisi: è il caso dei pilastri a pianta circolare, rivestiti con un mosaico sui toni di grigio e tor-tora, motivo ripreso nelle finiture delle alzate dei gradini esterni e del bagno interno, oppure come i pavimenti effetto doghe di nave degli spazi esterni delle veran-de e che circondano la piscina.La struttura portante è in calce-struzzo armato, mentre le pare-ti sono realizzate con blocchi di cemento cellulare intonacato o rivestito dalla trasmittanza non superiore a 0,22 che, assieme ai serramenti in alluminio a ta-glio termico con vetrocamera basso emissivi riempiti da gas argon, massimizzano il comfort riducendo le dispersioni termi-che. Gli ambienti sono rifiniti con materiali e soluzioni di pre-gio, scelti per armonizzarsi fra loro dal punto di vista cromati-co e materico.Certificato in classe energetica A, l’edificio dispone di impianto radiante a pavimento servito da un accumulatore da 400 litri di acqua calda alimentato da una caldaia a condensazione e da pannelli solari termici situati in copertura. È già prevista l’instal-lazione di moduli fotovoltaici per la produzione di energia elettri-ca ed il funzionamento eventua-le di una pompa di calore. Tutti i sistemi sono interamente gestiti

da un dispositivo domotico: illu-minazione, impianto audio, ter-moregolazione a zone, chiusure automatiche e impianto antief-frazione e videosorveglianza, ir-rigazione del giardino, gestione da remoto, ecc.”.

Ingegner Carrieri, come sono stati selezionati i componenti costruttivi?

“Ho prestato estrema attenzione al miglior rapporto fra prezzo e qualità, con l’obiettivo di ottene-re il meglio dal budget a dispo-sizione e, quando necessario, modificando il progetto rispetto alle soluzioni più interessanti. È il caso, ad esempio, del portone del box: in origine avevo previ-sto di realizzare due varchi ma, dopo essermi documentato su

internet e avendo chiesto alcu-ni preventivi, ho preferito opta-re per un unico varco delimitato da un portone Hörmann di gran-de dimensione.Il contributo dell’agente di zona è stato determinante nella scel-ta: mi ha mostrato diverse realiz-

zazioni che mi hanno permesso di mettere a fuoco la soluzione più adatta alle mie esigenze, da-gli aspetti estetici a quelli tecni-co-pratici e, anche, dal punto di vista economico: posso sicura-mente dirmi soddisfatto del ri-sultato finale”.

Isolamento termico da record: porta d’ingresso ThermoCarbon•ValoreUDfinoa0,47 W/(m²·K):trasmittanzatermicadaprimatonelleported’ingressoinalluminio

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HÖCHSTE KRATZFESTIGKEITNur bei Hörmann

Il prodotto ideale per la residenzaIl box di Villa Carrieri è dotato di un portone sezionale Hörmann modello EPU40, con doga tipo M e finitura Woodgrain. Il portone (L x H 5.000 x 2.250 ) è azionato da un motore Supramatic P con comando a distanza.I portoni EPU40 sono robusti, sicuri, silenziosi e assicurano elevate prestazioni di contenimento dei consumi energetici: l’ideale per le applicazioni in ambito residenziale. Sono realizzati con do-ghe a doppia parete coibentata e disponibili in dimensioni variabili, da 2.000 a 5.000 mm in lar-ghezza e da 1.875 a 3.000 mm in altezza. Le guarnizioni a elasticità permanente, sui quattro la-ti, e quelle interposte fra le doghe realizzano la perfetta tenuta all’aria e agli agenti atmosferici, compensando anche eventuali lievi irregolarità del pavimento.Le molteplici varianti estetiche della superficie a vista comprendono differenti tipi di grecature e finiture, a cassettoni, finiture (anche in legno massiccio), con possibilità di inserimento di oblò, fi-nestre e porte pedonali e ampie opportunità di personalizzazione, compresa la scelta fra 16 diver-se colorazioni di serie e, a richiesta, di tutte le tonalità della gamma RAL.Prodotti in Germania in base al sistema di gestione di qualità DIN EN 9001, i portoni sezionali au-tomatici Hörmann sono collaudati e certificati dall’Ente di sorveglianza tecnica TÜV e soddisfa-no tutti i requisiti della norma europea 13241-1 (tranne in caso di porta pedonale inserita e/o fi-nestratura). Hörmann offre una garanzia di 10 anni su tutti i portoni sezionali e 5 anni sulle pro-prie motorizzazioni.La fornitura è stata gestita dal concessionario Mazzarelli G.ppe S.r.l., attraverso l’agente di riferi-mento Hörmann per la provincia di Bari signor Domenico Mazzarelli.

Residenza unifamiliare a Castellana GrotteProgetto: Ing. Michele CarrieriProduttore: HörmannPortoni sezionali: EPUConcessionario: Mazzarelli G.ppe S.r.l.

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6 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014Co

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Premio della giuria Referendum online per Acri social housing special award

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RIGENERAZIONE URBANAUrban-promogiovani 6Premiati i vincitori del concorso rivolto agli studenti universitari dei corsi di progettazione urbana

di Enrico Pattiredazione [email protected]

Sono stati premiati i vincitori della sesta edizione del concor-so “Urban-promogiovani” rivol-to agli studenti universitari dei corsi di progettazione urbana, che hanno partecipato suppor-tati dai propri docenti. La pre-miazione si è svolta nella gior-nata conclusiva di Urbanpro-mo, l’evento nazionale di rife-rimento per la rigenerazione urbana organizzato dall’Isti-tuto Nazionale di Urbanistica e da Urbit alla Triennale di Mi-lano. Per la prima volta il ban-do si è aperto a livello interna-zionale coinvolgendo anche gli atenei di tutto il mondo.

Gli studenti hanno partecipato al concorso inviando un elabo-

rato progettuale in lingua ingle-se inerente al tema sviluppato da ciascuno nel relativo corso di progettazione urbana. Gli 80 progetti pervenuti (tra le città straniere rappresentate ci sono Monaco di Baviera, San Diego, Praga, Glasgow e Sofia) sono stati esposti nella gallery onli-ne di www.urbanpromo.it e re-steranno visibili per dodici me-si. I progetti sono stati valutati e premiati distintamente dai vi-sitatori del sito e da una giu-ria internazionale di esperti.

I progetti che hanno prevalso nel referendum online (che ha fat-to registrare complessivamente più di diecimila preferenze) so-no, nell’ordine:

- Carm – On (Università degli studi di Salerno);

- VEC park (Università degli studi di Napoli “Federico II”).

Il premio della giuria è an-dato a:- Glasgow@hand (University of

Strathclyde, in Scozia);- Recycling infrastructures (Po-

litecnico di Milano).

Quest’anno il concorso si è pregiato di un ulteriore pre-mio speciale dedicato al so-

cial housing grazie alla parte-cipazione e al sostegno di Acri (Associazione Casse di rispar-mio italiane). Anche in questo caso i progetti sono stati valu-tati sia dai visitatori (che han-no espresso più di 2500 prefe-renze) che dalla giuria interna-zionale di esperti.

I progetti che hanno prevalso nel referendum online per Acri social housing special award sono, nell’ordine:- 4S.U.N. (Università degli Stu-

di di Napoli “Federico II”);- The fashionReHub (Universi-

tà degli Studi di Firenze).

Il premio della giuria per Acri social housing special award è andato a:- Urban Strips (Università di

Ferrara);

- Green Heartbeat (Politecnico di Milano).

La premiazione di Urban-pro-mogiovani6 si è svolta nell’am-bito di un workshop dedicato al concorso al quale hanno par-tecipato più di cinquanta stu-denti provenienti da tutta Ita-lia, organizzato in partnership con Young Architects Com-petitions e con la collabora-zione di tutor scientifici del Po-litecnico di Milano, dell’Univer-sità di Parma e dell’Università degli Studi di Cagliari.

Per ulteriori informazioniwww.inu.itwww.urbanpromo.it

VEC park (Università degli studi di Napoli “Federico II”)

Glasgow@hand (University of Strathclyde, in Scozia)

Carm – On (Università degli studi di Salerno)

Green Heartbeat (Politecnico di Milano)

4S.U.N. (Università degli Studi di Napoli “Federico II”)

Urban Strips (Università di Ferrara)

The fashionReHub (Università degli Studi di Firenze)

Green Heartbeat (Politecnico di Milano)

Recycling infrastructures (Politecnico di Milano)

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7Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

ARTEProspettive di memoriaSan Donato: a sud di Milano, la storia dell’Eni

di Enrico [email protected]

Città, arte e territorio. È questo l’asse su cui si snoda la mostra “La città e la memoria”, impor-tante esposizione in programma alla Galleria d’Arte Moderna Vir-gilio Guidi di San Donato sino al 22 febbraio che riporta l’atten-zione sul rapporto fra la citta-dina a sud di Milano e la storia dell’Eni, evidenziando una volta di più come impresa e città pos-sono essere parte di uno stesso sistema. Progettare città, riflet-tere spazi urbani, costruire nuovi paesaggi, ripensare le periferie, tutto questo fa parte della sto-ria dell’Eni, simbolo del dirom-pente boom economico italiano. Ma nel momento in cui siffatto taglio di pensiero lo si traspone sul territorio sandonatese non si può non considerare che si è vo-luto configurare una strettissima connessione con il contesto ur-bano esistente. Con la scelta di creare il proprio Centro Direzio-nale a San Donato nel secondo dopoguerra, Eni è cresciuta in-sieme alla città, determinando-ne una profonda trasformazio-ne architettonica, economico e sociale, che ha sempre messo al centro la persona.Questo pensare che lega così fortemente l’impresa Eni e la cit-tà San Donato ha nell’attenzio-ne alla cultura, intesa come tas-sello fondamentale per la cresci-ta sostenibile di ogni società, un passaggio fondamentale. In par-ticolare San Donato ed Eni han-no saputo creare negli anni due collezioni significative di arte fi-gurativa, mettendole sempre a conoscenza dei propri cittadini e dei propri lavoratori, perché in ultima analisi è dall’efferve-scenza e dall’ampiezza degli spazi mentali delle persone che bisogna partire se si vuole pun-tare sul futuro del paese.Premesso tutto ciò, ecco per-ché Eni e la città di San Donato, in occasione dei venti anni dello spazio espositivo di Cascina Ro-ma - oggi Galleria d’Arte Moder-na Virgilio Guidi - punto di riferi-mento per moltissimi artisti con-temporanei, danno vita a un in-teressante progetto che si svi-lupperà in circa due anni propo-nendo quattro differenti esposi-zioni, la prima delle quali dal ti-tolo “La città e la memoria” a cura della giovane storica d’ar-te Monica Loffredo.

La mostra è composta da due nuclei, uno fotografico e l’altro pittorico. Il primo presenta al-cune fotografie in bianco e ne-ro che mostrano scorci urba-nistici di San Donato: la Chie-sa di Santa Barbara progetta-ta dall’architetto Mario Bac-ciocchi all’inizio degli anni Cin-quanta del XX secolo e che in-siste sulla vasta piazza omoni-ma, o la veduta aerea di Meta-nopoli, che secondo il progetto di Enrico Mattei doveva diven-tare la città ideale per Eni, così come Ivrea lo era per la Olivet-ti. Il secondo nucleo è invece un seducente viaggio nella pittura contemporanea fra gli anni Qua-ranta e Novanta del Novecento. In mostra tredici opere della col-lezione della città di San Donato, tra cui anche il dipinto di Virgilio Guidi Il Bacino di San Marco (il primo della collezione come te-stimonia la scritta autografa sul retro del quadro), dialogano con uno dei capolavori della collezio-ne Eni, tavola & città di Valerio Adami, acrilico su tela del 1991. Si tratta di un colloquio intenso che svela visioni differenti che permettono di analizzare il tes-suto cittadino come spazio ani-mato da persone e avvenimen-ti, un’esposizione “propone una serie di “ritratti di città” che, co-me i luoghi immaginari descrit-ti dallo scrittore Italo Calvino, si

fanno simbolo della complessi-tà del reale. La dimensione del-la complessità urbana si ritro-va figurativamente nella diver-sità e nella ricchezza delle ope-re d’arte esposte” come sotto-linea Monica Loffredo nel testo in catalogo.Artisti diversi per formazio-ne e per periodo storico, poeti dell’immagine a confronto, sin-gole prospettive di memoria e

storia delle città: complessità ur-bane nell’insieme o nei partico-lari, nella scelta dei colori o nel-la pennellata, tra sintesi croma-tiche e segni artistici. Paesaggi

innevati, scorci di città come Ve-nezia e Milano, spazi campestri, scenari tragici o sospesi, perife-rie, metropoli interiori, luoghi re-ali. Tutto si mescola.

Dalla collezione di San Donato Monica Loffredo ha scelto con accortezza tredici opere di do-dici artisti, poiché di Marcel-lo Nizzoli vengono presentati due quadri, Figure nel paesag-gio e Bombardamento, rispetti-vamente del 1942 e 1943. Ac-canto all’eclettico Nizzoli, archi-tetto e designer illuminato visto che fu lui a progettare la stori-ca macchina da scrivere “Let-tera 22”, troviamo Augusto Al-vini (Periferia, 1948), Domeni-co Cantatore (Finestre di Cor-so Garibaldi, 1931), Gino Bro-gi (Case sotto la neve, 1969), il “chiarista” Angelo Del Bon (La-guna veneta. Ponticello, 1947), Renato Galbusera (Città, 2003), Giuseppe Guarino (Relitto – luo-ghi dell’abbandono, 1987), Vir-gilio Guidi (Bacino di San Mar-co, 1969), Mitchell Johnson (To Buonconvento, 1996), Maurizio Simonetta (Tra gli ulivi, 1948). E poi ancora lo scrittore e poeta Emilio Tadini con Fiaba (2000), racconto allegorico dai colo-ri intensi, ed infine Anna Vale-ria Borsari della quale è in mo-stra Spaccato urbano del 1999, fotografia che si fa documen-to di geometrie cittadine che cambiano, nonché unica trac-cia visibile dell’opera stessa, con una storia nella storia: nel marzo del 1999 l’artista instal-la due dipinti a olio su tele con cornici dorate ovali su un mu-ro di un edificio diroccato nel cuore di Milano, in via Anfite-atro 7. Si tratta dei ritratti di un uomo e di una donna che si guardano di profilo. Un’istalla-zione “a tempo”, con un valore artistico esclusivamente in re-lazione al luogo e all’intervento in cui erano stati collocati. In-fatti, una volta demolito l’edifi-cio, i due dipinti non avrebbero avuto significato alcuno. Qui la pittura è un mezzo e non serve alla creazione dell’opera d’arte finale. La fotografia che ci re-sta è parte dell’opera: proprio perché cosciente della limitata temporaneità dell’intervento ar-tistico, Anna Valeria Borsari ne tiene traccia attraverso un’im-magine fotografica.

San Donato, quinto Palazzo Uffici Eni. Archivio fotografico San Donato Milanese

Marcello Nizzoli, Bombardamento, 1943, inchiostro matita pastel-lo acquerello e tempera su carta, 30, 8x27 cm

San Donato, Il Municipio. Archivio fotografico San Donato Milanese

San Donato, La chiesa di Santa Barbara (anni 50). Archivio fotografico San Donato Milanese

San Donato, promo Palazzo Uffici Eni. Archivio fotografico San Donato Milanese

Valerio Adami, Tavola & città, 1991, acrilico su tela, 96x116 cm Renato Galbusera, Città, 2003, tecnica mista su cartone, 104x72 cm

LA CITTÀ E LA MEMORIA

Galleria d’Arte Moderna Virgilio GuidiCascina Roma, Piazza delle Arti 7 (San Donato Milanese)21 novembre 2014 – 22 febbraio 2015Orari di apertura: da lunedì a sabato 9.30-12.30/14.30-18.30 domenica 10.00-12.30/16.30-19.00Informazioni al pubblico: 02-52772409

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8 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

REALIZZAZIONIGioie di DiamanteIn bilico fra musica e colori l’ultima fatica dell’architetto Domenico De Rito, nella Città dei Murales

A cura di Elmore [email protected] Foto: Luca Ippolito

Diamante, prestigioso centro turistico della costa tirrenica, in provincia di Cosenza, è no-ta come Città dei Murales, per-ché si  respirano i colori e per-ché vanta un’enorme e variegata quantità di mura e pareti dipinte da diversi artisti, di fama anche internazionale, realizzati a parti-re dal 1981, grazie all’intuizione di un noto pittore (Nani Razetti) che propose al Sindaco del mo-mento (Evasio Pascale) di rivi-talizzare il centro storico di Dia-mante mediante i murales; tut-tora il progetto viene alimenta-to e rinnovato con nuove opere.Diamante, inoltre, è conosciuta per un’altra idea vincente, con-cepita e realizzata da Enzo Mo-naco, che da 22 anni si ripe-te con successo: i cinque gior-ni di Festa del Peperoncino che si svolgono all’inizio di Settem-

bre. L’evento trova il suo apice nell’Accademia del Peperoncino, che vanta oggi numerosi adesio-ni da tutto il mondo.E poi, Diamante è la terra ma-dre del Peperoncino Jazz Festi-val,  iniziativa giunta ormai alla sua XIII edizione, che coinvolge molti e sempre diversi centri del-la Calabria; l’evento inizia a lu-glio e si conclude nella seconda metà di settembre. Tale evento è diventato uno tra i più impor-tanti Festival Jazz d’Italia, van-tando anche diversi premi co-me miglior Festival; gestito dal brillante direttore artistico, Ser-gio Gimigliano, ha al suo attivo centinaia di concerti e, soprat-tutto, la partecipazione di molti dei più importanti musicisti del mondo del jazz. Sulla promenade del lungomare di Diamante al civico 173, un ri-

cercato esercizio commerciale, con prestigiose griffe per la don-na, l’uomo e la casa, accoglie tut-ti, clienti e turisti fra suoni e colori, disegnato da Domenico De Rito, architetto cosentino che ho inter-vistato in una sera di mezza esta-te e che ci ha evidenziato il suo amore e l’attenzione verso l’ar-chitettura sostenibile e accessi-bile a tutti, ma anche la sua pas-sione per la luce, poi ci ha incu-riositi, parlandoci di un progetto che parla di inclusione sociale e di architettura etica.

Architetto De Rito, cosa la ha ispirato e come nasce questo progetto?A Diamante c’è gente con il so-le e il mare dentro, è una città affascinante, con i miei figli, mi capita di vivere la magia di tra-monti emozionanti. La invito a visitare il centro storico, un mu-seo all’aperto di opere dipinte su muri e pareti. Penetrando le vie, una dopo l’altra, i colori, i dise-gni e le tematiche sono sugge-stivi. La mia ispirazione per pro-gettare Gioie di Diamante parte dall’energia che emanano que-sti luoghi e la loro luce; è sta-ta un’esperienza stimolante, un lavoro maturato con una com-mittenza piccante e intelligen-te, che è stata parte integrante di tutto lo sviluppo del proget-to, insomma un connubio quasi perfetto. E poi, tutto è stato re-alizzato in tempi davvero bre-vi, grazie a due componenti, un progetto minuziosamente dise-gnato e una direzione lavori in-tensa con maestranze autocto-ne capacissime.

Mi racconti di più del progetto…L’Architetto è un nomade che re-spira le strade del mondo, ogni luogo trasmette qualcosa. Biso-gnava progettare uno spazio do-ve sapevo bene che li, la gen-te si sarebbe incontrata, avreb-be scelto, comunicato, sorriso e continuamente tutto si sareb-be mescolato, rendendolo vivo. Gioie di Diamante è un conteni-tore dalla forma stretta e lunga, una tenda a tutt’altezza in fon-do divide la bottega dalla zona

servizi, bisognava capire come disporre i mobili e quelli pensi-li, il divano, il tavolo, leggendo le esigenze della committen-za, ma pensando anche a chi lo avrebbe fruito, bisognava con-temporaneamente pensare al-le luci, ai colori, alle note musi-cali, centrando soprattutto l’ac-coglienza dell’ospite. E poi per l’insegna pubblicitaria, serviva qualcosa che si integrasse con la cromia del marmo presen-te sulla facciata dell’edificio ma che fosse, contemporaneamen-te, discreta e comunicativa. Le assicuro, è stato complicatissi-mo realizzare l’idea originaria. E la luce?Manca ancora la cultura della lu-ce. Infatti, il 2015 sarà l’Anno In-ternazionale della Luce, un’inizia-tiva globale che cercherà di porre l’attenzione sull’importanza del-la luce e delle tecnologie ad es-sa applicate. Un’opportunità uni-ca per sensibilizzare Amministra-zioni pubbliche e private e coin-volgere tutti i cittadini del mon-do per parlare di sviluppo soste-nibile. Diversi saranno gli eventi che si susseguiranno, ci saranno attività coordinate a livello regio-nale, nazionale e internaziona-le per promuovere le tecnologie della luce, sia nei paesi sviluppa-ti che in quelli in via di sviluppo, e per ridurre l’inquinamento lumi-noso, lo spreco di energia e ave-re un miglioramento della quali-tà della vita. La luce riveste un ruolo fondamentale nelle attività umane ed è patrimonio di tutti. È una tematica che indago da di-versi anni, è affascinante capirne le dinamiche. Va distinta la luce naturale da quella creata dall’uo-mo e, lì, il distinguo è sostanziale. Gioie di Diamante andava messa in luce, creata quell’alleanza sot-tile tra materia e colore che solo la luce riesce e rendere concreta. Quindi, bisognava capire la forma della luce che serviva, il colore, le tonalità, bisognava illumina-re gli oggetti che sarebbero sta-ti esposti, ma non solo, lo spazio meritava una luce diversa fra la parte di ingresso e quella in cui si riceve l’ospite, al banco. Così,

è stato suddiviso lo spazio della bottega in due: nella prima parte ho progettato la luce per i conte-nitori vetrati e sotto i mobili pen-sili, una fonte di luce illumina la vetrina e i mobili presenti all’in-gresso e poi, tre lampadari sce-nografici di colore bianco danno il benvenuto; nella seconda par-te della bottega, dove si provano i gioielli, parliamo principalmente di donne, lo spazio meritava una luce uniforme ma al tempo stes-so puntuale; infatti una contro-soffittatura con 9 prodotti da in-casso ha uniformanto l’illumina-zione in quello spazio e delle so-spensioni con più punti luce san-ciscono l’ubicazione del banco da lavoro. L’insegna pubblicitaria è uno scatolare monoscocca, co-lor sabbia di forma rettangolare dallo spessore di 5 cm, la scritta è scavata nello scatolare, illumi-nata color blu mare.

A questo punto, mi dica del-la musica! La musica è l’arte dell’organizza-zione dei suoni, nutre la mente, ci accompagna nella vita. L’ impian-to audio per diffondere gradevol-mente la musica nello spazio del-la bottega è stato parte integran-te del progetto. La musica è una questione di sensibilità, ci sareb-be da parlarne per ore. Bisognava creare l’atmosfera per accogliere con garbo l’ospite, ma curare an-che il passante – infatti la musica raggiunge la parte esterna dell’e-sercizio commerciale, opportu-namente comandata. Su questo argomento ho trovato la commit-tenza particolarmente sensibile e favorevole e poi come disse Pablo Picasso “la musica è una mera-vigliosa bugia che dice la verità”.

E i colori?È bastato guardare il mare e la luce che emana. Bianco, tur-chese e sabbia sono le cromie di Gioie di Diamante. Ma ancor più affascinante è la presenza di raggi di luce naturale, che nel tardo pomeriggio, puntualmente, penetrano nella bottega, crean-do mutevoli chiaro scuri di forme geometriche sempre diverse, in movimento nell’arco dell’anno.

Gli straordinari e affascinanti processi della natura!

È soddisfatto del risultato? Questa domanda dovrebbe far-la alla committenza, certamen-te abbiamo creato ciò che ser-viva. Poi io trasmetto emozioni e Gioie di Diamante è un’emozio-ne! Non finirò mai di credere che un bravo Architetto deve saper ascoltare le persone ma anche i luoghi, essere psicologo e an-tropologo e coniugare funziona-lità e qualità del progetto, guar-dando con passione.

Un’ultima domanda e la lascio andare: ci parli del progetto di inclusione sociale. Si, abbiamo maturato in studio un progetto che parla di marke-ting pionieristico e architettu-ra etica, vogliamo avvicinare il normodotato al disabile visivo, il normodotato al disabile visi-vo ribadisco e non il contrario, due mondi attualmente paral-leli e far capire che si può co-municare anche senza vedere e dimostrarlo a tutti, guardando nel buio. Qualche anno fa ab-biamo partecipato a un Concor-so Europeo di Architettura, ab-biamo progettato una stazione ferroviaria futuristica con sedu-te ischiatiche. Ritengo che l’ar-chitetto debba spendersi assai e indagare queste tematiche, do-ve c’è tantissimo da sperimen-tare e poi da fare. Per essere mi-gliori tutti noi, insieme. Ma lei ha mai provato a muoversi con una benda legata sugli occhi? Ci pro-vi! Qualsiasi cosa sente, tocca, odora o gusta, è una conquista. Bisogna rompere i tabù! È un progetto di marketing pionieri-stico, ribadisco. Trovo calzante e collimante con i miei studi uno scritto di Marguerite Yourcenar: “è nel buio che devi guardare, con disobbedienza, ottimismo e avventatezza”. Ed è proprio li, nel buio, che quotidianamente continuo a guardare!

Per informazioniwww.domenicoderito.itwww.gioiedidiamante.it

Particolare del mobile pensile

Se la parola chiave di questi ultimi anni è riciclare per salva-guardare il nostro pianeta da uno sfruttamento incontrollato di risorse che porterebbe a futuri scenari apocalittici, anche in architettura questo termine ha assunto una valenza im-portante per ripensare a un nuovo modo di progettare e co-struire. Questa è senz’altro una nuova frontiera per l’archi-tettura e l’urbanistica, non più legata all’idea di occupare al-tro suolo libero, ma scegliere di intervenire sul già costruito significa restituire vita a pezzi di città e territorio sia dal pun-to di vista strutturale sia contribuendo in maniera evidente alla crescita sociale. Migliorare parti fisiche di città per migliorare la vita delle per-sone è da considerarsi un requisito necessario alla base di ogni prossimo sviluppo urbano e paesaggistico. L’idea che l’espan-sione illimitata corrisponda alla creazione di un benessere dif-fuso deve essere rivista, perché questo atteggiamento ha por-tato un depauperamento della condizione sociale, con tensio-ni sempre più spesso presenti. Riciclare, recuperare, rigenera-re e altri sinonimi concorrono alla stessa soluzione: ricreare un tessuto urbano e territoriale nella sua complessità e non pen-sare che un manufatto isolato possa esclusivamente risolve-

re ogni problematica. Necessariamente, occorre legare l’inter-vento all’ambiente che lo contiene, ricercando quella mesco-lanza fra abitazioni, servizi e altre funzioni che possano sod-disfare appieno i bisogni di quel contesto. Su queste temati-che, Atlante dei paesaggi riciclati si occupa di fornirci una let-tura di ampio respiro, sostenuta dallo studio di casi realizzati in tutto il mondo, sulle trasformazioni avvenute negli ultimi anni in quei luoghi dove in passato l’intervento dell’uomo ne aveva modificato pesantemente la conformazione, condizionandone la successiva funzione. “Una ricerca - scrivono gli autori - che ha avuto come primo riferimento la necessità che l’ambiente recuperato, i proget-ti presentati nell’Atlante, fossero la risposta conseguente a una ferita che l’uomo stesso aveva provocato in quei deter-minati luoghi. Trapianti atti a una ricostruzione dell’immagi-ne del paesaggio”. I cinquantasette progetti documentati, ordinati per superficie territoriale recuperata, sono stati selezionati seguendo pre-cisi presupposti che non si limitano al semplice riuso di sin-goli edifici, ma sono interventi che rigenerano il paesaggio stesso nella sua complessità e ne accrescono il legame con

la collettività. Cave, industrie dismesse, miniere, aree mar-ginali abbandonate, diventano così nuove opportunità di svi-luppo non più legate in maniera esclusiva all’aspetto econo-mico. Qui architettura e urbanistica, insieme alla necessità di una migliore qualità di vita, partecipano all’idea di un nuovo futuro, un futuro che può essere visto come una condizione favorevole per ripensare a un moderno approccio al progetto.

[LIBRI]Atlante dei paesaggi riciclati Recensione a cura di Beppe Giardino

[email protected]

Autori Michela De Poli, Guido Incerti

Editore e anno Skira, 2014

Formato cartonato olandese, 272 pagine, ill. colore e b/n

Dimensioni 16,5 x 21 cm

Isbn 978-88-572-11480

Prezzo euro 33,00

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TREVISO 27 MARZO 2015BERGAMO

22 MAGGIO 2015

FIRENZE19 GIUGNO 2015

L’AQUILA23 OTTOBRE 2015

ASTI20 NOVEMBRE 2015

EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO VERSO IL 2020IL ROADSHOW PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI

GLI OBIETTIVI NET/NEAR ZERO ENERGY BUILDING PER IL FUTURO

DELLE COSTRUZIONI E L’EFFICIENZA ENERGETICA IN AREA MEDITERRANEA

L’appuntamento formativo GRATUITO

per i professionisti dell’edilizia

LE TAPPEDEL TOUR 2015www.edifici2020.it

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10 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

RIQUALIFICAZIONE AREE URBANEVerdemare, verde in cittàL’area residenziale per il lungo mare di Trieste

a cura di Giacomo [email protected]

Affacciato sul Golfo di Trieste na-sce Verdemare, complesso re-sidenziale concepito come un nuovo modo di vivere la città all’insegna di alti standard eco-sostenibili e qualitativi. Gli ele-menti del linguaggio architetto-nico hanno dato vita ad un invo-lucro modulato da fasce conti-nue di parapetti che, come na-stri, generano legami con l’area circostante. Il progetto è dell’Ar-chitetto Giuseppe Tortato.

“Un progetto nuovo che ri-sponde, attraverso il linguaggio dell’architettura contempora-nea, alla complessità morfologi-ca dell’esistente. La composizio-ne dei volumi, colori e materiali instaurano un attento e misura-to dialogo con il contesto, emer-gendone con una chiara identità formale e facendo di Verdema-re un diverso e innovativo modo di vivere per la città di Trieste”.L’intervento dell’arch. Giuseppe Tortato si pone l’obiettivo di ri-qualificare l’aria di Trieste pri-ma occupata dalla succursa-le della F.I.A.T. recuperandone così la natura residenziale. Que-sta porzione urbana storicamen-te era occupata da residenze no-biliari, tra le quali spicca la set-tecentesca villa Murat con il suo vasto parco. Nel cuore di un polmone ver-

de urbano di 10.000 mq, abi-tare Verdemare significa sce-gliere di vivere in città ma allo stesso tempo essere immersi nella natura a un passo dal ma-re, dal centro storico e da piaz-za dell’Unità d’Italia. Il comples-so residenziale rigenera e resti-tuisce a Trieste una porzione di territorio urbano, offrendo uno sguardo privilegiato sulla città tramite un intervento rispettoso dell’ambiente. L’Architetto Giuseppe Tortato ha firmato il concept architet-tonico. Incaricato della Direzio-ne Artistica, ha curato la pro-gettazione dell’intero interven-to che si sviluppa in tre edifici residenziali su cinque piani con attico, per un totale di 185 ap-partamenti, e in due giardini in-terni attrezzati ad uso esclusivo dei residenti. Sono previste an-che funzioni commerciali e par-cheggi interrati e non. Particolare attenzione è stata dedicata alla definizione dell’in-volucro dei corpi di fabbrica. L’intento è quello di cogliere la dinamicità e l’armonia di una cit-tà affacciata sul mare, per que-sto sono state progettate lunghe balconate che lambiscono tut-ti gli edifici con un sistema tec-nologico innovativo. I parapet-ti delle terrazze, infatti, sono si-stemi prefabbricati ad alte pre-

stazioni, in pietra fusa e lamie-ra forata o vetro. La pietra fusa è un cemento ti-po TX Active® studiato da Ital-cementi per il gruppo Styl-Comp (fornitore per il Padiglione Italia-no a Expo 2015) con principio attivo foto-catalitico in grado di abbattere gli inquinamenti orga-nici ed inorganici presenti nell’a-ria; ha inoltre una finitura auto-pulente e brillante che conferi-sce al materiale un riflesso lumi-noso e madreperlaceo. Le por-zioni di parapetto sono interval-late da fasce di lamiera forata che alleggeriscono sia struttu-ralmente che visivamente il si-stema di balconate. I due ele-menti accostati in una compo-sizione specifica per ogni pia-no generano movimento e leg-gerezza. Queste caratteristiche si raffor-zano con il naturale chiaro scuro proprio degli aggetti e dall’atten-ta ricerca fatta sulla forometria. Le aperture, infatti, si sviluppano su una griglia senza mai replica-re il passo del pieno e del vuo-to e sono incorniciate da infissi montati a filo su un sottile telaio. La copertura interamente realiz-zata in pannelli prefabbricati in zinco è parte integrante di questo sistema dinamico. Gli elementi che la compongono si rifanno al-la tradizione artigianale dei tetti

in lamiera. La stessa linea di col-mo varia in maniera misurata le sue altezze, così da legarsi al co-struito esistente. L’architetto Giu-seppe Tortato ha poi posto gran-de attenzione alla ricerca croma-tica. Tramite il rilievo delle faccia-te storiche di piazza dell’Unità d’I-talia, è stata scelta una palette di colori che dal grigio più scuro del-la copertura passa ad un grigio più chiaro dei tamponamenti fino al bianco dei terrazzi.Nella progettazione delle due aree verdi, in collaborazione con l’Arch. Margherita Brianza – P’Arc Nouveau – si replica il prin-cipio del movimento e dell’armo-nia generato dalle lunghe fasce dei balconi, tramite un sistema alternato di strisce verdi e pavi-mentate che si sviluppano su di-versi piani. Verdemare è anche frutto della volontà di impiega-re tecnologie avanzate per rag-giungere standard residenzia-li qualitativamente elevati. Ogni scelta progettuale è finalizzata all’ottenimento del massimo ren-dimento energetico, coordinando sapientemente progettazione ar-chitettonica ed impiantistica. Tut-to questo fa sì che gli alloggi ap-partengano esclusivamente alle Classi Energetiche A e A+.

Per informazioniwww.giuseppetortato.it

RIQUALIFICAZIONE DELL’ESISTENTELe pubblicazioni a cura del Master CasaClima di Bolzano

a cura della [email protected]

Il panorama delle pubblicazioni del Master CasaClima della Li-bera Università di Bolzano, cu-rate dalla prof.ssa Cristina Be-nedetti, si presenta ricco di vo-lumi rivolti ai professionisti, im-

pegnati nella corretta progetta-zione di interventi di riqualifica-zione dell’involucro edilizio, agli studenti, interessati ad acqui-sire gli strumenti utili per ope-rare nel rispetto del risparmio

energetico e del comfort inter-no, ma anche a tutti coloro che prestano particolare attenzione alle esigenze di efficienza ener-getica e di benessere climatico negli edifici.

Costruire in legno. Edifici a bas-so consumo energetico. Illustra le nuove possibilità formali e lin-guistiche dei sistemi costrutti-vi a telaio e in X-lam, attraver-so architetture raffinate nei det-tagli che prevedono l’impiego di materiali diversi e con partico-lare attenzione alla sostenibilità ed alle prestazioni energetiche.

Risanare l’esistente. Soluzio-ni per il comfort e l’efficienza energetica. Illustra, attraver-so schede operative di agevo-le consultazione, una metodo-logia di approccio innovativo al problema della riqualificazio-ne energetica dell’edilizia re-sidenziale esistente e fornisce un riferimento operativo uti-le per impostare un intervento di riqualificazione volto a mi-gliorare l’efficienza energetica dell’involucro edilizio.

Guide pratiche del Master Casa-Clima. La collana si compone di dispense tecniche elaborate da-gli studenti e dai docenti del ma-ster come guide di approfondi-mento tecnologico di argomenti trattati nel corso di specializza-zione biennale. I nove titoli rac-colti in un simpatico cofanetto, disponibili anche singolarmente,

sono “Appunti di fisica tecnica”, “Materiali isolanti”, “Coperture a verde”, “Appunti di cantiere”, “Ventilazione naturale”, “Siste-ma finestra”, “Umidità e tenu-

ta all’aria”, “Comfort urbano” e “Ponti termici”.

Per informazioniwww.unibz.it/universitypress

C O M F O R T U R B A N O

collana diretta daCristina Benedetti

le guide pratiche delMaster CasaClima 8UMIDITÀ E TENUTA ALL’ARIA

collana diretta daCristina Benedetti

le guide pratiche delMaster CasaClima 7

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11Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

ILLUMINAZIONEÈ svedese e costa meno l’alternativa al LEDEssenziale, pratico e non ha paura della temperatura

di Elmore [email protected]

Si chiama Solljus e rivaleggia con il “diodo luminoso” per mi-nor costi di installazione, versa-tilità di impiego e fedeltà cro-matica. Studio illuminotecnico in Dialux e calcolo tempi di ritorno dell’investimento sono gratuiti. Arriva dalla Svezia, dove di effi-cienza se ne intendono, e docu-mentazioni alla mano (fornite da Greenova, l’azienda che lo impor-ta in Italia) consente di ottenere ri-sultati migliori dei LED senza in-correre nelle loro principali criti-cità (alterazioni “invisibili” causa-te da stress meccanici e termici, ad esempio). Si tratta di Solljus che tradotto in italiano significa luce del Sole e si distingue an-zitutto per risparmio energetico

(può arrivare a tagliare l’80% dei costi della bolletta rispetto a fonti di illuminazione tradizionali) e in-dice di resa cromatica: uguale a 96 Ra (dove 100 è il valore del-la luce diurna). Dopo avere illu-minato mezza Scandinavia (cen-tri commerciali, magazzini, indu-strie, impianti sportivi, uffici, par-cheggi, tunnel, aeroporti, miniere, ecc.) ed essersi fatto conoscere in 14 Paesi del mondo (per ultimo Singapore) sta oggi incuriosendo i lighting designer italiani per la sua carica di competitività rispetto al-le soluzioni a LED, spesso consi-derate l’unica strada per rendere più efficiente il proprio impianto di illuminazione. La “semplicità” di Solljus (pochi componenti e mas-

sima trasparenza sulla loro reale qualità) e la sua praticità (Solljus è plug and play, pronto all’installa-zione e i suoi pezzi risultano facili da reperire e sostituire) sono so-lo alcuni dei plus. Va certamente aggiunta la garanzia di efficienza negli anni in qualsiasi condizione ambientale o di impiego. Ciò per-mette a questo prodotto di non do-versi preoccupare (come accade per il suo diretto concorrente “se-miconduttore”) della temperatura di esercizio. Solljus può “lavora-re” in ambienti dove il termome-tro oscilla da -50° a + 89 C° sen-za perdere un punto di efficienza. Il segreto del suo alto rendimen-to sta nella resistentissima lente

anabbagliante prismatica in cri-stallo puro, capace di moltiplica-re l’emissione della sorgente lumi-nosa (Solljus adotta lampadine in tecno ceramica Powerball Osram o Mastercolor Philips, economi-che e facilmente reperibili). Car-te in regola sul piano delle certi-ficazioni. L’apparecchio, prodotto in sei versioni (da 35 a 315 Watt), è certificato CE, EMC ed è confor-me allo standard europeo SS-EN 12464-1 per l’illuminazione nei posti di lavoro. È anche attesta-to che non produce campi elet-tromagnetici. Il team Greenova si occupa del cliente fin dalla primis-sima fase di sopralluogo e test sul posto che è del tutto gratuita. Es-

sa consiste in uno studio illumi-notecnico in Dialux (laboratori fo-tometrici accreditati secondo DIN EN ISO / IEC 17025) a cui segue un’analisi economico-finanziaria di comparazione per calcolare il ritorno sull’investimento (payback) che, dalle casistiche già matura-te in Italia, ha una media inferio-re ai 2 anni. Ce n’è abbastanza per confe-rire a Solljus il ruolo di effica-ce alternativa alla più famosa tecnologia a LED? Chi in Italia ha già risposto sì alla doman-

da (dalle gigantesche Officine Wartsila di Trieste al Palazzetto dello Sport di Schio, dalle Can-tine Maschio di Treviso alla De Martin Cantieri Nautici di Ca-orle) fa parte di una lunga lista (già una quarantina le commit-tenze nel nostro Paese) che si è affidata alla sicurezza di una tecnologia evoluta e compiuta, preferendola a una tecnologia ancora in evoluzione.

Per informazioniwww.solljus.se

Solljus

Hangar Singapore

In un autosalone

Lars Boling Gallery Östersund

NEMESI&PARTNERS_ schizzo, sezione e modello del progetto architettonico vincitore del concorso internazionale per la progettazione di Padiglione Italia EXPO Milano 2015

sostenibilità

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12 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

SCUOLE SOSTENIBILILa rappresentazione della sostenibilità Impatto ambientale e inclusione sociale negli edifici scolastici

a cura di Federica Maietti, Architetto, PhD, Centro DIAPReM, Dipartimento di Architettura di Ferrara. Direttore di [email protected]

In alcuni contesti del mondo, estremi dal punto di vista non solo ambientale ma anche e so-prattutto sociale, la risposta che il progetto degli edifici scolasti-ci può dare travalica le esigenze del sistema educativo che carat-terizzano il nostro Paese, seppur cruciali e relative soprattutto alle esigenze di rigenerazione e col-legate al sistema normativo, per incontrare criticità più comples-se che permeano una moltepli-cità di aspetti. Spazi accessibi-li, aggregazione sociale, inclusi-vità verso un’utenza vulnerabi-le, sicurezza, necessità di auto-nomia gestionale, sostenibilità economica e impiego di proces-si costruttivi eseguibili da mano-dopera locale non specializzata.I progetti per il Centro d’acco-glienza, lavoro e promozione so-ciale a Lukobe, Tanzania e Terra sottratta – Una scuola 0 CO2 per Gaza, elaborati da giovani archi-tetti, forniscono una risposta in-tegrale e olistica al concetto di sostenibilità, nel senso più am-pio del termine.

Il progetto per il Centro d’acco-glienza a Lukobe nasce con l’o-biettivo di creare un centro co-munitario per la protezione e l’assistenza reciproca. Un cen-tro polifunzionale auto-sosteni-bile dal punto di vista economi-co, sociale ed energetico, in gra-do di offrire protezione, promuo-vere il coinvolgimento attivo e consentire la futura integrazio-ne delle persone con maggiore vulnerabilità, quali i bambini con disabilità, le loro madri e gli orfa-ni, che in Tanzania sono normal-mente esclusi dalla vita sociale. Dormitori e spazi di accoglienza per i bambini con disabilità, i loro genitori e gli orfani; aule didatti-che e per la riabilitazione; labo-ratori di carpenteria, artigianato e alimentari; orti e stalle; allog-gi per i collaboratori internazio-nali; cucina, refettorio, lavande-ria e sevizi sono le funzioni che il Centro ospita, in un’articolazio-ne spaziale progettata non solo eliminando barriere architetto-niche ma sulla base di criteri di inclusione universale: ambienti ortogonali, riferimenti acustici, percorsi e mappe tattili, sedute frequenti e studi dimensionali.L’aspetto identitario del Centro è affidato all’elemento acqua, che riveste funzioni ambien-tali, produttive, tecnologiche e

sociali. Storicamente i punti di aggregazione nei villaggi afri-cani si creano intorno alla rac-colta dell’acqua, risorsa fonda-mentale alla vita e catalizzatore dello sviluppo socio-economico e culturale: nel progetto il lava-toio è il luogo centrale di socia-lità e produzione di energia at-traverso un compluvium coperto da celle fotovoltaiche. Il sistema garantisce l’autonomia energe-tica e l’acqua per il proprio so-stentamento.È proprio l’utilizzo virtuoso del-le risorse disponibili che deter-mina la sostenibilità socio-eco-nomica ed energetica del com-plesso: ogni lavorazione non produce rifiuti, ma materiali per altre attività. Acqua ed energia autoprodotte permettono l’alle-vamento e le coltivazioni; la la-vorazione della moringa, pian-ta arborea caratterizzata da di-verse proprietà e polivalenza di uso, risolve le necessità primarie e contribuisce a un sistema mi-croeconomico autonomo.Il progetto prevede l’uso dei ma-teriali locali e tecnologie innova-tive per contesti in via di svilup-po. L’assetto generale, le opzio-ni tecnologico-costruttive e l’in-dividuazione dei materiali sono funzionali al comfort e alla mini-mizzazione dell’impatto. Alcune delle tecniche costruttive tradizionali (edifici a corte mono-piano, verande, tetti a due falde, ecc.), vengono riproposte attra-

verso un prototipo a basso co-sto per la rigenerazione rurale. In tal senso, il progetto è carat-terizzato da facilità realizzativa e adattabilità climatica: la costru-zione economica, auto-replica-bile, utilizza tecnologie semplici e dotate di altrettanto semplice manutenzione grazie al sistema di prefabbricazione ed espansio-ne guidata della costruzione mo-dulare, che può essere adatta-ta, personalizzata e costruita in fasi diverse a seconda della di-sponibilità economica.Anche in totale assenza di servi-zi, strategie passive garantisco-no sufficienti energia e acqua, garantendo l’autonomia ener-getica del Centro.

Protezione e autonomia energe-tica sono gli elementi base an-che di Terra Sottratta, progetto per una scuola in grado di ospi-tare centocinquanta bambini, uno spazio ricreativo e un cen-tro d’incontro, uno spazio pro-tetto e un punto di riferimento per l’intera comunità di Um al Nasser, villaggio all’interno del-la striscia di Gaza.A partire dall’analisi delle condi-zioni ambientali, caratterizzate dalla scarsità di acqua e dall’al-to prezzo dell’energia nei territo-ri palestinesi, il progetto si con-figura come un edificio off-grid, facente unicamente affidamen-to su risorse rinnovabili disponi-bili localmente, anziché su im-

pianti idrici ed energetici esterni.Spazialmente il progetto parte dalla rielaborazione dell’arche-tipo della Medina araba: l’edi-ficio è concepito come un mo-nolite scavato, al quale è stata dunque sottratta terra, metafo-ra della difficile realtà del luo-go stesso. La scuola si sviluppa intorno a tre piazze concepite come spa-zi per la comunità atte a pro-muovere nuove opportunità so-cio-economiche. Tre vuoti per tre funzioni. La “piazza d’ac-qua”, collegamento pubblico tra il villaggio e i servizi socia-li (infermeria, biblioteca, cen-tro d’incontro); la “piazza ver-de”, spazio più riservato per la-boratori creativi e per i profes-sori e la “piazza di terra” corti-le su cui affacciano le classi. Un muro corre tra le tre piazze con-nettendole attraverso un percor-so continuo e un sistema di orti: un muro caratterizzato da pas-saggi aventi sagoma di bambi-ni, in cui gli alunni possono ri-conoscere loro stessi e giocare, cercando, in tal modo, di riela-borare la drammatica presenza del vicino muro di Gaza.A livello compositivo la forma della scuola è il risultato di una logica bioclimatica. I singoli am-bienti sono disegnati come mo-noliti di terra, sfruttando la gran-de massa termica degli spes-si muri per proteggere dal cal-do, minimizzando l’oscillazione

delle temperature negli interni; gli ambienti sono alternati a pa-tii, concepiti come bacini di aria fresca, al fine di promuovere la ventilazione naturale. I patii ver-di, oltre a favorire la ventilazio-ne, funzionano come classi all’a-ria aperta.Un sistema di tende, aperte du-rante il lungo periodo caldo, agi-sce come moderatore bioclima-tico, regolando la quantità di lu-ce e gli apporti solari alle classi, mentre i tetti inclinati favorisco-

no l’effetto camino e i lucernari consentono l’espulsione dell’a-ria e un’illuminazione diffusa e indiretta, evitando il surriscalda-mento degli ambienti.L’utilizzo di materiali disponibili in loco e un sistema di costru-zione semplice minimizzano il ricorso a tecnologie avanzate e dispendiose, combinando la lezione della tradizione con un linguaggio contemporaneo. La tecnica costruttiva comprende muri in pisè, tetti in legno iso-

Centro d’accoglienza, lavoro e promozione sociale a Lukobe, Tanzania

Progetto: Luigi Castelli Gattinara

Università: Università degli Studi di Roma Tre, Facoltà di Ar-chitettura

Relatore: Francesco Cellini

Correlatori: Fabrizio Mezzalana e Giulia Pentella

Anno Accademico: 2012-2013

SCHEDE DEI PROGETTI

Terra sottratta – Una scuola 0 CO2 per Gaza

Progetto: Cristina Labianca, Alberto Menozzi

Istituto formativo: IED | Istituto Europeo di Design, Torino

Livello di formazione: Master di II livello in Architettura Soste-nibile

Relatore: Mario Cucinella

Correlatori: Alberto Bruno | Arcò_Architettura e Cooperazione

Anno Accademico: 2011-2012

Luigi Castelli Gattinara, Centro d’accoglienza, lavoro e promozione sociale a Lukobe, Tanzania; vista del lavatoio, il luogo centrale di socialità

Spaccato assonometrico

Schema dell’irraggiamento solareVista della corte piccola del Centro di Lukobe

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13Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

lati con terra e paglia, un basa-mento in pietra e copertoni co-me fondazioni. Il sistema di raccolta delle ac-que, combinato con un impian-to di fitodepurazione, è dimen-sionato al fine di coprire la do-manda annuale, mentre un im-pianto fotovoltaico e solare ter-mico, integrato sui tetti, rispon-de alla domanda di elettricità.Il risultato è un edificio facente affidamento solo su fonti rinno-vabili, integrato con il contesto

ambientale e sociale. Terra sot-tratta può diventare un modello per lo sviluppo della conoscenza del “vivere sostenibile”, un nuo-vo approccio alla progettazione e alla pratica costruttiva all’in-terno dei territori palestinesi.

Entrambi i progetti sono stati premiati all’undicesima edizione del Premio Italiano “Architettu-ra Sostenibile”; il progetto per il Centro d’accoglienza a Lukobe, elaborato da Luigi Castelli Gat-

tinara, è il vincitore della Meda-glia d’Oro per la sezione Archi-tettura e Tecnologie Sostenibili, mentre il progetto Terra sottrat-ta elaborato da Cristina Labian-ca e Alberto Menozzi è il vincito-re della Medaglia d’Argento nel-la medesima sezione.La giuria del Premio, definita sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato Scientifico del Premio presieduto da Thomas Herzog, e composta dal presidente Victor López Cotelo, da Erik Bystrup e

da Werner Lang, ha assegnato la Medaglia d’Oro al Centro d’acco-glienza a Lukobe con le seguenti motivazioni: “il progetto costitui-sce un esempio efficace di come il concetto di sostenibilità pos-sa essere in grado di permeare la realizzazione di un’architettu-ra in maniera integrale e olistica, coinvolgendo una molteplicità di aspetti. Il Centro d’accoglienza di Lukobe infatti affronta i temi della sostenibilità sociale, ambientale ed economica, fornendo per cia-scuno di essi una risposta con-vincente e fattiva. Lo sviluppo progettuale è finalizzato a crea-re spazi accessibili e flessibili in grado di favorire l’aggregazione e l’integrazione sociale, ma al con-tempo protetti rispetto al contesto e pertanto adeguati ad accoglie-re un’utenza vulnerabile. Le fun-zioni sono risolte con un’archi-tettura che rappresenta una ri-sposta appropriata alle condizio-ni climatiche del luogo, così co-me, dal punto di vista costrutti-vo, la tecnologia impiegata appa-re razionale, prevedendo l’uso di materie del luogo e processi co-struttivi eseguibili da manodope-ra locale non specializzata. L’in-tegrazione appropriata dei siste-mi di produzione energetica e di raccolta e trattamento dell’acqua piovana definisce infine un’auto-nomia gestionale del Centro ta-le da farlo divenire un modello di sviluppo adeguato per questi contesti climatici”.Il progetto Terra sottratta è stato

premiato con le seguenti moti-vazioni: “l’intervento progettato presenta un approccio interes-sante in un contesto difficile, dal punto di vista sociale e climati-co, come quello della Striscia di Gaza. L’idea progettuale indivi-dua nell’edilizia scolastica uno strumento di coesione e sviluppo sociale, un’occasione di riscat-to per l’intera comunità di Um al Nasser. L’architettura nasce co-me rielaborazione dell’archeti-po della Medina Araba, combi-nando le esigenze di protezione climatica con quelle di sicurez-za rispetto ai pericoli genera-ti dalle ben note tensioni sociali

di questi territori. Il risultato è un complesso massivo, chiuso ver-so le critiche condizioni esterne e aperto attorno a cortili e ambiti interni di mitigazione e transizio-ne climatica. L’impiego di stra-tegie di raffrescamento passivo, materiali naturali locali o ricicla-ti e sistemi di raccolta e depura-zione dell’acqua piovana prefi-gurano un appropriato livello di sostenibilità, nonostante la ne-cessità di un maggiore appro-fondimento nel progetto del si-stema di copertura”.

Per informazioniwww.premioarchitettura.it

Vista laterale del lavatoio

Vista del patio

Vista della piazza pubblica Vista della piazza dei bambini Vista della “piazza verde” per i professori

Corte esterna per la riabilitazione

Cristina Labianca, Alberto Menozzi, Terra sottratta. Una scuola 0 CO2 per Gaza; vista aerea

Planimetria della scuola

Sezione trasversale e longitudinale

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14 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

Rubrica a cura di Simone Mantovani e Denis Zaghi

per informazioni: [email protected] | [email protected] | www.4ad.it

Un dialogo sul colore fra natura e architettura

Siamo continuamente bombardati da stimoli visivi. Le immagini di cui fruiamo “durano” un battito di ciglia ma sempre più rappresentano il modo che abbiamo di comunicare, di esprimere ciò che proviamo, ciò che siamo. Un flusso continuo di scatti, condiviso sui giornali, sulle riviste, in televisione, su smartphone, tablet, computer e maxischermi scorre

inesorabile: di pochissimi preserviamo il ricordo, ma molti hanno effetto sul nostro inconscio, su ciò che desideriamo, sui nostri gusti, su di noi.

In fotografia, la ricerca del punto di vista perfetto, dell’attimo da immortalare, genera un legame intimo tra il fotografo e l’inquadrato, che culmina nell’atto consapevole, talvolta emozionale dello scatto. Tweet4click vuole cogliere proprio l’aspetto emozionale di questa ricerca estetica, tralasciando dunque la fotografia auto-referenziale, auto-celebrativa,

che traduce lo scatto in un momento divulgativo, quasi pubblicitario.

La rubrica è generata da due componenti inscindibili: l’immagine e l’emozione. La prima è visibile, fruibile, la seconda sarà indotta da un “tweet” del fotografo volto a suscitare la stessa emozione provata al momento del “click”.

Peter Morpurge - Bregenz Kunsthaus and Sky

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15Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

il portale di architettura collegato al tabloid mensile “Architetti” si propone come un utile e interessante luogo per ampliare il dibattito e lo spazio culturale, critico e informativo sui temi dell’architettura e del design.L’ambizione è quella di costruire, anche attraverso il contributo interattivo dei visitatori, un ambito di approfondimento on-line in cui poter trasferire, con innovazione e trasversalità, molti aspetti della “comunicazione del progetto”. Architetti.com si vuole porre, prima di tutto, come un sito (in forma di blog) indirizzato agli architetti con news nel campo della comunicazione del progetto, eventi culturali, innovazione tecnologica e informatica. Plusvalore di questo portale, la creazione di un “Catalogo on-line di progetti” aggiornabile, in cui è possibile, attraverso una facile indicizzazione, recuperare alcune centinaia di progetti di studi di architettura prestigiosi e realizzazioni italiane e internazionali facenti parte di uno storico e recente patrimonio di prodotti editoriali, riviste, premi di architettura e urbanistica di Maggioli Editore. La e-zine mensile, un magazine digitale di approfondimento da scaricare in pdf, è una rivista on-line i cui contenuti sono legati alle tematiche dell’architettura (spazi urbani, installazioni, architetture d’interni, bio architettura, ecc.), della comunicazione del progetto e alla cultura dell’immagine digitale.

INTERNI

E-ZINE N. 63 - Ri_abitare

www.architetti.com

Centinaia di progetti nel catalogo on-lineVisitare il Catalogo on-line di progetti permette di navigare all’in-terno di centinaia di progetti e realizzazioni suddivise per catego-rie: spazi intimi (design, arredamento, ecc.), spazi urbani (piazze, parchi, ecc.), spazi pubblici (musei, municipi, uffici, ecc.), spazi re-sidenziali (case a schiera, isolate, tipologie ibride, torri residenziali, ecc.). Ogni progetto è composto da schede, visualizzazioni, link e la

banca dati permette un’indicizzazione per autore/i, anno di realiz-zazione, luogo e tipologia. Il catalogo si arricchisce giorno per gior-no sia con gli inserimenti di tutti i colleghi che visitano il sito e che offrono la loro disponibilità di pubblicazione (dopo una verifica re-dazionale dei contenuti), sia con le proposte partecipanti ai premi IQU (Innovazione e Qualità Urbana), Architettura Sostenibile, ecc.

Speciale: InterniNel sito è possibile aprire una “finestra” di approfondimento su altre tematiche coordinate che da sempre trovano interesse nella pro-fessione dell’architetto. Lo speciale Interni è focalizzato sul proget-

to e la produzione di design, sulla progettualità del comfort e della complessità di ogni “spazio confinato”.

L’architettura multimediale nel canale YouTube

Nella sezione VIDEO è presente un canale di progettazione dedi-cato alla comunicazione del progetto, dove è possibile trovare in-teressanti video di architettura e ingegneria. L’obiettivo è quello di

offrire utili spunti di riflessione per l’innovazione della professio-ne e anche selezionare percorsi legati a studi di grafica che detta-no le tendenze nella comunicazione sia di prodotto che di progetto.

Dalla tradizione e dall’esperienza affermata di Maggioli Editore, Publimaggioli – Concessionaria di Pubblicità del Gruppo Maggioli – propone in esclusiva INTERNET E STAMPA INSIEME per gestire progetti di comunicazione integrata sulla stampa cartacea e sul web e interpretare le esigenze dei clienti, identificando gli strumenti e le tecnologie più efficaci che permettano di rispondere alle attese e raggiungere con precisione il target desiderato.

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NormativaÈ possibile recuperare con estrema facilità normative di interes-se attraverso una banca dati aggiornata e selezionata per la pro-fessione tecnica.Dal 1° settembre 2009 è entrato in vigore il nuovo “Codice Deon-tologico per la professione di architetto”, approvato dal Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori il 10 e l’11 giugno 2009.Scarica “Ri_abitare”

La nuova e-zine di approfon-dimento affronta il tema RI_ABITARE. Dall’editoriale di Marcello Balzani, che mette la “casa” al centro del dibattito sociale, culturale, progettua-le, fiscale ed economico, al-le architetture dello studio AR Arquitetos a San Paolo, Brasi-le, concepite come opportuni-tà per esplorare il rapporto tra uomo e ambiente, in cui lo spa-zio è un viaggio che rivela vi-sioni insolite e luoghi inaspet-tati; dal progetto di riqualifica-zione di una fattoria in Extre-madura, Spagna, di ÁBATON Arquitectura, un intervento coerente e rispettoso dell’am-biente, che preserva il model-lo spaziale della preesistenza misurando l’azione dell’uomo nella natura circostante, alla riqualificazione nel distretto di Gracia, Barcellona, di Car-les Enrich arquitectura + ur-banisme, che trasforma una vecchia lavanderia in una casa a patio open space attraverso l’inserimento di un volume so-speso e che consente, da ogni punto, il contatto visivo con lo spazio esterno; da Loft G, uno spazio domestico contempo-raneo nel centro storico di Pa-dova, di Tomas Ghisellini Ar-chitetti, che trasforma un pre-esistente alloggio, cunicolare e complesso, in uno spazio di lu-ce fluido e leggero, al progetto per un eco-quartiere sostenibi-le destinato ad Housing Socia-le a Santeramo in Colle, Bari, di SKP Architecture + Bucci Ingegneria, che funge da cer-niera urbana di un tessuto ur-bano dimenticato e integran-dosi all’esistente per rivitaliz-zarlo e riattivarne un proces-so socio-culturale, ai proget-ti vincitori del contest bandi-to nell’ambito del Laborato-rio di Progettazione Architet-tonica I del Dipartimento di Architettura di Ferrara dedi-cato alla progettazione di una residenza unifamiliare.

INDICE

EditorialeRi_abitare le casedi Marcello Balzani

Forma. Luce. SpazioArchitettura residenziale a San Paolo, Brasile - AR Arquitetos, Marina Acayaba + Juan Pablo Rosenbergdi Denise Araújo Azevedo

Conservazione sostenibileRiqualificazione di una fattoria in Extremadura, Spagna - ÁBATON Arquitecturadi Camino Alonso, Ignacio Le-chón, Carlos Alonso

Patio House. Recupero open spaceRiqualificazione di una casa a patio nel distretto di Gracia, Bar-cellona - Carles Enrich arquitec-tura + urbanismedi Carles Enrich

Loft GUno spazio domestico contem-poraneo nel centro storico di Pa-dova - Tomas Ghisellini Architettia cura di Federica Maietti

Un eco-quartiere sostenibileEdificio multipiano destinato ad Housing Sociale a Santeramo in Colle, Bari - SKP Architecture + Bucci Ingegneriadi Jonny Sturari, Johan Kohls, Camille Petit

Abitare la necessitàI progetti vincitori del contest del Laboratorio di Progettazione Ar-chitettonica 1 ABC, Dipartimen-to di Architettura di Ferrara, A.A. 2012/2013di Tomas Ghisellini, Andrea Ri-naldi, Marco Pavarani

Nobelhuset, Nobel Centre, Stoccolma, SveziaDavid Chipperfield Architetcts

Elbphilharmonie, Amburgo, GermaniaHerzog & de Meuron

Congresso das Garrafas, Braga, PortogalloTiago do Vale Arquitectos

Decumanus Caffè, FirenzeStudio Mimesi 62

Frank O. Gehry | Dr Chau Chak Wing Building, Sydney, Australia www.youtube.com/progettisti

Henning Larsen Architects | ESS - European Spallation Source, Lund, Sveziawww.youtube.com/progettisti

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18 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

MATERIALI | LATERIZITra mare e campagnaUn ritmo dettato dalla verticalità e dalle facciate

La particolarità dell’area, prospi-ciente il mare e con vista sulla parte storica della città di Anco-na e considerata la forma stretta ed allungata del lotto, ha sugge-rito la realizzazione di un edificio con un fronte di 100 metri inter-rotto da sei corpi scala che col-legano i quattro piani fuori terra che creano quattro canocchia-li passanti tra il mare e la retro-stante campagna.Il progetto prevede la costruzio-ne di un edificio a uso residen-ziale comprendente 38 unità im-mobiliari e un piano destinato a parcheggi per un totale di circa 50 posti auto. Ogni corpo sca-la è dotato di ascensore; i corpi sono stati intonacati e vernicia-ti in colore rosso in maniera ta-le che fosse esaltata la loro ver-ticalità e ritmassero l’alternan-za coi i volumi trattati con mat-tone e brise soleil.Il basamento dell’edificio è com-posto da un corpo aggettante rivestito in mattone facciavista che crea ampie terrazze per i piani superiori.Il prospetto lato monte, nel qua-le si affacciano camere e servizi, è più chiuso di quello fronte ma-re ed è caratterizzato dall’alter-nanza di parti intonacate e fac-ciavista diversamente aggettan-ti e che differiscono nei cinque blocchi di residenze.Il retroprospetto che si apre ver-so la campagna è caratterizzato da tre livelli fuori terra, rispetto a quello lato mare che ne prevede quattro; al piano terra sono pre-visti una serie di giardini priva-ti per meglio esaltare il rappor-to tra interno ed esterno.La zona giorno di tutti gli appar-tamenti si affaccia sul mare e si protende ulteriormente verso di esso attraverso balconi abitabili a sbalzo con profondità di 3 me-tri schermati con pareti in brise soleil di laterizio colore cham-pagne che caratterizzano forte-mente l’architettura del proget-to ed evitano le classiche “per-sonalizzazioni” (tende, gazebi, pareti schermanti, ecc.) poste in opera dai proprietari, che il più delle volte deturpano quan-to pensato dal progettista e limi-tano problemi di introspezione.Le porzioni di parapetto non provviste di schermature in la-terizio sono realizzate in lastre di vetro trasparente che con-sentono, posizionandosi sedu-ti nei soggiorni, una migliore vi-sione del mare.Particolari i colori del laterizio scelto per il faccia vista e per il brise soleil, entrambi prodotti da SanMarco – Terreal Italia: il ba-samento è stato rivestito da Vivo, mattone tipo a mano pasta mol-le, scelto accuratamente nel co-lore giallo senza sabbia in super-ficie e messo in opera a cortina, mentre i frangisole tubolari, Au-tan color champagne, a sezione quadrata sono prodotti con diffe-renti tecnologie ed assemblati a secco su strutture in alluminio.La struttura portante è in ce-mento armato, con murature perimetrali a “cassetta”, il tutto opportunamente coibentato, in-tonacato e tinteggiato di colore chiaro tipo RAL 9010. Il manto di copertura è in tego-le di laterizio tipo portoghese.Il complesso residenziale è do-tato di una corte esterna priva-ta di circa 1000 mq.

Per informazioniwww.brau.it

Frangisole Autan

Il frangisole Autan realizza un sistema di scher-matura attraverso elementi in laterizio prodot-ti per estrusione di argille pregiate seleziona-te. Gli elementi in cotto sono fissati su di una struttura metallica (normalmente in lega di al-luminio) in modo da lasciare sul retro dell’ele-mento una camera d’aria in collegamento con l’ambiente esterno; attraverso l’ingegnerizza-zione della struttura portante è possibile rego-lare la schermatura secondo le esigenze pro-gettuali, in funzione della destinazione d’uso degli ambienti, dell’esposizione delle facciate e dello zenith estate/inverno. Il sistema fran-

gisole realizza una schermatura solare modu-labile tramite la distanza tra i singoli frangiso-le e l’inclinazione degli stessi; inoltre, con l’ir-raggiamento solare, viene sfruttato l’effetto-massa del laterizio, con conseguente miglio-ramento della termo-igrometria del fabbricato.Oltre ai materiali per inserimento in facciata, SanMarco ha a disposizione una vasta gam-ma di elementi per facciata, sempre in laterizio.Gli elementi presentano colori caldi con le na-turali sfumature della terracotta naturale e con-servano nel tempo le loro peculiari caratteristi-che tecniche ed estetiche.

Vivo SanMarco

Risultato della continua ricerca dei Laboratori SanMarco – Terreal Italia, azienda di riferimen-to nella produzione di prodotti e sistemi in late-rizio, Vivo SanMarco è una nuova e rivoluziona-ria linea nel campo del faccia a vista: un esclu-sivo processo produttivo permette di disarma-re l’argilla dallo stampo senza utilizzare la sab-bia, creando una superficie liscia e lineare, che esalta i naturali riflessi dell’argilla.I materiali sono quelli di sempre, solo argilla, ac-qua e fuoco: alla qualità del mattone “tipo a mano” SanMarco si sono aggiunti i colori della natura. È disponibile in quattro tonalità: giallo vivo, ro-sa vivo, rosso vivo, rosso massimo a cui si ag-giungono le colorazioni grigie in tre tonalità e nei classici formati mattone, tavella, e listello

oltre che in tutta la gamma dei pezzi specia-li, che consentono realizzazioni complete sot-to ogni profilo.L’assenza di sabbia in superficie rende Vivo per-fetto per le finiture d’architettura di interni: non richiede spazzolatura ed è subito pronto alla po-sa donando una luminosità calda e avvolgente a pareti e sottotetti.I riflessi intensi e cristallini delle superfici le-vigate fanno di Vivo la scelta ideale anche per gli esterni e per l’arredo urbano. I profili netti e decisi offrono la possibilità di creare particola-ri effetti prospettici per le moderne architetture.Con questa varietà la tradizione del faccia a vi-sta si evolve, e apre nuove prospettive per l’ar-chitettura.

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19Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

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- Prove di carico (ISO 9712): dalle regole al collaudo;

- Indagine georadar ( ISO 9712): Ground-Penetrating Method;

- Progettazione strutture in ac-ciaio (ISO 9712) tramite me-todologie: Visual Testing, Ma-gnetoscopia e Liquidi pene-tranti;

- Indagini diagnostiche strut-turali conoscitive su muratu-re (ISO 9712) tramite le se-guenti metodologie: Marti-netti piatti, Indagine sonica, Indagine visiva

Per informazioniwww.protocollosicurezzacasa.it

MOSTREGli oggetti misteriosi di Gio PontiL’aeroporto di Malpensa diventa per lui un palcoscenico

Tre opere del grande architetto e designer milanese Gio Ponti, raccolte nella mostra “Oggetti misteriosi”, saranno in mostra presso La Porta di Milano, all’a-eroporto di Milano Malpensa, fi-no al 31 marzo 2015.La Porta di Milano è un’ope-ra architettonica inaugurata nel 2011, che, oltre ad accogliere le persone in transito all’aeroporto, è anche un palcoscenico adatto a ospitare iniziative d’arte e mo-stre temporanee.La tecnologia Artemide ha per-messo di creare un progetto di luce, studiato appositamen-te per questo spazio espositivo, in grado di gestire con la mas-sima flessibilità le diverse sce-ne luminose, modificabili di vol-

ta in volta, per creare affinità e coerenza con gli eventi artisti-ci proposti a cadenza periodica nella struttura.I proiettori Picto 125 LED, mes-si a punto da Artemide con uno speciale adattatore 3000K DA-LI, e installati in modo perma-nente nello spazio, consentono di rendere perfettamente visibi-li ai passanti visitatori le opere esposte; il controllo DALI, che permette la modulazione delle luci, definisce al meglio i valori di illuminazione nell’intero am-biente, in base alle necessità di allestimento scenico delle opere.Artemide ha già illuminato i la-vori di altri due importanti mae-stri dell’arte del Novecento, Fau-sto Melotti

e Marino Marini, ospitate in que-sto spazio nelle precedenti mo-stre. Il terzo appuntamento è con Gio Ponti, che nel 1969 ha dise-gnato per Artemide la lampada Fato, diventata un vero e proprio oggetto di culto.

La mostra “Oggetti Misterio-si” ospiterà tre lavori inusua-li di Ponti:- l’installazione “Espressio-

ni” del 1966 dello showro-om Ideal Standard, dove l’ar-chitetto riempie lo spazio con bianchi obelischi di diverse altezze;

- la “Cattedrale di Los Ange-les” del 1967, una grande scultura in acciaio inossida-bile composta da sottili lami-ne in forma di angelo;

- i Pavimenti per gli uffici del-la “Salzburger Nachrichten” di Salisburgo del 1976, dove Ponti compone uno straordi-nario pavimento come fosse una pittura.

EVENTIForumPiscine: sapere e saper fare In mostra a Bologna dal 19 al 21 febbraio 2015

L’Expo. Torna sul palcoscenico della Fiera di Bologna il Salone in-ternazionale delle piscine e delle Spa che, edizione dopo edizione, si è conquistato un posto di pri-mo piano tra gli appuntamenti in-ternazionali del settore. La setti-ma edizione di ForumPiscine ac-coglierà aziende e professionisti provenienti dall’Italia e dal baci-no del Mediterraneo, dai mercati dall’estremo oriente e di oltreoce-ano, in un’unica area espositiva in concomitanza con ForumClub, l’e-vento b2b da 16 anni riferimento in Italia e in Europa per i settori fit-ness e wellness. Con 18.000 nuo-ve piscine private all’anno e oltre 6 milioni di praticanti nuoto e attività in acqua, il mercato italiano del-la piscina offre un importante po-tenziale di crescita: la ricca offerta merceologica con tecnologie, pro-dotti, servizi e accessori per pisci-ne pubbliche e private, centri be-nessere e termali, impianti sporti-vi e strutture ricettive, favorirà l’in-contro tra gli oltre 160 espositori attesi e un pubblico qualificato di progettisti, architetti, buyer, instal-latori, gestori e privati interessati. A ForumPiscine torna anche SPA-TECH, il percorso espositivo dedi-cato all’allestimento di una perfet-ta area wellness.Il congresso. Al Palazzo dei Con-gressi, ForumPiscine presenterà un rinnovato calendario di incon-

tri su aquatic management, pro-gettazione, normative e sicurez-za, da abbinare ai tanti workshop aperti gratuitamente agli opera-tori, organizzati da aziende e as-sociazioni di categoria, a comin-ciare da Assopiscine.

Design italiano. Quinta edi-zione dell’Italian Pool Award: i riconoscimenti nelle cate-gorie Commerciale (Indoor e Outdoor), Residenziale (Indoor e Outdoor in forma geometrica

e libera), Biopiscine e Speciale Facebook saranno consegna-ti venerdì 20 febbraio durante ForumPiscine.

Per informazioniwww.forumpiscine.itwww.facebook.com/editrice.il-campo

Giò Ponti. Oggetti Misteriosi

Aeroporto di Milano Malpensa – Porta di Milano (Terminal 1)29 ottobre 2014 – 31 mar-zo 2015

Scarica l’APP di ForumPiscine su iTunes e Play Store

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20 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

SISTEMI DI FISSAGGIONuove Certificazioni CE per le viti a Legno TecfiIn seguito alla recente revisione delle NTC

Recentemente è stata appro-vata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici una revisio-ne delle Norme Tecniche per le Costruzioni, al vaglio del Mini-stero delle infrastrutture al mo-mento della stesura del presen-te articolo. Il testo licenziato dal CSLP presenta diverse novità in molti settori della progettazio-ne; per il paragrafo 4.4, relati-vo alle strutture in legno, è stata proposta una sostanziale modi-fica dei coefficienti di sicurezza: tali modifiche avvicinano i valo-ri dei coefficienti di sicurezza a quelli previsti dall’Eurocodice 5.

Per i connettori di forma cilin-drica come chiodi, viti, cam-brette, spinotti e bulloni, il co-efficiente di sicurezza proposto è pari a 1,35, circa il 10% più basso rispetto al valore di 1,5 attualmente in vigore per que-sto tipo di connessioni. Tale mo-difica dei coefficienti di sicurez-za, se approvata in fase fina-le, permetterebbe al progetti-sta di dimensionare le struttu-re in modo più efficiente, ridu-cendo il numero di connettori da adoperare rispetto alla ver-sione precedente del testo del-le Nuove NTC.

Tecfi S.p.A., azienda specia-lizzata nel settore dei fissag-gi e delle connessioni struttu-

rali, ha recentemente ampliato la propria gamma di viti certi-ficate per ancoraggi strutturali su costruzioni in legno. Il forte interesse di progettisti e com-mittenti verso le strutture lignee è dovuto soprattutto ad una cre-scente sensibilità del mondo delle costruzioni alle tematiche della sostenibilità delle struttu-re, caratteristica intrinseca del legno e dei suoi derivati.

Per affiancare il progettista nel dimensionamento e la verifica delle connessioni ed offrire la più ampia gamma possibile di soluzioni nel settore degli anco-raggi per le costruzioni di legno, la Tecfi ha sottoposto ai severi test previsti della normativa eu-ropea EN14592:2008+A1:2012 le gamme di viti per legno: TTe, FT, FJ, TK, TJ, TM, BA01, AG, GX, KX, GL.

La normativa di riferimento specifica i requisiti e i metodi di prova per materiali, geome-tria, resistenza, rigidezza e du-rabilità degli elementi di col-legamento di forma cilindrica da utilizzare nelle strutture li-gnee. I prodotti Tecfi sottopo-sti a valutazione secondo la EN 14592:2008+A1:2012 hanno soddisfatto tutti i criteri di va-lutazione proposti dalla norma-tiva europea e, per questo mo-

tivo, hanno conseguito la mar-catura CE in accordo al Rego-lamento sui Prodotti da Costru-zione UE 305/2011.

Tra le viti Tecfi marcate CE, ol-tre a quelle classiche zincate, ci sono quelle in acciaio inox e con trattamenti superficia-li speciali che consentono di eseguire connessioni legno-legno o acciaio-legno anche in luoghi esposti ad agenti atmo-sferici o condizioni ambientali aggressive.

Sul sito www.tecfi.it sono già disponibili le Dichiarazioni di Prestazione (DoP) degli arti-coli in oggetto, conformemen-te a quanto previsto dalle nor-me vigenti.

Per informazioniwww.tecfi.it

SOSTENIBILITÀLe case in legno QboCostruire sostenibile

Secondo una definizione data da Gro Harlem Brundtland nel lon-tano 1987 lo sviluppo si defini-sce sostenibile quando soddi-sfa i bisogni del presente sen-za compromettere la possibilità delle generazioni future di sod-disfare i propri bisogni. Costruire è l’attività umana a più alto im-patto ambientale e la più antica. Non si può smettere di costrui-re, ma lo si deve fare meglio ed in modo sostenibile. Ciò signifi-ca garantire ai nostri figli quan-tomeno risorse ed ambiente ri-cevuti dai nostri genitori. È una questione di cultura e di forma-zione per le nuove generazioni che si concretizza nel concet-to di costruire senza sprecare o distruggere le risorse naturali.Costruire per la Qbo s.r.l. signifi-ca curare nei minimi particolari gli aspetti ecologici e biologici,

per conservare al meglio territo-rio e ambiente e proteggere co-sì, con una casa sana, anche la salute di chi la vive. Ogni casa in legno è caratterizzata da so-luzioni tecniche finalizzate ad un elevato risparmio energetico.Oggi più che mai l’attenzione è rivolta a contenere i consu-mi attraverso nuove soluzioni costruttive.Semplici accorgimenti nel-la scelta dell’unità di riscalda-mento spesso portano, in termi-ni economici, notevoli risparmi.Non vi è limite alle fonti di ap-provvigionamento di energia na-turale, basta saperle sfruttare ed avere la giusta mentalità per in-stallarle nella propria abitazione. Ad esempio una pompa di calore di ultima generazione, una pia-stra ad induzione per cucinare e un impianto fotovoltaico debita-

mente proporzionato permetto-no di staccarsi definitivamente dalla rete del gas-metano; cu-cinerete, vi scalderete e godre-te del raffrescamento estivo a costo zero.Forse non tutti sanno che una casa in legno possiede elevate prestazioni meccaniche, supe-riori a qualsiasi abitazione co-struita in edilizia tradizionale, sia in caso di sisma che in caso di incendio.Approfonditi studi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) hanno dimostrato che un edifi-cio di sette piani completamen-te in pannelli di legno ad assi in-crociati resiste alle più violente scosse sismiche (Magnitudo 7,2 della scala Richter), senza subi-re collassi tali da mettere in pe-ricolo di vita gli occupanti. Mol-ti altri test condotti da enti spe-cializzati hanno dimostrato an-che la notevole resistenza al fuo-co delle case in legno.Oltre a resistere a incendi pro-lungati, garantiscono l’incolumi-tà delle persone negli ambien-ti circostanti alle fiamme, poi-ché la temperatura interna non subisce variazioni significative.Le case in legno Qbo sono rea-lizzate con materiali di assolu-ta qualità ad iniziare dalle pare-ti portanti, comunemente det-te X-LAM, di produzione nord-europea.

Per informazioniwww.qbosrl.com

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21Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

ISOLAMENTO TERMICOL’efficienza energetica non deve essere un privilegioNeopor® di BASF per tre progetti green tra Austria e Francia

Neopor® è il polistirene espan-dibile di nuova generazione, cre-ato e prodotto da BASF, in grado di offrire elevate prestazioni iso-lanti grazie alle particelle di gra-fite presenti al suo interno. I pro-dotti isolanti in questo materiale rappresentano la soluzione idea-le per ridurre le perdite di calo-re attraverso pareti, solai e co-perture dell’edificio; sono inol-tre efficaci per tutti gli impieghi in cui è necessario intervenire con spessori limitati, sia si trat-ti di nuove costruzioni che di ri-strutturazioni di edifici esistenti. Fra le molte possibili applica-zioni, le lastre in Neopor® so-no ideali per la realizzazione di sistemi a cappotto, la migliore soluzione per l’isolamento ter-mico di edifici nuovi ed edifici in ristrutturazione. Tra Francia e Austria ecco alcu-ne applicazioni di pregio in cui il Neopor® BASF ha rivestito un ruolo da protagonista.

Neopor® per il primo edificio di social housing in Francia ad alta efficienza energeticaIl progetto di social housing La Clairière, nel comune di Bètheny, in Francia, dimostra che le abita-zioni ad alta efficienza energe-tica non sono privilegio esclusi-vo di soggetti con molte risorse economiche. BASF e Le Foyer Rémois, società di social hou-sing, hanno attivamente colla-borato per la realizzazione del primo edificio eco-sostenibile di edilizia residenziale pubblica in Francia nei pressi di Reims. Si tratta di un edificio residen-ziale di 13 unità abitative, dota-to di un sistema di ventilazio-ne meccanica con recupero del calore e un impianto solare ter-mico per la produzione di ac-qua calda sanitaria. L’involucro ha un sistema di isolamento ter-mico a cappotto per le chiusu-re verticali, un taglio termico in corrispondenza delle fondazio-ni con lastre coibenti, entrambi Made of Neopor® e serramenti con triplo vetro. In questo modo sono drasticamente ridotte le dispersioni di calore, abbattendo

di conseguenza i consumi energetici per il riscaldamento: il fabbisogno è di solo 15 kWh per m2 all’anno.

Il cappotto in Neopor® nel cuore del quartiere eco-so-stenibile di ParigiSituato nella zona di sviluppo urbano, “ZAC” Clichy-Batignol-les, il progetto Quintessence è un esempio di architettura mo-derna ed “ecosostenibile”. Que-sto edificio residenziale di 10 piani, inaugurato nel luglio del 2012, dopo due anni di costru-zione, contiene 96 unità abitati-ve di cui 20 destinate al social housing, per una superficie to-tale di 7.500m2.Per raggiungere gli ambiziosi requisiti di comfort, prestazione energetica e controllo dei costi, lo studio Périphériques Archi-tectes Jumeau + Marin + Trot-tin ha pensato ad un edificio mo-nolitico, innovativo nella forma, design e funzioni. Le caratteristiche economiche, termiche e meccaniche del ma-teriale, combinate con le solu-zioni tecniche del sistema a cap-potto, sono state in grado di uni-re estetica, performance e resi-stenza con un approccio perfet-tamente eco-sostenibile.

Wälderhaus di Amburgo: la soluzione in Neopor® per il tetto verdeL’ente tedesco per la tutela del-le foreste, Schutzgemeinschaft Deutscher Wald, ha portato il verde nella città di Amburgo, con la struttura Wälderhaus, em-blema del perfetto connubio tra edificio, ambiente e sostenibili-tà. In copertura è stato realizza-to uno spazio verde, con 9.000 arbusti e 500 alberi. L’edificio, di cinque piani e 6.000 m2, ha un fabbisogno energetico bassissi-mo, pari al 50% del limite stan-dard (fissato nel 2009 dalla Di-rettiva sul Rendimento Energeti-co degli Edifici), grazie alle ridot-te perdite di calore per trasmis-sione (30% al di sotto dello stan-dard). Neopor® di BASF è stato utilizzato nell’edificio per l’iso-

lamento della copertura verde: i pannelli opportunamente sago-mati, garantiscono, oltre all’ef-ficace isolamento termico, un’i-donea pendenza al tetto piano. Le lastre in Neopor® hanno un bassissimo coefficiente di as-sorbimento d’acqua e, anche in caso di danneggiamento dello strato impermeabile, mantengo-no inalterate le proprietà isolanti.

/ Leonardo da Vinci /

Sistemi SanMarco. Una perfetta sintesi per i progetti più complessi.

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SISTEMI SANMARCO. PRODOTTI, SERVIZI E KNOW-HOW DALLA TUA PARTE. SanMarco presenta soluzioni integrate di prodotti e accessori funzionali per coperture,pareti e pavimenti. Tutta l’esperienza, l’autorevolezza e la consulenza di un grande leaderal servizio delle moderne esigenze di architetti e progettisti.

Il complesso Wälderhaus. Foto di Stephan Falk

Progetto QuintessenceFoto di Sergio Grazia, Studio archittetura “Périphérique Architectes”

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22 ARCHITETTI - Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014

COMFORT INDOORSistemi di ventilazione meccanica controllata RehauRecuperare fino al 90% di energia

a cura della [email protected]

I sistemi di ventilazione meccani-ca controllata Rehau sono studia-ti per assicurare la massima qua-lità e igiene dell’aria indoor, evi-tando gli sprechi energetici dovu-ti all’operazione di apertura delle finestre, e consentono di recupe-rare fino al 90% di energia, grazie al recuperatore di calore ad altis-sima efficienza di cui sono do-tati. La nuova gamma AIR inclu-de macchine basate su sistema a doppio-flusso con portate nominali che vanno da 150 a 600 m3/h per l’edilizia residenziale individuale e collettiva, e da 700 a 3.400 m3/h, per il terziario. Declinati in diverse linee di prodotto e modelli, con o senza by-pass, i sistemi di venti-lazione meccanica controllata Re-hau assicurano un costante afflus-so di aria fresca ed evitano la pro-liferazione di muffe negli ambien-ti grazie a due ventilatori per l’im-missione e l’emissione dell’aria. Lo scambiatore di calore a flussi incrociati, che recupera l’energia

dall’aria estratta, ripulendola dagli agenti inquinanti e dall’eccesso di umidità e cedendola a quella im-messa, permette, invece, di ridur-re i consumi energetici per la cli-matizzazione. Associabili ad una serie di controlli molto evoluti con caratteristiche differenti per soddi-sfare qualsiasi esigenza, i sistemi Rehau sono completati da un’am-pia gamma di accessori e comple-menti per la distribuzione dell’a-ria che permettono l’installazio-ne a soffitto, pavimento o parete, a seconda della macchina scelta. Grazie al software di configurazio-ne on-line, è possibile dimensio-nare e calcolare i valori sulla base di richieste specifiche del cliente. Per le informazioni tecniche sui si-stemi Rehau è possibile scaricare l’applicazione gratuita Rehau docs, da App Store e da Google Play.

Per informazioniwww.rehau.it

MATERIALI | LATERIZIEdificio 2226Comfort e risparmio energetico a impiantistica zero

a cura della Redazioneredazione [email protected]

Lo studio d i archi tet tura Baumschlager Eberle ha scelto le soluzioni rettificate in laterizio Wienerberger per un concept in-novativo, che coniuga la ricerca della massima semplicità con i ri-sultati di efficienza più avanzati.“Fare le cose nel modo più sem-plice possibile”, questo è stato il leitmotiv che ha guidato l’archi-tetto Dietmar Eberle durante la progettazione di nuova costru-zione di cinque piani unica nel suo genere realizzata a Luste-nau, nella regione austriaca del Vorarlberg: garantire una tempe-ratura interna costante compre-sa tra i 22 ed i 26°C (di qui il no-me “2226”) senza alcun appor-

to fornito da impianti di ventila-zione meccanica, riscaldamen-to o raffrescamento.L’ambizioso progetto vuol essere una dichiarazione d’intenti con-tro l’abuso di tecnologie sem-pre più sofisticate nel comparto edilizio che, se da un lato nasco-no dal nobile intento di abbatte-re i consumi e realizzare edifici ambientamene sostenibili, ren-dono dall’altro lato alcuni orga-nismi architettonici contempo-ranei delle “macchine” delica-te e di difficile gestione. “Edificio 2226” rappresenta in-vece il manifesto del “low-tech”, realizzato per dimostrare che si può realizzare un ambiente sa-

no e confortevole senza alcun apporto impiantistico.Elemento chiave per garantire il successo di quest’idea rivo-luzionaria è ovviamente gioca-to dal disegno dell’involucro di straordinaria architettura, rea-lizzato con un perfetto equili-brio tra strutture vetrate e opa-che che si ripetono sulle quat-tro facce di un monolitico paral-lelepipedo, in cui forma e dimen-sione degli infissi sono state at-tentamente progettate per assi-curare il corretto apporto solare, 365 giorni all’anno. Si è così ri-usciti a creare un edificio com-patto, poco disperdente, in gra-do di garantire il giusto apporto

solare nell’arco della giornata.

Forma e sostanza: i lateri-zi Wienerberger per le pare-ti doppie perimetrali di Edi-ficio 2226La facciata è composta da una imponente struttura monolitica costruita come una intercapedi-ne in laterizio Wienerberger, per uno spessore totale di 76 cm, in-tonacato sia esternamente che internamente a grassello di cal-ce. Partendo dall’interno, la stra-tigrafia prevede una doppia fo-dera di laterizi a incastro, a setti sottili, della linea Porotherm BIO, spessore 38 cm. L’elevata mas-sa offerta dal laterizio consente quindi di bilanciare le differen-ze di temperatura tra l’ambien-te interno ed esterno, mantenen-do nel tempo questo equilibrio.Gli infissi che, per aumentare la superficie illuminante, sono a tut-ta altezza, sono realizzati con vetri tripli basso emissivi, con standard da casa passiva. Ma le similitudini con le case passive finiscono qui. Al contrario della complessità tec-nologica dello standard passivo, infatti, questo edificio propone un sistema semplicissimo per man-tenere le temperature interne nel range prefissato: un software re-gistra temperatura interna, umi-dità relativa e CO

2, mantenendo il comfort ottimale con la semplice gestione degli infissi, la cui aper-tura e chiusura viene gestita in maniera centralizzata. E il riscal-damento? Sono sufficienti gli ap-porti gratuiti: il calore umano (ogni persona produce 80 watt), i pc, le

fotocopiatrici e addirittura le mac-chine del caffè. Quindi in questo caso la tecno-logia viene utilizzata solo per ot-timizzare scelte naturali, ovvero calibrando la ventilazione natu-rale, diurna in regime inverna-le, notturna durante l’estate. “E questo è tutto quello che c’è in termini di dispositivi tecnologici “, riassume l’architetto Eberle. L’obiettivo dell’Architetto Eber-le è quello di costruire edifici a prezzi accessibili a tutti. È già infatti in corso un altro proget-to, sempre in Austria, per rea-lizzare un edificio “low-tech” in laterizio massivo dedicato al so-cial housing.

Wienerberger al Klimahouse 2015Dopo il successo della parteci-pazione dello scorso anno con

un trend molto positivo di visi-tatori, Wienerberger rinnova la propria presenza alla prossima edizione della fiera Klimahou-se 2015 che si terrà a Bolzano dal 29 gennaio al 1° febbraio. Wienerberger, leader mondiale nella produzione di laterizi, vi aspetta allo stand B 10/27 set-tore AB per presentare le pro-prie soluzioni per la progetta-zione innovativa e il costruire sostenibile e le ultime novità, frutto di una costante ricerca, pensate per soddisfare qualsia-si esigenza costruttiva con so-luzioni sempre più performanti che lasciano il segno. Per sco-prire i dettagli del progetto e le altre soluzioni venite a trovar-ci in fiera!

Per informazioniwww.wienerberger.it

Foto: Norbert Prommer

Foto: Norbert Prommer

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23Numero 4 | Ottobre-Dicembre 2014 - ARCHITETTI

[VETRINAKLIMAHOUSE]

Roto FrankDesigno RotoTronic

Sono in via di ultimazione i lavori per la nuova sede della Procura del Tribunale di Monza, in via Solera. Era fondamentale assicurare un adeguato livello di prestigio per il nuovo edificio, in analogia a quello dei corpi di fabbrica da restaurare, garantendo un elevato livello di comfort abitativo, grazie all’uso di materiali dalle elevate caratteristi-che funzionali ed estetiche. Non è stata di minore importanza la scelta delle finestre per la costruzione della nuova mansarda, la cui futura destinazione a locale per uffici ha reso fondamentale garantire un elevato livello di comfort all’interno degli ambienti, oltre a una perfetta integrazione estetica delle finestre con l’ambiente storico circostante. È stata scelta la finestra per tetti dell’azienda Roto Frank: Si è optato per Designo RotoTronic WDT R68A H WD CU, un modello di finestra per tetti con apertura a bilico conven-zionale, nella variante elettrica, con

isolamento preinstallato di serie, in legno naturale con finiture esterne in rame, caratterizzato da vetrocamera con doppio vetro di sicurezza a iso-lamento termoacustico e con valore termoisolante pari a Uw 1,2 Wm²K.

Per informazioniwww.roto-frank.itwww.casaroto.it

BASFNeopor

Il Neopor è stato utilizzato per la ri-qualificazione energetica del quartie-re residenziale Brunck a Ludwigsha-fen. Attraverso criteri di analisi simili a quelli utilizzati per calcolare la riduzione dei consumi rispetto a quanto progettualmente pianificato, è stato possibile determinare la riduzione di CO2 ottenuta grazie agli interventi di risparmio energetico per tutto il quartiere. La riduzione della quantità di CO2 emessa va dal 70 all’86 percento, in base alle diverse tipologie di costruzione. Per quanto riguarda la prestazione complessiva del quartiere Brunck, negli ultimi 10 anni sono state risparmiate circa 8.300 tonnellate di CO2. Un altro dato rilevante è legato al tipo di isolamento principalmente,utilizzato: Neopor. L’analisi del ciclo di vita di questo materiale ha dato ottimi risultati: l’energia grigia, ovvero l’energia utilizzata per la produzione, il tra-sporto e lo smaltimento del prodotto, è stata compensata dopo solo un anno, grazie ai risparmi energetici

sul riscaldamento ottenuti dai diversi interventi di isolamento. La verifica tecnica del sistema a cappotto, eseguita da un ispettore accreditato e pubblicamente ricono-sciuto, ha evidenziato che il sistema

a cappotto con Neopor, dopo 12 anni dall’installazione, è in condizioni eccellenti.

Per informazioniwww.basf.com

ClivetGaia L

Gaia L è l’innovativa pompa di calore in due sezioni per il comfort soste-nibile in ambito domestico con la massima integrazione impiantistica ed architettonica.L’unità, che privilegia sempre le fonti rinnovabili, presenta un’elevatissima efficienza stagionale grazie alla tec-nologia inverter applicata al compres-sore e al circolatore, che permette di modulare la velocità del compressore e la portata dell’acqua in funzione del reale fabbisogno dell’impianto. La batteria idrofilica, inoltre, garantisce la massima efficienza in ogni con-dizione di utilizzo, mentre la valvola termostatica elettronica ottimizza il funzionamento del circuito frigorifero. Anche la produzione di acqua calda sanitaria avviene con la massima effi-cienza: lo scambiatore a piastre saldo brasate assicura uno scambio termico di gran lunga migliore rispetto alle soluzioni tradizionali con scambia-tore statico immerso nell’accumulo; il circolatore DC inverter dedicato

permette il ricircolo acqua sanitaria sull’impianto. Sotto il profilo della silenziosità, infine, Gaia L si pone ai vertici della categoria, grazie al profilo ottimizzato del ventilatore e alla modulazione del ventilatore e del compressore in funzione delle condizioni esterne e di carico dell’impianto.

Per informazioniwww.clivet.com

Fornaci laterizi DanesiPoroton Plan TS8, Normablok Più, Thermokappa

Poroton Plan TS8 è l’innovativo sistema rettificato che, unico sul mercato, coniuga ai ben noti vantaggi del sistema rettificato le prestazio-ni isolanti del polistirene espanso

additivato di grafite, generando quindi un sistema costruttivo dalle eccellenti performance.Normablok Più è un sistema costrut-tivo completo brevettato, dalle alte

prestazioni termoacustiche e mecca-niche, in grado di coniugare praticità, efficienza, economia e velocità di messa in opera. Le elevate prestazioni termiche sono garantite dall’iniezione di polistirene espanso caricato con grafite. Thermokappa è la linea di prodotti in laterizio ad alto contenuto tecno-logico. THERMOK30 e THERMOK24 sono blocchi in laterizio porizzato nati per realizzare eccezionali pareti di tamponamento ad elevatissime prestazioni rispondenti alle normative, con standard qualitativi d’eccellenza.La loro caratteristica geometria presenta appositi fori nei quali, come ultima fase di un processo produttivo qualitativamente garantito, vengono posizionati inserti in Neopor®.

Per informazioniwww.danesilaterizi.it

L’IsolanteEchoray

Echoray è una lastra per isolamento termico ed acustico delle facciate per il sistema cosiddetto a “cappot-to” che coniuga in un solo prodotto ottime performance termiche ed acustiche. Oltre a vantare una con-ducibilità termica λD di 0,031 W/mK aggiunge ottime prestazioni acusti-che permettendo così di soddisfare tutte le esigenze di comfort interno alla costruzione nel rispetto del risparmio energetico e del benessere abitativo.Le caratteristiche di isolamento acustico derivano da un processo di elasticizzazione controllata che permette di ottenere eccellenti valori di rigidità dinamica.Le proprietà elastiche di Echoray risultano idonee a ridurre la pro-pagazione delle vibrazioni per via solida (bassa rigidità dinamica s’). Il sistema è composto da tre elementi: la muratura di supporto considerata rigida e continua, di massa molto più elevata degli altri due strati; l’isolante che funge da molla, ovvero

rappresenta il materiale che deve smorzare l’onda d’urto del rumore; l’intonaco esterno che rappresenta l’elemento rigido ripartitore dell’e-nergia meccanica che l’onda sonora provoca sulla superficie d’impatto.

Per informazioniwww.lisolante.it

PrefaPluviale Quadro Prefa

Prefa, l’azienda di riferimento nel settore delle coperture e dei rive-stimenti per facciate in alluminio, sarà presente alla fiera Klimahouse 2015 che si svolgerà a Bolzano dal 29 Gennaio al 1° Febbraio prossimi, per presentare, insieme alla sua ricca gamma di sistemi di rivestimento in alluminio, una interessante novità per tutti coloro che sono sempre alla ricerca di soluzioni originali in grado di abbinare l’affidabilità tecnica a design innovativi.Prefa Italia vi aspetta allo stand A03/14 - Settore AB con i suoi tecnici specializzati e i suoi consulenti per presentarvi le ultime novità fra cui il nuovo Pluviale Quadro Prefa, un inno-vativo sistema di smaltimento acque pensato per l’architettura moderna, ideale per completare i progetti di copertura realizzati con i Sistemi in alluminio Prefa.

Per informazioniwww.prefa.com

YTONG – Xella ItaliaMultipor 042

Xella Italia, azienda del Gruppo Xella, produce e commercializza elementi in calcestruzzo cellulare. Presenterà le proprie soluzioni per l’edilizia alla fiera Klimahouse che si svolgerà a Bolzano

dal 29 Gennaio al 1 Febbraio 2015 e vi aspetta presso lo stand B06/30. In oc-casione dell’appuntamento di Bolzano sarà presentato al pubblico YTONG Academy, il nuovo centro di formazione

permanente ubicato a Pontenure (Piacenza) in cui si terranno a partire da Febbraio corsi di posa e seminari tecnici rivolti agli operatori del settore, applicatori, imprese e progettisti con l’obiettivo di approfondire le principali tematiche teoriche e pratiche su rispar-mio energetico, acustica, sostenibilità, efficacia della corretta posa in opera.Xella vi aspetta a Klimahouse anche per presentare, fra le soluzioni costruttive per l’edilizia sostenibile, il nuovo pannello Multipor 042, una soluzione con miglio-rate prestazioni di isolamento termico e bassa permeabilità al vapore. Il pannello isolante Multipor 042, caratterizzato da uno spessore ridotto è specificatamente studiato per l’isolamento interno, per-mettendo di migliorare ulteriormente l’efficienza energetica dell’edificio. Inoltre grazie alla sua leggerezza è facile da applicare e permette una migliore movimentazione nell’utilizzo per interno.

Per informazioniwww.ytong.it

BetonrossiDrainbeton

Drenante, fonoassorbente, altamente performante e di facile lavorabilità: è l’innovativo Drainbeton di Betonrossi, un prodotto con caratteristiche este-tiche e prestazionali uniche, che lo

rendono ideale per un ampio spettro di applicazioni, quali: parcheggi, piazzali di sosta e piazze pedonali; piste ciclabili; pavimentazioni stra-dali; percorsi per impianti sportivi

e campi da golf; strade secondarie e, in generale, in tutti i casi in cui vi sia l’esigenza di regolarizzare efficacemente il deflusso delle acque piovane. Un obiettivo che Drainbeton garantisce grazie a una matrice a elevata percentuale di vuoti interconnessi, che consente di drenare fino a 40 l/mq di acqua ogni secondo, senza comprometterne i valori di resistenza a compressione, che raggiungono valori superiori a 25 MPa a 28 giorni. Drainbeton è anche un prodotto che semplifica la vita di cantiere, garantendo una facile e rapida lavorazione e una sensibile riduzione dei costi di messa in opera. La sua particolare composizione, in-fatti, conferisce alla miscela tempi di presa e indurimento molto rapidi, che raggiunge elevati valori di portanza già dopo soli 2 giorni dalla stesa.

Per informazioniwww.betonrossi.it

Normablok Più

Copyright “PREFA/Croce”

Multipor042

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KLIMAHOUSE

STAND G21/B