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Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile ARRENI Antonella - Coordinamento di Redazione Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321.30237 - Fax 0321.393276 e-mail novara.verbania@ipasvi.legalmail.it - progetto grafico: Italgrafica NOVARA - Stampa: Italgrafica NOVARA - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO anno XIII n. 2 giugno 2011 INDICE 3 Editoriale 4 Il 12 Maggio 2011 Giornata Internazionale dell'Infermiere 7 ABSCRACT TESI 12 Un nuovo modello di tutoring per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse Coordinator Parte II 20 Presentazione del servizio infermieristico Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara 25 Informazioni 28 Notizie flash 30 Buona lettura 31 Segreteria

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Page 1: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile ARRENI Antonella - Coordinamento di RedazioneConsiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321.30237 - Fax 0321.393276e-mail [email protected] - progetto grafi co: Italgrafi ca NOVARA - Stampa: Italgrafi ca NOVARA - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque

NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO anno XIII n. 2 giugno 2011

INDICE

3 Editoriale

4 Il 12 Maggio 2011 Giornata Internazionale dell'Infermiere

7 ABSCRACT TESI

12 Un nuovo modello di tutoring per il miglioramento organizzativo

15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente?

18 Transplant Nurse Coordinator Parte II

20 Presentazione del servizio infermieristico Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara

25 Informazioni

28 Notizie fl ash

30 Buona lettura

31 Segreteria

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informazioni 2

Trimestrale di informazione settoriale – AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N.6 del 11/02/1999 –

Direttore Responsabile ARRENI Antonella – Comitato di di Redazione Consiglio Direttivo del

Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania – Redazione via Biandrate 20/b,

28100 Novara. Tel. 0321.30237 – fax. 0321.393276 – e-mail [email protected]

progetto grafi co: Italgrafi ca Novara – Stampa: Italgrafi ca Novara – Spedizione in abbonamento

postale 70% - DCO/DC Novara – Tax perque.

Notiziario di informazione e di aggiornamento

del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO.

Direzione/Redazione/Amministrazione

Via Biandrate 20/b – 28100 Novara - tel. 0321.30237

Direttore Responsabile

Arreni Antonella

Comitato di Redazione

Arreni Antonella, Cavagna Roberto, Fasolini Gabriele, Giroldini Luciano,

Portaluppi Viviana, Zavaglio Andreina

Editore

Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO

Progetto grafi co e stampa

ITALGRAFICA srl - Via Verbano, 146 - Veveri (Novara)

Foto di copertina a cura di

Cataldi Alberto

NORME EDITORIALIDialogare è il periodico del Collegio IPASVI della pro-vincia di Novara e Verbania che pubblica liberamente articoli previa approvazione del Comitato di Redazione. L’articolo è sotto la respon-sabilità dell’autore/autori.Il materiale per la pubbli-cazione dovrà essere invia-to alla Redazione in forma-to elettronico. Il testo deve pervenire in formato word. Le parole che gli autori de-siderano evidenziare de-vono essere in “grassetto/bold”. Tabelle e/o immagi-ni (tiff oppure jpeg) devono essere numerate e fornite su fi le a parte (il numero andrà anche richiamato nel testo con brevi didascalie). In allegato all’articolo dovrà essere fornita una sintetica nota biografi ca dell’auto-re. La pubblicazione degli articoli è a titolo gratuito e in nessun caso da dirit-to a compensi. Gli articoli inviati saranno sottoposti all’esame del Comitato di Redazione che si riserva di valutarli, eventualmente ri-maneggiarli. Il materiale inviato non ver-rà restituito.

Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile ARRENI Antonella - Coordinamento di RedazioneConsiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321.30237 - Fax 0321.393276e-mail [email protected] - progetto grafi co: Italgrafi ca NOVARA - Stampa: Italgrafi ca NOVARA - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque

NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO anno XIII n. 2 giugno 2011

INDICE

3 Editoriale

4 Il 12 Maggio 2011 Giornata Internazionale dell'Infermiere

7 ABSCRACT TESI

12 Un nuovo modello di tutoring per il miglioramento organizzativo

15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente?

18 Transplant Nurse Coordinator Parte II

20 Presentazione del servizio infermieristico Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara

25 Informazioni

28 Notizie fl ash

30 Buona lettura

31 Segreteria

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editoriale3

CQuesto numero del periodico rag-

giungerà le case degli infermieri in

piena estate, momento tanto atte-

so quanto temuto, consapevoli del-

le numerose difficoltà che ci attendono per

far fronte alle richieste dell'utenza in primis e

conseguentemente dell’organizzazione.

Il momento, nella sanità piemontese, non è

favorevole (vedi DGR n. 14 – 1440 Attuazione

piano di rientro … e DGR 51 – 1358 Avvio

progetto di riordino del SSR ...) e lo stesso

PSSR mette in luce un aumento della

complessità assistenziale, resa evidente

dall’evoluzione del quadro epidemiologico,

demografico ed economico della nostra

Regione che va affrontato (stabilisce sempre

il PSSR) attraverso la presa in carico proattiva

del cittadino fondata su un nuovo approccio

organizzativo.

Nell’adempiere al piano regionale è richiesto

il mantenimento della qualità delle cure

erogate, in connessione con i processi di

riorganizzazione, ivi compresi quelli di

razionalizzazione e di efficentamento della

rete ospedaliera, con riduzione delle spese

di personale anche attraverso misure

di riduzione stabile della consistenza

organica del personale in servizio e il

conseguente ridimensionamento dei fondi

della contrattazione integrativa di cui ai

CCNL…

Sappiamo bene,tuttavia, come autorevoli

studi hanno ormai evidenziato la stretta

correlazione tra numerosità e qualifica del

personale ed esiti sul paziente.

Se è vero che senza il medico non è possibile

attuare il ricovero e prescrivere una cura, è

altrettanto vero che senza infermieri non è

possibile assistere o dare seguito alla cura

o pianificare un processo assistenziale,

poiché si tratta di farsi garanti della qualità

dell'assistenza e della sicurezza dell’assistito

che ha il diritto di non contrarre infezioni o

lesioni da pressione, di non cadere dal letto,

di non subire errori di terapia….

Per fare sintesi possiamo dire che, nella

nostra Regione (in linea con il resto

della nazione), aumenta la cronicità

e la complessità assistenziale della

popolazione, che diminuiscono le risorse

e che diviene imperativo la ridefinizione e

la riorganizzazione dei processi di cura e

assistenziali.

I Collegi piemontesi hanno presentato alla

Regione 11 punti che identificano le linee

strategiche essenziali al perseguimento

dei risultati attesi dal riordino del sistema,

consapevoli della sfida che coinvolge tutti

i professionisti della sanità, gli infermieri

sono pronti purché le rivisitazioni

comprendano tutti gli attori della sanità,

nessuno escluso!

Antonella Arreni Presidente

Collegio IPASVI di Novara e VCO

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approfondimenti 4

Anche quest’anno, in occasione

della Giornata Internazionale

dell’Infermiere, il Collegio IPASVI

NO e VCO, ha organizzato un in-

contro per festeggiare insieme la

nostra professione.

Presenti in tempo di guerra e di

pace, nei sistemi sanitari di tutti i

paesi, gli infermieri rappresenta-

no una risorsa fondamentale per

garantire la durata e la qualità di

vita dei cittadini.

Il 12 Maggio è una data storica

e importante per noi infermieri:

in questo giorno del 1820 è nata

Florence Nightingale, fondatrice

delle Scienze Infermieristiche

moderne.

L’International Council Of Nur-

ses, ricorda questa data cele-

brando in tutto il mondo la Gior-

nata Internazionale dell’Infer-

miere.

Il 12 Maggi0 2011

Giornata Internazionale

dell'Infermiere

A cura di Viviana Portaluppi

Infermiera e Consigliere Ipasvi Novara VCO

“Progetto di miglioramento

nella Continuità Assistenziale:

l’infermiere e la persona

dalla dimissione alla presa in carico

sul territorio”

Verbania, hotel "Il Chiostro"

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approfondimenti5

PROPOSTE FORMATIVE DEL COLLEGIOPER IL PRIMO SEMESTRE 2011

Crimea anno 1854

“Come angeli ribelli, straziati e la-

ceri, quei giovani dipingevano un

quadro di dolore. Tra quei corpi,

attenta e solerte, Florence sussur-

rava parole di conforto. Osservava

e odorava ogni minimo cambia-

mento delle condizioni fi siche.

Ascoltava ogni minima richiesta:

tutto era annotato sul suo insepa-

rabile diario.

La lampada ad olio che teneva in

mano disegnava ombre mostruo-

se sui muri dell’ospedale, ma era-

no disegni di vita e di conforto per

gli ammalati: anche di notte qual-

cuno vegliava su di loro. Era stata

più volte rifi utata dai comandanti

militari e mal vista dai medici di

campo. Che ci si poteva aspettare

da una donna dell’alta borghesia?

Che poteva combinare di buono

in un ospedale da campo? Ma

Florence, imperturbabile e sicu-

ra di ciò che faceva prestava assi-

stenza, la “sua” assistenza quella

che lei riteneva giusta e più op-

portuna. Unico ideale supremo:

servire il prossimo alleviando

sofferenze e studiando le possi-

bilità di guarigione.”

La continuità assistenziale, ha la

fi nalità di creare una integrazione

tra Ospedale, Servizi distrettuali, e

Medici di medicina generale per

la pianifi cazione e defi nizione di

percorsi assistenziali che coinvol-

gono le fi gure professionali che

operano in ambiente ospedaliero

e in ambito territoriale, che ten-

gano conto dell’espressione dei

bisogni della comunità.

La continuità assistenziale, preve-

de una organizzazione basata sul-

la centralità del paziente.

Il paziente ricoverato, alla dimis-

sione, trarrebbe sicuramente

giovamento dalla presenza di un

piano assistenziale integrato tra il

personale che lo ha avuto in cura

e il personale delle aree di de-

genza post ricovero, con l’obiet-

tivo di mantenere alto il grado

di conoscenza della specificità

dell’utente.

All’interno delle attività del Col-

legio, lo scorso anno, il Consiglio

Direttivo ha indetto un bando per

la presentazione di progetti di mi-

glioramento riguardanti la conti-

nuità assistenziale dei pazienti in

dimissione dalle strutture ospeda-

liere verso reparti di riabilitazione/

lungodegenze o al domicilio. Tra i

progetti di miglioramento presen-

tati dai colleghi, la Commissione

ha valutato positivamente i se-

guenti progetti:

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approfondimenti 6

1° classifi cato

“Educazione al caregiver in fase

di dimissione protetta” presen-

tato da Fontana Lia (Coordinatore

Ambulatori infermieristici territoria-

li – ASL VCO – Omegna), Leoni Elena

( Coordinatore Distretto di Verbania

– ASL VCO – Omegna) e Locatelli Vil-

ma (Coordinatore Distretto di Do-

modossola – ASL VCO – Omegna).

Il progetto, nasce dall’esigenza di pre-

parare i caregivers (formali ed infor-

mali) ad aff rontare serenamente la

strada che hanno scelto di percorrere

insieme alla persona che presenta dei

bisogni assistenziali anche comples-

si. Si tratta di un progetto che necessi-

ta di impegno e determinazione degli

operatori sanitari affi nché riescano a

trasmettere ai cares, oltre che alle ma-

novre tecniche, la fi ducia in loro stessi

e la consapevolezza che in ognuno di

noi sono nascoste energie inaspetta-

te che il corpo e la mente attivano nei

momenti di necessità, come nel caso

dell’assistenza alla persona malata o

morente.

2° classifi cato

“Migliorare la collaborazione

tra ospedale e territorio. Sche-

da di dimissione/trasferimento

dei pazienti che necessitano di

assistenza post – ospedaliera ot-

timizzando la comunicazione tra

ospedale e territorio” presentato

da Carla Rigo (Coordinatore Onco-

logia Azienda Ospedaliero Universi-

taria “Maggiore della Carità” Novara

e Chiara Gagliardi (CPS Infermiera

reparto di Oncologia dell’Azienda

Ospedaliero Universitaria “Maggio-

re della Carità” Novara). L’obiettivo

generale del progetto presentato,

parte da una rifl essione all’interno

del dipartimento oncologico che rile-

va la necessità di avere uno strumen-

to per il passaggio delle informazioni

di ciò che è avvenuto durante il rico-

vero. E’ stata quindi progettata una

scheda di dimissione/trasferimento

infermieristica per migliorare la colla-

borazione tra ospedale e territorio nei

pazienti che necessitano di assisten-

za post – ospedaliera ottimizzando la

comunicazione tra le diverse struttu-

re. La scheda permette di sintetizzare

le principali informazioni sulle neces-

sità reali del paziente e di trasmetter-

le a tutti coloro i quali sono coinvolti

nell’assistenza, evitando errori ed im-

precisioni dati dalla trasmissione ver-

bale. L’informatizzazione permette-

rebbe inoltre un più rapido confronto

con la situazione relativo all’ultimo

accesso con conseguente migliora-

mento della valutazione obiettiva.

3° classifi cato

“Diario del cuore” presentato da

Daniela Crepaldi (CPS Infermiera

U.O. Cardiochirurgia Terapia Intensi-

va Azienda Ospedaliero Universita-

ria “Maggiore della Carità” Novara).

Questo progetto nasce con l’obiettivo

di migliorare la continuità assisten-

ziale del paziente sottoposto ad in-

tervento di cardiochirurgia. Attraver-

so il “Diario del cuore”, sarà possibile

ottenere un quadro completo sul de-

corso dell’ammalato poiché questo

strumento seguirà la persona nelle

diverse unità operative, ed infi ne sarà

consegnato alla persona assistita

alla dimissione. La persona assistita

porterà ai vari controlli il “Diario del

cuore”, siano questi dal medico di fa-

miglia o dallo specialista. In questo

modo sarà possibile legare diversi

ambiti, degenze – riabilitazione –

medico di famiglia – specialisti, con

l’obiettivo di fornire un miglioramen-

to della continuità assistenziale in

quanto si avrà un quadro completo

del decorso di ogni persona. Il risulta-

to sarà quello di fornire un’assistenza

il più vicino possibile alla persona.

Carla Rigo Lia Fontana Laura Materossi

Daniela Crepaldi

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formazione7

Indagine conoscitiva presso un’Unità Operativa

Pediatrica relativa alla gestione Infermieristica del dolore da procedura invasiva: intervento farmacologico

e tecnica della distrazione

Candidata Massarelli Del Grosso Giovanna

Relatore Prof. Massimilano Panella

Correlatore Dott. Fabrizio Laigheb

INTRODUZIONE

Il dolore è defi nito dall’Organiz-

zazione Mondiale della Sanità

come “…. una sgradevole espe-

rienza sensoriale ed emozionale

associata a reale o potenziale dan-

no tessutale o descritta in termini

di tale danno” e come “…. qualsi-

asi soff erenza fi sica che il pazien-

te aff erma di provare, e che esiste

quando egli dice che esiste”. (OMS)

I bambini sono in grado di com-

prendere concetti di base del

dolore sin dalla più tenera età, e

possono descriverne sia gli aspet-

ti fi sici che quelli emozionali.

Quando l’esperienza dolorosa ha

luogo in ospedale la paura del

bambino, ad essa correlata, cre-

sce per la sensazione di perdita

di controllo, e di conseguenza il

dolore percepito diviene più im-

portante.

Una specifi ca attenzione da par-

te del personale infermieristico

deve essere perciò dedicata alla

gestione del dolore pediatrico,

attraverso la messa in atto di tut-

te le procedure volte a ridurre la

percezione del dolore e a preve-

nire le situazioni di paura, ansia e

stress ad esso correlate.

La letteratura scientifi ca eviden-

zia che la popolazione pediatrica,

in generale, riceve meno “care”

rispetto a quella adulta nella pra-

tica clinica comprendente la te-

rapia del dolore, ovvero il dolore

è ancora considerato un “extra”

e non una parte essenziale della

cura complessiva del bambino

ABSCRACT TESI - Master I livello in “Management per le funzioni di coordinamento delle organizzazionisanitarie”

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formazione 8

assistito.

Il presente lavoro nasce dalla

necessità di implementare, in

un’unità operativa pediatrica, le

conoscenze di base relative a te-

rapia, strategie (con particolare

riferimento ad anestetico locale e

tecnica della distrazione) e stru-

menti ( Fig.1-2-3) utili a gestire il

dolore da manovre invasive at-

traverso la stesura di procedura

operativa codifi cata.

La Scala Flacc

La Scala Wong

La scala numerica.

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formazione9

OBIETTIVO DELLO STUDIO.

Questo studio è stato eff ettuato al

fi ne di rilevare in una popolazione

costituita da infermieri di area pedia-

trica:

- le conoscenze e lo stato di inter-

vento nella pratica clinica relativi alla

gestione del dolore secondario a

procedure invasive;

- l’utilità affi data alla stesura di una

procedura operativa redatta al fi ne

di gestire l’esperienza dolorosa pro-

vata dal paziente pediatrico.

MATERIALI E METODI

STRATEGIA DI RICERCA

Per la ricerca bibliografi ca di artico-

li scientifi ci che trattassero il tema

della gestione infermieristica del

dolore da procedura invasiva in una

unità operativa pediatrica sono state

consultate le seguenti banche dati

biomediche in lingua inglese e italia-

na senza limiti temporali: Pubmed/

Medline, The Cochrane Library ed il

motore di ricerca Google Scholar per

la ricerca di articoli accademici.

Sono stati identifi cati 25 articoli che,

a una prima valutazione, hanno

soddisfatto il quesito di ricerca dello

studio. Tali articoli sono stati pubbli-

cati tra il 1987 e il 2009. Sono stati

ritenuti rilevanti ai fi ni di risposta a

tutti i quesiti dello studio, e quindi

includibili, 12 articoli. E’ stato analiz-

zato uno specifi co testo in materia

“La terapia del dolore. G. Ivani, SEE-

Firenze 2000” e l’attuale riferimento

istituzionale in materia etico-legale,

ovvero la “Carta dei Diritti del Bambi-

no in Ospedale”

DISEGNO DELLO STUDIO

E RACCOLTA DEI DATI

Lo studio di tipo conoscitivo di pre-

valenza è stato realizzato nel mese

di Agosto 2010 presso il Country

Pediatria del Presidio Ospedaliero di

Domodossola ASL VCO. La popola-

zione oggetto di studio è costituita

dal gruppo infermieristico in attività

presso la suddetta Unità Operativa:

9 infermiere di sesso femminile e di

età compresa tra i 35 e i 57 anni.

Lo strumento che è stato utilizzato

per la raccolta dati è l’intervista strut-

turata. É stata eff ettuata un’intervista

articolata in 10 domande alla popo-

lazione infermieristica aderente allo

studio: le prime quattro domande e

la sesta con opzioni di risposta de-

fi nite e tutte le rimanenti a risposta

dicotomica, aff ermativa o negativa.

Infi ne, è stato eff ettuato un’incontro

programmato con il Pediatra respon-

sabile del Country Pediatria e con il

coordinatore infermieristico al fi ne di

evidenziare lo stato d’intervento del

“problema” oggetto d’indagine.

RISULTATI

I risultati dell’indagine sono sta-

ti ottenuti attraverso l’analisi delle

opinioni del Pediatra responsabile

Country Pediatria e del coordinatore

infermieristico e delle risposte alle in-

terviste strutturate eff ettuate al per-

sonale infermieristico. Nel colloquio

svolto durante l’incontro program-

mato, il Pediatra Responsabile e il

Coordinatore infermieristico hanno

evidenziato il mancato ricorso, allo

stato attuale, presso l’unità operativa

pediatrica, a tecniche farmacologi-

che e strategie non farmacologiche

mirate alla gestione del dolore nella

pratica clinica quotidiana. Le motiva-

zioni di tale carenza sembrano essere

ascrivibili principalmente all’assenza

in struttura di protocolli e procedure

operative dedicate. Le interviste al

personale infermieristico sono state

realizzate con la partecipazione e il

consenso di tutte e nove le infer-

miere in servizio presso il Country

Pediatria (100% di rispondenza). Le

rispondenti appartenenti all’Unità

Operativa hanno un’anzianità di ser-

vizio, in ambito pediatrico, nel 50%

dei casi di oltre 10 anni, nel 20% dei

casi da 5 a 10 anni e nel restante 20%

da 0 a 5 anni. Alla prima domanda

dell’intervista, il 33% della popola-

zione (3 infermiere) ha risposto de-

fi nendo il dolore “una esperienza

traumatica provata dal paziente”,

il 22% (2 infermiere) lo ha defi nito:

“un danno prodotto al corpo da un

agente esterno” e il rimanente 44%

(4 infermiere) “ una sensazione fi sica

sgradevole percepita dal paziente e

che come tale deve essere creduta”.

Alla seconda domanda, il 22% del

campione (2 infermiere) ha risposto

che l’obiettivo principale legato alla

gestione infermieristica del dolore

pediatrico da procedura è “impe-

dirne la cronicizzazione”, il 22% (2

infermiere) che “il dolore da proce-

dura, essendo di breve durata, non

necessita particolari interventi” e il ri-

manente 55% (5 infermiere) sostiene

che “si dovrebbe sempre tentare di

gestire sia gli aspetti fi sici che quelli

emozionali legati alla procedura do-

lorosa”. Nella terza domanda, il 22%

(2 infermiere) della popolazione ha

defi nito il ruolo dell’infermiere come

“semplice esecutore della manovra

invasiva”, mentre il 77% (7 infermie-

re) ha evidenziato che l’infermiere è

“la persona che dovrebbe gestire il

dolore fi sico e la paura del piccolo

paziente attraverso l’attuazione di

(Foto Alberto Cataldi)

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formazione 10

interventi utili a prevenirlo e a contenerlo”.

Le domande successive vengono sintetizzate nei grafi ci

seguenti ed evidenziano: una buona conoscenza della

genesi, della terapia, e delle scale di valutazione del dolo-

re pediatrico, nonché un ottima conoscenza della tecnica

della distrazione (Grafi ci 1, 2 ,3, 4); un mancato utilizzo,

nella pratica clinica, dell’anestetico locale e della tecnica

della distrazione (Grafi co 4); un ampio apprezzamento in

merito alla stesura di una procedura operativa, da parte di

tutta la popolazione in studio.

(Grafi co 5).

(GRAFICO 1) Il 56% della popolazione ha acquisito

conoscenze sulla genesi e la terapia del dolore attra-

verso l’autoapprendimento. Il 22% ha acquisito poche

conoscenze. Il 22% non ha conoscenze.

(GRAFICO 3) Il 56% della popolazione conosce le

scale di valutazione pediatriche. Il 22% evidenzia

poca conoscenza e il rimanente 22% non le conosce.

(GRAFICO 4) La totalità della popolazione 100% evi-

denzia il mancato utilizzo dell’anestetico locale, della

tecnica di distrazione e di procedure operative.

(GRAFICO 5) La totalità della popolazione 100% evi-

denzia l’utilità della stesura di una procedura opera-

tiva.

(GRAFICO 2) l 100% della popolazione evidenzia co-

noscenza della tecnica di distrazione.

GRADO DI CONOSCENZA DELLA GENESI E DELLA TERAPIA

DEL DOLORE PEDIATRICO

GRADO DI CONOSCENZA DELLA TECNICA DELLA DISTRAZIONE

GRADO DI UTILITÀ DELLA STESURA DI UNA PROCEDURA OPERATIVA

GRADO DI CONOSCENZA DELLE SCALE DI VALUTAZIONE

GRADO DI UTILIZZO DELL'ANESTETICO LOCALE, DELLA TECNICA

DELLA DISTRAZIONE E DI PROCEDURE OPERATIVE

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formazione11

CONCLUSIONI

I risultati di questo studio, con-

siderati nella loro totalità, fanno

emergere il divario rilevante tra

la teoria e la pratica in ambito

assistenziale specifi co; pur trat-

tandosi di una realtà locale pic-

cola e quindi poco dispersiva, la

carenza nella presa in carico del

“problema dolore” è chiaramen-

te evidente. Tale divario potreb-

be essere spiegato, da un lato da

una scarsa formazione di base

e continua, dall’altro dalla pre-

senza di un contesto lavorativo

e di un sistema sanitario orien-

tato ancora troppo alla quantità

e troppo poco alla qualità e alla

relazione, a scapito di assisten-

za poco incentrata sugli eff ettivi

bisogni del bambino e sulla par-

tecipazione nelle scelte decisio-

nali della sua famiglia. Lo studio

conoscitivo di prevalenza, nono-

stante attualmente abbia solo

una validità interna nell’unità

operativa oggetto di indagine, è

propedeutico al fi ne di divulgare

informazioni agli operatori sani-

tari di realtà organizzative simila-

ri, nell’ottica di favorire, nella pra-

tica assistenziale, il radicarsi di

un linguaggio clinico comune e

condiviso per la gestione del do-

lore pediatrico da manovre inva-

sive quotidiane. Inoltre sarebbe

auspicabile poter eff ettuare, in

futuro, più ampie ricerche sul-

lo specifi co problema di salute

e sul processo di gestione assi-

stenziale dello stesso. Sarebbe

interessante poter valutare, at-

traverso uno studio di tipo speri-

mentale, l’effi cacia dell’interven-

to farmacologico confrontato

con strategia non farmacologica

nella riduzione dello score della

percezione del dolore pediatrico

(farmaco vs distrazione).

BIBLIOGRAFIA:

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Carta dei diritti dei Bambini in ospedale (Art 10). DM.24 Aprile 2000.

Ivani G.. Terapia del dolore nel bambino. 2000 SEE, Firenze.

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(Foto Alberto Cataldi)

Page 12: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

formazione 12

Un nuovo modello di tutoring

per il miglioramento

organizzativo

A cura del Gruppo di lavoro Multidistrettuale ASL NO:

CPSE Anna Allifranchini, CPSE Rita Nastasi, CPSE Rossella Pepe,

CPS Lorella Barbero, CPS Carmen Carimali,

CPS Simona Geraci, CPS Cristina Piccolroaz

Il corso formativo, destinato agli

infermieri poliambulatoriali dell’

ASL No, svoltosi a Novara, in due

edizioni lo scorso dicembre, evi-

denzia come la professione in-

fermieristica stia eff ettivamente

crescendo.

Dai dati raccolti all’analisi dei

questionari somministrati ai 47

discenti, infermieri presso i 6 po-

liambulatori distrettuali azienda-

li, a distanza di un mese dall’e-

vento formativo, ci permettono

di aff ermare che la consapevo-

lezza eff ettiva del cambiamento

in corso nella nostra professione,

sia stata percepita dalla maggior

parte dei partecipanti.

L’ evento è nato dal bisogno ma-

nifestato dagli stessi infermieri

di conoscere più da vicino i cam-

biamenti giuridici avvenuti nella

nostra professione e l’organiz-

zazione della nuova formazione

universitaria, bisogno emerso

dalle diffi coltà riscontrate nella

gestione degli studenti a loro af-

fi dati, a causa della scarsa cono-

scenza dell’attuale percorso uni-

versitario molto diverso da quello

delle scuole regionali dalle quali

proviene la totalità dei parteci-

panti al corso.

L’imput alla realizzazione del cor-

so nasce dalla partecipazione

di alcuni infermieri ad un corso

precedente tenuto dai tutor pe-

dagogici dell’università in merito

al ruolo del tutor clinico. Questi,

una volta rientrati in servizio,

esponendo i nuovi ed interes-

santi contenuti appresi, hanno

suscitato nei colleghi una serie

di rifl essioni e la conseguente ri-

chiesta di aggiornamento sull’ar-

gomento.

I docenti, tutti infermieri (tutor

clinici dell’ASL, infermieri tutor

pedagogici dell’Università del

Piemonte Orientale, infermieri in

possesso di master di I livello in

infermieristica forense e master

di I livello in management per il

coordinamento nelle professioni

Page 13: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

formazione13

sanitarie), hanno voluto trasmet-

tere ai colleghi discenti le proprie

competenze così da consentire

loro di svolgere la funzione di tu-

toraggio degli studenti in sinto-

nia con l’università e consegna-

re, agli infermieri di domani, con

l’esperienza di tirocinio, un ricco

bagaglio di conoscenze e compe-

tenze.

Gli argomenti su cui si è incentra-

to l’evento sono stati:

• Approfondimento delle

norme che regolano la

professione

• Defi nizione di ruoli e

funzioni e responsabilità

dei tutor (pedagogico,

clinico e infermire

affi ancatore)

• Conoscenza dei piani di

studio e degli obiettivi

degli studenti

• Dialogo costante con tutor

pedagogici per sviluppare

un sistema condiviso

di tutoraggio mirato a

favorire la continuità tra

“aula e reparto”

• Acquisizione di strumenti

per la gestione pratica

del tirocinio tramite

il contratto e l’off erta

formativa.

Questo corso è stato il mezzo per

raff orzare il collegamento istitu-

zionale tra sede universitaria e

ASL attraverso la piena disponibi-

lità da parte dei tutor pedagogici

a cooperare con i tutor clinici e

gli infermieri affi ancatori così da

creare, mantenere, implementare

sinergie atte a formare professio-

nisti competenti ed aggiornati. E’

stato anche l’occasione per evi-

denziare come la presenza dello

studente nella struttura, sia un

arricchimento anche per il servi-

zio che lo accoglie perché porta

con sé conoscenze teoriche nuo-

ve che attraverso la pratica diven-

teranno competenze aggiornate.

Molto signifi cativo e rilevante per

la concreta ricaduta organizza-

tiva nell’ambito dell’intera rete

poliambulatoriale è stata l’ela-

borazione di una bozza di off erta

formativa, avvenuta al termine

dell’iniziativa, quale prova fi nale

di verifi ca di apprendimento. I di-

versi gruppi di lavoro formati, vi

hanno partecipato con entusia-

smo producendo così lo strumen-

to che consente di rispondere ai

bisogni formativi dello studente,

perché contiene l’insieme delle

specifi cità della struttura e delle

sue caratteristiche così da per-

mettere al futuro infermiere di

sperimentare le tecniche ed ac-

quisire le competenze specifi che

professionali del settore in cui

svolge il tirocinio.

I grafi ci di seguito proposti, ci

permettono di condividere con

tutti i colleghi, l’esperienza fatta.

Page 14: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

formazione 14

Cogliamo l’occasione per ringra-

ziare tutti coloro che ci hanno

permesso di vivere questa positiva

esperienza formativa: il Diretto-

re Sanitario dell’ASL NO, Dott.ssa

Arabella Fontana e il Direttore del

SITRA dell’ASL NO Dott.ssa Mari-

nella Alberganti, prezioso aiuto

nella collaborazione con le tutor

del corso di laurea in infermieristi-

ca, facenti capo alla Dott.ssa Bar-

bara Suardi.

ELABORAZIONE DEI DATI EMERSI DALL'ANALISI DEI QUESTIONARI SOMMINISTRATI

L'approccio con gli studentidopo l'evento formatvo è migliorato:

Le conoscenze dei discenti sul percorso universitario dopo l'evento formatvo sono aumentate:

Lo scambio tra Azienda Sanitaria e Comparto Universitario

è risultato importante:

La consapevolezza e la responsabilità derivante dal ruolo di tutor clinico ed/o

affiancatore sono risultate essere chiare:

La costruzione dell'offerta formativa relativa alla propria struttura è risultato

essere uno strumento valido:

Dopo l'evento formativo, è emerso che la consapevolezza e la responsabilità

di aderire al proprio profilo professionale e al Codice Deontologico sono aumentate:

Page 15: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

legislazione15

Antonella Arreni Presidente

Collegio IPASVI di Novara e VCO

I profondi cambiamenti sociali e

normativi avvenuti negli ultimi

trent’anni, hanno determinato so-

stanziali modifi che dell’assetto or-

ganizzativo nel Sistema sanitario

nazionale, dello status giuridico

degli operatori sanitari e, conse-

guentemente, dell’individuazione

e defi nizione delle responsabilità

in materia sanitaria/organizzativa.

Per gli infermieri, la Legge 10 ago-

sto 2000, n.251, nota come norma

che ha istituito la dirigenza infer-

mieristica, impone una rifl essione

sul ruolo del dirigente delle pro-

fessioni sanitarie infermieristiche,

della prevenzione, della riabilita-

zione, tecniche e ostetriche. Al-

l’’art. 1 si legge la norma program-

matica rivolta a Stato e Regioni

per promuovere “la valorizzazione

e la responsabilizzazione delle fun-

zioni e del ruolo delle professioni

infermieristico-ostetriche”, oltre alla

previsione dell’”attribuzione in tut-

te le aziende sanitarie della diretta

responsabilità e gestione dell’assi-

stenza infermieristica e delle con-

nesse funzioni”.

Nelle linee guida proposte, dal

Gruppo di lavoro istituito presso il

Ministero della Salute, per l’appli-

cazione della citata legge nel ter-

ritorio nazionale, è indicata la Di-

rezione Infermieristica e Ostetrica

come quella Struttura Aziendale

complessa, costituita dall’insie-

me del personale infermieristico,

ostetrico e di supporto, operante

in tutti i settori organizzativi aff e-

renti all’Azienda, che indirizza, di-

rige, organizza, coordina e valu-

ta l’attività di tale personale, in

conformità alla pianifi cazione

strategica e in coerenza e per il

conseguimento degli obiettivi

aziendali1.

Senza dubbio, almeno sulla carta,

la fi gura del dirigente, le profes-

sioni sanitarie, è caratterizzata

dall’autonomia e dalla discrezio-

nalità delle decisioni, oltre che

dall’ampiezza delle sue funzioni

tali da infl uire sulla conduzione

dell’organizzazione Aziendale, di

un Servizio o Struttura.

Da sempre si è inteso il dirigente

come il diretto collaboratore del

datore di lavoro nell’attività orga-

nizzativa di una struttura operati-

va, che ha la funzione di attuare

le disposizioni generali ricevute,

coordinando il lavoro degli altri

Quali

responsabilità

per l'Infermiere

Dirigente?

Page 16: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

legislazione 16

dipendenti.

È spontaneo pensare che il diri-

gente abbia piena autonomia e

responsabilità nella gestione delle

proprie risorse umane e nell’indi-

viduazione dei profi li necessari

allo svolgimento dei compiti isti-

tuzionali e al raggiungimento de-

gli obiettivi.

In ambito privatistico il Codice

civile prevede all’art. 20952, tra le

categorie di lavoratori subordinati

quella dei dirigenti, demandando

alla legge e alle norme corporati-

ve la determinazione dei requisiti

di appartenenza alla stessa.

Poiché nessuna legge vigente

determina tali requisiti, gli stessi

vanno ricercati nella contratta-

zione collettiva così come ha sta-

bilito una Sentenza della Corte di

Cassazione che ricolloca la fi gura

del dirigente, in ambito pubblico,

come espressamente regolata

dalla contrattazione collettiva

pertanto, il riferimento non è solo

basato sulla nozione legale di tale

categoria ma, dalle relative dispo-

sizioni della contrattazione stessa.

Le motivazioni si rifanno al fat-

to che le organizzazioni aziendali

sono talmente complesse che divie-

ne ammissibile, anche in riferimen-

to alla prassi ed alla concreta orga-

nizzazione degli uffi ci, la previsione

di una pluralità di dirigenti (a diver-

si livelli con graduazione di compiti)

i quali sono tra loro coordinati da

vincoli di gerarchia che però faccia-

no salva, anche nel dirigente di gra-

do inferiore, una vasta autonomia

decisionale circoscritta dal potere

direttivo generale di massima del

dirigente di livello superiore. (Corte

Cass. 16/04/2005 n. 8650).

E’ importante porre l’accento sul

fatto che, anche per il dirigente

infermieristico, come per gli altri

dirigenti, è pacifi ca l’applicazio-

ne delle norme del codice civile

per eff etto dell’art. 2 del DLgs

165/2001.3 Le responsabilità del

professionista sono riconducibili

alla corretta identifi cazione, pro-

grammazione, gestione e valuta-

zione delle risorse da inserire nel

sistema, in risposta ai bisogni pri-

oritari di salute del cittadino.

La nuova responsabilità pro-

fessionale, allarga i suoi confi ni

verso una responsabilità di tipo

gestionale, SPECIFICA dell’in-

fermiere dirigente ed AGGIUN

TIVA rispetto ad altre forme di

responsabilità (penale, civile,

amministrativa, disciplinare).

In particolare per responsabilità

amministrativa e contabile, si in-

tende il danno patrimoniale ca-

gionato all’Ente di appartenenza,

in conseguenza di atti, azioni od

omissioni (commessi con colpa

grave) di cui debba rispondere a

norma di legge e per eff etto della

Corte dei Conti, nell’esercizio del-

le sue funzioni, in conseguenza

dell’attività di gestione di valori

e beni appartenenti alla Pubblica

Amministrazione.

Un aspetto da non sottovalutare

se consideriamo quando stabilito

da una Sentenza della Corte dei

Conti del Lazio (n. 1606/2010 del

9 agosto 2010) dove la procura

ha riscontrato l’illegittimo impie-

go delle risorse fi nanziarie di un

presidio laziale che aveva creato

un meccanismo retributivo fuori

legge, utilizzando i turni in pron-

ta reperibilità per le attività non

in urgenza. La Corte dei Conti ha

stabilito che, le erogazioni delle

reperibilità sono illegittime (nel

caso in esame n.d.r.) e vanno ri-

condotte ad abuso nella gestione

delle risorse ospedaliere, perché

incoraggiavano gli infermieri a

supplire alla carenza di organico.

La responsabilità dell’infermiere

dirigente si collega anche ai risul-

tati complessivi prodotti dall’or-

ganizzazione cui è preposto ed è

connessa all’incapacità di adem-

piere una determinata obbliga-

zione di risultato4 che egli assume,

con l’accettazione del conferi-

mento dell’incarico da parte del

Direttore generale, consistente

nel perseguimento degli obiettivi

e delle direttive impartite.

Una colonna portante della recen-

te evoluzione legislativa avviata

con il piano di modernizzazione

della pubblica amministrazione e

Page 17: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

legislazione17

1 Primo rapporto sulle Professioni sanitarie infermieristiche e di ostetrica nel

Ssn, marzo 2008, pag.21- Dipartimento delle qualità-Direzione Generale

delle risorse umane e delle Professioni sanitarie

2 Art. 2095 c.c. Categorie dei prestatori di lavoro. I prestatori di lavoro

subordinato si distinguono in dirigenti, quadri, impiegati e operai. Le

leggi speciali (e le norme corporative), in relazione a ciascun ramo di

produzione alla particolare struttura dell’impresa, determinano i requisiti di

appartenenza alle indicate categorie.

3 In questo caso specifi co si intende che il dirigente accettando l’incarico

conferito dall’organo politico si impegna ad operare con le risorse disponibili

dell’amministrazione in cui opera, al fi ne di ottenere l’obiettivo stabilito

nelle direttive di indirizzo politico-amministrativo e non da intendersi come

sottoscrizione di una obbligazione come inteso nell’accezione civilistica.

4 Si veda l’articolo 69 “ disposizioni relative al procedimento disciplinare”

del decreto legislativo 27 Ottobre 2009, n. 150 “ Attuazione della legge 4

marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro

pubblico e di effi cienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”. Le

legge prevede tassativamente le fasi del procedimento e tempi da seguire

per l’irrogazione diretta della sanzione disciplinare, a cura del dirigente.

5 A. Zagari, G. Brambilla Il nuovo procedimento disciplinare e le responsabilità

del dirigente infermieristico in L’Infermiere 3/2010 pp 37-39

6 Alvaro R., Antonetti G., Guerrieri Wolf M., Petrangeli M., Il DIRIGENTE delle

professioni sanitarie. Ruolo e prospettive nel contesto della Pubblica

Amministrazione. Ed. EDISES 2009.

I profondi cambiamenti sociali e normativi avvenuti negli

ultimi trent’anni, hanno determinato sostanziali modifi -

che dell’assetto organizzativo nel Sistema sanitario nazio-

nale, dello status giuridico degli operatori sanitari e, con-

seguentemente, dell’individuazione e defi nizione delle

responsabilità in materia sanitaria/organizzativa.

In particolare la Legge 10 agosto 2000, n.251, impone una

rifl essione sul ruolo del dirigente delle professioni sanita-

rie infermieristiche, della prevenzione, della riabilitazione,

tecniche e ostetriche.

La fi gura professionale del dirigente delle professioni

sanitarie, è caratterizzata dall’autonomia e dalla discre-

zionalità delle decisioni, oltre che dall’ampiezza delle sue

funzioni tali da infl uire sulla conduzione dell’organizzazio-

ne Aziendale, di un’Unità o Servizio. Da sempre, infatti, si è

inteso il dirigente come il diretto collaboratore del datore

di lavoro nell’attività organizzativa di una struttura opera-

tiva, che ha la funzione di attuare le disposizioni generali

ricevute, coordinando il lavoro degli altri dipendenti.

L’art. 1 della legge 251/2000 contiene la norma program-

matica rivolta a Stato e Regioni per promuovere “la valo-

rizzazione e la responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo

delle professioni infermieristico-ostetriche”, oltre alla previ-

sione dell’”attribuzione in tutte le aziende sanitarie della di-

retta responsabilità e gestione dell’assistenza infermieristica

e delle connesse funzioni”.

L’Infermiere Dirigente, nello svolgimento delle proprie

funzioni, coniuga il suo ruolo a matrice tecnico-specia-

listica (infermieristica), con quella gestionale (coordina-

mento).

Nelle linee guida proposte, dal Gruppo di lavoro istituito

presso il Ministero della Salute1, per l’applicazione della

Legge 251/2000 nel territorio nazionale, è indicata la Di-

rezione Infermieristica e ostetrica come quella Struttura

Aziendale complessa, costituita dall’insieme del perso-

nale infermieristico, ostetrico e di supporto, operante in

tutti i settori organizzativi aff erenti all’Azienda, che indi-

rizza, dirige, organizza, coordina e valuta l’attività di tale

personale, in conformità alla pianifi cazione strategica e in

coerenza e per il conseguimento degli obiettivi aziendali.

Il dirigente avrà piena autonomia e responsabilità nella

gestione delle proprie risorse umane e nell’individuazione

dei profi li necessari allo svolgimento dei compiti istituzio-

nali e al raggiungimento degli obiettivi.

IL DIRIGENTE NEL PUBBLICO IMPIEGO

In ambito privatistico il Codice civile prevede all’art. 20952,

tra le categorie di lavoratori subordinati quella dei diri-

genti, demandando alla legge e alle norme corporative la

determinazione dei requisiti di appartenenza alla stessa.

Poiché nessuna legge vigente determina tali requisiti, gli

stessi vanno ricercati nella contrattazione collettiva così

come ha stabilito una Sentenza della Corte di Cassazione

che ricolloca la fi gura del dirigente come espressamen-

te regolata dalla contrattazione collettiva pertanto, il ri-

ferimento non è solo basato sulla nozione legale di tale

categoria ma, dalle relative disposizioni della contratta-

zione stessa. Le motivazioni si rifanno al fatto che le or-

ganizzazioni aziendali sono talmente complesse che diviene

ammissibile, anche in riferimento alla prassi ed alla concreta

organizzazione degli uffi ci, la previsione di una pluralità di

dirigenti (a diversi livelli con graduazione di compiti) i quali

sono tra loro coordinati da vincoli di gerarchia che però fac-

ciano salva, anche nel dirigente di grado inferiore, una vasta

autonomia decisionale circoscritta dal potere direttivo gene-

rale di massima del dirigente di livello superiore. (Corte Cass.

16/04/2005 n. 8650).

La nuova responsabilità professionale, allarga i suoi

confi ni verso una responsabilità di tipo gestionale,

specifi ca dell’infermiere dirigente ed aggiuntiva ri-

spetto ad altre forme di responsabilità (penale, civile,

amministrativa, disciplinare).

Le responsabilità del professionista sono riconducibili alla

corretta identifi cazione, programmazione, gestione e va-

lutazione delle risorse da inserire nel sistema, in risposta

ai bisogni prioritari di salute del cittadino. Dal punto di

vista della possibile responsabilità organizzativa dell’En-

te, che si potrà rivalere sul dirigente, è prevedibile in un

futuro prossimo, il dover rispondere per l’inadeguata con-

duzione dei processi assistenziali, formativi, organizzativi.

La responsabilità dell’infermiere dirigente si collega ai

risultati complessivi prodotti dall’organizzazione cui è pre-

posto ed è connessa all’incapacità di adempiere a una de-

terminata obbligazione di risultato3 che egli assume, con

l’accettazione del conferimento dell’incarico da parte del

Direttore generale e consistente nel perseguimento degli

obiettivi e delle priorità individuali con le direttive impar-

tite. E’ importante porre l’accento sul fatto che, anche per il

dirigente infermieristico, come per gli altri dirigenti, è paci-

fi ca l’applicazione delle norme del codice civile per eff etto

dell’art. 2 del DLgs 165/2001. Una colonna portante della

recente evoluzione legislativa avviata con il piano di mo-

dernizzazione della pubblica amministrazione e conclusa

con il recente decreto legislativo n. 150/2009 (noto come

Decreto Brunetta), consiste nella forte valorizzazione del

ruolo del datore di lavoro, inteso come funzione dirigen-

ziale. Il dirigente infermieristico può infl iggere la sanzione

disciplinare se, all’interno dell’atto aziendale è defi nita una

dipendenza gerarchica del personale del Comparto dalla

Struttura SITRA, direttamente senza fare ricorso all’uffi cio

per i procedimenti disciplinari4, per le infrazioni di minore

conclusa con il, D.l.g.s. 150/2009

(noto come Decreto Brunetta),

consiste nella forte valorizzazione

del ruolo del datore di lavoro, inte-

so come funzione dirigenziale.

A concretizzazione di quanto in-

serito nel Decreto, il dirigente

infermieristico è tenuto ad ap-

plicare la sanzione disciplinare

se, all’interno dell’atto azien-

dale è defi nita una dipendenza

gerarchica, del personale del

Comparto dalla Struttura SITRA,

direttamente senza fare ricor-

so all’uffi cio per i procedimenti

disciplinari5, per le infrazioni di

minore gravità (sanzioni supe-

riori al rimprovero verbale e fi no

alla sospensione dal servizio con

privazione della retribuzione fi no

a dieci giorni). In questo caso la

responsabilità del dirigente fa ri-

ferimento al comma 3 dell’art. 55

sexies del Dlgs 150/2009 dove, “il

mancato esercizio o la decaden-

za dell’azione disciplinare, dovuti

all’omissione o al ritardo, senza

giustifi cato motivo, degli atti del

procedimento disciplinare o a va-

lutazioni sull’insussistenza dell’il-

lecito disciplinare irragionevoli

o manifestamente infondate, in

relazione a condotte aventi og-

gettiva e palese rilevanza discipli-

nare, comporta, per i soggetti

responsabili aventi qualifi ca

dirigenziale, l’applicazione della

sanzione disciplinare della sospen-

sione dal servizio con privazione

della retribuzione in proporzione

alla gravità dell’infrazione non

perseguita, fi no a un massimo di

tre mesi in relazione alle infrazioni

sanzionabili con il licenziamento,

e altresì la mancata attribuzione

della retribuzione di risultato per

un importo pari a quello spettante

per il doppio del periodo della du-

rata della sospensione”.6

Il ruolo dell’infermiere dirigente

appare così complesso che le sue

azioni devono necessariamente

essere inserite in un modello or-

ganizzativo che preveda la corre-

sponsabilità a più livelli, non per

scaricare obblighi ma per trasferi-

re titolarità e responsabilità a chi,

per status giuridico, per forma-

zione, per profi lo e per contratto,

ha l’obbligo morale e giuridico di

cooperare.

Sono convinta che la fi gura profes-

sionale dell’infermiere dirigente,

gestore delle professioni sanita-

rie che compongono un’organiz-

zazione complessa come quella

sanitaria, debba necessariamente

divenire il testimonial privilegiato

del cambiamento in corso.

L’infermiere dirigente, pur aven-

do una solida cultura organizza-

tiva e gestionale di tipo “manage-

riale”, ha davanti a sé due strade:

imboccando l’una è verosimile

che diventi un semplice manager

della complessità; immettendosi

sull’altra potrà, invece, esercitare

il suo ruolo come vero e proprio

leader del cambiamento7.

Diversamente il rischio sarà di

passare dal medico all’infermiere

dirigente, appiattendo le respon-

sabilità su un’elite organizzata

sulle orme di “vecchie apicalità”.

1 Primo rapporto sulle Professioni sanitarie infermieristiche e di ostetrica nel Ssn, marzo 2008, pag. 21-

Dipartimento delle qualità-Direzione Generale delle risorse umane e delle Professioni sanitarie2 Art. 2095 c.c. Categorie dei prestatori di lavoro. I prestatori di lavoro subordinato si distinguono in dirigenti,

quadri, impiegati e operai. Le leggi speciali (e le norme corporative), in relazione a ciascun ramo di produzione

alla particolare struttura dell’impresa, determinano i requisiti di appartenenza alle indicate categorie.3 Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 "Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle

amministrazioni pubbliche".4 In questo caso specifi co si intende che il dirigente accettando l’incarico conferito dall’organo politico si impegna

ad operare con le risorse disponibili dell’amministrazione in cui opera, al fi ne di ottenere l’obiettivo stabilito

nelle direttive di indirizzo politico-amministrativo e non da intendersi come sottoscrizione di una obbligazione

come inteso nell’accezione civilistica.5 Si veda l’articolo 69 “ disposizioni relative al procedimento disciplinare” del decreto legislativo 27 Ottobre 2009,

n. 150 “ Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro

pubblico e di effi cienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”. Le legge prevede tassativamente le fasi

del procedimento e tempi da seguire per l’irrogazione diretta della sanzione disciplinare, a cura del dirigente.6 A. Zagari, G. Brambilla Il nuovo procedimento disciplinare e le responsabilità del dirigente infermieristico in

L’Infermiere 3/2010 pp 37-397 Alvaro R., Antonetti G., Guerrieri Wolf M., Petrangeli M., Il DIRIGENTE delle professioni sanitarie. Ruolo e

prospettive nel contesto della Pubblica Amministrazione. Ed. EDISES 2009.

Page 18: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

clinica infermieristica 18

Evoluzione di una nuova fi gura professionale nel percorso

di donazione e trapianto:

Transplant Nurse Coordinator (Coordinatore Clinico Trapianti)

A cura di Viviana Portaluppi

Infermiera e Consigliere IPASVI Novara - VCO

Nella prima parte dell’artico-

lo, trattata lo scorso numero,

abbiamo visto, come la risorsa

infermieristica riveste un ruolo

importante all’interno del si-

stema “donazione trapianto” nel

momento più diffi cile di questo

percorso decisionale.

Fondamentale è l’integrazio-

ne operativa tra medico ed in-

fermiere. “Sin donante no hay

trasplante”, frase di un medico

spagnolo, Josè L. Escalante che

sottolinea l’importanza della do-

nazione di organi per “non fer-

mare la vita”. Chi è il Coordinato-

re Clinico?

E’ la fi gura infermieristica che,

opportunamente formata, in

possesso di conoscenze specifi -

che, capacità relazionali e com-

petenze organizzative, diventa

una risorsa al centro di un pro-

cesso multidisciplinare; garan-

tisce il raccordo operativo tra le

fi gure professionali coinvolte nel

processo assistenziale. Inoltre,

coordina l’assistenza, diventa

riferimento che accompagna e

affi anca il paziente e la famiglia,

dal momento in cui si rivolge

presso il Centro Trapianti per la

valutazione e l’inserimento il Li-

sta di Attesa Trapianto, segue il

percorso fi no alla chiamata tra-

pianto e infi ne, il follow up post

trapianto.

Nella fase del post trapianto, in-

sieme all’equipe infermieristica,

diviene responsabile della pia-

nifi cazione dell’educazione al

paziente rispetto alle cure avan-

zate.

Il Coordinatore Clinico, è coinvol-

to a 360° nel processo trapianto-

logico; la sua attività si svolge in

due fasi:

PRE TRAPIANTO:

Accoglienza / Accettazione

Presentazione percorso trapian-

to.

Inserimento in lista : organizza

– pianifi ca e coordina il proces-

so di valutazione. Gestione del-

la attesa: mantenimento in lista

attesa. Telefonata e accoglienza

per trapianto: organizza il trasfe-

rimento del paziente

POST TRAPIANTO:

Educazione nel post trapianto:

valuta e coordina i bisogni di

apprendimento del paziente e/o

della famiglia, attua la “Patient

Education” ai fi ni della dimissio-

Parte II: Il Coordinatore Clinico Trapianti

Page 19: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

19

ne e del suo rientro al domicilio

Gestisce le necessità cliniche

acute con il personale infermie-

ristico nel post trapianto

Programma ed educa il pazien-

te ai controlli (ematochimici e/o

strumentali) secondo protocollo

Partecipa alle visite ambulato-

riali di controllo/follow up. Quali

criticità si possono riscontrare

durante la Patient education?

Compliance alla terapia immu-

nodepressiva.

Comprensione della terapia da

assumere ( somministrazione –

obiettivi – assorbimento e livelli

ematici – dosaggio – cosa fare se

si dimentica l’assunzione della

terapia immunodepressiva – ef-

fetti collaterali ).

Come contattare il Centro tra-

pianti.

Riconoscimento di segni e sinto-

mi di infezione e rigetto

Ripresa delle normali abitudini

di vita quotidiane

Precauzioni riguardo animali –

visite dentistiche – vaccinazioni

– esposizione al sole

QUALI SONO LE ABILITÀ

RICHIESTE

AL COORDINATORE

CLINICO?

Organizzativa

Educativa

Comunicativa

Collaborativa / Integrazione con

altre fi gure sanitarie

Autorevolezza

Capacità di Leadership

QUALI I VANTAGGI DERI

VANTI AL “SISTEMA TRA

PIANTO” DALL’INTRODU

ZIONE DI QUESTA NUOVA

FIGURA PROFESSIONALE?

Il Coordinatore Clinico è un faci-

litatore del processo, garantisce

la continuità assistenziale gra-

zie all’introduzione di protocolli

operativi, pone le basi per la ri-

duzione dell’errore; garantisce

effi cacia ed effi cienza, partecipa

al miglioramento dei processi or-

ganizzativi e di cura.

Non ultimo, sviluppa programmi

di educazione per il benessere

dei pazienti, per la gestione del-

la cronicità oltre alla program-

mazione di processi di verifi ca

ed aggiornamenti periodici del

personale coinvolto nell’attività

trapiantologica.

Di fondamentale importanza,

la centralità del fattore umano

dove diventa necessaria la per-

sonalizzazione dell’assistenza ed

inoltre, la qualità organizzativa

deve puntare all’effi cienza, all’ef-

fi cacia e alla qualità valorizzando

la professionalità del sistema.

Un’ulteriore caratteristica del

Coordinatore Clinico, nelle fasi

di allerta, sarà la massima com-

prensione rispetto al bisogno, da

parte dei pazienti e familiari, di

ottenere: Informazioni chiare.

PRESA IN CARICO

PROFESSIONISTI

DI RIFERIMENTO

Il tempo dedicato all’informazio-

ne e comunicazione è tempo di

cura. Comprendere gli aspetti criti-

ci come: Età del paziente, Cultura,

Etnia, Linguaggio. valutando la pos-

sibilità di applicare un’educazione

precoce, in base alle risorse e com-

pliance del paziente stesso. Il Co-

ordinatore Clinico rappresenta un

reale avanzamento all’interno del-

le professioni sanitarie, un nuovo

modello di nursing, multifattoriale

e manageriale. Una nuova fi gura

professionale ,mirata, che svolge un

ruolo fondamentale nel percorso

educativo del paziente, ed è pre-

sente in ogni fase, dalla valutazione

al trapianto, fi no al follow un post

trapianto. Il Coordinatore Clinico si

propone come punto di riferimento

per il paziente ed i loro famigliari,

collaborando con tutti i professio-

nisti sanitari che intervengono nel

“processo trapianto” , al fi ne di for-

nire un migliore servizio al paziente.

Page 20: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

interviste 20

A cura di Gabriele Fasolini

Vice Presidente Collegio IPASVI Novara VCO

L’intervista di questo numero è

rivolta alla

Dirigente Responsabile

del S.I.T.R.A.

dell’A.O.U. Maggiore della Carità

di Novara,

Dottoressa Cristina TORGANO

BREVE PRESENTAZIONE

ITER FORMATIVO:

Titoli di Studio posseduti:

• Infermiera Professionale, presso

la Scuola Professionale dell’Ex

USSL 51, anno 1985

• Abilitazione alle Funzioni Di-

rettive nell’Assistenza, presso

la Scuola Professionale dell’Ex

USSL 51, anno 1989;

• Diploma DDSI (Dirigente e Do-

cente di Scienze Infermieristi-

che) presso l’Università degli

Studi di Torino, Facoltà di Igiene

aa 1991/1993;

• Diploma di Laurea in Scienze

Infermieristiche ed Ostetriche

conseguito presso l’Università

degli Studi dell’Aquila, 25 luglio

2007.

Nata, professionalmente parlan-

do, nell’attuale AOU nel 1985.

E’ stata componente del Direttivo

del Collegio IPASVI negli anni ot-

tanta, e membro dei revisori dei

conti dello stesso.

I precedenti incarichi lavorativi, ri-

spetto all’attuale ruolo di Dirigen-

te, sono stati:

• Infermiera presso il settore Ne-

frologico e di Dialisi;

V

Presentazione

del Servizio InfermieristicoAzienda Ospedaliera

Universitaria

Maggiore della Caritàdi Novara

Page 21: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

interviste21

• Infermiera Insegnante presso

la Scuola Professionale dell’EX

USSL 51 dal 1989 al 1993

• Operatore Professionale Diri-

gente presso l’Uffi cio Infermie-

ristico della Direzione Sanitaria

con un incarico organizzativo/

gestionale dal 1993 all’ottobre

2009;

• Dirigente delle Professioni Sa-

nitarie dal 1° novembre 2009

ad oggi.

BREVE PRESENTAZIONE

DELL’A.O.U. MAGGIORE

DELLA CARITÀ DI NOVARA

L’Ospedale ieri

Sorto nel sobborgo di Sant’Aga-

bio probabilmente nella prima

meta’ del secolo XI, l’Ospedale

Maggiore della Carita’ di Nova-

ra in origine era un istituto di be-

nefi cenza dedicato a San Michele

Arcangelo. L’attivita’ assistenziale

venne rivolta alla cura dei mala-

ti solo successivamente, a partire

dalla fi ne del Duecento. Nel Sei-

cento gli edifi ci originari, nel bor-

go di Sant’Agabio, furono demo-

liti e l’ospedale si trasferi’ nella sua

sede attuale. Su questa struttura,

gia’ a partire dal 1648 e poi nei

secoli successivi, si innestarono

nuovi corpi e continuarono gli

ampliamenti, portando l’ospe-

dale ad assorbire spazi urbani

sempre piu’ vasti. Quest’espan-

sione fu resa possibile grazie alla

fl orida situazione patrimoniale

dell’istituto: fi n dall’inizio della

sua esistenza, infatti, sono do-

cumentati donazioni e lasciti,

alcuni dei quali molto cospicui,

da parte di cittadini novaresi a

favore dell’ospedale. Nella meta’

dell’Ottocento, per rispondere

alle nuove esigenze della me-

dicina sociale, ulteriori amplia-

menti furono affi dati dall’ammi-

nistrazione dell’ospedale all’ar-

chitetto Alessandro Antonelli.

A lui si deve il grande edifi cio a “

L” che, pur alterato nella sua strut-

tura originaria dalla costruzione

della chiesa nel 1930, rimane an-

cor oggi, insieme con il cortile del

Page 22: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

interviste 22

Soliva, il simbolo dell’Ospedale.

La fi sionomia dell’ospedale inco-

minciò ad assomigliare a quella

attuale, anche se seguirono altre

vicende edilizie, che continuano

fi no ai giorni nostri.

L’OSPEDALE OGGI

Con DPGR n. 100 del 17 dicem-

bre 2007, l’Azienda Ospedaliera

“Maggiore della Carità” di Nova-

ra, Ente Pubblico” del Servizio

Sanitario Nazionale, ha assun-

to lo status giuridico di “Azienda

Ospedaliero-Universitaria”.

E’ un’ Azienda di alta specializ-

zazione a rilievo nazionale, sede

di insegnamento della facoltà di

Medicina e Chirurgia dell’ Uni-

versità del Piemonte Orientale

“Amedeo Avogadro” e ha funzio-

ni di assistenza, insegnamento e

ricerca.

Svolge attività assistenziale in ri-

covero ordinario, di day hospital

medico-chirurgico, riabilitativa,

in urgenza e ambulatoriale.

L’ Azienda off re una completa

assistenza sanitaria in tutte le

specialità mediche e chirurgiche

e, oltre a rappresentare l’ ospe-

dale di riferimento del quadran-

te nord-orientale della regione

Piemonte, ha per alcune speciali-

tà un bacino di utenza di livello

regionale e nazionale, rientrando

tra i centri di eccellenza del pano-

rama sanitario italiano.

E’ , inoltre, sede capofi la del Polo

oncologico delle province di No-

vara, Vercelli, Verbano-Cusiio-Os-

sola.

COME SI ARTICOLA

LA SC SITRA DELL’AOU

“MAGGIORE DELLA CARITÀ”

NOVARA

La SC SITRA è stata istituita con

Atto Aziendale, nel 2007 e, a se-

guire, si è sviluppata nei dettagli

organizzativo/gestionali secondo

il documento del 25 novembre

2008 noto in Azienda come: “Do-

cumento istitutivo SITRA”.

La consapevolezza del ruolo cru-

ciale che le professioni sanitarie,

giocano nei processi assistenziali,

infl uendo in modo decisivo sulla

programmazione aziendale, ha

creato i giusti presupposti per il

completo realizzo di un sistema

organizzato in grado esercitare le

funzioni di:

pianifi cazione

programmazione

governo

delle risorse necessarie per svol-

gere il processo assistenziale e

conseguire la mission aziendale.

QUAL È LA MISSION

DEL SITRA

Il SITRA, come poco prima ho

detto, esercita funzioni di pia-

nifi cazione, programmazione e

governo delle risorse umane ne-

cessarie per svolgere il processo

assistenziale e conseguire la mis-

sion aziendale; presidia le funzio-

ni di gestione e di sviluppo del

personale di pertinenza, in linea

con la politica e gli obiettivi defi -

niti dalla Direzione Aziendale, in

collaborazione con le altre strut-

ture aziendali responsabili della

gestione delle risorse umane.

La mission del SITRA è ricondotta

a due principi fondamentali:

qualità dell’assistenza

sviluppo ed integrazione delle

competenze dei professionisti

DESCRIVA L’APPROCCIO

METODOLOGICO DEL SITRA

Il SITRA fa proprio l’assunto se-

condo cui lo strumento piu’ po-

tente per aff rontare la complessi-

tà dei servizi assistenziali sanitari,

è dato dalla cooperazione dei

diversi attori che interagiscono

in modo attuale e potenziale

all’interno dei servizi stessi; la ne-

cessità dell’integrazione discen-

de in modo logico dal principio

dell’interdipendenza dei sistemi

e rappresenta un traguardo da

raggiungere attraverso la costi-

tuzione di scenari futuri condivisi,

disegnati in risposta a problemi e

fi nalità comuni.

Da ciò si evince che l’approccio

metodologico che il SITRA pro-

muove, è basato sull’introduzio-

ne di cambiamenti migliorativi,

fondando le decisioni e le azioni

su quattro diverse fasi metodolo-

giche:

• analisi dei problemi di interesse;

• defi nizione degli obiettivi da

raggiungere;

• disamina dell’evidenza scientifi -

ca disponibile

• analisi e attuazione dei cambia-

menti che progressivamente

intervengono come risultato

delle diverse azioni intraprese.

Page 23: Trimestrale di informazione settoriale - AUT. TRIBUNALE DI … 2011... · per il miglioramento organizzativo 15 Quali responsabilità per l'Infermiere Dirigente? 18 Transplant Nurse

interviste23

Su queste basi si promuove la

cooperazione dei professionisti,

affi nché ciascuno attinga dal pro-

prio patrimonio di esperienza,

abilità e conoscenza e lo metta

in comune con altri, in una forma

che consenta il reciproco scam-

bio ed arricchimento.

COM’È COSTITUITA

LA STRUTTURA

ORGANIZZATIVA

DEL S.I.T.R.A.

Per conseguire le fi nalità espres-

se, il SITRA è costituito come

struttura operativa autonoma po-

sta in line alla Direzione Generale

d’Azienda, che interagisce, per gli

aspetti di competenza nell’atti-

vità assistenziale, con la Direzio-

ne Sanitaria di Presidio e con la

Direzione delle Strutture Com-

plesse/Semplici dipartimentali e

gli uffi ci di staff , negoziando con

le strutture stesse l’ assegnazione

delle risorse assistenziali ritenute

necessarie allo svolgimento cor-

retto del processo assistenziale ed

acquisite, secondo le norme e le

procedure vigenti, dalla Direzione

dell’Ente nell’ambito del percorso

di budget aziendale.

Al SITRA, aff erisce il personale as-

segnato e appartenente ai profi li

delle professioni sanitarie, oltre

al personale di supporto all’assi-

stenza (Infermieri Generici, Mas-

soterapisti, OSS, OTA, Ausiliari).

Il personale di cui sopra, dipen-

de gerarchicamente dal SITRA

e risponde funzionalmente alla

struttura di assegnazione per

quanto concerne le attività con-

nesse al raggiungimento degli

obiettivi specifi ci di struttura.

Il SITRA, per conseguire le fi nalità

di cui sopra, si struttura su tre li-

velli organizzativi:

livello programmazione, dire-

zione e controllo d’Azienda (Li-

vello Centrale);

livello programmazione, coor-

dinamento, gestione e control-

lo di area di attività e/o diparti-

mentale (Livello Dipartimen-

tale);

livello programmazione, coor-

dinamento, gestione e control-

lo di Strutture e/o Servizi (Livel-

lo di Struttura).

QUALI SONO GLI ORGANISMI

DEL SITRA:

il Direttore

i Responsabili delle Aree:

Gestione e Sviluppo Organiz-

zativo

Sviluppo Professionale

Ricerca

i Coordinatori di Area Dipar-

timentale

i Coordinatori di Struttura

Complessa/Semplice.

Per il momento si è deciso di uni-

fi care le due Aree:

- Sviluppo Professionale

- Ricerca,

assegnando ad un unico profes-

sionista la responsabilità di en-

trambe i settori.

Il Dirigente Responsabile del SI-

TRA è stato nominato, dal Diret-

tore Generale con decorrenza 1°

novembre 2009 e risulta in line al

Direttore Sanitario d’Azienda.

Tutti gli incarichi professionali

previsti nel documento istitutivo

del SITRA sono stati assegnati dal

1° settembre 2010 e gestiti con

l’attribuzione delle posizioni or-

ganizzative.

Il Dirigente è in line al Direttore

Sanitario d’Azienda; rappresenta

il personale del comparto e par-

tecipa alle riunioni del Collegio di

Direzione e del Consiglio dei Sa-

nitari tra i membri elettivi.

Nell’istituzione del SITRA si è te-

nuto conto dell’organizzazione

aziendale per dipartimenti, con-

siderando questi ultimi come

settori con piena autonomia ge-

stionale/organizzativa, pur nel

rispetto e nella condivisione di

quella che è la Mission del Servi-

zio e dell’Azienda.

Si è cercato di rappresentare tutti

i professionisti, non solo gli infer-

mieri, tanto è vero che, come si

vedrà di seguito, oltre ai CAD (Co-

ordinatori Assistenziali di Diparti-

mento) si sono previste posizioni

di coordinamento tecnico.

QUALI SONO LE FUNZIONI

DEI COORDINATORI

ASSISTENZIALI

DIPARTIMENTO?

Al RAGSO (Responsabile Area Ge-

stione e Sviluppo Organizzativo)

aff eriscono i 10 Coordinatori As-

sistenziali di Dipartimento (CAD),

in relazione ai 10 DAI aziendali, e

2 Responsabili di macro area:

Sale Operatorie

Ambulatori.

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interviste 24

In fase sperimentale si è deciso

che 3 dei 10 CAD, lasciassero il

Coordinamento delle SC di asse-

gnazione lavorativa (Coordina-

tore Assistenziale di Struttura =

CAS), distaccandoli all’Area Cen-

trale del SITRA, si tratta del CAD:

Medico

Chirurgico

Testa Collo

ovvero dei DAI con una maggio-

re complessità organizzativo/ge-

stionale.

Per i restanti CAD, si è deciso che

mantenessero il Coordinamento

della SC di assegnazione (CAD - CAS)

Al RAGSO, per i settori in cui ope-

rano i professionisti tecnici, aff e-

riscono altri 4 coordinatori con

incarichi gestionali, che sono ri-

spettivamente:

Sviluppo Sistema RIS – PACS;

Coordinamento Servizio

Sovrazonale Fisica Sanitaria;

Coordinamento Servizio

Sovrazonale Radioterapia;

Referente Area Professionale

Tecnici della Riabilitazione.

Nei Dipartimenti Assistenziali In-

tegrati (DAI) con presenza di alta

tecnologia, sono stati istituiti 2 in-

carichi di coordinamento specifi ci:

Coordinatore Tecnico

Scientifi co di Macroarea

Sale Operatorie;

Coordinatore Tecnico

Scientifi co di Interventistica

Cardiologica.

Sono stati assegnati ulteriori in-

carichi, trasversali a tutti i DAI, per

i seguenti ambiti:

Laboratori e Centro

Prelievi ematochimici

del Presidio Ospedaliero

di Galliate;

Sicurezza Assistenziale

Casa di Cura

Al Responsabile Area Forma-

zione e Sviluppo Professionale

aff eriscono gestionalmente i

Coordinatori dei Corsi di Laurea

delle Professioni Sanitarie e tutti

i Tutors Pedagogici assegnati ai

vari CdL.

I MODELLI ASSISTENZIALI

UTILIZZATI DAL PERSONALE

INFERMIERISTICO

E LA MACRO

ORGANIZZAZIONE

PRESENTE

ALL’INTERNO DELL’AZIENDA

Per lo specifi co periodo in cui

ci si trova, dove la Regione Pie-

monte invita all’ottimizzazione

e razionalizzazione delle risorse,

non sono stati adottati specifi ci

modelli di cura.

Si è però partecipato a studi spe-

rimentali relativi all’analisi dei ca-

richi di lavoro secondo il Modello

della Complessità Assistenziale,

presso le seguenti SSCC:

• Cardiochirurgia Degenza;

• Cardiologie Degenze;

• Ortotraumatologia.

Per il settore pediatrico invece, si

è proceduto ad una sperimentale

applicazione delle schede per la

rilevazione dei carichi assisten-

ziali richiesti dai piccoli pazienti,

secondo il Modello Assistenziale

Professionalizzante.

L’ORGANIZZAZIONE OFFRE

EFFETTIVE POSSIBILITÀ

DI CARRIERA PER TUTTI ?

Come si evince da quanto illustra-

to, all’interno del SITRA ci sono

eff ettive e concrete dimostrazio-

ni di sviluppi di carriera per tutti i

professionisti del comparto.

QUALI SONO,

SECONDO LEI,

GLI AMBITI DI

MIGLIORAMENTO

DA PERSEGUIRE

NELL’OSPEDALE

IN CUI LAVORA?

Quella descritta è un’organizza-

zione che off re ulteriori spunti per

migliorare e pensare in “grande”,

nel senso Dipartimentale (DITRA

anziché SITRA!!!), credo però che

ora ci sia bisogno di un periodo

di consolidamento dell’esistente,

per poter creare stabilità organiz-

zativa a tutti i livelli dell’AOU, par-

tendo dalla base per raggiungere

e coinvolgere anche i vertici.

Il progetto SITRA, nella sua inte-

rezza ha trovato piena realizza-

zione; sono soddisfatta di quan-

to è stato fatto per le professioni,

riuscendo formalmente e so-

stanzialmente a rappresentarle

in tutti i momenti decisionali

d’Azienda.

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informazioni25

PROPOSTE FORMATIVE DEL COLLEGIOPER IL SECONDO SEMESTRE 2011

PRESSO LE SEDI DEL COLLEGIO IPASVI DI NOVARA E VERBANIA È POSSIBILE RITIRARE GLI ATTESTATI RELATIVI AI SEGUENTI EVENTI:

LA NUOVA RESPONSABILITÀ NELL’ESERCIZIO PUBBLICO DELLA PROFESSIONE SANITARIA ALLA LUCE DEL DLGS 150/2009

Tenutosi a Verbania il 26/03/2011

L’INFERMIERE ASCOLTA, INFORMA, COINVOLGE E VALUTA L’ASSISTITO… COMUNICARE AL DI LA DELLE PAROLE

Tenutosi a Verbania il 29/01/2011

EVENTO

FORMATIVODATA LUOGO

MODALITÀ

ISCRIZIONECREDITI ECM

Metodi di analisi

per la gestione

del rischio clinico

Settembre

OttobreNovara 100 partecipanti 12

Etica e responsabilità

nella libera professioneOttobre Verbania 50 partecipanti

In fase

di accreditamento

Cellule staminali: confl itti etici e deontologici

nella gestione clinica

della persona per una nuova

frontiera della medicina

Novembre Novara 100 partecipanti 6

INOLTRE SONO IN DEFINIZIONE ULTERIORI EVENTI FORMATIVI

Per il dettaglio dei programmi consultare il sito del Collegio

www.ipasvinovara.itPartecipazione gratuita

a tutti gli iscritti del Collegio IPASVI di Novara e VCO

(sino ad esaurimento posti)

Per gli iscritti ad altri Collegi IPASVI il costo è di 50,00 euro per giornata formativa

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informazioni 26

AVVISO POSTA ELETTRONICA CERTIFICATAPer gli iscritti che hanno richiesto l’attivazione della PEC e

ancora non sono stati contattati dal Collegio tramite e-mail, chiediamo di inviare nuovamente la richiesta specifi cando il proprio Nome e Cognome al seguente indirizzo di posta elettronica:

[email protected]

@ICA CERTIFI

sto l’attivazione della Po stati contattati dal Colil, chiediamo di ina richiesta specifican

@@@o Nome

ndirizzo di post

@@@@@a richiesta specifi caa richiesta a richiesta

e Cognome al se Cognome al se Cognome al elettronica: ta elettronica: elettronica:

svinovara ita itit

@@ La comunicazione degli infermieri viaggia su internetAl via il nuovo progetto di comunicazione della Federazione IPASVI che prevede più servizi agli iscritti e ai cittadini Vi invitiamo a consultare il portale

www.ipasvi.it

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informazioni27

@ COLLEGIO IPASVI DI NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA

CHIUSURA ESTIVA

SEDE DI NOVARA SEDE DI VERBANIA

dal 8 al 22 agosto

Buone Vacanze dal Consiglio Direttivo e dal Collegio dei Revisori dei Conti

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rubriche 28

Notizie fl ashA cura di Roberto Cavagna

▲ ▲▲ ▲▲ ▲

SANITA’. FALSI INFERMIERI A MILANO

E TORINO: TRE PERSONE DENUNCIATE

Tratto da: NotizieinRete (www.cittaoggiweb.it)

Si tratta di un 37enne tunisino, una 35enne

cilena e un 36enne italiano. Il primo ha lavo-

rato per più di un anno in una clinica privata

della metropoli mineghina presentando do-

cumenti falsifi cati dopo essere stato respinto

all’esame di abilitazione professionale. La se-

conda per anni ha esercitato la professione

in una clinica privata di Torino dopo avere

presentato falsi certifi cati a una società che

fornisce personale infermieristico. Ed infi ne

il nostro connazionale, anch’egli presentan-

do dei documenti falsi, era in servizio in un

ospedale pubblico della provincia di Torino

dal 2002. L’inchiesta coordinata dal pool di

magistrati che fa capo al sostituto Procurato-

re della Repubblica di Torino, ha evidenziato

come le tre “persone” lavoravano come infer-

mieri in ospedali e cliniche private di Torino

e Milano, senza aver mai ottenuto l’abilita-

zione professionale. Per questo ora sono

indagati in stato di libertà dai Carabinieri

del capoluogo piemontese per le ipotesi di

reato di truff a ai danni del servizio sanita-

rio nazionale, falsità materiale ed esercizio

abusivo della professione.

COME SARA’ L’OSPEDALE DOMANI?

INDAGINE DEL CERMESBOCCONI

SU PERCEZIONE E ASPETTATIVE

DEI PAZIENTI

Tratto da: Il Sole 24Ore Sanità

Non perdere mai il controllo della propria

vita neanche quando si giace in un letto

ospedaliero e per forza di cose ci si trova

nelle mani di chi ci assiste come infermieri

e medici. Sicuramente è l’empowerment cui

i pazienti tengono di più. Non che l’aspetto

alberghiero, la struttura delle camere, l’ac-

cesso alle tecnologie non contino, ma quel-

lo che fa la vera diff erenza quando ci tra-

sformiamo da semplici cittadini a degenti, è

sentirci coinvolti nelle scelte di cura e avver-

tire che il personale è disposto ad ascoltarci

e a comunicare rendendoci partecipi in ogni

momento di quello che ci sta accadento.

Questo è il dato più rilevante messo in luce

da una prima analisi che Cermes-Bocconi sta

realizzando, per il momento, tra i pazienti di

tre ospedali. Lo chiamano “marketing espe-

rienziale”, ovvero capire cosa apprezzano e

cosa chiedono gli utenti per poter orientare

al meglio l’off erta ospedaliera.

UN REGISTRO OPEN SUI TRIALS CLINICI

Tratto da: Il Sole 24Ore Sanità

Accesso libero e senza preclusioni sul portale

www.marionegri.it al Registro di tutti gli stu-

di clinici promossi o partecipati dall’Istituto

“Mario Negri” con la possibilità di ricercare

informazioni per singole malattie, farmaci o

parole chiave. L’obiettivo di tale iniziativa è of-

frire un supporto alla pianifi cazione di nuove

ricerche, promuovere lo scambio tra ricerca-

tori, facilitare l’accesso all’informazione anche

da parte dei pazienti, evitare ripetizioni e/o

duplicazioni di studi, consentire una distribu-

zione più oculata e appropriata dei fondi per

la ricerca e identifi care i bisogni terapeutici.

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GUIDA PER LE FAMIGLIE

ALLA CURA DEL NEONATO

Tratto dal sito del Ministero della Salute:

h ttp://www.salute.gov.it/

La salute è un diritto di ogni bambino, qualunque sia

la sua origine o nazionalità e i genitori hanno il ruo-

lo di tutelare il benessere del proprio fi glio fi n dalla

nascita. Tutelare la salute dei più piccoli signifi ca non

solo assicurare loro le migliori cure possibili, ma anche

prevenire malattie e pericolosi incidenti. Il Ministero ha

realizzato una pubblicazione che si propone come uno

strumento informativo capace di trasmettere ai neo-

genitori le principali conoscenze per la cura del proprio

fi glio con l’intento di dare un contributo affi nché ogni

nuova nascita sia davvero un momento di grande gioia.

Il Servizio Sanitario Nazionale mette a disposizione dei

bambini i pediatri di libera scelta, i consultori familiari, i

poliambulatori e i reparti ospedalieri di ambito mater-

no infantile. Tali strutture con i loro servizi costituisco-

no una presenza diff usa su tutto il territorio nazionale

e sono in grado di giocare un ruolo fondamentale nelle

attività di prevenzione e cura dei bambini. Questa gui-

da, utile anche agli operatori, vuole accompagnare i

genitori di varie nazionalità presenti in Italia con consi-

gli utili alla cura del neonato e del bambino fi no ad un

anno di età. Proprio per questo è stata tradotta in 10

differenti lingue, quelle delle comunità più presenti in

Italia ed è suddivisa nei seguenti capitoli: Finalmente a

casa; Impariamo a conoscerli; Impariamo ad avere cura

di loro; E ora di mangiare; Le vaccinazioni; I bimbi cresco-

no; Primi malanni, prime cure prime medicine; Piccoli e

fragili: come proteggerli.

AL PRONTO SOCCORSO

E’ L’INFERMIERE CHE “VEDE E CURA”

Tratto dal sito del Ministero della Salute:

http://www.salute.gov.it/

Si chiama “See&Treet”, che in italiano signifi ca “Vedi e

Cura”, il nuovo modo di gestire il pronto soccorso in cui

l’infermiere diveta sempre più manager e che negli ul-

timi mesi ha scatenato le ire dei medici. La scintilla è

stata una Delibera di Giunta della Regione Toscana del-

lo scorso anno in cui veniva uffi cializzato il cosiddetti

“See&Treet” che fi no a quel momento era una speri-

mentazione. All’accesso al Pronto Soccorso, è la nuova

previsione, l’infermiere (già incaricato di assegnare il

colore del triage per stabilire la gravità del caso) può

direttamente inviare il paziente dallo specialista sen-

za passare dal medico di pronto soccorso o anche, nel

caso di interventi minori (piccole ferite, contusioni,

abrasioni, ustioni solari, congiuntivite, etc.) intervenire

in autonomia. In sintesi la risposta della Federazione

Nazionale degli Ordini dei Medici è stata la seguente “Le

competenze fondanti del ruolo di garanzia del medico

non possono essere oggetto di inappropriate sovrap-

posizioni o sottrazioni, costituendo invece un esclusivo

obbligo giuridico e un dovere deontologico del medi-

co e dell’odontoiatra”. Più duri gli ospedalieri, infatti

secondo l’Anaao (il maggior sindacato di categoria)

le sperimentazioni devono avere “chiari profi li di re-

sponsabilità e non celare tentativi di andare verso una

sanità low cost”. Invece la Cimo ha lanciato immedia-

tamente un appello al Ministro della Salute per “modi-

fi care subito con legge nazionale le competenze delle

professioni sanitarie: una Delibera di giunta non basta”.

La Federazione Nazionale dei Collegi degli Infermieri

(IPASVI) smorza

i toni aff erman-

do che “si tratta

di una -non no-

vità- perché il

See&Treet non

fa altro che for-

malizzare quello

che da anni gli

infermieri fanno

in pronto soc-

corso: è previsto

che trattino i

casi meno gravi

già da una legge

del 1992”.

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Buona lettura...Se anche Voi avete letto un libroche vi è piaciuto in modo particolare e volete rendere partecipi altri colleghi, scriveteci, scriveteci e scriveteci…

CON CURA

Diario di un medico deciso a fare meglio

Autore: Atul Gawande

Casa Editrice: Einaudi

Pagine 240

Anno 2007

Euro 18,00

Atul Gawande in “Con cura”racconta

un universo di storie e personaggi in

cui ogni lettore non stenta a ricono-

scere frammenti della propria espe-

rienza professionale. Si interroga sul-

la propria professione, su cosa serve

per essere bravi in un campo dove

è tanto facile sbagliare, si interroga

sull’importanza della motivazione

personale. Parla dei nostri errori, di

come li facciamo e di quali cose im-

pariamo dopo averli commessi. C’è

chi sostiene che la medicina, oltre

che una scienza, sia anche una del-

le più sofi sticate tecniche attraverso

cui l’uomo si prende cura dell’uomo;

l’autore del libro, un medico chirur-

go, ne è profondamente convinto e

dimostra come ci siano tre condizio-

ni semplici ma fondamentali per fare

meglio in medicina: scrupolosità,

ingegnosità e voglia di fare la cosa

giusta. Atul Gawande termina il suo

libro off rendo cinque importanti

consigli, utili per diventare devianti

positivi. Il suo messaggio è davvero

universale e di assoluto ottimismo.

VENUTO AL MONDO

Autore: Margaret Mazzantini

Casa Editrice: Mondadori

Pagine 534

Anno 2008

Euro 20,00

Il romanzo inizia con una telefonata da

Sarajevo a Gemma, la protagonista, da

parte di un suo vecchio amico, il quale

le chiede di tornare, dopo tanti anni in

quella città così importante per lei. La

donna risponde di sì e decide di porta-

re con sé il fi glio perché vuole che veda

quella città martirizzata in cui lei aveva

conosciuto e amato un giovane foto-

grafo genovese: il padre che il ragazzo

non ha mai conosciuto perché morto

vittima indiretta della guerra. Il libro è

un continuo alternarsi tra eventi passati

e situazioni recenti, ed ogni volta è un

tuff o nei sentimenti. Sentimenti come

l’amore di Gemma e Diego che per esse-

re veramente completo necessita di un

fi glio per il quale la coppia non esita a ri-

correre a soluzioni estreme. Sentimenti

come l’amicizia che riavvicina dopo anni

di silenzio Gemma a Gojko, sentimenti

come le incomprensioni tra una madre

ed un fi glio adolescente. Il tutto con lo

sfondo di una guerra atroce quale quella

Bosniaca. Un viaggio a ritroso nel tempo

dove amore, orrore, pianto e gioia tra-

spaiono in ogni singola riga.

STORIE DI FIORI. I FIORI DI BACH RACCON-

TATI AI BAMBINI DAI 3 AI 90 ANNI

Autore: Silvia Cecchini

Casa editrice: Edup Edizioni

Anno 2003

Pagg. 160

Euro 8,00

Come è possibile intuire dal tito-

lo, questo libro può essere defi nito

un’originale, interessante e simpatica

raccolta di fi abe “moderne” dedicata

alla descrizione delle innumerevoli

proprietà e virtù dei cosiddetti fi ori

di Bach. Silvia Cecchini, autrice e me-

dico olistico da parecchi anni, aff er-

ma di utilizzare per sé e prescrivere

ai propri pazienti i fi ori di Bach usan-

do sia le indicazioni della sua guida

interiore che il metodo dell’osserva-

zione del ritmo cranio-sacrale della

persona. Inoltre, sostiene che “Storie

di fi ori” è nato con il preciso intento

di spiegare i fi ori di Bach a bambi-

ni e adolescenti, ma è comunque

adatto anche a chiunque desidera

avvicinarsi, in modo molto semplice

e divertente, alla conoscenza delle

numerose proprietà e virtù di questi

fi ori. Infatti, leggendo le trentanove

brevi e simpatiche fi abe che costi-

tuiscono il testo, una per ogni fi ore,

è possibile comprendere i contesti

umorali dentro cui applicare la forza

curativa dei diversi fi ori.

recensione a cura di Roberto Cavagna recensione a cura di Luciano Giroldini recensione a cura di Andreina Zavaglio

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SEGRETERIA SEDE DI NOVARA Indirizzo: Via Biandrate, 20b NOVARA Orari di segreteria: lunedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00,

venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:00

Recapiti: Tel. 0321.30237 fax 0321.393276 E-mail: [email protected] SEDE DI VERBANIA Indirizzo: Piazza Aldo Moro, 5 VERBANIA Orari di segreteria: martedì dalle ore 15:00 alle ore 17:00

Recapiti: Tel. 366.1544544

la segreteria informa

CAMBIO RESIDENZAÈ indispensabile comunicare tempestivamente ogni cambio di residenza con una delle seguenti modalità:• attraverso comunicazione scritta direttamente alla segreteria del Collegio

• per posta, fax o e-mail.

Coloro i quali cambiano provincia hanno facoltà di chiedere al Collegio della nuova residenza il trasferimento dell’iscrizione.

SMARRIMENTO TESSERAIn caso di smarrimento o furto della tessera di iscrizione al Collegio è necessario:• sporgere denuncia di smarrimento/furto alle autorità competenti (Questura, Carabinieri)

• presentare al Collegio copia della denuncia e due foto tessera per avere il duplicato.

I certifi cati di iscrizione hanno validità di sei mesi (legge 15 maggio 1997 n. 127) e possono essere richiesti in segre-

teria con le seguenti modalità:

• direttamente ed in tempo reale presso la segreteria

• telefonicamente, fax o e-mail, indicando le generalità del richiedente. Nel caso in cui non sia l’interessato a ritirarlo,

la persona incaricata deve essere munita di delega e fotocopia del documento di identità del richiedete il certifi cato.

Si ricorda che il certifi cato di iscrizione è un documento e può essere autocertifi cato.

CANCELLAZIONE DALL’ALBOLa presentazione della domanda per la cancellazione dall’Albo deve pervenire al Collegio entro il 30/11/2011.

Per le modalità consultare il sito oppure contattare la segreteria.

LIBERA PROFESSIONEChi esercita o intende intraprendere l’attività libero professionale deve darne comunicazione al Collegio.

Si ricorda che l’attività libero professionale implica l’iscrizione alla Cassa di Previdenza ENPAPI.

COLLOQUIÈ possibile avere un incontro con la Presidente o un membro del Consiglio Direttivo previo appuntamento telefonico.

POLIZZA R.C. PROFESSIONALEÈ possibile sottoscrivere Polizza R.C. professionale: WILLIS Federazione Nazionale IPASVI, per il contratto e la relativa

modulistica contattare la segreteria del Collegio oppure sul sito www.ipasvinovara.itSERVIZIO BIBLIOTECARicordiamo a tutti gli iscritti che il Collegio presso la sede di Novara mette a disposizione un servizio di biblioteca pres-

so il quale si possono richiedere libri e consultare riviste scientifi che. All’interno del sito del Collegio, nella sezione

biblioteca potrete trovare il regolamento, l’elenco dei testi e delle riviste.

SITO www.ipasvinovara.itAll’interno del sito è possibile ad esempio scaricare la modulistica reperibile in segreteria, inviare eventuali quesiti

(tramite il link “contatti”), consultare le diverse sezioni tematiche ricche di informazioni inerenti la formazione, libera

professione, crediti formativi ecm, oppure semplicemente consultare l’elenco dei testi/riviste reperibili presso la bi-

blioteca del Collegio.

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Il Codice Deontologico

2009

Articolo 9

L’infermiere,

nell’agire

professionale,

si impegna

ad operare con

prudenza

al fi ne

di non nuocere.